Il documento condiviso di AIPSA e le principali associazioni del settore florovivaistico per valorizzare i materiali alla base della coltivazione
Myplant & Garden
Dieci anni della fiera, un nuovo logo e la prima edizione all’estero raccontati dalla exhibition manager della manifestazione, Valeria Randazzo
DIETRO LE QUINTE SBOCCIA L’INNOVAZIONE
Oggi la natura si disegna in laboratorio: tra creatività e precisione scientifica, nascono piante selezionate, più belle, resistenti e pronte a conquistare il mercato. L’estetica fiorisce dove scienza e immaginazione si incontrano
STORIE AGRICOLE DI IMPRESE FLORICOLE E VIVAISTICHE
Pomodoro assicurato, pomodoro fortunato.
è la polizza multirischio numero 1 per aziende del settore ortovivaistico. Siamo esperti nel settore, pronti a sostenerti nelle sfide più difficili. Specialisti nell’assicurare serre, tunnel, impianti e colture. Risarcimenti rapidi per danni causati da eventi atmosferici e tecnici. Scopri la soluzione più adatta a te!
Prima della sottoscrizione leggere il set informativo su hortisecur.it
www.hortisecur.it
Rimani sempre aggiornato
con la newsletter di
Trend, news dal settore dall’Italia e dall’estero, interviste e approfondimenti. Questo e molto altro ti aspetta nella newsletter di Agriflortec, allegato digitale del magazine, pensata come uno spazio per rimanere sempre aggiornati sulle novità, ma non solo, e con contenuti esclusivi che arriveranno, una volta al mese (ad eccezione di quelli in cui esce la rivista) nella vostra casella di posta.
Scansiona il qr-code per iscriverti alla newsletter di Agriflortec (7 uscite)
Alcuni screen dalle ultime newsletter
Informazione pubbliredazionale
Servizi, sostenibilità e VISIONE INTERNAZIONALE
Qual è la novità che avete presentato a IPM Essen?
Mariano Tartaglia: RCS 2.0, è un sistema di propagazione in cui le talee vengono radicate all’esterno in speciali sacchetti di carta, utilizzando pochissima energia e senza alcun substrato. La carta è biodegradabile, composta da fibre di cellulosa e priva di plastiche di origine fossile. Grazie alle loro dimensioni, le talee sono particolarmente adatte al trasporto, occupano meno spazio e generano meno rifiuti rispetto alle talee radicate in modo tradizionale. Grazie a RCS 2.0 le talee vengono confezionate in strisce di carta e sono pronte per l’uso immediato presso la sede del cliente. Il sistema RCS 2.0 prevede l’inserimento delle talee in tasche di carta sterile e biodegradabile, senza substrato; rimanendo in un ambiente pulito con un minor rischio di infestazioni di malattie e funghi. Vengono radicate con un basso apporto di energia, grazie al minor impatto ambientale dovuto all’assenza di torbe e plastica. Altro aspetto fondamentale è il rapporto volume/peso, migliore rispetto a quello delle talee radicate standard. I tempi di coltivazione sono comparabili a quelli delle talee radicate ed è possibile Abbiamo intervistato Mariano Tartaglia, General Manager di Selecta one, e Carlo Clementini, Area Manager Italia, per parlare delle novità presentate a IPM Essen. Al centro, RCS 2.0: un sistema di propagazione sostenibile, senza plastica né substrato. E poi uno sguardo anche al mercato italiano, a Myplant e ai prossimi Flower Trials
anche il trapianto automatizzato da parte del cliente. La radicazione avviene in Kenya, attraverso un processo pulito, con carta e colla eco-friendly e i vassoi di radicazioni possono essere riutilizzati. Questo sistema può essere utilizzato per innumerevoli produzioni, anche in agricoltura.
Colloquio con Mariano Tartaglia e Carlo Clementini di Francesco Tozzi • Foto Selecta one
Mariano Tartaglia, General Manager Italy, Area Manager South East Europe, India, America, Australia di Selecta one
Informazione pubbliredazionale
Il 2025 di Selecta one
“Il 2025 è stato un anno strategico e di transizione, ricco di novità. Abbiamo effettuato investimenti significativi per il futuro, tra cui l’acquisto di Whetman, l’acquisizione del sito di produzione Wagagai in Uganda e l’espansione della produzione in Kenya. E non è tutto: altre novità seguiranno entro la fine dell’anno. Concludiamo questo 2025 straordinario e strategicamente importante con grande entusiasmo”.
Mariano Tartaglia, General Manager Selecta one
Il lancio nel 2026 sarà fatto in seguito a delle prove?
Carlo Clementini: Sì, adesso siamo in una fase in cui andremo a farlo testare ad alcuni clienti pilota, per poi commercializzarlo nel 2026. Abbiamo sviluppato questo concetto insieme a TTA, tra le aziende più importanti che lavorano nella meccanizzazione delle piante.
E a IPM com’è andata, più in generale?
CC: Le presenze sono state di qualità e questo è apprezzabile, perché denota non solo una crescita della manifestazione ma anche una maggiore attenzione ai visitatori in termini qualitativi. Lo stand della nostra azienda si trova nel cuore di IPM, presso il padiglione 2, e per noi di Selecta essere presenti in questo contesto internazionale è importantissimo.
Per quanto riguarda Myplant, invece, avete notato delle differenze o similitudini con IPM? E quali sono le novità che avete presentato?
CC: Partecipiamo a Myplant & Garden dall’inizio e il dato sicuramente interessante di quest’anno è relativo al numero di visitatori. Se li compariamo a quelli di IPM, che ha totalizzato circa 40 mila presenze, le 27mila di Milano in
proporzione sono un ottimo risultato. C’è stata un’affluenza importante e per noi è una vetrina, perché iniziamo a raccogliere contatti e anche qualche ordine. A livello di concetti e prodotti esposti, per noi non c’è “nuovo e vecchio”, ma presentiamo i tre gruppi di prodotti più importanti per noi: Poinsettie, Ortensie e Mandeville. Selecta è opinion leader per quanto riguarda le prime, anche se, visto il periodo, non le esponiamo in fiera. Le ortensie quest’anno sono effettivamente state una novità, non avendole mai esposte neanche con concetti grafici e pubblicitari, mentre per il secondo anno abbiamo lavorato anche a Milano a una nuova genetica legata alle mandeville introdotta da un paio d’anni, che stiamo spingendo, affinando anche l’assortimento.
MT: Milano pecca un po’ di internazionalità, ma secondo me cambierà presto qualcosa, perché ci sarà sempre più interesse da parte dei mercati internazionali e tante aziende potranno farsi conoscere e creare nuove reti di contatti anche attraverso Myplant, che sta acquisendo visibilità e professionalità che magari prima non aveva.
Com’è sta andando il mercato 2025 in Italia?
CC: Mi faccio portavoce delle considerazioni dei nostri clienti: la prima variabile, quella climatica, non ci ha aiutato, perché non abbiamo avuto le settimane canoniche di bel tempo, anticamera della stagione primaverile. Il vantaggio, però, è che a differenza di altri anni in cui l’autunno e l’inverno erano “più vicini” alla primavera, quest’anno c’è meno prodotto pronto e questo aiuta ad avere sia dei prodotti di maggior qualità, ma anche a gestire meglio gli up and down che ci sono sul mercato in questo momento.
Quanto è importante per Selecta il mercato italiano?
MT: Ha grande importanza per il gruppo Selecta, perché
RCS 2.0: “Semplice, ma geniale!”.
Informazione pubbliredazionale
abbiamo una presenza forte sul territorio nazionale data dalla nostra organizzazione, che è in grado di coprire tutto il territorio nazionale. In Italia ci posizioniamo in maniera importante, soprattutto guardando ai nostri prodotti chiave, e il lavoro fatto da Selecta Trading nel nostro Paese ha un peso specifico importantissimo all’interno del gruppo.
La realtà Selecta quindi non riguarda solo i prodotti, ma anche i servizi che offrite.
MT: Questo è un argomento chiave. La nostra sede a Latina è strategica e rappresenta uno dei punti di riferimento per la valutazione delle genetiche, anche per gli Stati Uniti. Con BALL FloraPlant, che ha l’esclusiva Selecta in Nord America ed è la più importante organizzazione di vendita a livello mondiale, utilizziamo sia la piattaforma nord europea che quella italiana per studiare al meglio le genetiche e le variabili nei diversi territori. Questo per Selecta è un punto di forza, e diamo ai nostri responsabili la possibilità di poter interagire anche con product manager, ibridatori, commerciali e marketing per affinare tutto ciò che riguarda le nuove genetiche, dalle performance alla promozione a livello commerciale per il futuro.
a catalogo, ma sappiamo benissimo quello che funziona e i valori aggiunti di un prodotto che può essere coltivato in Italia, conoscendo anche le differenze tra Nord e Sud. Questo tipo di servizio riusciamo a offrirlo perché c’è un investimento che produce degli sforzi importanti anche in termini di persone coinvolte, anche per dare informazioni che siano utili a chi coltiva.
Questo impegno forte sul servizio è facile trasferirlo ai vostri clienti?
MT: In Italia abbiamo una rete vendita formata da 14 persone, facciamo annualmente due riunioni e qualche approfondimento da remoto per eventi particolari. Siamo molto continuativi nelle persone coinvolte nel mondo Selecta, abbiamo riferimenti che sono con noi da tantissimi anni e che hanno una vasta esperienza.
CC: Per noi avere le stesse varietà in tre trial station differenti è fondamentale, perché ci aiuta a capire quali piante funzionano meglio e dove, ed è questo il grande servizio che offriamo. Non ci basiamo semplicemente su un’immagine
Quanti clienti avete in Italia?
CC: Un migliaio, quindi è facile comprendere che arrivare a tutti con lo stesso concetto è una sfida, ma ci riusciamo in gran parte.
Tutto questo lavoro è propedeutico per i Flowers Trials a giugno? Sono effettivamente il momento più importante dell’anno?
CC: Oltre a vedere le risultanze delle varietà commerciali a paragone con quelle della concorrenza, vai a vedere anche cosa sarà venduto in futuro. I Flower Trials sono un catalogo vivente di quello che è disponibile e delle novità in prova, dove vengono anche sviluppati nuovi concetti di marketing, ma non vengono prese decisioni, mentre le riunioni che facciamo in Selecta sono decisionali su come andare a variare e implementare l’assortimento.
Carlo Clementini, Area Manager Italy di Selecta one
ABBINAMENTI INNOVATIVI CHE DIVENTANO ELEMENTI D’ARREDO
Incipit di Francesco Tozzi
Per chi coltiva, produce o vive l’impresa nel florovivaismo, sapersi orientare non è solo una qualità, ma una necessità. Avere strumenti per leggere il contesto, interpretare i segnali del mercato e tradurli in scelte concrete è oggi una competenza chiave. È questo il filo conduttore del nuovo numero di agriflortec, che si apre con un tema fondante: la genetica.
Non potevamo che partire da qui, perché l’innovazione varietale rappresenta il primo passo per costruire strategie produttive vincenti. La genetica oggi non è solo una leva tecnica, ma un vero e proprio driver economico: permette di sviluppare varietà più performanti, resistenti, sostenibili e capaci di rispondere ai nuovi bisogni di mercato. In un momento in cui il settore è chiamato a ripensarsi, la selezione varietale diventa uno strumento per anticipare il cambiamento (quello climatico compreso!), aumentare la competitività e differenziarsi. Dalla genetica, in fondo, dipende anche il futuro delle vendite.
E se la genetica è da sempre un fattore fondamentale, non meno rilevanti sono le tecnologie emergenti, le fiere di settore, i trend di consumo e, soprattutto, i dati. Dati che, ancora oggi, sono spesso sottovalutati e sottoutilizzati, anche perché ancora molto difficili da reperire, ma che rappresentano una risorsa strategica per prendere decisioni consapevoli. Per orientarsi davvero, serve un approccio integrato: guardare all’innovazione varietale, sì, ma anche interpretare segnali più ampi, comprendere le dinamiche del mercato, analizzare numeri e scenari.
In questo numero di agriflortec proviamo a offrire strumenti, riflessioni e spunti concreti per aiutare gli operatori del settore a leggere meglio il presente e prepararsi al futuro, con maggiore consapevolezza e visione.
(f.tozzi@laboratorioverde.net)
(Instagram @agriflortec / @ed.lab.verde)
Rimanete informati iscrivendovi alla nostra newsletter!
Contenuti
1
PRIMO PIANO: attualità e innovazioni
18 DIETRO LE QUINTE SBOCCIA L’INNOVAZIONE
Il laboratorio delle meraviglie verdi di Benedetta Minoliti, Nicolò De Rossi
23 INTERVISTE
Nuovi scenari e storie mai viste L’obiettivo? Il cliente finale
Investimenti per varietà di successo
28 NUOVE TECNOLOGIE
Coltivare idee e nuovi orizzonti di Benedetta Minoliti
32 COOPERATIVE Mai perdere l’unicità di Benedetta Minoliti
34 INTERVISTA
Il valore dell’incontro e il futuro del packaging di Benedetta Minoliti
36 FIERE
Crescita e consolidamento di Alice Nicole Ginosa
2
NUOVE VISIONI: scoperte e focus aziendali
42 AIPSA INFORMA
Il mondo vegetale attraverso lo sguardo dell’arte di Daria Orfeo
43 FOCUS MARKET
Lo “shopper study” sulle abitudini di acquisto di fiori e piante di Alice Nicole Ginosa
44 TENDENZE
Nuove prospettive, maggiore sostenibilità di Benedetta Minoliti
Le regine di Florall Spring 2025 di Penelope Moran
Futuro in fiori (e piante): forme, colori e desideri per il 2026 di Benedetta Minoliti
Coltivare nello spazio non è più solo un sogno di Penelope Moran
Un fiore bianco per un sogno grande di Penelope Moran
3
PER APPROFONDIRE: trend e news
54 MANIFESTO ll cuore nascosto del florovivaismo di Penelope Moran
58 DATI
Il primo Rapporto sul florovivaismo di Bianca Ferrari
62 FLORALIES
NUMERO 013 - 2025
Supplemento al numero 220 di greenup
DIRETTORE RESPONSABILE
Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net
IN REDAZIONE
Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti (responsabile), Nicolò De Rossi redazione@laboratorioverde.net
COLLABORATORI
Lucio Brioschi, Jessica Bertoni, Emma Colombo, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Valerio Pasi, Giovanna Pavarin, Filippo Terragni
Press Up - Via Cassia km 36,300 Zona Ind.le Settevene 01036 Nepi (VT)
DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE
Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net
Agriflortec numero 13 è un supplemento del numero 220 di greenup, periodico registrato: autorizzazione del Tribunale di Milano n. 64 del 27/1/1999 - n. ROC 2232, delibera del 30/06/2001. La pubblicazione o la stampa di articoli, anche parti di essi, e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su greenup sono sotto la responsabilità degli autori.
Tra premi, sostenibilità e nuove sfide di Benedetta Minoliti
4
LE RUBRICHE
14 PENSARE GREEN
Strada in salita, ma non impossibile di Penelope Moran
16 PENSARE INNOVAZIONE
Una nuova frontiera nella gestione delle terre rare di Penelope Moran
50 STORIE BREVI News
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior
AMMINISTRATORE UNICO
Francesco Tozzi
SEGRETERIA GENERALE
Katiuscia Morello
Agriflortec è una rivista di Edizioni Laboratorio Verde.
Fanno parte della stessa casa editrice:
• Greenup
• IL Giardiniere
• IL Giardiniere SMART
• floorewall.com
• FIORItales
• Agenda e Calendario del Verde
• I Quaderni di greenup
• F&W magazine
Edizioni Laboratorio Verde srl, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.L.gs. 196/03 www.laboratorioverde.net
Abbonamento agriflortec, 4 numeri cartacei + 7 newsletter: 20 Euro Abbonamento agriflortec + greenup: 11 numeri cartacei + 14 newsletter: 45 Euro
Sostenibilità
Strada in salita, ma non impossibile
Per evitare il collasso climatico, il settore agricolo dovrà tagliare le proprie emissioni del 78% entro il 2050. Il rapporto McKinsey fotografa una transizione possibile, ma frenata da costi, burocrazia e poca fiducia di Penelope Moran
Secondo un recente rapporto pubblicato da McKinsey & Company, l’agricoltura deve trasformarsi radicalmente per contribuire in modo concreto al contenimento del riscaldamento globale. Se il mondo vuole restare sotto la soglia critica di 1,5°C di aumento delle temperature, le emissioni legate all’agricoltura dovranno essere ridotte da 14,4 a 3,1 gigatonnellate di CO₂ equivalente entro il 2050. Una rivoluzione che passa non solo attraverso l’innovazione, ma anche da una ridefinizione profonda delle logiche economiche che regolano il settore. Il rapporto individua 28 azioni possibili per decarbonizzare l’agricoltura. Alcune sono già vantaggiose dal punto di vista economico, altre lo diventeranno solo grazie a politiche mirate e investi-
menti strutturati. Inibitori dell’azoto, semina diretta del riso, fertilizzazione a tasso variabile: sono pratiche che, oltre a ridurre le emissioni, migliorano l’efficienza e la resa. Ce ne sono poi altre, come gli additivi nei mangimi per il bestiame o i digestori anaerobici, che richiedono investimenti iniziali più alti, ma con potenziale enorme sul lungo periodo.
