LOCATION DEL MESE

SPECIALE PER MEETING PLANNER CORPORATE



GRAND HÔTEL BILLIA:
FASCINO BELLE EPOQUE
NEL CUORE DELLE ALPI
DESTINAZIONE DEL MESE
RIMINI, CITTÀ APERTA
AGLI EVENTI CON UN'OFFERTA
MICE A 360 GRADI










MAR-APR | 2025 numero 01












LOCATION DEL MESE
SPECIALE PER MEETING PLANNER CORPORATE
GRAND HÔTEL BILLIA:
FASCINO BELLE EPOQUE
NEL CUORE DELLE ALPI
DESTINAZIONE DEL MESE
RIMINI, CITTÀ APERTA
AGLI EVENTI CON UN'OFFERTA
MICE A 360 GRADI
MAR-APR | 2025 numero 01
/kaw·ruhs/ (noun):
a group of performers who, as a team, sing or dance together.
Crediamo nel CAMBIAMENTO come processo continuo di idee e azioni capaci di generare SCENARI e PROSPETTIVE che durino nel tempo.
Indichiamo nuove strade
Per vivere a pieno il nostro tempo oggi, mai come prima, servono PUNTI CARDINALI.
Agiamo diversamente perchè pensiamo diversamente
Crediamo nel valore umano, nel TALENTO CREATIVO, in una audience fatta di PERSONE e di clienti che chiamiamo PARTNER che con noi condividono un percorso.
Siamo visionari
PASSIONE, ricerca, curiosità e competenza sono i fari che ogni giorno guidano e illuminano il nostro lavoro.
Viviamo lo spirito del tempo
L’INNOVAZIONE è oggi, qui e ora. Il futuro nasce da ogni scelta e il CAMBIAMENTO richiede metodo: il nostro DNA.
Il mondo è nelle nostre mani
Prendercene cura condividendo tempo, spazio e idee non è una promessa ma un impegno, con l’obiettivo di consegnarlo ai GAME CHANGER di domani.
Le nostre idee nascono dall’ascolto
Crediamo che le RELAZIONI siano alla base delle IDEE, che non esistano voci fuori dal coro quando il coro è un incontro di unicità.
Perché da ogni voce può nascere un’idea.
Gli eventi più originali e creativi degli ultimi tempi, B2B e B2C, raccontati dagli addetti ai lavori
regole "matematiche" per organizzare gli eventi del comparto finanziario-assicurativo
Speciale Olimpiadi: le location e le destinazioni – che non sono solo Milano e Cortina –protagoniste dei Giochi
LA RIVISTA
DELLA MEETING INDUSTRY
Organo di consultazione per dirigenti, industrie, associazioni, ordini professionali, studi di pubbliche relazioni e di consulenza aziendale, agenzie di pubblicità, sindacati, partiti politici, organismi internazionali, agenzie di viaggio, ecc. Prezzo della copia: € 5,16 più spese di spedizione
DIRETTORE RESPONSABILE
Marco Biamonti
COORDINAMENTO EDITORIALE
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IMPAGINAZIONE E CONSULENZA GRAFICA
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SEGRETERIA DI REDAZIONE
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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Alessandra Boiardi, Teresa Chiodo, Simona Ciotti, Luca Corsi, Beatrice Elerdini, Rosanna Mortati, Rodolfo Musco, Emanuele Nasti, Francesca Pace, Riccardo Pistoia, Margherita Ruggiero, Paola Sabbatini, Mariangela Traficante, Stefania Vida
PROGETTO GRAFICO
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Fotolito e Stampa: Logo SpA, Borgoricco (PD)
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ANNO 53° - N. 1 marzo-aprile 2025
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Stiamo vivendo un momento storico permeato da negatività, incertezza e ansia. La situazione internazionale avrà ripercussioni sul nostro settore: bisogna essere pronti ad affrontare il futuro dei meeting professionali con consapevolezza e, soprattutto, con prudenza
MARCO BIAMONTI
direttore responsabile marco.biamonti@ediman.it
Le vicende inattese e imprevedibili che stanno emergendo dagli Stati Uniti stanno avendo un impatto planetario, Italia compresa.
In questo momento si respira un clima di negatività e quasi di paura. Uno scenario che potrebbe generare conseguenze rilevanti – e non positive – per il nostro settore:
• Possibile riduzione dei meeting internazionali: le persone tenderanno a restare nel proprio Paese, per prudenza o per scelta.
• Meno entusiasmo, meno empatia: il tono sereno e positivo che spesso caratterizza gli eventi potrebbe venire meno. In un clima di tensione, anche i rapporti professionali rischiano di diventare più freddi e distanti.
• Aumento della polarizzazione: si riduce la fiducia verso chi la pensa diversamente, e cresce l’isolamento.
A tutto ciò si aggiungono i possibili effetti economici: inflazione, recessione e conseguente impatto negativo sui budget e sugli investimenti.
Cosa fare, allora, in questo contesto dominato da incertezza, volatilità e ansia? Difficile dare indicazioni
univoche, ma una parola chiave sembra emergere con forza: prudenza. Ecco alcune linee guida:
• Progettare eventi con una forte “value proposition”: contenuti di valore, capaci di coinvolgere davvero. È il momento di proporre esperienze che “schiodino dalla sedia” le persone, oggi meno propense a partecipare.
• Rimanere su scala nazionale o europea, privilegiando hub facilmente raggiungibili.
• Evitare eventi “oceanici”, troppo dispendiosi in termini emotivi e organizzativi, poco compatibili con il clima attuale.
• Prenotare con anticipo, tutelandosi con clausole flessibili, in modo da evitare brutte sorprese.
• Prevedere soluzioni ibride o virtuali, per accogliere anche chi, per prudenza o difficoltà, non può o non vuole spostarsi.
Forse tutto si risolverà in una bolla di sapone – anche se non in tempi brevi – ma se davvero ci stiamo avvicinando a un “nuovo ordine mondiale”, ci vorrà tempo prima che il sistema trovi un nuovo equilibrio. E lungo la strada, potrebbero verificarsi scossoni significativi.
LUCA CORSI Internal Communication & Pr Manager Vorwerk Italia
…un
faro illumina meglio! Se fino a oggi abbiamo acceso i riflettori degli eventi per illuminare una notte, è tempo di trasformarli in un faro. Un punto di riferimento costante, che guidi le persone lungo un percorso di crescita e appartenenza
Dopo più di trent’anni nel mondo degli eventi aziendali, posso dirlo con certezza: nulla è rimasto com’era. Ho visto convention trasformarsi da semplici meeting con slide e dati di vendita a vere e proprie kermesse televisive, con ospiti, artisti e momenti spettacolari capaci di coinvolgere anche il partecipante più scettico. Ho visto viaggi incentive evolvere da meri premi-produzione – una gratificazione economica sotto forma di vacanza – a esperienze fuori catalogo, create per stupire, motivare, formare, rafforzare il senso di appartenenza e spingere a dare ancora di più. Ho visto il digitale entrare con prepotenza negli eventi, prima con i maxischermi e i video emozionali, poi con il second screen e i social network, che hanno rivoluzionato la partecipazione del pubblico, trasformando gli spettatori in protagonisti attivi, con interazioni in tempo reale, sondaggi live, sessioni di Q&A dinamiche e momenti di co-creazione.
Tutto questo ha reso gli eventi più immersivi, ma ha anche alzato le aspettative: oggi un evento che non preveda un coinvolgimento attivo rischia di essere percepito come obsoleto, monco delle dinamiche di partecipazione a cui siamo ormai abituati. Il mondo degli eventi, insomma, ha vissuto più di una rivoluzione. Eppure, siamo ancora ancorati a un’idea di fondo che rischia di castrarne l’efficacia potenziale. Perché ammettiamolo: alla fine continuiamo a pensare agli eventi come ai fuochi d’artificio. Un grande show, un’esplosione di emozioni e di energia… e poi? Poi torna il buio in sala, e si aspetta l’anno successivo per dare vita a un’altra edizione ancora più wow. Ma se invece di uno spettacolo pirotecnico, l’evento fosse un faro? Qualcosa che non si limita a brillare per un attimo, ma che sia anche capace di orientare, guidare e illuminare un percorso?
Se davvero le persone sono il centro di un’azienda, non pos-
siamo pensare di motivarle con una convention una volta all’anno e poi dimenticarle fino alla prossima edizione. Non possiamo immaginare di accendere il loro coinvolgimento con un singolo kick-off di prodotto o con un viaggio incentive ogni tanto. Se l’engagement è una priorità –e lo è – gli eventi non possono essere momenti isolati.
Non serve un evento, allora, serve un ecosistema di esperienze. Un percorso strutturato fatto di micro-eventi, roadshow, incontri digitali e fisici, esperienze continuative che tengano vivo il dialogo tra l’azienda e le persone.
E che siano supportate da una comunicazione interna costante – attraverso newsletter, house organ, strumenti di instant messaging –, perché la relazione tra l’azienda e i suoi collaboratori non può esaurirsi con un momento clou, ma deve proseguire giorno dopo giorno.
Un ecosistema di eventi ben progettato non solo accenderebbe
un’incredibile motivazione interna, ma diventerebbe anche una risorsa strategica per il recruiting. Perché un’azienda che sa coinvolgere e valorizzare i suoi dipendenti dall’interno, saprà anche attrarre i migliori talenti dall’esterno. Insomma, se fino a oggi abbiamo acceso i riflettori degli eventi per illuminare una notte, è tempo di trasformarli in un faro. Un punto di riferimento costante, che guidi le persone lungo un percorso di crescita, relazione e appartenenza.
Sulla carta, tutto questo è entusiasmante. Ma per farlo davvero serve una visione strategica forte, capace di tenere insieme i vari eventi con un fil-rouge coerente, che eviti di trasformare il tutto in una serie di iniziative scollegate. Solo chi ne sarà capace potrà ottenere risultati straordinari. Una sfida difficile, certo. Ma chi saprà affrontarla avrà tra le mani la chiave per rivoluzionare il mondo degli eventi. Ancora una volta!
EMANUELE NASTI General manager Htms International enasti@htmsinternational.com
MItassi arumquo maximi, si volor molupis et vel explibus ullaccus eosam voluptatus, ne is re porerep elecae moluptu reserfe rferci que num dem exerspe rsperit, non corrovide iduntio re
Governare l’AI significa abbracciare il cambiamento con intelligenza, integrando etica, sicurezza e innovazione in un approccio unificato, creando un ecosistema virtuoso e inclusivo, in cui ogni progetto possa esprimere la propria unicità
Si discute molto di Intelligenza Artificiale, una sfida che ci offre nuove opportunità da esplorare, ma anche moltissime spaventose incognite. Tuttavia, l’inarrestabile avanzata dell’AI non può essere ignorata solo per paura. Si tratta ormai di una realtà inarrestabile che si autoalimenta continuamente e che, proprio per questo, incute sensatissimi dubbi di carattere etico su temi particolarmente sensibili come le fake news o la privacy. Ma questo modello autogenerativo porterà inevitabilmente a uno sviluppo della tecnologia a una velocità mai vista prima. Ciò che oggi è rivoluzionario, fra un anno, sarà probabilmente obsoleto. Dunque, è fondamentale trasformare le incertezze in opportunità, sfruttando gli strumenti digitali per semplificare i processi e, magari, per creare barriere di sicurezza. La domanda più logica a questo punto sarebbe “come porsi di fronte all’AI”. Domanda sbagliata.
La questione, piuttosto, è trovare, al di fuori delle valutazioni generiche di cui sopra, il “perché”, definendo obiettivi concreti e il valore aggiunto che l’innovazione può apportare al nostro business. Governare l’AI significa abbracciare il cambiamento con intelligenza, integrando etica, sicurezza e innovazione in un approccio unificato, creando un ecosistema virtuoso e inclusivo, in cui ogni progetto possa esprimere la propria unicità. L’AI farà parte del nostro lavoro: facciamocene una ragione. Impegniamoci a integrarla in modo profondo e consapevole, superando le incertezze iniziali per sfruttarne appieno il potenziale. In un settore come il nostro, dove il cambiamento è all’ordine del giorno, governare la tecnologia con visione strategica e una buona dose di buon senso può fare la differenza tra restare indietro o diventare protagonisti del cambiamento.
Le applicazioni dell’AI nel mondo Mice sono già oggi sorprendenti: assistenti virtuali multilingue; sistemi di matchmaking capaci di connettere i partecipanti in base a interessi comuni; piattaforme in grado di personalizzare l’esperienza dell’evento attraverso l’analisi dei dati; strumenti per monitorare il mood in tempo reale; soluzioni di sicurezza basate sul riconoscimento facciale; traduzioni simultanee; algoritmi predittivi che ottimizzano la gestione degli spazi. L’AI non è più un semplice strumento tecnologico, ma un vero alleato strategico, capace di rivoluzionare ogni aspetto dell’organizzazione e della gestione degli eventi. Tuttavia, qui stiamo ancora sul “come”, mentre il “perché” risiede altrove. Storicamente, le agenzie Mice hanno abbandonato il loro ruolo di filtro per le richieste corporate, delegando non solo la logistica, ma persino la creatività del concept dell’evento alle Dmc. In que -
sto modo, pur interpretando perfettamente il loro fondamentale ruolo di attrattori della domanda, hanno perso credibilità presso fornitori esasperati da gare caratterizzate da un eccessivo numero di destinazioni e concorrenti, spesso prive di un filtro qualificato da parte delle agenzie stesse. Oggi, ci troviamo ad affrontare un nuovo contesto: le Dmc, un tempo partner bisognosi di business (soprattutto nella fase di ripresa post-Covid) e quindi pronte a condividere informazioni abbondanti e gratuite, si sono trasformate in fornitori selettivi, sempre più riluttanti a operare gratuitamente in gare caratterizzate da un numero esagerato di destinazioni e concorrenti.
Ed ecco il vero “perché”: l’AI può aiutarci a costruire una rete di protezione in grado di ripulire il mare magnum di briefing incompleti o insensati, restituendo alle agenzie il loro ruolo di filtro tecnico-creativo grazie alla sinergia tra intelligenza artificiale ed esperienza umana. L’AI può rendere possibile un circolo virtuoso di condivisione reale del business, evitando sprechi di tempo e rapporti di subordinazione in cui il fornitore si trova costretto a svolgere il lavoro del cliente. L’AI non va abbracciata senza riserve, ma non può nemmeno essere ignorata: va governata e messa al servizio di un nuovo modello di relazioni tra cliente e fornitore. Affidarsi alla tecnologia per gestire ciò che è oggettivo lascerà più spazio alla creatività e al valore dei rapporti personali. Questa è la grande contraddizione a cui tutti dobbiamo aspirare.
Nato da un accorto lavoro di recupero dell’edificio Belle Époque costruito da Stefano Billia nel 1908, il Grand Hôtel Billia coniuga oggi tradizione e modernità
Sospesi tra la maestosità della natura e la raffinatezza dell’arte architettonica, a 86 chilometri dall’aeroporto di Torino, a poco più di 150 dall’aeroporto internazionale di Milano Malpensa e di Ginevra, il Grand Hôtel Billia e il Parc Hotel Billia si stagliano sull’imponente quinta scenica di quattro delle cime più alte d’Europa: Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso, massicci che
conferiscono all’intera area un’atmosfera di esclusività unica. In questo contesto, la bellezza naturale del paesaggio si sposa perfettamente con l’eleganza senza tempo dello stile classico di inizio Novecento, integrato da sofisticati elementi di architettura moderna, su cui si innestano ambienti al contempo storici e all’avanguardia. Le due strutture costituiscono una vera e propria porta d’acces-
Il Grand Hôtel Billia – icona di un lusso senza tempo a Saint-Vincent,
Valle d’Aosta – con il Parc Hotel Billia e il Centro Congressi sono eredi di una tradizione centenaria nell’ospitare convegni, fin dal 1950
so privilegiata per raggiungere agevolmente i più bei complessi sciistici della regione. Entrambi gli hotel custodiscono un sapiente lavoro di recupero di edifici preesistenti. Nato da un accorto lavoro di recupero dell’edificio Belle Époque costruito da Stefano Billia nel 1908, il Grand Hôtel Billia oggi coniuga tradizione e modernità, declinando spazi del passato con soluzioni moderne e materiali tradizionali, dove la classicità dialoga con le ultime tendenze della tecnologia. Ritroviamo le caratteristiche dell’architettura Belle Époque nelle camere classic, deluxe, junior suite e suite. Situati nelle torri laterali della caratteristica facciata, si trovano i Wing Apartment, seducente esempio di eleganza d’antan, la presidential suite occupa la torre centrale della storica costruzione. Il Parc Hotel Billia nasce dal totale rinnovamento dell’ala aggiunta nel 1983 a servizio del Centro Congressi, fondendo arditamente il tradizionale stile alpino con un minimalismo moderno. Gli arredi delle camere presentano una gamma di colori neutri declinati in una palette di tinte naturali nel pieno rispetto dei materiali locali utilizzati.
MOMENTI CONVIVIALI
La sala ristorante La Grande Vue è resa speciale dalla vista sul parco secolare e le montagne circostanti; un ambiente intimo, perfetto per gustare piatti locali e nazionali, arricchito da una cantina a vista che invita a scoprire i sapori dei vini selezionati. Un elegante tavolo in marmo è l’ideale per momenti conviviali privati. La sala ristorante 1908 è lo scrigno della storia dell’Hotel, dove gli specchi d’epoca esaltano i colori delle accurate preparazioni dello chef.
Il salone banchetti Le Rascard Salon et Terrasse è uno spazio modulabile e luminoso, con terrazza esterna.
Il bar La Cheminée è un salotto perfetto per aperitivi post congress tra design e tradizione mentre La Vinothèque, il luogo dove le due strutture alberghiere si fondono, è una piccola enoteca, un ideale punto di ritrovo per degustare i vini della Valle d’Aosta. Protetto delle volte delle tradizionali cantine, il centro benessere dedica 1.700 metri quadrati alla cura di sé. Accoglie gli ospiti in un’atmosfera soffusa fra il rilassante mormorio dell’acqua delle vasche idromassaggio e della piscina interna.
Il Centro Congressi Billia è collegato direttamente con entrambe le strutture alberghiere. L’intero complesso offre così un’esperienza di soggiorno che combina l’eleganza storica con tocchi contemporanei e comfort moderni
IL TEMPO E LA STORIA
Il Grand Hôtel Billia aprì ufficialmente i battenti il 15 giugno 1908, frutto della visione e dell’impegno di Stefano Billia, che lo progettò come esempio di lusso e modernità all’avanguardia per l’epoca. Il suo obiettivo era creare un luogo simbolo della Belle Époque, in un periodo di grande fioritura culturale, artistica e architettonica, in cui l’eleganza e l’innovazione si intrecciavano armoniosamente. Ogni dettaglio del design e degli arredi del Grand Hôtel Billia rifletteva le tendenze estetiche dell’epoca, incentrate sulla bellezza opulenta e sulla grandiosità. Gli interni erano caratterizzati da decorazioni sontuose, finiture ricercate e una distribuzione degli spazi che conferiva a ciascun ambiente un senso di lusso senza pari. Il risultato restituiva un’esperienza di soggiorno che combinava comfort e raffinatezza in un’atmosfe -
ra unica. Gli ospiti che arrivavano al Grand Hôtel Billia, appena scesi dalle lussuose vetture, si trovavano immersi in un parco verdeggiante, arricchito da alberi secolari, viali curati e aiuole fiorite, tutto mantenuto in perfetto ordine dal meticoloso lavoro condotto da un esperto giardiniere. Al centro del parco, una maestosa piscina circolare, con un getto d’acqua che raggiungeva i cinquanta metri di altezza, aggiungeva un tocco di spettacolarità e magnificenza al luogo, rendendo l’atmosfera ancora più suggestiva. Diventato rapidamente punto di riferimento per l’élite dell’epoca, il Grand Hôtel Billia non era solo un simbolo di eleganza, ma anche un’oasi di benessere grazie alla sua posizione privilegiata, che permetteva agli ospiti di godere della bellezza mozzafiato delle montagne circostanti e dei benefici delle acque termali di Saint-Vincent.
SPAZI PER TUTTI
Integrandosi perfettamente con la storicità del Grand Hôtel Billia a Saint-Vincent, il centro congressi coniuga i più attuali standard di sicurezza alla massima funzionalità strutturale, offrendo un’accoglienza che si distingue per eleganza e professionalità. Dalla creazione alla progettazione, alla gestione, fino al post-evento, uno staff di professionisti garantisce un monitoraggio costante e una meticolosa cura di quei dettagli che sempre fanno la differenza nella riuscita di qualsiasi tipologia di evento. Il Centro Congressi Billia dispone di sette sale per un totale di oltre mille posti e più di 1.200 metri quadrati di spazio modulabile. Grazie a queste caratteristiche, è in grado di ospitare eventi di diverse dimensioni, dai congressi internazionali agli incontri aziendali, senza compromettere mai la qualità del servizio e il comfort degli ospiti.
La sala principale – con allestimento a teatro per 545 posti – rappresenta il fiore all’occhiello della struttura. Le finiture di pregio, come il parquet in rovere scuro a pavimento e i pannelli in tessuto alle pareti, fanno da contrappunto al particolarissimo controsoffitto in legno. Un sistema di tende motorizzate consente di utilizzare la sala parzialmente con una capienza di 301 poltrone.
L’assenza di vincoli architettonici della sala Monte Bianco, dotata di cabina regia, consente di ospitare allestimenti su misura per ogni esigenza di meeting. La sala Cervino può ospitare fino a 170 posti a sedere, oppure è divisibile – grazie ad una parete mobile – in due sale da circa sessanta posti. Il foyer Piccolo San Bernardo, antistante la sala e destinabile ad area espositiva, consente di organizzare reception di registrazione o benvenuto e allestire corner per coffee break. Lo spazio della sala Zerbion permette di ospitare settanta posti a sedere con palco e podio. La sala Monte Rosa può ospitare fino a sessanta posti con disposizione a platea, ma si adatta a diverse sistemazioni di tavoli di lavoro e di sedute.
Il foyer Gran San Bernardo – oltre a essere disponibile quale area espositiva – è lo spazio ideale per coffee break, aperitivi e cocktail.
Il Centro Congressi Billia è collegato direttamente con entrambe le strutture alberghiere. L’intero complesso offre un’esperienza di soggiorno che combina l’eleganza contemporanea con i comfort moderni, garantendo un’accoglienza impeccabile.
Gli ospiti possono quindi combinare momenti di lavoro a esperienze di relax e benessere, vivendo un soggiorno completo.
Il collegamento diretto con il Casino de la Vallée tramite un passaggio interno dà un valore aggiunto al complesso, offrendo agli ospiti del complesso la possibilità di godere delle opportunità di svago offerte dal casinò, rendendo ogni soggiorno ancora più esclusivo.
Il centro benessere ricavato nelle suggestive cantine voltate dell’edificio originale è una delle perle del Grand Hôtel Billia, un rifugio esclusivo dove gli ospiti possono vivere un’esperienza di completo relax. L’atmosfera intima e soffusa, creata dal gioco di luci e ombre, è accompagnata dal rilassante mormorio dell’acqua che scorre nelle vasche idromassaggio e nella piscina interna, offrendo fin da subito un senso di pace e tranquillità. Il percorso benessere è realizzato con pietra locale, che conferisce un tocco di autenticità e connessione con il territorio circostante. Gli ospiti possono godere di una serie di rituali di benessere che iniziano con saune, bagno turco, docce sensoriali, percorso Kneipp e idromassaggi energizzanti, fino ad arrivare alla completa distensione nella sala di cromoterapia, dove i colori e la luce sono utilizzati per stimolare il benessere psicofisico. La piscina interna è collegata con un’appendice esterna riscaldata con idromassaggio che
permette di apprezzare la bellezza della natura circostante, godendo della vista delle montagne e del parco che circonda l’hotel, in tutte le stagioni. Le cabine di bellezza offrono una selezione di massaggi sofisticati e cure specifiche per il corpo e l’anima, pensate per rispondere alle esigenze di chi desidera rigenerarsi completamente.
Durante il periodo estivo, è a disposizione degli ospiti l’incantevole piscina riscaldata all’aperto, immersa nel parco secolare dell’hotel, che rende l’esperienza ancora più magica e rilassante.
EN PLEIN AIR:
ATTIVITÀ ED ESCURSIONI
Il Parc Hotel Billia e il Grand Hôtel Billia sono location ideale non solo per congressi e conferenze, ma anche per altri tipi di eventi aziendali, come team building, workshop, lanci di prodotto, riunioni di direttivo ed eventi di networking. La versatilità degli spazi, l’eleganza degli ambienti e la qualità dei servizi fanno di questo complesso un punto di riferimento per aziende e professionisti che cercano un luogo che unisca business e comfort in modo impeccabile. La posizione geografica permette di organizzare una vasta gamma di attività outdoor come la Smart Orienteering: non si tratta di una semplice caccia al tesoro, ma di un’esperienza di team building strutturata che unisce avventura, strategia e tecnologia circondati dalle maestose vette montane. Con il solo utilizzo dello smartphone e dei Qr Code, i partecipanti sono chiamati a mettere in gioco le proprie abilità di coordinamento, gestione delle risorse e creatività, in una sfida che stimola la collaborazione e la comunicazione all’interno del gruppo. Ogni punto di controllo è contrassegnato da un Qr Code che, una volta scansionato con lo smartphone, fornisce un quesito da risolvere o un’attività da completare. I quesiti spaziano da enigmi logici e quiz culturali a piccole sfide
fisiche o creative, richiedendo alla squadra di collaborare e pensare in modo strategico per ottenere la massima efficienza.
SUMMER & WINTER GAMES
Ogni attività è progettata per coinvolgere tutti i membri del team in una serie di prove che richiedono cooperazione, pensiero strategico e sacrificio personale. I partecipanti vengono divisi in squadre, ognuna delle quali deve poi affrontare diverse sfide che spaziano dal problema risolto al gioco vero e proprio. In estate, le sfide si svolgono in un ambiente naturale immerso nelle montagne, con l’opportunità di godere di ampi spazi verdi, parchi e sentieri. Il Photo Contest al Grand Hôtel Billia è un’attività di team building creativa ed emozionante, che sfrutta la fotografia come mezzo per stimolare la collaborazione, l’innovazione e la condivisione all’interno dei gruppi. I partecipanti sono invitati a raccontare storie attraverso le immagini, esplorando l’ambiente circostante e immortalando i luoghi, i momenti e gli aspetti più affascinanti e significativi di ogni scatto. E ancora, molto altro: dal trekking al Mountain Adventure, che combinano avventura e cooperazione per superare percorsi impegnativi, a l’Avalanche Rescue con simulazioni di soccorso in caso di valanga. La Water Rescue, attività di salvataggio acquatico, promuove invece la coordinazione e la prontezza del gruppo. Poi c’è il climbing, il Paintball, la Crime Scene e l’Adventure Park, con percorsi sospesi tra gli alberi, zipline e prove di equilibrio, ideali per sviluppare il coraggio e il supporto reciproco, il rafting con adrenaliniche discese in gommone su fiumi impetuosi, mountain bike, Green & Snow Volley, con la possibilità di versioni estive e invernali del volley, su prato e neve. Infine, rugby, golf e Alpine Experience. Ogni attività è progettata per stimolare il lavoro di squadra, la leadership e la capacità di affrontare sfide in un ambiente naturale straordinario.
Saint-Vincent è inoltre punto privilegiato di partenza per scoprire attrazioni naturali e culturali. La località è famosa per le sue terme, le cui acque curative sono note fin dall’epoca romana. Gli amanti della storia e della cultura possono visitare il Forte di Bard, sede del Museo della Montagna e polo culturale che propone esposizioni temporanee. Non lontano, la città di Aosta offre un ricco patrimonio romano, con monumenti come l’Arco di Augusto e il Teatro Romano. Per gli appassionati di sport invernali, le vicine località di Cervinia e Pila dispongono di impianti sciistici di alta qualità. Inoltre, le imponenti vette del Monte Bianco, Cervino e Monte Rosa sono ideali per escursioni e attività alpinistiche, rendendo la zona perfetta per chi cerca sia relax, sia avventura.
indirizzi a fine rivista
Punto di riferimento per l’élite dell’epoca, il Grand Hôtel Billia era un simbolo di eleganza, ma anche un’oasi di benessere, dove godere della bellezza mozzafiato delle montagne circostanti e dei benefici delle acque termali di Saint-Vincent
Destinazione del mese: Rimini
VisitRimini coordina e mette a sistema la ricca offerta di strutture e servizi per eventi della città di Rimini, fornendo ai meeting planner soluzioni Mice a 360 gradi e una vasta gamma di location e proposte turistiche, sempre adeguate ai più elevati standard internazionali
”Scopri la Rimini che non ti aspetti” – Discover the city you don’t expect – è il claim che, dall’inizio del 2024, VisitRimini, la destination management company ufficiale della città, ha lanciato con grande successo per accompagnare il pubblico e i turisti, a livello nazionale e internazionale, alla scoperta di una destinazione che vive 365 giorni l’anno. Oggi, infatti, Rimini è molto più di una meta balneare ed estiva: è un luogo in cui sentirsi sempre bene e che sa accogliere ogni tipo di ospite, dagli appassionati di storia e cultura agli amanti dell’enogastronomia,
senza dimenticare chi desidera vivere a contatto con la natura e il mare. Grazie a queste caratteristiche uniche, Rimini è anche la location ideale per eventi Mice, come racconta Coralie Delaubert, destination manager di VisitRimini: «VisitRimini lavora ogni giorno con uno staff altamente qualificato per offrire ai turisti, esperienze autentiche tra cultura, natura, avventura e divertimento. Ma non solo: da sempre siamo al fianco dei meeting planner e degli operatori business per creare, sviluppare e organizzare eventi Mice su misura, a 360 gradi».
© Elena Morosetti
CONNESSA, TECNOLOGICA E SOSTENIBILE
Sopra, il lungomare di Rimini con la ruota panoramica e la darsena del porto turistico.
Sotto, il Palacongressi è a misura di eventi anche green: al pubblico
Mice, Rimini mette a disposizione una vasta gamma di strutture e servizi ad hoc
Bella da scoprire, Rimini è da sempre una città di eventi e per gli eventi. E oggi è ancora più facile da raggiungere: dall’Inghilterra alla Germania, dall’Austria alla Polonia, dalla Spagna alla Repubblica Ceca, passando per Svizzera, Ungheria, Malta, Albania, Lettonia, Lituania e Lussemburgo, un fitto network di voli e treni collega la destinazione. Grazie alla presenza di importanti operatori di trasporto come British Airways, Vueling, Ryanair, EasyJet, Wizz Air, Luxair e Trenitalia, Rimini è sempre più connessa e accogliente per il turismo business e leisure. Grazie a queste connessioni sempre più costanti e all’expertise in campo Mice della Dmc,
la città è in grado di mettere a disposizione degli organizzatori di eventi una vasta gamma di soluzioni, creando una comunità accogliente e aperta all’internazionalità. VisitRimini coordina e mette a sistema la ricca offerta di strutture e servizi della città di Rimini, fornendo ai meeting planner soluzioni Mice a tuttotondo e una vasta gamma di location e proposte turistiche, sempre adeguate ai più elevati standard internazionali. Non a caso, la città si prepara ad accogliere Routes Europe 2026, il più importante appuntamento internazionale dedicato al trasporto aereo.
Rimini è una città smart, tecnologica e sostenibile, impegnata in un processo di evoluzione culturale e ambientale oltre le aspettative.
Un esempio è il Parco del Mare, un innovativo progetto di rigenerazione urbana che ha trasformato 16 chilometri di lungomare in un’area riqualificata, oggi punto di riferimento anche per il turismo congressuale. «VisitRimini – continua Delaubert – è specializzata nella promo-commercializzazione della destinazione e del suo territorio. Gestiamo l’intera filiera dei servizi turistici e congressuali, offrendo un’assistenza completa in tutte le fasi dell’organizzazione. Tra i punti di forza c’è poi la capacità di offrire assistenza costante grazie al lavoro del nostro team di esperti in loco, operativo sette giorni su sette tutto l’anno».
UN TEAM CHE FA VINCERE
Se da sempre Rimini è riconosciuta come una delle destinazioni più ambite e frequentate per meeting, eventi e congressi a livello nazionale ed europeo, il lavoro di organizzazione Mice è oggi un “sistema” sempre più complesso. Ma proprio grazie al lavoro capillare e professionale di VisitRimini, chi deve costruire un evento da zero ha tutto ciò che serve per farlo al meglio e nei tempi giusti. La Dmc, grazie al suo alto profilo nell’organizzazione Mice, mette a disposizione del committente una vasta gamma di strutture e servizi altamente specializzati, unendo alla funzionalità il comfort di una realtà frizzante e vivace, da sempre vocata all’ospitalità e al turismo. Senza dimenticare che VisitRimini opera in stretto contatto con Italian Exhibition Group che gestisce quartiere fieristico e Palacongressi e con il Convention Bureau della Riviera di Rimini per ottimizzare l’esperienza di organizzatori, espositori e visitatori degli eventi che si svolgono in città. «Rimini si distingue nel panorama italiano degli eventi e dei congressi per la sua energia, professionalità e capacità di innovazione – racconta ancora Delaubert –. Dietro ogni evento c’è il team di VisitRimini, una squadra strutturata e in crescita, composta da un destination manager, un event & booking coordinator, sei professionisti dedicati all’area eventi e booking (inclusi incoming e wedding) e tre esperti di marketing e comunicazione. Tutti formati sul campo e che
parlano correttamente diverse lingue straniere». «Il nostro team – aggiunge Laura Banini, event & booking coordinator – forte di una professionalità consolidata e di una rete di fornitori altamente qualificati, trasforma ogni evento in un’esperienza curata in ogni dettaglio. Dalla logistica alla creatività, mettiamo in campo competenze, passione e una conoscenza capillare della destinazione, offrendo soluzioni versatili e di qualità in ogni stagione. Scegliere Rimini significa affidarsi a professionisti che sanno fare la differenza, in una città che non smette mai di sorprendere. Qui, gli eventi non sono semplicemente ospitati, ma valorizzati da un’atmosfera unica e da un know-how che si respira ovunque».
Sopra, il nuovo look delle spiagge con il Parco del Mare, innovativo progetto di rigenerazione urbana che ha trasformato 16 chilometri di costa. Sotto, un evento all’aperto a tema cinema: Rimini è la città di Fellini
Sopra, Villa des Vergers, nell’entroterra verde di Rimini, è una location perfetta per matrimoni da sogno. Sotto, fare sport all’aperto respirando salubre aria di mare non ha prezzo; e Rimini punta forte a eventi e manifestazioni a tema sportivo
Grazie alla forza e all’esperienza del suo team, alle competenze che spaziano dal mondo degli eventi a quello dei congressi e alle sinergie che è in grado di creare con tutti gli attori della filiera del territorio, sia cittadino sia dell’entroterra, VisitRimini sa sviluppare una vasta gamma di soluzioni per congressi, fiere, convention, eventi aziendali, incentive e team building, momenti per il “fuorisalone” pensati ad hoc per le necessità dei delegati, meeting sportivi e culturali. Tra le soluzioni e le operazioni complete per i planner che Rimini può mettere in campo ci sono infatti la facilitazione del rapporto con le istituzioni, il coordinamento degli eventi a livello territoriale, il blocco degli allotment alberghieri, l’organizzazione dei transfer, la selezione
delle sedi più adatte a ogni target, l’organizzazione degli eventi collaterali e dei programmi per gli accompagnatori, la creazione di proposte di team building e di esperienze a tema. Importante è poi la capacità di VisitRimini di mettere a disposizione degli organizzatori Mice una larghissima varietà di location e strutture perfette per l’organizzazione “chiavi in mano” di eventi. Si parte dalle sedi congressuali per passare alle ville storiche e a una gamma di spazi verdi e all’aperto facilmente attrezzabili per qualsiasi tipo di momento collettivo. E si prosegue con le uniche e mitiche “unconventional location”, inimitabili di una destinazione dove tutto diventa evento. Ecco allora il felliniano Cinema Fulgor, l’elegante foyer del Teatro Galli o ancora uno dei prestigiosi hotel che hanno fatto la storia di questo pezzo unico e inconfondibile di Riviera Adriatica.
TRA SPORT E WEDDING
Tra i progetti della Dmc c’è quello di una “city card” che offra a chi arriva in città la possibilità di scoprire Rimini e il suo entroterra a tuttotondo, ma anche lo sviluppo di progetti integrati per supportare la creazione di vari tipi di eventi, dagli sportivi ai matrimoni. Nel primo caso, anche grazie alla creazione di un tavolo di lavoro per diventare sport destination hub leader. «Il progetto Rimini Sport Destination – spiega l’assessore allo Sport e alla Cultura del Comune di Rimini, Michele Lari – punta a posizionare Rimini quale città leader sul mercato nazionale e internazionale degli eventi sportivi. Per farlo, i tre soggetti principali titolati a costruire una strategia di lungo periodo – Comune, VisitRimini e IEG – oggi hanno creato una cabina di regia unica, dalla quale nascono diversi obiettivi di sviluppo territoriale: consolidamento della forza del brand Rimini, crescita del numero di presenze e pernottamenti nella destinazione, affermazione di un vantaggio competitivo verso le altre destinazioni nazionali, crescita valoriale del tessuto socio-economico locale e incremento delle opportunità di business dell’intera filiera, come sedi, centri sportivi e servizi. Anche nella nicchia della nautica». E proprio a tema di attività all’aria aperta, Rimini ha da poco conquistato l’importante organizzazione di Velocity 2026, summit mondiale della ciclabilità, evento realizzato in collaborazione tra APT Servizi, Comune di Rimini, VisitRimini, Convention Bureau della Riviera di Rimini, ECF (European Cyclists’ Federation), FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), AIM Group International. Quanto al wedding, VisitRimini lavora costantemente per posizionare la città e il suo entroterra come destinazione per matrimoni a livello nazionale e internazionale, anche grazie alla recente adesione alla community Italy for Weddings, la divisione ad hoc dedicata al turismo dei matrimoni del Convention Bureau Italia. E il lavoro su questo ambito si è concretizzato nel sito web verticale riminiweddingdestination.com e in materiale dedicato, tra cui brochure e presentazioni con descrizioni delle attività e dei servizi che VisitRimini può offrire
nel settore wedding. Ma l’innovazione firmata VisitRimini non si ferma qui: la Dmc ha infatti recentemente lanciato #RiminiGoodVibes Travel Bootcamp, innovativo evento di promozione turistica basato su un format originale della academy per diventare travel content creator di @miprendoemiportovia, realizzato in collaborazione con l’agenzia di destination marketing HappyMinds. Questo evento nasce con l’obiettivo di promuovere la destinazione in modo innovativo grazie al contributo di trenta content creator e al coinvolgimento degli operatori locali.
