ENERGEO MAGAZINE - Anno XIII - Gennaio-Luglio 2020

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SUPPLEMENTO DALLE ALPI COZIE

LA VISIONE EUROPEA DEL FORTE CHABERTON, IL PIÙ ALTO D’EUROPA, QUOTA 3.130.

L’UNESCO POTRÀ RIUNIRE DUE LUOGHI SEPARATI DALL’ULTIMA GUERRA di Pierpaolo Bo

IL FASCINO DI UNO DEI CONFINI PIÙ CONTESI DELLA STORIA CHE È STATO QUELLO TRA LA FRANCIA DEI BORBONI E IL PIEMONTE DEI SAVOIA, RAPPRESENTATO DAL FORTE DI CHABERTON CHE VUOLE ESSERE TUTELATO DALL’UNESCO. LA BATTERIA DEL MONTE CHABERTON, UNA PAZZESCA SFIDA ALLA NATURA - E ALLA VICINA FRANCIA - CHE PER LA SUA COSTRUZIONE COSTÒ ENORMI FATICHE A MILITARI E CIVILI. GLI ARTIGLIERI FRANCESI COLPIRONO, CON MATEMATICA PRECISIONE, SEI DELLE SUE OTTO TORRETTE CHE NON ERANO CORAZZATE, UTILIZZANDO OBICI E MORTAI.

I

Il sistema di difesa sulla linea di confine con la Francia, dopo la fine della seconda guerra mondiale e i trattati di Parigi del 1947, con l’intero monte, venne, assegnato alla Francia. All’Italia venne concessa quella parte del forte edificata sul versante compreso dopo la linea di frontiera indicata dal displuvio secondo il principio che attribuisce «a ogni stato le acque che vi scorrono». L’area alpina venne così spartita secondo confini artificiosi detti poi «naturali». Il forte di Chaberton, che fu eretto proprio sulla cima del monte per la sua posizione strategica e la sua inaccessibilità, potrebbe diventare un simbolo di pace transnazionale esaltando i valori dell’UNESCO, per evidenziare la visione europea del Forte ( vedi art. pag. 33). Promedia, la Società a responsabilità limitata, di marketing territoriale che affianca EnerGeo Magazine nell’ideazione dei Progetti Speciali, ha avviato uno studio esplorativo per una possibile candidatura dei sistemi di difesa militari

alpini che in Piemonte vengono considerati un driver dal grande potenziale, per lo sviluppo delle Montagne Olimpiche e di tutte le Montagne Piemontesi (Alpi e Prealpi) (vedi intervista al vice Presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso pag.83). Sono comprese tutte le fortificazioni abbandonate da intere milizie che si lasciarono alle spalle, dopo la seconda guerra mondiale, sistemi militari d’altura, rimasti vulnerabili a lungo in balìa dei vandali e degli eventi atmosferici, abbandonati definitivamente dall’esercito. Si trovano non soltanto nella Val Chisone (Fortezza di Fenestrelle, la più lunga d’Europa) e Val Susa (il sistema difensivo di Exilles e il Forte Bramafan a Bardonecchia, due strutture che rispondono a logiche di difesa diverse) ma di tutta la Regione, fino al confine con la Liguria (Fortezza di Gavi) e i fortini e le casematte che costeggiano le Vie del Sale (Alpi Marittime), il Colle di Tenda e della Valle d’Aosta (Forte di Bard).

Il Forte Chaberton, quell’autentica corazzata fra le nuvole, che fungeva da gigantesca sentinella dei confini nazionali e poi ferita a morte dalle truppe francesi. 136 Gen-Lug 2020 EnergeoMagazine | Fatti, Storie e Persone del Territorio


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