UN PROBLEMA ONEROSO
Il problema è che, oggi, adottare queste soluzioni è ancora troppo oneroso per la maggior parte degli agricoltori. Per chi opera su larga scala, il costo di implementazione delle pratiche sostenibili può arrivare a erodere fino al 17% dei ricavi annuali. In più, manca una struttura di incentivi solida. Solo l’1% dei
crediti di carbonio attualmente in circolazione riguarda l’agricoltura, mentre gli investimenti privati nei settori ag-tech sostenibili sono in netto calo. A questo si aggiunge un ostacolo più sottile ma altrettanto potente: la diffidenza. In molti casi, gli agricoltori non hanno accesso a informazioni chiare sui benefici economici della transizione green. O, più semplicemente, non sono convinti che il gioco valga la candela. McKinsey prova a indicare una via. Perché la sostenibilità agricola diventi reale servono incentivi economici intelligenti, come premi verdi, mercati del carbonio ben regolati e politiche pubbliche capaci di abbattere le barriere di ingresso. Serve una rete di alleanze tra agricoltori, aziende della filiera, investitori e istituzioni pubbliche, che condivida i costi e i rischi dell’innovazione. Serve, infine, un investimento massiccio in ricerca e sviluppo, per rendere le tecnologie sostenibili più accessibili e meno costose. La transizione agricola non è solo necessaria, è anche possibile. E può diventare conveniente, se accompagnata da visione, collaborazione e coraggio politico. L’alternativa, semplicemente, non è praticabile. Perché non ci sarà futuro per l’agricoltura se l’agricoltura non inizia da subito a costruire un futuro diverso.
Una nuova frontiera nella gestione delle terre rare
Un nuovo studio della Australian National University ha rivelato come alcune piante siano in grado di utilizzare gli elementi delle terre rare, essenziali per la transizione verso l’energia pulita
di Penelope Moran
Ubiologiche potrebbero rivoluzionare la gestione delle energie rinnovabili, sfruttando le proprietà uniche delle piante.
che alcune specie vegetali si sono evo lute per utilizzare gli elementi delle terre rare (REEs), metalli essenziali per la transizione verso l’energia pulita. La scoperta, pubblicata sulla rivista People, Planet ci innovativi per migliorare l’efficienza energetica.
COMPRENDE I PROCESSI
«Le piante sono maestre nel trovare strategie efficienti per gestire e trasferire energia. Alcune, per esempio, mostrano una fotosintesi potenziata quando riescono ad accedere agli elementi delle terre rare», ha spiegato Caitlin Byrt, coautrice dello studio e ricercatrice dell’ANU. Comprendere questi processi, ha aggiunto Byrt, potrebbe portare allo sviluppo di tecnologie avanzate per la raccolta dei fotoni, in grado di imitare la fotosintesi. L’estrazione di REEs puri dai depositi naturali è complessa. Tuttavia Samantha McGaughey, prima
autrice dello studio, ha osservato che i meccanismi biologici per gestire questi elementi si sono evoluti nel corso di milioni di anni, offrendo nuove possibilità per estrarre queste risorse preziose. «Dobbiamo lavorare su approcci innovativi per utilizzare, riutilizzare e riciclare risorse critiche come REEs e rame, così da ridurre al minimo anche gli impatti negativi sull’ambiente», ha detto McGaughey, sottolineando come il riciclo dai materiali di scarto possa di-
minuire la necessità di pratiche estrattive invasive. Byrt ha infine evidenziato l’importanza di un uso responsabile delle risorse, affinché gli elementi delle terre rare contribuiscano a tecnologie capaci di migliorare il benessere delle comunità. Ha aggiunto che ulteriori ricerche in ambito botanico, supportate dall’Australian Research Council, sono attese per aprire la strada a un impiego sostenibile delle risorse necessarie alla transizione verso l’energia pulita.
Il laboratorio delle meraviglie verdi
La natura non è più “solo” un dono spontaneo: oggi è anche un progetto, un disegno costruito tra serre e laboratori.
L’ibridazione ha aperto la strada a nuove varietà sempre più selezionate e con caratteristiche sempre nuove. Così l’estetica incontra la scienza, e ogni pianta è il risultato di incroci precisi, selezioni controllate e un pizzico di creatività. Non si tratta solo di ottenere varietà più resistenti o più colorate, ma di rispondere anche alle esigenze del mercato. Il risultato? Piante più resistenti ai cambiamenti climatici e alle malattie e con nuovi colori e caratteristiche.
STORIE DI ATTUALITÀ
Cover story
Cover story
Genetica e florovivaismo
di Nicolò De Rossi
Nessuna scienza più della genetica ha messo e metterà l’essere umano davanti al problema dell’etica. Pasticciare con i genomi degli animali – esseri umani compresi – è ancora, per certi versi, un sogno recondito su un crinale scivoloso. Studiare e intervenire sui geni è solo un’altra delle tante forme di onnipotenza dell’essere umano davanti alla natura. Ma se l’idea di incrociare un elefante con un canguro, o di riportare in vita un T-Rex ci fa – giustamente – paura, non si può dire lo stesso di un fiore più resistente e profumato, di un grano più forte e produttivo, di una coltura più resistente… Tutto iniziò quando Gregor Mendel studiò i modelli di ereditarietà dei tratti di alcune piante attraverso le generazioni: da quel momento abbiamo tentato di essere all’altezza delle nostre conoscenze. In fin dei conti, una etimologia non accertata ma interessante mette in relazione la parola ibrido con il concetto greco di hybris, il rischio di peccare di ‘tracotanza’, di ‘superbia’, nel mettere insieme e modificare ciò che natura ha stabilito. Un compito nobile, anche per il florovivaismo!
Selezionare il futuro
Incrociare, selezionare, testare. Non c’è dubbio: il cuore della ricerca genetica nel campo del florovivaismo è proprio l’ibridazione di Nicolò De Rossi
Le aziende che operano come ibridatrici professionali investono gran parte delle proprie risorse proprio in questo processo: incrociare, selezionare, testare e perfezionare continuamente varietà innovative, capaci di anticipare le esigenze del mercato e di rispondere a nuove sfide ambientali e produttive. Ma proviamo, insieme a voi, a esemplificare un processo di ibridazione
IBRIDAZIONE PASSO PASSO: IL CICLAMINO
In natura il ciclamino si riproduce quasi sempre per autoimpollinazione; in maniera controllata è possibile far riprodurre due esemplari diversi (impollinazione incrociata).
1. Selezione delle linee parentali
Le aziende partono da una banca genetica interna, dove vengono mantenute centinaia di linee pure.
2. Programmazione dell’incrocio
Dopo aver definito gli obiettivi, si selezionano i due genitori con le caratteristiche ricercate da incrociare:
• Una pianta che mette a disposizione la parte femminile, l’ovario, e che quindi produrrà la capsula con il nuovo seme fecondato;
• Una pianta che fornisce il polline contenuto negli stami, la parte maschile.
3. Impollinazione manuale
Quando il fiore è maturo, ovvero lo stigma è recettivo, si procede così:
1. Prelievo del polline dall’androceo del fiore designato.
2. Deposizione del polline sullo stigma (ovario) dell’altro fiore.
3. Etichettatura del fiore fecondato con codici che riportano le linee parentali e la data.
4. Raccolta e conservazione dei semi
Dopo 8-12 settimane, se l’impollinazione è andata a buon fine, si sviluppa una capsula contenente semi ibridi, i quali, una volta maturi vengono conservati e catalogati.
5. Semina e selezione degli ibridi
I semi ibridi sono seminati in condizioni controllate. Dopo la germinazione:
• Le piante crescono fino alla fioritura.
• Ogni pianta viene valutata visivamente e tecnicamente secondo criteri precisi.
6. Selezione avanzata e prove di stabilità
Le piante migliori sono selezionate per successive prove agronomiche, ulteriori cicli vegetativi, durante i quali si verificano costanza e affidabilità del nuovo ibrido.
7. Riproduzione e commercializzazione
Una volta stabilizzata, la nuova varietà viene registrata e brevettata, per poi essere lanciata sul mercato e distribuita in forma di semi o giovani piantine.
LE NOSTRE DOMANDE
• Qual è il ruolo della genetica nel miglioramento delle piante ornamentali e quali sono gli obiettivi principali del breeding?
• In che modo la selezione genetica ha portato allo sviluppo di nuove varietà di piante da fiore più resistenti o con caratteristiche estetiche particolari?
• Che ruolo ha l’ibridazione nel florovivaismo e quali sono i suoi principali vantaggi e svantaggi?
• In che modo la genetica influisce sulla resistenza delle piante ornamentali a malattie, stress ambientali o parassiti?
• Qual è stata la principale innovazione in campo genetico della vostra azienda?
Yasunori Yomo, Presidente di Suntory Flowers Ltd (JP)
Gerard Zwiers, head of breeding di Schoneveld Breeding
Kim van Rijssen, PBR/ Plantipp co-owner
STORIE DI ATTUALITÀ
Cover story
Nuovi scenari e storie mai viste
Qual è il ruolo della genetica nel miglioramento delle piante ornamentali e quali sono gli obiettivi principali del breeding?
«Parlando dal punto di vista della nostra azienda, Suntory Flowers ha creato da zero scenari e storie mai viste prima in tutto il mondo attraverso lo sviluppo di nuovi fiori. Questo è ciò che consideriamo il nostro ruolo e lo scopo del nostro impegno nella selezione delle piante».
In che modo la selezione genetica ha portato allo sviluppo di nuove varietà di piante da fiore più resistenti o con caratteristiche estetiche particolari?
«Da Suntory Flowers conduciamo diversi test per effettuare le nostre selezioni, questi possono durare parecchi anni e sono arricchiti dalle opinioni di molte persone, tecnici e non, che raccogliamo con cadenza periodica».
Che ruolo ha l’ibridazione nel florovivaismo e quali sono i suoi principali vantaggi e svantaggi?
«L’ibridazione rende possibile l’incrocio tra specie floreali che, in condizioni naturali, non avrebbero mai potuto incontrarsi, permettendo così la creazione di varietà che non esisterebbero spontaneamente. È il caso, ad esempio, di fiori che crescono in aree geografiche molto distanti tra loro e che, per motivi ecologici o climatici, non avrebbero mai avuto la possibilità di incrociarsi.
Attraverso questo processo, si apre la possibilità di generare fenotipi nuovi, con caratteristiche morfologiche e cromatiche inedite. Tuttavia, la creazione di varietà inedite può anche comportare delle criticità: alcuni ibridi, infatti, possono presentare limiti, come l’incapacità di produrre semi fertili o di adattarsi agli ecosistemi naturali, compromettendo così la loro capacità di perpetuarsi nel tempo, ad esempio».
In che modo la genetica influisce sulla resistenza delle piante ornamentali a malattie, stress ambientali o parassiti?
«I cambiamenti ambientali, come il cambiamento climatico,
modificheranno presumibilmente le temperature degli ecosistemi e influenzeranno anche la diffusione e la tipologia di parassiti e malattie che prosperano in tali condizioni. In questo contesto, i patrimoni genetici in grado di adattarsi a queste nuove sfide tenderanno a prevalere, mentre quelli meno resilienti verranno presumibilmente esclusi. Riteniamo che la diversità genetica giochi un ruolo cruciale nella capacità delle piante di resistere e adattarsi agli effetti del cambiamento climatico. Una maggiore variabilità genetica, infatti, costituisce una risorsa fondamentale per la selezione di tratti favorevoli alla sopravvivenza e all’adattamento in ambienti in continua evoluzione».
Qual è stata la principale innovazione in campo genetico della vostra azienda?
«L’avvento di Sufinia® ha rivoluzionato il modo in cui viviamo le petunie, cambiando il volto delle nostre città con esplosioni di colore. Princettia® ha introdotto delicate sfumature di rosa e bianco nelle celebrazioni natalizie, portando una nuova luce in un periodo tradizionalmente dominato dal rosso. Oggi, la nuova Mandevilla (Sundaville®) si prepara a trasformare ancora una volta il paesaggio urbano, con la sua eleganza esotica e resistente. I garofani, le rose e i crisantemi blu aprono infine nuove possibilità creative nel mondo della composizione floreale, regalando tonalità finora inimmaginabili per bouquet e decorazioni».
Yasunori Yomo, Presidente di Suntory Flowers Ltd (JP), con una delle ultime varietà introdotte per il brand Surfinia®, Trailing Big Pink
Gerard Zwiers, head of breeding di Breeding,Schoneveld con la gerbera Joybera
Il cliente finale
Qual è il ruolo della genetica nel miglioramento delle piante ornamentali e quali sono i principali obiettivi della selezione?
«La genetica è il fattore più importante nel miglioramento delle piante ornamentali! I nostri principali obiettivi nella selezione sono:
- Piante di alta qualità
- Elevata uniformità nella crescita e nella fioritura
- Fioriture abbondanti
- Compattezza genetica
- Coltivazioni sostenibili con varietà resilienti
- Un margine di guadagno più alto per tutti i partner della filiera»
In che modo la selezione genetica ha portato allo sviluppo di nuove varietà di piante da fiore più resistenti o con caratteristiche estetiche particolari?
«La selezione genetica è molto importante per lo sviluppo di nuove varietà di piante da fiore. Come selezionatori, cerchiamo sempre quella mutazione speciale o quella variazione genetica che possa risolvere un problema attuale o futuro. Buoni esempi sono, ad esempio, le serie Super Serie Leopardo ed Elegante, sviluppate selezionando le piante in condizioni difficili in Israele. Un altro buon esempio è la combinazione di alcune caratteristiche genetiche diverse nella serie Illusia mini Cyclamen. In questo caso abbiamo combinato due mutazioni non particolarmente speciali per creare un nuovo tipo di fiore davvero unico»
Qual è il ruolo dell’ibridazione nei vivai di fiori e quali sono i suoi principali vantaggi e svantaggi? «Molte piante da vaso a fioritura sono impollinate in natura dagli insetti e, per questo, hanno barriere che impediscono l’autofecondazione. Ma l’autofecondazione rende spesso le piante più deboli, meno vigorose, ecc. I coltivatori vogliono l’esatto opposto: piante sane, vigorose, che crescano e fioriscano in modo uniforme.
Vantaggi:
- L’ibridazione, nella maggior parte dei casi, produce piante più uniformi rispetto alle varietà a impollinazione libera, con una percentuale di resa più elevata.
- È più facile combinare certe caratteristiche in un unico prodotto.
- Rappresenta una buona tutela del lavoro delle aziende di breeding.
Svantaggi:
- Spesso è difficile ottenere linee pure da usare per l’ibridazione, a causa delle barriere genetiche e della depressione da inbreeding.
- Ci vuole molto tempo per sviluppare linee parentali abbastanza pure per l’ibridazione: è un processo costoso».
Qual è stata la principale innovazione della vostra azienda nel campo della genetica?
«Gran parte di ciò che facciamo è basato sulla creazione di nuove genetiche che risultino attraenti per i consumatori. Le ultime grandi innovazioni nel mondo dei ciclamini sono la linea Illusia, che presenta una forma di fiore completamente nuova, con fioritura verticale e petali “barbati”. Un’altra è Dragon Blue, il primo mini ciclamino F1 di colore blu. Un altro aspetto importante del nostro lavoro è risolvere i problemi dei coltivatori.
Alcuni buoni esempi sono:
- Le serie di ciclamini resistenti al calore Leopardo, Elegante e Verano, più facili da coltivare in condizioni di forte caldo.
- Le varietà geneticamente compatte in tutte le nostre colture, che possono essere coltivate senza l’uso di regolatori di crescita. Un buon esempio è la nostra serie Ranunculus dwarf, compatta per genetica.
- Il primo F1 di Gaultheria per una produzione più uniforme.
