retail&food 06 2021

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retailfood giugno 2021 • € 5,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER

Nuova fase per centri commerciali e food retail Chef Express accelera: focus sulle stazioni Parola di Cristian Biasoni Lo shopping piace low cost Estate 2021, tornano i top spender?



Editoriale

Riprendiamoci il retail

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inalmente c’è luce in fondo al tunnel: le vaccinazioni procedono a buon ritmo, i contagi sono in forte e costante calo, il piano di riaperture progressive previsto dal Governo ha riportato clienti nei centri commerciali anche nei weekend, e nei ristoranti anche a cena. A breve inizierà la stagione estiva che, pur con limitazioni e restrizioni, rappresenterà un momento di forte ripresa nei consumi. È presto per dire che è finita, non si può abbassare la guardia, il Covid è un male subdolo. Ma possiamo finalmente tornare a guardare al futuro con ottimismo, possiamo tornare a progettare lo sviluppo delle nostre attività. Il retail e la ristorazione escono da 15 mesi di pandemia con le ossa rotte, traumatizzati ma (quasi) tutti interi. Entrambi i comparti necessitano però di un profondo ripensamento: dalla produzione, alla logistica, dal fisico al digitale, dall’headquarter al punto vendita, fino al delivery. Nonostante tutto, molto “sarà come prima” e il new normal sarà simile al normal. Il retail non sarà mai tutto di Amazon & Co, né la ristorazione delle società di delivery. Ma una discreta percentuale delle nostre abitudini, procedure e relazioni cambierà, in parte è già cambiata. Vanno ripensate le logiche di base: la relazione col cliente, il ruolo di store manager e addetti alla vendita, la customer experience, l’omnicanalità, il layout degli ambienti, nuovi KPI per ritrovare la redditività, la relazione landlord-tenant, il traffic building, il rapporto con la politica, con la finanza, coi sindacati e le associazioni. Senza dimenticare la concorrenza sleale di operatori connessi alla malavita che sfruttano retail e ristorazione per riciclare denaro sporco. E poi occorrono riflessioni e azioni serie sul tema della sostenibilità, in ogni suo aspetto. Dall’inquinamento ambientale ai giusti compensi, dall’inclusione alla diversità, all’utilizzo di energie pulite: non basta comprare 10 auto ibride per la flotta aziendale e fare greenwashing da social network. A settembre si terrà Mapic Italy, il primo evento di Serie A dedicato al nostro settore. Un momento che può segnare l’inizio di una nuova partita. Noi ci saremo, con tante idee, persone coinvolte e due belle conferenze, sul food e sulla sostenibilità. Ma soprattutto con la voglia di ritornare a incontrarsi e a confrontarsi. C’è tanto spazio per migliorare e crescere, come mai prima… siamo finiti abbastanza in fondo. Sfruttiamolo al meglio, riprendiamoci il retail! Andrea Aiello

giugno 2021 | retail food

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INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.

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Anno 16 · numero 6 - giugno 2021 Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Adriano Lovera - adriano.lovera@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Pubblicità e traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Roberto Bramati, Giulia Comparini, Luca Esposito, David Montorsi, Roberta Motta, Kevin Rozario Grafica Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

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N. 6 giugno 2021

SOMMARIO 4 News 15 SPECIALE RETAIL&FOOD Spazio a food e sostenibilità a Mapic Italy

16 Cambio di poltrone 17 News Opening 20 News Sostenibilità 22 LA CRONISTORIA

Dai centri commerciali ai ristoranti, le date di riapertura

23 LINEE GUIDA

PER IL RETAIL La formazione continua: vezzo o necessità?

24 PAROLA DI

CRISTIAN BIASONI Chef Express accelera: focus sulle stazioni

28 TENDENZE RETAIL

Ok, il prezzo è giusto

32 NUOVI TREND POST-COVID La Yolo economy spiegata da mia figlia….

38 34 IL REPORT CNCC

Numeri e scenari post Covid

37 L’ANALISI RETAIL

REAL ESTATE Wellness & leisure, la nuova àncora dei centri commerciali

38 RETAIL IMMOBILIARE High street in pandemia, Montenapo sempre al top

42 MYSTERY SHOPPING FOOD California Bakery, prova ok, ma occhio all’attesa

44 TRAVEL AEROPORTI

Estate in arrivo, obiettivo 21 milioni di passeggeri

48 FOOD TREND In provincia corre il “local” delivery

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50 NETCOMM FORUM

L’eCommerce verso quota 39 miliardi nel 2021

52 L’INFOGRAFICA

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News Servizi e Fornitori World Travel Retail News International Vetrina La Foto

RUBRICHE

4 STOCK OPTION 8 RUBRICA LEGALE 14 DAL TABACCAIO 56 DUTY FREE WORLD 58 NEW MARKETS OUTLOOK giugno 2021 | retail food

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News

TRIUMPH SI ESPANDE IN ITALIA E SUD EUROPA

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riumph cresce nel 2021, con quattro nuovi negozi in Italia e l’avvio della start up retail in Spagna, che porterà inizialmente all’apertura in due outlet. Il brand di lingerie ha aggiornato il proprio piano di espansione, già iniziato nel 2020 con l’apertura post lockdown di tre store nel nostro Paese, negli outlet Mondovicino di Mondovì (Cn), Scalo Milano e Città Sant’Angelo (Pe). Adesso, il 28 maggio è arrivato il monomarca di Vicenza, nel centro storico (corso Andrea Palladio). Mentre l’11 giugno sarà la volta di Parma, sempre in centro. Le altre due operazioni verranno comunicate in seguito. “I focus principali saranno lo sviluppo della catena franchising, il completamento di alcune location in importanti città e maggior presenza nei principali outlet, oltre al restyling di diversi punti vendita” ha dichiarato Francesco Pergola, Retail Director South Europe & Training and Devolpment manager. La strategia riguarda Italia, Spagna e Portogallo con l’obiettivo di chiudere il 2024 con 76 negozi retail nella regione Sud Europa, rispetto ai 45 del 2019. In Spagna, lo sbarco avviene a Madrid presso il Getafe The Styles Outlets e al Las Rozas The Styles Outlets

PIÙ NEGOZI E UNA NUOVA LABEL PER LE SCARPE ALDO

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ldo, multinazionale canadese delle calzature, è pronta ad aumentare la propria presenza in Italia. Ad annunciarlo è stata la società Gaia srl, cui fa capo Aldo Italia, che proprio lo scorso novembre aveva inglobato il 100% di Aldo Italy srl. Per l’anno in corso, la società ha già definito l’apertura di 10 nuovi punti vendita, che porteranno le insegne Aldo a 45 in totale in Italia. Anche nel 2020, nonostante la pandemia, il marchio non era rimasto fermo e aveva dato vita a 4 nuovi monomarca e 5 shop-in-shop. La strategia passa anche per l’allargamento distributivo nel canale wholesale, in particolare grazie ad accordi con il retailer Pittarosso. E proprio 12 negozi Pittarosso sono stati i primi a ospitare, in appositi corner, l’esordio italiano del marchio Call It Spring, che si indirizza a un target giovane, con prezzi competitivi, ma caratterizzato dai prodotti “vegan” ed ecosostenibili.

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retail food | giugno 2021

Stock option |

SELL

BUY

NEUTRAL

FOOT LOCKER Primo trimestre, chiuso lo scorso 1° maggio, in forte crescita per Foot Locker, che ha riportato vendite in aumento dell’83,1%, passando dagli 1,18 miliardi di dollari del medesimo periodo del 2020 a 2,15 miliardi di dollari. L’utile netto del trimestre è stato di 202 milioni di dollari, rispetto a una perdita netta di 110 milioni di dollari, registrata nei primi tre mesi dello scorso anno.

ABG-AUTHENTIC BRANDS GROUP Secondo quanto riportato da Bloomberg, la società newyorchese che detiene brand come Brooks Brothers, Forever 21, Barneys New York e, più recentemente, Eddie Bauer, avrebbe avviato una serie di colloqui con potenziali advisor per l’Ipo. Al momento la valutazione della società ammonterebbe a 10 miliardi di dollari. L’azienda non commenta.

GEOX Geox ha archiviato i tre mesi al 31 marzo con ricavi per 148,35 milioni di euro, in riduzione del 18,9% rispetto ai 182,88 milioni ottenuti nei primi tre mesi dell’esercizio precedente. Il management della società italiana ha segnalato che sul trimestre ha impattato la perdita di fatturato derivante dalla razionalizzazione del perimetro in corso (-115 negozi rispetto al Q1 2020).

AEFFE I ricavi consolidati del gruppo romagnolo cui fanno capo i brand Moschino, Alberta Ferretti, Philosophy di Lorenzo Serafini e Pollini sono stati pari a 80,1 milioni di euro (vs 76,2 del Q1 2020). Nel periodo in esame l’ebitda consolidato è stato pari a 14,1 milioni, con un’incidenza del 17,6% sul fatturato, in aumento rispetto agli 8,6 milioni del primo trimestre 2020.

MACY’S Nei tre mesi al primo maggio, l’insegna Usa di grandi magazzini ha registrato un utile netto di 103 milioni di dollari, a fronte di una perdita di 3,58 milioni di dollari nello stesso periodo dello scorso anno. A seguito dell’ottima performance, l’azienda ha rivisto al rialzo le previsioni per l’intero 2021. Le vendite, infatti, sono ora previste tra i 21,73 e i 22,23 miliardi di dollari.

HUGO BOSS Il primo quarter 2021 di Hugo Boss si chiude in calo del 10,4% in termini di ricavi, nonostante il balzo in avanti delle vendite online e dello shopping in Cina. Tra gennaio e marzo 2021 il giro d’affari ha raggiunto i 497 milioni di euro, con un calo del 18% in Europa, Medio Oriente e Africa a 299 milioni, mentre l’America risulta in flessione del 19% a 80 milioni.

CANADA GOOSE Q4 migliore di sempre per Canada Goose, che nel quarto trimestre, chiuso il 28 marzo 2021, ha registrato 2,9 milioni di dollari canadesi, partendo dai 2,5 milioni di un anno fa. I ricavi totali sono aumentati del 48,2% arrivando a quota 208,8 milioni. Un risultato riconducibile all’incremento a tripla cifra delle vendite online globali e alla performance in Cina.

VINTED La piattaforma online C2C dedicata alla moda second hand ha raccolto 250 milioni di euro in un round di serie F mirati a finanziare la sua espansione internazionale, portare a nuove assunzioni e migliorare la customer experience. Guidato da Eqt Growth, il nuovo round di finanziamenti ha dato alla startup lituana una valutazione pre-money di 3,5 miliardi di euro.

VF CORPORATION Il gruppo che controlla Vans, The North Face, Dickies, Timberland e Supreme ha chiuso a marzo il fiscal year 2021 a quota 9,2 miliardi di dollari, in calo del 12%, con un utile di 407,8 milioni di dollari, pari al -40 per cento. L’azienda però ha rivisto al rialzo le previsioni per il 2022: è prevista infatti una crescita del 28%, equivalente a un fatturato di circa 11,8 miliardi di dollari.



News

PORTOBELLO: STRETTI ACCORDI PER ALTRI 10MILA MQ

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ndici nuove aperture per un totale di 10mila metri quadrati. Prende quota lo sviluppo di Portobello S.p.a., società proprietaria della omonima catena retail di prodotti di marca a prezzi accessibili e attiva attraverso l’attività di barter nel settore media advertising. La società, quotata sul mercato AIM Italia, ha sottoscritto accordi vincolanti per la locazione di immobili, per l’apertura di punti vendita a insegna Portobello in primarie location su strada e in grandi centri commerciali in Italia. Nel dettaglio: parco commerciale Grande Sud Giugliano (Na), i centri commerciali Porte di Torino, Merlata Bloom Milano, Grande Cuneo, Fanocenter (Pu), Porte di Catania, Romaest, Il Borgogioioso a Carpi (Mo) e I Malatesta di Rimini, più via Torino a Milano, che si va aggiungere alle atre recenti aperture meneghine. “Gli accordi rappresentano una pietra miliare nella storia di Portobello” ha commentato Roberto Panfili, Co-founder e COO di Portobello S.p.A. “Ora la società è in grado di potenziare la propria rete commerciale e consolidare il marchio”. La durata minima delle locazioni è di sei anni, per un costo annuo complessivo di 3,38 milioni di euro

POKE SCUSE DIVENTA GRANDE: OBIETTIVO 10 MILIONI E 30 NUOVE APERTURE

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oke Scuse, format di ristoranti nato a Jesolo nel 2018, punta a 30 nuove aperture entro fine anno e a chiudere il 2021 con un giro d’affari di 10 milioni di euro. La catena, creata appena tre anni fa da due giovani giovani imprenditori padovani, Christopher Clementi e Nicolò Zuanon, attualmente conta in Italia 19 ristoranti. “A Jesolo, da dove siamo partiti, mancava un’offerta di cibo fast ma allo stesso tempo salutare. Stanchi delle solite pizze al taglio o panini al volo ci siamo buttati nel mondo del poké” raccontano. Si tratta di solito di piccolissimi corner solo per

CONSUMI ANCORA GIÙ AD APRILE

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ncora negativo il dato sui consumi registrato dal consueto Osservatorio EYConfimprese, relativo al mese di aprile. Il saldo rispetto allo stesso mese del 2019 segna un calo del -62,8%. A pagare il prezzo più salato la ristorazione (-74,4%), seguita da abbigliamento e accessori (-63,3%), con gravi conseguenze sulle vendite delle collezioni primaveraestate. Male rispetto agli andamenti dei mesi precedenti il non food che chiude a -35,2%. Nel confronto aprile 2021-aprile 2019, la Sardegna ha registrato il trend peggiore tra le regioni e perde il 79,4%. Palermo maglia nera a -81,1%. 6

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NIENTE CRISI DEI LIBRI, MONDADORI RETAIL SI ALLARGA

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l’asporto, come quello iniziale, ma anche di locali dove fermarsi a pranzo e a cena, sempre comunque con una portata limitata al massimo a 20 posti a sedere, per mantenere l’anima improntata al delivery e gestire più facilmente i locali. Il piano di business prevede di raggiungere entro 5 anni 150 nuovi punti ristoro, suddivisi per il 70% a gestione diretta e 30% in affiliazione. Il progetto si completa con il marchio di caffetterie “AfterScuse”, un corner dedicato alle colazioni che, dopo una fase di test, sarà inserito all’interno di tutti i ristoranti della catena.

ondadori Retail annuncia l’apertura di 10 nuovi punti vendita in tutta Italia, sia a gestione diretta sia in franchising. Agli store verrà affiancato un piano di potenziamento dell’offerta, digitalizzazione e l’avvio di un percorso di formazione dei librai. “È prioritario investire sia nello sviluppo delle librerie fisiche sia nell’arricchimento dei servizi. Privilegiamo punti vendita di medie dimensioni, in gestione diretta nelle città più grandi, in franchising nei piccoli centri” ha commentato Carmine Perna, amministratore delegato di Mondadori Retail. Tra le novità, hanno già aperto i battenti il Bookstore all’interno del Bicocca Village, a Milano, e quello di Pontecagnano (Salerno), dentro il Centro Maximall. Entro fine luglio arriveranno Portogruaro (Venezia), nel centro commerciale Adriatico2, e San Martino Buon Albergo (Verona), all’interno de Le Corti Venete, cui seguiranno in autunno altre tre librerie dirette nelle regioni del centro-nord. Accanto al rafforzamento dei negozi, Mondadori Retail punta anche alla valorizzazione di specifici segmenti di mercato, con l’introduzione del nuovo format Just Comics, una fumetteria nella libreria.



La Rubrica legale | a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Franchising e obblighi informativi: attenzione al contratto!

L’

adempimento degli obblighi informativi precontrattuali del franchisor rappresenta un aspetto essenziale della disciplina del franchising. Tra le diverse informazioni che devono essere fornite dal franchisor prima della sottoscrizione di un nuovo contratto ve n’è una che rappresenta un aspetto cruciale della trattativa e può risultare particolarmente problematica laddove ci si trovi poi in sede litigiosa col franchisee: l’indicazione di stime o margini di possibile guadagno che il franchisee potrebbe trarre dalla sottoscrizione del contratto di franchising. Ma di cosa si tratta esattamente? In realtà si tratta di una informazione che solitamente viene data con varie modalità più o meno dettagliate o sofisticate. Analizzando la giurisprudenza si rinvengono diversi esempi, tra i quali la consegna da parte del franchisor di un business plan (nel quale, oltre al dettaglio dei costi nei quali il franchisee incorrerà per l’avvio dell’attività, il franchisor indica anche i possibili ricavi), semplici indicazioni inviate tramite e-mail, brochure di sponsorizzazione dell’attività in franchising, etc. La giurisprudenza si è spesso occupata di casi nei quali – tra le diverse domande formulate dal franchisee – viene richiesto ai giudici di accertare la violazione del principio di buona fede da parte del franchisor proprio a causa della non corrispondenza tra i guadagni prospettati da quest’ultimo e i guadagni effettivamente conseguiti dal franchisee. Ad esempio, il Tribunale di Treviso in un’interessante sentenza del 2017 si è soffermato proprio sulla definizione di business plan. Nel caso di specie, la Corte rigettava la domanda di annullamento del contratto di franchising svolta dal franchisee, sull’assunto che il franchisor gli avrebbe fornito un falso business plan, sottolineando che un business plan, non può essere falso (a meno che non si dimostri che sono false le premesse), poiché si tratta di una mera prognosi circa l’andamento

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retail food | giugno 2021

Avv. Giulia Comparini

dell’attività commerciale e poiché, nel caso di specie, il franchisor non aveva assunto alcuna obbligazione contrattuale di risultato. Altro caso interessante è stato deciso dal Tribunale di Milano nel 2019. In tal caso il franchisee citava in giudizio il franchisor - con il quale aveva concluso nell’arco di quattro anni tre diversi contratti di franchising - sull’assunto che quest’ultimo lo avrebbe tratto in inganno sui risultati attesi dall’attività con una brochure informativa ove veniva indicato che la rete commerciale era in continua crescita ed era caratterizzata da un “fatturato stimato medio annuo di Euro 260.000,00 per punto vendita,” con elevati margini di utile. Il Tribunale escludeva che l’indicazione contenuta nella brochure fosse idonea a cagionare il pregiudizio lamentato dal franchisee in quanto era formulata in maniera palesemente priva degli elementi necessari per rappresentare la capacità reddituale della futura azienda condotta dal quest’ultimo. Inoltre, il giudice riteneva che il fatto che fossero stati stipulati fra le parti, nell’arco di quattro anni, tre diversi contratti per tre diversi punti vendita fosse la prova che tale pubblicità ingannevole non poteva esser stata posta alla base della volontà negoziale del franchisee, il quale avrebbe dovuto e potuto rilevare nel suddetto arco temporale le reali capacità reddituali derivanti dai contratti stipulati col franchisor.

Ma non sempre i giudici si sono espressi in senso favorevole al franchisor.

È il caso del Tribunale di Milano che nel 2018 ha dichiarato l’inadempimento del franchisor all’obbligo di correttezza e buona fede durante le trattative volte alla stipula del contratto in quanto aveva prospettato ottimi guadagni ai propri franchisee cui aveva sottoposto rendiconti previsionali che non erano poi risultati attendibili. In tal caso, il Tribunale pur dichiarando il franchisor

inadempiente, respingeva la domanda risarcitoria avanzata dai franchisee secondo i quali i danni patiti sarebbero consistiti nella differenza tra i guadagni prospettati dal franchisor e quelli effettivamente conseguiti. Il Tribunale affermava infatti che tale differenza non costituiva, di per sé, un pregiudizio risarcibile, non avendo dimostrato i franchisee la sussistenza del nesso causale tra il comportamento del franchisor e le perdite subite.

La sentenza del Tribunale veniva poi confermata anche dalla Corte d’Appello di Milano nel 2020, secondo la quale il mancato utile conseguente alla matematica differenza tra i costi effettivamente sopportati e quelli preventivati non poteva certamente essere qualificato quale danno causalmente prodotto dalla condotta del franchisor, anche perché nel contratto in essere tra le parti vi era una specifica clausola con la quale il franchisor indicava che non vi era alcuna garanzia circa l’effettiva produttività dell’esercizio ed il conseguimento dei risultati.

Conclusioni

Alla luce della giurisprudenza citata, appare evidente che le clausole contrattuali con le quali veniva dichiarata dal franchisor la mancanza di alcuna garanzia per il conseguimento dei risultati unitamente al fatto che nei documenti trasmessi (business-plan, brochure, etc.) fosse descritta chiaramente la loro natura di documenti previsionali e di stima, sono stati elementi che hanno pesato nelle diverse decisioni dei giudici. Pertanto, è molto importante che il franchisor presti attenzione, nella fase informativa precontrattuale, a non ingenerare nel potenziale franchisee aspettative di risultati economici cui quest’ultimo possa fare affidamento, anche sulla base di documentazione fornita dal franchisor. È inoltre importante chiarire nel contratto e nei documenti ad esso allegati che qualsiasi previsione economica circa i risultati attesi non rappresenta una garanzia di raggiungimento di detti risultati, bensì soltanto una stima ipotetica e una semplice proiezione di dati numerici.


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PASTA RIPIENA

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News

PIQUADRO MESCOLA I BRAND AL FRANCIACORTA VILLAGE

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ll’outlet Franciacorta Village ha riaperto il negozio Piquadro, dopo un’operazione di restyling. La novità, alla riapertura, consiste nel fatto che al marchio Piquadro è stato aggiunto quello di The Bridge (parte della stessa proprietà). È segno di una nuova strategia di marketing e commerciale che interessa alcuni punti vendita, in cui si mescolano due linee solitamente distinte, quella più formale e classica di The Bridge a quella più giovanile e informale di Piquadro. Rispetto ai risultati finanziari, nell’anno fiscale chiuso il 31 marzo 2021 Piquadro ha accusato un declino dei ricavi del 25,4% a 113,5 milioni di euro, ma l’ultimo trimestre portava con sé già i segni della ripresa: +3,5% a 31,5 milioni. Nel complesso dei 12 mesi, le vendita derivanti da eCommerce sono balzate del 70%.

LA STRANA COPPIA, IKEA-GLOVO ALLEATI ALMENO FINO AD AGOSTO

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ino al 31 agosto, in sei città italiane, si potranno ordinare da casa le famose polpette svedesi di Ikea, più gli altri piatti tipici dei ristoranti self service dei negozi, grazie a un accordo siglato con il delivery Glovo. Si possono ordinare sia i piatti caldi preparati nei ristorante e nei bistrot, sia i prodotti confezionati della Bottega Svedese. Il servizio per ora coinvolge gli store Ikea di Milano (Corsico e Carugate), Roma (Anagnina e Porta di Roma), Firenze, Brescia, Bari e Padova. “La nostra promessa è di essere

vicino alle persone. Così, abbiamo voluto rendere ancora più accessibili anche i prodotti della nostra area food” ha detto Katya Maffeo, Country Food Manager di Ikea Italia. “Da oggi la nostra offerta si arricchisce” ha dichiarato Agustina Clair, Head of Quick-Commerce & Food Innovation di Glovo Italia. “Questo conferma come il delivery rappresenti uno strumento facilmente attivabile per qualsiasi tipo di esercizio commerciale, che vuole raggiungere attraverso un canale aggiuntivo i propri clienti”.

