Greenup 220

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NEW GENERATION

PIERVITTORIO FACCO Finco Agricoltura
EMANUELE CIOTOLA Green Paradise
TOMMASO PIO LA MURA Garden Foggia
ELISA BOARINI Corte dei F iori
RAFFAELE RIMOLDI Studente
LISA GURINI Vivai Gurini
FATIMA PÉREZ Studentessa

FIORENZO, L’ESPERTO DIGITALE

CHE SEMPLIFICA LA CURA DELLE PIANTE

Un assistente intelligente per aiutare clienti e rivenditori a scegliere i prodotti giusti in modo semplice, veloce e professionale

Nel mondo del giardinaggio, orientarsi tra i tanti prodotti disponibili può essere complicato, soprattutto per chi è alle prime armi. Per questo nasce Fiorenzo, l’esperto della gestione integrata , un vero alleato per chi cerca soluzioni efficaci per la salute delle piante. Fiorenzo è un configuratore intel ligente pensato per semplificare il processo di vendita e consulenza nei punti vendita specializzati. Grazie a un percorso guida to, accompagna il cliente verso la scelta del prodotto più adatto, rendendo l’esperienza d’acquisto più serena e soddisfacente.

COME FUNZIONA?

È tutto molto semplice. Il cliente scansiona un QR code, compila un test rapido e intuitivo e scopre immediatamente quale problema affligge la sua pianta. In base alle risposte, Fiorenzo consiglia il trattamento più adatto, suggerendo i prodotti a marchio VerdeVivo e ADAMA Home & Garden . Al termine del processo, il cliente riceve una scheda personalizzata in PDF con tutte le informazioni utili e le indicazioni per l’uso corretto dei prodotti.

PERCHÉ I CLIENTI

LO APPREZZANO?

• È intuitivo, veloce e affidabile

richieste di assistenza

• Sostiene il personale nei mo menti di maggiore affluenza

• Valorizza il punto vendita con un servizio innovativo, utile e professionale

VISIBILITÀ E MATERIALI A SUPPORTO

Esporre Fiorenzo nel reparto significa avere un assistente in più, sempre pronto a offrire la risposta giusta. Per questo sono disponibili diversi materiali pensati per facilitarne l’introduzione:

• Volantino informativo

• Cartonato alto 170 cm (su richiesta)

• Adesivi trasparenti

• Li guida passo dopo passo con semplicità

• Migliora l’esperienza d’acquisto, trasformandola in un momento informativo e coinvolgente

UN VANTAGGIO ANCHE

PER I RIVENDITORI

Fiorenzo non è solo uno strumento per il cliente, ma anche un valido supporto per i rivenditori:

• Aiuta i clienti a orientarsi in autonomia, riducendo le

• Stopper da scaffale (30x20 cm)

UN KIT PENSATO PER IL RIVENDITORE

Per rendere ancora più efficace la presenza di Fiorenzo, i rivenditori ricevono un kit di presentazione completo, che include:

• Un portapenne personalizzato

• Un volantino illustrativo

• Un block notes

• Adesivi promemoria

• Un righello brandizzato

Fiorenzo non è solo uno strumento, ma un nuovo modo di offrire valore al cliente e rafforzare l’immagine del punto vendita. Un assistente discreto, ma sempre efficace: pronto a semplificare la cura delle piante.

FIORENZO NON È SOLO UNO STRUMENTO, MA UN NUOVO MODO DI OFFRIRE VALORE AL CLIENTE E RAFFORZARE L’IMMAGINE DEL PUNTO VENDITA

Editoriale /

UNO SPAZIO IN CUI IL TEMPO RALLENTA

Instagram/ FRA_SETTE

ED.LAB.VERDE

In questo numero di greenup ci proiettiamo ancora una volta verso il futuro, ormai come ogni anno per il fascicolo di aprile/maggio. Un numero che mette l’accento sulle nuove generazioni, perché in esse riconosciamo non solo creatività e curiosità, ma soprattutto una forte spinta alla speranza .

Per chi oggi guarda al mondo del verde con occhi nuovi, il Garden Center non è più

soltanto un punto vendita, ma si configura come uno spazio poliedrico, capace di superare i confini della semplice attività commerciale. Con i protagonisti della nostra cover story vogliamo provare a superare logiche troppo schematiche e far emergere il centro di giardinaggio come un’oasi di benessere, dove giardinaggio, arte e design d’interni dialogano con le tecnologie più avanzate. Pensiamo a un luogo in cui, tra una pianta e l’altra, si coltivano relazioni ed esperienze: workshop creativi, installazioni temporanee, performance dal vivo, incontri con progettisti e artisti. Un’idea di centro in costante evoluzione, che si adatta alle innovazioni green, alle nuove esigenze abitative, all’impiego della tecnologia nella progettazione degli spazi verdi.

Il centro di giardinaggio diventa così un punto di riferimento culturale, sociale ed esperienziale. Non più soltanto scaffali e reparti stagionali, ma un luogo d’incontro, apprendimento e ispirazione. Uno spazio in cui il tempo rallenta e ogni visita si trasforma in un momento da ricordare, da condividere, da portare con sé. È questa la nuova dimensione verso cui si orientano le generazioni emergenti: un Garden Center come luogo vivo, che ispira idee, stimola la creatività e favorisce una connessione autentica con la natura e con la propria interiorità.

Per Piervittorio, Tommaso, Elisa, Emanuele, Raffaele, Lisa e Fatima, testimoni della nostra copertina, conta soprattutto il contenuto: ciò che si può vivere, sperimentare e poi raccontare. È l’esperienza, più dell’acquisto, a definire oggi il valore di un moderno Garden Center. In queste pagine troverete storie, progetti e visioni che dimostrano quanto il nostro settore sia in continua trasformazione, pronto a interpretare e integrare cambiamenti e nuove esigenze.

g Sommario /

040 016

048

PRIMO PIANO TENDENZE

011 Per cifo

Radici forti e germogli vitali

016 Cover Story

New GenerationIl futuro che ci aspetta servizio di Francesco Tozzi, testi di Alice Nicole Ginosa e Benedetta Minoliti, foto di Mauro Consilvio

Le nuove generazioni di gardenisti, professionisti e studenti si raccontano in questa quinta edizione di New Generation.

048 Ispirazione

Forme, colori e desideri per il 2026 di Benedetta Minoliti, foto di Flower Council Of Holland

052 Spazio pubblico

Ripensare il verde di Stefania Medetti

055 Prodotti

Ecco Terrarium, la novità della gamma Pocket di Bianca Ferraris

057

057 Settore

Tra resilienza e rilancio di Bianca Ferraris

060 Europa

Il giardinaggio europeo secondo i dati di Alice Nicole Ginosa

066 Community

La passione di divulgare colloquio con Pietro Bruni di Francesco Tozzi

Allegato a questo numero, l'edizione 2025 del tabloid di Verdevivo. Puoi leggerlo qui

www.laboratorioverde.net / 220 maggio 2025

Direttore responsabile

Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net

In redazione

Alice Nicole Ginosa (responsabile), Benedetta Minoliti, Nicolò De Rossi / redazione@laboratorioverde.net

Grafica

Daniela Francescon / daniela.francescon@gmail.com

Collaboratori

Jessica Bertoni, Erica Cherubini, Mauro Consilvio (fotografo), Bianca Ferraris, Alessandro Fornasaro, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Filippo Terragni, Filippo Tommaseo

Produzione e segreteria

Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net

Promozione e sviluppo

Stefano Carlin / s.carlin@laboratorioverde.net

Stampa Alcione by Pixartprinting Via Galileo Galilei 47 38015 Lavis (TN)

Direzione, redazione e amministrazione Via E. Cosenz 35, 20158 Milano, Tel. 02 42448445

MERCATI

069 Italia

Tra premi, sostenibilità e nuove sfide: il futuro è sempre più verde di Benedetta Minoliti

073 AI

"Chiedi a noi!", il chatbot che rivoluziona il giardinaggio sostenibile di Bianca Ferraris

RUBRICHE

007 Editoriale di Francesco Tozzi

012 Greenshop

Il meglio in primo piano

036 Brevi dal mercato

040 Visual idea Creare un’esperienza

interattiva: “Trova l’intruso” di Erica Cherubini

077 Progetti

Un campo-catalogo firmato Blumen e Fondazione Minoprio di Bianca Ferraris 060

www.laboratorioverde.net info@laboratorioverde.net

042 Alla voce… Piante sacre, parole vive di Nicolò De Rossi

044 Aipsa Informa

Il mondo vegetale attraverso lo sguardo dell’arte in collaborazione con Aipsa

046 #sisboccia

La primavera non basta di Alessandro Fornasaro

081 Racconti dal garden

Dalle stelle alle stelline di Jessica Bertoni

Greenup sostiene AICG

Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior

Amministratore unico

Francesco Tozzi

Segreteria generale

Katiuscia Morello

Greenup è una rivista di Edizioni

Laboratorio Verde srls.

Fanno parte della stessa casa editrice: • Agriflortec • IL giardiniere

• Agenda del verde • Calendario del verde

• I Quaderni di greenup • FIORItales • floorewall.com • F&W magazine

Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

GreenUp, periodico registrato: autorizzazione del Tribunale di Milano n.64 del 27/1/1999 - n. R.o.c. 2232, delibera del 30/06/2001. La pubblicazione o la stampa di articoli e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su GreenUp sono sotto la responsabilità degli autori. www.laboratorioverde.net issuu.com/edizionilaboratorioverde

Abbonamento da 7 numeri: 25,00 Euro

RADICI FORTI E GERMOGLI VITALI

Da 60 anni Cifo nutre il futuro del giardinaggio con passione e innovazione, offrendo soluzioni naturali e di qualità proprio come Algatron e Sinergon Plus

Nel dinamico mondo del giardinaggio, proprio come una pianta robusta affonda radici profonde per resistere alle intemperie, Cifo festeggia 60 anni di solida presenza nel settore della nutrizione vegetale. Queste tappe sono sempre delle occasioni per celebrare l’importanza delle radici – la solida esperienza maturata in sei decenni di attività – e la vitalità dei germogli, quindi le direzioni che guidano il futuro: nel caso di Cifo la sostenibilità, l’innovazione e la qualità delle materie prime. Questi valori si ritrovano nella realizzazione di ogni prodotto, e Algatron e Sinergon Plus in particolare ne sono l’esempio.

Algatron influenza positivamente proprio la germinazione e lo sviluppo radicale, ed è la risposta naturale per aiutare tutte le piante nel superare gli stress ambientali di natura termica e idrica, assicurandone la ripresa in tempi brevi.

Parallelamente, Sinergon Plus rappresenta un valido alleato per rivitalizzare le piante in momenti di particolare fabbisogno energetico o per sostenere le piante debilitate dall’attacco di insetti o funghi. La sua composizione sinergica mira a rinvigorire il metabolismo della pianta, supportando la crescita vegetativa e migliorandone la produttività di fiori, frutti e foglie.

Scopri di più WWW.CIFO.IT

Instagram: @cifo_giardinaggio

Facebook: Cifo1965

Inquadra il QR-code e scopri il catalogo Giardinaggio 2025

NEL CONDIVIDERE “L’ARTE DEL FAR CRESCERE. DAL 1965”, CIFO CONSIGLIA LE SUE DUE

SPECIALITÀ BIOSTIMOLANTI PER UNA PROTEZIONE

COMPLETA A 360 GRADI CONTRO OGNI TIPO DI STRESS

 LO SPAZIO ESTERNO? SI PERSONALIZZA

Offrono la possibilità di creare spazi esterni pratici, armoniosi e ben gestiti le nuove casette da giardino Juno proposte da Hörmann. Perfette per riporre attrezzi, utensili e arredi da giardino, come anche biciclette e motoveicoli, queste strutture si distinguono per un'estetica moderna e una straordinaria robustezza. Realizzate in lamiera d'acciaio zincata e protette da doppio rivestimentocoil coating, sono altamente resistenti agli agenti atmosferici, ai raggi

UV e alla muffa, oltre a essere ignifughe e a non richiedere manutenzione. le nuove casette

Juno presentano un design sobrio e contemporaneo, permettendo una certa libertà anche in tema di personalizzazione. Sono proposte in due varianti estetiche – Modern e Design –caratterizzate da una pulitatexture verticale che conferisce alla struttura una personalità attuale. Due tipologie di tetto, piatto o a doppia falda, e tre colorazioni – Grigio alluminio RAL 9007, Grigio antracite RAL 7016 e Titan metallic CH 703 – permettono ulteriormente di scegliere la soluzione Juno che meglio si inserisca nell’ambiente circostante. Tra gli accessori disponibili vi sono inoltre ripiani aggiuntivi, supporti per attrezzi, porta biciclette e vetrate in vetro stratificato di sicurezza per aumentare la luminosità interna. www.hormann.it

IL MEGLIO IN PRIMO PIANO

La nostra selezione di soluzioni per gli spazi verdi, la casa e gli animali domestici

 QUANDO UNA FIORIERA NON BASTA

STIGA 14 nuovi attrezzi manuali per la cura del verde, progettati per offrire la massima precisione e qualità. Le lame, rivestite in teflon antiaderente, garantiscono un taglio fluido e una pulizia facilitata. Per gli attrezzi per la coltivazione e le cesoie da potatura, è stato impiegato acciaio inossidabile, mentre per le lame degli attrezzi da taglio più robusti è stato utilizzato acciaio al carbonio SK5 giapponese. Oltre ai trapiantatori, al coltivatore 3 denti e ai due accessori – il sacchetto per i rifiuti da giardino e l’utile sistema di stoccaggio universale - la nuova gamma include altri nove attrezzi specifici per la potatura e la rifinitura, come forbici, cesoie, seghetti e troncarami, ideali per le diverse necessità grazie ai vari sistemi di taglio disponibili:

• Bypass: per piante e fiori freschi, garantisce un taglio netto e preciso.

• A incudine: per la rimozione di elementi secchi e legnosi.

• Lama ondulata: per garantire tagli precisi e uniformi su siepi e arbusti www.stiga.com

Arriva Gerla Puzzle, la nuovissima fioriera componibile di Bama !Il set base è composto da sei fioriere e consente di realizzare le più svariate forme: greche, pareti fiorite, lettere, scritte, simboli, figure geometriche e molto altro. Ideale per arredare con stile gli esterni della casa, per dare un tocco green all’ufficio ma anche per abbellire gli edifici pubblici con una composizione floreale. Le caratteristiche:

• Facile da assemblare e da appendere ad ogni tipo di parete

• Dotata di sistema anti sgocciolamento

• Realizzata in resina 100% riciclabile

• 100% made in Italy

• Disponibile nel colore verde muschio per mimetizzarsi con le vostre composizioni www.bamagroup.com

 PER UNA CURA IMPECCABILE
Bypass per piante e fiori freschi, garantisce un taglio netto e preciso.
NUOVI STILI. NUOVI OUTDOOR.

NEW GENERATION

Il futuro che ci aspetta

Sette giovanissimi e giovanissime, le nuove generazioni di gardenisti e professionisti, si raccontano in questa quinta edizione di New Generation. Un format tra foto e parole che da ormai cinque anni la nostra casa editrice porta su queste pagine perché crede da sempre nel domani del settore. E voi?

servizio di FRANCESCO TOZZI, testi di ALICE NICOLE GINOSA e BENEDETTA MINOLITI, foto di MAURO CONSILVIO

In collaborazione con con il supporto di

New Generation è un format editoriale che esiste da cinque anni sulle pagine di greenup e in ogni sua edizione ha l’obiettivo di presentare giovani professionisti e professioniste già inseriti nei Garden Center di famiglia, o in procinto di iniziare questa carriera. Ma non solo, nelle ultime due edizioni (questa del 2025 inclusa), abbiamo deciso di dare spazio anche alla formazione, attraverso la collaborazione con Fondazione Minoprio e intervistando alcuni dei suoi studenti. Alla fin fine formazione e nuove generazioni non sono unite da un filo invisibile che le tiene legate tra loro?

Le nuove generazioni portano con sé uno sguardo diverso, più consapevole, più libero, più curioso e soprattutto in loro c’è la capacità di guardare avanti senza dimenticare il passato: le tradizioni del giardinaggio vengono reinterpretate con uno sguardo contemporaneo, capace di unire estetica, funzionalità e rispetto ambientale. Dalla passione per l’urban gardening alla riscoperta degli orti domestici, fino alla creazione di spazi verdi nelle città, i giovani sono i protagonisti di un nuovo modo di vivere il verde.

Le parole di Elisa Boarini, Tommaso Pio La Mura, Raffaele Rimoldi, Fatima Pérez, Lisa Gurini, Piervittorio Facco ed Emanuele Ciotola saranno un’occasione per ascoltare nuove esigenze, aprirsi a nuovi linguaggi, creare occasioni di dialogo tra chi ha costruito il passato e chi immagina il futuro. Perché il verde ha bisogno di tutti: di mani esperte e di sguardi freschi.

Le passate edizioni di New Generation

Scoprile tutte
EMANUELE CIOTOLA, Green Paradise
TOMMASO PIO LA MURA, Garden Foggia
FATIMA PÉREZ, studentessa
Cover Story
PIERVITTORIO FACCO, Finco Agricoltura
ELISA BOARINI, Corte dei Fiori
LISA GURINI, Vivai Gurini
RAFFAELE RIMOLDI, studente
Elisa Boarini, 26 anni, si sta formando come direttrice di Corte dei Fiori

Cover Story

“Mi piace il contatto con il cliente ”

Con una storia familiare di produzione di piante alle spalle, Elisa Boarini si è approcciata al mondo del verde fin da piccola dando una mano in azienda nel periodo estivo. Oggi però, con due anni all’attivo nel Garden di famiglia acquistato nel 2014, ci racconta che il contatto con il cliente e la curiosità verso gli altri reparti l’hanno motivata a entrare nel punto vendita, per il quale si sta formando per diventarne la direttrice colloquio con ELISA BOARINI di ALICE NICOLE GINOSA

Elisa Boarini ha 26 anni e lavora nel Garden Center di famiglia, La Corte dei Fiori, da due anni. Si è formata nel settore della comunicazione, un ambito completamente diverso da quello in cui opera ed è cresciuta. Eppure, come ci racconta, è stato proprio il contatto con il cliente e la volontà di conoscere tutti i reparti a spingerla a passare dall’azienda di produzione al punto vendita di Casalecchio di Reno. La sua è infatti una famiglia di produttori di piante, e per questo motivo “fin da piccola ho sempre dato una mano”. Oggi il suo obiettivo è quello di formarsi per diventare in futuro la direttrice de La Corte dei Fiori. Anche le sue due sorelle, Irene e Alice, sono coinvolte nell’azienda di famiglia. La Corte dei Fiori è un Garden Center multimerceologico, nel quale è possibile trovare anche home decor e arredo giardino, anche se — come ci conferma Elisa — “il punto forte sono le piante, infatti siamo specializzati in stagionali da esterno”.

Qual è la tua definizione di Garden Center?

«Un punto vendita, ma anche un riferimento per gli amanti del gardening. Ma non solo, è un luogo di formazione. Credo che in questo spazio si possa aiutare il cliente a formarsi su ambiti che non conosce. Al momento, nel nostro

Garden, stiamo tenendo alcuni corsi per bambini per avvicinarli al mondo delle piante e abbiamo iniziato a collaborare con una biologa che tiene dei laboratori specifici. In futuro, vorremmo anche tenere corsi per adulti».

Perché hai deciso di lavorare nel Garden? «È stata una scelta ponderata. Ho iniziato con un percorso di circa sei mesi come addetta alla vendita all’ingrosso nell’azienda di produzione, ma mi sono resa conto che il contatto con il cliente mi piaceva molto, e proprio per questo poi mi sono spostata nel punto vendita come addetta alle vendite. In seguito, lavorando nel Garden, mi sono appassionata a 360 gradi e ho voluto informarmi e formarmi su tutti gli altri reparti: volevo essere un jolly. Oltre al mondo del verde, mi occupo dei canali social e della pubblicità, affiancata da MC Sinergie».

Cosa manca, secondo te, nel settore?

«Manca la formazione. Mi rendo conto che i clienti che vengono nel Garden sono poco preparati sul tema piante, e ho notato anche che manca la capacità di stare al passo con la tecnologia. Il nostro settore è sempre stato considerato un lavoro manuale, e per questo tutto ciò che concerne la comunicazione social e la digitalizzazione è stato considerato marginale. Ma non è così. Un altro grande problema è il personale: è diffici-

“Mi

immagino un Garden più tecnologico. Uno spazio in cui non si va solo per acquistare piante e accessori correlati, ma per passare una giornata di benessere”

le trovare giovani che vogliano lavorare in questo campo e, di conseguenza, è complicato attuare concretamente il ricambio generazionale. Come azienda, stiamo partecipando a corsi di intelligenza artificiale e gestione dei social media, ma si potrebbe fare di più. Mi piacerebbe creare un ambiente in cui la tecnologia — per esempio con l’introduzione di totem — si integri nella vendita diretta, affiancando l’operatore, senza però andare a discapito del contatto umano».

Come ti immagini il Garden nel futuro?

«Mi immagino un punto vendita più tecnologico. Uno spazio in cui non si va solo per acquistare piante e accessori correlati, ma per passare una giornata di benessere. Sarà un open space in cui le famiglie possono passeggiare e sentirsi a casa, per staccare dalla quotidianità».

