Romagna24Economia n.4 2025

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DOSSIER COOPERAZIONE

in questo numero:

Sempre meno coop attive sul territorio pagina 3

“Serve più coordinamento per far crescere la Romagna” pagina 7

“Le incertezze mondiali non aiutano le cooperative” pagina 11

“Ci difendiamo in un mondo che cambia” pagina 15

Agroalimentare, le coop in campo per oltre 3,5 miliardi pagina 19

Apofruit Italia, da 65 anni tutta la forza dell’ortofrutta made in Italy pagina 29

Coop sociali strette tra accreditamenti e contratti pagina 35

Dossier Cooperazione

Calano di numero ma restano una potenza. Il sistema cooperativo romagnolo è sceso dalle 1.326 imprese che erano nel 2014 a 1.040 al 31 dicembre 2024. In 10 anni in Romagna di sono perse poco meno di 300 imprese cooperative, con una essione del 21,6%.

Credito cooperativo, 9 le Bcc in campo pagina 39

Coop industriali, Ar.Co. lavori da record nel 2024 pagina 45

Copura, bilancio da record per la coop ravennate pagina 47

In questo Dossier Romagna24Economia fa il punto sullo stato di salute della cooperazione romagnola nell’anno dedicato dall‘Assemblea generale delle Nazioni Unite proprio alla Cooperazione. In questa dinamica che investe tutte e tre le province romagnole, Forlì-Cesena resta quella con il maggior numero di coop (430, ma erano 535 10 anni fa) seguita da Ravenna (366 contro le 462 del 2014) e Rimini (244 contro 329). Si tratta di un calo che non intacca la forza economica del settore che vale oltre 15 miliardi e che sta attraversando però non poche di coltà dovute da un lato alla di cile uscita dall’alluvione (specie il settore agroalimentare) e la persistente crisi climatica ma dall’altro fatica moltissimo a trovare il personale che serve a mandare avanti le attività un po’ in tutti settori, ma nel sociale e nella logistica in particolare.

MENSILE DI ECONOMIA, AFFARI, IMPRESA E SOCIETA’

Vicini al territorio ogni giorno.

Partecipare a una cooperativa significa fare una scelta che va oltre la semplice spesa: è un investimento per il futuro della comunità, per l’ambiente e per una economia equa. Si acquista supportando le piccole imprese locali, consumando prodotti di qualità, risparmiando senza rinunciare ai valori. Un’esperienza concreta di democrazia economica, sostenibilità e solidarietà.

Sempre meno coop attive sul territorio Ma il peso economico resta rilevante sull’economia

Da 1.326 che erano nel 2014 a 1.040 al 31 dicembre 2024. In 10 anni in Romagna di sono perse poco meno di 300 imprese cooperative, con una essione del 21,6%. In questa dinamica – resa nota grazie all’elaborazione a cura dell’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini su dati Infocamere - che investe tutte e tre le province romagnole, Forlì-Cesena resta quella con il maggior numero di coop (430, ma erano 535 10 anni fa) seguita da Ravenna (366 contro le 462 del 2014) e Rimini (244 contro 329). Si tratta però di un calo che non intacca la forza economica del settore che vale oltre 15 miliardi. Un calo, quello numerico, che interessa un po’ tutti i settori ma che è particolarmente forte nel settore dei servizi assicurativi e nanziari (-48%), nel commercio all’ingrosso e al

In 10 anni perso il 21,6% delle imprese

Forlì sempre in testa per numerosità

dettaglio (-36,3), nel trasporto e magazzinaggio (-33% con una discesa da 115 a 77 imprese e nelle costruzioni (-31,4%). In controtendenza, invece, le coop che lavorano nell’ambito delle attività immobiliari (41 contro le 38 di 10 anni fa).

La situazione a Forlì-Cesena Come mette in luce il rapporto 2024 sull’economia delle province di ForlìCesena e Rimini redatto da Camera di commercio della Romagna, la cooperazione è un carattere imprenditoriale storico e al tempo stesso attuale, dinamico, strategico e innovativo del sistema economico della provincia di Forlì-Cesena. Gli ultimi dati aggregati disponibili delle tre Centrali Cooperative di maggior rilevanza a livello provinciale (Lega Cooperative, Confcooperative e Associazione Generale Cooperative Italiane) riportano la presenza di

IMPRESE COOPERATIVE “ATTIVE”

[sedidiimpresa]nelle3province dellaRomagna

A›Agricoltura,silvicoltura epesca 485725130536221136495718124475317117

B›Estrazionedimineralida caveeminiere0112011201010000

C›Attivitàmanifatturiere34261373302515703119156530161258

D›Fornituradienergia elettrica,gas,vaporeearia condizionata 1304130403030202

E›Fornituradiacqua;reti fognarie,attivitàdigestione deiriuti 273125611253085308

F›Costruzioni5038331214930261054027228935252383

G›Commercioall’ingrossoe aldettaglio;riparazionedi autoveicoliemotocicli 31283291292422752120206121191858

H›Trasportoe magazzinaggio2748401152542331002137278516352677

I›Attivitàdeiservizidi alloggioediristorazione16136351397291311933139931

J›Servizidiinformazionee comunicazione32228622518447211710481917945

K›Attivitànanziariee assicurative1447251053188521565213

L›Attivitàimmobiliari1415938161653717166391816741

M›Attivitàprofessionali, scienticheetecniche6045231285535161064826158952281494

N›Noleggio,agenziedi viaggio,servizidisupporto alleimprese 373838113303534992932339423303083

P›Istruzione188834168731138627137828

Q›Sanitàeassistenzasociale724641159815844183734442159694134144

R›Attivitàartistiche, sportive,diintrattenimento edivertimento 685834160635430147535525133525424130

S›Altreattivitàdiservizi1148231269271061026106925

X›Impresenonclassicate0101000010121023

circa 83.000 soci, 33.000 occupati e un volume d’a ari di oltre 7,7 miliardi di euro, pari al 29,0% del fatturato totale provinciale e che risulta particolarmente concentrato su organizzazioni di grande dimensione a erenti ai comparti Agricoltura, Alimentare e Commercio. Le imprese cooperative attive a ne 2024 nel territorio provinciale sono l’1,2% del totale, un dato che, se letto singolarmente, non identi ca l’importanza e la centralità di questa modalità imprenditoriale. In realtà, il sistema cooperativo locale impiega circa il 16% degli addetti (Emilia-Romagna 12,2%, Italia 6%) e genera l’8,8% del valore aggiunto provinciale (5,3% Emilia-Romagna e il 3,3% Italia).

La dinamica riminese

Italia). Nel corso del 2024, in provincia di Rimini si sono iscritte 10 nuove cooperative e se ne sono cancellate (al netto delle procedure d’ucio) 17: il saldo tra iscrizioni e cessazioni (non d’u cio) di organizzazioni cooperative è stato dunque negativo (-7 unità). Al 31/12/2024 in provincia risultano attive 244 imprese cooperative pari allo 0,7% del totale delle imprese (1% il dato EmiliaRomagna e 1,2% quello Italia); il loro numero è diminuito del 6,5% rispetto all’anno precedente, analogamente alla dinamica regionale (-13,6%) e nazionale (-13,5%).

Il contesto ravennate

Per quel che riguarda la provincia di Rimini, gli ultimi dati aggregati disponibili delle tre Centrali Cooperative di maggior rilevanza a livello provinciale (Lega Cooperative, Confcooperative e Associazione Generale Cooperative Italiane) riportano la presenza di più di 32.000 soci, 6.800 occupati e un volume d’a ari di circa 583 milioni di euro. Il valore aggiunto del settore cooperativo provinciale è stimato dall’Istituto Tagliacarne per il 2021 (ultimo dato disponibile) in circa 445 milioni di euro, pari al 4,8% di quello totale provinciale (5,3% Emilia-Romagna e il 3,3%

La sola Legacoop Romagna in provincia di Ravenna associa 137 cooperative che esprimono 2,76 miliardi di valore della produzione, con 148.583 soci e 11.105 occupati (dati 2023). Le cooperative operano in tutti i settori: agroalimentare, pesca, vitivinicoltura, sociale, distribuzione, industria, costruzioni, servizi, logistica, trasporti, cultura, turismo, case del popolo, giornali e media. E si guarda al totale delle cooperative si possono tranquillamente raddoppiare i numeri di Legacoop e un volume d’a ari che s ora i 5 miliardi. Come comunica la Cdc Ferrara Ravenna, nel primo trimestre del 2025, la crisi continua con le cessazioni (12) di gran lunga più numerose delle iscrizioni (3).

I NOSTRI VALORI

COOPERAZIONE

Nell’era del digitale lavoriamo assieme per un obiettivo condiviso, creare sviluppo, condividere e accelerare l’innovazione delle imprese del territorio.

MUTUALITÀ

La fratellanza e il mutuo soccorso sono tutt’oggi la base del progresso sociale, della redistribuzione di valore e dell’emancipazione dei più deboli.

PARTECIPAZIONE

Oggi la cooperazione è una grande opportunità per favorire la competitività delle imprese del nostro territorio nel rispetto di uno sviluppo armonico della comunità.

Sede Regionale

Via Alessandrini, 17 40126 Bologna BO

Telefono 051 229190 info@agci-emr.org www.agci-emr.org

Sedi Romagna

Ufficio Territoriale di Forlì Cesena e Rimini Via F. Olivucci, 1 47122 Forlì FC Telefono 0543 25999 info@agci-emr.org

Ufficio Territoriale di Ravenna

Viale della Lirica, 35 48124 Ravenna RA Telefono 0544 471619

info@agci-emr.org

intervista a › Paolo Lucchi

“Serve più coordinamento per far crescere la Romagna”
Dalle Fiere agli aeroporti occorre più coesione per aiutare lo sviluppo

Un mondo, quelle delle cooperative, toccato dalla crisi climatica ma che si dimostra vivo e vitale nonostante i problemi legati all’invecchiamento della popolazione e alla di coltà di trovare personale. E che continua a chiedere “maggior coordinamento romagnolo sui grandi temi infrastrutturali, sulla viabilità, sulle Fiere, per esempio, con l’obiettivo di far crescere la Romagna, senza perdere l’equilibrio che ci caratterizza in positivo”. Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna fa il punto sulla situazione socio-economica in Romagna.

L’emergenza dell’alluvione non è ancora stata superata del tutto

Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna

Qual è lo stato di salute delle cooperative associate a Legacoop? Come è andato il 2024 e come sta andando il 2025?

La stagione delle assemblee è ancora in corso ma, dati 2024 alla mano, lo stato di salute nel complesso è positivo, nonostante l’andamento delle cooperative romagnole negli ultimi anni sia stato condizionato da alcuni

fattori ben noti, a partire dalla situazione di incertezza internazionale che purtroppo non accenna a risolversi. L’inuenza negativa sulle catene di approvvigionamento, sui costi dell’energia e sull’export, uno dei fattori storicamente trainanti del comparto agroalimentare e vitivinicolo romagnolo, non ha ancora nito di esplicare i suoi e etti. Anche le vicissitudini legate al cambiamento climatico, purtroppo, continuano ad essere un peso, come abbiamo rappresentato di recente anche a Carlo III, nel corso della sua visita a Ravenna. Ci muoviamo in un contesto economico nazionale che per qualcuno è di stabilità, per noi appare troppo spesso di immobilismo. E questo condiziona, invece, il giudizio su di un 2025 che tanti vedono pieno di incertezze.

Quali settori stanno meglio e quali peggio?

