retail&food 07-08 2022

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Foto credits: Harald Wisthaler

Speciale sport, “experience” al centro dei nuovi negozi

Da Decathlon a Nike, da King a Sportler come si rinnovano i brand del settore NKD, il low cost tedesco punta sui quartieri Racconti: via Sarpi a Milano e Giulius store Linate, restyling ok con l’arrivo di Feltrinelli

Luglio • Agosto 2022

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EDITORIALE

BULGARI, GLI NFT, BILL GATES (E ZARA) Durante un caldo fine settimana di metà giugno, scorrendo le notizie ne ho trovate due nel giro di pochi minuti, straordinariamente contradditorie. Prima notizia: Bulgari, il celebre marchio di gioielleria, orologeria, profumeria, pelletteria e hotel, fondato a Roma nel 1884 dal greco Sotirios Voulgaris, quotato alla borsa di Milano nel 2011 e ceduto nel 2012 al gruppo francese del lusso LVMH, ha lanciato la sua prima collezione capsule di alta gioielleria NFT (Non fungible token, gettone non riproducibile). Un prodotto unico, nello specifico di alta gioielleria, completamente digitale. Una sorta di magnifico file. Una scommessa preziosa ma innovativa. Seconda notizia: Bill Gates, patron di Microsoft, partecipando negli stessi giorni a un evento promosso dal celebre sito di tecnologia TechCrunch ha dichiarato che il mercato degli NFT è basato al 100% sulla teoria della persona più sciocca (“100% based on greater fool theory”). Perché quel “certificato” che compri a caro prezzo, devi rivendere a un prezzo ancora più alto, finché il gioco non si rompe e l’ultimo (primo?) acquirente rimane col nulla in mano. Il digitale si nutre di novità, a volte di bolle. Non per forza le prime finiscono nelle seconde ma i facili innamoramenti del nuovo possono essere pericolosi e dolorosi. O vantaggiosi, quando si azzecca. Accanto all’immaterialità degli NFT una terza notizia, molto più fisica e retail, sempre figlia dello stesso bollente weekend. Il cliente di Zara non avrà sempre ragione né infiniti diritti: d’ora in poi i resi si pagano. In 38 paesi nel mondo, chi compra online e decide di rendere il prodotto, dovrà sostenere un costo compreso tra 2 e 4 dollari a capo. Nulla di trascendentale ma un segnale importante. Una misura che intende contrastare la diffusissima abitudine di farsi spedire a casa diverse misure o tinte dello stesso capo, per trattenerne (forse) uno solo. Il tutto a carico del retailer che, oltre ai costi di spedizione, logistica ecc. vende i capi resi a un prezzo inferiore al nuovo o li macera. Con evidenti ripercussioni anche sul costo “ambientale” della vendita. Queste tre storie hanno poco in comune ma testimoniano, in piccolo, la grande necessità di pensiero che questi tempi portano con sé. E la pausa estiva può essere una buona occasione per riflettere. Buone vacanze, ci leggiamo a settembre. Andrea Aiello

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Anno 17 · numero 7/8 - luglio-agosto 2022

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore.

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34

News

SOMMARIO

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News Opening

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News | Servizi e fornitori

Cambi di Poltrona

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58

World Travel Retail

News Sostenibilità

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News International

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Vetrina

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SPECIALE SPORT In negozio, come al parco giochi

40 42

Guarda come ti recupero l’area... Nike-live, formato small con il digitale al centro Decathlon corre: nuovo ceo e tante aperture estive BRAND | Analysis NKD, low cost tedesco che punta sui quartieri CONVEGNO | Food Ristorazione 2022, un dialogo costruttivo

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RACCONTO | In store Da Giulius, l’amico degli animali SCENARI | Estero Westfield rivede i suoi piani. Focus su Europa, addio agli Usa? MISTERY | Food Fra luci e tv vintage, prova ok per Fra Diavolo

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MISTERY | Elettronica Oggi cambio il pc, sì, ma che fatica... RACCONTO | Retail street Via Sarpi, Milano: il quartiere che non dorme mai RUBRICHE ECONOMIA | Scenari Sfide che richiedono più globalizzazione AEROPORTI | Novità Linate, con Feltrinelli il restyling è completo SIGLE | Prospettive La Confcommercio in stallo con una leadership sempre più debole

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Stock options Rubrica legale In buona company Dal tabaccaio Pane, burro e... retail Duty free world New markets outlook

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NEWS

Svelata la nuova food court del centro commerciale Lingotto Dopo due anni di lavori e 3 milioni di investimento, prende vita la nuova food court del Lingotto di Torino. Promotori di questo intervento sono AXA IM Alts e Pradera che nel 2018 hanno acquisito l’immobile e dato avvio a un progetto di restyling e ampliamento. La nuova proposta di ristorazione, che conta una ventina di locali distribuiti su una GLA di circa 4.000 mq (che incide per oltre il 10% su quella totale) diventa, così, il nuovo polo di attrazione del centro. “Sono stati inseriti nuovi marchi, tra cui Giovanni Rana, La Piadineria, Burger King, Bun Burgers, Panini Durini e Grom, e riposizionati quelli già presenti”, ha commentato Roberto Limetti, Managing Director di Pradera. “È stata un’operazione davvero lungimirante che ha dato nuova linfa allo shopping centre dopo due anni decisamente complicati. Un ottimo modo anche per festeggiare i vent’anni di vita del centro”, ha sottolineato Fabrizio Cardamone, Direttore del Centro Commerciale Lingotto, in quota alla società Savills.

STOCK OPTIONS

BUY

NEUTRAL

SELL

INDITEX

WALMART

ZALANDO

Super balzo degli utili per il colosso spagnolo, che ha archiviato un primo trimestre fiscale (febbraio-aprile) con un balzo degli utili, saliti a 760 milioni di euro, in crescita dell’80% rispetto allo stesso periodo 2021. Un ottimo risultato, considerando il tema inflazione e il sostanziale stop alle attività in Ucraina e Russia.

Il primo trimestre è stato deludente. Ora Walmart ha comunicato che sta “lavorando sodo” per combattere il vero nodo di oggi: l’inflazione. In particolar modo, sta discutendo con i fornitori le strategia utili per tagliare i costi, senza dover ritoccare i prezzi, a danno dei consumatori. Il titolo, dopo lo scivolone di metà maggio, veleggia su 125 dollari.

Il colosso tedesco deve ancora comunicare i dati del secondo trimestre fiscale, ma ha già avvertito il mercato di un abbassamento dell’outlook per la chiusura dei conti 2022. Tanto è bastato per provocare uno scivolone del titolo, il mese scorso. I profitti, infatti, oscilleranno tra 180 e 260 milioni di euro, circa la metà rispetto a quanto promesso con le stime precedenti.

CAPRI HOLDINGS

ABERCROMBIE & FITCH

GAP

Il colosso americano che controlla Versace, Jimmy Choo e Michael Kors brinda a un bilancio 21-22 (terminato ad aprile) chiuso con ricavi a 5,65 miliardi di dollari (+39%) e profitti balzati a 822 milioni, contro un rosso da 63 milioni dell’esercizio precedente. Tutti i brand hanno messo a segno una crescita in doppia cifra delle vendita. Si distingue Versace: +34%.

Dopo una trimestrale grigia, il colosso americano ha presentato un piano al 2025 con obiettivi di crescita importanti: raggiungere un fatturato compreso tra 4,1 e 4,3 miliardi di dollari di ricavi, con un margine operativo lordo superiore all’8%. Nell’ultimo anno fiscale i ricavi erano stati 3,7 miliardi, l’obiettivo a lungo termine è raggiungere i 5.

Primo trimestre negativo per il brand americano, costretto a rivedere al ribasso anche le stime per la chiusura di fine anno. I ricavi, nei primi tre mesi conclusi il 30 aprile, calano del 13% a 3,48 miliardi di dollari, frena anche il canale eCommerce del 17%, ma soprattutto il risultato finale segna un rosso da 162 milioni, contro un utile di 166 milioni del primo trimestre 2021.

KOHL

MORELLATO

NIKE

Il titolo del noto retailer si è infiammato in Borsa, dopo l’annuncio dell’avvio di una fase di negoziazione esclusiva con Franchise Group, che insieme a Oak Street Real Estate Capital è interessata ad acquisire la stessa Kohl. La prima offerta si aggira sui 60 dollari per azione, circa 8 miliardi di dollari complessivi.

Morellato Group, primo gruppo italiano di gioielleria e orologeria, ha chiuso l’esercizio finanziario 2021 (al 28 febbraio 2022) con un fatturato consolidato pari a 310 milioni di euro, che segna un balzo del 49% rispetto all’anno precedente. L’ebitda si attesta a 87,3 milioni di euro, pari al 28% del fatturato, con un incremento di quasi il 68%. La posizione finanziaria netta è di 17,5 milioni a fronte di investimenti per circa 23,5 milioni di euro.

Il colosso sportivo registra risultati positivi, ma in frenata. E le prospettive 2023 hanno deluso Wall Street. Il quarto trimestre fiscale (al 31 maggio) si è chiuso con vendite in calo dell’1%, a 12,2 miliardi di dollari, con i margini scesi al 45%. Le attese per l’anno fiscale 2023 sono di entrate in crescita a un tasso “low double digit”, poco secondo gli analisti. Le aperture a singhiozzo in Cina sono alla base dell’andamento.

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OVS: +30% nel primo trimestre, superate le vendite pre-pandemia OVS ha comunicato i risultati del primo trimestre febbraio-aprile 2022. Il gruppo veneto supera i livelli di vendita pre-pandemia e sfiora i 300 milioni di ricavi (+30,6). L’andamento ha caratterizzato i brand OVS, Upim e tutti i canali distributivi del gruppo. “Il periodo dell’anno sin qui trascorso rappresenta il primo banco di prova rispetto alla reazione dei consumatori alle dinamiche inflattive, alle relative pressioni sul potere d’acquisto e, non ultimo, all’aumento dei prezzi dei nostri prodotti”, ha commentato l’amministratore delegato Stefano Beraldo. “Nel primo trimestre registriamo un aumento delle vendite a parità per entrambi i nostri principali marchi”. La buona performance ha caratterizzato entrambi i principali brand del Gruppo. Per quanto riguarda gli ultimi 12 mesi, l’ebitda è pari a 161,7 milioni e maggiore di 5,4 milioni rispetto al 2019. I risultati hanno avuto un’ulteriore accelerazione nel mese di maggio dove le vendite sono risultate superiori a quelle del 2021. “Questa performance ha permesso di superare, nei quattro mesi, il livello di vendite pre-pandemia. Pur in presenza di un contesto di volatilità geopolitica e pressioni inflazionistiche, i risultati ottenuti e le azioni intraprese ad oggi ci permettono di guardare con fiducia alla restante parte dell’anno”, conclude l’ad.

Da Valmontone a Le Vele, Promos investe e allarga i suoi outlet Promos group, della famiglia Maffioli, lancia un piano triennale di rinnovamento ed espansione di quattro centri fra outlet e retail park. Ecco, in sintesi, gli interventi previsti fra il 2022 e il 2024. Al Città Sant’Angelo Outlet Village di Pescara (oggi 25.000mq per 100 negozi) verranno aggiunti 5.600 mq in più, con 23 nuovi punti vendita in arrivo, più una food court da 7 punti ristoro, già pronta entro fine anno. A Le Vele di Desenzano del Garda (Brescia), oggi di 28.000 mq, partono lavori di riqualificazione e 2.500 mq aggiuntivi, più un’area food disponibile per 8 brand, pronta nell’aprile 2023. Nelle prossime settimane prenderà poi il via il cantiere per la riqualificazione di una zona del Valmontone outlet di Roma, con la realizzazione di una ‘Premium Plaza’ di 6.000 mq dedicata a 20 marchi. Infine, in Piemonte, al Mondovicino in provincia di Cuneo, alla fine del triennio di investimento è in previsione una nuova food court per 6 punti ristoro.

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NEWS

Euronics, ricavi oltre i 2 miliardi, proseguono le aperture L’assemblea dei soci Euronics ha approvato il bilancio 2021 che si è chiuso con ricavi a 2,3 miliardi di euro. Si tratta di un incremento del 10,3% rispetto al 2020 e del 19,7% sul 2019, stando al comunicato della società. Non è semplice, però, paragonare gli anni precedenti, dal momento che è cambiato il perimetro di riferimento. A inizio 2020, infatti, il gruppo dichiarava una rete di circa 440 negozi tra marchi Euronics (230), Euronics Point (180) e Euronics City (31). Poi è arrivata l’integrazione con i negozi a marchio Sme e Comet. Il 2021, invece, è stato caratterizzato da storie diverse tra loro, dal fallimento dell’ex socio Galimberti (4 dei 7 negozi sono stati presi da Nova, altro socio Euronics) all’ottima espansione di un altro socio storico, Bruno. Così, oggi il gruppo dichiara una rete di 456 punti vendita (a insegna Euronics, Comet e Sme), di cui 273 diretti e 183 in affiliazione. Il risultato finale, riferito alla sola centrale Euronics Italia, è positivo per 1,9 milioni di euro. Stando alla nota dell’azienda, Euronics Italia detiene una quota del 16,8% nel panel “Retail Market” e del 23,7% nel panel “Technical Superstores” (dati Gfk). Nel 2021 sono stati aperti 12 punti vendita e altri 15 sono previsti a fine 2022. L’anno scorso è stata anche lanciata la piattaforma e-commerce che coinvolge 12 basi logistiche e oltre 300 negozi, in cui è stato attivato anche il servizio “Prenota e ritira”.

Criptovalute, B2B e prossimità: Shopify lancia nuove funzionalità Shopify, azienda specializzata nella fornitura di infrastrutture IT per il commercio, ha annunciato nuove funzionalità che puntano a cambiare il modo in cui i brand interagiscono con il proprio pubblico: il Tokengated Commerce ovvero la possibilità per i possessori di NFT di connettere i portafogli cripto ai negozi su Shopify e sbloccare prodotti ed esperienze esclusive da vivere con i propri brand preferiti; una nuova partnership con Google per promuovere lo shopping di prossimità; l’ingresso di Shopify nel mercato wholesale con il lancio di B2B, la soluzione per vendere anche al target business. “Shopify scommette sul Connect to Consumer quale nuova era del commercio in cui i brand potranno avere successo se riusciranno a coltivare una community di fedelissimi al proprio marchio. Oggi, la personalizzazione è la chiave dello sviluppo e i brand indipendenti devono poter creare esperienze su misura e su tutti i touchpoint in grado di mantenere vivo il rapporto con i clienti”, ha dichiarato Paolo Picazio, Country Manager Italia di Shopify.

Calzature Bata: piano per 110 nuovi negozi in affiliazione Bata, il marchio di calzature attivo in 70 Paesi, ha avviato un piano di sviluppo della rete incentrato sull’affiliazione in franchising. L’obiettivo previsto è passare dagli attuali 90 affiliati a 200 in un triennio (al 2024). La business unit dovrebbe raddoppiare il fatturato, secondo le stime, e andare così a toccare il 40% dei ricavi complessivi. Il percorso di espansione prediligerà le vie del centro città, con un volume di abitanti dai 40 agli 80mila, senza escludere i centri commerciali dello stesso bacino d’utenza. Il piano è già partito con un primo negozio a Cecina, in provincia di Livorno, e un altro a Trapani, entrambi in città. Mentre il 15 giugno sarà la volta di un’apertura allo Shopville Gran Reno a Casalecchio (Bologna). Successivamente si aggiungeranno Modica, in provincia di Ragusa, e Senorbi in provincia di Cagliari. “Stiamo investendo negli store in affiliazione insieme al network consolidato di partner, ma a salire a bordo ci sono anche nuovi franchisee” ha commentato Claudio Alessi, Presidente Bata Europe.

Camicissima spinge sul retail, apre a Fiumicino e vola in Cile Continua il progetto di espansione in Italia e all’estero di Camicissima, brand di camiceria maschile che fa capo al gruppo Fenicia Spa. Il marchio ha da poco inaugurato un punto vendita in Cile in uno spazio di 30mq all’interno del centro commerciale Zofri Mall. A questa nuova apertura segue l’inaugurazione di un nuovo store di 90 mq a Roma Fiumicino, guadagnando così un posto importante in uno dei luoghi cardine del travel retail nel momento in cui il traffico turistico e aeroportuale torna a crescere. Questo nuovo punto vendita rappresenta un segnale significativo nel “processo di espansione del marchio, che guarda al futuro con ottimismo, sempre più volenteroso di investire anche nel mercato domestico, centro d’ispirazione dello stile worldwide”, spiega l’azienda in una nota stampa. Il travel retail rappresenta un segmento strategico per il brand che già nel 2021 aveva scelto Linate per presentare in anteprima mondiale il nuovo concept dei propri negozi. pag. 6 | retail&food | Luglio • Agosto 2022



La Rubrica Legale a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano di Giulia Comparini

Negoziare e gestire i contratti in tempi di crisi:

il ricorso alle clausole di forza maggiore e di hardship Gli eventi che si sono succeduti negli ultimi due anni e mezzo hanno creato non poche difficoltà agli operatori commerciali nella negoziazione e gestione dei loro rapporti contrattuali. Le parti si trovano, ormai da tempo, a operare in un clima di totale incertezza che complica la negoziazione dei nuovi contratti, essendo assai spesso portatrici di interessi divergenti. Pensiamo alle locazioni e agli affitti. Se le proprietà cercano di ottenere garanzie di certezza e stabilità economica e contrattuale nel lungo periodo a tutela dei propri investimenti, al più introducendo assai generici impegni alla rinegoziazione del canone, i tenant richiedono ex ante l’azzeramento e/o riduzione dei canoni e talvolta anche delle spese nel caso di provvedimenti di chiusura o di contingentamento imposti dalle autorità. D’altro canto, allo stato non si può neppure escludere che l’attuale incremento dell’inflazione possa portare alcune proprietà a ritenere i contratti sottoscritti eccessivamente onerosi e a richiedere la rinegoziazione dei canoni. Non meno complesse sono le negoziazioni dei contratti di appalto e/o di fornitura, sia in ambito nazionale che internazionale, a causa delle difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali e dell’aumento dei prezzi delle materie prime, circostanze ulteriormente aggravate dagli effetti del lock-down cinese e delle sanzioni deliberate a livello dell’Unione Europea in seguito al conflitto fra Russia e Ucraina. La stessa incertezza e complessità si riscontra nell’esecuzione dei contratti in essere, non avendo le parti introdotto nei loro accordi, nella maggior parte dei casi, possibili rimedi rispetto a eventi esterni fuori dal loro controllo e tali da pregiudicare le sorti dei loro rapporti. Dato l’incerto contesto in cui le parti si trovano ad operare e nell’ottica di una regolamentazione preventiva nei loro accordi delle conseguenze giuridiche delle sopravvenienze, è certamente utile conoscere le clausole di forza maggiore e di hardship elaborate dalla Camera di Commercio Internazionale (CCI) - la più grande organizzazione internazionale di imprese - per aiutare le imprese nella redazione dei loro contratti. L’ultima versione di tali clausole è stata pubblicata dalla CCI nel 2020. È importante precisare che tali clausole si applicano al contratto solo ove in esso espressamente richiamate. Ma chiariamo innanzitutto la differenza fra forza maggiore e hardship. Entrambe disciplinano le conseguenze di un evento di portata eccezionale, non prevedibile al momento in cui

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il contratto è stato stipulato e non imputabile ad alcuna delle parti. Tuttavia, mentre l’evento contemplato nella clausola di forza maggiore rende una delle prestazioni impossibile da eseguirsi, l’evento contemplato nella clausola di hardship non impedisce alla parte che lo subisce di dare esecuzione al contratto, ma rende la sua prestazione eccessivamente onerosa rispetto alla controprestazione. In buona sostanza il concetto di hardship corrisponde all’eccessiva onerosità sopravvenuta prevista anche nel nostro codice civile (art. 1467 c.c.). Accenniamo brevemente anche alla struttura di entrambe le clausole il cui contenuto è necessariamente generico, pur rappresentando un’utile guida da adattare di volta in volta al singolo caso concreto. La clausola di forza maggiore nel testo elaborato dalla CCI contempla una long form e una short form. In estrema sintesi la clausola prevede: • Definizione dell’evento di forza maggiore (più o meno dettagliato); • Obbligo di notifica della parte che subisce l’evento di forza maggiore entro un termine ragionevole • Disciplina delle conseguenze (sospensione adempimento) • Dovere della parte che subisce l’evento di mitigare gli effetti negativi dell’impedimento causato dalla forza maggiore • Modifica parziale del contenuto del contratto (se l’impossibilità della prestazione è solo parziale) • Eventuale risoluzione del contratto se impossibilità è totale e la durata dell’impedimento perdura oltre 120 giorni (salvo diverso accordo) La clausola di hardship nel testo elaborato dalla CCI prevede che ove una parte provi che l’esecuzione delle sue obbligazioni contrattuali è divenuta eccessivamente onerosa a causa di un evento fuori dal suo controllo, che non era ragionevole attendersi venisse preso in considerazione al momento della conclusione del contratto e i cui effetti non avrebbe ragionevolmente potuto evitare o superare, le parti sono tenute, entro un ragionevole periodo di tempo dall’invocazione della clausola, a negoziare delle nuove condizioni contrattuali che tengano conto delle conseguenze di tale evento. La ratio è quella di consentire alle parti di rinegoziare i termini del contratto in modo tale che esso si adegui al nuovo stato di fatto, e ciò o tramite l’intervento di un terzo o mediante apposito negoziato tra le stesse. Soltanto ove non venisse raggiunto un accordo è possibile richiedere la risoluzione del contratto.


NEWS

CNCC Marketing Awards 2022 - Tutti i vincitori CERTIFICATE OF MERIT 2022 BRAND AWARENESS & (RE)POSITIONING - KART START - Centro Commerciale BORGO D’ABRUZZO - THE CUBE - CENTRO COMMERCIALE CONCA D’ORO - TIPI DA SHOPPING - BRANDING VIDEO CAMPAIGN PER CENTRO LEONARDO - Centro LEONARDO - VICINI DI CASA - LA SCALINATA DI GIGI PROIETTI - Centro Commerciale AURA BEST OF CATEGORY 2022 BRAND AWARENESS & (RE)POSITIONING LA COMMUNITY DEI CITYLIFERS: IL CUORE PULSANTE DI CITYLIFE SHOPPING DISTRICT - CITYLIFE SHOPPING DISTRICT BEST OF CATEGORY TENANT BRAND & PARTNERSHIP A CITYLIFE SHOPPING DISTRICT SI FESTEGGIA IL LANCIO EUROPEO DI COCA-COLA ENERGY - CITYLIFE SHOPPING DISTRICT

CNCC: una serata di condivisione e di premi per fare il punto sul futuro dei centri commerciali Fare, insieme. Con questo spirito collaborativo (e anche di festa) si è svolta al palazzo della Triennale di Milano la prima edizione della CNCC Summer Conference, un momento di incontro e di confronto estivo che ha rappresentato anche l’occasione per consegnare, dopo oltre due anni di sospensione a causa della pandemia, i CNCC Marketing Awards, i riconoscimenti attribuiti alle strutture italiane che si sono distinte in 9 diverse categorie (vedi box) che quest’anno hanno visto competere 57 progetti, al vaglio di una giura esterna e non più interna. Tra le novità c’è anche una nuova categoria, Resilience, dedicata alle attività svolte dai centri nel periodo più duro della pandemia, e due nuovi premi: uno dedicato alla Special Distinction Digital Transformation e l’altro alla Special Distinction ESG assegnate dalle rispettive Commissioni CNCC. Tra i vincitori dei CNCC Awards, si sono distinti i centri di Svicom che ha ottenuto ben 8 riconoscimenti (tra questi, una Special Distinction - Digital Transformation per The Place to Do al Mongolfiera Japigia, il Best delle categorie “Customer Services” con Taxi Rosa a I Portali e l’ambito Best of the Best per Listen! Zero Barriere al Granfiume Granshopping); Sonae Sierra con 6 riconoscimenti (CityLife Shopping District di Milano ha vinto nelle categorie Footfall/Sales Activation, Tenant brand & Partnership e Brand Awareness and (re) positioning); Cushman & Wakefield con (tra gli altri) il premio Best of Category per la “Digital Opening” di Maximo; Nhood che ha vinto nella categoria Low Budget con il progetto NEF – Nhood Extended Family del Centro Commerciale Belpò, nella categoria Brand Awareness e Repositioning con il progetto Kart Start al Borgo D’Abruzzo e nella categoria Social Responsability con Art’s In Progress al centro Porte di Torino; Savills, che si è aggiudicata 2 Awards e 7 Certificate of Merit (tra questi, I Gigli di Firenze con il progetto Shop & Shock nella categoria Emerging Technology). “Ritrovarci insieme così numerosi a confrontarci sul percorso di evoluzione che la nostra Industria ha intrapreso è un segnale di grande fiducia e consapevolezza dei cambiamenti che stiamo vivendo. I temi discussi nel corso della conferenza, che secondo gli esperti caratterizzeranno il futuro del nostro settore, sono gli stessi che ritroviamo nei progetti vincitori dei CNCC Awards: lo sviluppo del digital, i servizi pensati ad hoc per la clientela e l’adozione di misure secondo i criteri ESG. Questo dimostra che il percorso valoriale e sostenibile che abbiamo scelto di intraprendere già da diversi anni è nella giusta direzione”, ha detto Roberto Zoia, presidente del CNCC, nel discorso di chiusura.