CBRE METTE LE MANI SUL “MAGNIFICO” DI AREZZO

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l centro commerciale Al Magnifico di Arezzo passa nel portfolio gestionale di CBRE. L’incarico di property management del mall toscano è stato conferito dalla proprietà Novalis S.p.A. A oggi, il centro si presenta “full let” e, oltre a servizi come il solarium e il centro Fitness & Wellness, ospita otto sale cinema HD a insegna UCI Cinema, un family entertainment center e un laser game. All’interno della food court, che include operatori quali Tigelleria Toscana, Sakura, Ristoburger e Taverna Greca Bouzouki, sono inoltre presenti diversi schermi per la visione di eventi sportivi. “Con questo incarico, CBRE rafforza la sua presenza in Toscana” afferma Franco Rinaldi, Head of Property Management di CBRE Italy. “La gestione del centro coinvolgerà la nostra piattaforma integrata Retail, che seguirà anche, attraverso il team Retail Development Solutions, specializzato in leisure e F&B, il concept design di refurbishment degli esterni e degli interni”.

SEPHORA METTE I SUOI LOCKER AL CENTRO COMMERCIALE

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ephora ha deciso di investire sull’omnicanalità e sulla possibilità, per gli utenti, di acquistare on line e ritirare in negozio con il sistema “Click & collect”. Ma oltre ad appoggiarsi a un negozio tradizionale, sta iniziando a sistemare i suoi locker completamente automatici, già utilizzati da tanti operatori della gdo o dell’eCommerce, da Amazon a Esselunga. Uno dei primi esempi

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è stato posizionato all’interno della galleria commerciale I Gigli di Campi Bisenzio, di Eurocommercial properties. Il locker automatico è posizionato fuori dal negozio Sephora e funziona, in sostanza, come alternativa al ritiro in negozio, che permette di saltare la coda. Un modo per rendere ancora più veloce l’esperienza di acquisto che mescola fisico e digitale.



News

IL NUOVO APPLE STORE DI ROMA A PALAZZO MARIGNOLI

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detta dei manager di Apple, si tratta di uno dei progetti di restauro più significativi mai operati dalla società a livello mondiale. Il nuovo Apple store di via del Corso, a Roma, prende forma all’interno di Palazzo Marignoli, storico palazzo costruito nel 1873, dove risiedevano gli omonimi marchesi, che per anni ha ospitato l’iconico Caffè Aragno. Diverse opere d’arte esposte al caffè sono state restaurate e reintegrate nel nuovo design del negozio, compresi diversi pannelli di graffiti creati dal pittore italiano Afro Basaldella nel 1950. Apple Via del Corso apre portando con sé anche una novità assoluta, Made in Rome, il primo programma Today at

Apple pensato per fornire alla prossima generazione di ragazze e ragazzi romani ispirazione, competenze e strumenti per esplorare le loro passioni. Apple ha creato sessioni guidate da un gruppo di oltre 40 artisti locali che operano nei campi della musica, dell’arte e del design, della creazione di contenuti e dei video, con l’obiettivo di sostenere le co-

DENUNCIA DEI SINDACATI: DISNEY CHIUDE TUTTI I SUOI 15 NEGOZI

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isney si appresta a chiudere i suoi 15 negozi fisici in Italia, in cui lavorano circa 230 persone. La notizia è stata data dai sindacati confederali e non smentita dal gruppo, che anzi avrebbe già messo in liquidazione il soggetto societario italiano cui fanno capo gli store. La notizia ha colto di sorpresa dipendenti e sigle sindacali, benché la strategia globale del gruppo fosse già nota. Disney non ha mai rilasciato comunicati ufficiali relativi alle chiusure, ma la stampa ha già riportato l’intenzione di chiudere almeno 60 negozi nel Nord America. I dati del secondo trimestre fiscale (chiuso a fine marzo) hanno mostrato un calo dei ricavi rispetto al trimestre gennaio-marzo del 2020, scesi del 13% a 15,6 miliardi di dollari, un dato inferiore alle attese degli analisti. Nel comunicato, rispetto al canale dei negozi retail, si parla solo genericamente di svalutazioni dovute a un certo numero di chiusure già avvenute.

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retail food | giugno 2021

munità locali della città nei corso dei prossimi mesi. “Non vediamo l’ora di iniziare un nuovo capitolo a Roma con questa apertura” ha dichiarato Deirdre O’Brien, Senior Vice President Retail + People di Apple. “Il nuovo negozio rappresenta una celebrazione dell’unicità della storia artistica e culturale di Roma”.

GAP ABBANDONA L’EUROPA. SALTANO LE PRIME VETRINE A TORINO E MILANO

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a catena di abbigliamento statunitense Gap ha deciso di chiudere due negozi in Italia, a Torino e Milano. Nel primo caso, si tratta dello store presso il centro commerciale Le Gru (Grugliasco). A Milano, invece, chiude la vetrina del centro commerciale Fiordaliso, resiste per ora quello centrale di corso Vittorio Emanuele. La notizia è stata data dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Sono 25 i lavoratori coinvolti dalle chiusure. Inutile sperare in un ripensamento da parte di Gap. Lo scorso 22 ottobre, in una nota ufficiale, Gap Inc (gruppo che controlla Gap, Banana Republic, Old Navy, Athleta) aveva annunciato una drastica revisione della sua presenza in Europa. “Una delle opzioni possibili è la chiusura di tutti i negozi a marchio Gap in Gran Bretagna, Francia, Irlanda e Italia entro la fine del secontro trimestre 2021” scriveva Mark Breitbard, Head of Gap Brand Global. La strategia, per ora, non è stata così drastica. Ma la stretta sul numero dei negozi è ormai tracciata. Questo però riguarda i negozi gestiti direttamente. Gap ha fatto sapere, comunque, di prendere in considerazione forme di partnership, a partire dall’affiliazione in franchising.


VIVO RISTORANTE RADDOPPIA A MILANO

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IVO apre il suo secondo ristorante a Milano, in zona Moscova, a ridosso del quartiere Brera. Per la catena della famiglia Manno si tratta del quinto ristorante in Italia, dopo Milano-City Life, Firenze, Capalbio e Parma. Vivo è specializzato nella cucina di pesce fresco, ispirato ai piatti tipici dei pescatori dell'Argentario. Il brand è parte del gruppo Manno, con sede in provincia di Grosseto, che comprende anche Manno Milano e Manno Roma (entrambi attivi nella vendita di prodotti ittici a Gdo, pescherie, ambulanti, ristorazione), Jean Deroy (acquisto e confezionamento del pesce in Francia, vicino a Boulogne Sur-mer) e Roman’s (distributore specializzato in ostriche della Bretagna).

CON VERONA E SETTIMO (TO) MACHA POKÈ FA 10

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acha Poké ha appena messo a segno due aperture primaverili, alle porte di Torino e Verona. Nel primo caso, il nuovo ristorante si trova all’interno del Settimo Cielo Retail Park (Settimo Torinese). È il secondo investimento ravvicinato nel torinese, dopo l’apertura a Vinovo, presso il Mondo Juve Shopping Village. In Veneto, invece, la novità riguarda il centro commerciale Grand’Affi, nell’omonimo Comune in provincia di Verona. E con questa operazione, la catena fondata da Antonio Scognamiglio e Tunde Pecsvari (ex di Bento Sushi) è arrivata a 10 punti ristoro, compresi quelli inseriti nei negozi a marchio Macha Cafè. giugno 2021 | retail food

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News

DAL TABACCAIO F676+WF Milano

FINIPER: ALTRO ACCORDO CON CONFIMPRESE SUI CANONI D’AFFITTO

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iniper, guidato dall’imprenditore Marco Brunelli, sigla un nuovo accordo a sostegno degli associati Confimprese,l’associazione del commercio moderno che rappresenta 40mila punti vendita in Italia, 350 brand commerciali e 600mila addetti. Finiper offre la riduzione del 50% del canone d’affitto per ogni giornata di chiusura dell’attività, relativo al periodo compreso fra il 1 gennaio e il 31 maggio 2021, a tutti gli associati presenti a Il Centro di Arese, a Piazza Portello nel cuore di Milano, includendo anche tutto l’intero patrimonio immobiliare del Gruppo Finiper. Tale sconto sarà applicato in un’unica soluzione sul dovuto relativo al 3° trimestre.

SI LAVORA SMART NEL NUOVO QUARTIER GENERALE DI UNIEURO

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ura e affreschi storici, nel cuore di Forlì, fanno da cornice a un concentrato tecnologico all’avanguardia. È il mix che caratterizza la nuova sede di Unieuro, all’interno di palazzo Hercolani. La firma del contratto di locazione pluriennale con UnipolSai assicurazioni, proprietaria dell’immobile, risale all’autunno 2020, cui sono seguiti circa sei mesi di lavori per l’adeguamento degli spazi. Nel palazzo storico risalente al ‘400, i 250 dipendenti hanno a disposizione circa 180 postazioni, 16 meeting room, spazi per il relax, sale vetrate e, soprattutto, un sistema di connessione basato su una app che permette loro di prenotare le postazioni e ottimizzare le ore di lavoro trascorse in sede. L’obbligo di presenza è fissato in soli 45 giorni l’anno.

El pelapioecc (pelapidocchi, più che un tirchio) Definizione coniata dal “compagno elettrauto”, dal 1967 all’angolo opposto della tabaccheria. “Mi dispiace non sono in grado disse”. Passò alla storia del quartiere quando il tirchione volle, nel precedente millennio, l’installazione dell’autoradio. Io, sentendo l’indefesso autodefinito “professore dello spinterogeno” sminuirsi così, lo guardai interrogativo. Sentenziò da dietro l’occhiale a mezz’asta: “Quel li l’è un pelapioecc. Pela i pidocchi da quanto è avido”. Continuando: “Sicuramente si lamenterà del lavoro per avere lo sconto. Io non glielo faccio proprio”. L’eloquio fu decisamente più colorito e non è riportabile testualmente. Nel tempo, da dietro il banco, ho analizzato la patologia di questi soggetti. Pronti ad allungare la strada per risparmiare 30 centesimi su 12 boccette di bifidus actiregularis, volantini di tutti i supermercati nelle mani e gambe svelte per correre a ghermire 75 grammi di prosciutto rigorosamente sottocosto. Sempre pronto al rito del caffè condiviso ma con le “vipere in tasca” quando, timoroso, deve reperire gli spiccioli in fondo alle tasche rattoppate degli Americanino ‘80s, lisi fino alla nuda pelle. Fuma sempre la sigaretta meno costosa, ovvio. È uno stato mentale, non dovuto alle ristrettezze. Il mio amico Nevio, professione scarp de tennis, viveva in un furgone abbandonato. Ogni lunedì, fino alla fine, ha condiviso con chi volesse la sua focaccia con le cipolle e il suo Tavernello in tetrapack. Lui era più felice del pelapidocchi. di Francesco Fasulo (Tabaccheria Fiamma, Milano)

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Speciale Retail&Food

Spazio a food e sostenibilità a Mapic Italy T

orna a settembre, dopo lo stop forzato dello scorso anno, la due giorni di Mapic Italy, fiera milanese dedicata al settore del retail real estate. In particolare, la kermesse promossa da Reed MIDEM si terrà il 14 e il 15 del mese presso il Superstudio Maxi di Milano. Dopo circa due anni dall’ultima edizione, l’occasione sarà di quelle importanti per riportare in un’unica location il gotha dei centri commerciali, i top manager in ambito retail food e no food nonché i principali fornitori del settore, e alimentare dibattiti legati a ripresa economica, progetti, sviluppo, format e nuovi trend. Tra questi spiccano quello della sostenibilità, intrapreso anche dai più importanti brand del fashion a livello internazionale. Ma sarà anche e soprattutto l’occasione di parlare di trend precedenti al Covid e che mantengono un forte appeal dopo la pandemia, ovviamente con nuove dinamiche a caratterizzarli, come il food. Non sono mancate, infatti, già nelle settimane di aprile e maggio, quando l’Italia si è tinta di giallo, le aperture di svariate insegne di ristorazione che hanno sfruttato la possibilità di operare nei dehor esterni contestualmente all’arrivo della bella stagione, aspettando ovviamente di poter aprire le sale interne e sprigionare tutto il proprio potenziale in termini di servizio e customer experience. Potenziale che, prima della primavera, avevano potuto solo abbozzare attivando il servizio di delivery, spesso attraverso i grandi player di consegna a domicilio. Ottima soluzione, quest’ultima, per fare branding e fare conoscere il prodotto in periodo di lockdown, ma nei fatti (ancora) poco efficace quando si arriva ad affrontare la voce degli utili. Food e sostenibilità saranno dunque tra i principali topic oggetto di approfondimento nel palinsesto di Mapic Italy, con momenti di dibattito tra relatori espressione di aziende strutturate così come di realtà emergenti, all’interno di conferenze organizzate ad hoc. Di questi temi in particolare retail&food sarà depositaria presso la fiera, potendo proporre il tavolo dei relatori e moderando le specifiche sessioni. Sessioni che prontamente, via

Milano 14-15 settembre 2021 via che saranno definite, verranno comunicate sul sito di Mapic Italy (www.mapic-italy.it). Parallelamente, nei mesi precedenti la rassegna, l’attività redazionale si concentrerà nel prendere contatto con i brand attivi sui quei fronti e nell’individuare le storie e i numeri più interessanti, da proporre all’interno di uno speciale giornalistico e pubblicitario che verrà pubblicato sul numero di settembre della rivista. Rivista che poi verrà portata e distribuita nel padiglione fieristico, non solo in concomitanza degli eventi dedicati a food e sostenibilità ma durante l’intera due giorni. Sempre durante la fiera, poi, l’attività redazionale si concentrerà nel raccogliere le testimonianze più appealing per il mercato, per poi riproporle in un ampio servizio di resoconto previsto sul numero di ottobre di retail&food. Fin da subito, quindi, è possibile per promotori, gestori, brand e fornitori, prendere contatto con la redazione e l’ufficio commerciale di retail&food, nella persona di Roberta Motta (roberta.motta@edifis. it), per prenotare il proprio spazio di visibilità sul magazine in occasione di Mapic Italy 2021.

retail&food

per Mapic Italy Conferenze: ► Food ► Sostenibilità

Speciale settembre Per info:

Roberta Motta roberta.motta@edifis.it giugno 2021 | retail food

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CAMBIO DI POLTRONE ERMANNO NICCOLI NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO DI AEDES

Rinnovo del top management in casa Aedes. Il consiglio di amministrazione, riunitosi lo scorso 26 maggio, ha nominato Benedetto Ceglie alla carica di Vice Presidente con funzioni vicarie e Ermanno Niccoli Amministratore Delegato della Società. Ex Klépierre, Ermanno Niccoli vanta una pluriennale esperienza nel mercato immobiliare nazionale internazionale avendo ricoperto ruoli di alta direzione in società del settore. Contestualmente alle nuove nomine, il CDA di Aedes SIIQ ha ringraziato l’Amministratore Delegato uscente, Giuseppe Roveda, per l’impegno profuso e la dedizione verso la Società e il Gruppo durante il suo mandato.

SHOPFULLY RINFORZA I TEAM DI PRODOTTO La tech company italiana ShopFully conferma il continuo investimento in innovazione e tecnologia con l’ingresso di Tiziano Rescali Roberto Pierri, Marketing Director Marketplace, e Tiziano Rescali, Product Director Business Solutions. Solo nei primi 3 mesi del 2021, la società italiana specializzata nel Drive-to-Store ha visto l’ingresso di 22 nuovi professionisti. Roberto Pierri, 35 anni, entra in ShopFully dopo le esperienze di successo all’interno di BlaBlaCar, Rocket Internet e SOS Tariffe. A Pierri è affidata la responsabilità di guidare la strategia di marketing dei prodotti consumer dell’azienda, ovvero i tre marketplace DoveConviene, PromoQui e VolantinoFacile in Italia e i loro corrispettivi all’estero. Tiziano Rescali, 42 anni, porta in ShopFully la sua esperienza ventennale su progetti di Marketing automation e Data Strategy in aziende Tech e Media come Yahoo, Digital Magics, H-Farm, AdForm e Havas Media. Rescali ha la responsabilità di far evolvere la piattaforma di hyperlocal marketing.

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AIGRIM: CRISTIAN BIASONI ELETTO PRESIDENTE La guida di AIGRIM, Associazione delle Imprese di Grande Ristorazione e servizi Multilocalizzate, passa nelle mani di Cristian Biasoni, che prende il testimone da Enzo An- Cristian Biasoni dreis, fondatore dell’associazione nata nel novembre del 2013. AIGRIM, in seno a FIPE – Confcommercio, rappresenta le grandi imprese della ristorazione a catena presenti anche nel segmento in concessione (autostrade, aeroporti e stazioni ferroviarie) ed è composta da McDonald’s, Autogrill, Chef Express, MyChef, Burger King, Roadhouse, Sarni Ristorazione, Cigierre, KFC Kentucky Fried Chicche, Lagardere Travel Retail e Sirio. «Ringrazio i soci per la fiducia concessami – ha dichiarato Biasoni – L’intero settore rappresentato da AIGRIM si è trovato durante la pandemia ad affrontare una crisi economica senza precedenti. Sicuramente, mai come in questi ultimi dodici mesi abbiamo compreso l’importanza dell’Associazione nel tutelare gli interessi di un settore così strategico per l’intero Paese».

COCA-COLA CREA LA EUROPE OPERATING UNIT

Coca-Cola ha avviato una trasformazione strategica per uscire più forte dalla pandemia e accelerare la crescita aziendale. L’obiettivo è combinare la forza della centralizzazione con l’esecuzione locale e questo cambiamento implica l’organizza- Cristina Camilli zione del business attorno a diverse unità operative: la nuova Europe Operating Unit comprende oltre 40 paesi, dalla Gran Bretagna alla Russia. Tra i cambiamenti più rilevanti per il mercato italiano, Cristina Camilli è il nuovo Public Affairs and Communication Director per Italia e Albania, che avrà il compito di coordinare la funzione che si occupa di gestire le relazioni con i pubblici esterni e interni all’azienda. Raluca Vlad è stata nominata Frontline Activation Marketing Director Italia e Albania, per coordinare il team che gestisce le strategie di marketing e comunicazione dei brand di The Coca-Cola Company nei due Paesi. E an-

cora, dopo due anni come Direttore Marketing Coca-Cola Italia e Albania, Giuliana Mantovano porta la sua esperienza nel team europeo, nel ruolo di Hydration Category Director Europa, per coordinare il team che guiderà la crescita delle categorie acqua, sport drink e tè.

A DANILO AUGUGLIARO LA GUIDA DI AQUILEIA CAPITAL SERVICES

Società di Bain Credit Capital, specializzata nella gestione del credito garantito e con una forte expertise nel real estate, Aquileia Capital Services ha nominato Danilo Augugliaro nuovo Amministra- Danilo Augugliaro tore Delegato e Direttore Generale della società, a partire dal 4 maggio 2021. Augugliaro, 50 anni, ha precedentemente ricoperto i ruoli di Chief Operating Officer e Chief Transformation Officer in ING Italia e di Deputy General Manager di UniCredit Services e Head of Group Operations per il gruppo UniCredit, sviluppando in questo modo una solida esperienza nei campi della trasformazione aziendale e dell’industrializzazione dei processi di business. Il nuovo amministratore delegato, nonché direttore generale, avrà l’obiettivo di massimizzare i risultati e la crescita di Aquileia Capital Services, valorizzando anche nel settore real estate la qualità e la produttività generati da un processo industriale efficace.

MARIO IACCARINO NOMINATO HEAD OF RETAIL DI FERRARELLE SPA

Ferrarelle SpA, l’azienda italiana imbottigliatrice delle acque dei Ferrarelle, Vitasnella, Fonte Essenziale, Boario, Natía, Santagata, Roccafina e distributrice esclusiva per la penisola del brand Evian, annuncia la nomina di Mario Iaccarino Mario Iaccarino a Head of Retail. Il manager campano sarà a guida della squadra commerciale dedicata alla Grande Distribuzione Organizzata, gestirà le relazioni con i clienti del canale e ne implementerà le strategie commerciali coerentemente con l’approccio al mercato di Ferrarelle SpA che affianca alle tematiche di business un’attenzione costante alle tematiche della sostenibilità e della responsabilità d’impresa.


News Opening

DOPPIO MALTO SBARCA ANCHE IN SICILIA

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a catena di ristoranti e birrifici nata a Erba varca il mare e arriva per la prima volta in Sicilia. Da fine maggio è aperto al pubblico il ristorante Doppio Malto di Palermo, all’interno dell’area interamente dedicata al food “Le putie del Forum”. Il negozio si estende su una superficie interna di 600 mq ed è dotato di un dehor esterno con 60 posti a sedere. “Aprire in Sicilia ci rende particolarmente felici perché è una terra simbolo del buon cibo e dell’ospitalità” ha commentato Giovanni Porcu, amministratore delegato di Foodbrand spa, titolare del marchio Doppio Malto. Per quanto riguarda le proposte, Doppio Malto conferma le sue specialità a base di birra, come il galletto ruspante dorato alla brace e glassato alla birra Crash, miele e spezie, e il famoso Birramisù. E per chi non è amante della carne, ci sono anche piatti meat-free. Quello di Palermo è il 22esimo ristorante del marchio, il cui sviluppo continua con nuove inaugurazioni in programma in Italia nei prossimi mesi (Alghero, Villasimius e Lonato) e all’estero (Glasgow e Parigi).

AL CENTRO DI ARESE IL NUOVO CONCEPT “HOME” DI H&M

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naugurato presso lo shopping center “Il Centro” di Arese il nuovo negozio a marchio H&M Home, la collezione del gruppo scandinavo dedicata alla casa e ai complementi d’arredo. Un marchio che in Italia è presente dal 2016. Ora gli accessori e i prodotti per la casa si trovano in nove negozi italiani, ma quello di Arese è l’unico esclusivamente dedicato a questo brand. È una notizia positiva, che solo parzialmente raddrizza la prospettive di H&M in Italia, che secondo i sindacati ha già pianificato la chiusura di sette negozi e nel mondo sta per abbandonare circa il 5% di tutti i punti vendita, a favore di una maggiore accelerazione sull’on line e per focalizzarsi su format e location più strategiche.

PER LA PIADINERIA PRIMO STORE “TASTY & FREE”

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a Piadineria presenta il primo punto vendita La Piadineria Tasty&Free, un nuovo format destinato a crescere, che rappresenta uno spin off del brand principale, caratterizzato da un’offerta completamente priva di glutine e di lattosio. Il nuovo ristorante si trova Milano in via Marangoni, in zona Stazione Centrale. Il menù resta quello classico a base di piadina, con tutti i gusti tradizionali riadattati a queste esigenze alimentari, come la Leggenda (crudo, squacquerone e rucola), la Coraggiosa (speck, gorgonzola DOP, funghi, zucchine grigliate e salsa boscaiola). “La Piadineria è impegnata in questo momento in un ambizioso piano di sviluppo. Siamo risusciti ad aprire 25 nuovi ristoranti nel 2020 e ne abbiamo in programma almeno altri 50 nel 2021” racconta Andrea Valota, dallo scorso dicembre General Manager della società- “Il format Tasty&Free deve avere un bacino di utenza ampio, rappresenta una scommessa, ma l’obiettivo è svilupparlo in parallelo al format principale”.

RELAY, NOVITÀ ESTIVA ALL’AEROPORTO DI PALERMO

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agardère Travel Retail ha aperto un nuovo negozio Relay, presso l’area Arrivi dell’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo. L’area di vendita è di cento metri quadrati. All’interno ci sono edicola, libri, prodotti travel essentials, mascherine, igienizzanti, vini e dolci Palazzolo in modalità takeaway. “La nuova apertura di un negozio Relay” dice Giovanni Scalia, amministratore delegato di Gesap, “è il risultato del fatto che l’aeroporto, durante la pandemia, non si è mai fermato. Anzi, molti altri cantieri hanno seguito con successo il programma delle opere. A giugno infatti saranno visibili diverse nuove strutture, anche sul fronte della ristrutturazione del terminal passeggeri”.