L’ultimo Macfrut ha mostrato la capacità di resilienza e innovazione di tutto il comparto agroalimentare associato

a Legacoop Romagna, che nonostante le s de epocali che si trova di fronte, a partire dal cambiamento climatico, è in grado di produrre reddito per i soci, andando sempre alla ricerca di nuovi mercati. Il settore produzione-servizi vive un anno di anniversari importanti, che stanno confermando la capacità di innovazione di cooperative storiche, che operano da decenni su mercati di cili dando lavoro sicuro e di qualità a migliaia di persone. Per quanto riguarda le cooperative sociali, che rappresentano il cuore pulsante del nostro welfare, siamo di fronte a s de importanti, che scontano l’incertezza del quadro normativo, ad esempio per quanto riguarda le residenze sanitarie assistite e in generale il tema di come suddividere i costi della non autosu cienza tra attore pubblico, individui e famiglie. Occorre che il Governo e la politica si facciano carico da un lato della necessità di maggiori risorse, dall’altro di compiere scelte chiare e non più rinviabili. Il comparto Culturmedia, dopo le enormi di coltà causate dalla pandemia, è ripartito e si conferma uno dei più vivaci in termini di idee e innovazione. Purtroppo la nota questione delle concessioni balneari, che riguarda le cooperative dei bagnini, è ben lontana dall’essere risolta. Da tempo chiediamo al Governo di individuare con urgenza, criteri e modalità per il rinnovo delle concessioni.

per la conversione in legge dell’ultimo decreto approvato il 30 aprile scorso. Purtroppo la questione del cambiamento climatico è ancora più ampia. L’alternanza di eventi estremi – gelate, ondate di caldo, siccità, piogge torrenziali – mette in di coltà il comparto agroalimentare, ma non solo. Si pensi a chi deve garantire cantieri e servizi all’aperto nei periodi di allerta caldo.

A livello nazionale c’è l’emergenza abitativa. Può partire anche a Ravenna il piano nazionale di Legacoop sull’abitare?

Si è esaurito l’e etto alluvione o il rientro è faticoso?

L’e etto delle alluvioni, non dell’alluvione, perché purtroppo abbiamo assistito anche di recente ad altri eventi catastro ci, è ben lontano dall’essere esaurito. Ne abbiamo parlato di recente anche in un evento a Bagnacavallo con la Regione e la struttura commissariale. La nomina a Commissario dell’ingegner Curcio ha dato segnali importanti di accelerazione e snellimento, ma ora va a ancata da uno sforzo comune di tutte le istituzioni, a partire dai parlamentari del territorio, cui chiediamo di lavorare uniti

Il fabbisogno abitativo riguarda tutti i territori e la Romagna non fa eccezione. Per le famiglie e i lavoratori è sempre più di cile risolvere il problema casa e Legacoop si è mobilitata a tutti i livelli. Oltre al piano nazionale per l’housing sociale, di recente abbiamo rmato a Cesena il primo Protocollo d’intesa con il Comune e la cooperativa di case del popolo Novacoop, per sviluppare interventi di valorizzazione degli immobili che saranno destinati a un utilizzo puramente abitativo. Si tratta di un’esperienza innovativa, che punta a dare risposte a uno dei problemi principali delle persone, dando nuova vita a un patrimonio immobiliare che è radicato nella storia di questo territorio. Crediamo che il progetto sia replicabile in tutte le città, considerando che la questione casa sta raggiungendo veri e propri livelli di emergenza.

Si fatica a trovare personale?

Il fabbisogno delle cooperative da qui alla ne del 2025 è di circa 5mila assunzioni. Ai giovani in cerca di lavoro il

movimento cooperativo piace, perché oggi le persone in cerca di occupazione – le nuove generazioni, ma non solo – cercano qualità della vita, capacità di conciliare tempi personali e professionali e, in generale, il soddisfacimento di uno scopo più alto, secondo ideali che si sposano perfettamente con quelli cooperativi. Detto questo, la di coltà a reperire personale, in particolare quali cato, ma non solo, riguarda tutte le imprese, soprattutto a causa dell’andamento demogra co del paese. È un problema che abbiamo più volte segnalato in passato e su cui occorre un ragionamento generale, molto pratico e non più ideologico. Nel 2024, le assunzioni e ettuate dalle cooperative sono state 9.718 (+8,8%), in particolare nel settore Lavoro, Produzione, Servizi. Hanno tenuto le assunzioni delle cooperative agroalimentari, nella Gdo e nella cultura, mentre sono raddoppiati i lavoratori assunti dalle cooperative sociali. È aumentata la percentuale dei giovani assunti (18-29 anni) che è passata dal 23% al 35%. Due terzi dei neoassunti ormai hanno un diploma o una laurea, il dato più alto mai registrato tra le associate.

Fiere e gli aeroporti, con l’obiettivo di far crescere la Romagna, senza perdere l’equilibrio che ci caratterizza in positivo. È altrettanto evidente che servano, alle Istituzioni, alle imprese, al mondo del lavoro, luoghi ed occasioni per confrontarsi e per elaborare assieme nuove strategie. Siamo certi che il Presidente della Regione de Pascale, i Presidenti delle Province, i Sindaci dei principali Comuni, ce l’abbiano ben chiaro, così come sanno che la Cooperazione ha la volontà e la capacità di giocare un ruolo positivo, come è accaduto sempre nei nostri primi 80 anni di storia.

I dati Cdc indicano un forte cale dello coop in Romagna (-21,6% in 10 anni). Cosa signi ca? Solo concentrazione di strutture o interesse in calo?

Il progetto Romagna pare fermo. Arriveremo mai ad una provincia unica? Con che vantaggi per l’economia? È evidente la necessità di un maggior coordinamento romagnolo sui grandi temi infrastrutturali, sulla viabilità, sulle

È una chiave di lettura che ci caratterizza, quella che nel corso di questi anni ha visto le cooperative spesso fondersi per crescere e per migliorare la rete delle opportunità per i propri soci e per i cittadini. Non è quindi un caso che oggi in Romagna i cooperatori di Legacoop siano, nelle diverse forme, oltre 330.000, su circa 1.200.000 cittadini. Ed è anche la chiave di lettura con la quale oggi stiamo provando ad a rontare le s de del momento, come quelle determinate dalla rivoluzione digitale e dalla s da climatica. Perché crescere serve se aiuta ad a rontare meglio problemi ed opportunità.

intervista a › Mauro Neri

“Le incertezze mondiali non aiutano le cooperative” Le imprese si “salvano” in quanto ben patrimonializzate

Le coop so rono delle problematiche di tutte le imprese in questo momento storico. E Confcooperative risponde sia con una maggiore attenzione a livello di consulenza sia con una riorganizzazione che porta a minori costi per le imprese. E dopo i vantaggi seguiti all’uni cazione tra le province di Ravenna-Rimini con ForlìCesena in Confcooperative Romagna, a novembre partirà il progetto Confcooperative Romagna-Estense, che coinvolgerà anche le coop attive nella provincia di Ferrara. “Un passaggio – spiega il presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri - che va nella direzione di o rire maggiori servizi abbattendo i costi di associazione. E a novembre nirà anche il mio periodo di presidenza. Come si dice in questi casi, largo ai giovani, come è giusto che sia dopo 10 anni di presidenza”.

Nasce il progetto Romagna Estense con l’aggregazione dell’area ferrarese
Mauro Neri, presidente Confcooperative Romagna

Presidente Neri, come stanno andando le cooperative aderenti a Confcooperative?

Vanno come sta andando il mondo. Stiamo attraversando una fase piena di incertezze e questo non fa bene all’economia e alle imprese, quelle cooperative incluse. Avremmo, come tutte le imprese, necessità di programmare e invece tra dazi, guerre, costo dell’energia che sale e scende di continuo, è davvero di cile perché è il mondo globalizzato ad essere andato in crisi. Detto questo, che è un problema comune, le coop so rono in particolare su alcuni aspetti.

Quali?

Innanzitutto la carenza di personale, sia specializzato, in particolare, sia non, che è trasversale a tutti i settori. Per il resto il sistema economico che sta alla base di Confcooperative e molto resiliente e si adatta e se non è in crisi è perché sta mettendo in gioco la patrimonializzazione che ha e che ha costruito negli anni passati. Per ora resistiamo, ma se la crisi si prolunga passeremo anche noi gravi di coltà.

E guardando ai singoli settori?

Nel campo agricolo dobbiamo fronteggiare il cambiamento climatico e un green deal Ue che abbattendo i pesticidi in modo ideologico ci sta mettendo in grave di coltà. Poi negli ultimi 5 anni è successo di tutto, dalle alluvioni alla siccità passando per le gelate e un comparto che no a 10 anni fa era redditizio oggi sconta davvero una grande dicoltà a far quadrare i conti.

Il sociale come se la cava?

In questo settore il problema della mancanza di personale è drammatico su tutti fronti dagli Oss ai medici passando dagli infermieri, anche in ragione di una errata programmazione dei fabbisogni professionali a livello sia centrale sia locale. Il risultato è che le nostre cooperative stanno andando a cercare all’estero i lavoratori, dall’Africa all’Asia cercando anche di iniziare la formazione in loco. E poi, quando arrivano, c’è il problema della casa. Le coop più strutturate cercano di costruire appartamenti per i loro dipendenti. Del resto con posti letto che arrivano a costare no a 400 euro al mese si fa fatica ad arrivare a ne mese con stipendi di base. La stessa di coltà la si incontra anche nella logistica e nei servizi, con i camionisti che sono diventati pressoché introvabili.

E l’edilizia come se la cava?

In questi ultimi mesi il lavoro sta calando. Del resto, la

bolla speculativa del superbonus aveva drogato il mercato. Purtroppo, nito il superbonus, i prezzi delle materie di base sono rimasti altissimi e costruire e vendere non è cosa semplice. Il mercato ne sta risentendo in maniera signi cativa.

E poi c’è il problema delle zone interne della sub regione Romagna…

Quello è un grosso problema. Dopo l’alluvione e le frane, in certe aree il terremoto ha dato il colpo di grazia. Penso alla val Tramazzo, a Tredozio in particolare, ma anche alla vallata del Montone e a Rocca san Casciano. Famiglie e attività commerciali sono in grossa di coltà così come i camion che devono portate le merci e superare, da Castrocaro a San Benedetto in Alpe, ben 7 semafori. Sono territori agonizzanti e in crisi profonda per cui occorre trovare rapidamente una via di uscita, pena lo spopolamento totale e irreversibile.

A proposito di Romagna, a livello istituzionale l’aggregazione tra le province, un vostro cavallo di battaglia, arranca. Come se ne esce?

A livello istituzionale, è vero, le cose sono ferme anche se alcune aggregazioni sono state fatte, come per esempio nei servizi sanitari e nei trasporti e, parzialmente, per le Camere di Commercio. Sono percorsi lunghi e la nostra ammella della speranza non si è spenta. Da parte nostra,

come organizzazione, siamo soddisfatti dell’aggregazioni tra le realtà di Ravenna-Rimini e Forlì-Cesena. Abbiamo

garantito costi di associazione più bassi, migliore rappresentanza e servizi più e cienti. E quindi non ci fermiamo.

Nel senso?

