Floor&Wall numero 26

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OUTDOOR

Norme, progetti e manutenzione, per pavimentazioni sostenibili e funzionali

L’INFOGRAFICA

Resilienti: numeri e prospettive di un settore in crescita continua

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Linee fluide, passaggi mimetici e dettagli d’autore per una casa che sussurra, firmata Maurizio Vesce. Foto di Carlo Oriente Pag.

LIFTER SEMPRE ALL’ALTEZZA

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INCOLLAGGIO RIVESTIMENTI VERTICALI

INDOOR

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PROTERRACE DOUBLE DRIP è un profilo gocciolatoio che protegge i bordi delle piastrelle, impedisce filtrazioni d’acqua all’interno del massetto e garantisce un corretto deflusso delle acque meteoriche. Due sistemi d’eccellenza che combinati valorizzano e proteggono esterni di qualità e restituirne piena vivibilità, in ideale continuità con gli ambienti interni.

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Veri e propri elementi d’ a rredo

Quello dei materiali per pavimenti e rivestimenti è, oggi più che mai, un settore in rapida e continua trasformazione. Negli ultimi anni, questa evoluzione ha subito un’accelerazione notevole, spinta da una crescente sensibilità non solo estetica, ma anche tecnica e funzionale. Le superfici, forse considerate un tempo secondarie nella progettazione degli spazi, stanno conquistando una nuova centralità, diventando veri e propri protagonisti dell’interior design contemporaneo. Non si tratta più solo di scegliere un colore o una finitura: oggi questi materiali sono chiamati a rispondere a esigenze complesse. Devono interpretare le nuove tendenze dell’abitare, adattarsi a contesti in continua evoluzione – dal residenziale all’ospitality, dal commerciale all’ambito industriale e lavorativo – e contribuire alla definizione dell’identità stessa degli ambienti. Questa trasformazione è evidente nelle soluzioni che il mercato propone: materiali innovativi, frutto di ricerca e sviluppo, capaci di combinare performance tecniche con un rinnovato impatto visivo. Il design delle superfici non è più un semplice elemento di contorno, ma parte integrante del linguaggio architettonico. E, potremmo finalmente affermarlo con decisione, pavimenti e rivestimenti non sono più un “di cui” nel progetto, ma veri e propri elementi d’arredo. Lo conferma anche l’edizione più recente del Salone del Mobile di Milano (fuorisalone compreso) dove numerosi stand, showroom ed esposizioni dedicati a superfici, carte da parati e rivestimenti di ogni genere hanno saputo trasformarsi in spazi suggestivi, immersivi e ad alto contenuto estetico. Tutto questo non può che portare verso una sempre maggiore attenzione alla sperimentazione e alla ricerca, con una spinta continua verso nuovi materiali, finiture e tecnologie. E, forse, verso una nuova apertura culturale: quella di un settore che non teme più il cambiamento, ma lo accoglie come motore di crescita e di visione. E in questo contesto, anche i consumi sembrano destinati a crescere.

FRANCESCO TOZZI

Ogni spazio è un s ogno che ha trovato la sua forma

DALLE FORTIFICAZIONI DEL ’500 ALLE

VILLE IN INDIA, KEITH PILLOW FIRMA

SPAZI CHE PARLANO A TUTTI I SENSI.

FONDATORE DI DAAA HAUS, PORTA IN OGNI

PROGETTO UN LUSSO LEGGERO, FATTO DI

MATERIE VERE E VISIONI IN EVOLUZIONE.

LO ABBIAMO INCONTRATO A MILANO

PER CAPIRE COSA SIGNIFICA, OGGI,

IMMAGINARE SUPERFICI CHE EMOZIONANO

F&W: Come ti trovi a Milano e come vivi il tuo rapporto con la città?

KP: Vivere la città, soprattutto le zone che frequento di più, mi dà energia. Milano è un luogo elegante e ricco di design, passeggiare per le strade dalla mattina presto fino ad un aperitivo la sera può ispirare sempre qualcosa di nuovo. Per esempio la scorsa settimana avevo una mezza giornata libera e ho deciso di trascorrerla alla Triennale. È una città in continua crescita e ogni settimana, passeggiando per le sue strade, si nota qualcosa di nuovo. Stanno aprendo nuovi caffè, ristoranti e concept store di moda, ma più si vive la città, più si scoprono tesori nascosti nei palazzi antichi. Mi piace definire Milano “elegante chic”signorile. Come quando vedi una signora ben vestita la mattina presto, anche solo per andare a fare la spesa: questa è la vera essenza della città.

F&W: Hai fondato DAAA Haus nel 2009 e oggi è uno studio internazionale con progetti in vari Paesi. Come si è trasformata nel tempo la tua idea di “buon design”?

KP: La mia idea di design non è cambiata nel corso degli anni, ma si è evoluta. Ho ancora la stessa visione e passione per il design di quando ho iniziato. Sognare e osservare con curiosità le cose mi aiuta a evolvere. Non so come spiegarlo, ma, come diceva Bruno Munari, da cosa nasce cosa: il mio stile e la direzione che cerco di dare al mio team sono fluidi. Lasciarsi liberi di sognare e volare alto con l’immaginazione è un dono, un privilegio.

F&W: Il tuo approccio spesso fonde artigianato, storytelling e funzionalità. Dove trovi l’equilibrio tra estetica ed empatia?

colloquio con KEITH PILLOW di VIOLA FEDERICO

KP: Ogni progetto inizia con una visione, un sogno, e un sogno deve essere raccontato. Le storie creano emozioni. Le emozioni lasciano un impatto e creano una relazione con il pubblico, un’interazione, quindi alla fine ciò che inizia con una storia si sviluppa anche in un progetto dettagliato che deve essere vissuto. È qui che mettiamo in pratica l’esecuzione tecnica - la funzione. Quindi per noi è un continuo equilibrio di FORMA e FUNZIONE, intrecciate insieme.

F&W: Qual è il trend che vedi crescere davvero e quale invece ti ha già stancato?

KP: La tendenza che credo continuerà a crescere nel prossimo futuro è la ricerca di esperienze. Anche i viaggi di lusso sembrano muoversi in questa direzione. Le persone sono alla ricerca di esperienze autentiche e significative. Vogliono vivere più vicini a ciò che conta davvero e quindi utilizzare un approccio più naturale, umile e rispettoso del patrimonio culturale tradizionale. Io lo chiamo “lusso a piedi nudi”.

“Ogni progetto è una storia da raccontare. Le storie creano emozioni. Le emozioni lasciano un impatto”

Al contrario, sono stanco del design super elaborato, sfarzoso e pomposo. Pur non essendo mai stato io un fan di questo stile, ora noto che anche altri se ne stanno allontanando.

F&W: Nel tuo lavoro c’è una grande attenzione alla multisensorialità. Come scegli i materiali per pavimenti e rivestimenti murali? Segui più il tatto, la resa visiva, l’origine, o la capacità di raccontare qualcosa?

KP: La scelta dei materiali a volte è complessa, poiché dipende anche dal budget e dalle tempistiche di consegna di ogni progetto. Cerchiamo di trovare un equilibrio tra la ricerca di materiali naturali autentici,

“Come diceva Bruno Munari, Da cosa nasce cosa: il mio stile e la direzione che cerco di dare al mio team sono fluidi. Lasciarsi liberi di sognare e volare alto con l’immaginazione”

il buon uso delle tecnologie e la conoscenza di ciò che è disponibile sul mercato. Le grandi aziende hanno sviluppato dei materiali nteressanti che possono aiutare a consegnare i progetti in tempo e con un budget contenuto. Tuttavia, sento anche una forte responsabilità nel dover mantenere vivi gli artigiani attraverso l’utilizzo di materiali fatti a mano. Il risultato finale, quando si combina la giusta quantità di superfici naturali e artigianali con superfici ad alta tecnologia, dovrebbe essere un’esperienza fluida che evoca emozioni.

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1. Keith Pillow _ ph. Federico Cannata

2. Cugó Gran Macina Grand Harbour Hotel _ ph. Elsa Allen

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1. Seacliff Apartment _ ph. Diana Iskander

2. Portomaso apartmant _ ph. Brian Grech

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1. Chophouse _ ph. Brian Grech

2. The House On The Hill _ ph. Diana Iskander

Un caffè con...

F&W: Qual è la superficie che ti ha emozionato di più negli ultimi 12 mesi? Dove l’hai vista e perché ti è rimasta impressa?

KP: Un materiale che mi è rimasto impresso ultimamente è il Blue Macuba in Brasile. Sapevo di questo materiale, ma non lo avevo mai visto cosi tanto utilizzato. Durante un evento a Verona ho incontrato un’azienda brasilana che ha realizzato una bella installazione usando solo questo materiale e mi è rimasto in mente. Di solito preferisco materiali più naturali e sobri, come il travertino bianco, ma questo Blue immersivo è un materiale che userò di sicuro nel prossimo futuro.

“Un materiale che mi è rimasto impresso ultimamente è il Blue Macuba in Brasile... un blue immersivo che userò di sicuro nel prossimo futuro”

F&W: DAAA Haus lavora spesso tra Malta, Londra e il Medio Oriente. Quanto il luogo influisce sulla tua palette materica? Riesci a portare un’identità mediterranea nei contesti più lontani?

KP: Sì, lavorando in diverse parti del mondo è necessario studiare il linguaggio locale. In effetti, questo è proprio un argomento che stiamo affrontando internamente in questo periodo poichè stiamo organizzando un workshop di progettazione con la facoltà di architettura dell’Università di Malta. Ritengo che l’influenza culturale transfrontaliera sia positiva e aiuti l’architettura a vivere, ma il contesto locale è molto importante.

Si possono trovare tratti e linguaggi di design simili ovunque, poiché l’umanità ha sempre viaggiato. Ad esempio, al momento stiamo lavorando su una villa privata a Bangalore, in India, e l’approccio che abbiamo adottato per il progetto non è solo autenticamente indiano, ma anche simile ad altre aree del Nord Africa e del Mediterraneo come la Spagna, l’Egitto e il Marocco. Bilanciare il contesto locale in chiave contemporanea è la risposta.

F&W: C’è un tema che ti sta particolarmente a cuore e che vorresti condividere?

KP: La dichiarazione di visione di DAAA Haus che ho scritto molto tempo fa quando ho iniziato, perché è ancora il fulcro di tutto ciò che faccio oggi. Siccome è stato pensato e scritto in inglese preferisco riportarlo in forma originale per non perderne il significato:

At DAAA HAUS, we envision crafting a legacy brand that transcends the rapid currents of today’s commercial world. We aspire to be more than just a design studio; we aim to become a beacon of enduring creativity, leaving an indelible mark on the ever-evolving landscape of design. Our commitment is not just to adapt to the changing times and meet people’s needs but to anticipate them, to innovate and inspire.

We believe that design is more than aesthetics; it’s a powerful tool that brings joy and meaning to life on Earth. Through our work, we seek to inject a sense of fun, creativity, and purpose into the world. We recognize that even small changes can create significant ripples of impact, and as designers, we are dedicated to making those ripples count.

Our greater vision extends beyond the realms of design; it encompasses the lives of every individual touched by our creations, be it our clients, collaborators, or communities. We aim not only to enhance spaces but also to enrich lives. Through our endeavours, we strive to leave a lasting impression, nurturing relationships and fostering positive change.

DAAA HAUS is not just a brand; it’s a philosophy. It’s about leaving a legacy of innovation, inspiration, and influence. We are committed to making a profound difference in the world, one creative endeavour at a time, ensuring that the impact of our work resonates far beyond the present, leaving a meaningful and lasting impression on all those we encounter.

DAAA Haus

DAAA Haus è uno studio internazionale di architettura e design con sedi a Malta, Milano, Ragusa e Mumbai. Fondato da Keith Pillow, unisce creatività, ricerca e visione strategica. Specializzato in hospitality, residenziale e retail, progetta spazi che connettono estetica, funzione e identità. WWW.DAAAHAUS.COM

“E” come empatia

LA CREATIVITÀ LIBERATA DI SABRINA MONTAGNOLI SI TRADUCE IN SPAZI SARTORIALI, CALDI E MINIMALISTI, DOVE LEGNO, SUPERFICI CONTINUE E TOCCHI DI NERO RISPECCHIANO CHI LI ABITA

«Non c’è stato un momento preciso in cui ho deciso di aprire uno studio, ma ricordo perfettamente la sensazione: stavo perdendo l’entusiasmo. Lavoravo in grandi realtà, imparavo molto, ma i progetti arrivavano dall’alto e io non potevo metterci nulla di mio. Così è nata ZEUMA, dal desiderio profondo di costruire qualcosa che mi rispecchiasse.

Il nome l’ho inventato. È l’unione di tre componenti, Zelo Empatia UMAnità, e richiama il carattere del progetto: mettere in dialogo persone, materiali, emozioni, funzioni. Tutto però comincia da una cosa: l’empatia. Sono sempre stata molto empatica e sensibile. A volte ho vissuto queste caratteristiche come un peso, ma col tempo ho capito che potevano diventare un punto di forza, soprattutto nel lavoro. È grazie a questa capacità che riesco a entrare in sintonia con i clienti, a comprenderli davvero e a tradurre i loro desideri in soluzioni progettuali su misura. Il mio approccio, infatti, è sartoriale: ogni centimetro ha un senso, ogni scelta è intenzionale.

Mi riconosco in un minimalismo caldo, fatto di superfici continue che calmano lo sguardo, tocchi di nero che danno profondità e materiali autentici. Prima di scegliere, devo toccare: il tatto è l’unico modo che ho per capire se qualcosa può funzionare. Il legno — soprattutto il parquet a spina di pesce — torna spesso nei miei progetti: dà struttura emotiva allo spazio. Ho una predilezione anche per i materiali continui, come le ecomalte, non amo le fughe tra le piastrelle. Queste superfici garantiscono uniformità visiva e un’estetica più pulita.

Anche nei progetti contract cerco sempre coerenza e leggibilità. Un ambiente deve comunicare subito, farsi capire al primo sguardo, soprattutto se viene vissuto per poco tempo. E se l’esperienza è ben progettata, può legittimare anche un prezzo più alto. Mi diverto molto con le ristrutturazioni. Trovare soluzioni dove sembrano non esserci, far comparire un secondo bagno, ottimizzare lo spazio al centimetro: sono sfide che mi esaltano. Ogni vincolo è una miccia creativa. Progetto dopo progetto, cresco anch’io. Acquisisco nuove competenze, affino lo sguardo. È una crescita continua.»

Sabrina Montagnoli, architetto e interior designer romana, ha fondato ZeumaDesign nel 2016 con l’obiettivo di creare emotional interiors in cui empatia, passione e umanità guidano ogni scelta. Specializzato in ristrutturazioni residenziali e contract, lo studio sviluppa soluzioni che promuovono il benessere psicofisico e la leggibilità immediata degli spazi. WWW.ZEUMADESIGN.COM

colloquio con SABRINA MONTAGNOLI di FILIPPO TOMMASEO

Linee fluide, passaggi mimetici e dettagli d’autore per una casa che sussurra, firmata Maurizio Vesce Pag. 18

18 COVER STORY

Codice mille righe di Ottavia Castelli

DESIGN

24 PROGETTI

Dove la materia incontra l’arte di Viola Federico

Aria di casa di Filippo Tommaseo

MATERIALI

30 VETRINA F&W

La nostra selezione

34 CARTA PARATI

Dal fine art al progetto: l’identità visiva di Wall/Pepper di Viola Federico

36 MULTISTRATO

CAM, DOPC e riciclato, il futuro dei pavimenti si gioca adesso di Filippo Tommaseo

FLW

44 NORMATIVE E CERTIFICAZIONI

Il design rinasce dal recupero contributo di MATERIALLY

Foto in copertina: Carlo Oriente

Chi ha paura dei diisocianati? di Daniele Bergamasco – CATAS

Decking: pavimentazioni in wpc. Quali indicazioni normative seguire? contributo di ISTITUTO GIORDANO

APPROFONDIMENTO

53 OUTDOOR IN EVOLUZIONE

Introduzione al tema

54 NORMATIVE

Marcatura CE: garanzia di sicurezza e qualità anche nel comparto legno e pavimenti di Pietro Belloni - AIPPL

Marcatura CE/ETA: come affrontare la marcatura volontaria di Franco De Nardi - NICOLETTI & ASSOCIATI

58 AZIENDE

Outdoor ad alta quota: le doghe Woodco tra architettura, clima estremo e comfort sostenibile in collaborazione con WOODCO

TECNO

Tra le vigne del veronese: leaf-plat di italprofili trasforma un casolare storico in collaborazione con ITALPROFILI

Casa AE: lo stile internazionale a Palermo esaltato dal pavimento outdoor di Isoplam in collaborazione con ISOPLAM

Tecnologia verde Bonfante: il prato sintetico con fondo in poliuretano rivoluziona l’architettura urbana e industriale in collaborazione con BONFANTE

66 MANUTENZIONE

Vetrina prodotti

71 CANTIERI

La regola e l’eccezione: Davide Borromeo, arte della posa tra precisione ed estro creativo di Viola Federico

74 L’INFOGRAFICA

Resilienti: numeri e prospettive di Viola Federico

76 A TU PER TU

LA.RE.TE. che unisce imprese e saperi per dare forma a un nuovo ecosistema produttivo intervista di Francesco Tozzi, testi di Viola Federico

Comfort acustico in evoluzione: materiali, metodi e mercato secondo Isolspace di Viola Federico

Pressed bevel SPC: Unilin e KONO innovano la produzione di Filippo Tommaseo IN CAMPO

9 EDITORIALE

Ridefinire lo spazio con i materiali (senza mai eccedere) di Francesco Tozzi

10 UN CAFFÈ CON…

Ogni spazio è un sogno che ha trovato la sua forma di Viola Federico

14 NEW GENERATION “E” come empatia di Filippo Tommaseo

38 SOSTENIBILITÀ

Sostenibilità social: meno slogan, più vita reale di Ottavia Castelli

40 INNOVAZIONE

42 TENDENZE

La pelle delle cose di Viola Federico

80 NEWS & EVENTI

Heimtextil e Techtextil 2026: Un nuovo volto dei rivestimenti, anche oltre il tessile di Filippo Tommaseo

News di settore

RUBRICHE

Codice mille r ighe

di OTTAVIA CASTELLI
Ph. Carlo Oriente

ALLE PENDICI DEL VESUVIO, UN PICCOLO APPARTAMENTO DI 90 MQ DIVENTA PALCOSCENICO DI UNA

TRASFORMAZIONE: LE BOISERIE NON DECORANO, MA COSTRUISCONO, IL COLORE NON ARREDA, MA SEPARA, NERO PER IL GIORNO, BIANCO PER LA NOTTE. UN GIOCO PRECISO DI MATERIALI, CURVE E FINITURE

+d Elemento caratterizzante:

BOISERIE laccata con texture mille righe. Lavoro artigianale di falegnameria su misura, realizzata da Emme Contract srl

• Funzione: integrare armadi e passaggi

• Linee curve, effetto continuo

• Colore: nero (zona giorno), bianco (zona notte)

MATERIALI PAVIMENTI E RIVESTIMENTI

Pavimenti: parquet con posa a correre Listone Giordano

Rivestimenti: Laminam/Marazzi/resina Kerakoll/parato Elitis France/41zero42

Arredi:

cucina: total black Modulnuova divano: Standard di Edra, disegnato da Francesco Binfarè

luci: Arkoslight/Reggiani/Prolicht/ Oty Light

sanitari: Cielo Ceramiche

rubinetteria: Gessi

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ingresso camera da letto con con toni chiari per un effetto ordinato

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ingresso della zona giorno con boiserie laccata nera e dettagli scuri

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1/2. bagno padronale in grès effetto marmo: continuità materica interrotta da piastrelle in rilievo 3. secondo bagno, ceppo di Grè, resina fango e un audace mobile giallo Caterpillar

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in camera, laccato bianco e geometrie essenziali dominano, interrotti da un tocco vibrante di rosso

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1/2/3. dettagli zona living

Un parquet scuro corre come un filo continuo, senza interruzioni, attraversando ambienti che si fanno intimi e raccolti, nonostante l’apertura degli spazi. In un piccolo appartamento ai piedi del Vesuvio, l’interior designer Maurizio Vesce compie un gesto elegante e misurato: ottimizzare ogni centimetro senza rinunciare a emozione e carattere.

