VALLI BERGAMASCHE Falesie e vie moderne

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Val Seriana

PRESOLANA 2000 m

altitudine Meereshöhe

E/W/S/N O/W/S/N esposizione Wandausrichtung

WOW!

bellezza Schönheit

Si Ja - No Nein

vie lunghe Mehrseillängenrouten Passo Presolana

Castione Valle Mulini

Colere - Rif. Albani

Torrione Visolo

Antifupu’

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Alpinismo moderno nelle Orobie. A questa frase la gran parte degli alpinisti non assocerà nessuna immagine, alcuni inorridiranno al pensiero delle lunghe creste dalle rocce instabili, ai restanti invece tornerà alla mente il calcare incredibilmente compatto ed eroso della Presolana: l’adrenalina accumulata tra gli strapiombi della Nord e il piacevole procedere sulle placche a buchi del versante sud. Il massiccio della Presolana rappresenta l’emblema dell’alpinismo e della sua evoluzione sulle Orobie. La storia alpinistica della Presolana è meno nota rispetto a quella dell’intero arco alpino e dei massicci montuosi più famosi. Inoltre, a differenza delle vicine Grigne, la nostra montagna continua a essere schiva e riservata, ciò non è dovuto all’assenza di storie da raccontare e tesori da mostrare, ma probabilmente al carattere di chi l’ha frequentata: uomini e donne poco inclini a parlare delle proprie avventure. Si deve premettere che l’attività alpinistica che ha caratterizzato queste pareti, non ha mai visto l’emergere di una personalità dominante, ma si è trattato di una storia corale, in cui numerose persone hanno sognato e lasciato un segno del loro passaggio, sui fianchi della Regina. LA STORIA Dopo la leggendaria salita del tagliapietre di Castione nel 1870, molti personaggi del mondo alpinistico si avvicinarono al massiccio della Presolana, lasciando il loro segno indelebile con arditi ed eleganti itinerari. Come nel caso dello spigolo nord-ovest della vetta occidentale, dove Castiglioni, Gilberti e Bramani nel 1930 superarono, con intuito e coraggio, uno dei problemi più evidenti. Seguì, l’anno successivo, lo spigolo sud della Presolana Centrale, scalato per la prima volta dai fratelli Longo, e il vicino spigolo sud-ovest che vide ancora una volta protagonista Vittorio Bramani con Achille Ratti nel 1943. Fecero poi la loro comparsa i forti alpinisti locali, come Carlo Nembrini e Placido Piantoni, che attaccarono le impressionanti lavagne della Nord. Negli anni Settanta Livio Piantoni, Flavio Bettineschi, Rocco Belingheri, Guglielmo Boni, senza uso di chiodo a pressione salgono linee vertiginose sulla muraglia a nord e sulle pareti più scomode e meno accessibili. Itinerari caduti nel dimenticatoio, ma che negli ultimi anni son stati ripresi, comprendendo l’effettivo valore di queste realizzazioni che meritano di divenire delle classiche. Ecco un’altra generazione. Nei primi anni Ottanta non ci sono le folle sulle pareti della Presolana ma sempre e solo alpinisti del luogo: Ennio Spiranelli, Gigi Rota, Sandro Fassi, Antonello Moioli, aprono itinerari di gran classe lasciandoli attrezzati per i ripetitori. Sulla sud nascono A Federico, Il tramonto di Bozard, SA.VI.AN e sulla nord la G.A.N. Questi furono i primi nomi di vie che ruppero il silenzio che da tempo circondava il massiccio bergamasco. Arrivarono altri alpinisti per ripetere questi eleganti


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