Nel senso che a novembre, in assemblea, allargheremo il nostro campo di azione alla provincia di Ferrara e alle 600 coop dell’area Romagna si aggiungeranno le circa 90 attive nel ferrarese. Io lascerò dopo 10 anni e in anticipo rispetto alla scadenza naturale, il mio mandato per fare largo ai giovani e avviare una nuova fase. Resta la soddisfazione di aver avviato l’aggregazione a livello Romagna, aver dati rappresentanza al nostro mondo facendo anche diminuire le quote contributive alle aziende. Tutto è rincarato, l’adesione a Confcooperative no.

Come costituire una nuova cooperativa

Lo sta messo a disposizione da Confcooperative

Lo sta dedicato allo Sportello Nuova Impresa è coordinato da Pierpaolo Baroni, funzionario di Confcooperative Romagna, ed è composto da tre riferimenti territoriali: Francesco Strocchi per la provincia di ForlìCesena, Simone Righi per la provincia di Ravenna e Giacomo Giorgi per la provincia di Rimini. La condizione minima alla base della nascita di una nuova impresa è avere un’idea che possa contare su di un mercato di riferimento e che sia quindi realizzabile e

sostenibile nel medio-periodo. Per costituire una cooperativa i soci devono essere almeno tre. Non è previsto un valore minimo di capitale sociale e la quota di ogni socio non può essere inferiore a 25 euro né superiore a 100.000 euro.

Il primo passo per costituire una nuova impresa cooperativa è un incontro conoscitivo informale con il team di Confcooperative Romagna dove si valuta il progetto per stabilire se ci sono le basi per costruire un’impresa.

Se il progetto è ritenuto sostenibile, Confcooperative Romagna accompagna gratuitamente i soci in tutte le fasi successive che comprendono: supporto per la realizzazione del business plan, creazione dello statuto e dei regolamenti, assistenza per ogni adempimento no all’atto notarile di costituzione della nuova impresa. Successivamente Confcooperative Romagna mette a disposizione, sempre gratuitamente, un periodo di a ancamento e monitoraggio della nuova impresa.

“Unica” di Unipol: l’innovazione assicurativa che mette la persona al centro

In un contesto dove tutto è in continua evoluzione, anche Unipol si distingue ancora una volta lanciando “Unica”, un nuovo prodotto modulare e essibile pensato per rispondere in modo personalizzato ai bisogni di protezione a seconda delle diverse necessità di ognuno. In un momento storico in cui salute, sicurezza e serenità economica sono sempre più al centro delle preoccupazioni familiari, Unica rappresenta una risposta concreta e all’avanguardia.

Un nuovo modo di pensare all’assicurazione

“Unica” non è solo una polizza, ma una piattaforma integrata di soluzioni assicurative che coprono in modo integrato e personalizzabile, i principali ambiti della vita quotidiana: salute, casa, mobilità, infortuni, animali domestici e viaggi. Il tutto attraverso un unico contratto, con la possibilità di attivare o modi care i moduli nel tempo, seguendo la famiglia, le persone nei diversi aspetti e nell’ evolversi della vita familiare.

Flessibilità e centralità del cliente

Il vero punto di forza di “Unica” è la personalizzazione: ogni cliente può costruire la propria copertura scegliendo tra diversi livelli di protezione e combinando i moduli in base al proprio stile di vita. Sempre nell’ottica di essere vicina al cliente in qualsiasi momento, “Unica” è la prima polizza Unipol nativamente omnicanale: potendo infatti il cliente, grazie a un’interfaccia digitale intuitiva, gestire la propria posizione assicurativa in piena libertà tramite sito e app. Questo conferma la volontà di Unipol

di essere all’avanguardia anche rispetto ai suoi competitor.

Tecnologia e servizi a valore aggiunto

Unipol, sempre un passo avanti.

“Unica” integra anche una serie di servizi innovativi, tra cui assistenza digitale, videoconsulti medici, supporto per la gestione dei sinistri completamente online e, per chi attiva la componente salute, l’accesso a strutture sanitarie convenzionate con tari e agevolate. Unipol continua così a perseguire la sua missione di prossimità e a dabilità, coniugando la solidità di uno dei maggiori gruppi assicurativi italiani con la capacità di innovare, ascoltare e rispondere ai reali bisogni delle persone.

Conclusione

Con “Unica”, Unipol, ride nisce il concetto di assicurazione, proiettandolo nel futuro: più vicina, più semplice, più su misura. Una soluzione che non si limita a coprire i rischi, ma che accompagna i clienti in un percorso di benessere e tranquillità quotidiana. Perché proteggersi oggi non è solo una scelta di sicurezza, ma anche di libertà.

Via Faentina, 106 Ravenna

Tel 0544 282111

www.assicoop.it/romagnafutura

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intervista a › Renato Lelli

“Ci difendiamo in un mondo che cambia, ma nascono poche coop” Penalizzanti le carenze di personale e il gap infrastrutturale romagnolo

“Bisogna resistere, ma in Romagna ci difendiamo bene anche se manca il personale, il territorio è fragile e il ricambio generazionale molto lento”. Renato Lelli, componente della presidenza nazionale di Agci e vicepresidente vicario di Agci EmiliaRomagna analizza la condizioni delle cooperative targate Agci.

Qual è lo stato di salute delle imprese cooperative aderenti ad Agci?

Il ricambio generazionale prosegue troppo lentamente

Oggi la parola d’ordine è resistere. Siamo in una fase storica di profondi e rapidi cambiamenti. Con di coltà di tutti a leggere ed interpretare il futuro. Le condizioni sono tali per cui quello che appare certo oggi non è più valido domattina. Basta guardare solo agli scenari internazionali a dir poco preoccupanti. Devo dire però che per quanto riguarda le cooperative che fanno capo alla nostra associazione di tutela e rappresentanza e che operano in Romagna al momento ci si difende. Non vi sono di erenze signi cative rispetto al passato. I dati ci dicono che però da tempo non nascono più nuove cooperative. E questo in un area dove il modello cooperativo ha sempre trovato terreno fertile di sviluppo.

Renato Lelli, componente della presidenza nazionale di Agci e vicepresidente vicario Agci Emilia-Romagna

Com’è la situazione andando nei singoli comparti?

Elemento comune a tutti i settori è oggi la di coltà a reperire personale. Questo aspetto assume carattere di vera e propria emergenza nei servizi socio sanitari, ove ad una tipologia di lavoro faticoso e poco attrattivo si unisce la di coltà a vedersi riconosciuti gli aumenti salariali frutto dei rinnovi contrattuali. Edilizia ed ambiente hanno bene ciato dei vari bonus e dei lavori legati agli eventi alluvionali che hanno interessato il nostro territorio. Stanno sparendo tante delle micro imprese (non cooperative) nate per e etto del superbonus. I servizi invece dipendono molto dalla tipologia e dal settore in cui operano.

L’agricoltura appare in forte crisi. Come se ne esce?

È un comparto in forte so erenza. Alle avversità atmosferiche (eventi alluvionali, gelate tardive, frane, siccità, trombe d’aria) si aggiunge una congiuntura decisamente negativa per quantità prodotte e prezzi riconosciuti dal mercato; marginalità ridotta anche dagli aumenti di materie prime

e trasporti. Inoltre per la Romagna non si parla solo del settore primario (legato alla produzione) ma anche delle attività di trasformazione e lavorazione. Elemento forte delle nostre produzioni è la qualità dei prodotti ma anche ambientale e sociale. Sono elementi da valorizzare ulteriormente, assieme alla necessità di garantire investimenti che aiutino il sistema, potenziamento della ricerca di sistemi innovativi, favorire le aggregazioni tra imprese e sviluppo dei bacini di raccolta ed uso delle acque con utilizzo di nuove tecnologie a basso consumo.

Cosa chiede Agci alla politica regionale per valorizzare la Romagna?

Tre cose: mettere in sicurezza l’intero territorio in maniera tale da ricreare ducia e tranquillità in cittadini ed imprese. Con il rigassi catore di Ravenna abbiamo garantito la copertura del fabbisogno di gas ma l’obbiettivo deve essere quello di una auto-produzione energetica che limiti i costi. L’alloggio è diventato una vera e propria emergenza anche nei centri minori e la soluzione non può che derivare da politiche nazionali ma politiche di rigenerazione urbana, norme urbanistiche che facilitino il cambio d’uso di spazi idonei devono essere messi in atto anche dalla Regione. Non dimenticando i ritardi infrastrutturali (nodo viario di Bologna, Adriatica, potenziamento FS BolognaRimini) che ci penalizzano e che possono essere anche aiutati da una Romagna più unita.

Che futuro vede per le imprese cooperative?

Partendo dall’assunto che il modello sociale che abbiamo costruito in Italia nel tempo rischia di non essere più sostenibile se chi guida il Paese non fa scelte coraggiose per far crescere l’economia e creare ricchezza – e questo può avve-

nire solo creando maggiore integrazione politica in ambito europeo – una parte importante la può giocare un modello economico dove solidarietà, inclusione, equità e responsabilità sociale sono valori fondanti. Non tutte le attività ed i contesti territoriali sono di interesse per società che hanno uno scopo prevalentemente speculativo e legato al pro tto. Le cooperative che hanno tra i principi fondanti mutualità e bene comune, proprio per la loro natura sono state e rimangono fondamentali anche nella società di domani.

Come sta avvenendo il ricambio generazionale nelle coop?

Troppo lentamente. D’altra parte in Italia come certicato dall’Istat la popolazione residente è scesa sotto i 59 milioni, con un calo per il decimo anno consecutivo, dovuto principalmente ad un crollo delle nascite (370.000 nel 2024, il 35% in meno rispetto al 2008). Oggi non sempre è facile la coesistenza tra generazioni con mentalità diverse. Ci sono però alcuni risultati incoraggianti. Qui diventa essenziale il nostro ruolo come associazione di rappresentanza, nel fare capire che il ricambio è essenziale, anche pensando ad un’organizzazione che segni un cambio di passo e di modello rispetto a quella n qui maturata.

Tra 10 anni che mondo cooperativo avremo?

Resisteranno le imprese o il declino avrà la meglio?

Possiamo pensare ad una società perfetta, senza squilibri e disuguaglianze, ma è pura utopia. Il progresso e le macchine sostituiranno l’uomo in tante attività, ma spazi nuovi si apriranno. I cambiamenti generano sempre un’opportunità straordinaria per l’innovazione e la cooperazione deve saper prima capire e poi cogliere le chance favorevoli. Sinora la cooperazione è sempre stata presente e funzionante contribuendo in maniera decisiva – sulla base dei principi valoriali che ne sono la base - a o rire soluzioni concrete che difendevano in primis le fasce più deboli. Sono certo che anche domani sarà così. Dove c’è più cooperazione esiste il benessere di uso.

L’ortofrutta made in Italy

Da 65 anni sulla scena nazionale ed europea.

12 stabilimenti di produzione e 12 centri di ritiro e stoccaggio.

Specializzazione sui principali prodotti ortofrutticoli italiani.

Una produzione di oltre 128.000 tonnellate di ortofrutta fresca.

Adozione dei sistemi di “produzione integrata” per oltre il 70% della produzione.

Leader nel settore della “produzione biologica”.

Apofruit Italia è socia del Consorzio Patata Italiana di Qualità, proprietario del marchio Selenella®
Apofruit Italia è socia di Dulcis Kiwifruit Company proprietaria del marchio Dulcis™

Agroalimentare, le coop in campo per oltre 3,5 miliardi

L’emergenza climatica condiziona un settore chiave dell’economia

Agroalimentare fondamentale per le coop della Romagna. Secondo i dati riferiti ai bilanci 2023, gli ultimi analizzati in via ufciale da parte sua, Legacoop Romagna associa 73 imprese del comparto agroalimentare che contano 21.400 soci (21.600 nel 2022) e hanno nell’insieme un valore della produzione di 2,1 miliardi di euro, stabile sul 2022. L’occupazione totale è di 7.700 addetti, in linea con l’anno precedente.