CERTIFICATE OF MERIT 2022 CUSTOMER SERVICES - ASILO + #ASILO NIDO. FLESSIBILITA’, COMPETENZA E INNOVAZIONE QUASAR VILLAGE - IL CASTELLO XMAS DELIVERY - CENTRO COMMERCIALE IL CASTELLO - QUA LA ZAMPA! - GRAN SHOPPING MONGOLFIERA - THE PLACE TO DO CENTRO COMMERCIALE MONGOLFIERA JAPIGIA BEST OF CATEGORY CUSTOMER SERVICES - TAXI ROSA - I PORTALI CERTIFICATE OF MERIT 2022 FOOTFALL AND SALES ACTIVATION - APP BATTENTE: OMNICANALITA’ E PERSONALIZZAZIONE DELL’ESPERIENZA DI ACQUISTO - BATTENTE SHOPPING & MORE - EXPRESS YOURSELFIE - CUSHMAN&WAKEFIELD - IL PRIMO ALBERO DI NATALE ORIZZONTALE - CITYLIFE SHOPPING DISTRICT - LA DIVINA VINCITA - I GIGLI - PROGETTO SMART SENSOR - Centro Commerciale CARREFOUR PAVIA - STAR STICKER – CBRE BEST OF CATEGORY 2022 FOOTFALL AND SALES ACTIVATION - VERTICAL FASHION SHOW - CITYLIFE SHOPPING DISTRICT CERTIFICATE OF MERIT 2022 LOW BUDGET - CONDIVIDI UN’EMOZIONE - CENTRO COMMERCIALE BARIBLU - ITACA CHARITY MOTO TOUR - CENTRO COMMERCIALE ITACA - LE FORME DELL’ARTE - CENTRO COMMERCIALE TREVIGLIO - VACCINAZIONE COVID-19, TI PORTIAMO NOI - QUASAR VILLAGE BEST OF CATEGORY LOW BUDGET: - NEF - NHOOD EXTENDED FAMILY - CENTRO COMMERCIALE BELPO’ CERTIFICATE OF MERIT 2022 GRAND OPENING/EXPANSION/ REFURBISHMENT - “LE DUE TORRI” DIVENTA GRANDE - LE DUE TORRI SHOPPING CENTER PORTO DEL GUSTO - Parco LEVANTE BEST OF CATEGORY 2022 GRAND OPENING / EXPANSION /REFURBISHMENT - MAXIMO SHOPPING CENTER DIGITAL GRAND OPENING - MAXIMO Shopping Center CERTIFICATE OF MERIT 2022 EMERGING TECHNOLOGY - LOYAL_AI: DIGITAL CUSTOMER TRANSFORMATION - ETHOS - THE VOICE REVOLUTION: GLI ASSISTENTI VOCALI TRASFORMANO CONCORSI E RIVISTE - CENTRO COMMERCIALE LE TERRAZZE BEST OF CATEGORY EMERGING TECHNOLOGY - GIGLI SHOP&SHOCK - I GIGLI CERTIFICATE OF MERIT 2022 RESILIENCE / COVID - #RIPARTIAMOINSIEME - IL CASTELLO TENANTS’ TRAINING - Centro Commerciale IL CASTELLO - MASK TO SCHOOL - ETHOS BEST OF CATEGORY RESILIENZCE / COVID - TAMPONE SOSPESO - Centro Commerciale LA CORTE LOMBARDA CERTIFICATE OF MERIT 2022 CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY - ACCENDI IL CUORE - GLI ORSI - ART’S IN PROGRESS - Centro Commerciale PORTE DI TORINO - FOREVER GREEN - Centro Commerciale PERSEO - LA BUSSOLA - CENTRO SERVIZI ED ORIENTAMENTO - Centro Commerciale MONGOLFIERA SANTA CATERINA - SAVE THE GUM - EUROCOMMERCIAL PROPERTIES ITALIA - SPEGNI SOSTENIBILE - CUSHMAN&WAKEFIELD - VOLA VIA - CBRE Special Distinction 2022 Digital Transformation CENTRO COMMERCIALE MONGOLFIERA JAPIGIA “The Place to do” Special Distinction 2022 E.S.G. CENTRO COMMERCIALE PERSEO “Forever Green” CNCC Award & Best of the Best 2022 GRANFIUME GRAN SHOPPING “Listen! Zero Barriere”

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Testone debutta nei centri commerciali e sale a quota 10 Testone, la catena umbra specializzata nella produzione della tradizionale torta al testo, ha inaugurato il decimo punto vendita al centro commerciale Collestrada, a Perugia. Attualmente il marchio conta 7 punti vendita in Umbria, 2 a Milano (zona Bocconi e Darsena) e uno in Abruzzo. La storia dell’insegna inizia in Umbria dove aprono le prime sedi. Nel 2015 il marchio viene chiamato al Padiglione Italia durante Expo e da qui nasce l’idea di aprire il primo locale a Milano. “Non ho una mentalità da ristoratore, ma cerco di interpretare sempre la mentalità del cliente. Per questo ho fatto in modo che tutti i locali abbiano il testo e le braci all’entrata del ristorante, in vista” racconta l’imprenditore Simone Farinelli, ideatore del format. “Testone è un format facilmente replicabile che può essere portato in ogni città d’Italia e anche all’estero, dove credo sia il naturale sbocco di questa ricetta che difficilmente si trova fuori dall’Umbria”.

Miniconf corre veloce, obiettivo 70 milioni nel 2022

Dopo aver chiuso il 2021 con un fatturato di 57 milioni di euro, in linea con l’esercizio precedente, Miniconf (azienda toscana specializzata in abbigliamento per bambini) punta a superare i livelli pre-pandemia e a raggiungere i 69 milioni nel 2022, crescendo del 9% rispetto al turnover pre-Covid del 2019. Il gruppo Miniconf comprende i marchi di proprietà Sarabanda, Minibanda, IDo e Dodipetto ai quali si aggiungono le licenze di Ducati (che da capsule in co-branding con Sarabanda è diventata licenza indipendente) e Superga Kidswear. Oggi il gruppo realizza l’85% delle proprie vendite in Italia dove conta circa 45 store diretti. Di questi, una quarantina a marchio iDo. L’insegna iDo ha chiuso il 2021 con tre nuovi opening: al centro commerciale Porte di Catania (84 mq), a Lentini (75 mq al centro commerciale Crai, Siracusa) e a Civitavecchia, presso La Scaglia Shopping Centre (80 mq). In questi mesi sono state programmate nuove aperture a Modica, Rossano e Guidonia. Il piano di sviluppo varato dal Miniconf prevede anche un’espansione all’estero. Attualmente, il gruppo è presente in Russia, Spagna e Regno Unito.

La catena “instagrammabile” EL&N sbarca anche in Italia EL&N, brand inglese di caffetterie, sbarca in Italia e apre a Milano il suo primo locale all’interno del The Liberty Tower (da poco riqualificato da Hines) in uno spazio di 480 metri quadri su 3 piani. Nato nel 2017 dalla passione per uno stile di vita sano e dall’esperienza nel mondo del lusso della fondatrice Alexandra Miller, EL&N (acronimo di Eat, Live & Nourish) ha aperto nello stesso anno il suo primo store a Londra, nel cuore di Mayfair, e nei successivi cinque anni a Parigi, Doha, Dubai, Kuwait City, Riyadh, Jeddah. Con un’estetica immediatamente riconoscibile EL&N è diventata una delle caffetterie più instagrammate al mondo. “Oggi Milano si presenta a pieno titolo come la capitale italiana della gastronomia, oltre che della moda e del design. È il punto di partenza ideale per il lancio in Italia ed in Europa di questo nuovo format di ristorazione”, aggiungono Barbara Balistreri e Maurizio Raviolo soci fondatori di 4 Food srl (master franchising di EL&N per il mercato italiano) con un solido background nella ristorazione internazionale (Ca’puccino, Wagamama).

SumUp: per caffè e ristoranti, agli italiani piace sempre di più cashless

La ristorazione in Italia è sempre più cashless e digitale. A evidenziare il trend è la fintech SumUp che ha realizzato l’Osservatorio Caffè e Ristoranti – 2022. Nel primo trimestre dell’anno, l’azienda ha registrato per caffè e ristoranti un aumento in tutta Italia del valore del transato medio dei pagamenti cashless: in media si parla del 101% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 63% rispetto a quello del 2019. Secondo i dati dell’Osservatorio, per visitare i locali nei quali non circolano i contanti bisogna recarsi in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Lazio, Lombardia e Toscana. Lo scontrino medio nazionale si attesta sui 26,3 euro. Le regioni che nel 2022 mantengono ancora uno scontrino medio cashless sopra la media nazionale sono il Molise, la Valle d’Aosta e il Friuli-Venezia Giulia. A registrare invece lo scontrino medio più basso sono Sardegna, Piemonte, Puglia e Lombardia. Sempre più apprezzata, inoltre, la possibilità di pagare “senza contatto”: questa modalità viene scelta dagli avventori di caffè e ristoranti in 8 casi su 10, in crescita dell’8% rispetto al 2021 e di 25 punti percentuali rispetto al 2019.

pag. 10 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


Cirfood, ritorno all’utile nel 2021. Obiettivo 850 mln fra quattro anni Cirfood ha approvato il bilancio 2021, che ritrova il risultato positivo dopo il periodo difficile della pandemia. La cooperativa chiude con ricavi consolidati a 475,9 milioni, +9,6% rispetto al 2020, e un risultato positivo per 5,1 milioni, che segue la chiusura in rosso dell’esercizio precedente (il primo nella storia del gruppo). La nota segnala anche il patrimonio netto tornato a superare i 137 milioni. Il gruppo è tra i leader nel settore della ristorazione collettiva e nel 2021 ha servito oltre 77 milioni di pasti. Ma è anche un player della ristorazione commerciale, tramite la controllata Cirfood Retail, creata appositamente nel 2019. I brand in portafoglio sono Antica Focacceria S. Francesco (nella foto lo storico primo negozio di Palermo), Kalamaro Piadinaro e PoorManger. Nei mesi scorsi, la coop aveva presentato il suo piano strategico 2022-2025, che prevede di raggiungere 850 milioni di ricavi di gruppo al 2025, di cui 680 derivanti dal ramo “collettiva”, 48 milioni dalla “commerciale” e 118 milioni dalle attività di ristorazione all’estero, più 3 milioni dal welfare.

In Buona Company

di Beatrice Ramazzotti

Il neo-assunto Genere prevalente: Maschio/Femmina

Età media: 35 anni

Cosa sognava di fare:

Salvataggio Pittarosso, luce verde dal Tribunale

Per Pittarosso, catena di scarpe controllata dal fondo Lion, si apre la strada del concordato preventivo. Inizialmente il Tribunale di Padova aveva revocato la prima procedura, risalente al 2021, per dubbi su alcune poste di bilancio. Ora, invece, i giudici hanno concesso tempo fino al 5 settembre per presentare un nuovo piano concordatario, supportato dai buoni risultati di bilancio ottenuti nel 2021, con il margine operativo lordo tornato in positivo. Il piano prevede la gestione in continuità fino al 2026, ciò significa che il marchio prosegue le attività, mentre si valutano opzioni quali la cessione dell’azienda o il suo conferimento in una o più società, anche di nuova costituzione. Attualmente, il 100% del capitale è in pegno al fondo italiano Pillarstone, che ha rilevato i crediti insieme a un pool di banche finanziatrici. Mesi fa, alcune indiscrezioni consideravano possibile una fusione con Scarpe&Scarpe (anch’essa impegnata in un piano di concordato), poi smentita. Il marchio Pittarosso in Italia conta ancora su una rete con oltre 200 negozi.

Mettere piede nell’azienda dei sogni, fare tutto quello che c’è da fare, in silenzio e sempre col sorriso. Osservare per mesi colleghi, capi, luoghi, oggetti, dinamiche e relazioni, restando in disparte e in sordina; diventare una presenza gradevole e discreta, che fa bene a tutti e con cui tutti vogliono aver a che fare. Indossare un abbigliamento adeguato all’ambiente, ma pur sempre da giovane; lasciar intravedere i tatuaggi, ma giusto un po’; approcciare con cautela le prime conversazioni sul meteo, gli hobby, le attività; studiare bene dove inserirsi e come, presentare il progetto del secolo e fare il colpo di teatro.

Cosa fa in realtà: Fa finta di non dare importanza alla propria laurea e agli studi universitari per non turbare nessuno; subisce tutti i santi giorni il commento “Eeeh, tu che sei giovane…”; riceve incarichi elementari che, una volta portati a termine, suscitano commenti entusiastici. Guarda le notifiche social di nascosto, perché ha capito che non è un comportamento ben visto. Ascolta passivo decine di aneddoti e racconti del passato che i senior si sentono in dovere di propinargli per rimarcare la sua giovane età: quando si facevano i viaggi in macchina, quando c’era il fax, quando in azienda c’erano personaggi mitologici, per non dire preistorici.

Il suo ufficio: Una vecchia scrivania, una sedia traballante e un pc malandato, il tutto piazzato tra la porta, lo split e la cassettiera del capo ufficio (ma sempre meglio della postazione di Fantozzi sotto le scale).

Pensiero latente: Devo stare accorto: ogni cosa che dirò potrà essere utilizzata contro di me.

pag. 11 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


NEWS

Webinar ATRI: il punto sulle risorse umane nell’era post Covid

Anche le imprese del travel retail sono alle prese con un problema spinoso: come formare e attirare talenti. Se ne è parlato nel corso di un webinar organizzato lo scorso 24 giugno da ATRI (Associazione italiana travel retail) introdotto dal presidente Stefano Gardini, e con ospiti importanti, provenienti anche da colossi di altri settori. Il punto di partenza riguarda un po’ tutti i settori produttivi e di servizi: tanti ambiscono a cambiare lavoro, si fatica a “ingaggiare” giovani validi, il tempo libero viene considerato importante quanto, se non più, lo stipendio. C’è disaffezione, insomma. “E c’è paura del burn out. Immolarsi alla carriera era roba

da boomer” ha spiegato Antonella Bompensa, Organizational development manager di EssilorLuxottica). Come fare, dal punto di vista degli Hr? “Oggi non basta spiegare una mansione e proporre un compenso. Occorre far capire che attraverso il mestiere si costruisce se stessi, che si fa parte di qualcosa, per renderla migliore” secondo Riccardo Perna, People development & CSR Manager di Lagardère Travel Retail Italia. Cambiano anche le dinamiche concrete nella gestione delle risorse umane. “I vecchi strumenti vanno buttati via. Al centro c’è l’individuo, che va ascoltato. Non dico di arrivare a una contrattazione ad personam, ma ormai occorre lavorare per cluster e gestire le persone in modo flessibile” secondo Francesco Aimi, fondatore di Tertium retail. E talvolta, non basta. “Contano i valori. E che siano veri, non uno slogan. Oggi sono i lavoratori a scegliere le imprese, non il contrario, e vengono preferite quelle che racconta un sistema di valori attraente. Segnalo, inoltre, che questo riguarda i giovani, ma non solo. Anche un 20% della generazione boomers vorrebbe lasciare il posto di lavoro, in favore di uno nuovo” secondo Mauro Prestopino, Global Hr Director di Woolrich. E dagli interventi, emerge anche un altro aspetto: le agenzie interinali sono sempre più in affanno, nel rispondere alle esigenze delle imprese. Spesso, fanno meglio i social e il passaparola.

FAO Schwarz Italia lancia un sito per l’eCommerce

Dopo l’apertura del grande store di Milano a ottobre 2021, primo punto vendita in Europa, Fao Schwarz inaugura anche l’eCommerce. Il sito italiano, in esclusiva mondiale, darà anche la possibilità di personalizzare (proprio come in negozio) gli articoli di alcuni marchi come Bunnies by the Bay, Barbie Style by You, My Fao Doll. L’offerta del sito è suddivisa per sezioni tematiche , per brand, per fascia di età o prezzo. Oltre alle immagini, sono presenti anche tanti video che riproducono online la magia dello store. Il negozio di giocattoli, fondato da Frederick August Otto Schwarz e con una storia lunga 160 anni, è presente nel capoluogo lombardo con licenza esclusiva gestita da PRG Retail Group.

Al Serravalle Retail Park arriva Motostore Motostore, catena italiana nel mondo outlet dedicata all’abbigliamento e agli accessori per motociclisti, sbarca al Serravalle Retail Park (Alessandria). Il punto vendita, da poco inaugurato, occupa uno spazio di circa mille metri quadrati. All’interno, ogni marchio (Dainese, AGV, Tcx, Spidi, Schubert e molti altri) ha un proprio spazio dedicato. Lo store di Serravalle punta a diventare un luogo nevralgico per gli appassionati delle due ruote, oltre che spazio di aggregazione grazie alla presenza di eventi e collaborazioni con operatori e personaggi di settore, brand e motoclub. Oggi il marchio Motostore by Start srl conta 7 punti vendita in Italia e 2 in Spagna.

pag. 12 | retail&food | Luglio • Agosto 2022



NEWS

Dal Tabaccaio 2030 Milano centro

Portobello, mossa omnichannel: acquisito ePrice.it per 6 milioni

Portobello Spa, insieme al partner spagnolo Riba Mundo Tecnologia, acquisisce il portale eprice.it attualmente oggetto di concordato preventivo. La società, quotata sull’Euronext Growth di Borsa Italiana, si è aggiudicata il ramo d’azienda “marketplace” venduto da ePrice Operations srl. Un ramo, operante tramite il sito eprice.it, che nel 2020 aveva sviluppato un fatturato di 101,4 milioni di euro (ma con margine operativo lordo negativo), 500 mila clienti che avevano generato 637mila ordini. “L’acquisizione del portale rappresenta certamente una pietra miliare della crescita di Portobello che da oggi, pur mantenendo il focus sullo sviluppo della catena di negozi fisici, diventa uno dei principali player italiani dell’e-commerce” ha dichiarato Roberto Panfili, co-fondatore e Coo di Portobello. Il prezzo per l’operazione è 6 milioni di euro, pagati al 50% da Portobello (mediante credito bancario) e da Riba Mundo. L’acquisizione del ramo d’azienda porta con sé i 25 dipendenti in forza al portale e la partecipazione per il 25% del capitale nella joint venture di diritto olandese, Marketing Network, fondata con altri 3 operatori europei al fine di creare un marketplace internazionale tra Italia, Francia, Germania e Romania.

Desigual investe in Italia, aperture al Sud e nel travel Completato il piano di restyling dei negozi nel 2021, il brand spagnolo Desigual mette a segno importanti nuove aperture. Al Sud, è appena stato inaugurato il nuovo store a Catania, all’interno del centro commerciale Sicilia. Poche settimane prima, invece, si era alzato il sipario sul nuovo monomarca all’interno dell’aeroporto romano di Fiumicino. L’anno scorso, Desigual aveva messo a punto un piano di rinnovamento della rete diretta di negozi, con ben 26 operazioni tra restyling, rilocazioni e nuove aperture. Operazioni che avevano toccato tutto lo Stivale, dal restyling al centro Carosello di Milano, al ritorno in città a Palermo e a Bologna, passando per Milano Stazione Centrale, fino a Valmontone e Padova. pag. 14 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

Chi paga male, mangia male Arriva lui… Bello bello. Lo splendido della zona. Il conte del lastrico. Il Pomata di “Febbre da cavallo”. Vende la sua immagine come se fosse sacra. Non alto, non magro, non attraente ma sicuro di sé come se fosse Berrettini su un campo da tennis in erba. Ne spicca uno in ogni bar d’Italia. “Segnaaaaa…” Spritz e Negroni offendendosi alla richiesta di pagamento del balista con gli occhi a mandorla. Ha la macchina più bella del catalogo Quattroruote del 1993, si accompagna a donne esotiche che non passano mai inosservate per abbigliamento ed eloquio. Samanta Fox, Sabrina Salerno, Serena Grandi, i poster appesi in un angolo del cervello. A tutti un “ciao caro” che non si nega neanche a chi non lo vorrebbe. È rimasto il bulletto delle medie. I commercianti lo odiano benevolmente ma non troppo. Lascia debiti, non di grande entità, ma quando esce dai locali nessuno se ne dispiace. Vive meglio grazie ai provvedimenti gialloverdi che hanno abolito la povertà e grazie a ciò che cade dai camion. Soprannome sopraffino: Coltellino. Non pensate a fatti di sangue, è solo la sua prodigiosa unghia del mignolo destro. Non cercatelo per una colazione, dopo le 19.00 vi aspetta con bicchierone rosso ghiacciato e patatine sbriciolate conservate per lui dal balista. “Chi paga male mangia male”. Severo ma giusto, saggezza orientale. “ll carrozzone va avanti da sé con le regine, i suoi fanti, i suoi re…”


NEWS | Opening

Euronics avanza ancora in Sicilia

Lo scorso 23 giugno è stato inaugurato un nuovo negozio Euronics a Lentini, in provincia di Siracusa. Lo store, su una superficie di oltre 1.000 mq, è stato oggetto di un restyling e di un cambio di insegna, rispetto al precedente Trony. L’apertura, in città, si deve a Lionti, affiliato del socio Bruno. “Riteniamo che un progetto di affiliazione strutturato” dichiara Daniele Patania, omnichannel & service director di Bruno, “sia la soluzione per garantire una presenza sempre più capillare sul territorio. Offriamo un supporto costante nell’analisi del mercato in cui insiste ogni singolo business, una logistica di oltre 15.000 metri quadrati con consegne personalizzate, piani di formazione professionali, campagne di comunicazione dedicate”.

Starbucks approda al Franciacorta Village Ha aperto il secondo Starbucks nel bresciano, presso il Franciacorta Village in via del Borgo. Si tratta del 17esimo store aperto da Percassi, partner licenziatario unico del marchio in Italia, nell’ambito di un più ampio piano di espansione che prevede l’apertura di 26 nuovi negozi Starbucks nel Nord e Centro Italia entro la fine del 2023, che porterà fino a 300 nuovi posti di lavoro. “Siamo molto contenti di poter dare il benvenuto a Starbucks” afferma Francesca Monteleone, center manager del Franciacorta Village, “un brand di grande appeal per i nostri ospiti e anche per i tanti stranieri in vacanza nelle località limitrofe”. “Dopo il successo del nostro primo negozio Drive Thru a Erbusco” ha detto Vincenzo Catrambone, direttore generale di Starbucks Italia, “siamo orgogliosi di aprire un nuovo store in un centro importante come quello di Franciacorta Village”.

Per Dr. Martens raddoppio a Roma

Dr. Martens, il marchio inglese famoso in tutto il mondo per i suoi anfibi di pelle, ha aperto un secondo negozio a Roma. Lo store si estendo su 90 metri quadrati e si trova all’interno del centro commerciale Porte di Roma. Il punto vendita raddoppia, dunque, aggiungendosi a quello già presente in via del Corso, sempre nella Capitale. Dr. Martens, in Italia, è presente con i suoi negozi anche a Milano, Torino e Venezia. Nato in Inghilterra nel 1960, il gruppo opera in oltre 60 Paesi al mondo. Nell’ultimo bilancio annuale (2021-2022) la società, quotata in Borsa a Londra, segnala l’ottima performance europea in Germania e Italia, dove il brand ha beneficiato del passaggio alla gestione diretta dei negozi.