Tommaso Pio La Mura

Cover Story

Un luogo di benessere

Nella visione di Tommaso, il Garden Center ideale è un’oasi che unisce giardinaggio, arte, design d’interni e anche pratiche come lo yoga, in un connubio perfetto tra benessere fisico e mentale

colloquio con

Tommaso Pio La Mura è un giovane imprenditore che ha già alle spalle un percorso ricco di esperienze e successi. Studente di economia all’università, Tommaso ha saputo unire fin da subito la teoria con la pratica, iniziando nel mondo della musica: nel 2017 ha fondato un’etichetta discografica insieme a un artista emergente, Fasma, ottenendo in pochi anni importanti soddisfazioni. La sua passione per il mondo creativo lo ha poi portato ad aprire, nel 2021, Visionnaire, un club a Roma pensato non solo come cocktail bar e luogo di ritrovo, ma anche come spazio dedicato ad eventi artistici ed esposizioni. Da sempre attratto dal settore visuale, pur non essendo musicista né cantante, Tommaso ha dimostrato una sensibilità particolare per l’arte in tutte le sue forme. Oggi il suo percorso si arricchisce di una nuova sfida: dopo essersi laureato in economia e aver trascorso un periodo di formazione presso Agri Brianza, storica realtà del settore, Tommaso è entrato nell’attività di famiglia, un Garden Center fondato oltre cinquant’anni fa dal nonno omonimo. Per lui il Garden Center non è solo un luogo di vendita, ma un vero e proprio spazio di benessere e cultura: un ambiente vivo, dove piante, fiori e na-

tura diventano strumenti per migliorare la qualità della vita. In questa intervista scopriremo di più sulla sua storia, sui suoi sogni e sulla sua idea di futuro.

Come è nata l’idea di entrare nell’azienda di famiglia?

«A 19 anni mi sono trasferito a Roma per iscrivermi all’università alla facoltà di economia e contemporaneamente ho iniziato un percorso manageriale di un artista, Fasma, con il quale nel 2017 ho fondato un’etichetta discografica. Nel 2021 ho anche aperto un club a Roma, Visionnaire, e poi finalmente mi sono laureato in economia. Da sei mesi a questa parte ho preso la decisione di entrare nel Garden di famiglia, sono ancora alle prime armi. Vorrei che le mie esperienze precedenti, seppur diverse, possano essere riproposte anche nel Garden Center. Entrare a far parte dell’azienda di famiglia è una decisione che deriva sia dal rispetto nei confronti del lavoro di mio nonno e della mia famiglia ma anche dal desiderio di infondere in questo luogo la mia passione e sensibilità per l’arte in tutte le sue forme».

Che cos’è per te un Garden Center?

«Un luogo di lusso in cui le persone possono acquistare benessere».

Il mio sogno è quello di aprire (dentro al Garden) uno spazio dedicato allo yoga – io pratico da tanti anni – : penso che questo mondo sia conciliabile sia con l’ambiente sia con il concetto di rispetto che si ha per il proprio corpo e per la natura

Cosa ti piace maggiormente del tuo lavoro?

«Avendo da poco iniziato a muovere i primi passi in questo settore, posso dire che apprezzo la possibilità di essere costantemente in contatto con la natura e con la clientela. Poter vendere del benessere alle persone che possono così abbellire e curare il proprio balcone e giardino è una bella sensazione. In questo momento mi sto ancora formando in tutti i reparti per arrivare a saper far tutto».

Come sarà, secondo te, il Garden del futuro?

«Un luogo in cui le persone possono venire a vivere un’esperienza. Mi immagino uno spazio in cui non solo si acquista ma ci si può fermare per scoprire e curiosare ma anche formarsi e acculturarsi non solo sul giardinaggio ma anche sul design di interni e altre discipline. Dovrà essere un luogo di ritrovo in cui potersi esprimere, per esempio. Ho una visione molto ampia riguardo a quello che dovrà e potrà diventare un Centro di giardinaggio. Il mio sogno per esempio è quello di aprire uno spazio dedicato allo yoga – io pratico da tanti anni –: penso che questo mondo sia conciliabile sia con l’ambiente sia con il concetto di rispetto che si ha per il proprio corpo e per la natura».

Come ti stai formando per entrare in questo settore?

«Vorrei ringraziare Agri Brianza perché mi hanno accolto e formato per ben tre settimane sulla gestione del punto vendita, del personale e l’organizzazione aziendale. Ci tengo molto a ringraziare i proprietari, Paola Mentasti e Carlo Teruzzi i proprietari. Farò tesoro di tutto quello che ho appreso e dell’esperienza vissuta».

PER SAPERNE DI PIÙ: www.gardenfoggia.it / Instagram: @gardenfoggia

Raffaele Rimoldi

Coltivare esperienze

Con una visione moderna dei Garden Center, che immagina come veri luoghi di incontro e confronto, Raffaele rappresenta quella nuova generazione pronta a innovare il settore con entusiasmo, competenza e una forte apertura internazionale

con RAFFAELE RIMOLDI di ALICE NICOLE GINOSA

Cresciuto sul lago di Como e senza una tradizione familiare nel settore, Raffaele ha scelto di inseguire la sua passione per gli spazi aperti studiando all’agrario e proseguendo poi con l’ITS in Progettazione, realizzazione e gestione di spazi verdi e per la gestione di Garden Center a Minoprio. Dopo importanti esperienze di tirocinio, tra cui una collaborazione con un landscaping artist giapponese, Raffaele si prepara a una nuova avventura: sei mesi di lavoro a Davos, in Svizzera, in un campo da golf. Determinato a costruirsi un futuro tra natura e progettazione, sogna di proseguire la sua formazione, magari all’estero, in Giappone. È ancora tutto da scrivere.

Qual è il tuo percorso nel mondo del verde?

E quali sono le tue aspettative da studente? «Dopo le scuole medie, ho deciso di frequentare una scuola professionale di agraria con l’idea di frequentare i primi tre anni e poi entrare automaticamente nel mondo del lavoro. In realtà, in secondo superiore, dopo la prima esperienza di tirocinio, ho realizzato che avrei voluto proseguire con gli studi con il quarto e il quinto anno. Ho fatto la maturità lo scorso anno e nel momento in cui mi sono ritrovato a pensare a cosa fare mi sono reso conto che avrei voluto continuare a studiare e prendere qualche titolo di studio in più prima di iniziare a lavorare. Ero indeciso sul frequentare l’università o proseguire con un ITS in Fondazione Minoprio e riflettendoci mi sono reso conto che la scelta migliore sarebbe stata intraprendere il percorso in Progettazione, realizzazione e gestione di spazi verdi e per la gestione di Garden Center a Mi-

Il Garden in futuro dovrebbe essere considerato un luogo centrale in una città perché qui chiunque può trovare una risposta per ogni necessità: dalla pianta per l’orto all’albero

noprio. Adesso sono all’ultima settimana di lezioni e sono in procinto di iniziare un nuovo tirocinio in Svizzera. Più che un tirocinio sarà un vero e proprio lavoro, avendo già avuto modo di fare esperienze di stage durante le scuole superiori. Sarò ufficialmente sotto contratto dal 1° maggio a Davos presso un campo di golf e mi occuperò della gestione e della manutenzione per sei mesi».

Quali sono i tuoi progetti futuri?

«Avrò un altro anno di scuola, il secondo anno di ITS, e un altro tirocinio con un’azienda che mi ha già confermato. Una volta che avrò finito gli esami, avrò sei mesi prima del contratto successivo in cui potrò valutare cosa fare, se continuare con un altro percorso di formazione o lavorare. L’idea sarebbe quella di mettere da parte un po’ di soldi per andare all’estero, in Giappone. Questo sarebbe il piano».

Come mai in Giappone?

«In quarta superiore ho partecipato all’evento Orticolario e ho lavorato con un landscaping artist giapponese e quando

gli ho detto che mi sarebbe piaciuto fare un’esperienza all’estero mi ha dimostrato interesse nel tenerci in contatto e pensare di lavorare per lui. Da quel momento ho iniziato a studiare giapponese».

Qual è la tua definizione di Garden Center?

«Un luogo in cui tante persone con una passione in comune, quella del mondo del verde, si trovano per confrontarsi con esperti del settore per acquistare e scegliere dalla pianta agli accessori più adatti per il proprio giardino e balcone».

Cosa manca nel settore?

«Quello che manca nel Garden e anche in altre realtà è il ricambio generazionale perché è più raro trovare nel Garden medio a gestione famigliare – non nelle grandi catene – un personale giovane. Allo stesso modo, dalla parte del cliente, c’è una certa tendenza ad essere restii nell’ascoltare e confrontarsi con un professionista giovane. Si deve cambiare mentalità: si tende a fidarsi di più del proprietario o delle figure più senior, anche se non sempre sono realmente più formate».

Come sarà il Centro di giardinaggio del futuro?

«Il Garden in futuro dovrebbe essere considerato un luogo centrale in una città perché qui chiunque può trovare una risposta per ogni necessità: dalla pianta per l’orto all’albero. Negli ultimi anni ci stiamo muovendo tutti verso una maggiore consapevolezza del verde e sul suo ruolo, nel futuro spero che il Garden continuerà ad essere un punto di riferimento concreto».

colloquio
Fatima Pérez

Cover Story

Continua evoluzione

Fatima ha scelto di rimettersi in gioco, intraprendendo un nuovo percorso formativo. Curiosa e determinata, oggi si sta formando per applicare le sue competenze tecniche nel verde sportivo, un ambito che le darà la possibilità di passare dalla teoria alla pratica

colloquio con FATIMA PÉREZ di ALICE NICOLE GINOSA

Fatima Perez, 32 anni, agronoma di formazione, sta vivendo una nuova fase del suo percorso professionale. Dopo la laurea in agraria e anni di studio sugli insetti, con tanto di borse di studio e un’esperienza nel settore alimentare, Fatima ha deciso di cambiare direzione iscrivendosi al primo anno del Tecnico Superiore per la Progettazione e realizzazione di processi di produzione e trasformazione agricola e agroalimentare in Fondazione Minoprio. Spinta dal desiderio di mettere finalmente “le mani nel campo”, oggi si sta specializzando nel verde sportivo, un settore tecnico e pratico che l’ha affascinata fin dal primo approccio. Per lei, ogni prato erboso racconta una storia fatta di scelte agronomiche precise, gestione del suolo e relazione con il mondo dello sport. Con uno sguardo curioso e aperto, Fatima sogna di applicare queste nuove competenze a un futuro tutto da costruire, lontano dalle aule universitarie e più vicino alla vitalità della natura.

Come sei arrivata a questa fase del tuo percorso formativo?

«Sono un’agronoma e lavoravo in un’azienda alimentare ma ero insoddisfatta e volevo cambiare. Ho deciso di rimettermi in gioco, apprendendo nuove competenze e a breve inizierò un tirocinio nel settore del verde sportivo, che non ho mai sperimentato. Questo mondo ha delle peculiarità tutte sue completamen-

te diverse da quelle agricole. Mi incuriosisce il modo in cui viene considerato il terreno in modo differente rispetto a come l’ho sempre considerato io in quanto agronoma».

La formazione gioca un ruolo fondamentale nella tua vita.

«Dopo il liceo ho seguito il percorso universitario in Agraria e ho presentato una tesi sugli insetti delle derrate alimentari. Questo mondo mi ha talmente affascinata da volerne sapere di più sull’ambito apistico tanto che io ho un mio apiario e produco miele. In magistrale ho scelto di approfondire ulteriormente le mie conoscenze sugli insetti da mangiare (per food) come i grilli e gli insetti per feed (insetti alimentari per animali, ndr).

Dopo aver vinto due borse di studio, ho iniziato a lavorare in un’azienda alimentare in cui mi occupavo di acquisti ma volevo continuare a studiare e ho deciso di iscrivermi a Minoprio. Qui ho riscontrato un modo diverso di apprendere e di insegnare, diverso dall’ambito universitario dove era difficile andare sul campo. Avere degli insegnanti esperti di settore è completamente diverso e lo apprezzo molto anche da un punto di vista di apprendimento pratico e concreto».

Dagli insetti al verde sportivo. Un grande cambiamento, no?

«A breve inizierò un tirocinio nel settore del verde sportivo ma prima di

iniziare non volevo avere dei pregiudizi nell’approccio. Mi incuriosisce il fatto che ci sia uno “studio a tavolino” del tappeto erboso in termini di scelta di essenza, manutenzione del suolo e mediazione con le società sportive».

Facciamo una proiezione sul futuro. Come pensi si evolverà la tua professione? «Spero che le competenze che avrò acquisito con il verde sportivo mi aiuteranno ad avere un’apertura a livello di curiosità, che per un po’ avevo perso. Non avevo mai considerato il verde in generale, provenendo da studi agrari più teorici, “più da manuale”, il verde non era molto contemplato e ha delle differenze abissali rispetto all’ambito agricolo. Sono contenta di aver avuto la possibilità di arricchirmi con queste nuove conoscenze e di aprirmi a un settore che non avevo ancora avuto modo di esplorare».

A Minoprio ho riscontrato un modo diverso di apprendere e di insegnare, diverso dall’ambito universitario dove era difficile andare sul campo

Lisa Gurini, 25 anni, si occupa della parte amministrativa e social di Vivai Gurini

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“Manca trasparenza, ma la nuova generazione cambierà le cose

Si può sempre cambiare idea. È il caso di Lisa Gurini che, da 5 anni, lavora nell’azienda di famiglia (Vivai Gurini). Lisa ci racconta come deve essere per lei il Garden Center, cosa manca nel settore e quale potrebbe essere una “nuova sfida” per la sua generazione

colloquio con LISA GURINI di BENEDETTA MINOLITI

Lisa Gurini studiava informatica all’università. Una scelta razionale, come spesso accade quando hai vent’anni e cerchi di incasellare le tue inclinazioni dentro a un percorso che sembri solido, con una direzione chiara, e magari qualche garanzia in più sul futuro. Ma poi è arrivato il Covid, e con lui il tempo per guardarsi dentro e fuori. Dentro, ha capito che stare al computer tutto il giorno non la faceva stare bene. Fuori, bastava affacciarsi alla finestra per vedere che la vita in serra, tra il verde e i fiori che spuntano a sorpresa, continuava. Anzi, esplodeva. “Per 20 anni ho detto che non avrei mai lavorato con i miei genitori” ci ha raccontato, spiegando di essersi convinta

“Siamo in un piccolo paesino ed è bello quando i clienti si incontrano e chiacchierano. Per me il Garden Center è questo: colore, quantità e persone”

a buttarsi in quest'avventura guardando dalla finestra e vedendo cosa succedeva in azienda in piena primavera. Lisa, oggi, si occupa dell’amministrazione, della parte burocratica e gestisce i social del Garden Center di famiglia, interessandosi anche alla produzione. Ha deciso di provarci, di prendere il testimone, ma a modo suo: portando nuove idee, cercando autonomia, ma mantenendo uno sguardo lucido sulle dinamiche familiari e su quelle del settore. Determinata e diretta, Lisa Gurini ha voglia di cambiare le cose, crescendo, trovando il proprio spazio e costruendo qualcosa che vada oltre il “si è sempre fatto così”.

Qual è la tua definizione di Garden Center?

«Per me è un punto d’incontro. Siamo in un piccolo paesino ed è bello quando i clienti si incontrano e chiacchierano. Per me è questo: colore, quantità e persone».

Hai detto che non volevi fare il lavoro dei tuoi genitori, cosa ti ha convinto?

«Le persone. Soprattutto quelle che ha intorno mia madre mi hanno trasmesso tanta passione. Oltre al fatto che vedere le piante fiorire nei giardini dei miei clienti mi riempie di gioia».

PER SAPERNE DI PIÙ: Instagram: @vivaigurini

Avevi paura di mischiare la vita personale con quella lavorativa?

«Sì, mi spaventava. Però uno dei miei primi obiettivi è quello di avere il mio spazio personale. In futuro vorrei qualcosa che funzioni sia con me che senza di me, perché voglio dedicarmi a me stessa e alla mia famiglia quando l’avrò».

Secondo te cosa manca nel settore?

«Trasparenza e innovazione. Se io volessi interfacciarmi con un altro produttore della mia zona saprei già che non mi racconterebbe tutta la realtà. C’è molto egoismo. A livello di tecnologie invece siamo un po’ indietro. Mi piacerebbe prendere quello che ho studiato in università e portarlo nel mio Garden, per creare qualcosa di più accattivante e che sappia coinvolgere anche i giovani».

La vostra generazione in un certo senso ha la responsabilità di poter cambiare le cose.

«Esatto. Ti dico, un incontro come quello che abbiamo fatto a Myplant in un certo senso mi fa dire: il problema è alla radice. Ma noi stiamo cercando di cambiare le cose. Incontrarsi e sentir parlare altri ragazzi che fanno il mio stesso lavoro è stato utilissimo e non abbiamo avuto paura di “dire troppo”».

Piervittorio Facco, 31 anni, da Finco Agricoltura si occupa della gestione del negozio, del layout, dell’inserimento dei prodotti e dell’organizzazione del lavoro dei collaboratori

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“Il Garden Center del futuro?

Un luogo dove creare ricordi ”

Per Piervittorio Facco, di Finco Agricoltura, il Garden Center (o meglio, l’Agricenter) è un luogo in cui si sta non solo a contatto con la natura, ma si creano anche ricordi

C’è una cosa che Piervittorio Facco ha capito chiaramente lavorando da Finco Agricoltura: un Garden Center non è solo un negozio. Non è neppure solo un luogo dove si curano e vendono piante e articoli per il giardinaggio. È molto di più. È un luogo in cui, se lo sai ascoltare, la natura si intreccia con le persone, e tra gli scaffali e le serre si costruiscono ricordi. Di quelli veri, che restano. Nata nel 1950, fondata dal nonno, in Finco Agricoltura Piervittorio si occupa della gestione del negozio, del layout, dell’inserimento dei prodotti e dell’organizzazione del lavoro. Un lavoro che è di famiglia, in senso stretto, ma anche di squadra, fatto di relazioni e fiducia reciproca. In un settore dove spesso le cose vanno di fretta, tra nuove tecnologie, tendenze ed esigenze di mercato, lui ha individuato una mancanza precisa, quasi paradossale: il tempo. Di aspettare, osservare e godersi, finalmente, i frutti del proprio lavoro. Ed è proprio da qui che nasce il suo sguardo sul futuro.

“Dai miei collaboratori ho imparato tanto e li ringrazio per le loro competenze e per tutto quello che fanno quotidianamente”

Mi dai una tua definizione di Agricenter?

«È un centro dove si trova il prodotto per l’agricoltura. Nel tempo, nella nostra realtà, abbiamo aggiunto anche altri settori merceologici complementari legati al verde per servire al meglio i clienti. Lo definirei uno spazio aperto dove, immersi nella natura, i clienti trovano il loro spazio e possono anche creare dei ricordi. È bello vedere persone entrare in negozio e fare in modo che ritrovino qualcosa del loro passato che possano condividere con noi».

Qual è l’aspetto che ti piace di più del tuo lavoro?

«Ogni giorno, settimana e stagione so-

no diversi. Quindi ogni volta si creano situazioni e sfide nuove da affrontare e risolvere. Inoltre, la nostra è una realtà familiare, ma ci sono anche collaboratori, e insieme siamo una grande e coesa famiglia che si sopporta e supporta soprattutto. Dai miei collaboratori ho imparato tanto e li ringrazio per le loro competenze e per quello che fanno giorno dopo giorno».

Cosa manca secondo te nel settore?

«Il settore florovivaistico è ricco di proposte e sicuramente bisogna stare al passo con l'innovazione tecnologica. L’unica cosa che mi sento di notare però è che manca il tempo: di aspettare la natura, le stagioni, di fermarsi e vedere cosa si sta facendo per poterlo apprezzare davvero».

Come ti immagini il Garden Center del futuro?

«Un luogo dove la natura è al centro, dove si condividono e creano nuovi ricordi».

colloquio con PIERVITTORIO FACCO di BENEDETTA MINOLITI
Emanuele Ciotola, 35 anni, frontman di Green Paradise

“Bisogna trovare il giusto equilibrio tra vendita autonoma ed emozionale ”

Chi meglio di una nonna può farci appassionare a qualcosa? Lo sa bene Emanuele Ciotola, di Green Paradise, che ci ha raccontato come si è avvicinato al settore e cosa oggi, secondo lui, manca davvero nei centri di giardinaggio, soprattutto al Nord

Avolte le passioni non si scelgono. Ti capitano addosso per caso, o per necessità. Altre volte, invece, sono le nonne a trasmetterle, con quella pazienza che solo loro hanno. Per Emanuele Ciotola, oggi “frontman” del vivaio Green Paradise a Napoli, è andata più o meno così. Dalla moda alla musica fino alla curiosità crescente per le piante. Un’attenzione che si è trasformata in un mestiere. Emanuele in azienda, oggi, fa un po’ di tutto: non solo vende, ma comunica, sperimenta, osserva. Ha vissuto l’evoluzione di Green Paradise sul campo, cercando ogni giorno di costruire un progetto solido, che abbia sì una struttura, ma soprattutto un’anima. Perché quello che apprezza di più nei Garden Center non è solo la bellezza

“La storia è lunga, ma la persona che più mi ha avvicinato a questo mondo è stata mia nonna che con pazienza mi faceva vedere come moltiplicava i ficus benjamin in acqua” Cover Story

visiva, l’impatto scenico, ma il modo in cui si può (e si dovrebbe) raccontare tutto questo. La sua è una persona che non ha bisogno di essere gridata, ma che si riconosce dai gesti. Lui non la nota, come ci racconta, ma è lì, in superficie e ben visibile a tutti.