Per il 90% delle imprese ricavi in crescita

Le grandi coop vanno meglio delle piccole

“Si tratta di dati – spiega Federico Morgagni, responsabile del settore agroalimentare di Legacoop Romagna - che indicano un’importante tenuta della liera, a maggior ragione dato che si riferiscono all’annata 2023, nel corso della quale la maggioranza delle cooperative agroalimentari romagnole ha subito danni gravi, o addirittura gravissimi, a seguito dall’alluvione, con l’allagamento di migliaia di ettari di terreni, la perdita di imponenti quantitativi di produzioni (soprattutto sementiere, ortofrutticole e vitivinicole) e le conseguenze derivanti da raccolti mancati o signi cativamente inferiori alle previsioni. Ciò anche alla luce del fatto che no

ad oggi le imprese hanno ricevuto ristori dal Governo in misura insu ciente rispetto all’ammontare dei danni subiti”.

Scendendo nel dettaglio, il maggior numero di imprese (33) fa parte dellaliera della trasformazione, che annovera 14.700 soci, 6.200 occupati e un valore della produzione di 1,8 miliardi. Seguono le imprese della liera agricola tout court: 30 cooperative, per un totale di 5.600 soci, 1.400 occupati e 203 milioni di euro di valore della produzione (tutti i dati sono in lieve incremento sul 2022 ma il valore della produzione è in aumento del 13%).

In ne la liera della pesca: 10 imprese per 1000 soci, 70 occupati e 27 milioni di valore della produzione.

Pesano le incertezze sui mercati

“La nostra ultima rilevazione, risalente a inizio 2025, restituisce l’immagine – continua Morgagni - di un sistema di imprese preoccupato dalla forte incertezza dei mercati e della debole crescita economica del nostro Paese e dell’intera area Ue. I dazi, le guerre commerciali, i con itti in Ucraina e in Me-

dio Oriente rappresentano incognite di particolare gravità soprattutto per le cooperative vocate all’export, ma tutte le imprese subiscono le conseguenze della stagnazione dei consumi interni. In ogni caso quasi il 90% delle imprese dellaliera agroalimentare prevede che il bilancio 2024 si chiuderà con un incremento del proprio valore della produzione, a conferma della capacità di ripresa del settore dopo i colpi dell’alluvione. A mostrare i segnali più positivi sono le cooperative di grandi dimensioni, seguite a ruota da quelle di medie dimensioni”.

Poco ottimistiche sono invece le previsioni sull’andamento 2025: per l’80% delle imprese sarà un’annata di stagnazione dell’intero sistema Paese, in particolare a causa del calo della domanda. Fra le preoccupazioni più rilevanti, il 60% delle imprese indica la di coltà a reperire manodopera e gure professionali, una criticità che si trascina ormai da anni senza che nessuna misura sia stata adottata dal Governo per porre rimedio, né sul fronte della formazione né dei ussi migratori.

“A tal proposito – precisa Morgagni - è opportuno sottolineare che da un’altra ricerca del nostro u cio studi, recentemente presentata, risulta che nell’anno 2024 le cooperative di Legacoop Romagna del comparto agroalimentare hanno e ettuato 2.400 nuove assunzioni e prevedono di e ettuarne altre 1.300 per l’anno corrente. Tornando alle preoccupazioni per il 2025, 4 imprese su 10 paventano una diminuzione della crescita economica. Seguono i timori legati alla stagnazione dei consumi e quelli connessi al cambiamento climatico. Rispetto alla rilevazione precedente, di inizio 2024, si è invece attenuata la preoccupazione per il costo del denaro e la spesa per l’energia”. Nonostante le di coltà legate al contesto generale, le im-

prese sono comunque intenzionate a fare investimenti, in particolare nell’ammodernamento tecnologico. Ben il 78% delle cooperative agroalimentari di Legacoop prevede di realizzare interventi in questa direzione nel corso del 2025.

In pieno sviluppo il comparto agroalimentare di Confcooperative Romagna. Dopo un 2024 segnato da eventi climatici estremi, tensioni geopolitiche e instabilità dei mercati internazionali, le cooperative agroalimentari associate a Confcooperative Romagna hanno avviato un percorso di resilienza e trasformazione, con segnali di assestamento in alcuni settori e di ripresa in altri. nel 2024, le cooperative agroalimentari del settore agricolo associate a Confcooperative Romagna, attive nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, hanno generato un valore della produzione stimato in circa 1,4 miliardi di euro, con una crescita media del fatturato del +4% rispetto al 2023, secondo i dati presentati nelle assemblee territoriali 2024.

“Nel complesso, lo scenario economico del 2024 e inizio 2025 ha continuato – spiega Riccardo Nascé, Responsabile FedAgri Pesca della Confcooperative Romagna - a oscillare tra segnali di ripresa e incertezze di fondo, condizionato da dinamiche internazionali instabili, in azione persistente, uttuazione dei costi energetici e tensioni geopolitiche (in particolare in Medio Oriente e nell’Est Europa) che hanno in uenzato l’intera liera agroalimentare italiana, ma le cooperative agroalimentari associate hanno dimostrato una notevole capacità di resilienza e adattamento”. Le cooperative agroalimentari di Confcooperative Romagna a rontano il 2025 con una visione condivisa: fronteggiare l’incertezza di questo periodo storico puntando su qualità, sostenibilità a 360° e coesione sociale. “L’integrazione delleliere, il radicamento territoriale e la governance cooperativa

Federico Morgagni, responsabile settore agroalimentare Legacoop Romagna
Riccardo Nascé, Responsabile FedAgri Pesca Confcooperative Romagna

– conclude Nascé - si confermano fattori distintivi rispetto ad altri modelli produttivi, in grado di generare impatto economico, occupazionale e ambientale positivo per i territori dove insistono le realtà cooperative. Con il sostegno delle giuste politiche europee, nazionali e regionali si prevede che le cooperative agroalimentari romagnole riusciranno non solo a consolidare la propria posizione, ma anche a guidare la transizione agro ecologica dell’intero comparto”.

Settore avicolo

Nel 2024 la produzione di carne bianca da parte delle principali cooperative romagnole ha registrato un incremento della produzione di circa +4%, con un fatturato di settore che ha fatto registrare un incremento rispetto al 2023 di circa +2,5%. Questo risultato è stato sostenuto non solo da mirate ed e caci strategie commerciali ma anche da un aumento dei volumi reso possibile grazie a investimenti signi cativi nella liera integrata che hanno rafforzato la competitività delle cooperative del settore. Per il 2025 si prevede una crescita moderata con consolidamento della domanda domestica e uno sguardo prudente ai mercati esteri.

Settore ortofrutticolo

Il comparto ortofrutticolo fresco, prendendo a riferimento la produzione 2024 delle principali cooperative romagnole, ha totalizzato una raccolta di circa 197.000 tonnellate di frutta e ortaggi, registrando un recupero rispetto al 2023 segnato dagli eventi alluvionali. Il fatturato complessivo del comparto ha segnato una crescita di circa +9% rispetto all’anno precedente, sostenuta dal miglioramento della resa produttiva e dall’ampliamento dei canali di vendita, in particolare nella GDO nazionale e nei mercati del Nord Europa. Il segmento dei prodotti ortofrutticoli trasformati e surgelati ha evidenziato performance positive. Nel 2024, le vendite nel canale retail hanno registrato un aumento di circa il 4,8% in volume, mentre il settore HoReCa ha visto una crescita di circa il 4%.

Per il 2025, si prevede una graduale ripresa del settore ortofrutticolo romagnolo. Gli investimenti in tecnologie agricole resilienti e strategie di adattamento ai cambiamenti climatici dovrebbero sostenere un incremento della produzione.

Tuttavia, la persistente incertezza legata alle condizioni climatiche e alla disponibilità di manodopera quali cata rappresenta una s da continua per il settore.

Settore vitivinicolo

Nel 2024 le cooperative vitivinicole associate hanno raccolto circa un -4% di uva rispetto al 2023 a causa di condizioni climatiche meno favorevoli. Nonostante la essione nei volumi, il fatturato del settore è cresciuto di circa un 2,5%, grazie alla maggiore valorizzazione dei vini imbottigliati e all’aumento delle vendite sui mercati esteri. Le esportazioni sono salite di circa un 6%, con buone performance in Europa e Nord America. Per il 2025 si prevede una ripresa della produzione (+3%) e un’ulteriore crescita del fatturato prevista tra il +2% e il +3%, trainata dalla domanda di vini di qualità, biologici e sostenibili, ma preoccupa il contesto economico internazionale ancora instabile. Le cooperative continueranno a investire in tecnologie innovative e in pratiche agricole sostenibili, al ne di a rontare le s de climatiche e di mercato. L’obiettivo è consolidare la presenza nei mercati internazionali e valorizzare ulteriormente le produzioni locali attraverso una liera integrata e orientata all’eccellenza.

Settore lattiero-caseario

Nel 2024 sono stati raccolti oltre 7 milioni di litri di latte, di cui 4,7 milioni trasformati internamente, con un aumento di circa 200.000 litri rispetto all’anno precedente. Il fatturato ha raggiunto i 21,5 milioni di euro, garantendo ai soci un prezzo del latte superiore alla media nazionale. I prodotti caseari hanno ottenuto riconoscimenti di portata nazionale, a conferma dell’impegno nella valorizzazione delle produzioni locali e della qualità. Il 2025 vedrà un consolidamento della presenza sul mercato nazionale e ulteriori investimenti inliera corta e trasformazione ad alto valore

Fruttagel regge in un mercato “stanco”

Ricavi a 156 milioni per l’azienda di Alfonsine

Il mercato non corre ma Fruttagel tiene il passo. Il fatturato 2024 dell’azienda di Alfonsine - specializzata nella lavorazione di frutta fresca per la produzione di succhi di frutta, surgelati, passate di pomodoro, cereali e legumi in scatola grazie al lavoro di oltre 800 addetti tra Alfonsine e Larino (Campobasso) - si è attestato a 156 milioni di euro, e tale risultato si conferma equivalente all’esercizio 2023 (circa un milione in più) come è emerso dall’assemblea della società che si è tenuta ieri. Complessivamente il business si ripartisce così: 36% di succhi di frutta, bevande frutta, bevande vegetali e tè; 46% di ortaggi surgelati; il 16% derivati del pomodoro. Nel 2024, il mercato italiano dei derivati del pomodoro, dei succhi e delle bevande a base di frutta, delle verdure surgelate e delle bevande vegetali ha continuato ad essere inuenzato da diversi fattori economici e geopolitici, tra cui la guerra in Ucraina. Questo ha in uenzato le abitudini di consumo delle famiglie italiane, che hanno dovuto a rontare una maggiore spesa per beni essenziali, potenzialmente riducendo l’acquisto di prodotti considerati meno indispensabili. Tuttavia, segmenti come le bevande vegetali e le verdure surgelate hanno mostrato una crescita sostenuta, indicando una tendenza verso scelte alimentari percepite come più salutari e sostenibili. Questo mercato, come altri comparti alimentari, è sempre più interessato dai trend legati al benessere e al salu-

tismo. Proprio in relazione a questo, il segmento “senza zuccheri aggiunti”, “zero zuccheri aggiunti” e “free from” e “rich from” è l’unico che mostra performance positive a discapito delle formulazioni standard. “In questa logica, oltre alla proposta di bevande di frutta di erenziate per target a nostri marchi proprietari Almaverde Bio e Il Giardino dei Sapori, abbiamo sviluppato – spiega il presidente di Fruttagel Stanislao Fabbrino - anche la proposta a marchio del distributore. Così pur con volumi in calo del 6% abbiamo fatto registrare un aumento del +6% a valore”.