JYSK FA “3000” CON LO STORE AL DA VINCI VILLAGE DI FIUMICINO

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a catena scandinava di arredamento Jysk ha aperto un punto vendita all’interno del Da Vinci Village di Fiumicino, sviluppato su una superficie interna di 1.000 mq. Il marchio è specializzato in prodotti per il sonno, casa, giardino, accessori ed è operativo anche on line con l’eCommerce. Con lo store laziale, la catena ha annunciato di aver raggiunto tremila negozi nel mondo. E si tratta solo di uno step, perché il gruppo punta nel medio termine a raggiungere quota 5.000. Per quanto riguarda l’Italia, attualmente i negozi sono 61 e l’obiettivo a regime è di arrivare a 350. A stretto giro, verranno operate altre due aperture a giugno, una a luglio, due ad agosto. Tra queste, ci sono Genova, Alcamo in Sicilia e Zumpano in Calabria. giugno 2021 | retail food

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f Opening News LÖWENGRUBE RIPARTE CON LA NUOVA BIERSTUBE DI MODENA

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a aperto i battenti lo scorso 14 maggio la nuova Löwengrube a Modena, che porta complessivamente a 24 il numero di ristoranti attivi in Italia. Si tratta di 1.400 metri quadri di superficie su due piani, per oltre 500 coperti, suddivisi tra spazi al chiuso e “biergarten” all’aperto, e rappresenta la più grande bierstube del gruppo nel nostro Paese. L’investimento dichiarato supera i 3 milioni di euro. Il locale si trova sulla via Emilia Est e si segnala per la sua eco sostenibilità, grazie a un impianto fotovoltaico installato sul tetto, in grado di coprire il 70% del fabbisogno energetico del locale, con una produzione annuale di oltre 110.000 kwh. Sempre in Emilia Romagna sono già in programma altre due aperture, a Ravenna e a Reggio, ad opera dello stesso gruppo di imprenditori che ad opera dello stesso gruppo di imprenditori locali che avevano portato il marchio a Bologna (Filippo Fochi, Ferruccio Perdisa, Fabio Pasini e Gianni Ugolini).

AI “GIGLI” IL SECONDO DYSON DEMO STORE ITALIANO

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a aperto al centro commerciale “I Gigli” un negozio Dyson Demo Store, il primo in Toscana, il settimo in Italia, ma solo il secondo con una sezione Beauty Lab dedicata all’esperienza dei prodotti per la cura personale (l’altro è quello milanese di piazza Gae Aulenti). L’apertura dello store arriva poco tempo dopo l’annuncio dell’intenzione, da parte di Dyson, di raddoppiare il proprio portafoglio prodotti e di entrare in settori completamente nuovi entro il 2025. Con oltre 200 Dyson Demo Store nel mondo e l’obiettivo di aprirne oltre 20 nel 2021, i negozi Dyson si presentano come veri e propri templi della tecnologia e della user experience, con esperti a disposizione dei consumatori per raccontare i prodotti Dyson e offrire un approccio consulenziale a 360 gradi. Gli altri negozi nella Penisola si trovano ancora a Milano (Citylife), a Torino (Le Gru di Grugliasco), Roma (centro commerciale Porta di Roma), Marghera (al centro Nave de Vero) e Caserta (centro commerciale Campania di Marcianise).

MI’NDUJO ARRIVA ANCHE AL CENTRO EUROMA 2

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i’Ndujo è la catena calabrese specializzata nel “panino sanizzo” e ha appena messo a segno la sua ottava apertura in Italia, al centro commerciale Euroma 2, la terza del 2021. Finora tutti i punti vendita sono concentrati nella zona della Capitale (5) e in quella originaria, nei pressi di Cosenza (3). L’anima calabra del format, nato nel 2007, traspare non solo dal nome del brand che richiama la famosa “nduja”, ma anche dai nomi dei panini (come Silano, Acri, Bisignano) tutti conditi con ingredienti freschi e genuini: dal pane bio appena sfornato a base di ogni proposta e varietà alla carne, fino alle proposte per i vegetariani. Su tutti domina il panino “della casa”, Mi’Ndujo, realizzato con salsiccia calabrese fresca di giornata, ‘nduja di Spilinga leggermente piccante, caciocavallo tutto latte e patate novelle con buccia. La società, senza ancora rilasciare numeri, ha intenzione di espandersi ulteriormente in Italia e successivamente in Europa.

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GLI OCCHIALI NAU! IN ABRUZZO AL “GRAN SASSO”

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rriva anche a Teramo, al centro commerciale Gran Sasso, la catena di occhiali Nau! Fondata nel 2006 dal suo presidente, Fabrizio Brogi, la società conta ormai oltre 150 store, una quindicina dei quali anche all’estero (Messico, Spagna, Dubai, Egitto, Malta e Arabia Saudita) nella formula franchising. La catena prosegue nello sviluppo del canale retail, ma da qualche anno ha aperto anche l’ecommerce sul proprio sito e ha stretto alcune partnership, come quella con Esselunga che ne ha inserito alcuni prodotti nel catalogo Fidaty.


TRAPIZZINO ADESSO È A PORTA ROMANA

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o street food di Trapizzino arriva a Milano anche in zona Porta Romana (corso Lodi) e prende il posto dello storico negozio di dischi e musica Mariposa, che ha chiuso i battenti. Si tratta del terzo punto vendita milanese. In questo caso si tratta di un Trapizzino “La Vineria” e accanto alla consueta offerta gastronomica, avranno un ruolo rilevante vini e cocktail. Il marchio è nato nel 2008 a Roma dall’idea del Mastro Pizzaiolo Stefano Callegari e oggi ha al suo attivo 15 punti vendita tra Roma, Torino, Milano, Firenze, Trieste e New York. Propone il suo trapizzino ossia l’angolo di pizza farcito, con alcuni gusti del giorno e con cinque farciture classiche: pollo alla cacciatora, polpetta al sugo, parmigiana di melanzane, lingua in salsa verde e doppia panna (stracciatella di burrata con alici).

PER DOPPELGANGER C’È ANCHE IL KATANÈ, IN SICILIA

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oppelganger ha aperto un nuovo negozio in provincia di Catania, all’interno del centro commerciale Katanè di Gravina. Una boutique che fa il bis con un altra location da poco aperta in Sicilia, ad Acireale. Il brand di abbigliamento maschile, nato a Roma nel 1996, ha ormai superato abbondantemente i cento negozi in Italia. Nel 2019, in epoca pre pandemia, aveva chiuso il bilancio dichiarando 80 milioni di euro di ricavi. Anche nel 2020, nonostante la crisi, ha inaugurato diversi punti vendita, come ad esempio Trapani, Perugia,

HOSTARIA DA VALERIO AL “CATULLO” DI VERONA

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ollocato alle partenze dello scalo veronese, il ristorante Hostaria da Valerio, di Punto Grill Services nasce dalla collaborazione con lo chef stellato Cristian Bertol, che ha intrapreso un’attenta selezione delle materie prime per proporre menu stagionali in grado di esaltare i sapori e valorizzare i territori di produzione. “Abbiamo voluto portare questa nuova formula, già collaudata in altri aeroporti, con un’offerta ristorativa basata sulla tradizione enogastronomica trentina e veronese: siamo certi che i passeggeri apprezzeranno i valori di questo ristorante, che punta sul legame con il territorio, la qualità del servizio al tavolo e l’accoglienza”, ha detto Enzo Rosat, amministratore delegato di Punto Grill Service, che nasce dall’esperienza trentennale maturata nella società di famiglia Ristop.

DECATHLON APRE A TORINO VICINO ALLA REGGIA DI VENARIA

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uova apertura nel torinese per Decathlon. Il 27 maggio ha aperto i battenti un nuovo negozio della catena di abbigliamento sportivo, all’interno del centro commerciale Venaria. Si tratta del 16esimo store piemontese per l’azienda francese. Il negozio può contare su una superficie di 2.500 metri quadrati e sette casse. Lo staff sarà composto da 42 collaboratori, di cui 31 nuovi assunti. A metà maggio, il gruppo aveva annunciato un piano per 8 nuove aperture in Italia per quest’anno, compresi anche Asti, Trapani, Taranto e Bologna. Al momento, il numero totale di negozi in Italia si attesta a 136. giugno 2021 | retail food

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f Sostenibilità NESPRESSO RIDISEGNA GLI SPAZI ALL’INSEGNA DEL GREEN

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espresso ha dato il via al rinnovamento delle sue boutique di Roma Appio, V Giornate a Milano e di corso di Porta Borsari a Verona, tra le piazze italiane più strategiche per il brand, all’insegna del design e della sostenibilità ambientale. Tante le novità, a partire dalla scelta di inserire negli spazi una “recycling unit”, la nuova macchina dedicata al riciclo delle capsule esauste che vengono riportate dai consumatori e che comunica su un display, sulla base del peso raggiunto, in quali oggetti sarà possibile trasformarle, dandogli una nuova vita. Dai materiali utilizzati, come i fondi di caffè esausto per costruire i ripiani dei tavoli, alla predisposizione di aree verdi, sono diversi gli elementi strutturali delle boutique che richiamano l’impegno dell’azienda nella sostenibilità. A Milano e Verona, ci sono anche delle Window to Farm per ammirare le piantagioni. Nespresso da dieci anni sostiene il progetto “Da Chicco a Chicco”, che grazie alla riconsegna delle capsule usate, permette di trasformare l’alluminio in nuovi oggetti e il caffè in compost per la coltivazione di riso, acquistato da Nespresso e poi donato a Banco Alimentare della Lombardia e del Lazio.

THE GREEN SNEAKER STORE SBARCA A VALDICHIANA

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l Valdichiana Village (Foiano della Chiana) arriva una “opening” nel segno della sostenibilità. Si tratta di The Green Sneaker Store, dove in vendita si trovano i brand di abbigliamento sportivo più improntati al rispetto dell’ambiente, come le celebri scarpe realizzate solo con pelli vegane e materiali ricavati da mele, uva e mais. Anche le suole sono derivate dalla plastica riciclata in mare. È un nuovo format di negozio multibrand che accoglie marchi come Iceplay, Manila Grace, Love Moschino, Pantofola D’oro, Acbc, Mtv Shoes. Un altro punto vendita The Green Sneaker store si trova al Mantova Village.

CALZEDONIA SI ALLEA CON WWF E PREPARA LA CAPSULE RICICLATA

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er tutto l’anno, Calzedonia e Wwf Italia collaboreranno per ripulire almeno un milione e mezzo di metri quadrati di spiagge italiane dalla plastica e dai rifiuti. L’iniziativa si inserisce nel progetto del Wwf chiamato “GenerAzioneMare” e prevede che, per ogni bikini Calzedonia acquistato, il brand veronese supporti l’associazione ambientalista per la pulizia di un metro quadrato di spiaggia nel corso del Tour Plastic Free. Sono già un centinaio gli appuntamenti pianificati. Non solo. Una spinta verso la sostenibilitaà portata avanti da Calzedonia, a livello di prodotto, riguarda l’introduzione di un nuovo filato, ricavato dal riciclo delle bottigliette di plastica PET, per la realizzazione di una capsule di swimwear cool ed eco-friendly. Il brand ha l’obiettivo di utilizzare il 25% di materie prime a basso impatto ambientale entro il 2025.

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DA ZORDAN IL CALCOLATORE DI EMISSIONI PER IL NEGOZIO

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ordan, tra i partner dei brand del lusso nella progettazione e realizzazione di spazi retail, ha messo a punto un sistema certificato con cui calcolare l’impronta ecologica di ogni tipo di arredo o prodotto. In altre parole, un calcolatore stima le emissioni di Co2 e dell’intero ciclo produttivo, dalla scelta delle materie prime fino allo smaltimento degli arredi dei negozi. “Se guardiamo ai dati globali dell’inquinamento da gas serra, è evidente quanto le imprese siano parte del problema e quanto la gestione delle emissioni debba essere un elemento centrale di tutte le politiche aziendali, ma questo deve basarsi su criteri di misurazione oggettivi” ha commentato il direttore commerciale, Alfredo Zordan. “Noi, in quanto Società Benefit, ci siamo impegnati nella creazione di un sistema di calcolo della CFP per definire concretamente il problema. L’esperienza maturata fino ad ora ci ha resi capaci di guidare i nostri clienti, grandi aziende del lusso, nella progettazione e nella realizzazione di concept orientati a minimizzare l’impatto ambientale”.


NUNA LIE E LA PRODUZIONE ANTI SPRECHI CON I BIG DATA

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o chiamano lo Zara italiano. È il marchio Nuna Lie, fast fashion nato nel 2003, a Monterotondo Scalo (Roma). Il brand ha appena lanciato una capsule collection ispirata al riuso, dal nome Bohémien Collection, ossia una collezione che dà nuova vita a tessuti inutilizzati e per lo più è prodotta con giacenze di magazzino. Ma a parte le collezioni, tutta la catena produttiva è immaginata per limitare al minimo gli sprechi. L’azienda infatti ha sviluppato un algoritmo insieme all’Università di Verona, che permette di monitorare con costanza i volumi di produzione, tenendo conto di dati come acquisti di ogni negozio, taglie e colori mancanti, preferenze della clientela su determinate linee di capi. Questo consente all’impresa di limitare le giacenze di magazzino e produrre per le reali esigenze degli affiliati. Anche per questo Nuna Lie ha scelto di non essere presente nella rete wholesale.

DA DIESEL LA COLLEZIONE CHE DURA NEL TEMPO

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er la primavera estate 2022, Diesel ha annunciato il nuovo capitolo della Diesel Library, progetto che ora punta a rendere sostenibile uno dei prodotti e dei materiali di punta: il denim. La collezione Library sarà caratterizzata da un’ampia gamma di capi sempreverdi e di lunga durata e con il 50% della collezione complessiva pensata per rimanere stagione dopo stagione, con una presenza permanente sugli scaffali dei negozi. I capi saranno realizzati utilizzando fibre, lavaggi e trattamenti selezionati sulla base di un utilizzo efficiente e responsabile delle risorse. Ad esempio, fibre organiche e riciclate, trattamenti eseguiti con tecniche innovative che riducono notevolmente l’utilizzo di acqua, fino al 90% in alcuni casi, e ridimensionano l’utilizzo di prodotti chimici. Nelle finiture, toppe in pelle tinte senza cromature, bottoni in metallo con trattamenti non zincati, etichette interne realizzate con materiali riciclati, tasche realizzate con materiali certificati Fsc.

FURLA E IL SUO STABILIMENTO “MODELLO” IN CHIANTI

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on un investimento da 30 milioni di euro, Furla ha dato vita a uno stabilimento di produzione nuovo di zecca a Barberino-Tavernelle, nella zona industriale della Sambuca, completamente ispirato al design e al green. Tre edifici destinati a uffici, produzione e logistica, per 18mila metri quadrati, dotati di pannelli solari fotovoltaici e termici, luci a led, pitture che riducono gli inquinanti, sistema di raccolta dell’acqua piovana da riutilizzare per irrigare il giardino. L’intero complesso prende il nome di Progetto Italia e accoglierà anche tutta la parte di ideazione, formazione e accademia di stile, che verrà trasferita da Milano. È stato progettato da studio Geza di Udine.

PIMKIE IN FRANCIA PER IL SECONDA MANO “A PESO”

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a notizia è riportata da alcuni organi di stampa francesi. In alcuni negozi d’Oltralpe della catena di abbigliamento, sta iniziando una modalità di acquisto del second hand basata sul peso. È successo alla riapertura dei negozi, post lockdown, in alcuni punti vendita di Parigi, Lille, Bordeaux e Rouen. I clienti hanno potuto acquistare capi usati di marchi internazionali, non solo di Pimkie, in base al peso: il prezzo fisso era di 30 euro al chilo per la stagione estiva e 20 euro per i capi di quella invernale. L’iniziativa ha assunto il marchio “Re.Love Shop”, ma non è ancora chiaro se verrà estesa ad altri negozi, se diventerà una strategia organica dell’azienda o si sia trattato di un evento estemporaneo, deciso anche per smaltire parte dell’invenduto. giugno 2021 | retail food

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La cronistoria

Dai centri commerciali ai ristoranti, le date di riapertura

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opo oltre 6 mesi di chiusura nei weekend, ad accezione di poche attività al loro interno ritenute essenziali tra cui le piattaforme alimentari, dal 22 maggio i centri commerciali possono restare operativi anche di sabato e domenica. Per i ristoranti, dopo la parziale apertura circoscritta ai dehor esterni in vigore dallo scorso 26 aprile, la svolta è arrivata il 1° giugno con la possibilità di accogliere i clienti anche in sala. Inoltre, con l’approvazione dell’ultimo decreto (17 maggio), il coprifuoco in zona gialla è stato posticipato alle 23, mentre verrà portato alle 24 dal 7 giugno ed è previsto (al momento della stesura dell’articolo, ndr) il suo superamento totale dal 21 giugno. Queste, ça va sans dire, per il settore del retail real estate, del retail e della ristorazione, sono le date che in assoluto hanno scandito il calendario delle ultime settimane, favorendo un sostanziale ritorno alla massima operatività, ferme restando le normative di sicurezza anti-Covid che limitano l’eccessivo sfruttamento degli spazi per evitare l’assembramento di persone. Per quanto concerne settori affini, le palestre hanno riaperto il 24 maggio (anticipando rispetto alla data del 1° giugno pensata in precedenza), mentre i parchi tematici e di divertimento dovranno attendere il 15 di giugno. Il 1° luglio, invece, sarà il turno di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò.

Le tappe di avvicinamento

L’iter che ha portato a questo risultato, atteso addirittura da prima di Natale per il settore dei centri commerciali nello specifico, è stato caratterizzato da progressivi malumori sino a forti prese di posizione da parte di tutte le associazioni del commercio. Prese di posizione sfociate nella prima decina di maggio con la protesta indetta dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e sostenuta da NCDConad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese e Federdistribuzione, che si 22

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è tradotta in una serrata simbolica nei centri commerciali il giorno 11. L’iniziativa ha avuto lo scopo di sottoporre al Governo e alle forze politiche il tema dei gravi danni economici che le normative sulla chiusura di mall e outlet nei giorni festivi e prefestivi stavano causando a un settore del retail che conta 780.000 addetti. Il dato relativo all’adesione dei punti vendita nei 1.300 centri commerciali italiani, hanno reso noto i promotori, è stato superiore al 90%. Parallelamente, nella stessa giornata si è tenuto a Roma un incontro tra i vertici delle associazioni e i rappresentanti del Governo. Il casus belli che ha portato all’alzata di scudi dell’11 maggio risale alla decisione dell’esecutivo Draghi di non inserire i centri commerciali nel decreto Riaperture entrato in vigore il 26 aprile, o meglio di inserirli nella bozza per poi cancellarli nella versione definitiva pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Tale decisione, di fatto, aveva mortificato gli appelli delle stesse associazioni del commercio, con cui denunciavano una diminuzione del fatturato annuo stimabile in 56 miliardi di euro in virtù delle misure restrittive che da oltre sei mesi imponevano la chiusura nei festivi e prefestivi, comportando ben 140 giornate di chiusura.

I primi riscontri

La duplice operazione dell’11 maggio inserita in un contesto di sensibile calo dei contagi - ha avuto come risultato la decisione, presa nel giro di pochi giorni, di riaprire gli shopping mall nei weekend e nei giorni prefestivi già à partire dal 22 maggio. E i primis-

11 maggio

Serrata di protesta nei centri commerciali

17 maggio

Approvazione nuovo Decreto Legge sulle riaperture

22-23 maggio

Primo weekend di riapertura dei centri commerciali

24 maggio

Riapertura palestre

1 giugno

I ristoranti riaprono le sale interne

15 giugno

Riapertura parchi tematici e di divertimento

1 luglio

Riapertura sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò simi riscontri sulla settimana di piena operatività lasciano ben sperare. Nel merito si è espressa IGD SIIQ con un comunicato stampa diramato lunedì 24 maggio, nel quale ha affermato di aver recuperato il 90% dei flussi nell’arco della settimana del 17 - 23 maggio rispetto all’analogo periodo del 2019 e di aver totalizzato ingressi complessivi pari al +32% rispetto alla corrispondente settimana dello scorso anno (18-24 maggio 2020), la quale, a sua volta, fu la prima di riapertura delle attività commerciali post lockdown nazionale. A.P.


Linee guida per il retail

La formazione continua: vezzo o necessità?

A

ziende più leggere e cambiamenti dei comportamenti di acquisto sono il prequel delle considerazioni sul ruolo della formazione oggi. Non stiamo infatti parlando della formazione classica, quella dell’eventone figo per “motivare la truppa”; stiamo parlando della trasmissibilità delle decisioni aziendali fino al punto cruciale di contatto col cliente, il negozio. È chiaro che in un ambiente stabile e con un lavoro routinario (con poca crescita verticale in azienda) la formazione era concepita come strumento di “marketing interno” per la fidelizzazione e la motivazione. Occorreva di tanto in tanto dare un boost emotivo con la scusa di un momento di formazione attraverso l’erogazione di contenuti formativi, per

Francesco Aimi, Founder Tertium retail

lo più generici. Posto che non erano al centro dell’obiettivo. Ecco, oggi per me il termine formazione va associata ineludibilmente al termine continua, ma con due accezioni complementari e sinergiche. Continua nell’accezione temporale: la si deve pensare come a una parte del proprio lavoro quotidiano, come ordinare il magazzino o sistemare le vetrine. Non episodica ma strutturale. Continua nell’accezione aziendale: un continuum contenutistico dei pensieri aziendali che va dal board al commesso part time. Ora rimangono tre temi da affrontare: Il personale di negozio è pronto ad apprendere? Dalle nostre survey, il 92% degli intervistati sa che dovrà imparare un lavoro diverso, quindi si.

È attuabile? Si. La tecnologia ci permette di farlo a costo zero. Un cellulare, un canale Telegram e la struttura è fatta. I contenuti sono disponibili? Eh, quello per me no. Non esistono già on the shelf. L’azienda deve generare il proprio pensiero autonomo su cosa debba succedere in negozio in virtù della propria marca e del proprio modello di business e su questo creare il pensiero da “erogare” alle persone. È un mondo nuovo, dunque, ma è un mondo in cui azienda, docenti, commessi e clienti sono in una linea di piena e progettata continuità. Per aspera ad astra, miei cari retail addicted Francesco Aimi, francesco@tertiumretail.com

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Parola di Cristian Biasoni Cristian Biasoni, Ingegnere Meccanico, milanese di adozione, Cristian Biasoni ha completato gli studi con un Master in Business Administration presso la SDA Bocconi di Milano. Ha iniziato la sua carriera professionale in contesti internazionali in Gruppi quali Danieli & C. e Techint, a partire dal 2006 ha operato in qualità di amministratore delegato nel Gruppo Dmail (ora Percassi). Dal 2015 è AD della società di ristorazione del Gruppo Cremonini,Chef Express Spa, e della joint-venture con il Gruppo Percassi, C&P Srl. Ricopre ulteriori cariche all’interno del Gruppo nelle società controllate estere ed è presidente di Time Vending, società che opera nel settore delle vending machine in partnership con il Gruppo IVS. Cristian Biasoni è inoltre Presidente di AIGRIM (Associazione delle Imprese di Grande Ristorazione e servizi Multilocalizzate) e membro del Consiglio Direttivo di Confimprese.