La casa, appena 90 mq, si affida a un’idea di spazio fluido ma mai esibito. Il segreto sta nelle boiserie: nere, a texture mille righe, disegnano curve morbide che invitano ai passaggi, mimetizzano armadi, accompagnano lo sguardo come una quinta teatrale. La porta a bilico a tutta altezza scompare nella parete d’ingresso, segnando una cesura netta tra giorno e notte. Dal nero profondo del living si passa al bianco laccato delle camere, in un percorso cromatico che non solo divide ma trasforma.

Anche i bagni raccontano questa attenzione millimetrica al dettaglio. Il primo, piccolo e prezioso, è rivestito in grès effetto marmo, interrotto solo dal ritmo tattile di piastrelle in rilievo nella doccia. Il secondo sceglie l’audacia: ceppo di Gré e resina color fango incontrano un mobile giallo Caterpillar che rompe la quiete con un’ironia calibrata.

La lavanderia? Invisibile. Scorre via, dietro grandi pannelli lungo il corridoio, chiudendo il cerchio di un progetto in cui nulla è lasciato al caso e tutto sembra sussurrare, mai gridare.

Maurizio Vesce studio

Lo studio, fondato nel 2005 a San Giorgio a Cremano (Na), è specializzato in interior e architettura: residenziale, retail, food, uffici e design di prodotto. Guidato da Maurizio Vesce, il team traduce ogni spazio in esperienza contemporanea. WWW.MAURIZIOVESCE.COM

Dove la materia incontra l’ a rte

NEL CUORE DI SIENA, UNA RESIDENZA PRIVATA FONDE PASSATO E PRESENTE

CON SUPERFICI CONTINUE CHE ESALTANO LA LUCE, IL COLORE E IL VALORE DEL GESTO ARTIGIANALE. UN PROGETTO DOVE OGNI DETTAGLIO DIVENTA

PARTE DI UNA NARRAZIONE SENSORIALE E ARCHITETTONICA

di VIOLA FEDERICO
Ph. Vito Corvasce

+d

RIVESTIMENTI:

PerfectCombination _ HD Surface

• Sistema decorativo per superfici continue

• Malta bicomponente a base di resine epossidiche in dispersione acquosa

• Impermeabile, Elastico, Traspirante, Resistente all’usura

• Ottima adesione su calcestruzzo e supporti cementizi

• Superficie nuvolata con effetto spatolato e giochi di chiaroscuro Finitura opaca, artigianale

Siamo al terzo piano di un edificio antico, dove una torre medievale si fonde con una struttura del primo Trecento. Qui, tra travi a vista e pareti in mattoni scialbate a calce, si apre una residenza luminosa e raccolta, sospesa tra la storia di Siena e lo sguardo contemporaneo dei suoi abitanti.

I padroni di casa, collezionisti d’arte, hanno affidato a Paolo Mori dello studio CMT Architetti il compito di disegnare uno spazio capace di accogliere opere e quotidianità con lo stesso rispetto. Il risultato è un interno misurato e poetico, dove ogni elemento dialoga con la luce: dal pavimento continuo color sabbia che accompagna lo sguardo senza interruzioni, alle partizioni in cartongesso sormontate da vetro, che dividono senza chiudere.

Le finestre incorniciano scorci della città – la Torre del Mangia, il Duomo, i palazzi antichi – trasformandosi in quadri cangianti. Un appartamento che respira con il paesaggio, dove l’abitare è un gesto lento, silenzioso, intimo.

Architetto e co-fondatore di CMT Architetti, Paolo Mori guida uno studio con sede a Siena che esplora l’equilibrio tra linguaggio contemporaneo e contesto storico. Laureato a Firenze, lavora in Italia e all’estero su progetti di architettura e interior. WWW.CMTARCHITETTI.IT

Paolo Mori _ CMT Architetti

Aria di c asa

CALIFORNIA BAKERY SI RIFÀ IL LOOK:

NUOVA ATMOSFERA PER I LOCALI DI VIA LARGA E CORSO GARIBALDI

Due degli indirizzi più iconici di California Bakery a Milano –via Larga e corso Garibaldi – sono stati recentemente oggetto di un restyling completo, volto a rinnovare l’identità del brand senza tradirne lo spirito originario. Gli ambienti si presentano ora più caldi, accoglienti e contemporanei, pronti ad accompagnare i clienti in ogni momento della giornata, dal brunch all’aperitivo.

La nuova veste architettonica è firmata da Facta Studio, che ha curato la direzione artistica del progetto con un approccio attento alla stratificazione percettiva degli spazi. La sfida? Trasformare due locali storici in luoghi capaci di comunicare familiarità e identità, senza rinunciare a quel tocco di eleganza sobria e internazionale che ha reso celebre la catena.

Gli interventi si sono concentrati su ogni dettaglio: materiali, colori, luci e volumi sono stati selezionati per creare un’atmosfera immersiva e distintiva, coerente con il racconto visivo di California Bakery. Il risultato è un ambiente che non solo accoglie, ma racconta: una narrazione che passa anche dalla materia, senza clamore, ma con carattere.

Con la realizzazione affidata a DN Service, il progetto ha saputo integrare esigenze operative e valore estetico, offrendo al pubblico due nuovi spazi che coniugano comfort e identità, in perfetto stile California Bakery.

Facta Studio è uno studio di architettura e interior design con sede a Milano. Nato dalla collaborazione di due architetti, si distingue per un approccio che coniuga rigore e creatività, tra tradizione e innovazione.

Il nome “facta” richiama il latino “fatto con cura e attenzione”, e il loro obiettivo è realizzare ambienti con elevati standard estetici e funzionali, pensati per essere vissuti e non semplicemente utilizzati. agenzie partner.

WWW.FACTASTUDIO.IT

di FILIPPO TOMMASEO
Facta Studio

+d Pavimento:

Alpha Vinyl Ciro _ Quick-Step

• Pavimento in vinile rigido a spina di pesce

• Sistema a incastro Unizip (senza distinzione tra doghe destre e sinistre)

Posa flottante, senza colla

• Dimensioni doga: 630 x 126 x 6 mm

• Materassino integrato

• Protezione superficiale: HydroSeal (impermeabile)

materiali

QUICK-STEP: Ciro

Ciro è il pavimento in vinile rigido a spina di pesce firmato

Quick-Step, con sistema Unizip che velocizza la posa e riduce gli sprechi. Resistente all’acqua e agli urti, con sei finiture effetto legno e stampa a rilievo ultra realistica, è ideale per ambienti residenziali e horeca. Eleganza, performance e praticità in un solo prodotto.

WWW.QUICK-STEP.IT

Plam Stampable

Il cemento decorativo

Isoplam che unisce estetica e resistenza: effetto pietra, legno o mattone, antiscivolo e facile da pulire.

WWW.ISOPLAM.IT

CACCARO: boiserie Architype

La boiserie Architype di Caccaro trasforma la parete in un elemento architettonico attivo. Integrabile con sistemi Freedhome e Wallover, offre soluzioni su misura anche per nicchie e angoli. Disponibile con fissaggi light o plus, integra luce LED 3000K dimmerabile, inserti e mensole. Le finiture –tra cui canneté, kera e legno naturale –creano superfici funzionali e scenografiche.

WWW.CACCARO.COM

TONELLI DESIGN:

Wonderwall

Firmato da Massimo Castagna, è il primo sistema murale in vetro fuso temperato, con profili metallici laccati neri e luce LED dimmerabile 3000K integrata. Realizzabile su misura, con moduli fino a 300×90 cm, si completa con profili di chiusura e texture T-Stripes o T-Squares in vetro extrachiaro, fumé o bronzo retroargentato o laccato RAL.

WWW.TONELLIDESIGN.IT

SAN MARCO: Allover Top Matt

La nuova finitura per superfici interne è idrorepellente, capace di rivestire pareti, soffitti e pavimenti con una texture opaca e raffinata. Grazie alla nuova palette da 30 tonalità, offre ampia libertà creativa. La superficie è resistente ad acqua, liquidi caldi e freddi, prodotti chimici e abrasioni. Ideale per ambienti residenziali e commerciali, garantisce durabilità e facile manutenzione. Una soluzione versatile per chi cerca eleganza, protezione e continuità materica.

WWW.SAN-MARCO.COM

FILA: Salvadoccia

FILA SALVADOCCIA è il protettivo anti-infiltrazione eco-friendly per ambienti doccia. Blocca crepe fino a 1 mm, ostacola muffe e annerimenti, semplifica la manutenzione. Pronto all’uso, traspirante, VOC free e certificato Indoor Air Comfort Gold.

WWW.FILASOLUTIONS.COM

ISOPLAM:

WALL&DECO: Draga & Aurel Collection

Draga & Aurel firmano per Wall&decò le carte da parati Cascata e Rilievi: superfici artistiche, materiche e sostenibili realizzate in BIOVYN™, etilene bio-based derivato da legno. Cascata evoca un drappo in movimento, Rilievi gioca su effetti tridimensionali e cromie dinamiche. Arte e design si fondono in soluzioni scenografiche e personalizzabili.

WWW.WALLANDDECO.COM

Allegretto

NOËL & MARQUET:

3D di NOËL & MARQUET, disegnato da Bertrand Lejoly.

Allegretto è il nuovo pannello murale

Ispirato alla natura e al ritmo musicale, presenta un motivo lineare, audace e asimmetrico. La texture minerale dona profondità e dinamismo agli spazi. Disponibile anche in versione FLEX, ideale per superfici curve come pareti, soffitti e colonne. Facile da installare, il pannello dona eleganza scultorea e ritmo visivo a ogni interno contemporaneo.

WWW.NOEL-MARQUET.IT

ZAMBAITI CONTRACT: Project –Chapter 2

Sei creativi reinterpretano natura, arte e design italiano in una collezione firmata Zambaiti Contract. Texture grafiche scenografiche trasformano le pareti in superfici immersive e multisensoriali. Stampate su quattro supporti tecnici, offrono resistenza, praticità e resa estetica per ambienti contract, hospitality, residenziali e spazi pubblici di alta gamma.

WWW.ZAMBAITIPARATI.COM

APPIANI: Coriandoli

Coriandoli è la nuova collezione di mosaici esagonali firmata Appiani: ultrasottile, full body, con spessore ridotto e bordi squadrati. Otto colori vivaci e intensi donano dinamismo agli spazi. Montata su rete 30x30 cm, garantisce resistenza, uniformità e protezione antimacchia Shield+.

WWW.GRUPPOBARDELLI.COM/APPIANI

MA.VI: Alfabètile

KERAKOLL: Color Fill

ColorFill di Kerakoll è la gamma di fughe e sigillanti decorativi in resinacemento e silicone per ceramica, mosaico e pietra, disponibili in 50 colori contemporanei. Offre alta resistenza all’acqua, macchie e agenti chimici, ottima lavorabilità e continuità estetica fra giunti e superfici, per ambienti residenziali e contract.

WWW.PRODUCTS.KERAKOLL.COM

La collezione fonde il rigore del Bauhaus con la tradizione ceramica vietrese. Le piastrelle 20×20 cm, declinate in lettere, permettono di creare pattern grafici o parole da scoprire. Con dieci colori mediterranei da combinare liberamente, la collezione offre infinite possibilità progettuali e composizioni uniche.

Designer: Daniele Della Porta e Clara Nardiello. WWW.MAVICERAMICA.IT

visti al Salone

materiali

ALPI : Collezione ALPIlignum

La Collezione ALPIlignum in vero legno composto è certificata FSC® 100% e IMO-MED, con resistenza al fuoco Bs1d0. Propone superfici decorative ideate con Lissoni, Nendo, Estúdio Campana e una nuova variante di Sottsass. Texture ispirate a natura, segni grafici e materia, in versioni cromatiche raffinate. Soluzione sostenibile, personalizzabile e adatta a interior, nautica e contract.

WWW.ALPI.IT

ORAC: New Classic

Due nuovi elementi: cornici monumentali e pannelli modulari che reinterpretano simmetria e armonia in design contemporaneo. Le finiture laccate lucide esaltano dettagli senza tempo.

WWW.ORACDECOR.COM

NEOLITH: Artisan

Neolith presenta la collezione Artisan, parte della linea “Atmosphere: Breeze of Innovation”, con superfici in pietra sinterizzata che richiamano texture naturali e un’estetica calda e materica. Progettata per rivestimenti e pavimenti, Artisan combina tecnologia 3D e vena passante per un effetto iperrealistico. Ideale per ambienti residenziali e commerciali, si distingue per la versatilità e l’eleganza contemporanea. Le superfici sono sostenibili, certificate e parte di un progetto che unisce innovazione e rispetto ambientale.

WWW.NEOLITH.COM

SLALOM: Woody

Woody è una parete fonoassorbente che unisce tessuto e legno certificato FSC® in un’unica soluzione sottile e sostenibile. La superficie scanalata, ottenuta tramite termoformatura, offre comfort acustico e una gradevole esperienza tattile e visiva. Installabile senza giunzioni visibili, è ideale per spazi contract grazie alla facilità di posa e alla qualità dei materiali.

WWW.SLALOM-IT.COM

Tramae

ÉLITIS: Sensora

I nuovi tessuti e rivestimenti murali Élitis 2025 esplorano il potere sensoriale del design. Le ricche texture e le palette vibranti dialogano con geometrie architettoniche sovradimensionate. WWW.ELITIS.FR/IT Tramae è una collezione di rivestimenti murali tridimensionali in GlamOrigin, materiale opaco composto da sabbie di quarzo su tessuto non tessuto. Offre una texture sabbiata con rilievi che evocano lavorazioni artigianali. Disponibile in quattro pattern (Ricami, Rilievi, Tracce, Veli) e due colori (Pure white, Silk grey), è combinabile in configurazioni su misura. Verniciabile, traspirante, ignifugo, privo di metalli pesanti, adatto a spazi residenziali e pubblici.

WWW.GLAMORA.IT

GLAMORA:

ISOLSPACE: Silhouette Wall e Baffle

Silhouette è la collezione di pannelli fonoassorbenti bifacciali firmata Isolspace, progettata per coniugare comfort acustico e design. Disponibile in tre forme—circolare, ovale e ovale con base dritta—è pensata per installazioni a parete, a soffitto (ceiling) o in modalità baffle. Ideale per uffici, spazi pubblici e ambienti contract, valorizza ogni contesto con configurazioni flessibili, materiali tecnici e una resa scenografica raffinata e funzionale.

SPAGHETTI WALL: Novità 2025

Le nuove grafiche SpaghettiWall vedono protagonisti artisti e designer come Castello Lagravinese, che con “Supernatural” propone pattern materici e luminosi a grande scala, e Filippo Mambretti, che in “AlterEgo” fonde arte rinascimentale e tatuaggi old school.

SMIT firma “LAND and MET”, paesaggi astratti e sospesi nel tempo, mentre Giorgio Biscaro reinterpreta il Bauhaus con geometrie massimaliste nella serie “BauAhhh!”. SW Lab esplora dripping, anni ’70 e suggestioni orientali in “Pigmenta”, mentre Chiara Diluviani con “Giardini Segreti” porta in parete arcate classiche e vegetazione rarefatta.

D’ORO: Novità 2025

FOGLIE

Arte Brotto e Foglie d’Oro presentano superfici coordinate in legno e materiali pregiati. Novità: rivestimento a parete

Tricot 3D, boiserie Azalea con inserti metallici, Urban_H Lumen con LED integrato e nuove finiture in marmo, ottone, rame e acciaio. WWW. FOGLIEDOROPARQUET.COM

DÉCO: Nova Moove.Zen

Nova Moove.Zen è il rivestimento decorativo da parete firmato Déco che integra le performance fonoassorbenti di Moove.Zen con l’illuminazione a LED del sistema Nova. Le strisce luminose, dimmerabili e personalizzabili, si inseriscono tra i listelli in legno naturale –disponibili in teak, noce, rovere, cedar –trasformando il rivestimento in un elemento tecnico ed estetico. Le scanalature modulari riducono il riverbero grazie alla struttura porosa, mentre la luce valorizza l’ambiente con eleganza. Tre profili –Olimpo, Etna, Kappa –offrono diverse soluzioni formali. L’installazione su sottostruttura consente di nascondere i cavi, garantendo un design

WWW.MATERICA.EU

TESSIERI: Cementina listello

Nuovi listelli in graniglia e pasta di cemento nei formati 2,5/5×20 e 2,5/5×25 cm, ottenuti dal taglio delle cementine 20×20. Realizzati con tecnica a doppio strato, uniscono uno strato nobile in cemento, polvere di marmo e pigmenti a uno di sabbia e cemento. Studiati per pose a spina italiana.

WWW.TESSIERIMATTONELLE.COM

Dal fine a rt al progetto: l’identità visiva di Wall/Pepper

LA CARTA DA PARATI SI REINVENTA COME

ESPERIENZA VISIVA E TATTILE, CAPACE DI EVOCARE

MONDI E STORIE, MA ANCHE DI GUIDARE IMPORTANTI INNOVAZIONI TECNOLOGICHE.