TESTIMONI
L’organizzazione puntuale per il Mice fornita a Rimini grazie al supporto unico e completo di VisitRimini è infine testimoniata da numerose realtà nazionali e globali che hanno già scelto questa location come sede di eventi perfettamente riusciti. È il caso, per esempio, di Bolton Food, multinazionale che produce e commercializza prodotti di largo consumo, per la quale VisitRimini ha curato l’organizzazione di un evento aziendale su misura, che ha coinvolto cento partecipanti in un’esperienza bilanciata tra business e convivialità. L’evento, svoltosi il 10 e 11 luglio 2024, ha incluso soggiorno alberghiero, utilizzo di sale meeting, servizi di ristorazione con coffee break e light lunch, oltre a una cena in spiaggia con intrattenimento musicale. Inoltre, grazie alla collaborazione con il Comune, è stato possibile posizionare il food truck aziendale in Piazzale Kennedy, garantendo massima visibilità al brand. L’esperienza è stata così positiva che l’azienda ha già confermato per l’edizione 2025, prevista per luglio. «Abbiamo scelto e ri-scelto Rimini come location – spiega Rosangela La Coce, assistant general manager Bolton Food – perché cercavamo una destinazione sul mare che coniugasse al meglio le esigenze di un meeting aziendale con un’organizzazione efficiente e costi sostenibili. Rimini si è rivelata la soluzione ideale, offrendoci tutto ciò di cui avevamo bisogno in un contesto dinamico e accogliente. Nel processo di organizzazione, abbiamo conosciuto VisitRimini ed è stato un incontro davvero prezioso. Il loro supporto è stato determinante per il successo dell’evento, garantendoci un’organizzazione impeccabile e una gestione attenta di ogni dettaglio». E per valorizzare il proprio territorio, anche RivieraBanca, istituto di credito regionale, ha usufruito al meglio della location Rimini per i suoi eventi, e più di una volta. «Per la cena estiva di luglio 2024 – racconta Matteo Merlini, responsabile marketing, multicanalità e digital innovation, presidio frodi, relazione con i soci, comitati territoriali e comunicazione esterna di RivieraBanca –, volevamo una location esclusiva che potesse accogliere trecento persone, offrendo ai dipendenti di tutte le filiali l’occasione di ritrovarsi, fare il punto sull’anno trascorso e celebrare insieme i successi raggiunti. Scollina si è rivelata la scelta perfetta: immersa nel verde, accogliente e ideale per un evento dinamico. L’aperitivo itinerante con musica
dal vivo, la cena con piatti della tradizione romagnola e il dj set sotto le stelle hanno reso la serata indimenticabile, tra convivialità e divertimento fino a notte fonda. Per la cena di Natale 2024, poi, cercavamo un’atmosfera elegante e suggestiva. Il Grand Hotel di Rimini, con il suo fascino senza tempo, ha regalato ai nostri dipendenti un’esperienza speciale: un aperitivo impreziosito dall’esibizione di musicisti, seguito da una cena di gala nei saloni storici. In entrambe le occasioni affidarci a VisitRimini è stata una scelta naturale: volevamo un partner locale con un know-how approfondito del territorio e una rete di contatti consolidata, capace di offrirci soluzioni esclusive e un’organizzazione impeccabile. La loro professionalità, unita alla capacità di ascoltare le nostre esigenze e trasformarle in eventi su misura, ha fatto davvero la differenza. Abbiamo trovato un team attento ai dettagli, reattivo e capace di gestire ogni aspetto con precisione, garantendo ai nostri ospiti un’esperienza fluida, coinvolgente e memorabile».
Emanuela Donetti, partner Kopernicana, aggiunge: «Cosa ci ha spinto a scegliere Rimini? Prima di Rimini avevamo già “occupato” numerose località. La nostra è un’azienda distribuita, fully remote. Non abbiamo una sede in cui ritrovarci, per cui questi momenti di offsite sono gli unici durante l’anno in cui ci troviamo tutti nello stesso posto. Dopo qualche anno, e tanti tentativi, avevamo voglia di un luogo che ci potesse offrire un’ampia varietà di scelte, a un costo ragionevole per garantire il giusto comfort a tutti i colleghi sia dal punto di vista dell’accoglienza, che gastronomico, che degli spazi di lavoro. Abbiamo pensato a Rimini perché offriva una serie di cose interessanti: la stazione ferroviaria ben collegata con nord e sud, la raggiungibilità in auto, la disponibilità di strutture di ogni genere, in prossimità di un centro di pregio, inclusività e ospitalità innegabili. Ovviamente il mare è un atout speciale! Ci siamo trovati benissimo, abbiamo trovato una capacità di ascolto delle nostre esigenze e uno spirito di collaborazione che davvero ci ha aiutato a realizzare due offsite molto belli e ben riusciti, e presto ne avremo altri due». Importanti case history che confermano la capacità di VisitRimini di essere un partner sicuro e affidabile per planner, organizzatori di eventi, team building ed eventi di vario tipo, ma tutti con numeriche importanti: da meeting d’alta gamma per appena dieci ospiti a congressi ampi e articolati fino a mille delegati. Non per nulla, proprio lo scorso anno, Rimini, grazie anche al lavoro prezioso della sua Dmc, ha accolto grandi eventi internazionali come il Tour de France, i Mondiali di Pattinaggio Artistico a Rotelle, inseriti nel cartellone dei World Skate Games e il Campionato del Mondo di Formula E. Gli organizzatori di questi eventi si sono affidati a VisitRimini per l’organizzazione e la logistica sul territorio, nonché per la gestione dell’ospitalità alberghiera di partecipanti e visitatori. indirizzi a fine rivista
Sopra, da tanti anni Rimini è anche la “casa” del wellness e del fitness. Sotto, il team affiatato ed esperto di VisitRimini guidato da Coralie Delaubert, e un evento Mice organizzato per un cliente business
Rendi unico il tuo meeting di lavoro a Napoli con una cena di gala esclusiva presso Villa Vittoria Posillipo. Un’ampia scelta gastronomica e di sapori a tua disposizione: cucina gourmet, napoletana, mediterranea, vegana e vegetariana. Goditi una serata sull’esclusiva e affascinante collina di Posillipo, dalla quale ammirare suggestivi panorami che tolgono il fiato per il loro incanto. Ospitalità, ottimo cibo e totale intimità, fanno di Villa Vittoria Posillipo la location ideale per le tue cene di gala a Napoli, e non solo...
Meeting | Incentive | Team Building | Exhibition
250 posti a sedere per cene di gala aziendali. Possibilità di personalizzare l’evento con allestimenti su misura per rappresentare al meglio l’immagine aziendale.
Spazi meeting eleganti e funzionali con disponibilità per 140 ospiti, ideali anche per attività di team building, presentazioni e speech.
A pochissimi km dal lungomare, 15 minuti in auto.
Storiche, iconiche, post industriali o unconventional: le location amate dalle maison del lusso e della moda sanno plasmarsi sui brand per stupire a ogni evento.
E la sorpresa diventa memoria e lascito per le future generazioni di stilisti e creativi
Nel variegato contesto del nostro Paese esiste un reticolato di location storiche, iconiche e unconventional, selezionate dalle maison del lusso e sapientemente plasmate – ogni volta in modo differente – per elevare i propri eventi a un livello superiore, dove l’effetto wow diventa memoria e lascito per le future generazioni di stilisti e creativi
di BEATRICE ELERDINI
La scelta di una location per fashion show e sfilate non è mai lasciata al caso: è un atto strategico che trasforma gli spazi in narratori silenziosi di storie di eleganza, identità e visione. Dalle architetture storiche ai luoghi industriali riconvertiti, dagli hotel business agli eventi
diffusi che abbracciano interi quartieri, ogni scenario diventa un’estensione del Dna del brand, amplificandone i valori attraverso l’atmosfera, la storia del luogo e le emozioni che è in grado di trasmettere. Nell’ecosistema della moda, dove il patrimo-
nio del passato si fonde con le nuove tendenze e le nuove responsabilità sociali e ambientali, Milano – con la sua celebre Fashion Week, il quadrilatero della moda, hub di incubazione di nuovi talenti e location di grande eleganza – continua a distinguersi in termini di creatività, avanguardia e opportunità che offre ai luxury brand.
Nel perimetro del suo tessuto geografico, palazzi cinquecenteschi come il Giureconsulti ospitano progetti di moda sostenibile, mentre ex-fabbriche come la Fonderia Napoleonica Eugenia e i suoi forni ottocenteschi diventano teatro di eventi esclusivi. Luoghi come La Pelota Jai Alai, tempio dello sport in un passato ormai lontano, vivono oggi una seconda vita come location per sfilate e installazioni immersive, dimostrando come gli spazi possano rigenerarsi senza perdere la propria anima. Anche gli hotel giocano un ruolo cruciale: il voco Milano Fiere, per esempio, con le sue sale versatili e brandizzabili mostra come comfort e tecnologia possano potenziare creatività e business.
Ma il mondo dei fashion event va ben oltre i confini meneghini. Nella capitale, il Rome Fashion Path trasforma il tradizionale concetto di evento in un’esperienza diffusa, coinvolgendo gallerie, atelier e piazze, in un dialogo tra moda e patrimonio culturale. E se Berlino sfida le “big four” della moda con bunker riconvertiti e club underground
come il Berghain, la Sicilia seduce con resort immersivi come l’Almar Giardino di Costanza, dove il paesaggio diventa complice di eventi dal fascino straordinario.
Ogni scelta delle maison racconta una precisa visione: quella di un’industria che non si limita a esporre capi o accessori di valore, ma costruisce mondi. Perché oggi, nel luxury e nel fashion, l’evento è un’opera a tuttotondo, dove architettura e storia, innovazione e sostenibilità si intrecciano per creare non solo un momento di forte impatto, ma un’eredità culturale.
LA PELOTA JAI ALAI,
EX SFERISTERIO DOVE OGGI GIOCA
L’ALTA MODA
Nel cuore di Brera, la Pelota Jai Alai è una location di grandi dimensioni, oggi punto di riferimento strategico per gli eventi moda e lusso. Tra le sue mura custodisce una storia interessante e curiosa: costruita nel 1945 – e inaugurata nel 1947 – per volontà dell’imprenditore milanese Del Pozzo, originariamente era uno sferisterio, ovvero un campo per la Palla Basca Jai Alai, da cui prende il nome. Sul suo campo si sono sfidati moltissimi atleti provenienti principalmente dai Paesi Baschi. Oggi la Pelota vive una nuova era: «L’identità sportiva del luogo ormai è andata perduta. L’ultima partita di uno sport, conosciuto e praticato da pochi, è stata giocata
Due immagini della Pelota Jai Alai, location storica nel cuore milanese di Brera
STEFANO MARTINELLI
location ed event manager
La Pelota Jai Alai
«Per moltissimi anni, durante le quattro fashion week annuali, lo spazio è stato sempre fully booked. È seguito un periodo un po’ più calmo, ma ultimamente la Pelota è tornata a essere molto richiesta per le sfilate di febbraio e settembre. Complice sicuramente la posizione prestigiosa e la sua conformazione strutturale tagliata su misura per i fashion show».
Sotto, Palazzo Giureconsulti è il luogo prediletto dalla Camera Nazionale della Moda Italiana per l’allestimento del Fashion Hub che, durante le settimane della moda, organizza eventi mirati a mettere in luce il talento di giovani designer e stylist emergenti
all’inizio degli anni Novanta – racconta Stefano Martinelli, location ed event manager de La Pelota –. L’edificio, al centro del quartiere degli artisti, era tuttavia noto perché rimaneva aperto fino a tardi, qui si facevano scommesse alla portata di tutti. Il fascino dello sferisterio era in queste caratteristiche. Fascino che ancora oggi conserva e che si cerca di far rivivere nei molti eventi di lusso che ospita. L’essenzialità della Pelota è una dote della location che non lascia indifferenti. Di primo impatto, vista completamente vuota, suscita solitamente reazioni contrapposte: o piace tantissimo o lascia le persone molto scettiche. In questi anni ho visto i clienti intraprendere due diverse direzioni creative. Da un lato c’è chi cerca di trasformare e riempire un ambiente regolare e completamente bianco, dando libero sfogo alla fantasia e giocando con installazioni, arredi e brandizzazione. Dall’altro c’è chi invece punta a lasciare tutto così com’è, valorizzando gli elementi vintage e industriali presenti, come i banconi bar o il mosaico e focalizzandosi su luci e proiezioni per farla propria».
Dalla fine degli anni Novanta, La Pelota ha uno stretto legame con la Fashion Week di Milano: «Nel 1997 il gruppo Gilmar ha deciso di comprare l’immobile per farne la sede delle sfilate dei propri marchi, primo tra tutti, Iceberg. Per moltissimi anni, durante le quattro fashion week annuali, lo spazio è stato sempre fully booked. È seguito un periodo un po’ più calmo, ma ultimamente la
Pelota è tornata a essere molto richiesta per le sfilate di febbraio e settembre. Complice sicuramente la posizione prestigiosa e la sua conformazione strutturale tagliata su misura per i fashion show» spiega Martinelli. L’evento Iconics di Fay, pur non essendo una sfilata, è l’emblema di questa nuova fase di rinascita: realizzato lo scorso gennaio, è stato una mostra di ritratti del fotografo statunitense Michael Avedon, ideata in collaborazione con James Dylan, direttore e fondatore della rivista americana indipendente Breach. Un autentico racconto per immagini – ben quaranta – dei capi iconici del brand, come Morning Jacket, Double Coat e Virginia. «Personalmente, l’ho trovato molto interessante per il concept, il tipo di manifestazione, ma anche per l’allestimento estremamente originale. Per valorizzare al massimo le bellissime foto e potenziare l’effetto wow sono state create diverse finte camere oscure. Ho visto un’integrazione perfetta tra il tema dell’evento, il format, l’anima e la struttura della location» conclude Martinelli.
AI CHIOSTRI DI SAN BARNABA, PROTAGONISTA
L’ALTA SARTORIA ITALIANA
A pochi passi da piazza Duomo, i Chiostri di San Barnaba sono uno dei luoghi più antichi di Milano: protetti dal rumore e dal caos cittadino, custoditi come “un antico gioiello di famiglia” nella trama vivace e in rapida evoluzione della città, sono oggi un
elegante palcoscenico per eventi di grande impatto scenografico.
È qui che lo scorso 20 gennaio, in piena Settimana della Moda (Collezione Uomo Autunno/Inverno 2025/2026), è stato lanciato da Confartigianato e Camera Showroom Milano (Csm) il nuovo format: “È di scena l’Alta Sartoria!”, una sfilata poliedrica che ha visto protagoniste in passerella le creazioni di cinque brand di eccellenza dell’alta sartoria femminile: Bruna Couture, Giusi Munafò Couture, Mariateresa Pellegrino, Sartoria Prisciantelli e Syrtaria. Ben cinquanta outfit simbolo dell’eccellenza sartoriale Made in Italy. La sfilata si inserisce in un’iniziativa di più ampio respiro promossa da Confartigianato – attraverso Confexport, con il supporto di Ice-Agenzia e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – che mira a favorire l’internazionalizzazione delle imprese artigiane italiane.
«Con questo progetto abbiamo voluto dare voce alle eccellenze della sartoria italiana, un patrimonio unico che merita di essere valorizzato nei contesti internazionali. La Fashion Week milanese è il palcoscenico ideale per sostenere le nostre imprese artigiane e rafforzare il Made in Italy», dichiara Moreno Vignolini, presidente di Confartigianato Moda E per spingere le creazioni oltre confine, è stato organizzato un programma di incoming per buyer internazionali, provenienti da numerosi Paesi, che ha permesso loro di assistere alla sfilata e interagire direttamente con le aziende partecipanti.
A PALAZZO GIURECONSULTI
LA MODA INCONTRA
LA SOSTENIBILITÀ
Restando nei dintorni del Duomo, incastonato in piazza Mercanti, si trova un altro centro nevralgico dei fashion show: Palazzo Giureconsulti, uno storico edificio cinquecentesco di stile Manierista. È il luogo prediletto dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, per l’allestimento del Fashion Hub, un centro di sperimentazione, che durante le settimane della moda, organizza eventi mirati a mettere in luce il talento di giovani designer e stylist emergenti.
Durante la Fashion Week di febbraio 2025, si è distinto “Designers for the planet”, un progetto dedicato alla moda sostenibile, che ha saputo coniugare lo stile e la creatività con l’attenzione all’ambiente. In questo contesto, si è fatta notare Servati, una startup leccese pioniera nella produzione di calzature interamente stampate in 3D e cento per cento riciclabili. In quest’occasione, ha presentato un’innovativa collezione di scarpe, completamente risassemblabili, sintesi perfetta tra design futuristico, produzione sostenibile e artigianalità Made in Italy.
«Designers for the planet è un appuntamento imperdibile per chi crede che il futuro del fashion passi attraverso l’innovazione e la sostenibilità. Per noi, una grande opportunità –commenta il Ceo di Servati, Matteo di Paola
–. Essere scelti da Sara Sozzani Maino (figura di spicco nel mondo della moda e da sempre impegnata nella promozione della sostenibilità nel settore) è stato per noi un riconoscimento di grande valore. Per un designer, ricevere questa attenzione è una soddisfazione immensa e uno stimolo a continuare a innovare».
IL FASCINO INDUSTRIALE
DELLA FONDERIA NAPOLEONICA
Lasciato il centro del capoluogo lombardo, a nord, nel vivace quartiere Isola – zona innovativa e alternativa della città – vive un altro luogo storico che ha conservato intatto il fascino del suo passato: la Fonderia Napoleonica Eugenia. Fondata nel 1806 come fonderia di bronzo, è stata chiamata “Eugenia” dai fratelli Manfredini, in onore di Eugenio di Beauharnais, viceré del Regno d’Italia. Una volta terminata l’attività fusoria, ha continuato a esistere con un’anima nuova, quella di luogo d’arte ed eventi, che tiene viva la propria vocazione produttiva. La struttura oggi custodisce anche un piccolo museo dedicato alla storia dell’arte fusoria e all’attività della famiglia Barigozzi che, succeduta ai Manfredini, si è dedicata per oltre un secolo alla produzione di campane e monumenti in bronzo.
«La Fonderia Napoleonica è un unicum e in questo senso un posto di lusso. La prima cosa che colpisce è la sua bellezza. Tra le sue mura si possono ammirare i forni ottocente -
© Fonderia Napoleonica Eugenia
© Fonderia Napoleonica Eugenia
Sopra, due immagini della Fonderia Napoleonica nel quartiere Isola, location post-industriale risalente al 1806. Sotto, uno scorcio di Palazzo Giureconsulti e del Duomo
VALERIA ZANONI
responsabile Fonderia Napoleonica
«L’architettura industriale e la sua storia rendono la Fonderia un luogo davvero speciale. Per questo è una location perfetta per eventi culturali ma anche per shooting di moda, presentazioni agli agenti, eventi in ambito beauty, food and beverage di lusso, inclusi eventi aziendali, quali anniversari, premiazioni e nomine».
GIUSY CAPASSO
Mice manager di voco Milan-Fiere
«L’anno scorso, a brandizzare il nostro foyer con l’inconfondibile maculato è stato Dolce e Gabbana Beauty (…). Per accogliere questo genere di eventi – almeno parlo per la piazza di Milano – è evidente che una location debba necessariamente disporre di ampi spazi che possano essere personalizzabili, in base alle esigenze del singolo progetto».
schi, i calchi e gli utensili utili per la fusione delle campane. Questi ultimi sono custoditi al secondo piano, dove si trova un piccolo ma prezioso museo, dove tutto racconta di una Milano antica e laboriosa. Capita, durante gli eventi, quando non ci sono molte persone che – prima della cena – si organizzino mini tour esplorativi. Prepariamo anche vere e proprie visite guidate per gruppi, su prenotazione”, racconta Valeria Zanoni, responsabile della Fonderia, che prosegue: «L’architettura industriale e la sua storia rendono la Fonderia un luogo davvero speciale. Per questo è una location perfetta per eventi culturali – che amiamo molto – ma anche per shooting di moda, presentazioni agli agenti, eventi in ambito beauty, food and beverage di lusso, inclusi eventi aziendali, quali anniversari, premiazioni e nomine. Gli spazi disponibili hanno diverse metrature – da cinquanta a quattrocento metri quadrati – che si prestano ai vari tipi di progetti».
Per citarne uno, degno di nota è l’evento Moet & Chandon, organizzato da Martino Crespi Events, a febbraio 2023, in occasione del lancio Grand Vintage 2015 e 2015 Rosé. «Abbiamo confezionato due giornate – spiega l’organizzatore Martino Crespi – una dedicata alla stampa e l’altra ai grandi clienti, per un totale di ottanta ospiti. Abbiamo allestito una sala per la degustazione e poi un tavolo scenografico per la cena, che è stata curata da quattro talentuosi giovani chef».
La Fonderia è un luogo che affonda le sue radici in un passato assai lontano, ma che ha saputo adeguarsi ai tempi: è infatti attenta alla sostenibilità degli eventi che ospita con semplice ma efficaci strategie di limitazione degli sprechi, a partire dall’uso moderato dei riscaldamenti fino alla gestione accurata della raccolta differenziata.
VOCO MILAN-FIERE E L’IMPORTANZA DI SPAZI BRANDIZZABILI
Oltre ai palazzi storici e alle ville d’epoca, tra le location che accolgono sfilate, shooting e le varie forme d’essere dei fashion show, rientrano a pieno titolo anche importanti realtà ricettive. È il caso del voco Milan-Fiere, nuovissimo quattro stelle situato a breve distanza da Fiera Milano. Si tratta di un business hotel che assicura comfort ed efficienza logistica, grazie ad ambienti polifunzionali e tecnologicamente avanzati.
È proprio qui che Estee Lauder ha organizzato una settimana immersiva di formazione dei suoi diversi brand. «Per l’occasione, ogni nostra sala riunione è stata allestita in base alla filosofia del singolo marchio che l’ha riservata – racconta Giusy Capasso, Mice manager voco Milan-Fiere –. L’anno scorso invece, a brandizzare il nostro foyer con l’inconfondibile maculato è stato Dolce e Gabbana Beauty, che ha fatto da sponsor per una nota catena di profumerie. Anche Benefit ha personalizzato il nostro hotel, attaccando degli sticker su tutti gli specchi presenti in struttura, dagli ascensori agli spazi comuni, alle camere da loro prenotate. Per accogliere questo genere di eventi – almeno parlo per la piazza di Milano – è evidente che una location debba necessariamente disporre di ampi spazi che possano essere personalizzabili, in base alle esigenze del singolo progetto», sottolinea Giusy Capasso.
OLTRE MILANO: A BARI, IL NUOVO FARO DEGLI EVENTI LUSSO
I fashion show non sono tuttavia una prerogativa del capoluogo lombardo, possono contare anche su location di prestigio dislocate in molte altre parti d’Italia. Nel cuore di
Info e prenotazioni: T. 0835215111 - info@mhmaterahotel.com
www.unahotels.it/unahotels-mh-matera
LAURA MUNARI
cluster events manager Almar Resorts
«Gli ospiti sono stati accolti nella sala Maioliche, allestita per l’occasione con postazioni dedicate per gli incontri individuali tra gli agenti e i rappresentanti Miluna. (…) Il momento clou della serata è stato l’aperitivo in Piazzetta 100 Chiese, con l’esposizione delle corone di Miss Italia, alla presenza delle modelle».
Bari, per esempio, si trova un nuovo cinque stelle lusso, il Bra Hotel, che offre un contesto unico per eventi. Nonostante sia una realtà giovanissima, con meno di un anno di vita, conta sulla solida esperienza nell’arte dell’accoglienza della famiglia Brattoli e su un team di professionisti altamente qualificati, affinché ogni progetto – al termine – possa definirsi straordinario.
Lo scorso 21 febbraio 2025, a pochi giorni dall’inizio della Women’s Fashion Week di Milano, l’hotel ha accolto cinquanta ospiti nei raffinati spazi del ristorante celeBRA per una cena esclusiva dedicata alla Ss Capsule collection di Marina Rinaldi by Zuhair Murad. «I manichini vestiti con gli abiti della collezione hanno impreziosito la sala, dando la possibilità agli ospiti di osservarli in ogni dettaglio. Sui ledawall sono stati invece trasmessi tutti i video della sfilata», ha raccontato Stefania Brattoli , event planner del Bra Hotel
AL BALCONE DEL MEDITERRANEO, IL RESORT DOVE BRILLANO
I GIOIELLI MILUNA
I brand dell’alta moda sono sempre alla ricerca di destinazioni – nuove, antiche, inconsuete – che sappiano vestire di un allure unica ogni evento, potenziandone il concept. Molto apprezzato in questo senso è il cinque stelle lusso Almar Giardino di Costanza Resort & Spa. Incastonato sulla costa della Sicilia occidentale, a Mazara del Vallo – nota come il balcone del Mediterraneo – è immerso in un rigoglioso contesto naturale di uliveti, vigneti e piante tropicali.
Sul finire dello scorso anno, ha accolto l’evento esclusivo per Miluna Gioielli – della durata di tre giorni – organizzato da Cielo Venezia 1270. «È stato un appuntamento
riservato ad agenti e partner commerciali, che ha alternato meeting B2B a momenti di networking. Durante le serate, gli ospiti sono stati intrattenuti da eleganti cene», racconta Laura Munari cluster events manager per Almar Resorts, che prosegue: «Il primo giorno, in apertura, c’è stata una breve introduzione ufficiale del brand Miluna e l’anticipazione delle attività dei giorni successivi. In serata, c’è stata una cena formale, nel ristorante AquaMadre, con un menu studiato per esaltare le eccellenze gastronomiche siciliane. La seconda giornata è stata dedicata ai meeting B2B: gli ospiti sono stati accolti nella sala Maioliche, allestita per l’occasione con postazioni dedicate per gli incontri individuali tra gli agenti e i rappresentanti Miluna. Dopo un dolce coffee break – organizzato nella mattinata proprio per favorire il networking tra i partecipanti – un pranzo a buffet e una nuova sessione di incontri, il momento clou della serata è stato l’aperitivo in Piazzetta 100 Chiese, con l’esposizione delle corone di Miss Italia, alla presenza delle modelle. La serata è poi proseguita con una cena di gala nella sala Maioliche, elegantemente allestita con centrotavola raffinati e dettagli in linea con l’identità del brand. Il menu gourmet ha attinto ancora una volta alla tradizione siciliana ed è stato accompagnato da una selezione di vini pregiati. C’è stato anche un ospite speciale a intrattenere gli ospiti: un mago. Nella terza giornata, gli ultimi meeting B2B e poi il pranzo di chiusura», conclude Laura Munari. «Accogliere eventi legati al mondo della moda e del lusso richiede un’attenzione meticolosa a ogni dettaglio. La nostra struttura è progettata per garantire un servizio esclusivo e su misura, capace di soddisfare le esigenze di brand prestigiosi come Miluna», afferma Joy Ghanime, events & wedding coordinator
Move Hotels Venezia Nord è l’inizio di un viaggio nella bellezza. La sua posizione lo rende epicentro di una terra dalle mille seducenti identità. Move Hotels nasce per ispirarti a fare il prossimo passo.
per Almar Giardino di Costanza Resort & Spa.
«Per eventi di questa portata è indispensabile anche disporre di spazi versatili ed eleganti, oltre a una cucina d’eccellenza. Un’ospitalità all’altezza degli standard più elevati e un servizio impeccabile e personalizzabile completano gli attributi necessari. La perfetta sinergia tra logistica, estetica, personale e qualità dei servizi è ciò che rende un evento memorabile e capace di riflettere l’identità del brand che rappresenta», conclude Ghanime.
ROME FASHION PATH:
L’EVENTO CHE INVADE LA CAPITALE
Gli eventi moda non sono protagonisti soltanto in hotel di lusso, location storiche dall’alto valore architettonico e palazzi prestigiosi. Alcuni hanno una natura liquida
che permea l’intero tessuto delle città in cui diventano protagonisti. È il caso del Rome Fashion Path (Rfp), manifestazione nata nel 2024 – quest’anno in programma dal 13 al 18 maggio – che ridisegna i confini della fruizione della moda, coinvolgendo boutique, flagship store, scuole di moda, atelier e persino spazi istituzionali in un dialogo diffuso tra creatività e territorio.
L’Rfp è una sorta di esperimento di “democratizzazione del fashion”, dove si riunisce chi la moda la disegna, la racconta, la interpreta. Un calendario fitto di eventi completamente gratuiti – talk, sfilate, workshop, showroom aperti – si irradia dal centro alla periferia di Roma, coinvolgendo realtà eterogenee. Non è un caso che tra i protagonisti ci siano non solo brand affermati, ma anche sartorie storiche, giovani designer emergenti, influencer e
Milano, Parigi, Londra e New York, alle “big four” dell’alta moda è sempre più vicina Berlino con la sua Fashion Week, ogni anno, dal sapore più internazionale. Nel 2025, per la prima volta, la settimana della moda tedesca si è svolta subito dopo le sfilate Haute Couture di Parigi e la Copenhagen Fashion Week. Un posizionamento strategico in calendario che ha permesso un’affluenza mai raggiunta prima e ha consolidato la crescente importanza di Berlino nel mondo del fashion a livello globale. Dal 31 gennaio al 3 febbraio 2025, le sfilate dei 150 designer protagonisti di questa edizione della Berlin Fashion Week hanno animato di
creatività, eclettismo e spirito di inclusione location straordinarie della città, come l’imponente St. Thomas Kirche (nella foto), la fiabesca Villa Elisabeth, uno storico bunker della seconda guerra mondiale e ancora Station Berlin, Kronprinzenpalais, Verti Music Hall e Alte Münze sulle rive della Sprea. La moda è entrata anche nei luoghi più iconici della metropoli come il Kant-Garagen a più piani (costruito nel 1930 come garage), che ha fatto da palcoscenico per spettacoli, performance e installazioni, e il celebre Berghain – uno dei club underground più importanti al mondo – che ha visto sfilare in passerella gli abiti del brand GmbH.
La celebrazione del centesimo anniversario di Fendi è stato l’appuntamento più atteso di questa Milano Fashion Week. La sfilata-evento “Co-ed Autunno-Inverno 2025/26” –disegnata dalla direttrice creativa Silvia Venturini Fendi, oggi alla guida dello stile della maison fondata dai nonni Edoardo Fendi e Adele Casagrande nel 1925 – ha aperto le porte dell’headquarter di via Solari, rinnovato e ampliato di 1.400 metri quadrati.
personal shopper, tutti chiamati a interagire con il pubblico in modo diretto. L’obiettivo è duplice: valorizzare il tessuto produttivo locale e trasformare la città in un laboratorio di tendenze accessibile a tutti.
Ciò che rende unico l’Rfp è la sua anima ibrida, fisica e digitale. La piattaforma web, romefashionpath.com, funziona sia come archivio permanente – con schede dettagliate di designer ed eventi – sia come strumento di coinvolgimento attivo: i partecipanti possono gestire autonomamente il proprio profilo, caricarvi contenuti e mantenere visibilità oltre la durata della manifestazione. Un approccio che trasforma l’evento in un ecosistema continuo, capace di generare connessioni tra creativi, buyer e appassionati che perdurano nel tempo.
Se Milano gioca la carta della concentrazione nel quadrilatero della moda, Roma sceglie la disseminazione. L’Rfp sfrutta l’identità stratificata della città: le sfilate nei cortili rinascimentali dialogano con i pop-up nelle gallerie di street art, mentre i luxury hotel ospitano talenti emergenti accanto ai laboratori artigiani dove appassionati e professionisti si incontrano aprendosi a nuove prospettive di stile. Un modello che supera la logica delle “location vetrina” per abbracciare quella delle “comunità creative”, dove ogni spazio contribuisce a scrivere una narrativa collettiva. Il Rome Fashion Path non è solo una manifestazione, è un manifesto su come la moda possa diventare strumento di inclusione e rigenerazione urbana, dimostrando che il vero lusso, oggi, risiede nella capacità di creare connessioni autentiche tra persone, luoghi e storie. «Con questa seconda edizione vogliamo consolidare il ruolo di Roma come hub creativo – spiega Massimiliano Padovan Di Benedetto , ideatore della manifestazione –e portare avanti un percorso che valorizza moda, tradizione e innovazione. L’apertura alle nuove professionalità e il focus sui giovani dimostrano la nostra visione di una moda inclusiva, dinamica e radicata nel territorio».
Per l’occasione il brand ha radunato ambassador, testimonial e ospiti d’eccezione, come Bianca Balti, Sarah Jessica Parker, Miriam Leone e ancora Marco Mengoni, Rose Villain, Luca Guadagnino e Vittoria Puccini. La facciata in mattoni rossi conserva il fascino industriale dell’edificio, mentre all’interno, il focus è tutto sulla ricerca di luce: gli ampi spazi sono stati concepiti per catturare ogni raggio di sole, in particolare nello showroom permanente e nell’atelier. Lo stile rinnovato del fashion hub di
via Solari riflette a pieno quello che caratterizza gli uffici Fendi di tutto il mondo.
Il nuovo spazio è impreziosito dalla presenza di due costumi di scena creati dall’artista Arnaldo Pomodoro, ora esposti nella hall d’ingresso. Si tratta del costume di Didone (per Didone, regina di Cartagine di Christopher Marlowe, messo in scena a Gibellina nel 1986) e del costume di Creonte (per Edipo Re di Igor Stravinsky, rappresentato a Siena nel 1988).
Il mondo dei fashion event va ben oltre i confini meneghini. Nella Capitale, il Rome Fashion Path trasforma il tradizionale concetto di evento in un’esperienza diffusa, coinvolgendo gallerie, atelier e piazze, in un dialogo tra moda e patrimonio culturale
MASSIMILIANO PADOVAN DI BENEDETTO ideatore di Rome Fashion Path
«Con questa seconda edizione vogliamo consolidare il ruolo di Roma come hub creativo e portare avanti un percorso che valorizza moda, tradizione e innovazione. L’apertura alle nuove professionalità e il focus sui giovani dimostrano la nostra visione di una moda inclusiva, dinamica e radicata nel territorio».
Immerso nel cuore pulsante della Milano più vivace, The Westin Palace Milan rappresenta a pieno l’anima cosmopolita e accogliente della città: un autentico punto di incontro contemporaneo ma impreziosito da un’accoglienza familiare e dalla sua vista unica sullo skyline meneghino
di STEFANIA VIDA
The Westin Palace Milan
Milano
Numero totale camere: 231 | Ristoranti: 2, The Lounge Bar; PanEvo Restaurant; Terrazza PanEvo (primavera-estate) | Sale meeting: 14 | Capienza sala maggiore: 360 posti | Capienza sala minore: 10 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 2.000 | Possibilità organizzazione post congress
N el panorama dell’hotellerie milanese
The Westin Palace Milan accoglie i suoi ospiti in un’atmosfera glamour di grande ricercatezza, dove spicca il carisma più ricercato di una Milano cosmopolita e in continua evoluzione. Un nuovo concept di ospitalità che si esprime in un design unico, enfatizzato dalla scelta di materiali preziosi e dalla valorizzazione di linee architettoniche pure, che insieme a un’elegante palette di colori introduce gli ospiti a una vera e propria atmosfera di “lusso senza tempo”. Stile contemporaneo ed elementi classici, quindi, che convivono in una ideale armonia di forme e cromie nella collezione delle 231 camere e suite, The Lounge Bar e delle scenografiche terrazze: glamour, design, stile ma anche molto altro! L’hotel infatti, grazie ai suoi 14 luminosi spazi adattabili a ogni esigenza organizzativa, è anche una cornice ideale per ospitare qualsiasi tipologia di evento, dalle riunioni aziendali ai ricevimenti privati, dai cocktail party della moda agli eventi più formali del mondo del business: ogni momento risulterà indimenticabile.
The Westin Palace Milan si trova nel nuovo cuore pulsante di Milano, Porta Nuova, crocevia delle più innovative location legate al mondo del design, del business, dell’intrattenimento e degli eventi che animano da sempre la città. L'area intorno all'hotel riesce a unire così lo shopping di lusso alle attrazioni culturali e agli spazi verdi aperti, oltre a essere facilmente raggiungibile dalla Stazione Centrale di Milano e dagli aeroporti nazionali e internazionali.
Fiore all’occhiello dell’hotel è la 8th Floor
Rooftop Terrace, un ampio spazio all'aperto di settecento metri quadrati rinnovato nel 2024, che offre una vista panoramica sullo skyline milanese fino ad ammirare le guglie del Duomo. Un location ideale per ospitare esclusivi eventi come cene di gala, cocktail e aperitivi, sfilate di moda e feste private. La
Terrazza, infatti, può accogliere fino a trecento ospiti per cocktail reception e fino a ottanta persone per eventi con setup a banchetto ed è dotata di un bancone bar attrezzato privatizzabile per eventi e un arredamento di design firmato Schönhuber Franchi e Varaschin. Per offrire ulteriori opzioni durante le occasioni di ricevimento, la Terrazza si collega direttamente alla terrazza privata della presidential suite, uno spazio esclusivo con vista sulla città, perfetto per eventi più intimi e raccolti. La suite (duecento metri quadrati distribuiti su due livelli, all'ottavo e al nono piano dell'hotel) porta la firma dello Studio di interior design Reveria. Uno spazio di grande stile, che combina artigianato italiano e design contemporaneo, creando un ambiente che fonde elementi moderni e tradizionali milanesi. Una spaziosa area esterna di 150 metri quadrati, progettata come un'oasi urbana con pareti verdi realizzate dallo Studio Frassinago – Gardens and Landscapes, che crea un ambiente di grande privacy e tranquillità. Dotata di una cucina esterna e tavolo da pranzo, è ideale anche per intrattenere gli ospiti con cene all'aperto e raffinati show-cooking.