Chef Express accelera: focus sulle stazioni 24

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Dopo un 2020 in rigida gestione sulle singole location, la società del Gruppo Cremonini è tornata a investire su nuovi punti vendita, rinnovo delle concessioni, soprattutto nel network di Grandi Stazioni Retail, e nuovi formati. Tra il 2021 e la prima parte del 2022, previste oltre 20 aperture

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o scoppio della pandemia a inizio 2020 ha costretto Chef Express a rivedere i propri piani di sviluppo e, in buona sostanza, a congelare per almeno 12 mesi gli investimenti. Parallelamente, lo tsunami che ha investito il mondo del travel retail e tutto il commercio al dettaglio ha imposto alla società di Castelvetro di Modena una rigida gestione location per location, finalizzata a bilanciare gli orari di apertura e l’assortimento dei singoli punti vendita in funzione dei flussi reali. Non meno importante, Chef Express ha investito in soluzioni digitali finalizzate a ottimizzare l’engagement del cliente; ma, come ha specificato Cristian Biasoni in un’ampia intervista concessa a r&f, l’esperienza di consumo in store rimane prettamente fisica. E il ruolo del punto vendita brick and mortar è tornato in auge con il progressivo allentamento delle misure di contrasto al Covid, che ha permesso ai ristoranti di effettuare servizio al tavolo negli spazi all’aperto dal 26 aprile e nelle sale interne dal 1° giugno. L’avvio di questa nuova fase ha indotto Chef Express a spingere sull’acceleratore e a inaugurare due nuovi locali in licenza a

marchio Panella tra aprile e maggio: il primo in un contesto ospedaliero, al Gemelli di Roma, il secondo in ambito travel retail, nell’aeroporto di Roma Fiumicino. L’intervista al manager è stata realizzata lo stesso giorno (il 21 maggio) della sua nomina a presidente di AIGRIM (Associazione delle Imprese di Grande Ristorazione e servizi Multilocalizzate), rispetto alla quale Biasoni si è espresso sottolineando l’importanza del ruolo delle associazioni in generale e di AIGRIM in particolare: “Come si è visto chiaramente nell’arco degli ultimi 12 mesi, l’Associazione è un fattore aggregante di tutela di un settore che è strategico per l’Italia. Perché il nostro Paese vive di turismo e la ristorazione è parte integrante dell’esperienza del turista”. Visti il decremento dei contagi e le ultime direttive anti Covid, siamo di fatto entrati in una fase nuova. Ma tutto ciò che è accaduto negli ultimi 14 mesi ha determinato cambiamenti non solo di breve termine. Partendo dal canale delle concessioni, in che misura la pandemia ha rallentato/modificato i vostri piani di sviluppo? Premetto innanzitutto che, dal mio punto di vista, le persone non smetteranno di viaggiare a causa del Covid. Magari si sposteranno con dinamiche differenti, probabilmente più legate alla componente leisure rispetto a quella business, quindi più concentrate durante i weekend e nei periodi di vacanza, e caratterizzate da un viaggiatore più giovane,

probabilmente con minore capacità di spesa. Detto questo, veniamo da oltre 12 mesi, soprattutto in ambito travel, di assoluto stop o comunque di forte rallentamento. Nel 2020 l’azienda che dirigo ha fatturato il 60% in meno rispetto al 2019 nel canale delle concessioni, quindi l’impatto è stato estremamente violento, soprattutto calcolando che questo specifico segmento è soggetto a costi fissi elevati. Di conseguenza, abbiamo necessariamente fatto slittare tutti i piani di sviluppo di almeno 12 mesi. E proprio nelle ultime settimane siamo ripartiti, diciamo timidamente, con il marchio Panella prima in un contesto ospedaliero e poi all’aeroporto di Roma Fiumicino, dove abbiamo aperto pochi giorni fa. Ma il grosso del piano di sviluppo per il 2021 e il primo semestre 2022 consiste nel portare a termine il rinnovo di tutti i punti vendita nel circuito di Grandi Stazioni Retail. Per noi GSR è un partner strategico, oltre che storico, e Cremonini è il primo operatore nel mondo delle stazioni ferroviarie in Italia sia con Grandi Stazioni Retail sia con RFI. Abbiamo quindi già rinnovato molti contratti di concessione che erano prossimi alla scadenza e, parallelamente, abbiamo messo a fuoco un piano congiunto di rilancio dei locali. Nello specifico parlo delle stazioni di Roma Termini, Genova Porta Principe, Torino Porta Nuova, Napoli Centrale, Firenze Santa Maria Novella e quindi di quasi tutte le principali stazioni dell’alta velocità. In alcuni casi, laddove siamo presenti, abbiamo piani di investimento per ammodernare i locali con nuovi forma-

Obiettivo 2021 e prima parte 2022: portare a termine il rinnovo di tutti i punti vendita nel circuito di Grandi Stazioni Retail giugno 2021 | retail food

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Parola di Cristian Biasoni ti; laddove non lo siamo, apriremo delle nuove location come a Napoli Centrale che vedrà un’opening a luglio. Come si articolano i vostri rapporti con Grandi Stazioni Retail e come avete gestito la fase di rinnovo? I rapporti con i landlord ferroviari, e quindi non solo con GSR ma anche con RFI, sono stati quelli più complessi da gestire per noi; da un lato perché il perimetro era ampio e diversificato - spaziamo infatti dal locale di stazione di Cesena a quello di Roma Termini - dall’altro perché il vero missing in action del 2020 sono state proprio le stazioni. Mentre le autostrade, infatti, hanno subito un impatto negativo di fatturato ma tutto sommato hanno retto rispetto agli altri canali del travel; e gli aeroporti, ovviamente, sono stati considerati sin da subito in gravi difficoltà; le stazioni hanno performato sotto le aspettative, forse perché erano stati parzialmente sottovalutati gli impatti dello smartworking e della mancanza di turisti. A questo si aggiunge che le quote fisse dei canoni si sono rivelate particolarmente impattanti perché, mentre i gestori autostradali e aeroportuali da subito hanno adottato un principio di variabilizzazione, i gestori delle stazioni non hanno optato per il medesimo schema. Nel complesso, però, soprattutto il partner GSR ci ha supportato e siamo riusciti a trovare accordi su tutto il perimetro. Consideriamo questo risultato una sorta di investimento per il futuro, la durata media dei contratti è superiore a 5 anni, perché crediamo che il settore ferroviario è e rimarrà strategico. A supporto di questa tesi, tra i vari fondi europei deliberati per l’Italia si annoverano proprio quelli finalizzati a potenziarne l’infrastruttura dell’alta velocità. Fuori dall’ambito delle concessioni, invece, quali sono i progetti?

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Continua il piano di sviluppo di Roadhouse e del brand di cucina messicana Calavera, a cui si aggiunge Wagamama, il format che gestiamo in joint venture con Gruppo Percassi, sul quale ci stiamo concentrando molto come dimostrano le recenti aperture a Milano CityLife e al Serravalle Designer Outlet. E ne sono previste altre 4 entro la fine dell’anno. Gradualmente, man mano che ripartono i vari canali e i vari settori, ritorniamo al piano di investimenti pre Covid, con qualche aggiunta importante. Causa pandemia, infatti, si sono presentate nuove opportunità di mercato, non tanto nel segmento travel quanto nel comparto commerciale in cui abbiamo individuato nuove location. Proprio da queste partirà l’ulteriore accelerazione del piano di sviluppo di Wagamama. Con riferimento al segmento commerciale, avete visto maggiori opportunità di sviluppo all’interno degli shopping mall? A fronte di canoni calmierati o in linea con i valori ante Covid? Per rispondere alla sua domanda è necessario effettuare un distinguo tra i centri commerciali in tripla A e gli altri. Restando nel primo cluster, non ho visto canoni ribassati ma ho constatato una maggiore disponibilità a negoziare delle scalette di crescita per tornare progressivamente ai valori pre pandemia. Parallelamente, ho notato una maggiore disponibilità di location dovuta al fatto che molte aziende, non sufficientemente strutturate finanziariamente per far fronte a questa crisi, sono state costrette a disinvestire. E quindi abbiamo colto tale opportunità soprattutto con Wagamama e Roadhouse. Nel complesso quante aperture avete messo in conto tra quest’anno e la prima parte del 2022? Considerando tutti i brand, superiamo le 20 unità. Parlando invece di format, quali accorgimenti avete apportato per far fronte alle conseguenze immediate del Covid e quali sono, invece, le innovazioni di lungo periodo?

Durante tutto il periodo di lockdown e di limitazioni importanti, abbiamo aperto i punti vendita in funzione dei flussi e quindi con delle fasce orarie ad hoc stabilite per ogni singolo punto punto vendita. Questa strategia è stata fondamentale perché il numero generico dei passeggeri di una stazione non è più significativo in virtù dei percorsi obbligati che indirizzano l’ingresso e l’uscita dei viaggiatori favorendo alcune aree e penalizzandone altre. Parimenti, abbiamo rivisto l’offerta riducendo la gamma di prodotto laddove i flussi non giustificavano un assortimento ampio come in precedenza. Guardando invece al medio e lungo periodo, abbiamo iniziato a investire sull’engagement digitale del cliente, perché questo è un trend che potrà solo che accelerare. Di conseguenza, parlando ad esempio di autostrade, abbiamo sviluppato un sistema ordinativo attraverso kiosk posizionati nelle aree di servizio e, entro la fine dell’anno, avremo una app integrata con cui l’utente potrà ordinare e pagare direttamente con lo smartphone, ritirare lo scontrino presso il kiosk con cui interagisce tramite QR code e andare al banco per ricevere il prodotto. Sottolineo che abbiamo cercato, in un ambito molto fisico qual è la ristorazione on the go, di digitalizzare l’engagement prima della consumazione. Ma non l’esperienza di consumo. Infine, può dirci cosa ne pensa del delivery in termini di sostenibilità finanziaria per gli operatori del food? Io penso che il delivery, per come è stato condotto sino ad ora, con i costi di consegna assorbiti fondamentalmente dal ristoratore, non sia in sé un business sostenibile. Troppo elevata, infatti, è l’incidenza delle fee chieste dagli operatori. E credo che in futuro lo scenario non migliorerà, anzi. La valutazione cambia, invece, se lo inquadriamo nell’ambito di vendite marginali e non come il core business di una società di ristorazione. Dal mio punto di vista il mercato dovrebbe capire che il delivery è un servizio e in quanto tale andrebbe pagato on top al prezzo del ristorante. ¢


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Tendenze Retail

Ok, il prezzo

è giusto 28

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Trasversale a tutte le categorie merceologiche, il low cost tira sempre. Se l’alto di gamma cresce soprattutto in Asia, in Italia e in Europa sono le catene a “pochi euro” a fare i grandi volumi


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a pandemia ha stravolto le regole del commercio. Sul cambio di abitudini dei consumatori, negli ultimi dodici mesi, sono stati scritti km di articoli e report: dall’esperienza di acquisto al “phygital”, si sprecano i neologismi che cercano di definire i nuovi trend delle vendite e del rapporto consumatore-oggetto-produttore. Eppure un dato emerge in modo evidente: il basso costo è sempre allettante, più ancora che in passato. Basti guardare agli investimenti di numerose catene, di categorie merceologiche diverse, che durante questi anni tutt’al più hanno rimandato alcune aperture, ma di fatto non hanno mai interrotto i piani di crescita.

Sempre più divaricazione tra alto e basso “Tra alto di gamma e fascia low cost c’è un dualismo sempre più accentuato, non c’è un travaso di clientela dall’uno all’altro. Chi può permettersi i prodotti di lusso continua a preferirli. Ed è per questo che questi brand corrono in Asia, dove ormai c’è uno strato emergente di consumatori facoltosi di almeno 200 milioni di persone, molte delle quali

in Cina” osserva Fiorenza Belussi, ordinario di Scienze economiche e aziendali all’Università di Padova. “Ma nelle economie mature, dove la pandemia ha comunque ridotto il potere d’acquisto di numerose persone, si guarda al prezzo. E i grandi volumi si fanno vendendo tanti oggetti a poco prezzo”. Ecco perché tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, numerosi marchi che hanno annunciato piani di aperture rientrano in questa fascia. Ne abbiamo analizzati alcuni. Certo, ci sono anche brand del fast fashion già affermati che soffrono. H&M dovrebbe chiudere 250 negozi entro l’anno. Inditex (proprietario di Zara e di molti altri marchi) già dall’anno scorso ha iniziato un percorso per eliminare 1.200 vetrine fisiche. “Attenzione, però, questo non è un segno di debolezza e non è in contraddizione con il discorso generale” segnala la professoressa. “Un brand come Zara vende il 7% dei prodotti on line, che può sembrare poco ma in realtà sul totale dei ricavi sono miliardi.

Lo scorso anno il gruppo Inditex (Zara) ha generato utili per 1,1 miliardi di euro. Le vendite on line sono salite del 77%

È naturale che cerchi un riequilibrio tra fisico e digitale. Inoltre, accanto alle chiusure, la casa madre Inditex ha annunciato anche 450 nuovi negozi, che saranno più sostenibili, meno costosi e ispirati ai format richiesti oggi dal mercato”. Ecco alcuni brand e settori simbolo della forza del sotto costo.

Aldi, simbolo del discount non-discount La forza del discount sta nel prezzo basso. Meglio ancora, però, se il consumatore ha la sensazione di trovare comunque una buona qualità, con un’ampia scelta di prodotti a “marchio proprio”, con qualche chicca del tipo “100% qualità italiana”. Il tutto racchiuso in supermercati essenziali, ma luminosi, ben disposti, con un bel banco “prodotti da forno” o “freschi”, che non restituiscono l’impressione di fare la spesa in un magazzino. Un simbolo di questo trend può essere Aldi, sbarcato in Italia nel 2018, quindi dotato di strutture piuttosto nuove e che, dopo essersi rafforzato al Nord Est, da poco ha fatto il grande sbarco a Milano. Oggi nel nostro Paese conta 100 discount, in media di 1.000 mq, che spaziano tra vari format (urban, standard e center). E non ha intenzione di fermarsi. “I nostri punti vendita presentano un’offerta discount fatta di qualità, freschezza, convenienza e anche responsabilità - ha detto di recente Michael Gscheidlinger, country managing director Italia di Aldi - Abbiamo rifornimenti quotidiani nei negozi dai due centri logistici di Oppeano (VR) e Landriano (PV), quest’ultimo aperto a metà 2020. Non ci fermiamo a questi successi ma andiamo avanti nello sviluppo”.


Tendenze Retail Risparmio Casa e gli altri “casalinghi” Prendersi cura della casa, spendendo poco, è il sogno degli italiani. Su questo terreno, Risparmio Casa è diventato un colosso da mezzo miliardo di ricavi e un occhio proiettato alla Borsa. Partito da Albano Laziale, il gruppo della famiglia Battistelli si avvicina a 120 punti vendita, punta a raddoppiarli nel medio periodo e ha piantato una bandierina anche in Svizzera, a Lugano. La catena si è appena rafforzata in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e ha anche acquisito dei rami d’azienda di 5 punti vendita ex Mercatone Uno (in fallimento), salvaguardando i

livelli occupazionali. La sua forza è presto detta: un’offerta di prodotti vastissima e a prezzi molto convenienti. Oltre 30.000 referenze, cui si aggiungono più di 8.000 prodotti stagionali, che abbracciano quasi tutto il non food possibile: pulizia e cura della casa, bellezza e cura della persona, prodotti per animali domestici, casalinghi, tessile casa, giocattoli, cartoleria, fai da te, accessori auto, piccoli elettrodomestici. E siccome il filone è promettente, da poco ha fatto il suo ingresso in Italia una catena già forte in Europa, l’olandese Action, che ha inaugurato i primi due punti vendita a Torino e Milano (Vanzaghello) e punta ad arrivare a 5 entro pochi mesi. Fondata nel 1993, l’insegna è presente in 30

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Nel 2021 H&M chiuderà 350 negozi nel mondo, nei mercati maturi, aprendone 100 nei Paesi emergenti

Belgio, Lussemburgo, Francia, Polonia, Germania, Repubblica Ceca, Austria con più di 1.700 negozi e un giro d’affari di 5,6 miliardi di euro nel 2020.

Miniso, ultima arrivata per sfidare Muji e Tiger Un articolo di stampa cinese, all’inizio dell’anno scorso, aveva utilizzato un titolo spregiudicato ma azzeccato: “Come una brutta copia di Muji sia diventata un gigante retail”. Si riferiva a Miniso, catena da poco sbarcata in Italia, a Roma. Un marchio da noi poco noto, ma che nel mondo è già un colosso

da 4.000 negozi in un’ottantina di Paesi diversi. Miniso vende un po’ di tutto, ma sempre a prezzi più bassi dei concorrenti: accessori (borsette, portafogli), posate, oggetti per la casa di ogni tipo, trucchi e profumi, accessori hi-tech come cuffie e cover per i telefoni. Gli oggetti sono di ispirazione giapponese e anche il marchio, sia nel logo sia nei colori, riprende quello di Muji. La differenza è che la proprietà di Miniso è cinese, così come è made in China la quasi totalità dei prodotti. Il primo negozio italiano, aperto ad aprile, si trova a Roma sulla via Tuscolana, a ridosso di Cinecittà (foto). Ma sono previste altre tre aperture: un’altra nella capitale alla Galleria commerciale Porta di Roma, una seconda a Latina al Centro commerciale Aprilia 2 e una terza a Catania. Non sono identici, ma il brand segue in un certo senso il filone che va da Flying Tiger a Portbello.

Corre il fast fashion “kids” Il fast fashion non è certo una novità. Negli ultimi anni sono arrivati anche in Italia alcuni marchi internazionali che ancora mancavano, come Primark e Uniqlo. Brand che hanno subito il calo di vendite dovuto alla pandemia, ma non hanno mai smesso di pianificare un’ulteriore espansione. Primark, per esempio, ha già annunciato un piano per 8 nuove aperture, tra fine anno e il 2022: To-


Inizio 2021: l’80% delle famiglie riduce le spese per ristorante e abbigliamento

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li italiani tirano la cinghia e solo il 16% di loro crede che nel 2021 verrà superata l’emergenza scaturita con il Covid. Lo dice un sondaggio della Banca d’Italia (“Principali risultati della quarta edizione dell’Indagine straordinaria sulle famiglie italiane”), secondo cui un quarto delle famiglie pensa di ridurre i propri consumi non durevoli nei prossimi tre mesi. Oltre l’80% del campione dichiara di aver ridotto le spese per servizi di alberghi, bar e ristoranti e di aver effettuato meno frequentemente acquisti in negozi di abbigliamento rispetto al periodo precedente la pandemia. Una quota pari a due terzi riporta una spesa più bassa per i servizi di cura della persona. Le famiglie italiane, inoltre, non si aspettano che l’emergenza sanitaria venga superata entro un orizzonte ravvicinato: solo il 16% ritiene che verrà meno nel corso del 2021, mentre un terzo pensa che si protrarrà almeno fino al 2023. Quasi il 70% delle famiglie prevede per l’anno in corso un reddito pari a quello percepito nel 2020. Poco più di un sesto si attende una riduzione.

rino, Milano (centro città), Venezia, Bologna, Chieti, Caserta, Roma e Catania. Anche Uniqlo sta pensando di entrare in nuove città, dopo il centralissimo negozio milanese di piazza Cordusio. E ha messo gli occhi su Roma, Firenze e Torino. Eppure c’è un segmento che corre ancora più forte e riguarda l’abbigliamento low cost rivolto ai bambini. Perché spendere tanto per magliettine e canottiere che nel giro di sei mesi non andranno più? In piena pandemia, anche quando i centri commerciali aprivano a singhiozzo, in Italia è arrivato il colosso polacco Pepco, circa 2.000 negozi in 13 Paesi europei. La società si sta muovendo rapidamente. È partita dal Veneto, poi si è allargata su Milano, l’Emilia Romagna, fino a Firenze. E dall’autunno scorso ha già aperto una quindicina di negozi, prediligendo centri commerciali e iper mercati, in località di provincia. Vende anche collezioni per uomo e donna e oggetti per la casa, ma il focus promozionale è sul target bambini.

Mai senza l’hamburger Non può certo mancare il filone fast-food, quando si parla di spendere poco. Che sia al ristorante o per il delivery, nuggets, hamburger e patatine sono sempre molto richie-

sti. Un classico come McDonald’s (nel 2019 un giro d’affari in Italia per 1,4 miliardi) per il 2021 e il 2022 ha confermato l’obiettivo di 70 nuove aperture, cui verranno destinate 2.800 assunzioni. Anche Kfc non perde tempo. Dallo scorso giugno ha aperto un’altra decina di punti vendita, arrivando a circa 50 nel nostro Paese. Di recente, si è mosso anche sul terreno del marketing stringendo un’alleanza con Freeda Media, società che aiuterà Kfc a cambiare il linguaggio di comunicazione sui social media e creare una community con Generazione Z e Millenials. Burger King, circa 220 punti vendita in Italia, si differenzia con l’apertura del menù a panini completamente “plant based”. C’è anche Roadhouse che ha presentato un piano per 25 nuove aperture entro l’anno e intanto ha inaugurato il nuovo format ispirato alla cucina messicana, Billy Tacos. Ma anche nel grande mondo della carne macinata avanza il filone degli hamburger che cercano di distinguersi per una maggiore qualità, una specie di fast food di fascia alta. Da Flower Burger a Burgez, le catene aprono nuovi negozi in giro per l’Italia, spingendo sulla qualità della carne e degli ingredienti, grazie a una fama acquisita soprattutto nel 2020 con l’esplosione del delivery. Una fama che adesso coglie la sfida del ristorante fisico. A.L.

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Nuovi trend post-covid

La Yolo economy spiegata da mia figlia….