Qual è la tua definizione di Garden Center?

«Ho come riferimento Dinger’s, per me quello è il Garden Center».

Cosa ti piace?

«Tutto, non saprei dirti cosa non mi piace. In Italia ci si avvicina Viridea. Ma davvero, cosa può non piacerti di quella concezione di Garden Center? Ho visto che per un breve periodo hanno avuto un nido per bambini, per iniziare a “formarli” da piccolissimi. In Italia ci si avvicina più per passione, magari dei nonni, altrimenti è più difficile avvicinarsi a questo mondo».

Tu come ti sei avvicinato a questo momento?

E cosa ti ha colpito?

«È successo quasi tutto per necessità, perché le passioni erano altre. A 14-15, appassionato di moda e musica, mi sono ritrovato a vendere piante. La storia è lunga, ma la persona che più mi ha avvicinato a questo mondo è stata mia

nonna che con pazienza mi faceva vedere come moltiplicava i ficus benjamin in acqua. Ero incuriosito, ma non affascinato, dicevo “è la natura”, in modo un po’ critico. Mio papà invece ha sempre avuto “agganci” con questo mondo e ad un certo punto ho iniziato a informarmi e appassionarmi. Poi dopo varie esperienze nel settore, grazie a lui, tra alti e bassi, oggi lavoriamo costantemente a un progetto di impostazione dell’azienda».

C’è una grande passione per questo lavoro. «Mi stupisce, perché gli altri vedono in me più passione di quanta io ne percepisca, e non che non sia appassionato!».

Cosa manca, secondo te, nei Garden Center? «Per come sono strutturati ora i Garden da Roma in sù quello che secondo me manca è il rapporto umano. Quando entri nei grandi centri sono bellissimi, rimani senza fiato, ma è tutto troppo automatico. Vai vicino alla pianta e c'è già scritto tutto, ma la storia della pianta chi me la racconta? Io vorrei provare a trovare il giusto equilibrio tra vendita e acquisto autonomo e vendita emozionale. Sono sicuro che se ci fosse tutto questo quando poi scegli un Garden non lo cambi più».

colloquio con EMANUELE CIOTOLA di BENEDETTA MINOLITI

PIANTE CHE FANNO BENE: LA SCELTA VERDE PER UN’ALIMENTAZIONE SANA

La richiesta di piante che offrano un valore aggiunto oltre a quello ornamentale è in forte aumento. I consumatori moderni non cercano solo piante decorative, ma prediligono varietà con benefici concreti, come frutti salutari o funzioni versatili nei giardini domestici. Una guida per coltivatori e rivenditori

Dalle piante che producono frutti per l’uomo e per gli uccelli a quelle che garantiscono protezione e cibo per gli insetti pronubi come farfalle e api, le piante a valore aggiunto sono diventate essenziali per rivenditori e coltivatori. In questo articolo analizziamo le migliori opzioni per rispondere a questa crescente domanda. Perché le piante con un valore aggiunto stanno guadagnando popolarità? La consapevolezza della salute, gli obiettivi di sostenibilità e la spinta all’autosufficienza guidano il desiderio di piante a valore aggiunto. Sempre più clienti desiderano giardini commestibili, piante che forniscano benefici per la salute e una vegetazione multifunzionale che si allinei con il crescente interesse per i giardini alimentari, una tendenza in cui piante commestibili e medicinali, oltre a piante aromatiche e bio stimolanti, si intrecciano per creare un ecosistema a beneficio sia dell’uomo che della fauna selvatica. Per il coltivatore e il rivenditore esperto, offrire piante che offrono più di un semplice fascino ornamentale è un’opportunità per soddisfare questo segmento di mercato unico. L’importante è comunicarlo bene e rendere la clientela consapevole delle scelte. In un momento in cui la crisi climatica richiede soluzioni intelligenti, scegliere piante che offrano sia valore alimentare che resistenza a condizioni difficili è cruciale.

1) ROSA TAKE IT EASY, LA BELLEZZA CHE SI BEVE

Una rosa canina resistente e generosa, con cinorrodi decorativi e commestibili ricchi di vitamina C. Perfetta per chi ama il giardino bello e utile: si usano per

PER I CENTRI DI GIARDINAGGIO

tisane, marmellate, persino cosmetici naturali. Una pianta che dà soddisfazioni sia in fiore che in autunno, al momento del raccolto.

Idealeper: giardini rustici, siepi miste, clienti attenti alla salute.

Per i coltivatori e i rivenditori del settore verde, la costante ascesa delle piante utili a valore aggiunto offre un’ottima opportunità per orientarsi verso un mercato in crescita. I consumatori attenti alla salute e all’ambiente cercano sempre di più risposte alle loro esigenze. Offrendo piante che forniscono più di un semplice fascino estetico, è possibile soddisfare i clienti che cercano benefici commestibili e salutari dal loro spazio verde. Queste piante a valore aggiunto consentono ai clienti di abbracciare il giardinaggio multifunzionale, contribuendo alla sostenibilità e all’autosufficienza e creando un paesaggio attraente e produttivo.

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2) RUBUS YUMMY, IL LAMPONE DA BALCONE

Compatto, senza spine e produttivo: Rubus Yummy è il sogno dei giardinieri urbani. In un vaso su balcone o terrazzo regala lamponi dolci e ricchi di antiossidanti. Occupa poco spazio ma offre grandi risultati.

Idealeper: balconi, terrazze, orti urbani, famiglie con bambini.

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MORUS MOJO BERRY, IL GELSO PER TUTTI Una varietà di gelso compatta, adatta anche a piccoli spazi, che fruttifica per tutta la stagione. Attira gli uccelli, nutre la famiglia e richiede poca manutenzione. È una pianta amica della biodiversità, dolce e generosa. giardini familiari, cortili, chi ama gli animali.

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LYCIUM DETTO GOJI, IL SUPER FOOD FATTO PIANTA

I Lycium detti anche Goji che oggi vengono venduti in Italia sono una versione “addomesticata” del Goji tradizionale: sono più bassi, meno spinosi e più fruttiferi. Sono selezionate per piccoli giardini, terrazzi e coltivazioni in vaso. Queste varietà di piante che fanno bene offrono tutti i benefici nutrizionali del

Goji, ma in una pianta dal portamento ordinato e facilmente gestibile.

Descrizione Frutti

• Forma e colore: ovali, arancione intenso, fino a 2 cm.

• Sapore: tipico del Goji, leggermente amaro, ma più dolce rispetto a varietà selvatiche.

• Valore nutrizionale: ricche di vitamine, considerate un superfood

• Produzione: abbondante e regolare su piante adulte.

Epoca di maturazione e raccolta

Le giovani piante da talea difficilmente fruttificano il primo anno. Con la vegetazione del secondo anno si ha la comparsa dei frutti.

• Maturazione: da inizio luglio a metà settembre, dipende dall’esposizione e dalla temperatura.

• Indicazioni: raccogliere ogni 3–5 giorni man mano che i frutti raggiungono la maturazione completa sulla pianta per un gusto ottimale.

4) LITTLE GOJI

Solitamente non è una pianta per piccoli giardini, ma il Lycium barbarum Little Goji sta per sconvolgere il mondo con le sue dimensioni compatte. Mentre gli altri membri del genere tendono a diventare lunghi e stropicciati, il Lycium Little Goji mantiene il suo portamento compatto per tutta la vita. Little Goji, è amico degli insetti impollinatori, non è solo deli cata con gli insetti ma anche nelle dimensioni. Con bellissimi fiori lilla, quasi nessun acu leo e foglie sottili ed eleganti, è uno spettacolo per gli occhi. E il meglio deve ancora venire: questa piccola forza della natura produ ce bacche già nel primo anno di vita! Una scelta ideale per il giardino comme stibile! Un arbusto deciduo cresce fino a 40 cm di altezza e larghezza dopo tre anni e raggiunge un’altezza matura di 80 cm dopo cinque anni. Little Goji preferisce una posizione in pieno sole, non è esigente sul tipo di terreno e resiste fino a -12 ºC.

LA CONSAPEVOLEZZA DELLA SALUTE, GLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ E LA SPINTA

ALL’AUTOSUFFICIENZA GUIDANO IL DESIDERIO DI PIANTE A VALORE AGGIUNTO. SEMPRE PIÙ CLIENTI

DESIDERANO GIARDINI COMMESTIBILI, PIANTE

CHE FORNISCANO BENEFICI PER LA SALUTE E UNA VEGETAZIONE MULTIFUNZIONALE

5) PRINCESS TAO

Completamente in linea con la tendenza del giardino commestibile è il Lycium Princess Tao. Que-

sto gojibes dà bacche rosse lucenti e deliziosamente dolci da luglio a novembre. Un superfood che può essere consumato sia fresco che essiccato. Fruttifica il primo anno e le bacche sono più grandi di quelle degli altri Lycium. I fiori sono di colore viola chiaro e compaiono da maggio all’autunno. La Principessa Tao è una pianta facile da coltivare che richiede poca acqua e poca manutenzione.

6) RUBUS RASPBERRY TOWER, IL LAMPONE VERTICALE

Il lampone coreano Raspberry Tower è una pianta eretta e salva spazio che produce deliziosi frutti rossi. Questa varietà è ideale per i giardinieri urbani e per chi ha uno spazio limitato, poiché cresce verticalmente rendendola perfetta per giardini sul balcone o nei giardini piccoli. Raspberry Tower è un’opzione pratica per piccoli spazi che non scende a compromessi sulla produzione di frutta, attirando i giardinieri che desiderano lamponi freschi senza avere piante enormi. Idealeper: spazi ridotti, pareti verdi, orti verticali.

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I Fiori di Iper” sbocciano con una nuova

linea di bouquet

Iper La grande i, una delle realtà di punta della GDO italiana e parte del Gruppo Finiper Canova, annuncia l’ampliamento dell’offerta floreale “I Fiori di Iper”, arricchendola con una nuova collezione di bouquet pensati per ogni occasione e budget. Nati all’interno degli spazi dedicati presenti nei punti vendita – veri e propri negozi nel negozio – i bouquet sono frutto del lavoro creativo e dell’esperienza degli esperti floral designer di Iper. La proposta si compone di quattro varianti, declinate in altrettante fasce di prezzo (14,99€, 19,99€, 24,99€, 29,99€), per offrire un dono floreale curato, accessibile e adatto a ogni esigenza, dal piccolo pensiero alla celebrazione importante. Ogni creazione valorizza estetica, armonia cromatica e stagionalità dei fiori, con un’attenzione particolare alla qualità e alla freschezza. I bouquet sono già disponibili in 15 punti vendita: Arese, Portello, Grandate, Rubicone, Seriate, Rozzano, Busnago, Magenta, Varese, Orio, Castelfranco, Montebello, Cremona, Lonato e Solbiate.

PAYSALIA 2025, IL FUTURO DEL PAESAGGIO VA

Torna Paysalia, l’evento di riferimento per il settore del paesaggio, che dal 2 al 4 dicembre 2025 accoglierà professionisti da tutto il mondo a Eurexpo Lione Organizzato in collaborazione con l’UNEP (Unione Nazionale delle Imprese del Paesaggio), il salone si conferma un appuntamento imperdibile per affrontare le grandi sfide ambientali, sociali e tecnologiche del settore. A dieci mesi dall’apertura, oltre l’80% della superficie espositiva è già occupata: un segnale chiaro della centralità

dell’evento, che nel 2023 ha visto la partecipazione di 1.530 espositori e oltre 38.000 visitatori provenienti da più di 70 Paesi. Il tema centrale di questa edizione sarà “Innovare per costruire il paesaggio di domani”. Al centro del dibattito: il verde urbano come leva per la giustizia climatica, la resilienza ecologica, la valorizzazione dei talenti, l’ottimizzazione della gestione aziendale e la transizione verso modelli sostenibili. Tra i momenti clou, il ritorno del prestigioso Carré des Jardiniers, il concorso che premia l’eccellenza della

IN SCENA A LIONE

progettazione paesaggistica. Quattro giardinieri finalisti si sfideranno sul tema “Il giardino delle possibilità” con creazioni spettacolari che saranno presentate al pubblico e alla giuria durante i tre giorni del salone. Non mancherà la consueta “Giornata Città Verde”, in programma il 4 dicembre, con conferenze, visite tecniche e tavole rotonde pensate per supportare amministrazioni locali, urbanisti e progettisti nella rigenerazione sostenibile degli spazi pubblici. Paysalia rafforza inoltre la sua sinergia con

Rocalia, il salone della pietra naturale, offrendo ai visitatori un’offerta integrata che spazia dall’arredo urbano alla gestione degli spazi naturali. Con un programma ricco di workshop, dimostrazioni, percorsi tematici e incontri di networking, Paysalia 2025 si presenta non solo come una fiera, ma come un vero laboratorio di idee, dove la professione del paesaggista si reinventa in risposta alle sfide del nostro tempo.Tutte le informazioni su esposizione e registrazione sono disponibili su www.paysalia.com

di Padova

Cinquant’anni di storia, un legame profondo con il territorio e uno sguardo rivolto al futuro. Flormart, la storica manifestazione dedicata al florovivaismo e al verde urbano, torna dal 25 al 27 settembre 2025 alla Fiera di Padova. «Stiamo preparando un’edizione molto ricca – spiega Nicola Rossi, Presidente di Padova Hall – e stiamo già registrando un’ottima risposta da parte di aziende e operatori. Flormart è una vetrina unica di tutto ciò che di meglio il nostro territorio offre nella filiera del florovivaismo, un’opportunità concreta di rilancio economico e aggiornamento professionale». Il legame con il territorio sarà uno dei temi portanti dell’edizione 2025. Nel Padovano operano oltre 400 aziende florovivaistiche, per un fatturato di circa 75 milioni di euro – il 30% del totale regionale – e un’importante concentrazione nel Distretto florovivaistico di Saonara, noto in particolare per la produzione di roseti e alberi da frutto. Tre i settori protagonisti in fiera: florovivaismo, con il meglio della produzione italiana tra fiori, piante e alberi; tecnologie, con macchinari, attrezzature, serre, logistica e fertilizzanti; e verde urbano, con un focus su architettura sostenibile e gestione degli spazi verdi pubblici. Ad arricchire la proposta, un fitto programma di workshop, convegni e incontri B2B dedicati agli operatori, per confrontarsi sulle tendenze, aggiornarsi e stringere nuove collaborazioni a livello nazionale e internazionale. Tutte le informazioni sull’evento sono disponibili sul sito ufficiale: www.flormart.it.

Euroflora 2025: successo di pubblico, innovazione e natura

Bilancio più che positivo per la XIII edizione di Euroflora, la storica mostra internazionale del fiore e della pianta ornamentale, tornata quest’anno nella sua sede originaria, completamente riqualificata. L’evento ha sfiorato i 200.000 ingressi in undici giorni, confermandosi come appuntamento di riferimento a livello nazionale e internazionale nel calendario delle floralies riconosciute da AIPH. Organizzata nella cornice del waterfront genovese riprogettato da Renzo Piano, Euroflora 2025 ha visto la partecipazione di 400 espositori, 154 giardini tematici e 254 concorsi, con un programma ricchissimo fatto di eventi, incontri, laboratori e mostre. Al centro dell’edizione: sostenibilità, biodiversità, architettura del paesaggio, ricerca scientifica e interattività. “Abbiamo raccolto la sfida del ritorno alla sede storica, puntando su materiali riciclabili, rispetto per l’ambiente e contenuti innovativi,” ha spiegato Mauro Ferrando, presidente di Porto Antico Spa, durante la conferenza stampa di chiusura. “Un grande successo anche sul fronte della mobilità sostenibile, con molti visitatori che hanno scelto mezzi pubblici, navette e treni.” Euroflora 2025 è stata un palcoscenico per creazioni botaniche straordinarie: dalle palme della Florida agli ulivi secolari, dalle acidofile piemontesi ai bonsai giapponesi, fino alle piante carnivore, le serre spaziali di Space V con l’astronauta Franco Malerba e l’innovativa serra subacquea di Nemo’s Garden. Grande attenzione è stata dedicata al dialogo tra natura, scienza e società. Incontri molto seguiti con personalità come Stefano Mancuso, Mario Tozzi, Federico Quaranta e Peppe Vessicchio hanno tracciato nuove visioni sul ruolo delle piante, sulla green therapy e sull’urgenza di ripensare le città attraverso il verde. Un’edizione anche fortemente interattiva, con 150 eventi collaterali tra laboratori per bambini, dimostrazioni di bonsai e arte floreale, workshop con i Carabinieri Forestali e momenti formativi per adulti e studenti. Il concorso “Ars Urbana” ha portato l’architettura del paesaggio all’interno dell’area Kennedy, con 12 progetti inediti ad alto tasso di innovazione. Molto interessante il profilo dei visitatori, analizzato da Regione Liguria e dalle Camere di Commercio locali: età media 49,7 anni, oltre il 45% alla prima visita, con un altissimo tasso di soddisfazione generale (79,3%) e un 88,9% di propensione al ritorno tra i più giovani. Proprio i giovani sono stati i nuovi protagonisti di Euroflora, contribuendo alla diffusione digitale dell’evento attraverso i social. Anche gli espositori si sono dichiarati soddisfatti: buona visibilità, organizzazione efficiente e qualità dei contatti, con un’intenzione di partecipare a future edizioni pari al 72,5%. Il montepremi dei concorsi ha superato i 150.000 euro, con una giuria composta da oltre 100 esperti internazionali. Secondo il presidente della Regione Liguria Marco Bucci, Euroflora ha rappresentato “un simbolo di rinascita e collaborazione, capace di mostrare il meglio della Liguria tra tradizione e innovazione”. Il sindaco di Genova Pietro Piciocchi ha invece sottolineato l’impatto positivo sulla città e il riutilizzo delle piante esposte per abbellire il verde pubblico urbano. Euroflora 2025 ha dimostrato che la natura è cultura, economia e benessere. Un laboratorio di idee a cielo aperto dove paesaggisti, ricercatori, artisti e cittadini hanno costruito insieme un’immagine concreta di città più vivibili, verdi e inclusive. Il futuro dell’evento è già in movimento. E come dimostrano i dati, sarà un futuro in continua fioritura. www.euroflora.genova.it

Leroy Merlin Italia ottiene la ISO 50001

Leroy Merlin Italia, azienda leader nella distribuzione di soluzioni per la casa e parte del Gruppo ADEO, ha ottenuto la certificazione ISO 50001, lo standard internazionale che riconosce i sistemi di gestione dell’energia più avanzati e sostenibili. Si tratta di un traguardo significativo che conferma l’impegno concreto dell’azienda nella lotta al cambiamento climatico e nella promozione dell’efficienza energetica lungo tutta la sua filiera. La certificazione arriva al termine di un percorso strutturato, fatto di investimenti, innovazione tecnologica e formazione capillare dei collaboratori. In particolare, Leroy Merlin ha rinnovato gli impianti di climatizzazione sostituendoli con soluzioni ad alta efficienza, ha adottato sistemi di illuminazione LED in tutti i punti vendita e ha installato impianti fotovoltaici sui tetti di numerosi store in tutta Italia. Non solo. L’aziendahaancheintrodottosistemiavanzatidiBuildingManagementSystem(BMS)permonitorareintemporealeiconsumienergeticie ottimizzarelagestionedegliedifici,riducendoglisprechi. A tutto questo si aggiunge l’incremento dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, oggi al 77% del fabbisogno totale e al 95% per la sola energia elettrica. I risultati ottenuti parlano chiaro: tra il 2021 e il 2024, Leroy Merlin Italia è riuscita a ridurre i consumi energetici complessivi del 9%, e quelli di gas addirittura del 43%, nonostante l’espansione della rete con nuovi negozi e showroom. “Siamo estremamente orgogliosi di questo riconoscimento,” ha dichiarato Barbara Casartelli, Leader Impatto Positivo dell’azienda. “È il frutto di un lavoro corale che coinvolge ogni nostro collaboratore, e di una visione strategica che mette al centro la sostenibilità. Continueremo a investire in soluzioni innovative e a promuovere comportamenti responsabili, dentro e fuori l’azienda.”Il traguardo si inserisce nel più ampio percorso di sostenibilità promosso da ADEO, che punta a ridurre le emissioni del 50% entro il 2035 (ri spetto al 2021) e a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Una roadmap ambiziosa che prevede anche il coinvolgimento attivo dei clienti, ai quali Leroy Merlin propone soluzioni accessibili per l’efficienza domestica: dal fotovoltaico ai sistemi di isolamento, fino alla domotica per la gestione intelligente dell’energia. Con 52 negozi, 1 garden e 9 showroom distribuiti in 15 regioni italiane, Leroy Merlin occupa 8.500 collaboratori, il 99% dei quali è azionista dell’azienda. Dal 1996, è impegnata a rendere la casa un luogo migliore, non solo per chi la abita, ma per l’ambiente e la collettività. www.leroymerlin.it