- Gerbera Joybera F1, con una uniformità superiore rispetto alla maggior parte delle varietà esistenti»
STORIE DI ATTUALITÀ
Cover story
Investimenti per varietà di successo
Qual è il ruolo della genetica nel miglioramento delle piante ornamentali e quali sono gli obiettivi principali del breeding?
Kim van Rijssen, PBR/ Plantipp co-owner
«Collaboriamo con molti breeder che hanno obiettivi differenti. Ti faccio un esempio: De Wet Plant Breeders, dal Sudafrica, sono breeder a tempo pieno di, tra le altre, Agapanthus. Da oltre un decennio incrociano diverse specie di Agapanthus per sviluppare varietà più resistenti alle malattie, rifiorenti e migliori per dimensioni ed estetica. Le vecchie varietà di Agapanthus fioriscono per circa un mese, sono piante molto alte, producono pochi steli floreali e le infiorescenze non sono molto piene. Quindi per il consumatore non sono una grande scelta. De Wet Plant Breeders ha creato varietà che fioriscono per tre volte più a lungo, sono più sane, continuano a produrre steli floreali e sono decisamente più belle. Anche per i coltivatori e i garden center è un vantaggio: possono offrire piante compatte, belle, in vasi più piccoli, più facili da trasportare e che si possono vendere più a lungo grazie al periodo di fioritura esteso».
Qual è il ruolo dell’ibridazione nei vivai di fiori e quali sono i suoi principali vantaggi e svantaggi?
Come ha contribuito la selezione genetica allo sviluppo di nuove varietà di piante da fiore più resistenti o con caratteristiche estetiche particolari?
«Un progetto a lungo termine in Cina ha portato alla nascita della Camellia 1001 Summer Nights, ottenuta incrociando diverse specie di Camelia. Il risultato sono varietà che fioriscono ininterrottamente dalla fine dell’estate all’inizio della primavera. È la camelia con la fioritura più lunga che io conosca, più lunga anche della japonica o della sasanqua. Perfetta per illuminare i giardini invernali grigi. Recentemente abbiamo collaborato con il breeder olandese Alex Schoemaker, che ha dedicato tutto il suo lavoro alla Hydrangea paniculata. Ha creato la serie Groundbreaker®, ortensie che possono essere usate come tappezzanti: una bassa montagnola di fiori compatta e bella. Dopo anni di incroci, le sue genetiche sono di altissimo livello. Con un buon marketing e distribuzione, queste varietà user-friendly sostituiscono facilmente quelle vecchie, alte, flosce e con pochi steli»
«Molti vivai cercano nuove varietà. Uno dei motivi è che queste varietà sono generalmente di alta qualità. La nostra azienda rilascia licenze a coltivatori selezionati e gestisce la filiera autorizzando solo produttori qualificati, così possiamo mantenere alta la qualità delle varietà. Con le licenze, inoltre, si evita di saturare il mercato. Le varietà libere possono essere coltivate da tutti, e questo può far scendere i prezzi, il che non è sempre un vantaggio per chi coltiva. Un vivaista preferisce un reddito stabile nel tempo piuttosto che guadagni rapidi ma effimeri. Un altro vantaggio delle nuove varietà è che spesso sono supportate da un buon marketing, che stimola la domanda e quindi le vendite. Infine, molte nuove varietà sono pensate per facilitare il lavoro: più resistenti alle malattie, più compatte (quindi più piante per carrello e trasporto più facile), esteticamente più attraenti in vaso ecc. L’unico svantaggio che mi viene in mente per le varietà protette è che non tutti i coltivatori ottengono la licenza: può capitare che un vivaista non venga autorizzato se la varietà non rientra nella strategia commerciale»
In che modo la genetica influisce sulla resistenza delle piante ornamentali a malattie, stress ambientali o parassiti?
«Molti vivaisti hanno smesso di usare regolatori di crescita (PGR) e vogliono ridurre l’uso di prodotti chimici. Per questo è importante avere piante naturalmente compatte e resistenti alle malattie. Un bene anche per l’ambiente. L’esempio di Better Boxwood lo dimostra: un progetto che ha cambiato il futuro del Buxus. Si leggono molti articoli su alberi urbani tradizionali che non sopravvivono più a causa del cambiamento climatico o dell’inquinamento. Che siano alberi autoctoni o esotici, dobbiamo trovare varietà in grado di resistere a queste nuove condizioni. Un breeder con cui lavoriamo, Leen Ruijgrok, ha sviluppato un Acer chiamato Street Pillar: selezione “a prova di futuro”, perfetta per le città e resistente all’inquinamento atmosferico»
La nuova frontiera della consulenza botanica.
DAI AI TUOI CLIENTI
LE INFORMAZIONI
BOTANICHE DI
CUI HANNO BISOGNO...
E’ FACILE CON BOTANICA ON WEB!
CARTELLONISTICA
Botanica on Web permette di gestire e produrre la comunicazione per i prodotti del tuo punto vendita in modo semplice e veloce. Scegli le piante, aggiungi messaggi promozionali, prezzi o sconti e stampa in A3, A4, A5 e Archetto, anche con layout personalizzati!
KIOSK SELF SERVICE
APP OPERATORE MOBILE
Botanica on Web è disponibile su smartphone per gli operatori del reparto piante.
Fornire immediati consigli ai clienti,stampare cartelli e schede, direttamente in reparto, azzerando i tempi di lavoro.
Postazioni self service nel Garden Center dove i clienti, in autonomia, possono interagire con Botanica on Web e trovare tutte le informazioni botaniche, le indicazioni sulla cura o sulle caratteritische di ogni pianta. Potrai soddisfare, così, ogni loro curiosità o necessità!
Nuove tecnologie
Coltivare idee e nuovi orizzonti
Anche quest’anno con il percorso tematico MyplanTech, dedicato all’innovazione, sono stati presentati a Myplant & Garden i prodotti e le soluzioni che stanno disegnando il futuro del settore di Benedetta
Minoliti
Forte del successo delle edizioni precedenti, anche quest’anno è tornato a Myplant & Garden il percorso tematico MyplanTech. I visitatori della fiera hanno potuto così scoprire, attraverso i vari padiglioni, i prodotti e le soluzioni più innovative e sostenibili del settore florovivaistico. Un vero e proprio viaggio nel futuro tra robotica, digitalizzazione, energie rinnovabili, tecnologie per la gestione efficiente di risorse idriche ed energetiche, economia circolare e ricerca. Il florovivaismo, come l’intero comparto agricolo, è infatti in piena evoluzione, sospinto dalle logiche dell’agricoltura 4.0. In collaborazione con Innovup - Italian Innovation & Startup Ecosystem, MyplanTech ha segnalato le realtà più all’avanguardia nel settore, offrendo una mappa per orientarsi tra chi, nell’innovazione, ha trovato la propria identità. Ecco alcune delle prodotti più interessanti presentati durante l’edizione 2025.
Modiform
Ha sviluppato un nuovo sistema sostenibile, in attesa di brevetto, per il trasporto di piante in vaso, costituito da un portapacchi e coperchio di cartone. Il sistema dell’azienda olandese dispone di 4 supporti in plastica riutilizzabili e riciclabili che permettono uno stoccaggio facile e compatto. I coperchi di cartone sono compatibili con le pratiche standard di smaltimento dei rifiuti di cartone e questo sistema di Modiform risponde alle nuove normative PPWR dell’UE: entro il 2030 la maggior parte dei contenitori per il trasporto deve essere riutilizzabile.
Biocanna
BioRHIZOTONIC è lo stimolante per le radici a base di alghe marine certificato dalla Control Union Certifications come prodotto naturale indicato per la coltivazione biologica. Il prodotto di Biocanna contiene varie vitamine e favorisce la rigenerazione delle radici che, penetrando più profondamente nel suolo, aumentano la resistenza della pianta. Questo prodotto è particolarmente indicato per il travaso e il trapianto delle piante e durante i periodi di siccità o nei cambi di stagione. Inoltre ha un’azione benefica e rinvigorente sulle piante malate
Scansiona il qr-code per saperne di più sull’edizione 2025 di Myplantech.
STORIE DI ATTUALITÀ
Ageon
L’azienda di Cuneo, specializzata nella fornitura di prodotti e servizi per le coltivazioni fuori suolo in serra, propone G.IoT.To, sistema innovativo per la raccolta, il salvataggio e la fruizione di dati incloud. Con la sua tecnologia a onde radio i sensori, alimentati a batteria, sono in grado di trasmettere le informazioni anche da grandi distanze.
Agrita Tech
I nuovi vassoi di propagazione multipli per seme e talea della linea Roothus® sono sistemi brevettati per i vivaisti. Le celle di coltivazione garantiscono un trapianto quasi pari al 100% e sono in grado di generare un apparato radicale e radiale unico nel suo genere. Così le giovani piante grazie ai nuovi vassoi di Agrita Tech possono alloggiare anche per un tempo più prolungato senza alterare il fusto. Inoltre, i vassoi di questa linea sono stampati con plastica di recupero PP ottenuta da un sistema brevettato e sono riutilizzabili più volte.
Gramoflor
Prodotto dall’azienda tedesca, Sel peat-free è il substrato senza torba studiato per il trapianto in vaso di piante con particolare sensibilità radicale. Gramoflor è la prima azienda ad aver ottenuto la certificazione HortiCert. Le materie prime utilizzate conferiscono al substrato una buona struttura e un’ottima permeabilità. Inoltre Meo Carbon Solution, servizio di calcolo di HortiCert, ha misurato un risparmio di CO2 pari al 77% rispetto a un substrato 100% torba e un’impronta di carbonio pari a 55,52 CO2 eq/m3 (calore che include vari fattori compreso il trasporto).
L.G. Italia
Active Plus è un prodotto innovativo che si basa sull’azione sinergica di microrganismi utili per soddisfare le esigenze di un’agricoltura sostenibile, orientata alla rigenerazione del suolo e alla promozione di un ambiente biologicamente attivo. Questo prodotto di L.G. Italia è ideale per arricchire terreni stanchi e poveri di funghi e batteri benefici. Active Plus è pensato per migliorare le condizioni del suolo, contrastando la proliferazione di organismi patogeni tipici dei terreni asfittici o scarsamente drenanti.
Anteprima fiere
Scopri il futuro del paesaggio
Paysalia 2025 è pronta ad accogliere le eccellenze del settore: appuntamento dal 2 al 4 dicembre 2025 al Parc Eurexpo di Lione di
Uno dei momenti clou di Paysalia è la premiazione del presentazione delle istallazioni dei 4 progetti finalisti. In questa edizione 2025 il concorso Carré des Jardiniers avrà come tema “Il giardino delle possibilità”. Credit:
Dal 2 al 4 dicembre 2025, il Parc Eurexpo di Lione si trasformerà nel cuore pulsante del paesaggio europeo grazie a Paysalia 2025, il salone biennale che riunisce i protagonisti del paesaggio. Organizzato in collaborazione con l’Unep (Unione Nazionale delle Imprese del Paesaggio), l’evento si conferma come punto di riferimento per affrontare le sfide ambientali, sociali e tecnologiche che plasmeranno il futuro del settore.
Un appuntamento strategico a supporto dei professionisti del paesaggio di tutta Europa. Con oltre il 23% di espositori internazionali e più di 70 paesi rappre-
I numeri di Paysalia e Rocalia nel 2023
• 1530 espositori e marchi
• 38.175 visitatori (+32% rispetto all’edizione 2021)
• 70 conferenze e workshop
• 23% di espositori internazionali
• 70 paesi rappresentati
sentati nell’edizione precedente, il salone favorisce gli scambi tra professionisti da tutto il mondo, offrendo un’opportunità unica per scoprire le innovazioni e le soluzioni adatte alle sfide del settore. Mettendo al centro innovazione e collaborazione, l’edizione 2025 si concentrerà sulle attuali sfide ambientali, sociali e tecnologiche.
I TEMI DELL’EDIZIONE 2025
In questa edizione Paysalia volge lo sguardo alle sfide più urgenti e importanti del nostro presente. Dalla progettazione alla gestione, dal verde urbano alla crescita professionale… Questi i punti cardine:
• Promozione di soluzioni concrete per affrontare le sfide ambientali, riducendo gli sprechi, risparmiando risorse idriche, decarbonizzando le imprese e incentivando una mobilità più sostenibile.
• Valorizzazione del ruolo del verde urbano come elemento centrale per il benessere collettivo, la bellezza delle città e la costruzione di spazi pubblici più
equi e vivibili.
• Grande attenzione è rivolta alla tutela della biodiversità e al ripristino degli ecosistemi, con approcci innovativi che includono l’ingegneria vegetale, il controllo delle specie invasive e il supporto agli impollinatori.
• Paysalia punta sulla formazione e sull’attrazione di nuovi talenti , rafforzando il know-how del settore e promuovendo la crescita professionale lungo tutta la filiera del paesaggio.
• Qui le imprese trovano strumenti per affrontare le trasformazioni del mercato: digitalizzazione, strategie di responsabilità sociale, gestione finanziaria e anticipazione delle tendenze future.
PAYSALIA E ROCALIA: UNA SINERGIA ANCORA PIÙ FORTE
Paysalia conferma la sua partnership con il salone Rocalia, il salone della pietra naturale, creando così una sinergia perfetta tra i due eventi. Questa collaborazione permetterà a visitatori, paesaggisti, architetti, prescrittori ed enti locali di scoprire un’offerta completa che include l’arredamento del paesaggio, la gestione degli spazi naturali e l’utilizzo della pietra naturale nel paesaggismo. Una partnership che va oltre la semplice coesistenza di eventi, favorendo così scambi ricchi e diversificati per soddisfare le esigenze di tutti i professionisti del settore.
Nicolas Rodet.
Credit: Nicolas Rodet.
FONDAZIONE MINOPRIO
Non solo un luogo di apprendimento, ma un punto di incontro per le migliori risorse del settore florovivaistico
Formazione di eccellenza
Fondazione Minoprio è un punto di riferimento per la formazione nella filiera del verde, con programmi e corsi specializzati per preparare esperti e manager del settore
Network di competenze
Non è solo una scuola, ma un hub dove innovazione e competenze si incontrano, offrendo risorse e opportunità di networking per studenti e partner
Investimento nel futuro
Con nuovi investimenti in spazi e tecnologie all’avanguardia, Minoprio consolida la sua leadership, rispondendo alle sfide e opportunità del florovivaismo
1962
Anno di nascita
800
Studenti annuali
>90%
Allievi inseriti nel mondo del lavoro
Mai perdere l’unicità
Tra novità e importanza
delle fiere di settore, L’Ortofrutticola di Albenga punta tutto sull’artigianalità. Quella che non andrebbe mai persa, o dimenticata, nonostante l’ormai velocissimo avanzamento tecnologico colloquio con Luca Lanzalaco di Benedetta Minoliti
In un’epoca dominata dall’avanzamento tecnologico e dalla standardizzazione, L’Ortofrutticola di Albenga si distingue per artigianalità e produzioni di qualità. Attraverso le parole di Luca Lanzalaco, responsabile settore fiori della cooperativa, abbiamo raccolto durante Myplant & Garden la testimonianza di un’azienda che, con oltre 80 anni di storia, ha saputo coniugare la tradizione con l’innovazione, mantenendo sempre al centro il valore dell’unicità.
IPM Essen e Myplant & Garden sono le manifestazioni che
fieristica. C’è tanto desiderio di tornare a incontrarsi e creare connessioni, non solo legate al business. Per voi che importanza hanno questi momenti?
«Sono due fiere alle quali abbiamo sempre partecipato e sicuramente dopo il Covid c’è stata una riscoperta di quello che è un punto di aggregazione dove incontrare il cliente. Sono degli eventi impegnativi che però tutti gli anni, per motivi diversi, ci danno sempre grandi soddisfazioni. Abbiamo l’abitudine di fare, durante l’anno, delle visite ai clienti mirate nelle varie aree, sia fuori che
in Italia. Non possiamo essere sempre ovunque, ma le fiere ci permettono di concentrare quello che è il momento in cui i clienti ci possono venire a trovare. Siamo in Liguria, che è una regione meravigliosa, ma con qualche difficoltà negli spostamenti, e quindi avere un punto dove incontrarsi è diventato fondamentale».
E Myplant sta diventando sempre più internazionale, corretto?
«Sì, e infatti non è più solo un riferimento per i nostri clienti italiani, che la considerano la fiera italiana del florovivaismo, ma ci accorgiamo che diventa sempre più internazionale e ricca di novità. Incontriamo sia clienti dell’est Europa che delle zona della Germania del sud, Austria, Francia, e ci dà la possibilità di dare un’idea della nostra produzione, che è vastissima, perché la Piana di Albenga è piccola, ma ricca di piccole aziende a conduzione familiare dove però l’artigianalità della produzione viene espressa all’ennesima potenza, cercando sempre di mantenere la qualità di chi fa poco ma lo fa mirando a un determinato mercato».