NE PARLIAMO CON PATRIZIA CERRI DI WALL/PEPPER

Per Patrizia Cerri, direttrice generale e artistica di Wall/Pepper, la differenza tra una carta da parati decorativa e una carta da parati contemporanea è una questione di linguaggio. “Una carta decorativa ha il compito di abbellire, di riempire visivamente uno spazio con un colore, un pattern. Quella contemporanea, invece, va oltre l’estetica: racconta qualcosa, dialoga con l’architettura e con chi la abita”. È da questa convinzione che nasce l’idea di “narrazioni visive” con cui l’azienda definisce il proprio lavoro. Ogni soggetto diventa così una finestra su un immaginario, un’emozione, un punto di vista. “Riflette la sensibilità di chi vive quello spazio, i suoi desideri, le sue passioni. Non è decorazione, è un linguaggio visivo che evoca mondi e atmosfere”

In un panorama in cui l’esperienza immersiva è diventata centrale anche nella progettazione d’interni, la carta da parati ha assunto un ruolo di primo piano. “Oggi è uno strumento narrativo e sensoriale a tutto tondo, in grado di trasformare radicalmente la percezione dello spazio”, spiega Cerri. Non solo immagini e pattern: le superfici di Wall/Pepper evocano foreste, sogni, paesaggi urbani o dimensioni astratte, espandendo i confini fisici di una stanza e trasportando chi la vive in un altrove. Molti soggetti giocano volutamente con la prospettiva – trompe-l’œil, scorci architettonici, affacci su giardini – per suggerire che la parete non sia una barriera ma un’apertura, una soglia. “È come se ci fosse un balcone o una finestra sul mondo”

Il racconto però non è solo visivo: anche il senso del tatto viene coinvolto. Patrizia ci parla infatti del loro supporto WP/Smooth, che restituisce al tatto una sensazione simile a quella di un tessuto: raffinata, avvolgente. È una direzione che Wall/Pepper sta continuando a esplorare e ci fa sapere che a breve arriveranno nuove superfici con texture materiche multisensoriali: “Stiamo lavorando per portare l’esperienza immersiva oltre la vista. Non possiamo svelare troppo, ma immaginiamo superfici in grado di coinvolgere più sensi, anche l’olfatto e il suono”

La dimensione artistica è centrale per l’identità del brand. Wall/Pepper lavora con artisti, illustratori, designer, fotografi: voci diverse che compongono una visione coerente. “Selezioniamo i collaboratori in base alla loro capacità di story-telling, non solo alla tecnica”, spiega Cerri. Spesso l’azienda fornisce agli artisti delle moodboard che tracciano la direzione artistica della collezione; in altri casi, sono gli stessi autori a proporre idee spontaneamente. “Wall/Pepper nasce da un laboratorio di stampa fine art e portiamo avanti questa eredità con una cura estrema per la qualità dell’immagine, del colore e della stampa”. Il risultato è un dialogo profondo, dove libertà creativa e necessità produttive si armonizzano. “Molti dei nostri artisti lavorano con noi da anni, qualcuno fin dall’inizio. Insieme abbiamo costruito l’identità dell’azienda”

Tra i materiali più innovativi spicca WP/Suede, realizzato in PET riciclato, PVC-free e certificato per l’uso navale (IMO MED). Ancora più ecologico è WP/Smooth, a base di cellulosa e fibre tessili derivate dalle foglie di agave. “La sostenibilità è per noi una guida imprescindibile, sia nella scelta dei materiali che nei processi produttivi”, afferma Cerri. Tutti i prodotti Wall/Pepper sono stampati con inchiostri ecologici privi di solventi, che non rilasciano sostanze nocive nell’aria. “Ogni superficie è pensata per rispettare l’ambiente e offrire un’esperienza estetica e sensoriale di altissimo livello”

Il catalogo Wall/Pepper si distingue per un taglio artistico quasi museale. Non a caso, l’azienda ha in programma di rafforzare anche il lato curatoriale del proprio lavoro. “A partire da settembre lanceremo un programma di eventi nel nostro showroom, dedicati agli artisti con cui collaboriamo”, anticipa Cerri, spiegandoci che saranno dei momenti di approfondimento e scambio: esposizioni temporanee, workshop, dialoghi aperti al pubblico.“Vogliamo far emergere il percorso creativo di ogni autore e ampliare questa narrazione anche online, attraverso i social e il nuovo sito web”. L’obiettivo è quello di dare valore alle storie dietro le superfici, costruendo una vera comunità tra arte, design e spazio vissuto.

colloquio con PATRIZIA CERRI di VIOLA FEDERICO
Patrizia Cerri

La personalizzazione è un altro tratto distintivo dell’azienda. Wall/Pepper lavora esclusivamente su misura, adattando non solo le dimensioni delle carte ma anche le cromie e la composizione grafica. “Ogni spazio merita una soluzione unica”, sottolinea Cerri. La carta da parati non è più un semplice elemento aggiuntivo, ma un protagonista capace di costruire l’identità di un ambiente. “È sempre più integrata nel progetto architettonico, sempre più espressiva di valori e storie”

Con una presenza consolidata in oltre 80 Paesi, Wall/Pepper ha una visione ampia e comparata del mercato. “In Italia c’è una ricerca di equilibrio tra tradizione e innovazione, con una grande attenzione al dettaglio artigianale e alla personalizzazione”, osserva. Nei mercati nord europei prevalgono linee minimaliste e una sensibilità forte verso la sostenibilità; in America e Asia, invece, si cercano soluzioni grafiche più audaci, soprattutto nel contract e nell’hospitality. “In molti Paesi la carta da parati è già considerata un elemento chiave di progetto. In Italia questa consapevolezza sta crescendo: è un momento stimolante”

Il settore, secondo la direttrice, ha compiuto passi significativi verso la maturità, ma è ancora in evoluzione. “L’innovazione tecnologica, la sostenibilità e le collaborazioni artistiche hanno trasformato completamente questo mondo”. La carta da parati oggi si declina in ambienti impensabili fino a qualche anno fa, come per esempio WP/ H2O per gli spazi umidi, WP/Acustic per il comfort sonoro, WP/ OFF per l’esterno. “Il nostro obiettivo è portare la carta da parati allo stesso livello di versatilità e performance di altri materiali consolidati”

Guardando al futuro, ciò che secondo Patrizia Cerri non cambierà mai è il potere della carta da parati di raccontare storie. “Rimarrà sempre uno strumento di identità visiva e di narrazione”, quello che la sorprenderà sarà il livello di interazione sensoriale che le superfici potranno raggiungere. “Il futuro”, conclude, “sarà un incontro tra arte, tecnologia e natura. E Wall/Pepper è pronta ad esserne protagonista”.

Silver Coast by Masha Donskaya

Grafica

CAM, DOPC e riciclato, il futuro dei p avimenti si gioca adesso

CRITERI AMBIENTALI MINIMI E NUOVE CERTIFICAZIONI:

ITALIAN FLOOR DAY HA RIUNITO ESPERTI DEL SETTORE PER FARE IL PUNTO SU OBBLIGHI E OPPORTUNITÀ IN ARRIVO DAL 2026. IL CUORE DELL’INCONTRO?

LA TRANSIZIONE DALLA DOP ALLA DOPC, IL GREEN DEAL E UNA FILIERA DEL MULTI-PAVIMENTO IN PIENA ESPANSIONE

Una giornata intensa, tecnica e chiarificatrice: è quanto emerso dall’edizione 2025 di Italian Floor Day, tenutasi il 16 aprile presso l’Antony Hotel, a pochi chilometri da Venezia. Floor&Wall, media partner dell’evento, ha seguito da vicino i lavori di un incontro pensato per fare il punto sulle trasformazioni normative che stanno investendo il comparto pavimenti. A partire dall’entrata in vigore del nuovo Regolamento CPR 3110/2024, che dal gennaio 2026 sancirà il passaggio dalla DOP (Dichiarazione di Prestazione) alla DOPC (Dichiarazione di Prestazione e Conformità).

COSA CAMBIA CON IL NUOVO CPR

L’intervento dell’ingegnere Franco De Nardi (Nicoletti & Associati) ha offerto un’analisi dettagliata del nuovo regolamento europeo:

• DOP >> DOPC: La semplice dichiarazione di prestazione non basta più. I prodotti dovranno essere conformi lungo tutta la filiera.

• Life Cycle Assessment (LCA): Le prestazioni ambientali andranno misurate lungo tutto il ciclo di vita del prodotto (estrazione, produzione, uso, smaltimento), con strumenti digitali gratuiti forniti dalla Commissione UE.

• Passaporto digitale: Ogni prodotto sarà corredato da un passaporto digitale, interoperabile con BIM e altri strumenti.

• Sistema 3+: Gli Organismi Notificati convalideranno dati ambientali, metodi di calcolo e processi produttivi.

• Mutuo riconoscimento: Le certificazioni potranno essere condivise tra organismi, a patto che la documentazione sia impeccabile.

• Roadmap: 2026: obbligo di dichiarare 4 prestazioni ambientali (es. CO₂) 2030: +9 prestazioni 2032: dichiarazione ambientale completa 2040: abrogazione definitiva del Reg. 305/2011

Importatori, distributori e marketplace saranno tenuti a garantire accesso alla DOPC, corretta etichettatura, stoccaggio e collaborazione con le autorità.

di FILIPPO TOMMASEO

CAM, CERTIFICAZIONI E URGENZA DI FILIERA

Ad aprire la sezione tecnica è stato il geometra Antonio Lenoci, esperto di CAM, SPC e certificazioni. Il suo è stato un intervento diretto e concreto, centrato sulla documentazione ambientale, ancora troppo spesso sottovalutata.

CAM anche per il privato

I Criteri Ambientali Minimi, nati per gli appalti pubblici, sono oggi richiesti anche in ambito residenziale e commerciale.

La relazione CAM, se ben redatta, tutela tutti gli attori della filiera.

Deve includere:

• prestazioni acustiche e termiche

• barriera al gas radon

• manuali di manutenzione e disassemblaggio

• valorizzazione delle soluzioni flottanti (UNI/PdR 75)

EPD, strumento strategico

L’EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto) non è solo una formalità. Serve a documentare:

1. contenuto riciclato

2. emissioni VOC

3. processi produttivi sostenibili

Va sempre verificata la validità in ambito UE e la coerenza dei dati riportati.

LA TRANSIZIONE IN DATE

LA TRANSIZIONE IN DATE

Entra in vigore nuovo CPR

Applicazione del nuovo CPR

Abrogato Reg UE 305/2011 ma con esclusione articoli

Dichiarazione delle prestazioni ambientali, primi 4 punti (cambiamento climatico)

Dichiarazione delle prestazioni ambientali, ulteriori 9 punti

Contenuto riciclato: va certificato

Dal 2026, i pavimenti resilienti dovranno contenere almeno il 20% di materiale riciclato. Le certificazioni ammesse:

• ReMade in Italy

• VinylPlus

• EPD con voce specifica

Importatori = Fabbricanti

Chi importa è giuridicamente equiparato a chi produce. Questo significa essere responsabili di tutte le dichiarazioni di conformità, ambientali e normative.

Il messaggio finale di Lenoci è stato netto: “Serve preparazione tecnica. Serve filiera. Serve coscienza.”

IL MERCATO CORRE: SPC E LAMINATI IN PRIMA LINEA

Oltre agli aggiornamenti normativi, l’evento ha confermato la solidità del mercato multi-pavimento, trainato da due driver: la crescita esponenziale del SPC e la resilienza dei laminati di ultima generazione. Un ringraziamento speciale è stato rivolto a Kastamonu Italia, per il contributo tecnico sui nuovi processi produttivi.

Presenti in sala, oltre ai relatori, anche i responsabili acquisti delle principali aziende italiane del settore, a testimonianza di quanto la normativa sia oggi un elemento competitivo tanto quanto il design o il prezzo.

Dichiarazione di tutte le prestazioni ambientali

Termine validità EAD pubblicati in rif Reg UE 305/2011

Termine validità ETA emessi su base EAD pubblicati in rif Reg UE 305/2011

Completa abrogazione Reg UE 305/2011

Nuovo CPR (Reg UE 2024/3110) Grafico fornito da Nicoletti & Associati

S ocial: meno slogan, più vita reale

MENO ATTIVISMO E PIÙ PRATICHE QUOTIDIANE, PIÙ INTERESSE DA PARTE DEI BRAND E CREATOR CHE RENDONO L’ECO-LIFESTYLE UN COMPORTAMENTO REPLICABILE.

LA SOSTENIBILITÀ NON FA PIÙ NOTIZIA, È DIVENTATA ABITUDINE

Nel mese della Terra, Buzzoole — tech company italiana specializzata in influencer marketing — pubblica un nuovo Market Insight che racconta come sta cambiando la narrazione della sostenibilità sui social. Un cambiamento profondo, culturale prima ancora che comunicativo: i contenuti green calano, ma si fanno più pratici, concreti e integrati nella vita di tutti i giorni.

I dati parlano chiaro: tra aprile 2023 e aprile 2024 i contenuti a tema sostenibilità su Instagram e TikTok sono passati da 178.000 a 142.000, con un calo del 20%. Un apparente rallentamento che segnala in realtà un’evoluzione del discorso: la sostenibilità non è più un’eccezione da sottolineare, ma un comportamento “normale”, diffuso e sempre meno spettacolarizzato.

Parallelamente cresce l’interesse dei brand, con i contenuti sponsorizzati che passano dall’1,5% al 2,2%. Seppur ancora marginale rispetto al totale, questa crescita indica che il posizionamento ESG diventa strategico per le aziende, anche in un contesto in cui l’attenzione mediatica si frammenta. Va però sottolineato che il 97,8% dei contenuti green resta organico: la sostenibilità è ancora, prima di tutto, un interesse spontaneo delle community.

Il cambiamento più significativo riguarda il linguaggio. Si abbandona la retorica dell’attivismo in favore di uno storytelling più quotidiano e replicabile, incentrato su comportamenti concreti: la cosiddetta svolta “ecolifestyle”. I contenuti green oggi raccontano la cucina anti-spreco, il riuso creativo degli ingredienti, la moda second-hand, la gestione intelligente della casa, il turismo sostenibile. Pratiche semplici, spiegate con linguaggio accessibile e senza sensazionalismi.

Anche i temi più trattati si allineano a questa visione. Il 32,8% dei contenuti riguarda l’ambiente, seguito da viaggi sostenibili (18,6%), moda (16,5%), food (12,2%) e beauty (5,1%). La bellezza sostenibile, pur in crescita, resta ancora una nicchia, mentre dominano le aree della vita in cui è più facile intervenire in modo diretto.

In questo scenario, emergono nuovi volti e nuove voci. Buzzoole segnala creator come Rucoolaaa (Alessio Cicchini), specializzato in ricette zero waste (+86% follower), Di Pazza, coppia che promuove il riuso creativo (+85%), Giorgia Palmirani, attenta a moda sostenibile e acquisti consapevoli (+75%), Greta Volpi e Giulia Tomelleri, che raccontano la sostenibilità applicata a cucina, moda vintage e stili di vita (+48% e +46%). Tutti utilizzano toni semplici, esempi concreti, contenuti che ispirano e istruiscono.

Anche l’icona globale dell’attivismo climatico, Greta Thunberg, riflette il cambio di tono: il suo profilo ha perso oltre 400.000 follower in un anno. Una contrazione che potrebbe dipendere da una narrazione percepita come distante e da una crescente “stanchezza da attivismo”. Gli utenti sembrano oggi preferire approcci meno ideologici e più integrati nella routine.

Per chi si occupa di design, materiali e superfici, questa trasformazione è significativa: non basta più parlare di sostenibilità, occorre renderla comprensibile, fruibile, applicabile. Progetti, prodotti e comunicazione devono rispondere a un bisogno sempre più diffuso di normalità sostenibile.

La sfida non è essere “eco”, ma farlo con naturalezza.

di OTTAVIA CASTELLI

Pressed b evel SPC: Unilin e KONO innovano la produzione

UNA NUOVA TECNOLOGIA BREVETTATA, SVILUPPATA CON KONO, MIGLIORA ESTETICA, PRECISIONE E SOSTENIBILITÀ NELLA PRODUZIONE DEI BEVEL PROFONDI SU SPC

Unilin Technologies firma una nuova evoluzione nella tecnologia per pavimenti SPC con il lancio di un sistema brevettato che ridefinisce completamente il concetto di pressed bevel. Una soluzione innovativa e scalabile, sviluppata in collaborazione con il produttore cinese di macchinari KONO, per ottenere bordi smussati più profondi, precisi ed esteticamente superiori, senza compromettere la funzionalità del pavimento e riducendo al minimo gli scarti.

Già nel 2011 Unilin aveva introdotto sul mercato le prime tecnologie per bevel a pressione. Oggi, forte di un’esperienza consolidata e di una visione sempre orientata alla performance industriale, il gruppo presenta una nuova generazione di pressed bevel progettata appositamente per gli SPC. L’obiettivo: rispondere alla crescente domanda del mercato per pavimenti vinilici sempre più realistici, che imitano con maggiore fedeltà l’aspetto del legno e della pietra naturale, senza sacrificare la precisione tecnica.

Come funziona la nuova tecnologia?

Al cuore dell’innovazione vi è un processo brevettato, integrato in un macchinario KONO dedicato, che permette di ottenere bevel più marcati direttamente in fase di pressatura, senza necessità di modifiche alla linea produttiva delle lastre o a quella di finitura. Ciò rappresenta un vantaggio operativo rilevante per i produttori, che possono così introdurre nuovi effetti estetici con investimenti contenuti e senza aumentare i tassi di scarto.

“La nostra tecnologia consente di realizzare bordi smussati profondi, accurati e perfettamente allineati con la stampa decorativa, migliorando l’effetto finale del prodotto in modo tangibile,” spiega Floris Koopmans, Sales & Marketing Director di Unilin Technologies. “Grazie a KONO, siamo riusciti a sviluppare un sistema altamente efficiente e pronto per la produzione su larga scala, mantenendo alti standard di qualità e riducendo gli sprechi.”

Più estetica, meno complessità

Uno dei principali punti di forza del nuovo sistema è la capacità di ottenere una maggiore fedeltà estetica senza aggiungere complessità industriale. Rispetto ai tradizionali bevel ottenuti per fresatura o

incisione, il pressed bevel mantiene la coerenza del decoro e del pannello, offrendo una resa più realistica, soprattutto sui decori che imitano doghe e plance in legno naturale.

Inoltre, il sistema è compatibile con i tradizionali incastri brevettati da Unilin (come Uniclic®), garantendo che le tolleranze meccaniche non vengano compromesse. Il risultato è un pavimento bello da vedere, semplice da installare, robusto nell’utilizzo quotidiano.

Una soluzione sostenibile e brevettualmente protetta

La sostenibilità è un altro elemento chiave. Il processo consente di ridurre gli sprechi di materiale e l’energia necessaria per le lavorazioni successive, contribuendo a rendere più efficiente l’intera filiera produttiva. Allo stesso tempo, i produttori che scelgono di adottare questa tecnologia possono contare sul supporto di Unilin come onestop shop, con licenze e protezioni brevettuali incluse.

Con questa innovazione, Unilin non solo amplia il proprio portafoglio tecnologico, ma rafforza il proprio ruolo strategico nel supportare i produttori nel passaggio verso soluzioni estetiche avanzate e processi sempre più sostenibili.

Un passo avanti concreto

Il nuovo pressed bevel per SPC rappresenta una svolta per l’intero settore del flooring resilient: una tecnologia che semplifica, migliora e protegge, nata dalla collaborazione tra know-how ingegneristico e visione di mercato. In un panorama competitivo dove la differenza si gioca sempre più sulla qualità percepita e sulla rapidità di innovazione, Unilin offre una soluzione chiavi in mano che coniuga design, efficienza e tutela industriale.