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uando penso al lavoro, a quello che ha rappresentato per me, alla differenza tra ciò che sognavo da ragazzo mentre studiavo e mi ponevo grandi obiettivi e i mille aspetti della realtà quotidiana che in seguito ho vissuto concretamente e mi hanno imposto traiettorie imprevedibili ricordo che ho sempre cercato una coerenza complessiva nelle mie scelte mai finalizzate al breve termine o all’aspetto economico. Quello semmai è venuto in seguito proprio per la decisione di procedere per step successivi coerenti. v Michele Tiraboschi ha recentemente rilanciato su Twitter una pagina a me molto cara di Alessandro Pizzorno sul senso del lavoro. Oltre l’importanza della retribuzione. La motivazione che spinge a riconoscersi in una “maglia” ad interagire con gli altri, ad assumersi responsabilità, a gratificarsi per i risultati ottenuti, a gestire la stima di capi e colleghi o a subirne decisioni incoerenti, invidie o mediocrità. A decidere anche quando è il mo-

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mento di cambiare lavoro perché qualcosa ci dice che l’equilibrio (il senso) che cercavamo ci spinge altrove. v Aubrey Drake Graham, noto semplicemente come Drake è un rapper canadese che dieci anni fa con il suo pezzo “Motto” ha reso celebre la frase “si vive una volta sola” (you only live once) che forma l’acronimo YOLO da cui è nata la cosiddetta filosofia (Yolo Economy) alla base della scelta di molti giovani americani di abbandonare lavori comodi e stabili per dare una svolta alla loro vita. v Dalla generazione dei millenials in avanti nelle numerose indagini emerge la ricerca di lavori che danno maggiori soddisfazioni e che consentono di aggiungere valore e di portare un contributo specifico nel proprio lavoro. C’è una maggiore esigenza di senso e di richieste di contesti diversi da ciò che cercavano le generazioni precedenti indotte non solo dalla precarietà di una parte dell’offerta di lavoro ma anche dalle opportunità of-

ferte dalla tecnologia e dalla influenza che la pandemia e il lockdown conseguente ha impattato sulle persone e sulle modalità di lavoro. v Questa necessità di adattamento al contesto spinge molti giovani a riMario Sassi Senior advisor e blogger schiare, rivedere le proprie priorità e desiderare di fare altro non solo sui mestieri indotti dal web ma anche tantissimo mestieri anche tradizionali che non hanno nulla a che fare con le tecnologie digitali. Da una riscoperta dei lavori dei propri genitori fino a rivendicare spazi e protagonismi anche nei lavori tradizionali in azienda. v “Costretti” allo smart working, isolati nelle loro abitazioni o preoccupati per il proprio


futuro per molti la fase di lockdown è stato motivo di spinta e riflessione. Parlarne come un fenomeno sociale lontano che riguarda altri, leggerlo negli interventi dei giornalisti specializzati o nei webinar che lo affrontano è molto diverso che viverlo in prima persona. Soprattutto per chi, come il sottoscritto, appartiene ad un’altra generazione che ha le sue radici nel secolo scorso, nella certezza del welfare pubblico e nell’importanza del posto di lavoro a tempo indeterminato. v Da qui la sorpresa e la voglia di capire quando mia figlia mi ha comunicato la sua decisione di lasciare un posto fisso a tempo indeterminato per affrontare un lavoro a tempo determinato della durata di un anno in un contesto particolarmente interessante per lei. v Trentaquattro anni, da sei a Bruxelles, laureata in economia aziendale a Piacenza, due anni di studi in Germania prima a Mannheim poi a Siegen si è sempre gestita e mantenuta lavorando durante gli studi. Innamorata della Germania da sempre, ha lavorato in Italia, in Austria e in Germania. v Personalmente non l’ho mai ritenuta un “cervello in fuga” ma semplicemente una

giovane con l’esigenza di fare esperienze lavorative in paesi diversi dal proprio, vivere il mondo, conoscere nuove lingue e culture differenti. Ha sempre avuto una mentalità aperta. Dalla scuola primaria fino all’università ha sempre privilegiato e vissuto contesti multiculturali aperti al confronto. v La decisione di oggi di lasciare un “posto fisso” credo nasca fondamentalmente da questa aspirazione. Quel “si vive una volta sola” non è una scelta superficiale ma è un’esigenza di cambiamento per misurarsi con un maggiore complessità sociale ma anche per realizzare una esperienza professionale in linea con le proprie aspettative. v Il posto fisso, in questo contesto, perde parte di quello che ha rappresentato per la mia generazione. Da garanzia si trasforma in un recinto che assicura una retribuzione costante ma rischia di reprimere aspettative e desideri. v Ricordo che molti anni fa, un’amica, oggi top manager in una importante multinazionale francese, lasciò una importante banca italiana per affrontare un difficile percorso all’estero ripartendo da zero. Una sfida innanzitutto con sé stessa.

v Nei suoi racconti non solo i successi e le conquiste ottenute ma anche le difficoltà incontrate, la solitudine, l’isolamento che porta molti giovani a cedere e a ritornare sui propri passi. Lei ce l’ha fatta. Purtroppo leggiamo e discutiamo più volentieri i successi di chi c’è riuscito. Non le difficoltà, i ritorni indietro, le sconfitte che, purtroppo, coinvolgono la maggioranza dei giovani che ci provano. v Certo il “si vive una volta sola” della Yolo economy è una medaglia a due facce fatta di rischi e opportunità. v Come genitore non nascondo che mi piacerebbe avere mia figlia più vicino, magari in un posto “sicuro” che ne garantisca la crescita professionale nel tempo. Per me, in fondo, è sempre stato così. Però non me la sono sentita di usare la mia esperienza professionale e di vita per suggerire a mia figlia traiettorie più tradizionali. Ho ascoltato e accettato le sue esigenze. È la sua vita, il suo futuro non il mio. Io posso solo, come genitore, comprenderne le ragioni e sostenerla, per quanto è possibile, nella sua scelta. Mario Sassi www.mariosassi.it

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giugno 2021 | retail food

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Il report CNCC

Centri commerciali:

numeri e scenari post Covid di Andrea Penazzi

Cancellato il 30% del giro d’affari delle gallerie e persi 47,3 miliardi di fatturato totale nel 2020. Ora il settore degli shopping mall tenta il rimbalzo nella seconda parte del 2021, sperando nella ripresa della fiducia dei consumatori e scommettendo su nuovi servizi, food e customer experience

R

iaperti nei weekend e nei giorni pre-festivi a partire dal 22 maggio, con il coprifuoco differito alle 23 e destinato a essere archiviato, il settore dei centri commerciali riparte con la formula standard “sette su sette”. Il sabato e la domenica valgono circa il 40% della torta, per cui tutta la prima parte del 2021 ha rappresentato una grande sofferenza per il comparto degli shopping mall. Sofferenza che si somma ai dati unici nella loro gravità del 2020, quando è scoppiata a marzo la crisi sanitaria e ha avuto inizio il cosiddetto new normal. Uno tsunami che ha investito in pieno il settore del commercio fisico - mentre l’online dei prodotti è volato - dagli investimenti nel retail real estate alle ven-

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retail food | giugno 2021

dite degli operatori. Tradotto in numeri, per il comparto dei centri commerciali l’impatto del Covid nel 2020 si misura in una sforbiciata del 30% del giro d’affari delle gallerie e nella perdita secca di 47,3 miliardi di euro di fatturato totale (fatturato diretto + indiretto + indotto) rispetto al 2019: 132,6 miliardi vs 179,9 dell’anno precedente. E ancora, parlando di fatturato diretto degli operatori, il dato del 2020 si è fermato a quota 52,7 miliardi di euro contro i 71,2 dei 12 mesi precedenti. La fotografia sull’andamento del settore degli shopping mall è stata scattata dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali attraverso la stesura di un maxi report, intitolato “Una nuova prospettiva per l’industria dei centri com-

merciali. L’eredità della pandemia ci proietta in un futuro migliore”, redatto dalla Commissione Comunicazione Finanziaria del CNCC. Il campione preso in analisi rappresenta circa il 30% dello stock di centri commerciali (308) e il 44% in termini di GLA (pari a circa 7 milioni di mq), su un totale di 16,1 milioni di mq di GLA. A loro volta, i centri commerciali (1.025) costituiscono oltre l’80% dei poli commerciali organizzati attivi nella Penisola (1.267). Retail&Food ha integrato i dati con le interviste a Roberto Zoia, nel ruolo di presidente dell’Associazione, e Roberto Limetti, managing director di Pradera e da aprile 2021 rappresentante per il CNCC all’European Council of Shopping Places. «Il 2020 è stato un anno drammatico e il


Fonte: Nomisma | Industry dei Centri Commerciali in Italia, 2021

COLPITA DURAMENTE DALLA PANDEMIA

conferma la buona capacità di risposta del nostro Paese e questo, insieme alle evidenze emerse dalle nazioni che stanno già uscendo dalla pandemia, come UK, USA, Israele e Cina, lascia prevedere una ripresa più sostenuta dei consumi nella seconda metà del 2021”. In particolare, ai piedi della Grande Muraglia il rimbalzo dei consumi, con le riaperture dei negozi e centri commerciali, è stato forte e il Pil del 2021 è stimato in crescita dell’8,9%, contro il +2,3% dello scorso anno. Di Pradera, che in Cina vanta cinque centri commerciali, è il commento a firma del managing director, Roberto Limetti: “Abbiamo visto che sia il footfall sia il fatturato sono in costante e rapida ascesa da giugno 2020, quando i centri sono stati autorizzati a riaprire. In due casi abbiamo già superato i numeri 2019. Tra gli over performer osserviamo il food & beverage e il leisure, a dimostrazione che le persone, dopo la paura, hanno ripreso a vivere, confermando un forte desiderio di svagarsi e divertirsi”.

Stima del fatturato perso dall’Industria dei centri commerciali

03

Impatto INDOTTO

FATTURATO

02

Impatto INDIRETTO

FATTURATO

IMPATTO TOTALE

57,3 mld € FATTURATO

20 20

FATTURATO

42,2 mld €

2 0 19

51,4 mld € FATTURATO

01+02+03

2 0 19

2019

179,9 mld €

20 20

FATTURATO

37,8 mld €

2 0 20

132,6 mld € 01

IMPATTO PERSO

Impatto DIRETTO

FATTURATO

2 0 19

47,3 mld €

71,2 mld € FATTURATO

20 20

52,7 mld € 7

suo impatto sul fatturato complessivo, pari a una riduzione di 47 miliardi di euro rispetto al 2019, fa capire da una parte quanto sia importante il comparto dei centri commerciali per il Pil del Paese - dichiara Zoia - e dall’altra quanto siano stati insufficienti gli aiuti statati al nostro settore. Ma, provando a guardare la luce in fondo al tunnel, dal 18 maggio 2020 a ottobre dello scorso anno abbiamo assistito a una ripresa, settimana dopo settimana, caratterizzata dall’aumento dello scontrino medio che ha sopperito (in parte, ndr) a footfall meno elevati. E in queste ultime settimane di zona gialla in quasi tutta la Penisola, è stato confortante vedere come i clienti siano tornati e come i 5 giorni settimanali di operatività abbiano dimostrato valori di flussi più elevati dello standard equivalente del 2019. Aggiungo poi che l’eCommerce dei prodotti, per quanto sia cresciuto, non ha assorbito nel 2020 le perdite del retail

fisico, a dimostrazione dell’immutata importanza della shopping experience, che non può essere replicata online. E proprio la shopping experience rappresenta il leitmotiv dei centri commerciali».

Italia fanalino con 1,5 miliardi spesi in nuove operazioni

Freno su consumi e investimenti. Accelerazione su digitalizzazione e format ibridi

Il report sottolinea, in primis, l’impatto del Covid sull’economia italiana nel 2020, con la perdita di 9 punti percentuali di Pil, il tracollo della fiducia dei consumatori e il calo generalizzato delle vendite. Tuttavia, nelle circa 70 slide che lo compongono, punta anche a enfatizzare possibili elementi di ripresa: “Il forte rimbalzo registrato nel terzo trimestre del 2020

Footfall in forte calo solo nei mesi con forti restrizioni Non è il centro commerciale in difficoltà: se «libere di muoversi» le persone continuano ad andare nei «luoghi fisici» FOOTFALL DATI MENSILI, NUMERO INDICE

Fonte: CNCC

Indice Base gennaio 2018=100

140

2019

2020

2021

120 100 80 60

RESTRIZIONI LIMITATE 40 20 0

Gen Var % 2020 vs 2019 Var % 2021 vs 2019

-0,3% -44,5%

Feb -3,2% -31,9%

Mar

Apr

-66,6% -49,1%

-85,5%

Mag -56,9%

Giu -25,0%

Lug -26,6%

Ago -16,4%

Set -17,7%

Ott -19,6%

Nov

In termini di investimenti retail, i 35,3 miliardi di euro in Europa del 2020 hanno rappresentato una contrazione del 21% rispetto al 2019. E la maggior parte dei deal ha coinvolto il settore grocery. L’Italia, con una quota di 1,5 miliardi investiti, pari al -26%, si pone in coda rispetto ai big del Vecchio continente, dopo Germania (12,3 miliardi pari al -5%), UK (4,8 miliardi pari al -15%), Francia (4,4 miliardi pari al -37%), Olanda (2,2 miliardi con andamento flat), Spagna (2,1 miliardi in crescita del 7%) e davanti a Polonia, Irlanda e Belgio. E per 2021 i primi dati sono altrettanto sgonfi: “I volumi del primo trimestre 2021 sono poco significativi, con poco meno di 150 milioni investiti nel retail. Gli investitori stanno guardando asset alternativi più resilienti: living e logistica. Nel settore retail sono premiati i supermercati”, si apprende ancora dal report. «Sul tema investimenti l’Italia si posiziona molto male in quanto è percepita come un paese a rischio per motivazioni strutturali, croniche, che nulla hanno a che fare con il Covid. Talvolta è ancora vista come due mercati in uno, il Centro-Nord e il Centro-Sud della Penisola o Dic

-52,7%

-40,4%

giugno 2021 | retail food

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Il report CNCC

Fatturati: il 2020 chiude a -30%, Elettronica e Beni per la Casa le merceologie con migliori performance Nel primo trimestre 2021 il calo di fatturato atteso rispetto al 2020 è intorno al 40% Fatturati Marzo 2021 rispetto a Marzo 2019*

Fatturati anno 2020 rispetto al 2019 Totale Centri Commerciali

-29,9%

-53,3% -13,5%

Elettronica

-21,9%

-15,9%

Beni per la casa Cultura, Tempo Libero, Regali

-34,4%

-29,1%

Cura Persona, Salute

-50,1%

-30,9%

-45,4%

-33,9%

Servizi

-34,5%

Abbigliamento

-45,8%

Ristorazione

-48,0% -67,3% -71,5%

Fonte: CNCC;*a partire da marzo 2021, viene introdotto un nuovo confronto: le vendite del 2021 vengono rapportate al 2019, considerando quest’ultimo come anno di riferimento non affetto dalla pandemia.

addirittura la città di Milano e il resto del Paese - illustra Limetti a r&f - Problemi che, ad esempio, non esistono in Spagna, che io sono solito prendere come benchmark in quanto ha fondamentali uguali o peggiori dei nostri ma che vanta una percezione internazionale del mercato dei capitali nettamente migliore a quella italiana, tant’è che i rendimenti per il retail nella Penisola Iberica sono considerevolmente più bassi rispetto a quelli del nostro Paese. In generale, inoltre, in questo momento gli investitori guardano i portafogli di alimentari perché rappresentano un settore resiliente, sicuro e di lungo periodo. In termini esclusivamente di centri commerciali, invece, gli unici disposti a investire sono i private equity americani o israeliani che però puntano a prezzi bassi e ritorni elevati, in quanto li ritengono proporzionati al rischio paese. Guardando all’estero, il mercato tedesco, dopo una piccola flessione, si è già più o meno ripreso, quello francese è in sofferenza sui centri commerciali ma in crescita sui parchi commerciali, mentre il centro Europa paga lo scotto di avere una quantità di stock sul mercato decisamente superiore alla domanda degli investitori. In particolare questo fenomeno è decisamente marcato in Polonia». Il report non manca inoltre di sottolineare ulteriori dinamiche figlie del 2020: molti retailer hanno chiesto concessioni alle proprietà e spesso hanno trovato accordi definiti “ragionevoli”; le performance degli operatori cambiano in base alla location e al tipo di merceologia; il mercato High Street soffre della mancanza di flussi turistici e delle diffuse pratiche di smartworking; l’Out-of Town beneficia al contrario proprio dello smartworking diffuso 36

retail food | giugno 2021

e della presenza di alcune ancore (elettronica, DIY, home&furniture). Guardando invece al cambio di passo impresso dal Covid su alcuni aspetti dirimenti del mercato, i retailer stanno investendo nel digitale per rafforzare le strategie omnicanale: la digitalizzazione ha abilitato la sperimentazione e accelerato in breve tempo nuove modalità di vendita e relazione con i consumatori. Diretta conseguenza, crescono formati misti e ibridi.

Gli acquisti “phygital” sono il new normal La pandemia ha accelerato la trasformazione dei centri commerciali, in corso ormai da lunghi anni. Lo shopping ibrido è la nuova normalità: i consumatori sono pronti per esperienze integrate ed omogenee «phygital e seamless». I retailer hanno dunque accelerato la trasformazione in chiave «phygital» e gli shopping mall dovranno compiere sforzi maggiori per soddisfare aspettative crescenti di clienti, tenant e investitori. Di conseguenza, la digitalizzazione ha spinto le proprietà a sviluppare soluzioni agili, smart, intuitive sui canali digitali per permettere al consumatore di decidere cosa/come acquistare già prima di arrivare in un centro o se recarsi in quel centro. E, parallelamente, le soluzioni offerte a supporto della visibilità/vendite dei tenant diventeranno parte integrante degli stessi prodotti e dei business model dei mall. Perché la motivazione di shopping non dipenderà più solo da convenienza della spesa o tenant mix, ma anche dai servizi erogati: pre-

notazioni, consegna a casa, ritiro presso locker e invio a domicilio entro poche ore. In sintesi, torna la centralità dei servizi offerti in quanto, che sia shopping centre o eCommerce o un mix di entrambi, a fare la differenza - sostiene il report - sarà la capacità di ingaggiare il cliente e fare di tutto per accontentarlo. «Era in atto un grande cambiamento già prima del Covid, soprattutto sul tema leisure e food, ma più in generale sulla modalità di fruizione del centro commerciale stesso, molto più legata all’esperienza - spiega Roberto Zoia - La mia percezione è che il comparto della ristorazione, sebbene sia stato tra i più toccati dalla crisi, non stia rinunciando a sviluppare e aggiungo che anche i cinema sono pronti a ripartire, forti di quanto osservato in altri Paesi in cui si è potuto riaprire prima. Per questi motivi credo non serviranno cambiamenti radicali nel merchandising mix dei centri commerciali ma piuttosto alcuni interventi mirati, magari finalizzati alla maggiore presenza di servizi. Ad esempio, dal mio punto di vista sarà fondamentale, in futuro, garantire un’assistenza sanitaria di prossimità, pubblica o privata, e questo potrebbe rappresentare un grande plus per i centri commerciali. In generale, sempre di più servizio ed esperienza saranno il motore della nostra industria. Parallelamente, tuttavia, non si può generalizzare proponendo una ricetta che vada bene in assoluto. A mio avviso i centri commerciali che avranno le migliori performance saranno quelli dominanti nel rispettivo bacino e, questo, si sposa al concetto di specializzazione dell’offerta in base al territorio. Sempre di più, quindi, si dovrà essere anche globali e locali allo stesso tempo». ¢


L’analisi retail real estate

Wellness & leisure, la nuova àncora dei centri commerciali

A

ttorno alla piattaforma alimentare e ai servizi fronte cassa, per primi arrivarono il fashion e tutto il segmento degli specializzati ad animare la galleria. Poi fu il turno della ristorazione, con food court - successivamente divenute food hall - sempre più articolate. Ora, in una logica di ulteriore evoluzione del format “Centro commerciale”, accelerata dalle nuove abitudini di consumo imposte dalla pandemia da Covid-19, si consolida la presenza di operatori legati al benessere e al tempo libero. «Sana alimentazione, benessere psico-fisico e sostenibilità sono i driver che guidano oggi i consumi. Non sono cresciuti solo gli acquisti orientati alla cura della persona e allo smart staying, ma abbiamo tutti virato verso abitudini più sostenibili», dichiara Corrado Di Paolo, General Manager di Svicom Agency, forte di un osservatorio basato su un portfolio gestionale di circa 100 asset, per una Gla superiore a 1,3 milioni di mq che include centri e parchi commerciali, stand alone e high street, food hall, immobili logistici e direzionali. «Numerosi sono i brand che guardano alle azioni green ed eco friendly come a una concreta opportunità per rispondere alle nuove esigenze - prosegue Di Paolo - Proprio su questo filone legato alla salute e al benessere, nei centri a gestione Svicom hanno aperto di recente Cody ad Happio (Roma), I Love Pokè al Carrefour di Pavia e FiT Active in ben 4 dei nostri mall». Estendendo l’analisi al comparto Real Estate, si moltiplicano le opportunità di sviluppi mixed-use, nei quali il retail rimane un’anima im-

portante, ma non più l’unica. «La pandemia ha riportato in auge temi “da manuale” che ci sembravano superati: fidelizzazione e acquisti di vicinato. Le restrizioni sulla mobilità e la necessità di effettuare spese limitate ai bisogni primari, infatti, portano i consumatori ad affidarsi maggiormente ai proximity shop. Una tendenza che si scosta notevolmente dalla prima fase della pandemia in cui le strutture commerciali di grandi dimensioni, oggi maggiormente sofferenti, sono state letteralmente prese d’assalto, innescando un nuovo fenomeno: il panic buying - continua Di Paolo, elencando tre driver che a suo giudizio guideranno l’evoluzione dell’universo Retail Real Estate in Italia Riconversione degli spazi e rigenerazione urbana in un’ottica più sostenibile, green ma anche adatta ai nuovi modi di vivere la socialità che la pandemia sta determinando. Trasformazione degli asset retail in asset mixed, con l’integrazione di nuove funzioni: wellness, sport, health center, coworking, offices, public services, etc. Digitalizzazione attraverso un nuovo modello proptech, property più technology, per una vera evoluzione dei processi, dei contenuti e delle esperienze. Esempi concreti che seguono queste direttrici sono il centro commerciale Mongolfiera Japigia e il complesso polifunzionale de La Birreria. Il primo ha una connotazione di urban shopping mall che ci ha portati a convertire numerosi mq di Gla in servizi extra commerciali indoor (palestra, clinica dentaria, ufficio postale, etc) e servizi di struttura outdoor (playground di 900 mq, aree relax per 1.300 mq, percorsi sportivi multidisciplinari di 3.500 mq, anfiteatro, orto urbano, etc.). Il secondo è stato restituito alla città di Napoli e si configura come un parco polifunzionale dove, allo shopping, alla ristorazione e all’intrattenimento, si affiancano la palestra h24, il centro polidiagnostico, lo spazio cultura, la clinica veterinaria e l’area residenziale». Dunque,

Corrado Di Paolo, General Manager di Svicom Agency

tra i motori del cambiamento, c’è anche la tecnologia, con l’eCommerce a farla da padrone. «Assistiamo a una sensibile accelerazione dei percorsi di innovazione tecnologica e di implementazione di strumenti digitali per tutto il comparto Retail. La dimensione omnichannel e l’utilizzo del digitale come mezzo per sostenere le vendite e aumentare il livello di servizio alla clientela sono diventati fattori chiave - sottolinea il General Manager di Svicom Agency - Le aziende dovranno essere capaci di assumere una reale dimensione online, di integrare la dimensione fisica con quella digitale e di sviluppare nuovi servizi: home delivery; click and collect; BOPIS (buy-online-pickup-in-store) e BOSS (buy-online-ship-to-store); Drive Thru e Curbside collect». In questo scenario non sono mancate le iniezioni di fiducia, date per esempio da aperture di nuove formule commerciali, tra cui si annoverano Mondo Convenienza con il format da 300 mq, Mondo Camerette Point su 70 mq e Pepco, player di abbigliamento e prodotti per la casa. E Svicom ha favorito tale sviluppo commercializzando, da inizio pandemia, una gla complessiva di 60mila mq, pari a circa 180 negozi, e portando a termine mille rinegoziazioni. Ma qual è, quindi, il futuro del Retail e dei suoi spazi nell’era post Covid-19? «Gli asset class più colpiti dalla crisi epidemiologica sono stati il Retail e l’Hospitality - conclude il manager - Occorre ripensare, in modo innovativo, entrambi i mondi. Gli spazi devono rispondere alle nuove abitudini di vita e di consumo. Così i grandi alberghi saranno riconvertiti in temporary offices e hub di coworking e i centri commerciali assumeranno le sembianze di centri polifunzionali, con ampio spazio ai servizi a misura di cittadino. Dal punto di vista dell’offerta, il Made in Italy, il reshoring (con un ritorno delle produzioni in Italia) e la già citata sostenibilità, sono gli elementi su cui i Retailer dovranno giocare la loro partita con il futuro. Per vincerla con la creatività e la passione che da sempre distingue il tessuto imprenditoriale italiano». A.P. giugno 2021 | retail food

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Retail Immobiliare

High street in pandemia,

Montenapo sempre al top Le vie dello shopping perdono terreno come canoni e valori d’acquisto. Ma la “via del lusso” milanese e via dei Condotti a Roma sono salde nelle prime dieci mondiali

G

li effetti della pandemia e la contrazione delle vendite si fanno ancora sentire sull’immobiliare retail, con valori in diminuzione almeno fino al primo trimestre dell’anno, fatta eccezione per alcune aree di stabilità. È quanto emerge dal report Fashion High Street 2021 “post pandemia”, realizzato da World Capital con la Federazione Moda Italia-Confcommercio. Ragionando per macro aree geografiche, al Nord i canoni di locazioni hanno registrato una variazione percentuale media del -6% rispetto al periodo pre-Covid. Mentre i tempi di vacancy hanno subito una dilatazione e i tagli richiesti, a livello di metri quadrati, sono diminuiti in media del 10%. A confermare il periodo di incertezza ci sono i valori dei rendimenti lordi, generalmente in crescita. Situazione simile al Centro, con la variazione al ribasso dei canoni che si attesta a -7%, mentre al Sud il raffreddamento degli affitti è arrivato fino al 10%. “Tra i diversi settori del mercato immobiliare, l’asset Retail è quello che ha subito in maniera più forte gli effetti della pandemia, a causa del lockdown, delle restrizioni, del calo del turismo e della propulsione dell’ecommerce” osserva Andrea Faini, amministratore delegato di World Capital. “Tuttavia, crediamo che il progresso sul fronte vaccinale e la ripartenza del turismo nei prossimi mesi potrebbero portare a una graduale ripresa del settore. Nonostante la pandemia abbia modificato le abitudini di acquisto delle persone, il negozio fisico resta fondamentale, sia come vetrina del brand, ma soprattutto come luogo di esperienza per il consumatore”.