Coin, riapre Como centro dopo il restyling

Dopo un profondo lavoro di restyling, riapre lo storico negozio Coin in centro a Como (via Boldoni). Disposto su quattro piani, per 3mila metri quadrati di superficie, il negozio offre in pratica tutte le categorie merceologiche disponibili. In particolare, al piano terra, i clienti potranno scoprire il Lifestyle Hub, l’area dedicata a innovazione ed esperienzialità lanciata da Coin nel 2021, e presente negli store di Milano V Giornate, Catania, Napoli, Rimini e Roma Cola di Rienzo. Altra importante novità, la presenza della boutique beauty de il Riccio. Il secondo e terzo piano sono tutti dedicati a moda e accessori, con un lungo elenco di brand in distribuzione, mentre il quarto piano è riservato all’home decoration, con le numerose proposte di Coin Casa.

pag. 15 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


NEWS | Opening

Per Kebhouze doppio ingresso nei centri commerciali lombardi

A giugno, la catena di kebab fondata da Gianluca Vacchi Kebhouze ha messo a segno una doppia apertura in Lombardia, all’interno di due importanti centri commerciali. Si tratta del Fiordaliso di Rozzano e dell’Oriocenter di Bergamo. Aperture che seguono quelle già avvenute tra Milano, Roma, Biella, Venezia, Torino, Genova e il debutto europeo, a Ibizia. La nuova catena, segnala una nota della società, ha già 100 dipendenti e in occasione di queste aperture ha aperto nuove posizioni lavorative. Il marchio si caratterizza per una forte attenzione alla sostenibilità del packaging e per la presenza, nel menù, di un’offerta al 100% vegan, basata sul plant based, accanto a quella di carne tradizionale.

Portobello, due opening nelle Marche e in Fiuili

In linea con la strategia di crescita della rete commerciale e del consolidamento del marchio sul territorio italiano, Portobello ha inaugurato un nuovo maxistore nelle Marche, a San Benedetto del Tronto (Ap), all’interno del centro commerciale Porto Grande. Il negozio, il 27esimo per la catena, raggiunge una superficie complessiva di circa 20.500 mq e impiega 14 persone. Sono quattro le macro categorie merceologiche offerte: casalinghi, elettronica e regali, tessile e abbigliamento, cura della casa e della persona. Poco prima, invece, il brand aveva aperto un nuovo maxistore in Friuli Venezia Giulia, a Torreano di Martignacco (Ud), all’interno del centro commerciale Città Fiera. Con 250 negozi, 40 proposte food, 2 supermercati, un cinema, Città Fiera è il più grande centro commerciale dell’Alpe Adria, ponte di comunicazione con le vicine Austria e Slovenia. Il negozio ha un’ampiezza di 920 mq e dà lavoro a 11 persone.

Il Mannarino apre a Milano sui Navigli

Ha aperto in zona Navigli a Milano il quarto locale a marchio Il Mannarino. Il format creato nel 2019 da Gianmarco Venuto e Filippo Sironi prosegue, così, la sua espansione con una nuova location a pochi passi dalla Darsena. L’opening precede la prossima apertura di Brescia (la n. 6 per l’insegna) e arriva poco dopo il taglio nastro della terza dark kitchen del brand famoso per le bombette di carne. “Questa nuova apertura rappresenta per noi il raggiungimento di un obiettivo molto importante. Ora siamo presenti in città in maniera capillare e offriamo ai clienti un’esperienza di consumo autentica, come nelle macellerie di una volta, qualunque sia la loro zona di riferimento” raccontano i fondatori. “Ciò che caratterizza il nostro format rimane l’innovativo approccio multicanale: i clienti possono, infatti, acquistare i prodotti al banco della macelleria o gustarli direttamente nelle sale del ristorante. Naturalmente, è anche possibile scegliere online la propria spesa, lavoriamo quotidianamente per implementare le esperienze di acquisto sull’eCommerce”.

Dan John fa ventidue nel Lazio, con Aprilia

Dan John, azienda di moda maschile fondata da Daniele Raccah e Giovanni Della Rocca, continua il suo progetto di espansione sul territorio italiano con l’apertura del ventiduesimo punto vendita del Lazio, ad Aprilia, provincia di Latina. Il negozio si trova all’interno del centro commerciale Aprilia 2, si sviluppa su una superficie di 93 metri quadrati. Una location curata, con due vetrine che mostrano l’inconfondibile nuovo stile del brand. “L’obiettivo di raggiungere 200 punti vendita entro il 2023 si avvicina, anche grazie a questa operazione” afferma Daniele Raccah, amministratore delegato della società. L’obiettivo primario per il brand è mantenere e rinnovare la capacità di coinvolgimento dei clienti all’interno dello store fisico. Il negozio è pensato per riflettere il dna del brand, attraverso la cura del prodotto e dell’immagine fortemente riconoscibile che attrae il consumatore grazie ai dettagli in marmo e legno.

pag. 16 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


NEWS | Opening

dm apre l’ottavo store a Milano e festeggia 70 negozi

dm, catena di drugstore tedesca, investe ancora su Milano con l’apertura dell’ottavo store della città. Il nuovo punto vendita, in corso Vercelli, si estende su un unico piano, con una superficie di 245 mq. Tra i suoi servizi, scaffali ad altezza persona e un sistema che facilita l’esperienza di acquisto per gli ipoudenti. I collaboratori del nuovo store sono sette. dm drogerie markt è oggi la più grande catena commerciale europea di prodotti per la cura della persona e della casa, presente in 14 Paesi con oltre 3.800 punti vendita, più di 66.000 dipendenti e oltre 12 miliardi di euro di fatturato. “L’apertura del settantesimo punto vendita rappresenta per noi il raggiungimento di un grande traguardo” ha commentato Francesco Gargiulo, direttore Vendite e HR di dm Italia. “Crediamo fortemente in questa città in continuo fermento, che già dalla prima apertura in Italia a City Life, ha risposto con grande curiosità e interesse alla nostra offerta. Questa apertura in Corso Vercelli, punto di riferimento per lo shopping milanese, ci permette di fare un ulteriore passo nel diventare il punto di riferimento di chi cerca qualità e marchi unici a prezzi piccoli”.

Relay, doppia apertura travel a Roma e Milano

Con l’avvicinarsi dell’estate, Lagardère Travel Retail ha messo a segno una doppia apertura in luoghi strategici, con il suo brand Relay Next Generation. Un punto vendita è stato aperto all’aeroporto di Roma Fiumicino, all’interno del Molo A da poco inaugurato. L’operazione, secondo Lagardère, “è il proseguimento di un progetto ambizioso, preceduto dall’apertura di Aelia Duty Free e ThePlace#Roma”. Poco prima, nel mese di maggio, era stato aperto il primo Relay NG anche all’interno dello Stazione Centrale di Milano. Il nuovo formato “next generation” viene sviluppato a partire dal 2020, con le prime aperture in Spagna e Francia, e man mano viene esteso ad altri mercati. È caratterizzato da un parziale rebranding del tradizionale “rosso” Relay, mentre all’interno è caratterizzato da un’esposizione più flessibile, con spazi destinati a produzioni locali, e con una migliore esperienza a livello di check-out del cliente.

New Yorker arriva al Castel Romano

Il brand tedesco di fast fashion New Yorker ha aperto un nuovo punto vendita in Italia, all’interno dello shopping village Castel Romano, a Sud della Capitale. Un altro negozio è già operativo a Nord, invece, al Guidonia Tiburtino Shopping. New Yorker è un marchio presente oggi in 16 mercati, con quasi 1.200 negozi e per ora non ha mai attività l’eCommerce, puntando tutto sulla rete fisica. Oggi in Italia il marchio si avvicina a tagliare il traguardo dei dieci negozi, visto che sono in cantiere nuove aperture al Nord, al di là di quello esistente nel milanese, a Rozzano. Il partner immobiliare prescelto per l’apertura a Castel Romano è stato Luca Parrino Retail.

Old Wild West nel salotto buono di Piazza Duomo

Nel cuore di Milano, proprio su piazza Duomo, è stato inaugurato un nuovo Old Wild West, format ispirato all’ambientazione e allo stile del vecchio West della famiglia Cigierre - Compagnia Generale Ristorazione Spa. Si tratta di un’apertura significativa per Cigierre e che conferma la longevità di uno dei suoi format più apprezzati in Italia e all’estero, forte di 243 locali di cui 223 in Italia. La nuova Burgers & Steak House si presenta alla clientela con un nuovo layout e un servizio di ordinazione e pagamenti totalmente digitalizzato. Con un’incidenza di quasi il 70% sul fatturato totale di Cigierre, Old Wild West occupa complessivamente quasi 3.000 addetti ed è attivo anche nel mercato del delivery e dell’asporto, con soluzioni ibride - che affiancano questi canali di vendita alla ristorazione servita – e soluzioni dedicate. Il brand, che quest’anno compie 20 anni, ha vinto per 7 volte il premio “Retailer of the Year” come migliore insegna italiana della ristorazione servita ed è stato nominato dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali come migliore catena Ristorazione & Food. pag. 17 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


a cura di Lombardini22 Retail

Lucciole, falene e sapiens. La luce sostenibile nel mondo del retail

di Andrea Cacaci, Lighting designer Lombardini22

Nel nostro DNA di Sapiens ci sono dei tratti in comune col DNA delle falene: come questi lepidotteri notturni, anche noi umani siamo inguaribilmente attratti dalla luce (le falene si orientano grazie alla flebile luminosità delle stelle e sono accecate e disorientate dall’intensità delle luci artificiali create dai Sapiens). Oggi le lucciole sono quasi completamente sparite dal nostro panorama visivo, di sicuro lo sono negli ambienti urbani. Sopraffatte a causa dell’inquinamento dell’aria e anche a causa dell’inquinamento luminoso.

Foto credits: Carlos&Dario Tettamanzi

Da lighting designer uso l’attrazione come strumento per condurre le persone nei loro percorsi commerciali. Il Retail vive di luce, abusarne fa male sia alle falene sia al Retail. Insegne abbacinanti che restringono le pupille invece di dilatarle (la dilatazione dell’iride è uno dei segni fisiologici tipici dell’attrazione); luce distribuita ovunque che appiattisce al posto di accentuare, creando sensazioni di monotonia e noia; illuminazione a giorno delle vetrine che non incontra occhi che possano riceverla (ogni singolo fotone che non percorre un nervo ottico è energia persa che si trasforma in inquinamento luminoso).

luce; globale risparmio energetico; meno fotoni inutili dispersi nell’aria e nell’ambiente. - delle altezze delle sorgenti luminose: più è alto il punto di decollo della luce prodotta da un lampione maggiore sarà la distanza che riuscirà a percorrere. Si è calcolato che i fotoni che escono da un singolo lampione possono percorrere decine di chilometri, in questa folle corsa ne incontrano altri ed altri se ne aggiungono fino a creare quella cappa biancastra che galleggia sopra le nostre città e che chiamiamo inquinamento luminoso. - della temperatura di colore della luce: più è alta la temperatura di colore del bianco e maggiore è la quantità di blu che lo compone. Riducendo la temperatura del bianco diminuisce fino quasi a sparire la componente blu. Numerosi studi scientifici legano molti problemi ambientali alla presenza della luce blu nello spettro dei lampioni usati recentemente. Il blu è l’elemento dominante della luce solare, che ha una temperatura di colore mediamente molto alta. Replicare la luce blu nelle sorgenti di luce artificiale crea scompensi disastrosi nei cicli vitali della fauna, degli insetti e della flora. Tipicamente gran parte delle piante non “vede” la luce gialla. Illuminare una pianta con luce a dominante giallastra equivale a tenerla al buio. Illuminandola con luce molto azzurrata la condanniamo ad uno stato di veglia perenne: dall’alba al tramonto vede la luce del sole e dal tramonto all’alba i lampioni a luce fredda. Il lighting designer si deve trasformare in un domatore, domatore di fotoni: fare in modo che la luce obbedisca ai suoi comandi azzerando i rischi di cui è portatrice.

Un buon progetto illuminotecnico deve mirare al raggiungimento di un alto livello di benessere percepito da tutti (non solo da noi Sapiens ma anche dalle lucciole e dalle falene). Come fare? La parola d’ordine è “abbassamento”. - di tutte le unità di misura di cui dispone la luce: flusso luminoso, intensità luminosa, illuminamento e luminanza. Con quali risultati? La libertà dei retailers di decidere la luminosità seguendo il proprio format invece che gareggiare con i vicini per attrarre clienti a colpi di

pag. 18 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

Foto credits: Carlos&Dario Tettamanzi


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CAMBI DI POLTRONA

MARCO BELOCHI Head Food & Beverage di Cbre

MARCO BALDUCCI CEO NHOOD

DARIO BARONI Presidente Assofranchising

CBRE ha annunciato il lancio di una nuova linea di business dedicata al Food & Beverage. Per guidarla è stato scelto Marco Beolchi, nominato Head of Food & Beverage. “Quello legato al Food & Beverage è un know-how specifico che riteniamo essenziale per rispondere alle attuali esigenze dei nostri clienti e per anticipare i trend di mercato”, ha dichiarato Silvia Gandellini, Head of Capital Markets and A&T High Street CBRE Italy. “Si tratta, infatti, di un settore specifico in forte crescita con proprie dinamiche nei mercati High Street, in Town e out of Town ma non solo: è diventato sinergico ad altre asset class, come living, hotel e uffici, ed elemento chiave nei tanti progetti di rigenerazione urbana. Marco, con la sua profonda conoscenza del settore, potrà certamente far crescere con successo questa nuova linea di business”. Beolchi vanta un’esperienza di oltre venticinque anni nel settore. Ha lavorato per realtà come Penny Market, Autogrill e CIR Food. Prima di arrivare in CBRE, ha fondato e diretto FoodInSpace, sito dedicato al design del Food & Beverage.

Marco Balducci, già a capo di Nhood Italia, è stato nominato amministratore delegato a livello globale di Nhood. Balducci, l’uomo che a gennaio 2021 aveva condotto la fusione tra Ceetrus e Nodi, da cui è nata Nhood, è stato nominato anche amministratore delegato di Nhood Francia e per ora mantiene ad interim anche il ruolo di ceo per l’Italia. “È mia intenzione proseguire la direzione intrapresa accelerando la trasformazione del Gruppo e dei progetti di investimento e sviluppo verso i quali ci siamo posti un impegno concreto in termini di transizione ecologica, evoluzione del retail e rigenerazione urbana, avendo sempre le persone al centro. Faccio già una promessa: entro giugno 2023 porteremo a compimento la riorganizzazione di Nhood per avviare, nel 2024, la nuova fase dell’azienda” ha dichiarato Balducci. Tra i risultati centrati, il manager è responsabile della creazione del nuovo quartiere Merlata Bloom, che sarà inaugurato nel 2023; del lancio del progetto di trasformazione urbana e pedonalizzazione di Piazzale Loreto, con il progetto LOC-Loreto Open Community, vincitore del bando internazionale C40 Reinventing Cities.

Assofranchising, aderente a Confcommercio – Imprese per l’Italia, ha eletto come presidente per il prossimo triennio Dario Baroni, amministratore delegato di McDonald’s Italia. Prende il posto di Italo Bussoli. Tra le altre nomine, il consiglio direttivo ha confermato Marco Procacciante (Vision Group Spa), come vice presidente vicario, nominato Paolo Fiorelli (MBE Worldwide) come vice presidente e confermato il mandato in qualità di segretario generale ad Alberto Cogliati. Dario Baroni, dopo una laurea a Pisa in Ingegneria Chimica, ha iniziato la sua esperienza professionale in Procter & Gamble, poi ha lavorato in Vodafone con ruoli di crescente responsabilità, fino alla nomina a Marketing Director della Consumer Business Unit per approdare in McDonald’s nel 2016 come Chief Marketing Officer. “Ringrazio il Consiglio di Assofranchising per la fiducia che mi ha accordato e il mio predecessore Italo Bussoli per il percorso intrapreso, che sono orgoglioso di poter proseguire con entusiasmo e determinazione. Credo che il comparto del franchising in Italia abbia grandi potenzialità di sviluppo e, anche nel post pandemia, si è dimostrato un settore particolarmente resiliente sia per giro d’affari che per nuove opportunità di occupazione. Un segnale importante per ampliare la rete dei player, competere sullo scenario internazionale e continuare nella trasformazione di AIF come erogatrice di servizi più mirati su ogni singola linea di business”, ha commentato Dario Baroni.

PIPPO CANNILLO nel board di Spar International

ERALDO POLETTO Global Ceo di Diesel

Ci sarà anche Pippo Cannillo, presidente e amministratore delegato di Despar Centro-Sud, nel nuovo Cda di SPAR International, società cooperativa olandese, custode del marchio SPAR in tutto il mondo con una presenza in oltre 48 Paesi. Cannillo, classe 1980, laureato in Economia Aziendale presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi nel 2003, ha frequentato successivamente la HEC di Parigi. Ha iniziato la sua carriera nel Gruppo Cannillo e nel 2012 è arrivato alla guida di Maiora (centro distribuzione Centro Sud di Despar). Da ottobre 2015 ricopre la carica di presidente di Despar Servizi e dal 2020 di “Forum”, la supercentrale di acquisto nata dal raggruppamento di 4 strutture. “Accolgo con orgoglio questa importante nomina”, ha dichiarato Cannillo, “consapevole di far parte di una realtà internazionale di grande prestigio. Mi impegnerò a trasferire e condividere con ancora maggiore entusiasmo i valori che hanno contraddistinto la storia di SPAR International nella realtà aziendale di Maiora e nel territorio in cui operiamo”. Oltre a lui compongono il board internazionale Graham O’Connor (Sud Africa), Fritz Poppmeier (Austria), Jon Van der Ent (Paesi Bassi), Knut Johannson (Norvegia), Dominic Hall (Inghilterra), Tobias Wasmuht e David Moore (SPAR International).

Eraldo Poletto sarà global Ceo di Diesel. Massimo Piombini, dopo aver portato a termine la missione di definire la strategia e il piano di riposizionamento di Diesel, assegnatagli dal fondatore e chairman, Renzo Rosso, e dal board del gruppo, passa il testimone a Poletto che dal primo luglio assume la carica. Poletto, attualmente amministratore delegato Nordamerica, conosce profondamente la società e ha già contribuito allo sviluppo nel mercato della nuova direzione strategica intrapresa da Diesel. Il manager vanta 30 anni di esperienza nei settori del lusso e del retail e nella sua carriera ha ricoperto importanti incarichi tra i quali ceo e brand president del marchio di calzature Stuart Weitzman (Gruppo Tapestry) e amministratore delegato di Salvatore Ferragamo e Furla, guidando l’evoluzione dei marchi a livello globale. A dirigere il mercato nordamericano è stato chiamato Donald Kohler, manager con una significativa esperienza internazionale nel settore fashion, dove ha ricoperto importati ruoli quali presidente di Burberry Americas, chief executive officer Americas & chief retail officer di Ferragamo e presidente del Gruppo Ann Taylor.

pag. 20 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


CAMBI DI POLTRONA

FABIO LO PRATO Country Director di Kiko

PAOLA DURANTE Direttore Generale di Liu Jo

KIKO, multinazionale italiana della cosmetica, ha annunciato l’ingresso di Fabio Lo Prato con il ruolo di country director Italia & global franchising director. La carica è stata notificata il 20 giugno. La nomina segue di poche settimane quella di Cristian Mazzoleni, chief financial officer, e di Rabih Hamdan, chief transformation advisor, e rientra nella strategia del gruppo di rafforzare il team italiano e, allo stesso tempo, ha l’obiettivo di accelerare la crescita del canale Franchising in cui è previsto lo sviluppo in nuovi mercati nei prossimi mesi. Fabio Lo Prato vanta un’esperienza ultraventennale nella gestione di mercati di prodotti di consumo. Dopo un’esperienza nel marketing in Bosch e in Gillette, Lo Prato si è spostato in Lancôme, gruppo L’Orèal, dal 1995 al 2002, in Italia e in Francia, dove, con il ruolo prima di direttore commerciale Italia e successivamente di direttore marketing Francia, ha contribuito a sviluppare una nuova mentalità e un approccio al business “consumer oriented”. Dal 2002 al 2016 si è occupato della gestione del portafoglio in L’Orèal con ruoli crescenti, contribuendo attivamente all’aumento del fatturato, della quota di mercato e della profittabilità del gruppo. In seguito, dal 2016, Lo Prato ha assunto in Naïma il ruolo di managing director del gruppo di beauty store di profumeria.

Liu Jo, azienda di abbigliamento di Eih-Eccellenze Italiane Holding, rafforza la propria struttura affidando a Paola Durante il ruolo di direttore generale. Fondata da Marco Marchi, Liu Jo ha scelto per la prima volta di nominare un general manager in un’ottica di consolidamento e sviluppo futuro del business. “Abbiamo pensato concretamente al futuro di Liu Jo, agli ulteriori passi che vogliamo intraprendere”, afferma Marco Marchi. “Da qui la decisione di aprirsi ad una figura professionale nuova per la nostra azienda, in grado di portare linfa ed energia rinnovata ad un business model di successo”. Laureata in Economia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Paola Durante ha ricoperto a lungo il ruolo di managing director presso BofA Merrill Lynch, per poi proseguire il suo percorso lavorativo nel fashion system come Director-Investor Relations & Strategic Planning presso Moncler. Fra gli altri incarichi, Paola Durante è stata membro del consiglio d’amministrazione di Banca Mediolanum ed è tutt’oggi nel board di Tesmec, società quotata che si occupa di infrastrutture ed energia.

EZIO BALARINI Group Chief Commercial di Qsrp Ezio Balarini, proveniente da Autogrill, è stato nominato Group Chief Commercial Officer e membro del Leadership Team di Qsrp-Qsr platform. Balarini arriva con l’incarico di sviluppare e raffrorzare il portafoglio dei brand, sia quelli in franchising, sia quelli gestiti direttamente, secondo una nota della società. “Balarini porta in Qsrp un mindset strategico, con un ampio know-how, e forti relazioni con i brand che gli derivano da oltre 30 anni di esperienza” secondo l’azienda. Il manager lascia Autogrill dopo più di 20 anni, colosso italiano in cui, dal 2007, era arrivato a ricoprire il ruolo di Chief marketing Officer.

ALESSANDRO LAZZARONI Amministratore delegato di Crazy Pizza Alessandro Lazzaroni, ex numero uno in Italia di Burger King, lascia la società e prende le redini di Crazy Pizza. Stando a una nota diffusa dall’azionista di controllo di Burger King, QSRP, Lazzaroni ha lasciato l’azienda dal primo giugno. La guida del mercato italiano di Burger King viene assunta da Kevin Derycke, che ricopre anche la carica di ceo di Burger Brands Belgium, parte del Gruppo QRSP con i marchi Quick e Burger King. Per quanto riguarda Lazzaroni, invece, è arrivata la nomina ad amministratore delegato di Crazy Pizza. Il brand è controllato da Majestas, il veicolo che fa capo a Flavio Briatore e che include marchi come Twiga e Billionaire. Crazy Pizza è nato 3 anni fa, è presente nel Regno Unito, a Montecarlo, in Arabia Saudita e di recente ha fatto il suo sbarco in Italia, a Milano e Roma. Il manager mette a disposizione la sua lunga esperienza nella ristorazione di catena, passata per McDonald’s, Bain&Co, Gruppo Galbusera, Domino’s Pizza e Burger King.

SARA BANDINELLI Head of global marketing communication di Miniconf Miniconf, azienda italiana del settore dell’abbigliamento bambino 0-16 anni con i marchi iDO, Sarabanda, Minibanda e Dodipetto, ha nominato Sara Bendinelli Head of Global Marketing and Communication. Classe 1978, emiliana di nascita ma toscana d’adozione, Bendinelli entra in Miniconf nel 2007 contribuendo fin da subito allo sviluppo del reparto comunicazione e Pr dell’azienda. Da inizio giugno 2022, a Sara è stata dunque affidata anche la direzione dell’area marketing con responsabilità diretta su marketing strategico, trade, consumer & digital marketing oltre che sul canale ecommerce. Mamma di tre figli, Sara Bendinelli opera dalla sede aretina di Miniconf e nel suo nuovo ruolo riporta direttamente alla Direzione Generale Business dell’azienda. pag. 21 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


NEWS | Sostenibilità

KIABI APRE NUOVI CORNER “SECOND HAND”

Dopo i buoni risultati dei due corner “second hand” lanciati nel 2021 nei negozi di Reggio Emilia e Rescaldina, il brand francese Kiabi, moltiplica il modello con 4 nuovi corner Nuova Vita negli store di Giussano, Livorno, Padova e Vicenza. Il modello verrà presto implementato con un altro importante step, il “Kiabi Bag” che darà la possibilità al cliente che ha effettuato un decluttering del proprio armadio di ritirare nel corner una “bag” specifica (che può contenere dai 10 ai 20 capi in buono stato, di qualsiasi marca) riempirla e depositarla in un punto ritiro convenzionato. Una volta verificato il suo contenuto, il cliente riceverà un buono di 5 euro di sconto valido su una spesa di 25 euro su articoli di prima mano. Il servizio di “second hand” di Kiabi è già presente in Francia, Spagna e Portogallo, mentre la bag verrà lanciata presto nei due paesi iberici.