STORIE DI ATTUALITÀ
E questo come si traduce concretamente per voi?
«A Myplant l’incontro con i Garden center e le piccole aziende è fondamentale per noi e negli anni questi momenti ci hanno permesso di scoprire le esigenze di determinati clienti e di conseguenza incrementare anche il lavoro. Abbiamo una storia lunga più di 80 anni, ci sono stati tanti cambiamenti e siamo stati capaci di seguire in modo veloce le tendenze, le richieste del mercato e le esigenze legate alla sostenibilità.
Ogni piccolo produttore ci mette il suo grande impegno e la cooperativa, che fa da centro di raccolta, riesce ad arrivare direttamente ai consumatori finali».
Il concetto di artigianalità è importantissimo, e a volte con lo sviluppo tecnologico si perde. Facendo da cassa di risonanza a tante piccole aziende riuscite a raccontare che c’è ancora tanta passione in questo lavoro. «C’è un know-how che viene tramandato da padre in figlio e ad Albenga questa capacità di trasmettere quelle che sono le tecniche di produzione si è mantenuta
nel tempo. Questo permette la sopravvivenza in un mondo globalizzato che richiede una standardizzazione. Noi andiamo controcorrente, cercando di rimanere al passo con i tempi ma senza perdere l’unicità tipica della nostra piana».
Quali sono le novità che avete presentato a Myplant quest’anno? «Sicuramente TipicoSì, una linea legata al prodotto tipico, quella che è l’espressione nel nostro territorio in termini di prodotti agroalimentari della Piana di Albenga. Cerchiamo anche di puntare su quelle che sono le aromatiche recise o quelle commercializzate non nel tradizionale packaging di plastica, ma in materiali riciclabili come il legno».
Il valore dell’incontro
e il futuro del packaging
ILIP, a IPM Essen e Myplant & Garden, ha presentato le sue novità a un pubblico internazionale, confermando l’impegno concreto nel campo della sostenibilità e l’importanza che ha per l’azienda, che da anni lavora con l’R-PET e non solo colloquio con Giuseppe Cameli di Benedetta Minoliti
Tra sostenibilità, innovazione e internazionalizzazione, ILIP ha aperto il suo 2025 con due appuntamenti fieristici fondamentali: IPM Essen e Myplant & Garden. Due occasioni diverse ma complementari, che hanno permesso all’azienda di presentare le proprie novità a un pubblico ampio e variegato, consolidando il ruolo centrale del packaging sostenibile all’interno della filiera florovivaistica. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Cameli, Capo area ILIP per il settore del packaging vivaistico, che ci ha raccontato come si evolve il mercato, quanto
conta oggi la coerenza tra comunicazione e prodotto, e perché, nonostante tutto, incontrarsi di persona fa ancora la differenza.
IPM è la fiera che apre l’anno per il settore. Com’è andata l’edizione 2025?
«Il bilancio è stato positivo, abbiamo presentato le nostre novità a un pubblico internazionale. La Germania è un mercato importante per la grande distribuzione e, per un’azienda come la nostra, che ha grande attenzione per la sostenibilità e una forte passione per il
packaging, è fondamentale poter esprimere determinati concetti anche a livello internazionale. C’è stata una buona partecipazione e il confronto con realtà di caratura internazionale è per noi uno stimolo a ideare nuovi prodotti e innovazioni da proporre nell’anno successivo».
Ha parlato di sostenibilità. In Italia se ne parla spesso e sempre di più, ma dal vostro punto di vista c’è un riscontro effettivo?
C’è un’attenzione vera e concreta?
«Sì, è un tema realmente sentito, so-
Puntiamo molto sul materiale R-PET, ma anche sul PS. Abbiamo ampliato l’offerta: cassette, alveoli, portavasi, seminiere
prattutto dalle nuove generazioni, e noi come azienda abbiamo il dovere di dare delle risposte. Lavoriamo da molti anni – ben prima dell’esplosione mediatica – su questi temi, attraverso il closed loop, ovvero il ciclo chiuso per il controllo della qualità nella filiera del prodotto riciclato, in particolare con il materiale R-PET. Quando poi c’è stata quella che definirei un’esplosione social dell’attenzione ambientale, eravamo già pronti, già strutturati».
C’è grande attenzione quindi?
«Sì, sia da parte del consumatore che delle catene distributive. Ed è nostra premura offrire un prodotto che garantisca non solo sostenibilità, ma anche una corretta informazione. Perché oggi cosa significa davvero avere un prodotto riciclato? Noi crediamo molto nella termoformatura plastica con R-PET, un materiale riciclabile ottenuto da post-consumo. Partiamo dalla risorsa: il riciclo delle materie prime, la produzione di semilavorati, i prodotti finiti, la distribuzione e il recupero. Riusciamo così a coprire l’intera filiera e abbiamo una capacità di riciclo annua di 60mila tonnellate. In questo modo contribuiamo concretamente all’economia circolare, che riteniamo virtuosa e in linea con le normative europee. Offriamo numeri veri, importanti, che aiutano a trasmettere al consumatore una visione chiara di come realtà come ILIP abbiano una direzione precisa nella cultura della sostenibilità, in particolare nel riciclo».
Per quanto riguarda invece Myplant, ha trovato delle differenze rispetto a IPM?
«Ogni anno, a Myplant & Garden si registra una crescita, e quest’anno – lo si nota anche dal numero di espositori – inizia a diventare una fiera di caratura europea. Ci abbiamo creduto
fin dall’inizio ed è per noi un appuntamento importante per incontrare la rete vendita, insieme al nostro ufficio commerciale, sia italiano che export. Abbiamo ricevuto anche la visita di numerosi clienti stranieri, segno che Myplant ha ormai superato i confini nazionali».
Parlava di incontri, che sono ancora importantissimi nonostante tutti i mezzi tecnologici che permettono di parlarci senza mai vederci davvero. Incontrarsi dal vivo quindi è ancora fondamentale?
«Assolutamente sì. Questi momenti hanno un valore enorme, perché il contatto empatico, in un mondo sempre più so-
cial, è diventato raro ma determinante. Durante le fiere possiamo programmare, capire dove sta andando il mercato. Myplant offre tanti spunti di confronto e partecipazione. Investiamo molto sul sito e sui canali social, ma oltre alla comunicazione immediata c’è l’esperienza, la passione, la capacità di raccogliere le esigenze del mercato. La fiera diventa un momento d’incontro, una piazza, un luogo protetto dove sviluppare progetti e condividere con i nostri collaboratori la visione del packaging del futuro».
Quali novità avete presentato quest’anno?
«Una gamma che abbiamo consolidato nel tempo. Puntiamo molto sul materiale R-PET, ma anche sul PS. Abbiamo ampliato l’offerta: cassette, alveoli, portavasi, seminiere. E poi due novità assolute: una linea interamente dedicata alle piante grasse, un segmento in forte crescita, e due vasi termoformati nelle dimensioni 10 e 14 centimetri, in R-PET riciclato e di colore grigio. Abbiamo ricevuto ottimi riscontri e, come ogni anno, puntiamo a proporre innovazioni di qualità, tecnicamente funzionali e in linea con le richieste del mercato».
Da sinistra: Alberto Montanari, Sales Manager Fresh Produce Packaging & Horticultural Packaging Italia, Carlotta Glogowiec (Marketing Assistant ILIP) e Giuseppe Cameli, Capo area ILIP per il settore del packaging vivaistico
STORIE
Crescita e consolidamento
Conclusa l’edizione 2025 della manifestazione meneghina, gli occhi sono già puntati a novembre, quando Myplant & Garden raddoppierà e volerà in Medio Oriente, a dimostrazione del dna internazionale che la identifica fin dalle origini
colloquio con Valeria Randazzo di Alice Nicole Ginosa
Le parole che meglio descrivono l’ultima edizione di Myplant & Garden sono crescita e consolidamento. Negli ultimi 10 anni, la manifestazione ha continuato a espandersi, attraendo aziende e realtà lungo tutta la filiera del verde e diventando sempre più internazionale. Guidata da Valeria Randazzo, exhibition manager, e dal suo team Vgroup, parte del gruppo IEG (Italian Exhibition Group), Myplant & Garden si prepara per la sua prima edizione fuori dai confini
nazionali ed europei con Myplant & Garden Middle East, prevista dal 17 al 19 novembre 2025 a Dubai. L’intervista che leggerete a breve è la prima di una lunga serie di conversazioni con i professionisti che rendono ogni anno questa manifestazione la più importante e completa sul territorio italiano e oltre. Iniziamo questo percorso di avvicinamento ai prossimi appuntamenti con Valeria Randazzo, exhibition manager, che ci ha raccontato, dati alla mano, l’edizione appena passata ma
anche quelle che verranno, in cui il fil rouge è finalmente un punto di riferimento internazionale.
Come è andata questa edizione? « Il bello di Myplant & Garden è che continua a crescere nonostante i due anni di Covid. È una costante. Quest’anno abbiamo ospitato 810 marchi, contro i 762 del 2024, e 27mila visitatori, 2mila in più del 2024. Abbiamo inoltre riscontrato un leggero aumento dei visitatori esteri, che sono
sempre intorno al 10-11%, ma il percepito da parte delle aziende espositrici è elevato e questo vuol dire che le visite estere sono cresciute in qualità: possiedono più potere di acquisto e appartengono a grandi catene e grossi gruppi d’acquisto. In generale posso dire che la sensazione sulla manifestazione è di consolidamento da una parte e di crescita dall’altra: nessun espositore mette in dubbio la sua presenza a Myplant salvo per problemi interni all’azienda. Esiste naturalmente un turnover; ogni anno circa un 10% di aziende non tornano, sempre per esigenze aziendali, ma riusciamo a sostituire con nuove realtà quel 10% e ad avere anche un incremento in presenze. In passato Myplant era considerata una manifestazione fortemente italiana, anche se la qualifica internazionale ci appartiene fin dalla prima edizione proprio per la quantità di espositori esteri presenti. Oggi finalmente veniamo riconosciuti come manifestazione internazionale che si svolge in Italia: stiamo vivendo un cambiamento e le fiere estere ci percepiscono come un vero competitor».
Parliamo del padiglione 8. L’obiettivo è completarlo?
«L’obiettivo è riempirlo e dedicarlo totalmente al décor e alla filiera del fiore reciso. Questo obiettivo rientra in un progetto di riorganizzazione dei settori della fiera: siamo l’unica manifestazione che riunisce le filiere, dalla manutenzione e macchinari all’architettura del paesaggio fino alla floricoltura, ma anche vasi, elementi tecnici del punto vendita e décor. Questo forbice enorme, dal manutentore giardiniere al fiorista, è molto ampia e risponde a esigenze diverse e, in alcuni casi, a un pubblico diversificato. Se dovessimo spacchettare Myplant risulterebbero almeno tre manifestazioni diverse! È un lavoro complesso che consiste nel coinvolgimento dei visitatori giusti, l’archiviazione dei contatti, l’analisi dei punti vendita e dei buyer. Da anni stiamo lavorando sul manutentore e
Prossimi appuntamenti
• 15-17 novembre 2025 a Dubai con Myplant Middle East
• 18-20 febbraio 2026 a Milano con la 10° edizione di Myplant
sul mondo del verde pubblico, coinvolgendo i comuni e i tecnici comunali, e dall’altra ci stiamo impegnando nel rappresentare anche la figura del grossista di fiori perché il settore del fiore reciso funziona se tutti gli attori vengono inclusi, dai grossisti di prodotti per la decorazione fino ai grossisti specializzati in fiori recisi. C’è ancora tantissimo da fare. Dal momento che la fiera include il florovivaismo, le piante e il benessere e venendo io stessa dal mondo dell’architettura, l’aggiungere alla proposta anche la bellezza del fiore e della decorazione era fondamentale: MyPlant doveva per forza completare la proposta con questo tassello. Con questo obiettivo abbiamo lavorato molto sugli eventi attrattivi: era l’unico modo per coinvolgere il fiorista come figura in visita e di conseguenza il produttore e il grossista. Abbiamo dunque cercato di fare tendenza e proposto dimostrazioni floreali. Nel corso degli anni abbiamo anche notato un cambiamento: inizialmente come produttori di fiori partecipava il cuore italiano e qualche azienda olandese, ma ora la grande presenza olandese è supe-
riore al nucleo italiano. Le motivazioni sono duplici, da una parte le aziende italiane sono maggiormente impegnate nell’esportazione più che nella presenza in Italia, dall’altra le aziende olandesi sono più abituate a fare squadra per proporsi ai mercati esteri».
Da quale esigenza è nata Myplant & Garden?
«Il Progetto della manifestazione nel 2014 dall’esigenza di un gruppo di aziende che volevano una una fiera del settore diversa da quelle in essere, fondando al contempo un consorzio. Da 7 siamo arrivati a 14 aziende, che ci hanno sempre dato delle direttive e trasmesso delle intenzioni, evitandoci di compiere degli errori. Visto che possiamo confrontarci con 14 aziende in ambiti diversi, i consigli che riceviamo sono preziosi e soprattutto coerenti con quello che l’anno scorso è nato come tour promozionale in alcuni territori. Quando si cresce si tende a perdere il contatto con i clienti e per questo abbiamo voluto tornare ad ascoltare le esigenze del territorio: siamo stati a Roma e in Veneto, per esempio, e in ogni incontro le aziende del consorzio ci hanno aiutato a fare rete».
Una tappa importante è stata l’incontro con IEG (Italian Exhibition Group).
«Il Covid ha avuto come conseguen-
10 anni, nuovo logo
La nuova veste grafica della manifestazione arriverà per la prossima edizione nella quale i simboli e il cuore della fiera rimarranno ma saranno “rinfrescati”. Come racconta Valeria Randazzo: “Dieci anni si sentono, per questo avevamo bisogno di un piccolo cambiamento!”.
za diretta l’annullamento della fiera per due anni consecutivi e stare nel 2020 e nel 2021 in questa situazione è stato faticoso. L’incontro con IEG è avvenuto nel momento più critico, ma sapevano come corteggiarci con discrezione e quali punti non toccare: la squadra e la location milanese. IEG ci ha dato la sicurezza di entrare in una famiglia più grande che ci ha aiutato a proseguire il nostro percorso con slancio. Ci siamo ufficialmente uniti nel 2022 e al contempo è nato un consolidamento internazionale che sarebbe probabilmente arrivato in futuro ma che grazie a IEG è stato accelerato. Da qui ha preso forma l’idea di Myplant & Garden Middle East».
Perché la scelta è ricaduta su Dubai?
«Myplant & Garden Italia ha sempre avuto come obiettivo quello di coinvolgere tutto il mondo e far venire i visita-
tori internazionali qui nel nostro Paese. Nonostante abbiamo ricevuto diverse proposte, non abbiamo mai pensato di creare un Myplant Germania o Inghilterra: volevamo che l’Italia rimanesse al centro. Ho sempre pensato che se la fiera doveva avere un’edizione anche all’estero, doveva essere molto lontano o in un Paese che sta investendo sul settore. Dubai è stata la risposta. La città sta infatti mettendo in moto una serie di azioni per diventare totalmente green attraverso l’irrigazione artificiale, chilometri quadrati di aiuole fiorite come spartitraffico, per esempio. Ma non solo. Dubai punta a raggiungere l’autonomia alimentare entro il 2050 e per farlo deve munirsi di know-how tecnico: vertical farming, idroponica e un sistema di produzione tecnicamente avanzato. Myplant & Gar-
den Middle East verrà ospitata nel polo fieristico costruito per l’Expo 2020 e il padiglione avrà una grandezza di 5000 mq. La nostra intenzione è presentare una piccola chicca con 100 aziende. La nostra sarebbe la prima fiera in assoluto dedicata al florovivaismo ornamentale».
Ci puoi anticipare qualcosa sulla prossima edizione?
«La parola chiave sarà festeggiamenti. Abbiamo in mente una serie di premi per gli espositori che sono con noi dalla prima edizione o che sono cresciuti insieme a MyPlant in termini di proposta, visual, e non solo. L’intento è quello di dare soddisfazione anche agli espositori, che sono il cuore della manifestazione».
Facciamo qualche previsione sul futuro: quali obiettivi vi siete posti?
«Prima di tutto riempire completamente il padiglione 8. Come altro obiettivo dei prossimi anni, vorrei anche raggiungere i 6 padiglioni in totale».