38

retail food | giugno 2021

Ribassi con punte del -16% Come mostra la tabella in pagina, la situazione è comunque eterogenea a seconda delle diverse zone dello Stivale. Le High Street con valori di locazione maggiormente contratti sono tutte nel Meridione, come per esempio Corso Italia a Catania (-16%) o via Calabrito a Napoli (-15%). Scenario più incoraggiante invece al Nord, dove a Milano via Monte Napoleone si riconferma la via dello shopping italiana più lussuosa con 10.500 €/mq/anno. Certo, sono lontani i livelli del 2019, quando alcune rilevazioni assegnavano alla via milanese dei canoni medi addirittura di 13.000 euro/mq l’anno. Eppure, come mostra la tabella in pagina, Milano e Roma non sfigurano nel

confronto con le più grandi metropoli dello shopping mondiale.

In arrivo 24 operazioni entro il 2025 Guardando invece alla tabella delle strade italiane, si nota diffusamente come i rendimenti siano posizionati su valori più alti. E dove il tasso è risicato, questo si deve più al prezzo d’acquisto elevato, che sulla certezza dei ricavi futuri. Il retail immobiliare, comunque, ha subito pesantemente il periodo non solo in Italia. Secondo l’ultima rilevazione di Jll (Jones Lang LaSalle), relativa al primo trimestre dell’anno, a livello di compra-

A CONFRONTO CON LE HIGH STREET MONDIALI Paese

Città

Strada

Stati Uniti Cina Francia Gran Bretagna Cina Italia Australia Italia Svizzera Giappone

New York Hong Kong Parigi Londra Hong Kong Milano Sydney Roma Zurigo Tokyo

Fifth Avenue Causeway Bay Champs-elysées Oxford Sttreet Russell Street Via Monte Napoleone Pitt Street Mall Via dei Condotti Bahnhofstrasse Ginza (Chuo street)

(fonte World Capital)

Canone

(euro/mq/anno)

28000 24000 14800 14000 13700 10500 9500 9430 8600 8400


MERCATO DELLE HIGH STREET ITALIANE Dati al primo trimestre 2021 Canone locazione (euro/mq) High Street Galleria Cavour BOLOGNA Via d’Azeglio Via Rizzoli Corso Italia CORTINA Via Roma GENOVA Via San Luca Via XX settembre C.so Buenos Aires C.so Vercelli MILANO C.so Vittorio Emanuele Via Monte Napoleone Via Calata Marconi PORTOFINO Via Lagrange TORINO Via Roma Via Garibaldi Piazza San Marco VENEZIA Calle Merceria Via XXIII Marzo Via Mazzini VERONA Corso Porta Borsari Via Pellicciai Via Calzaiuoli Via dei Cerretani FIRENZE Via Roma Via Calimala Via dei Condotti piazza di Spagna ROMA Via del Corso Via dei Giubbonari Via Sparano BARI C.so Vittorio Emanuele Corso Italia CATANIA Corso Garibaldi NAPOLI Via Scarlatti (Vomero) Via Toledo Via Ruggero Settimo PALERMO PORTO CERVO Piazzetta Città

Min 740 700 501 870 410 310 330 810 760 2870 4830 1100 550 440 340 2300 1590 1420 1390 600 570 1600 999 850 1050 3220 2840 1540 905 625 310 200 520 750 670 610 1350

Max 1620 2000 960 2350 810 630 930 2250 2460 5890 10500 2160 1750 1640 1150 4980 4100 3860 2650 1620 999 4320 2015 2435 1870 9430 7400 5600 1520 1420 780 415 1120 1350 1050 1490 2330

Rendimento Lordo Min Max 6,00%

7,00%

5,50%

7,50%

6,00%

8,00%

StockIL degli immobili 2019 NORD ITALIA Fonte: OMI - Agenzia delleRetail Entrate -ItaliaItalian

3,50%

5,50%

3,00% 5,50%

3,50% 6,50%

5,50%

7,50%

4,50%

6,00%

5,50%

7,00%

4,50%

6,00%

4,00%

6,00%

7,00%

8,00%

8,00%

9,00%

7,00%

8,00%

7,00% 5,50%

8,50% 6,50%

prospettiva nel medio termine resta positiva. JLL si aspetta una ripresa degli investimenti nei prossimi anni, anche perché entro il 2025 sono in pipeline 24 nuove strutture, di cui 16 nel Nord Ovest e 4 di dimensioni superiori ai 60.000 metri quadrati. A.L.

Retail Stock Per regione e per a

Fonte: OMI - Agenzia delle Entrate

Fonte: OMI - Agenzia delle

59,9%

21,9%

(fonte World Capital) vendite il retail è il segmento che ha accusato la contrazione peggiore, -47% rispetto allo stesso periodo del 2020. In Italia sono stati annunciati soltanto sei deal, per un controvalore di 70 milioni di euro, un dato del 90% inferiore al primo trimestre 2020. Ad ogni modo la

Stock degli immobili Retail - Italia - 20 STOCK ITALIANO: DOMINA

24,3%

26,9%

11,1% 15,8%

40,1%

Lo stock delle unità immobiliari censite in Catasto nelle Categorie C che comprende immobili a destinazione negozi e laborator, rigua Lo stockglidelle unità immobiliari 2,55 milioni di unità sul territorio nazionale, con una concentrazione censite in Catasto nelle re nell’area del Nord (40,1% - Nord-Ovest 24.3% e Nord Est 15,8% Categorie C/1 distanza, e C/3, che il Sud (26,9% e, a breve il Centro (21,9%), mentre risulta la quotacomprende nelle isole (11,1%). Tra le regioni gli immobili a tuttavia, la maggior presenza di negozi sul territorio si osserva in Lombardia (con una quota stock d destinazione negozi e laboratori, del 14,3%), unico valore a doppia cifra insieme a quello della campan riguarda circada2,55 milioni di (9,7% al Centro),la Sicil Nelle altre macro aree segnalare il Lazio unità territorio tra le Isole) ed sul il Veneto (7,9% nazionale, nel Nord Est).con 6

una concentrazione maggiore World Capital Real Estate Group nell’area del Nord (40,1% Nord-Ovest 24.3% e Nord Est 15,8%). Segue il Sud (26,9% e, a breve distanza, il Centro (21,9%), mentre risulta inferiore la quota nelle isole (11,1%). Tra le regioni tuttavia, la maggior presenza relativa di negozi sul territorio si osserva in Lombardia (con una quota stock di negozi del 14,3%), unico valore a doppia cifra insieme a quello della Campania (11%). Nelle altre macro aree da segnalare il Lazio (9,7% al Centro), la Sicilia (8,3% tra le Isole) ed il Veneto (7,9% nel Nord Est).

giugno 2021 | retail food

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COMITATO PROMOTORE Rosario Ambrosino • A.D. Gruppo Elior Italia

Alessandro Pirinoli• Managing Director Compass Group Italia

Stefano Biaggi • Presidente e A.D. Sodexo Italia

Tommaso Putin • Resp. Pianificazione e controllo

Cristian Biasoni • A.D. Chef Express - Presidente AIGRIM

Serenissima Ristorazione

Corrado Cagnola • A.D. KFC Italy

Massimiliano Santoro • Director Publ. Affairs

Sergio Castelli • A.D. Areas Italia

and Europe Business Dvlp. Autogrill

Roberto Colombo • Amministratore Delegato Sebeto

Antonio Savoia • Presidente Edifis

Mario Federico • A.D. McDonald’s Italia

Carlo Scarsciotti • Presidente Angem Portavoce Oricon

Andrea Laguardia • Resp. di settore Legacoop

Renato Spotti • A.D. Dussmann Service

Produzione & Servizi

Lino Stoppani • Presidente Fipe

Chiara Nasi • Presidente CIRFOOD

Andrea Valota • General Manager Italy Burger King

Alberto Niero • Ceo Italia Lagardère Travel Retail

Danilo Villa • Direttore Generale CAMST

Ernesto Pellegrini • Presidente Gruppo Pellegrini

Lino Volpe • Presidente Gruppo Elior Italia

Progetto1_Layout 1 23/04/19 15:41 Pagina 1

Ristorando Eventi Per informazioni sul Convegno e sponsorizzazioni: convegni@edifis.it - pubblicita@edifis.it


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Mystery Shopping Food

California Bakery,

prova ok, ma occhio all’attesa Abbiamo testato in incognito la catena di ristoranti a tema “stelle e strisce”, dopo il passaggio al gruppo Volpi. Ecco com’è andata.

D

allo scorso 26 aprile, ha finalmente riaperto California Bakery, la catena di ristoranti a tema “american food” di recente acquistata dal gruppo Ten food & beverage, dell’imprenditore Gabriele Volpi. Come sarà l’esperienza, dopo oltre un anno di assenza? Abbiamo provato in incognito uno dei locali storici, quello milanese di Corso Como 5. Chi scrive, va detto, è un fan del brand. Ma l’analisi cercherà di restare lucida.

Dehor comodo e menù più ricco La location è di sicuro richiamo. In un’area pedonale, a metà fra Eataly e piazza Gae Aulenti, cuore del moderno quartiere di Porta Nuova, il ristorante è su strada ma facilmente raggiungibile, sia in metropolitana sia in auto. Nonostante la posizione centrale, parcheggiare non è difficile se si opta per il multipiano di piazza XXV aprile. La nostra prenotazione è per il pranzo di sabato 8 maggio, alle ore 13, due persone. Si mangia all’esterno, in un dehor da circa 40 posti seduti, dove quasi tutti le sedute riescono a rimanere all’ombra. Le sedie di plastica rigida non sono nulla di speciale, ma tutto sommato più comode rispetto alle piccolissime sedie in legno degli interni. Al centro del dehor, insieme ai condimenti, c’è un dispenser per sanificare le mani. Come richiede il periodo, il menù si scorre aprendo un link sul cellulare grazie al Qr Code. Rispetto ai menù, la catena ha ampliato di molto l’offerta, diversificandoli a seconda che si scelga per “brunch”, “breakfast” o “lunch”, ma c’è anche il menù “aperitivo” per accompagnare vini e cocktail al momento dell’happy hour e non manca l’”healthy 42

retail food | giugno 2021

California Bakery

corso Como 5, Milano Provato sabato 8 maggio Location Menù Servizio Rapporto qualità prezzo Interattività

*** *** *** ** **

* insufficiente ** sufficiente *** buono menù” con tante verdure. Il tutto ad accompagnare i piatti forti tradizionali, come pancake, hamburger, bagel, uova strapazzate, cheescake, bowls e il nuovo “lobster roll”, il panino all’astice tipico tipico della costa est americana. Gli allergeni sono segnati con precisione.

Trenta minuti dall’arrivo alle pietanze Accoglienza e ordinazioni, nel dehor, sono gestiti da due cameriere, veloci e solerti. Una terza presenza potrebbe non guastare, visto che i tavoli sono pieni, in una mattina di sole finalmente in “zona gialla”. La sensazione è che il personale sia abbastanza esperto, già presente con la passata gestione, non c’è traccia di “giovani alle prime armi”. Gli ordini vengono pre-

si alle 13.13, dieci minuti dopo esserci seduti. Facciamo un “brunch” più un “kids menù”, in cui una piccola variazione viene accolta senza problemi. Pane e spremuta d’arancia, compresi, arrivano subito. La prima parte del cibo arriva alle 13.30. Dieci minuti dopo, alle 13.40, ecco servita la seconda pietanza. In due persone, abbiamo mangiato mezz’ora dopo il nostro arrivo. Una tempistica tutto sommato discreta, visto l’affollamento. Anche se il tipo di cucina non era particolarmente elaborato: pancake classico (con sciroppo d’acero e frutta), nuggets di pollo, un muffin a corredo, più un mini hot-dog come secondo. Si potrebbe puntare, in effetti, ad accelerare di qualche minuto. La qualità è senz’altro buona, le porzioni giuste.

Non è un fast food né vuole esserlo Si paga all’interno. Mentre paghiamo, chiediamo in aggiunta una fetta di cheescake e un brownie da portare via, che arrivano subito. Scontrino finale: 43 euro. Il mio brunch costa 17 euro, con due generosi pancake e frutta fresca, più il muffin. Il conto non è regalato, ma per essere a Milano ci sta. A pranzo, un hamburger andrebbe tra gli 11 e i 14 euro. Di sicuro Califronia Bakery non è un fast food, non punta sul basso costo, ma sulla qualità. E adesso, sulla varietà. La sfida si gioca su questo. Il brand ha investito di più sui social, le pagine Facebook e Instagram sono aggiornate e fresche, i menù si possono scaricare dal sito internet, ancora invece da implementare. Uscendo, chiediamo informazioni per il delivery. “Siamo presenti dappertutto” ci risponde il ragazzo in cassa. In effetti è vero: il brand è affiliato alle tre maggiori app, JustEat, Deliveroo e UberEats. Ma c’è un particolare, omesso. La consegna non arriva proprio in tutta Milano, ma solo nell’arco di alcuni km. Una scelta dovuta probabilmente alla necessità di recapitare in uno stato decente piatti delicati (tipo le torte) che non possono permettersi di arrivare squagliate. Giudizio finale: per ora manca la sensazione “wow”, ma di sicuro positivo. A.L.



Travel Aeroporti

Estate in arrivo obiettivo 21 milioni di Adriano Lovera

Questa è la soglia minima di passeggeri che è lecito aspettarsi fra giugno e settembre negli scali italiani. Low cost scatenate su Sud e Isole. Ma tra “Covid tested” e new entry dagli Emirati, non manca spazio per il lungo raggio

L

e nubi si diradano sulla prossima estate negli aeroporti italiani. E ci sono buone probabilità per aspettarsi un deciso ritorno dei turisti stranieri. Il cosiddetto “green pass”, cioè quel certificato comunitario che testimonia la vaccinazione, guarigione o negatività al Covid, dovrebbe entrare in vigore con ogni probabilità dal 1 luglio. Queste sono le ultime indicazioni di Bruxelles. Sul fronte intercontinentale, il blocco dei 27 Paesi si appresta a varare una rinuncia alla quarantena per tutti i cittadini che hanno ricevuto uno dei vaccini approvati dall’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Per vedere anche il ritorno dei turisti internazionali le principali speranze sono riposte nei voli Covid-tested, che coinvolgono Roma, Milano e presto anche Venezia. Si tratta di quella procedura che prevede il doppio test Covid sul 100% dei passeggeri, effettuato 48 ore prima della partenza e subito dopo lo sbarco, che consente in cambio di evitare la quarantena di 10 giorni in Italia. Sperimentati con successo da Malpensa e Fiumicino verso gli Stati Uniti, una recente ordinanza del Ministero della Salute ha inserito

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retail food | giugno 2021

anche Canada, Giappone ed Emirati Arabi Uniti nell’elenco dei Paesi verso cui è possibile organizzare lo stesso sistema. E subito è arrivata la comunicazione da parte di Adr-Aeroporti di Roma, per l’avvio di voli di questo genere, dal 9 luglio, verso Tokyo (con Alitalia).

Forte spinta sull’Europa

Che traffico c’è da aspettarsi negli scali italiani? Abbiamo fatto una ricognizione, analizzando le principali novità tra rotte e compagnie operative da giugno. Sono poche le società di gestione aeroportuale che azzardano previsioni di passeggeri per l’estate. Ma anche solo assumendo i valori 2020 come base di partenza, non ci sono dubbi che sarà superata quota 21 milioni. Un risultato ancora molto inferiore al periodo pre-crisi, ma comunque in crescita rispetto all’estate scorsa (dove si era sfiorata quota 20 milioni) e capace di generare fiducia. Guardando alla pianificazione delle compagnie aeree, la maggior parte degli investimenti si è concentrata su un turismo domestico, nel senso

di “europeo”, e improntato al leisure, leggi “mare”. Isole, Sud Italia, Grecia, Canarie sono al centro di un network fittissimo di voli. “Su Catania e Olbia ci aspettiamo numeri record assoluti” fanno sapere da Sagat (aeroporto di Torino). E non mancano le novità, su un mercato che fa gola. In sordina entra in servizio un nuovo vettore italiano, Ego Airways. Sul fronte infrastrutture, è quasi pronta la metropolitana che arriva a Milano Linate. Olbia ha terminato l’allungamento della pista. Palermo è andato avanti con il restyling e da poco è stato aperto un nuovo Relay con Lagardere Travel Retail. Nel capoluogo siciliano scommettono su almeno un milione e mezzo di passeggeri, solo tra luglio e agosto. E ci sono tante new entry a macchio d’olio. Ryanair si “allarga” a Malpensa, tradizionalmente feudo di easyJet. Di contro, quest’ultima piazza una sua presenza a Orio al Serio (il volo su Olbia), il regno degli irlandesi. E poi qualche chicca, come il diretto estivo Abu Dhabi-Bari (Wizz Air) o i collegamenti da Dubai verso Napoli e Catania (flydubai).


AEROPORTO

COMPAGNIE E NOVITÀ

PASSEGGERI GIUGNO-SETTEMBRE*

Roma Fiumicino

I voli “Covi tested” verso gli Usa sono i protagonisti del lungo raggio (New York Jfk di Delta, Dallas di American Airlines, Ny Newark di United). Alitalia copre come sempre tutta l’Italia e il Mediterraneo. Tra le low cost, Wizz Air porta 4 nuovi aerei e 32 nuove rotte, concentrate su Grecia, Spagna, Nord Africa.

2,6 mln

Milano Malpensa

I vettori Usa collegano anche Malpensa con i voli "Covid tested". Sempre forte Emirates. Poi low cost a tutto spiano. easyJet punta su Catania, Napoli, Brindisi e Lamezia. Ryanair basa due aerei in più e aggiunge Barcellona, Corfù, Santorini e Zante. Wizz Air: le novità sono Sharm e Casablanca.

2,5 mln

Cagliari Olbia Alghero

Cagliari: 21 vettori, 85 rotte (33 di Ryanair), 20 nuove (es. Lamezia). Alitalia da Roma, Milano, Bologna, Venezia e Verona. Tante voli nazionali su Olbia da Volotea, easyJet, Wizz Air. Alghero: 10 compagnie, 36 destinazioni di cui 22 rotte di Ryanair (novità Barcellona, Marsiglia, Napoli e Siviglia).

2,1 mln

Venezia Verona Treviso

Sul lungo raggio, anche Venezia potrà accogliere i voli "Covid tested" da Nord America ed Emirati Arabi come Milano e Roma. Tra le low cost, Ryanair offre 65 rotte sul Veneto con 23 novità da Treviso (Mediterraneo e Tel Aviv). 21 rotte Volotea da Verona, con il nuovo Airbus A320.

1,6 mln

Palermo

91 destinazioni (27 nazionali e 64 internazionali), 21 Paesi collegati e 31 compagnie aeree (4 novità: Blue Air, Lot, Lumiwings e Wizz Air). Il network comprende 12 collegamenti con la Francia, 11 con la Germania, 8 con la Spagna, 6 rotte per Gran Bretagna e Irlanda, 13 rotte con Polonia, Romania, Ungheria, Croazia, Ucraina, Grecia, 5 con Belgio, Olanda e Lussemburgo, 4 con Svizzera e Austria, Tunisia e Malta.

Bologna

Grande investimenti di Ryanair che mette 10 aerei, 64 rotte di cui 8 novità (Billund, Budapest, Chania, Minorca, Oradea, Santorini, Sibiu, Paphos). Sul lungo raggio, Bologna insieme a Roma e Milano è collegata da Emirates con Maldive, Seychelles e Sri Lanka.

1,4 mln

Bergamo Orio al Serio

Ryanair cresce ancora con 20 aerei basati, 100 rotte (tra cui le novità Banja Luka e Belfast) e più voli su Alghero, Lanzarote, Napoli e Trapani. La new entry è easyJet, che inizia con Olbia.

1,2 mln

1,6 mln (giu-ago)

* Dove la società di gestione non ha risposto o non ha fornito una stima, è stato utilizzato il dato 2020 (Assaeroporti) come soglia minima ** Posti in vendita solo per Sud Italia e Isole

QUASI 100 ROTTE NELLA SUMMER DI ALITALIA

C

he cosa fa Alitalia nella Summer 2021? Vola eccome. La compagnia di Stato, che pure ha scelto una comunicazione di basso profilo, rispetto al bombardamento di notizie delle low cost, resta il secondo vettore del nostro mercato per passeggeri trasportati: nel 2020, 6,5 milioni di persone dietro agli 11,8 milioni di Ryanair. Alitalia quest’estate opera 94 rotte, di cui 68 all’estero, con 4.000 voli settimanali. Da luglio, il diretto per New York “Covid tested” passa a due frequenze al giorno, poi il 9 luglio arriva Tokyo. Ma fedele alle previsioni che vedono ancora un turismo di prossimità, spinge

al massimo sul Mediterraneo, con nuovi diretti verso Grecia, Spagna e Croazia e più frequenze verso Sicilia, Puglia e Calabria. In particolare, da Fiumicino si va a Santorini, Skiathos, Preveza, Cefalonia, Creta, Corfù, Mykonos, Zante, Dubrovnik e Spalato, mentre Rodi, Ibizia, Minorca e Palma di Maiorca sono serviti anche da Milano Linate, oltre che da Roma. E ancora: Malaga, Marsiglia, Tel Aviv, Algeri, Londra, Madrid, Barcellona, Atene, Parigi, Nizza, Bruxelles, Amsterdam, Ginevra, Zurigo, Francoforte, Monaco, Malta, Tirana, Tunisi e Il Cairo. giugno 2021 | retail food

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Travel Aeroporti AEROPORTO

COMPAGNIE E NOVITÀ

PASSEGGERI GIUGNO-SETTEMBRE*

Bari-Brindisi

Ryanair offre 68 destinazioni sulla regione. A Bari investimento importante di Wizz Air: 25 rotte, 8 novità tra cui Treviso e Linate (su cui vola anche Volotea), compreso il lungo raggio di Tel Aviv e Abu Dhabi.