GLI OCCHIALI NAU! DIVENTANO “CARBON NEUTRAL” Da giugno 2022 Nau! azienda di occhialeria italiana, diventa “carbon neutral”, ovvero la CO2 prodotta per realizzare gli occhiali della collezione Joy verrà compensata attraverso il sostegno di progetti a tutela del clima. Per il 2022/23 l’azienda ha selezionato il progetto di rimboschimento di un’area dell’Uganda orientale, una zona con uno dei più alti tassi di deforestazione al mondo. “Con Joy festeggiamo il raggiungimento di un altro importante traguardo del nostro percorso di sostenibilità”, racconta Monica Salvestrin Brogi, direttore prodotto e marketing. “Un percorso iniziato nel 2007 con il lancio della prima collezione al mondo di occhiali in plastica riciclata, seguito nel 2021 dalle collezioni Ocean Plastic, realizzate con il 30% di bottiglie in PET ripescate dal mare”.

REPORT ALVAREZ&MARSAL: GLI ITALIANI NON VOGLIONO PAGARE DI PIÙ PER LA SOSTENIBILITÀ Gli italiani si interessano ai temi della sostenibilità ambientale ma non sono disposti a pagare per prodotti più green. È questo ciò che emerge dal report “The shape of retail”, realizzato dalla società di consulenza internazionale Alvarez&Marsal e dedicato al cambiamento dei valori negli acquisti dei consumatori. Secondo l’indagine, soltanto il 33%, infatti, sarebbe pronto a spendere una cifra superiore per acquistare qualcosa di più sostenibile. Si tratta di una percentuale molto al di sotto della media europea che si pone intorno al 40%. In testa ci sono gli svizzeri (63%), seguono i tedeschi (55%) e gli inglesi (50%). Tra i temi affrontati nel report, il più sentito è il giusto compenso per i lavoratori, poi la sostenibilità dei materiali utilizzati (21%) e le politiche di lavoro (13%).

NASCE IL FASHION CLIMATE FUND, TRA I FINANZIATORI ANCHE H&M E LULULEMON Il gruppo no profit Apparel Impact Institute ha annunciato la creazione del Fashion Climate Fund, un fondo da 250 milioni di dollari che servirà per ridurre le emissioni di carbonio nella catena di fornitura del settore della moda. Tra i grandi brand che hanno già aderito ci sono anche H&M e Lululemon. L’istituto spera di raccogliere altri 2 miliardi di dollari di finanziamenti da parte di altri marchi di abbigliamento, donatori filantropici e stakeholder dell’industria della moda. Studi recenti hanno dimostrato che le 8 principali catene di approvvigionamento (tra cui cibo, moda, edilizia, elettronica) sono responsabili di oltre il 50% delle emissioni globali. Nel dettaglio, solo l’industria della moda ne produce l’8% ogni anno.

pag. 22 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


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Speciale SPORT

IN NEGOZIO, COME AL PARCO GIOCHI

Sempre più divertente e per tutti, lo sport post pandemia cambia le regole del retail e porta la palestra (e non solo) direttamente negli store. La sfida a chi attrae e fidelizza più clienti è appena iniziata

C’era una volta il negozio sportivo: si entrava, si provava e si acquistava. Semplice. Oggi il negozio è anche altro: si entra, si socializza con gli “store athlete” (i commessi), si gioca a padel, si pratica yoga, si provano le scarpette di arrampicata sulla palestra di roccia indoor e, prima di andare via, si compra. E si torna il giorno dopo per una nuova esperienza. È questa, in sintesi, l’evoluzione del retail sportivo che avanza velocemente e prende sempre più piede trasformando interi quartieri e spazi interni ed esterni di grandi mall.

Un settore in crescita Nonostante il crollo dei consumi globali, il segmento ha tenuto botta. Nessuna formula magica: il merito è stato di una congiuntura sociale ed economica che ha spinto gli acquisti nella direzione della salute e del pag. 24 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

benessere. Più sneakers e tute, quindi, e meno abbigliamento tradizionale. I grandi marchi hanno fiutato l’affare e già a partire dal 2020 si sono concentrati su due macro trend: il cambio delle abitudini e il boom del digitale. L’eCommerce ha prosperato, le community sono cresciute e l’online si è nutrito di nuovi dati e nuove tecnologie. Nel frattempo, l’attenzione alla sostenibilità ambientale da parte delle aziende e dei consumatori ha fatto passi da gigante. Risultato? Nel 2021 l’industria degli articoli sportivi ha registrato un’ampia ripresa. A livello globale, il mercato ha recuperato quasi interamente le vendite pre-Covid, soprattutto grazie ai consumi in Cina (23% di crescita rispetto al 2020) e negli Stati Uniti (15%). A dirlo è il report di McKinsey “Sporting goods 2022: the new normal is here”, in cui si sottolinea che il settore crescerà dell’8-10% all’anno fino al 2025.

Un’immagine del nuovo Sportler Bike di Bolzano

di Paola Oriunno

Per il mercato globale dell’abbigliamento sportivo, McKinsey prevede una crescita dell’8-10% all’anno fino al 2025


Retail fa rima con divertimento

Made in Italy sempre più green Tute da sci riciclabili, zaini interamente realizzati con materiali di recupero, capi d’abbigliamento per la montagna che un tempo erano oggetti di plastica dispersi in mare: 6 aziende sportive italiane su 10 dirottano oggi più del 10% del totale degli investimenti in progetti ecosostenibili, una percentuale destinata a crescere sensibilmente nei prossimi anni. A dirlo è una ricerca condotta per Assaport dall’Università degli Studi di Padova. Dopo i dati positivi del 2021, una crescita è attesa anche per il 2022 (+5,6%), con il valore totale dell’industria sportiva che toccherebbe quota 12,9 miliardi di euro (+2% rispetto all’epoca pre-Covid).

Anche l’esperienza di shopping si evolve. Gli store diventano grandi arene di gioco (gratuite) dove provare una bici, partecipare a una lezione di yoga e giocare a calcetto con gli amici. Ma c’è un altro terreno di gioco da tenere d’occhio ed è quello nel quale si gioca la partita tra i brand. A vincere in questo caso, non è più solo il prezzo ma l’attrattività del punto di vendita che non è più un semplice spazio in cui comprare “athleisure” e accessori per il fitness, ma luogo in cui giocare e divertirsi, qualcosa che permetta di vivere i propri marchi preferiti a 360 gradi. E cosa c’è di meglio di un’esperienza su un campo di gioco direttamente in negozio per provare un pallone, una racchetta o un tappetino da yoga per “raccontare” un marchio e invogliare all’acquisto? Se la narrazione è legata al prodotto da vendere, sarà molto più facile per il cliente acquistare e tornare a giocare.

pag. 25 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


Lo store di King al centro commerciale Leonardo ha un campo da calcio e basket e un’area gaming per gli e-sports.

Da King ecco la K-Zone con campo da calcio

Parola d’ordine “engagement” Negli ultimi due anni i social media sono stati la piattaforma più efficace per promuovere una connessione più stretta con i consumatori. Sempre secondo il report di McKinsey, i grandi marchi come Nike e Adidas hanno sfruttato questo trend. Le aziende che sono state in grado di ottimizzare questa connessione tra engagement e vendite hanno aumentato i profitti costruendo ecosistemi digitali per coinvolgere la community e utilizzare i dati generati per implementare lo sviluppo del prodotto e la pianificazione della domanda. E lo spazio dei social media continua ad evolversi: l’uso del livestreaming, come strumento promozionale e come canale d’acquisto, è ormai consolidato in Asia e ci si aspetta che si espanda in tutto il mondo. I brand stanno cercando di entrare nella nuova arena del “metaverso”, e ci si attende che altri ne seguiranno l’esempio.

Più attenzione alla sostenibilità L’attenzione all’ambiente spinge i consumatori nella richiesta di prodotti più “verdi” e tra le aziende è iniziata la corsa per differenziare l’offerta che si concentrerà ancora di più sull’utilizzo di materiali pag. 26 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

sostenibili e su modelli di business circolari, aiutando i clienti a fare scelte in linea con i loro valori. “C’è voglia di cambiare, di sposare una filosofia green che sempre di più sta assumendo valore in tutti gli ambiti della vita. I nostri imprenditori, del resto, da tempo hanno dimostrato attenzione e risposto in maniera importante a questo richiamo: il 61% di loro impiega più del 10% degli investimenti in progetti di economia circolare. Un impegno concreto se si pensa che questa percentuale, secondo le stime, è destinata ad aumentare ancora - in media del 5% - nei prossimi tre anni arrivando a coprire un quarto degli investimenti totali”, dice Anna Ferrino, presidente di Assosport, l’Associazione Nazionale Produttori Articoli Sportivi che conta circa 120 nomi italiani dello sport e dell’outdoor come La Sportiva, CMP, Salewa, Fila, Lotto, Ferrino. Molti di questi brand si sono spostati verso l’offerta di modelli direct-to-consumer (DTC), creando una presenza online più forte, ma su una cosa sono tutti d’accordo: nel retail sportivo il negozio fisico sarà sempre più centrale e le grandi attrazioni e la prova sul campo, soprattutto se abbinate a momenti di “gamification” e di esperienze motivazionali, cambieranno per sempre il volto degli store sportivi come li abbiamo frequentati fin qui.

Con quasi 35 negozi e 3 outlet in Italia, l’azienda marchigiana King-Find Your Attitude si sta imponendo tra i leader dello sport retail nel nostro Paese. King è un rivenditore multimarca, che sta investendo nell’apertura di nuovi negozi e che si caratterizza per l’organizzazione di eventi a 360 gradi, utili per sostenere lo sport e, naturalmente, per fidelizzare il cliente. Dagli eventi “running” alle escursioni in montagna, insieme ad associazioni partner, ogni occasione è buona per far “uscire” il brand dal negozio. Inoltre, alcuni negozi sono sede di eventi “gaming” promossi da società sponsorizzate da King. Per quanto riguarda i punti vendita, ormai il marchio, dalle Marche, si sta espandendo rapidamente. L’apertura più recente è avvenuta a Rimini, al terzo piano dello storico Coin cittadino, dove i clienti possono provare le scarpe su una pedana da running. Ma è lo store di Imola, aperto qualche mese nel centro commerciale Leonardo, quello che incarna meglio lo spirito “esperienziale” degli store. Si tratta di 1.800 metri quadrati su due piani, dotato di K-Zone, ossia un campo da gioco interno utilizzabile per calcio o basket, l’area gaming per gli e-sports, anche qui la prova scarpe su pedana, e in chiave digitale lo spazio dedicato al click&buy. King ha anche attività un progetto sostenibile, legato al recupero delle vecchie scarpe da ginnastica. Nei punti vendita di Fano, Senigallia, Jesi, Ancora, San Benedetto, Foligno, Carpi, Ferrara e Faenza ci sono contenitori di cartone riciclato in cui conferire le calzature usate, avviato poi a un processo di riciclo.


Un grande progetto a Lissone per DF Sport Specialist Un luogo storico per i brianzoli, il Palazzo del Mobile 100 firme di Lissone, cambia volto e destinazione d’uso. Lo storico edificio che si affaccia sulla Valassina, simbolo della tradizione mobiliera della città, sta per cambiare per diventare il nuovo punto vendita di DFSport Specialist, insegna specializzata in abbigliamento e accessori per lo sport. “Ci auguriamo di ultimare i lavori entro la fine dell’anno con l’apertura del punto vendita in prossimità delle feste natalizie. È un impegno importante, abbiamo ritmi serrati, il progetto è complesso e ha richiesto molti interventi strutturali”, ha detto Sergio Longoni, fondatore del marchio. L’immobile avrà 3 piani, 3 ascensori panoramici. All’interno verranno create delle ambientazioni particolari adibite anche alla prova di attrezzature sportive, con l’obiettivo di fornire un’esperienza d’acquisto unica, caratterizzata da un mix tra innovazione e tradizione con un layout rinnovato. Oggi l’insegna conta 14 negozi situati tra Lombardia, Emilia-Romagna, Svizzera a cui si aggiungono l’e-commerce, 4 punti vendita Bicimania, 1 negozio con l’insegna Blufrida e la private label DF Mountain che nasce nel 2007, dedicata agli appassionati di montagna e outdoor.

pag. 27 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


Dagli eGames, verso la Borsa Un nuovo modo di fare intrattenimento. Prima ancora del Covid, gli operatori avvertivano la necessità di portare il divertimento nei grandi spazi retail, centri commerciali compresi. WeArena è un player che ha pensato di riempire questi spazi con lo sport, ma in chiave digitale, ossia con gli eSports. Non solo con l’allestimento di postazioni in cui il pubblico può giocare, ma con l’organizzazione e la sponsorizzazione di eventi a tema. Si calcola che almeno mezzo milione di italiani segua questo tipo di appuntamenti. WeArena, fondata nel 2015 da Francesco Monastero, nel frattempo ha aperto un grande parco di intrattenimento digitale a Ferrara, da oltre 2.000 mq (mentre sarà oggetto di ristrutturazione l’altro parco in Friuli Venezia-Giulia). Un posto in cui provare esperienze di realtà aumentata, praticare eSports, frequentare arene per eSport e simracing. E nel corso dell’anno verranno svelate altre novità future. Dal punto di vista aziendale, WeArena ha anche intrapreso un percorso che dovrebbe portare in futuro alla quotazione in Borsa (il sito Internet è già organizzato con una sezione Investor e la società pubblica regolarmente i bilanci). Una strada preparata anche attraverso alcuni passaggi di tipo finanziario (emissione di Warrant, aumento di capitale, raccolta tramite equity crowdfunding).

Sportler, il mega bike store con pista e officine interne Sportler è un brand che appartiene alla famiglia Oberrauch, proprietari anche del gruppo Oberalp-Salewa. Oggi Sportler è il più grande rivenditore omnichannel di articoli sportivi della regione alpina, con circa 25 negozi fra il Triveneto e l’Austria, più 4 flagship e con l’eCommerce ormai attivato. Dalla passione per la montagna, però, il brand si è allargato anche al mondo della bicicletta e di recente ha inaugurato a Bolzano il più grande bike store d’Italia. Una specie di “tempio” da oltre 4.000 metri quadrati di superficie, disposto su due piani, dove le parole d’ordine sono shopping a 360 gradi ed esperienza personalizzata il più possibile. Il piano terra presenta tutta la collezioni di accessori e bici a livello di bici fa città, più una “customizing area” dedicata all’abbigliamento dove i clienti hanno la possibilità di configurare il loro outfit personale. Il piano superiore è dedicato ai prodotti per chi cerca la performance, dalle Mtb e e-Mtb, alle bici da corsa, con tanto di service area con 8 officine, pronte a effettuare ogni tipo di riparazione o personalizzazione. Ma soprattutto, i due piani sono collegati da una rampa ciclabile e su entrambi i livelli è prevista una pista per testare le biciclette.

Sei piani e un nuovo concept per CMP CMP, brand di abbigliamento, calzature e accessori per lo sport del gruppo Campagnolo, ha inaugurato a Mezzolombardo (Trento) il suo nuovo format retail Hub CMP Sport Concept, che riunisce oltre alle proposte del marchio una serie di label del settore outdoor/sportivo. Il nuovo store si trova tra le province di Trento e Bolzano e si sviluppa su 6 piani per una superficie totale di 1.700 metri quadrati. Il 70% dell’offerta è coperta dalle proposte a marchio CMP, mentre il resto da quelle degli altri brand. Il terzo e il quarto piano del building accolgono lo showroom e spazi per l’organizzazione di eventi. L’insegna CMP oggi conta 38 negozi monobrand in Italia e 7 all’estero e ha chiuso il 2021 attorno a quota 140 milioni di euro (furono 126 milioni nel 2020). Il suo e-commerce, balzato del +300% nell’esercizio 2020, ha mantenuto anche nel 2021 una crescita superiore alle aspettative, pari al +70%. Inoltre, CMP è arrivato ad essere distribuito da 5.000 clienti multimarca worldwide.

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Cisalfa, Intersport e King, tris sportivo Novità anche in casa Cisalfa Sport, il gruppo fondato dalla famiglia Mancini e guidato da Maurizio Mancini. Nel 2021 il marchio ha aumentato il numero dei punti vendita aprendo un maxi store di oltre 2.500 mq al centro commerciale Porte di Roma e altri punti vendita a Corciano (Perugia), al centro commerciale Porte di Torino, in Piemonte, all’Oriocenter di Bergamo e al parco commerciale Area 151 Shopping con la formula “outlet”. Sempre nello stesso anno sono arrivate le riconversioni a Rimini, Milano, Aosta e Pesaro e avviati 7 progetti di ammodernamento per un totale di 8200 mq riqualificati: Paderno, Bassano, Frosinone, Piacenza, Siracusa, Marghera e Crema. Oggi Cisalfa si presenta come un gruppo da oltre 150 negozi. Ma il suo percorso è legato anche al marchio Intersport Italia, catena collegata ad Intersport International Corporation da una partecipazione azionaria e un accordo di licenza del marchio. Il legame con Intersport International, che conta più di 5.400 negozi in 42 paesi nel mondo, garantisce alla divisione italiana (350 punti vendita) rapporti privilegiati con i principali marchi sportivi internazionali e nazionali come Nike, Asics, Adidas, Puma, Reebok, Freddy. Di recente Intersport Italia ha avviato una partnership con il marchio King per l’apertura di un punto vendita (a insegna Intersport) all’interno del centro commerciale Conero di Ancona. Il negozio propone nuovi servizi come la possibilità di accedere a camerini più ampi per le donne, gli experience point e la Running Experience, una pedana che in pochi istanti, attraverso la scansione del piede, indica le scarpe più adatte per la corsa.

Un angolo dello store CMP all’interno dell’outlet Città Sant’Angelo Village

pag. 29 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


Speciale SPORT | Estate 2021 TRAVEL RETAIL

GUARDA COME TI RECUPERO L’AREA… Interventi di rigenerazione urbana, periferie che ritrovano spazi di condivisione, nuovi shopping park catalizzatori di turismo. Uno sguardo a tre grandi progetti, tutti con lo sport al centro

Foto credits: Gloria Viggiani, Giorgia Spigarelli

di Paola Oriunno

IGD riqualifica il parcheggio del Casilino Il 2 giugno ha aperto al pubblico il Casilino Sky Park, un nuovo spazio di aggregazione, sport e cultura realizzato sul tetto inutilizzato del parcheggio multipiano del centro commerciale Casilino a Roma. L’area, rigenerata e trasformata in una terrazza panoramica, è stata ideata da Fusolab e da a.DNA con il sostegno di IGT (azienda specializzata nel settore del gioco regolamentato), in collaborazione con LifeGate e IGD, cohost e proprietario dell’immobile. Con una dimensione di 3800 mq (di cui 1300 dedicati allo sport) e una capienza di 2500 persone, lo spazio abbandonato si trasforma, così, in un luogo di aggregazione dove sport, cultura e intrattenimento si fondono insieme per accogliere la comunità locale e cittadina. La nuova piazza rappresenta anche un nuovo punto di incontro per gli abitanti dei quartieri Alessandrino, Centocelle, Torre Maura e Torre Spaccata e per tutta la città. All’interno dello Sky Lab, completamente gratuito, è possibile usufruire del Solarium-Lunarium, del Baby Park, dell’Area Games con biliardini, freccette, visori di realtà virtuale e dell’Area Sport con tre campi di padel, una palestra all’aperto, una pista per il running, un campo di street basket e uno spazio dedicato al pattinaggio, skateboard e pickleball, mentre al Bar-Street Food con 150 posti a sedere sarà possibile bere e mangiare.

Foto credits: Gloria Viggiani, Giorgia Spigarelli

pag. 30 | retail&food | Luglio • Agosto 2022 Foto credits: Gianmarco Palazzo, Davide Minghetti, Alessandro Mignacca

Foto credits: Gloria Viggiani, Giorgia Spigarelli


Sonae Sierra in pole position a Faenza Il Faenza Shopping Park, la struttura commerciale affacciata sull’asse autostradale di proprietà della società Fidera Vecta Ltd (ex York Capital Management) e commercializzata da Sonae Sierra, si schiera sulla griglia di partenza e presenta la sua nuova ancora: la Motor Arena, un imponente polo attrattivo dedicato alla passione per i motori che ospiterà eventi, tornei ed esibizioni di e-sport, esposizioni, memorabilia, simulatori di gare e pit stop. Per completare l’esperienza e attrarre il maggior numero di appassionati di due e quattro ruote, nell’area retail e ristorazione dello shopping park è previsto anche l’inserimento di brand e insegne a tema motori. Il progetto nasce grazie all’impegno del Comune di Faenza e di IF Tourism Company che si uniscono ai principali protagonisti del mondo dei motori del territorio: Scuderia AlphaTauri, Gresini Racing, Autodromo di Imola, Gian Carlo Minardi. “Il Faenza Shopping Park si trova in un punto strategico nel territorio della Motor Valley”, ha dichiarato José Maria Robles, General Manager per il Property Management di Sonae Sierra in Italia. “L’obiettivo di Sonae Sierra è quello di aumentare la qualità dell’offerta e dei servizi del Faenza Shopping Park. Grazie al lavoro sinergico di tutti i diversi enti saremo in grado di attirare l’interesse dei visitatori”. Lo shopping park faentino, che conta 21.000 mq GLA, 40 unità, 10 ristoranti e bar, 2.500 posti auto, sorgerà sul vecchio cantiere, abbandonato da oltre un decennio, dell’Outlet Le Perle. Al momento, risulta affittato il 45/50% dello spazio disponibile, ma l’obiettivo è di arrivare al 65/70% entro luglio. I settori confermati sono casa e arredo, mondo pet, kids e motori. L’apertura è prevista a settembre 2023.

Alcune immagini della futura Motor Arena che sorgerà al Faenza Shopping Park

Realia e Nhood ridisegnano il cuore di Genova

Genova si prepara ad accogliere Waterfront di Levante, l’avvenieristico progetto mixed use donato alla città dall’archistar Renzo Piano che sorgerà nell’area urbana dell’ex Fiera. Il progetto, promosso da CDS Holding SpA e Orion European Real Estate Fund V, prevede un investimento di circa 260 milioni di euro. Realia e Nhood si occuperanno della commercializzazione e del leasing del building principale, il palasport, struttura dalla forma circolare e dalle pareti a vetro sospese sull’azzurro del mare di 28.000 mq di superficie affittabile sui 55.000 mq dell’area totale. Il progetto, su tre livelli, è stato studiato per ospitare negozi, ristorazione, servizi, leisure e intrattenimento, avendo sempre lo

sport al centro. Cuore del Waterfront di Levante è, infatti, il Palasport, l’area con tribune e campo da gioco regolamentare, perfetto per le kermesse sportive ma adatto anche ad accogliere concerti e grandi eventi, intorno al quale i visitatori potranno trovare tutto ciò che può essere considerato di complemento e completamento al mondo sportivo, dal fitness al benessere, dall’attrezzatura tecnica all’alimentazione sana ed equilibrata. Realizzato secondo criteri costruttivi ecosostenibili, Waterfront di Levante ospiterà al primo piano servizi e attività di fashion, beauty e sport con un focus sulla ristorazione. Mentre, all’ultimo piano, servizi e leisure completeranno l’offerta di intrattenimento. Avanzano spediti i cantieri, ma per fare jogging lungo i canali, fare shopping e partecipare agli eventi bisognerà attendere il 2023.

