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GIARDINO IN FIORE
Una selezione, direttamente
di Rachele Pozzato
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Inauguriamo anche questo nuovo anno portando su queste pagine i consigli degli esperti di Fondazione Minoprio. Tra le proposte botaniche di questo primo numero del 2023 si possono trovare diversi spunti e curiosità su quattro specie, che danno il loro meglio nei giardini e negli interventi all’aperto.

La Fondazione
La Fondazione Minoprio prende vita a Villa Raimondi, sorta nella seconda metà del ‘700, dove hanno sede oggi gli uffici direzionali. Affreschi e fregi ottocenteschi sono circondati da una tenuta di circa 60 ettari tra parco storico, agricolo e naturalistico. Una vera chicca a 25 chilometri da Milano e 10 da Como, proprietà della Regione Lombardia che le gestisce proprio attraverso la Fondazione. Nella tenuta hanno sede anche il centro scolastico, l’azienda agricola didattico sperimentale con le sue strutture produttive. Il parco botanico misura ben sette ettari, con oltre 300 essenze arboree principali e circa 1600 arbusti e alberi minori. Un tesoro per il mondo verde, insomma, ricco e curato in tutti i suoi dettagli.
Rami fioriti
Il Siliquastro è un albero deciduo che raggiunge gli 8 metri,con una corteccia bruna, le foglie semplici e glabre e fiori peduncolati, raccolti in fascetti densi inseriti direttamente sul fusto sui rami vecchi. Spesso il Siliquastro si trova come elemento ornamentale in parchi e giardini, ma anche in alberature urbane, proprio per le abbondanti fioriture che lo contraddistinguono. È noto anche come “l’albero di Giuda”: una leggenda narra infatti che proprio sotto un Siliquastro Giuda Iscariota diede a Gesù il bacio del tradimento, e che, travolto dal rimorso, sempre ai suoi rami si impiccò poi.

Un fiore inaspettato

Un bubo ovale, dal quale nascono grandi infiorescenze globose nei toni del rosa e del porpora, con foglie nastriformi e sottili e abbondanti frutti: stiamo parlando dell’aglio ornamentale, una pianta già nota fin dai tempi degli antichi greci e romani e che con il comune aglio condivide il tipico acre odore. Un’ottima aggiunta ai progetti di giardini, orti botanici e balconi, anche in vaso, proprio per la sua versatilità. Non teme il freddo e tollera temperature che scendono fino ai 3°C.
Da terre lontane
Quella più conosciuta è senza dubbio la varietà nei toni del blu, ma ne esistono diverse, anche in bianco o viola, sempre nella classica e caratteristica forma a ombrello: proprio i suoi fiori, hanno reso celebre l’Agapanto, noto anche come Giglio del Sud-Africa, da dove proviene. Il suo uso più comune è quello in vaso, ma si può trovare anche in aiuole e giardini. L’Agapanto preferisce posizioni soleggiate, pur tollerando anche l’ombra, e terreni fertili e ben drenati.
Un tappeto rosato
L’Erica è un arbusto tipico delle Alpi e delle zone settentrionali, presente fino a 2500 metri di quota in pendii sassosi e soleggiati, nelle zone aperte e luminose di boschi di conifere, anche se si può trovare, spontanea, anche in pianura. Si tratta poi di una pianta colonizzatrice, usata spesso per il recupero di ambienti degradati, proprio per la sua capacità di adattarsi a terreni acidi ma anche calcarei. L’Erica è anche una pianta mellifera, che dà un prodotto particolarmente pregiato.