Egon Bernasconi Egon Bernasconi è attualmente il più attivo chiodatore di falesie del Canton Ticino. Egon nasce a Locarno nel 1979 ed inizia ad avvicinarsi all’arrampicata nell’anno 2000; dopo essersi fatto un po’ le ossa in falesia ed in montagna, nel 2007 chioda la sua prima falesia: Brontallo, che diventerà negli anni a seguire una delle più apprezzate e frequentate falesie del Ticino. Ma questo è solo il punto di partenza verso la chiodatura di numerosi altri muri ancora vergini; nel giro di 6 anni, Egon, aiutato anche da amici, ha chiodato più di 200 tiri, con materiale in gran parte autofinanziato. Nel 2008 insieme all’amico Eric Gehring fonda un gruppo di arrampicatori del Locarnese chiamato “Pica’l Ciod”, è l’inizio di un’intesa che darà un bell’ impulso allo sviluppo dell’arrampicata sportiva in Ticino. Egon ha viaggiato parecchio esplorando, visitando e scalando in numerosi angoli del mondo, specialmente al di fuori dell’Europa, ed oltre a tutto ciò in questi anni si è dedicato anche all’apertura di nuove vie lunghe, ma questa è un’altra storia… Parliamo di Brontallo, come è nata l’idea di attrezzare questa falesia? Vado a Brontallo fin da bambino, mia mamma si ricorda che già da piccolo dicevo che volevo salire su per le rocce che sovrastano il paese, inoltre ho sempre ammirato l’amico di famiglia Athos Balestra e fin da piccolo volevo scalare le pareti di Brontallo così come Athos scalava le montagne. Così, un bel po’ di anni più tardi, nel 2007 sono andato a vedere se effettivamente le rocce sopra Brontallo fossero interessanti per arrampicare e, visto il gran potenziale, in breve mi sono messo all’opera. Brontallo, specialmente il settore El Cat, è la falesia a cui sono più legato, per me è stato quasi un regalo; su queste rocce ho imparato a chiodare, è stato il mio laboratorio, dove ho sperimentato davvero cosa significa attrezzare, 154
pulire e liberare dei tiri nuovi, questa falesia mi ha davvero dato molto. La falesia di Terra di Mezzo è nata invece negli anni successivi. Cos’è che ti spinge e ti motiva a cercare e chiodare pareti nuove? Quello che di fatto succede e che vedo una porzione di roccia e penso di poter salire, trovo geniale salire per primo dove mai nessuno è salito, è quasi un’istinto naturale. Quindi prima di tutto apro perché sento questa voglia dentro di me, poi comunque mi fa piacere quando le vie che ho aperto vengono ripetute ed apprezzate, mi fa riflettere il fatto che qualcuno mi dica che ho fatto un buon lavoro, in particolare per Brontallo ho ricevuto davvero tanti messaggi di ringraziamento per aver chiodato questa falesia. D’altro canto anche le critiche possono essere importanti se formulate in modo costruttivo. Ogni confronto impostato sul rispetto rappresenta un terreno fertile per l’eventuale cambiamento dei propri paradigmi. Mi piace condividere con gli altri arrampicatori ciò che ho fatto ed anche se ci sono tiri per me difficili da liberare, mi fa piacere quando qualche climber più forte li prova e li libera. Come è nato il gruppo “Pica’l Ciod”? Io ed Eric (Gehring) eravamo amici sin da bambini, poi ci siamo persi di vista, finchè casualmente ci siamo ri-incontrati in Sardegna. A quei tempi io avevo già chiodato Brontallo e lui aveva già chiodato la falesia di Avegno, Zio Fiasco, quindi abbiamo pensato: “perché non unire le forze?!?” All’inizio l’obiettivo della nostra cordata era quello di aprire vie lunghe, ma poi ci siamo rivolti per lo più alle falesie. La prima falesia chiodata insieme è stata il settore Secret Garden, vicino alla cascata del Soladino, attrezzata nel 2008, un posto ideale