1,2 mln

Napoli

30 compagnie in totale, con la novità Air Baltic da Riga. In totale, 86 rotte, di cui 15 nazionali e 71 internazionali, tra cui Dubai. C'è il nuovo British da Londra come ponte per il Nord America, mentre Ryanair opera ben 48 rotte con la novità Santorini

1,1 mln

Catania

9 nuove destinazioni: Alghero, Brindisi, Parma, Forlì, Mykonos, Dortmund, Ibiza, Lviv e San Pietroburgo. Germania (9 città), Francia (5) e Gran Bretagna (3) sono super collegate. Ma ci sono anche Istanbul (Turkish) e Dubai (flydubai).

Pisa-Firenze

Pisa :69 destinazioni (di cui 11 nazionali) e 22 compagnie. Novità: Ryanair su Leopoli, Skiatos e Palma di Maiorca, Wizz Air su Brindisi, Catania, Palermo, AirBaltic su Riga, Air France su Parigi Charles De Gaulle. Firenze: 34 destinazioni (di cui 10 nazionali) e 16 compagnie aeree. Novità: British su Southhampton, Ego su Bari, Brindisi, Catania, Comiso, Ibiza, Lamezia Terme, Mikonos e Olbia, Vueling su Olbia

Torino

14 vettori tra cui la novità Binter (Canarie), 43 destinazioni (di cui 28 estere). Tanto Mediterraneo e isole tra le novità, come Creta, Corfù e Rodi di Ryanair, Olbia e Palermo di Volotea e Blue Air, tanti voli su Sicilia, Calabria. Resistono Londra, Madrid, Monaco, Francoforte, Parigi, Amsterdam, Barcellona, Bruxelles.

688 000**

Milano Linate

Da Wizz Air a Air Dolomti, da Volotea ad Alitalia passando per Austrian e Blue Air, lo scalo cittadino milanese è affollatissimo. Tante novità verso il mare, come le new entry di Volotea (Brindisi, Lamezia, Catania, Lampedusa e Pantelleria).

640 000

Roma Ciampino

Non c'è Alitalia, dominano le low cost a partire da Ryanair che collega decine di capitali europee (Londra Stansted e Madrid sono tra i voli più acquistati sui cieli italiani). Wizz Air porta la novità di Olbia

480 000

Lamezia Terme

La rotta su Cagliari è una novità di Volotea, Blue Air collega Torino, Alitalia presidia Milano e Roma, ma ci sono anche le new entry Albastar (Bergamo) ed Ego (Forlì)

430 000

Genova

8 compagnie, torna la base di Volotea (da settembre collega Parigi), più rotte di Ryanair, con la novità di Malta, arriva Wizzair, che opererà il collegamento con Tirana, e altra new entry Tayaran Jet su Trapani. In totale 13 rotte.

171 000

1 mln (lug/ago)

750 000

* Dove la società di gestione non ha risposto o non ha fornito una stima, è stato utilizzato il dato 2020 (Assaeroporti) come soglia minima ** Posti in vendita solo per Sud Italia e Isole

Da Trapani a Trieste, la carica dei “piccoli”

L’

estate 2021 segna anche il risveglio di tanti scali minori, quasi tutti collocati sulla dorsale adriatica. Partendo da Trieste, diverse novità rispetto alla scorsa estate, come il Lufthansa per Francoforte, Alitalia su Fiumicino, Palermo di Volotea e Napoli di Ryanair. C’è anche Tayaranjet su Trapani. Trieste è collegata anche con Londra, Malta e Valencia. “Abbiamo avuto 300.000 passeggeri nel 2019. Confidiamo di recuperare buona parte dei volumi” è il commento della società di gestione. Una stima di 150.000 pax proviene da AnconaFalconara, dove operano Ryanair, Tayarenjet, Lufthansa, Albawings mentre le new entry sono Vueling, Wizz Air e Croatia airlines (charter). Tante rotte

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retail food | giugno 2021

estere come Londra, Charleroi, Dusseldorf, Monaco, Tirana, Barcellona, Varsavia, Bucarest. Allo scalo abruzzese di Pescara quest’estate operano Alitalia, Ryanair, Wizz Air e Volotea con 20 rotte e una previsione di 80.000 passeggeri. Il 30 marzo ha riaperto l’aeroporto di Forlì, su cui volano Lumiwings, Ego Airways ed Air Horizont. In Italia, i collegamenti sono tutti per isole e mare, all’estero tanta Grecia più Amburgo, Bilbao, Budapest, Monaco. Stima: fino a 50.000 pax. Sette compagnie e 5 novità su Perugia: Cagliari, Lamezia, Olbia, Vienna e Londra Heathrow. Passeggeri fra 35 e 50.000. A Trapani (100.000 pax l’anno scorso) ha investito Ryanair con 11 rotte, altre 6 arrivano da Albastar.


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Food Trend

In provincia corre il “local” delivery

A

Venezia, c’è una startup che si è inventata il business del cibo a domicilio in piena pandemia, come fosse volontariato. Oggi è un’attività che ha già arruolato 100 fattorini. Così è partita la primavera scorsa CocaiExpress, fondata da Tommaso Ramadoro (Head of Finance), Giovanni Torcellan (Operation Manager) e Guglielmo Zanini (Miner & Business Developer). La prima versione era un sito internet, oggi “gira” su una app Android e iOs. Da poco l’applicazione è stata implementata, con l’aggiunta della geolocalizzazione della consegna, proprio come fanno i big del delivery. Quest’attività ha una particolarità unica: non si parla di “rider” ma di “runner”, perché recapitare il cibo tra le calli e i ponti della Laguna è arduo, si fa prima a piedi rispetto a qualsiasi altro mezzo. Il trasporto pubblico, lungo i canali, viene sfruttato soltanto per raggiungere le isole. La start up, che si basa sullo slogan “nata a Venezia, per i veneziani” ha preso piede. I suoi runner hanno in media 20 anni e riescono a garantire un tempo di consegna di 12-15 minuti. Ma CocaiExpress è importante anche per gli esercenti. Il sito e la pagina Facebook funzionano come un social network aperto ai ristoratori, oggi una cinquantina tutti del centro storico, che possono creare dei post, pubblicizzare il proprio menù ed eventuali promozioni e iniziative. I costi di consegna variano in base alla distanza del domicilio. In più, seguendo l’esempio dei cosiddetti dark store, anche CocaiExpress si è allargata alla consegna di spesa o altri beni di prima necessità. In questo caso è il negozio, bisognoso di effettuare una consegna, che si mette in contatto con la società per organizzare il recapito.

TvbEat fa il giro della bergamasca e punta alla Lombardia Sempre a Nord, ma questa volta a Bergamo, è nata invece TvbEat, fondata da due imprenditori locali, Damiano Vassalli e Andrea Togni. L’idea iniziale è stata pro48

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prio quella di creare un network a supporto dei piccoli ristoratori della provincia, per permettere loro di resistere alla crisi, senza andare a scontrarsi con le grandi realtà del delivery che presidiano le grandi aree metropolitane. Il claim del progetto, infatti, è: dove gli altri non arrivano. Anche questa attività è nata in sordina l’anno scorso e nel giro di sei mesi è arrivata a contare oltre 150 locali associati, di una sessantina di Comuni della bergamasca, e da poco ha tagliato il traguardo dei 12mila pasti consegnati, con più di 7mila utenti iscritti. Nel semestre novembre 2020-aprile 2021, la società ha dichiarato 100mila euro di fatturato, 400mila euro di vendite generate per gli affiliati e tramite accordi di franchising sta espandendo le attività nelle province di Lodi e Cremona. Ma questo è solo l’inizio, perché l’obiettivo è di arrivare ad altre 10 sedi “territoriali” entro fine anno.

Tra iper local e franchising, occhio alle cadute Più in generale, il fenomeno del delivery alternativo a quello dei grandi operatori, si dispiega verso due direttrici. Da un lato, ci sono fenomeni veramente territoriali, nati per essere forti in una zona specifica e senza l’ambizione di superare troppo i confini. Un esempio del genere potrebbe essere quello di Taporty, nel Lazio, che ha iniziato a funzio-

nare lo scorso anno a Priverno, poco più di 14mila abitanti in provincia di Latina. Oggi la consegna si è allargata a Terracina, Sant’Egidio alla vibrata, Roccagorga, Velletri, Latina Scalo e Pontinia. Un altro versante è invece quello dei marchi che si espandono in franchising, ma sempre muovendosi nelle province minori e tralasciando i capoluoghi, dove sarebbe inutile tentare la concorrenza ai big del settore. Uno di questi è ForToGo, attualmente attivo in una quindicina di Comuni del Centro Italia, compresi in una zona tra Pescara, Teramo, L’Aquila, Ascoli e San Benedetto del Tronto, con puntate anche a Parma e Latina. Un altro è Foodracers, da poco arrivato in Piemonte a Ivrea e attivo già in 56 città italiane, con un milione di ordini consegnati, 770 racers e 1.422 ristoranti affiliati. Certo, però, nonostante il fermento del settore, non ci sono solo rose e fiori. Basta scorrere il cellulare, in Play Store o Apple store, per recuperare decine di operatori basati sul sistema dei franchising. Ma occorre sempre prestare attenzione alle recensioni, verificare se esiste un sito Internet o meglio ancora un numero di telefono, per capire se questi servizi siano ancora attivi o abbiano smesso di funzionare. O anche soltanto, se il servizio è di qualità. Solo per fare un esempio, spulciando tra le recensioni di Play Store relative a ForToGo, si incontrano davvero tanti clienti insoddisfatti e pochi felici. E purtroppo quando il delivery è scadente ci rimette anche la reputazione del ristoratore. A.L.



Netcomm Forum

L’eCommerce verso quota 39 miliardi nel 2021

U

na volta superata la fase acuta della pandemia e le relative restrizioni, grazie essenzialmente all’avanzamento della campagna vaccinale, quale sarà l’andamento delle vendite online e quali, invece, le performance di negozi e ristoranti? Tutto o quasi, dalle strategie dei retailer ai progetti delle proprietà immobiliari, con in mezzo il nodo delle locazioni, ruota attorno a questa domanda. Una risposta, in tal senso, ha provato a darla l’Osservatorio eCommerce B2C - Netcomm School of Management del Politecnico di Milano in occasione del Netcomm Forum 2021 (12-13 maggio). La sedicesima edizione di un evento - cui hanno partecipato circa 6.900 visitatori unici mentre le presenze agli workshop sono state 10.600, pari a un +25% di partecipazione rispetto all’edizione di ottobre 2020 - divenuto ormai un punto di riferimento per conoscere l’andamento e le molteplici dinamiche relative all’eCommerce nel nostro Paese. La conferenza di apertura, come da prassi, è stata introdotta dal presidente di Netcomm, Roberto Liscia, che ha dichiarato: «Per continuare a sostenere l’evoluzione digitale delle imprese e contribuire con la rete del valore del digital retail alla crescita del sistema economico italiano occorre un cambio di paradigma, ovvero ragionare con una visione di “Connected Economy” che aggreghi e sappia creare sinergie per cittadini, consumatori, imprese e Pubblica Amministrazione. É necessario sviluppare un programma concreto di transizione al digitale che supporti e faciliti le imprese in un processo definitivo e irreversibile, connettendo sistematicamente i distretti, le filiere industriali, gli organi pubblici e le imprese, affinché si possano offrire ai cittadini e ai consumatori benefici e servizi in linea con i nuovi stili di vita e supportare le aziende nell’essere sempre più sostenibili e competitive». Liscia ha poi dato la parola a Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c - School of Management del Politecnico di Milano. Arrivando ai numeri, dunque, le previsioni per l’anno in corso alzano l’asticella vicino a quota 39 miliardi di euro, contro i 32,4 del 2020, quando gli acquisti online degli italiani sono cresciuti del +3,4%. Diversamente dal 2020, però, sarà la componente servizi a segnare i valori di incremento più elevati, pari a circa il +30% non sufficienti tuttavia a colmare le perdite del

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Roberto Liscia, presidente di Netcomm 2020 - mentre l’andamento dei prodotti resterà in terreno positivo, ma con percentuali meno impattanti dei precedenti 12 mesi. Anche se le performance varieranno, presumibilmente, da categoria a categoria: «Settori come l’arredamento e home living vedranno probabilmente una crescita più contenuta, mentre altri si consolideranno in modo importante. In particolare dal Food&Grocery ci aspettiamo quasi il 40% in più», ha sottolineato Mangiaracina.

2020: la dicotomia tra prodotti e servizi

Passando dalle previsioni ai numeri reali, come si è chiuso il 2020 per l’eCommerce italiano? Gli acquisti online sono cresciuti del +3,4% e hanno raggiunto i 32,4 miliardi di euro. Una dinamica caratterizzata fortemente dagli effetti della pandemia che hanno generato un andamento opposto tra i comparti di prodotto, cresciuti del +45%, pari a 25,9 miliardi di euro, e quelli di servizio, calati del -52%, per un valore degli acquisti online ridotto a 6,5 miliardi di euro. Inoltre, sempre secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio eCommerce B2C - Netcomm School of Management del Politecnico di Milano, i comparti di prodotto hanno registrato online, nel 2020, una crescita esponenziale: in valore assoluto vi è stato un incremento di 8 miliardi di euro rispetto al 2019, trainati da Informatica ed

Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c - School of Management del Politecnico di Milano Elettronica di consumo (+1,9 miliardi di euro), Food&Grocery (+1,3 miliardi) e Arredamento e Home Living (+1,1 miliardi). Mentre nei servizi è il comparto Turismo e trasporti a generare il drastico calo degli acquisti eCommerce B2c con una riduzione rispetto al 2019 di circa 6,7 miliardi di euro. E, ancora, la penetrazione dell’online sul totale acquisti retail, complice il crollo dei consumi offline a causa delle restrizioni al commercio fisico dovute alla pandemia, passa dal 7% del 2019 al 9% del 2020. «Rispetto alle prime stime negative, l’eCommerce B2c italiano ha chiuso il 2020 con un saldo positivo di crescita - ha commentato il responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c - School of Management del Politecnico di Milano - Il brusco calo registrato dai servizi, in primis dal comparto Turismo e Trasporti, è stato infatti più che compensato dalla straordinaria crescita dei prodotti, spinti dal nuovo lockdown introdotto negli ultimi due mesi dell’anno. La pandemia ha avuto un duplice impatto. Da un lato, ha frenato la crescita del mercato eCommerce B2c in Italia, che certamente sarebbe stata più elevata senza l’emergenza sanitaria, con l’eccezione di alcuni settori merceologici come il Food&Grocery in cui ha provocato un’accelerazione del mercato online. Dall’altro ha modificato gli equilibri tra online e offline forzando l’offerta a soddisfare le mutate esigenze di consumo e ad accelerare il suo processo di digitalizzazione, spingendo i consumatori a un utilizzo più frequente dei canali online». A.P.


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f Servizi e Fornitori News CEWE ITALIA RIPORTA LO SVILUPPO DELLE FOTOGRAFIE NEL MASS MARKET

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ell’era della fotografia analogica era normale portare i rullini a sviluppare al supermercato, poi questo canale si è esaurito con l’arrivo del digitale. Ora Cewe Italia (filiale della multinazionale tedesca Cewe) è tornata a investire in questo settore. L’azienda ha già iniziato a dislocare corner per la stampa immediata di fotografie in un centinaio di punti vendita della Gdo, tra cui IperCoop, DM Drogherie, Crai, Migross del Gruppo Végé. Le macchine si trovano proprio fra i corridoi in cui si fa la spesa, dotati di cavetti per ogni tipo di cellulare o di collegamento bluetooth, dunque senza bisogno di utilizzare chiavette Usb. Al termine della stampa si riceve uno scontrino con cui si va in cassa a pagare, con il resto della spesa. “I primi corner dislocati in varie città d’Italia stanno avendo un ottimo successo” commenta Massimo Amadei, responsabile di Cewe Italia, “generando pedonalità, attaccamento al brand e margini interessanti per le catene distributive”.

SONAE SIERRA FORNISCE GLI ACQUISTI DA REMOTO E IL VIRTUAL SHOPPING

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onae Sierra ha sviluppato una piattaforma centralizzata, messa a disposizione dei suoi tenant, che permette loro di offrire ai clienti diversi servizi in chiave digitale. Le novità sono state introdotte inizialmente agli shopping centre Gli Orsi di Biella e Le Terrazze di La Spezia. Il primo servizio riguarda l’on line shopping e le spedizioni, senza costi di attivazione per i tenant. Ora, i clienti dei vari brand possono scegliere un prodotto in Rete e poi ritirarlo con l’opzione “Click & collect”, oppure farsi recapitare a casa gli acquisti entro un raggio di 15 km, spedirli in Italia o all’estero. Il Click & collect resta attivo anche in caso di chiusura fisica del negozio, a causa delle restrizioni. Accanto a questo, c’è il “virtual shopping”. Ai clienti basterà visitare il sito web del punto vendita e contattare il centro tramite chiamata o messaggio WhatsApp e una hostess li affiancherà nel loro acquisto da remoto. Dopo avere verificato la disponibilità degli articoli, i clienti potranno concludere l’ordine pagando direttamente online. Una volta effettuata la transazione, i prodotti potranno essere spediti a casa degli acquirenti, oppure preparati per il ritiro in un giorno e un orario di loro preferenza.

PAYGLOBE E INGENICO PER I PAGAMENTI DIGITALI DI MONDO CONVENIENZA

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ntro la fine di giugno, la catena di negozi di arredamento fornirà 2400 terminali mobili Pos, affidati agli addetti alle vendite, che potranno usarli per ricevere il pagamento dei clienti, che in questo modo non dovranno più recarsi alle casse. Oppure, potranno essere utilizzati nella fasi di consegna a domicilio, con la formula “pay at delivery”. Questa spinta sul digitale, partita a settembre con una prima sperimentazione, è possibile grazie a Ingenico e PayGlobe. Quest’ultimo gestisce i pagamenti digitali, il primo ha fornito i terminali mPOS Link/2500, integrabili via bluetooth con l’App di vendita dei tablet in dotazione. “Il successo di questa collaborazione” ha affermato Umberto Pardi, Sales & Mktg Director di PayGlobe, “risiede nelle competenze: per Ingenico è sufficiente il nome per riconoscerne valori e solidità sul mercato; d’altro canto PayGlobe, che vanta soluzioni specializzate e sicure nell’ambito dei pagamenti, è la dimostrazione che anche i più piccoli possono affermarsi in un mercato altamente competitivo”. “La partnership con PayGlobe ha portato ad una più agile e personalizzata esperienza di acquisto per i clienti di Mondo Convenienza, sia all’interno dei punti vendita sia durante le consegne a domicilio” ha detto Paolo Temporiti, Head of Terminals, Solutions & Services GoToMarket (TSS GTM) Italy and South Eastern Europe di Ingenico.

DA SDS LA SOLUZIONE PER IGIENIZZARE LE MANI ECOSOSTENIBILE E SENZA PILE

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DS si sta preparando alla ripartenza nel settore Foodservice, non trascurando quello che ormai da più di 25 anni grazie alla partnership con RUBBERMAID è un vero e proprio cavallo di battaglia: l’igiene delle mani. Il rispetto scrupoloso delle norme di sicurezza anti-COVID per il contenimento del virus è oggi richiesto a tutti, ma risulta particolarmente importante per gli operatori del settore alimentare. Per questa ragione SDS propone un sistema igienizzazione sicuro, innovativo e sostenibile. Il sistema si compone di un dispenser LumeCel™ AutoFoam touch free che riduce la diffusione di germi e batteri. Una soluzione eco-sostenibile oggi presentata solo da SDS perché il funzionamento non necessita di pile alcaline ed il relativo smaltimento. Il sistema Lumecel™ cattura l’energia da qualsiasi fonte di luce sia naturale che derivante dall’illuminazione interna. Ma come porre rimedio alla sostituzione dei gel sfusi per i quali si rischia di contaminare l’intera ricarica? Il dispenser touch free viene abbinato a ricariche sigillate igienicamente che erogano 2500 dosi con un costo in uso estremamente economico rispetto ai gel tradizionali con dosatori manuali. Le ricariche di RUBBERMAID (P.M.C.) possono essere facilmente sostituite evitando di entrare in contatto con la schiuma igienizzante.

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CONCLIMA SVILUPPA GENESIS, LA CLIMATIZZAZIONE CHE ABBATTE I CONSUMI DEL 20/60%

C EASYCASSA DI MOONEY PER GESTIRE PAGAMENTI, FATTURE, REGISTRI E PERSINO ORDINAZIONI

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er assolvere all’obbligo di legge del registratore di cassa telematico, uno dei prodotti più innovativi è EasyCassa, il nuovo registratore in abbonamento lanciato da Mooney e dedicato a tutte le strutture ricettive e inerenti il foodservice. Il sistema prevede la gestione di tutte le attività che riguardano la fatturazione elettronica (attiva e passiva) e la gestione della lotteria degli scontrini. Inoltre, fornisce numerose funzionalità legate alla gestione dei conti, alla ricezione delle fatture, all’utilizzo del cloud con le relative statistiche di vendita, utili per effettuare analisi anche per più di un punto vendita, come nel caso dei franchising. In più, dispone di servizi dedicati al settore Ho.Re.Ca: registrazione dei clienti (in caso di alberghi o ristoranti che hanno clienti abituali), gestione di conti separati, organizzazione di tavoli, sale, coperti e comande. Grazie all’app, scaricabile su dispositivi Android, lo staff può prendere ordinazioni, che verranno visualizzate direttamente sul registratore di cassa con la possibilità di segnalare in cucina allergie, preferenze e variazioni.

CON ACUSENSE DI HIKVISION GLI ALGORITMI ENTRANO NELL’ANALISI DELLA VIDEOSORVEGLIANZA

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ikvision definisce un nuovo paradigma nel campo dell’analisi video. Si chiama AcuSense ed è una gamma completa, sia in termini di prodotto sia di tecnologia, che incorpora un’intelligenza artificiale di tipo Deep Learning. Disponibile in modalità IP e Turbo HD, il sistema è in grado di “filtrare” la ricerca video, così da rilevare e classificare persone e veicoli, escludendo altri oggetti in movimento (animali, pioggia, foglie o altro), ed elevando quindi l’affidabilità del sistema fino al 90%. La gamma AcuSense offre inoltre una funzione di ricerca rapida, che consente all’operatore di distinguere automaticamente le registrazioni contenenti persone, veicoli o volti, evitando la revisione di ore di filmati inutili. La tecnologia AcuSense attiva automaticamente l’allarme in caso di attraversamento di una o più linee configurate precedentemente, di abbandono o rimozione di un oggetto all’interno di un’area selezionabile, in caso di cambio improvviso di scena. La tecnologia Darkfighter a 0,003lux, associata alla gamma AcuSense, garantisce immagini nitide anche in condizioni di scarsa illuminazione.

onclima ha creato Genesis, nuovo evoluto sistema per la climatizzazione di grandi edifici, che garantisce un risparmio dei consumi compreso tra il 20% e il 60%. Un risparmio possibile sia nel caso di realizzazione di nuovi impianti sia nel revamping di quelli esistenti. Grazie al software proprietario Acron, il sistema controlla da remoto, in tempo reale, temperatura, umidità, qualità dell’aria e tassi di Co2. In questo modo viene utilizzata solo la quantità di energia necessaria per il raggiungimento e mantenimento delle condizioni ideali. Gli interventi di Conclima seguono un iter preciso, che inizia da un audit energetico della struttura, così da individuare e quantificare i consumi di tutte le parti tradizionalmente energivore: climatizzazione, illuminazione, forza motrice. Poi si passa a quantificare il risparmio atteso, alla pianificazione ingegneristica e all’installazione finale. Genesis assicura la soglia minima del 20% di risparmio sui consumi, rispetto alla situazione di partenza, garantita contrattualmente.

