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di cultura

formazione, la professionalità, l’applicazione e la condivisione di buone pratiche saranno sempre più determinanti per gestire al meglio gli alberi delle città. Sfide future che si sono delineate proprio in questi anni e ancor di più negli ultimi mesi, che spingono a una sempre più attenta e concreta riflessione proprio sui cambiamenti climatici, i cui effetti negativi si abbattono anche sugli alberi imponendo la ricerca di modelli diversi di progettazione, gestione e cura.

Fare Rete

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Negli ultimi 20 anni l’arboricoltura è infatti andata incontro a una crescita a ritmi serrati, sempre più coinvolta nella quotidianità, sia nel privato sia nelle amministrazioni. Complice di questo nuovo ruolo centrale, certamente una riscoperta sensibilità verso il verde. La direzione a livello internazionale è infatti quella di città sempre più verdi, che impone un sempre maggiore impegno per i professionisti e i tecnici coinvolti dalla gestione del verde urbano, per l’aumento della presenza di piante e alberi, per mitigare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, ma anche dal punto di vista della produzione delle piante necessarie ad incrementare la foresta urbana. Tutte tematiche in cui da sempre SIA investe energia, professionalità e competenza, insieme alla rete associazionistica del settore, come quella con Assofloro: «Un lavoro di squadra che ha permesso, in questi ultimi anni, di spostare il dibattito dalle nicchie della filiera ai tavoli istituzionali, imponendo una nuova riflessione sulle tematiche ambientali, con un approccio sempre concreto. Per i prossimi anni, dunque, la sfida è quella di continuare la strada già intrapresa con sempre più risorse e consapevolezza», come ci racconta il presidente di SIA Andrea Pellegatta.

Strumenti Per Cogliere Ogni Opportunit

Un’azione fondamentale per cogliere le opportunità che si stanno presentando in questi mesi. Come per esempio i bandi e i fondi

Pnrr: «una nuova disponibilità economica che il settore deve essere in grado di cogliere, per garantire la partecipazione e il coinvolgimento delle aziende e dei professionisti italiani, dalla progettazione alla produzione, fino alla manutenzione delle alberature nelle nostre città. Un punto su cui si insiste molto, infatti, è la pianificazione: fondamentale per colmare un gap ancora esistente e assicurarsi di sfruttare appieno tutte le nuove possibilità, garantendoci un verde di qualità, italiano e in salute. Se mancano infatti le risorse per rispondere a questi bandi si rischia di perdere opportunità importanti, oltre che economiche in termini di qualità della vita».

Quella di Torino è stata dunque una giornata intensa, per celebrare i venti anni di un’associazione che ha contribuito in modo determinante a diffondere la cultura dell’albero in Italia e l’importanza di una gestione corretta e professionale del patrimonio arboreo delle nostre città. Un momento di condivisione e di incontro tra i soci insieme ai rappresentanti di enti ed organizzazioni, che sono intervenuti per condividere e sottolineare la necessità di raccogliere le forze per affrontare le sfide importanti a cui guarda il settore per i prossimi anni e in cui la Società Italiana di Arboricoltura prevede di continuare a giocare un ruolo centrale, in una solida rete al fianco di associazioni e professionisti.

Tra i progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, anche il restauro e riqualificazione del Parco Storico di Villa del Grumello

di Anna Zottola

V“is medicatrix naturae”, la forza guaritrice della natura, è il progetto con il quale l’Associazione Villa del Grumello, che opera a Como, si è aggiudicata uno dei primi posti nella graduatoria nazionale dei progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’investimento, promosso dal Ministero della Cultura, interviene sui “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici “- di cui abbiamo raccontato nei numeri 33 e 34 della rivista.

Il titolo del progetto richiama le tesi del medico e filosofo Ippocrate, che riconosceva nella Natura una vera e propria forza guaritrice: un’intuizione più che mai veritiera, che oggi siamo spinti ad applicare, con le necessarie competenze, nei diversi ambiti della vita. Un progetto, insomma, peculiare e di esempio, che ha avvisato i lavori di cantiere a febbraio scorso, nel rispetto delle condizioni fissate dal bando.

Contesto Del Luogo

Villa Celesia, insieme al suo Parco, prende il nome dai suoi ultimi proprietari, tra i quali il giovane naturalista Paolo Celesia, che ne ha disegnato l’attuale impianto romantico del parco, ed è citata nelle numerose guide delle Ville del Lario, sotto il nome di Villa del Grumello. Attualmente di proprietà dell’Azienda Ospedaliera

S. Anna di Como, dal 2006 è gestita da un’Associazione che ha tra le sue principali finalità la promozione e la divulgazione di

Leggi attività culturali, scientifiche e didattiche. Ogni iniziativa programmata dall’Associazione richiama un tema botanico, o naturalistico, per mantenere le indicazioni del lascito testamentario della Contessa Giulia Celesia, che regola la volontà di conservare e valorizzare il parco, in modo perpetuo. Affacciata sul primo bacino del Lago di Como, la residenza del Grumello aderisce al network di Grandi Giardini Italiani ed è parte del “Chilometro della Conoscenza”.

Le Caratteristiche Del Parco

Il parco storico, la cui superficie si estende complessivamente su 4 ettari, è adagiato su un declivio. Oltre a potervi accedere dal Lago, vi si accede da un ampio filare di Magnolie, per articolarsi successivamente in radure che alternano per lo più conifere secolari a collezioni di arbusti. Tra le piante storiche si possono trovare gli spettacolari alberi monumentali di Cedrus deodara e Ginko biloba, un gruppo di Pini domestici, Cipressi o Tassi. Tra gli arbusti si formano macchie di diversi generi e specie botaniche di Aster, Anemoni, Azalee e Rododendri. Tra le raccolte vegetali catalogate vi si trova poi una delle collezioni più assortite in Italia di Ortensie. Da uno dei tre percorsi in salita si incontra un laghetto di ninfee, ed una serra fredda, le cui

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