Un passo avanti concreto per i produttori che puntano a distinguersi nel segmento premium degli SPC.

di FILIPPO TOMMASEO

La p elle delle c ose

DALLA SENSUALITÀ DEI MATERIALI NATURALI

AI PATTERN MATERICI DEI RIVESTIMENTI

MURALI, PASSANDO PER COLORI PROFONDI E

STORYTELLING ARTIGIANALE: ALLA MILANO

DESIGN WEEK 2025 IL DESIGN PARLA LA

LINGUA DELLE SUPERFICI

Milano capitale del mondo progettazione con una Design Week che ha superato quota 400.000 visitatori, confermandosi evento imprescindibile per chi lavora, crea e produce nel mondo del design. Tra Salone e Fuorisalone si è respirata un’energia creativa diffusa, intensa e vitale. Certo, non sono mancati momenti più spettacolari che sostanziali, e una “caccia al gadget” forse eccessiva ha rischiato di oscurare il contenuto. Ma il contenuto c’era. E parlava soprattutto di materiali.

Ne è un indicatore la presenza sempre maggiore di aziende che si propongono come vere e proprie material bank o hub di ricerca nel settore: archivi fisici e digitali di superfici e soluzioni progettuali a disposizione di designer, architetti, sviluppatori. Un modo per raccontarsi non solo con i prodotti finiti, ma anche con le materie prime, le finiture, le texture.

Fra i trend emersi con più chiarezza: il design sensoriale. I materiali naturali – legno grezzo, pietre porose, ceramiche sabbiate – sono stati protagonisti, accompagnati da finiture opache, vellutate, capaci di instaurare una relazione fisica con l’utente. L’interazione diventa centrale, e si traduce in superfici che reagiscono alla luce, cambiano al tatto, oppure restituiscono una sensazione materica profonda e avvolgente.

Anche le forme raccontano un’evoluzione: addio spigoli, benvenute curve. Gli arredi e i rivestimenti scelgono geometrie morbide e accoglienti, spesso pensate per l’ambiente domestico ma sempre più presenti anche in spazi pubblici e uffici. A dominare le palette è una nuova famiglia cromatica calda e intensa, guidata da un rosso “barolo” – profondo, vinoso, elegante – che abbiamo visto declinato su pareti, imbottiti, tessili e persino superfici viniliche.

Sul fronte estetico, spazio a oggetti narrativi, ricchi di dettagli e significati. Artigianato, memoria, storytelling: il design torna a farsi identitario, con pezzi che esprimono valori, territori, tecniche manuali.

Per quanto riguarda i rivestimenti murali, la parola d’ordine è “carattere”. Via libera a pattern audaci, texture che richiamano il lino, imitano la calce. Le pareti diventano protagoniste, non solo fondali. In diverse installazioni il rivestimento murale è stato trattato come un tessuto decorativo, con grafiche a parete in carta goffrata, vinile embossato o tessuti tesi su struttura.

Infine, sostenibilità: non solo dichiarata, ma sempre più integrata. Molti brand hanno presentato superfici realizzate con materiali di recupero, inchiostri atossici, adesivi privi di VOC e supporti compostabili o facilmente separabili. La direzione è chiara: rendere le superfici non solo belle e funzionali, ma anche responsabili.

La Milano Design Week 2025 ha mostrato che il futuro del progetto si scrive sulla pelle delle cose. Ed è una pelle viva, sensibile, mutevole.

2. Slalom _ Bouclè ph Gianluca Bellomo

3. Orac _ New Classics Lucido

4. Salone Satellite Award 2025 ®Ludovica Mangini

1. Glamora _ Tramae Collection

IL DESIGN RINASCE DAL R ECUPERO

DALLA PLASTICA MARINA ALLE CORTECCE DI LEGNO, IL DESIGN SPERIMENTA NUOVI LINGUAGGI MATERICI ATTRAVERSO IL RIUSO CREATIVO.

UNA PANORAMICA SU PROGETTI CHE TRASFORMANO GLI SCARTI IN SUPERFICI D’ARREDO SOSTENIBILI, CON L’OBIETTIVO DI RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE E RIGENERARE LE FILIERE PRODUTTIVE

Il settore del design si trova ancora oggi ad affrontare sfide significative legate alla sostenibilità. Per l’interior design, a causa della collocazione ibrida tra edilizia e produzione di arredi, risulta difficile quantificare con precisione l’impatto ambientale. In assenza di dati specifici e metriche dedicate, si adottano strategie generali quali circolarità della materia prima, riduzione delle emissioni di gas serra, minimizzazione delle emissioni di VOC, processi produttivi che sfruttano risorse naturali rinnovabili, e conformità a certificazioni minime che attestano la sostenibilità del prodotto e della filiera.

L’approccio circolare è ben rappresentato dalla crescente attenzione al recupero dei materiali, che permette di ridurre l’impatto dei rifiuti sull’ambiente e contenere la dipendenza da materie vergini. I materiali ottenuti possono provenire da sistemi di raccolta urbana post-consumer, o da residui e sfridi di processi produttivi che danno vita a nuovi e spe-

cifici processi di trasformazione. Talvolta evocano pattern tradizionali, in altri casi danno origine a soluzioni visive completamente nuove, che coniugano sostenibilità, innovazione e identità materica.

Un esito interessante è rappresentato dai pannelli realizzati a partire dal riciclo meccanico di reti da pesca che vengono prima raccolte nei porti spagnoli e nelle aree limitrofe del Mediterraneo, per poi essere successivamente lavorate in loco. Attraverso un processo di triturazione, frantumazione e pressatura, le reti vengono trasformate in pannelli rigidi in polietilene ad alta densità (HDPE). La disposizione casuale delle reti durante la pressatura, conferisce a ogni pezzo un aspetto unico, eliminando la necessità di materiali vergini e contribuendo alla tutela dell’ecosistema marino da inquinamento di materie plastiche e sostanze chimiche.

contributo di MATERIALLY

Un altro esempio di materiale riformulato a partire da scarti ce lo fornisce la BASF che, brevettando una tecnologia all’avanguardia di trasformazione dei polimeri più rigidi, ha prodotto un tessuto funzionale idrorepellente per tendaggi. A differenza di altri tessuti in nylon riciclato, spesso ruvidi al tatto e poco performanti, questo materiale garantisce un’elevata qualità, coniugando funzionalità e una filiera circolare. Il processo trasforma le gomme dismesse di auto (pre o post consumer), in filati resistenti, riducendo notevolmente la dipendenza dai materiali vergini. Grazie alla sua resistenza ai raggi UV e durabilità, è ideale per applicazioni outdoor per l’arredo tessile o tendaggi.

L’utilizzo progettuale di materiali storicamente considerati scarti di lavorazione riguarda invece la corteccia di svariati legni. Pioppo, ciliegio, betulla, pino sono alcune delle essenze proposte da un’azienda statunitense nata trentacinque anni fa. L’intento specifico è quello di creare un sistema di prodotti dalle foreste delle Blue Bridge Mountains (NC) e di indirizzare l’impatto dell’industria edile verso la rigenerazione forestale e della comunità locale. Impiallacci di corteccia, o pannelli che di questa parte degli alberi prendono spessori più consistenti, vengono utilizzati in rivestimenti verticali di grande fascino e calore. Prodotti in diversi formati, oltre che valorizzare un sottoprodotto di lavorazione, sono realizzati in un’ottica di autonomia energetica grazie all’impiego di energia solare senza l’utilizzo di acqua.

1. Pannelli riciclati dalle reti da pesca

2. Tessuti outdoor riciclati da gomme d’auto

3/4. Corteccia recuperata per l’architettura

Materially

WWW.MATERIALLY.EU

Da più di due decenni Materially rappresenta il punto di riferimento in Italia nella ricerca di materiali innovativi e sostenibili per l’industria manifatturiera e per ogni applicazione design-driven. Partiamo dall’idea che il materiale sia l’elemento attorno al quale costruire una strategia di prodotto e di sostenibilità, che coinvolga design, R&D, produzione, marketing e CSR.

in collaborazione con

CHI HA PAURA DEI

D IISOCIANATI?

COSA SONO QUESTE SOSTANZE, DOVE SI

TROVANO E QUALI SONO I POTENZIALI RISCHI

CHE LE ACCOMPAGNANO. PROVIAMO A DARE

RISPOSTA A QUESTE DOMANDE PER CHIARIRE COME COMPORTARSI

CH3

Che cosa sono i diisocianati e a cosa servono?

I diisocianati sono un particolare gruppo di sostanze chimiche caratterizzate da un’elevata reattività ovvero dalla facilità di reagire con altre sostanze per generare nuovi composti.

La reattività dei diisocianati è in realtà doppia (il prefisso “di” indica proprio questa loro duplice funzionalità). In questo modo una molecola di diisocianato può quindi legarsi contemporaneamente a due molecole di altre sostanze per generare aggregati molecolari che possono diventare molto grandi e complessi quando la reattività delle altre sostanze con cui reagisce è anch’essa doppia o superiore.

*DI* + A* + A* ADA

Fig. 1 Una molecola di diisocianato (DI) si lega a due molecole di un’altra sostanza (A).

La funzionalità di ogni molecola è evidenziata con gli asterischi.

*DI* + *B* + *B* *BDIB* + *DI* *BDIBDI* eccetera

ON N C C O

toluene-2,4 diisocyanate structural formula

Fig. 2 Una molecola di diisocianato (DI) si lega a due molecole di un’altra sostanza (B) anch’essa difunzionale.

La reazione può quindi proseguire coinvolgendo altre molecole sia di disocianato sia della sostanza B generando potenzialmente molecole molto grandi. 1

I più comuni diisocianati sono il toluene diisocianato (TDI), il metilene bisfenil isocianato (MDI) e l’esametilendiisocianato (HDI) che sono ampiamente utilizzati soprattutto nella produzione di derivati poliuretanici quali: schiume espanse, materie plastiche, adesivi, vernici e primer per varie applicazioni.

In realtà molti di questi materiali sono stati sì realizzati con i diisocianati come ingredienti di base, ma il prodotto finale, ovvero l’adesivo, la vernice, eccetera, non ne contiene più, dato che queste specie hanno reagito completamente con le altre sostanze che sono state impiegate per produrli.

Ci sono però delle eccezioni che riguardano specificatamente alcuni prodotti che mantengono la loro reattività chimica quando vengono utilizzati e parliamo in particolare di alcune tipologie di induritori per vernici e per adesivi (spesso chiamati catalizzatori), degli adesivi poliuretanici termofusibili impiegati nella bordatura o nel rivestimento, degli adesivi monocomponenti poliuretanici per il settore della posa del parquet e di alcune tipologie di primer a volte classificati come igroindurenti.

In tutti questi ed in altri prodotti, che sarebbe opportuno identificare meglio come “isocianici” e non come poliuretanici proprio per mettere in maggior evidenza la loro fondamentale caratteristica di essere chimicamente reattivi, possono essere presenti delle quantità variabili di molecole di diisocianati liberi che non si sono quindi legate alle altre molecole del preparato durante la produzione. Queste specie vengono a volte chiamate “diisocianati monomeri” per richiamare l’evidenza che essi sono le singole (mono) parti (dal greco: meros) che servono a realizzare le resine ed i polimeri di cui sono fatte le plastiche, le vernici...

Effetti sulla salute dei lavoratori

Stante la loro elevata reattività chimica, i diisocianati liberi sono da sempre sotto l’attenzione degli enti che si occupano di igiene del lavoro per gli effetti negativi che essi possono determinare quando penetrano all’interno dell’organismo umano. Considerando il settore del legno e dell’arredo, laddove i prodotti precedentemente elencati vengono impiegati, la principale via di potenziale esposizione professionale è l’inalazione soprattutto nel caso di areosol quando, ad esempio, le vernici che contengono diisocianati liberi vengono applicate mediante sistemi a spruzzo. Più limitato invece, in linea teorica, è il rischio di esposizione ai vapori di diisocianati considerata la scarsa tendenza di queste sostanze ad evaporare. Ovviamente il rischio va valutato caso per caso considerate tutte le condizioni a contorno.

È opportuno ricordare che l’esposizione dei lavoratori può avvenire anche attraverso il contatto con la pelle cosa che può capitare soprattutto nel settore della posa dei pavimenti dove l’applicazione viene effettuata spatolando manualmente l’adesivo sul sottofondo cementizio. Il TDI e gli altri isocianati sono potenti irritanti per gli occhi e per l’apparato respiratorio. Anche il contatto diretto con la pelle può causare una marcata infiammazione cutanea. L’irritazione respiratoria può inoltre progredire in patologie acute o croniche a carico dell’apparato respiratorio.

Gli isocianati possono rappresentare anche degli agenti sensibilizzanti per alcuni lavoratori. La sensibilizzazione è un processo che si sviluppa nel tempo e che porta progressivamente il lavoratore a soffrire, ad esempio, di attacchi d’asma quando esposto a concentrazioni anche molto basse di queste sostanze. Di fatto, questa sensibilizzazione impedisce la prosecuzione dell’attività lavorativa in ambienti dove si utilizzano prodotti che contengano diisocianati.

L’organizzazione Mondiale per la Sanità ha inoltre stabilito che il TDI dovrebbe essere trattato come un potenziale cancerogeno per l’uomo.

La restizione europea sui diisocianati

Il processo di restrizione dell’Unione europea per i diisocianati è iniziato nel 2016 con una prima segnalazione da parte delle autorità tedesche all’agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA). I dati raccolti avevano individuato oltre 5.000 nuovi casi all’anno di patologie professionali dovute all’esposizione a diisocianati in tutta l’Unione Europea.

Sulla base di queste evidenze, il provvedimento di restrizione è stato adottato nel 2020 con la pubblicazione del regolamento 1149 da parte della Commissione Europea.

Questo provvedimento è stato emanato ai sensi del regolamento REACH che ricordiamo essere il processo di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche che mira a migliorare la protezione della salute umana e dell’ambiente dai potenziali rischi delle sostanze chimiche.

In estrema sintesi, la restrizione stabilisce che i diisocianati non possono essere utilizzati in quanto tali, come costituenti di altre sostanze o in miscele per usi industriali e professionali dopo il 24 agosto 2023, a meno che:

a) la concentrazione di diisocianati, considerati singolarmente e in combinazione, sia inferiore allo 0,1 % in peso, o

b) il datore di lavoro o il lavoratore autonomo garantisca che gli utilizzatori industriali o professionali abbiano completato con esito positivo una formazione sull’uso sicuro dei diisocianati prima di utilizzare le sostanze o le miscele.

Dal 24 agosto 2023, è dunque obbligatorio verificare innanzitutto che, tra gli altri, gli induritori (i cosiddetti catalizzatori) delle vernici poliuretaniche, delle acriliche e anche alcuni di quelli impiegati in abbinamento alle vernici all’acqua non contengano più dello 0,1 % di diisocianati monomeri liberi. Allo stesso modo anche gli utilizzatori di adesivi termofusibili poliuretanici (o meglio polisocianici) nei processi di bordatura e di rivestimento dovranno prestare attenzione a quest’indicazione. Il settore della posa dei pavimenti dovrà, oltre alle vernici già richiamate, verificare anche gli adesivi poliuretanici impiegati per la posa e alcune tipologie di primer utilizzati ad esempio come consolidanti dei massetti. Nel caso i valori dichiarati superassero la soglia dello 0,1 %, come previsto dal regolamento europeo sarà necessaria un’adeguata formazione sull’impiego di prodotti contenenti diisocianati.

Ricordiamo infine che il Catas effettua anche analisi per la verifica dell’esposizione dei lavoratori ai diisocianati, avendo anche effettuato in passato delle specifiche campagne di monitoraggio per alcune tipologie di lavoratori.

Per informazioni: Daniele Bergamasco – Catas spa

analisi aria durante posa parquet
Da oltre 25 anni, CATAS opera come organismo di certificazione di prodotto. Una segreteria tecnica dedicata che affianca le aziende lungo l’intero processo di certificazione. Un team di ispettori qualificati e specializzati nello specifico ambito settoriale di intervento. CATAS è in grado di allestire metodi di prova ad-hoc per provare prodotti e semilavorati particolari.
Catas

DECKING: PAVIMENTAZIONI IN W PC.

QUALI INDICAZIONI NORMATIVE SEGUIRE?

UNA GUIDA TECNICA PER PRODUTTORI E PROGETTISTI CHE DESIDERANO IMMETTERE

SUL MERCATO DECKING IN WPC

CONFORMI AGLI STANDARD EUROPEI: PROVE RICHIESTE, LIMITI PRESTAZIONALI E INDICAZIONI PER LA MARCATURA

Negli ultimi anni, i materiali WPC (Wood Plastic Composites) si sono progressivamente affermati sul mercato italiano ed europeo. Si tratta di prodotti “ibridi” innovativi che uniscono materiali termoplastici e componenti fibrose di origine vegetale, come legno, canapa, lino, bambù e altri.

Dal punto di vista normativo, rientrano nella categoria dei materiali compositi a base cellulosica e plastica, indicati anche come NFC (Natural Fibre Composites). Questi materiali, realizzati con polimeri vergini o riciclati (in particolare PVC, PP e PE), possono essere lavorati con tecniche industriali diverse: estrusione, calandratura, stampaggio a iniezione o compressione.

La percentuale di fibre e plastica impiegata varia in base al tipo di applicazione e al processo produttivo adottato. È importante sottolineare che i WPC non sono assimilabili né alle plastiche pure né ai legni naturali: rappresentano una categoria autonoma, con proprietà uniche.

Le principali norme tecniche per i materiali WPC

Ecco i riferimenti normativi più rilevanti:

• CEN/TS 17158 – determinazione delle dimensioni delle particelle della materia prima

• EN 15534-1 – metodi di prova per la caratterizzazione dei compound e dei prodotti

• EN 15534-6 – specifiche per elementi per recinzioni

• EN 15534-5 – specifiche per rivestimenti e piastrelle

• EN 15534-4 – specifiche per decking e piastrelle

• CEN/TS 15534-2 – caratterizzazione dei materiali WPC

Queste norme vengono redatte e approvate, in Italia, da UNIPLAST, ente federato all’UNI, mentre a livello europeo ricadono sotto il CEN/ TC 249 “Plastics”, gestito dalla NBN belga.

In particolare, l’articolo si concentra sull’analisi dell’EN 15534-4, che, pur non essendo una norma armonizzata (non permette dunque la marcatura CE diretta), include già requisiti propri delle norme armonizzate, come la gestione del controllo di produzione (FPC).

Attualmente, la marcatura CE per prodotti WPC può essere ottenuta solo tramite procedure volontarie come EAD, CUAP o ETA.

A cura di ISTITUTO GIORDANO S.P.A

REQUISITI RICHIESTI DALLA EN 15534-4 SECONDO I

METODI DI PROVA DELLA EN 15534-1

1. Proprietà fisiche dei prodotti WPC

Scivolosità della superficie

La valutazione della scivolosità è fondamentale per l’utilizzo sicuro del decking e può essere effettuata attraverso diversi metodi, scelti in funzione della normativa nazionale vigente e dell’ambito applicativo. Il produttore ha l’obbligo di dichiarare il metodo adottato. I principali metodi previsti dalla norma sono:

• Prova al pendolo: valore minimo ≥ 36

• Prova su piano inclinato: classe C con angolo ≥ 24°

• Coefficiente dinamico di attrito: valore minimo ≥ 0,43 in condizioni asciutte

Massa lineare

Il valore deve raggiungere almeno il 95% del dato dichiarato dal fabbricante.