ZOOMARK ENTRA NELLA EUROPEAN PET ORGANIZATION

Con l’ingresso ufficiale nella European Pet Organization (EPO), Zoomark, la fiera B2B leader per l’industria del pet, compie un importante passo verso un ruolo sempre più centrale nel panorama europeo. L’adesione alla rete che rappresenta le principali associazioni nazionali del settore pet presso le istituzioni UE, consolida il posizionamento internazionale della manifestazione organizzata da BolognaFiere Cosmoprof, in

programma dal 5 al 7 maggio 2025. Con oltre 1.300 espositori e 30.000 visitatori professionali attesi, Zoomark si conferma un hub strategico per l’innovazione, la sostenibilità e il business globale. La partecipazione a EPO ne rafforza il peso istituzionale, ponendolo al centro delle dinamiche normative e strategiche che guidano il futuro del settore. “Entrare in EPO è un traguardo fondamentale nella nostra missione di promuovere

la crescita sostenibile dell’industria pet,” ha dichiarato Enrico Zannini, Direttore Generale di BolognaFiere Cosmoprof. “Sposiamo i valori di responsabilità e trasparenza e siamo pronti a contribuire attivamente al dialogo europeo.” L’adesione a EPO rappresenta anche un’opportunità per mettere in sinergia le competenze di Zoomark con quelle di QuattroZampeinFiera (QZF), l’evento B2C di BolognaFiere dedicato ai pet lover e alle famiglie italiane. Questa doppia anima – business e consumer – consente di creare ponti tra il mondo produttivo, le istituzioni e la società, rafforzando la promozione di una cultura della proprietà responsabile. “Con Zoomark e QZF costruiamo un ecosistema che dialoga a 360° con il settore e con il pubblico,” ha aggiunto Luisa Bersanetti, Exhibition Manager

di entrambe le manifestazioni. “Sosterremo le attività di EPO attraverso campagne educative e momenti di confronto condivisi.” L’ingresso di Zoomark in EPO è stato accolto con entusiasmo anche dal Presidente dell’organizzazione, Svein A. Fosså, che ha sottolineato l’importanza strategica dell’Italia come uno dei principali mercati europei: oltre 65 milioni di animali da compagnia, una rete retail strutturata e una domanda crescente di qualità e innovazione. Zoomark, grazie alla sua crescente influenza, potrà contribuire a sviluppare nuove linee guida europee, promuovendo buone pratiche e sostenendo la coerenza normativa nel settore. Una partecipazione attiva, che si rifletterà già nelle attività del 2025, all’interno e oltre i padiglioni fieristici. www.zoomark.it

Slow Life: la nuova tendenza abitativa secondo iBulb

Vivere con calma, vivere meglio. È questo il messaggio al cuore della tendenza abitativa Slow Life, tra i trend del 2025 di iBulb, l'agenzia di promozione di Royal Anthos che promuove l'uso di bulbi da fiore, fiori da bulbo e bulbi in vaso attraverso attività di PR e campagne pubblicitarie in tutto il mondo. Con varietà come Dahlia 'Cornel Bronze', Lilium 'Diamond' e Allium, i bulbi di fiore diventano protagonisti nel creare ambienti armoniosi e rilassanti. Accostati a materiali naturali e a dettagli artigianali, danno vita a interni che riflettono uno stile di vita più consapevole e sostenibile. Una filosofia, quella di Slow Life, che invita a rallentare e riscoprire la bellezza nelle piccole cose – a partire proprio dai fiori. Colori tenui, motivi ispirati alla natura e texture essenziali definiscono un’estetica dove ogni elemento ha uno scopo: trasmettere serenità. Le sfumature pastello e i toni neutri, in particolare, favoriscono la calma, trasformando ogni stanza in un rifugio accogliente. Ma la Slow Life è più di uno stile decorativo: è una scelta. Un invito a riscoprire il valore del tempo, della bellezza autentica e dell’armonia con la natura. E tutto può iniziare da un bulbo di fiore.

g Visual idea / di Erica Cherubini

Il Garden Center, luogo dove il verde incontra le persone, può diventare il protagonista di esperienze sensoriali semplici e coinvolgenti. Come? Con una sfida settimanale divertente e immediata

OGNI PARTECIPAZIONE GENERA CONTENUTI ORGANICI PER I VOSTRI CANALI

CREARE UN’ESPERIENZA INTERATTIVA: "TROVA L’INTRUSO"

Siamo circondati dalla tecnologia: sempre connessi, sempre aggiornati. Social, app, notifiche che ci chiamano a gran voce. Tutto è immediato, tutto è digitale. Siamo passati dall’essere una società di persone fisiche a una società di persone “connesse”. Non fraintendetemi: adoro la tecnologia, ci ha semplificato la vita. Ma il rischio è dimenticare di guardare il mondo con i nostri occhi, di vivere l’esperienza concreta. Ecco perché diventa fondamentale creare occasioni che stimolino i sensi e l’immaginazione nella vita reale. Se volete trasformare il vostro Garden Center in un luogo dove i clienti non si limitano ad acquistare, ma vivono un’esperienza, vi propongo una sfida: Troval’intruso. Facile da allestire, coinvolgente, memorabile.

GUIDA ALLA CREAZIONE DEL GIOCO

1. L’allestimento: dove nascondere l’intruso

Individuate uno spazio dedicato. Non serve trasformare tutto il punto vendita, a meno che non vogliate davvero diventare la Disneyland del verde, ma quella è un’altra storia: basta un angolo – magari un’area che cambia spesso, come una zona novità o uno spazio all’aperto –. Ogni settimana, l’intruso farà

la sua comparsa. Cos’è l’intruso? Un elemento che rompe l’armonia del display: una pianta da ombra tra piante da sole, un accessorio fuori tema, un oggetto divertente. Qualcosa che sorprenda e incuriosisca.

2. Come coinvolgere i visitatori Cambiate l’intruso ogni settimana. Invitate i clienti a trovarlo, fotografarlo e postarlo sui social, taggando il Garden Center e usando un hashtag dedicato (es. #TrovaLIntruso). I primi 10 o 20 partecipanti riceveranno un piccolo premio: uno sconto, un gadget sostenibile, un caffè gratuito nel bar interno.

3. La rotazione: mantenere viva la curiosità

Il segreto del successo? La continuità. Cambiare l’intruso ogni settimana crea aspettativa, abitudine e ritorno. Più l’intruso è inaspettato, maggiore sarà la soddisfazione (e l’engagement) di chi lo individua.

4. Condividere la magia: social e visibilità

Ogni partecipazione genera contenuti organici per i vostri canali. Le persone amano sentirsi parte di un gioco, e sono più che felici di condividere l’esperienza. Ogni post diventa una micro-campagna di marketing spontanea, a costo zero. Offrire anche solo uno sconto simbolico aumenta la percezione di valore e gratifica.

In un’epoca dominata da schermi e velocità, fermarsi a osservare, interagire e giocare è un gesto rivoluzionario. “Trova l’intruso” è più di un gioco: è un’opportunità per rendere il punto vendita vivo e umano.

Vuoi un suggerimento personalizzato?

Scrivimi e allega l’immagine del corner dove vorresti realizzare questa visual idea. Riceverai due consigli pratici e su misura. chiedia@ericacherubini.com

***Nota importante: In caso di premi o incentivi, ti consiglio di verificare la normativa vigente in materia di concorsi a premio, per assicurarti che l’iniziativa sia conforme alle disposizioni legali.

ERICA CHERUBINI/ Consulente, professionista e creativa del verde e non solo. Allestimento, organizzazione e visual merchandising di showroom, stand fieristici e garden center, sono alcune delle sue attività.

DAI AI TUOI CLIENTI LE INFORMAZIONI BOTANICHE DI

CUI HANNO BISOGNO...

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Botanica on Web permette di gestire e produrre la comunicazione per i prodotti del tuo punto vendita in modo semplice e veloce.

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KIOSK SELF SERVICE

APP OPERATORE MOBILE

Botanica on Web è disponibile su smartphone per gli operatori del reparto piante.

Fornire immediati consigli ai clienti,stampare cartelli e schede, direttamente in reparto, azzerando i tempi di lavoro.

Postazioni self service nel Garden Center dove i clienti, in autonomia, possono interagire con Botanica on Web e trovare tutte le informazioni botaniche, le indicazioni sulla cura o sulle caratteritische di ogni pianta. Potrai soddisfare, così, ogni loro curiosità o necessità!

PIANTE SACRE, PAROLE VIVE

Benvenuti e benvenute in questo nuovo spazio di riflessione sulle parole. Una rubrica che ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sulla nostra lingua e – perché no? – accendere la curiosità dei lettori. Bando alle ciance! Nuovo numero, nuovo tema: dopo aver esplorato il lato oscuro e pericoloso delle piante, oggi cambiamo prospettiva e ci immergiamo nel mondo delle specie botaniche che l’uomo ha eletto a simbolo del sacro, proteggendole e venerandole.

Iniziamo dalla palma (Phoenixdactylifera), antico simbolo di vittoria, immortalità e gloria. Già presente nella tradizione greca e romana, la palma è stata ripresa dai cristiani, che ne fecero emblema della vittoria sul peccato e sul martirio. Le foglie di palma ricordano l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, celebrato nella Domenica delle Palme. Un simbolo tanto forte da essere rimasto anche nella nostra lingua: ottenerela palma significa ottenere un successo, una vittoria, qualcosa da annoverare nel proprio palmarès (voce francese, derivata dal plurale del latino palmaris ‘relativo alla palma’ e quindi poi ‘degno della palma, eccellente’). Il suo equivalente

inferiore di San Francesco d’Assisi, Assisi. Pubblico dominio.

propria cultura nella società. Facciamo ora un salto in India, dove grandissimo valore è attribuito ad altre due piante – non al fico d’India (Opuntia ficus-indica), che è una pianta succulenta originaria del Centroamerica –: Ficusreligiosa e Ficus benghalensis. Sebbene vi sia spesso grande confusione, si tratta di due alberi molto diversi, ma entrambi sacri nelle culture e nelle religioni dell’India. Pensate che la protezione che questi alberi ricevono è anche legale, visto che in alcuni stati dell’India anche solo potare queste piante infrange la legge: è l’essere umano a adattarsi all’albero, senza spostarlo e ridurne le dimensioni. Ma perché sono così importanti? Il Ficusreligiosa, anche detto pipal o albero della bodhi, è l’albero sotto il quale meditava il Buddha quando raggiunse l’illuminazione spirituale. Questo splendido albero ha foglie a forma di cuore, lunghe e sottili, con una caratteristica punta finale. Il Ficus benghalensis, o baniano, invece, è un albero imponente caratterizzato da radici aeree che, partendo dai rami e raggiunto il terreno, si trasformano in altrettanti tronchi, allargando così il volume dell’albero. Il baniano e il pipal danno spesso forma alla vita sociale di molti villaggi, che si organizzano intorno all’albero come punto sociale e religioso focale. Qualcosa di analogo accade anche in molti villaggi africani, dove l’imponente e secolare baobab (Adansonia digitata) ospita intorno a sé incontri comunitari e cerimonie rituali. Le piante, dunque, non sono solo parte del nostro ecosistema, ma vivono anche nei nostri linguaggi – tra arte, lingua e religione – , modellandone parole, simboli e significati. Alberi, foglie e radici che intrecciano continuamente il filo sottile che lega natura e cultura.

NICOLÒ DE ROSSI/ Nato e cresciuto a Venezia. La marea lo ha portato a Torino e a Pavia, dove si è laureato in Lingue e poi in Linguistica. Ama la scrittura in tutte le sue forme, e le lingue, di oggi e di ieri. Il suo profilo Instagram: @nico.teca

Pietro Lorenzetti, Ingresso di Cristo a Gerusalemme (1320 ca.), affresco, Basilica

PRATICO E FRESCO

IL TERRICCIO SEMPRE
NOVITÀ

Aipsa informa / di Daria Orfeo, ha collaborato Luisa Falcone

in collaborazione con

IL MONDO VEGETALE ATTRAVERSO LO SGUARDO DELL’ARTE

Dalle antiche raffigurazioni alle sperimentazioni moderne, la rappresentazione artistica delle piante racconta come è cambiata, nel tempo, la percezione e il rapporto tra l’uomo e il verde

La conoscenza della storia e dell’evoluzione sociale è fondamentale per comprendere a pieno lo sviluppo della floricoltura moderna. L’interazione millenaria tra l’uomo e il mondo vegetale, testimoniata da espressioni artistiche, pratiche culturali e scoperte scientifiche, ha trasformato la natura da semplice sfondo vitale a oggetto di cura, benessere e bellezza. Nel tempo, l’interesse per le piante ornamentali ha portato a perfezionare non solo le tecniche di coltivazione, ma anche l’attenzione verso i mezzi tecnici che ne garantiscono una crescita sana e rigogliosa. In questo contesto, i substrati di coltivazione hanno assunto un ruolo sempre più centrale: non semplici supporti fisici, ma veri e propri strumenti di crescita che forniscono nutrienti, regolano l’umidità e creano un ambiente ottimale per lo sviluppo radicale.

IL RAPPORTO UOMO-PIANTA

Comprendere l’evoluzione dei substrati permette di apprezzare il livello di innovazione raggiunto e di promuovere una coltivazione di qualità, più sostenibile e rispettosa delle esigenze delle piante e delle tecniche di coltivazione. Ripercorrere il passato diventa quindi uno strumento prezioso per valorizzare il settore florovivaistico, orientandolo verso un futuro consapevole, capace di coniugare tradizione e innovazione. Il concetto moderno di “florovivaismo”, inteso come la coltivazione e commercializzazione specializzata di piante ornamentali, è un’evoluzione relativamente recente. Tuttavia, l’arte, dalle sue forme più primordiali fino alle espressioni contemporanee, offre

L'arte ci permette di intravedere le radici di una pratica che oggi chiamiamo floro-vivaismo, rivelando un percorso segnato da curiosità, apprezzamento estetico e, infine, da una coltivazione sempre più specializzata e consapevole.

produttori di substrati di coltivazione e ammendanti.

spunti significativi per tracciare l’interazione dell’uomo con il mondo vegetale, gettando le basi per le pratiche di oggi. Un significativo avanzamento nella rappresentazione visiva del rapporto uomo-pianta si osserva nell’Antico Egitto con le pitture tombali e i rilievi templari che non si limitano a decorare, ma offrono dettagliate “istantanee” di giardini formali e meticolosamente pianificati. Questi esempi di arte grafica possono essere considerati precursori di una mentalità volta al trattamento e all’organizzazione intenzionale del verde.

LE PIANTE NELL’ARTE DI OGNI EPOCA

Con l’avvento della cultura classica, la rappresentazione visiva delle piante si arricchisce di significati mitologici, come nel celebre mito di Narciso. A Pompei, le pareti delle case e i mosaici si animano di scene che includono elementi vegetali, rivelando quanto le piante fossero apprezzate visivamente come parte integrante dell’ambiente domestico. Botticelli spicca su tutti per aver rappresentato in modo concreto il mondo vegetale con la sua Primavera; un’allegoria che si svolge in un giardino ricchissimo di fiori, aranceti e siepi di mirto. Per comprenderne l’estrema biodiversità basti pensare che il dipinto contiene oltre 500 specie vegetali. E ancora, fino ad arrivare a tempi più moderni, con gli impressionisti, tra cui alcuni giardinieri appassionati, dove il tema dei fiori è tra i privilegiati per le nuove sperimentazioni. Persino la pop-art di Andy Warhol, con i suoi Flowers del 1964, gioca e tramuta il fiore in figura grafica ornamentale, in una moltitudine di varianti. L’evoluzione dell’arte figurativa, dunque, una preziosa testimonianza del mutare del rapporto tra uomo e mondo vegetale. Dalle prime stilizzazioni rupestri all’esplosione cromatica delle nature morte olandesi, fino alle precise illustrazioni scientifiche, l’arte ci permette di intravedere le radici di una pratica che oggi chiamiamo floro-vivaismo, rivelando un percorso segnato da curiosità, apprezzamento estetico e, infine, da una coltivazione sempre più specializzata e consapevole.

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DARIA ORFEO/ Agronomo e consulente per il settore dei fertilizzanti, substrati e ammendanti. Dal 2007 è segretaria di AIPSA, l’associazione italiana dei

LA PRIMAVERA NON BASTA

Ogni anno, con l’arrivo di questa stagione, i punti vendita si preparano al periodo più atteso e più critico dell’anno. Le giornate si allungano, i clienti riscoprono il desiderio di verde e i reparti si riempiono di colori e profumi. Ecco perché improvvisare costa caro

La primavera è la stagione in cui tutto fiorisce — almeno in apparenza —. Perché, se osserviamo da vicino, il “boom” primaverile nei Centri giardinaggio è spesso un evento caotico, di sordinato, e (paradossalmente, a volte) poco redditizio rispetto alle attese. Sì, avete letto bene: poco redditizio. Il motivo? Una cronica e diffusa tendenza all’improvvisazione. È un errore strategico che si ripete ogni anno, senza che nessuno lo metta davvero in discussione: l’illusione che la primavera si venda da sola.

L’INGANNO DEL TRAFFICO SPONTANEO

©Vitto r i a Neto.

La primavera genera traffico, questo è innegabile. Ma è un traf fico grezzo, disordinato, spesso casuale. Molti clienti comprano sull’onda dell’impulso, riempiono un carrello con aromatiche, dipladenie, qualche sacco di terriccio e spariscono fino all’anno successivo. Il Garden Center registra picchi di vendite, ma anche confusione gestionale, personale in affanno, espositori vuoti e difficoltà logistiche. Un successo apparente, che però non costruisce valore nel tempo. Il problema è a monte: mancano una regia strategica, una comunicazione strutturata, una visione commerciale che vada oltre il qui e ora. La primavera, da sola, non fidelizza nessuno. Non racconta nulla del marchio. Non crea relazione con il cliente. E soprattutto, non protegge dai concorrenti — sempre più agguerriti, preparati, presenti online —.

IL MARKETING STAGIONALE NON

consiglio utile. L’invio di newsletter ben fatte, non invadenti ma regolari. La creazione di una fidelity card, anche solo digitale, che offra vantaggi chiari e tangibili.

L’ESPERIENZA DEL CLIENTE IN NEGOZIO È IL NUOVO MARKETING

Il cliente oggi vuole vivere un’esperienza, non solo acquistare. Entrare in un Garden Center dovrebbe essere come entrare in un mondo: stimoli visivi forti, percorsi tematici, esposizioni coerenti, punti selfie con allestimenti speciali. Ma quanti Garden investono davvero nella regia visiva del punto vendita? In primavera, ogni angolo del negozio dovrebbe “parlare” al cliente. In questo senso, il visual merchandising non è decorazione: è strategia di vendita. E gli eventi? Sono una leva potentissima. Ma ormai è trito e ritrito. Serve coinvolgere il cliente, farlo partecipe dell’offerta formativa.

IL GARDEN CENTER DEL FUTURO NON SARÀ QUELLO CON PIÙ PIANTE IN ESPOSIZIONE, MA QUELLO CON PIÙ CLIENTI COINVOLTI. NON QUELLO

CHE SVUOTA IL MAGAZZINO

AD APRILE, MA QUELLO CHE

COSTRUISCE RELAZIONI TUTTO

L’ANNO. NON CHI COMINCIA, MA QUEL CHE PERSEVERA

SI IMPROVVISA, SI PIANIFICA

La prima grande verità è che un piano marketing per la primavera va pensato a gennaio e febbraio. Eppure, in moltissimi Garden Center, febbraio è ancora un mese “morto” dal punto di vista della comunicazione. Si aspetta marzo per stampare volantini, si pubblicano post generici su Facebook, si mettono in campo sconti senza strategia.

NON BASTA VENDERE, BISOGNA FIDELIZZARE

Una delle criticità più gravi dei Garden Center oggi è la bassa fidelizzazione. Il cliente viene, compra, se ne va. Ma non torna. Possibile che del boom del periodo covid sia rimasto poco o niente? Per cambiare questo paradigma, servono strumenti semplici ma efficaci: la raccolta dei contatti (email, cellulare, account social), magari in cambio di un piccolo omaggio o un

IL DIGITALE COME ALLEATO

MA SERVE COERENZA

I social sono diventati imprescindibili. Ma molti Garden li gestiscono ancora come un’appendice secondaria, con post generici, orari sbagliati, immagini amatoriali. O peggio: si limitano a “postare le offerte”. Ma i social non sono un volantino. Sono uno spazio di relazione. Un luogo in cui ispirare, raccontare, creare empatia. Per questo, serve un linguaggio coerente con l’identità del Garden, un piano editoriale settimanale, contenuti di qualità. Bastano anche pochi strumenti — uno smartphone, una luce naturale, una buona caption — ma servono costanza e strategia. E poi c’è il grande tema della marketing automation che da una semplice registrazione permette di inviare promemoria, offerte mirate, auguri di compleanno, inviti a eventi. Il tutto in automatico ma il tutto va attivato prima che la stagione inizi.