«Oggi finalmente veniamo riconosciuti come manifestazione internazionale che si svolge in Italia: stiamo vivendo un cambiamento e le fiere estere ci percepiscono come un vero competitor»
NUOVA OFFERTA CICLAMINI BOTANICI !
BOTANICAL CYCLAMEN
COUM & HEDERIFOLIUM
Ideale per naturalizzare sotto gli alberi o in un bordo ombreggiato
Rustico
Perenne
Piante che fanno bene: la scelta verde per un’alimentazione SANA
La richiesta di piante che offrano un valore aggiunto oltre a quello ornamentale è in forte aumento. I consumatori moderni non cercano solo piante decorative, ma prediligono varietà con benefici concreti, come frutti salutari o funzioni versatili nei giardini domestici. Una guida per coltivatori e rivenditori
Dalle piante che producono frutti per l’uomo e per gli uccelli a quelle che garantiscono protezione e cibo per gli insetti pronubi come farfalle e api, le piante a valore aggiunto sono diventate essenziali per rivenditori e coltivatori. In questo articolo analizziamo le migliori opzioni per rispondere a questa crescente domanda. Perché le piante con un valore aggiunto stanno guadagnando popolarità? La consapevolezza della salute, gli obiettivi di sostenibilità e la spinta all’autosufficienza guidano il desiderio di piante a valore aggiunto. Sempre più clienti desiderano giardini commestibili, piante che forniscano benefici per la salute e una vegetazione multifunzionale che si allinei con il crescente interesse per i giardini alimentari, una tendenza in cui piante commestibili e medicinali, oltre a piante aromatiche e bio stimolanti, si intrecciano per creare un ecosistema a beneficio sia dell’uomo che della fauna selvatica. Per il coltivatore e il rivenditore esperto, offrire piante che offrono più di un semplice fascino ornamentale è un’opportunità per soddisfare questo segmento di mercato unico. L’importante è comunicarlo bene e rendere la clientela consapevole delle scelte. In un momento in cui la crisi climatica richiede soluzioni intelligenti, scegliere piante che offrano sia valore alimentare che resistenza a condizioni difficili è cruciale.
1 ROSA TAKE IT EASY, LA BELLEZZA CHE SI BEVE Una rosa canina resistente e generosa, con cinorrodi decorativi e commestibili ricchi di vitamina C. Perfetta per chi ama il giardino bello e utile: si usano per tisane, marmellate, persino cosme-
Scopri di più
tici naturali. Una pianta che dà soddisfazioni sia in fiore che in autunno, al momento del raccolto.
Ideale per: giardini rustici, siepi miste, clienti attenti alla salute.
2 RUBUS YUMMY, IL LAMPONE DA BALCONE
Compatto, senza spine e produttivo: Rubus Yummy è il sogno dei giardinieri urbani. In un vaso su balcone o terrazzo regala lamponi dolci e ricchi di antiossidanti. Occupa poco spazio ma offre grandi risultati.
3 MORUS MOJO BERRY, IL GELSO PER TUTTI
Una varietà di gelso com patta, adatta anche a piccoli spazi, che fruttifica per tutta la stagione. Attira gli uccelli, nutre la famiglia e richiede poca manutenzione. È una pianta amica della biodiver sità, dolce e generosa. Ideale per: giardini familiari, cortili, chi ama gli animali.
Scopri di più
Ideale per: balconi, terrazze, orti urbani, famiglie con bambini.
LYCIUM DETTO GOJI, IL SUPER FOOD FATTO PIANTA
I Lycium detti anche Goji che oggi vengono venduti in Italia sono una versione “addomesticata” del Goji tradizionale: sono più bassi, meno spinosi e più fruttiferi. Sono selezionate per piccoli giardini, terrazzi e coltivazioni in vaso. Queste varietà di piante che fanno bene offrono tutti i benefici nutrizionali del Goji, ma in una pianta dal portamento ordinato e facilmente gestibile.
Descrizione Frutti
• Forma e colore: ovali, arancione intenso, fino a 2 cm.
• Sapore: tipico del Goji, leggermente amaro, ma più dolce rispetto a varietà selvatiche.
• Valore nutrizionale: ricche di vitamine, considerate un superfood.
• Produzione: abbondante e regolare su piante adulte. Epoca di maturazione e raccolta
Le giovani piante da talea difficilmente fruttificano il primo anno. Con la vegetazione del secondo anno si ha la comparsa dei frutti.
• Maturazione: da inizio luglio a metà settembre, dipende dall’esposizione e dalla temperatura.
• Indicazioni: raccogliere ogni 3–5 giorni man mano che i frutti raggiungono la maturazione completa sulla pianta per un gusto ottimale.
4 LITTLE GOJI
Solitamente non è una pianta per piccoli giardini, ma il Lycium barbarum Little Goji sta per sconvolgere il mondo con le sue dimensioni compatte. Mentre gli altri membri del genere tendono a diventare lunghi e stropicciati, il Lycium Little Goji mantiene il suo portamento compatto per tutta la vita. Little Goji, è amico degli insetti impollinatori, non è solo delicata con gli insetti ma anche nelle dimensioni. Con bellissimi fiori lilla, quasi nessun aculeo e foglie sot tili ed eleganti, è uno spettacolo per gli occhi. E il meglio deve ancora venire: questa piccola forza della natura produce bacche già nel primo anno di vita! Una scelta ideale per il giardino commestibile! Un arbusto deciduo cresce fino a 40 cm di altezza e larghezza dopo tre anni e raggiunge un’altezza matura di 80 cm dopo cinque anni. Little Goji pre-
Per i centri di giardinaggio
Per i coltivatori e i rivenditori del settore verde, la costante ascesa delle piante utili a valore aggiunto offre un’ottima opportunità per orientarsi verso un mercato in crescita. I consumatori attenti alla salute e all’ambiente cercano sempre di più risposte alle loro esigenze. Offrendo piante che forniscono più di un semplice fascino estetico, è possibile soddisfare i clienti che cercano benefici commestibili e salutari dal loro spazio verde. Queste piante a valore aggiunto consentono ai clienti di abbracciare il giardinaggio multifunzionale, contribuendo alla sostenibilità e all’autosufficienza e creando un paesaggio attraente e produttivo.
ferisce una posizione in pieno sole, non è esigente sul tipo di terreno e resiste fino a -12 ºC.
5 PRINCESS TAO
Completamente in linea con la tendenza del giardino commestibile è il Lycium Princess Tao. Questo gojibes dà bacche rosse lucenti e deliziosamente dolci da luglio a novembre. Un superfood che può essere consumato sia fresco che essiccato. Fruttifica il primo anno e le bacche sono più grandi di quelle degli altri Lycium. I fiori sono di colore viola chiaro e compaiono da maggio all’autunno. La Principessa Tao è una pianta facile da coltivare che richiede poca acqua e poca manutenzione.
6 RUBUS RASPBERRY TOWER, IL LAMPONE VERTICALE
Il lampone coreano Raspberry Tower è una pianta eretta e salva spazio che produce deliziosi frutti rossi. Questa varietà è ideale per i giardinieri urbani e per chi ha uno spazio limitato, poiché cresce verticalmente rendendola perfetta per giardini sul balcone o nei giardini piccoli. Raspberry Tower è un’opzione pratica per piccoli spazi che non scende a compromessi sulla produzione di frutta, attirando i giardinieri che desiderano lamponi freschi senza avere piante enormi. Ideale per: spazi ridotti, pareti verdi, orti verticali.
Scopri di più
Scopri di più
Scopri di più
FOCUS
AIPSA INFORMA in collaborazione con
Il mondo vegetale attraverso lo sguardo dell’arte
Dalle antiche raffigurazioni alle sperimentazioni moderne, la rappresentazione artistica delle piante racconta come è cambiata, nel tempo, la percezione e il rapporto tra l’uomo e il verde di Daria Orfeo, ha collaborato Luisa Falcone
La conoscenza della storia e dell’evoluzione sociale è fondamentale per comprendere a pieno lo sviluppo della floricoltura moderna. L’interazione millenaria tra l’uomo e il mondo vegetale, testimoniata da espressioni artistiche, pratiche culturali e scoperte scientifiche, ha trasformato la natura da semplice sfondo vitale a oggetto di cura, benessere e bellezza. Nel tempo, l’interesse per le piante ornamentali ha portato a perfezionare non solo le tecniche di coltivazione, ma anche l’attenzione verso i mezzi tecnici che ne garantiscono una crescita sana e rigogliosa. In questo contesto, i substrati di coltivazione hanno assunto un ruolo sempre più centrale: non semplici supporti fisici, ma veri e propri strumenti di crescita che forniscono nutrienti, regolano l’umidità e creano un ambiente ottimale per lo sviluppo radicale.
IL RAPPORTO UOMO-PIANTA
Comprendere l’evoluzione dei substrati permette di apprezzare il livello di innovazione raggiunto e di promuovere una coltivazione di qualità, più sostenibile e rispettosa delle esigenze delle piante e delle tecniche di coltivazione. Ripercorrere il passato diventa quindi uno strumento prezioso per valorizzare il settore florovivaistico, orientandolo verso un futuro consapevole, capace di coniugare tradizione e innovazione. Il
concetto moderno di “florovivaismo”, inteso come la coltivazione e commercializzazione specializzata di piante ornamentali, è un’evoluzione relativamente recente. Tuttavia, l’arte, dalle sue forme più primordiali fino alle espressioni contemporanee, offre spunti significativi per tracciare l’interazione dell’uomo con il mondo vegetale, gettando le basi per le pratiche di oggi. Un significativo avanzamento nella rappresentazione visiva del rapporto uomo-pianta si osserva nell’Antico Egitto con le pitture tombali e i rilievi templari che non si limitano a decorare, ma offrono dettagliate “istantanee” di giardini formali e meticolosamente pianificati. Questi esempi di arte grafica possono essere considerati precursori di una mentalità volta al trattamento e all’organizzazione intenzionale del verde.
LE PIANTE NELL’ARTE
DI
OGNI EPOCA
Con l’avvento della cultura classica, la rappresentazione visiva delle piante si arricchisce di significati mitologici, come nel celebre mito di Narciso. A Pompei, le pareti delle case e i mosaici si animano di scene che includono elementi vegetali, rivelando quanto le piante fossero apprezzate visivamente come parte integrante dell’ambiente domestico. Botticelli spicca su tutti per aver rappresentato in modo concreto il
mondo vegetale con la sua Primavera; un’allegoria che si svolge in un giardino ricchissimo di fiori, aranceti e siepi di mirto. Per comprenderne l’estrema biodiversità basti pensare che il dipinto contiene oltre 500 specie vegetali. E ancora, fino ad arrivare a tempi più moderni, con gli impressionisti, tra cui alcuni giardinieri appassionati, dove il tema dei fiori è tra i privilegiati per le nuove sperimentazioni. Persino la pop-art di Andy Warhol, con i suoi Flowers del 1964, gioca e tramuta il fiore in figura grafica ornamentale, in una moltitudine di varianti. L’evoluzione dell’arte figurativa, dunque, una preziosa testimonianza del mutare del rapporto tra uomo e mondo vegetale. Dalle prime stilizzazioni rupestri all’esplosione cromatica delle nature morte olandesi, fino alle precise illustrazioni scientifiche, l’arte ci permette di intravedere le radici di una pratica che oggi chiamiamo floro-vivaismo, rivelando un percorso segnato da curiosità, apprezzamento estetico e, infine, da una coltivazione sempre più specializzata e consapevole.
Dario Orfeo / Agronomo e consulente per il settore dei fertilizzanti, substrati e ammendanti. Dal 2007 è segretaria di AIPSA, l'associazione italiana dei produttori di substrati di coltivazione e ammendanti.
FOCUS Market
Lo “shopper study” sulle abitudini di acquisto di fiori e piante
Dopo aver completato lo studio nei Paesi Bassi, in Germania, in Francia e nel Regno Unito, la ricerca, firmata Flower Council of Holland, sarà estesa ad altri Paesi. Nel secondo trimestre del 2025, l'attenzione si sposterà su Polonia, Italia, Norvegia e Svezia di Alice Nicole Ginosa
Nel 2024, il Flower Council of Holland ha commissionato uno studio per analizzare i comportamenti d'acquisto di fiori e piante in Paesi come i Paesi Bassi, la Germania, la Francia e il Regno Unito, con estensione a Italia, Polonia, Norvegia e Svezia prevista per il 2025. Circa 2.000 consumatori per Paese hanno partecipato al sondaggio online, arricchito da interviste in negozio e analisi tramite eye-tracking.
MOTIVI DI ACQUISTO
E CANALI DIVERSI
I fattori principali per l'acquisto di fiori sono il prezzo, la freschezza e l'aspetto visivo, mentre per le piante prevalgono la facilità di cura, la sostenibilità e l'e-
cocompatibilità. Circa il 60% degli acquisti è pianificato, spesso per occasioni speciali come compleanni. I punti vendita variano: nei Paesi Bassi, in Germania e in Francia prevalgono i fiorai, mentre nel Regno Unito i supermercati sono il canale preferito per i fiori. Per le piante, i Centri di Giardinaggio sono popolari in quasi tutti i Paesi, con alcune differenze nei canali secondari.
SEGMENTAZIONE
DEGLI ACQUIRENTI
E FATTORI D’ACQUISTO
Lo studio ha identificato sei segmenti: Acquirenti sofisticati (15%), Acquirenti funzionali (29%), Acquirenti di qualità visiva (17%), Acquirenti a basso prezzo (19%), Eco devoti (7%) ed Eco pragmatici (14%). Ogni segmento mostra preferenze diverse in termini di prezzo, sostenibilità e motivazione
all’acquisto. La qualità-prezzo, le offerte speciali e la possibilità di vedere i fiori e le piante dal vivo sono cruciali. Inoltre, la facilità di parcheggio, la cordialità del personale e le opzioni sostenibili contribuiscono alla decisione d'acquisto.
Sostenibilità e biodiversità
La sostenibilità ha un ruolo crescente nelle decisioni d'acquisto, soprattutto in Francia, dove la maggior parte dei consumatori è disposta a pagare un 10% in più per bouquet sostenibili. Le informazioni sulla biodiversità, come l'attrazione di api e insetti, sono particolarmente apprezzate in Germania. Lo studio suggerisce che le comunicazioni sulla sostenibilità devono essere chiare e scientificamente fondate, poiché non tutte le indicazioni vengono percepite allo stesso modo dai consumatori.
Morel ha acquisito
Kwekerij Koen, azienda con oltre 50 anni di esperienza nella selezione di ciclamini botanici. Le nuove specie, coum e hederifolium, sono perfette per realizzare tappeti fioriti e resistono anche alle temperature più estreme
di Benedetta Minoliti
STORIE DI NOVITÀ
Ciclamini botanici
Nuove prospettive, maggiore sostenibilità
Il 2023 ha segnato una tappa importante per Morel Cyclamen con l'acquisizione di Kwekerij Koen, un’azienda con oltre 50 anni di esperienza nella selezione di ciclamini botanici. Questo ha permesso di dare vita a una nuova e innovativa gamma di ciclamini, con diverse specie botaniche come il coum e il hederifolium. Un’espansione strategica, quella di Morel, verso nuove specie, a lungo al centro delle ambizioni di ricerca, ha aperto nuove prospettive per un utilizzo del ciclamino all’esterno: dai giardini alle aiuole, ma anche sul terrazzo. I ciclamini botanici proposti da Morel sono resistenti al gelo e in perfetta armonia con l’impegno di responsabilità sociale e ambientale dell’azienda, che privilegia prodotti sostenibili che consentono di risparmiare acqua e fertilizzanti.
GUARDARE AL FUTURO
Con l’acquisizione di Kwekerij Koen, Morel ha fatto un ulteriore passo avan-
Ciclamino hederifolium
• Da programma per la fioritura di fine estate - autunno
• Mini ciclamino rustico, resistente al freddo (-15°C)
• Fogliame decorativo sempreverde con colori variegati
Ciclamino coum
• Da programmare per la fioritura invernale-primaverile
• Mini ciclamino rustico, resistente al freddo (-20°C)
• Piccoli fiori e caratteristiche foglie rotonde
ti nello sviluppo di nuove varietà di ciclamini più resistenti alle condizioni climatiche estreme e più economici in termini di utilizzo d’acqua e fertilizzanti durante tutto il ciclo produttivo. Con sede nei Paesi Bassi, Kwekerij Koen è stata fondata più di 50 anni fa da Aad Koen e da lui stesso gestita con passione in tutti questi anni. L’azienda si è distinta per la sua competenza nella selezione di quasi venti specie di ciclamini botanici, tra cui hederifolium e coum, ora incluse nel catalogo di Morel. “Forti di un’esperienza secolare nella selezione delle piante e
nella produzione di sementi, abbiamo molto in comune con Kwekerij Koen, tra cui una storia familiare e la passione per i ciclamini. Questa collaborazione non solo ci permetterà di migliorare la nostra gamma, ma anche di acquisire altre specie selezionate come Tulbaghia, Nerine e Hélleborus” ha spiegato l’azienda. “Si apre una strada promettente per l’innovazione continua e la realizzazione della nostra visione comune: offrire prodotti di qualità superiore, adatti ai molteplici usi dei nostri clienti, nel rispetto dell’ambiente”.