Dimensioni e tolleranze (spessore, larghezza, lunghezza)

Tutti i valori dimensionali, con le relative tolleranze, devono essere dichiarati dal produttore.

Rettilineità e planarità

Devono essere verificate con valori conformi a quanto dichiarato.

2. Prove meccaniche

Resistenza agli urti

Sottoponendo il materiale a un impatto da 700 mm con massa da 1 kg, il prodotto non deve mostrare impronte residue ≥ 0,5 mm. Per i profili alveolari si aggiunge il vincolo dell’assenza di rotture ≥ 10 mm.

Resistenza a flessione

Il test, svolto secondo l’allegato A della norma, è mutuato dalla EN 310 (applicata ai pannelli in legno). La distanza tra gli appoggi è scelta dal produttore. I requisiti minimi sono:

• Forza media massima ≥ 3.300 N

• Deformazione media sotto 500 N ≤ 2 mm

Per profili alveolari è necessario conoscere il valore Jx, ovvero il momento d’inerzia, dato dichiarato dal fabbricante.

Comportamento al creep (deformazione nel tempo)

La prova simula il comportamento sotto carico costante. I limiti sono:

• Freccia media massima ≤ 10 mm

• Freccia permanente media ≤ 5 mm

Durabilità biologica

L’impiego esterno dei WPC (classi 3 e 4 secondo EN 335) li espone a rischi di degradazione biologica, come attacchi fungini o da microrganismi. Le prove, della durata di circa 13 mesi, devono essere dichiarate dal committente. I risultati si ottengono tramite comparazioni meccaniche prima/dopo l’esposizione.

Invecchiamento artificiale

Ha lo scopo di analizzare l’evoluzione estetica del prodotto esposto. Si effettua secondo uno dei seguenti metodi:

• EN ISO 4892-2:2013

• EN 927-6

• EN 16472

La durata può variare tra 300 e 2000 ore. Le variazioni cromatiche si valutano con la scala di grigi EN 20105-A02.

Resistenza all’umidità e stabilità dimensionale

• Cicli in ambiente umido: la riduzione della resistenza a flessione post-esposizione non deve superare il 20%.

• Immersione prolungata in acqua: test su 28 giorni, con limiti:

-Assorbimento ≤ 7%

-Variazioni dimensionali: ≤ 4% (spessore), ≤ 0,8% (larghezza), ≤ 0,4% (lunghezza)

• Prova di bollitura: immersione per 5 ore in acqua bollente, raffreddamento e pesatura finale per verificare eventuali variazioni.

3. Proprietà termiche

Coefficiente di espansione termica lineare

Viene determinato con strumentazione TMA (secondo ISO 113592) tra -20 °C e +80 °C. Il valore massimo ammesso è ≤ 50 × 10-6 K-1

4. Caratteristiche addizionali dei prodotti WPC per decking

Oltre alle prestazioni già elencate sono previste una serie di caratteristiche opzionali, da valutare su richiesta del cliente o in funzione della destinazione d’uso. In questi casi, le prestazioni devono essere dichiarate dal produttore. Le più significative per applicazioni in decking sono:

Resistenza all’invecchiamento naturale

Simile a quella artificiale, ma condotta in condizioni ambientali reali per oltre 8800 ore. Si applicano i metodi EN ISO 877-2 (metodo A) o EN 927-3. Il fabbricante deve dichiarare eventuali variazioni estetiche o prestazionali.

Contrazione a caldo

Misurata tramite EN 479, consiste nel verificare la riduzione dimensionale dopo esposizione a 100 °C per un’ora. Il risultato deve essere indicato dal produttore.

Surriscaldamento superficiale

La temperatura massima raggiunta dal prodotto in esposizione a luce solare simulata viene confrontata con la temperatura dell’aria. Questo valore è rilevante in ambienti esterni e dipende anche dal colore del materiale.

Resistenza all’impronta (Brinell)

Derivata dalla EN 1534, consiste nel misurare l’impronta lasciata da una sfera da 1 kN (100 kg) applicata per 25 secondi. Anche questo dato è fornito dal produttore.

Durabilità biologica contro termiti, funghi e alghe

Test previsti dalla norma ma ancora poco diffusi, hanno durata superiore a un anno e sono richiesti in contesti specifici. I risultati, una volta disponibili, devono essere dichiarati.

Controllo della produzione (FPC)

Un elemento distintivo della norma EN 15534-1:2014 è l’introduzione, tramite l’Allegato A informativo, di un sistema di Controllo della Produzione in Fabbrica (FPC). Si tratta di una prassi mutuata dalle norme armonizzate e funzionale alla tracciabilità e qualità del prodotto.

Le caratteristiche da monitorare con frequenza regolare sono:

• Massa lineare

• Dimensioni: spessore, larghezza, lunghezza

• Rettilineità e planarità

• Resistenza a flessione

• Prova di bollitura

Contrazione a caldo

La frequenza minima prevista è di un campione ogni 12 ore per ciascuna linea produttiva. Fa eccezione la contrazione a caldo, per la quale sono richiesti tre campioni ogni 12 ore, in quanto particolarmente significativa per i profili destinati a pavimentazione esterna.

Requisiti minimi - marking

Pur non essendo una norma armonizzata, la EN 15534-1:2014 definisce comunque criteri per la marcatura del prodotto. Le informazioni possono essere riportate:

• direttamente sul profilo

• su un’etichetta applicata al prodotto

• sull’imballaggio, quando non è possibile agire direttamente sul materiale

Questo approccio è simile a quanto avviene per altri materiali da pavimentazione come il parquet certificato secondo EN 14342.

Esempio di etichetta

Una marcatura tipo per un prodotto WPC da decking potrebbe essere formulata così:

EN 15534-4 PP W70 UC4

Dove:

• EN 15534-4: norma applicabile ai prodotti per decking

• PP: polimero utilizzato (polipropilene)

• W: componente cellulosica di base (legno)

• 70: percentuale di contenuto cellulosico

• UC4: classe di utilizzo (classe 4 – a contatto con il terreno)

Per identificare il materiale cellulosico di base si fa riferimento alla tabella sotto riportata:

Cellulose-based material Symbol

Wood

Flax

Hemp

Rice

Bamboo

Paper

Sisal

Coconut

Other

W

F

Servizi offerti da Istituto Giordano per i prodotti WPC

Istituto Giordano, ente di certificazione e laboratorio multidisciplinare, può supportare le aziende nelle attività di verifica delle caratteristiche dei materiali in WPC. Offre inoltre servizi di pre-shipment e di certificazione volontaria di prodotto.

Istituto Giordano

Interlocutore unico per tanti servizi, Istituto Giordano opera in diversi ambiti grazie ad accreditamenti, riconoscimenti e autorizzazioni ministeriali. Per mantenere inalterati i propri valori è stato scelto l’autofinanziamento, il confronto costante con altri laboratori e centri di ricerca e l’alta specializzazione dello staff. Le norme nazionali e internazionali, la legislazione vigente, le direttive europee, le specifiche del cliente e l’esperienza consolidata in oltre 60 anni, costituiscono il fondamento dell’attività. WWW.GIORDANO.IT

Il network tecnico-professionale e progettuale del sistema superficie e rivestimento

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OUTDOOR IN EVOLUZIONE: norme, progetti e manutenzione per pavimentazioni sostenibili e funzionali

Il mondo delle pavimentazioni outdoor vive oggi una stagione di grande fermento: tra regolamentazioni in evoluzione, progetti innovativi, esigenze estetiche alternative, in cui i materiali assumono un ruolo determinate.

In queste pagine raccontiamo le nuove normative – dal Decreto CAM Strade ai requisiti antiscivolo e drenanti – che stanno trasformando la progettazione outdoor, imponendo rigore tecnico e sostenibilità: due esperti spiegano regole e limiti, fondamentali per ambienti sicuri e duraturi. Poi, avventure concrete: quattro aziende illustrano i loro interventi in esterno tra decking, lastre modellate per scenari contemporanei e continuità strutturale tra diversi spazi e ambienti. Infine, tre soluzioni per la manutenzione per prevenire danni e proteggere il valore estetico e prestazionale del progetto nel tempo.

Questo numero di Floor&Wall vi invita a guardare l’outdoor come un organismo vivo, in continua evoluzione. Le pavimentazioni non sono più semplici basi calpestabili, ma protagoniste di design responsabile: resistono, comunicano, rispettano i regolamenti e dialogano con l’ambiente. Le aziende e i materiali che presentiamo non fanno solo rivestimento: compongono scenari, si integrano con il verde e creano atmosfere.

E la cura quotidiana che richiedono diventa gesto di amore verso lo spazio, vero e proprio trait d’union tra produzione e vita quotidiana.

MARCATURA C E: GARANZIA DI SICUREZZA E QUALITÀ ANCHE NEL COMPARTO LEGNO E PAVIMENTI

L’ARTICOLO CHIARISCE LE NORME EUROPEE PER IL LEGNO STRUTTURALE E NON STRUTTURALE, CON FOCUS SU MARCATURA CE, DESTINAZIONI D’USO E RESPONSABILITÀ DI PRODUTTORI E POSATORI. ATTENZIONE PARTICOLARE ANCHE AL LEGNO PER ESTERNI

Nel mondo dell’edilizia moderna, la qualità e la sicurezza dei materiali non sono più solo requisiti auspicabili, ma obblighi normativi. In questo contesto si inserisce la marcatura CE, uno strumento fondamentale per fornire la garanzia che i prodotti immessi sul mercato rispettino gli standard europei in termini di prestazioni, sicurezza e affidabilità. Nel comparto legno e pavimentazioni, la marcatura CE assume un ruolo particolarmente importante. Il legno, infatti, è un materiale naturale, vivo e sensibile a fattori ambientali come umidità, temperatura e carichi. La conformità ai requisiti tecnici – come stabilito dalle norme europee, in primis la UNI EN 14081:2019 per il legno strutturale – assicura che il materiale sia stato selezionato, trattato e classificato secondo criteri precisi.

La marcatura CE non è un semplice bollino: è l’attestazione che il prodotto sia stato sottoposto a controlli di produzione, test di laboratorio e verifiche normative, e che può essere utilizzato in edilizia in modo sicuro e conforme.

Per i professionisti della posa, conoscere e saper riconoscere un prodotto marcato CE significa lavorare in modo più consapevole e responsabile. Significa poter garantire al cliente finale un materiale che , unito ad una posa a regola d’arte, sia durevole e soprattutto sicuro.

Nell’ edilizia e nel settore legno delle costruzioni, la marcatura CE è fondamentale per garantire la conformità dei prodotti alle normative europee. Tuttavia, per i prodotti in legno , il quadro normativo presenta alcune peculiarità.

UNI EN 14342 e UNI EN 14081: due norme, due ambiti distinti

Nel settore del legno è fondamentale distinguere tra le diverse normative che regolano l’impiego dei materiali. La UNI EN 14342:2013 e la UNI EN 14081:2019, pur essendo entrambe norme europee legate alla marcatura CE, si riferiscono a prodotti diversi e con destinazioni d’uso differenti. La UNI EN 14342 si applica ai pavimenti in legno. Definisce i requisiti essenziali (reazione al fuoco, emissioni di formaldeide, contenuto di pentaclorofenolo, comportamento allo scivolamento, conduttività termica, ecc.) che i prodotti devono rispettare per ottenere la marcatura CE e poter essere commercializzati in Europa come pavimentazioni. La UNI EN 14081, invece, riguarda il legno strutturale ad uso portante, segato e non lavorato. Si applica agli elementi in legno massiccio (come travi e morali) destinati a strutture portanti e definisce le modalità di classificazione in base alla resistenza meccanica.

In sintesi: la UNI EN 14342 parla di prestazione per superfici calpestabili in interno, la UNI EN 14081 di sicurezza e resistenza per elementi portanti. Entrambe sono fondamentali, ma per usi molto diversi.

Giusto per fare chiarezza, la differenza tra legno strutturale e legno non strutturale dipende dalla funzione che il materiale svolge all’interno di un’opera:

• Legno strutturale: è destinato a sopportare carichi e a far parte di elementi portanti (travi, pilastri, solai, coperture). Deve quindi rispettare precisi requisiti di resistenza meccanica, stabiliti da norme come la UNI EN 14081. È sottoposto a classificazione per uso strutturale e richiede marcatura CE obbligatoria.

• Legno non strutturale: viene utilizzato per finiture, rivestimenti o elementi decorativi (es. pavimenti, perline, arredi, controsoffitti) e non deve sopportare carichi statici. Non ha bisogno di soddisfare requisiti di resistenza strutturale, anche se può comunque essere soggetto ad altre norme, come la UNI EN 14342 per i pavimenti in interno.

In pratica: se un elemento in legno deve “reggere qualcosa” (una parete, un tetto, un solaio), è strutturale. Se serve solo a rivestire, decorare o rifinire, è non strutturale.

Le pavimentazioni in legno sopraelevate per esterni, vengono posate in appoggio su travetti distanziati e quindi possono trovarsi in una zona grigia tra le funzioni estetiche e portanti, ma in linea generale: • Se la struttura in legno ha funzione portante, cioè sopporta carichi statici o dinamici (ad esempio: pedonabilità, arredi, eventuali manutenzioni), va considerata strutturale. In tal caso, le parti portanti in legno devono essere conformi alla UNI EN 14081 (legno massiccio) o EN 15497 / EN 1194 / EN 14080 (lamellare) e rispondere alle NTC (Norme Tecniche per le Costruzioni), compresa la marcatura

di PIETRO BELLONI - AIPPL

CE obbligatoria.

• Se invece gli elementi lignei hanno solo una funzione estetica o di rivestimento, mentre la struttura portante è costituita da altri materiali (es. alluminio, acciaio o supporti plastici regolabili), allora non sono considerati strutturali, e rientrano in norme come la UNI EN 14342 (pavimenti in legno) o altre relative all’uso in esterni.

Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR) 305/2011

Il Regolamento (UE) n. 305/2011 stabilisce le condizioni per la commercializzazione dei prodotti da costruzione nell’UE. Esso richiede che i prodotti siano accompagnati da una Dichiarazione di Prestazione (DoP) e dalla marcatura CE, attestando la conformità alle specifiche tecniche armonizzate.

UNI EN 14081: Legno strutturale e marcatura CE

La norma UNI EN 14081 definisce i requisiti per la classificazione del legno strutturale con sezione rettangolare, sia a vista che a macchina, al fine di garantire la conformità alla marcatura CE secondo il Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR) 305/2011, garantendo che il materiale soddisfi determinati criteri di resistenza e durabilità.

Classificazione del legno

Il legno strutturale viene classificato in base alla resistenza meccanica, utilizzando metodi a vista o a macchina. La classificazione a vista si basa su caratteristiche visibili come nodi e fessurazioni, mentre quella a macchina utilizza dispositivi che misurano proprietà fisiche e meccaniche. Le classi di resistenza ottenute sono correlate alle specifiche della norma UNI EN 338.

Controllo di produzione in fabbrica (FPC)

La norma richiede l’implementazione di un sistema di controllo di produzione in fabbrica (FPC) per garantire la costanza delle prestazioni del prodotto. Questo sistema include procedure documentate, formazione del personale e controlli periodici, ed è soggetto a verifiche da parte di organismi notificati.

Marcatura CE

Una volta classificato e sottoposto a FPC, il legno strutturale può essere marcato CE. La marcatura deve includere informazioni come la classe di resistenza, il metodo di classificazione, l’umidità del legno (es. “dry graded” per legno con umidità <20%) e il riferimento alla norma UNI EN 14081.

Applicazioni e limitazioni

La UNI EN 14081 si applica al legno strutturale con sezione rettangolare utilizzato in costruzioni. Non si applica a legno trattato con ritardanti di fiamma, modificato termicamente o chimicamente, o con giunzioni a dita (per i quali si applicano altre norme specifiche).

Attualmente, non esistono norme armonizzate specifiche per i prodotti in legno non strutturale destinati all’uso esterno, come le pavimentazioni. La norma UNI 11538-1:2014 ( Pavimenti di legno per esterni- Parte 1 Elementi di legno-Requisiti) è una norma italiana che tratta i requisiti per tali prodotti, ma non è armonizzata a livello europeo, pertanto non impone l’obbligo di marcatura CE secondo il CPR 305/2011.

Implicazioni per i produttori

In assenza di una norma armonizzata, i produttori di legno non strutturale per esterni non sono tenuti ad apporre la marcatura CE. Tuttavia, possono scegliere di ottenere una Valutazione Tecnica Europea (ETA) per dimostrare la conformità del prodotto, facilitando l’accesso al mercato europeo.

Conclusioni: La responsabilità dei professionisti

La marcatura CE per il legno destinato all’uso esterno dipende dalla natura strutturale del prodotto e dalla disponibilità di norme armonizzate. I produttori devono valutare attentamente le normative applicabili per garantire la conformità e la competitività dei loro prodotti nel mercato europeo. Nel mondo dell’edilizia moderna, e in particolare nel settore della posa e dell’utilizzo dei materiali lignei, la marcatura CE non è solo un obbligo normativo, ma una garanzia di qualità e sicurezza per il cliente finale. Per i posatori, conoscere e saper interpretare correttamente la documentazione tecnica è un dovere professionale ed è anche un atto di responsabilità: ogni scelta, ogni prodotto utilizzato, deve rispettare gli standard europei per garantire durabilità, prestazioni e sostenibilità. La marcatura CE, quindi, non è un’etichetta qualsiasi, ma un segno tangibile di affidabilità, trasparenza e rispetto delle regole condivise.

AIPPL

e produttori lungo l’intera filiera.

Offre formazione tecnica e normativa, consulenza legale, aggiornamenti e promuove la qualificazione della posa, favorendo partnership tra imprese e professionisti.

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AIPPL – Associazione Italiana Posatori Pavimenti in Legno – raggruppa posatori, rivenditori

MARCATURA CE/ E TA: COME AFFRONTARE LA MARCATURA VOLONTARIA

GRAZIE AL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE TECNICA

EUROPEA, I PRODUTTORI DI DECKING IN MATERIALE

COMPOSITO POSSONO OGGI AVVIARE UNA PROCEDURA

REGOLAMENTATA PER OTTENERE LA MARCATURA CE SU BASE VOLONTARIA

In riferimento a quanto previsto dall’attuale Regolamento Europeo n. 305/2011, esistono due situazioni di marcatura CE dei prodotti da costruzione:

• La marcatura obbligatoria, richiesta in relazione all’inserimento della norma di prodotto di riferimento all’interno dell’elenco delle Norme Armonizzate, emesso dalla Commissione Europea

• La marcatura volontaria, in riferimento a un Documento di Valutazione Tecnica (EAD = European Assessment Document)

Attualmente tra i prodotti per pavimentazioni per esterni, esistono quelli realizzati in materiale WPC (Wood Plastic Composite o legno composito), un prodotto artificiale estruso.