SERVE UN CAMBIO DI MENTALITÀ

La primavera è una stagione meravigliosa per il nostro settore. Ma non è infinita. Chi vuole davvero crescere deve superare l’approccio reattivo e abbracciare una logica proattiva: pianificare, comunicare, differenziarsi e fidelizzare. Il Garden Center del futuro non sarà quello con più piante in esposizione, ma quello con più clienti coinvolti. Non quello che svuota il magazzino ad aprile, ma quello che costruisce relazioni tutto l’anno. Non chi comincia, ma quel che persevera.

ALESSANDRO FORNASARO / È figlio di un floricoltore. Ex rugbista, oggi è agente di commercio in floricoltura ed è innamorato del suo lavoro.

Forme, colori e desideri per il 2026

Flower Council of Holland presenta le tendenze per il prossimo anno per i fiori e le piante, tra colori pastello, foglie colorate e composizioni eccentriche. Il tutto accomunato da un unico filo conduttore: Checkpoint Reality

Il Flower Council of Holland ha presentato i Trend del settore orticolo per il 2026. Quattro tendenze stilistiche ispirazionali che offrono una visione aggiornata del futuro e mostrano come rispondere alle dinamiche in continuo cambiamento del nostro tempo. Le tendenze sono state sviluppate in collaborazione con le organizzazioni di settore Tuinbranche Nederland, iBulb, INretail e l’agenzia Bureau Nijman + Van Haaster, con l’obiettivo di ispirare il settore, condividere conoscenze e aiutare i professionisti a rispondere ai bisogni dei consumatori. Ogni tendenza ha un carattere e uno stile unico e sono unite da un unico filo conduttore, Checkpoint Reality. Lo spirito del tempo attuale può essere riassunto con due parole: realtà irreale. Il mondo sembra diventare ogni giorno più instabile, incerto, complesso e ambiguo. L’emergere dell’intelligenza artificiale ha portato con sé sfide aggiuntive e noi come possiamo distinguere davvero cosa è reale da cosa non lo è? Le quattro tendenze stilistiche proposte per il 2026 da Flower Council of Holland si basano proprio su tutto questo.

Nostalgic Lens

Questa tendenza guarda il mondo attraverso una lente sicura, familiare e nostalgica. Cosa porterà questa nuova era? E cosa possiamo fare ora che i privilegi conquistati sembrano essere minacciati? Questo trend cerca rifugio nel passato, perché appare sicuro e riconoscibile, richiamando lo stile cottage, tornato di moda, con un tocco fresco e allegro, con colori pastello, ceramiche dipinte a mano, prodotti artigianali, fiori delicati e motivi a quadretti. Tutto questo dà vita a un’atmosfera rustica, accogliente e familiare. La palette colori di Nostalgic Lens include il bianco e colori pastello come rosa, lilla, malva, alternati alle tonalità del verde. Ma ci sono ancora colori più accesi, come rosso, arancione e blu.

I VALORI CHIAVE DEL TREND:

Nostalgico, rustico, artigianale, romantico, fatto a mano, allegro, stile cottage e quotidiano.

Intriguing Decor

Il secondo trend per il 2026 presentato da FCH è

Intriguing Decor, una tendenza che ruota tutta intorno alla gentilezza, rappresentando una risposta alla crescente polarizzazione della società. Abbiamo un forte bisogno di una prospettiva di speranza e desideriamo sentirci al sicuro e ben accolti. Nella quotidianità cerchiamo di strappare un sorriso a chiunque e fiori e piante svolgono un ruolo importante in tutto questo. Questa tendenza dà vita a spazi accoglienti, con forme giocose, oggetti lucidi che contrastano con colori caldi e ricchi e una moltitudine di pattern. Per quanto riguarda le piante, le vere protagoniste qui sono le foglie, dai colori vivaci, come quelle di cordyline, croton, coleus e gynura. La palette cromatica gioca sui contrasti chiaro/scuro e caldo/freddo, con colori come il melanzana e il ruggine alternati a rosa e verde, con eccezioni curiose come il giallo pallido e il viola-bluastro.

I VALORI CHIAVE DEL TREND

Caldo, colorato, materiali a contrasto, decorativo, curato nei dettagli, intimo e familiare.

di vivere e lavorare. L’intelligenza artificiale è diventata un partner affidabile in un numero sempre maggiore di ambiti della nostra vita quotidiana. Con Orbit Revive ci troviamo alla vigilia di queste nuove scoperte tecnologiche, proprio come negli anni ’60, ’70 e ’80, dandoci la possibilità di guardare sia al passato che al futuro. Questo “futurismo vintage” si riflette negli interni attraverso una combinazione tra design retrò e stile organico moderno, con bouquet asimmetrici , composizioni di fiori secchi e piante dalle foglie colorate, scure o lucide. La palette di colori è dominata da tonalità naturali, dai nude chiari ai marroni caldi. Non mancano diverse sfumature di verde, che offrono un contrasto fresco, e colori come il rosso tendente al rosa, l’arancione e l’argento.

I VALORI CHIAVE DEL TREND

Design retrò degli anni ’60, ’70 e ’80, Space Age, organico e lusso.

Unexpected Encounter

In un mondo in cui tutto sembra possibile, esploriamo e ridefiniamo i confini a modo nostro. Sperimentiamo comportamenti estremi e puntiamo in alto quando si parla di lusso e adrenalina. C’è un grande bisogno di divertimento, libertà, passione, avventura e individualità. Questo, in poche parole, è Unexpected Encounter. Tutto è possibile e tutto è connesso. Per questa tendenza hanno un ruolo chiave gli elementi sorprendenti, con piante e fiori che assumono un aspetto magico, composizioni dai colori pastello ed eccentriche e foglie dai colori “insoliti”. Il linguaggio visivo di questo trend è audace e i materiali sono scelti per il contrasto e la capacità di sorprendere. Il colore è l’elemento più importante di questa tendenza e la palette è caratterizzata da colori estremamente accesi, ma con un effetto acquoso.

I VALORI CHIAVE DEL TREND

Fiabesco, surreale, inaspettato e straniante.

Uscire dagli schemi consolidati aiuta a vedere nuove opportunità nel proprio business. Lo dimostra il Museo di Storia Naturale di Londra, che ha ridisegnato il giardino, e lo racconta una carrellata di idee da cui trarre ispirazione di STEFANIA MEDETTI

Quello del Museo di Storia Naturale di Londra non è più soltanto un giardino. Lo spazio circostante il magnifico edificio inaugurato nel 1881, infatti, ha cambiato di nuovo volto. Dopo essere stato per anni un’area verde non calpestabile e, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, un orto di guerra, il celebre museo di Kensington cambia prospettiva in relazione all’emergenza climatica e dà vita all’innovativo “The Evolution Garden” , ovvero il

giardino dell’evoluzione. Dopo due anni di lavoro, dunque, il museo regala ai suoi 5,5 milioni di visitatori un vero e proprio viaggio nel tempo che inizia 3,5 miliardi di anni fa e condensa in 15 minuti l’evoluzione degli ecosistemi durata 540 milioni di anni. Disegnati dallo studio di architettura Feilden

IL CELEBRE MUSEO

PROSPETTIVA

DI KENSINGTON

mission del museo e dall’altro racconta l’evoluzione della storia naturale del nostro pianeta, a partire dal mare di Cambria dove nuotavano i trilobiti fino alla presenza di palme nel Regno Unito durante il Paleocene per arrivare poi fino a noi. “Quello che vediamo nel mondo che ci circonda è un’istantanea di una storia più grande e il giardino materializza l’entità del cambiamento durante le varie ere geologiche”, ha spiegato Paul Kenrick, ricercatore del museo. L’accesso a The Evolution Garden – gratuito come la visita al museo – avviene attraverso un sentiero in salita circondato da

CAMBIA
IN RELAZIONE ALL’EMERGENZA

CLIMATICA

E DÀ VITA ALL’INNOVATIVO “THE EVOLUTION GARDEN”
Evolution Garden 7 ©The Trustees of the Natural History Museum, London.

stratificazioni di rocce di vari colori fra cui spiccano le rocce gneiss grigie e rosa provenienti dalle isole Ebridi, in Scozia, e databili tre miliardi di anni fa. Subito dopo sul sentiero appaiono le forme di creature marine realizzate in bronzo, che rappresentano la proliferazione di specie marine durante il Cambriano, mentre una serie di gradini che metaforicamente indicano l’uscita dall’acqua racconta il passaggio dalla vita anfibia a quella terrestre. Felci e coda cavallina australiane sono scelte come rappresentanti della vegetazione del Carbonifero per illustrare come le foreste paludose si siano trasformate nel carbone che utilizziamo oggi. Ma è stata questa ricca vegetazione, che ha immesso grandissime quantità di ossigeno, a permettere agli insetti di raggiungere dimensioni sorprendenti, come il millepiedi lungo quasi due metri riprodotto in ottone lungo il percorso. Le rocce vulcaniche dal colore metallico dell’arenaria permiana raccontano la massiccia estinzione avvenuta nel Triassico che ha cancellato quasi il 90% delle forme di vita sulla terra oltre duecento milioni di anni fa e che ha aperto la strada all’avvento dei dinosauri, rappresentati da una ricostruzione in bronzo del Diplodo-

MOLTE DELLE MERAVIGLIE DEL REDESIGN DEL GIARDINO, INFATTI, NON SONO IMMEDIATAMENTE VISIBILI, IN QUANTO SI TRATTA DI TECNOLOGIE CAPACI, PER ESEMPIO, DI REGISTRARE

I SUONI ALL’INTERNO DEGLI ALBERI PER MONITORARE IL

FLUIRE DELL’ACQUA NEL TRONCO, LE LARVE CHE ROSICCHIANO

IL LEGNO E LE MIGRAZIONI DEGLI UCCELLI TRACCIATI

ATTRAVERSO IL SUONO

cus, l’iconico dinosauro in mostra nel museo, circondato da wollemia e aracaudia del Cile che evocano i sempreverdi dell’epoca. È solo alla fine di una serie di ecosistemi primordiali che, lungo il sentiero, appaiono le orme umane, accom pagnate da una frase del naturalista britannico David Attenborough: “Il futuro del nostro mondo na turale, da cui dipendiamo, è nelle nostre mani”. Una frase che fa da preludio all’ultima parte del giar dino: “The Nature Discovery Gar den”, cioè il giardino della scoperta della natura, uno spazio verde che accoglie oltre tremila specie e fun ziona da vero e proprio laboratorio scientifico. Molte delle meravi glie del redesign del giardino, infatti, non sono immediata mente visibili, in quanto si tratta di tecnologie capaci, per esempio, di registrare i suoni all’interno de gli alberi per monitorare il fluire dell’acqua nel tronco, le larve che rosicchiano il legno e le migrazioni degli uccelli tracciati attraverso il suono. Sotto il terreno, invece,

i sensori monitorano il movimento dei vermi e le vibrazioni del traffico, per comprendere come la presenza dell’uomo impatti sulla natura circostante. Attraverso l’occhio dei ricercatori, inoltre, studia la vita negli stagni e, attraverso il materiale genetico degli animali che frequentano il giardino, gli studiosi potranno identificare le specie che transitano o vivono nel cuore di Londra e anche i patogeni dei funghi soffiati dal vento. Tutti dati che il museo raccoglie e condividere con altre organizzazioni e con i cittadini interessati a comprendere come gli spazi verdi cittadini possano apportare contributi positivi all’ecosistema.

Fern landscape ©The Trustees of the Natural History Museum, London.
Hypsilophodon 6 © The Trustees of the Natural History Museum, London.

Cinque idee da copiare

Come dimostra l’esperienza londinese, le aziende che si interfacciano con il pubblico oggi hanno la possibilità di esplorare ed espandere il cuore del proprio business. E questo non significa soltanto allargare l’offerta, ma anche e soprattutto offrire prospettive nuove e inusuali che differenziano, coinvolgono, intrattengono e informano. Investire su attività collaterali non è solo un modo per generare traffico, favorire la fidelizzazione e il passaparola, differenziarsi dalla concorrenza, ma anche un’occasione per alimentare il content marketing comunicando informazioni concrete e utili ai propri clienti ed essere presenti in ogni momento della loro vita.

Non solo farmers’ markets

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Invitare artisti locali a cui offrire una vetrina pop-up è un modo per catturare l’attenzione, generare traffico e portare uno sguardo nuovo nell’organizzazione dello spazio vendita. Per esempio, si possono organizzare degustazioni con piccoli produttori di cibi e bevande che hanno voglia di farsi conoscere oppure con artigiani per dimostrazioni live, ma anche con gruppi e cantanti locali, spesso in cerca di uno spazio e di un pubblico per cui esibirsi. La formula si può testare con un calendario di piccoli eventi a rotazione che, da un lato offrono l’occasione per comunicare con i propri clienti e dall’altro sono un modo per mantenere alta l’attenzione, incuriosire e ispirare. Con il tempo, questi appuntamenti potrebbero anche confluire in un grande evento, come un festival o un happening per celebrare l’arrivo della primavera. Un’operazione capace di mettere il Garden Center al centro della comunità in cui opera.

A tutta salute

Considerato che i temi della salute, del benessere fisico e mentale sono sempre più importanti per i clienti, i Garden Center possono abbracciare anche questa tendenza. Magari utilizzando le piante per creare uno spazio relax, un’area di decompressione dove organizzare lezioni di meditazione, yoga o tai chi. Un sensory garden, inoltre, è anche un modo per dimostrare praticamente i benefici della natura e differenziare il proprio punto vendita dalla concorrenza. Questa idea può essere allargata anche ad altri ambiti, come lezioni di cucina salutare con un focus - per esempio - sulla nutrizione fuori casa. Molte persone, infatti, si portano il pranzo sul lavoro e invitare uno chef a immaginare piatti semplici da realizzare con declinazioni stagionali e instagrammabili è un modo semplice per offrire un servizio e comunicare vicinanza ai propri clienti puntando sull’originalità. Sfruttare i colori delle fioriture permette di elevare l’esperienza fotografica.

Attività stagionali

Considerato che nelle dodici principali città italiane l’offerta di case con giardino privato non supera mai il 20%

(dati di immobiliare.it), la voglia di vivere lo spazio aperto è solo parzialmente soddisfatta nel nostro paese. Mettere a disposizione il proprio punto vendita per attività collegate alle natura è un modo per avvicinare i cittadini al verde e sfruttare l’eco delle festività. Dalla caccia al tesoro per le uova di Pasqua, al set fotografico per Halloween con tanto di zucche, dalla realizzazione di corone natalizie e centrotavola ecologici che utilizzano rami di pino e decorazioni naturali ai tutorial per le marmellate e le conserve, il menù è ricco e si può abbinare ad attività collaterali come le ricette per preparare vin brulé e tutte le declinazioni delle varie culture, come il “masala chai”, il tè speziato misto dell’India che utilizza ingredienti come zenzero fresco, cannella, zafferano, pepe a anice stellato e poi ancora, il succo di melagrana speziato o il succo di mele con mandarini e chiodi di garofano.

Chiedi ai dipendenti

Le idee possono arrivare da qualsiasi persona e non è un caso se grandi organizzazioni come Disney, per esempio, organizzano regolarmente competizioni fra i dipendenti invitati a immaginare nuove attività, mentre una catena di grande successo come Zara ha sviluppato un efficace sistema di raccolta dei suggerimenti da parte dei clienti che i dipendenti inviano alla sede centrale per la messa a punto di nuove linee. Chiedere ai dipendenti quali sono le domande più frequenti che si sentono rivolgere offre la possibilità di condividere con il proprio staff il tipo di risposta che si considera più adeguato o profittevole. Analogamente, utilizzare il retro delle divise per stampare dei messaggi accattivanti, stagionali o il claim del Garden Center è un modo per evidenziare la presenza dei dipendenti sul punto vendita. Una frase inattesa, inoltre, può facilitare la conversazione e fornire al dipendente l’occasione per far sentire accolto il cliente.

Attenzione

ai più piccoli

Prendendo spunto dall’approccio esperienziale e informativo del giardino del Museo di Storia Naturale di Londra, i Garden sono ben posizionati per intercettare l’interesse dei più piccoli. I modi per farlo non mancano. Per esempio, creare un piccolo stagno esperienziale, dove un esperto può incuriosire e raccontare i segreti di un ecosistema che si trova appena fuori dalla porta di casa - questa potrebbe essere un’attività aperta alle scuole -, oppure un animatore può leggere favole ambientate nella natura e dedicate ai più piccoli. E poi, ancora, raggruppando le piante che attraggono farfalle e impollinatori, si può creare un’area instagrammabile a tutto colore capace di stupire i più piccoli e accattivare i cacciatori di selfie. Infine, banalmente, anche un recinto della sabbia o un’area dove imparare a invasare può essere un modo per coinvolgere i più piccoli mentre i genitori sono impegnati a fare shopping.

ECCO TERRARIUM, LA NOVITÀ DELLA GAMMA POCKET

Il marchio Triplo si arricchisce per il 2025 con un nuovo terriccio - pronto all’uso - pensato per gli appassionati di terrari

Non si arresta il grande successo della gamma pocket a marchio Triplo, che per il 2025 si amplia con “TERRA RIUM” il terriccio ideale per i terrari. Si tratta di pratiche confezioni di terriccio con zip salva freschezza “apri e chiudi”, facili da riporre perché restano sempre in piedi e adatte per le piante che non necessitano di grandi quan titativi di terriccio o per il rabbocco. Il formato da 1,5 litri e da 3 litri è proprio pensato per chi coltiva piante di piccole dimensioni in vaso e magari non ha lo spazio in casa per conservare sacchi più volu minosi. La linea Pocket si compone di 5 terricci da 1,5 litri per orchidee, piante grasse, bonsai, piante aromatiche e peperoncini e 4 confezioni da 3 litri di perlite, pomice, humus di Lombrico e terriccio Terrarium.

Le referenze da 1,5 litri

TERRICCIO ORCHIDEE

due, delle specie tropicali e subtropicali e delle sempreverdi.

TERRICCIO PIANTE GRASSE

QUESTI 3

Substrato professionale biologico a base torbosa arricchito con sabbie di varia granulometria, ideale per il rinvaso di piante grasse e succulente. La miscela è stata studiata per garantire un’ottima ossigenazione e un elevato drenaggio dell’acqua in eccesso.

TERRICCIO PEPERONCINI

Substrato professionale biologico per la coltivazione dei peperoncini alimentari e ornamentali. La sua miscela soffice e leggera a base di torbe di qualità è arricchita con pomice per favorire il drenaggio dell'acqua.

TERRICCIO PIANTE AROMATICHE

Substrato professionale biologico per tutte le piante aromatiche. È ottenuto esclusivamente da una miscela selezionata di torbe bionde e brune di sfagno di altissima qualità.

Le referenze da 3 litri

PERLITE

Si tratta di un inerte granulare di origine vulcanica che se miscelato al terriccio:

PRODOTTI SONO PENSATI

Substrato professionale biologico costituito da corteccia selezionata e calibrata per soddisfare al meglio le particolari esigenze di coltivazione dei principali generi di orchidee come Cymbidium, Phalaenopsis, Cattleya, Dendrobium, ecc.

TERRICCIO BONSAI

Substrato professionale biologico ideale per il rinvaso periodico dei bonsai. La presenza di argilla montmorillonitica è determinante per assicurare alla pianta una buona ritenzione idrica e un elevato potere tampone. Il prodotto è idoneo al rinvaso delle specie deci-

new

TERRICCIO TERRARIUM

Si tratta di un terriccio professionale, pronto all’uso, per la realizzazione di terrari. Le sue componenti a base organica e ricche di inerti consentono di ottenere una ritenzione idrica ottimale, un drenaggio e un’areazione idonea sia per terrari a vaso aperto sia chiuso.

SIA PER CHI DESIDERA

CREARSI UNA PROPRIA MISCELA

PERSONALIZZATA O PER CHI È

SOLITO UTILIZZARE DEGLI

INERTI PER DECORARE O PER PACCIAMARE

•filtra gli eccessi di acqua

• migliora il drenaggio, mantenendo il terriccio ben aerato ed ossigenato

• protegge le radici dagli sbalzi di temperatura

• aumenta l’assorbimento dei principi nutritivi

POMICE

Inerte granulare di origine vulcanica, specifico per il florovivaismo. La pomice è il risultato dell’espansione di minerale magmatico effusivo che ha generato un prodotto alveolare di notevole leggerezza, con elevata porosità, grande ritenzione idrica e lento rilascio dei liquidi.

HUMUS DI LOMBRICO

Nutrimento naturale inodore, consentito in agricoltura biologica, per orto e piante da fiore. Oltre a fornire gli elementi nutrizionali alle piante ne migliora le caratteristiche del terreno apportando vitalità.