Anche i vegetali surgelati e le specialità salate hanno evidenziato una crescita nei consumi domestici, rispettivamente del +0,5% e del +2,4%. Questa dinamica rispecchia il cambiamento nei ritmi di vita degli italiani, che cercano soluzioni alimentari veloci ma di qualità, senza rinunciare al gusto e all’equilibrio nutrizionale. Il fatturato di Fruttagel conferma questo trend con un + 4% a valore e volume rispetto al 2023.

Per Fruttagel il settore del surgelato ha un peso importante nel fuori casa del 35% del totale del fatturato attraverso i propri marchi e a marchio del distributore, con un incremento del 8% a valore.

Il fatturato biologico Fruttagel 2024, pari a 36,7 milioni si mantiene stabile nel retail e in crescita nel canale fuori casa rispetto il precedente esercizio e pesa circa il 24% del proprio fatturato totale.

Stanislao Giuseppe Fabbrino, presidente e amministratore delegato Fruttagel

Snoopy Casa aiuta l’edilizia sociale

Oltre mille gli alloggi realizzati in circa 60 interventi Possibile sia la vendita sia la locazione agevolata

“Snoopy Casa Scrl è una cooperativa di abitazione costituita nel 1976 e aderisce alla Confederazione Cooperative Italiane tramite Confcooperative di Ravenna. Inizialmente la cooperativa operava del comprensorio ravennate ed oggi, dopo avere incorporato per fusioni altre cooperative di abitazione aderenti a Confcooperative, opera in tutta la provincia di Ravenna (ma si estenderà anche alla provincia di Rimini) realizzando interventi di edilizia sociale. Lo scopo primario della cooperativa è infatti quello di fornire un servizio ai propri soci per soddisfarne la richiesta di alloggi in proprietà o in locazione a soggetti che faticano ad accedere al mercato “ordinario”. Sono oltre 1000 gli alloggi realizzati e assegnati a partire dal 1980 nell’ambito di oltre 60 interventi realizzati che hanno portato all’assegnazione di 150 alloggi, assegnati in locazione permanente o a termine, e alla realizzazione di due

interventi per anziani. Snoopy Casa in oltre un trentennio di attività si è posta all’attenzione delle istituzioni per la sua esperienza maturata nella realizzazione di interventi di edilizia sociale e per il servizio di qualità prestato ai propri soci. Il percorso della cooperativa si concentra nella valorizzazione degli scopi cooperativistici con particolare attenzione ai valori umani e sociali e ha realizzato importanti interventi di restauro in edi ci del centro storico di Ravenna, Russi e Bagnacavallo contribuendo alla valorizzazione di questi luoghi. Ha realizzato edi ci nei Peep di Ravenna e periferia, e nei Comuni di Faenza, Lugo, Cervia, Russi, Cotignola e Bagnacavallo.

“Attualmente - spiega Giacomo Vici, presidente di Snoopy Casa e direttore generale del Consorzio Solco – abbiamo in corso di avanzata progettazione, con avvio dei cantieri tra settembre e ottobre prossimi, due interventi con 12

appartamenti a Ravenna, sei in vendita e sei in locazione , e 34 a Torre Pedrera con 7 spazi in locazione e 27 in vendita dopo aver terminato il progetto di Solarolo con ancora 4 villette acquistabili”. Si tratta di immobili ad alta e cienza energetica ma ad un costo calmierato che si aggira, per la vendita, intorno ai 1800 euro al metro quadro e per la locazione tra i 400 e i 500 euro al mese per strutture di circa 90 metri quadrati. Si tratta, in ogni caso di interventi della cooperativa, di immobili realizzati nell’ambito dei progetti di edilizia sociale residenziale grazie a bandi pubblici che comportano alcune limitazioni sia all’accesso (occorre essere soci della cooperativa (è su ciente recarsi presso gli u ci della cooperativa, compilare la domanda di iscrizione e successivamente all’approvazione dell’ammissione da parte del Cda effettuare il versamento della quota sociale dell’importo di 30 euro oltre alla tassa di ammissione di 20 euro) e alla successiva cessione degli stessi. “I nostri interventi – spiega Vici – vanno nella direzione di dare risposta all’esigenza di chi non riesce ad accedere al mercato ordinario ma anche alle coop che hanno necessità di o rire la possibilità dell’alloggio ai propri collaboratori. In questo senso, abbiamo dato casa a 4 nuclei di infermieri che lavorano per il Consorzio Solco”.

SNOOPY CASA

Via Pirano, 26 Ravenna Tel. 0544 423745

www.snoopycasa.it

Giacomo Vici, presidente di Snoopy Casa

Terremerse è una cooperativa multi liera dell’agroalimentare con una propria sezione O.P. Ortofrutta, unica in Italia per dimensioni e caratteristiche. Grazie a una struttura organizzativa originale, che con gura un modello cooperativo unitario e allo stesso tempo diversi cato, Terremerse interpreta da oltre 100 anni l’evoluzione della domanda del mercato per orientare le produzioni verso le innovazioni delle agroforniture, della ricerca e sviluppo, dell’Impiantistica e irrigazione, dei cerealproteici, dell’ortofrutta, delle carni, o rendo servizi integrati a soci e clienti.

Attualmente la Cooperativa è costituita da oltre 5.600 soci cooperatori e sovventori e conta più di 65 consulenti e tecnici agricoli e circa 400 dipendenti ssi e avventizi, con un fatturato consolidato nel 2024 di oltre 302 milioni a livello di gruppo.

Da sempre Terremersepresidente Marco Casalini e direttore generale Emilio Sabatini - crede in una sostenibilità “a tutto campo”, capace di abbracciare tutela ambientale e attenzione sociale, sviluppo economico e innovazione. Un obiettivo da raggiungere con scelte concrete e condivise: dall’utilizzo virtuoso delle tecnologie più evolute alla selezione degli agrofarmaci di nuova generazione, per aumentare la produttività nella tutela dell’equilibrio ambientale, esaltare la qualità delle colture e premiare il lavoro dei nostri soci. Per Terremerse l’eco-e cienza è una promessa da man-

Terremerse,

con Agronomica assistenza in campo

Consulenza mirata alle aziende contro patogeni e crisi climatica

tenere giorno dopo giorno, per rendere ogni prodotto agricolo un bene comune e fondamentale, sempre accessibile a tutti. È questo il grande impegno di tutti. E lo è in particolare per Agronomica, una piattaforma completa che integra diversi Dss (Decision support system), con modelli previsionali sempre aggiornati, per la gestione razionale delle colture, attraverso sensori di monitoraggio microclimatico, Dss difesa, irrigazione, nutrizione e dati satellitari, con un approccio essibile e personalizzato. I modelli di agronomica nascono dalla collaborazione fra ingegneri e toiatri esperti, per questo sono ben a dabili. Di fatto, Agronomica è un servizio di Terremerse a cui lavorano stabilmente due persone a ancate da tecnici e operatori che seguono l’installazione della sensoristica. “Partendo dai dati ambientali e climatici - spiega Gianfranco Pradolesi, responsabile Ricerca e sviluppo di Terremerse - facciamo girare dei modelli che riescono a prevedere le aggressioni da parte di insetti, funghi e batteri tenendo anche conto della temperatura e dell’umidità. Su questa base possiamo consigliare il momento migliore dei trattamenti ad esempio per contrastare la peronospera”. Attualmente le aziende seguite da Agronomica sono 140 tra socie e clienti e l’obiettivo è quello di ampliare il servizio. “Siamo partiti dalla vite e dalla sua gestione ma ora ci siamo estesi alle avversità su pomacee, kiwi, pomodori e cereali. Adesso stiamo studiando il nocciolo e a breve ci concentreremo sulle drupacee e le cipolle. Tutte colture molto interessanti per Terremerse che è l’unica coop di servizi e assistenza in campo in Italia. Poi ci occupiamo anche di impiantistica in campo”. Si può accedere alle info in tempo reale da pc o qualsiasi dispositivo mobile e prendere la decisione giusta al momento giusto. Il concetto fondante di Agronomica è questo: fornire delle informazioni direttamente legate alla speci cità aziendale per i principali aspetti della tecnica di coltivazione. Quindi non riproporre delle informazioni generaliste che si possono trovare sulle riviste del settore, ma fornire informazioni di supporto alle decisioni speci che per l’azienda collegata. La chiave di volta per fornire tale supporto è poter disporre dei dati di monitoraggio agroclimatico aziendale grazie alle stazioni meteo e a sensori ad hoc, integrate dal monitoraggio delle colture operato dall’azienda e dal tecnico di campagna della Cooperativa.

Emilio Sabatini, direttore generale Terremerse
Marco Casalini, presidente Terremerse
Gianfranco Pradolesi, responsabile ricerca e sviluppo Terremerse
Agrintesa,

conti in crescita verso i 400 milioni

È un bilancio solido e in crescita quello presentato da Agrintesa, relati- Ag vo all’esercizio 2023-2024, e approvato all’unanimità dalle assemblee separate dei soci. Un risultato ancora più importante perché riferito ad un’annata segnata da eventi climatici estremi che hanno impattato con violenza su diversi areali dove la cooperativa è attiva, dalle gelate primaverili alle alluvioni di maggio 2023: uno scenario

che ha visto i conferimenti ortofrutticoli registrare un -37% rispetto all’anno precedente e quelli vitivinicoli chiudere a +7% (ma sempre al di sotto delle medie storiche della cooperativa). Nonostante tali criticità, il valore della produzione di Agrintesa nel 2023 ha superato i 373 milioni di euro nel bilancio consolidato, con un utile di esercizio consolidato a quota 2 milioni. Cresce anche il patrimonio netto della cooperativa, indice che ne conferma la solidità, che raggiunge i 142 milioni di euro. Intanto, in attesa dei conti 2024-2025 che verranno resi noti ad ottobre, nel corso dell’evento «Connessioni, voci di liera visioni di futuro» organizzato dal Gruppo Alegra nel contesto di Macfrut, Agrintesa, il direttore generale Cristian Moretti ha anticipato un fatturato da 400 milioni di euro e l’avvio di confronto con Fruit Modena Group per l’ingresso della cooperativa in Agrintesa. Nel frattempo, le assemblee straordinarie dei soci e quella dei delegati hanno approvato all’unanimità l’operazione che dal 1° giugno 2025 ha portato Ortolani Cofri, cooperativa già socia della OP di Apo Conerpo e di Conserve Italia, ad essere parte in-

tegrante di Agrintesa. Si conclude così il percorso di fusione per incorporazione della storica realtà imolese, fondata nel 1893 e profondamente radicata nel territorio, in Agrintesa, cooperativa leader nazionale del comparto ortofrutticolo e vitivinicolo. Oltre un centinaio di produttori romagnoli, con un catasto complessivo superiore ai 300 ettari di frutteti entreranno a fare parte della base sociale di Agrintesa che assorbirà anche i dipendenti della realtà imolese.