Pur nell’ambito dei prodotti da costruzione, questo prodotto non rientra nell’elenco dei prodotti soggetti a marcatura obbligatoria.

Tuttavia sono state avviate delle richieste di marcatura CE volontaria da parte di alcuni produttori, che hanno portato all’emissione di una EAD; si tratta del Documento EAD 190005-00-0402 (di agosto 2017) che dà i requisiti per la marcatura CE del Terrace Decking Kit.

In riferimento a questo documento è possibile ad oggi richiedere una certificazione del prodotto e alla conseguente possibilità di apporre il marchio CE ed emettere la Dichiarazione di Prestazione (DoP) attualmente richiesta nell’ambito delle certificazioni da fornire a fine opera.

In generale la procedura di richiesta e ottenimento di questa certificazione volontaria è regolata dal Reg UE 305/2011 (art 19, 20 e 21). Per comprendere i passi per arrivare alla certificazione, introduciamo alcune definizioni:

• TAB – Technical Assessment Body: «Organismo di Valutazione Tecnica»; in Italia è presente l’ITAB. I TAB sono membri dell’EOTA

• EOTA – European Organization for Technical Assessment: «L’Organizzazione europea per la valutazione tecnica è un’associazione europea senza scopo di lucro. Il suo scopo principale è redigere i documenti di valutazione tecnica europea (EAD). Una volta ratificati, questi diventano standard dell’UE.»

• EAD – European Assessment Document: «documento per la valutazione europea», un documento che è adottato dall’organizzazione dei TAB ai fini del rilascio delle valutazioni tecniche europee»

• ETA – European Technical Assessment: «valutazione tecnica europea», la valutazione documentata della prestazione di un prodotto da costruzione, in relazione alle sue caratteristiche essenziali, conformemente al rispettivo documento per la valutazione europea (EAD).

La procedura prevede che il fabbricante del prodotto contatti il TAB nazionale per richiedere l’avvio dell’iter di valutazione del prodotto e del sistema di Controllo di Produzione di Fabbrica in riferimento ai requisiti richiesti dall’EAD pertinente.

La valutazione da parte del TAB consiste nell’analizzare:

• Le prestazioni del prodotto (con riferimento ai metodi usati per la valutazione)

• I dettagli tecnici per l’implementazione del Sistema Attestazione, in riferimento a quanto previsto dalla EAD; in questo argomento rientra la valutazione della Documentazione tecnica di supporto per i materiali e il prodotto nonché il Piano di Controllo di Produzione.

In termini di marcatura CE, questa documentazione, assieme ai rapporti di prova per le prestazioni del prodotto, costituisce il Fascicolo Tecnico.

A valutazione completata con esito positivo, il TAB emetterà un rapporto di valutazione (ETA) intestato al fabbricante.

In riferimento all’ETA ottenuto, il fabbricante può applicare la marcatura CE al prodotto ed emettere la DoP. Il fabbricante renderà inoltre disponibile con il prodotto la documentazione prevista dal Regolamento e dall’EAD in relazione alla marcatura CE (manuale di installazione, istruzioni per la manutenzione del prodotto, ecc)

In relazione al decking, la EAD copre l’intero sistema dei componenti ovvero:

• Profili, che sono composti di materiale plastico e materiali compositi di fibre naturali

• Profili guida di supporto, realizzati anche in alluminio

• Profili di copertura

• Elementi di fissaggio; tra gli elementi di fissaggio, le staffe di fissaggio possono essere dello stesso materiale dei profili, in plastica, in alluminio o acciaio

di FRANCO DE NARDI - NICOLETTI & ASSOCIATI

Richiesta di valutazione del prodotto

RICHIEDENTE

È determinante la destinazione d’uso dichiarata del prodotto; in riferimento all’uso viene scelto il Livello del Sistema di Attestazione per le prestazioni del prodotto.

Per l’uso solo esterno, il livello richiesto è il 4; questo livello non comporta la necessità di altri attori “notificati”, oltre al TAB.

Diversamente per uso interno, entra in gioco il livello di reazione al fuoco che può richiedere un Sistema di Attestazione anche di livello 3 (quindi il coinvolgimento di un Laboratorio notificato, accreditato per le prove sul prodotto in relazione al Regolamento Prodotti da Costruzione) o di livello massimo 1, che richiede anche l’attività di certificazione e sorveglianza del Controllo di Produzione di Fabbrica e del prodotto da parte di Ente accreditato.

& Associati

Società benefit di consulenza aziendale nata nel 2013, con sede tra Vittorio Veneto e Belluno. Offre supporto a PMI, enti pubblici e manifattura su qualità, ambiente, sicurezza, compliance, sviluppo impresa e comunicazione, grazie a un team giovane e dinamico. WWW.NICOLETTIEASSOCIATI.IT

+d Le prestazioni che sono considerate nella marcatura CE del decking sono:

• Reazione al fuoco

• Influenza dell’umidità

• Resistenza al piegamento e modulo di elasticità

• Resistenza all’urto

• Coefficiente di scorrimento

• Scivolosità

• Resistenza delle viti allo strappo

• Resistenza a umidità in condizioni ripetitive

• Resistenza ai raggi UV

• Dilatazione termica

• Resistenza contro le termiti

• Durezza superficiale

• Densità

• Conduttività termica

TAB emette ETA sulla base dell’EAD esistente

TERRACE DECKING KIT

EAD

Approvato dall’EOTA e valido in tutta la UE

ETA intestato al Richiedente

procedura per ottenere la marcatura CE su base volontaria

TAB (membro EOTA)
Nicoletti

OUTDOOR AD ALTA QUOTA: LE D OGHE

WOODCO TRA ARCHITETTURA, CLIMA

ESTREMO E COMFORT SOSTENIBILE

NEL NUOVO ITAS FORUM DI TRENTO, LA TERRAZZA PANORAMICA DIVENTA UN ESEMPIO DI INTEGRAZIONE TRA ARCHITETTURA E PAESAGGIO. LE DOGHE EXTERNO DI WOODCO, RESISTENTI E SENZA MANUTENZIONE, OFFRONO PERFORMANCE ELEVATE E UN’ESTETICA COERENTE CON IL LINGUAGGIO NATURALE E TECNICO DEL PROGETTO

Un rooftop tra natura e architettura

Nel contesto alpino del quartiere Le Albere di Trento, la terrazza del nuovo Itas Forum progettato dallo Studio BBS è concepita come estensione funzionale e paesaggistica dell’edificio. Affacciata sulle montagne e arricchita dalla presenza di faggi autoctoni, quest’area outdoor è stata pensata per ospitare meeting, eventi e occasioni istituzionali. Un luogo esposto a forti sollecitazioni climatiche, ma che non rinuncia a una precisa identità estetica.

Prestazioni elevate in ogni condizione

Per rivestire la terrazza è stata scelta la linea Externo di Woodco, una collezione di doghe per esterni composta da un ecomateriale innovativo: un mix di farine di legno e polietilene riciclato ad alta densità. Questa combinazione garantisce elevata resistenza ai raggi UV, alle escursioni termiche, agli agenti atmosferici, ai funghi e agli insetti, rendendola ideale per contesti di montagna dove le condizioni ambientali possono risultare estreme e variabili.

in collaborazione con WOODCO

La schermatura protettiva: un plus tecnico decisivo

Per il progetto Itas Forum, è stata adottata la versione delle doghe Externo con schermatura protettiva integrale, che incapsula ogni singola doga in un rivestimento ad alte prestazioni. Questo trattamento aumenta la robustezza della superficie, ne stabilizza il colore e elimina qualsiasi necessità di manutenzione, anche in caso di uso intenso o prolungato. Un valore aggiunto che risponde perfettamente alle esigenze di durabilità e sostenibilità del progetto.

Un’estetica coerente con il linguaggio architettonico

Oltre alle prestazioni tecniche, Externo è stato scelto anche per il suo linguaggio estetico raffinato. La colorazione Antique, calda e naturale, dialoga con i legni utilizzati negli interni e con la matericità dell’architettura, contribuendo a creare un continuum visivo tra indoor e outdoor. Le doghe si integrano armoniosamente nell’ambiente circostante, valorizzando l’identità del progetto e la relazione con il paesaggio.

Outdoor come dispositivo di benessere e rappresentanza

Il progetto del rooftop, come sottolineano gli architetti dello Studio BBS, è parte integrante di una visione del comfort ambientale a 360 gradi, in cui anche le superfici esterne giocano un ruolo attivo nel miglioramento della qualità della vita. La terrazza dell’Itas Forum non è solo spazio accessorio, ma piattaforma simbolica e funzionale di un edificio pensato per durare, accogliere e rappresentare. Le doghe Woodco, in questo senso, diventano materiale strategico per progettare

TRA LE VIGNE DEL VERONESE: L EAF-PLAT DI ITALPROFILI TRASFORMA UN CASOLARE

STORICO

NEL CUORE DELLE COLLINE VERONESI, LA

RISTRUTTURAZIONE DI UN ANTICO CASOLARE DESTINATO ALLA RISTORAZIONE HA VISTO PROTAGONISTA IL

SISTEMA LEAF-PLAT. UN PROGETTO CHE DIMOSTRA COME L’INNOVAZIONE TECNICA POSSA VALORIZZARE

L’ARCHITETTURA TRADIZIONALE CREANDO SPAZI ESTERNI FUNZIONALI E SUGGESTIVI

Il progetto: dalla tradizione alla modernità

La sfida di questo progetto risiede nel preservare l'identità storica del casolare tradizionale adattandola alle esigenze di un moderno ristorante, con particolare attenzione agli spazi esterni che accolgono i commensali immersi nel paesaggio vinicolo.

La necessità di creare un patio sopraelevato nasce dalla morfologia del terreno e dalla volontà di offrire una vista privilegiata sui vigneti circostanti.

Leaf-Plat: innovazione sopraelevata

La scelta del sistema Leaf-Plat per pavimentazioni sopraelevate si è rivelata determinante per il successo dell’intervento. Questo innovativo sistema permette di posare le piastrelle senza l'uso di collanti o malte, sfruttando un sistema modulare di piastre a incastro poggiato su basamenti regolabili per pavimentazioni esterne, che garantiscono una posa veloce, sicura e precisa.

Leaf-Plat si distingue per la capacità di creare superfici perfettamente livellate anche su terreni grezzi e irregolari, caratteristica fondamentale nel contesto del casolare veronese. Il sistema non solo è facile da posare ma contribuisce a migliorare la stabilità della pavimentazione, garantendo resistenza nel tempo e agli agenti atmosferici.

Basamenti per pavimentazioni sopraelevate Special Evolve: autolivellanti e adattabili

L'elemento chiave del successo risiede nei basamenti regolabili Special Evolve con testa autolivellante, componenti che rappresentano l'evoluzione della gamma Italprofili. Questi supporti si adattano perfettamente alle diverse pendenze e irregolarità del terreno grezzo, permettendo di ottenere una superficie perfettamente livellata senza dover eseguire lavori di livellamento del terreno.

I basamenti Special Evolve garantiscono stabilità e resistenza, elementi fondamentali per un ambiente commerciale dove il transito è costante. Il loro sistema di auto livellamento presente nella testa permette inoltre di garantire superfici perfette anche su terreni irregolari, requisito indispensabile per accessibilità e sicurezza degli spazi destinati alla ristorazione.

La resistenza nel tempo rappresenta un altro punto di forza. Realizzati con materie prime di qualità, garantiscono durabilità anche in condizioni climatiche severe, fattore cruciale per installazioni permanenti in ambiente esterno.

in collaborazione con ITALPROFILI

Vantaggi tecnici e prestazionali

Dal punto di vista tecnico, la soluzione presenta numerosi vantaggi. La pavimentazione sopraelevata garantisce ottimale drenaggio delle acque piovane, evitando ristagni che potrebbero compromettere l'utilizzo dello spazio esterno.

La facilità di manutenzione rappresenta un elemento di valore: il sistema modulare a incastro di Leaf-Plat permette l'accesso agli impianti sottostanti e la sostituzione di singoli moduli senza demolizioni, facilitando interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Caratteristica particolarmente apprezzata in un contesto commerciale dove la continuità del servizio è fondamentale.

CASA AE: LO S TILE

INTERNAZIONALE

A PALERMO ESALTATO

DAL PAVIMENTO OUTDOOR

DI ISOPLAM

IL PROGETTO CASA AE FIRMATO DA LUIGI SMECCA

REINTERPRETA L’INTERNATIONAL STYLE NEL XXI

SECOLO, ANCHE GRAZIE A SKYCONCRETE OUTDOOR DI

ISOPLAM: UNA SUPERFICIE CONTINUA E RESISTENTE

CHE VALORIZZA L’ESTETICA MINIMALE E LE

PERFORMANCE TECNICHE DEGLI SPAZI ESTERNI

Outdoor come elemento progettuale strategico

Lo spazio esterno gioca un ruolo determinante nell’identità della villa. Ogni camminamento e tutta l’area piscina sono stati realizzati con Skyconcrete Outdoor di Isoplam, soluzione in grado di coniugare prestazioni tecniche elevate e un effetto estetico continuo, materico e raffinato. L’intervento sul pavimento rafforza la coerenza visiva del progetto, diventando parte integrante della narrazione architettonica.

in collaborazione con ISOPLAM

Skyconcrete Outdoor:

spessore minimo, massime performance

Con soli 3 mm di spessore, Skyconcrete Outdoor supera i limiti del calcestruzzo tradizionale, evitando giunti di dilatazione, fessurazioni e discontinuità. La finitura scelta, nel colore White, restituisce una superficie omogenea dal look nuvolato, capace di integrarsi in modo discreto ma deciso nel linguaggio minimalista dell’edificio.

Antiscivolo, resistente e versatile

La superficie è progettata per resistere a usura, agenti chimici, abrasioni, condizioni atmosferiche estreme e fessurazioni. È antisdrucciolo e antiscivolo, perfetta per il bordo piscina e le aree di camminamento. Skyconcrete Outdoor può essere applicato anche su supporti preesistenti, come ceramica, piastrelle, marmo o massetti, riducendo tempi e costi d’intervento.

Applicazione rapida, estetica duratura

La possibilità di applicazione su molteplici superfici rende Skyconcrete Outdoor una soluzione pratica per rinnovamenti rapidi senza sacrificare l’estetica. La gamma cromatica e le finiture disponibili – come la versione pettinata o quella ad alto grip – permettono una personalizzazione elevata anche in contesti pubblici, ad alto traffico o esposti al degrado.

Una superficie continua per l’architettura del futuro

CASA AE dimostra come la pavimentazione outdoor possa diventare elemento di progetto e non semplice finitura. Skyconcrete Outdoor non è solo cemento: è materia in grado di sostenere visioni architettoniche ambiziose, coniugando funzionalità, sostenibilità e valore estetico in un’unica soluzione.

TECNOLOGIA VERDE BONFANTE: IL P RATO

SINTETICO CON FONDO IN POLIURETANO RIVOLUZIONA

L’ARCHITETTURA URBANA E

INDUSTRIALE

PRATICITÀ, ESTETICA E DURABILITÀ: IL PRATO SINTETICO DI NUOVA GENERAZIONE SI FA STRADA SU TETTI TECNICI, AREE GIOCO E SPAZI PRODUTTIVI

Nel panorama dell’edilizia tecnica e dell’architettura paesaggistica contemporanea, il prato sintetico con fondo in poliuretano rappresenta una soluzione innovativa, funzionale ed esteticamente gradevole. Ideale per coperture tecniche, parchi gioco, aree fitness urbane e zone industriali, questo materiale sta ridefinendo il concetto di verde artificiale.

Funzionalità e nascondimento tecnico su tetti e coperture

Sempre più spesso, architetti e progettisti si trovano di fronte alla necessità di mascherare impianti di climatizzazione, canalizzazioni e condutture presenti sui tetti di edifici residenziali e commerciali. Il prato sintetico con fondo in poliuretano offre una risposta concreta: è leggero, resistente alle intemperie, ignifugo per esterno e, soprattutto, facile da installare anche su superfici non perfettamente piane. Il poliuretano garantisce stabilità, isolamento termico e una buona capacità drenante, caratteristiche fondamentali per preservare l’efficienza degli impianti sottostanti senza rinunciare all’estetica.

Spazi gioco e fitness: sicurezza e comfort

Nelle aree urbane dedicate al gioco e all’attività fisica, la superficie è un elemento centrale per la sicurezza. Il prato sintetico in poliuretano si distingue per la sua capacità di attutire gli urti, rendendolo ideale per parchi gioco, percorsi calisthenics e palestre all’aperto. Mantiene un aspetto uniforme nel tempo, riducendo la manutenzione a semplici interventi periodici di pulizia.

Una nuova estetica per le aree industriali

Anche i contesti più tecnici e industriali possono beneficiare di un tocco di verde. All’esterno degli stabilimenti, in prossimità di ingressi, parcheggi o percorsi pedonali, il prato sintetico permette di migliorare l’immagine aziendale senza vincoli di irrigazione o taglio. Un vantaggio non solo estetico, ma anche economico e non richiede particolari cure continue.

Sostenibilità e longevità

Contrariamente ai vecchi pregiudizi, il prato sintetico di ultima generazione è progettato con attenzione all’ambiente. Il fondo in poliuretano è privo di sostanze nocive, riciclabile e contribuisce alla riduzione del consumo d’acqua, delle emissioni da manutenzione meccanica e dell’uso di pesticidi o fertilizzanti.

Dalle coperture tecniche agli spazi pubblici, il prato sintetico con fondo in poliuretano rappresenta oggi una soluzione trasversale e all’avanguardia. Più di una semplice copertura: un vero e proprio strumento di design urbano, efficienza tecnica e sostenibilità ambientale.

SOLUZIONI PER LA MANUTENZIONE

SOLUZIONI PER LA POSA DI PRATI SINTETICI

Massima tenuta, zero compromessi.

Wakol propone una soluzione professionale e completa per la posa di erba sintetica, combinando la colla bicomponente Wakol PU 272 e il nastro di giunzione Wakol AS 130. La colla PU 272, di colore verde, garantisce un’adesione duratura grazie alla sua formulazione ad alte prestazioni: nessun tempo di evaporazione, 90 minuti di tempo aperto e presa finale in sole 24 ore. È ideale sia per l’incollaggio diretto del prato che su nastro di giunzione.

Il nastro WAKOL AS 130, largo 30 cm, è compatibile con gli applicatori standard e assicura giunzioni resistenti, grazie alla struttura in poliestere. Può essere usato sia in ambienti esterni che interni, con eccellente resistenza agli agenti atmosferici.

Una combinazione che assicura risultati professionali, duraturi e rapidi, anche in condizioni ambientali complesse.

www.wakol.com

IMPREGNANTE ALL’ACQUA PER LEGNO DA ESTERNO

RAINCOAT FLOOR è un olio impregnante all’acqua ideale per il trattamento di pavimenti esterni in legno, come quelli di bordi piscina, terrazze, camminamenti, nonché infissi, gazebo, staccionate e tettoie. Composto da una miscela di oli emulsionati e resine all’acqua, RAINCOAT FLOOR protegge la lignina del legno e rallenta il degrado e l’ingrigimento.