The Westin Palace Milan conquista i suoi ospiti non solo come ricercato spazio eventi ma anche con la sua esclusiva ristorazione. Con l’arrivo della bella stagione, infatti, l’appuntamento con la cucina mediterranea del ristorante PanEvo si sposta nella sua omonima terrazza all’aria aperta, che domina la scena di Piazza della Repubblica. Un arco fiorito di gelsomini fa da cornice a questa raffinata oasi sopraelevata, che sa regalare ai propri ospiti la pro-
messa di un momento di tranquilla evasione dalla frenesia della metropoli. Terrazza PanEvo è dotata di un proprio accesso indipendente tramite un ascensore esterno dedicato, accogliendo anche gli ospiti che non soggiornano in hotel, che si potranno dare appuntamento qui, senza la necessità di percorrere gli spazi interni dell’albergo. Terrazza PanEvo, con una privilegiata vista sullo skyline di Porta Nuova, diventa così la location ideale non solo per eleganti cene all’aperto, ma anche per cocktail, eventi privati e coffee break (complice anche la sua vicinanza alla spaziosa sala Giardino, uno dei principali spazi per eventi messi a disposizione dall’hotel). Le proposte culinarie a cura dell’executive chef Moris La Greca saranno qui declinate in una versione leggera e genuina, rendendo omaggio a freschi ingredienti di stagione, per un’esperienza gastronomica indimenticabile.
indirizzi a fine rivista
Realtà giovanissima, con meno di un anno di vita, Bra Hotel, grazie alla sapiente combinazione di eleganza, servizi di alta qualità e posizione strategica, è già un concreto punto di riferimento per il mondo della moda e del cinema
di BEATRICE ELERDINI
Nel panorama degli hotel italiani più prestigiosi, il Bra Hotel, con le sue cinque stelle lusso, si distingue per i numerosi vantaggi che offre agli operatori della meeting ed event industry in cerca di location all’altezza di ospitare eventi moda e cinematografici. Inaugurata a maggio 2024, è una realtà dinamica e ambiziosa, resa ancora più appetibile dalla sua posizione strategica nel cuore
pulsante di Bari, facilmente raggiungibile sia per i partecipanti locali, sia per quelli provenienti da altre città. La prossimità a snodi di trasporto pubblici e agli aeroporti riduce infatti i tempi logistici, restituendo un vantaggio cruciale ai meeting planner che lavorano con agende serrate.
La location, caratterizzata da un design che fonde eleganza contemporanea e funziona-
lità, permette inoltre di coniugare business e cultura: gli ospiti possono immergersi nel patrimonio storico della città vecchia, esplorare il “lungo” lungomare e così ogni evento si trasforma in un’esperienza poliedrica e memorabile.
AMBIENTI VERSATILI E TECNOLOGIA AVANZATA
Il Bra Hotel dispone di sale conferenze e aree per eventi rinnovate ed equipaggiate con le più moderne attrezzature audiovisive per adattarsi a qualsiasi esigenza. Fiore all’occhiello della dotazione tecnologica, i maestosi ledwall: capaci di trasformare gli ambienti in scenografie immersive sono un plus che potenzia l’effetto wow di ogni progetto. Completa gli spazi a disposizione degli ospiti il ristorante, ideale per rinfreschi e cene di gala, che possono contare su una cucina gourmet. Tutte le stanze e le aree comuni sono definite da un arredamento sofisticato che crea un’atmosfera perfetta per eventi di grande prestigio. In un mercato dove la riservatezza è sinonimo di lusso, l’hotel è in grado di offrire aree esclusive per eventi riservati, una soluzione sux misura per brand di moda che desiderano conservare un’immagine di esclusività. A supporto dei clienti, in ogni momento – dalla pianificazione alla realizzazione del progetto – l’hotel mette a disposizione uno staff altamente qualificato sempre pronto a garantire un servizio impeccabile.
NON SOLO EVENTI, MA NETWORKING DI QUALITÀ
Il Bra Hotel non ospita soltanto eventi moda che si distinguono per l’elevata qualità, si pone come polo nevralgico capace di attrarre a sé professionisti di settore, designer, influencer, e favorire proficue opportunità di networking. La struttura garantisce inoltre proposte ad hoc per ogni tipologia di evento, che includono soggiorni in hotel, cure benessere e accessori legati al singolo progetto.
“PORSCHE PUGLIA”: TRA ELEGANZA E TRADIZIONE
Nato da pochi mesi, il Bra Hotel ha già ospitato diversi attori illustri come Kate Beckinsale e Scott Eastwood e ha fatto da palcoscenico per eventi cinematografici, giornalistici e di moda. L’evento “Porsche Puglia” dello scorso dicembre ne è la dimostrazione.
Concepito attorno al tema della fusione tra l’eleganza del brand Porsche e le tradizioni del territorio pugliese, si è declinato in un raffinato pranzo di Natale presso il ristorante dell’hotel e un sofisticato apericena al Bra Rooftop. L’incontro ha rappresentato un’importante opportunità per celebrare il Natale e nel contempo rafforzare le relazioni all’interno della community di Porsche. In concreto, la pianificazione ha previsto un cocktail di benvenuto con musica dal vivo, che subito ha creato un’atmosfera accogliente di festa. Ad aprire il pranzo natalizio – allestito nel ristorante principale dell’hotel – è stato il
presidente del Porsche Club, che ha condiviso la sua visione per il club e ha fatto un brindisi per il nuovo anno. Protagonisti in tavola piatti tipici pugliesi – come le orecchiette al ragù di carne e antipasti di mare – sapientemente reinterpretati in chiave gourmet. Un’occasione perfetta per dar vita a momenti di networking informale tra i partecipanti.
A seguire, l’apericena sul rooftop, terrazza esclusiva impreziosita da una piscina infinity, ha trasformato lo scenografico tramonto di Bari in una cornice naturale per le rilassate conversazioni degli ospiti, che sono state accompagnate da finger food – preparato con ingredienti locali – vini pugliesi e cocktail creativi.
L’utilizzo intelligente degli spazi – dalla sala principale al rooftop – ha permesso una transizione fluida tra momenti formali e informali, mentre la presenza del Presidente del Porsche Club ha rafforzato il legame emotivo con il marchio.
L’evento “Porsche Puglia”, presso il Bra Hotel, ha dimostrato come un’esperienza scenografica ben pianificata possa trasformare un festeggiamento natalizio in un momento memorabile di connessione e celebrazione del brand.
indirizzi a fine rivista
Numero totale camere: 10 | Ristoranti: 1 | Posti: 40 | Sale meeting: 1 | Capienza sala maggiore: 90 posti | Capienza sala minore: 50 posti | Possibilità di organizzazione post congress
Per chi cerca una sede che unisca fascino storico, flessibilità operativa e affidabilità per la pianificazione di qualsiasi tipo di eventi, l’Hotel Mercure Villa Romanazzi Carducci rappresenta una scelta sicura
Hotel Mercure
Villa Romanazzi Carducci
Bari
Numero totale camere: 135 | Ristoranti: 1 | Posti: 70 | Sale meeting: 20 | Capienza sala maggiore: 450 posti | Capienza sala minore: 6 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 1.200 | Possibilità organizzazione post congress
Apochi passi dal centro di Bari, immerso in un parco di 23mila metri quadrati, si trova l’hotel Mercure Villa Romanazzi Carducci, una dimora ottocentesca, che unisce l’eleganza di una residenza nobiliare del 1885 all’efficienza delle tecnologie più avanzate. Grazie alla versatilità di spazi interni e outdoor, alla bellezza del contesto e al vantaggio di una posizione strategica, si impone come punto di riferimento elettivo per il mondo degli eventi business. Con 135 camere – tra suite, appartamenti e dépendance – un parcheggio da 250 posti gratuiti e il ristorante Carducci, guidato da chef di fama internazionale, la villa offre un’ospitalità che coniuga comfort contemporaneo e charme mediterraneo.
TRA ARCHITETTURE STORICHE E TECNOLOGIE ALL’AVANGUARDIA
Il vero valore aggiunto di Villa Romanazzi Carducci risiede nella sua capacità di fondere ambienti carichi di storia con soluzioni innovative e flessibili. Tra gli spazi più prestigiosi si annovera la sala Europa che, con una capienza di 450 persone e un’acustica naturalmente eccellente – grazie ai soffitti alti – e ulteriormente potenziata da nuovi impianti audio, si presta come palcoscenico ideale per congressi internazionali, sfilate ed eventi corporate. La sala Scuderia, custodita nel cuore del parco, accoglie meeting di dimensioni più contenute. Emblema della modernità è invece il Giulia Conference Centre, un centro congressi modulare – strutturato per rispondere alle
di BEATRICE ELERDINI
esigenze più attuali – che dialoga sinergicamente con Villa Rachele, gioiello architettonico del XIX secolo, custode di ulteriori spazi per eventi.
La versatilità degli ambienti caratterizza anche le aree outdoor: le sale e le terrazze sono la cornice perfetta per gala dinner sotto le stelle o per business lunch informali.
Un team di professionisti cura ogni dettaglio, nell’allestimento degli spazi, nell’utilizzo delle più moderne tecnologie e nella creazione di menu su misura, dove la tradizione pugliese si incontra con nuove sperimentazioni di gusto, tutte create con ingredienti locali e biologici.
SOSTENIBILITÀ:
UN IMPEGNO A TUTTOTONDO
Villa Romanazzi Carducci fa della responsabilità ambientale e sociale un pilastro fondamentale del proprio business. La direzione integra pratiche virtuose in ogni aspetto gestionale, dall’eliminazione della plastica monouso, all’uso esclusivo di materiali riciclabili nel food & beverage, fino alla digitalizzazione dei processi aziendali. Grande attenzione è rivolta all’efficientamento energetico che viene garantito attraverso l’illuminazione Led, l’automazione intelligente della climatizzazione e la coibentazione degli edifici.
Sul fronte sociale, si distingue con donazioni di eccedenze alimentari a società no profit, il sostegno ad associazioni locali e l’impegno a favore dell’economia di prossimità.
Tra innovazione e resistenze, il settore degli eventi inizia a esplorare il potenziale dell’AI: personalizzazione dell’esperienza, automazione e ottimizzazione dei processi e non solo. Opportunità o rivoluzione inevitabile?
di ALESSANDRA BOIARDI
Secondo un’indagine condotta da Unioncamere e Dintec a fine 2024, l’impiego dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende italiane è in aumento, ma riguarda solo l’11,4% del totale
“Alexa, che tempo fa?”, “Spotify, riproduci la mia playlist preferita”. Conversiamo con l’AI tutti i giorni, ma basta per sapere di cosa stiamo parlando? Senza quasi rendercene conto, la nostra è già l’epoca dell’Intelligenza Artificiale e alcuni dei suoi impatti più concreti si iniziano a vedere per davvero nella nostra vita, così come nel lavoro. Certamente siamo solo agli inizi, se, secondo un’analisi condotta da Unioncamere e Dintec a fine 2024, l’impiego dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende italiane è in aumento, ma riguarda solo l’11,4% del totale. La ricerca ci dice però anche che l’AI è vista come una tecnologia fondamentale per il futuro, con il 18,9% delle imprese che prevede di investire
nella nuova tecnologia nel periodo compreso tra il 2025 e il 2027. Vale anche nell’organizzazione di eventi? La questione resta, qui come in tanti ambiti, piuttosto complicata, perché quello portato dall’AI è – a detta anche degli esperti – non un semplice cambiamento, ma una vera e propria rivoluzione paragonabile, e forse persino superiore, a quello portato da Internet in termini di impatto sociale, culturale e tecnologico. Alcuni organizzatori di eventi stanno iniziando a esplorarne le potenzialità, ma moltissimi restano perlopiù in modalità “soluzioni tradizionali”, almeno per ora. Questo per diversi motivi, non ultimi alcuni timori come: “L’AI è troppo complicata, costosa, difficile da
usare” e via dicendo. Tutto legittimo, ma è anche vero che le opportunità che l’AI offre – come ottimizzare la logistica o personalizzare l’esperienza degli utenti – sono troppo evidenti per non convincersi che il cambiamento è inevitabile.
LA RIVOLUZIONE
CHE SUPERA LA PAURA
Secondo Giacinto Fiore, divulgatore di Intelligenza Artificiale e tra i principali esperti e speaker italiani sul tema AI: «Gli imprenditori italiani guardano all’Intelligenza Artificiale con un misto di curiosità e diffidenza». Le resistenze principali, secondo Fiore, derivano da tre fattori: «Il timore di non avere le competenze per gestire una tecnologia percepita come complessa, la paura di costi troppo elevati e la sensazione di perdere il controllo su decisioni strategiche. Tuttavia, sempre più aziende iniziano a comprendere che l’AI non è solo un’opportunità per ottimizzare processi, ma può diventare una leva per innovare il proprio modello di business».
La situazione è ancora più variegata se parliamo del settore dell’organizzazione di eventi. «Alcune realtà – spiega Fiore – hanno già adottato strumenti AI per migliorare l’esperienza dei partecipanti, per esempio attraver-
so sistemi di personalizzazione dei contenuti o assistenti virtuali. Altre, invece, sono ancora legate a modalità più tradizionali. Il potenziale dell’AI in questo ambito è enorme: può aiutare a rendere gli eventi più coinvolgenti, efficienti e accessibili, soprattutto grazie all’analisi predittiva, all’automazione dei processi e alla creazione di contenuti dinamici». Se guardiamo al futuro dell’organizzazione di eventi, ci sono tre applicazioni dell’AI che avranno un impatto determinante, secondo Fiore. La prima è la personalizzazione avanzata, che grazie all’analisi dei dati permetterà ai partecipanti di ricevere suggerimenti mirati su sessioni, speaker e contenuti più adatti ai loro interessi. La seconda riguarda la traduzione simultanea automatizzata, un elemento chiave per rendere gli eventi realmente internazionali abbattendo le barriere linguistiche. Infine, la gestione del networking, che grazie a sistemi AI-driven potrà facilitare il matching tra i partecipanti, aiutandoli a connettersi con chi ha interessi e obiettivi comuni.
Giacinto Fiore ha fondato, insieme a Pasquale Viscanti, “IA Spiegata Semplice“, community e podcast tra i più seguiti in Italia sul tema Intelligenza Artificiale dedicata a imprenditori e manager, nonché organizzatore dell’AI
GIACINTO FIORE
divulgatore di Intelligenza Artificiale «L’AI Play permetterà di rivedere contenuti e approfondimenti on-demand, mentre useremo Interprefy per la traduzione simultanea. Inoltre, grazie a Inwink, i partecipanti riceveranno suggerimenti personalizzati su quali sessioni seguire e con chi entrare in contatto, ottimizzando il loro tempo durante l’evento».
ANNALISA PONCHIA
sustainability manager di AIM Group International «Il progresso tecnologico sta arricchendo l’ecosistema degli eventi con strumenti innovativi. Pensiamo per esempio alle app che forniscono servizi avanzati come la traduzione simultanea o la condivisione di abstract delle sessioni, anche in tempo reale, ma non solo».
Week, che si terrà quest’anno il 13 e 14 maggio alla Fiera di Milano Rho con speaker di fama internazionale come Zack Kass, Rory Flynn, Alec Ross e Paolo Ardoino. Dalla teoria alla pratica, in che modo si utilizzerà l’Intelligenza Artificiale dal punto di vista organizzativo? «L’AI giocherà un ruolo chiave per migliorare l’esperienza dei partecipanti» spiega Fiore. «L’AI Play permetterà di rivedere contenuti e approfondimenti on-demand, mentre useremo Interprefy per la traduzione
simultanea. Inoltre, grazie a Inwink, i partecipanti riceveranno suggerimenti personalizzati su quali sessioni seguire e con chi entrare in contatto, ottimizzando il loro tempo durante l’evento».
ANDARE OLTRE
L’HYPE TECNOLOGICO
«L’Intelligenza Artificiale rappresenta una frontiera ampia e complessa, da esplorare senza pregiudizi, sia per migliorare l’esperien-
za dei partecipanti sia per ottimizzare l’organizzazione interna delle agenzie» sottolinea
Annalisa Ponchia, sustainability manager di AIM Group International. «Ma se la tecnologia offre oggi molteplici opportunità – continua Ponchia – il vero valore emerge solo quando si identifica con precisione l’ambito di applicazione più adatto, capace di garantire un impatto concreto sull’efficienza operativa».
L’AI è uno strumento che deve essere calibrato sulle reali esigenze di chi lo utilizza. «Serve adattarla, educarla, affinché risponda con efficacia alle richieste specifiche. Un esempio pratico è il customer service, un settore ad alto dispendio di tempo ed energie. Per ottenere un reale vantaggio, è essenziale addestrare l’AI con dati strutturati, come domande categorizzate degli utenti. Questo consente risposte più rapide e pertinenti, migliorando l’esperienza complessiva del partecipante». La personalizzazione emerge come parola chiave nell’adozione dell’AI. «Grazie alla raccolta di dati quantitativi e qualitativi, diventa possibile proporre contenuti e attività sempre più allineati alle preferenze individuali», aggiunge Ponchia.
«Il progresso tecnologico sta arricchendo l’ecosistema degli eventi con strumenti innovativi. Pensiamo per esempio alle app che forniscono servizi avanzati come la traduzione simultanea o la condivisione di abstract delle sessioni, anche in tempo reale, ma non solo. Per esempio esiste una app, She – Sustainability Hub for Events – che dà supporto all’organizzazione di eventi sostenibili nei vari aspetti – calcolo delle emissioni, consigli sulla gestione del catering, degli spostamenti, ecc – offrendo soluzioni per ridurre l’impatto ambientale e migliorare la sostenibilità complessiva», sottolinea Ponchia.
«Quello che manca ancora a mio avviso –conclude Ponchia – è una reale consapevolezza generale del mondo degli eventi rispetto alle potenzialità e alle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, che troppo spesso viene percepita come un’innovazione futuristica anziché come una risorsa già disponibile e implementabile. Solo attraverso la formazione e la sperimentazione concreta sarà possibile sfruttarne appieno i benefici, trasformandola in un alleato strategico per il settore».
AI “CHIAMA” GLI EVENTI MEDICI
Un ambito particolare dell’organizzazione congressuale che merita qualche riflessione a parte è quello medico-scientifico e della formazione Ecm, che ha come target una classe professionale, quella medica e degli operatori sanitari, sempre più interessata all’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale. Ecm Quality Network ha da poco concluso la prima edizione di Campus AI, un percorso formativo progettato dall’associazione di provider insieme a IA Spiegata Semplice. «L’Intelligenza Artificiale sta trasformando anche il settore della formazione medica, come dimostra la nostra collaborazione con Ecm
Quality Network per il Campus AI. Qui, l’AI viene utilizzata per personalizzare i percorsi di apprendimento, garantendo che ogni professionista sanitario possa accedere ai contenuti più rilevanti per la propria specializzazione. Un’altra sfida è la validazione scientifica: i contenuti generati dall’AI devono essere certificati, aggiornati e basati su evidenze, un aspetto fondamentale in ambito medico. Infine, l’integrazione con strumenti come si-
Sotto, un ambito particolare del Mice che merita qualche riflessione a parte è quello medico-scientifico e della formazione Ecm, che ha come target una classe professionale, quella medica e degli operatori sanitari, sempre più interessata all’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale
L’AIAct, entrato in vigore il 1° agosto 2024, è la prima normativa europea per regolamentare l’Intelligenza Artificiale. Adotta un approccio basato sul rischio, suddividendo i sistemi di AI in quattro categorie: inaccettabile (vietati, come il social scoring), elevato (richiedono requisiti rigorosi), limitato (obblighi
di trasparenza) e minimo (senza requisiti aggiuntivi). Recentemente, l’UE ha introdotto strumenti di verifica per testare la conformità dei modelli di AI e si è dovuta confrontare con le pressioni delle big tech statunitensi che hanno cercato di influenzare le regole, in particolare per i modelli “di uso generale” come ChatGpt.
L’Intelligenza Artificiale cambia l’esperienza di un evento da diversi punti di vista. Qualche esempio?
Registrazione smart: check-in rapido con riconoscimento facciale o Qr code automatizzati. Personalizzazione in tempo reale: suggerimenti su sessioni, workshop e networking basati su interessi e comportamenti. Traduzione istantanea: sottotitoli automatici e traduzioni in tempo reale.
Assistenza virtuale: chatbot per rispondere a domande e fornire informazioni utili.
Networking intelligente: match-making tra partecipanti con interessi o obiettivi professionali simili. Feedback immediato: sondaggi e raccolta di opinioni durante l’evento per adattare l’esperienza in corso d’opera. Esperienze immersive: realtà aumentata e virtuale per presentazioni più coinvolgenti e interattive.
SUSANNA PRIORE
presidente di Ecm Quality Network
«La formazione deve essere un ponte tra l’innovazione e la pratica quotidiana, aiutando i provider a comprendere come l’AI possa migliorare la qualità dei percorsi formativi, ottimizzare i tempi e ridurre i costi, senza compromettere la conformità normativa».
MARGHERITA RUGGIERO
consulente di digital marketing
«Il vero vantaggio nasce da una visione strategica precisa e da un percorso di sistematizzazione che renda l’uso dell’AI coerente e replicabile internamente. Questo percorso potrà evolvere rapidamente verso automatismi sempre più complessi, soprattutto con l’imminente arrivo degli IA Agent, capaci di svolgere azioni complesse in piena autonomia».
mulazioni avanzate e realtà aumentata può migliorare significativamente la formazione pratica, offrendo un’esperienza immersiva e interattiva» spiega Giacinto Fiore. Susanna Priore, presidente di Ecm Quality Network, racconta l’esperienza del campus: «Il Campus AI ha rappresentato un momento decisivo, un punto di incontro tra tecnologia e formazione sanitaria che ha superato ogni aspettativa.
Siamo partiti da una timida presenza da parte dei corsisti sino ad arrivare, questo già dal secondo appuntamento, a una partecipazione attiva ed entusiasta, un misto di curiosità e voglia di comprendere come l’intelligenza artificiale possa diventare un’alleata nella progettazione e gestione degli eventi formativi. Tuttavia, questo entusiasmo si è accompagnato a una sana dose di riflessione. Molti partecipanti hanno manifestato timori, soprattutto riguardo all’impatto dell’AI sui modelli organizzativi e sulla regolamentazione. Per la maggior parte di loro, il Campus AI è stata la prima vera occasione per confrontarsi in modo strutturato con questa tecnologia, scoprendo che l’AI non è solo una prospettiva futura, ma una realtà con cui è necessario fare i conti già oggi».
GOVERNARE IL CAMBIAMENTO
Il primo grande ostacolo è la mancanza di una regolamentazione specifica che definisca in modo chiaro come l’AI possa essere integrata nella formazione sanitaria. «Questa incertezza normativa crea un terreno fertile per dubbi e perplessità, rendendo difficile per i provider sfruttare appieno il potenziale dell’AI» sottolinea Priore. Un’altra sfida è la necessità di ripensare i modelli formativi
tradizionali. «Per farlo – analizza Priore – è essenziale un cambio di mentalità: non si tratta solo di acquisire nuove competenze tecniche, ma di sviluppare una visione chiara delle potenzialità e delle implicazioni di questa tecnologia. La formazione deve essere un ponte tra l’innovazione e la pratica quotidiana, aiutando i provider a comprendere come l’AI possa migliorare la qualità dei percorsi formativi, ottimizzare i tempi e ridurre i costi, senza compromettere la conformità normativa. E ci sono altre questioni da valutare, dalla privacy dei dati all’etica dell’automazione, che richiedono una formazione che non sia solo tecnica, ma anche critica. Il prossimo futuro sarà un’epoca di trasformazione profonda per i provider Ecm. La vera sfida sarà governare questo cambiamento, mantenendo sempre al centro la qualità della formazione e la conformità normativa».
«L’Intelligenza Artificiale rappresenta una grande opportunità per il mondo Mice» spiega Margherita Ruggiero, consulente di digital marketing specializzata in contenuti Seo per il web e social media, con una forte expertise nei settori Mice, Luxury Travel e B2B. «Aziende e professionisti possono iniziare subito con investimenti minimi. Tuttavia, ho sperimentato con i miei clienti che per vedere risultati concreti non basta usare ChatGpt per scrivere un’e-mail o sintetizzare un testo. Il vero vantaggio nasce da una visione strategica precisa e da un percorso di sistematizzazione che renda l’uso dell’AI coerente e replicabile internamente. Questo percorso potrà evolvere rapidamente verso automa-
tismi sempre più complessi, soprattutto con l’imminente arrivo degli IA Agent, capaci di svolgere azioni complesse in piena autonomia». Anche nel digital marketing, un aspetto sempre più importante nel mondo degli eventi, l’Intelligenza Artificiale costringe a riflessioni su competenze e cambiamento. «Chiunque lavori nel digital marketing deve conoscere l’AI, perché è il settore più rapidamente e profondamente impattato dalle sue applicazioni» sottolinea Ruggiero. «La Seo (Search Engine Optimization), per esempio, era conosciuta come l’arte delle parole chiave, ma oggi l’AI consente ai motori di ricerca una comprensione del testo che va ben oltre qualche parola ripetuta più volte in una pagina. Tutto ciò che troviamo online dipende da algoritmi che guidano le nostre scelte rendendo visibili o invisibili le informazioni. L’AI generativa come ChatGpt sta portando un ulteriore cambiamento profondo, con conseguenze dirette sulla visibilità dei siti web e sul business model dei motori di ricerca». Secondo Margherita Ruggiero è inevitabile che alcune professionalità consolidate vedano trasformarsi rapidamente il proprio ruolo, come per esempio le attività di traduzione, che potrebbero essere ridimensionate o cambiare radicalmente. «Prendere subito dimestichezza con l’Intelligenza Artificiale non serve soltanto a migliorare l’efficienza interna: è fondamentale per continuare a offrire valore e restare competitivi. Dobbiamo prepararci a nuove aspettative e comportamenti di clienti e partecipanti agli eventi: velocità, semplicità e personalizzazione saranno alla base delle loro scelte. Le aziende che anticiperanno questi cambiamenti avranno un vantaggio decisivo» conclude Ruggiero.
L’AIpuò avere un impatto non solo sull’esperienza dei partecipanti, ma anche sull’efficienza operativa degli organizzatori di eventi, dall’analisi predittiva alla gestione automatizzata. Ecco alcune delle applicazioni pratiche:
analisi predittiva: per stimare il numero di iscritti, prevedere i flussi di partecipazione e identificare i temi di maggiore interesse; ●automazione operativa: gestione automatizzata delle registrazioni, invio di notifiche personalizzate e raccolta di feedback post-evento; ●monitoraggio del sentiment: analisi in tempo reale
durante l’evento, per intervenire tempestivamente e migliorare la soddisfazione dei partecipanti; ●analisi dei dati: utilizzo di dashboard avanzate e metriche di performance per valutare il successo dell’evento, confrontare i risultati con edizioni passate e individuare strategie di miglioramento basate su dati concreti.
L’Intelligenza Artificiale non si limita a strumenti conversazionali come ChatGpt, ma comprende diverse categorie e applicazioni. Ecco qualche esempio
●AI Generativa: crea contenuti originali (es. ChatGpt, Claude, Gemini, ecc).
Machine Learning: l’AI che impara dai dati per migliorare le proprie prestazioni (es. filtri antispam, raccomandazioni online).
Deep Learning: una branca del ML che usa reti neurali complesse, adatta per
riconoscere immagini o comprendere il linguaggio (es. Alexa).
NLP (Natural Language Processing): AI che comprende e genera linguaggio umano (es. chatbot, traduttori automatici).
Computer Vision: AI che “vede” e interpreta immagini e video (es. riconoscimento facciale).
Grandi cambiamenti per Quark Hotel Milano. Una realtà innovativa nel panorama dell’ospitalità milanese e in continua evoluzione, che riesce sempre a stupire i suoi ospiti con importanti novità, per un’accoglienza sempre più al top
Scegliere il Quark Hotel Milano significa vivere grandi eventi in una struttura all’avanguardia, dove il valore dell’accoglienza incontra la visione di un futuro sostenibile. Gli organizzatori in cerca di una location d’eccellenza per i loro eventi possono trovare sempre un punto di riferimento adatto a ogni occasione, grazie agli spazi dedicati al mondo del business, versatili e dalle ampie dimensioni. Una struttura sempre più protagonista del Mice in Italia che, grazie anche alla campagna di posizionamento all’estero, sta creando una sua identità anche a livello internazionale. L’hotel, insieme a Hotel Villa Pamphili Roma, Living Place Hotel Bologna e Ripamonti Residence & Hotel Milano, è parte di Aries Group, gruppo attivo nelle principali città d’arte e di business, con hotel, resort e residence per turismo congressuale, eventi (Mice), leisure e business travel.
Una nuova destinazione di benessere inaugurerà a giugno con l’apertura dell'area esterna dell’hotel. Uno spazio outdoor dedicato esclusivamente agli ospiti dell'hotel e ai partecipanti agli eventi, che trasformerà ogni soggiorno al Quark in un piccolo lusso quotidiano, grazie a due nuove piscine, un ampio solarium allestito, food truck nel giardino per il servizio food & beverage, deck area per eventi e servizio lifeguard. L'area piscina diventerà una location ideale per organizzare eventi open-air e sarà in grado di accogliere fino a duecento persone. Un nuovo raffinato spazio esterno che si unisce all'ampia offerta di servizi per il congressuale e offre un'alternativa di svago e relax a tutti gli ospiti dell'hotel.
Un’altra importante novità riguarda la Certificazione DCA ESG, appena ottenuta dall’hotel Quark e del percorso verso la sostenibilità: un vero impegno verso il pianeta e la collettività. Grazie a questa certificazione l'hotel fa un ulteriore passo deciso in questa direzione, ponendo al centro la tutela delle persone, la sicurezza degli ospiti e la protezione dei dati. Un vero e proprio risultato di azioni concrete già in atto, che si affiancano a una visione più ampia, con progetti trasversali come la mobilità elettrica e la collaborazione con Ethic Ocean, la scelta dell'acqua Wami, l’utilizzo di carta riciclata FSC e la costante riduzione della plastica monouso. Per offrire a chi sceglie i suoi spazi Mice un’esperienza sempre più responsabile.
Grazie alle sue 33 sale meeting (e una superficie di 6.200 metri quadrati su tre livelli), l’hotel si conferma tra i più grandi centri congressuali di Milano all’interno di un hotel. Un primato che acquista ulteriore valore grazie al nuovo progetto di restyling delle sale meeting, che vedrà l'hotel rinnovare gli spazi dedicati agli eventi in un'ottica di forte innovazione tecnologica e di experience, apportando ulteriori miglioramenti ai servizi dedicati agli ospiti. Un vero e proprio hub per eventi in grado di offrire un'esperienza unica e completa sotto ogni aspetto, dal banqueting alle tecnologie, dalla varietà di servizi disponibili alla sapiente organizzazione.
Al Quark Hotel Milano nulla è lasciato al caso e anche il settore banqueting riesce sempre a soddisfare ogni esigenza dei suoi ospiti con professionalità e attenzione: dal semplice coffee break alla cena di gala, le diverse proposte disponibili possono essere personalizzate per un vero e proprio servizio “su misura”. Il servizio banqueting è particolarmente attento alla qualità dei cibi e all'accuratezza con cui viene servito, con menu dedicati alle specifiche richieste dei clienti. Un food concept creativo firmato dallo chef stellato Andrea Ribaldone, in collaborazione con il resident chef Moreno Ungaretti.
L’hotel sorge in un'area in forte evoluzione di Milano, a soli venti minuti dal Duomo, 15 minuti dall’Aeroporto di Linate e nelle vicinanze delle due stazioni dell’alta velocità (Centrale e Rogoredo): una zona della città in rapida mutazione anche in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. L’ampio parcheggio gratuito esterno, perfetto per chi arriva in auto e ideale anche per bus, e il garage coperto sono un ulteriore plus che rende l’hotel una soluzione competitiva e logisticamente accessibile per il viaggiatore business e per gli organizzatori di eventi.
indirizzi a fine rivista
Quark Hotel Milano Milano
Numero totale camere: 283 | Ristoranti: 2 | Posti: 1.000 | Sale meeting: 33 | Capienza sala maggiore: 1.400 posti | Capienza sala minore: 6 posti | Saletta segreteria | mq di aree esterne: 500 | Possibilità organizzazione post congress
Sopra, la piantina che riprende il progetto esterno della piscina
La filosofia di Flambé Fine Catering si basa su un mix di alta cucina, stile e creatività che rende unica ogni esperienza. Eventi studiati ad hoc, dove la cura del dettaglio, la ricercatezza e la personalizzazione rendono speciale ogni momento
Quando si tratta di organizzare un evento, si sa, nulla deve essere lasciato al caso. Ogni dettaglio conta: che si tratti di evento business, un piccolo meeting o un evento privato, l’attenzione e la cura sono essenziali per organizzare una vera e propria esperienza “su misura”. Flambé Fine Catering ha fatto sua questa filosofia regalando da sempre ai suoi ospiti momenti all’insegna di gusto e stile, dove scelte culinarie di alta qualità si uniscono ad allestimenti ricercati per esperienze memorabili. Come racconta Claudia Muscio, la founder: «Flambé si
caratterizza per il suo stile contemporaneo ma dalle solide basi, grazie proprio al senso dell’ospitalità, dell’accoglienza e della disponibilità. Con oltre dieci anni di esperienza nel settore della ristorazione e degli eventi e oltre vent’anni nel mondo dell’hotellerie (con il Winter Garden Hotel) Flambé riunisce in sé tutta la professionalità dell’hospitality e la flessibilità del banqueting. La versatilità delle soluzioni, le creazioni sempre originali e l’organizzazione impeccabile lo rendono una realtà in grado di adattarsi a ogni situazione e location».
TRE PAROLE CHIAVE PER EVENTI TAILOR MADE
Flambé fonda la sua essenza su tre parole chiave: fuoco, forma e fantasia, che si ravvedono proprio nella passione, nell’estetica raffinata di ogni evento, nella gestione attenta e personalizzata dei clienti e nella grande creatività che caratterizzano ogni esperienza. Un servizio originale, raffinato e moderno, che sa sorprendere in ogni momento, grazie alla grande professionalità e alla disponibilità dello staff. Un team con una solida esperienza nell’organizzazione di eventi di eccellenza che annovera non solo chef e camerieri, ma anche altri professionisti del mondo della ristorazione, tra cui banqueting manager, flower designer ed event designer.
TRADIZIONE ITALIANA, GUSTO INTERNAZIONALE
Un catering di alta qualità gastronomica, quello di Flambé Fine Catering, che propone una cucina contemporanea in grado di rivisitare la tradizione culinaria e raffinati menu su misura, per accontentare ogni esigenza alimentare anche con specialità vegetariane, vegane, biologiche, senza glutine e halal, piatti creativi e corner dedicati. Flambé è un racconto che non si limita a cucinare, ma anche ad accogliere e divertire per un servizio raffinato, cosmopolita e inconfondibile. Professionalità e creatività si uniscono alla conoscenza del mondo degli eventi e meeting di classe, combinando abilmente eleganza, stile e creatività, per dare vita ad atmosfere sempre affascinanti, dal gran galà alla cerimonia di lusso, dall’evento business al party privato.
UN EVENTO, MILLE POSSIBILITÀ
Flambé Fine Catering parte da piatti unici per rendere unico ogni allestimento, con un’offerta varia e sorprendente. Ricette in grado di fondersi con l’ambiente, allestimenti per valorizzare ogni situazione: dall’aperitivo finger moderno e di stile, al buffet campestre e
bucolico, alla cena di gala super chic. Un banqueting che non lascia nulla al caso. «Ogni evento ha il suo concept – prosegue Claudia Muscio –. Per questo Flambé realizza ricette e mise en place coordinate in grado di abbinarsi cromaticamente e sensorialmente a ogni situazione: dalla dimora storica alla location moderna, dal parco all’aperto alla casa privata, per contribuire a creare l’atmosfera giusta con il giusto allestimento. A Bergamo, ma anche a Milano, in Lombardia, in Italia, ovunque: le location con cui collaboriamo sono esclusive e raffinate. Organizzare un evento con Flambé è un’esperienza unica, in tutti i sensi, perché ogni evento è pensato, studiato e realizzato su misura per il cliente. Recentemente abbiamo organizzato, per esempio, un evento per un’importante azienda del settore logistico, dove la cura per il dettaglio si è espressa in maniera estremamente dettagliata, a partire dalla scelta di riportare il logo del brand in ogni particolare, dagli arredi all’accoglienza, dalle cromie fino al food e ai cocktail: tutto è stato pensato ad hoc per realizzare un evento unico. Potrei citare anche i numerosi eventi ospitati presso location di grande rilevanza storica con cui collaboriamo spesso, come l’Accademia Carrara a Bergamo e il Monastero di Astino, le cui storiche sale hanno ospitato, nella stagione natalizia, l’esclusiva cena aziendale di un importante brand del settore delle energie rinnovabili, un evento curato nei minimi dettagli, che ha regalato atmosfere di grande suggestione. La grande versatilità di Flambé ci porta così a collaborare con realtà molto diverse tra loro e in settori differenti, dagli eventi aziendali al business, ma anche il mondo del design con il recente Fuorisalone durante la Milano Design Week ed eventi privati di qualsiasi genere: Flambé riesce a soddisfare ogni tipo di richiesta con la consueta professionalità e attenzione, che da sempre hanno contraddistinto ogni suo evento» conclude Claudia Muscio.
indirizzi a fine rivista
di MARIANGELA TRAFICANTE
La destinazione conquista chi cerca un’esperienza a tutto tondo e inedita, grazie a venue immerse in una natura mozzafiato, offerta gastronomica d’eccellenza, impegno green e un mix armonioso tra tradizione e innovazione
Un’esperienza ad alto tasso d’emozione e scoperta: questo significa partecipare a un evento in Alto Adige. La destinazione è capace di esprimere alla perfezione lo spirito bleisure, in cui efficienza e alta qualità di servizi e venue si armonizzano con la natura, che spazia tra la maestosità delle Dolomiti patrimonio Unesco e la bellezza cristallina dei laghi alpini, la cultura sfaccettata espressione del mix tra essenza
austriaca e italiana, e l’offerta gastronomica d’eccellenza.
Scegliere l’Alto Adige significa anche potersi affidare a un interlocutore come Meet Südtirol, il convention bureau della regione, punto di riferimento ufficiale per la pianificazione di congressi, viaggi incentive ed eventi corporate. L’ente mette a disposizione il suo know-how, la conoscenza e la passione per il territorio per trasformare desideri e idee in
un programma di successo prima, durante e dopo i lavori.
L’IMPEGNO GREEN
È CONCRETO
Una natura così generosa non poteva che sollecitare la consapevolezza ambientale di una destinazione da anni pioniera sul fronte della sostenibilità e che rappresenta la scelta ideale per le aziende che pongono questa sensibilità al centro della loro cultura d’impresa. Pratiche green e tecnologie innovative caratterizzano strutture congressuali e attività aziendali, e sono molte le location che offrono soluzioni sostenibili, come l’uso di energie rinnovabili, la riduzione dei consumi e il ricorso a materiali eco-friendly.