In alto e a destra, due rendering del grande intervento di trasformazione urbana in corso d’opera a Genova che comprende retail, residenziale, uffici, hotel e student housing pag. 31 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


Speciale SPORT

NIKE-LIVE, FORMATO SMALL CON IL DIGITALE AL CENTRO

È arrivato anche in Italia il modello di negozio incentrato su eventi del territorio e servizi premium dedicati ai clienti fidelizzati A.L. Un colosso come Nike aveva capito che le regole del retail stavano cambiando, prima ancora che la pandemia “forzasse” gli operatori di mercato. Troppo potente la spinta del digitale e dell’eCommerce, i negozi dovevano cambiare. Risale infatti al luglio del 2018 l’apertura del primo store nel formato Live, un “Nike by Merlose” nella zona ovest di Los Angeles. Uno store dalle dimensioni ridotte, che puntava però a fare da punto di incontro privilegiato dei membri NikePlus e in generale degli appassionati e praticanti sportivi della zona. Che significa: una selezione di prodotti in vendita tra i best seller delle varie categorie (running, training, sportswear). Ma poi, tanto spazio a capi, scarpe e accessori declinati secondo le preferenze dei clienti circostanti, preferenze monitorate ed elaborate tramite i big data (capi più richiesti, ricerche sulla app). Nel caso californiano, per esempio, esordiva la linea di calzature Cortez. Inoltre, lo spazio doveva prestarsi a eventi fisici e presentava diversi angoli dedicati all’interazione fisico digitale. Tra questi, il Curb Services, ossia un angolo del negozio che in qualche modo richiama la vetrina per il take-away in auto dei fast food. Si possono restituire, cambiare o acquistare delle scarpe scrivendo in anticipo un sms al personale interno, per poi passare all’ora concordata e prendere, o consegnare la merce, ripartendo in pochi minuti.

Prima la Lombardia Nike aveva previsto l’apertura di circa 200 negozi del genere nel mondo. E in effetti il piano è andato avanti, benché poi il biennio Covid abbia rivoluzionato tutto. Adesso il format “Live” è arrivato anche in Italia. Percassi, partner licenziatario di Nike per tutto il Sud Europa, ha inaugurato il primo store pag. 32 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

A Monaco di Baviera è stato inaugurato il primo flagship europeo Adidas-Terrex, il nuovo marchio outdoor del colosso tedesco. Il brand è specializzato in running, montagna, sport invernali e attività all’aperto. Lo store del centro cittadino è descritto da Adidas come il “negozio più sostenibile mai aperto”. E dovrebbe funzionare come luogo di incontro per la comunità outdoor locale, dal momento che è sede di eventi, workshop e conferenze.

Novità in centro a Milano

Il nuovo Nike store milanese di corso Buenos Aires

di questo tipo a novembre 2021 al Centro di Arese. È un monomarca in cui i membri Nike, entrando, vedono apparire una serie di funzioni sotto la voce “Nike App at Retail”, come Scan to Learn e Member Rewards. Servizi che si affiancano a “ritira e ordina i tuoi prodotti on line”. Dopo Arese, il concept ha da poco raddoppiato con un nuovo store “Nike By Orio al Serio”. Il nuovo punto vendita è stato inaugurato all’interno dell’Oriocenter Selected Stores (Bergamo), sempre di proprietà e gestione del Gruppo Percassi. Il negozio, su un unico piano, si estende su una superficie di 600 metri quadrati e impiega 15 addetti alla vendita, o “store athletes”, come Nike chiama i suoi collaboratori. L’apertura di Nike by Orio ha seguito di una settimana quella a Madrid presso il Parquesur Shopping Center, sempre con Percassi.

A fine 2021, invece, nel cuore di Milano, si era alzato il sipario sul nuovo Nike Store Loreto, all’interno del complesso commerciale-residenziale Corso Buenos Aires 59 (ex Le Corti Di Bayres), una delle zone dello shopping più vivaci del capoluogo lombardo. Anche in questo store, di circa 780 metri quadrati, tanti servizi dedicati ai Nike Members, come la possibilità di scansionare i prodotti e visualizzarne le informazioni, consultare l’inventario online per verificare la disponibilità di modelli, colori e taglie. Attivo anche il Click and Collect. “Sono molto soddisfatto di questa nuova apertura italiana” aveva commentato Matteo Morandi, amministratore delegato di Percassi Retail. “Siamo molto orgogliosi di essere partner di Nike da ben 21 anni, con cui condividiamo l’amore per lo sport e la stessa visione del marketplace del futuro, mettendo il consumatore al centro”. Così sono oltre 30 i negozi Nike sviluppati da Gruppo nel Sud Europa, di cui 24 in Italia e altri in Spagna, Portogallo e Grecia. La House of innovation Nike di New York


Speciale SPORT

dotto. Per incentivare l’utilizzo di borracce, abbiamo installato una colonnina d’acqua. Coerentemente, il negozio non venderà bottigliette d’acqua di plastica”. Nel nuovo punto vendita l’offerta fisica si fonderà con l’esperienza digitale: l’intero catalogo di servizi e prodotti sportivi saranno disponibili per la consegna a domicilio o per il ritiro gratuito.

Il debutto nel “fashion rental”, ma solo in UK

DECATHLON CORRE: NUOVO CEO E TANTE APERTURE ESTIVE

Augusto Felix prende il timone della divisione italiana, mentre il gruppo archivia il 2021 con ricavi superiori al pre-Covid. Esordio a Milano per il format “City”. Si P.O. punta tutto sulle experience Torna a correre veloce (o a pedalare?) Decathlon, colosso dell’abbigliamento e accessori per lo sport, da oltre 1.700 negozi al mondo, parte della galassia Mulliez. Nell’anno fiscale 2021 ha superato i livelli pre-Covid, con vendite dl gruppo a 13,8 miliardi di euro (+21% sul 2020), oltre anche i 12,4 miliardi del 2019. Nella sola madrepatria, la Francia, che raccoglie un quarto delle sue vendite complessive e conta 324 insegne, Decathlon ha messo a segno un fatturato di 4,2 miliardi di euro, con un incremento di circa il 18% rispetto all’esercizio precedente. Buone le performance anche in Italia dove Decathlon ha da poco annunciato la nomina di un nuovo amministratore delegato, Augusto Felix, che succede a Fulvio Matteoni a cui va il merito di aver portato avanti un’importante strategia di crescita che ha visto, solo nel 2021, l’apertura di 8 nuovi negozi sul territorio, per un totale di 137 store (incluso il punto di vendita di Malta, affiancato al progetto italiano). “Oggi l’Italia rappresenta uno dei Paesi che contribuiscono attivamente alla strategia di consolidamento e diffusione della nostra missione: rendere lo sport accessibile a tutti, promuovendo la cultura del movimento fisico e del benessere psicofisico”, ha commentato il Ceo uscente. Felix è una risorsa interna. È entrato in azienda più di 25 anni fa, iniziando in un negozio di Montesson nel 1996, fino ad arrivare a ricoprire il ruolo di direttore regionale dell’area parigina, poi Retail Supplier e Product Leader. Nel 2015 ha ricevuto l’incarico di lanciare Decathlon in Colombia, dove ha portato all’apertura di 8 negozi nelle 4 principali città del Paese. La nomina di Felix arriva in un momento di forte espansione: a giugno sono stati inaugurati i punti vendita di Napoli, Carini, Roma Collatina e Jesolo (quest’ultimo, con un’inedita formula “stagionale”, è aperto fino al 18 settembre). A luglio è prevista l’apertura di Ostia. E poi c’è Baires.

Bici, sup, kayak, racchette, sci… il noleggio di attrezzature sportive proposto da Decathlon è già una realtà. Quello che, invece, appare come un’assoluta novità è l’affitto di abbigliamento. Il servizio è presente, per il momento solo nel Regno Unito dove è stata lanciata una partnership con Hirestreet, piattaforma britannica specializzata nella moda a noleggio. Grazie a questo accordo è possibile affittare l’abbigliamento per lo sci e l’escursionismo fino a 30 giorni. Una scelta dettata anche da esigenze “verdi”. “È un altro dei modi con cui stiamo rendendo lo sport più accessibile, attraverso la comodità, il prezzo e la flessibilità, il tutto riducendo il nostro impatto sul pianeta”, ha affermato Sharon Poulter, rental manager di Decathlon.

Alcune immagini del nuovo punto vendita di Napoli (in alto a sinistra) e dello store “esperienziale” inaugurato a Taranto alla fine del 2021

Il City di Baires

Dopo Bologna (aperto nel 2021), il format Decathlon City sbarca anche a Milano nell’edificio appena restaurato delle Corti di Baires (1.200 mq). Il negozio di prossimità appena inaugurato (che affaccia direttamente sulla ciclabile di corso Buenos Aires) è lo store numero 7 in città. “Il nuovo format risponde alla necessità di avvicinarci ancora di più agli sportivi che abitano e lavorano nel centro di Milano. Attraverso l’offerta e la customer experience, abbiamo l’ambizione di ispirare i milanesi a fare più sport e perché no, a praticarne di nuovi” dichiara Francesca Spanevello, Store Leader di Decathlon Milano Baires. “Offriremo anche servizi di riparazione e articoli second life, che alimentano il circolo virtuoso della durabilità del pro-

Climbing (e non solo) a Merlata Bloom C’è grande attesa, poi, per il nuovo store Decathlon da oltre 7.000 mq di superficie, rooftop incluso, che sorgerà a Merlata Bloom, uno dei più importanti sviluppi immobiliari in Italia e su scala europea. Decathlon ha scelto per il nuovo progetto milanese un nuovo format esperienziale che include anche un muro per il climbing indoor, e campi per la pratica sportiva open air sul tetto e il nuovo polo di uffici dell’azienda francese. Correre? Pedalare? Il marchio promette molto di più. pag. 33 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


BRAND | Analysis

NKD, LOW COST TEDESCO CHE PUNTA SUI QUARTIERI

di Adriano Lovera

Il concorrente diretto di Kik accelera in Italia e tocca quota 240 negozi. Tutti a gestione diretta. “E con il Covid non abbiamo chiuso nulla” racconta l’a.d. Adalberto Tosato

Nessuna chiusura in pandemia, anzi una quarantina di aperture nel difficile anno 2021. Con questo biglietto da visita si presenta la strategia di crescita in Italia di NKD, marchio di abbigliamento e accessori a prezzo accessibile, nato in Germania, presente nel nostro Paese da sedici anni. Dopo i primi negozi, aperti in Alto Adige, oggi l’azienda conta oltre 240 punti vendita e il nostro mercato è il terzo, per importanza, dopo la Germania e l’Austria. Il concorrente diretto, a livello di offerta merceologica, è Kik, altro marchio tedesco, molto più grande a livello europeo (4mila negozi contro 2mila), mentre in Italia ha una presenza minore, essendo arrivato solo nel 2017. Tra i marchi italiani, la proposta di NKD, specialmente in fatto di moda, si potrebbe paragonare a Piazza Italia.

Niente franchising e cuore “urbano” “Negli anni a venire porteremo avanti una strategia di espansione in Italia” racconta a retail&food Adalberto Tosato, amministratore delegato per l’Italia di NKD, arrivato in azienda nel 2012, proveniente da un’altra azienda tedesca, Schlecker. “Non possiamo svelare il numero di negozi che andremo ad pag. 34 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

Adalberto Tosato, amministratore delegato per l’Italia di NKD

aprire. Ma contiamo che l’anno scorso, nel pieno di un periodo difficile, abbiamo aperto 45 nuovi negozi. Un risultato che dimostra l’impegno della casa madre per il nostro mercato”. Oggi NKD presidia tutto il Nord e il Centro, da poco è arrivato anche in Abruzzo ed è prossima un’apertura in Campania. Per il momento, il marchio sta seguendo una strategia piuttosto netta, restando fuori dai centri commerciali, ma andando invece alla ricerca di location nel mezzo dei quartieri. Niente affiliazione, solo gestione diretta per il marchio tedesco. “Lavorare con una rete retail a gestione diretta significa avere un allineamento totale con la casa madre e seguire punti di riferimento precisi. Per ora la nostra strategia di espansione è concentrata sui quartieri, restiamo fuori dai centri commerciali. Vogliamo essere un punto di riferimento per le famiglie, che possano raggiungere i negozi con una semplice passeggiata, senza dover prendere l’auto” aggiunge l’a.d.. Il format dei negozi è sempre uguale, mentre le superfici medie possono variare, considerando che a livello regionale sono frequenti le deroghe alla legge nazionale, che stabilisce un limite di 250 metri quadrati per i negozi “di vicinato”.


Risorse umane, donne al 95% Un piano di crescita retail significa anche nuove assunzioni. Per lo più, staff per il negozio, addetti alle vendite. Tra i temi più dibattuti dell’estate, evidente soprattutto nella ristorazione, c’è la difficoltà nel reperire personale. Mancano i giovani interessati a ricoprire ruoli senza dubbio faticosi, a fronte di stipendi normali, in cui si lavora spesso nei weekend, quando gli altri sono “impegnati” nello shopping. Anche il segmento abbigliamento si scontra con questa dinamica? “Per ora, è una difficoltà che riscontriamo limitatamente, solo in alcune aree. In generale, per ogni nuovo punto vendita riceviamo diversi curriculum. Assumiamo almeno 2-3 risorse per ogni store, quindi siamo orgogliosi dell’impatto positivo sui territori. Il 95% della nostra forza lavoro è composta da donne” spiega ancora Tosato. “Come orientamento del gruppo, proseguiamo uno sviluppo equilibrato, mai troppo rapido, proprio per avere tempo di dedicare la giusta attenzione alle nuove risorse. Chiaro, non è sempre possibile né semplice seguire il singolo e non abbiamo la pretesa di piacere a tutti, possono verificarsi frizioni. Ma facciamo in modo che il personale si senta impegnato in un percorso di carriera”.

Più sostenibilità, poco eCommerce NKD è impegnata anche su due fronti imprescindibili del mercato di oggi, l’attenzione all’ambiente e l’eCommerce. Sul primo aspetto, ai clienti non si danno più sacchetti usa e getta, ma riutilizzabili. È anche aumentata la quota di collezioni con tessuti sostenibili, certificati Ecotec, e dove possibile, in accordo con i proprietari degli immobili, si cerca una strategia di efficienza energetica. Quanto alle vendite on line, oggi non sono oggettivamente una priorità in Italia, dove anzi il fulcro del business risiede proprio nel portare fisicamente le persone in negozio. Oggi il marchio è presente costantemente sui social media in italiano, mentre la parte di acquisti on line del sito è in tedesco. Il gruppo sta valutando implementazioni su questo aspetto, ma senza un calendario definito.

Gruppo da 737 milioni (pre-Covid) con piano di crescita da 150 nuovi store NKD è un gruppo non quotato, non obbligato quindi alla pubblicazione del bilancio. Nel 2019 le vendite ammontavano a 737 milioni di euro, con un margine operativo lordo di 40 milioni. Alla fine del 2021, il gruppo ha tagliato il nastro dei 2.000 negozi in Europa, di cui circa 1.350 in Germania, 300 in Austria, 240 in Italia, cui seguono Repubblica Ceca

e i Balcani. Un comunicato di gruppo di novembre 2021 parlava genericamente di un piano per 150 nuove aperture l’anno, senza specificarne i mercati. Dal primo gennaio 2022, l’ex amministratore delegato Ulrich Hanfeld è stato posto alla guida di Pegasus Group, la holding di controllo. Al suo posto è arrivata un risorsa interna, Alexander Schmökel.

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CONVEGNO | Food

RISTORAZIONE 2022, UN DIALOGO COSTRUTTIVO

Oltre 100 relatori, 14 eventi in programma. Dopo 4 anni, la comunità dei professionisti di foodservice e horeca è tornata a confrontarsi, in presenza. L’obiettivo? Trovare soluzioni condivise per rilanciare l’intero comparto

L’evento non ha disatteso le aspettative. L’undicesima edizione della mostra convegno organizzata da Ristorando, che si è svolta al Palazzo delle Stelline di Milano il 9 e 10 giugno, ha offerto una panoramica aggiornata sullo stato dell’arte e sulle prospettive del settore e coinvolgendo tutti i protagonisti di un mondo che rappresenta un tassello strategico dell’economia nazionale, dando lavoro a centinaia di migliaia di persone. Le conferenze delle due giornate hanno abbracciato i temi più sentiti dagli addetti ai lavori, alle prese l’attuale instabilità economica e geopolitica, fra conflitto

in Ucraina, rincaro dei costi (trasporti, materie prime, energia) e inflazione. Ha aperto i lavori un intervento di Bruno Tabacci, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, accanto al saluto di Antonio Savoia, Presidente Edifis e direttore di Ristorando. La tradizionale cena di gala che si è svolta al termine dei lavori della prima giornata, ha posto l’accento sull’importanza strategica del networking, motore di questa manifestazione dal carattere spiccatamente B2B. pag. 36 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

I ristoratori ai centri commerciali: “Chiediamo più condivisione e sinergia” “Un grande amore. E come tale ha anche alti e bassi”, così Roberto Zoia, presidente del CNCC ha sintetizzato il rapporto tra le due realtà: brand della ristorazione e centri commerciali. L’una non può fare a meno dell’altra ma le criticità sono evidenti, ha


sottolineato il presidente che ha offerto la massima disponibilità del Consiglio nazionale a trovare soluzioni condivise. Le parole di Zoia sono arrivate nel corso del convegno “La ristorazione ha fame! Anche nei centri commerciali. Quale futuro?”, coordinato da Roberto Bramati, Presidente SFG e Vicepresidente CNCC, con gli interventi, tra gli altri, di Andrea Cipolloni (Autogrill), Luca Pizzighella (Signorvino), Sèbastien de Rose (Grandi Stazioni Retail). “Nel periodo tra gennaio e aprile 2022 la ristorazione nei centri commerciali ha registrato -16% sul 2019. La ripresa è lenta e il problema principale è la footfall. È qui che bisogna intervenire” ha continuato Zoia. Di questo è convinto anche Alfiero Fucelli, fondatore e Presidente di Dispensa Emilia. “Nei primi 10 anni della nostra attività

Roberto Bramati, Vicepresidente CNCC

abbiamo aperto solo in centri commerciali. Abbiamo comprato una cosa essenziale per una catena che nasce: il traffico”, ha detto Fucelli durante il suo intervento. “Quello che abbiamo riscontrato, purtroppo, è che non appena cala il footfall, il centro commerciale smette di condividere le informazioni. Questo non è un approccio che riteniamo costruttivo”, ha sottolineato il presidente di Dispensa Emilia, che chiede una maggiore collaborazione tra ristoratori e landlord nell’ingaggio dei visitatori e una maggiore condivisione dei dati per fare meglio, ma insieme. “I centri commerciali non sono una banca, devono ritornare a essere “commerciali”. Secondo noi è fondamentale ritornare a questa finalità principale. In questo modo, i commercianti fattureranno di più e i centri percepiranno più affitti”. Una proposta, quella di Alfiero Fucelli, apprezzata e condivisa da molti dei presenti al convegno.

Margini e risorse umane. “Cambiamo testa, serve un approccio nuovo”

Alfiero Fucelli, Fondatore e Presidente di Dispensa Emilia

La ristorazione vive un momento a due facce. Da un lato, si è rivelato uno dei settori maggiormente resilienti e si è ripreso velocemente dalla pandemia. Dall’altro, appare sempre un po’ in bilico, fra margini risicati, costi che salgono e, ora, difficoltà nel reperire il personale. Se ne è parlato nel corso di un evento di Ristorazione 2022, coordinato da Aigrim, moderato da Andrea Aiello. Oggi, alla cena fuori (o al delivery) non si rinuncia. Ma non tutto è oro. “Noi, che siamo l’entry level della ristorazione, oggi serviamo anche le famiglie, che non sono un target tipico del fast food. Nel breve, è un beneficio, ma sappiamo che non durerà. Adesso succede perché l’inflazione si sente e anche il segmento medio punta a spen-

dere poco” contestualizza Corrado Cagnola, nella doppia veste di presidente Aigrim e country manager di KFC. Sulla perdita di appeal, a livello di reperimento del personale, un punto appare chiaro: gli stipendi italiani sono bassi, il reddito di cittadinanza funziona come freno, ma non è solo questo il motivo per cui tanti giovani non vogliono più sobbarcarsi certi lavori. La pandemia ci ha aperto gli occhi. Per cosa, e per quanto, vale davvero la pena lavorare? “I ragazzi non vanno trattati come numeri, ma come persone. Arrivano al colloquio, facciamo capire loro che possono portare valore, far parte di qualcosa e crescere” secondo Francesco Aimi, fondatore di Tertium. “Noi, per esempio, abbiamo cercato di investire in formazione. Con metodi nuovi, veloci, come i tutorial. E in effetti il personale risponde bene” suggerisce Pietro Nicastro, fondatore di Löwengrube. E i margini, come mantenerli, se non aumentarli? “In questo contesto, se già il potere d’acquisto latita, alzare i prezzi non è la soluzione” secondo David Nathaniel, fondatore di 12oz. E neppure spingere ancora sul delivery, dove lo scontrino è mediamente alto, ma poi resta poco in mano a tutti. “Noi cerchiamo di allargare l’offerta e il mix di clientela” aggiunge Cagnola di KFC. Ma non tutti concordano. C’è molto da lavorare sulla base di clientela che un brand già possiede. “Il controllo di gestione è tutto” secondo Domingo Iudice, fondatore di Pescaria. “La formazione continua deve riguardare anche noi, non solo la forza lavoro. Occorre stare al passo con i criteri di oggi. Un esempio? La relazione è digitale, non si può prescindere da una Crm ottimale. Oppure, sapersi fare da parte se serve. L’idea del temporary manager non deve spaventare. Io mi sforzo di lavorare al Sud, in Puglia, e posso testimoniare che il divario non è più tanto tra Nord e Sud, aree del Paese con diversi costi della vita, ma è tra buona e cattiva gestione d’impresa”. pag. 37 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


Un ringraziamento alle aziende che hanno creduto nel nostro progetto e hanno sostenuto la nostra manifestazione Sponsor dell’evento


Speciale convegno


RACCONTO | In store

DA GIULIUS, L’AMICO DEGLI ANIMALI Abbiamo visitato il nuovo maxi store di Assago (Milano): oltre 2.000 mq in un formato innovativo, che associa vendita e servizi, dalla toelettatura alla parafarmacia

Da circa due mesi è arrivato nel milanese Giulius-L’amico degli animali, il brand del gruppo Demas, attivo nel segmento pet store, che finora era presente con i suoi negozi nel Lazio, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Quello lombardo non è un negozio a caso: con oltre 2mila metri quadrati di area vendita, e altrettanti di logistica integrata, si pone come il più grande del suo settore in Italia, tra i maggiori d’Europa. La catena aprirà presto altri negozi a Milano, in un formato più cittadino. Mentre, con il suo maxi store, promette di essere molto più di un semplice rivenditore di cibo e accessori per animali: tra parafarmacia, toelettatura, lavanderia

A.L.

e area svago (per amici a quattro zampe) vuole essere un punto di riferimento per tutte le necessità che riguardino gli animali domestici. Lo abbiamo visitato, in un caldo giovedì mattina di fine giugno. Imponente, con un grande parcheggio esterno e la possibilità di accedere a uno coperto, il negozio è ad Assago, nella parte posteriore dell’area commerciale Milanofiori, nella stessa via dell’outlet divani e di Leroy Merlin. La metropolitana verde arriva in zona, ma non è a tiro. Dunque, occorre venirci in auto, specialmente se occorre fare acquisti pesanti o se si porta l’animale. Orari: 9-20 tutti i giorni, tranne la domenica. Entriamo.

Primo impatto: iper abbondanza Al primo impatto, l’ambiente non delude l’attesa. È grande, illuminato e, soprattutto, strapieno di ogni tipo di merce. I corridoi sono larghi e gli oggetti disposti con cura, quindi, nonostante la maxi offerta, regna un senso di ordine. A farla da padrone sono accessori e alimenti per cani. Tre corridoi interi sono dedicati solo a crocchette e scatolette per loro, di tutte le marche possibili. C’è addirittura un frigo per chi vuole viziare Fido con il cibo fresco, tipo “pausa pranzo” pag. 40 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


da consumare subito. Pettorine, guinzagli e museruole sono addirittura suddivise in due aree diverse, quelle per uso normale e quelle indicate per l’addestramento. Poi si spazia, tra una varietà infinita di cucce, cuscini, giubbottini e “indumenti” per cane, senza contare le borsette per portare a spasso quelli di taglia piccola. E ancora, prodotti di igiene e per il lavaggio, giochi e altre amenità, da solleticare la fantasia (e il portafoglio) di tutti i proprietari di animali. Nessuno si senta escluso, comunque, perché la scelta è vasta anche per chi ha gatti, uccelli, o anche altre specie, tipo conigli o criceti.