Tra resilienza e rilancio

In occasione della Conferenza inaugurale di Euroflora, ANVE – Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori – e ICE hanno presentato i risultati del nuovo Studio di Settore sul comparto florovivaistico italiano, realizzato da Nomisma. Una fotografia che conferma il suo ruolo strategico nel panorama europeo e mondiale

Di fronte a un’economia in lenta ripresa, il comparto florovivaistico si conferma una colonna portante dell’agricoltura italiana. Crescono le superfici investite, le esportazioni e l’occupazione, mentre il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) apre nuove opportunità per il verde urbano e la rigenerazione ambientale. Questo è quello che emerge dallo Studio di Settore di ANVE e ICE, realizzato da Nomisma, “Osservatorio sul florovivaismo italiano” presentato in occasione di Euroflora. Il florovivaismo italiano infatti rappresenta un comparto d’eccellenza con un valore di produzione che supera i 3 miliardi di euro e una crescente propensione all’export. Secondo i dati emersi dall’Osservatorio, il sistema florovivaistico nazionale ha dimostrato una forte capacità di resilienza, superando le criticità imposte dalla pandemia e riorientando strategie produttive

e commerciali. Dal 2020 al 2023, infatti, si registra una significativa espansione del valore della produzione, passata da 2,5 miliardi nel 2017 a 3,1 miliardi di euro nel 2023, pari all’8,6% della produzione agricola totale. La crescita del comparto è trainata soprattutto dai vivai, il cui valore è cresciuto del +12,8% nel 2022 , molto più velocemente rispetto ai fiori recisi e alle piante da interno.

UNA RETE PRODUTTIVA

DINAMICA

Al 2024 risultano registrate oltre 50.800 imprese con codici ATECO riconducibili al florovivaismo, anche se quelle effettivamente specializzate sono circa 17.500.

Tra queste:

• 40% sono specializzate in fiori da pieno campo

• 14% in fiori in coltura protetta (serra)

• 26% si occupano della riproduzione di piante

• 6% producono alberi di Natale e piante perenni

Le aree con maggiore incidenza produttiva sono Latina, Pistoia e Grosseto , che rappresentano veri distretti produttivi. A Pistoia, ad esempio, operano oltre 1.200 aziende vivaistiche. Le aziende attive sono concentrate prevalentemente nelle regioni del Centro-Nord: Toscana, Liguria, Veneto e Lombardia trainano la produzione, mentre il Mezzogiorno inizia a rafforzare

CON UN VALORE DI 3,1 MILIARDI DI EURO E CIRCA

17.500 IMPRESE SPECIALIZZATE, IL VERDE ITALIANO È OGGI PIÙ CHE MAI UNA RISORSA ECONOMICA, AMBIENTALE E CULTURALE

la propria presenza , in particolare con aziende specializzate nella produzione di piante ornamentali. L’innovazione tecnologica e l’introduzione di pratiche di agricoltura sostenibile stanno progressivamente modificando la composizione professionale, con una crescente richiesta di figure specializzate in gestione ambientale, logistica verde e marketing digitale. Nel solo comparto vivaistico, gli addetti sono saliti a oltre 23.700 nel 2023, in costante aumento dal 2020. Per quanto riguarda le superfici investite nel settore sono passate da 41.898 ettari nel 2010 a 44.363 ettari nel 2020. In particolare, i vivai hanno visto una crescita del +15,5% nell’ultimo decennio, con una concentrazione significativa in regioni come Toscana (Pistoia), Lazio (Latina), Lombardia e Sicilia.

EXPORT IN CRESCITA

Uno dei dati più incoraggianti riguarda l’export: l’Italia si conferma tra i principali esportatori

europei con una crescita del 10% rispetto al 2022. Le fiere internazionali, supportate da ICE e ANVE, hanno svolto un ruolo strategico nel rafforzare l’immagine del made in Italy florovivaistico. Nel periodo gennaio-ottobre 2024 le esportazioni italiane di piante ornamentali verso l’UE-27 sono cresciute dell’8% in valore (da 344 a 371 Mio EUR), con i maggiori flussi diretti in Francia (122 Mio EUR), Germania (74), Paesi Bassi (39) e Romania (18). L’Italia mantiene un saldo commerciale fortemente positivo nel settore. Le esportazioni extra-UE, in particolare verso Regno Unito, Svizzera, Stati Uniti e India, hanno raggiunto nel 2023 oltre 150 milioni di euro, con una crescita importante delle piante fruttifere (+11,9% a valore) e una tenuta per le piante ornamentali. Tra i mercati emergenti spiccano India (+351%) e Algeria (+63,5%).

LE SFIDE APERTE

Nonostante i segnali positivi, il

comparto deve affrontare alcune criticità strutturali. Tra queste, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, la frammentazione della rete distributiva interna, e l’eccessiva burocrazia che rallenta l’accesso ai fondi pubblici e ai crediti agevolati. Occorre un rafforzamento delle sinergie tra imprese, associazioni di categoria e istituzioni, al fine di consolidare l’identità del florovivaismo italiano nel panorama internazionale e garantire una crescita equilibrata e inclusiva. Il florovivaismo italiano si conferma un settore dinamico, capace di coniugare tradizione, innovazione e sostenibilità. Le sfide non mancano, ma le opportunità offerte dalla transizione verde e dai mercati internazionali aprono nuovi scenari di crescita.

UNO DEI DATI PIÙ INCORAGGIANTI RIGUARDA

L’EXPORT: L’ITALIA SI CONFERMA TRA I PRINCIPALI ESPORTATORI EUROPEI

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Il giardinaggio europeo secondo i dati

Cosa ci insegnano i nostri vicini sul verde oltre confine tra numeri, sfide e nuove abitudini

Non è passato tanto tempo da quando in occasione di Myplant & Garden è stato presentato il primo rapporto sul florovivaismo. Un’analisi dei mercati globali e del percepito delle imprese che ha provato a fare luce sulle dinamiche interne del settore ma ha anche lasciato nero su bianco numeri e dati preziosissimi per leggere il presente che viviamo in ottica futura. Per questo sono importanti i dati, no? Comprendere quello che succede intorno a noi a 360 gradi è un potere fondamentale per le aziende e i professionisti; in questo modo viene offerta loro

una visione non solo nazionale ma anche europea e internazionale. Il confronto, dunque, ma anche la messa in discussione e l’ispirazione che proviene dagli innumerevoli Paesi vicini o lontani che ci circondano sono linfa vitale per progredire e continuare a scrivere il proprio futuro e quello della propria azienda. Ma torniamo ai numeri, che ci piacciono tanto. Secondo Eurostat nel 2024 il valore del settore florovivaistico nell’UE-27 ha raggiunto i 24,5 miliardi di euro con un incremento dell’1% rispetto all’anno precedente: l’Italia si posiziona al terzo posto con 3,3 miliardi di eu-

ro, dietro a Paesi Bassi e Spagna. Tra i principali esportatori europei si trovano i Paesi Bassi in pole position con il 71,5% dell’export, seguiti da Italia (7,2%) e Germania (5,4%); e l’esportazione di prodotti florovivaistici è cresciuta del 75,3% nell’ultimo decennio, segno di un comparto in continua espansione. Ma come funziona un determinato mercato e quali sono le sue caratteristiche? Facciamo un punto grazie ai dati raccolti dalla nostra redazione consultando analisi e studi provenienti dalle associazioni di Garden Center e delle aziende del settore di Francia, Germania e Spagna. Ecco cosa è emerso.

FRANCIA

Il fatturato cala ma il desiderio di fare giardinaggio rimane

Durante la sua convention annuale del 12 marzo 2025, l’associazione Promojardin-Promanimal ha presentato il bilancio 2024 del mercato del giardinaggio. Colpito da un clima eccezionalmente piovoso e da un mercato immobiliare in crisi, il settore ha registrato un calo del 6% del fatturato, attestandosi a 7,7 miliardi di euro. I distributori hanno subito gli effetti di una riduzione media dei prezzi del 2% nei loro reparti durante l’anno, accentuando il calo del loro fatturato. In termini di volume, le vendite sono diminuite del 4%, un calo comunque meno marcato rispetto al 2023 (-7%). Sebbene la pressione inflazionistica si sia allentata, il clima instabile dello scorso anno ha pesato fortemente sul settore. Il 2024 figura infatti tra i dieci anni più piovosi mai registrati, con scarsa insolazione e terreni fradici per quasi tutto l’anno, una situazione inedita da oltre 30 anni. Nonostante queste condizioni difficili, i francesi non hanno abbandonato i loro giardini: l’85% dei possessori di uno spazio esterno se ne è occupato nel 2024, un dato stabile rispetto al 2023. Tuttavia, la natura delle attività è cambiata. A causa della pioggia, si è data priorità alla manutenzione rispetto a nuove piantagioni e a lavori di giardinaggio. Una tendenza che si riflette anche nei risultati dei diversi segmenti di mercato:

LA FRANCIA IN 3 CIFRE

• Il 58% dei francesi ha un giardino, sia nella casa principale o nella seconda casa

• Il 55% ha una terrazza

• Il 34% ha un balcone nella propria casa

• Arredamento da esterno (frangivento, allestimento di terrazze…) e attrezzature per il tempo libero all’aperto (mobili da giardino, barbecue...) hanno subito cali a due cifre, penalizzati dal maltempo e dalla crisi immobiliare

• Le piante da esterno hanno tenuto meglio, con un calo limitato al 3% del fatturato

• Le attrezzature per il giardinaggio (attrezzi manuali, protezione delle colture...) segnano un -9%, colpite dal calo degli acquisti di piante e dalla flessione nelle vendite di prodotti per l’irrigazione

• Al contrario, le vendite di utensili motorizzati e di prodotti per la cura e il trattamento delle piante sono in crescita per il secondo anno consecutivo , spinte dalla maggiore necessità di manutenzione dovuta alle condizioni climatiche

VENDITE E DISTRIBUZIONE

Anche i canali di distribuzione non sono stati colpiti tutti allo stesso modo:

• Le grandi superfici alimentari e i negozi di bricolage, fortemente dipendenti dalle vendite di prodotti per l’esterno e il tempo libero in giardino, sono tra i più colpiti.

• L’e-commerce ha anch’esso sofferto, penalizzato dal calo in questi stessi segmenti.

• Al contrario, le insegne specializzate nel giardinaggio hanno resistito meglio, grazie a un calo più moderato delle vendite di piante e a una domanda sostenuta di prodotti per la cura delle piante.

PROMOJARDIN-PROMANIMAL

È un'associazione dedicata alla promozione del giardinaggio, al miglioramento dell'ambiente e della vita di piante e animali. Riunisce i produttori, i distributori e i prescrittori del mercato del giardinaggio amatoriale in un modo unico e multidisciplinare. L'associazione pubblica annualmente un panorama del mercato del giardinaggio e degli animali domestici.

GERMANIA

Un mercato in contrazione ma con margini di tenuta

Il 2024 è stato un anno di grandi contrasti per l’industria tedesca del giardinaggio. Mentre la Germania ha vissuto una fase di incertezza economica e geopolitica, il settore rappresentato dall’IVG (Industrieverband Garten e.V.) ha dimostrato, nonostante tutto, una sorprendente capacità di adattamento. È quanto emerge dal Rapporto annualeIVG2025, che traccia un bilancio dettagliato dell’anno appena concluso, analizzando non solo l’andamento economico del comparto, ma anche le trasformazioni in atto tra consumatori, aziende e politiche di sostenibilità. Nel 2023, il mercato del giardinaggio in Germania ha subìto una contrazione significativa, registrando un calo del 7,8% rispetto all’anno precedente e attestandosi su un volume totale di 20,7 miliardi di euro. Le ragioni sono molteplici: dall’inflazione persistente al clima instabile, passando per la crisi energetica e le tensioni geopolitiche, che hanno inciso sul potere d’acquisto e sulla fiducia dei consumatori. Tuttavia, l’IVG sottolinea come questa flessione vada letta anche nel contesto di una fase di assestamento, dopo due anni di crescita straordinaria durante la pandemia.

TENDENZE EMERGENTI: SOSTENIBILITÀ E CONSAPEVOLEZZA

Se da un lato il mercato ha rallentato, dall’altro si osservano segnali incoraggianti in termini di evoluzione delle preferenze. I consumatori tedeschi sono sempre più orientati verso scelte sostenibili: aumenta la domanda di substrati senza torba, fertilizzanti organici e prodotti a basso impatto ambientale. Il giardino viene vissuto non solo come spazio ricreativo, ma anche come luogo di responsabilità ecologica. Parallelamente, cresce l’interesse per le piante da interno e per tecnologie “smart” per l’irrigazione e la cura del verde, segno che la digitalizzazione sta entrando anche nei settori più tradizionali.

LA QUOTA DI TORBA CONTINUA A DIMINUIRE

A marzo 2025 l’as -

I

CONSUMATORI

sociazione IVG e l’associazione GGS (Gütegemeinschaft Substrate für Pflanzen e.V.) hanno presentato i dati aggiornati su produzione e vendite nel settore dei substrati.

I dati del 2024 mostrano una situazione stabile, nonostante la crisi economica in corso: il volume complessivo di substrati professionali venduti è rimasto sorprendentemente costante rispetto all’anno precedente, segno di una resilienza del settore.

Nel dettaglio:

• Sono stati venduti circa 3 milioni di m³ di substrati professionali per l’orticoltura commerciale:

- 1,8 milioni di m³ sul mercato nazionale

- 1,2 milioni di m³ all’estero (esportazioni)

• La quota di torba nei substrati professionali destinati al mercato tedesco è scesa al 65%, mentre quella dei substrati completamente privi di torba è aumentata al 6%.

• Per il settore consumer sono stati venduti 5 milioni di m³ di terriccio:

- La quota di torba in questo segmento è al 33%

- Le terre prive di torba raggiungono una quota del 23% Dai dati emerge che la torba rappresenta ormai solo la metà del volume totale dei materiali impiegati nei substrati:

• 4,7 milioni di m³ di torba

• 4,2 milioni di m³ di materiali organici alternativi

• 0,3 milioni di m³ di materiali minerali Questo indica che la decarbonizzazione della filiera ha già raggiunto il 50% sul piano delle materie prime, mentre l’obiettivo tedesco di riduzione delle emissioni di CO₂ è fissato al 65% entro il 2030.

(fonte: www.ivg.org)

TEDESCHI SONO SEMPRE PIÙ ORIENTATI VERSO SCELTE SOSTENIBILI:

SPAGNA

Uno sguardo al canale Garden spagnolo

Per comprendere meglio lo stato del settore, la rivista specializzata Garden Magazine, ha condotto uno studio annuale (giunto alla sua quinta edizione) tra la fine di ottobre e novembre 2024. I risultati sono stati raccolti tramite un questionario distribuito a diversi Centri di giardinaggio in tutta la penisola iberica e le isole, coinvolgendo anche un Centro in Portogallo. Hanno risposto 88 Centri di giardinaggio dislocati in molte province spagnole. Come negli altri Paesi europei, l’inizio del 2024 è stato particolarmente difficile per i Centri di giardinaggio in Spagna a causa del maltempo e di una primavera che si è fatta attendere. Alcune regioni hanno dovuto fronteggiare restrizioni dovute alla siccità, mentre altre hanno sofferto lunghi periodi di pioggia. Il cambiamento climatico si conferma come un fattore chiave che incide negativamente sul settore, provocando eventi estremi come ondate di caldo, gelo, siccità, desertificazione e fenomeni meteorologici dannosi.

INCREMENTO SÌ, MA

CONTENUTO

Relativamente alla fatturazione da gennaio a settembre 2024 e rispetto allo stesso periodo del 2023, circa il 42% dei Centri ha dichiarato un incremento contenuto tra lo 0% e il 5%. Il 25% ha registrato una crescita tra il 5% e il 10%, un altro 25% ha visto un calo nelle vendite, mentre solo il 7,95% ha superato un aumento del 10%. Tra i principali problemi segnalati dai punti vendita vi è al primo posto il clima, seguito da un calo generale delle vendite e dalle limitazioni dovute alla siccità. Altre criticità riscontrate sono state la mancanza di personale qualificato, l’aumento dei prezzi che disincentiva l’acquisto, e i costi elevati di logistica e trasporti. I Centri hanno lamentato anche la concorrenza dei grandi magazzini e dei bazar asiatici, la difficoltà nel prevedere le vendite per via dell’instabilità della clientela e la complessità normativa da rispettare. Nel precedente studio pubblicato a metà 2024, il ticket medio di spesa era pari a 42,12€. In questo quinto studio, il dato è sceso a 37,01€ IVA inclusa. Secondo l’International Garden Centre Association, il ticket medio nei paesi membri era di 40,19€ senza IVA, mentre i Centri spagnoli aderenti hanno registrato una media di 37€ senza IVA.

SI PREFERISCONO PIANTE RESISTENTI E A BASSO CONSUMO

Per quanto riguarda le piante più vendute nel 2024, tra le piante da interno con fiore spiccano le orchidee, i kalanchoe e gli anthurium, tutte molto apprezzate per la loro bellezza e il valore ornamentale. Tra quelle senza fiore, le più vendute sono state spathiphyllum, sansevie-

ria e pothos, scelte per la loro resistenza, il basso consumo d’acqua e la semplicità di cura. Altre piante da interno molto richieste includono cactus, dracene, areche, kentia, strelitzia e calatee. Per le piante da esterno, le più richieste sono risultate quelle stagionali fiorite, con gerani, petunie e begonie in testa, apprezzate per colorare spazi esterni in primavera ed estate. Altre piante di rilievo sono state le aromatiche, ciclamini, ortensie, tageti, callune, pansé, rose, dipladenie, ibischi, piante grasse, oleandri, sunpatiens e impatiens. La sezione dedicata alla decorazione stagionale (primavera, autunno e soprattutto Natale) è presente in oltre l’88% dei Centri di giardinaggio intervistati. Questa categoria rappresenta in media il 12% della fatturazione totale. I Centri che dispongono di tale sezione dichiarano di cambiarla in media da tre a quattro volte all’anno, adeguandosi alle stagioni.

LE VENDITE DI MOBILI E ATTREZZI CALANO MENTRE

LE PIANTE DA ESTERNO CRESCONO DEL 39%

Tra le categorie che hanno performato meglio da gennaio a settembre 2024 si segnalano: cactus e piante grasse, piante da interno, orto e aromatiche, piante da esterno, substrati e inerti, fitosanitari e concimi. Tutte queste categorie hanno ottenuto risultati migliori o uguali rispetto al 2023. Le piante da interno, ad esempio, hanno registrato un aumento per oltre la metà degli intervistati. Le piante da esterno hanno avuto un incremento per circa il 39%, mentre orto e aromatiche sono migliorate per circa il 42% dei Centri. Anche i substrati e i concimi hanno mantenuto buoni livelli di vendita. Al contrario, le categorie che hanno registrato i peggiori risultati sono state l’irrigazione, gli attrezzi, la meccanizzazione, il mobilio da esterno e il barbecue. Anche le vendite di vasi sono diminuite per circa il 28% degli intervistati, un dato in calo rispetto all’anno precedente. I prodotti con peggior rendimento sono spesso quelli che richiedono investimenti maggiori o che sono fortemente influenzati dal clima.

IA, PRO O CONTRO?

I Centri di giardinaggio hanno espresso opinioni contrastanti sull’IA. Circa il 30% non sa ancora in che modo questa tecnologia possa essere utile, mentre altri temono possibili effetti negativi. Tuttavia, una parte considerevole la considera uno strumento valido per migliorare le campagne marketing, ottimizzare le operazioni, progettare giardini più efficienti e sostenibili, implementare sistemi di irrigazione intelligenti, controllare le infestazioni e persino formare meglio il personale. Fonte: www.gardenmagazine.es

PAESI BASSI

Il consumatore olandese predilige fiorai e sostenibilità

Che cosa guida davvero il consumatore olandese quando acquista fiori e piante? Lo rivela lo “Shopper Study” 2024 promosso dal Flower Council of Holland, un’indagine che ha analizzato i comportamenti d’acquisto in quattro Paesi europei – Paesi Bassi, Germania, Francia e Regno Unito – e che fornisce spunti interessanti per chi lavora nel settore florovivaistico. Nei Paesi Bassi, il fioraio si conferma il canale di riferimento per l’acquisto di fiori, a differenza del Regno Unito dove dominano i supermercati. Quando si tratta invece di piante, il ruolo dei Garden Center resta centrale, ma sorprende il secondo posto conquistato proprio dai supermercati, seguiti dai fiorai. Una scelta dettata non solo dalla praticità, ma anche dall’attenzione al servizio offerto dai punti vendita specializzati, elemento che nei Paesi Bassi pesa fortemente sulla decisione d’acquisto.

L’ACQUISTO È EFFICIENTE E PREFERIBILMENTE ECO-FRIENDLY

I consumatori olandesi sono attenti e informati. Valutano con cura il rapporto qualità-prezzo , sono sensibili alle offerte speciali e apprezzano la possibilità di vedere e toccare fiori e piante dal vivo. Non mancano altri criteri chiave, come la facilità di parcheggio, la cordialità del personale, la presenza di soluzioni sostenibili e persino la raccolta punti fedeltà.

E la sostenibilità? Anche in Olanda si parla molto di ambiente, ma la coerenza d’acquisto è ancora in bilico. Se da un lato la disponibilità di prodotti eco-friendly

è apprezzata e spesso influenza la scelta del negozio, dall’altro, davanti a un bouquet sostenibile leggermente più costoso rispetto a uno tradizionale, il consumatore olandese tende ancora a optare per il prezzo più basso. Nonostante ciò, alcuni claim ben strutturati, come “50% di plastica in meno”, risultano efficaci, perché tangibili e verificabili.