È disponibile in tre varianti:

• Standard: leggermente pigmentato, esalta le tonalità calde del legno;

• Light: incolore, mantiene l’aspetto naturale del decking;

• Colorato: disponibile su richiesta, personalizzabile a campione.

RAINCOAT FLOOR è certificato A+, EC1 Plus e privo di metalli pesanti (in conformità al criterio B 2.5.13 CAM edilizia). Inoltre rispetta i protocolli Green Building LEED, BREEAM, WELL, ed è conforme ai Criteri Ambientali Minimi. È disponibile online la S-Card: documento completo che riassume tutte le certificazioni, le caratteristiche del prodotto e le informazioni sull’imballo.

Pelpren PL6-G

ADESIV

ADESIVO BICOMPONENTE PER PAVIMENTI TESSILI E RESILIENTI

Adesivo bicomponente epossi-poliuretanico a spalmatura unica per pavimentazioni in gomma, campi sportivi in agglomerato di gomma, piste di atletica, erba sintetica, PVC e LVT.

CARATTERISTICHE TECNICHE:

• Epossi-poliuretanico bicomponente

• Elevato potere adesivo

• Grande tenacia ed elasticità

• Per uso interno ed esterno

• Indicato per pavimentazioni assorbenti e non assorbenti

AREA DI APPLICAZIONE:

• Superfici assorbenti

• Massetti cementizi tradizionali

• Massetti in anidrite (solfato di calcio)

• Asfalto purchè stagionato da almeno 30 giorni

• Sottofondi non assorbenti (tipo marmo, ceramica, etc...)

NON UTILIZZARE:

• Su superfici bituminose in cui ci sia possibilità di trasudazione di oli

• Su asfalto fresco

• Per la posa di pavimenti sottili che possono evidenziare le rigature di adesivo

• Su massetti non protetti da adeguata barriera al vapore

• Su superfici curve o gradini, se non si è in grado di mantenere perfettamente aderente il rivestimento al supporto fino a completa presa

L’INNOVAZIONE

PER LA POSA DEI RIVESTIMENTI TESSILI

Riconosciuta per eleganza, versatilità e performance, la moquette – in teli o quadrotte –resta una scelta privilegiata per ambienti di pregio come hotel di lusso, navi da crociera, teatri, aeroporti e uffici. Grazie alle sue caratteristiche uniche, si conferma tra i pavimenti più iconici e raffinati a livello mondiale. Per garantire una posa perfetta e duratura di questi rivestimenti tessili, Mapei propone una linea completa di soluzioni tecniche all’avanguardia, pensate per rispondere alle esigenze dei professionisti del settore e ai più elevati standard di qualità.

Mapei ha sviluppato la gamma Ultrabond Eco TX, adesivi professionali che garantiscono prestazioni elevate su ogni tipo di supporto, anche riscaldante o acustico, e in ogni contesto d’uso.

• Ultrabond Eco TX3: adesivo “premium”, con eccellente e rapida presa iniziale

• Ultrabond Eco TX2: adesivo “professional”, con alta presa iniziale e tempo aperto lungo

• Ultrabond Eco TX1: adesivo “standard” con presa finale tenace

• Ultrabond TX57: adesivo ad alta e rapida presa iniziale

• Ultrabond Eco Tack TX+: fissativo antiscivolo per quadrotte tessili autoposanti idoneo anche per il fissaggio di tappetini acustici per moquette

Con Mapei, la posa della moquette diventa più semplice, sicura e duratura.

FLOOR &

in campo

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La base stabile per ogni ristrutturazione!

Wakol sistemi desolarizzanti

Flessibile – con pochi prodotti si risolvono innumerevoli situazioni costruttive

Economicamente sostenibile – assortimento "universale" con costi di stoccaggio ridotti

Veloce – sistema a pacchetto modulabile con tempi di posa ridotti

Semplice – rende possible la posa su ogni tipo di sottofondo

Prodotto:

LA REGOLA E L’ECCEZIONE: DAVIDE B ORROMEO, ARTE DELLA POSA

TRA PRECISIONE ED ESTRO CREATIVO

DA OLTRE TRENT’ANNI ARTIGIANO, CONSULENTE E CULTORE DELLA MATERIA. CON LA SUA AZIENDA, BORROMEO UNISCE CULTURA DEL LEGNO, KNOW-HOW TECNICO E RICERCA ESTETICA. IN QUESTO ARTICOLO RACCONTIAMO IL SUO APPROCCIO E APPROFONDIAMO UNA POSA COMPLESSA IN UNA RESIDENZA PRIVATA A ROMA, DOVE LA SPINA UNGHERESE INCONTRA LA GEOMETRIA PIÙ RIGOROSA

Un artigiano, prima di tutto. Ma anche un consulente, un tecnico aggiornato, un cultore del legno e delle sue potenzialità espressive. Davide Borromeo è una figura chiave nella posa dei pavimenti in legno in Italia, con trent’anni di esperienza costruita passo dopo passo, cantiere dopo cantiere.

La sua azienda, Borromeo Parquet, nasce proprio da questo: un’alleanza tra la professionalità tramandata nel tempo – è figlio d’arte – e la tensione verso il progetto, nutrita da studi nella storia dell’arte e da una visione contemporanea del mestiere. Davide porta avanti un lavoro che fonde tecnica, estetica e sostenibilità.

+d IN BREVE

Committente: Privato

Località: Roma

Ambiente: Residenza privata

Intervento: Posa parquet in legno massiccio

Davide Borromeo Titolare di Borromeo Parquet
Posa del parquet con composizione alternativa di tavole destre e sinistre.

Il pavimento non è solo un prodotto da posare, ma un sistema complesso da comprendere, consigliare e interpretare. L’azienda Borromeo Parquet si presenta così: come un interlocutore completo, capace di guidare il cliente dalla scelta del materiale fino alla finitura, valutando attentamente condizioni del sottofondo, tipo di posa e destinazione d’uso. Una figura sempre più rara, che sa leggere i segnali del cantiere e interpretarli in chiave sartoriale.

L’attenzione ai materiali è altissima: parquet di provenienza certificata, vernici e collanti ecologici, prodotti che rispondono ai più alti standard europei in termini di resistenza e sicurezza. Nessuna concessione a mode passeggere, ma apertura alle tendenze più interessanti e concrete del settore. Dalla rilettura dei formati classici alla valorizzazione del parquet antico, ogni progetto diventa un dialogo tra materiali, superfici e contesto.

IL CANTIERE:

Tra i lavori più interessanti eseguiti, uno in particolare merita attenzione per la sua complessità tecnica: una posa in spina ungherese realizzata in una residenza privata a Roma.

Il sottofondo era cementizio e il sistema di incollaggio scelto è stato quello con colla silanica, ideale per prestazioni elastiche e durature. Il materiale, un rovere naturale con finitura a vernice ad acqua, presentava un formato elegante ma impegnativo: 15x90x510 mm, spina ungherese con taglio a 45°.

Fin qui, nulla di eccezionale per un professionista esperto. La complessità è nata nel momento in cui, su richiesta della committenza, la posa ha subito una “rivisitazione”: si è optato per un andamento a correre, ma in modo rigidamente regolare. Non un pattern libero, quindi, ma una geometria precisa, vincolata da una doppia linea di riferimento orizzontale e verticale, da mantenere perfettamente costante lungo tutto l’ambiente.

Il lavoro di Davide Borromeo è un manifesto della posa fatta con coscienza, tecnica ed etica.

Ogni tavola, ogni incollaggio, ogni fuga racconta un mestiere che oggi più che mai ha bisogno di essere difeso e valorizzato.

Questo progetto ci ricorda che la bellezza di un pavimento non si misura solo in millimetri, ma in esperienza, dedizione e capacità di lettura del progetto.

1. posa completata

2. materassini protettivi

3. sottofondo cementizio

4. colla silanica monocomponente

Una sfida che ha richiesto grande perizia tecnica, anche per via dell’alternanza tra tavole destre e sinistre, e un’attenzione chirurgica all’orientamento delle teste e delle fughe. Un millimetro fuori asse, e tutto l’impianto visivo sarebbe stato compromesso.

Il risultato è un pavimento dall’equilibrio visivo rigoroso, con una percezione dello spazio valorizzata dalla coerenza delle linee. Un esempio di come il lavoro del posatore –quando è condotto con metodo e cultura – possa diventare parte integrante della progettazione architettonica.

+d

SOTTOFONDO

Tipo: Cementizio

Preparazione: Valutazione e verifica condizioni prima della posa

��SISTEMA DI INCOLLAGGIO

Tipologia: Colla silanica monocomponente

Caratteristiche: Elasticità, adesione su supporti cementizi, basso impatto ambientale

MATERIALE POSATO

Specie legnosa: Rovere naturale

Formato: 15 x 90 x 510 mm

Taglio: Spina ungherese (angolo 45°)

Finitura: Vernice ad acqua opaca

TIPOLOGIA DI POSA

Modalità: A correre, con andamento regolare

Particolarità:

• Revisione del pattern tradizionale

• Vincoli di allineamento testa sia in orizzontale che in verticale

• Utilizzo alternato di tavole destre e sinistre

• Esecuzione ad alta difficoltà tecnica per mantenere costanza visiva e rigore geometrico

CRITICITÀ SUPERATE

• Elevata precisione richiesta in fase di tracciamento

• Necessità di continuità e simmetria nonostante il formato irregolare

• Gestione complessa dei riferimenti visivi in spazi ampi e articolati

Intervento realizzato per un cliente privato a Roma su sottofondo cementizio. È stata utilizzata una colla silanica per l’incollaggio. Il parquet posato è una spina ungherese in Rovere naturale (15x90x510 mm) con finitura a vernice all’acqua.

La posa è stata reinterpretata a correre diritto e regolare, con un’elevata difficoltà esecutiva dovuta all’allineamento preciso delle teste sia in orizzontale che in verticale, con l’uso di tavole destre e sinistre.

In campo / L’infografica

R esilienti: numeri e prospettive

DAL REPORT ANNUALE DI MMFA, UNA SINTESI

RAGIONATA DEI DATI PIÙ SIGNIFICATIVI SULLE

VENDITE E I TREND DI MERCATO DEI MULTISTRATO

Il 2024 segna una netta affermazione dello SPC (Solid Polymer Core), che cresce del 26% rispetto all’anno precedente e si impone come riferimento stabile per il comparto. Il segmento Rigid si dimostra solido, soprattutto in mercati maturi come Francia e Germania, mentre il Flexible LVT Click perde terreno, in particolare negli Stati Uniti. Il comparto legno mostra segnali di saturazione: le vendite restano stabili, ma fortemente concentrate tra Germania e Austria (80%). Questa dipendenza geografica solleva interrogativi su diversificazione e sviluppo di nuovi mercati, come Italia, Polonia e Spagna, in espansione nel 2024.

Tra le linee strategiche, l’allineamento ai driver ESG europei diventa sempre più centrale: MMFA spinge verso programmi di raccolta e riciclo condivisi tra i principali attori della filiera. L’obiettivo è anticipare normative ambientali e creare un sistema virtuoso lungo l’intero ciclo di vita del prodotto.

In un contesto in cui i volumi complessivi in Europa si contraggono, il valore medio per metro quadrato potrebbe crescere. Ma sarà la capacità di innovare, sia in termini di materiali che di modello industriale, a fare la differenza nei prossimi anni.

mln m2

DELLE VENDITE DI PAVIMENTI

CON BASE LEGNO È CONCENTRATA IN GERMANIA E AUSTRIA

QUESTO È UN RISCHIO STRATEGICO:

SE QUEI MERCATI RALLENTANO (COME ACCADUTO NEL 2024), L’INTERO SEGMENTO NE RISENTE

RENDE IL BUSINESS VULNERABILE A CAMBI NORMATIVI, FLUTTUAZIONI ECONOMICHE LOCALI, PREFERENZE DI MERCATO

di VIOLA FEDERICO

MMFA

MMFA (Multilayer Modular Flooring Association) è l’associazione europea che rappresenta i principali produttori di pavimenti modulari multistrato e i loro fornitori. Fondata nel 2012 a Monaco di Baviera da sette aziende leader, ha sede a Bielefeld (Germania) e opera a livello europeo. È una piattaforma internazionale per lo scambio tra produttori e industrie collegate, con focus su ricerca, sviluppo, standardizzazione, analisi dati e comunicazione. Nasce per dare voce a pavimenti multistrato non riconosciuti dalle categorie esistenti, come LVT, sughero, PU o PET.

L A.RE.TE. CHE UNISCE IMPRESE E SAPERI PER DARE FORMA A UN NUOVO

ECOSISTEMA PRODUTTIVO

DALLA VOCE DEL PRESIDENTE PAOLO GUANZANI E CON L’INTERVENTO TECNICO DI LUCA LINOSSI, UN VIAGGIO NEL CUORE DELL’ASSOCIAZIONE LA.RE.TE, NATA PER RAPPRESENTARE E RAFFORZARE IL COMPARTO DELLE PAVIMENTAZIONI RESILIENTI, TESSILI E DEI LAMINATI. TRA FORMAZIONE, CULTURA NORMATIVA E RACCOLTA DATI, UNA VISIONE CHIARA: DARE VALORE ALLE SUPERFICI E A CHI LE POSA

Quando si parla di pavimentazioni, il dibattito tende spesso a polarizzarsi tra estetica e funzionalità. Ma esiste un segmento intermedio, strategico e in costante evoluzione, che unisce le due anime e le integra con un contenuto tecnico elevato: quello delle superfici resilienti.

Proprio per dare voce a questo comparto è nata nel 2023 l’associazione LA.RE.TE. – Laminati, Resilienti, Tessili – che riunisce i principali produttori di pavimenti tecnici leggeri, inclusi i sistemi di posa, i collanti e i sottofondi. Ne ho parlato con Paolo Guanzani, presidente dell’associazione, e Luca Linossi, responsabile tecnico, per comprendere come questa realtà stia costruendo una cultura di settore che ancora manca nel panorama italiano.

“Il nostro settore è spesso percepito come decorativo, ma ha un contenuto tecnico enorme”, esordisce Guanzani. “Parliamo di materiali che offrono soluzioni concrete in ambito sanitario, sportivo, industriale, alberghiero e retail. Dall’isolamento acustico alla resistenza agli urti, dal controllo delle scariche elettrostatiche alla sanificabilità, i pavimenti resilienti risolvono esigenze complesse”. Nonostante queste caratteristiche, la penetrazione sul mercato italiano è ancora limitata. Oggi il comparto rappresenta circa il 10% del totale delle pavimentazioni, a fronte di una produzione annua nazionale che si aggira intorno ai 140 milioni di metri quadrati. Ma i segnali di crescita sono evidenti, soprattutto nella fascia degli LVT e SPC, più recenti e sempre più performanti anche sul fronte estetico.

La missione di LA.RE.TE. si articola su tre assi fondamentali: rappresentanza istituzionale, formazione tecnica e raccolta dati. Tre aree che, nel panorama attuale, risultano ancora poco presidiate.

“La prima esigenza è costruire un dialogo strutturato con le istituzioni: UNI, Ministeri, CAM. Le normative evolvono, e noi vogliamo esserci nel momento in cui vengono scritte”, sottolinea Guanzani.

Ma è soprattutto sul fronte formativo che l’associazione sta concentrando i maggiori sforzi. Il settore edilizio soffre da anni una crisi di manodopera specializzata e la mancanza di scuole tecniche adeguate. “Una volta il sapere si trasmetteva in cantiere, tra vecchie e nuove generazioni. Oggi questo passaggio è interrotto. E senza formazione, anche il miglior prodotto rischia di diventare un problema”, osserva Linossi.

Per questo, LA.RE.TE. ha organizzato un primo corso pratico presso la scuola edile di Novara, con lezioni su sottofondi, collanti, primer e tecniche di posa, secondo la norma UNI 11515 parte seconda. Due i percorsi: uno per nuovi operatori, l’altro per chi già lavora nel settore ma necessita di una certificazione, anche in chiave CAM. “Siamo accreditati Accredia, e puntiamo a rendere la formazione un valore riconosciuto dal mercato. Ma serve tempo: siamo all’anno zero”

intervista di FRANCESCO TOZZI, testi di VIOLA FEDERICO
Luca Linossi _ Technical Manager
Paolo Guanzani _ Managing Director (Gerflor e LA.RE.TE.)
(Gerflor e LA.RE.TE.)

LA.RE.TE. è l’associazione italiana che riunisce i principali produttori di pavimenti resilienti, laminati e tessili, insieme ai produttori di collanti e sottofondi. Nata nel 2023, promuove cultura tecnica, formazione qualificata e dialogo normativo, con l’obiettivo di valorizzare un settore ad alto contenuto tecnologico.

WWW.LARETEPAVIMENTI.IT

Ad oggi fanno parte dell’associazione le seguenti società: CHIMIVER, FORBO, GERFLOR, KERAKOLL, LECHNER, LIUNI, MAPEI, TARKETT, UNILIN, VIRAG, WAKOL.

Un altro fronte d’azione dell’associazione è, come detto, la raccolta dati. Ogni azienda associata è chiamata a contribuire a un sistema di rilevazione anonimo, validato da un notaio, per tracciare l’andamento del mercato, suddiviso per tipologia di prodotto e per area geografica. Il primo report è atteso tra luglio e settembre. “Vogliamo costruire una base statistica credibile, che restituisca finalmente una fotografia reale del nostro comparto”, afferma Guanzani. Sul piano della comunicazione, l’associazione privilegerà nei prossimi mesi convegni tecnici e seminari, più che la partecipazione diretta alle fiere. “In Italia manca una manifestazione fieristica capace di rappresentare davvero il nostro mondo. Oggi le aziende puntano su eventi internazionali come il BAU, ma noi vogliamo lavorare più sui contenuti che sulla vetrina”

Il quadro che emerge dall’incontro è chiaro: LA.RE.TE. è un progetto giovane, ma ambizioso. Intende colmare un vuoto culturale, riportando al centro la competenza tecnica e restituendo valore alla figura dell’installatore. “Il posatore oggi non è più solo un artigiano: è il garante della performance finale di un sistema”, dice Linossi. “Ma servono percorsi strutturati, riconoscimenti ufficiali, percorsi di crescita professionale. È una sfida che riguarda tutta la filiera”.

In altri Paesi europei – Francia, Olanda, Germania – questi percorsi esistono da tempo. “All’estero ci sono centri di formazione continuativa, agevolazioni fiscali, patentini professionali” , aggiunge Guanzani“Da noi il lavoro manuale resta poco valorizzato, quando invece dovrebbe essere considerato un asset strategico per il sistema edilizio”.

Con LA.RE.TE., un primo passo è stato fatto. L’associazione si sta strutturando, cresce nel numero degli aderenti e si propone di espandersi anche verso realtà ancora poco rappresentate, come quella degli installatori.“Le nostre superfici sono leggere, ma il nostro progetto ha basi solide”, conclude Guanzani. “Vogliamo costruire un comparto consapevole, qualificato e finalmente riconosciuto per il valore che porta dentro ogni metro quadrato”.