Cortesia e fidelity card Per quanto riguarda l’atteggiamento verso il cliente, il personale del negozio è sembrato subito molto disponibile e accogliente. In negozio, vicino alla bilancia, si trova anche una bacheca in cui i visitatori possono appendere i propri annunci di vendita o ricerca di animali. Alle casse, per fidelizzare il cliente, viene proposta, ma senza insistenza, la fidelity card su cui accumulare punti, che possono essere utilizzati sia in negozio sia sullo store on line.

In negozio, vicino alla bilancia, si trova anche una bacheca di annunci a disposizione dei clienti

Percorso con tante possibilità A parte l’imponenza dell’offerta, quello che caratterizza Giulius è proprio il formato del negozio che punta a offrire al cliente un luogo dove spendere molto tempo, per esaurire diverse esigenze. Non semplicemente un luogo in cui fare acquisti e uscire. C’è un’area con del verde sintetico in cui “parcheggiare” il proprio animale e girare per i corridoi con le mani libere. Sempre, ovviamente, che l’animale sia abituato a stare da solo o se c’è un’altra persona insieme. Proseguendo, come in un percorso, di fianco si trova la lavanderia self-service, in cui è possibile portare con sé cuscini o indumenti degli animali e lavarli/asciugarli nel giro di un’oretta. Subito dopo, si trova la zona toelettatura (per cani e gatti), mentre arrivando in fondo, si trova la parafarmarcia. Una parafarmacia normale, con i prodotti comuni per umani, più una vasta scelta di quelli per animali, dagli integratori agli antiparassitari. Sarà per la mattina infrasettimanale, o perché il negozio è in fase di rodaggio, durante la nostra visita questi servizi erano praticamente senza clienti. Ma, come confermato dal personale, sono già tutti attivi

Accanto alla lavanderia self service, l’area verde in cui parcheggiare gli amici a quattro zampe

Parte di un gruppo da 177 milioni

Giulius è il marchio di negozi che appartiene al gruppo Demas, fondato nel 1968, tra i leader nella distribuzione di farmaci veterinari in Italia. Nel 2021, Demas ha chiuso con un fatturato consolidato di 177 milioni di euro. La società, guidata dall’amministratore delegato Fabrizio Foglietti, aprirà a Milano altri tre negozi entro l’anno, ma di dimensione ridotta rispetto a quello di Assago. Andranno a completare la rete retail, che già conta su 8 negozi nel Lazio e due nel Triveneto. Dal 2020, il gruppo è controllato con una quota di maggioranza da Gioconda, filiale italiana di LBO France.

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SCENARI | Estero

WESTFIELD RIVEDE I SUOI PIANI. FOCUS SU EUROPA, ADDIO AGLI USA?

Il colosso URW punta anche a un diverso utilizzo degli immobili, considerando anche investimenti nel residenziale Focus sul Vecchio Continente, costante riduzione del debito e forte spinta a cogliere le opportunità del “mixed use”, fino a considerare investimenti nel residenziale. Dall’altra parte dell’Oceano, invece, via a un piano di dismissioni che potrebbe anche portare all’uscita definitiva dagli Stati Uniti. Il colosso dei centri commerciali Unibail-Rodamco-Westfield ha svelato al mercato il proprio piano triennale 20222024 e nel frattempo ha pubblicato i dati relativi al primo trimestre dell’anno. Tutti indicatori importantissimi per capire dove vuole andare a posizionarsi uno dei leader mondiali del settore, che in Italia però non è presente, ormai svanite le probabilità di veder nascere il mega mall milanese previsto, una volta, a Segrate.

Recupero del 93% rispetto al 2019

L’ultima trimestrale tutto sommato sorride al gruppo. I ricavi sono aumentati del 34,2% rispetto allo stesso periodo del 2021, le vendite complessive dei tenant hanno raggiunto il 93% dei livelli del 2019, con il mese di marzo che si è spinto fino al 95%. L’attività

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di “leasing” degli spazi è ripresa a ritmo sostenuto e anzi, con 521 nuovi contratti siglati nel trimestre, si registra una crescita del 4% rispetto al periodo pre pandemia. Il footfall invece presenta percentuali diverse, più basse, a riprova del fatto che i frequentatori dei centri commerciali sono ancora in ritardo, rispetto al passato, come numero, ma sono protagonisti di visite mirate, finalizzate quasi sempre all’acquisto. A marzo 2022, rispetto al 2019, il footfall medio dell’Europa era all’83%, con punte verso il basso di Germania e Paesi bassi addirittura al 75%, e picchi in Francia e Paesi scandinavi dell’85%. Non troppo diversa la situazione negli Stati Uniti, con una media dell’86%. Tra i nuovi contratti siglati, se ne segnalano alcuni: un nuovo H&M da 3.000 metri quadrati a Westfield Les 4 Temps, 1.350 metri di food hall al Westfield Mall of Scandinavia (Svezia), l’arrivo di Gucci a Westfield London, Sephora a Bonaire.Il secondo passaggio del modello è la rivendita dei prodotti fisici acquisiti in cambio merci o acquistati direttamente dai fornitori. Tali prodotti vengono destinati ai canali retail della società: i negozi a marchio Portobello e i marketplace. Tutto ciò che, per dimensione o tipologia, non si riesce a vendere in questi

di Adriano Lovera

Il Solna Centrum, venduto per 272 milioni

canali, viene ceduto ad altri rivenditori nel canale B2B. In sintesi, il modello di business della società, innovativo e circolare, prevede la vendita degli spazi media ai clienti inserzionisti: i prodotti ottenuti vengono venduti a prezzi competitivi attraverso la catena di negozi Portobello, mentre le rimanenze vengono distribuite ai rivenditori.


Acceleratore su media, dati, mixed-use

Com’è suddiviso il giro d’affari Dati in milioni di euro. Primo trimestre

Shopping centers Uffici e altro Eventi Property service

572,9 22 61,2 30,6

Property development 47,8

Il rendering del progetto, ormai abdicato, di Westfield Milano-Segrate

Il valzer delle cessioni Ma a parte l’aspetto commerciale, legato ad affitti e vendite, il colosso sta ridisegnando il proprio portafoglio in modo da ridurre il debito e concentrare le operazioni solo dove profittevoli. Nel solo primo trimestre, è stato ceduto per 272 milioni di euro il Solna Centrum, in Svezia, comprato da Alecta Fastighter. Inoltre, è stato ceduto il 45% del Westfield Carrè Senart (nella foto grande) al duo Société Generale-BNP Paribs, “con un beneficio a livello di riduzione del debito pari a 280 milioni di euro” segnala la nota del gruppo. Ed è già stata siglata l’uscita dal Gera Arcaden, in Germania, dove Urw deteneva il 51%. Ma il cuore della strategia “taglia debiti” riguarda gli Stati Uniti. Già il bilancio 2021 segnalava alcune operazioni di rilievo. “Nel corso del 2021, URW ha continuato a razionalizzare il suo portafoglio statunitense. Il Gruppo ha trasferito la proprietà di cinque centri regionali statunitensi (Citrus Park, Countryside, Sarasota, Broward e Palm Desert). Ciò ha comportato l’elimina-

zione dal bilancio di 411 milioni di debiti non ricorrenti e una plusvalenza netta positiva di 44 milioni di euro” segnalava il documento. La strategia di “razionalizzazione” del portafoglio a stelle e strisce è andata avanti. Il gruppo ha ceduto una porzione di oltre 130.000 mq relativi al piano di sviluppo in corso dell’ex Promenade Mall, nella San Ferdinando Valley di Los Angeles. Come riporta Bloomberg, Pacific Retail Capital si è fatta avanti per l’acquisto del Westfield Brandon Mall, vicino a Tampa (Florida). Secondo fonti di stampa, l’offerta sarebbe intorno ai 200 milioni di dollari e il ceo del potenziale acquirente, Steve Plenge, si aspetterebbe un rendimento annuale sull’investimento di tutto rispetto, pari al 9-10%. Il Wall Street Journal ha sostenuto che entro il 2023 il gruppo potrebbe vendere tutti i suoi centri commerciali, circa 25, negli Usa. Si tratterebbe di una retromarcia corposa, dal momento che solo quattro anni fa, nel giugno 2018, Unibail-Rodamco siglava l’acquisizione di tutte le proprietà di Westfield Corporation, per circa 15 miliardi di dollari.

Il colosso francese ha definito il campo d’azione, dove l’Europa avrà la parte principale. Ma non c’è all’orizzonte solo la riduzione del debito (che passa anche per operazioni di cartolarizzazione). Il management è anche al lavoro per implementare i ricavi derivanti dalla pubblicità e per sfruttare a dovere tecnologia e analisi dei dati, in modo da aumentare il tasso di conversione tra footfall e vendite effettive. “L’impareggiabile portafoglio europeo di URW offre una piattaforma unica per generare nuovi e significativi ricavi dalla pubblicità, dalla brand experience e dai dati, trasformando i 550 milioni di visite annuali del 2021 in un pubblico qualificato. Gli investimenti in asset mediatici e nella gestione dei dati genereranno 75 milioni di euro di ricavi netti annui entro il 2024, con un aumento di 45 milioni di euro rispetto al 2021 e un forte potenziale di crescita” si legge nel piano 2022-2024 presentato ai mercati. Non solo. URW è deciso a “sbloccare” quello che oggi definisce come un valore non espresso degli asset attraverso uno sviluppo mirato e sostenibile a uso misto, con particolare attenzione alle opportunità residenziali. “Entro il 2024, avremo rimodellato con successo l’attività per cogliere le prospettive future di crescita, incentrata sul nostro portafoglio di destinazioni “flagship” nei bacini d’utenza più ricchi d’Europa” ha commentato l’amministratore delegato, Jean-Marie Tritant. “I negozi fisici sono una parte essenziale della strategia omnichannel e drive-to-store dei marchi leader. I nostri 50 principali retailer in Europa, dal 2019, hanno aumentato con noi sia la loro GLA sia gli accordi a livello di MGR, mentre altrove hanno razionalizzato. Questa dinamica sosterrà il pieno recupero del nostro NRI retail europeo e dell’EBITDA del Gruppo su base stabilizzata ai livelli pre-COVID”. Jean Marie Tritant, amministratore delegato di URW

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MISTERY | Food

Servizio veloce e cortese

FRA LUCI E TV VINTAGE, PROVA OK PER FRA DIAVOLO La nuova pizzeria di CityLife, che ha sostituito P.I.E., si distingue per la qualità del cibo. Ma ci sono aspetti da calibrare in fretta

Il servizio è senza pecche. La prova, va detto, non era delle più difficili, la sera di lunedì 7 giugno, appena terminato il ponte per la festa della Repubblica. Con pochi milanesi in giro, il locale non era certo affollato, per quanto, fra interno ed esterno, di sicuro oltre la metà dei tavoli fosse impegnata. Siamo in sette. Pochissimi minuti dopo il nostro arrivo, alle 20.15, ci sediamo e quasi subito il cameriere prende l’ordine. Le bevande arrivano all’istante, ma anche le pizze (più qualche supplì d’antipasto) non tardano e alle 20.35 tutti sono già serviti. Visto che il brand punta molto sulla qualità della materia prima, testiamo tutti gli impasti: normale, multicereale e nero (con il carbone vegetale). E bisogna dire, in effetti, che la pizza è molto buona, farciture comprese. Gli impasti sono leggeri e forse quello che colpisce meno è proprio quello normale, mentre i due “speciali” premiano la scelta.

di Adriano Lovera

A CityLife, lo shopping center più alla moda di Milano, tra torri di Isozaki e casa dei Ferragnez, c’è stato da poco un avvicendamento sul fronte “pizza”. Nell’area food al primo piano, al posto di Pizzeria Italiana Espressa, è arrivato Fra Diavolo. Un cambio “in casa”, dal momento che i brand condividono in parte l’azionista (Gesa e Mir Capital). Lo abbiamo provato.

Però manca il caffè Ambiente rinnovato, stile vintage

La superficie è la stessa, ma il numero dei tavoli è aumentato, essendo sparito il percorso iniziale dell’ex P.i.e, in cui i clienti sceglievano man mano gli ingredienti. Tanti colori, tante luci, il locale si fa notare. Dappertutto c’è il claim “Eat pizza, make love”, simpatico, non irresistibile. Ci sono tanti oggetti di ispirazione vintage, come vecchi vinili, radio e tv forse degli anni ‘50, una bicicletta appesa, grandi lampadari pendenti. A essere precisini, ci sarebbe da chiedere che c’entra quest’arredamento con CityLife e tanto meno con il nome Fra Diavolo, ma comunque è piacevole. Anche le sedute interne sono vintage. Questo vuol dire che i fortunati si trovano una sedia imbottita, ad altri toccano quelle di legno, piuttosto durette. Va bè. L’apparecchiamento è minimal: tovaglina di carta, menù da scaricare sul Qr Code, una simpatica box di metallo che contiene le posate e un tagliapizza rotondo.

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Qualche pecca c’è, probabilmente dovuta all’apertura ancora “fresca”. Una delle pizze Pop non può essere fatta, manca un ingrediente. Verso le 21.20, il cameriere avverte che non si può fare il caffè normale, solo il “deca”. Finito anche quello. Poi, rispetto al locale precedente, ci vorrebbe una rinfrescata ai bagni, rimasti uguali. Il dehor invece è gradevole. In sostanza, la prova “pizza” è stata superata brillantemente. Ci sarà da lavorare su tanti aspetti richiesti dal mercato di oggi, per esempio creare una app o un qualche sistema di fidelizzazione. E magari, nel menù, allargare un pochino la scelta dei “frittini” d’antipasto. Però Fra Diavolo parte bene e si inserisce alla perfezione nell’offerta food del centro.


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MISTERY | Elettronica

solo per alcuni brand. Alla fine optiamo per un buon modello Hp, in offerta al 30% di sconto, quindi dobbiamo prendere quello in esposizione. “Non preoccupatevi, è come nuovo. Solo qualche minuto per ricondizionarlo”. Scopriremo, dopo, che i minuti di attesa sono invece 40, perché il pc va sostanzialmente riportato alle condizioni di fabbrica.

“Signore, la polizza!”

OGGI CAMBIO IL PC SÌ, MA CHE FATICA…

Racconto di un sabato pomeriggio di acquisti da MediaWorld, tra spazi che sembrano il grand hotel e assistenza ancora in affanno di Adriano Lovera

Ormai che si lavora da casa, il portatile sta tirando le ultime. E per chi non è troppo attento, il cellulare cade e si rompe spesso. È il momento di comprarli nuovi. Prendiamoli buoni, se no invecchiano presto (maledetta obsolescenza). Si prospetta, quindi, un piccolo/grande investimento, in cui spenderemo come niente più di mille euro. Un sabato pomeriggio di inizio giugno andiamo alla nota MediaWorld di viale Certosa a Milano, rinnovato a metà 2020. Un negozio importantissimo per la catena, il primo nel formato “tech village” (il secondo è a Rotterdam) basato sui più alti livelli di “experience” a favore del cliente.

Bella location: inizio promettente

Non solo per l’aria condizionata, contro il caldo torrido esterno, l’inizio è davvero promettente. Ambiente fresco, luminoso, spazi ampi. L’angolo bar non ha nulla da invidiare a un vero punto vendita di ristorazione. Ci sono chicche come la sfilza di postazioni gaming per i fanatici del gioco. E poi, lungo i muri esterni, tutti i corner dei singoli brand, da Apple ad Hp passando per Alexa-Amazon e Oppo, sono veramente gradevoli e moderni. Eppure, per tutta l’ora e mezza che passiamo in negozio, rimarranno sostanzialmente vuoti. E in effetti, in tutto lo spazio, non c’è poi così tanta gente, per essere le 16 di un sabato. Sarà il caldo o l’effetto eCommerce. Iniziamo la caccia al nuovo portatile Windows. La scelta non manca, guidata da un’utile suddivisione dei modelli, a seconda dell’utilizzo richiesto: professionali, svago, ultra potenti per il gioco. Il problema, però, si presenta subito.

Parte la caccia all’addetto

Dopo la caccia al prodotto, inizia la caccia all’addetto. E qui, inutile dirlo, non solo MediaWorld, ma tutte le catene di elettronica scontano un difetto di fondo. Lo sanno le aziende, ormai lo sanno anche i clienti. La caccia è antipatica, svilente. A chi chiedo? Magari, in questo periodo, anche questo settore incontra problemi nel reperimento delle risorse umane. Ad ogni modo, il ragazzo con la polo blu può dare solo informazioni tecniche: ce le dà, sembra competente, ma in sostanza segue una persona con la voce e altre due con lo sguardo. Per sapere se un prodotto è in magazzino o quali siano le caratteristiche dello sconto, serve invece il ragazzo con la polo rossa. E qui, almeno così racconta un addetto, ce n’è uno solo a presidio di quattro corridoi. Poi ci sono altre addette, che cercano di dare una mano ma in realtà rispondono

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Ma intanto andiamo agli smartphone. Qui abbiamo le idee chiare, vogliamo un Android di fascia medio buona (tra 400 e 500 euro), ne troviamo uno anch’esso in offerta (Samsung). Il ragazzo che ci assiste è solerte, ma onestamente, più che sulle caratteristiche tecniche, insiste a più non posso per inserire la polizza assicurativa (altro tema su cui, un giorno, varrebbe la pena spendere un articolo) in aggiunta alla normale garanzia. Tanto per curiosità, quanto costa la protezione? Sono circa 100 euro un anno, 149 euro per due anni. Il cellulare costava 599 euro, scontato al 20%, quindi circa 480 euro. La polizza costa tra il 20% e il 30% del prodotto stesso. Un po’ tantino, no?

Sensazione di distanza

Battute a parte. L’effetto che deriva da questa esperienza è davvero a due facce. Dal punto di vista estetico e della disposizione degli spazi e dei prodotti, non si potrebbe stare meglio. Però la bellezza resta fine a se stessa. Sì ha sempre la sensazione di dover correre, di non poter “sprecare” nessuna domanda perché quei secondi dell’addetto alla vendita sono preziosissimi e guai a mostrarsi impreparati e indecisi, perché il prossimo cliente è già in agguato alle spalle. Qualcuno cerca un accessorio da 40 euro, altri devono spendere un bel po’ per uno strumento di lavoro. Eppure, il tempo e la profondità del colloquio a disposizione, sembrano gli stessi. La nostra visita non ha esaurito l’ombrello di servizi che avremmo potuto testare, a partire da quelli digitali (tipo Pick&Pay) e diamo per scontato che funzionino alla grande. Ma avremmo voluto uscire dal negozio con quest’idea: la prossima volta torno, perché Paola, o Luca o chicchesia, mi ha servito alla grande. Invece, purtroppo, sembra ancora che sul mercato i clienti si rechino in un determinato punto vendita dell’elettronica o perché di strada o perché attirati dalla promozione del momento. Ma non, perché fidelizzati concretamente al servizio di un brand, rispetto a un altro.



RACCONTO | Retail street

VIA SARPI, MILANO: IL QUARTIERE CHE NON DORME MAI Passeggiare nella Chinatown milanese è un viaggio, un itinerario multi-sensoriale tra culture diverse, sapori, odori che attrae ogni giorno sempre più persone tra locali e turisti. Dopo la pedonalizzazione nel 2011, l’area è diventata oggetto di interesse di diverse insegne, italiane e cinesi. L’ampia offerta di street food, tradizionale e fusion, e i nuovi dehors hanno trasformato l’arteria principale del quartiere in un punto di riferimento per lo shopping, un ritrovo della movida e un luogo “social” per i giovanissimi smartworkers e nomadi digitali della città che approfittano dei locali con il wifi-free. La zona è in continuo mutamento, un grande cantiere aperto pronto a trasformarsi ancora, assecondando nuove mode e bisogni dei suoi abitanti sempre più cosmopoliti. A febbraio 2020 Via Sarpi è stata la prima zona a subire restrizioni per il Covid. Oggi l’area pedonale rinasce e si reinventa con tante nuove aperture. Tra le insegne storiche (come la pizzeria Da Giuliano, la macelleria Sirtori e la Cappelleria Melegari), i laboratori di sartoria cinese, le perle di tapioca dei “bubble tea” e vapori di ravioli e bao, c’è sempre posto per qualche novità. Noi siamo andati a dare un’occhiata. Nota: Le foto sono state scattate il 20 giugno 2022 alle ore 10,30 quando alcuni punti vendita erano ancora chiusi.

di Paola Oriunno

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Lavori in corso per la prossima apertura di Ippo Sushi Boutique, secondo locale milanese della famiglia Zhou, la stessa della famosa Ravioleria Sarpi, che si trova poco più avanti. A guidare l’insegna è lo chef Fabio Zhou, cresciuto in Italia, specializzato in sushi creativo.

2

New entry in Chinatown. È sbarcato il primo punto vendita italiano targato The Alley, la catena internazionale (con sede a New York) di bubble tea con centinaia di punti vendita nel mondo. Lavori in corso per l’apertura di un nuovo locale Mancuso Gelati Italiani 1920, la catena siciliana di gelaterie con diversi locali a Milano, Roma e Firenze.

4

In arrivo la catena di Pascucci, la catena di caffetterie italiane con filiali in oltre 25 paesi. pag. 48 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

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6 5

Uno degli ultimi ristoranti Rom’Antica, il brand del gruppo VERA (società controllata da Finiper) di Marco Brunelli. L’insegna conta oltre 30 locali distribuiti in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

9 8

La catena tedesca di profumerie resiste in Chinatown. Il brand ha subito un grosso contraccolpo con la pandemia chiudendo molti punti vendita. Oggi Douglas punta sull’eCommerce e sul canale farmacia con l’acquisizione del marchio Diaspo.

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Una nuova taqueria & mexican bar fondata da Alessandro Longhin, trevigiano, appassionato di mixology e con il Messico nel cuore. Questo è il secondo locale in città.

7

Arancine (o arancini), cannoli, pane ca meusa. Presente anche la tradizione siciliana in formato street food di A’Vucciria, la catena con 3 sedi in città e una a Pavia.

Il gruppo Kasanova, specializzato in casalinghi, continua a crescere e oggi conta oltre 700 negozi in tutta Italia, tra cui questo.

10 12

11

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Hekfanchai è la catena food che da oltre un anno diffonde a Milano la vera cultura gastronomica di Hong Kong. Questo in Via Sarpi è il quinto punto vendita in città.

A pochi passi da Douglas c’è anche un negozio della catena francese di profumerie Marionnaud presente in 8 paesi europei, con più di 900 punti vendita (13 a Milano). Presente, a breve distanza, anche un punto vendita L’Erbolario e un monomarca del brand MAC Cosmetics.

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Questo di Via Sarpi è stato il primo locale in assoluto. Oggi Kebhouze, la catena di kebab made in Italy firmata da Gianluca Vacchi, conta una decina di locali. Gli ultimi sono stati aperti al Fiordaliso, a Ibiza e a Oriocenter.

The Oriental Mall: il primo mall cinese di Milano (aperto nel 2013) della famiglia Hu è su tre piani e ha al suo interno due supermercati, diversi ristorantini, negozi di elettronica e abbigliamento.

16

Non poteva mancare il McDonald’s… Questo è in fondo a Via Sarpi, verso Via Canonica, e a pochi passi da KFC.

15 Ancora fusion, ancora sushi&mex. El Tacomaki è un format ideato da Samuele Serra, ceo e founder di Milano Restaurant Group, con due locali in città.

“Pinsa per te” è una catena specializzata in pinsa e conta 3 locali: Milano, Torino e Avigliana (Torino).

Fusho: un nuovo street food nato da un’idea di tre giovani imprenditori: Jay Lin, Alex Pan, Sam Ye e Davide Croatto. Un nuovo modo di mangiare sushi, mix tra la cucina giapponese e quella messicana. L’insegna conta 2 locali, l’altro è in Porta Venezia.

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A pochi passi da McDonald’s e KFC c’è MU Finest Italian Burger che fa capo al Gruppo My Chef. pag. 49 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


ECONOMIA | Scenari

SFIDE CHE RICHIEDONO PIÙ GLOBALIZZAZIONE

Chiudere Paesi e mercati non serve né a combattere la povertà né a prevenire le pandemie. Ma c’è bisogno di regole chiare

In molti Paesi cresce l’insofferenza verso la globalizzazione, ritenuta responsabile di varie problematiche, spesso dovute a norme nazionali. Eppure, molte sfide si affrontano meglio a livello globale, purché lo si faccia con regole chiare ed efficaci.