L’impegno green è sfociato anche nella creazione del Marchio Sostenibilità Alto Adige, che sulla base dei criteri del Global Sustainable Tourism Council (Gstc) premia destinazioni e strutture ricettive virtuose. Anche la mobilità sostenibile viene promossa grazie al Südtirol Guest Pass, un unico biglietto che permette all’ospite di spostarsi comodamente sui mezzi pubblici in tutto il territorio, tra treni regionali, autobus e persino alcune funivie.
UNA LOCATION
PER OGNI DESIDERIO
Da centri congressi ampi e moderni a spazi più intimi e personalizzati, l’Alto Adige accontenta ogni esigenza con una vasta gamma di strutture capaci di ospitare eventi di ogni dimensione, e immerse in un ambiente naturale a portata di mano: bastano pochi minuti per lasciarsi alle spalle il centro città e ritrovarsi nel cuore di vette mozzafiato. Se le principali città altoatesine offrono le strutture più grandi e all'avanguardia come il quartiere fieristico e l’Università di Bolzano, il Forum o il Forte di Fortezza a Bressanone, il nuovo centro congressi Nobis a Brunico e il Kurhaus di Merano, chi desidera soluzioni inedite le troverà nelle località di montagna: baite e rifugi, ma anche castelli, abbazie, sedi
storiche e hotel di design.
Location uniche come Castel Prösels nell’Alpe di Siusi, l´ex caserma militare Basis Vinschgau Venosta ora trasformata in un centro culturale e spazio per eventi, le molteplici cantine sulla Strada del Vino, il Museo della fotografia di montagna Lumen a Plan de Corones saranno di grande effetto per ospitare eventi incentive che combinano il business con il piacere del paesaggio.
Senza dimenticare il contesto unico offerto dalla natura, che diventa essa stessa una straordinaria location per rigeneranti eventi outdoor. Gli ospiti potranno così essere conquistati da un meeting in riva al lago o da un evento tra i vigneti, o addirittura sui pascoli in alta quota.
L’ECCELLENZA
LOCALE A TAVOLA
Non da meno sono i piaceri della tavola. Sapevate che l’Alto Adige vanta un numero elevato di ristoranti stellati? La cucina altoatesina è un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, con piatti che combinano ingredienti freschi e locali, come speck, formaggi, erbe e frutta, creando una proposta ricca e variegata, che riflette la fusione tra la cultura italiana e quella germanica. L’alta qualità non contraddistingue solo le cucine più raffinate, ma pervade anche i ristoranti più tradizionali come gasthaus, masi e agriturismi, in cui vivere un’esperienza autentica e degustare un buon calice di vino locale: d’altronde quella vinicola è un’altra delle tradizioni più affermate della regione.
La cucina in Alto Adige diventa anche protagonista di esperienze sorprendenti, come "trekking enogastronomico", "speck safari", magari accompagnati da un Genussbotschafter (ambasciatore del gusto). Tutto questo, unito alla bellezza del paesaggio e alla qualità dell’ospitalità, fa dell'Alto Adige la destinazione ideale per chi in un evento desidera offrire una vera e propria esperienza sensoriale. indirizzi a fine rivista
© IDM Südtirol Alto Adige/F-Tech Production
© IDM Südtirol-Alto Adige/Armin Huber
© IDM Südtirol-Alto Adige/Marion Lafogler
Arte, cultura e infinite combinazioni. Ecco perché organizzare un evento al Grand Hotel Cavour: simbolo dell’ospitalità fiorentina, l'albergo offre i suo spazi alla meeting industry fra eleganza, storia e comfort
I l Grand Hotel Cavour, prestigioso hotel quattro stelle, si trova nel cuore pulsante di Firenze, all'interno di uno storico palazzo del Trecento, a pochi passi dal Duomo e da Piazza della Signoria. Situato in zona Ztl, l'hotel è a soli dieci minuti dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella e vicino ai principali centri di shopping e caffetterie. Un tempo appartenuto alla famiglia dei Medici, l'edificio fonde in modo unico il fascino della tradizione con il comfort moderno, offrendo un'esperienza indimenticabile tra arte, storia e ospitalità.
L’edificio è parte integrante dell'identità culturale di Firenze con cui ha condiviso secoli di storia. Documentato come albergo già a metà Ottocento, conserva dettagli del
suo passato: dagli affreschi e decorazioni di Galileo e Tito Chini con elementi Liberty e neorinascimentali, ai resti della corte tardotrecentesca con pilastri ottagonali e capitelli. La facciata esterna, ristrutturata tra il XIX e il XX secolo, richiama lo stile accademico con dettagli rinascimentali, come il bugnato e le finestre del piano nobile con timpani triangolari. La maestosa hall, con i suoi colonnati e gli stucchi originali, accoglie gli ospiti in un'atmosfera che unisce il classico al contemporaneo. Anche qui si possono ammirare gli affreschi di Galileo Chini, che decorano il raffinato american bar, arredato in stile cosmopolita. Al piano -1 del Grand Hotel Cavour antiche volte in mattoni preservano intatto il segreto più nascosto della struttura: il Secret Bar, un luogo nel quale il tempo sembra essersi fermato, con oggetti
che rimandano agli Anni 50 e agli speakeasy dell’epoca del Protezionismo americano. Un'area di carico e scarico davanti all'hotel consente agli ospiti di lasciare comodamente l'auto, che verrà parcheggiata nei garage convenzionati grazie a un servizio valet. Le 98 camere, suddivise in diverse tipologie, tutte recentemente ristrutturate in stile boutique, si sviluppano su sei piani e offrono un ambiente elegante e raffinato con parquet, arredi pregiati e dettagli che richiamano l'epoca rinascimentale. Ogni camera è dotata di comfort moderni, tra cui wi-fi gratuito, Tv Lcd, minibar, cassaforte, bollitore con tè e caffè, e asciugacapelli.
LA DIVINA TERRAZZA
Al sesto piano, la Divina Terrazza offre una delle viste panoramiche più suggestive di Firenze in un american bar dove, tutti i giorni, vengono serviti i cocktail più innovativi e le migliori etichette di vino.
La vista abbraccia con uno sguardo tutta Firenze: la cupola di Santa Maria del Fiore progettata dal Brunelleschi e il celebre Campanile di Giotto, i tetti degli antichi palazzi del centro storico e all'orizzonte i verdi colli che circondano la città: la quinta scenica ideale per scattare foto immortalando momenti memorabili di viaggio oltre che per rilassarsi un momento post congress. La Divina Terrazza è fruibile tutto l’anno: durante il periodo invernale si può godere del tepore delle lampade riscaldanti all’interno della copertura totale della terrazza, mentre nel periodo estivo i nebulizzatori offrono refrigerio e sollievo dalle temperature più calde. Uno spazio unconventional disponibile per allestimenti creativi e serate indimenticabili.
Il Grand Hotel Cavour offre tre eleganti sale meeting tutte con luce naturale, ideali per ospitare qualsiasi tipologia di evento. Situata al sesto piano, la sala Raffaello è la sala più spaziosa, con una superficie di 61 metri quadrati e una capacità massima di cinquanta persone disposte a platea. Offre un ambiente caldo e accogliente, arricchito da luce naturale. Al piano terra, la sala Giada copre una superficie di 49 metri quadrati e può ospitare fino a 35 persone in disposizione a platea. Decorata con affreschi in stile Liberty, arredi contemporanei e tonalità chiare, la sala beneficia di luce naturale proveniente da due grandi finestre ad arco. È ideale per meeting aziendali, giornate di studio o corsi di formazione. Sempre al piano terra, la sala Ambra offre uno spazio di 35 metri quadrati, ideale per eventi più intimi fino a 26 partecipanti in disposizione a platea. Anch'essa decorata con affreschi in stile Liberty e arredi moderni, la sala gode di luce naturale grazie a due ampie finestre medievali. È perfetta per seminari, corsi di formazione e molto altro. Tutte le sale sono dotate di: wi-fi, lavagne a fogli mobili, carta e penne, kit di cortesia (acqua e bicchieri). Tra i servizi su richiesta, desk di accoglienza, connessione wi-fi a banda larga per videoconferenze (fino a cento Mb), videoproiettore, amplificatori e microfoni, pedane e podii, postazioni informatiche con Pc connessi a internet e stampanti, servizio fotocopie e fax, traduttori simultanei, allestimenti a tavolo unico, servizi di transfer e consegna, coffee break, pranzi, rinfreschi e cene di gala.
indirizzi a fine rivista
Grand Hotel Cavour
– Firenze
Numero totale camere: 98 | Ristoranti: 1 | Posti: 75 | Sale meeting: 3 | Capienza sala maggiore: 50 posti | Capienza sala minore: 26 posti | Foyer | Possibilità di organizzazione post congress
TRA NUOVI VALORI E TALENTI MANCANTI
La sfida attuale, per le agenzie del Mice, non è solo quella di attrarre i talenti, ma anche quella di mantenerli “a bordo” nel lungo periodo.
Offrire modalità di lavoro flessibili, un’organizzazione meno rigida e la possibilità di esprimere la propria creatività sono tra le leve motivazionali vincenti
In un mercato del lavoro sempre più dinamico, l’engagement e la retention dei talenti sono aspetti imprescindibili per il successo a lungo termine delle agenzie per eventi. Flessibilità, innovazione tecnologica, inclusività e formazione continua sono le chiavi per costruire un team vincente
di TERESA CHIODO
Il mondo del lavoro sta vivendo una trasformazione significativa. L’adozione dello smart working, la crescente flessibilità, l’introduzione di incentivi per il personale e l’evoluzione delle politiche di welfare aziendale sono solo alcune delle novità emerse. A ciò si aggiungono la crescente attenzione
all’inclusività e l’introduzione di nuove forme contrattuali. È ormai evidente che le imprese hanno intrapreso un nuovo percorso, che impatta sia sui lavoratori sia su chi li gestisce. Con il rapido avanzamento delle tecnologie, poi, per essere concorrenziali sul mercato, le agenzie hanno sempre più bisogno di far ri-
entrare nel proprio organigramma aziendale un mix di competenze tecniche variegate. Le skill che le agenzie devono cercare quando reclutano i propri talenti includono competenze digitali avanzate, dalla programmazione all’intelligenza artificiale, passando per il marketing digitale e l’analisi dei dati. Non può mancare un certo livello di creatività tecnologica, ovvero la capacità di combinare la creatività con l’uso delle nuove tecnologie per sviluppare soluzioni innovative. Infine, l’adattabilità e un imprescindibile apprendimento continuo in linea con la rapidità dei cambiamenti in atto. Le agenzie devono sapersi dunque differenziare, non solo per la qualità del servizio, ma anche per la loro capacità di attrarre e mantenere i migliori talenti dalle caratteristiche sopraelencate.
VALORI CONDIVISI
Come si distingue un’agenzia dalle altre quando si tratta di attrarre e mantenere i migliori talenti? In che modo un team di lavoro affronta la sfida di combinare creatività e tecnologia? Per discutere le sfide e le opportunità legate all’organizzazione del lavoro e alla gestione delle risorse umane ci siamo confrontati con alcuni autorevoli
po di contenuti creativi, anche se la mission di Lorenzo Marini Group è sempre stata quella di sviluppare idee creative e l’idea “pura” prescinde dalla tecnologia. Il talento è una prerogativa che caratterizza la creatività “naturale” e Lorenzo Marini, che incarna questa capacità e difende questa attitudine, quando individua un collaboratore che sembra promettente, lo “allena” a tirar fuori la creatività spaziando in molti ambiti della comunicazione. È chiaro poi che l’execution oggi consente di spettacolarizzare la realtà e sviluppare contenuti accattivanti e sorprendenti. Oggi si trovano giovani formati con una professionalità molto più tecnica di una volta e più integrata rispetto alle figure tradizionali della comunicazione, ma la tecnologia di per sé è un mezzo per lo sviluppo della creatività. È creatrice in quanto basata su una grande varietà di combinazioni esecutive, rapide e di grande qualità senza con ciò rappresentare la vera creatività che nasce dal talento. Ogni giorno in agenzia combiniamo creatività e tecnologia perché inevitabilmente la funzione tecnologica aiuta a sviluppare supporti per la creatività. Siamo una realtà indipendente e snella, che grazie alla tecnologia può allargare la pro -
dirigenti che ci hanno fornito uno sguardo dall’interno delle agenzie. Per l’agenzia Lorenzo Marini Gro–up ci risponde il direttore generale Ezio Campellone: «Le nuove tecnologie, entrate di prepotenza nel mondo della comunicazione, – sostiene il direttore – sono sempre più importanti per lo sviluppria dimensione professionale per affrontare nuove sfide, anche se la vera forza di una agenzia sono sempre le persone in grado di esprime un valore consulenziale perché, quando i servizi saranno prodotti dall’AI, saranno loro l’unico elemento decisivo per una qualità differenziante».
Lorenzo Marini, fondatore di Lorenzo Marini Group
EZIO CAMPELLONE direttore generale di Lorenzo Marini Group «La sfida principale è quella di attrarre talenti e lasciare che si possano esprimere per essere valutati sulla loro attitudine creativa con una capacità interdisciplinare. Solo così si costruisce un modello attrattivo che superi la logica del cambiare agenzia per qualche euro in più».
STEFANO RIPAMONTI
Ceo di The Big Picture «Sul fronte dell’innovazione tecnologica abbiamo un approccio chiaro, crediamo nell’outsourcing di qualità. Abbiamo partner strategici che fanno della tecnologia e dell’innovazione la loro verticale specifica. Non avrebbe senso chiedere a un nostro professionista di trasformarsi in altro, ciò che gli viene chiesto è di saper gestire i nostri partner competenti».
SO WHAT
Parliamo di progetti concreti e iniziative specifiche che dimostrino questa integrazione. «Il nostro posizionamento di boutique agency ci porta a impostare il nostro business con un intento chiaro e definito, un parco clienti circoscritto, un numero finito di operazioni annue, che debbano essere le più sfidanti e complesse possibili – interviene Stefano Ripamonti, Ceo di The Big Picture – . Il nostro valore differenziale sta nella performance ad alta profilatura. Il nostro team
sposa questa filosofia e ne è agente e protagonista. Crediamo che per un professionista di livello avere la possibilità di cimentarsi con due o tre operazioni annue sia un valore assoluto, come lo sia il fatto che siano eventi o viaggi tra i più ambiti sul mercato. Questo è il so what per cui una volta entrati in Big Picture risulti difficile uscirne. Lo stesso dicasi per i nostri clienti, che sono tutti storici repeater. Sul fronte dell’innovazione tecnologica abbiamo, anche in questo caso, un approccio chiaro, crediamo nell’outsourcing di qualità.
Abbiamo partner strategici che fanno della tecnologia e dell’innovazione la loro verticale specifica. Non avrebbe senso chiedere a un nostro professionista di trasformarsi in altro, ciò che gli viene chiesto è di saper gestire i nostri partner competenti». «Cerchiamo di essere una realtà fresca, giovane, e vincente – conclude l’argomento Matteo Ferioli, Coo di Venticento –. Lavoriamo su diversi livelli per attrarre e mantenere i migliori talenti, offrendo un ambiente lavorativo stimolante e piacevole, dove ognuno ha l’opportunità di lasciare la propria impronta. Adottiamo un approccio multidimensionale che combina creatività, innovazione e tec-
nologia, investendo costantemente nella formazione; abbiamo attivato diversi percorsi formativi strutturati, in cui i professionisti senior trasmettono competenze ai più giovani, organizzando corsi di formazione e workshop sia per i project manager sia per i creativi. Per quanto riguarda l’integrazione tra creatività e tecnologia, siamo sempre tra i primi ad adottare soluzioni innovative, come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore dell’eventistica e dell’organizzazione aziendale nel nostro settore, e questo approccio ci consente di mantenere alta la qualità dei nostri progetti e di rispondere alle esigenze dei clienti con soluzioni all’avanguardia».
LE SFIDE
La sfida per le agenzie non è solo attrarre i talenti, ma anche mantenerli nel lungo periodo. Offrire modalità di lavoro più flessibili, che rispondano alle esigenze di una forza lavoro diversa, tra smart working e possibilità di un’organizzazione meno rigida, è un aspetto da contemplare. Ma quali sono le sfide principali nel cercare di mantenere competitiva un’agenzia dal punto di vista delle risorse umane?
«Crediamo nello smart working sin dalla nostra nascita, che è avvenuta proprio quando ancora la pandemia imponeva determinate logiche lavorative – dice Stefano Ripamonti –. Lo portiamo avanti perché conosciamo molto bene la serietà e la professionalità dei talenti che fanno parte della nostra popolazione. La gestione del proprio tempo è preziosa e va garantita a tutti. I risultati com-
MATTEO FERIOLI
Coo di Venticento
«Per rafforzare la competitività investiamo in formazione continua, promuoviamo un dialogo costante attraverso feedback strutturati e valorizziamo i risultati raggiunti con bonus annuali dedicati a chi ha contribuito attivamente al successo dell’agenzia da almeno un anno».
Smart working e organizzazione del lavoro all’insegna della flessibilità sono tra gli elementi sempre più imprescindibili per le nuove generazioni di talenti
provano che sia la strada giusta. La vera sfida per noi è quella di saper attrarre nuovi talenti che sappiano sposare il nostro approccio e che abbiano le competenze per farlo. Come detto, crediamo che il nostro vero asset sia quello di garantire una gestione corretta dei tempi di lavoro, garantendo un numero limitato di operazioni annue, che quindi permetta di dedicare le proprie energie al meglio e di garantire la performance che il nostro posizionamento impone».
Condivide pienamente Matteo Ferioli: «Il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento per i talenti, adottando modalità di lavoro flessibili che rispondano alle diverse esigenze dei nostri collaboratori. Consentiamo di lavorare in smart working almeno due giorni a settimana e, durante i mesi estivi, estendiamo ulteriormente questa flessibilità offrendo la possibilità di lavorare da remoto per l’intero periodo di luglio e agosto. Inoltre, promuoviamo una cultura aziendale orientata al benessere e alla collaborazione, organizzando momenti di team building nel nostro terrazzo aziendale e tramite attività OOH (acronimo di out of home, ndr). Per rafforzare la competitività investiamo in formazione continua, promuoviamo un dialogo costante attraverso feedback strutturati e valorizziamo i risultati raggiunti con bonus annuali dedicati a chi ha contribuito attivamente al successo dell’agenzia da almeno un anno». Un nuovo modello di lavoro, in generale sviluppatosi dopo il Covid, fa della flessibilità un elemento imprescindibile. Sia per una
capacità organizzativa che le agenzie hanno sviluppato, rendendosi sempre più indipendenti dalla burocrazia organizzativa tipica di un modello obsoleto, attingendo a servizi specifici se necessari, sia per la capacità/necessità degli individui di lavorare in autonomia da remoto.
Lorenzo Marini Group già da tempo ha sviluppato un modello di gestione che si basa su professionisti di varie discipline che vengono aggregati in unit di lavoro create ad hoc su progetti specifici.
«Questo modello non si fonda sulla anzianità di servizio ma sulla competenza e sulla meritocrazia del singolo individuo, che viene responsabilizzato sul singolo progetto e premiato in base ai risultati ottenuti – sostiene Campellone –. Quindi flessibilità per tutti e gestione dei costi proporzionata ai budget sempre più in contrazione, senza strutture creative verticali, legate a ruoli consolidati nel tempo, molto spesso costose e improduttive. La sfida principale è quella di attrarre talenti e lasciare che si possano esprimere per essere valutati sulla loro attitudine creativa con una capacità interdisciplinare. Solo così si costruisce un modello attrattivo che superi la logica del cambiare agenzia solo per qualche euro in più».
Quali sono i principali fattori che contribuiscono a mantenere alta la motivazione dei talenti all’interno di un’agenzia? «La motivazione dei nostri talenti nasce dalla chiarezza degli obiettivi, definiti e comunicati all’inizio di
“L’EVENTO
Siamo più di un'azienda. Siamo un ponte che unisce le persone attraverso eventi straordinari, formazione medica di alto livello ed esperienze di turismo indimenticabili.
TANTI
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Non solo reclutare, ma “catturare” talenti: creare un ambiente che ispiri passione, crescita e soddisfazione.
Flessibilità = libertà: smart working, orari adattabili e il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata.
Tecnologia al servizio della creatività: la fusione perfetta tra innovazione e ingegno umano per soluzioni sempre più sorprendenti.
Merito, non anzianità: premiare il talento, l’iniziativa e i risultati, non l’età del dipendente.
Un’agenzia per tutti: diversità e inclusività come valore, perché ognuno ha qualcosa di unico da off rire.
Crescita a lungo periodo: investire sulle competenze, sull’apprendimento continuo e sulla formazione per restare sempre un passo avanti.
ogni anno, e dall’ambizione che caratterizza i progetti su cui lavoriamo – afferma Ferioli –. La nostra agenzia si distingue per la continua spinta verso la crescita e l’innovazione: siamo stati pionieri nel settore degli eventi digitali, nel metaverso e nell’uso dell’intelligenza artificiale nell’eventistica, offrendo al nostro team opportunità di studio e applicazione su tematiche all’avanguardia. Per rafforzare questa motivazione, organizziamo percorsi di formazione personalizzati, promuoviamo lo sviluppo professionale e incentiviamo la collaborazione tra i diversi team, creando un ambiente lavorativo dinamico e stimolante». Quali sono, dunque, le iniziative adottate dalle agenzie per migliorare la fidelizzazione dei talenti e prevenire il turnover? Vediamo in che modo un’agenzia può offrire opportunità di crescita professionale e di sviluppo delle competenze a lungo termine: «La crescita professionale è legata alla capacità dimostrata dal talento di saper affrontare la responsabilità della gestione delle competenze affidategli –spiega Campellone. – Non è legata alla anzianità di servizio, cosa che nel passato ha generato figure professionali non sempre valide e utili per le agenzie, ma all’iniziativa personale e all’investimento di tempo nella crescita professionale. Con un po’di passione». Interviene Ferioli: «Noi abbiamo recentemente avviato un percorso formativo che parte dalla condivisione della mission aziendale e degli obiettivi economici triennali, suddivisi per area, spiegando il piano per raggiungerli. Questo approccio rende ogni collaboratore parte integrante del processo di crescita, rafforzando il senso di appartenenza
e il ruolo di ogni individuo come motore del successo aziendale. Inoltre, ci impegniamo a creare un ambiente di lavoro stimolante e flessibile, dove ogni talento sia valorizzato: organizziamo regolari momenti di confronto per raccogliere feedback, migliorare le dinamiche interne e rispondere alle esigenze del team. Offriamo percorsi di crescita professionale chiari, premi annuali basati sui risultati e politiche di smart working che favoriscono l’equilibrio tra vita privata e lavoro. Infine, momenti di team building rafforzano il legame tra colleghi e con l’azienda».
L’IMPORTANZA DEL FEEDBACK
Le nuove generazioni sembrano molto interessate alle possibilità di crescita professionale, mentoring, e sviluppo continuo delle proprie competenze. Vediamo come le agenzie gestiscono i feedback e la comunicazione interna per mantenere un dialogo costante con i team per comprendere meglio le loro necessità. «Il vantaggio di essere destrutturati favorisce una capacità di relazione molto più utile alla comprensione delle persone e del loro lavoro – dice Campellone – . La crescita non è un progetto a tavolino, ma un dato di fatto che deriva dalla professionalità che ogni persona riesce a dimostrare. Un talento cresce naturalmente, perché è la sua attitudine che lo fa crescere».
«The Big Picture lo fa in maniera molto classica – interviene Ripamonti –, attraverso dei Sal (acronimo di stato d’avanzamento del lavori, ndr) mensili in cui ci troviamo tutti e condividiamo progressi, pensieri, emozioni, spunti, riflessioni e desideri».
DIVERSITY, EQUITY AND INCLUSION
Un altro tema cruciale oggigiorno è quello dell’inclusività: cerchiamo di capire in che modo le agenzie promuovono la parità di genere, razza, orientamento sessuale e disabilità, e come queste iniziative contribuiscono ad attrarre e mantenere talenti diversificati all’interno del team.
Inizia Ferioli: «La promozione dei talenti è un principio fondamentale per la nostra agenzia, indipendentemente da genere, razza, orientamento sessuale o disabilità. La diversità è una risorsa preziosa e collaboriamo con professionisti provenienti da culture e background differenti, anche attraverso progetti internazionali con aziende estere e appartenenti a settori diversificati. Organizziamo inoltre workshop dedicati per sensibilizzare il team su questi temi, promuovendo la condivisione di linee guida comuni in equilibrio con i nostri valori aziendali. Questo approccio ci permette di creare un ambiente inclusivo e stimolante, capace di attrarre i migliori talenti sul mercato».
Gli fa eco Campellone: «Da sempre Lorenzo Marini Group si batte per evitare qualsiasi forma di discriminazione. Fin dai primi anni lavorando nella sede di New York abbiamo visto che le persone erano profondamente diverse ma che diventavano un insieme se
gestite nella loro verità di individui. Non c’è una regola per essere aperti e inclusivi. Le persone valgono per quello che sono e che possono sviluppare e non per la loro identificazione sociale e fisica. In Lorenzo Marini Group chi vuole partecipare a questo progetto di vita professionale lo può fare in un clima di massima accoglienza e rispetto».
Sulla stessa linea di pensiero anche Ripamonti: «Su questo tema siamo tutti molto allineati e coesi, non vi sono dubbi che sia un punto d’attenzione cruciale, spiace solo pensare che ci sia ancora bisogno di sottolinearlo, dovrebbe essere un tema superato, archiviato e del passato».
Per le agenzie il futuro non dipende solo dalla capacità di attrarre talenti, ma soprattutto dalla loro abilità di mantenerli. La vera sfida è creare un ambiente che favorisca crescita, flessibilità e inclusività, dove ogni individuo possa esprimere al massimo il proprio potenziale, anche assicurando ai talenti di far parte di un progetto più grande, che vada oltre il semplice lavoro quotidiano. Le agenzie che sapranno investire in un mix vincente di creatività, tecnologia, e attenzione costante al benessere del team saranno quelle che si garantiranno il successo nel lungo periodo, restando competitive e in grado di rispondere alle sfide del mercato.
La vera sfida è creare un ambiente che favorisca crescita, flessibilità e inclusività, dove ogni individuo possa esprimere al massimo il proprio potenziale, anche assicurando ai talenti di far parte di un progetto più grande, che vada oltre il semplice lavoro quotidiano
Una paura in rapida espansione. Coglie molti di noi, più spesso di quanto pensiamo. Ma non tutto è perduto...
Julius, un manager di talento, sta per chiudere il report che ha inviato quella mattina in direzione, quando l’occhio cade su una cosa che non torna. Come è possibile che ci sia scritto quel numero? È assurdo, è un refuso, non dovrebbe esserci. Quel dato, con tutti quegli zeri, comunica un’informazione completamente sbagliata, fuorviante! Ha letto e riletto quel report numerose volte. Prima di inviarlo era convinto fosse perfetto, invece ha commesso un errore! Lo invade la sensazione di sprofondare: “E adesso? Cosa penseranno di me? In che modo, questa storia comprometterà la mia carriera?”. Diciamocelo chiaramente: a nessuno piace commettere errori! Se potessimo cancellare gli errori dalla faccia della terra, penso lo faremmo tutti. Ma alcuni di noi patiscono gli errori più di altri.
Si chiama amartofobia la paura di commettere errori e, benché non sia un disturbo riconosciuto dai principali manuali diagnostici, sembra essere una di quelle paure in aumento, soprattutto nel mondo lavorativo.
È caratterizzata da una costante preoccupazione di fallire e dal conseguente giudizio degli altri, ed è causata da un lato dalla pressione sociale e dall’ipercompetitività, che ci spinge a fare tutto sempre bene al primo colpo; e dall’altra dalla ricerca della perfezione che ci fa considerare gli errori come inutili incidenti di percorso che sporcano irrimediabilmente la nostra reputazione sociale. Pertanto, facciamo di tutto per non commetterli e quando comunque capitano, l’ansia che proviamo può essere sproporzionata rispetto alla dimensione dell’errore e alle sue reali conseguenze.
Avere paura di sbagliare è normale. Pensate di stare camminando tranquillamente nella Savana e di scambiare per errore un leone per una gazzella. Quello sbaglio potrebbe costarvi la vita.
Ma anche l’atteggiamento evitante ha un costo: ci fa rimanere in una posizione conservativa, la paura ci impedisce di cogliere le occasioni di crescita, tendiamo a non sviluppare le nostre
competenze, limitiamo l’iniziativa nostra e dei nostri collaboratori, evitiamo la competizione e rischiamo di diventare presto obsoleti, superati da colleghi più intraprendenti. Gli errori sono parte integrante della vita. Osservate un bimbo o una bimba molto piccoli: guardate le azioni che fanno per cercare di mettersi faticosamente in piedi. Con le loro manine cercano di aggrapparsi e tirarsi su e quando ci sono quasi riusciti, perdono l’equilibrio e cadono a terra. Allora ci riprovano, distanziando un po’ di più i piedini tra loro… Noi facciamo così: impariamo attraverso i nostri errori, continuamente.
Ma quindi, come possiamo prenderci dei rischi, gestendo efficacemente la paura di sbagliare? Possiamo fare molto, con poco sforzo. Per esempio, se siamo people manager, possiamo promuovere un ambiente positivo, privo di giudizio, in cui parlare liberamente dei propri errori, osservandoli, analizzandone le cause e l’impatto, ed esplicitando le soluzioni di
PAOLA SABBATINI Formatore, coach e senior partner Newcom Consulting paola.sabbatini@newcomconsulting.it newcomconsulting.it/digital-trainer
rimedio. Mettere a fattor comune queste informazioni permette di modificare il modo in cui gli errori vengono percepiti, passando da un paradigma in cui sbagliare toglie competenze e credibilità, verso il paradigma opposto, in cui l’errore è fonte di apprendimento e accrescimento di competenze. Un altro strumento molto efficace è quello di tenere un registro dei successi e degli errori. Infatti, annotare i successi giornalieri (sia grandi, sia piccoli); le sfide e le vittorie conquistate; gli obiettivi raggiunti permette di aumentare la self-estime e la self-efficacy; e, contemporaneamente, segnare gli apprendimenti e le scoperte fatte grazie agli errori, permette di cambiare prospettiva iniziando a osservare l’errore come un’opportunità che si può cogliere invece che una costante minaccia.
E poi possiamo ricercare il feedback continuo, scoprire come ci vedono gli altri, capire che idea hanno delle nostre capacità, dei nostri talenti, delle nostre ombre e dei nostri limiti.
In questo modo possiamo accorgerci che il peso che diamo noi ai nostri errori è spesso più grande rispetto a quello che gli attribuiscono gli altri.
In ultimo, se sentiamo che questa paura proprio non passa e diventa limitante, possiamo prendere in considerazione l’idea di chiedere aiuto. Nelson Mandela diceva: “Non perdo mai: o vinco o imparo”. Questa visione del mondo, questa capacità di abbracciare l’errore come parte integrante del percorso professionale e di vita, ci aiuta a trasformare le cadute in trampolini di lancio verso il successo.
MARGHERITA
RUGGIERO
Digital consultant info@margheritaruggiero.it
Quanto sarebbe utile prevedere la reazione di un cliente prima ancora di inviargli una proposta? Potremmo capire in anticipo se troverà interessante la nostra offerta, se la stiamo presentando nel modo giusto o se la location selezionata risponde alle sue aspettative
Grazie all’IA generativa, oggi è possibile fare proprio questo: personalizzare un Gpt o utilizzare prompt mirati per far sì che l’IA impersoni il nostro cliente target, anticipando le sue obiezioni e utilizzando il linguaggio più efficace, adattandolo non solo al settore specifico, ma anche al tono e allo stile di comunicazione preferito dal cliente. Il primo passo è trasformare il cliente in una buyer persona dettagliata, combinando le informazioni che già possediamo con quelle che l’IA può elaborare grazie al suo vasto database.
Partiamo dal ruolo in azienda –Ceo, Hr, responsabile acquisti, event manager – per capire se è un decision maker o un mana-
ger operativo e quali priorità ha. Aggiungiamo elementi come il settore, la nazionalità, il tipo di evento organizzato, la generazione di appartenenza e, se disponibili, i dati su eventi precedenti. Più dettagli forniamo, più l’IA potrà restituire un profilo realistico. Se preferiamo un approccio più ampio, possiamo limitarci alle informazioni essenziali, lasciando all’IA il compito di evidenziare sfide e opportunità per il nostro target.
Una volta definita la buyer persona, possiamo chiedere all’IA di “impersonare” il cliente e analizzare una proposta, un’e-mail o un contratto. L’IA potrà prevedere le reazioni più probabili, sottolineare punti di forza e possibili
criticità, ma sarà anche in grado di suggerire miglioramenti, diventando il partner ideale in un processo di brainstorming iniziale così come nella fase finale di rifinitura del testo. Anche il linguaggio di vendita può essere ottimizzato: tono e struttura del messaggio fanno la differenza tra una proposta che colpisce i pain point del cliente e una che passa inosservata. Questo esercizio può essere applicato anche alla progettazione dell’evento, utilizzando come buyer persona il tipo di partecipanti. L’IA può aiutarci a valutare se un’attività di team building, una location e un format siano in linea con le loro aspettative e necessità, permettendoci di affi-
nare ogni dettaglio per disegnare un’esperienza più coinvolgente. Le possibilità di utilizzo nel Mice sono molteplici, ma questo sistema può essere applicato a qualunque industry, in contesti B2B e B2C, considerando che oggi le classiche profilazioni dei clienti basate su elementi anagrafici sono superate. Oggi si valutano le necessità specifiche, i comportamenti e i punti di contatto online e offline, gli obiettivi aziendali che influenzano le decisioni. Integrare l’IA in questo processo non può certamente sostituire la vostra esperienza sul campo, ma di certo la potenzia. È un nuovo strumento che, se ben utilizzato, può dare un vantaggio competitivo concreto.
SIMONA CIOTTI
Business director di HR-Link, Hr manager e coach simona.ciotti@hr-link.it
Non c’è solo lo stress a minare la produttività e il benessere aziendale: in uffi cio può annidarsi un nemico peggiore, la noia
contesto lavorativo moderno, termini come burnout e boreout descrivono due sindromi che, sebbene opposte, rappresentano minacce signifi cative per la salute dei dipendenti e l’efficienza delle aziende. Mentre il burnout è ampiamente riconosciuto come una condizione derivante da stress eccessivo e sovraccarico di lavoro, il boreout, meno noto ma altrettanto dannoso, scaturisce da noia cronica e mancanza di stimoli professionali.
Il termine boreout è stato introdotto nel 2007 dai consulenti aziendali svizzeri Peter Werder e Philippe Rothlin nel loro libro “Diagnose Boreout”. Questa sindrome si manifesta in ambienti lavorativi dove i dipendenti si sentono sottoutilizzati, assegnati a compiti ripetitivi e privi di sfide. La mancanza di stimoli porta
a una profonda demotivazione, insoddisfazione e senso di inutilità. A differenza del burnout, causato da un eccesso di richieste, il boreout deriva, all’opposto, proprio da una carenza di compiti significativi.
Burnout e boreout, pur condividendo l’effetto negativo sul benessere dei dipendenti e sulla produttività aziendale, hanno cause e manifestazioni molto diverse. Entrambi, se ignorati, possono avere conseguenze gravi per l’individuo e per l’organizzazione: è quindi fondamentale per le aziende saperle riconoscere e intervenire per prevenire i loro effetti negativi. Il burnout nasce principalmente da un sovraccarico di lavoro e da livelli di stress eccessivi. Le persone che ne sono colpite si sentono sopraffatte dalle richieste professionali, incapaci
di gestire il carico di lavoro, con un esaurimento emotivo e fisico che peggiora nel tempo. Le persone in burnout spesso vivono un senso di frustrazione e disillusione, convinte di non riuscire più a soddisfare le aspettative lavorative, il che porta a cinismo e distacco emotivo. Fisicamente, il burnout si traduce in sintomi come stanchezza cronica, insonnia, mal di testa e disturbi gastrointestinali, poiché il corpo reagisce in modo acuto all’eccessivo stress.
Al contrario, il boreout è una condizione che emerge quando il dipendente si sente poco stimolato e sottoutilizzato, costretto a compiti ripetitivi o privi di significato. La mancanza di sfide o di crescita professionale porta a una crescente sensazione di noia, disinteresse e inutilità. Sebbene la persona non viva lo
stesso livello di stress del burnout, la sua motivazione cala drasticamente. In questo caso, l’apatia e il distacco emotivo derivano dal fatto che il lavoro non offre stimoli sufficienti a coinvolgere la persona. A livello fisico, il boreout può causare stanchezza simile al burnout, ma i disturbi sono più legati alla noia e alla demotivazione, piuttosto che a un eccesso di fatica.
Le aziende non solo hanno la responsabilità di prevenire il burnout e il boreout, ma devono anche creare un ambiente in cui i dipendenti possano crescere, svilupparsi e lavorare con passione e motivazione. Gestire adeguatamente il carico di lavoro, offrire opportunità di sviluppo e garantire un ambiente di lavoro sano sono tutti aspetti essenziali per evitare che questi fenomeni si manifestino.
In un’epoca in cui siamo perennemente connessi e distratti dagli stimoli digitali, a chi organizza un evento non resta che una soluzione: sfruttarli
L’origine dei congressi ci porta lontano nel tempo. I primi incontri che possono essere definiti congressi furono promossi In Europa, tra il 1500 e il 1600 dalle società scientifiche, che venivano chiamate “Accademie”, che divulgavano le lettere, le scienze e le arti. Tuttavia il vero sviluppo dei congressi scientifici si ebbe più tardi, nella prima metà del XIX secolo, in seguito alla prima rivoluzione industriale, quando l’interesse verso la scienza crebbe e vennero istituiti alcuni centri scientifici nazionali. A metà dello stesso secolo, negli Stati Uniti, i primi veri congressi furono quelli organizzati dai partiti politici nazionali per la nomina dei candidati presidenziali, e, in seguito, furono anche le associazioni di settore e di professionisti e poi i gruppi religiosi ad adottare il congresso come formula per riunirsi e decidere le linee guida delle proprie organizzazioni.
Naturalmente i congressi di cui sopra non erano come quelli di oggi…. Ma ne siamo proprio sicuri? Ovviamente i partecipanti erano pochi, perché non vi erano i mezzi di trasporto adeguati, né gli alloggi erano numerosi, né si aveva la stessa disponibilità economica attuale. Inoltre, non essendovi attrezzature di amplificazione, solo in piccoli gruppi era possibile ascoltare le relazioni degli oratori. A parte questo che, bisogna dire, non è poco, quanto è cambiata questa tradizione?