“Già nell’autunno scorso – commenta Aristide Castellari, presidente di Agrintesa – Ortolani Cofri aveva espresso la volontà di avviare una collaborazione per la gestione delle produzioni della campagna autunno-invernale. Da quel momento è iniziato un confronto che ha condotto, nei mesi successivi, alla denizione di un progetto di fusione condiviso e oggi pienamente approvato dai soci di entrambe le cooperative. La base produttiva di Ortolani Cofri farà parte di un sistema strutturato, in grado di o rire garanzie di continuità, opportunità di sviluppo e un ampio ventaglio di proposte produttive. Per Agrintesa si tratta di un’operazione nel solco di quell’aggregazione virtuosa che è parte del nostro Dna, in linea con quanto realizzato in questi anni ma signi ca, al tempo stesso, ra orzare la nostra presenza sul territorio imolese, accogliendo aziende agricole che condividono la nostra visione e i nostri valori, con l’obiettivo di generare nuove sinergie e creare sempre più valore per il prodotto dei nostri soci”.

Assorbita la Ortolani Cofri di Imola
Cristian Moretti, direttore generale Agrintesa
Aristide Castellari, presidente Agrintesa
ph. Shutterstock

Apofruit Italia, da 65 anni tutta la forza dell’ortofrutta made in Italy

Oltre 4.500 soci con 2 milioni di quintali di prodotti conferiti

Era il 17 febbraio 1960 quando a Cesena, dove oggi si trova ancora la sede principale, un gruppo di imprenditori ortofrutticoli diede vita alla Cof, acronimo di Cooperativa ortofrutticoltori. Già allora, questa iniziativa fu percepita come un’esperienza lungimirante. Il mondo cooperativo stava infatti muovendo i suoi primi passi in un’Italia attraversata dal boom economico, e la soluzione adottata si rivelerà molto feconda di tante conseguenze positive. Ma nessuno, nemmeno allora, avrebbe immaginato che quella giovane aggregazione tra frutticoltori romagnoli sarebbe diventata una delle più importanti realtà produttive a livello nazionale.

L’evoluzione della coop

Bilancio consolidato a 320 milioni di euro – al lavoro 250 dipendenti ssi e oltre 2.000 collaboratori stagionali

Fino all’inizio degli Anni Novanta del secolo scorso, del resto, la Cof conserva una forte vocazione territoriale, identi can-

dosi esclusivamente con l’areale romagnolo e proponendosi sul mercato con alcune di quelle eccellenze che hanno contribuito alla ricchezza e all’identità di questa terra: la frutta estiva, come fragole, pesche, nettarine, albicocche, susine e alcune altre colture. Sorge poi, nel 1991, l’esigenza di adeguarsi alle mutate condizioni economiche e alle dinamiche di un mercato in forte cambiamento. Siamo infatti agli albori della rivoluzione digitale quando una nuova intuizione vincente fa compiere un ulteriore passo decisivo. Cof si fonde infatti con altre cooperative della zona, Cobar, Cofa e Agrosole. Dall’operazione, il 28 febbraio 1991 nasce Apofruit. Sono gli anni in cui, in molte aziende, si inizia a parlare delle opportunità di “fare sistema” e dell’importanza di aggregarsi, in vista anche di quello che stava succedendo a livello transnazionale. Soltanto l’anno dopo, infatti, nel 1992, il

AR.CO. LAVORI, L’ESPERIENZA DI 400 SOCI AL SERVIZIO DEL TERRITORIO

Ar.Co. Lavori è un consorzio ravennate di imprese artigiane che opera da oltre 25 anni su tutto il territorio nazionale ed estero. Oggi rappresenta una delle realtà consortili più importanti nel panorama italiano, con un portafoglio lavori che ha superato i 500 milioni di euro, e più di 400 soci su tutto il territorio: di cui oltre 200 in Emilia-Romagna e di questi un centinaio nella sola provincia di Ravenna.

Ar.Co Lavori ha sempre interpretato il proprio ruolo di realtà consortile consentendo a decine di piccole aziende locali di accedere a mercati altrimenti preclusi e relazionandosi ed attivando sinergie con i diversi soggetti collettivi e di rappresentanza territoriali; e ha maturato negli anni rilevanti collaborazioni con prestigiosi partner pubblici e privati, operando nell’ambito industriale, nella sanità e nelle strutture assistenziali in genere, nell’edilizia residenziale pubblica e privata, in complessi direzionali e commerciali, a ancando multiutilities nella gestione di acquedotti, fognature, reti di gas metano, di bra ottica, di telecomunicazioni e utenze in genere, spesso diventando soggetto promotore di riquali cazioni e nuove costruzioni di strutture ad uso prevalentemente pubblico.

Gli ultimi anni sono stati anni di ulteriore consolidamento per il Consorzio, sia in ambito regionale sia nazionale.

AR.CO. Lavori S.C.C. Via Argirocastro, 15 Ravenna Tel. 0544 453853 www.arcolavori.com

Trattato di Maastricht vara l’unione economica e monetaria europea. Si gettano insomma le basi anche per la moneta unica, con tutto ciò che ne conseguirà dal punto di vista commerciale. Il processo aggregativo continua e nel 1995 Apofruit incorpora la Poa, altra importante cooperativa del cesenate.

La

svolta

degli anni 2000

All’inizio degli anni Duemila, i tempi sono ormai maturi per compiere un altro importante passo in avanti. Corre infatti il 2003 quando Apofruit, dopo aver incorporato nel 2002 la cooperativa Terre Bolognesi di Altedo, ingloba altre cooperative ortofrutticole oltre i con ni regionali e, il 23 dicembre di quello stesso anno, prende vita l’attuale società, che sancisce anche nel nome le nuove dimensioni e la propria “vision”: Apofruit Italia. Nello speci co, in tale occasione, Apofruit incorpora la Cooperativa Vael di Aprilia (LT), la Cooperativa Metapontina, con numerosi soci e terreni in Basilicata, e Generalfruit, una cooperativa ravennate che già aveva soci nella medesima regione, gettando così le basi per quello che è oggi il gran-

de stabilimento di lavorazione di Scanzano Jonico, vero e proprio hub ortofrutticolo per il sud Italia. Nel 2007 viene incorporata Agra-Aiproco di Vignola (MO). In seguito, la dimensione nazionale si ra orza ulteriormente: nel 2008, infatti, Apofruit Italia arriva anche in terra siciliana, grazie all’acquisizione della cooperativa “Risorgimento” di Donnalucata, in provincia di Ragusa, consolidando in questo modo un rapporto iniziato anni prima con areali di produzione che hanno permesso di allungare i calendari di raccolta delle produzioni e consolidare la presenza sui mercati. Il paniere dell’o erta, di conseguenza, si completa ulteriormente, aggiungendo numerose referenze oggi fondamentali, come il kiwi (sia verde sia giallo), gli ortaggi, la patata, gli agrumi, le mele e le già citate fragole. Al ne di valorizzare il paniere dell’offerta inizia un percorso che prevede un’importante politica di Marca con il lancio nel 2000 del marchio Almaverde Bio che contraddistingue le produzioni biologiche di Apofruit e nel 2009 del marchio Solarelli, che contraddistingue l’ortofrutta di qualità esclusivamente Italiana. In ne, da non

Ernesto Fornari Direttore Generale Gruppo Apofruit e Mirco Zanotti Presidente Apofruit Italia

dimenticare, tra il 2015 e il 2020, un altro paio di importanti operazioni Se le esperienze delle fusioni con altre cooperative sono ormai concluse, si aggiunge l’acquisizione, da parte di Apofruit Italia, del ramo d’azienda “Ortofrutta fresca” della Cooperativa romagnola Terremerse e l’aggregazione con la società cesenate Piraccini Secondo, con conseguente ingresso dei produttori in Apofruit.

I numeri di Aprofruit

Oggi, a 65 anni dalla sua fondazione, Apofruit Italia è una realtà di riferimento a livello internazionale per il comparto ortofrutticolo, fortemente radicata nei territori della Penisola più vocati dal punto di vista ortofrutticolo. L’offerta della cooperativa proviene infatti da un areale che si estende dal Trentino alla Sicilia, passando ovviamente per Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria, solo per citare alcune delle principali regioni di appartenenza della base sociale. Apofruit Italia, peraltro, ha raggiunto l’assetto attuale in piena salute, dimostrando anno dopo anno una grande capacità di adattarsi alle mutate condizioni economiche e sociali. Se infatti, nel passato, sono stati raggiunti picchi anche di 4.500 soci e di 2 milioni di quintali di conferimenti di prodotto ortofrutticoli, da qualche tempo Apofruit Italia si è consolidata su 2.750 soci e un potenziale di conferimento su 1,5 milioni di quintali. Una tenuta quindi, soprattutto in termini di volumi, che è glia della forte evoluzione attraversata negli ultimi trent’anni dall’agricoltura italiana, dove le piccole – medie aziende a dimensione familiare tendono man mano a ridursi, per lasciare spazio a realtà, magari aggregative, di dimensioni nettamente maggiori. E i numeri che dimostrano quanto Apofruit Italia sia oggi

una cooperativa fortemente proiettata verso il futuro, si presentano in tutta la loro evidenza: il valore medio della produzione è di 245 milioni di euro, il bilancio consolidato arriva a una media di 320 milioni di euro. Sono 250 i dipendenti ssi, cui si aggiungono oltre 2.000 collaboratori stagionali. Gli stabilimenti operativi ammontano a 8 in Emilia-Romagna, 1 ad Aprilia, 1 a Guidonia (presso l’ortomercato di Roma), 1 a Scanzano Jonico e 1 a Donnalucata. La commercializzazione di prodotti ortofrutticoli oggi rimane al 60% sul mercato nazionale, mentre il restante 40% è destinato all’estero (in particolare il 32% in Europa e l’8% Oltremare).

La svolta sempre più bio Confermando lo spirito pioneristico che l’ha contraddistinta negli anni, Apofruit Italia ha anche una forte vocazione per il biologico, che oggi rappresenta il 25% della sua produzione e il 30% del fatturato. Con l’obiettivo di mantenere alto il livello della propria competitività, Apofruit Italia oggi controlla o partecipa in diverse società: Canova, costituita nel 1997, commercializza prodotti biologici con il marchio Almaverde Bio e controlla a sua volta anche le società Vivi Toscano, Canova France e Canova España. Inoltre, per il convenzionale, il marchio Piraccini si rivolge ai mercati generali e Mediterraneo Group è la società consortile che associa imprese altamente specializzate, autonome nella gestione, operanti nelle aree produttive italiane a maggiore vocazione ortofrutticola.

immagini da apofruit.it

Coop sociali strette tra accreditamenti e contratti

Katia Gulino (Confcooperative): la Regione riconosca gli aumenti

“Se vogliamo continuare ad esistere e ad operare dobbiamo diventare più forti sul piano imprenditoriale; già oggi le piccole realtà stanno scomparendo e abbiamo grossi problemi di tenuta”. Katia Gulino, responsabile Federsolidarietà e Federazione Sanità di Confcooperative Romagna, guarda con una certa preoccupazione al futuro del settore stretto tra contrattazione con i dipendenti sempre più complessa, il di cile percorso di accreditamento e imprese poco capitalizzate e quindi con una tenuta economica sempre più a rischio. Centrale per il settore è il tema del rinnovo del sistema dell’accreditamento regionale. “La situazione è complessa – spiega Gulino – perché la Regione non sa se andare avanti con la propria normativa dopo gli interventi legislativi a livello nazionale. Così come siamo in attesa che la Regione riconosca il nuovo contratto di servizio e gli aumenti ssati per il 2025”. Intanto le coop sociali sono sempre più radicate sui territori e sono in pista per servizi innovativi sul tema, in particolare, della disabilità e dell’au-

Senza adeguamenti mancheranno i fondi per pagare gli stipendi

tismo “ma i riconoscimenti –spiega Gulino – non sempre corrispondono agli sforzi fatti dalle stesse cooperative”. Da parte loro le imprese so rono dell’ormai cronico problema della sottocapitalizzazione “e se la Regione non riconosce subito gli aumenti concordati molte realtà non avranno i denari su cienti per pagare gli stipendi”, spiega Gulino. Che sottolinea anche il diverso “occhio” con cui le coop e gli enti pubblici guardano al settore. “Da parte del mondo pubblico resta centrale il servizio – spiega Gulino - e la sua erogazione mentre da parte loro le coop sociali guardano a nuove forme di gestione e di collaborazione, spacchettando le diverse esigenze in gioco. Uno sforzo che non sempre viene riconosciuto”. Una cosa che vale soprattutto per il cosiddetto “dopo di noi”. “Le famiglie – chiarisce Katia Gulino – sono molto preoccupate di quel che può succedere ai loro cari una volta che venga la possibilità di assistenza da parte dei genitori e tocchiamo con mano tutti i giorni un problema che invece il pubblico fatica a riconoscere”.