L‘importanza del commercio internazionale Il commercio internazionale di beni ha ripreso a crescere rapidamente dopo il crollo nel secondo trimestre del 2020 dovuto alla pandemia (-10 per cento rispetto al quarto pag. 50 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

trimestre del 2019) e nei primi tre mesi del 2022 è stato circa 8 per cento al di sopra del livello pre-pandemia (Cpb 2022). Le catene globali del valore, che pure sono state danneggiate dal Covid-19, hanno giocato un ruolo fondamentale per superare l’emergenza e anche laddove la natura globale della segmentazione e specializzazione dei processi industriali ha generato obiettive criticità, come nella farmaceutica, è difficile immaginare che lo sviluppo e produzione a tempo di record dei vaccini contro il virus sarebbe stato possibile senza catene di valore regionali. Inoltre, l’evidenza empirica suggerisce che paesi e regioni più integrati

di Andrea Goldstein e Mauro Pisu

tratto da lavoce.info

nell’economia globale, pur essendo esposti a rischi esterni, si riprendono più rapidamente da crisi economiche e catastrofi naturali.

Tutta colpa della globalizzazione? Questi dati e considerazioni mostrano la resilienza e capacità di adattamento degli scambi internazionali e delle catene globali di valore e il loro contributo alla ripresa economica post-Covid. Se ne potrebbe concludere che la globalizzazione (riferendoci con questo termine allo scambio di beni, servizi e capitali tra vari paesi)


è in piena salute e che i suoi effetti sono sempre e comunque positivi e ben accetti. Sarebbe, a dire il vero, una conclusione semplicistica e anche contro-producente. Un crescente disagio si manifesta in molti paesi e strati sociali verso la globalizzazione, ritenuta responsabile di disuguaglianza, impoverimento delle zone rurali e delle isole, de-industrializzazione, evasione fiscale, riciclaggio internazionale di denaro sporco, perdita di sovranità economica e politica. Si tratta di problemi reali, non immaginari, documentati da molti studi e in diversi paesi. I flussi finanziari verso i paradisi fiscali sottraggono importanti risorse ai governi nazionali e troppo spesso proteggono guadagni illeciti. La globalizzazione è poi associata all’immigrazione irregolare e all’aumento percepito della criminalità. Improvvisi e massicci flussi migratori, anche se provenienti da paesi con valori religiosi e norme comportamentali simili, possono creare problemi di integrazione non semplici da superare.

Mario Draghi, intervenuto a giugno all’Ocse, è un sostenitore della necessità di coinvolgere i Paesi emergenti nel commercio mondiale

Andamento del commercio mondiale

Scambio di beni globale, fatto 100 il dato 2007 Fonte: CBP Netherlands Bureau for Economic Analysis

Politiche nazionali e diseguaglianze Ma non è che le criticità siano il frutto del fallimento di politiche nazionali, più che della globalizzazione in sé stessa? I risultati variegati in molte di queste dimensioni dei paesi altamente globalizzati indicano che le politiche nazionali hanno un ruolo fondamentale per sfruttare appieno i benefici e limitare gli effetti nefasti della globalizzazione. Per esempio, i livelli di diseguaglianza e povertà rimangono assai diversi anche tra i paesi europei, malgrado siano soggetti a un’unica politica commerciale gestita a livello Ue. Differenti politiche sociali, del lavoro, di ricerca e sviluppo e i programmi per zone geograficamente svantaggiate fanno la differenza tra i vari paesi e sono alla radice dei diversi risultati dei paesi Ue in termini di povertà, occupazione, innovazione e sviluppo delle aree rurali. Anche la capacità di ricevere e integrare gli emigrati differisce notevolmente tra vari paesi in funzione delle politiche nazionali, come per esempio la disponibilità di corsi linguistici, le qualità delle politiche attive del lavoro e il funzionamento del mercato del lavoro. In generale, i paesi che hanno difficoltà a offrire servizi pubblici celeri e di alta qualità ai propri cittadini hanno anche difficoltà a integrare gli immigrati e viceversa.

La necessità della regolazione L’importanza delle politiche nazionali non deve però far dimenticare che la globalizzazione ha anche bisogno di regole internazionali da negoziare in molti sedi. Per esempio, assicurarsi che i flussi finanziari a livello globale riflettano scelte operative delle imprese che producano benefici economici a larga scala richiede una più forte cooperazione a livello internazionale per garantire che i paradisi fiscali e le agevolazioni che molti paesi permettono non

alimentino invece l’evasione e l’elusione fiscale (oltreché agevolare il riciclaggio di denaro sporco). Sfortunatamente, la globalizzazione delle regole ha progredito più lentamente della globalizzazione dei mercati, come ha mostrato ancora pochi giorni fa lo stallo della dodicesima riunione ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio, che si è tenuta a metà giugno. Il ritardo, accompagnato dalla percezione che le regole, anche quando vengono adottate, sono opache, inique e rigide, è alla radice del protezionismo e del “nativismo” che si sta affermando in molti paesi.

Coinvolgere i Paesi emergenti Ma non c’è nessuna fatalità. Per esempio, l’accordo raggiunto nel 2021 in sede Ocse per combattere l’erosione della base impositiva e il profit-shifting mostra come processi inclusivi e trasparenti (l’accordo Beps è stato negoziato e sottoscritto da 141 paesi, un numero più che triplo rispetto ai membri Ocse), anche su questioni tecnicamente complesse, possano produrre frutti importanti. La prevenzione di future

pandemie e la lotta al cambiamento climatico sono problemi – insieme ad altri, come la raccolta e l’utilizzo di grandi quantità di dati (anche personali) che l’intelligenza artificiale permette – che necessitano di più – e non di meno – globalizzazione e di un approccio globale, inclusivo e trasparente per determinarne le regole. Come ha sostenuto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento d’apertura della riunione ministeriale del Consiglio dell’Ocse del 9 giugno, presieduta quest’anno dall’Italia, “for our efforts to be fully effective, they must be sustainable over time and bring on board emerging and developing economies” (“perché i nostri sforzi siano pienamente efficaci, devono essere sostenibili nel tempo e coinvolgere le economie emergenti e in via di sviluppo”). L’apertura verso altre economie e società e il dialogo internazionale per trovare regole chiare ed eque, insieme a politiche nazionali efficaci, rimangono il punto chiave per la risoluzione dei problemi delle società moderne. * Gli autori sono entrambi economisti dell’Ocse. Le idee e le opinioni espresse in questo articolo sono da attribuire esclusivamente agli autori e non comportano alcuna responsabilità per le istituzioni di appartenenza. pag. 51 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


AEROPORTI | Novità

LINATE, CON FELTRINELLI IL RESTYLING È COMPLETO Dopo Malpensa, il brand milanese di librerie fa il bis. Con la nuova food court già a regime, il city airport di Sea si prepara al traffico estivo

Inaugurata, all’aeroporto milanese di Linate, la nuova libreria Feltrinelli, finora la più grande in uno scalo. Un’apertura importante sia per il brand di editoria, che in questo modo fa il bis con lo spazio di Malpensa (in collaborazione con Dufry), sia per il city airport gestito da Sea, che in questo modo completa il suo robusto restyling e si prepara per l’estate. “Con questa apertura completiamo l’offerta nella nuova area commerciale, dell’area Imbarchi” ha commentato Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, durante la conferenza stampa. “Una novità che coincide con una ripresa decisa del traffico”. Si tratta di 300 mq di spazio, con 10.000 titoli, area bambini, scaffale per libri in lingua straniera e una vasta selezione legata al viaggio. Una novità “battezzata” con la presenza della scrittrice Lorenza Gentile. “Questa libreria conferma la volontà di presidiare il canale travel” ha detto l’amministratore delegato di Feltrinelli, Alberto Rivolta. Il marchio di librerie è presente anche negli scali di Olbia, Malpensa, Napoli Capodichino, le stazioni di Milano Centrale, Garibaldi, Napoli Centrale, Torino Porta Nuova, Firenze Santa Maria Novella. pag. 52 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

A.L.

Estensione dello shopping milanese La nuova piazza commerciale di Linate (circa 8.000 mq) è stata rinnovata nel design e comprende brand di fascia alta come Emporio Armani, Fratelli Rossetti, Dolce & Gab-

bana a molti altri che spaziano da Unieuro a DoDo. Fa parte di un progetto più ampio costato 40 milioni di investimento, che hanno riguardato il re-design architettonico e funzionale dell’area check-in, dei filtri di sicurezza e dell’area duty free. Inoltre, è stata ampliata l’aerostazione con una nuova area, sviluppata su 3 livelli, che comprende i gate dall’1 all’8, la galleria commerciale e una food court, al mezzanino, dove si è scelto di concentrare la ristorazione. “Un’area food che, come ci conferma il partner Autogrill, sta avendo grande successo” ha aggiunto Luigi

Da sx, Alberto Rivolta, amministratore delegato di Librerie Feltrinelli, e Armando Brunini, amministratore delegato di Sea


Battuello, direttore commerciale non-aviation di Sea. La ristorazione di Linate adesso accoglie numerose conferme e qualche new entry, tra Briciole Bar, Caffè Milano, Ferrari, Illy Caffè, Juice Bar, McDonald’s, Mokà, Motta, Panino Giusto, Puro Gusto, Temakinho, Rinaldini, Storie di caffè, Saporè e Venchi. “Lo scalo di Linate è per eccellenza quello cittadino, molto milanese. Anche per questo volevamo Feltrinelli. Linate era già comoda, ora con il restyling è anche bella. Abbiamo anche un duty free da 1.300 mq, che ci avvicina agli altri city airport europei. Per sua natura, non può crescere oltre una certa misura in fatto di volumi di traffico, quindi lavoriamo per rendere gli spazi più attraenti e far aumentare la spesa media dei viaggiatori. Già da aprile, stiamo notando che questo effetto è realtà” ha aggiunto Battuello.

Luigi Battuello, direttore commerciale non-aviation di Sea

Recupero che sfiora il 90% Secondo dati emersi durante l’evento, il mese di maggio si è chiuso, a livello di traffico, a -12,9% rispetto al 2019 e per l’estate la società di gestione degli aeroporti milanesi attende un recupero intorno all’85%/90% rispetto ai volumi pre-pandemia. Anche quella del 2022 sarà un’estate caratterizzata da corto e medio raggio, tranne qualche eccezione, a partire dagli Stati Uniti. “La Cina è un fronte ancora chiuso; in recupero invece il Medio Oriente e i voli sul Nord Africa. Bene gli Stati Uniti, con 8 compagnie e 5 diverse destinazioni” ha spiegato Armando Brunini ai giornalisti. La guerra in Ucraina azzera anche i voli su Russia e Giappone, una limitazione che però non dovrebbe influire troppo. Il ritorno ai volumi pre-Covid? Per quel che valgono oggi le previsioni, nel 2024. Ma già il prossimo autunno servirà una conferma, per capire se ci saranno ancora contraccolpi a livello di contagi e per sondare il tenore dei consumi e dell’inflazione.

pag. 53 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


TRAVEL RETAIL | Estate 2021 SIGLE | Prospettive

LA CONFCOMMERCIO IN STALLO CON UNA LEADERSHIP SEMPRE PIÙ DEBOLE Fino a pochi anni fa pensavo che ci fosse solo un luogo dove, a causa dell’inclinazione dell’asse terrestre, nel giorno del solstizio d’estate il sole non tramonta mai, ma rimane sulla linea dell’orizzonte, senza sorgere né tramontare. Un luogo poco sopra il villaggio di Babbo Natale dove il tempo sembra fermarsi. Non ho trovato una istantanea più realistica di ciò che da qualche tempo è la Confcommercio. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Dove l’unica certezza è il tentativo del cerchio magico dell’anziano Presidente di immaginare ancora possibile il prolungamento sine die del regno di Carlo Sangalli (foto in alto) ormai inevitabilmente compromesso. I beneficiati degli incarichi ottenuti cercano di parlare d’altro per non esporsi. Nel mondo politico e istituzionale si comincia però a registrare un forte imbarazzo. Un provvidenziale contagio ha tenuto a debita distanza fisica il titolare del MISE Giancarlo Giorgetti, le defezioni registrate all’assemblea confederale, volutamente tenuta sottotono e spostata ad un’ora che evitasse interpretazioni malevole, ne sono il segnale più evidente. Così come le assemblee interne spostate e riproposte da remoto come fossimo nei momenti più duri del contagio da covid-19 solo per evitare spiacevoli domande. Impossibile nascondere un senso di disagio diffuso e palpabile. pag. 54 | retail&food | Luglio • Agosto 2022

di Mario Sassi, senior advisor e blogger

Si aspetta un passo indietro

Giancarlo Giorgetti, ministero dello Sviluppo economico

Negli ambienti che contano ci si aspetta un definitivo passo indietro del Presidente. All’interno comincia a crescere, tra chi ragiona sul futuro della confederazione, la convinzione che “falsus in uno, falsus in omnibus”: la persona che mente su qualcosa non è più credibile. E Carlo Sangalli sul punto giudicato dal Tribunale di Roma ha mentito, a detta di chi c’era, agli organismi confederali. “Il fatto non sussiste” nei confronti dell’ex direttore generale e dell’ex assistente sintetizza ciò che, tra qualche settimana, produrrà una corposa spiegazione di ciò che ha spinto il giudice in quella direzione. Oltreché la base per un secondo tempo di una partita che si preannuncia lunga e pesante per i danni non solo economici che ha provocato e che rischia di trascinare con sé, insieme alle responsabilità personali dell’anziano Presidente, quelle di chi, in nome e per conto della confederazione, ne hanno esposto l’immagine e minato la credibilità per sostenerne le tesi mettendo a rischio la confederazione stessa. Per questo c’è in gioco ben di più che questioni legate ad un riprovevole comportamento personale. La parola ades-


Bisogno di una rappresentanza nuova

so passa a chi non si è mai fidato della tesi del Presidente e ha pagato in prima persona ma anche a chi, pur in buona fede, si è fidato delle sue parole. Chi lo ha difeso solo per ottenere vantaggi personali ne seguirà probabilmente la sorte. O almeno c’è da auspicarlo. Due parti in commedia sono molto difficili da interpretare.

Maschilismo di fondo C’è comunque anche un aspetto culturale da recuperare. Lo dico soprattutto per quelle donne impegnate nella confederazione che non si sono riconosciute nelle affermazioni negazioniste che, negli organi confederali, sono state sostenute dalla Presidentessa di una Ascom lombarda che senza alcuna prova o elemento oggettivo si è lanciata in una difesa a spada tratta del Presidente a nome di “tutte le donne” della confederazione ritenendo, forse, che le accuse di molestie, provenendo da una semplice assistente, fossero di per sé meno credibili delle parole del Presidente confederale. C’è addirittura chi sostiene che la successiva sua nomina a vice presidente confederale sia decollata proprio a seguito di quell’appassionato intervento in difesa di Carlo Sangalli. Se fosse così, sarebbe molto grave. Non essendo assimilabile ad un alpino in gita, molto più facile da condannare e sanzionare nei comportamenti, i distinguo, i “ma” e i “però” sul comportamento del Presidente si sono comunque moltiplicati. E anche questo andrà chiarito. Non ci possono essere scorciatoie. Dentro e fuori della Confcommercio. Il maschilismo strisciante ha poi fatto il resto banalizzando un tema che non può essere banalizzato. E neppure sottaciuto. Il meetoo ha funzionato con Harvey Weinstein, l’ex produttore cinematografico statunitense. Non da noi. Almeno fino ad oggi. E questo è inaccettabile. Su questo l’intera Confcommercio deve fare ancora molta strada.

Pochi con standing adeguato A mio modesto parere le dimissioni di Carlo Sangalli, dovute a prescindere, per l’immagine ormai compromessa che fornisce dentro e fuori la Confcommercio, dovrebbero invece essere vissute come liberatorie, normali e scontate anche perché il Presidente non ha più nulla da dire da tempo. E questo ha condizionato chi lo circonda preoccupato di disturbare il leader e trovarsi così contro l’intero cerchio magico che mira a conservare l’esistente, così com’è, per ovvie ragioni. C’è una parte della classe dirigente che è arrivata al capolinea e che ha preso da anni l’andamento lento del capo. Tra i vice presidenti, se togliamo il vice presidente vicario Lino Stoppani, Fabrizio Palenzona e l’ultimo entrato Francesco Pugliese che hanno uno standing personale indiscutibile, e a prescindere da Confcommercio, il resto della compagnia non arriva alla sufficienza. E in molti territori e federazioni l’ossessione degli uomini del cerchio magico tesa a premiare la fedeltà al leader e non la lealtà alla confederazione ha abbassato il livello politico complessivo. Quindi Confcommercio ha ben altri problemi che le resistenze di Carlo Sangalli al suo pensionamento. Fortunatamente sia al nord che al sud ci sono ancora ottimi presidenti e direttori di Ascom che potrebbero dare il proprio contributo al rilancio della confederazione. Così come importanti presidenti di Federazione che si sono volutamente tenuti lontani dal sinedrio confederale. Restano però qua e là personaggi sopportati da tutti che non sfigurerebbero sul carrello dei bolliti di qualche ristorante stellato piemontese.

Confcommercio ha oggi altre priorità. Non può permettersi di non vedersi riconosciuto il suo peso organizzativo. Ha settori che hanno pagato un prezzo altissimo alla pandemia tra chiusure di attività o in difficoltà nella ripartenza addirittura nel reperire gli organici necessari, ha territori e associazioni in affanno su cui si riversano le tensioni e il disorientamento di chi non sa cosa aspettarsi nel futuro prossimo e ha un centro romano che ha perso gran parte della sua autorevolezza. Basta guardare le vere sfide per i comparti del terziario di mercato rappresentati in confederazione attraverso il filtro del PNRR per capire che la Confcommercio non sta incidendo in rapporto a ciò che la pandemia ha evidenziato in termini di innovazione necessaria. C’è un terziario moderno in cerca di rappresentanza che vuole crescere. C’è un perimetro del commercio nazionale che va ridisegnato, ci sono cambiamenti profondi nella ristorazione e nei piccoli esercizi commerciali chiamati a misurarsi con i cambiamenti nelle città e nei nuovi centri commerciali. C’è da gestire una vera e propria rivoluzione nel comparto dei trasporti e della filiera logistica anche sul piano associativo.

Il nodo del contratto nazionale Ultimo ma non meno importante un CCNL fermo da oltre due anni che non è più in grado, per evidente carenza di leadership politica, di anticipare e accompagnare le esigenze delle imprese. E non sto parlando né di quello del Turismo, dei piccoli esercizi e della ristorazione per i quali è evidente la necessità di muoversi con maggiore cautela. Sto parlando del futuro del terziario italiano che ha bisogno di una visione dell’innovazione che si appalesa nei convegni, nelle interviste e nelle riunioni interne ma che non trova poi alcuna vera messa a terra. Ed è su questi argomenti che si misura l’insufficienza delle leadership, la mancanza di una strategia di ripartenza e della passione necessaria per realizzarla. pag. 55 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


NEWS | Servizi e fornitori

myPOS cresce e lancia il nuovo servizio “payment tag” Prosegue nel 2022 l’attività di myPOS, un anno particolarmente vivace dopo l’inaugurazione a Roma del secondo experience store italiano (il primo è a Milano). myPOS lancia ora “payment tag”, un nuovo servizio che completa la piattaforma di soluzioni tecnologiche di pagamento. Questa opzione permette di inviare un link al cliente, che può così accedere in modo facile a una pagina web sicura e personalizzabile, in cui effettuare il pagamento con il metodo preferito. Per quanto riguarda la parte di contabilizzazione, essa seguirà quella della funzione Paylink inclusa nel tool di back office disponibile nel pacchetto myPOS. Non sarà richiesto lo scambio di documenti prima della transazione. Questi strumenti sono particolarmente importanti quest’anno, dal momento che il 30 giugno segnava la scadenza per mettersi in regola, dal punto di vista degli esercenti, con l’obbligo di accettare i pagamenti digitali. MyPOS, fino alla fine di luglio, viene offerta a un prezzo promozionale dall’azienda.

Ecco JoJolly, il marketplace per reperire il personale Cresce ancora JoJolly, la piattaforma che somiglia a un social network, nata in pandemia, che permette di incrociare in una app le richieste dei ristoratori con i profili dei lavoratori. Oggi conta 2.500 ristoratori e 15.000 lavoratori iscritti, mentre, alcuni mesi fa, è arrivato capitale fresco, grazie a un seed round da 350mila euro, interamente coperto da a|impact (veicolo d’investimento promosso da Etica Sgr). JoJolly, fondata da Mattia Ferretti, è nata soprattutto per far incontrare domanda e offerta di lavoro per ricoprire ruoli last minute o stagionali, ma nulla vieta che poi i rapporti si trasformino in contatti stabili. Tramite la app, i ristoratori pubblicano una richiesta, mentre i lavoratori possono compilare un calendario in cui segnare le proprie disponibilità, il tutto corredato dai profili dei potenziali candidati e da un sistema di “giudizi”, che rende nota l’affidabilità sia del datore, sia del personale. JoJolly si fa carico della burocrazia e della predisposizione del contratto, fornisce la copertura assicurativa e versa la ritenuta d’acconto in suo favore, retribuendolo non appena terminata la prestazione.

Con PlanRadar tutti i progetti real estate in cloud PlanRadar, soluzione lanciata per la prima volta nel 2014 in Austria, è un software provider in rapida crescita, tra i leader in Europa nella documentazione digitale, pianificazione e gestione della costruzione e dei patrimoni immobiliari. Negli ultimi 18 mesi ha raddoppiato il suo raggio d’azione, aprendo 7 nuove sedi in altrettanti mercati, tra cui l’Italia. Con un software disponibile su tutte le principali piattaforme e device, semplifica la documentazione dei progetti di costruzione e la comunicazione tra tutte le parti coinvolte (progettisti, imprese di costruzione, direzione lavori, fornitori e commercianti, supervisori della costruzione, proprietari di edifici e gestori). Fra Europa e Italia, vanta clienti come CBRE, Allianz Real Estate, Cushman & Wakefield e Stratbag, Percassi, Deerns, Knight Frank, Arcadis ed ESA Engineering. Oggi investitori di venture capital, delle costruzioni e del settore IT come la newyorkese Insight Partners e la società di venture capital e. ventures possiedono azioni di PlanRadar.

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World Travel Retail

Nigel Keal torna presidente di ETRC PARIGI – Nigel Keal è stato elettro presidente di ETRC, la confederazione europea che racchiude le sigle del travel retail. La nomina è avvenuta durante l’assemblea annuale dello scorso 14 giugno a Parigi. Per Keal si tratta di un ritorno, dal momento che aveva già ricoperto numerosi ruoli ed era stato presidente fra giugno 2019 e gennaio 2022. La sua rielezione si è resa necessaria dopo che Jennifer Cords, a maggio, aveva annunciato l’addio a Heinemann e, a catena, alla guida dei Etrc e dell’associazione nazionale tedesca. “Sono onorato di ricoprire questo ruolo ancora per un anno, in un periodo difficile, ma in cui andiamo senz’altro verso tempi migliori” ha commentato Keal. Stando alle dichiarazioni del presidente, il suo nasce per essere un ruolo di transizione, in attesa di un nuovo passaggio del testimone il prossimo anno.

Roma e Torino al top della classifica Aci

ROMA - Aci, Airport council international, ha premiato lo scalo romano di Fiumicino, gestito da Adr, come miglior aeroporto europeo nella categoria degli hub con oltre 40 milioni di passeggeri. È la quarta volta negli ultimi 5 anni che il Leonardo Da Vinci raggiunge la vetta in questa categoria. Particolarmente apprezzato, in fatto di sostenibilità, l’obiettivo di diventare “net zero emission” entro il 2030. “Siamo orgogliosi di questo primato. Stiamo lavorando alla realizzazione dell’aeroporto del futuro con maggiore ricorso alla tecnologia” ha commentato l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone. Nella stessa occasione, è stato premiato miglior scalo europeo per la sua categoria (fino a 5 milioni di pax) anche l’aeroporto di Torino, che si è distinto per la “capacità di ripresa messa in atto, nonostante la pandemia”.

Colpo Westfield: gestirà il retail del nuovo Terminal One al JFK NEW YORK - Sarà il colosso URW (Unibail-Rodamco-Westfield) a sviluppare la parte commerciale dell’intero nuovo Terminal del Jfk di New York, pronto nel 2026. L’annuncio è stato dato dalla stessa azienda e si riferisce al progetto del nuovo Terminal One, raccontato anche sul numero di marzo di retail&food. Si tratta di un’opera da 9,5 miliardi di dollari, che andrà a sostituire gli attuali Terminal 1 e 2. “Il nostro gruppo” spiega una nota “svilupperà e gestirà le piattaforme di ricavi non derivanti dal traffico aereo, tra cui ristorazione, retail, duty-free, intrattenimento e concetti esperienziali, su una superficie di oltre 18.000 metri quadrati. Il Terminal One stabilirà un nuovo standard a livello internazionale e si affermerà come uno dei 10 migliori terminal aeroportuali del mondo”. A occuparsi dei lavori, un consorzio di imprese tra cui Ferrovial, The Carlyle Group, JLC, Ullico. Prevista un’apertura a tappe fra il 2026 e il 2030.