I ciclamini botanici riproducendosi formano rapidamenti tappeti fioriti, ideali per la naturalizzazione sotto gli alberi o lungo una bordura da semi-ombreggiata a ombreggiata. Si comportano anche bene nelle cassette da finestra, anche se esposte al gelo, e possono essere combinati con altre piante come gli ellebori per creare un vaso che rifiorisce ogni anno.
STORIE DI NOVITÀ
Piante da podio
Le regine di Florall Spring 2025
Alla manifestazione, tenutasi a marzo, una giuria di esperti ha valutato nove nuove cultivar basandosi su diversi criteri, come resistenza climatica, attrattiva visiva e innovazione di Penelope Moran
Tutti
Oro - Lavandula intermedia ‘Sensational’
60 produttori e 15 aziende fornitrici e di esportazione hanno presentato a Florall le loro proposte stagionali. La gamma spaziava da piante verdi e fiorite da interno a specie ornamentali adatte a giardini, terrazze e ambienti domestici. Durante Florall una giuria professionale ha valutato nove nuove cultivar e due concept di marketing.
i vincitori
Questa lavanda si distingue per foglie spesse color argento, fiori grandi viola intenso e una doppia fioritura che va dall’estate all’autunno. Compatta e resistente
Una piccola ortensia montana giapponese tappezzante, ideale per zone ombreggiate. Fiorisce abbondantemente da giugno a settembre con infiorescenze rosa o blu.
Premio del pubblico - Agapanthus campanulatus ‘Blue Curaçao’
- Erica x darleyensis ‘Torero’
Erica invernale che sboccia da febbraio ad aprile con vistosi fiori rosso intenso, molto apprezzata per l’elevata produzione di nettare in un periodo in cui le fioriture sono scarse, fondamentale per api e bombi.
A Florall il pubblico ha assegnato il suo premio a questa pianta a foglia caduca con straordinaria capacità di rifiorire. I suoi fiori azzurro cielo e la resistenza al freddo l’hanno resa una delle preferite dei visitatori, sia per le bordure che per la coltivazione in vaso.
Hydrangea serrata ‘Magic Pillow’ (Plant Select)
STORIE DI NOVITÀ
Futuro in fiori (e piante) : forme, colori e desideri per il 2026
Flower Council of Holland presenta le tendenze per il prossimo anno, tra colori pastello, foglie colorate e composizioni eccentriche.
Tutto con un unico filo conduttore: Checkpoint Reality
di Benedetta Minoliti • foto di Flower Council of Holland
Il Flower Council of Holland ha presentato i Trend del settore orticolo per il 2026. Quattro tendenze stilistiche ispirazionali che offrono una visione aggiornata del futuro e mostrano come rispondere alle dinamiche in continuo cambiamento del nostro tempo. Le tendenze sono state sviluppate in collaborazione con l’organizzazione di settore Tuinbranche
Nostalgic Lens
Nederland, iBulb, INretail e l’agenzia Bureau Nijman + Van Haaster, con l’obiettivo di ispirare il settore, condividere conoscenze e aiutare i professionisti a rispondere ai bisogni dei consumatori. Ogni tendenza ha un carattere e uno stile unico e sono unite da un unico filo conduttore, Checkpoint Reality. Lo spirito del tempo attuale può essere riassunto con due parole:
realtà irreale. Il mondo sembra diventare ogni giorno più instabile, incerto, complesso e ambiguo. L’emergere dell’intelligenza artificiale ha portato con sé sfide aggiuntive e noi come possiamo distinguere davvero cosa è reale da cosa non lo è? Le quattro tendenze stilistiche proposte per il 2026 da Flower Council of Holland si basano proprio su tutto questo.
Questa tendenza guarda il mondo attraverso una lente sicura, familiare e nostalgica. Cosa porterà questa nuova era? E cosa possiamo fare ora che i privilegi conquistati sembrano essere minacciati? Questo trend cerca rifugio nel passato, perché appare sicuro e riconoscibile, richiamando lo stile cottage, tornato di moda, con un tocco fresco e allegro, con colori pastello, ceramiche dipinte a mano, prodotti artigianali, fiori delicati e motivi a quadretti. Tutto questo dà vita a un’atmosfera rustica, accogliente e familiare. La palette colori di Nostalgic Lens include il bianco e colori pastello come rosa, lilla, malva, alternati alle tonalità del verde. Ma ci sono ancora colori più accesi, come rosso, arancione e blu.
I valori chiave del trend: Nostalgico, rustico, artigianale, romantico, fatto a mano, allegro, stile cottage e quotidiano.
STORIE DI NOVITÀ
Tendenze
Intriguing Decor
Il secondo trend per il 2026 presentato da FCH è Intriguing Decor, una tendenza che ruota tutta intorno alla gentilezza, rappresentando una risposta alla crescente polarizzazione della società. Abbiamo un forte bisogno di una prospettiva di speranza e desideriamo sentirci al sicuro e ben accolti. Nella quotidianità cerchiamo di strappare un sorriso a chiunque e fiori e piante svolgono un ruolo importante in tutto questo. Questa tendenza dà vita a spazi accoglienti, con forme giocose, oggetti lucidi che contrastano con colori caldi e ricchi e una moltitudine di pattern. Per quanto riguarda le piante, le vere protagoniste qui sono le foglie, dai colori vivaci, come quelle di cordyline, croton, coleus e gynura. La palette cromatica gioca sui contrasti chiaro/scuro e caldo/freddo, con colori come il melanzana e il ruggine alternati a rosa e verde, con eccezioni curiose come il giallo pallido e il viola-bluastro.
I valori chiave del trend
Caldo, colorato, materiali a contrasto, decorativo, curato nei dettagli, intimo e familiare.
Orbit Revive
Questa tendenza si concentra sulle conseguenze del progresso tecnologico. L’avanzamento della tecnologia è ormai una realtà consolidata e sta cambiando drasticamente il nostro modo di vivere e lavorare. L’intelligenza artificiale è diventata un partner affidabile in un numero sempre maggiore di ambiti della nostra vita quotidiana. Con Orbit Revive ci troviamo alla vigilia di queste nuove scoperte tecnologiche, proprio come negli anni ‘60, ‘70 e ‘80, dandoci la possibilità di guardare sia al passato che al futuro. Questo “futurismo vintage” si riflette negli interni attraverso una combinazione tra design retrò e stile organico moderno, con bouquet asimmetrici , composizioni di fiori secchi e piante dalle foglie colorate, scure o lucide. La palette di colori è dominata da tonalità naturali, dai nude chiari ai marroni caldi. Non mancano diverse sfumature di verde, che offrono un contrasto fresco, e colori come il rosso tendente al rosa, l’arancione e l’argento.
I valori chiave del trend
Design retrò degli anni ‘60, ‘70 e ‘80, Space Age, organico e lusso.
Unexpected Encounter
In un mondo in cui tutto sembra possibile, esploriamo e ridefiniamo i confini a modo nostro. Sperimentiamo comportamenti estremi e puntiamo in alto quando si parla di lusso e adrenalina. C’è un grande bisogno di divertimento, libertà, passione, avventura e individualità. Questo, in poche parole, è Unexpected Encounter. Tutto è possibile e tutto è connesso. Per questa tendenza hanno un ruolo chiave gli elementi sorprendenti, con piante e fiori che assumono un aspetto magico, composizioni dai colori pastello ed eccentriche e foglie dai colori “insoliti”. Il linguaggio visivo di questo trend è audace e i materiali sono scelti per il contrasto e la capacità di sorprendere. Il colore è l’elemento più importante di questa tendenza e la palette è caratterizzata da colori estremamente accesi, ma con un effetto acquoso.
I valori chiave del trend
Fiabesco, surreale, inaspettato e straniante.
STORIE DI NOVITÀ
Fuori dalla terra
Coltivare nello spazio non è più solo un sogno
A Euroflora arriva la serra spaziale di Space V, startup fondata dall’astronauta Franco Malerba. Il prototipo, esposto nel Padiglione Blu, mostra come si coltiverà il cibo nelle future missioni interplanetarie. Un’innovazione pensata per lo spazio, ma con impatti concreti anche sulla Terra di Penelope Moran
Tra le camelie e le orchidee di Euroflora, quest’anno spunta qualcosa di decisamente inedito: una serra spaziale. Non è fantascienza, ma il frutto della ricerca di Space V, startup fondata da Franco Malerba, primo astronauta italiano. Si chiama “Adaptive Vertical Farm (AVF)” ed è molto più di una semplice serra: è un concentrato di tecnologia e visione, pensato per coltivare verdure nello spazio e garantire cibo fresco agli astronauti impegnati in missioni interplanetarie.
VERSO L’INFINITO E OLTRE
La serra AVF è una struttura multipiano dinamica, in grado di adattarsi alla crescita delle piante. Questo significa ottimizzazione dello spazio, maggiore resa e consumi energetici ridotti rispet-
to alle serre verticali tradizionali. Una tecnologia progettata per lo spazio, certo, ma con potenzialità rivoluzio narie anche sulla Terra, soprattutto in ambienti estremi o isolati – dai deserti alle piattaforme offshore, fino ai poli. “Coltivare nello spazio non è più solo un sogno, ma una necessità concreta per garantire l’autonomia delle future missioni interplanetarie” ha spiegato Franco Malerba, che ha voluto pre sentare il prototipo proprio a Genova, sua città natale, durante Euroflora. Un ritorno simbolico alle origini per un progetto che guarda lontano, verso la Luna e oltre. La serra sarà sperimentata sulla Stazione Spaziale Internazionale e punta a far parte degli habitat orbitanti e lunari del programma Artemis della NASA. Ma ciò che colpisce è il mo
do in cui un’innovazione pensata per lo spazio trova applicazione concreta anche sulla Terra. È la dimostrazione che la corsa allo spazio non riguarda solo razzi e satelliti, ma anche soluzioni sostenibili per il nostro pianeta. Fino al 4 maggio, chi visiterà lo stand B135 nel Padiglione Blu di Euroflora potrà vedere da vicino questa serra “intelligente”, incontrare Malerba e scoprire come scienza, natura e design possano
Un fiore bianco per un sogno grande
In occasione di Euroflora 2025, l’Istituto Gaslini ha presentato “Giannina”, nuova varietà di ranuncolo dedicata all’ospedale pediatrico. Un simbolo di trasformazione e speranza, che segna l’inizio di una nuova era per il Gaslini di Penelope Moran
L’Istituto Giannina Gaslini, in occasione di Euroflora 2025, ha presentato “Giannina”, nuova varietà di ranuncolo PonPon® dedicato all’ospedale. Un fiore speciale per un anno speciale, iniziato con la costruzione del Padiglione Zero, punto di partenza del progetto Nuova Gaslini. Con il ranuncolo “Giannina” l’ospedale celebra “l’unicità e la poesia che ogni bimbo racchiude in sé” e racconta “la trasformazione che sta vivendo” l’ospedale pediatrico. Questo nuovo ranuncolo fa parte della linea Cloni PonPon® di Biancheri Creazione e si distingue per i petali bianchi con delicate vena-
ture verdi e per la forma sferica della corolla, ricca di petali e resistente fino a tre settimane in bouquet.
UN FIORE SIMBOLO
PER UN LEGAME DI LUNGA DATA
“Il ranuncolo ‘Giannina’ diventerà ufficialmente il fiore simbolo del Gaslini
e del suo rinnovamento” ha dichiarato Renato Botti, direttore generale dell’Istituto G. Gaslini. “A partire dal prossimo anno, graia a una importante donazione di Biancheri Creazioni, nel terzo weekend di marzo 2026 a Genova, sarà possibile sostenere il Gaslini con un’offerta libera e ricevere i ranuncoli ‘Giannina’, attraverso un’iniziativa organizzata in collaborazione con Gaslininsieme ets, la fondazione per il fundraising”. E ha continuato: “Il ricavato delle offerte contribuirà a sostenere la realizzazione del Nuovo Gaslini, un gesto semplice ma dal grande significato: acquistare un fiore che rappresenta il Gaslini, e con esso i suoi piccoli pazienti, le famiglia e gli operatori, sarà un modo concreto per contribuire ai grandi progetti dell’ospedale dei bambini di Genova. Il nostro grazie va ad Alberto Biancheri e a tutta la sua azienda, che hanno scelto di sostenere il Gaslini con un doppio regalo tanto simbolico quanto sostanziale”. A commentare la collaborazione anche Alberto Biancheri, titolare di Biancheri Creazioni: “La collaborazione affonda le radici nel 2011, quando sempre in occasione di Euroflora, l’azienda aveva dedicato la sua, allora innovativa, linea di ranuncoli PonPon® a tutti i bambini del Gaslini e realizzato un progetto di fundraising a favore dell’ospedale, che è durato 5 anni”. E ha continuato: “oggi siamo molto felici di aver sviluppato ulteriormente la collaborazione, dando il nome di questo amato ospedale a una nostra nuova varietà di ranuncolo PonPon®, scelto per la purezza del suo bianco e la sua forma tenera e giocosa, che d’ora in poi sarà commercializzato con il nome ‘Giannina’”.
Dalla spedizione di petali in Francia del nonno Duilio all’intuizione del figlio Antonio nell’importare bulbi dall’estero, la famiglia Biancheri ha fatto della floricoltura una vocazione. Negli anni ’80 Alberto avvia la ricerca su nuove varietà di ranuncoli e anemoni, unendo sperimentazione e miglioramento genetico. Nasce così Biancheri Creazioni, oggi azienda con oltre 12 ettari dedicati a produzione e ricerca. La vera forza dell’azienda resta il capitale umano: una squadra appassionata che rende possibile l’eccellenza.
Ripartire dalle radici
Nata nel 1975 proprio a Padova, e a Padova rimasta come suo luogo naturale, Flormart torna anche nel 2025 per confermare il legame profondo con uno dei territori a più alta vocazione florovivaistica del Paese. L’appuntamento è alla Fiera di Padova, dal 25 al 27 settembre: tre giorni per raccontare il presente e il futuro del settore, senza dimenticare una storia lunga mezzo secolo. “Flormart combina l’eredità di una grande storia con la capacità di trovare rispetto innovative alle nuove sfide del mercato e di guardare agli sviluppi futuri nel mondo del florovivaismo” ha detto Nicola Rossi, Presi dente di Padova hall. “Stiamo preparando un’edizione molto ricca, stiamo registrando già una buona risposta da parte di aziende e operatori. Sarà una vetrina unica di tutto ciò che di meglio offre la filiera del settore, una grande opportunità di rilancio econo mico per le nostre aziende e un’occasione unica di aggiornamento professionale per tutti gli operatori. Flormart è nata a Padova e continua a essere legata al suo territorio di origine”. Un territorio, quello padovano, che conta oltre 400 aziende florovivaisti che, di cui una cinquantina solo all’interno
del Distretto di Saonara. Un tessuto produttivo che da solo genera circa 75 milioni di euro di fatturato, cioè il 30% del totale regionale. Proprio il legame con questo distretto storico, fatto di aziende attive da generazioni, specializzate
Tra ricerca e miele: l’Alma Mater apre il suo primo apiario sperimentale
In concomitanza con la giornata mondiale delle api, il 20 maggio, è stato inaugurato il nuovo apiario sperimentale e didattico dell’Università di Bologna, all’interno del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari. Quattro alveari, protetti da una struttura di sicurezza, permetteranno a studentesse e studenti di osservare da vicino la vita delle api, approfondendo biologia e tecniche di apicoltura, oltre a produrre miele firmato Alma Mater. “Uno strumento fondamentale per la didattica e la ricerca, che arricchisce il nostro Orto Agrario” ha spiegato il professor Fabio Sgolastra, referente del progetto. L’iniziativa è stata realizzata anche grazie al supporto dell’apicoltore Zeid Nabulsi e dell’azienda Beebo.