In my opinion, nel XXI secolo, di tradizionale, dovrebbe esserci rimasto soltanto l’elemento sostanziale della trasmissione del sapere. Invece il format è rimasto più o meno fedele a se stesso. I relatori illustrano i concetti per molto – troppo – tempo: a volte un intervento arriva a durare trenta minuti e dopo dieci minuti, inevitabilmente, oggi si vede una buona parte degli uditori
ROSANNA MORTATI
Docente di Meeting Industry Università della Calabria Pco, event manager e marketing sportivo rmortati@alice.it
smanettare con lo smartphone. La stessa voce e lo stesso argomento, seppur interessante, non sono più supportati dal nostro sistema attenzionale cerebrale. Vero è che sono soprattutto i giovani a patirne, e proprio loro ormai disertano i congressi volentieri, se non costretti da motivazioni di carriera o di dovuto rispetto per i senior. Tuttavia il problema è trasversale. Sappiamo bene, infatti, non solo dai recenti studi di neuromarketing, ma per esperienza diretta di ognuno di noi, che la nostra soglia di attenzione è drasticamente diminuita.
A meno che – ma non ci crediamo – i congressi non siano appositamente organizzati per provocare la noia (e rendere più creative le persone, dato che studi recenti dimostrano che la noia stimola a cercare nuovi orizzonti creativi), allora è urgente esplorare ogni strategia efficace per neutralizzarla.
In un’epoca in cui siamo perennemente connessi e distratti dagli stimoli digitali, a chi organizza un evento, non resta che una soluzione: sfruttarli.
Alcuni suggerimenti su cui spingono gli organizzatori congressuali sono ancoraggio psicologico, no al tavolo, sì al gobbo e allo speaker che si muove sul palco, sì al linguaggio semplice e comprensibile dei relatori, all’interattività e a tanto altro.
E se si spettacolarizzasse di più il tutto? Effetti speciali a go-go, suoni, proiezioni, VR e AR, contesto immersivo.
Probabilmente dai chairman ci sentiremmo dire che è disdicevole utilizzarli, quando si parla di tematiche serie (o seriose). Ed è altrettanto probabile che, se si facesse un sondaggio tra le persone di giovane età, il risultato a favore di questi format sarebbe entusiasmante. Provare per credere (e io faccio un nodo al mio fazzoletto).
RICCARDO PISTOIA
Docente di neuro-leadership e neuro-marketing
Università di Salerno
Marketing and sales director PNGroup
Il change management è una sfida complessa ma essenziale per la crescita e il successo di un’azienda. Seguendo un percorso ben delineato, le organizzazioni possono creare un ambiente in cui il cambiamento viene accolto come un’opportunità di miglioramento e di sviluppo, trasformando le sfide in vantaggi competitivi
Ilmondo del lavoro è in continua evoluzione. Nuove tecnologie, mercati dinamici e aspettative dei clienti in costante cambiamento richiedono alle aziende di adattarsi per rimanere competitive. Ma il cambiamento può essere complesso e disorientante, sia per i leader sia per i dipendenti. Ecco perché una gestione efficace del cambiamento è fondamentale per il successo di qualsiasi organizzazione. Il change management è un approccio strutturato che aiuta le aziende a implementare trasformazioni in modo fluido ed efficace. Si basa su principi derivati da diverse discipline, come la psicologia, le scienze comportamentali e l’ingegneria, per comprendere e gestire l’impatto del cambiamento sulle persone e sui processi. Per navigare con successo le acque del cambia-
mento, è essenziale concentrarsi su specifici aspetti. Il primo è la comunicazione, il cuore di ogni processo di cambiamento. È fondamentale informare i dipendenti in modo chiaro e onesto sul perché del cambiamento, quali sono gli obiettivi, come verrà implementato e quale sarà il loro ruolo nel processo. Una comunicazione trasparente aiuta a costruire fiducia, a ridurre la resistenza e a favorire il coinvolgimento. Di pari passo con la comunicazione, deve esserci l’ascolto attivo, creando un ambiente in cui i dipendenti si sentano liberi di condividere le proprie opinioni e feedback. Ascoltare attentamente le loro preoccupazioni e rispondere in modo empatico è fondamentale per costruire un clima di fiducia. Infine, è necessario utilizzare un linguaggio chiaro e semplice,
evitando termini tecnici o gergali che potrebbero creare confusione, in modo che il messaggio sia comprensibile a tutti.
Il cambiamento non è qualcosa che si fa “agli” altri, ma “con” gli altri. Coinvolgere i dipendenti nel processo di cambiamento, fin dalle fasi iniziali, è dunque cruciale per ottenere il loro supporto e la loro collaborazione.
Crea opportunità di partecipazione: organizza workshop, focus group e sondaggi per raccogliere idee e feedback dai dipendenti. Questo li farà sentire parte del processo e aumenterà il loro senso di ownership.
Delega le responsabilità: assegna ruoli e responsabilità specifici ai dipendenti, in modo che possano contribuire attivamente al cambiamento.
Riconosci e premia il contributo:
celebra i successi e riconosci il contributo di coloro che si impegnano nel processo di cambiamento. Il cambiamento spesso richiede nuove competenze e conoscenze: è importante fornire ai dipendenti la formazione necessaria per affrontare le nuove sfide e svolgere i loro ruoli in modo efficace.
Valuta le esigenze formative: analizza le competenze necessarie per il nuovo contesto e individua le aree in cui è necessario fornire formazione.
Offri diverse modalità di apprendimento: utilizza una varietà di metodi formativi, come corsi in aula, e-learning, mentoring e coaching, per soddisfare le diverse esigenze di apprendimento. Supporta l’apprendimento continuo: incoraggia i dipendenti a sviluppare le proprie competenze e a rimanere aggiornati sulle nuove tendenze. Il processo di cambiamento non si conclude con l’implementazione delle nuove soluzioni. È importante monitorare i progressi, valutare l’impatto del cambiamento e apportare eventuali correzioni di rotta.
Definisci gli indicatori di performance: stabilisci metriche chiare per misurare l’efficacia del cambiamento e il raggiungimento degli obiettivi. Raccogli dati e feedback: monitora regolarmente i progressi, raccogli feedback dai dipendenti e analizza i dati per valutare l’impatto del cambiamento. Sii flessibile e adattabile: il cambiamento è un processo dinamico. Sii pronto ad adattare la strategia e le azioni in base ai risultati e ai feedback ricevuti.
Sappiamo che il termine inglese “meeting” significa essenzialmente “incontro”, anche se molti dizionari lo usano come definizione di riunioni per seminari formativi.
Ma ci si incontra per – e durante – tutte le tipologie di convegni
RODOLFO MUSCO
Pubblicista e meeting architect Certificato Cmp, Cmm, Cme-it musco@motivationandevents.com
Molti di noi hanno partecipato a diversi convegni durante i quali sono stati aggiunti elementi al nostro sapere e ci hanno consentito di rivedere persone che già conoscevamo e – grande valore aggiunto – di incontrarne altre con le quali non avevamo mai interloquito prima. Un esempio per me molto importante dei rapporti umani che possono nascere durante un convegno è quello che accadde durante una convention aziendale che gestii per un’azienda farmaceutica sul Lago Maggiore. Vi parteciparono dirigenti e dipendenti di filiali con sedi in parecchie nazioni. Dopo poche ore dall’inizio del congresso, una giovane partecipante russa entrò nella saletta operativa e mi chiese di poter assistere al nostro lavoro: aAveva studiato comunicazione in un’università di Mosca, ma non aveva avuto
occasione di fare pratica di meeting management. Le consentii di seguire il nostro lavoro e fui lieto di rispondere alle sue domande. Quando tornò in Russia questa persona riferì a diversi conoscenti quello che aveva appreso, e propose ai dirigenti di alcune università di diffondere la conoscenza di questa importante professione.
La “giovane partecipante” diventò presto imprenditrice dedicandosi alla promozione nell’Eurasia di convegni da svolgere in Italia e nelle altre nazioni della Comunità Europea. Decidemmo di formare una società e lavorammo molto bene assieme per alcuni anni. Ricordo anche un altro episodio significativo: durante un congresso annuale di Mpi negli Stati Uniti ebbi l’occasione di conoscere una collega di Dallas, Texas e suo marito. Diventammo molto amici e insieme abbiamo
ricoperto incarichi direttivi in comitati internazionali di MPI; non solo: grazie a lei la versione inglese del mio libro “Three Levels Certifications in Meeting Management” è consigliata a studenti di marketing, comunicazione, dinamiche sociologiche e organizzazione di convegni di molte università degli Usa. La partecipazione ai convegni consente di conoscere persone e generare rapporti umani con colleghi anche durante le pause caffè, le sessioni breakout e le escursioni post congress, nell’ambito delle quali si entra in contatto con culture nuove, elemento che incrementa ulteriormente la socializzazione e l’umanizzazione tra persone e popoli. Anche in questo caso ho un esempio: alcuni anni or sono ho organizzato un congresso nel Lazio per un’azienda tedesca che mi aveva chiesto di curare i rapporti con una sede
ricettiva di Roma. Consigliai al cliente di non svolgere l’evento a Roma, città sicuramente già visitata dai cardiologi invitati, ma in un magnifico albergo appena a sud di Roma, cinque stelle, spa e sauna naturale, ottimo personale addetto ai servizi. La differenza di costo rispetto a un albergo del centro città consentiva di rispettare il budget pur pernottando per una notte extra. Questo rese possibile ai convegnisti di visitare un paesino situato su una collina poco distante dall’albergo. Durante il sopralluogo pre-evento parlai col sindaco e chiacchierai con alcuni residenti. Decidemmo di organizzare il pranzo nella piazzetta al centro del paese e offrire il caffè nelle case degli abitanti, felicissimi di ricevere i cardiologi e chiacchierare con loro. Molti convegnisti tornarono in quella zona con i loro familiari nei mesi successivi all’evento.
Gli appuntamenti di geopolitica, pianificati e no, stanno occupando i planner forse più di altre categorie. Ma in parallelo ai nuovi equilibri che si stanno creando, si parla anche di grandi eventi
Iprimimesi del 2025 si sono rivelati particolarmente intensi per leader governativi, top manager nel settore dell’high-tech, ma anche per i meeting planner che hanno organizzato i numerosi incontri di questi protagonisti sia in occasione di eventi internazionali pianificati sia per riunioni di emergenza. Dal World Economic Forum di Davos al Summit sull’Intelligenza Artificiale a Parigi, passando per il World Governments Summit di Dubai, con interventi anche in remoto da Parigi come quello di Sundar Pichai, Ceo di Google, fino al Munich Security Forum e all’urgente meeting convocato a Parigi dal presidente Macron in risposta alle ingerenze del nuovo governo americano: una raffica di appuntamenti che hanno riscaldato il clima invernale.
Ucraina, Gaza, Siria, instabilità in Medio Oriente, le potenzialità dell’Africa e le crisi umanitarie in Sudan e Congo, i passi avanti in AI della Cina e i rischi dell’intelligenza artificiale in mani sbagliate: questi alcuni dei temi dominanti nei dibattiti. Come sottolineato dai leader di testate come Cnn, Time Magazine e Foreign Policy Magazine durante un panel a Dubai, “C’è una tale abbondanza di notizie ogni giorno che i media si trovano di fronte all’imbarazzo della scelta”. Parallelamente ai temi trattati dai leader nei grandi saloni delle aree congressuali però, si sono svolti anche incontri più ristretti de -
dicati a temi più ottimistici, in particolare le prospettive per il settore dei grandi eventi e dell’industria del turismo.
L’INDOTTO DEI GRANDI EVENTI
The Eras Tour di Taylor Swift, benché apparentemente distante dai dibattiti geopolitici, ha evidenziato come “l’economia dell’esperienza” sia diventata un motore trainante per la crescita economica e la trasformazione sociale. Questo fenomeno genera benefici per molteplici settori, dal retail, all’ospitalità, dai trasporti alla tecnologia. Nel caso di Taylor Swift si parla di un giro economico di miliardi di dollari, con ricadute positive soprattutto per le località che hanno ospitato il tour. Proprio per questo motivo, il ruolo dei grandi eventi è stato uno dei temi trattati a Davos, dove è stato sottolineato come questi siano strumenti per rilanciare l’economia e promuovere brand, siano essi commerciali o politici, inclusa la promozione di un intero Paese. A questo proposito è stato emblematico l’aneddoto citato ricordando Bernie Ecclestone, storico patron della Formula 1, il quale aveva l’abitudine di recarsi presso i capi di governo e suggeriva di ospitare la kermesse automobilistica per lanciare o rilanciare l’immagine del Paese. Dava anche il prezzo: duecento milioni di dollari per costruire una pista dedicata, non usare un percorso già esi-
In alto a sinistra, Bernie Ecclestone, storico patron della Formula 1, aveva l’abitudine di recarsi presso i capi di governo e suggerire loro di ospitare la kermesse automobilistica per lanciare o rilanciare l’immagine del Paese.
A destra Taylor Swift che, il suo The Eras Tour, ha creato un giro economico di miliardi di dollari, con ricadute positive soprattutto per le località che hanno ospitato l’evento.
Sotto, l’ormai classico World Economic Forum di Davos
In alto, un momento del World Governaments Summit di Dubai. Sotto, Ralph Loren “collabora strategicamente” da oltre vent’anni con i grandi eventi sportivi come Wimbledon
stente, e non aspettarsi neanche un centesimo in cambio, forse fiducioso del fatto che il ritorno sull’investimento sarebbe derivato dalla popolarità dell’evento. Bernie Ecclestone non c’è più, ma il richiamo della Formula 1 rimane, dato che, se prima il campionato era un evento europeo e asiatico, ora le gare si tengono anche nei Paesi arabi e negli Stati Uniti e se ne vorrebbero di più. Paradossalmente, la popolarità della Formula 1 negli Usa, dove ora si tengono tre Gran Premi, non è dovuta alla formula di Ecclestone, ma alla serie televisiva di Netflix “Drive to Survive”, iniziata nel 2019 e che ha spopolato negli Stati Uniti mostrando i dietro le quinte dei box.
SPONSORIZZAZIONI?
NO, COLLABORAZIONI!
Restando in tema sportivo, Patrice Lou, Ceo di Ralph Lauren, ha ricordato come il brand sia da vent’anni associato a eventi sportivi come le Olimpiadi, gli Us Open, gli Australian Open, Wimbledon e la Ryder Cup Pga. Al termine “sponsorizzazioni”, però il Ceo preferisce usare “collaborazioni strategiche” poiché non si tratta solo di porre un marchio in evidenza, ma di collaborare in tutte le fasi dell’evento. A Wimbledon, per esempio, Ralph Lauren collabora non solo per la vendita al dettaglio nei negozi, ma anche per la gestione dell’ospitalità.
La collaborazione è necessaria perché l’organizzazione di eventi a questo livello è complessa e richiede l’allineamento di governi, autorità locali, comunità imprenditoriali e pubblico. Far parte di questo team di lavoro è necessario per contribuire a fornire un’esperienza positiva al visitatore e, soprattutto, ottenere un’associazione positiva al brand. Il Ceo di Ralph Lauren ha anche evidenziato il ruolo importante – e forse inaspettato –, che i grandi eventi hanno nel tutelare il
benessere mentale, soprattutto nelle giovani generazioni. Queste sono sempre più connesse digitalmente e quindi sentono il bisogno di esperienze e connessioni reali. Gli eventi, soprattutto quelli sportivi, riescono a colmare questo vuoto: sollevano lo spirito, favoriscono la collaborazione, ispirano sogni e speranze per contrastare la solitudine. Questo ruolo è stato confermato anche da Anna Marx, global chair della società di consulenza Deloitte, la quale ha ricordato che la pianificazione di un grande evento oggi non deve ignorare le caratteristiche della Gen Z: sempre connessa digitalmente e alla ricerca di brevità e immediatezza.
OPPORTUNITÀ FUTURE
Traferendoci dal World Economic Forum di Davos al World Governments Summit di Dubai i buoni propositi degli eventi nel combattere solitudine e depressione sembrano svanire.
Anche a Dubai si è parlato di Olimpiadi, di Mondiali Fifa e si è fatto un breve cenno a eventi che saranno «ancora più grandi delle Olimpiadi e della Coppa del Mondo di Calcio», ha dichiarato Nasser Al Khater, chief executive officer, Fifa World Cup Qatar. I dettagli sono stati schivati con una battuta («Si tratta del curling»), ma l’unica disciplina che potrebbe avere un appeal globale, interessare i giovani e vantare già numeri vertiginosi è quella degli e-sport dove i partecipanti passano ore al computer, in isolamento.
Nello stesso panel è anche stato ricordato che in genere vi sono due opzioni da considerare nel pianificare un grande evento. La prima è guardare cosa hanno fatto tutti gli altri, confrontare le casistiche di successo e sperare negli stessi risultati. La seconda, che hanno scelto le autorità di Dubai, è di partire dal basso, determinare ciò di cui i cittadini hanno bisogno, colmare le lacune e guardare al futuro per creare opportunità. Con questa formula il governo degli Emirati si sta muovendo altrettanto velocemente, se non più velocemente, del settore privato.
Questa è stata per esempio la formula utilizzata per creare la Dubai World Expo, ricordata dalla chairperson della Dubai Culture and Arts Authority. Gli Emirati hanno utilizzato l’expo come strumento di branding per simboleggiare l’unione tra i popoli, dando la possibilità a ogni nazione di avere una presenza. Per i Paesi che dichiaravano di non partecipare per ragioni economiche, l’organizzazione ha allestito il padiglione a spese proprie. Oggi l’area della Dubai World Expo è stata trasformata in Expo City Dubai, un dinamico hub dedicato a innovazione, cultura e sostenibilità che continua a ospitare eventi. In quest’area si trova anche il Dubai Exhibition Centre (Dec) attualmente in fase di espansione a un costo di più di due miliardi di dollari e che diventerà il più grande spazio per eventi ed esposizioni indoor della regione.
GRANDI EVENTI: BISOGNA
PENSARE ANCHE AL DOPO
Mantenere le strutture allestite per i grandi eventi come la Dubai World Expo rientra nel tema della sostenibilità e questo tema è stato trattato in tutti gli eventi citati. Negli Stati Uniti, la nuova amministrazione ha rimossi buona parte delle restrizioni legate alla sostenibilità, ma se si guarda indietro alla prima presidenza Trump, molte aziende e Stati avevano aderito a una sorta di codice di autoregolamentazione. Sir Martin Sorrell, executive chairman di S4 Capital e nome ben noto nell’industria pubblicitaria, ha ribadito la necessità di pensare agli eventi in un’ottica ecologica, perché la Generazione Z è sempre più attenta all’ambiente e desidera esperienze autentiche e responsabili. La legacy delle Olimpiadi di Parigi, per esempio, è costituita da nuovi spazi pubblici, miglioramento dell’accessibilità alle strutture, nuovi programmi sportivi di base – che hanno raggiunto quattro milioni e mezzo di bambini – e la riqualificazione di trentamila persone con nuove competenze, usate per i Giochi ma che ora trovano spazio in altri settori lavorativi. Sorrell ha utilizzato la metafora di evitare di costruire “cattedrali nel deserto”, una metafora che a Dubai potrebbe non essere stata particolarmente apprezzata dall’audience locale, che ha trasformato il deserto con strutture ampiamente utilizzate.
ESPERIENZE PERSONALIZZATE
La discussione a Davos ha acceso i riflettori anche sul “phygital” ovvero sugli eventi che uniscono la presenza fisica a quella virtuale. La pandemia ha accelerato questa tendenza, rendendo imperativo offrire contenuti fruibili da remoto, attraverso streaming, social media e realtà virtuale e ampliando quindi la portata e l’inclusività degli eventi. Con questi canali, per esempio, Ralph Lauren, tra sfilate e documentari online, raggiunge un pubblico globale di milioni di persone. Con numeri a questi livelli, diventa fondamentale la personalizzazione del messaggio per offrire esperienze su misura a ogni partecipante attraverso l’uso dell’IA.
Ed Bastian, Ceo di Delta Airlines, durante Ces 2025 ha dimostrato come questo sia possibile semplicemente iscrivendosi al programma di fedeltà di Delta, che garantisce miglia per ogni viaggio. Il Ceo di Delta avrebbe dovuto essere anche lui a uno degli eventi nella regione araba, ma ha cancellato l’impegno a causa dell’incidente areo in Alaska di uno dei voli Delta.
All’incidente si collega il tema della sicurezza, che assume un ruolo sempre più determinante. Attacchi terroristici, manifestazioni violente ed emergenze sanitarie impongono una gestione del rischio meticolosa e una pianificazione rigorosa, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine locali e internazionali, per garantire un ambiente sicuro e accogliente per tutti i partecipanti. Una caratteristica che non sfugge a chi par-
tecipa a event nei Paesi arabi, che si tratti di Dubai, Jeddah, Riad o Doha: sono i complimenti che pressoché tutti, tra relatori e moderatori, esprimono verso le autorità locali e che riguardano l’accoglienza, l’organizzazione, le opere realizzate nelle rispettive regioni e l’entusiasmo per i progetti futuri. Nel mondo occidentale, in conferenze simili, l’enfasi è sui costi, sui disagi dei cittadini e l’entusiasmo è decisamente più moderato. Sicuramente le finanze dei Paesi arabi facilitano l’ottimismo e le visioni futuristiche. Anche l’incidente della Delta e la mancata partecipazione del Ceo non ha condizionato l’ottimismo degli eventi e non solo perché non vi sono state vittime. Nel riportare la notizia, infatti, i media hanno dedicato ampio spazio all’efficienza dei membri dell’equipaggio e ai programmi di training presso Delta stessa. Un “dietro le quinte” che non saremo sorpresi se inspirerà una nuova serie su Netflix.
Sotto, alcuni degli avveniristici edifici e delle strutture della Dubai World Expo 2020: il tema della sostenibilità legata alla riqualificazione e alla legacy che i grandi eventi lasciano sul territorio è quantomai attuale
Il mito del supereroe solitario, celebrato nei film di Hollywood e nella Chanson de Roland, svanisce di fronte alla realtà moderna. Oggi, la vera forza risiede nel lavoro di squadra, dove la collaborazione e la condivisione delle conoscenze sono essenziali per il successo in ogni campo. Uniti, superiamo le sfide e costruiamo un futuro migliore
Business director di www.hr-link.it, portale
D a un lato la pandemia, dall’altro le dinamiche demografiche e la velocità dell’innovazione hanno trasformato radicalmente il modo in cui le aziende operano, accelerando l’adozione di tecnologie digitali, promuovendo il lavoro agile e ricercando sempre più competenze “dinamiche” per fronteggiare le sfide. Questi
cambiamenti rendono ancora più cruciale l’importanza di strategie di gestione atte a mantenere l’engagement e la produttività dei dipendenti. Servono quindi strumenti di coesione e collaborazione per vincere le sfide odierne: team coaching e team building sono delle risposte. Nel contesto aziendale moderno, i termini “team coaching” e “team building” sono spesso utilizzati in modo intercambiabile: in realtà rappresentano due approcci distinti con obiettivi e metodi differenti. Il team coaching si concentra sullo sviluppo delle competenze e delle dinamiche di gruppo attraverso un processo guidato da un coach professionista. Questo approccio mira a migliorare la performance della squadra nel lungo termine, affrontando questioni come la comunicazione, la leadership e la risoluzione dei conflitti. Al contrario, il team building è un insieme di attività progettate per migliorare la coesione del gruppo e rafforzare le relazioni interpersonali attraverso esperienze condivise.
OBIETTIVI E METODI
Il team coaching si concentra su obiettivi specifici di miglioramento delle performance, utilizzando tecniche di coaching personalizzate per affrontare le sfide del team. Questo processo è spesso continuo e richiede un impegno a lungo termine. D’altra parte, il team building è generalmente un’attività a breve termine, progettata per migliorare la coesione del gruppo attraverso esperienze condivise come giochi di ruolo, attività all’aperto o workshop creativi.
Secondo Giulia Astrella, Presidente di International Coaching Federation (Icf) Italia,
questa disciplina si sta sviluppando poiché si è compreso che un team è un’entità a sé stante, composta da individui ma con una propria identità collettiva. Questo approccio è distintivo rispetto al team building, che si concentra principalmente sulla creazione di coesione tramite attività ludiche. L’obiettivo è potenziare l’interazione e l’efficacia del team nel suo insieme.
GLI ELEMENTI PRINCIPALI DEL TEAM COACHING
Il team coaching, come abbiamo già detto, è un processo strutturato che mira a migliorare le performance di un gruppo di lavoro attraverso l’intervento di un coach esperto. Questo approccio si basa generalmente su tre elementi principali: la comunicazione, la fiducia e l’obiettivo comune.
Il coach lavora per migliorare le dinamiche comunicative all’interno del gruppo, attraverso diverse tecniche, come il feedback costruttivo, l’ascolto attivo e la facilitazione di discussioni aperte.
Il coach lavora per costruire un clima di fiducia attraverso attività di team building ed esercizi che promuovono la vulnerabilità e l’apertura. Un aspetto importante della fiducia è la responsabilità, per cui i membri del team vengono incoraggiati a prendersi la responsabilità delle proprie azioni e a sostenersi a vicenda: questo non solo rafforza i legami tra i membri del team, ma crea anche un senso di appartenenza e impegno condiviso verso gli obiettivi comuni.
Infine, il coach aiuta il gruppo a definire chiaramente i propri obiettivi e a stabilire un piano d’azione per raggiungerli: un obiettivo
comune non solo allinea gli sforzi dei membri del team, ma crea anche un senso di scopo condiviso e quando tutti sono consapevoli di dove stanno andando e perché, è più probabile che si impegnino attivamente nel processo. Il coach monitora i progressi della squadra verso questi obiettivi, fornendo supporto e aggiustamenti quando necessario.
TEAM BUILDING:
DA EPISODIO A PROCESSO
Il concetto di team building è spesso frainteso come un insieme di attività o corsi isolati, mentre in realtà si tratta di un processo continuo e complesso. Questo processo include elementi formali, non formali e informali, e può essere sia stimolato sia ostacolato da diverse attività o corsi. Si può dire quindi che il team building non sia da intendere come un evento occasionale, bensì un approccio sistematico alla costruzione e al rafforzamento delle dinamiche di gruppo all’interno di un’organizzazione.
Una forma di team building “naturale” si sviluppa in modo organico, senza interventi strutturati: si tratta delle relazioni che si formano tra i membri della squadra naturalmente, attraverso interazioni quotidiane e collaborazioni spontanee.
Forme di team building “facilitate” possono essere considerate quei momenti in cui facilitatori, appunto, o esperti guidano le dinamiche di gruppo, aiutando a creare un ambiente favorevole alla comunicazione e alla cooperazione, promuovendo la coesione del gruppo.
Infine, può aver luogo l’approccio di un team building che si può definire – in modo positivo –“forzato”: si tratta di attività specifiche che, sebbene possano portare a risultati immediati, rischiano di non essere efficaci nel lungo termine se non accompagnate dalle prime due e da un reale interesse e coinvolgimento da parte dei partecipanti.
In sintesi, il team building è un processo complesso e multifattoriale, che richiede un fondamentale approccio strategico e consapevole.
Prima della pandemia, le attività di team building erano spesso incentrate su eventi fisici come outdoor e ritiri aziendali, attività sportive e workshop in presenza. Queste attività miravano a costruire relazioni personali attraverso l’interazione diretta.
Con l’avvento del lavoro da remoto, le aziende hanno dovuto reinventare il team building, adottando soluzioni virtuali come escape room online, giochi di squadra digitali e workshop virtuali. Queste attività hanno permesso di mantenere la coesione del team nonostante la distanza fisica.
La realtà virtuale (Vr) e le tecnologie digitali hanno aperto nuove possibilità per il team building, offrendo esperienze immersive che possono simulare ambienti di lavoro complessi o situazioni di problem-solving. Queste tecnologie consentono ai team di collaborare in modi innovativi, superando le limitazioni del lavoro da remoto.
Oggi, quindi, coesistono ambedue le attività, quelle tradizionalmente in presenza – sempre molto apprezzate – e quelle digitali che offrono anche una cifra inclusiva, da svariati punti di vista, talvolta limitante nella versione in presenza.
Un’altra tendenza è quella di usare i team building all’interno dei ritiri aziendali, che non si sovrappongono quindi con questi per lo scopo più ampio che hanno di permettere ai partecipanti di connettersi a un livello più personale, promuovendo una comprensione reciproca più profonda.
LE COMPETENZE
NECESSARIE
Per gestire efficacemente un team building, è essenziale avere competenze in organizzazione di eventi, comunicazione e gestione delle dinamiche di gruppo. Il team coaching, invece, richiede competenze avanzate in ascolto attivo, leadership e sviluppo delle persone, oltre a una profonda comprensione delle dinamiche di gruppo.
Team building e team coaching, pur perseguendo scopi differenti con strumenti differenti, contribuiscono alla coesione e alla performance del team e sono elementi essenziali nella gestione delle persone e delle community che ruotano attorno alle aziende, che siano dipendenti o altri tipi di stakeholder, da gestire ognuno con la propria cifra narrativa e relazionale.
Ma attenzione, parlare di team non significa appiattire le singole persone che ne fanno parte: oggi più che mai le ricette “one size fits all” non funzionano. La persona, il singolo, rimangono al centro, e ogni membro porta con sé un bagaglio unico di esperienze e aspettative che, se valorizzato, può contribuire in modo significativo alla crescita e all’efficacia del gruppo.
Ma questo è un altro capitolo della gestione del capitale umano.
di ALESSANDRA BOIARDI
CONVENTION BUREAU
Per ulteriori approfondimenti, leggi le notizie sul nostro sito, www.meetingecongressi.com
«Il 2025 sarà un anno di ulteriore crescita per la meeting industry veneta con la nascita di Verona Garda Convention Bureau». Lo ha detto Federico Caner, l’assessore al turismo della Regione Veneto in occasione della conferenza stampa del Venice Region Convention Bureau
Network, che si è tenuta presso lo stand della Regione Veneto durante Bit 2025. Si tratta di una delle novità della rete del sistema regionale congressuale, fortemente voluta dalla Regione Veneto, che rappresenta l’offerta integrata e organizzata delle destinazioni, e
«Novity annuncia la nomina di Maria Guadalupe Lucasevich come chief commercial officer. Con un’esperienza pluriennale nel settore degli eventi e del Mice, la nuova Cco entra nell’agenzia di comunicazione integratache dal 2005 è un punto di riferimento nella progettazione e produzione di eventi, nell’incentive travel e nel marketing digitale – con l’obiettivo di contribuire alla sua crescita e al suo consolidamento.
«Novity è in un momento di forte crescita» racconta Manuela Beschi, Ceo dell’agenzia. «Era quindi essenziale l’inserimento nel team di una figura manageriale capace di accompagnarci in questa evoluzione. Maria Guadalupe Lucasevich unisce esperienza, conoscenza del mercato e una forte leadership in linea con la nostra visione di sviluppo: la sua esperienza in realtà di primo piano come Cisalpina Tours,
dove ha guidato per undici anni la divisione Mice, le ha permesso di sviluppare competenze strategiche fondamentali. Il suo contributo sarà determinante per continuare a rafforzare la nostra posizione nel mercato degli eventi e della comunicazione».
che permette di promuovere e gestire efficacemente gli eventi, potendo contare sul supporto in loco, sull’assistenza di esperti e su un coordinamento fattivo. «Altra grande novità di quest’anno – ha annunciato Caner – sarà Italy at Hand in the Land of Venice organizzato a novembre 2025 da Convention Bureau Italia, e il network coordinerà inoltre le attività a sostegno del segmento Mice anche per il 2025, con particolare focus sulla valorizzazione delle possibilità di team building e meeting dedicati alle aziende in occasione delle Olimpiadi».
H&A lancia una nuova business unit dedicata a progetti speciali di live communication. Si chiama “Big” – acronimo di Build, Innovate, Grow – e sarà guidata da Piero Pavanini, head of live & digital communication. Giampiero Briozzo ne sarà la figura centrale con il ruolo di strategy content manager: la sua esperienza e il suo contributo strategico e creativo rafforzano il posizionamento di H&A come partner di riferimento nel settore. A supportarli, un team multidisciplinare di talentuosi creativi, strategist e innovatori provenienti dai mondi della consulenza, dell’Adv e della formazione.
«Big si rivolge a progetti speciali e grandi, non solo nelle dimensioni», spiega Giancarlo Giumelli, presidente di H&A. «Il mercato della live communication è in crescita, e le aziende che credono e investono negli eventi con obiettivi di alto profilo hanno bisogno di un punto di riferimento solido in grado di generare valore reale» ha affermato Giumelli.
VALENTINA FERRARI
MANAGING
Valentina Ferrari è la nuova managing director di Sinergie, con la responsabilità complessiva della direzione dell’azienda, una delle sister company storiche di SG Company Società Benefit Spa, con ampio potere decisionale al massimo livello operativo e strategico, rispondendo all’amministratore unico per quanto concerne la visione e la leadership generale di Sinergie. «Era il febbraio 2024 quando tutto è cominciato quasi per caso» afferma Davide Verdesca, ceo di SG Company. «In un solo anno si è concretizzato il percorso di crescita promesso a Valentina, chiamata in Sinergie con il ruolo di sales director e la promessa di supporto e guida da parte mia per i 18 mesi a seguire prima di rivedere il suo ruolo. I risultati parlano da soli e in anticipo, sono felice di ufficializzare che Valentina è già arrivata al termine di questo percorso».
Si aggiudica il 19esimo posto nella classifica Icca delle destinazioni più ambite nel mondo, la Repubblica Ceca, mentre Praga mantiene il sesto posto a livello mondiale e il quinto in Europa e continua a distinguersi per nuove aperture, restyling e ammodernamenti di strutture e infrastrutture. E, a tal proposito, anche il 2025 porta grandi novità. Si sono rifatte il trucco (ma anche l’acustica e la tecnologia) le sale conferenza –16 più uno special event space – del Vienna House by Wyndham Andel’s Prague. Flexi Meeting Room è invece il nuovo concept per il congressuale dell’Hotel Occidental Praha, che modula i diversi spazi per eventi fino a offrire una grande sala trendy e high-tech da trecento persone. Premiato nel 2024 dai World Travel Mice Awards come miglior hotel Mice della Repubblica Ceca, l’Hilton Prague vanta
addirittura quattro piani dedicati a meeting e congressi, con cinquemila metri quadrati di spazi flessibili per banchetti e convegni. Nel frattempo ha riaperto anche il Fairmont Golden Prague Hotel, con 320 tra camere e suite, oggetto di un restyling che fonde l’architettura brutalista al design moderno, diverse sale riunioni e una sala da ballo da seicento persone. Da segnalare, infine, anche due importanti riaperture extra-alberghiere. Il leggendario Spirala Theatre, che dopo vent’anni torna con il nome di Nova Spirala e con le caratteristiche di un grande centro culturale multidisciplinare, altamente tecnologico e dalle capienze importanti. Per chi volesse invece organizzare un evento speciale, dalle atmosfere medievali, ha riaperto agli esterni lo storico birrificio monastico dell’hotel di lusso Augustiner. (P.K.)
Rossoevolution annuncia una nuova operazione strategica con l’acquisizione del brand We Are Live e l’ingresso nel team del suo Ceo e fondatore, Attilio Manassero, professionista di spicco nel settore degli eventi fashion & luxury.
We Are Live è un brand con un’esperienza consolidata nell’ideazione e realizzazione di eventi esclusivi per il comparto del lusso e annovera tra i suoi clienti marchi come
Moncler, Bulgari, Zegna e Pomellato, solo per citarne alcuni.
Rossoevolution, dopo un’importante operazione di rebranding, con questo nuovo asset prosegue il suo percorso di espansione con una acquisizione che gli consente di accrescere il proprio portafoglio clienti e ampliare la gamma dei servizi offerti, rafforzando così il proprio il proprio know-how anche nell’ambito degli eventi lusso e moda.
Il Blu Suite Resort in provincia di Rimini è una destinazione smart, accogliente, tecnologica e sostenibile. Rimodula servizi Mice a 360 gradi, declinati in momenti incentive, post congress e soluzioni di team building
Dasempre luogo rinomato dove fermentano moda e tendenze, la Riviera Romagnola ha tante anime che spaziano tra la sperimentazione e una progettualità rivolta al futuro, con un'attenzione particolare ad architetture che stimolano i sensi e a una visione pratica della vita quotidiana. Un esempio concreto di questa evoluzione è il Blu Suite Resort di Bellaria, che si propone alla meeting industry per offrire un'esperienza unica, dove il design e la funzionalità si fondono per rispondere alle esigenze del mondo business. La struttura ha una naturale predisposizione a ospitare qualsiasi tipo di evento, dal piccolo
Blu Suite Resort & Spa
Bellaria Igea Marina (Rn)
Numero totale camere: 45 | Ristoranti: 3 | Posti: 180 | Sale meeting: 3 | Capienza sala maggiore: 120 posti | Capienza sala minore: 25 posti | Saletta segreteria | mq outdoor: 400 (terrazze) + 300 (giardini) | Possibilità organizzazione post congress
di TERESA CHIODO
convegno al corso di aggiornamento, fino al grande meeting aziendale. Il Blu Suite Resort si presenta come una struttura business, funzionale e strategica, anche per la sua felice posizione. Si trova infatti inserito in una ricca rete di itinerari turistici nel territorio, di interesse storico, artistico ed enogastronomico.
TRA RIUNIONI E TEAM BUILDING
Bellaria si trova in una posizione favorevole, facilmente raggiungibile sia in auto sia in treno. La città è a pochi chilometri dall'autostrada A14, che collega la zona alla rete autostradale nazionale, rendendo semplice l'arrivo sia
da nord sia da sud. La vicinanza alla stazione ferroviaria permette anche di raggiungere la località con facilità, con collegamenti rapidi verso le principali città.
Il resort si compone di 45 eleganti camere, suite e attici con jacuzzi e un ampio parcheggio privato gratuito con possibilità di posti auto coperti e ricarica per auto elettriche.
La location si trova proprio di fronte al mare e affaccia su un’ampia spiaggia privata, ideale per organizzare attività di team building, tornei sportivi e attività olistiche. Le sale meeting sono tre in tutto. La Blu Space può accogliere fino a 150 ospiti ed è dotata di connessione wi-fi veloce dedicata, ideale per grandi gruppi di lavoro, sezioni di smart working o attività ricreative con spazio esclusivo. La Blu Meeting e la Blu Work sono ideali per medi e piccoli incontri di lavoro e smart working. Numerose sono inoltre le possibilità di scelta per i servizi ristorativi: il Blu Restaurant è vista mare e può ospitare sino a duecento posti; offre cucina tradizionale e mediterranea, con servizio a buffet e à la carte; il ristorante Alma è elegante, formale, e ospita sino a quaranta coperti; offre una cucina d’autore e gourmet. Completano l'offerta l’Insolito Beach Caffè, per aperitivi, pranzi o cene esclusive direttamente in spiaggia. Il Rooftop di quattrocento metri quadrati è vista mare, per incontri esclusivi, aperitivi, colazioni di lavoro. Dalla fase di ideazione e progettazione fino alla gestione dell'evento, un team di esperti assicura un controllo continuo e puntuale in ogni fase, garantendo il massimo della qualità e dell'efficienza.