Ritter Sport in cerca di partnership per promozioni nel travel ZURIGO – Ha preso il via dall’aeroporto di Zurigo l’attività promozionale di Ritter Sport, colosso tedesco del cioccolato, che solo in specifiche location e per particolari mesi dell’anno, allestisce un format particolare all’interno di negozi o duty free, in cui presentare prodotti, obiettivi di sostenibilità, supportati dall’hashtag #discoverRitterSport. La prima di queste attività promozionali, durata un mese, è stata ospitata in un duty free dello scalo elevtico di Zurigo, in partnership con Dufry. Ma dovrebbe trattarsi solo del primo passo di una serie. “Stiamo pianificando almeno altre due campagne promozionali negli aeroporti per il 2022, con l’obiettivo di averne altre 2 o 3, in scali strategici, nel corso del 2023. Utilizziamo un concpet specifico, solo per particolari mesi dell’anno e specifiche location” ha detto Jan Pasold, managing director del settore travel retail in Ritter Sport. La prossima tappa, di agosto, dovrebbe essere Francoforte. pag. 58 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


WHSmith, prima trimestrale più forte del Covid SWINDON – Il colosso inglese WHSmith ha pubblicato i conti del terzo trimestre fiscale (15 settimane terminate l’11 giugno), con ricavi che per la prima volta superano i livelli pre Covid. In modo particolare, i ricavi derivanti dal canale “travel” sono alcuni punti percentuali superiori allo stesso periodo 2019, mentre il canale “strade” per ora recupera soltanto il 79% di quei volumi. Ora, per l’intero anno fiscale, la società aspetta risultati nella parte alta della forchetta stabilita dagli analisti. “Nonostante l’incertezza dell’economia globale, siamo ben posizionati per andare in scia alla ripresa nei mercati chiave, anche grazie ai 125 nuovi negozi già aperti o in dirittura d’arrivo, tra cui molti con nuovi formati” recita una nota della società.

Lagardère porta il brand Anatomie al Marco Polo VENEZIA – Il brand americano Anatomie Style ha scelto l’aeroporto Marco Polo di Venezia per il suo debutto mondiale all’interno di un scalo, con un monomarca. L’apertura è avvenuta in partnership con Lagardère Travel Retail. Anatomie è un marchio con sede a Miami in forte crescita, che si caratterizza per la vendita di capi anti-piega, comprimibili, ideali per il viaggio. “Abbiamo lavorato a lungo per mesi e finalmente ce l’abbiamo fatta” ha commentato la co fondatrice del marchio, Kate Boyer. “Siamo grati al team di Lagardère per averci dati questa opportunità e speriamo che questa sia la prima di molte aperture in tutto il mondo”. Anatomie vende on line, ma finora come negozi fisici è presente solo negli Stati Uniti.

duty free world | by Kevin Rozario | London kevin_rozario@yahoo.com

How the wine and spirits category is rethinking its strategy in travel retail

Alcolici: nuova strategia in vista nel travel retail

Last year’s recovery was only a partial one with volumes sitting at 45% of pre-crisis levels. While 2022 and 2023 are expected to witness a further rebound, IWSR does not expect spirits volumes to return to pre-crisis levels until 2025. One problem is the lack of clarity on whether business travel will return in a meaningful way.

Nonostante la ripresa del turismo attesa quest’anno, i proprietari di marchi di vino e alcolici non possono certo aspettarsi che le cose tornino esattamente come prima della pandemia. Innanzitutto, perché questo settore è stato colpito pesantemente nella fase più acuta della crisi: secondo i dati della società di analisi IWSR le vendite di alcolici duty-free, nel 2020, sono diminuite di circa il 70%. La ripresa dello scorso anno è stata solo parziale, con volumi pari al 45% dei livelli pre-crisi. Mentre per il 2022 e il 2023 si prevede un’ulteriore ripresa, ma sempre secondo IWSR, i volumi degli alcolici non raggiungeranno i livelli pre-crisi prima del 2025. Un problema, sullo sfondo, è la mancanza di certezze sul ritorno significativo dei viaggi d’affari.

Jairo Lopez Suarez, head of global travel retail at IWSR says: “A reduction in business travel will lead to some hollowing out of the middle price segments (premium to ultra-premium), particularly in the Americas and Asia Pacific regions. Prestige products, however, should emerge relatively unscathed, thanks to their dedicated high-net-worth consumer base who will resume travel.”

Secondo Jairo Lopez Suarez, responsabile del settore travel retail globale dell’IWSR, “una riduzione dei viaggi d’affari porterà a un certo svuotamento del segmento di prezzo medio (da premium a ultra-premium), in particolare nelle Americhe e nelle regioni dell’Asia-Pacifico. I prodotti di fascia alta, tuttavia, dovrebbero uscirne relativamente indenni, grazie alla loro base di consumatori high-net-worth che riprenderanno a viaggiare”.

As travel rebounds this year, wine and spirits brand owners can’t just expect things to go back to how they were pre-pandemic. For one thing, this sector was hit very heavily at the peak of the health crisis with data from analyst IWSR indicating that duty-free spirits sales in 2020, fell by approximately 70%.

This latter point is being born out by high-end, and often exclusive, new launches in the channel – and some very high-value sales to shoppers over the past 12 months. But in general, beverage alcohol is going to have a much tougher time in travel retail than, for example, the bigger category of beauty. The latter has seen strong sales on the duty-free island of Hainan which, for many brand owners, have offset the big Covid declines seen in airports around the world.

Quest’ultimo punto è confermato dai nuovi lanci di prodotto di fascia alta, spesso esclusivi, nel canale. Ma in generale, gli alcolici nel travel retail andranno incontro a un periodo più duro rispetto, ad esempio, alla categoria più ampia del beauty. Quest’ultimo ha registrato forti vendite sull’isola duty-free di Hainan che, per molti brand, hanno compensato i grandi cali registrati negli aeroporti di tutto il mondo a causa del Covid.

For wine and spirit, there could be a move away from standard lines towards the high end. Investment dollars are already being saved for big, one-off pop-ups or standalone boutiques to enable direct communication with consumers which is increasingly what brands want. This means travel retail, especially at airports, will shift from a sales focus to a marketing one. The channel has always been a shop window for brands anyway, but now it could go to a whole new level.

Per quanto riguarda vino e liquori, potrebbe verificarsi un allontanamento dalle linee standard verso la fascia alta. Si stanno già mettendo in cantiere investimenti per grandi pop-up unici, o boutique stand-alone, per favorire un rapporto diretto con i consumatori, che sempre più è ciò che i brand desiderano. Ciò significa che il travel retail, soprattutto negli aeroporti, passerà da un’ottica improntata per lo più alla vendita, a una più tarata sul marketing. Il canale travel è sempre stato una vetrina per i marchi, ma ora potrebbe raggiungere un livello completamente nuovo.

Suarez says: “While there should, by rights, be a relative shift towards the lower end, inflationary pressures are more extreme for standard-and-below offerings at already tight margins, so this segment is now unlikely to be favoured in the long run”.

Suarez afferma: “Mentre in teoria dovrebbe esserci uno spostamento verso la fascia bassa, le pressioni inflazionistiche si fanno sentire di più proprio a livello di standard, dove già i margini sono risicati. Quindi è improbabile che questa categoria di prodotto sia favorita nel lungo periodo”.

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NEWS | International

New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito esposito_mail@yahoo.it

K11 ART MALL HONG KONG: LOCALISING THE SHOPPING EXPERIENCE Mentre l’Europa si è messa alle spalle le problematiche legate al Covid19 e le attività commerciali sono ripartite a pieno regime, in Cina, dove la diffusione pandemica desta preoccupazione a causa della bassa percentuale di vaccinati, le sue conseguenze sono ancora presenti con lockdown e ostacoli ai viaggi. In particolare, ad Hong Kong, Il turismo internazionale è stato praticamente inesistente negli ultimi due anni, al punto che gli arrivi totali di visitatori sono diminuiti di oltre il 90%. Questa situazione, confrontando l’andamento delle vendite retail rispetto all’anno precedente, era addirittura peggiorata nei mesi di febbraio e marzo di quest’anno per poi leggermente riprendersi ad aprile (Fig1). Le aggiornate previsioni dell’International Air Transport Association (IATA), il più grande ente commerciale di compagnie aeree del mondo, prevedono che il traffico passeggeri tornerà ai livelli pre-pandemia nel 2023. Di conseguenza, i consumatori locali sono diventati vitali per gli operatori commerciale e i retailers di una città che comunque vanta 7,5 milioni di abitanti. I retailers di Hong Kong, infatti, stanno sviluppando strategie alternative per attirare e fidelizzare i clienti locali. Per capire meglio questo fenomeno, portiamo a contributo il caso di K11 Art Mall, la prima destinazione di vendita al dettaglio in un museo al mondo, le cui vendite sono comunque cresciute del 30% anno su anno, mantenendo un tasso di occupazione complessivo vicino al 100% durante la seconda metà dello scorso anno. K11 Art Mall è un concept commerciale dove cultura, entertainment e shopping ruotano attorno all’arte. Nato ad Hong Kong nel 2008, grazie al suo fondatore Adrian Cheng, è ora presente anche a Shanghai, Guangzhou e Wuhan. Le direttrici su cui la Mall ha sviluppato le proprie strategie per accrescere i consumi da parte degli abitanti locali sono: - Il Brand mix: i consumatori locali sono sempre stati considerati importanti, in particolare quelli appartenenti alla Generazione Z, le cui preferenze sono mutate negli ultimi anni. Più interesse

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Fig.1: Retail sales 2022 Hong Kong vs anno -1 (tradingeconomis.com – census and statistics department HK)

a marchi e prodotti locali, a stili di vita più lenti e alla vita all’aria aperta. Come conseguenza, K11 Art Mall ha migliorato il brand mix, sia con nuovi flagship (come quello di North Face, marchio di sport all’aria aperta, che ha aperto il suo più grande store in Asia) che estendendo l’area K11 Select destinata agli stilisti asiatici. Inoltre, sono stati promossi piccoli pop-up a tempo limitato per brand locali o sbarcati in Asia per la prima volta che sono diventati una tendenza; - Lo Shopping O2O: la Mall ha stretto partnership con i brand ospitati per introdurre innovative esperienze offline to online con una unica piattaforma digitale che sfrutta anche le comunità dei fan di Wechat. Inoltre, la app K11 abbina lo shopping con contenuti culturali (come mostre e corsi d’arte) e con iniziative di redemption con cui i brand possono focalizzare i propri clienti target. - La Sostenibilità: Il rispetto della natura fa parte di un concept sostenibile con certificazione di bioedilizia, risparmio energetico e riduzione delle emissioni. A testimonianza dell’attribuita grande importanza alla sostenibilità, la Mall ha lanciato un’iniziativa che incoraggia i dipendenti dei negozi a prendere parte attiva allo sviluppo sostenibile. Quando si raggiungono gli obiettivi prefissati, come l’efficienza energetica o la gestione dei rifiuti, i brand ricevono vou-

cher che i propri dipendenti possono spendere presso i negozi presenti; - L’Arte: oltre alla collezione permanente di opere di artisti locali e internazionali, il pubblico può apprezzare l’arte durante lo shopping e il tempo libero in vari spazi multidimensionali. Il miglior esempio è stato l’hosting del primo Meme Museum del mondo, in collaborazione con la famosa piattaforma 9GAG, dedicato alle illustrazioni più famose del web con le foto e i post più memorabili che vengono esposti come fossero preziosi pezzi d’arte. Il museo propone ai visitatori un tour che, attraverso sette sezioni, li guida in un entusiasmante viaggio tra le oltre cento immagini che hanno fatto la storia della memistica nel mondo. La collezione di meme è stata acclamata dai giovani e l’evento ha battuto il record di ammissione al centro commerciale presso l’Art Space, dove il pubblico della Generazione Z ha rappresentato oltre il 70% dei visitatori. Attraverso questo concept retail innovativo, K11 si pone l’obiettivo di portare la cultura e l’arte nella vita quotidiana, rendendola accessibile con visite guidate d’arte, webinar, programmi artistici e workshop d’arte. Infine, La K11 Craft and Guild Foundation ha la missione di conservare e rivitalizzare artigianato tradizionale cinese in rapida scomparsa, sostenendo lo sviluppo dell’arte contemporanea cinese.


NEWS | International

Eataly apre il secondo store in California e negli USA sale a quota nove Adesso anche la Silicon Valley ha il suo Eataly. Il gruppo fondato da Oscar Farinetti ha inaugurato un nuovo punto vendita in California, nella Bay Area di San Francisco, più precisamente al centro commerciale Westfield Valley Fair di San Josè. Lo store ha uno spazio espositivo di 45mila piedi quadrati, circa 14mila metri quadrati, suddivisi su tre piani. All’interno, ci sono anche un wine bar, un bar, stand di prodotti italiani e locali e due ristoranti: La Pizza & Pasta e Terra, quest’ultimo tutto dedicato alla griglia con un dehor sul rooftop. Nel 2021, Eataly ha realizzato 464 milioni di ricavi grazie soprattutto ai negozi negli Stati Uniti (9 in totale). Meno brillante la performance europea, ancora in piena crisi pandemica. I dati arrivano da Tamburi investment partners (Tip), il gruppo azionista del brand guidato da Gianni Tamburi e Alessandra Gritti. Quest’ultima da poco più di un anno è anche presidente di Eataly.

Gorillas entra nelle “private label” con 5 linee

La piattaforma tedesca di delivery veloce Gorillas lancia quattro marchi private label per i mercati europei chiave Germania, Francia, Regno Unito e Paesi Bassi. Esclusa, almeno per il momento l’Italia. Già disponibili sull’app i primi prodotti che offrono un assortimento di circa 50 prodotti a prezzi accessibili. Le quattro linee sono Gorillas Daily, dedicato ai prodotti essenziali e di uso quotidiano; Gorillas Premium, prodotti di fascia alta; Hot Damn! la linea di caffè di alta qualità; Start-up beer con le birre artigianali. Tutti i prodotti sono realizzati da fornitori esterni che condividono con Gorillas l’impegno per la sostenibilità ambientale.

Amazon testa i droni in California e apre un altro fashion store in Ohio Bezos lo aveva annunciato nel 2013. Adesso Amazon fa sul serio e, a fine anno, gli abitanti della cittadina di Lockeford, in California, saranno i primi a ricevere un pacco dal colosso dell’eCommerce, ma con i droni. Tra test e autorizzazioni ci vorranno ancora diversi mesi perché il servizio diventi operativo, ma la strada per la consegna “volante” è aperta e rappresenterà una vera rivoluzione nel settore delle consegne. Altre grandi aziende, come Alphabet e Walmart, hanno iniziato a consegnare con questa modalità: il primo lo fa in Australia, mentre Walmart, per il momento, consegna a oltre 4 milioni di famiglie negli Stati Uniti. E, tra un volo di prova e l’altro, il gruppo apre anche un secondo negozio di abbigliamento. Dopo Los Angeles, questa volta Bezos ha scelto Columbus, nell’Ohio.

La Simon Property Group istituisce il National Outlet Shopping Day

L’11 giugno gli Stati Uniti hanno celebrato il primo National Outlet Shopping Day, un evento creato da David Simon, Ceo della Simon Property Group, il più grande proprietario di centri commerciali negli USA. L’evento, pensato come una specie di Amazon Prime Day, ha coinvolto 90 outlet premium di Simon e le proprietà del gruppo Mills. Come riportato dalla testata CNBC, l’idea è nata già all’inizio del 2019, ma “il Covid ha mandato all’aria il nostro piano”, ha detto Simon. L’obiettivo della giornata è di attirare più clienti nei punti vendita, premiarli con offerte e promozioni e aiutarli in un momento che vede l’inflazione schizzare alle stelle. “Al momento hanno aderito 300 retailer, ma l’anno prossimo spero di arrivare a mille. Naturalmente questo è il nostro giorno, ma accogliamo con favore la partecipazione di altri outlet”, ha detto David Simon.

Mango Francia: obiettivo 300 store entro il 2025

Il gruppo Mango rafforza la sua presenza in Francia con l’apertura di un nuovo concept store in Boulevard Haussmann, a Parigi, e l’impegno ad aprire più di 70 nuovi negozi nei prossimi anni. Il brand, che vede la Francia un “mercato strategico”, punta ad aumentare il numero dei punti vendita da 223 che aveva alla fine del 2021 a 300 entro la fine del 2025. Per raggiungere gli obiettivi quest’anno Mango prevede di aprire 20 negozi in Francia, inclusi 12 nuovi negozi in varie città tra cui Reims, Colmar, Orange e Tours. Gli altri otto saranno nuovi corner che opereranno nell’ambito di accordi con grandi gruppi come le Galeries Lafayette in città come Cannes, Lorient, Chambery e Lorient.

Il brand digitale Asos nomina un nuovo Ceo e sbarca nel “fisico”

Il gruppo Asos, colosso online di abbigliamento, da digitale è diventato anche fisico e dalla fine di maggio propone le sue referenze in dieci punti di vendita Nordstrom, tra cui Los Angeles, New York, Dallas e Chicago. La collezione è disponibile anche nel canale eCommerce del gruppo americano. Nel trimestre terminato il 31 maggio, l’e-tailer britannico a registrato una crescita complessiva delle vendite lorde. Le vendite nette, invece, “hanno subito l’impatto di un rialzo significativo del tasso di rendimento nel Regno Unito e in Europa verso la fine del trimestre, riflettendo la pressione inflazionistica sui consumatori, che incide sulla redditività”. I ricavi totali del gruppo sono cresciuti di appena il 4% a tassi di cambio costanti. L’azienda ha anche annunciato la nomina del nuovo Ceo, José Antonio Ramos Calamonte, che lascia il ruolo di Direttore Commerciale del gruppo. pag. 61 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


VETRINA

Con Planted, FUD Bottega Sicula apre al menù “veg” Il mese scorso, in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente, Planted ha lanciato insieme a FUD Bottega Sicula un menù al 100% vegano e vegetariano, a Milano, Catania e Palermo. Gli ormai best seller planted.chicken, pulled e kebab diventano protagonisti di burger, burritos, pite, insalate e altri piatti, nello stile FUD. Nel dettaglio, sette sono le nuove proposte: il Vegan Che Bab, una pita di grano farcito con planted.kebab, insalata mista, pomodoro, cipolla rossa, salsa tartara vegan, pesto piccante FUD; il burger Pulled Planted, racchiuso in un soffice pane artigianale con semi. Poi il Veggi Burrito con planted.chicken e servito con Golden Cis, salsa yogurt, peperoni, Mecsican FUD sous, pesto piccante FUD, insalata mista, pomodoro, cipolla, il tutto avvolto da una morbida pita. Due invece gli special al piatto: il Big Vegan Bab e il Big Planted. Leggerissime anche le insalate, tra cui la Marrachesc con il planted.kebab, iceberg, anacardi, avocado siciliano, zucchine con menta e aglio rosso di Nubia, salsa tartara vegan, olio extra vergine d’oliva Selezione FUD.

Salumi Rovagnati lancia la linea Ho.Re.Ca

Rovagnati, nota azienda di salumi destinati al grande consumo, decide di presidiare il canale ho.re.ca con un’apposita linea di prodotti, denominata HoReCollection. La campagna promozionale si avvale di un volto d’eccezione, quello di Joe Bastianich. La nuova gamma, ideale per panini, taglieri, pizze e altro, si compone di sette varietà nel segmento “cotti”, quattro nei “crudi”, due “mortadelle”, quattro tipi di “salame”, più sei proposte di “cucina express” (dai nuggets alle cotolette). Su tutti i pack sono presenti i QR Code che rimandano alle schede presenti sul sito www.horecollection.it. Nel corso della presentazione ufficiale della linea, a Torino, sono state gettate le basi di una collaborazione con PizzAut, l’associazione che ha aperto un anno fa a Cassina De Pecchi il primo ristorante interamente gestito da ragazzi affetti da autismo.

Dalle olive alle salse, Saclà rinnova l’offerta per il food service Per rispondere a un canale in continua evoluzione e sempre più alla ricerca di standard qualitativi elevati, Saclà rinnova e propone una vasta gamma di prodotti pensati per il food: dall’industria alimentare, agli chef e ai professionisti della ristorazione. Si va dai prodotti core, come le classiche Olive verdi snocciolate, i Carciofini tagliati sottolio e i Cetrioli sottaceto, fino ad arrivare ai più recenti Condimenti Riso e al classico Pesto al basilico. L’offerta si è recentemente arricchita con la linea di salse che racchiude i sapori di tutto il mondo: 15 referenze, che partono dai consueti maionese, ketchup e salsa barbecue, fino a quelle etniche come Guacamole, Salsa Greca, Salsa Messicana e la nuovissima Salsa alla Thai. “Stiamo anche lanciando una gamma di piatti pronti freschi, dedicati al canale bar, che offrono una vasta scelta di ricette ideali sia per l’estate, come insalate fresche di cereali, che per l’inverno, come risotti, polente pronte e contorni di verdure” afferma Federico Ghisolfi, direttore Commerciale e Marketing Italia di F.lli Saclà. “In questo settore stiamo riscontrando una grande voglia di innovazione”. pag. 62 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


VETRINA

Peroni, nuova immagine, stesso gusto unico di sempre Peroni Nastro Azzurro è la birra premium italiana più bevuta al mondo. Nasce nel 1963 come variante premium di Birra Peroni, diventando negli anni una vera icona di stile e Made in Italy all’estero, distribuita in oltre 70 Paesi. Si contraddistingue per l’utilizzo di materie prime di altissima qualità, come il Mais Nostrano – selezionato e coltivato in esclusiva per lei in Italia – che contribuisce a donarle il suo gusto unico, secco e rinfrescante. A partire dal 2022 il brand, per celebrare la visione creativa di Peroni, ha deciso di riportare nuovamente il nome “Peroni” sull’etichetta.

Da Robo quattro novità per il canale ho.re.ca

Robo (gruppo D’Amico) ha ampliato la sua gamma di referenze, con quattro novità adatte a diverse preparazioni, dalle tradizionali a quelle gourmet. Il primo è il Cavolo Cappuccio Viola marinato. Presentato a striscioline, è ideale per arricchire e insaporire piatti freschi, insalate e panini. Oppure si usa per realizzare risotti e vellutate. Seguono i “Friarielli” Broccoli alla Napoletana marinati, un contorno della tradizione partenopea, per accompagnare secondi di carne ma anche per la creazione di pizze, panini e torte salate. Arrivano poi le Cipolle Rosse Affettate Caramellate, ideali per hamburger, panini e pizze, oppure ottime per accompagnare carne, pesce e formaggi. Infine, la Granella di Pistacchio, novità della linea “frutta secca”, indicata per arricchire primi e secondi piatti, oppure ideale da utilizzare in pasticceria per la decorazione di dolci. Robo, durante l’ultima fiera Cibus, ha anche presentato il nuovo catalogo generale.

La scelta di Olitalia: solo olio 100% italiano tracciato

Olitalia, azienda italiana di proprietà della famiglia Cremonini, ha firmato un accordo con Filiera Agricola Italiana, con cui si impegna ad acquistare olio extravergine d’oliva 100% italiano, garantito e tracciato da Filiera Agricola Italiana, per il suo prodotto italiano di punta “ORO”. “Con questo accordo vogliamo contribuire alla valorizzazione della filiera italiana e offrire al mercato un prodotto che rispetti i valori etici della sostenibilità e di una maggiore garanzia sulla tracciabilità di filiera” ha commentato il presidente della società, Angelo Cremonini. L’operazione ha un vantaggio anche per gli agricoltori, garantendo loro un prezzo fisso. Sulla confezione Olitalia Extravergine 100% Italiano – ORO venduta in Italia, sarà applicato il logo “Firmato dagli agricoltori italiani”. Olitalia, attraverso 11 linee produttive, è un’impresa che oggi genera un fatturato annuo medio di 200 milioni di euro.

pag. 63 | retail&food | Luglio • Agosto 2022


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