Ricerca, passione e futuro
Dal 10 al 13 giugno torna il FlowerTrials, l’evento di ri ferimento per il mondo dell’ibridazione floreale e del la genetica ornamentale. Un appuntamento che ogni anno attira professionisti, coltivatori, designer, buyer e appassionati da tutto il mondo, pronti a scoprire in anteprima le novità che sbocceranno sul mercato nei mesi successivi. Le aziende leader del settore apri ranno le porte dei loro spazi espositivi distribuiti tra Olanda (Aalsmeer e Westland) e Germania (Regione della Renania), trasformando serre e vivai in gallerie d’arte vegetali. L’edizione 2025 promette di essere ancora più innovativa: non solo nuove varietà e ibridi, ma anche focus su sostenibilità, efficienza produttiva e impatto estetico. FlowerTrials è molto più di una fie ra: è una vetrina dove si sperimentano colori, forme e tecniche, è il punto d’incontro tra scienza, natura e creatività. Qui i fiori non sono semplici ornamenti, ma veri e propri strumenti di comunicazione visiva, pronti a influenzare interior design, eventi, moda e trend urban green. Visitare i FlowerTrials significa im mergersi in un mondo dove ogni petalo racconta una storia di ricerca, passione e futuro
Il ranuncolo è il bulbo estivo 2025
iBulb, programma di relazioni pubbliche promosso dall’unione olandese dei vivaisti e dei produttori di bulbi da fiore Royal Anthos, ha scelto come “Bulbo estivo dell’anno” il ranuncolo. Appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, il ranuncolo è una pianta ornamentale dai fiori vistosi e coloratissimi, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae. Originario dell’Asia, è ampiamente coltivato in giardini e balconi per la bellezza dei suoi petali sovrapposti, simili a piccoli pompon. I colori spaziano dal bianco al giallo, dal rosa al rosso fino al viola, regalando vivacità ovunque venga piantato. La coltivazione del ranuncolo è semplice: predilige un clima temperato e un terreno ben drenato, ricco di sostanza organica. I bulbi vanno interrati in autunno o a fine inverno, a circa 5 cm di profondità, con la parte appuntita verso il basso. Richiede esposizione soleggiata o mezz’ombra e annaffiature regolari, senza ristagni. La fioritura avviene in primavera, generalmente tra marzo e maggio, a seconda della zona. È perfetto anche come fiore reciso per composizioni floreali.
Composizioni di speranza
Da quasi 40 anni è tradizione che Piazza San Pietro in Vaticano, a Pasqua, venga decorata con composizioni floreali realizzate da coltivatori olandesi di bulbi e fiori recisi, insieme a diverse associazioni di produttori. Piet van den Burg, responsabile artistico del progetto, ha dato forma all’allestimento floreale insieme a tantissimi volontari grazie al sostegno economico di sponsor privati e pubblici, riuniti nella fondazione “Stichting Bloemenpracht”. I fiori, dopo essere stati benedetti da Monsignor Hans van den Henede, vescovo di Rotterdam e presidente della Conferenza Episcopale Olandese, sono arrivati a Città del Vaticano. L’allestimento di quest’anno è stato realizzato con i colori del logo del
Giubileo 2025: rosso, giallo verde e blu. Il blu è il colore della fiducia, della saggezza della pace, il verde simboleggia la nuova vita, la crescita e l’armonia. E ancora: il giallo è associato a gioia, felicità e luce divina, mentre il rosso rappresenta forza, passione, desiderio, amore e sacrificio. La palette cromatica si riflette nella scelta dei fiori, dai Delphinium alle Ortensie blu, dai toni dei crisantemi ai numerosi fiori a bulbo primaverili provenienti dal “Bollenstreek”, fino alle onde vellutate della Celosia cristata. Inoltre, un’attenzione particolare è stata riservata al fiore simbolo di questa edizione, il ranuncolo. Con i suoi petali leggeri questo fiore simboleggia la gioia del viaggio pieno di speranza.
Vasi, veri e propri strumenti di lavoro
Con il nuovo Regolamento UE 2025/40, è arrivata una buona notizia per il settore florovivaistico: i vasi utilizzati nel ciclo produttivo non saranno più considerati imballaggi, ma veri e propri strumenti di lavoro. Una distinzione importante, che li esclude dal pagamento del Contributo Ambientale CONAI (CAC). La norma accoglie così la proposta italiana, che da tempo chiedeva un riconoscimento formale di questa specificità. A chiarire ulteriormente la questione è arrivata anche una comunicazione ufficiale da parte di CONAI, indirizzata a Coldiretti, in cui si legge che “i vasi impiegati nei rapporti tra imprese come fattori produttivi vengono già esclusi dalla classificazione di imballaggi”, indipendentemente dal loro spessore. E con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento, questa esclusione verrà espressamente confermata. Una posizione che premia il pressing di Coldiretti, Filiera Italia e Assofloro, che da tempo si battono contro l’applicazione del contributo ambientale sui vasi. “È una vittoria per le imprese hanno commentato che potranno continuare a investire in qualità, innovazione e sostenibilità, senza dover affrontare ulteriori costi ingiustificati” hanno commentato.
Un bel promemoria
Nei giardini sperimentali di Jub Holland è stato svelato un bulbo gigante speciale intitolato “Family & Friends”. L’opera fa parte del progetto artistico Giant Tulip Bulbs, promosso dalla Gildemeesters Bollenstreek Foundation. A compiere la cerimonia di svelamento è stata la più giovane generazione della famiglia Uittenbogaard, oggi arrivata alla quinta generazione dell’azienda floricola. Il bulbo è stato posizionato in lungo simbolico e il nome è un omaggio alle persone che stanno dietro all’azienda, ma è anche un caloroso benvenuto per chiunque visiti la realtà di Jub e la regione della Bollenstreek. Il bulbo, realizzato dall’artista Leontine van der Klugt, è dipinto
di giallo dorato, richiamato al valore della famiglia, delle tradizioni e dell’artigianato, decorato con tulipani vivaci lungo la “linea della crescita”, che simboleggia la forza del legame nella famiglia tramandati dalle varie generazioni. “Family & Friends” diventa così un vero e proprio promemoria di ciò che definisce davvero la Bollenstreek: connessione e fioritura. “Questo bulbo viene letteralmente dal cuore della regione. Siamo orgogliosi di essere qui con la quinta generazione” ha affermato Jaap-Jan Uittenbogaard, direttore di Jub Holland. “È un modo per collegare passato, presente e futuro attraverso un simbolo fiorente di ospitalità”.
Doppio riconoscimento per Plantipp al Chelsea Flower Show
Plantipp ha ottenuto un prestigioso doppio riconoscimento al Chelsea Flower Show 2025, con il Philadelphus Petite Perfume Pink che si è aggiudicato il titolo di “RHS Plant of the Year 2025”. Questa vittoria celebra il lavoro di Alan Postill, con la pianta esposta dal Sparsholt College e distribuita da Hillier Nurseries Ltd. Il Petite Perfume Pink rappresenta una vera rivoluzione nel mondo dei Philadelphus, essendo la prima varietà davvero rosa mai commercializzata. I suoi boccioli rosa intenso si aprono in fiori profumati con petali che sfumano dal rosa pallido all’esterno al rosa scuro al centro. Il successo è completato dal secondo posto condiviso ottenuto dall’ Hosta ‘Silly String’ , altra introduzione gestita da Plantipp, apprezzata per il fogliame ondulato e le tonalità blu primaverili.
Il cuore nascosto del florovivaismo
AIPSA e le principali associazioni del settore florovivaistico lanciano un Manifesto condiviso per valorizzare il ruolo dei materiali alla base della coltivazione. Un documento che spiega perché sono fondamentali per agricoltura, riforestazione e verde urbano di Penelope Moran
Il Manifesto Substrati e loro utilizzo ed è stato promosso da AIPSA, l’Associazione Italiana Produttori di Substrati di coltivazione e Ammendanti, con il supporto delle principali realtà del settore florovivaistico nazionale. Un documento condiviso che nasce dall’esigenza di raccontare cosa sono realmente i substrati, perché sono fondamentali per l’agricoltura, la riforestazione, il verde urbano e il benessere sociale, e perché è necessario valorizzarli come risorsa strategica per il futuro.
PARTIAMO DALLE BASI
Cos’è un substrato? È un materiale diverso dal suolo naturale, utilizzato per coltivare piante e funghi. In ambito tecnico è spesso chiamato “substrato di coltivazione”, ma nel linguaggio comune viene indicato come terriccio. I substrati sono impiegati per colture orticole, floricole, frutticole, arboree, arbustive e ornamentali, e sono utilizzati tanto nel florovivaismo professionale quanto nella paesaggistica e nel giardinaggio amatoriale. Coltivare su substrato, in ambienti controllati come le serre, è oggi una tecnica altamente innovativa: consente di aumentare la produttività utilizzando meno risorse. Si riduce l’impatto delle condizioni meteorologiche, migliora l’efficienza di acqua, concimi e agrofarmaci e si
ottengono coltivazioni più sostenibili, con minore consumo di suolo e migliori condizioni di lavoro per gli operatori.
UN RUOLO CENTRALE
Il Manifesto sottolinea il ruolo centrale dei substrati in alcuni ambiti strategici. Nella riforestazione e nel rinverdimento urbano , substrati di alta qualità sono essenziali nella fase iniziale dello sviluppo delle piante. Un solo metro cubo di substrato può produrre fino a 7.500 piante di pino, pari a 2,5 ettari di nuova foresta. Le città verdi migliorano la qualità dell’aria, favoriscono la mitigazione del clima e contribuiscono alla salute mentale delle persone. Nel settore orticolo, la coltivazione in pieno campo dipende quasi del tutto dalla produzione in vivaio, che utilizza substrati specifici. In Italia, che è il terzo paese al mondo per la produzione di pomodoro da industria (oltre 68.000 ettari coltivati), un
metro cubo di substrato consente di ottenere 56.000 piante di pomodoro, pari a 2 ettari di coltivazione. Anche il verde amatoriale ha una valenza sociale e urbana. Non è solo un hobby, ma un’attività che migliora la qualità della vita e l’estetica dei luoghi. Più verde equivale a quartieri più vivibili e anche più sicuri: ogni 10% in più di aree verdi corrisponde a una riduzione della criminalità del 2%.
PROPRIETÀ CHIAVE
Ma cosa rende un substrato davvero efficace? Il Manifesto lo spiega attraverso le sue proprietà chiave:
Cos’è un substrato? È un materiale diverso dal suolo naturale, utilizzato per coltivare piante e funghi. In ambito tecnico è spesso chiamato “substrato di coltivazione”, ma nel linguaggio comune viene indicato come terriccio.
STORIE DI SETTORE
Manifesto
• Fisiche: devono supportare la pianta mantenendo uno spazio ottimale per aria e acqua, elementi fondamentali per la respirazione e l’assorbimento dei nutrienti.
Il substratimanifesto coltivazionediè un progetto aperto ad altre nuove e possibili collaborazioni.
• Chimiche: devono favorire un corretto bilanciamento dei sali nutritivi e garantire la stabilità del substrato nel tempo.
• Biologiche: devono essere privi di parassiti, patogeni e funghi dannosi, ma possono contenere microrganismi benefici per la crescita della pianta.
• Disponibilità e garanzie: il substrato deve essere sempre reperibile, in quantità sufficiente e con caratteristiche costanti nel tempo.
• Sostenibilità e rinnovabilità: ogni materiale ha un’impronta ambientale, ma una scelta consapevole consente di massimizzare l’efficienza e ridurre l’impatto complessivo, considerando l’intero ciclo di produzione vegetale, dalla coltivazione alla destinazione finale.
O ggi, l’industria dei substrati rappresenta un comparto significativo in Europa, con 3 miliardi di euro di fatturato e 11.000 posti di lavoro diretti. Un settore strettamente legato alla filiera orto-florovivaistica europea, che genera 60 miliardi di euro e impiega 750.000 persone.
I l Manifesto è stato sottoscritto da AIPSA, Associazione Florovivaisti Italiani – CIA, Assofloro, AICG – Associazione Italiana Centri di Giardinaggio, ANVE – Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori, Associazione Florovivaisti Veneti e dal Distretto Florovivaistico della Liguria, oltre alla nostra Casa Editrice, Myplant & Garden, Fondazione Minoprio e GreenItaly. Un’alleanza per portare all’attenzione delle istituzioni l’importanza dei substrati come fondamento tecnico, ambientale ed economico delle nostre strategie verdi.
Il sondaggio AIPSA: cosa pensano coltivatori e rivenditori
AIPSA, in collaborazione con Agriflortec e greenup, ha condotto un sondaggio nazionale tra coltivatori e rivenditori per fotografare lo stato del settore e tracciare le sfide future. Ecco i principali risultati:
• Qualità del prodotto: per i coltivatori conta la materia prima (torba in primis), per i rivenditori è fondamentale la praticità d’uso per il cliente finale.
• Sostenibilità: manca una definizione condivisa. C’è chi la associa a prodotti naturali e chi alla riciclabilità delle materie prime.
• Innovazione: il concetto è percepito in modo confuso. Alcuni vorrebbero una semplificazione dell’offerta più che nuove soluzioni tecniche.
• Normative: oltre l’80% degli intervistati si aspetta cambiamenti legislativi, ma senza avere chiara la direzione o l’impatto. Serve più formazione.
• Materie prime alternative: crescono dubbi e difficoltà nella gestione di materiali diversi dalla torba. I coltivatori sono più informati dei rivenditori, ma restano incertezze diffuse.
• Punto vendita: la disposizione dei prodotti e la formazione del personale sono fattori determinanti per la vendita. Il cross-selling è visto come strategia utile.
• Grande distribuzione: percepita da alcuni come minaccia per la qualità e il prezzo, da altri come non rilevante.
• Formazione: tema centrale per l’intera filiera, per colmare le lacune tecniche e aumentare la consapevolezza degli utenti finali. Dal sondaggio emerge l’urgenza di un linguaggio comune, di un confronto continuo tra attori della filiera e un maggiore coinvolgimento del consumatore nelle scelte sostenibili.
substrati di coltivazione:
Produzione alimentare sostenibile, riforestazione, rinverdimento urbano, benessere e socialità
I substrati di coltivazione sono materiali diversi dal suolo in situ nel quale vengono coltivate piante e funghi
Cos’è un substrato?
I substrati di coltivazione sono materiali diversi dal suolo nel quale vengono coltivate piante e funghi –più comunemente conosciuti come terriccio o substrati, vengono utilizzati per coltivare una vasta varietà di piante, orticole, floricole, frutticole, arboree, arbustive e ornamentali. Sono impiegati nell’orto-florovivaismo professionale, nella paesaggistica e nel giardinaggio amatoriale.
SUBSTRATI
Utilizzati per coltivare una vasta varietà di piante, orticole, floricole, frutticole, arboree, arbustive e ornamentali
Impiegati nel florovivaismo professionale, nella paesaggistica e nel giardinaggio amatoriale
Il ruolo dei substrati di coltivazione
Coltivare nei substrati di coltivazione, in ambiente controllato (come ad es. in serra), è un sistema altamente innovativo per la coltivazione di piante, che consente una produzione alimentare più sostenibile ed efficiente in termini di utilizzo dello risorse: le condizioni meteorologiche hanno un impatto ridotto o addirittura nullo e l'uso di acqua, concimi e agrofarmaci può essere ridotto notevolmente senza effetti sulla produttività, per cui si produce di più utilizzando meno risorse. La coltivazione in substrato, inoltre, riduce l'impatto sull’uso del suolo, richiede minore manodopera e migliora le condizioni di lavoro.
SUBSTRATI NELL’UNIONE EUROPEA
11.000
posti di lavoro diretti per l’industra dei substrati in Europa
3 Mld
di € di fatturato annuo per l’industra dei substrati in Europa
60 Mld
di € è il valore della filiera orto-florovivaistica europea
750.000
posti di lavoro diretti per nella filiera orto-florovivaistica europea
VANTAGGI
DELLA COLTIVAZIONE IN SUBSTRATO
Maggiore sostenibilità: meno consumo di acqua, maggiore efficacia nell’uso di concimi e agrofarmaci
Migliori condizioni di lavoro: alta professionalità degli operatori e più efficienza
Meno impatto del clima: coltivazione in serra e ambiente controllato
Meno uso del suolo: produzione intensiva senza depauperare i terreni
ESEMPI PRATICI
Riforestazione e rinverdimento urbano
Città più verdi migliorano la qualità dell'aria, aiutano la mitigazione del clima e migliorano la salute mentale dei cittadini dell'UE. Con un 1 m3 di substrato, si producono 7500 giovani piante di pino, circa 2,5 ha di nuova foresta.