PUNTO DI FORZA: L’OUTDOOR
La struttura dispone di vasti spazi di lavoro esterni e a bordo piscina e con vista mare, oltre a una cucina disponibile per cooking class e show cooking. Numerose inoltre sono le possibilità di organizzare coffee break, momenti di networking o pause utilizzando ampi giardini con vista mare o in spiaggia. La Blu Spa di 350 metri quadrati, infine, è senza dubbio perfetta per concedersi un ottimo momento di relax al termine di un'impegnativa giornata di lavoro.
La struttura offre proposte dedicate alle aziende per coinvolgenti progetti e attività di team building oltre che servizi chiavi in
mano di organizzazione di eventi aziendali, cene, eventi celebrativi.
Al Blu Suite Resort di Bellaria, grazie alla sua struttura versatile e all'ampio spazio disponibile all’aperto, sono possibili diverse attività di team building, pensate per rafforzare la collaborazione tra i partecipanti, stimolare la creatività e favorire il networking. Fra le attività sportive all’aperto è possibile organizzare anche giochi in spiaggia: sfide sportive come beach volley, gare di tiro alla fune, tornei di calcio o partite di bocce. Queste attività stimolano il lavoro di squadra e creano un’atmosfera di sana competizione. Corsi di sport acquatici: attività come il kayak o il paddle surf, sono perfette per un team-building stimolante ed emozionante. Si possono organizzare laboratori di cucina, in cui i partecipanti collaborano per creare piatti o cocktail, incentivando la creatività, la comunicazione e il lavoro di squadra. Grazie agli spazi verdi e al giardino, è possibile organizzare attività di escape room o simulazioni di problem solving, in cui i gruppi devono collaborare per risolvere enigmi e sfide. Non può mancare la caccia al tesoro, un’attività ludica che porta i partecipanti a esplorare la zona circostante, risolvendo indizi e completando sfide in squadra. Ancora, sessioni di yoga o meditazione all’aperto per rilassare mente e corpo, favorendo la connessione tra i membri del team e creando un ambiente di benessere.
indirizzi a fine rivista
Crans-Montana, la nota destinazione svizzera del Vallese, combina scenari naturali di grande impatto con una vibrante proposta di servizi e hȏtellerie di alto livello, capace di conquistare ogni richiesta del Mice
di MARIANGELA TRAFICANTE
Unaltopiano soleggiato tutto l’anno nel cuore delle Alpi svizzere, dove la natura incontaminata si vive tra sport e benessere in ogni stagione e si completa con hotel, servizi ed enogastronomia di alto livello: benvenuti a Crans-Montana.
Incastonata nel Vallese, con vista sulla valle del Rodano e sui più maestosi “quattromila” delle Alpi, la destinazione è molto più di una località di montagna: dal fondovalle a cinquecento metri fin su ai tremila metri del ghiacciaio Plaine Morte, si snodano borghi e vigneti, boschi e alpeggi, piste da sci e centri sportivi: le sue diverse sfaccettature la rendono meta ideale per un evento su misura, che sia un congresso o un insolito team building open air, un incentive tra wellness e gourmet o una sfida sportiva.
«Crans-Montana è raggiungibile in poco più di tre ore da Milano, in auto ma anche in tre-
no, grazie ai collegamenti dalle principali città svizzere ed europee. Da Sierre è possibile anche arrivare in funicolare» spiega Evan Pasquini, responsabile Italia di Crans-Montana Turismo e Congressi, che prosegue: «L’ampio comprensorio sciistico con 140 chilometri di piste ospita anche diverse altre discipline, dallo sci alpinismo alle attività nello Snow Park, alle ciaspole. L’estate si trasforma in scenario per escursioni e trekking (con oltre trecento chilometri di itinerari), percorsi in mountain bike e divertenti attività di gruppo».
VIVACITÀ ALBERGHIERA E GASTRONOMICA
E qui la natura si vive senza rinunciare al comfort: il centro urbano è ricco di servizi, attivo e dinamico tutto l’anno tra ristoranti, shopping, musei, un grande centro congressi e un’offerta alberghiera in espansione. Sono
35 gli hotel (di cui nove aperti tutto l’anno e dieci aperti più di dieci mesi), molti ideali per il Mice, dove l’ospitalità si può calibrare in base alle richieste e anche privatizzare: il quattro stelle Faern Valaisia è il più ampio con 134 camere e ideale per i gruppi più numerosi. Chi desidera soluzioni esclusive le troverà nei cinque stelle. Tra le new entry spicca Six Senses, con 78 camere e lo spazio per eventi più grande tra gli hotel della destinazione, ben quattrocento metri quadrati.
È ormai un’istituzione il Crans Ambassador, l’iconico edificio a forma di montagna che anima Crans-Montana dagli anni Settanta: conta su 56 camere e uno spazio per eventi che può ospitare fino a settanta persone. Non è da meno la proposta gastronomica, dalle tipiche baite d’alpeggio con i sapori della tradizione agli stellati: tra gli indirizzi più iconici ecco La Muña, ristorante fusion peruviano-giapponese, e Le Lounge, per una cena di gala con vista. Di recente è arrivato anche La Ferme Saint-Amour, diretto dallo chef tristellato Éric Frechon.
UN CENTRO CONGRESSI RINNOVATO
Situato nel centro di Crans-Montana, il Centro Congressi Le Régent si raggiunge dagli alberghi sia a piedi sia con i trasporti pubblici e privati grazie alle navette gratuite. Lo spazio, completamente ristrutturato nel 2024, è modulabile e conta 15 sale, di cui la più grande con capacità da duemila posti. Diversi ambienti sono collegabili tra loro. Le grandi vetrate garantiscono luce naturale e splendidi panorami sulle vette. Tecnologia all’avanguardia e connessione internet ad altissima velocità garantiscono gli elevati livelli di servizio, come il team dedicato e la proposta F&B.
TEAM BUILDING E INCENTIVE
DI AMPIO RESPIRO
Crans-Montana si può immaginare come una grande tela su cui disegnare un viaggio incentive a tutta natura o un team building all’insegna delle emozioni. Sci alpino e di fondo, camminate con le ciaspole, escursioni in bici, e-bike e Mtb, percorsi di trekking, da modulare in base alla stagione, sapranno conquistare gli ospiti, che poi potranno coccolarsi con una cena elegante o un suggestivo pranzo in quota in un rifugio: ce ne sono infatti di adatti ai gruppi che possono ospitare fino a cento persone. Senza dimenticare proposte accattivanti come lo Chetzeron, un eco-lodge da 19 camere sorto in quella che era un’ex stazione di risalita abbandonata. Spazio anche alle attività più insolite per rinsaldare lo spirito di squadra, dal curling al biathlon.
GOLF E SCI PROTAGONISTI
DI GRANDI EVENTI
Non solo sport invernali. Crans-Montana è anche una rinomata località golfistica: il campo a 18 buche Severiano Ballesteros, tra i più belli delle Alpi, è la cornice perfetta per sfidarsi in un torneo o partecipare a un corso. Da oltre 75 anni la destinazione ospita l’Omega European Masters a fine agosto, occasione per organizzare un congresso che permetta di vivere anche la festa diffusa legata alla competizione. Gli eventi che si snodano lungo tutto l’anno sono uno dei fiori all’occhiello di CransMontana, che nel 2027 vedrà il ritorno dei Campionati Mondiali di sci. E la natura diventa palcoscenico all’aria aperta anche per la musica, con diversi festival in quota in uno scenario unico e il Caprices Festival, eletto migliore appuntamento continentale dedicato alla musica elettronica. indirizzi a fine rivista © michel reybier hospitality
Non solo Barcellona: la Catalogna vanta altre destinazioni Mice che hanno tutti numeri per diventare mete ambite per meeting e congressi ai più alti livelli, come la Costa Brava, la Costa Daurada, le Terre di Lleida e i maestosi Pirenei.
È quanto è emerso dall’ultima edizione di Meet Catalunya
di TERESA CHIODO
Meet Catalunya 2024, il workshop/evento di networking Mice ospitato dall’Ente del Turismo della Catalogna e dal Catalunya Convention Bureau (Ccb), è stato lanciato ufficialmente il 26 giugno presso l’hotel cinque stelle Camiral vicino a Girona, in presenza di oltre 75 professionisti del settore eventi e 87 aziende catalane, con circa 1.500 incontri d’aff ari. Il programma di tre giorni, iniziato a Girona e terminato a Barcellona ha messo in mostra la ricca varietà di opportunità che la regione ha da off rire come destinazione Mice, ponendo particolare enfasi sull’imprescindibilità dell’aspetto sostenibile. L’iniziativa nasce per incentivare la promozione coordinata dell’offerta congressuale del territorio con l’obiettivo di rafforzare il settore Mice proponendosi sul mercato con una comu-
nicazione unitaria e un sistema integrato e accessibile, in cui si sviluppi una volontà di crescita comune.
L’obiettivo finale è quello di stimolare e supportare costantemente il sistema congressuale, affinché l’offerta di strutture e servizi sia sempre adeguata alle esigenze di una clientela nazionale e internazionale.
EVENTI A PROVA DI FUTURO
Nella sua presentazione di apertura, la direttrice di Ccb Sònia Serracarbassa ha sottolineato l’importanza della sostenibilità per rendere il settore degli eventi aziendali a prova di futuro, un tema che è stato al centro dell’intero programma: dalle presentazioni individuali dei convention bureaux locali al lancio ufficiale, fino alla presentazione da
parte del vettore low-cost Vueling del suo piano di transizione verso il carburante sostenibile per l’aviazione. L’attenzione alla protezione dell’ambiente è stata una prerogativa base anche dell’Hotel Tembo, quattro stelle di recente apertura, e dell’Hotel Intercontinental a cinque stelle a Barcellona. Il tour guidato a piedi di 22@, distretto dell’innovazione, ha evidenziato come la sostenibilità venga utilizzata per migliorare la mobilità in città e rigenerare aree industriali precedentemente degradate. La sostenibilità è il punto nevralgico anche di BEFuture, un programma finanziato dall’Ue che mira a trasformare il settore degli eventi aziendali in Europa attraverso l’inclusività e la resilienza. Un Libro Bianco che illustrerà i risultati del programma è stato pubblicato in autunno e presentato all’Ibtm a novembre a Barcellona. Serracarbassa non ha usato mezzi termini sull’importanza del programma: «Stiamo esplorando come dovrebbe essere il nuovo modello di business per gli eventi aziendali tra dieci anni (2035) se come industria vogliamo essere ancora vivi. Dobbiamo essere resilienti, ma dobbiamo anche essere competitivi. Dobbiamo guidare l’industria: organizzazioni, istituzioni pubbliche e convention bureaux, per rendere questa transizione più sostenibile ma anche più digitale. Ecco perché abbiamo lanciato questo progetto e abbiamo chiesto finanziamenti all’Ue».
In termini di generazione di entrate, la Catalogna sta sicuramente facendo progressi. La spesa individuale dei delegati Mice che visitano la regione per congressi o eventi aziendali è in media del 32% in più rispetto al livello pre-pandemia del 2019. Questa tendenza è stata riscontrata durante l’evento Meet Catalunya Green, dove sono state condotte oltre 1.500 interviste commerciali con aziende ed enti specializzati nel settore turistico catalano. Fino al mese di luglio, i turisti stranieri che si sono recati in Catalogna per lavoro, affari, partecipazione a fiere e congressi hanno generato una spesa di 1.202,3 milioni. Il turismo dei convegni e degli eventi costituisce un segmento di visitatori con un elevato potenziale di ritorno economico nel Paese e di interazione con il mondo imprenditoriale locale. Inoltre, è un catalizzatore di nuove opportunità, determinante per un cambiamento del modello turistico auspicato in Catalogna. La dimensione dell’offerta catalana nel campo del turismo congressuale, la sua esperienza turistica in altri segmenti e il posizionamento della città di Barcellona, che è stata per 24 anni consecutivi tra le prime cinque città organizzatrici di congressi nella classifica dell’Associazione Internazionale dei Congressi e delle Convenzioni (Icca), significano che la Catalogna è ben posizionata su scala internazionale e ha un alto potenziale in termini di sviluppo di questa attività. indirizzi a fine rivista
L’e-workshop medical pharma e il Full Contact Meeting Planner aprono la stagione, confermando l’alto valore strategico degli eventi Ediman, da sempre riconosciuti per l’eccellenza dei partecipanti e l’alto livello delle opportunità di business
È stato ospitato dal 31 gennaio al 2 febbraio nelle sale del Radisson Blu GHR Rome l’e-workshop medical pharma, dedicato al mondo degli eventi medico-scientifici
Non poteva avere un inizio migliore il calendario 2025 degli eventi Ediman, che in questi primi mesi dell’anno è partito a pieno regime con due attesi appuntamenti: l’e-workshop medical pharma e Full Contact Meeting Planner.
SINERGIE AD ALTO IMPATTO
NEL CUORE DI ROMA
A rompere il ghiaccio è stato proprio l’e-workshop medical pharma, dedicato al mondo degli eventi medico-scientifici e ai suoi protagonisti, che si è tenuto dal 31 gennaio al 2 febbraio. Quinta d’eccezione dei vari momenti del workshop è stato il Radisson Blu GHR Rome, hotel quattro stelle e indirizzo congressuale di punta a Roma che, con la sua eleganza contemporanea e funzionale, ha offerto un ambiente ideale per l’occasione. La serata di apertura, venerdì 31 gennaio, ha
visto gli ospiti riunirsi per una cena di benvenuto al ristorante Le Roof, dove l’atmosfera raffinata e panoramica ha permesso di “rompere il ghiaccio” ai supplier – tra i migliori servizi e location per eventi medical pharma – e ai buyer invitati, rappresentanti di importanti aziende del settore farmaceutico ed elettromedicale, grandi agenzie di organizzazione congressuale e provider Ecm.
Sabato 1° febbraio è stato il momento clou dell’evento, con il workshop B2B, durante il quale i buyer hanno accolto ai desk i supplier, che hanno avuto la possibilità di presentare le loro proposte: ogni incontro one-to one ha offerto il potenziale per concrete opportunità di nuove e proficue collaborazioni. Nel pomeriggio, è stata la volta della visita agli spazi del vicinissimo Forum Theatre, letteralmente a due passi dal Radisson Blu GHR Rome: entrambi
si trovano infatti nel cuore di quello che, nel quartiere Parioli, si può definire un vero e proprio distretto per gli eventi della Capitale. Il polifunzionale Forum Theatre unisce arte e tecnologia all’avanguardia, con spazi immersivi e audio surround di ultima generazione: fa parte degli storici Forum Studios, gli studi di registrazione fondati nel 1969 dai Maestri Ennio Morricone, Piero Piccioni, Luis Bacalov ed Armando Trovajoli, a oggi ancora attivi e considerati il “tempio del suono”. La serata si è chiusa con una cena al Le Roof, in un clima di rilassato di networking, dove i partecipanti hanno continuato a condividere esperienze e a stringere nuovi contatti.
AL FULL CONTACT MEETING PLANNER 2025
Primo Full Contact dell’anno è stato invece Full Contact Meeting Planner, che si è tenuto dal 6 all’8 marzo negli eleganti spazi dell’Excelsior Palace Portofino Coast di Rapallo, confermandosi un appuntamento imprescindibile per i professionisti degli eventi corporate. Gli incontri one-to-one – oltre 950 quelli totalizzati – sono stati al centro del workshop, grazie alla formula consolidata dei Full Contact, più “classica” rispetto a quella degli e-workshop dove appunto sono i buyer a essere seduti ai desk. Con agende ben organizzate e personalizzate, i meeting planner corporate – come sempre tutti presenti esclusivamente su invito – hanno potuto infatti scoprire nuove location, destinazioni e fornitori per i loro prossimi eventi e i supplier hanno avuto la possibilità unica di incontrare interlocutori di qualità interessati in maniera concreta alla loro proposta. Un valore che gli eventi Ediman garantiscono da sempre, grazie a un’attenta selezione dei partecipanti e a un format studiato per ottimizzare ogni incontro, che valorizza il tempo dedicato alle connessioni professionali e offre opportunità concrete per avviare nuove e proficue collaborazioni.
A far vivere al meglio l’evento a buyer e supplier una cornice d’eccellenza, simbolo di prestigio e location “storica” dei Full Contact, con numerose edizioni ospitate negli anni: l’Excelsior Palace Portofino Coast di Rapallo, dove i partecipanti hanno soggiornato e trovato momenti di relax tra un incontro e l’altro sulla splendida terrazza panoramica affacciata sul golfo, ancora più suggestiva nelle miti giornate primaverili, e in tutti gli altri splendidi spazi dell’hotel. Il tutto accompagnato da momenti di networking informale molto apprezzati, dalla cena di benvenuto all’aperitivo, fino alla raffinata cena di gala. Durante la serata, un saluto speciale agli ospiti è stato rivolto dalla sindaca di Rapallo Elisabetta Ricci, che oltre a fare gli onori di casa ha sottolineato l’importante contributo che un evento come il Full Contact da molto tempo apporta al territorio in termini di promozione di alto profilo.
Una location ormai “classica” l’Excelsior Palace Portofino Coast di Rapallo, per un appuntamento ormai consolidato, il Full Contact Meeting Planner
FULL CONTACT INCENTIVE & MOTIVATION
3-5 aprile
Hotel Continental Ischia
BUY MICE ROMA
6 maggio, Palazzo Brancaccio, Roma
FULL CONTACT PCO 8-10 giugno
Palace Hotel, Milano Marittima
E WORKSHOP
AGENZIE E CORPORATE
27-28 giugno
Galzignano Resort
Terme & Golf
Nel corso della XVI Convention è stato eletto il Consiglio Direttivo che accompagnerà la presidente Gabriella Gentile alla guida dell’associazione sino al 2028
Sopra, al centro Gabriella Gentile, presidente di Federcongressi&eventi, resterà in carica fino al 2028
Ricordare e sentire sempre vivi i valori che hanno portato alla fondazione dell’associazione e, contemporaneamente, proiettarla nel futuro. È stato questo il sentiment che ha accompagnato gli oltre trecento partecipanti della XVI Convention nazionale di Federcongressi&eventi svoltasi a Napoli. “Futuro in scena. Abbracciare il passato, Innovare il domani” è stato un evento di successo durante il quale il susseguirsi di sessioni dedicate a temi di attualità quali gli scenari economici e sociali, l’intelligenza artificiale e l’importanza della valorizzazione del capitale umano aziendale hanno sempre mantenuto viva la partecipazione dei soci. E non sono mancate attività alla scoperta di alcuni dei luoghi più rappresentativi di Napoli: Palazzo Caracciolo, il Complesso Monumentale Donnaregina – Museo Diocesano e lo splendore di Palazzo Reale.
Nel corso della Convention i soci hanno eletto gli otto membri del Consiglio Direttivo che saranno in carica e che accompagneranno per il triennio 2025-2028 la presidente Gabriella Gentile. I nuovi consiglieri sono: Carlotta Ferrari (Fondazione Destination Florence), rappresentante categoria Destinazioni e sedi; Nicola Testai (OIC Group), rappresentante categoria Organizzazione congressi ed eventi; Luca Legnani (Papillon Milano 1990), rappresentante categoria Servizi e consulenze; Matteo Bruno Calveri (Summeet), rappresentante dei provider Ecm. I restanti quattro componenti del Consiglio Direttivo eletti senza vincolo di rappresentanza sono: Alessandra Albarelli (Riva del Garda Fierecongressi), Riccardo Baicchi (Regia Congressi), Stefania De Toni (Padova Hall) e Paola Padovani (Triumph Group International).
UN TRIENNIO DI SVILUPPO E CRESCITA
Occasione sempre attesa di crescita e confronto, la convention di quest’anno è stata elettiva con il rinnovo del Consiglio Direttivo, che resterà in carica sino al 2028 con la presidente Gabriella Gentile, già riconfermata durante la convention dello scorso anno. E proprio la presidente sottolinea che: «L’associazione chiude un triennio di sviluppo nel quale sono stati raggiunti molti e importanti traguardi, tra i quali la crescita di rappresentatività, il continuo ingresso di nuovi associati, l’aumento di investimenti per incrementare i servizi ai soci e il consolidamento economico. Proprio la consapevolezza dei risultati raggiunti è per me lo stimolo per continuare a lavorare con la stessa dedizione anche nel prossimo triennio e a intraprendere nuovi percorsi, cogliendo tutte le
Da sinistra: Paola Padovani (Triumph Group International), Stefania De Toni (Padova Hall), Matteo Bruno Calveri (Summeet), Carlotta Ferrari (Fondazione Destination Florence), Nicola Testai (OIC Group), Maria Gabriella Gentile (Meeting Consultants), Luca Legnani (Papillon Milano 1990), Riccardo Baicchi (Regia Congressi) Alessandra Albarelli (Riva del Garda Fierecongressi)
opportunità che si presenteranno, così come è accaduto in questi tre anni. Ripercorrendo quanto abbiamo realizzato insieme, credo che possiamo davvero essere tutti orgogliosi dei risultati ottenuti, che non sono un punto di arrivo ma un punto di partenza. E sono certa che, anche in futuro, potremo continuare a superare le nuove sfide con la stessa determinazione e lo stesso impegno che ci hanno contraddistinto fino a ora, lavorando insieme per il bene della nostra associazione e del nostro settore e continuando a guardare con fiducia al futuro. Un futuro che anche per il nostro settore è fatto di collaborazione, preparazione, qualità, inclusività, sostenibilità e avanzamento tecnologico. Mi congratulo a nome anche di tutta l’associazione con i consiglieri eletti: sono molto felice di iniziare questo nuovo percorso con loro».
Tre imprese leader della meeting industry italiana, AIM Group International, Summeet e Triumph Group International, quest’anno hanno sostenuto Progetto Mentore, l’iniziativa di formazione dedicata ai giovani talenti del turismo congressuale che Federcongressi&eventi promuove da oltre dieci anni con il supporto di Imex Group. Proprio grazie al contributo delle imprese durante la convention, trenta studenti che frequentano master e corsi promossi dalle principali Università ed enti italiani di formazione hanno potuto confrontarsi con i professionisti del Mice e partecipare alle sessioni di lavoro e ai momenti di networking dell’evento.
Durante la convention sono stati assegnati gli Fce Awards, i riconoscimenti istituiti più di dieci anni fa da Federcongressi&eventi per premiare l’impegno dei propri soci nell’innovare il settore dei congressi e degli eventi. I premi Fce Award Creatività, Fce Award Innovazione e Fce Award Sostenibilità sono stati assegnati per la prima volta da una giuria composta dai giovani selezionati per il Progetto Mentore, mentre l’Fce Members Choice 2025 è stato attribuito dai partecipanti alla convention.
I vincitori degli FCE AWARDS 2025 sono: - Fce Award Creatività: Nume Plus
per “MedStory AI”.
- Fce Award Innovazione: AIM Group International per “Fast Heroes: Educare per salvare vite”.
- Fce Award Sostenibilità: Four Points by Sheraton Catania Hotel & Conference Center per “Politica Globale di Sviluppo Sostenibile”.
- Fce Members Choice 2025: On Stage per “50esimo Anniversario Pedrollo”.
Assegnato anche il premio Best Networker Award a Marilena Ferraroni, congress sales manager di Riva del Garda Fierecongressi, il socio che ha stretto più mani durante la convention e le attività sociali partecipando all’attività realizzata e offerta da Getpica.
location del mese
GRAND HÔTEL BILLIA
PARC HOTEL BILLIA
Viale Piemonte, 72 11027 Saint-Vincent (Ao) - Tel. 0166 5231 congress.billia@svrc.it - www.billia.it
destinazione del mese
VISITRIMINI
Tel. 0541 51441 info@visitrimini.com - www.visitrimini.com
dossier fashion events
THE WESTIN PALACE, MILAN
Piazza della Repubblica, 20 20124 Milano - Tel. 02 63361 westin.palacemilan@westin.com www.westinpalacemilan.com https://marriott.virtualplanner.com/ WestinPalaceMilan
BRA HOTEL
Via Abate Gimma, 35 70121 Bari - Tel. 080 2443160 info@brahotel.com www.brahotel.com
HOTEL MERCURE
Villa Romanazzi Carducci
Via G. Capruzzi, 326 70124 Bari Tel. 080 9184712 mice@villaromanazzi.com info@villaromanazzi.com www.villaromanazzicarducci.com
under the spotlight
QUARK HOTEL MILANO
Via Lampedusa, 11/A 20141 Milano Tel. 02 847391 info@quarkhotelmilano.com www.quarkhotelmilano.com www.ariesgroup.it
FLAMBÉ FINE CATERING
Via Padergnone, 52 24050 Grassobbio (Bg) Tel. 335 6390569 info@flambecatering.it www.flambecatering.it
IDM SÜDTIROL ALTO ADIGE
Schlachthofstraße, 73 / Via del Macello, 73 39100 Bozen / Bolzano Tel. 0471 094328 mice@idm-suedtirol.com www.idm-suedtirol.com
GRAND HOTEL CAVOUR
Via del Proconsolo, 3 50122 Firenze Tel. 055 266271 - Fax 055 218955 info@hotelcavour.com www.hotelcavour.com
SITE INSPECTION
hotel
BLUE SUITE RESORT
Viale Alfonso Pinzon, 290 47814 Bellaria – Igea Marina (Rn) Tel. 0541 332454 meeting@blusuitehotel.it - www.blusuiteresort.it destinazioni
CRANSMONTANA TOURISME & CONGRÈS
Route des Arolles, 4 3963 Crans-Montana (Svizzera) Tel: +41 27 4850442 evan.pasquini@crans-montana.ch www.crans-montana.ch
CATALUNYA CONVENTION BUREAU info.act.it@gencat.cat www.catalunya.com
ACCOGLIENTE CROCEVIA DI CULTURE
Animo mitteleuropeo e atmosfera mediterranea
amata dagli artisti e scoperta dalla meeting industry
Il comparto registra numeri in crescita e novità in arrivo
POST CONGRESS DI CONFINE
Dai team building classici alle esperienze più insolite
Animo mitteleuropeo e atmosfera mediterranea, incastonata tra Adriatico e Alpi, crocevia di popoli e culture da sempre: la predisposizione all’accoglienza di Trieste si perde nella notte dei tempi e oggi la città scopre la sua vocazione Mice-oriented, mettendo a disposizione della meeting industry proposte infinite per gli eventi
di FRANCESCA PACE
Sotto, la bellezza mozzafiato di Piazza Unità d'Italia, il cuore più scenografico di Trieste
Per Umberto Saba "ha una scontrosa grazia", per Italo Svevo è “la città del vento", per James Joyce “una città fatta apposta per la letteratura". Bastano queste poche definizioni di Trieste dei tre celebri scrittori (nativi o d’adozione), risalenti agli Anni Venti, per comprendere come Trieste sia una città che non lascia indifferenti. È una delle gemme nascoste dell'Italia, che deve la sua ricchezza storica e culturale alla sua posizione privilegiata, tra il mare Adriatico e le
Alpi, al confine con la Slovenia. Un crocevia di popoli, da sempre aperta a culture e tradizioni diverse, che si ritrovano in ogni angolo della città, “sospesa tra due mondi, tra due culture, tra due lingue" – per dirla con le parole dello scrittore e saggista triestino Claudio Magris –, la cui apertura si mostra ancora oggi con la sua vocazione all'accoglienza turistica e agli incontri Mice internazionali, completati da post congress e team building unici grazie alla ricchezza del patrimonio storico e culturale della città.
A SPASSO NEL CENTRO STORICO
Trieste è una città da scoprire a piedi, dove ogni angolo racconta una storia, che si svela, passo dopo passo, nel centro storico. Un labirinto di strade strette e acciottolate, piazze eleganti, palazzi neoclassici, caffè storici e scorci panoramici suggestivi. Si parte da Piazza Unità d'Italia, la più grande d'Europa tra quelle affacciate sul mare. Delimitata dagli edifici del Comune, della Regione e della Prefettura, splendidi esempi di architettura eclettica, ciò che rapisce lo sguardo è la sua apertura verso il mare con il quale, da sempre, la città ha un legame indissolubile, e da cui allunga per oltre duecento metri il Molo Audace. La piazza è anche il luogo preferito dai triestini per ritrovarsi in uno dei tanti caffè storici della città, il Caffè degli Specchi, aperto nel 1839 e
l'unico rimasto dei quattro presenti sulla piazza in passato, dove avere un primo incontro con questo rito tutto triestino.
Oltre la piazza si aprono le strade che portano nel cuore del centro storico, come via San Nicolò e via Mazzini, ricche di negozi, gallerie d’arte e ristoranti che propongono la cucina triestina, un mix di sapori italiani, austriaci e slavi. Si raggiunge il Borgo Terresiano, il borgo voluto da Maria Teresa d’Austria, attraversato dal Canal Grande, dove un tempo si trovavano le saline e che con le sue chiese di fede diversa testimonia la felice convivenza di religioni. Il centro storico è dominato dalla collina di San Giusto, cuore antico della città. Oltre alla splendida vista panoramica che offre, qui si visitano la Cattedrale, un’imponente chiesa del XII secolo dedicata al patrono della città, con una cripta e
Sotto, la Chiesa Serbo-ortodossa. Trieste è da sempre un melting pot culturale e artistico
In alto a sinistra, il Santuario di Monte Grisa; a destra, il "Canal Grande" di Trieste; sotto, la libreria Saba
pregiati mosaici e il Castello, di epoca medievale, mentre, ai suoi piedi, si trova il Teatro Romano, un antico anfiteatro costruito nel I secolo d.C. che poteva ospitare fino a seimila spettatori, scoperto durante gli scavi nel XIX secolo. Per ammirare Trieste dall’alto si può approfittare della storica trenovia di Opicina, che collega il centro città con il quartiere situato sull'altopiano del Carso, e che è da poco rientrata in funzione dopo un lungo stop per lavori. Unica nel suo genere, e inaugurata nel 1902, percorre una tratta panoramica di circa cinque chilometri lungo una ripida pendenza, fino al 26% e con un dislivello di 329 metri. Il consiglio è di scendere all'altezza dell'Obelisco intitolato a Francesco I d'Austria e fare una passeggiata sulla strada Napoleonica, da cui il panorama spazia sulla città e sul golfo.
A pochi chilometri dal centro storico, sulla cima di un promontorio affacciato sul Golfo di Trieste, sorge il Castello di Miramare. Costruito tra il 1856 e il 1860 per l’arciduca Ferdinando Mas-
similiano d’Austria e sua moglie Carlotta del Belgio, il castello è uno dei luoghi più suggestivi da visitare. All'interno, le stanze sono arredate con mobili d'epoca e opere d'arte che raccontano la storia della famiglia imperiale mentre all’esterno, è circondato da un incantevole parco con giardini all’italiana, piante esotiche e viali alberati, e una vista unica sul mare.
Un altro punto panoramico da non perdere è quello offerto dalla cima del Faro della Vittoria, un altro simbolo di Trieste: situato sulla collina di Gretta – poco distante dal quartiere di Barcola dove si disputa la famosa regata velica Barcolana – venne inaugurato nel 1927 e dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale.
TRA ARTE E LETTERATURA
La vivacità culturale di Trieste è testimoniata da numerosi musei della città. Come il Museo Revoltella, dedicato all'arte moderna, che ospita una collezione di opere che spaziano dal XIX secolo ai giorni nostri; il Museo di Storia Natu-
Trieste
e la Bora sono un binomio indissolubile. Questo vento che soffia da nord-est, che si incanala nel valico di Postumia, in Slovenia, e si butta in mare, fa parte della vita dei triestini, che lo considerano un soffio salubre, che fortifica il fisico e preserva dalle malattie. Per scoprire le sue peculiarità, non si può non cominciare da un luogo davvero speciale: il Museo della Bora e del Vento. «Più che un museo, è uno spazio curioso» dice Rino Lombardi, ideatore e presidente. Inaugurato nel 2004, è in effetti un luogo unico, dove ripercorrere la storia di Trieste da un punto di vista insolito, lasciandosi trasportare dalla scia di questo vento che caratterizza la vita dei triestini. La visita si snoda tra memoria e creatività, tra testimonianze del passato e “simboli” dei suoi passaggi – come le celebri
corde della bora che si trovavano in tante vie della città – e aspetti più ludici, come la pubblicità radiofonica dell’agenzia Armando Testa intitolata “audioguida” dedicata al museo, il Magazzino dei Venti, dove si trova una bizzarra collezione di venti in scatola che conta più di 130 esemplari imbottigliati provenienti da diverse parti del mondo, e laboratori in cui prendere confidenza in modo giocoso con il "fenomeno vento". Fuori dal Museo, poi, si può seguire l’itinerario della Bora, che dal Golfo, passa per Piazza Unità d’Italia, il Molo Audace, con la bitta dei venti, il canale di Ponte Rosso, Via della Bora, uno dei punti più esposti alla forza del vento, oppure tra le vie dette le “fòdre”, stretti vicoli che riparano dal freddo proprio come le fodere (da qui il nome) dei cappotti.
Trieste è la città dei caffè storici, luoghi di incontro per intellettuali, artisti e scrittori, amati ancora oggi dai triestini per incontrarsi, chiacchierare, studiare o leggere, che regalano una vera esperienza locale. La loro tradizione risale ai tempi di Carlo VI d’Asburgo quando fondò il Porto Franco di Trieste, concedendo anche dazi doganali minori per le materie prime rare, come il caffè. Nel tempo sono nate tante aziende del settore, come Illy, Hausbrandt, Bazzara e Primo Aroma e oggi Trieste si contende il titolo di “città del caffè” con Napoli. Avvolti da un’atmosfera d’altri tempi, si scopre un lessico tutto triestino per ordinare un caffè: il “nero” se si vuole l’espresso, un “capo” per il mac-
chiato o un “caffelatte” per il cappuccino, e così via. I più famosi sono il Caffè San Marco, fondato nel 1914 con arredi in stile Liberty, il Caffè Tommaseo, uno dei caffè più antichi della città, o lo scenografico Caffè degli Specchi, aperto nel 1839 e l'unico rimasto dei quattro caffè presenti un tempo sulla Piazza Unità d’Italia. Anche la cucina triestina è un riflesso della sua storia. Un incontro perfetto tra la tradizione italiana, quella austriaca e quella slava, unendo sapori di terra e di mare. Come la jota, una zuppa a base di crauti, fagioli, patate e carne di maiale, un vero e proprio comfort food, particolarmente apprezzato nei mesi più freddi; il goulash, preparato con carne
rale e il Museo del Mare, che regalano un'affascinante panoramica sulla storia naturale e marittima della regione.
E poi c’è la Trieste della letteratura: Saba, Svevo, Joyce sono figure ricorrenti nella storia recente della città, che scandiscono itinerari con statue per le vie, targhe sulle case dove hanno vissuto, nei caffè che hanno frequentato. A loro rende omaggio anche il nuovo Museo della Letteratura, inaugurato nel 2024, che ospita tre musei monografici dedicati ai tre scrittori. Realizzato con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, si chiama LETS, acronimo di Letteratura Trieste che gioca con l’esortativo inglese del “fare insieme”: un luogo animato da mostre, incontri ed eventi interattivi, dove visitare anche i Musei Svevo, Joyce e Saba, omaggio alla scena letteraria del primo Novecento triestino, e consultare documenti e libri di Claudio Magris, Susanna Tamaro, Mauro Covacich, Giani Stuparich, Paolo Rumiz, Anita Pittoni, Rainer Maria Rilke e tanti altri autori che, dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri, fanno di Trieste una capitale della letteratura europea modernista. Da non perdere, poi, una visita a una delle tante case in cui visse James Joyce, oggi trasformata in hotel letterario, a due passi dalla Pasticceria Pirona, di cui era assiduo frequentatore.
COME SU UN SET
Da Piazza Unità d’Italia affacciata sul mare ai caffè storici, dai quartieri alle strette vie. A Trieste non si contano i luoghi ad alto tasso scenografico dove ogni scorcio stupisce, incuriosisce. Un aspetto che non poteva passare inosservato al cinema. Tra le produzioni più recenti, sono stati girati nel capoluogo “Napoli New York”, dove Trieste è stata trasformata nella New York degli Anni 40 grazie anche all’utilizzo di effetti speciali, e “AmicheMai”, l’ultimo film di Maurizio Nichetti, tornato alla regia dopo 23 anni,
di manzo, cipolla, paprika e altre spezie, da accompagnare con la polenta; le sarde in savor, un piatto che si ispira alla tradizione veneta, con pesce marinato in aceto, cipolle, uvetta e pinoli; o, ancora, lo strudel, il dolce di origine austro-ungarica, o il “presnitz”, il tipico dolce triestino e goriziano a base di pasta sfoglia arrotolata con un ripieno di frutta secca, fichi, prugne, albicocche, uvetta, cioccolata e spezie.
Trieste è anche famosa per i suoi vini, prodotti sulle colline del Carso, caratterizzate da un clima particolarmente favorevole alla viticoltura, con varietà locali come come il Terrano per i rossi, la Malvasia e la Vitovska per i bianchi.
con una coproduzione italo-slovena. È il risultato dell’impegno della Friuli Venezia Giulia Film Commission che, dopo essere entrata a far parte della struttura di PromoTurismoFVG nel 2022, ha incrementato con successo la scelta della regione dall’industria cinematografica: 224 produzioni tra film, serie tv e videoclip e 76 finanziate, tra locali, nazionali e ben sei internazionali, grazie all'efficienza dei servizi offerti, alla preparazione di tecnici e maestranze, alla bellezza e alla varietà dei paesaggi in uno spazio piuttosto contenuto. Naturalmente non mancano produzioni presenti prima di allora. Nel 2006, Trieste ha fatto da set cinematografico al film “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore. Mentre a partire dagli Anni 70, è stato il fascino decadente del Porto Vecchio, ormai abbandonato da tempo, ad attirare l’attenzione di grandi registi del cinema americano. In questo immenso luogo di archeologia industriale, con i suoi magnifici magazzini che conservano il fiorente passato di Trieste, sono state girate alcune scene di “C’era una volta in America” (1984) di Sergio Leone e di “Il Padrino” (1972), di Francis Ford Coppola.