L’ATTENZIONE ALL’ESTETICA

Lo studio ha utilizzato anche strumenti avanzati come l’eyetracking per analizzare il comportamento visivo dei clienti nei punti vendita. Risultato? Le piante esposte all’altezza degli occhi ricevono maggiore attenzione, i colori vivaci attraggono più degli elementi testuali, e un layout curato, con etichette chiare e prodotti in buono stato, migliora sensibilmente l’esperienza d’acquisto. Infine, una fotografia del consumatore olandese: tra i sei segmenti identificati dallo studio – dal sofisticato all’eco devoto – spiccano gli acquirenti funzionali, che rappresentano il gruppo più numeroso. Pratici e attenti al prezzo, cercano semplicità e affidabilità, confermando una tendenza che parla di efficienza, ma anche di crescente apertura alla qualità e alla sostenibilità.

CURIOSO NOTARE COME NEI PAESI BASSI, NONOSTANTE L’ATTENZIONE CRESCENTE ALLA SOSTENIBILITÀ, IL PREZZO RESTI UN CRITERIO DOMINANTE NELLA SCELTA TRA UN BOUQUET TRADIZIONALE E UNO ECO-FRIENDLY, EVIDENZIANDO UNA TENSIONE TRA VALORI E COMPORTAMENTI REALI D’ACQUISTO

La passione di divulgare

Yougardener ha una storia articolata e di successo: da grande e-commerce a canale social, con quasi mezzo milione di follower. Ma la cultura della pianta è sempre al centro

colloquio con PIETRO

Yougardener, che quest’anno compie dieci anni, nasceva da un’intuizione semplice: offrire agli appassionati e agli operatori un catalogo perenne online più ampio rispetto alle poche solite specie. Quel progetto iniziale ha lasciato in eredità a Pietro Bruni, fondatore e volto di Yougardener, e alla sua squadra una vasta comunità di seguaci conquistata con competenza e passione. Assieme a lui ripercorriamo la storia di Yougardener e il suo impegno nel diffondere una cultura delle piante sostenibile e fai da te. Ma quella di divulgatore – e scrittore! – non è la sua unica veste, dato che da vent’anni Pietro Bruni progetta e allestisce terrazze a Milano. Un mestiere che è cambiato molto nel tempo, in una Milano dove oggi un terrazzo vale una fortuna!

Oltre a essere il volto dietro Yougardener sei anche un giardiniere. Qual è la tua storia professionale?

«Ho studiato Scienze Naturali a Milano e mi sono laureato nel 2003. Poi sono andato un anno in Inghilterra e lì ho capito che questa sarebbe stata la mia strada: avendo visto tra i migliori giardini e terrazzi d’Europa sono tornato a Milano con quella sana presunzione di dire basta al classico terrazzo sgabuzzino con la latta di

olio con dentro il basilico… Così a 26 anni, nel 2005, ho avviato una ditta individuale di progettazio ne terrazze a Milano. All’inizio è stata dura, anche perché non avevo una formazione specifica, ma avevo tanta passione. Nella mia famiglia tutti amiamo le piante e io ho sem pre fatto giardinaggio fin da bambi no. Ho imparato molto sui libri, per esempio di Ippolito Pizzetti, di cui ho letto tutto. Col tempo ho trova to la mia nicchia. Yougardener arrivato solo nel 2015…».

Da dove è arrivata l’idea di Yougardener?

«Con il mio amico programmato re Alberto Jacini abbiamo fondato Yougardener nel 2015. L’idea era di fare un marketplace che riunisse l’e-commerce dei vari vivaisti dell’area di Milano, in modo da gestire noi tutto a fronte di una commissione. Assieme al marketplace ci sarebbe stata anche una parte di community e divulgazione. Come progettista di terrazzi facevo sempre una gran fatica nel reperimento delle piante. In Inghilterra avevo visto una profondità di catalogo impressionante, mentre qui si sceglieva sempre tra le solite 150 specie. Mi piaceva l’idea di dare accesso a un ampio catalogo perenne – come succede per esempio ad Orticola –. In quegli anni le aziende non in-

Pietro Bruni, fondatore di Yougardener e autore di Il pollice verde non esiste edito da Mondadori.

vestivano sull’e-commerce e noi ci abbiamo visto lungo, ma dopo la pandemia ogni azienda ha iniziato a investirci per conto proprio e per noi non è stato più possibile continuare. Anche la spedizione e il costumer-care ci hanno messo a dura prova, le piante sono oggetti difficili da spedire. Però la parte di divulgazione, come sai, è rimasta e va molto bene».

Adesso, come hai detto tu, il progetto è interamente sulla divulgazione social. Ti aspettavi questo seguito? «È vero, la parte social era in principio una costola del marketplace. Chiusa la parte e-commerce dopo la pandemia, ci è rimasta come eredità una grande community social. Con il tempo abbiamo cercato di diversificare il più possibile, quindi Facebook, Instagram e più di recente YouTube e TikTok, raggiungendo quasi mezzo milione di follower. Se mi aspettavo questo successo? Più o meno «IN

me lo aspettavo, ma quello che mi ha colpito nell’ultimo anno è invece la grande risposta sui contenuti legati alla sostenibilità delle piante. Quello non me lo aspettavo».

Quindi la sostenibilità è uno dei temi più apprezzati nei vostri canali?

«Assolutamente sì. Tra i temi più apprezzati c’è la passione per il fai da te, per il risparmio economico e per l’attenzione all’ambiente. Io tengo molto a questi temi. Abbiamo visto che sono i temi della sostenibilità a diventare virali e a valicare i confini della nostra bolla raggiungendo molte più persone…».

Come è organizzato Yougardener?

«Dunque, alcuni soci si occupano della programmazione; mia moglie si occupa del marketing e della regia dei video; io invece scrivo i contenuti e ci metto, come si dice, la faccia. Facciamo contenuti video di circa 60 secondi, monografici su una pianta oppure su rimedi naturali e metodi di manutenzione. Cerchiamo di dare un taglio fai da te per la gestione e la cura delle piante. Giriamo più contenuti nel corso di qualche giorno e poi li condividiamo progressivamente cercando di rispettare la stagionalità dei temi trattati. Lo stesso contenuto esce nello stesso momento sulle diverse piattaforme. Un contenuto diverso esce per Bluesky, che è una specie di nuovo Twitter, e naturalmente per la nostra newsletter».

Nel 2023 hai anche scritto un libro per Mondadori, come sta andando? Quali temi hai scelto di affrontare? «Il libro è uscito a maggio del 2023 per Mondadori. Sta andando abbastanza bene, ora stanno finendo le copie e presto andrà in ristampa. Mi piace molto scrivere di questi temi, cosa che faccio anche con la newsletter, impiegando un taglio più letterario e filosofico. Nel libro sono partito dal presupposto che l’essere umano è stato strappato dal suo contesto naturale per il quale era stato selezionato e si era evo-

luto. Per 300.000 anni abbiamo vissuto a stretto contatto con la natura, ma solo negli ultimi 1000 ci siamo allontanati. Ci siamo organizzati in città lasciando fuori la natura, ma il nostro DNA non ha fatto in tempo a adeguarsi alla nostra scelta audace. Per questo soffriamo una sorta di mancanza di oggetto del desiderio. Penso che sia vero, credo molto nel concetto di biofilia, proviamo un innato piacere nell’entrare in contatto con altri esseri viventi, piante e animali».

Lo abbiamo detto, tu sei anche un giardiniere, ti occupi di progettare e realizzare terrazzi a Milano. Com’è il tuo lavoro e soprattutto come è cambiato, se è cambiato, nel tempo? «Ho iniziato la mia carriera di giardiniere a Milano quando il terrazzo era un’appendice negletta poco importante. Vent’anni fa, quando ho cominciato, molti erano capaci di spendere grandi somme per la cucina, ma poco o niente per il terrazzo. Con il tempo ci si è accorti che anche il terrazzo e il balcone erano spazi che potevano essere vissuti; la pandemia poi ha sancito e accelerato questo cambiamento. Anche il boom immobiliare ce lo dimostra: per una casa con terrazzo a Milano la gente è disposta a tutto. Magari è solo uno status symbol, ma penso che sia anche un sano desiderio di stare all’aria aperta e a contatto con la natura. Ora le persone sono molto

«VENT’ANNI

FA, QUANDO HO COMINCIATO, MOLTI ERANO CAPACI DI SPENDERE GRANDI SOMME PER LA CUCINA, MA POCO O NIENTE PER IL TERRAZZO»

I numeri di yougardener

Visualizzazioni

mensili dei Reel

• Facebook 5M,

• Instagram 2M,

• TikTok 1M

Totale: 8 milioni

Follower:

• Facebook: 306K

• Instagram: 60K

• TikTok: 20K

• YouTube: 2K

• Newsletter: 8K

più propense a spendere di più per allestire un bel terrazzo, sono loro a chiederti qualcosa di specifico e di ricercato. Non si accontentano più di cose banali e penso che sia giusto così, altrimenti diventa un circolo vizioso: gli operatori usano sempre le stesse piante, i produttori crescono sempre le stesse piante, ecc. Anche l’età media si è abbassata col tempo».

Questa attenzione alla novità, a esplorare più possibilità, la ritrovi anche nel tuo rapporto con fornitori e vivaisti?

«Per la mia personale esperienza direi di sì, sono anche loro abbastanza aperti e propensi a seguire la novità. Diciamo che loro hanno la loro idea su come si fanno le cose, però poi quello che li guida è la vendita. Se i vivaisti vedono che un prodotto sta funzionando sono contenti di essere i primi a promuoverlo. È tutto un circolo virtuoso: più si riesce a promuovere con la divulgazione la cultura delle piante, più il vivaista ti viene dietro. Poi comunque c’è da dire che ci sono dei vivaisti molto appassionati a questi temi…».

Quali sono i prossimi obiettivi? Cosa immagini per il futuro? «Sono passati dieci anni dalla fondazione di Yougardener. Nei prossimi anni vogliamo crescere come canale di divulgazione. Nel futuro mi sento di puntare e investire di più sulla comunicazione e divulgazione social, che sul lavoro di giardiniere. Anche se paradossalmente adesso mi godo molto di più il mio lavoro da giardiniere –mi sento più preparato e sicuro –, vorrei sbilanciare di più il lavoro sulla divulgazione, scrivere libri e contenuti social. Con i terrazzi potrei occuparmi di più della progettazione rispetto alla realizzazione. Si vedrà…».

e nuove sfide: il futuro è sempre più verde

La XII edizione di Euroflora si è conclusa dopo 11 giorni. Negli oltre 85mila metri quadrati di spazio espositivo a Genova, nel nuovo Waterfront di Levante, la protagonista assoluta è stata la natura, con il tema della “Rinascita” a fare da filo conduttore. Un’edizione che, tornata a Genova, ha registrato una forte presenza di giovani e giovanissimi e ha visto l’esposizione di 154 giardini realizzati lungo i 4 chilometri dell’intera area espositiva, da piazzale Kennedy al Padiglione Blu

di BENEDETTA MINOLITI

In chiusura di Euroflora 2025 sono stati consegnati i premi ai vincitori delle 254 competizioni, tra concorsi d’onore, tecnici ed estetici (con un montepremi complessivo di oltre 150mila euro). Il premio speciale Giovanni Robiglio, destinato all’espositore che ha ottenuto il maggior numero di premi, è stato assegnato a Vivai Castagno & C. di Torino, storico espositore della manifestazione presente sin dalla prima edizione, nel 1966. Per quanto riguarda invece il Premio Ars Urbana Luca Nannini, nella sezione dedicata ai

talenti under 30, il primo premio è stato conferito al “Progetto Verde Innocentia” ideato da Martina Coniglio. Per la categoria over 30, il primo premio è stato assegnato al “Progetto Wild Flowers” di Giulia Sasso e Cecilia Francesca Galli Passerini. La giuria, inoltre, ha voluto dedicare una menzione speciale per il miglior gesto artistico al “Progetto Thaumasta, Le Cose Meravigliose” di Daniele Pilla. Infine, nell’ambito del concorso Ars Urbana - Under 30, il Premio Annalisa Maniglio Calcagno è stato conferito al progetto “Natu-

ra Naturans” di Lorenza Ferrari, Deila di Fiordo, Alice di Giannantonio ed Emma Franco.

COLLETTIVE REGIONALI

E GRAN PREMIO D’ONORE

A spiccare è la Regione Liguria, che a Euroflora 2025 ha ottenuto 39 primi premi e tre Menzioni Speciali. A seguire la Regione Campania, che ha collezionato in totale 19 premi e 3 menzioni speciali, le Marche con il Gran premio d’onore, 17 premi e una menzione speciale per “la capacità di ricreare un ambiente mediterraneo ricco di biodiversità”. Antonio De Luca Farms, vincitore del Gran Premio d’Onore per le grandi esposizioni estere, ha collezionato 15 premi e menzioni. Diversi riconoscimenti anche per Coldiretti, come il Premio Gigliola Genta per “l’esposizione che meglio esprime un’idea attraverso un’armonia di piante, fiori e arredi” e il Premio Antonella Matacera per l’esposizione più votata dalla stampa accreditata.

A SPICCARE È LA REGIONE LIGURIA, CHE HA

OTTENUTO 39 PRIMI PREMI E TRE MENZIONI

SPECIALI. A SEGUIRE LA REGIONE CAMPANIA, CHE HA COLLEZIONATO IN TOTALE 19 PREMI E 3 MENZIONI

SPECIALI, LE MARCHE CON IL GRAN PREMIO

D’ONORE, 17 PREMI E UNA MENZIONE SPECIALE PER “LA CAPACITÀ DI RICREARE UN AMBIENTE MEDITERRANEO RICCO DI BIODIVERSITÀ”

E ancora: una Menzione Speciale della Giuria per il progetto “Il Bosco che Respira”.

MARCHE, IL DISTRETTO FLOROVIVAISTICO È REALTÀ

La Regione Marche, in occasione di Euroflora, ha ufficializzato la nascita del suo distretto florovivaistico. Un risultato che rappresenta un punto di svolta per il comparto agricolo marchigiano e la conclusione di un percorso condiviso tra istituzioni, imprese e rappresentanze professionali. “Con la presentazione ufficiale del distretto florovivaistico delle Marche a Euroflora 2025 abbiamo posto un tassello fondamentale nella strategia di rilancio e valorizzazione di un settore che esprime eccellenze produttive, radici profonde nel territorio e grandi potenzialità per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione per l’intero sistema agricolo marchigiano”, ha dichiarato Andrea Maria Antonini, assessore regionale all’Agricoltura. “I dati raccolti nelle fasi preliminari hanno confermato che il distretto florovivaistico delle Marche possiede tutti i requisiti richiesti, candidandosi come modello nazionale e dimostrando la vitalità e la coesione del tessuto produttivo regionale”. La Regione Marche vanta una solida tradizione nel settore florovivaistico: coltivazioni di alloro, oleandro, leccio, pitosforo e molte altre essenze floricole, arboree e arbustive hanno storicamente caratterizzato il paesaggio agrario marchigiano, che si distingue per qualità biodiversità e attenzione all’ambiente.

GIARDINO INFINITO

Ma il grande successo delle Marche durante quest’ultima edizione di Euroflora continua. Oltre alla presentazione del distretto florovivaistico, la regione ha ottenuto il Gran Premio d’Onore per la miglior partecipazione collettiva con oltre 400 mq di allestimento. Lo stand “Le Marche, Giardino Infinito” è ispirato al Colle dell’Infinito di Recanati e ha ottenuto anche il Premio d’Onore per la partecipazione con prevalenza di piante arboree e arbustive e una Menzione speciale per l’originale ricostruzione di un ambiente mediterraneo arricchito dal legame tra natura e artigianato.

GRANDE SODDISFAZIONE

“Il bilancio quali-quantitativo di Euroflora 2025 è più che positivo. “Abbiamo colto la sfida del ri-

torno nella sede originaria, profondamente trasformata grazie al progetto di Renzo Piano, con il debutto a fini espositivi dell’area centrale del Palasport e delle aree del futuro parco urbano di piazzale Kennedy”, ha affermato Mauro Ferrando, presidente di Porto Antico di Genova Spa. “Abbiamo osato scegliendo un progetto, realizzato dall’architetto Matteo Fraschini del gruppo Urges Valagussa, ad alta sostenibilità caratterizzato da allestimenti in materiale altamente riciclabile, legno e cartone, rispettoso di tutte le normative di sicurezza attuali. Più di tutto abbiamo voluto proporre un Euroflora ricca di contenuti innovativi e di interattività. Le presenze hanno sfiorato quota duecentomila con picchi nel periodo tra il 24 e il 30 aprile”.

Foto di Benedetta Minoliti

NATURALMENTE MIO

FONDAZIONE MINOPRIO

Non solo un luogo di apprendimento, ma un punto di incontro per le migliori risorse del settore florovivaistico

Formazione di eccellenza

Fondazione Minoprio è un punto di riferimento per la formazione nella filiera del verde, con programmi e corsi specializzati per preparare esperti e manager del settore

Network di competenze

Non è solo una scuola, ma un hub dove innovazione e competenze si incontrano, offrendo risorse e opportunità di networking per studenti e partner

Investimento nel futuro

Con nuovi investimenti in spazi e tecnologie all’avanguardia, Minoprio consolida la sua leadership, rispondendo alle sfide e opportunità del florovivaismo

1962

Anno di nascita

800

Studenti annuali

>90%

Allievi inseriti nel mondo del lavoro

“CHIEDI A NOI!”, IL CHATBOT CHE

RIVOLUZIONA IL GIARDINAGGIO

SOSTENIBILE

COMPO continua a distinguersi grazie al costante investimento in qualità, innovazione e sostenibilità. A rafforzare questa strategia si affianca una proposta di consulenza altamente personalizzata e all’avanguardia

Nel quadro della sua evoluzione digitale, COMPO ha recentemente lanciato“Chiedi a noi!”, un chatbot basato sull’intelligenza artificiale generativa, progettato per offrire un nuovo standard nel servizio clienti. Accessibile 24 ore su 24 tramite il sito www.compo-hobby.it, lo strumento consente agli utenti di ricevere supporto immediato, informazioni dettagliate, consigli pratici e suggerimenti sui prodotti, in un’unica piattaforma intuitiva e sempre disponibile. Nel contesto di una quotidianità sempre più digitale, dove smartphone e dispositivi mobili sono diventati centrali, “Chiedi a noi!” risponde alle esigenze dei giardinieri amatoriali — che operino in giardino, su un balcone o in ambienti indoor — offrendo una consulenza accessibile, rapida e personalizzata. Il chatbot rielabora in tempo reale i contenuti qualificati presenti sul sito e le raccomandazioni degli esperti COMPO, diventando così un alleato prezioso nella cura del verde domestico. Secondo Stephan Engster, CEO di COMPO,“Con ’Chiedi a noi!’ facciamo

CONTINUAMENTE. QUESTO RIDUCE IL RISCHIO

un passo decisivo nella nostra trasformazione digitale, offrendo un’esperienza di consulenza unica, superiore alle capacità di un tradizionale strumento di ricerca prodotto”.

INTERAZIONE DIGITALE DI QUALITÀ

La tecnologia alla base di “Chiedi a noi!” si fonda su un sistema di intelligenza artificiale generativa, alimentato esclusivamente da dati forniti dagli esperti COMPO. Questo approccio garantisce che le risposte fornite siano sempre coerenti con gli standard di qualità dell’azienda, aggiornate e affidabili. Stephan Roth, Head of Communication & E-Commerce, sottolinea: “Il chatbot viene costantemente aggiornato in base alle richieste degli utenti e ai contenuti forniti dai nostri esperti, assicurando così informazioni precise e pertinenti. La promessa di qualità COMPO viene mantenuta anche in questo nuovo formato di interazione digitale”. Un elemento distintivo di “Chiedi a noi!” è l’approccio responsabile all’uso dell’AI. A differenza di altri chatbot o motori di ricerca generalisti, COMPO ha scelto di puntare su un sistema chiuso, con dati selezionati con rigore e aggiornati continuamente. Questo riduce il rischio di fornire risposte inesatte o fuorvianti, tutelando l’utente finale e mantenendo alto il livello della consulenza.