I contratti dei dipendenti

Katia Gulino, responsabile Federsolidarietà e Federazione Sanità Confcooperative Romagna

Sullo sfondo poi resta il grosso problema dei contratti con i dipendenti. La nuova legge sugli appalti impone contratti di erenziati per comparto a seconda dei singoli settori in cui la coop opera. Un obbligo che complica di molto la vita alle coop e che rende troppo onerosa la prestazione di lavoro. Per quel che riguarda il problema abitativo Legacoop nazionale scende in campo con un Piano decennale da 4,9 miliardi (al netto dell’Iva) per la realizzazione di 20mila abitazioni di circa 70/80 metri quadrati ciascuna per dare una casa in a tto a prezzi calmierati alle fasce deboli della popolazione. È questa la proposta di Legacoop Abitanti, elaborata in collaborazione con Area Proxima (società che si occupa di sviluppo territoriale ed è specializzata in ricerche e studi di fattibilità tecnico-economica), per contribuire a rispondere all’emergenza abitativa che colpisce ampie fasce di cittadini, soprattutto nelle grandi aree urbane, in piena coerenza con le linee guida recentemente de nite dall’Unione Europea. Si tratta in pratica di un modello di partenariato pubblico-privato che prevede l’attivazione di azioni e strumenti nanziari speci ci sostenuti da risorse pubbliche e private, nazionali ed europee. In questo panorama un ruolo fondamentale lo giocherebbe la Banca Europea degli Investimenti, cui la Commissione Ue ha a dato il mandato di sviluppare una piattaforma nanziaria pan-europea sull’housing sociale. Più realisticamente, oggi, le coop di abitazioni aderenti a Confcooperative scendono in campo con 5 progetti nanziati dai bandi della Regione Emilia-Romagna che vanno da Rimini a Ravenna e prevedono la realizzazione di 30 appartamenti di cui i primi saranno pronti nel 2027. Si tratta per la gran parte di residenze abitative agevolate; le restanti potranno essere date in locazione a dipendenti a canoni agevolati.

Legacoop Romagna, le “sociali” valgono 331 milioni di ricavi

Al lavoro in 47 realtà

6.500 soci e 5.434 occupati

L’andamento dei bilanci 2024 delle cooperative sociali aderenti a Legacoop Romagna è positivo. Un dato importante, che consolida una crescita progressiva registrata anche nel triennio precedente: dal 2021 al 2023, infatti, il fatturato del settore era cresciuto del 12%. Le cooperative sociali Legacoop Romagna sono 47, hanno 6.500 soci, 5.434 occupati e un valore della produzione pari a 331 milioni. In attesa dei dati aggregati che saranno elaborati nel corso dell’estate (i bilanci sono appena stati approvati dalle assemblee dei soci), possiamo già a ermare con assoluta certezza che, nel reggere l’urto delle complessità organizzative del 2024, le cooperative sociali hanno dato dimostrazione di grande solidità, sia nanziaria che gestionale. Non è poco, se pensiamo che lo scorso anno è stato caratterizzato da una serie di accadimenti particolarmente complessi ed impattanti.

Un rinnovo “pesante”

Innanzitutto, il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, intercorso a partire dal 1° febbraio. Un rinnovo che determinerà alla ne del 2025 un aumento superiore al 14%, di cui oltre l’8% riconosciuti al 31 dicembre. Incrementi sacrosanti per le lavoratrici e per i lavoratori del settore, ma non pienamente riconosciuti dalle stazioni appaltanti e dagli enti pubblici committenti, nonostante la presenza di un dettame normativo che obbligherebbe, invece, alla presa in carico degli aumenti.

Si aggiunga la preoccupazione sulla forza del contratto di lavoro e sulla capacità del settore di riuscirne a valorizzare pienamente l’applicazione, anche nei settori merceologici di erenti in cui le cooperative sociali di tipo B, ovvero di inserimento lavorativo di persone con disabilità e fragilità sociali, normalmente lavorano. Il riferimento è alle recenti pronunce della giurisprudenza che indicano alle imprese

la necessità di prendere a riferimento in termini applicativi contratti merceologici non di settore, ma a erenti alle diverse tipologie di attività svolte (come i servizi ambientali, solo per fare un esempio). Un bel problema, con un impatto negativo, in primo luogo, sull’identità e l’autonomia della cooperazione sociale di tipo B, nel panorama imprenditoriale complessivo.

carenze di personale, con conseguenti “chiamate di massa”, dei sistemi pubblici ospedalieri e scolastici.

Un welfare da ra orzare

Il personale che non si trova

Ma non è nita: tenuto conto del macro-problema legato alla di coltà di reperire personale, che colpisce il 40% delle cooperative di Legacoop Romagna ed è un problema di rilevanza nazionale, le cooperative sociali sono probabilmente fra quelle che so rono di più. In particolare, le imprese che realizzano servizi per le persone e, a tal ne, impiegano lavoratori che devono essere in possesso di un titolo, come educatori, operatori socio-sanitari e infermieri.

Figure divenute quasi introvabili, a causa di una combinazione complicata di fattori, fra cui il divario sempre più accentuato fra il sistema della formazione e quello delle imprese, l’accentuata mobilità dei lavoratori e le

Eppure, in un territorio come quello romagnolo, in cui gli indici elevati di qualità della vita sono determinati storicamente, in larghissima parte, dalla qualità e quantità dei servizi di welfare, di indebolire i soggetti gestori espressione della cooperazione sociale, non possiamo di certo permettercelo. Soprattutto con una prospettiva di invecchiamento così signi cativa come quella che ci riguardaconfermandosi l’EmiliaRomagna come una delle aree più anziane del continente europeo - e una necessità sempre più urgente di implementare numero e tipologia dei servizi per la non-autosu cienza. Al nostro welfare serve uno sguardo nuovo e la s da vera sarà quella di riuscire a guardare al futuro dei servizi con la modalità che ci ha visto costruire il virtuoso sistema emilianoromagnolo nei decenni passati: pubblico e privato insieme, con gli stessi valori e i medesimi obiettivi.

Simona Benedetti Coordinatrice attività sindacale Legacoop Romagna
Simona Benedetti, Coordinatrice attività sindacale Legacoop Romagna

Credito cooperativo, 9 le Bcc in campo

La raccolta in crescita supera i 17,5 miliardi – Oltre 151mila i soci

Secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2024, il sistema del Credito Cooperativo dell’Emilia-Romagna (9 in tutto le banche cooperative, ripartite nei due gruppi Iccrea e Cassa Centrale) nell’esercizio 2024 ha visto la raccolta diretta registrare un incremento del 4,15%, raggiungendo i 17.569 milioni di euro, mentre gli impieghi sono aumentati del 2,61%, arrivando a 13.895 milioni. Cresce anche la base sociale, che supera la soglia dei 151mila soci (+2,22%), così come il numero dei dipendenti (diventati 2.855, +0,39%). Restano inoltre stabili, a quota 346, gli sportelli attivi sul territorio regionale, in controtendenza rispetto al resto del sistema bancario che, invece, vede il numero in contrazione. In ne, si conferma il trend di consolidamento del livello di patrimonializzazione e si registra un contenuto livelli di rischi degli attivi.

Dalla BCC Ravennate Forlivese Imolese in 3 anni 30 milioni distribuiti sul territorio in bene cenza e solidarietà

Una delle maggiori realtà cooperative dell’area è la BCC Ravennate Forlivese Imolese (Iccrea) che il 3 maggio scorso ha tenuto la sua Assemblea ordinaria che ha approvato il bilancio d’esercizio 2024 e rinnovato gli organi sociali. Grande è stata l’adesione da parte dei soci, tantissimi anche i giovani, che dimostra l’attenzione della base sociale alla vita della cooperativa. Nella prima seduta del Consiglio di Amministrazione Giuseppe Gambi è stato rieletto Presidente all’unanimità. Il Presidente ha così commentato i risultati: “Ringraziamo gli oltre 40.000 Soci per la ducia riservata alla nostra cooperativa di credito. LA BCC è sempre stata a anco del suo territorio, sia in condizioni ordinarie, sia di emergenza ambientale. L’ha fatto sia prima che dopo le alluvioni del 2023 e del 2024. I contributi di solidarietà e bene cenza al territorio e i riconoscimenti in termini di

bene t, dividendi e rivalutazione a favore dei Soci hanno infatti superato complessivamente la cifra record di oltre 30 milioni di euro negli ultimi tre anni”.

A anco del territorio

LA BCC è sempre stata a anco del suo territorio, sia in condizioni ordinarie, sia di emergenza ambientale. L’ha fatto sia prima che dopo le alluvioni del 2023 e del 2024. I contributi di solidarietà e bene cenza al territorio e i riconoscimenti in termini di bene t, dividendi e rivalutazione a favore dei Soci hanno infatti superato complessivamente la cifra record di oltre 30 milioni di euro negli ultimi tre anni. “Ra orzare il territorio, sia da un punto di vista economico, che sociale, rappresenta – ha detto Gambi - un obiettivo imprescindibile per continuare a crescere assieme ai nostri Soci e clienti. Sono state oltre 3.000 le iniziative sostenute in questo triennio, partendo dalla scuola, ai giovani, allo sport, senza dimenticare il terzo settore con particolare attenzione a tutte le associazioni che si prendono cura delle persone”. Il forte sostegno al territorio è stato possibile grazie ad un solido bilancio. “Nel 2024 LA BCC ha conseguito un risultato estremamente positivo, con un utile che supera i 68,3 milioni di euro – ha dichiarato il direttore generale Gianluca Ceroni - a conferma della capacità reddituale della nostra Banca. LA BCC ha registrato un ulteriore ra orzamento del patrimonio di vigilanza che raggiunge i 595 milioni di euro, che rappresenta da sempre il principale elemento a tutela di soci e clienti”.

Si segnalano, inoltre, la raccolta totale di 7,2 miliardi di euro (+ 5,13% rispetto all’anno precedente) e 3,6 miliardi di euro di nanziamenti verso la clientela (+ 3,74%), dato

particolarmente rilevante in uno scenario in cui la maggior parte del sistema bancario ha rilevato valori negativi. Continua a crescere il prodotto bancario lordo che ha quasi raggiunto i 10,8 miliardi di euro (+ 4,66%), a conferma della ducia dimostrata negli anni da Soci e clienti. Nel corso del 2024, LA BCC ha confermato il sostegno alle imprese del territorio con 267 milioni di euro di mutui erogati.