A Trieste è imperdibile la visita a uno dei caffé storici della città, luoghi di incontro per intellettuali, artisti e scrittori, amati ancora oggi dai triestini per incontrarsi e chiacchierare
Numeri in crescita per il turismo a Trieste, sia leisure sia Mice. Complice anche l’attività del Trieste
Convention and Visitors Bureau e una serie di investimenti che arricchiranno la città di nuove strutture ricettive
FRANCESCA PACE
Sotto, una panoramica del Generali Convention Center Trieste
Trieste vanta molteplici punti di forza che ne fanno una destinazione ideale per l’accoglienza turistica, leisure e business. «Negli ultimi anni, il turismo in Friuli Venezia Giulia – spiega Iacopo Mestroni, direttore generale di PromoTurismoFVG – è cresciuto in modo significativo, raggiungendo record storici che hanno superato, nel 2024, i 10,3 milioni di presenze, la maggior parte delle quali straniere. In questa cornice ottimista, Trieste continua a crescere e traina il turismo regionale, dopo aver sfiorato negli scorsi 12 mesi quota 1,9 milioni di presenze. In cinque anni, solo nel capoluogo, il turismo straniero è cresciuto del 64,4%, facendone una delle nostre mete più apprezzate».
Una crescita sostenuta anche dall’attività svolta dal Trieste Convention and Visitors Bureau, punto di riferimento per la meeting industry nella regione. Nato nel 2021 dalla collaborazione tra il Comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia tramite PromoTurismoFVG e gli operatori locali, è tra i più recenti convention bureau italiani, decretando la volontà della città di investire con forza nel settore Mice. La sua attività è di fondamentale supporto per l’organizzazione di congressi, eventi aziendali o sportivi e, lavorando in stretta sinergia con il territorio e le istituzioni, offre un’utile rete tra tutte le parti necessarie. Dalla proposta di strutture per l’accoglienza alla scelta delle location più adatte, anche in base al numero dei partecipan-
ti, fino a un'ampia gamma di attività di team building, sia indoor sia outdoor, tra cui esperienze in mare nella Riserva Marina di Miramare, escursioni in barca o esperienze sul Carso. Obiettivo del Trieste CVB, è il posizionamento della regione e della città «come destinazione sostenibile – prosegue Mestroni – offrendo un mix eterogeneo di esperienze autentiche e accessibili in un'ottica di turismo lento, con un approccio che mira a intercettare e soddisfare diversi target di mercato. Proprio per migliorare l’accoglienza e per rispondere a un aumento dei flussi turistici, il TSCVB ha evidenziato la necessità di potenziare infrastrutture e collegamenti, sviluppando allo stesso tempo strategie di prodotto e comunicazione per aumentare l'attrattività turistica e congressuale». La città, infatti, vanta una ricettività diffusa e di alta qualità. Dai piccoli boutique hotel a strutture di catene internazionali, situati in posizioni centrali e strategiche, ricavati all’interno di palazzi storici o in edifici moderni e confortevoli, che offrono soluzioni adatte a ogni esigenza. «Secondo l’ultima ricerca dell'Osservatorio Italiano dei Congressi e Eventi-Oice, realizzata da Federcongressi&eventi – afferma Mestroni – Trieste ha visto un notevole incremento di presenze legate agli eventi, che determinano il 31,1 per cento delle occupazioni alberghiere, un aumento decisamente importante rispetto al 9,6 per cento registrato l’anno precedente. Dati che evidenziano una tendenza positiva rispetto al settore Mice, confermando la città destinazione ideale non solo per un turismo culturale e leisure, ma anche legato al business». Per il 2025 ci sono già ottime previsioni. «Nei prossimi mesi
– prosegue Mestroni – Trieste potrebbe registrare l’apertura di nuove strutture ricettive di fascia alta e l’avanzamento di alcuni significativi progetti di riqualificazione nel centro storico. La città sembra suscitare l’interesse di alcune catene alberghiere e investitori che guardano a questa destinazione come a una possibile opportunità di sviluppo turistico».
Inoltre, la città conta su comodi collegamenti ad altre città italiane e internazionali dell’aeroporto di Trieste che, a fine 2024, ha raggiunto il numero record di quasi 1,5 milioni di passeggeri. In un’ottica sostenibile, è stato rinnovato in chiave green con la realizzazione di un impianto fotovoltaico tra i più grandi presenti in un aeroporto italiano, che sta permettendo di ridurre notevolmente le emissioni di CO2 e con la dotazione di nuovi mezzi elettrici operanti nello scalo. Un aeroporto moderno e innovativo che inizia il 2025 con l’apertura di nuove rotte dirette: Rotterdam, operata per la prima volta da Transavia a partire dal 1° aprile, mentre Ryanair collega il capoluogo friulano con Praga e Lamezia Terme da fine marzo, e con Stoccolma da luglio, aggiungendosi alle sette destinazioni inaugurate lo scorso anno – Berlino, Brindisi, Budapest, Cracovia, Olbia, Parigi e Siviglia –. L’hub acquista sempre più rilievo, dunque, sia per arrivi e partenze dei turisti ma anche per i tanti operatori dei distretti industriali e i centri di ricerca e alta formazione per cui Trieste è un’eccellenza. L’ampliamento e la sostenibilità di Trieste, infine, passa anche dal progetto Porto Vivo, pensato per restituire alla città lo spazio storico del vecchio porto in disuso da tempo. «Si tratta sicuramente di un progetto unico e ambizioso
Forte del suo passato, della sua storia e delle sue tradizioni, Trieste guarda sempre al futuro e cresce con occhio attento alle nuove esigenze della città, dei suoi ospiti e alle tendenze globali.
Ne è un esempio l’ambizioso progetto di riqualificazione del Porto Vecchio, situato tra la Stazione Ferroviaria e il quartiere di Barcola, a breve distanza da Piazza Unità d'Italia. Un’area immensa, di oltre seicentomila metri quadrati che, ribattezzata Porto Vivo, è in procinto di essere trasformata in un polo culturale e scientifico con musei, istituzioni, che vanno ad aggiungersi al Generali Convention Center, un'eccellenza per eventi e congressi già presente. Promotore dell’intervento è il Comune di Trieste, proprietario dell’area, che a fronte di un investimento economico di circa 7,4 milioni di euro, intende dare una nuova vita a questi spazi storici, testimonianze di architettura dell’Ottocento europeo (tutelate dal 2001 dalla Soprintendenza di Belle Arti), creando nuove sintonie con le tendenze e le opportunità attuali e future nel rispetto dell’identità storica e, allo stesso tempo, restituire alla città un’area dismessa.
Iacopo Mestroni, direttore generale di PromoTurismoFVG
Realizzato tra il 1868 e il 1887 dall’impero austroungarico, il Porto Vecchio conserva le strutture portuali originali, come i magazzini, gli hangar, moli e diversi edifici dedicati all’attività portuale di un tempo.
«La riqualificazione di quest’area – spiega Iacopo Mestroni, direttore generale di PromoTurismoFVG – rappresenta indubbiamente una grande opportunità per la città, in grado di trasformarla in un nuovo punto di riferimento per turismo, business e innovazione a livello internazionale. Ospitando uffici, spazi di coworking e residenze inserite in un contesto green, con percorsi pedonali e collegata direttamente al centro cittadino in un’ottica di mobilità sostenibile, l’area del Porto Vecchio ridefinirà l’immagine dell’intera città, richiamando l’attenzione di nuovi investitori per la creazione di strutture ricettive e per l’ospitalità. Nell’area di Porto Vecchio convivranno diverse “anime” e tra queste la matrice turistica, quella congressuale, quella scientifica grazie alla presenza di numerose istituzioni dedicate all’alta conoscenza, e quella museale. Tutto ciò riteniamo sarà in grado di far lievitare il tasso di ospitalità della città e dell’intero Friuli Venezia Giulia».
e nella pagina accanto, il Generali Convention Center Trieste, inaugurato nel 2020 e frutto di un’operazione di recupero di due edifici storici, i Magazzini 27 e 28 nel Porto Vecchio di Trieste
per la città – spiega Mestroni –, che avrà un impatto fondamentale su diversi aspetti urbani, ambientali, sociali ed economici per il capoluogo e gli abitanti del Friuli Venezia Giulia, ma anche per l’economia turistica» (vedi box “Porto Vivo, rigenerazione in chiave green”).
GENERALI CC TRIESTE, FIORE ALL’OCCHIELLO DEL TURISMO CONGRESSUALE
Simbolo dello sviluppo del settore Mice nel capoluogo regionale, si può considerare il Generali Convention Center Trieste, inaugurato nel 2020 e frutto di un’operazione di recupero di due edifici storici, i Magazzini 27 e 28 nel Porto Vecchio di Trieste, completamente ristrutturati e rinnovati, completato dalla costruzione di una nuova ala, per un investimento complessivo di circa 18 milioni di euro. Con una superficie complessiva di diecimila metri quadrati e un auditorium principale di quasi duemila posti, è tra i più grandi centri congressi polifunzionali sul mare del Nordest e uno dei pochi centri italiani connessi alla rete Garr, che collega le università e i centri di ricerca italiani ed europei. Spazi flessibili e modulari, da personalizzare in base a ogni esigenza, che sia un congresso, una fiera, un evento corporate o conviviale, che conta due hall e due foyer adattabili a più utilizzi, sei sale indipendenti, incluso l’Auditorium Generali, e una terrazza di seicento metri quadrati affacciata sul mare. «Per il futuro – racconta Roberto Morelli, presidente del Generali Convention Center Trieste – guardiamo alla possibile acquisizione e ristrutturazione di un ulteriore adiacente magazzino, per incrementare gli spazi già in saturazione a primavera e in autunno, e al possibile ampliamento all’area verde
sul fronte mare, integrando il centro congressi nel nascente progetto di rigenerazione del Porto Vecchio di Trieste».
A dispetto della pandemia che ha compromesso l’attività nei primi due anni di apertura, il centro congressuale, infatti, sta registrando numeri da record: nel 2024, rispetto all’anno precedente, ha contato 87mila presenze con una crescita del 28%, il numero di eventi è cresciuto del 26% e il tasso di occupazione è cresciuto dal 63% del 2023 al 76%, con ricavi cresciuti del 23,5%.
Per il 2025 «l’obiettivo è la continuazione del percorso virtuoso intrapreso in questi anni –continua Morelli –. Il tasso di occupazione è già molto alto e ampiamente superiore alla media nazionale. Dopo avere ospitato nel 2024 il Papa e il Presidente della Repubblica, puntiamo ad affermarci sempre più come punto di riferimento di un territorio vasto, grazie alla collocazione geografica di Trieste, che vanta ben sei Stati a poche ore di viaggio. Da società interamente privata quale siamo, anche la conferma della sostenibilità economica dell’iniziativa è obiettivo fondamentale».
La sua vocazione principale è e sarà quella congressuale rispetto a quella fieristica, e, per il 2025, spiega Morelli, «abbiamo in programma un importante consolidamento dei congressi medico-scientifici, data anche la presenza del parco scientifico, l’Area Science Park, e di un’Università autorevole. Anche la parte aziendale avrà grande sviluppo, a partire dall’assemblea di Generali, nostro azionista di maggioranza». Non mancheranno, poi, tanti altri eventi, sempre di eccellenza: «dalle expo sull’olio e sulla birra di qualità agli eventi musicali serali, dai convegni istituzionali e di business internazionali al festival del tatuaggio».
Sempre nel centro città, per eventi di diversa capienza, si può poi scegliere tra le sale di hotel e di palazzi e storici, tutti di alto livello. Come l’Hotel Continentale, un boutique hotel quattro stelle che ha riaperto le proprie porte proprio quest’anno, dopo un raffinato restyling volto a valorizzarne la storia. Qui, infatti, fu residenza preferita di James Joyce e di numerosi personaggi illustri. L’hotel è anche un esempio virtuoso di sostenibilità. Proprio a febbraio 2025 ha ottenuto la certificazione Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), il sistema di classificazione americano che valuta l'efficienza energetica e l'impronta ecologica degli edifici, diventando tra le prime dimore storiche al mondo a potersi fregiare di questo riconoscimento. La struttura fa parte della collezione di The Begin Hotel, che a Trieste conta anche altri due hotel quattro stelle ricavati all’interno di edifici storici ma di diverso concept: The Modernist, dall’anima anticonformista per moderni viaggiatori, e il Palace Suite, dove l’eleganza dello stile Liberty fa da cornice a 16 suite e a due sale meeting da 55 e 15 persone, con un ampio foyer da allestire per l'accredito, coffee break e business lunch, o anche come sala stampa e corner interviste. Altre catene alberghiere internazionali presenti in città che offrono soluzioni per meeting e convention sono Hilton, con il centralissimo Doubletree che, all’interno di uno storico palazzo, ospita uno spazio conferenze con cinque sale polivalenti; il Savoia Excelsior Palace, di Starhotels, un hotel di lusso dal fascino senza tempo, che vanta nove eleganti sale per meeting ed eventi con capienza fino a 320 invitati; e, ancora, l’NH Trieste, uno spazio moderno e funzionale, che dispone di quattro sale meeting versatili e per ogni esigenza. Sempre del gruppo NH fa parte, poi, il Tivoli Portopiccolo Sistiana Wellness Resort & Spa, situato in un incantevole borgo marittimo alle porte di Trieste, che è un invito a rallentare, a godersi il momento. Alle 58 camere, il ristorante Ocyan, l’Azur Lounge Bar, la spa e una palestra si aggiungono gli ampi spazi interni ed esterni del resort pensati anche per accogliere eventi e meeting aziendali. Otto sale di diversa capacità, che possono accogliere da trenta a 220 persone, e che si prestano a soddisfare qualunque esigenza, compresi eventi esclusivi e di grande portata, per i quali si può richiedere l’uso privato dell’intero resort e personalizzare tutti gli ambienti con arredi su misura, brand aziendale e catering tailor made, dai light lunch alle cene di gala a eleganti serate sul lungomare.
Sempre poco fuori Trieste, arroccato sull'ultimo sperone roccioso del Carso e affacciato sul golfo di Trieste, il Castello di Duino, del XIV secolo, offre una location storica di grande effetto. Già dimora privata dei Principi della Torre e Tasso, i suoi spazi sono stati ripensati per ospitare anche
incontri Mice. Per i meeting, è a disposizione una sala fino a 149 posti a platea e dotata di apparecchiature tecnologiche, abbellita da un alto soffitto ligneo e ampie finestre che illuminano in modo naturale, e il bar al pianterreno per coffee break e fast lunch. Altre sale, invece, sono pensate per eventi e cene di gala (da 90 a 180 persone) immersi in un’atmosfera d’altri tempi, tra dipinti, stucchi e antichi camini. Situato sul colle che domina la città, il suo golfo e il suo entroterra, il Castello di San Giusto è la location perfetta per serate raffinate e cene di gala. È il simbolo della storia antica di Trieste, voluto dagli imperatori d’Austria e realizzato e ampliato in diverse fasi tra il 1468 e il 1636, fino a raggiungere l’aspetto attuale di fortezza triangolare con bastioni ai vertici. Divenuto di proprietà del Comune di Trieste nel 1932, è stato trasformato in museo ed è aperto al pubblico dal 1936. Dall’ingresso si accede al vasto Cortile delle Milizie, su cui si affacciano ambienti storici e museali come il Civico Museo del Castello di San Giusto-Armeria, il Lapidario Tergestino, la sala dei Cannoni e la Bottega del Vino. Una cornice dal fascino unico dove, all’interno, le sale del Bastione Lalio sono ideali come spazi dedicati a ricevimenti e serate esclusive. Distribuite su due livelli, si affacciano su una scenografica terrazza per ospitare aperitivi o eventi anche all’aperto, da cui ammirare il panorama circostante.
Il carattere multiculturale di Trieste e il suo paesaggio variegato consentono al Mice di organizzare le più diverse attività di post congress e di team building, dai grandi classici alle proposte più insolite
di FRANCESCA PACE
Sopra, uno scorcio di Trieste animato dalla statua di James Joyce. Nella pagina accanto, le immagini di alcuni eventi del Mice ospitati di recente in città
Post congress e team building rappresentano un aspetto importante negli eventi Mice. Non solo per creare occasioni informali che favoriscono l’affiatamento tra colleghi, ma anche per offrire momenti rigeneranti e divertenti in una giornata di lavori. La loro originalità è legata alle risorse locali, dalla natura ai musei alle caratteristiche peculiari della località scelta. In questo senso, Trieste è una destinazione decisamente versatile, grazie alla varietà di paesaggi, che spazia dalla città al mare alla montagna, alle tradizioni e alle diverse location che offrono un bouquet di esperienze insolite e affascinanti.
ESPERIENZE NEL BLU
Trieste ha un legame indissolubile con il mare, un elemento che offre diverse occasioni e location per attività post congress e team building. Come il Castello di Miramare, luogo storico della città dove, grazie alla sua posizione privilegiata affacciata sul golfo, il mare contribuisce alla sua bellezza. O come BioMa – il Museo immersivo dell'Area Marina Protetta di Miramare ospitato presso le ex Scuderie di Miramare –, un angolo dal blu intenso che oggi accoglie le aziende che vogliono far vivere ai propri collaboratori un’esperienza unica all’interno di questo suggestivo scenario. Unendo
le competenze naturalistiche nel campo della conservazione e della comunicazione con quelle di professionisti della formazione di adulti in contesti organizzativi, vengono proposte attività di team building – progettate ad hoc –, come visite guidate ed escursioni in mare oppure a terra, laboratori esperienziali outdoor, o percorsi formativi più articolati. Per esempio, con la guida di esperti, vengono spiegati ruoli, funzioni ed equilibri degli organismi che vivono negli ambienti naturali per poi spostare il punto di vista sulle relazioni all’interno dei gruppi negli ambienti lavorativi, aumentando la comprensione tra i singoli e le dinamiche che, come in natura, sono espressione della ricchezza dell’intero ecosistema.
BIKE E TREKKING
La natura ricca e varia che circonda Trieste è una fonte inesauribile di occasioni per immergersi nel paesaggio locale, dal Carso al mare. Condividere le avventure all'aria aperta non solo rinforza il senso di appartenenza al team, ma anche la consapevolezza ambientale e il benessere individuale. Tra le passeggiate naturalistiche, si può seguire il Sentiero Josef Ressel e la Strada Imperiale, un percorso storico-naturalistico facile e lungo 3,5 chilometri, intitolato a Josef Ressel, che si snoda da Basovizza fino al confine sloveno. È stato pensato come camminata semplice per conoscere da vicino l’ambiente carsico e altre tematiche naturalistiche. Oppure l’affascinante Sentiero Rilke, che si snoda per poco più di due chilometri attorno al golfo di Trieste, tra bianche rocce a picco sul mare, profumi della macchia mediterranea e scorci unici sul blu. L’itinerario è adatto a tutti e permette di accedere alla Riserva naturale delle Falesie seguendo un andamento pianeggiante, dove ammirare le falesie di Duino, passando tra la vegetazione, bunker della Seconda Guerra mondiale e punti panoramici che regalano una vista spettacolare. Molto bella è, poi, la passeggiata che congiunge Trieste al Castello di Miramare. Facile e con vista strepitosa sul golfo: corrisponde anche all’ultimo tratto della Walk of Peace, un percorso interregionale tra Italia e Slovenia, lungo più di cinquecento chilometri, che ripercorre i luoghi della Grande Guerra diventati, oggi, monumenti della memoria portatori di messaggi di pace e dellʼamicizia fra i popoli. Per attività più active, invece, si può contare sui numerosi percorsi in bicicletta, da quelli più semplici a quelli più impegnativi. Come il Percorso della Salvia e del Pucino, pedalando tra entroterra e costa. L’itinerario passa tra cespugli di ginepro e sommaco, una pianta tipica del Carso, coltivazioni vitivinicole e le località di Grignano e Barcola, quest’ultima amatissima dai triestini, sempre pervasi dai profumi e dai sapori delle erbe mediterranee insieme a
Sopra, il Faro della Vittoria, dal quale la vista domina sul paesaggio circostante.
Nella pagina accanto, due immagini dall'alto del territorio triestino e del centro della città
quelli del mare. Un po’ più lungo (circa cinquanta chilometri) ma di grande fascino è, poi, l’itinerario transfrontaliero tra Trieste e Koper/ Capodistria, maggiore centro dell’Istria Slovena. In sella alla due ruote, si passa dalla pittoresca città marinara di Muggia per proseguire accompagnati dal blu del mare, ulivi e vigneti, architetture di foggia veneziana e tradizioni gastronomiche, godendo di una varietà di paesaggi che cambiano ad ogni pedalata.
Un’esperienza da non perdere è la visita alla Grotta Gigante, inserita nel 1995 nel Guinness World Records come grotta turistica a sala unica più grande al mondo. Situata nei pressi di Sgonico, a tredici chilometri da Trieste, si visita solo accompagnati da una guida esperta seguendo il percorso di 850 metri di un antico fiume sotterraneo a una profondità di cento metri fino a raggiungere la Grotta Gigante: un ambiente imponente e fantastico, alto quasi cento metri, dove ammirare stalattiti e incredibili stalagmiti, da cui si risale in superficie per godere di una vista indimenticabile, un panorama mozzafiato che lascia un ricordo indelebile.
ATTIVITÀ DI SQUADRA
Esperienze insolite e divertenti sono quelle proposte da XHStudio, uno studio polivalente di registrazione audiovisiva e organizzazione eventi, specializzato nella creazione di format ludici e innovativi e team building
aziendali di nuova generazione. Grazie all'uso di tecnologie avanzate e supporti audiovisivi a livelli cinematografico/teatrale e multilingue, propone avvincenti escape room, intrise di misteri ed enigmi da risolvere, per gruppi da dieci a cinquecento persone, che mettono alla prova le abilità di risoluzione e di collaborazione di squadra.
Come “Trappola in alto mare”, dove una tranquilla crociera virtuale si trasforma in una avventura da affrontare: decine di squadre si sfidano contemporaneamente con enigmi di logica, matematica, di abilità motoria e altro per portare la propria squadra in salvo e aggiudicarsi la vittoria. Oppure la Caccia al tesoro storico-culturale di nuova generazione, da giocare all'aperto e da affrontare con mappe interattive, oggetti virtuali, audio messaggi, Qr code e altre tecnologie avanzate per risolvere un mistero nel centro cittadino. Una trama intrigante guida i partecipanti attraverso una ventina di punti d'interesse storico della città e, mentre si risolve il mistero, si scoprono tante bellezze di Trieste.
L’ITS Arcademy è uno dei primi musei di moda contemporanea in Italia, un ecosistema creativo che unisce uno spazio espositivo, un archivio e un centro di apprendimento. Nelle sue sale vengono anche organizzati diversi workshop, corsi ed eventi che promuovono la creatività,
la sostenibilità e la cultura del fare. Compresi team building coinvolgenti e accattivanti, con durata dai novanta minuti all’intera giornata, che possono essere anche personalizzati per specifiche esigenze. Come il laboratorio per realizzare composizioni floreali sostenibili: tutti i materiali provengono dai prati e dai boschi, come erbe spontanee, selvatiche, fiori imperfetti, bacche, rami e potature da riciclare. Oppure un workshop a squadre in cui osservare nei minimi dettagli uno dei tanti oggetti curiosi del patrimonio di ITS Arcademy per poi raccontarlo agli altri compagni che dovranno disegnarlo seguendo esclusivamente le indicazioni date a voce. Le attività creative sono pensate per motivare e ricaricare i partecipanti, contribuendo ad acquisire nuove soft skill, rafforzare le relazioni interpersonali, potenziare la comunicazione e la collaborazione, stimolare le capacità di problem solving e l’immaginazione.
ESPERIENZE DI SAPORI
Un altro ambito in cui si distingue Trieste è quello enogastronomico, che unisce piatti di mare e di terra impreziositi dai grandi vini bianchi del Friuli Venezia Giulia. Insieme alla generosità della natura da cui derivano prodotti genuini e di alta qualità, contribuiscono anche la sua storia di città di confine che ha portato ad elaborare una cucina ricca di contaminazioni. L’incontro di popoli e culture ha, infatti, portato ad elaborare ricette che coniugano sapori
A
Sotto, un altro castello del territorio triestino, quello di Duino
mediterranei con quelli mitteleuropei. Un mix di tradizioni che fondono piatti di origine giuliana, istriana, dalmata, greca ed ebrea a quelli di provenienza austriaca, slovacca, ungherese e boema a cui si sono aggiunti, dopo l'annessione all'Italia, una forte prevalenza di sapori e usi più squisitamente mediterranei.
CAFFÈ DA INTENDITORI
Parlando di tradizioni triestine, non si può non cominciare dal caffè, che qui è una vera e propria esperienza. Baste entrare in uno dei caffè storici della città per immergersi in un mondo che coinvolge storia, tradizione e sapere. Non è un caso che qui, nel 1999, è stata creata da Illy, rinomato produttore italiano, l'Università del Caffè che ne promuove la cultura attraverso la formazione e la divulgazione, anche in forma di team building insoliti e di grande fascino. I percorsi sono personalizzabili e pensati per immergersi in questo profumato mondo: dagli aromi alle abitudini e riti nel mondo, dall’esperienza multisensoriale quando lo si gusta alle ricette a base di caffè. Gli incontri possono comprendere la visita guidata allo stabilimento produttivo, una breve introduzione alla cultura del caffè per scoprire i diversi aromi in base alla provenienza e le fasi della produzione, le tecniche di degustazione e, infine, la preparazione corretta per esaltare e gustare il suo aroma.
A PRANZO IN UNA “OSMIZA”
La tradizione gastronomica di Trieste ruota attorno anche alle tipiche osmize: non sono ristoranti né agriturismi ma i luoghi dei contadini che aprono le loro porte per vendere o consumare sul posto la loro produzione di vini, come Terrano, Vitovska, Malvasia, e specialità locali, dalle uova agli insaccati, dai salami ai formaggi. Il nome deriva dalla parola slovena “osem” che significa “otto” poiché, all'epoca di Maria Teresa d'Austria, nel 1784, venne concesso ai contadini il permesso di vendita diretta dei loro prodotti per periodi di otto giorni consecutivi o multipli di otto durante tutto l'arco dell'anno. Delle circa cinquanta osmize presenti nella provincia di Trieste, la maggior parte si trova nella zona del Carso, ma non mancano anche ai margini della città, sempre circondate dal verde. Una buona occasione per visitare i dintorni e, se la stagione lo permette, anche di stare all’aria aperta per un pranzo informale, conviviale e sicuramente autentico. Le specialità da non perdere? La jota – la tradizionale minestra di fagioli e crauti – e il formaggio Jamar, stagionato per almeno quattro mesi in fondo a una grotta carsica, o il formaggio Monte Re, che risale al periodo austroungarico e oggi viene prodotto in un unico caseificio, da abbinare a un calice di Terrano o di aromatica Vitovska, ricavata dall’omonimo vitigno a bacca bianca.
La provincia di Trieste è rinomata per la produzione vitivinicola, grazie al suo caratteristico terroir carsico che conferisce qualità e personalità ai vini locali. Le cantine della zona, distribuite dal Carso triestino fino alla Val Rosandra, offrono la possibilità di visite, passeggiate tra i vigneti e degustazioni con salumi e formaggi tipici, permettendo di vivere un'esperienza immersiva nella natura. Il paesaggio della Val Rosandra, una suggestiva riserva naturale caratterizzata da ripide pareti rocciose e dall'omonimo torrente Rosandra, arricchisce ulteriormente l'esperienza. Tra i bianchi spiccano la Malvasia, la Glera e la Vitovska, mentre tra i rossi il Refosco e il Terrano, noto per il suo colore rubino intenso e i profumi vinosi e fruttati. Il territorio è celebre anche per l'olio extravergine d'oliva Tergeste, ottenuto dalla varietà autoctona Bianchera e recentemente insignito della Dop Tergeste. Poco oltre Barcola, merita una visita il borgo di Prosecco, da secoli votato alla viticoltura e famoso per aver dato il nome a uno dei vini più apprezzati al mondo. In altre zone del Friuli Venezia Giulia, come le Grave e i Colli Orientali, si coltivano Pinot Grigio, Friulano e Sauvignon Blanc. Grazie alla ricchezza e alla varietà dei suoi territori vitivinicoli, la regione offre una gamma di vini pregiati apprezzati a livello internazionale.
Sopra, la Barcolana è uno degli eventi top del calendario triestino
PromoTurismoFVG Via Aquileia, nr. 46 34077 Ronchi dei Legionari (GO) Tel. 0431 387 122 info@promoturismo.fvg.it www.promoturismo.fvg.it
Lusso e glamour per il Mice in cerca di esperienze
CAGLIARI SI RIFÀ IL TRUCCO
Nuove location di lusso e grandi restyling
DESTAGIONALIZZANDO
Le iniziative della Regione per la meeting industry
GLI EVENTI DELLA MODA E DELL’AUTOMOTIVE
I brand più esclusivi scelgono la Sardegna
La Sardegna invita a godere con tutti i sensi dei suoi tesori, e lo fa svelandosi in ogni stagione dell’anno. E offrendo in ogni stagione attività uniche, destinazioni glamour e location scenografiche
Quando i clamori della vacanza estiva si spengono, o quando ancora devono iniziare, ma anche in pieno inverno, scandito da festività che danno la misura del folclore e delle tradizioni dell’isola, e in primavera quando i colori esplodono: è sempre il momento giusto per vivere la Sardegna e le azioni delle istituzioni regionali viaggiano proprio in questa direzione, potenziando esperienze e servizi in ogni momento dell’anno, sposando i desideri del Mice e mettendo a disposizione del mondo degli eventi una straordinaria gamma di attrattori naturali e culturali e servizi sempre più proiettati verso l’alto.
MILLE E UNA SARDEGNA
La Sardegna accoglie con le sue innumerevoli sfaccettature. Dal glamour lussuoso di località diventate icone come Porto Cervo e la Costa Smeralda – da vivere tra location eleganti ed escursioni in barca a vela – al fascino selvaggio delle sue aree interne da scoprire a piedi, a ca-
vallo, in fuoristrada, dai profumi della macchia mediterranea al richiamo ancestrale della civiltà nuragica e ai luoghi che raccontano la storia mineraria dell’isola, diventati oggi esempi unici di archeologia industriale. E poi le città, dove ritrovare l’anima più urbana che fonde tradizioni e contemporaneità, dalla Nuoro di Grazia Deledda – culla di cultura e infatti denominata anche “Atene sarda” –, ad Alghero la catalana, fino ad arrivare al capoluogo di regione, Cagliari, biglietto da visita, centro nevralgico dei grandi eventi, con le sue strutture che richiamano congressi, il suo volto in trasformazione e una vivace scena a cinque stelle sul fronte ricettivo.
Grandi eventi, mercati internazionali, diversificazione dei flussi, sono importanti voci di investimento per l’amministrazione regionale, che prosegue nella sua missione di promuovere la Sardegna come destinazione da vivere tutto l’anno. Natura, cultura, tradizioni e innovazione diventano centrali nella strategia di crescita
e consolidamento del brand turistico dell’isola, che vanta numeri in crescita. Si parla di un +10% nel settore alberghiero, +10,7% di passeggeri negli aeroporti, +8,6% nei porti, per un totale complessivo del +9,8% rispetto al 2023, come è stato reso noto dall’assessorato anche nel corso delle ultime fiere turistiche di riferimento.
ESPERIENZA AUTENTICA
In perfetta sintonia con le più attuali tendenze, il turismo esperienziale gode dei piani di sviluppo della Giunta regionale, con l’obiettivo di offrire un’accoglienza autentica e diffusa nei centri storici e nei borghi, grandi protagonisti di una Sardegna a ritmo slow. Sono attualmente nove i Borghi più belli d'Italia, che rispondono cioè ai parametri di eccellenza storici, paesaggistici, gastronomici e culturali decisi dall’associazione, e sette i borghi dell’entroterra Bandiera arancione con il marchio coniato dal Touring Club italiano. Si va dalla Gallura alla Maddalena, da Tempio ad Aggius sino a Carloforte, passando per il Nuorese, che ha diversi borghi certificati, come Lollove, Oliena, Gavoi. Viene potenziata anche la proposta dei cammini, da quello di Santa Barbara che invita a vivere il geoparco diffuso dell’isola agli otto riconosciuti e certificati dalla Regione.
L’ALBERGO? DIFFUSO!
Sotto, i mamuthones durante il carnevale in Barbagia
Tra le forme di accoglienza che meglio riescono ad armonizzare l’esigenza di un servizio di qualità con la ricerca di spirito locale rientra sicuramente l’albergo diffuso, che è anche una leva per rilanciare contesti inediti e sicuramente molto apprezzati da chi ricerca soluzioni anche al di fuori dei soliti sentieri battuti. E proprio per l’albergo diffuso la Regione Sardegna ha stanziato 7,5 milioni di euro, a cui si aggiungono risorse statali, per un totale di otto milioni e 785mila euro. Un investimento che mira a incentivare il recupero e la riqualificazione di immobili nei centri storici, trasformandoli in strutture ricettive diffuse che valorizzino il territorio e offrano un’esperienza autentica ai visitatori. L’impegno è massimo per supportare tutti i prodotti turistici isolani: il lusso, ma anche l’extra-alberghiero, il turismo religioso o quello
Icammini, oltre a essere ormai un fenomeno mondiale, sta attecchendo sempre più anche come team building e post congress, a corollario di un evento Mice. E la Sardegna vanta un’offerta… chilometrica! Tra i Cammini iscritti al registro regionale, infatti, si possono annoverare il Cammino di Sant’Efisio (da Cagliari a Nora sulle orme del martire protettore della Sardegna), il Cammino Francescano in Sardegna (attraverso le tracce lasciate dai francescani sull’isola nel corso dei secoli, da nord a sud), il Cammino minerario di Santa Barbara (attraverso il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, lungo gli antichi cammini minerari del sud-ovest, cinquecento chilometri tra mare, monti, miniere attraverso ottomila anni di storia), il Cammino di Santu Jacu (che legando i luoghi in cui è venerato San Giacomo Maggiore attraversa località come Mandas, la Barbagia e il Sulcis), cui si aggiungono per esempio le mete di pellegrinaggio come Borutta, Dorgali, Galtellì, Gesturi e Laconi, Luogosanto, Orgosolo, Sant’Antioco. Questi percorsi tra natura e spiritualità sono stati anche protagonisti a settembre dell’anno scorso di “Noi camminiamo in Sardegna”, una manifestazione in cui, nel corso di una settimana, gruppi di circa venti persone – tra giornalisti, content creator, travel blogger, influencer, guide turistiche ed escursionisticoambientali, foto-video reporter, tour operator, esperti e appassionati del settore – hanno camminato contemporaneamente lungo 15 itinerari.
escursionistico, giusto per fare qualche esempio. Il turismo nautico è un altro asset fondamentale, in Sardegna coinvolge oltre 3.500 aziende con utili che arrivano quasi a 15 milioni di euro, secondo quanto rileva uno studio dell’Università di Sassari. E a trainare è lo yachting. E che l’immagine della Sardegna si consolidi nel lusso è sancito anche dalla quarta posizione tra le regioni italiane (è preceduta solo da Lazio, Campania e Lombardia) acquisita nella classifica Elite Index (Exclusive Luxury & International Tourism Evaluation) di Demoskopika in base ai dati inerenti al 2024.
Le attrazioni dell’isola, paesaggistiche, storiche, urbane, si possono integrare alla perfezione con la proposta di programmi, che siano un post congress tour o un incentive, anche organizzati ad hoc in occasione di uno dei tanti eventi – folcloristici, sportici, artistici – che costellano il calendario sardo e su cui la regione ha acceso i riflettori anche con ingenti risorse, in un segnale concreto di grande interesse. Sul fronte dei grandi eventi, sono stati messi a disposizione oltre venti milioni di euro per sostenere manifestazioni di rilievo tra grandi eventi identitari, di folclore, spettacolo, turismo esperienziale, enogastronomia, festival e rassegne. Nell’orizzonte del futuro prossimo c’è anche l’idea di costituire una Dmo regionale per coordinare e aggregare l’offerta turistica territoriale. E lo sguardo è aperto al mondo: il piano fiere 2024-2025 prevede un budget di nove milioni di euro per partecipare a 28 eventi di settore, sia nazionali sia internazionali, tra Las Vegas, Osaka con l’Expo, Dubai, San Paolo, Belgrado (forte di un nuovo volo su Alghero).
Cagliari è città vivace e dalle mille anime, con le radici saldamente ancorate nel passato ma al tempo stesso proiettata nel futuro con grandi progetti di restyling, con un volto contemporaneo che attrae moda, glamour, imprenditoria
di MARIANGELA TRAFICANTE
In alto, il "waterfront" di Cagliari
Quattro quartieri storici che testimoniano vicende millenarie fin dalla preistoria, terrazze panoramiche, vibranti vie dello shopping, una spiaggia cittadina, il celebre Poetto, che porta il mare in città, e quel mare che, nel porto, diventa la porta d’accesso all’isola, in uno degli hub crocieristici che stanno vivendo una stagione di successi nel Mediterraneo.
La volontà dell’amministrazione cagliaritana è chiara e si è espressa anche attraverso la fir-
ma di un ambizioso Piano città: valorizzare e rigenerare gli immobili pubblici di Cagliari, il grande patrimonio storico e artistico ma anche aree come la laguna e le saline e, naturalmente, il porto.
Cagliari, the place to be, dunque. Investimenti pubblici e privati e un ampio piano di rilancio urbanistico stanno trasformando il volto della città, ampliando al tempo stesso i “centri di gravità”, i poli strategici e attrattivi del turismo e dei servizi di alta qualità. Mentre il centro sto-
rico si abbellisce e accoglie nuovi progetti, anche aree come il decentrato quartiere Sant’Elia e il porto si apprestano a diventare sempre più interessanti location e punti nevralgici dell’offerta del territorio.
Senza dimenticare che Cagliari vanta un polo congressuale di tutto rispetto, con un centro congressi che ospita anche un ricco calendario di eventi e la cui sala più ampia può ospitare fino a 1.300 persone.
GRANDI EVENTI IN CITTÀ
A settembre scorso la città ha ospitato il G7 del lavoro e dell’occupazione a Palazzo Regio. E si conferma anche l’attrattività del suo asset naturale, il mare: il Luna Rossa Prada Pirelli Team dovrebbe infatti confermare ancora una volta le strutture nel Molo Ichnusa come suo quartier generale, in preparazione all’America’s Cup 2026.
L’incremento dei collegamenti dalle principali città italiane permetterà inoltre di valorizzare sempre di più anche l’aeroporto: lo scalo, che l’anno scorso ha superato i cinque milioni di passeggeri, infatti dispone già di funzionali sale perfette per un incontro o evento di lavoro e i diversi voli giornalieri, per esempio da Bergamo e Linate, lo renderanno ideale punto di riferimento logistico per efficaci meeting in giornata.