PER RIVENDITORI E PROFESSIONISTI

Oltre ai consumatori, anche i rivenditori e il personale specializzato possono beneficiare delle potenzialità offerte da “Chiedi a noi!”. Il chatbot si configura come uno strumento smart per l’assistenza alla vendita, utile per integrare le competenze del punto vendita o per suggerire acquisti aggiuntivi tramite raccomandazioni mirate. Come evidenziato ancora da Engster, “I partner commerciali beneficeranno di ’Chiedi a noi!’ in due modi: non solo come strumento di consulenza, ma anche come leva per stimolare ulteriori vendite”. Con questa nuova iniziativa, COMPO consolida il proprio ruolo di Green Leader nel giardinaggio sostenibile, offrendo un servizio tecnologico e personalizzato, capace di accompagnare ogni appassionato nel percorso verso un verde più consapevole e ben curato. A DIFFERENZA DI ALTRI CHATBOT O MOTORI

DI FORNIRE RISPOSTE INESATTE O FUORVIANTI, TUTELANDO L’UTENTE FINALE E MANTENENDO ALTO IL LIVELLO DELLA CONSULENZA

QUALITÀ E INNOVAZIONE PER UN VERDE MIGLIORE E PIÙ SOSTENIBILE

Con Arber®Horticulture, passione e ricerca si uniscono per offrire soluzioni d’eccellenza. Perché se ogni pianta merita il meglio, ogni cliente un partner affidabile

La nostra avventura è iniziata nel 1996, quando la passione del nostro fondatore per l’orticoltura e la botanica lo ha portato a creare Sudest Europe: un’impresa familiare che oggi è leader nella commercializzazione di substrati hobbistici e professionali per l’ortoflorovivaismo. Nel 2016 abbiamo intrapreso un rebranding diventando Arber®Horticulture, una scelta guidata da due ragioni principali. In primo luogo, il desiderio di esprimere appieno la nostra passione e il nostro impegno nel campo dell’ortoflorovivaismo: il nome Arber si ispira infatti ad Agnes Arber, una delle più importanti scienziate nel campo della botanica. In secondo luogo, il passaggio da Sudest Europe ad Arber®Horticulture riflette l’ampliamento del nostro orizzonte commerciale: da un’azienda nata in Italia (nel sud-est Europa, da cui il nome precedente Sudest) e operante principalmente nel mercato locale, siamo diventati una realtà che oggi distribuisce i propri prodotti in tutto il mondo.

PER I COLTIVATORI PROFESSIONISTI

E I RIVENDITORI HOBBISTICI

Arber®Horticulture è completamente dedicata ad aiutare coltivatori professionisti e rivenditori hobbistici a raggiungere i migliori risultati nelle loro attività. Ci distinguiamo per la qualità dei nostri prodotti, la vasta gamma di soluzioni offerte e il nostro forte orientamento al cliente. La nostra missione è promuovere la passione per il verde e il rispetto per l’ambiente, fornendo prodotti innovativi e sostenibili che aiutino sia i professionisti che gli hobbisti a coltivare piante sane e rigogliose. Collaborando con Arber®Horticulture, i rivenditori hobbistici possono contare su un partner affidabile che mette al centro le loro esigenze, contribuendo al successo del loro business e alla soddisfazione dei clienti.

LA SOSTENIBILITÀ AL CENTRO

In Arber crediamo che prendersi cura della natura significhi rispettarla in ogni scelta. Ecco perché la

sostenibilità è al centro del nostro lavoro:

• Risorse responsabili: i nostri prodotti sono realizzati utilizzando torbiere recuperate e materie prime rinnovabili, nel pieno rispetto dell’ambiente.

• Imballaggi green: packaging riciclabili o prodotti con materiali di seconda vita, per ridurre l’impatto ambientale.

• Riduzione degli sprechi: formulazioni studiate per migliorare l’assorbimento idrico e ridurre al minimo i consumi, anche nei periodi di siccità.

TRE MARCHI, UN’UNICA PASSIONE PER IL VERDE Arber trasforma ogni spazio verde in un luogo di bellezza e vitalità grazie ai suoi marchi dedicati al giardinaggio hobby. Ogni marchio è pensato per rispondere alle diverse esigenze degli appassionati, con prodotti di alta qualità e formulazioni che garantiscono risultati eccellenti.

IL NOME ARBER SI ISPIRA AD AGNES ARBER, UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI

SCIENZIATE NEL CAMPO DELLA BOTANICA

Naturale per vocazione, biologico per scelta

Leader Bio rappresenta l’eccellenza nel giardinaggio biologico. Substrati e concimi certificati per l’agricoltura biologica, arricchiti con nutrienti di origine naturale, offrono soluzioni ideali per la cura di orti, piante aromatiche e coltivazioni sostenibili. Leader Bio è la scelta perfetta per chi vuole un verde rigoglioso, rispettando l’ambiente.

Semplicità e qualità per ogni esigenza

Leader è il marchio storico di Arber, progettato per chi cerca soluzioni pratiche e affidabili. La linea offre substrati universali e specifici, perfetti per prendersi cura di piante verdi, fiorite e grasse. Realizzati con materie prime selezionate e senza compost, i prodotti Leader garantiscono una crescita vigorosa e duratura, nel rispetto della natura.

Il tocco green per il tuo giardino

Nathuro è il marchio innovativo di Arber, pensato per chi cerca prodotti sostenibili senza rinunciare alla qualità. Substrati arricchiti con additivi naturali e formule studiate per ridurre gli sprechi, Nathuro offre soluzioni all’avanguardia per prendersi cura delle piante in armonia con il pianeta. Ideale per chi vuole coniugare passione per il verde e attenzione all’ambiente.

LA QUALITÀ È UNA PROMESSA

Ogni prodotto della linea hobby nasce dall’esperienza pluriennale nel settore professionale, per offrire anche agli appassionati del verde soluzioni all’altezza delle loro aspettative.

Materie prime premium

Utilizziamo torbe tedesche e baltiche selezionate, con un focus sull’uso di torba a blocchi, di maggiore qualità rispetto a quella fresata, per garantire substrati eccellenti. Tutti i nostri prodotti sono privi di compost o additivi di bassa qualità, a tutela delle piante e delle coltivazioni.

Formulazioni avanzate

I nostri substrati e concimi trienti essenziali, studiati per stimolare una crescita vigorosa e dare risultati visibili.

Adattati a ogni esigenza

Dal rinvaso delle piante ornamentali alla cura di or taggi e fioriture.

Insieme ai nostri partner, ci impegniamo a garantire una costante ricerca e innovazione tecnica abbinata alla migliore assistenza per i Garden Center e i riven ditori hobbistici. I prodotti Arber nascono per offrire le migliori formule e tecnologie, fornendo soluzioni ideali alle esigenze dei nostri clienti nel settore del giardinaggio e del fai-da-te con una gamma completa che comprende substrati, ammendanti, paccia manti e prodotti per la cura e salute delle pian te in libera vendita. Il nostro obiettivo è aiutare i Garden Center e i rivenditori a soddisfare le esigenze dei loro clienti, offrendo soluzioni che

facilitino la cura e la crescita delle piante. La nostra attenzione al cliente si traduce in una stretta collaborazione con i rivenditori, per comprendere le loro necessità e fornire prodotti e servizi che li aiutino a crescere nel mercato competitivo di oggi. Arber®Horticulture è il partner ideale per chi desidera offrire ai propri clienti prodotti di qualità superiore, supportati da un servizio eccellente e da una passione condivisa per il verde. Insieme, possiamo coltivare il successo e far fiorire nuove opportunità nel mondo dell’hobbistica.

Un campo-catalogo firmato Blumen e Fondazione Minoprio

L’iniziativa vedrà la messa in opera di ben undici soluzioni dell’azienda per i tappeti erbosi sui terreni gestiti dall’ente di formazione e dai suoi studenti

Blumen e Fondazione Minoprio avviano una nuova e significativa collaborazione. Il progetto prevede la creazione di un campo-catalogo interamente dedicato alle soluzioni per tappeti erbosi: da quello soleggiato a quello ombroso fino a quello extra resistente o decorativo. Un incontro tra competenze scientifiche e applicazioni pratiche per una formazione concreta e sul campo. Ecco un assaggio dei prodotti che verranno utilizzati.

PRATO FORTE SOLEGGIATO

Per terreni esposti al sole È particolarmente indicato per terreni esposti in pieno sole. Non teme Ie alte temperature e resiste al calpestio. La germinazione è rapida e veloce. II risultato è un prato di lunga durata, che richiede irrigazioni soltanto in periodi di forte siccità.

Composizione

80% Festuca arundinacea (3 varietà)

10% Poa pratensis

10% Lolium perenne

PRATO FORTE OMBREGGIATO

Per le zone in ombra

SOS PRATO RIGENERANTE

Per ricostituire rapidamente il manto erboso danneggiato

Con il tempo il manto erboso può deteriorarsi, presentando diradamenti e ingiallimenti. La rigenerazione consente il rinnovo del prato, evitandone iI completo rifacimento. Prato Rigenerante è un miscuglio composto da varietà che si distinguono per: rapidità di germinazione, velocità di insediamento, resistenza all’esposizione al sole e al calpestio.

Adatto all’ombra persistente, creata nei giardini dalle chiome degli alberi o dalle macchie di arbusti. È composto da varietà che si caratterizzano per la bassa velocità di germinazione, che crescono poco in altezza e hanno ridotte esigenze nutritive.

Composizione

15% Poa pratensis

25% Festuca rubra commutata

35% Festuca trichophilla

25% Lolium perenne

Composizione

100% Lolium perenne (2 varietà)

PRATO FORTE PREMIUM

Vigoroso e calpestabile

Ideale per chi richiede un manto erboso resistente al calpestio e vuole dedicare poco tempo alla sua cura e manutenzione. Necessita di poca acqua, non teme la siccità ed è particolarmente forte e resistente agli attacchi delle infestanti.

Composizione

85% Festuca arundinacea (2 varietà)

15% Poa pratensis

PRATO RUSTICO

Robusto e resistente

Un miscuglio ideale per terreni sottoposti ad intenso utilizzo. Composto da varietà che generano un manto erboso robusto, resistente e compatto. Radica molto in profondità, resistendo agli strappi.

Composizione

10% Lolium perenne (2 varietà)

90% Festuca arundinacea (2 varietà)

SOS PRATO MIX 2IN1

Rapido, resistente, universale, economico

La soluzione ai danni provocati dall’usura e dagli animali, risana il prato in pochi giorni fornendogli tutti gli elementi nutritivi per una rapida ricostituzione. Resiste alla siccità. E' adatto a tutti i tipi di prato. il miscuglio è composto da : 50% seme (2 varietà di Lolium perenne) + 50% concime NPK 15.7.18.

L’azoto stimola la crescita, il fosforo velocizza la germinazione, il potassio aumenta la resistenza agli stress.

Composizione

50% concime: NPK 12-3-17 50% Lolium perenne (2 varietà)

PRATO FORTE TURBO

Facile - Veloce - Sicuro

Forma un tappeto erboso dalla cresci ta rapida ed uniforme, molto resistente al calpestio. Lo speciale rivestimento di concime, che avvolge ogni singolo seme, accelera la germinazione e stimola lo svi luppo radicale, oltre a proteggere il seme dagli uccelli e dalle formiche.

Composizione

100% Lolium perenne (3 varietà) seme confettato con concime azotato a lenta cessione

PRATO FORTE EXTRARESISTENTE

Meno acqua - meno concime - meno infestanti

Forma un tappeto erboso di elevatissima qualità, molto denso e resistente all’usura e alle erbe infestanti. Ha ridottissime necessità di irrigazioni e concimazioni, grazie alla presenza nel miscuglio di una speciale varietà di trifoglio, che fornisce al terreno l’azoto necessario, in modo naturale. Il risultato sarà un prato verde e sano tutto l’anno. Contiene ECO LPT®, un lolium perenne di ultimissima generazione, altamente performante. La sua caratteristica è di generare piante dalle radici più sviluppate e a maggiore produzione di clorofilla, quindi più sane e con maggiore energia vitale. Il risultato sarà un tappeto erboso robusto e resistente, con una migliore tolleranza alla siccità e al calpestio e una maggiore capacità di recupero, anche alle temperature più basse.

Composizione

35% Lolium perenne

5% Poa pratensis

10% Festuca rubra tricophilla

45% Festuca rubra rubra

5% Trifoglio micro

PRATO CYNODON DACTYLON

Il prato verde in estate

Forma un tappeto erboso fittissimo e soffice, che resiste anche alle temperature molto elevate. Richiede pochi interventi di manutenzione ed è molto resistente al calpestio. II manto erboso mantiene il colore verde durante tutta I’estate grazie al profondo apparato radicale e ai forti stoloni. Ottima capacità di ricostituirsi in caso di chiazze dovute all’usura. Nelle zone fredde, in inverno, durante il periodo di riposo vegetativo, assume un colore bruno che scomparirà al rialzarsi della temperatura.

Composizione

100% Cynodon dactylon

DICHONDRA REPENS

Il tappeto erboso da non tagliare mai

Pianta perenne dalle caratteristiche foglioline rotonde, molto piccole. Forma un tappeto erboso morbido e compatto. Non teme iI caldo e la siccità ed è particolarmente indicato per Ie zone a clima secco e asciutto. II risultato è un prato perfetto da non tagliare mai.

Composizione

100% Dichondra repens

TRIFOGLIO NANISSIMO

Il prato decorativo a ridotta manuntenzione

Forma un caratteristico manto erboso folto e compatto. Predilige gli ambienti freschi, ma resiste bene anche al caldo e alla siccità. Teme il clima freddo.

Composizione

100% Trifoglio

ATTIVO DURANTE LA STAGIONE!

Nuovo look, nuove ricette!

Sia con concime a lenta cessione per la coltivazione sul balcone o con il carbone vegetale nell‘aiuola, i nuovi terricci attivi di casa Floragard non si limitano a creare nuove tendenze!

“Una nuova rubrica che vede protagonista Lulù, grande appassionata di Garden Center, piante e fiori. Attraverso le sue storie scopriremo il suo mondo e la sua casa, interamente arredata grazie alle bellezze scovate nei Centri di giardinaggio”

Dalle stelle alle stelline

Non era andata affatto come avrebbe voluto, come aveva sognato. Stefano non aveva preso bene la sua iniziativa, la sua intrusione nel suo lavoro: avergli programmato un evento pubblico in cui trattare il tema della memoria storica come esponente sindacale, e per di più in una sede così insolita, commerciale… al Garden Sette Fratelli!

Lui provò rabbia verso di lei quando glielo disse, quasi l’avrebbe voluta lasciare lì, nel locale, al tavolino con il suo drink davanti, e se ne sarebbe voluto andar via, tanto era infuriato.

Ma lei sorrideva e aspettava con entusiasmo la sua reazione. Così lui accettò di prender parte all’iniziativa, ma finse di non sentirsi troppo bene quella sera, per mascherare il mancato apprezzamento che, inevitabilmente, traspariva.

Peccato che Ludovica Anzaldi possa essere tante cose, ma non certo una ragazza stupida. Si accorse dopo pochi istanti che qualcosa non stava girando per il verso giusto e, anche se non colse tutto fino in fondo, anche se non percepì tutta la furia di lui (che fu un miracolo se non implose in quel momento), mangiò la foglia. Oltre a un chilo di gelato artigianale tra quella sera e le due successive.

Per questa imperdonabile abbuffata di puro sfogo e piacere del palato diede la colpa al suo nuovo puff, acquistato la settimana prima al mega garden aperto da pochissimo in città, il Garden Corason, proprio nel cuore della movida. Per tre sere consecutive, come se fosse una regola imposta da un vertice immaginario che regnava nel suo salotto, vi si accomodò munita di cucchiaio e vaschetta di gelato.

Mai come quell’anno Lulù non vedeva l’ora che arrivasse il 25 aprile. Voleva liberarsi del motivo che pareva minare la sua serenità, non spifferare a Stefano quello che, la sera, gli raccontò credendo di fargli una gradita sorpresa.

E per fortuna la liberazione arrivò. Fu, oltre ogni ragionevole previsione, un autentico successo.

Anche se Stefano accettò solo per onorare la parola di Lulù e non farle fare brutta figura — perché lui non sopportava l’idea di farla restare male — alla fine si ritrovò sorpreso dal clima che si venne a creare e dall’abbondanza di pubblico intorno al grande albero del garden. Vennero distribuiti volantini, semi da piantare, e la musica di sottofondo allietò ogni cosa.

A fine mattinata, tra commozione e applausi, tutti tornarono a casa appagati e contenti, con almeno una piantina per l’orto o qualche fiore da piantare. I tulipani, tanti tulipani! Voto alla riuscita dell’iniziativa: 10! Ma qualcosa era cambiato per Lulù.

Oltre al basilico, alla lavanda, a un’adorabile piantina di peperoncini, una di prezzemolo, un’altra di maggiorana e tanti tulipani rossi, lei portò a casa una grande lezione.

In primis, capì che non doveva intromettersi nella sfera lavorativa di Stefano, e che lui non amava le sorprese — seppure era stato capace di fargliene almeno in due recenti occasioni.

Se solo ripensava al San Valentino trascorso al Settimo Cielo… a come era stato capace di stupirla prenotando la nuovissima suite del suo garden preferito, inaugurata proprio a febbraio, dove le regalò una notte indimenticabile, studiata in ogni particolare.

E allora, perché lui non le lasciava ricambiare con i suoi modi di fare spontanei, caotici al limite, ma così pieni di amore? Oddio. Lulù realizzò che stava pensando all’amore…

Non lo aveva mai fatto in questi mesi di frequentazione con Stefano. Si limitava ad accettare che le piacesse, che stavano bene assieme, che era bello fare cose in due, tornarsene a casa sua e, prima di addormentarsi, pensare a cosa avrebbero potuto fare nei giorni successivi.

E anche se le cose non erano così diverse tutte le volte che uscivano o che si ritrovavano da lei o nell’appartamentino di lui, a lei sembravano tutte cose nuove, fatte per la prima volta.

E adesso quel pensiero, pieno di quella parola così ingombrante…

Lulù pensò che un po’ di gelato artigianale avrebbe chiarito le sue idee. Così si diresse verso il frigo.

Ma prima ancora di aprirlo, fece involontariamente cadere ben tre calamite della collezione animaletti che comprava sempre al Garden Terre di Mezzo. Se ne stupì, perché non le era mai capitato. Pensò che non fosse un buon segno.

Aprì finalmente il freezer, prese la vaschetta di gelato e fece per avventarcisi con il cucchiaio, ma era praticamente vuota: c’erano solo residui rinsecchiti appiccicati alle pareti del contenitore.

Davvero l‘aveva riposta vuota?

Davvero non se n’era accorta?

La cosa le piacque ancora meno della caduta degli animaletti calamitati.

Decise di andare a lavarsi i denti e mettersi a dormire, sperando che le parole troppo scomode che aveva nella testa, con un buon sonno, se ne sarebbero andate. Così come capita all’inquinamento quando finalmente piove dopo settimane di arsura.

Quella notte dormì, ma non bene come al solito.

Si svegliò stanca e con la sensazione di non aver mai smesso di pensare a Stefano.

Fece colazione chiedendosi cosa stesse succedendo.

Sentiva il tè caldo scendere al centro del ventre, dove doveva essersi annidato qualcosa di eccessivo, troppo grande, ingombrante…

E le tornò in mente che quella cosa là potesse essere come un enorme divano che non riesci a smontare e devi portare con te nella casa in cui stai traslocando, ma dalla porta non passa. Così, quella parola nei suoi pensieri si bloccava, non andava né di qua né di là. Ma era chiara la volontà di volerla tenere, senza lasciare che altri ci si ritrovassero accucciati sopra a godersi un bel film.

Quell’immenso divano, lei lo voleva per sé. Ci si stava affezionando. Pensava che una casa la si potesse scegliere anche per il divano enorme che ti piace vedendola per la prima volta. E così la sua divagazione su quella cosa là divenne una faccenda da architetti da interni.

In fondo lei avrebbe voluto fare architettura.

La giornata passò veloce. Di Stefano, solo un messaggino per dirle che l’indomani si sarebbero potuti vedere, ma che in serata lui era fuori città per quella riunione di cui le aveva già parlato.

Il meteo sembrava solidale con l’umore altalenante di Lulù. Da un mezzo sole, la giornata si risolse in una pioggia torrenziale e incessante che c’era da confondersi e credere che fossero passati mesi invece che ore. Sembrava davvero autunno.

Tornata a casa, Lulù era insofferente.

Si cambiò e andò al Corason.

Lì, novità delle novità, vi era anche un piccolo reparto alimentare: poche cose, tutte rigorosamente biodinamiche. Snack, frutta essiccata, frutta secca, ogni genere di cereale esistente al mondo e pasta di grano, mais, riso, quinoa, kamut, farro… legumi, verdure, una scelta davvero infinita.

Lulù sentiva che tutta quell’umidità là fuori la stava stancando. Sentiva il bisogno di un rimedio.

Comprò diversi pacchetti di pasta da 250 grammi, qualche sacchetto di mandorle, semi di girasole e lino e se ne tornò a casa, zuppa d’acqua, perché lei l’ombrello non lo prendeva mai.

Si spogliò, mise un po’ d’acqua nel pentolino con un dado vegetale (di quelli che le preparava sua mamma con il Bimby) e, quando l’acqua cominciò a bollire, calò la pastina al mais che si era appena comprata.

Apparecchiò con una tovaglietta coordinata con il piatto colorato — sempre acquistati al Terra di Mezzo —, accese una candela profumata e si servì la pastina ancora bollente, alla quale aggiunse solo dell’ottimo parmigiano grattugiato.

Mangiando quelle piccole stelline gialle di mais, pensava che a lei le stelline in brodo erano sempre piaciute, sin da quando era piccola. Pensò che non si sentiva triste… ma nemmeno felice. E allora, guardando verso il balcone, dai cui vetri appannati si scorgeva tutta quella pioggia scendere senza fine, si chiese se l’amore funzionasse davvero così. Così per tutti. Se quella cosa lì — che faceva anche fatica a pronunciare con il pensiero — un giorno ti porta alle stelle e la sera dopo… ti porta le stelline. In brodo!

Una nuova gamma di terricci sostenibili, realizzati con materie prime rinnovabili e circolari senza l’utilizzo di torba, destinati ai consumatori più attenti alla tutela dell’ambiente.

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