Sono 2.804 i nuovi mutui casa concessi nell’anno, numero che rappresenta un ulteriore importante incremento rispetto ai dati, già in forte crescita, registrati negli esercizi precedenti; nel triennio, infatti, la banca ha sostenuto oltre 8.600 nuovi mutui casa. Il direttore generale ricorda che LA BCC ha confermato la massima attenzione al presidio sulla qualità del credito. La prudente gestione e gli interventi straordinari hanno permesso alla Banca di proseguire il percorso di miglioramento dell’incidenza del credito deteriorato netto, portandola allo 0,54%. Ha sottolineato come questi brillanti risultati siano stati ottenuti grazie all’impegno dei 641 collaboratori verso soci e clienti.

Inoltre, il consiglio di amministrazione ha proposto di distribuire parte dell’utile agli azionisti sotto forma di dividendo in misura del 4,2% e di destinare un’ulteriore quota a rivalutazione del capitale, in ragione del 0,8% del capitale sociale, per un totale di valorizzazione della quota sociale del 5%.

Giuseppe Gambi, presidente LA BCC
Gianluca Ceroni, direttore LA BCC

Dal 1974

Da oltre 45 anni Leader a Imola, Bologna, ForlìCesena e Ravenna nel settore dei traslochi industriali e civili. La Cooperativa si occupa anche di servizi per il sollevamento in quota con piattaforme aeree, noleggio gru e autogru con operatore, trasporto conto terzi (anche eccezionali) e movimentazioni industriali.

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RomagnaBanca riferimento per imprese e famiglie

Sportelli da Rimini a Ravenna per restare vicini al territorio

Professionalità, redditività, solidità e solidarietà: questi i quattro tratti distintivi che sintetizzano e rappresentano il bilancio di esercizio 2024 di RomagnaBanca (gruppo Cassa Centrale). L’Istituto chiude il 2024 con risultati solidi, confermando il suo ruolo di banca del territorio e punto di riferimento per famiglie, soci e piccole e medie imprese. Il patrimonio netto cresce in modo signi cativo, superando i 250 milioni di euro (+13%). Un risultato che conferma la solidità dell’Istituto, frutto di una gestione prudente, sostenibile e coerente con i valori del credito cooperativo. Inoltre il “common equity tier 1” che è l’indice che misura la solidità patrimoniale di una banca, noto come CET1 si attesta al 33%, oltre il doppio della media del sistema bancario italiano. Aumenta anche il numero dei clienti arrivato a ne 2024 a quota 51.693 unità. Un segnale di ducia da parte del territorio, che trova nell’Istituto un interlocutore a dabile. Sul fronte della rete, la Banca può contare oggi su 26 liali, nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna. RomagnaBanca archivia un 2024 positivo con un utile netto 30,5 milioni di euro, 313 milioni di nuovi di erogati, in particolare alle famiglie e alle piccole e medie imprese e oltre due milioni di euro del bilancio sono stati destinati da RomagnaBanca a iniziative di mutualità ai soci e solidarietà alla comunità, azioni concrete a sostegno di associazioni, scuole, progetti culturali, sanitari e sociali. “È da anni che RomagnaBanca si presenta con bilanci

Corrado Monti, presidente RomagnaBanca

Sandro Barducci, direttore generale RomagnaBanca

di tutto rispetto – a erma il presidente Corrado Monti – in posizione di eccellenza rispetto all’intero sistema bancario nazionale. Risultati di questo valore si traducono in vantaggi diretti e indiretti per le nostre comunità sia come supporto economico a imprese e famiglie, sia come sostegno ai vari enti no pro t, ai giovani e a tutto il territorio”. L’utile netto, pari a 30,5 milioni è anche frutto di una maggiore e cienza operativa e di una più elevata redditività del portafoglio titoli, senza penalizzazioni per la clientela. Per non dire che i 230 collaboratori, rappresentati per oltre la metà da donne e giovani, sono energia nuova e linfa per il futuro.

E, guardando al futuro, con l’attivazione su tutte leliali del servizio gratuito di prenotazione online PrenotaBanca, RomagnaBanca vuole al contempo permettere alla clientela di avere un canale digitale preferenziale per accedere alla consulenza in liale evitando così inutili attese in banca o al telefono. “Mentre molte banche chiudono le loroliali, la nostra banca sceglie di rimanere sul territorio vicina alle persone, convinta che il futuro della nanza non sia solo digitale, ma debba anche conservare un’anima umana e territoriale – spiega il direttore generale Sandro Barducci - e per questo RomagnaBanca sta continuando a investire molto nella formazione del personale per garantire gure professionali in grado di supportare famiglie e imprese con soluzioni su misura”.

dal 1939 al vostro servizio

Coop industriali, Ar.Co. lavori da record nel 2024

Valore della produzione oltre quota 400 milioni

A Ravenna, la costruzione e la gestione del Centro Nuoto “Gambi” del Comune, ovvero la nuova piscina; e i lavori di costruzione della nuova Stazione Marittima, da realizzare sulla banchina crociere di Porto Corsini e nelle aree demaniali adiacenti. Tre importanti lavori sono poi collegati ai Giochi Olimpici Milano-Cortina. Per il Consorzio Ar.Co. Lavori di Ravenna - oltre 500 soci e operatività in tutta Italia – dati record nel 2024. Il valore della produzione, infatti, ha superato i 400 milioni, livello mai raggiunto dal Consorzio nei suoi 25 anni di vita. In parallelo a ciò, si è deciso un robusto consolidamento nanziario, con la sottoscrizione di un aumento di capitale che porta il patrimonio netto a oltre 15 milioni, con un incremento del 13% rispetto all’esercizio 2023. Oltre al ra orzamento del capitale sociale, il Consorzio ha incrementato il valore massimale del deposito a garanzia e della quota garantita, portandolo da 18 a 22 milioni di euro. Un importo costituito al ne di tenere indenne Ar.Co. Lavori dai rischi assunti in ragione del proprio scopo sociale.

Dalla nuova piscina di Ravenna ai lavori per l’Olimpiade Milano-Cortina
Ar.Co Lavori

to delle disponibilità liquide che rafforza la sua capacità di far fronte agli impegni nanziari a breve termine. Il patrimonio netto ha registrato un incremento, indicando un ra orzamento della struttura patrimoniale e una maggiore solidità nanziaria”.

In ne, va sottolineato l’importante valore del portafoglio ordini, che oggi ha superato il miliardo di euro: di cui circa 400 milioni relativi ad opere connesse al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nel dettaglio, ecco alcuni dei principali lavori in corso.

Si tratta della ristrutturazione del padiglione “Codivilla” dell’ospedale di Cortina d’Ampezzo; della realizzazione del parcheggio interrato “Mottolino”, nel Comune di Livigno; e della ristrutturazione del “pentagono” e della “piastra-pagoda”, che saranno sedi delle Olimpiadi nel Comune di Bormio.

“Questi importanti risultati – sottolinea il direttore generale, Emiliano Battistini - scaturiscono dalla ducia riposta nel Consorzio da parte dei soci, che operano da un quarto di secolo sul territorio nazionale con impegno e dedizione, per la crescita economica e sociale dei territori coinvolti e dei loro abitanti”.

Da sottolineare, poi, che la liquidità del consorzio è migliorata signi cativamente, continua Battistini, “con un aumen-

Vanno in ne elencati, in varie parti d’Italia, diversi importanti lavori in ambito sanitario-ospedaliero. In primis, i lavori di riquali cazione dell’area Ospedale MaggiorePoliclinico Mangiagalli e Regina Elena di Milano. Sempre a Milano, la riquali cazione del padiglione “Antonini Rossini” per l’ampliamento dell’area emergenza e urgenza dell’ospedale Niguarda. Quindi il nuovo edi cio per la pediatria dell’Azienda Ospedale-Università di Padova; la nuova palazzina per ambulatori del policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna; e il nuovo fabbricato ospedaliero per le attività a erenti al dipartimento materno-infantile del Policlinico di Modena.

Emiliano Battistini, direttore generale

Copura, bilancio da record per la coop ravennate

Servizi, logistica e manutenzioni: utile a 6,5 milioni

Dalla pulizia alla logistica, dai servizi ospedalieri alla gestione dei fabbricati. Copura, coop ravennate attiva da 50 anni, chiude un 2024 con dati record e guarda con ducia al futuro avendo un grande problema: quello del reperimento del personale. E, se riuscirà a trovarlo, potrebbe arrivare un importante cliente nazionale nell’ambito sportivo. Un fatturato di quasi 44 milioni di euro (un milione in più rispetto all’anno precedente) che arriva a 100 milioni se si considera il bilancio consolidato che aggrega anche i risultati della società controllata Kineo Energy & Facility, attiva nei settori energia e manutenzione, e un utile di 6,5 milioni (erano 2,8 lo scorso anno), sono i dati che fotografano l’andamento del 2024 di Copura che opera nei settori delle pulizie, sani cazioni ospedaliera, logistica sanitaria, servizi per la ristorazione e per le scuole, servizi ambientali, energia e manutenzioni, logistica e facchinaggio, gestione magazzini e portierato. Dati molto positivi che hanno permesso l’attribuzione di un ristorno straordinario di circa una mensilità a ogni socio. “Copura si appresta a compiere mezzo secolo – ha spiegato in conferenza stampa il presidente Corrado Pirazzini – e questo, se da una parte ci inorgoglisce perché ci dimostra che abbiamo lavorato bene, dall’altra ci porta a interrogarci sul futuro della nostra cooperativa. Sappiamo che il mondo ha bisogno di azioni

L’azienda compie 50 anni e ha il problema di trovare personale
Copura

concrete sostenibili, quindi anche Copura dovrà ripensare sé stessa secondo questo assioma, che in parte ci ha già guidato in questi ultimi anni ma ora ancora di più si fa ineludibile”.

Il fatturato 2024 ha s orato i 44 milioni di euro, di cui quasi 17 per i servizi di pulizie sanità, 14 di pulizie civili, quasi 7 per trasporti di materiale sanitario e le restanti parti tra logistica e trasporti e servizi di igiene ambientale. Da sottolineare il fatto che l’80% del valore fatturato deriva da servizi forniti a enti pubblici e, il restante 20% si divide equamente tra clienti privati e mondo cooperativo. La fotogra a del 2024 vede circa 23 milioni di euro fatturati nella zona di Ravenna, 11 circa in Regione e il restante equamente suddiviso tra nord e sud Italia. “Quello che abbiamo presentato ai soci nella scorsa assemblea – dichiara il direttore Fabio Farina – è, come ogni anno da 50 anni, un bilancio in positivo. E quest’anno attribuiremo una mensilità in più ai nostri soci, perché senza di loro e il loro costante impegno, noi non saremmo la realtà che siamo diventati”. Gli occupati medi, ha spiegato la responsabile Ricerca e Sviluppo Silvia Parrucci, sono stati 1.290 (di cui 41 impiegati e il resto operai), tra loro quasi mille sono soci. La distribuzione di genere vede la predominanza femminile, con un 77% di donne, mentre i contratti a tempo indeterminato sono l’87% del totale.

Corrado Pirazzini, presidente

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n° 4 | anno 5 | giugno 2025

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