Funzionalità ma anche bellezza: all’aeroporto è nata la “Galleria degli ulivi”, un murale che corre per un centinaio di metri lungo il viadotto che collega lo scalo alla stazione ferroviaria, firmato da Jorghe, artista sardo che si è ispirato alle radici e al paesaggio dell’isola, ideale benvenuto a chi è appena sceso dall’aereo, pronto a scoprire i tesori che l’isola saprà svelare.
A CINQUE STELLE
Ci sono gli indirizzi storici, ormai punti di riferimento per una ricettività di lusso e sempre più prediletti dai grandi brand per i propri eventi. Parliamo per esempio di Palazzo Doglio, membro di The Leading Hotels of the World, e di Palazzo Tirso, in cui il brand Mgallery e il design dello studio Marco Piva hanno dato nuova luce a un importante edificio anni Venti.
Ma ci sono anche novità in arrivo, che andranno a impreziosire ancor di più il bouquet deluxe cagliaritano.
Nel quartiere Marina, in largo Carlo Felice esisteva un antico mercato, inaugurato nel 1886, di cui non erano rimaste che poche testimonianze e un trascurato edificio. Dalle sue ceneri sorgerà un nuovo hotel a cinque stelle che, oltre a prevedere locali commerciali a livello strada, ospiterà suite di lusso e probabilmente anche un ristorante.
Il fulcro della rinascita è via Baylle, grazie all’imprenditore Danilo Argiolas, figura nota nel pa-
il Poetto, la celebre spiaggia di Cagliari e due scorci della città
In alto, il Bastione di Saint Remy
Sotto nel box, le acque turchesi che lambiscono la spiaggia del Poetto
Sulnorama dei locali cagliaritani, che ha acquistato il rudere all’asta dal Comune e che nel progetto di ristrutturazione guidato da uno studio di architettura locale (Pm17) promette di mantenere in qualche modo l’ispirazione e l’anima della sua storia rilanciando quest’angolo della città a breve distanza dal porto. A poca distanza, un altro tesoro architettonico
colle più alto svetta il quartiere Castello con i suoi antichi bastioni e stradine su cui si affacciano palazzi e monumenti storici, da Palazzo Regio a Palazzo di Città, alla Cattedrale di Santa Maria. Dalla scalinata del Bastione di Saint Remy si arriva poi a Villanova, fulcro dei riti della Settimana Santa e custode di tesori come il chiostro di San Domenico, la Chiesa di San Saturnino e la Basilica di Nostra Signora di Bonaria. Alle pendici del Castello, la Marina rimanda ai pescatori e mercanti che qui trovavano accoglienza, e oggi accoglie tra eleganti edifici, i portici di via Roma e la Chiesa di sant’Eulalia, con preziosi resti di epoca romana. Infine, Stampace, l’altro quartiere storico che è il fulcro della famosa e partecipata Festa di Sant’Efisio, che ogni anno all’inizio di maggio diventa l’occasione da non perdere per immergersi nei riti della devozione ma anche nel folclore e nel costume sardo.
E se l’Orto Botanico è un’oasi verde nel cuore della città, fuori dal centro il passato si racconta attraverso luoghi di grande suggestione come il castello di san Michele e Tuvixeddu, una delle più grandi necropoli fenicio-punica del Mediterraneo, risalente ai secoli VI-III a.C. Un evento a Cagliari trova anche la sua vocazione green grazie a luoghi di
del centro storico che sta per essere restituito alla città è Palazzo Accardo, tra largo Carlo Felice e via Crispi, che dovrebbe diventare un nuovo hotel di lusso. Ha invece già riaperto il Caffè Svizzero, storico locale risalente a fine Ottocento ospitato al piano terra della dimora, tornato ad accogliere gli avventori dopo un periodo di chiusura.
grande interesse, dalla laguna al parco di Molentargius-Saline, dove si possono vivere escursioni in mountain bike per ammirare i fenicotteri rosa. Per poi concedersi esperienze di relax al Poetto, la celebre spiaggia cittadina di sabbia lunga ben otto chilometri, da fare seguendo un percorso pedonale o una pista ciclabile.
Progetto di impresa sociale della Fondazione Domus de Luna Onlus, Buoni e Cattivi è una cooperativa sociale autonoma che coinvolge persone dal passato difficile e con condizioni di fragilità, permettendo loro di rimettersi in gioco, come giovani con disabilità, persone con un’esperienza di detenzione alle spalle, giovani mamme e ragazzi usciti dalle comunità.
E lo fa nella gestione di tre realtà enogastronomiche aperte anche al mondo aziendale. In centro La Locanda dei Buoni e Cattivi, in via Vittorio Veneto, è il locale storico, cui si aggiunge il Circolo con spazi indoor e terrazza esterna, all’interno del Tennis Club di Monte Urpinu, uno degli spazi green di Cagliari. Entrambe le location si prestano a ospitare cerimonie private e business, come pranzi e cene e riunioni di lavoro.
Sempre in via Vittorio Veneto, inoltre, si trova il progetto ricettivo di Buoni e Cattivi: qui è possibile soggiornare in una delle 12 camere di un’elegante villa anni Sessanta, caratterizzata anche da un grande salone dove fare colazione o rilassarsi. Sono disponibili anche appartamenti indipendenti in città. La cooperativa gestisce inoltre il punto ristoro dell’Oasi del Cervo e della Luna in cui, accanto alla ristorazione, offre anche il supporto nella cura dei sentieri.
Numerosi sono gli interventi urbanistici che stanno rendendo sempre più piacevole il salotto cittadino nel cuore della città, come il rinnovamento della passeggiata di via Roma. Si parla già del progetto di restyling del quartiere fieristico, e la mobilità cittadina compirà un sicuro balzo in avanti grazie alla nuova metropolitana leggera di superficie in cantiere. Angoli storici che rischiavano l’oblio sono – o saranno – oggetto di importanti investimenti e progetti di recupero e rilancio che pongono i servizi e la ricettività di alto livello al centro creando nuovi hub del lusso.
L’ex sede della Banca Cariplo, in viale Bonaria, verrà trasformata e sotto l’emblematico nome di Palazzo Rinascita ospiterà appartamenti e servizi. Dopo 15 anni di lavori verrà restituita alla città e ai suoi visitatori la terrazza del Bastione di Santa Caterina: si tratta di uno dei punti panoramici più suggestivi della città, simbolo a un tempo della storia di Cagliari e del suo futuro.
Anche il mega progetto che interesserà l’area
di Sant’Elia per la costruzione del nuovo stadio del Cagliari Calcio entra nei radar di una proposta sempre più ampia e di pregio e che amplia anche il raggio d’azione, proponendo location inedite. Oltre a essere infatti il nuovo polo sportivo della città e a ospitare grandi eventi, calcistici ma non solo, si pensi ai concerti dei grandi tour di artisti nazionali e internazionali che potrà intercettare, con il relativo indotto in città. E rappresenterà infatti la punta diamante della rigenerazione del quartiere Sant’Elia e una nuova potenzialità anche per il mondo del Mice. Sono previsti infatti spazi per eventi, un museo dedicato alla storia del Cagliari, ma anche un hotel da oltre 120 camere gestito da un brand internazionale, con rooftop e piscina, una spa, e tutti i servizi per renderlo una vera e propria nuova urban destination capace di attrarre un ampio ventaglio di pubblico, da quello sportivo agli eventi lifestyle, dai grandi brand ai viaggiatori internazionali.
LA VETRINA SUL MARE
E se i palazzi del centro si fanno portavoce della nuova immagine di Cagliari, il suo bi-
Nella pagina accanto, uno scorcio del Palazzo del Comune di Cagliari, visto dal porto
navi da crociera e sancendo il ruolo di
Sopra, la necropoli fenicio-punica di Tuvixeddu, Cagliari
rilancio, come il nuovo Museo di Santa -
Il complesso
Destagionalizzare è la strategia della Regione per ottenere un modello sostenibile e capace di valorizzare il suo straordinario patrimonio storico, culturale e ambientale. La Sardegna innova il suo paradigma e investe in nuovi prodotti turistici, prevedendo anche incentivi cospicui per il Mice.
Ne parliamo con l’assessore regionale al Turismo Franco Cuccureddu
di MARIANGELA TRAFICANTE
L’assessorato al turismo ha una missione chiara: promuovere la Sardegna tutto l’anno. E gli investimenti e le politiche adottate in tal senso non possono che giovare al mondo del Mice, che fa “sue” le stagioni di spalla rispetto al classico movimento balneare, e ha a sua disposizione un’ampia tipologia di mete, attività, esperienze. E il sostegno della Regione si rinnova, grazie ai programmi di incentivazione, come ci ha raccontato l’assessore regionale al Turismo Franco Cuccureddu «Per la prima volta abbiamo dedicato una specifica linea diretta di finanziamento per meeting, congressi e incentive, un incentivo che prima veniva incluso in altri progetti mentre ora, articolato così, è una vera novità del 2025. Per
meeting, incentive e congressi viene finanziato dalla Regione fino al cinquanta per cento del costo di eventi collaterali, dunque non per voci come vitto, alloggio o sala conferenze ma dedicato a tutti gli altri prodotti che si possono vivere arrivando in Sardegna per un congresso e tutta la serie di esperienze che si possono organizzare a completamento e corollario, invitando dunque così chi arriva sull’isola a scoprirne anche i tanti altri elementi di attrazione, dall’esperienza nel parco archeologico alla giornata in montagna con i pastori, dagli spettacoli al folclore. Sono due i parametri per la concessione del finanziamento: che si tratti di eventi che coinvolgono almeno 150 persone e con un massimale a trentamila euro (purché il costo sia da ventimila in su)».
Quali saranno le linee guida della vostra strategia?
«Abbiamo un prodotto turistico fortissiposizionato, anche su livelli molto elevati: basti pensare che l’ottanta per cento dei per intenderci, almeno una volta all’anno toccano la Sardegna. Ma stiamo cambiando il paradigma, spingendo a percepire la Sardegna come destinazione ideale tutto l’anno, potenziando l’Osservatorio regionale per targetizzare sempre meglio il pubblico e lavorando sempre di più sul digital marketing».
Una strategia che sembra sposarsi perfettamente con i desiderata della meeting industry.
«Per sviluppare i prodotti di promozione della Sardegna tutto l’anno lavoriamo sui secondi e terzi elementi motivazionali, dallo shopping ai borghi, dalle città d’arte alla gastronomia, all’archeologia. E per la prima volta stiamo lavorando su prodotti turistici autonomi. Questa la nostra strategia: “accendere” la re-
una settimana al mese tutto l’anno, con una serie di iniziative ed eventi. Abbiamo per esempio iniziato con il Capodanno,
diventare la Sardegna meta di turismo invernale. Hanno fatto seguito poi Carnevale, Settimana Santa e così via».
Quali sono i punti di forza della destinazione?
vantare offerte collaterali estremamente poste. Dai centri congressi agli hotel, diverse strutture si stanno sviluppando anche nel Sud Sardegna. Penso a Cagliari, un centro congressi la cui sala più grande conta 1.300 posti; ma anche Alghero che ha un centro congressi interessante e dalle grandi potenzialità. Posso dire che tutte le principali città sono attrezzate con strutture moderne e servizi di alto livello. Sul fronte dell’offerta la Sardegna ha tutte le carte giuste per essere competitiva. La nostra proposta di location per eventi è ampia e sfaccettata: possiamo contare su sale convegni in città ma anche immerse nei borghi, oppure nei castelli, ricercatissimi per appuntamenti come i matrimoni e i congressi medici, con spazi storici risalenti anche al 1200, perfettamente ristrutturati e dotati di ogni
Certo, sul fronte dell’accessibilità scontiamo il tema dell’insularità, che implica costi maggiori, ma con il bando della nuova continuità territoriale (che dovrebbe entrare in vigore per l’autunno) puntiamo a riuscire a porre un tetto anche alle tariffe non residenti.
Sugli aeroporti di Alghero e Olbia Costa Smeralda i voli sono strutturati su tre fala nuova continuità territoriale. Cagliari può contare già invece praticamente su un volo ogni ora dalle principali città ita-
più scelta come luogo di congressi anche per una sola giornata».
Quali saranno i prossimi step in termini di promozione e iniziative dedicate al Mice?
la Sardegna risulta essere attraente con le nuove proposte che si fanno, anche e soprattutto integrate. Partecipiamo a dicembre scorso abbiamo ospitato “Destinazione Sardegna Mice 2024”, l’evento organizzato da Regione Sardegna e Aeroporto di Cagliari (alla sua terza edizione, dal 12 al 15 dicembre ha portato zionali e internazionali, ndr). Evento che prevediamo di ripetere anche nel corso del 2025, anche se probabilmente in un’altra sede».
ologia sono due asset fondamentali… «Stiamo proponendo l’esperienza della cultura nuragica in maniera innovativa, come abbiamo fatto durante Bit a Milano
Nuragica che la raccontava attraverso elementi come i visori e lo storytelling, in una ricostruzione virtuale con realtà aumentata.
Siamo la regione del mondo con la più alta densità di monumenti archeologici, ventimila monumenti, un patrimonio che va conosciuto e lo proponiamo in integrazione ad altre offerte. Sono anche state costituite da Stato e Regione due fondazioni con lo scopo di innovare le modalità di visita e comunicazione della civiltà nuragica: la Fondazione Mont’e Prama a Cabras nell’Oristanese, che gestisce tra gli altri i Giganti, le statue ritrovate sul territorio, ma anche Tharros, il sito punico e romano. E poi la Fondazione Barumini, nel Sud Sardegna, sito Une-
In alto, il porticciolo di Castelsardo al tramonto
Sotto, il sito archeologico di Tharros
sco, emblematico della civiltà nuragica. E ci auguriamo che il Patrimonio Unesco possa arricchirsi quest’anno con una bella novità: è sarda infatti l’unica candidatura italiana per l’ingresso nella lista del Patrimonio dell’Umanità. Come "Arte e Architettura nella Preistoria della Sardegna” abbiamo candidato le Domus de Janas, le cosiddette “case delle fate”, strutture funerarie scavate nella roccia ancora più antiche della civiltà nuragica, risalenti al
periodo tra il V e il III millennio a.C. La candidatura riguarda 26 siti rappresentativi della preistoria in Sardegna. Attendiamo l’inizio di luglio quando si riunirà la 43sima assemblea Unesco, siamo cautamente fiduciosi. Su questo patrimonio puntiamo anche nella settimana di nostra competenza all’Expo di Osaka, a fine giugno, oltre che sui grandi nomi, per esempio del mondo della moda e della musica come Antonio Marras e Paolo Fresu».
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Si affaccia sul mare della Sardegna, con lunghe spiagge dorate e lagune dove si posano i fenicotteri. Offre spazi e tecnologia per le riunioni di lavoro e per gli eventi, mille attività per fare gruppo e la grande ospitalità italiana.
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La Sardegna è la destinazione dove il lusso si fonde con l’autenticità creando esperienze di grande effetto.
Non è un caso che sia stata scelta dai brand più esclusivi della moda e dell’automotive
di MARIANGELA TRAFICANTE
SIn alto, Cala Romantica a Porto Cervo, in Costa Smeralda
filate di alta moda, eventi all’insegna del glamour, spot internazionali, shooting hollywoodiani: la Sardegna conquista sempre di più i grandi brand internazionali, affascinati dalla sua bellezza, e si conferma destinazione privilegiata di eventi che portano lo spirito sardo, i suoi scenari e la sua essenza a viaggiare nel mondo.
Moda e creatività sono affascinati dalla luce mediterranea dell’isola, dai suoi scenari naturali e da luoghi che ne raccontano le radici
antiche, ma anche da tradizioni di spiritualità e saperi artigianali preziosi tramandati da generazione in generazione. La Sardegna dunque vola nel mondo e dimostra non solo la ricchezza dei suoi asset, ma anche la capacità di organizzare grandi eventi e garantire servizi di alto livello.
L’INTUIZIONE DI PRADA
L’immaginario sardo era già nei radar di Prada nel 2021. Si era ancora nella scia del covid, che
influenzava e trasformava anche il mondo degli eventi. E la moda si era dovuta reinventare con nuovi format. Così ecco la scelta del gruppo: una video-sfilata per presentare la collezione di Prada Uomo P/E 2022, una parte girata a Milano presso il Deposito di Fondazione e l’altra negli scenari inconfondibili della Sardegna. Scegliendo di far attraversare ai propri modelli un lungo tunnel rosso per raggiungere un ambiente incontaminato: quello di una delle meravigliose spiagge sarde, dove le creazioni della maison accendono i riflettori sul paesaggio tra massi di granito, bianche dune di sabbia e un mare cristallino.
LA SARDEGNA
CHE HA STREGATO DOLCE & GABBANA Bellezza naturale, folclore e tradizioni hanno conquistato anche Dolce & Gabbana, brand da sempre attento valorizzatore di artigianato ed esperienze artistiche locali. Nel 2024 ha scelto la Sardegna come teatro dei suoi eventi di alta moda, alta sartoria e alta gioielleria. Scenari ed eccellenze della regione sono stati sapientemente miscelati allo stile della maison, diventando elementi ispiratori di grandi eventi, ma anche delle collezioni che gireranno nel mondo.
Tra i simboli della Sardegna del folclore e della tradizione spicca la Parata di Sant’Efisio, che ha affascinato i designer tanto da volerla ricreare per aprire la sfilata di alta moda andata in scena nella cornice glamour del Forte Village.
La festa anima Cagliari dall’1 al 4 maggio e ricorda il martirio del Santo che, nato ad Antiochia, qui viene venerato – e ricordato con una processione solenne – per aver salvato, secondo la leggenda, l’isola dalla peste nel 1656, nel vicino sito storico di Nora. La statua del santo viene trasportata su un carro dorato, preceduto dai folcloristici traccas, carri trainati da buoi e decorati, mentre le folle indossano abiti tipici, in attesa del rito della Sa Ramadura che ricopre il percorso di petali di fiori.
Anche l’altra tradizione fortemente identitaria dell’isola, il Carnevale, è stata svelata ai riflettori internazionali, attraverso le figure dei Mamuthones, con le loro maschere di legno scuro e costumi in pelle di pecora, e degli Issohadores, con maschere bianche e abiti dai colori vivaci. E la Sardegna non è stata solo una cornice, è diventata parte integrante delle collezioni. Per l’alta gioielleria, infatti, i designer di D&G si sono ispirati a un’arte antica e preziosa, la filigrana sarda, che regala monili finemente lavorati oro o argento, come anelli, bracciali, orecchini e pendent.
NORA SOTTO I RIFLETTORI
DELL’ALTA MODA
Storia antica e alta moda hanno trovato il loro intreccio ideale nel Parco archeologico di Nora,
In alto, uno splendido mosaico nel sito archeologico di Nora
a sud-ovest del Golfo di Cagliari, uno dei siti più importanti di epoca fenicia, punica e romana affacciato sul mare. Nora sorge sulla penisola che si allunga a chiudere a sud-ovest il golfo di Cagliari. A lungo dimenticato, il sito venne riscoperto negli Anni 50. In questo contesto suggestivo la sfilata di Dolce & Gabbana ha svelato abiti che rendono omaggio all’arte della tessitura sarda e, ancora una volta, della
filigrana, tra preziosi ricami, tessuti pregiati e accessori gioiello. Il lusso contemporaneo ma ispirato al passato è sfilato tra colonne e mosaici antichi, suggestivi templi romani e terme. Anche nell’alta moda i due stilisti hanno voluto omaggiare la terra che li ha ispirati, con riletture sartoriali di ricami e tessiture, accenni al folclore e tanta artigianalità, come nelle camicie realizzate in ben sei mesi dalle sarte sarde.
Una nuova wine experience
Il gruppo Oniverse, già proprietario di brand come Calzedonia, Intimissimi, Falconeri e Signorvino, investe in Sardegna, Oltre ad aver rilevato l’ottanta per cento della maison Antonio Marras, è artefice di una nuova avventura che apre interessanti opportunità di enoturismo nel territorio di Alghero. Il gruppo ha infatti inaugurato nei mesi scorsi Podere Guardia Grande, una cantina con vigneto tra Capo Caccia e la baia di Porto Conte. Il nuovo progetto di viticoltura della famiglia Veronesi, incastonata tra i colori di questo angolo ancora selvaggio della costa nord-occidentale dell’isola, tra terra rosso mattone, verde della macchia mediterranea e blu del mare, ha dato vita alla produzione di Vermentino, Cannonau e Cagnulari, un vitigno autoctono tipico, ma anche a nuove wine experience. Si
possono infatti organizzare visite alla cantina e al vigneto, insieme alla degustazione guidata dei vini accompagnati
da prodotti tipici del territorio sardo. Il tutto nello stile Marras, che ritorna anche nel wine shop.
In alto, le rosse rocce di Arbatax
In basso, Porto Cervo e il suo porto
Nella pagina accanto, la Chiesa di Stella Maris a Porto Cervo
senta uno dei luxury hub più esclusivi della Costa Smeralda. Questa è stata la “vetrina” per la famiglia di Mercedes-Maybach e la nuova Mercedes-Amg Gt, arricchendo la stagione estiva della location anche con numerosi eventi, come le serate animate da dj set di artisti internazionali.
Senza dimenticare che la Sardegna, con i suoi panorami mozzafiato, tra borghi, paesaggi ancestrali, strade immerse nel verde o che sembrano tuffarsi nel blu del mare, tra curve adrenaliniche e viste spettacolari, è una meta ideale per shooting fotografici, riprese, test drive e road tour capaci di conquistare il mondo dell’automotive, stregato da immagini di strade scenografiche che si inerpicano tra rocce aspre, attraversano borghi e villaggi rurali, e si affacciano a picco sul mare.
E questo si inserisce nella possibilità di godere di servizi di alto livello, tra hȏtellerie raffinata, eventi glamour e location che sono punti di
riferimento per il jet-set di tutto il mondo. Già nel 2022 Mercedes-Benz aveva scelto l’Orientale Sarda come location del suo Grand Tour Amg, percorrendo quasi quattrocento chilometri in due giorni lungo curve, tornanti e tratti scenografici tra Dorgali e Arbatax.
Tra le case automobilistiche di maggior pregio che hanno scelto la Sardegna spicca anche Porsche, che l’anno scorso ha rinnovato la partnership con il mondo della vela: insieme a Nautor Swan, marchio finlandese con proprietà italiana specializzata nella produzione di imbarcazioni a vela di lusso, ha partecipato come mobility partner alle due tappe italiane dell’esclusivo circuito di regate "The Nations League", ad Alghero e a Porto Cervo.
Le località sarde si sono rivelate dunque vetrine ideali per sposare la causa di una mobilità sportiva e sostenibile attraverso la sua gamma di vetture sportive elettriche e ibride plug-in E-Performance.
Dalle quattro alle due ruote: Honda ha scelto proprio Cagliari per inaugurare la stagione 2025 dei suoi eventi dedicati agli appassionati delle due ruote. Il capoluogo sardo ha ospitato nel mese di febbraio la prima tappa dell’Honda Live Tour, che proseguirà fino a ottobre, con il Villaggio Honda per immergersi nel mondo del brand, il coinvolgimento delle concessionarie ufficiali che hanno potuto provare i nuovi modelli durante sessioni dedicate e, accanto alla local convention b2b, è stata poi la volta dei clienti, che hanno potuto avere il piacere di “cavalcare” scooter e moto gratuitamente con le prove su strada per le vie della città, circondati dalle bellezze di Cagliari.
IN PRINCIPIO FU L’AGA KHAN
L’artefice della Costa Smeralda per come la conosciamo oggi e dell’immagine glamour della Sardegna nel mondo ha un nome: Karim Aga Khan, scomparso lo scorso febbraio. Alla lungimiranza del principe si deve l’eredità che, a partire da Porto Cervo, rende la Sardegna sempre più attrattiva per chi cerca il glamour senza rinunciare a grandiosi paesaggi naturali, e dove il lusso sa sapientemente attingere anche agli elementi locali per la creazione di esperienze di alto livello capaci di far immergere gli ospiti appieno nell’anima del luogo. L’intuizione: valorizzare la grande bellezza selvaggia dell’isola, portandovi servizi, infrastrutture, una visione in cui il lusso si potesse armonizzare con l’ambiente. E, anche se aveva dato l’addio al consorzio (oggi la Smeralda Holding è controllata dal fondo sovrano Qatar Investment Authority ) il suo legame con il luogo è rimasto indelebile.
La sua Sardegna non sarebbe stata solo il “buen retiro” deluxe del jetset internazionale. Sarebbe diventata anche “the place to be” per eventi di grande richiamo. Così si spiega,
Il mare cristallino, i borghi autentici, le montagne selvagge, il passato minerario e quello ancor più ancestrale delle civiltà nuragiche: una e mille Sardegna, da declinare per un evento, un tour post congress, un viaggio incentive o un team building, certi di incontrare esperienze uniche
di MARIANGELA TRAFICANTE
NIn alto, trekking sulle montagne del Supramonte, con vista sulla Gola di Gorropu
on solo mare in Sardegna. La biodiversità, infatti, è una perla preziosa dell’isola. Ne sono un esempio i magnifici parchi naturali, come il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, il più grande. Dal Golfo di Orosei, con il suo mare, fin sul “tetto” dell’isola, il Gennargentu, dove svetta la sua cima più alta, Punta La Marmora, a quota i 1.834 metri, dove si possono godere panorami straordinari.
Boschi, foreste e gole tutte da scoprire in avventurose escursioni naturalistiche caratterizzano il Parco naturale del Supramonte, che
custodisce anche uno dei canyon più profondi d’Europa, la Gola di Gorropu. Senza dimenticare, naturalmente, la bellezza aspra dell’Asinara, l’isola che si può raggiungere dalla costa nordoccidentale, dove esplorare la caratteristica flora e avvistare gli asini bianchi selvatici.
RELAX E AVVENTURA
Momenti di relax ma anche appassionanti attività come il diving possono avere come scenario per esempio il Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena. E scoprire gioielli forgiati dalla natura – la Sardegna ne è ricca – come Cala
Goloritzé, dichiarata Monumento Naturale della Sardegna e patrimonio dell’Umanità Unesco, con la sua spiaggia di ciottoli bianchi, il famoso arco naturale di roccia e la “aguglia”, un pinnacolo calcare.
E anche le sue rinomate spiagge, che non hanno certo bisogno di presentazioni, possono declinarsi in modalità diverse per trasformarsi, per esempio, in paradisiaco campo da gioco per sfide sportive perfette a rafforzare lo spirito di squadra, come pure, al tramonto, cambiare volto e diventare lo scenario suggestivo di un’elegante cena o di un energico beach party sotto le stelle.
A TUTTA ENOGASTRONOMIA
E parlando di tavola, le esperienze sono molteplici, dalle cene tipiche alla scoperta di piatti come il porceddu o i culurgiones alle wine experience sorseggiando Vermentino e Cannonau, in raffinati ristoranti urbani come anche in autentici agriturismi. Senza dimenticare esperienze inedite come andare a pranzo dai pastori, magari dopo un trekking tra boschi e macchia mediterranea, e andare a scoprire i segreti degli ultracentenari in questa oasi di longevity. Gli scenari naturali perfetti per esperienze en plein air sono innumerevoli, dal parco nazionale dell’Asinara a San Teodoro, da Budoni ai sentieri di Sant’Antioco. Tutte meraviglie da poter scoprire in attività a piedi, a cavallo in quad.
TRA MARE E ARCHEOLOGIA
Altrettanto interessanti sono le esperienze nautiche proposte dai tanti porti e approdi, dalle regate in barca a vela alle escursioni su gommoni o in veliero.
Ma la Sardegna è anche custode di civiltà ancestrali e misteriose, come quella nuragica, testimoniata da siti come Su Nuraxi a Barumini, patrimonio Unesco, e tante sono anche le testimonianze fenicie e romane, come quella di Nora. E l’isola offre anche esperienze assolutamente insolite nei siti che testimoniano la sua storia mineraria: Galleria Henry, un labirinto di tunnel scavati nella roccia che si affacciano a strapiombo sul mare di Buggerru – messa in sicurezza, oggi si può visitare su prenotazione –. Oppure Masua e Porto Flavia, nel territorio di Iglesias, un’opera sospesa tra cielo e mare con vista sul faraglione di Pan di Zucchero; e ancora l’Argentiera, tra Alghero e Stintino, parte del parco geominerario della Sardegna e sede del museo minerario open air Open Mar.
E se le città sono la sede ideale di congressi ed eventi alla ricerca di atmosfere urbane che combinano comfort e fascino, i centri minori non sono da meno, dove organizzare per esempio esperienze autentiche tra le botteghe degli artigiani, a imparare i segreti di arti antiche come i ricami, i cesti, la filigrana.
La crescita della Sardegna si inserisce in quella più generale dell’Italia, «che sta consolidando il Paese come una delle destinazioni più ambite per le coppie straniere che desiderano celebrare il loro matrimonio in un contesto ricco di storia, cultura e paesaggi mozzafiato – spiega Clara Trama, presidente Associazione Italiana Wedding Planner –. Nel 2024, l’Italia ha ospitato oltre 15.100 matrimoni di coppie straniere, segnando un incremento dell’11,4% rispetto all’anno precedente. Questo aumento ha generato un fatturato complessivo di circa 931,6 milioni di euro, con una crescita del 16%. E L’Associazione continuerà a lavorare per la valorizzazione della professione e per il coinvolgimento delle istituzioni in un processo di regolamentazione che possa rafforzare l’intero comparto».
Sopra, Clara Trama, presidente Associazione
Italiana Wedding Planner
Sotto, Delia Cualbu, vicepresidente Associazione
Italiana Wedding Planner & Ambassador Sardegna
Tra le regioni italiane la Sardegna è in forte crescita sul versante wedding grazie alle sue spiagge, resort di lusso e tradizioni autentiche. Il fascino dell’isola, unito alla possibilità di organizzare matrimoni in contesti esclusivi, sta attirando sempre più coppie straniere in cerca di un’esperienza unica
di MARIANGELA TRAFICANTE
Dalla sabbia bianca di una spiaggia paradisiaca alle vette nel cuore dell’isola, passando per borghi, cantine, siti archeologici: le mille sfaccettature della Sardegna si prestano anche a renderla unica come wedding destination, per soddisfare al meglio i desiderata delle coppie e dei loro invitati. Ma non solo: stanno crescendo anche le richieste per momenti romantici come le proposte di matrimonio o il rinnovo delle promesse. Le possibilità sono tante, l’importante è affidarsi ai professionisti del settore, come racconta Delia Cualbu, vicepresidente Associazione Italiana Wedding Planner & Ambassador Sardegna: «Non dimentichiamo che la Sardegna è l’isola dei nuraghi, e anche questo può diventare uno scenario unico per il matrimonio. E le modalità insolite continuano: dalla cerimonia in un borgo fantasma a quella subacquea, al wine wedding, il matrimonio in vigna seguito dalle degustazioni di vini locali. E poi si può andare alla ricerca di angoli in esclusiva e di servizi dalla personalizzazione massima, in accordo alla tendenza di eventi più riservati». Laddove le amministrazioni locali si dimostrano proattive, si aprono anche le porte di location culturali come il Castello di San Michele o la Galleria comunale d’arte di Cagliari.
«Quello che vogliamo far percepire è che non esiste solo il matrimonio in spiaggia ma tanti altri modi per vivere una vera experience» prosegue Cualbu.
NON SOLO SPIAGGIA
Le potenzialità sono sfaccettate e si possono calibrare in risposta ai desiderata e alla personalità degli sposi e dei loro ospiti. Per chi è nel “mood”, anche la Sardegna dal cuore montuoso diventa romantica, con idee legate al turismo attivo, al trekking: «Lo offriamo per esempio per le proposte di matrimonio, insieme a guide esperte si raggiunge una delle cime più alte per vivere l’alba. Anche il tema del green e del sostenibile diventa una tendenza, dalla scelta dei prodotti per il menù all’artigianato locale». Sono tante le alternative di valore che conquisteranno i partecipanti con l’unicità del territorio. E poi un matrimonio in Sardegna non rimane mai solo una cerimonia: chi arriva prosegue con la luna di miele o la vacanza, anche in accordo con il trend generale di crescita di eventi immersivi, che includono tour enogastronomici, esperienze legate alle tradizioni locali e soggiorni più lunghi. «Ecco, ospiti e sposi possono diventare turisti che si innamorano dell’isola e poi decidono di tornarci».
Almar Timi Ama Villasimius Via dei Ginepri, 3 09049 Villasimius (Ca) laura.munari@almarresorts.com www.almartimiama.com
Grande novità del 2025 è il completo restyling delle due sale meeting principali per il cinque stelle del Sud Sardegna, che combina ampi spazi indoor e open air ed è immerso in una natura affascinante
di MARIANGELA TRAFICANTE
Vivere un evento di qualità in uno degli angoli più suggestivi della Sardegna, circondati da un impareggiabile scenario naturale: è realtà presso l’Almar Timi Ama, cinque stelle sulla punta sud-orientale dell’isola, a 55 chilometri dall’aeroporto di Cagliari e a soli due chilometridal centro di Villasimius. È una location dove i funzionali spazi meeting si armonizzano e si completano con ambienti esterni di ampio respiro. Il resort si apre alla stagione 2025 presentando il completo restyling delle due sale meeting principali. La sala Arbatax, ampia 235 metri quadrati, la più spaziosa, può ospitare fino a 160 persone. La sala Carbonara conta su una superficie di 140 metri quadrati e capienza fino a 150 persone. Entrambe al terzo piano e illuminate da luce naturale grazie alle ampie finestre, sono direttamente collegate alla terrazza panoramica coperta di 250 metri quadrati, con una splendida vista sulla baia di Porto Giunco, la sua laguna abitata dai fenicotteri rosa e
l’antica torre aragonese sul promontorio. A completare l’offerta ci sono le altre due sale, Spartivento e Serpentara, al piano terra, ideali per riunioni più raccolte. Gli organizzatori saranno affiancati da un events manager dedicato che li assisterà in tutte le fasi dell’evento. Al rinnovamento degli spazi per gli eventi si affianca il restyling delle camere (che sono complessivamente 238), che verrà completato entro l’inizio della stagione con le esclusive signature suite: Coralia, Lunaria, Turris e Aqualis.
OUTDOOR DA VIVERE
Non solo ambienti indoor: il fiore all’occhiello sono gli spazi esterni, dalla terrazza panoramica di mille metri quadri all’ampio prato a bordo piscina, senza dimenticare la spiaggia privata, cornici perfette per un lancio di prodotto, una sfilata o una cena di gala. Gli ambienti versatili (che vantano anche tre ristoranti e quattro bar) accolgono al meglio anche le svariate proposte di un catering di qualità e personalizzabile, per
serate eleganti, pranzi di lavoro, cocktail.
Gli sfaccettati ambienti e la bellezza naturale dell’Area
Marina Protetta Capo Carbonara si rivelano preziosi alleati per una vasta gamma di attività di team building: si può optare per un’escursione in jeep o quad o una regata, cimentarsi in uno sport di squadra o in stimolanti giochi sulla spiaggia come beach volley e percorsi a ostacoli. Scenario naturale, location e servizi si combinano per offrire un’esperienza Mice che va oltre l’appuntamento lavorativo, dove il bleisure troverà massima espressione per stimolare al tempo stesso produttività e benessere.
SEATING CAPACITY: 432 AREA: 420 sq.mt
MEASUREMENTS: 31X14 sq.mt DOORS: 120 cm, 240 cm
NOTE: Main Room (can be divided in 2 rooms Room Smeralda - Room Beach)
SEATING CAPACITY: 208 AREA: 200 sq.mt
MEASUREMENTS: 15X14 sq.mt DOORS: 120 cm
SEATING CAPACITY: 224 AREA: 200 sq.mt
MEASUREMENTS: 15X14 sq.mt DOORS: 120 cm
SEATING CAPACITY: 160 AREA: 160 sq.mt
MEASUREMENTS: 16X10 sq.mt DOORS: 120 cm
Hotel Regina Margherita
Viale Regina Margherita, 44 09124 Cagliari
Tel. 070 670 342
Fax 070 668 325 meeting@hotelreginamargherita.com www.hotelreginamargherita.com
L’Hotel Regina Margherita vanta una prestigiosa tradizione nell’ospitalità alberghiera e si distingue per la sua straordinaria flessibilità.
Grazie a funzionalità avanzate e tecnologie all’avanguardia, interpreta le esigenze dell’evento contemporaneo, offrendo soluzioni su misura
Nel cuore pulsante di Cagliari, tra le suggestive vie del quartiere Marina e l’eleganza del lungomare, sorge il Regina Margherita Conference & Leisure Hotel, una struttura che coniuga perfettamente ospitalità, comfort e servizi di alto livello. A due passi dal porto e dalle principali vie dello shopping, l’hotel rappresenta la scelta ideale sia per chi visita la città per lavoro sia per chi desidera un soggiorno all’insegna del relax e della scoperta delle tradizioni locali. L’atmosfera raffinata e accogliente del Regina Margherita si riflette anche nella sua offerta gastronomica. Il Bistrot
dell’hotel propone un menu ispirato alla tradizione sarda, con piatti preparati esclusivamente con ingredienti freschi e selezionati quotidianamente: una proposta culinaria che esalta i sapori autentici della regione, accompagnata da un servizio attento e curato nei minimi dettagli.
Con le sue cento camere arredate con stile, di cui due suite presidenziali, cinque suite e due camere easy access, la struttura garantisce un’esperienza di soggiorno personalizzata, capace di soddisfare le esigenze di ogni ospite. Ogni ambiente è pensato per offrire il massimo del comfort, con arredi eleganti e dotazioni moderne che rendono ogni soggiorno un’esperienza esclusiva. Fiore all’occhiello dell’hotel è il suo centro congressi, una soluzione versatile e tecnologicamente avanzata per eventi e incontri professio-
nali di ogni dimensione. Le tre sale principali, di cui due modulabili e una plenaria, sono equipaggiate con impianti audio-video di ultima generazione e garantiscono un’acustica perfetta grazie a rivestimenti fonoassorbenti. La sala plenaria, con i suoi trecento posti a platea, supporta la doppia proiezione simultanea con ingressi sorgente separati, offrendo un’esperienza immersiva e dinamica per convegni e presentazioni. Gli spazi dedicati all’ospitalità congressuale includono anche aree per coffee break, pranzi a buffet e cene di gala, permettendo di organizzare eventi su misura con un servizio di ristorazione di altissima qualità. Che sia per una breve trasferta di lavoro o per una vacanza immersi nella bellezza di Cagliari, il Regina Margherita Conference & Leisure Hotel si distingue per l’eccellenza dei suoi servizi e per la capacità di far sentire ogni ospite come a casa propria.
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