GLOSSARIO V ERDE
pino domestico vs pino marittimo la confusione regna sovrana Su ogni numero, la spiegazione di un vocabolo N che ricorre tra i professionisti del verde. Per fare luce sulle parole corrette e mettere in ombra quelle che creano scompiglio di Francesco Ferrini
egli articoli dei quotidiani e un po’ in tutti i media, tradizionali o meno, si trova spesso citato il pino marittimo (Pinus pinaster) quando invece ci si riferisce al Pino domestico (Pinus pinea). Non solo, se digitate “pino marittimo” su Google, appare subito l’immagine del Pinus pinea insieme anche a quella del Pinus pinaster. Facciamo chiarezza.
Pino domestico s. m. [lat. scient. Pinus pinea] – Produce i pinoli, presenta pigne lunghe 8-15 cm, ovoidali e grandi, ed è un’icona del paesaggio mediterraneo con il tronco relativamente breve in natura e la sua caratteristica chioma globosa “a ombrello”, così bella da essere insignito dell’Award of Garden Merit da parte della Royal Horticultural Society. Pino marittimo s. m. [lat. scient. Pinus pinaster pinaster] – Molto diverso dal pino domestico, ha un portamento conicopiramidale e presenta l’ago più lungo e pungente, la pigna più piccola, stretta e allungata. È una specie che vive in climi più oceanici, potendo interessare areali più elevati, e spesso è utilizzato in vasti rimboschimenti. P Flora nell’affresco rinvenuto durante gli scavi archeologici dell’antica città di Stabiae, l’odierna Castellammare di Stabia, conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (fonte Wikipedia).
COME RICONOSCERLI In genere nel pino domestico la corteccia si presenta di colore grigio scuro, spessa e fessurata in colorazioni rossastre, mentre è spessa con grosse placche verticali e di colore più grigiastro nel pino marittimo. I due pini possono essere riconosciuti anche stropicciando gli aghi fra le mani e annusando l’odore emesso, che ricorda quello dei pinoli nel pino domestico, mentre è intenso e aspro nel pino marittimo.
Dèi in giardino di Sandro Degni Visto che ci stiamo lasciando l’inverno alle spalle, la prima divinità che andiamo a conoscere è Flora, la dea romana e italica della primavera. Dea che, secondo il poeta romano Ovidio, corrisponde alla figura greca di Clori. La mitologia racconta che un giorno, mentre Flora passeggiava per i campi, fu avvicinata da Zefiro, il vento della primavera, che se ne innamora immediatamente, la rapisce e la sposa. E come dono d’amore, le dà la possibilità di regnare sui fiori dei giardini e dei campi coltivati. Flora, in genere rappresentata con una ghirlanda di fiori sul capo, è legata all’immagine della freschezza e della rigogliosità. La dea, in antichità, veniva celebrata durante i Floralia, giochi a lei dedicati tra aprile e maggio, particolarmente allegri e lascivi.