LA.RE.TE

COMFORT A CUSTICO IN EVOLUZIONE: MATERIALI, METODI E MERCATO

SECONDO ISOLSPACE

DALL’ESPERIENZA TECNICA DI TECNASFALTI NASCE ISOLSPACE, BRAND CHE CONIUGA PERFORMANCE ACUSTICHE E DESIGN SU MISURA. CON MARTA CASIRAGHI, RESPONSABILE MARKETING DELL’AZIENDA, PARLIAMO DI EVOLUZIONE INDUSTRIALE, TECNOLOGIE, SFIDE DELLA SOSTENIBILITÀ E

CENTRALITÀ DEL POSATORE NEL SETTORE DEI FONOASSORBENTI

Fonocorrezione sì, ma con stile. Isolspace è il brand di Tecnasfalti pensato per chi cerca il comfort acustico senza rinunciare all’estetica. Con un DNA tecnico radicato nell’esperienza di Isolmant, oggi Isolspace parla il linguaggio dell’interior design, rivolgendosi ad architetti e progettisti con soluzioni su misura. Ne parliamo con Marta Casiraghi, responsabile marketing del brand, per capire dove sta andando il settore dei rivestimenti fonoassorbenti e quali novità attendono progettisti e posatori.

“Il passaggio da soluzioni che non si vedono a soluzioni in cui la componente estetica è (quasi) tutto ha rappresentato un momento di svolta”

F&W: Come nasce il brand e a quale mercato si rivolge?

MC: Partiamo dalla nostra azienda, Tecnasfalti, che dal 1976 è protagonista nei mercati italiano e internazionale con soluzioni all’avanguardia per l’isolamento acustico in edilizia con il brand Isolmant. L’azienda si è affermata negli anni come punto di riferimento per il comfort acustico indoor, offrendo una gamma completa di prodotti altamente performanti. Intorno al 2016 ci siamo affacciati al mondo della fonocorrezione, studiando soluzioni per il benessere degli ambienti. Il passaggio da soluzioni che non si vedono a soluzioni in cui la componente estetica è (quasi) tutto ha rappresentato un momento di svolta. Gradualmente Isolspace ha preso la connotazione di brand di componenti d’arredo, rivolgendosi agli interior designer e a settori specifici come l’arredo ufficio, l’hotellerie, la ristorazione.

F&W: Cosa distingue i vostri prodotti nel panorama dei rivestimenti fonoassorbenti?

MC: Penso sia la combinazione unica di know-how tecnico e flessibilità progettuale. Vantiamo decenni di esperienza nell’acustica applicata all’edilizia, il che ci permette di garantire performance certificate e soluzioni affidabili, sviluppate per rispondere alle esigenze specifiche di ogni progetto. A questa caratteristica uniamo la possibilità di personalizzare ogni elemento – forma, colore, materiali, finiture – per integrarsi con l’estetica e la funzionalità degli spazi. I nostri rivestimenti non solo migliorano il comfort, ma sono capaci di valorizzare ogni ambiente in modo sartoriale.

di VIOLA FEDERICO
Marta Casiraghi
Responsabile marketing Isolspace
Piastrella decorativa Trame Collection e Stand Silhouette Collection.

F&W: Qual’è il processo creativo dietro le vostre collezioni?

MC: Le nostre collaborazioni nascono spesso da connessioni autentiche, potremmo definirli “colpi di fulmine creativi”. Il nostro lavoro è animato dalla passione per il benessere delle persone all’interno degli spazi, e da qui parte la nostra ricerca di soluzioni che coinvolgano tutti i sensi: vista, udito, tatto. Spesso sono i designer stessi a rimanere colpiti dalla flessibilità della materia prima e dall’identità armonica del brand. Da questi incontri nasce un dialogo ricco di spunti, che sfocia in collaborazioni successive. I feedback in questo senso sono sempre fondamentali e utili, sia per quanto riguarda la parte estetica che per quanto riguarda i temi legati all’applicazione.

F&W: I vostri prodotti sono pensati per una posa semplice o richiedono installatori specializzati?

MC: Dipende dal prodotto. In generale, la posa è semplice, grazie anche ad accessori progettati per facilitare l’installazione. Ogni prodotto ha schede tecniche e istruzioni dettagliate. I quadri fonoassorbenti si installano facilmente anche senza esperienza, ma per le altre collezioni consigliamo posatori professionisti, per un risultato tecnico ed estetico ottimale.

“Il gioco di squadra è il nostro vero valore aggiunto”

F&W: Quali sono le metodologie produttive e le tecnologie impiegate nei vostri impianti?

MC: L’evoluzione a livello produttivo è costante. Nell’ultimo anno abbiamo acquisito un nuovo capannone in fase di allestimento, che sarà dedicato totalmente a Isolspace, con il trasferimento delle macchine già utilizzate e l’arrivo di nuove attrezzature. Ciò che fa davvero la differenza è il fattore umano: la collaborazione tra le risorse, il desiderio di accontentare il cliente, il controllo qualità attento, la voglia di migliorarsi ogni giorno. Il gioco di squadra è il nostro vero valore aggiunto.

F&W: Come si posiziona il brand e qual è il vostro target di riferimento?

MC: Isolspace è un brand giovane nell’arredo, ma con solide radici nel mondo dell’acustica. La nostra visione è portare il comfort acustico al centro del progetto d’interni. Operiamo in un settore con realtà consolidate, ma stiamo guadagnando spazio investendo nella qualità e nella diffusione dei nostri valori. Ci rivolgiamo a designer, architetti, e al settore contract e residenziale, in Italia e all’estero.

F&W: Il protocollo Green Planet fa parte degli impegni concreti di Isolspace per la sostenibilità?

MC: Green Planet è un protocollo per lo sviluppo sostenibile che racchiude tutti gli impegni aziendali per aumentare la responsabilità ambientale, sociale e di processo. Sulla parte prodotto, la nostra R&D lavora con l’obiettivo di usare materiali di origine riciclata, come la speciale fibra FIBTEC, e tessuti con certificazioni in termini di qualità, salubrità e impronta ecologica. È un insieme di azioni in linea con l’Agenda 2030.

F&W: L’ evoluzione del settore dei rivestimenti fonoassorbenti?

MC: Già non parlare più di pannelli è un grosso passo avanti. Oggi parliamo di rivestimenti e complementi d’arredo, perché l’estetica pesa moltissimo nella scelta finale. Le parole chiave sono: sostenibilità, tecnologia, modularità.

“Oggi non parliamo più di pannelli, ma di complementi d’arredo”

F&W: Come rispondete alla domanda crescente di soluzioni che uniscano prestazioni e design?

MC: L’uso di materiali riciclati e di tecnologie che permettano di ingegnerizzare il prodotto è imprescindibile. Seguiamo questa strada da anni, il protocollo Green Planet è attivo da oltre un decennio. L’ingegnerizzazione è di casa in Isolmant. Quello che non vogliamo assolutamente perdere è l’equilibrio tra industrializzazione e artigianalità, un equilibrio che manteniamo grazie allo sguardo sempre fisso sull’obiettivo, che è quello di garantire il benessere acustico ed estetico.

F&W: Quali sono le ultime tecnologie o innovazioni introdotte?

MC: All’ultima edizione del Salone del Mobile abbiamo presentato quattro nuove collezioni e aggiornamenti funzionali nelle linee esistenti. Un impegno importante che comunica la maturità raggiunta dal brand e la nostra capacità di dialogare con il mondo del design.

Alma Collection, decorativo fonoassorbente in piastrelle 60x60 cm.
Flora Collection, elementi fonoassorbenti bifacciali da parete disponibili nei formati S, M e L.

HEIM T EXTIL E TECHTEXTIL 2026: UN NUOVO VOLTO DEI RIVESTIMENTI, ANCHE OLTRE IL TESSILE

Non più solo tessuti: le fiere T extil ampliano l’attenzione verso rivestimenti murali e pavimentazioni, proponendo un mix unico di design, sostenibilità e innovazione tecnologica.

Heimtextil: non solo tessile

Dal 13 al 16 gennaio 2026 a Francoforte, Heimtextil introduce la nuova area “Flooring & Equipment”, dedicata esclusivamente ai rivestimenti pavimentali non tessili come vinili di design, laminati, parquet, pavimenti resilienti e rivestimenti outdoor. Posizionata strategicamente accanto alla sezione già affermata di “Carpets & Rugs”, offre un’esperienza d’acquisto integrata per architetti, posatori e rivenditori specializzati. Tra le aziende partecipanti spiccano realtà internazionali del settore, con un’offerta completa di prodotti e innovazioni in grado di rispondere alle esigenze del mercato contract e residenziale.

Heimtextil propone inoltre uno spazio dedicato al bedding intelligente, con la nuova area “Sleep & Meet”, che coinvolgerà brand tedeschi e internazionali leader nel settore del comfort e del benessere.

Techtextil e Texprocess: rivestimenti high-tech

Dal 21 al 24 aprile 2026, sempre a Francoforte, Techtextil si concentra su rivestimenti funzionali avanzati con il settore “Performance Apparel Textiles”, presentando materiali tecnologici e ad alte prestazioni ideali per ambienti estremi come aerospaziale e antincendio, e per applicazioni sportive e professionali.

di FILIPPO TOMMASEO

Debutto anche per il segmento “Textile Chemicals & Dyes”, cruciale per sviluppare rivestimenti con caratteristiche innovative in termini di resistenza, sostenibilità e performance, rafforzando ulteriormente le sinergie con Texprocess, che presenta soluzioni avanzate di digitalizzazione e automazione nella lavorazione dei materiali flessibili e tessili.

Questi appuntamenti vedono la partecipazione di produttori internazionali, start-up innovative e professionisti del settore, offrendo workshop, conferenze e dimostrazioni pratiche, con un forte accento su digitalizzazione, sostenibilità e nuove tecnologie. Due eventi imprescindibili per professionisti che desiderano anticipare le tendenze e trovare soluzioni avanzate e design contemporaneo per rivestimenti d’interni ed esterni.

��INFORMAZIONI

Heimtextil 2026

13–16 gennaio 2026 Messe Frankfurt

Francoforte (Germania)

Fiera internazionale per il tessile per la casa e il contract, con focus su arredamento, rivestimenti, pavimenti, tende, tessuti tecnici e bedding

Target: architetti, interior designer, buyer del contract, produttori, rivenditori e posatori

Techtextil & Texprocess 2026

21–24 aprile 2026 Messe Frankfurt

Francoforte (Germania)

Fiere congiunte dedicate ai tessili tecnici e alle tecnologie di processo, sempre più centrali anche per il mondo dei rivestimenti innovativi Target: produttori di materiali, ingegneri, architetti, aziende del design e dell’industria tessile avanzata

www.messefrankfurt.it

LIGNA 2025: il legno guarda al futuro tra innovazione, sostenibilità e intelligenza artificiale

Dal 26 al 30 maggio, LIGNA 2025 ha celebrato a Hannover il suo 50° anniversario con 1.433 espositori da 49 Paesi e 78.000 visitatori provenienti da 156 nazioni, confermandosi come la fiera leader mondiale per la lavorazione e il trattamento del legno.

Temi chiave dell’edizione: connettività, produzione sostenibile e engineered wood. Ampio spazio è stato dato a digitalizzazione, AI e automazione, con oltre 900 novità presentate in anteprima. L’evento ha sottolineato il ruolo centrale dell’uomo nel processo creativo, anche in un’era dominata dalla tecnologia.

Grande successo anche per i format LIGNA.Circular e LIGNA.TruckStop, dedicati a economia circolare e innovazioni per l’artigianato. La prossima edizione è in programma dal 10 al 14 maggio 2027, su cinque giorni lavorativi consecutivi.

Quick-Step investe 30 milioni nella pressa per laminati più avanzata al mondo

Quick-Step, brand belga di pavimenti del gruppo Unilin, compie un balzo tecnologico inaugurando a Wielsbeke (Belgio) una nuova pressa per laminati, la più performante al mondo. Un investimento da 30 milioni di euro che potenzia la produzione del 25% e introduce una linea capace di operare con il 30% di velocità in più, integrando intelligenza artificiale e sistemi di visione avanzata per risultati estetici e tecnici d’eccellenza. La nuova tecnologia raddoppia la profondità delle texture, rendendo i laminati Quick-Step indistinguibili dal legno naturale, e consente di produrre due design contemporaneamente. Cuore pulsante dell’innovazione è il centro R&D di 80 specialisti che ha già sviluppato soluzioni iconiche come Uniclic®.

Parallelamente, Unilin espande la sua presenza globale con un nuovo impianto produttivo in Brasile, hub strategico per il Sud America. Il laminato Quick-Step si conferma una scelta sostenibile e circolare: l’HDF è prodotto con legno riciclato e l’azienda è la prima in grado di riciclare interamente i pavimenti in laminato a fine vita, trasformandoli in nuovi prodotti.

Nasce Architempore Digital Hub: Polo creativo specializzato in influencer marketing e comunicazione per il mondo dell’edilizia e dell’architettura

Nasce a Milano Architempore Digital Hub, primo polo creativo interamente dedicato all’influencer marketing e alla comunicazione digitale per edilizia, architettura e interior design. Fondato da Violetta Breda, il nuovo Hub unisce competenze tecniche e storytelling per offrire strategie di comunicazione efficaci e verticali. Un ecosistema ibrido dove professionisti della comunicazione, designer e tecnici collaborano per campagne autorevoli e contenuti ad alto impatto. Il debutto è avvenuto con l’Architempore Digital Party presso Archiproducts Milano, con la partecipazione di influencer, aziende e professionisti del settore. Tra i partner dell’evento anche Lefiole, con il suo metodo classico parte dell’associazione “Vite, storie di vino e di donne”. Tra i servizi: strategie digitali per brand tecnici, campagne verticali di influencer marketing, produzione di contenuti creativi e formazione per aziende.

Aperte le candidature per il SaloneSatellite 2026

Fino al 30 agosto 2025 sono aperte le candidature per partecipare al SaloneSatellite 2026, in programma dal 21 al 26 aprile a Fiera Milano Rho. L’iniziativa, rivolta ai designer under 35, offre l’opportunità di presentare tre prototipi innovativi e accedere a una piattaforma internazionale di grande visibilità. I progetti selezionati saranno valutati da un comitato di esperti del settore.

Assoposa conferma Luca Berardo alla presidenza e rinnova il consiglio direttivo

Luca Berardo è stato riconfermato presidente di Assoposa per il triennio 2025-2028, proseguendo un mandato segnato da una crescita eccezionale: +280% di associati, +275% di posatori e +1500% di punti vendita. La nuova direzione punta al riconoscimento normativo della professione del posatore e al rafforzamento delle sinergie interassociative. Nel nuovo consiglio entrano 6 posatori, 5 rivenditori e 1 rappresentante aziendale. Confermato Davide Galbusera come revisore dei conti. Tra i risultati recenti, le partnership con Formedil, Angaisa, REC, AIPLL e CONPAVIPER e la partecipazione al corso Progettista Sistemico. Berardo sottolinea: “Questa conferma è motivo d’orgoglio e responsabilità. Continueremo a lavorare per rendere Assoposa un punto di riferimento centrale nella filiera delle superfici.”

Cersaie 2026 sposterà la data per la Coppa Davis

L’edizione 2026 di Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, si svolgerà una settimana prima del previsto, dal 21 al 25 settembre, per lasciare spazio alla Coppa Davis, che per tre anni si terrà a BolognaFiere. La decisione, frutto della collaborazione tra Confindustria Ceramica e BolognaFiere, conferma la capacità del sistema fieristico bolognese di accogliere grandi eventi internazionali, coniugando design e sport ai massimi livelli.

Tecnomat torna online con una trilogia di spot dedicata alla finitura

Dal 15 giugno Tecnomat lancia una nuova campagna esclusivamente digitale: tre spot inediti che proseguono la fortunata saga iniziata lo scorso anno, questa volta focalizzandosi sui reparti di finitura. Dopo gli “umarell” e gli artigiani alle prese con i cantieri, la narrazione si fa ancora più ironica e smart, grazie al collaudato format dell’equivoco.

Gli spot raccontano con tono leggero ma incisivo i servizi e le soluzioni offerte da Tecnomat per ogni esigenza di finitura, ribadendo l’impegno dell’azienda nel supportare quotidianamente professionisti, PMI e artigiani. “Rafforziamo il nostro ruolo di partner strategico per il cantiere, offrendo qualità, servizio e convenienza”, spiega Federico Stecchi, Direttore vendite e marketing.

Una campagna pensata per il web, firmata BRW Filmland con la regia di Nico Malaspina e la direzione creativa di Fabio Passoni (Cashmere).

Costruzioni: nel 2024 produzione in crescita del 5%, ma rallenta rispetto agli anni precedenti

Secondo i dati diffusi da Istat, nel 2024 la produzione nelle costruzioni segna un incremento annuo del 5% al netto degli effetti di calendario, confermando una dinamica positiva ma in rallentamento rispetto al +6,9% del 2023 e al +22,4% del 2022. L’indice medio annuo corretto si attesta a 137,3, il livello più alto dal 2008. Nel dettaglio, dicembre 2024 registra una flessione dell’1,7% rispetto a novembre. Tuttavia, nella media del quarto trimestre la produzione aumenta dell’1,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Su base tendenziale, l’indice corretto segna una leggera flessione dello 0,6%, mentre l’indice grezzo cresce del 6,6%, anche grazie al maggior numero di giornate lavorative (20 contro 18 di dicembre 2023).

Il 2024 si è quindi chiuso con un andamento altalenante: crescita nel primo trimestre, due flessioni consecutive a metà anno e una nuova ripresa nell’ultimo trimestre.

DOMOTEX ASIA/CHINAFLOOR:

NUMERI RECORD E NUOVE PROSPETTIVE PER IL SETTORE FLOORING

Con 83.056 visitatori da 124 Paesi, di cui oltre 18.000 internazionali, e circa 1.500 espositori distribuiti su 210.000 mq nei padiglioni del NECC di Shanghai, DOMOTEX asia/CHINAFLOOR 2025 ha segnato un’edizione record.

La fiera, punto di riferimento in Asia per tappeti e superfici, ha confermato il suo ruolo di hub globale per l’innovazione e l’outsourcing, con una crescita costante anche nel post-pandemia.

Tra gli highlight: l’evento Cadex, che ha messo in dialogo architettura, interior design e materiali avanzati con il tema “Let’s Enjoy”, e l’installazione Material Matters, dedicata ai nuovi scenari del design d’interni. Importante anche il China Flooring Innovation Summit, che ha posto l’accento su sostenibilità, responsabilità condivisa e qualità del prodotto.

Oltre 180 buyer selezionati da 25 Paesi hanno partecipato al Buyer Club con tour personalizzati e oltre 450 incontri business mirati. DOMOTEX asia/CHINAFLOOR ha ribadito il ruolo dell’Asia come motore strategico per il settore pavimenti e rivestimenti.

L’appuntamento è dal 27 al 29 maggio 2026, sempre a Shanghai.

Maggiori informazioni su: WWW.DOMOTEXASIACHINAFLOOR.COM

N° 26

GIUGNO 2025

Trimestrale tecnico-professionale del sistema pavimenti e rivestimenti

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