Produzione orticola
La produzione orticola nel nostro Paese è un eccellenza. L’Italia è il terzo paese mondiale per la produzione del pomodoro da industria (ettari in produzione 68.4871), con un 1 m3 di substrato, si producono 56.000 giovani piante di pomodoro, circa 2 ha.
PROPRIETÀ
PRINCIPALI DEI SUBSTRATI
Proprietà fisiche (l’acqua si può dare ma l’aria no!)
Verde amatoriale, più di un hobby
La cura del verde ha effetto sul benessere e incide positivamente sull’estetica degli appartamenti che diventano più vivibili e aumentano di valore economico. Ogni 10% incrementale di verde corrisponde un calo della criminalità del 2%.
I substrati di coltivazione devono essere abbastanza strutturati da supportare la pianta mantenendo allo stesso tempo spazio sufficiente per aria e acqua. Le piante necessitano di una determinata quantità di aria intorno alle radici per respirare e di acqua per facilitare l'assorbimento dei nutrienti e consentire il drenaggio.
Proprietà chimiche
Le proprietà chimiche di ogni substrato di coltivazione possono variare significativamente e devono essere adatte alla pianta specifica che viene coltivata. Ad esempio, il pH (acidità) determina la velocità e la disponibilità con cui i nutrienti e i sali vengono assorbiti dalla pianta.
Proprietà biologiche e Sicurezza
È importante che i substrati di coltivazione siano privi di parassiti, patogeni microbici e fungini che potrebbero danneggiare la crescita della pianta o la salute umana. Ricordando però che, la presenza di microrganismi benefici può migliorare la crescita delle piante.
Disponibilità e Garanzie
I substrati di coltivazione devono fornire garanzie sia in termini di fornitura che di qualità. Ogni coltivatore deve essere sicuro che ci sia una quantità sufficiente di substrato e che sia disponibile nei momenti giusti, avendo al contempo in modo affidabile le stesse proprietà fisiche, chimiche e biologiche.
Sostenibilità e Rinnovabilità
Ogni substrato di coltivazione ha un'impronta ambientale. Scegliere il miglior substrato per una coltura consente di massimizzare l'efficienza nell’utilizzo, riducendo così gli impatti ambientali. Le maggiori riduzioni derivano dal considerare non solo il substrato di coltivazione, ma l'intero ciclo di vita della produzione vegetale, considerando il contributo anche della pianta prodotta.
IL MANIFESTO SUBSTRATI DI COLTIVAZIONE È UN DOCUMENTO CONDIVISO DA
Il settore florovivaistico non è solo un comparto economico di rilievo, ma gioca anche un ruolo fondamentale per l’ambiente e la salute delle persone. Dal 2020 ad oggi, le imprese florovivaistiche italiane hanno dovuto fronteggiare numerose difficoltà, aggravate dalla pandemia di Covid19 e dalla guerra. Ecco i principali numeri del settore di Bianca Ferraris
Secondo Eurostat, nel 2024 il valore del settore florovivaistico nell’UE-27 ha raggiunto i 24,5 miliardi di euro, con un incremento dell’1% rispetto all’anno precedente. L’Italia si posiziona al terzo posto con
3,3 miliardi di euro, dietro Paesi Bassi e Spagna. Tuttavia, il settore ha registrato una contrazione nei volumi prodotti (-12,3% per l’UE e -6,1% per l’Italia), bilanciata dall’aumento dei prezzi (+40,5% UE, +39,4% Italia), legato
anche all’inflazione. I principali esportatori europei sono i Paesi Bassi, con il 71,5% dell’export, seguiti da Italia (7,2%) e Germania (5,4%). La bilancia commerciale dell’UE-27 rimane positiva con un saldo di 4,7 miliardi di euro. Le esportazioni di prodotti florovivaistici sono cresciute del 75,3% negli ultimi dieci anni, segno di un comparto in continua espansione.
COSA SUCCEDE IN ITALIA?
L’Italia conta circa 19.000 imprese florovivaistiche, suddivise tra vivai (9.356) e produttori di piante ornamentali e fiori (11.855). La Toscana guida la produzione nazionale (31,2%), seguita da Liguria (14,2%) e Sicilia (9,6%). Dal 2020 al 2024, il settore ha visto una crescita del valore della produzione (+30,8%), grazie all’aumento dei prezzi, mentre i volumi sono calati. Le aziende italiane si dividono tra piccole realtà con fatturati inferiori ai 100.000 euro (60,4%) e imprese più strutturate, specialmente nel vivaismo, dove circa il 10% delle aziende supera i 500.000 euro di fatturato annuo. Un altro elemento rilevante è l’impatto del settore sulla sostenibilità ambientale. Il florovivaismo contribuisce in modo significativo all’assorbimento di CO2 e altre sostanze inquinanti, migliorando
STORIE DI SETTORE
Numeri e dati
la qualità dell’aria nelle aree urbane e periurbane. Studi dimostrano inoltre che la presenza di piante e fiori negli ambienti di lavoro e domestici favorisce il benessere psicologico e riduce lo stress.
FUORI DAI CONFINI NAZIONALI
Nei primi nove mesi del 2024, il commercio florovivaistico italiano ha registrato un aumento del 5% nelle esportazioni, ma un incremento delle importazioni del 31,4%, riducendo il saldo della bilancia commerciale del 20,3%. I principali acquirenti di prodotti italiani sono Francia (20% dell’export), Paesi Bassi (17%) e Germania (16,4%). I Paesi Bassi sono anche il principale fornitore per l’Italia, seguiti da Francia e Spagna.
BOOM PER LE PIANTE IN VASO
Le piante in vaso sono la categoria in maggiore espansione, rappresentando il 36% delle esportazioni e il 36% delle importazioni italiane di prodotti flo-
Centro Studi Divulga
rovivaistici. Il vivaismo, che copre il 14% dell’export italiano, ha registrato un calo della bilancia commerciale del 15,6%, segno di una maggiore dipendenza dalle importazioni.
INCREMENTO DEI COSTI E RIDUZIONE DELLA REDDITIVITÀ
Le difficoltà principali per le imprese florovivaistiche italiane riguardano l’incremento dei costi energetici (+83% rispetto al 2020) e dei fertilizzanti (+45%), oltre a una generale riduzione della redditività. Il 61% delle imprese segnala un reddito inadeguato, mentre il 44% valuta negativamente l’andamento del settore. Uno dei principali problemi segnalati dalle aziende riguarda l’elevata concorrenza dei prodotti stranieri a prezzi più bassi. Il 35% delle aziende ritiene che i consumatori apprezzino i prodotti italiani per la loro qualità, ma solo il 9% rileva una maggiore propensione all’acquisto di produzioni straniere. L’84% degli imprenditori è
“Crediamo che la conoscenza sia il vero fattore strategico di chi vuole agire con competenza e concretezza. Da queste basi nasce il Centro Studi Divulga che si avvale di un team multidisciplinare formato da professionalità del mondo accademico, delle imprese e delle istituzioni comunitarie e nazionali.
Tutto ciò che riguarda la vita delle imprese e quella delle famiglie può costituire interesse da analizzare mediante rapporti, focus, paper, sondaggi e note esclusive sui nuovi equilibri di un Mondo sempre più integrato e difficilmente interpretabile nella sua evoluzione” Per maggiori informazioni: www.divulgastudi.it
Il 61% delle imprese segnala un reddito inadeguato, mentre il 44% valuta negativamente l’andamento del settore
favorevole alla valorizzazione del Made in Italy per rafforzare la competitività. Un altro tema cruciale è il cambiamento climatico, che ha un impatto significativo sul settore. Le variazioni delle temperature e l’aumento delle fitopatologie richiedono innovazioni nella coltivazione e nella gestione delle colture. Il settore si sta adattando con tecniche avanzate di coltivazione sostenibile e l’uso di specie più resistenti alle nuove condizioni climatiche.
LA FLORITERAPIA
PER IL BENESSERE E LA SALUTE MENTALE
Oltre agli aspetti economici e ambientali, il florovivaismo ha un impatto positivo sulla salute delle persone. Diversi studi evidenziano i benefici delle piante sulla riduzione dello stress, l’aumento della produttività e il miglioramento della qualità della vita. La floriterapia sta guadagnando popolarità come pratica di supporto per la salute mentale e il benessere emotivo. Le piante non solo migliorano l’umore, ma possono anche favorire la creatività e la concentrazione. Inoltre, il verde urbano aiuta a ridurre l’inquinamento atmosferico, migliorando la salute pubblica e contribuendo alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. Il florovivaismo italiano si trova di fronte a sfide complesse, ma offre anche importanti opportunità di crescita. Le aziende dovranno puntare su strategie di marketing efficaci per promuovere il Made in Italy e adottare tecnologie sostenibili per affrontare i cambiamenti climatici e le nuove dinamiche di mercato.
Numeri e dati
I l florovivaismo tra dati e tendenze
Il settore è importante perché:
• Rilevante per l’economia, l’ambiente e la salute
• Contribuisce all’assorbimento di CO2 e al benessere psicologico
Il suo valore (2024 - ue-27)
• Valore totale: 24,5 miliardi € (+1% rispetto al 2023)
• Italia al 3° posto con 3,3 miliardi €
• Principali esportatori:
Paesi Bassi (71,5%)
Italia (7,2%) Germania (5,4%)
• Esportazioni europee cresciute +75,3% negli ultimi 10 anni
L’ITALIA IN CIFRE
19.000 imprese:
• Vivai: 9.356
• Produttori di piante ornamentali e fiori: 11.855
Principali regioni produttrici:
• Toscana (31,2%)
• Liguria (14,2%)
• Sicilia (9,6%)
Crescita del valore della produzione +30,8% (2020-2024)
• Necessarie innovazioni nelle tecniche di coltivazione
• Uso di specie più resistenti
TREND DI MERCATO
• PIANTE IN VASO: 36% DELL’EXPORT E DELL’IMPORT
• VIVAISMO: 14% DELL’EXPORT, MA
Difficoltà del settore
Costi in aumento:
• Energia +83% dal 2020
• Fertilizzanti +45%
Redditività in calo:
• 61% delle imprese segnala reddito inadeguato
• 44% valuta negativamente il settore
Concorrenza straniera:
• 35% riconosce l’apprezzamento del Made in Italy
• Solo 9% rileva un aumento di acquisti di prodotti esteri
• 84% favorevole a valorizzare il Made in Italy
PROSPETTIVE FUTURE
• PUNTARE SU MARKETING EFFICACE PER IL MADE IN ITALY
• ADOTTARE TECNOLOGIE SOSTENIBILI PER AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
• SVILUPPO DI NUOVE STRATEGIE PER COMPETERE A LIVELLO INTERNAZIONALE
Tra premi, sostenibilità e nuove sfide: il futuro è sempre più verde
La XII Edizione di Euroflora si è conclusa dopo 11 giorni. Negli oltre 85mila metri quadrati di spazio espositivo a Genova, nel nuovo Waterfront di Levante, la protagonista assoluta è stata la natura, con il tema della “Rinascita” a fare da filo conduttore. Un’edizione che, tornata a Genova, ha registrato una forte presenza di giovani e giovanissimi e ha visto l’esposizione di 154 giardini realizzati lungo i 4 chilometri dell’intera area espositiva, da piazzale Kennedy al Padiglione Blu di Benedetta Minoliti
RICONOSCIMENTI, NUOVI DISTRETTI E UN BILANCIO POSITIVO
In chiusura di Euroflora 2025 sono stati consegnati i premi ai vincitori dei 254 concorsi, tra concorsi d’onore, tecnici ed estetici (con un montepremi complessivo di oltre 150mila euro). Il premio speciale Giovanni Robiglio, destinato all’espositore che ha ottenuto il maggior numero di premi, è stato assegnato a Vivai Castagno & C. di Torino, storico espositore della manifestazione presente sin dalla prima edizione, nel 1966. Per quanto riguarda invece il Premio Ars Urbana Luca Nannini,
nella sezione dedicata ai talenti under 30, il primo premio è stato conferito al “Progetto Verde Innocentia” ideato da Martina Coniglio. Per quanto riguarda, invece, la categoria over 30, il primo premio è stato assegnato al “Progetto Wild Flowers” di Giulia Sasso e Cecilia Francesca Galli Passerini. La giuria, inoltre, ha voluto dedicare una menzione speciale per il miglior gesto artistico al “Progetto Thaumasta, Le Cose Meravigliose” di Daniele Pilla. Infine, nell’ambito del concorso Ars UrbanaUnder 30, il Premio Annalisa Maniglio Calcagno è stato conferito al progetto “Natura Naturans” di Lorenza Ferrari,
COLLETTIVE REGIONALI E GRAN PREMIO D’ONORE
A spiccare è la Regione Liguria, che a Euroflora 2025 ha ottenuto 39 Primi Premi e tre Menzioni Speciali. A seguire la Regione Campania, che ha collezionato in totale 19 premi e 3 menzioni speciali, le Marche con il Gran premio d’onore, 17 premi e una menzione speciale per “la capacità di ricreare un ambiente mediterraneo ricco di biodiversità”. Antonio De Luca Farms, vincitore del Gran Premio d’Onore per le grandi esposizioni estere, ha collezionato 15 premi e menzioni. Diversi riconoscimenti anche per Coldiretti, come il Premio Gigliola Genta per “l’esposizione che meglio esprime un’idea attraverso un’armonia di piante, fiori e arredi” e il Premio Antonella Matacera per l’esposizione più votata dalla stampa accreditata. E ancora: una Menzione Speciale della Giuria per il progetto “Il Bosco che Respira”.
MARCHE, IL DISTRETTO FLOROVIVAISTICO È REALTÀ
La Regione Marche, in occasione di Euroflora, ha ufficializzato la nascita del suo Distretto Florovivaistico. Un risultato che rappresenta un punto di svolta per il comparto agricolo marchigiano e
Deila di Fiordo, Alice di Giannantonio ed Emma Franco.
la conclusione di un percorso condiviso tra istituzioni, imprese e rappresentanze professionali. “Con la presentazione ufficiale del Distretto Florovivaistico delle Marche a Euroflora 2025 abbiamo posto un tassello fondamentale nella strategia di rilancio e valorizzazione di un settore che esprime eccellenze produttive, radici profonde nel territorio e grandi potenzialità per lo sviluppo soste-
nibile e l’occupazione per l’intero sistema agricolo marchigiano” ha dichiarato Andrea Maria Antonini, assessore regionale all’Agricoltura. “I dati raccolti nelle fasi preliminari hanno confermato che il Distretto Florovivaistico delle Marche possiede tutti i requisiti richiesti, candidandosi come modello nazionale e dimostrando la vitalità e la coesione del tessuto produttivo regionale”. La Regio-
ne Marche vanta una solida tradizione nel settore florovivaistico: coltivazioni di alloro, oleandro, leccio, pitosforo e molte altre essenze floricole, arboree e arbustive hanno storicamente caratterizzato il paesaggio agrario marchigiano, che si distinto per qualità biodiversità e attenzione all’ambiente.
GIARDINO INFINITO
Grande successo per le Marche durante quest’ultima edizione di Euroflora. Oltre alla presentazione del Distretto Florovivaistico, la regione ha ottenuto il Gran Premio d’Onore per la miglior partecipazione collettiva con oltre 400 mq di allestimento. Lo stand “Le Marche, Giardino Infinito” è ispirato al Colle dell’Infinito di Recanati e ha ottenuto anche il Premio d’Onore per la partecipazione con prevalenza di piante arboree e arbustive e una Menzione speciale per l’originale ricostruzione di un ambiente mediterraneo arricchito dal legame tra natura e artigianato.
STORIE DI SETTORE
Floralies
GRANDE SODDISFAZIONE
“Il bilancio quali-quantitativo di Euroflora 2025 è più che positivo. Abbiamo colto la sfida del ritorno nella sede originaria, profondamente trasformata grazie al progetto di Renzo Piano, con il debutto a fini espositivi dell’area centrale del Palasport e delle aree del futuro parco urbano di piazzale Kennedy” ha affermato Mauro Ferrando, presidente di Porto Antico di Genova Spa. “Abbiamo osato scegliendo un progetto, realizzato dall’architetto Matteo Fraschini del gruppo Urges Valagussa, ad alta sostenibilità caratterizzato da allestimenti in materiale altamente riciclabile, legno e cartone, rispetto di tutte le normative di sicurezza attuali. Più di tutto abbiamo voluto proporre un Euroflora ricca di contenuti innovativi e di interattività. Le presenze hanno sfiorato quota duecentomila con picchi nel periodo tra il 24 e il 30 aprile”