SHARP/NEC COMPLETA LA GAMMA DI PROIETTORI PER IL CINEMA

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harp NEC Display Solutions Europe completa la sua gamma di proiettori laser modulari per cinema digitale con il nuovo modello NEC NC2443ML. Il proiettore fa parte della serie ML ed utilizza la tecnologia laser RB, che garantisce immagini nitide e in alta definizione, oltre che colori estremamente fedeli. La serie adotta un design modulare, che consente di scegliere l’opzione più appropriata a 2K o 4K in abbinamento ad un modulo laser a seconda del tipo e delle dimensioni dello schermo. “Il nostro ultimo modello garantisce performance senza pari con un bassissimo livello di rumore, mantenendo costi estremamente contenuti e sostenibili” secondo Gerd Kaiser, Senior Product Line Manager Large Venue and Digital Cinema projection di Sharp NEC Display Solutions Europe. Le principali caratteristiche includono: fonte di luce personalizzabile con moduli interscambiali da 24.500 lm, 20.000 lm e 18.000 lm per i diversi tipi di luminosità richiesti; possibilità di acquisto del corpo luce in leasing, con cui pagare solo per la quantità di luce utilizzata; possibilità di risparmio sulle nuove lenti grazie al riutilizzo delle lenti della gamma serie NEC NC2000 giugno 2021 | retail food

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World Travel Retail THE SHILLA (SAMSUNG) PORTA ACQUA DI PARMA IN COREA DEL SUD

SEUL - The Shilla Duty Free è il primo operatore del settore in Corea del Sud a portare nel Paese la nuova linea Blu Mediterraneo di Acqua di Parma, disponibile sia nello store on line sia in quelli fisici, dislocati nei maggiori aeroporti. Le fragranze saranno vendute anche nella versione diffusore per auto, un prodotto creato insieme a Poltrona Frau, in quattro profumazioni. The Shilla è partner di altri brand come Helena Rubinstein, Maison Margiela Fragrance, and MCM Fragrance.

CARREFOUR APRE ALL’AEROPORTO DI DUBAI

DUBAI CITY - Carrefour ha inaugurato un nuovo punto vendita, aperto h24, all’interno dell’aeroporto internazionale di Dubai. Lo store è grande 463 metri quadrati e conta su un’offerta di 3.000 prodotti, tra snack, oggetti da viaggio e una consistente parte di alimentari, tra cui un corner food-to-go con insalate, sushi e sandwich da consumare rapidamente. Il punto vendita si trova agli arrivi del Terminal 3, dove atterrano i voli di flyDubai, Emirates e dell’australiana Qantas. Una posizione strategica per accogliere le migliaia di visitatori stranieri che sceglieranno di vistare il prossimo Expo Dubai (1 ottobre 2021 – 31 marzo 2022).

PASTA REMOLI ARRIVA A LONDRA ST. PANCRAS

LONDRA Nuova apertura per la catena inglese Pasta Remoli, fondata dallo chef romano Simone Remoli e dalla moglie Francesca Tarquini. Il nuovo chiosco, nel format “grab & go”, si trova nella stazione londinese di St.Pancras, proprio a ridosso della zona di arrivo dei treni Eurostar. Per Remoli è il sesto punto vendita, finora tutti a Londra.

retail food | giugno 2021

SOUTHAMPTON – L’ammiraglia Msc Virtuosa è la terza di Msc Crociere a ripartire e ha dato il via alla ripartenza delle crociere in Gran Bretagna, dopo oltre un anno di stop. Per l’occasione, Msc ha svelato un’area shopping da 1.168 metri quadrati, definita come la più ampia al mondo. Una galleria che contiene al suo interno 11 boutique, con rappresentati oltre 250 brand in vendita. “Aprire 11 negozi nuovi di zecca, in una nave appena consegnata, in completa sicurezza durante un pandemia non è semplice” ha detto Adrian Pittaway, a capo del Retail di MSC Cruises. “Sono fiero del team”.

SETTE APERTURE RELAY NELLE STAZIONI OLANDESI

ROTTERDAM - Lagardère Travel Retail ha stretto un accordo con NS Stations, operatore che possiede e gestisce una rete di oltre 400 stazioni ferroviarie in Olanda. A seguito dell’intesa, verranno aperti 7 negozi a marchio Relay, che debutta così nei Paesi Bassi. Le aperture arriveranno a partire da settembre. Le prima saranno a Rotterdam Centraal (due negozi), poi Amsterdam Centraal e Breda. In autunno seguiranno poi The Hague e Delft, mentre a inizio 2022 vedrà la luce un secondo punto vendita nella principale stazione della capitale. h7

GUCCI AVVENIRISTICO AL T2 DI SCHIPOL

AMSTERDAM - Gucci, gruppo Kering, ha aperto un nuovo negozio di 88 metri quadrati nella Lounge 2 del Terminal 2 del principale scalo olandese, Schipol. L’eclettismo e il contrasto antico-moderna domina lo spazio, sia all’esterno sia all’interno, dove si alternano display led e tessuti pregiati, tavoli rustici in legno con un pavimento in marmo e boiserie satinata. Gucci, per il gruppo Kering, vale quasi il 60% di tutti i ricavi. L’anno scorso il calo delle vendite travel retail si è avvertito in modo particolare, in Europa ma soprattutto in Asia. occhiali, t-shirt e tanti altri gadget”. L’apertura è stata effettuata insieme al partner Francobolli.

SI ALLARGANO GLI STORE DI FRAPORT NEL MARYLAND

PRIMO STORE AL MONDO PER LA BIRRA CORONA

CANCUN – Il gruppo Modelo, proprietario del brand birra Corona, ha scelto l’aeroporto internazionale di Cancun per aprire il suo primo negozio al mondo tutto dedicato a prodotti a marchio Corona. “Si tratta di un sogno che diventa realtà, cui lavo56

MSC VIRTUOSA SVELA LA GALLERIA DA OLTRE 1.000 MQ

riamo dall’anno scorso” ha detto Rafael Pulcinelli, direttore Business Expansion di Grupo Modelo, “ora tutti i viaggiatori che lasciano il Messico possono tornare in patria con un ricordo di Corona, tra

BALTIMORE - Fraport USA ha inaugurato una serie di nuovi punti vendita, compreso food & beverage, all’interno dell’aeroporto internazionale di Baltimore/Washington “Thurgood Marshall”. Tutti i nuovi store sono improntati a testimoniare l’identità locale. Tra questi, i ristoranti a gestione famigliare Miss Shirley’s Café e R&R Seafood


duty free world |

by Kevin Rozario

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London kevin.rozario.uk@gmail.com

As summer approaches, how can Brexit help European retailers? L’estate si avvicina, come mai la Brexit aiuterà i retailer europei?

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Bar, cui si aggiunge il District Market, una sorta di “one-stop shop” che spazia fra prodotti di bellezza, snack, accessori hi tech e souvenir. “Sono tutti brand iconici, che danno ai turisti il gusto di quanto la regione possa offrire” ha commentato Ricky Smith, direttore dello scalo.

LA SUNGLASSES BOUTIQUE SI RIFA’ IL TRUCCO A SHEREMETYEVO

MOSCA – Dopo 4 settimane di lavori, ha riaperto completamente rinnovata la boutique di occhiali da sole di Gebr. Heinemann, all’aeroporto moscovita di Sheremetyevo. Il negozio, di 50 metri quadrati, comprende propone i principali brand del lusso ed è gestito tramite la joint venture locale Imperial Duty Free JSC. Si trova all’interno del Terminal D, proprio dove si concentra il traffico internazionale dello scalo e dove Imperial gestisce altri 23 negozi. In pochi giorni, dopo la riapertura, le vendite sono praticamente raddoppiate.

n 17 May, the UK re-opened its borders again for quarantine-free leisure travel to a limited number of ‘green list’ countries. This list is likely to be expanded in the coming weeks if Covid cases continue to remain low. In continental Europe, some tourist-dependent markets like Portugal, Spain, Italy and Greece are ready to welcome Brits back. Portugal has opened its borders, and in Spain’s case it says it is not even going to require a negative PCR test from UK travellers. As well as general leisure spending, Brits in Europe now have an even bigger role to play in travel retail stores – a role “worth at least €2.6 billion” according to tax refund specialist Global Blue. Why is that? Following Brexit, British tourists have become eligible for tax-free shopping in the European Union. That’s been the case since January, but with travel bans in place, nobody has benefited much so far. That will change if Brits go to the EU in large numbers this summer. Global Blue believes they will account for €1.1 billion of all tax-free shopping sales in European stores when regular travel is restored. And thanks to the abolition of the UK’s tax-free shopping scheme in January, international travellers who had preferred to shop in the UK are expected to reallocate at least €1.5billion of their shopping budgets to destinations like France and Italy. This combination is a big win for EU retailers – especially during a pandemic. British tourists took around 70 million trips to Europe in 2019 and spent a total of €46 billion. For summer 2021, their preferred destinations are: Spain (30%), Greece (11%), Italy (9%), Portugal (9%), and France. Mathieu Grac, VP Intelligence at Global Blue comments: “The new rules resulting from Brexit and the abolition of UK tax-free shopping have created a large opportunity to capture more business from international travellers in the coming years.” However, only 45% of those surveyed by the company are currently aware of their tax-free shopping privileges. It is up to retailers, airports and tourist boards to inform incoming tourists of their eligibility in order to make the most of what is easy win for both travel retailers and downtown stores.

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l 17 maggio, il Regno Unito ha riaperto nuovamente i suoi confini per i viaggiatori leisure, di un numero limitato di Paesi inseriti nella “grren list”, cui non è più richiesta la quarantena. Ed è probabile che questo elenco venga ampliato nelle prossime settimane, se i casi di Covid continueranno a rimanere bassi. Nel resto del Continente, alcuni mercati strettamente dipendenti dal turismo come Portogallo, Spagna, Italia e Grecia sono pronti a dare il benvenuto agli inglesi. Il Portogallo ha aperto le sue frontiere e, nel caso della Spagna, sta per cadere l’obbligo di un test Covid negativo per gli inglesi in ingresso. Al di là delle spese generale delle vacanze, adesso i britannici in Europa hanno ora un ruolo ancora più importante nei negozi di travel retail, un ruolo “del valore di almeno 2,6 miliardi di euro” secondo la società specializzata nel tax refund, Global Blue. Perché? A seguito della Brexit, gli inglesi fanno parte della schiera di cittadini extra comunitari che possono fare shopping “tax free”. In effetti è così da gennaio, ma in pochissimi ne hanno beneficiato finché duravano le restrizioni ai viaggi. La situazione è destinata a cambiare se i britannici andranno nell’UE quest’estate. Quando il turismo tornerà a una condizione normale, secondo Global Blue la spesa dei cittadini britannici potrebbe valere 1,1 miliardi di euro nel complesso delle vendite tax free. Ma c’è un altro effetto. Dal momento che il Regno Unito ha abolito per tutti indistintamente la possibilità di fare acquisti esentasse sul proprio suolo, tanti turisti internazionali che prima guardavano a Londra per una vacanza di shopping in Europa, rivolgeranno le loro attenzioni altrove. Si tratta di una quota intorno al miliardo e mezzo di euro, che verrà in sostanza “riallocata” in altre destinazioni, prime fra tutte Francia e Italia. Questa combinazione è una grande vittoria per i rivenditori dell’UE, specialmente durante una pandemia. I turisti britannici hanno effettuato circa 70 milioni di viaggi in Europa nel 2019, spendendo 46 miliardi di euro. In vista dell’estate 2021, le loro preferenze sono soprattutto per Spagna (30%), Grecia (11%), Italia (9%), Portogallo (9%) e Francia. “Le nuove regole derivanti dalla Brexit e dall’abolizione dello shopping esentasse nel Regno Unito hanno creato una grande opportunità per catturare, nei prossimi anni, una quota maggiore di viaggiatori” ha commentato internazionali nei prossimi anni” Mathieu Grac, VP Intelligence di Global Blue. Tuttavia, solo il 45% di un campione di inglesi intervistati dall’azienda è attualmente consapevole della propria possibilità, in fatto di shopping tax. Spetta ai rivenditori, alle società di gestione aeroportuale e agli enti del turismo informare i turisti in arrivo della loro idoneità, in modo da sfruttare a pieno questa condizione, sia a favore del travel retail sia per sostenere i negozi del centro città.

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f International News

New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito | esposito_mail@yahoo.it

La pandemia scuote la moda

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l mondo della moda ha sempre vissuto cambiamenti e novità ma gli accadimenti legati al Covid19 hanno imposto nuove regole di sostenibilità che riguardano, da un lato, le nuove strategie di canale delle aziende mentre, dall’altro, le motivazioni che condizionano i processi si acquisto dei consumatori. Come è ormai noto, durante la pandemia, la crescita annua delle vendite e-commerce è passata da un +16% ad un +29% a livello globale. Mentre, le vendite al dettaglio hanno subito livelli storici di perdite. Solo negli Stati Uniti si stimano chiusure di 20.00025.000 negozi nel 2020, più del doppio di quanto registrato nel 2019. Così molte aziende hanno rivisto le proprie strategie dando priorità alla digitalizzazione. Nike ha annunciato una accelerazione nelle sue strategie digitali e relativi investimenti con conseguenti tagli di posti di lavoro nei negozi. Zara ha affermato che prevede la chiusura di 1.200 negozi in due anni ed investimenti di circa 2,7 miliardi di euro in negozi based-digital. In modo ancora più drammatico, nel mese scorso, du-

rante il webinar online “The Visionary Fashion Trends: Lifestyle and Retail” organizzato da HKTDC International Sourcing Show, l’agenzia di previsioni sulle tendenze e sui gusti dei consumatori Trendstop ha previsto che il 50% dei posti di lavori della moda potrebbe scomparire nei prossimi cinque anni a causa del mutevole panorama aziendale post-pandemia. Crediamo però che questa situazione negativa possa rappresentare anche una opportunità per le aziende che riusciranno a mixare la propria customer experience tra capitale umano e digitalizzazione, sfruttando anche gli spazi di mercato che si presenteranno. In tal senso, durante il seminario, è stato presentato il caso del marchio CASETiFY, noto per le sue custodie per smarthphone e accessori tecnologici, che lo scorso anno ha aperto cinque negozi fisici a Hong Kong nonostante le avverse condizioni economiche, ottenendo vendite notevoli. CASETiFY ha sostenuto il concetto “prova offline, acquista online” permettendo ai clienti di poter provare e apprezzare il valore superiore dei propri prodotti. Il prezzo relativamente alto di 50US$ a custodia non veniva percepito se presentato solo esclusivamente online dove i prezzi sono per prodotti simili dieci volte inferiori. Per quanto riguarda le motivazioni che condizionano i processi di acquisto, va sottolineata la rinnovata importanza della sostenibilità. In un altro webinar, svoltosi contestualmente a quello citato in precedenza, dal titolo “What’s Fig.1: Impatto negativo sulla biodiversità nell’abbigliamento In for Fashion: Sustaina(fonte: MCKinsey & Company) 58

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bility is the New Normal?” si è evidenziato come la pandemia abbia cambiato i sentimenti dei consumatori, passati dal concentrarsi esclusivamente sull’estetica al porre l’enfasi sul confort, sulla sicurezza, sui materiali utilizzati e sui processi di produzione. La sostenibilità è diventa un tema centrale per la moda, non solo in chiave ambientale, sociale e di genere, ma anche per i fondi di investimento mondiali i cui capitali ora provengono soprattutto dai millennial. Quanto detto viene sottolineato e, per così dire, certificato, nel report The State of Fashion 2021 di McKinsey e Business of Fashion (BoF) che evidenzia come la pandemia abbia accelerato tendenze che erano già in atto, come lo spostamento verso lo shopping digitale e la crescente volontà dei consumatori nel difendere equità sociale e l’ambiente. Secondo il report, i temi esposti rappresentano percentualmente le più grandi sfide ed opportunità del fashion industry: Digital (30%), Sustainability (10%) e Market share gain (8%). McKinsey, attraverso una dettagliata analisi, ha inoltre mostrato in che modo la catena del valore dell’abbigliamento influenzi la biodiversità. La maggior parte dell’impatto negativo proviene da tre fasi: produzione di materie prime, preparazione e lavorazione dei materiali e fine vita (Fig. 1). In risposta, numerose aziende stanno intensificando i loro sforzi verso la sostenibilità. Timberland, ad esempio, mira a procurarsi tutti i suoi materiali naturali dall’agricoltura rigenerativa entro il 2030, mentre il grande magazzino britannico Selfridges ha svelato nuovi obiettivi di sostenibilità, promettendo di smettere di accettare prodotti che non siano conformi ai suoi nuovi standard di approvvigionamento entro il 2025.


PER AUTOGRILL MAXI CONTRATTO ALL’AEROPORTO DI BALI

Siglato un contratto dal valore di 59 milioni di euro in 5 anni (ricavi stimati), per Autogrill, tramite la propria controllata HMSHost International. Il gruppo torna a crescere nel canale travel, aggiudicandosi una commessa in Indonesia, all’interno dell’aeroporto internazionale I Gusti Ngurah Rai di Bali. L’accordo prevede l’apertura di 5 nuovi locali. A brand noti come Sisterfields, conosciuto per il suo cibo contemporaneo e in stile brunch australiano, si andranno ad aggiungere marchi creati appositamente da HMSHost per questa location, tra cui Espresso Bar e FRESH. Nella categoria di aeroporti con un flusso di passeggeri tra i 15 e i 25 milioni, quello internazionale di Bali è stato riconosciuto come Best Airport in Asia Pacific, Best Customer Service in Asia Pacific e Best Infrastructure and Facilitation in Asia Pacific dalla ricerca Airport Service Quality (ASQ) dell’Airports Council International.

GOOGLE SFIDA L’APPLE STORE. ARRIVA IL PRIMO NEGOZIO NELLA GRANDE MELA

DEBENHAMS CHIUDE TUTTI I SUOI NEGOZI

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a saracinesca si è abbassata sabato 15 maggio, sull’ultimo punto vendita della catena inglese di department store Debenhams, che ha chiuso dopo la bellezza di 242 anni di storia. A nulla sono serviti i tentativi di rilancio degli ultimi investitori, prima JD Sports, poi Frasers Group del controverso imprenditore Mike Ashley. Troppi i debiti, per evitare la bancarotta. Attualmente la catena aveva 124 negozi nel Regno Unito e impiegava circa 12.000 persone, ora in cerca di una soluzione. In realtà, la crisi del gruppo è soltanto quella dei suoi negozi fisici, che hanno subito un colpo mortale con la pandemia. Il marchio Debenhams, infatti, continuerà a vivere come eCommerce. Questo passaggio si deve a un accordo siglato lo scorso gennaio, con cui Boohoo, rivenditore di moda on line, ha sborsato circa 60 milioni di euro per ottenere la possibilità di sfruttare il marchio Debenhams on line, più alcuni suoi sotto-brand.

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oogle aprirà quest’estate il suo primo negozio fisico a New York, nel quartiere di Chelsea. L’annuncio è stato dato direttamente da Big G sul suo blog. Nello store si troverà tutta la collezione di device del colosso, come gli smartphone Pixel, gli assistenti per la casa connessa Nest, gli smartwatch Fitbit e i Pixelbooks. Prodotti che possono essere acquistati direttamente oppure prenotati su googlestore.com e poi ritirati in negozio. “I consumatori vogliono ancora toccare e provare l’hardware prima di comprarlo” ha spiegato Jason Rosenthal, VP, Direct Channels & Membership di Google. “Ma l’esperienza in negozio sarà improntata alle abitudini di oggi”. Gli ingressi saranno contingentati e sarà garantita la sanificazione e il distanziamento sociale. Il negozio sarà un’appendice dello “urban campus” del quartiere Chelsea, dove lavora la maggior parte degli 11.000 dipendenti di Google a New York. Dal comunicato, non emerge ancora se il punto vendita della Grande Mela rimarrà per ora l’unico esempio o se Google stia già pianificando altre aperture. Per Big C è comunque una sfida. Come segnala Forbes, già in passato aveva considerato l’idea del negozio fisico, salvo poi accantonarla. E l’esperienza di Microsoft, in questo senso, è stata negativa.

IN EUROPA AVANZA IL LOW COST RUSSO DI MERE

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a già messo piede nell’Est, come Polonia, Serbia, Ucraina, e in qualche città tedesca. Ma adesso il discount di matrice russa Mere fa le cose sul serio per arrivare nel cuore del Continente. La catena, che in patria opera sotto il brand Svetofor, ha da poco aperto un sito internet in inglese, in cui spiega che sta dialogando con alcuni landlords per iniziare ad aprire qualche location nel Regno Unito. Si tratterebbe di

quattro punti vendita, due dei quali in Galles. Secondo fonti di stampa inglese, nel corso del 2021 i russi avrebbero intenzione di aprire anche tre store in Francia. Ma nelle operazioni potrebbero esserci anche altri Paesi, Italia compresa. Infatti la catena ha aperto un ufficio anche nel nostro Paese, a Milano. Mere è un discount che funziona secondo la modalità “no frills” e propone un range di circa 1.200 prodotti essenziali. giugno 2021 | retail food

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f International News RIPRESA IMPETUOSA, KFC NEGLI USA CERCA 20.000 ADDETTI

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a un lato, le vaccinazioni hanno messo il turbo alla ripresa dei consumi. Dall’altro si avvicina l’estate, tipicamente il periodo in cui le catene di fast food fanno il pieno di lavoratori part-time per fronteggiare il picco di domanda. Ed ecco che, dopo mesi difficili, la ristorazione americana si trova a combattere contro la scarsità di personale. KFC sta cercando ventimila persone per i suoi franchisee, tra cuochi, manager di ristorante, addetti al customer serivice, supervisori. Un piccolo esercito dedito a far fronte a un’impennata di vendite: +14% nel primo trimestre dell’anno rispetto al 2020. Anche gli altri fast food si stanno ponendo il problema, come ad esempio Subway. McDonald’s dichiara, per ora, di non essere a corto di personale nei suoi ristoranti, ma che sta pensando di proporre benefit e aumenti per rendere più attrattive le posizioni, se ce ne fosse bisogno.

DECATHLON: A MOSCA UNO DEI PRIMI “POP-UP” TEMPORANEI

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osca è uno dei primi esempi di nuovo format che Decathlon sta espandendo in tutto il mondo. I negozi sono in sostanza dei “pop up” temporanei e di dimensioni ridotte. Quello moscovita resterà aperto per 5 mesi. All’interno i clienti trovano una selezione di prodotti essenziali, ma innovativi. La forza della novità sta però nell’incrocio fisico-digitale. All’interno del negozio, gli utente possono ordinare on line scegliendo tra l’intera gamma Decathlon, con consegna garantita il giorno successivo o addirittura consegna express entro 3 ore secondo la disponibilità. E mentre gli utenti sono in negozio, per il brand è un’occasione di profilarne il comportamento a scopi di marketing. L’apertura in Russia è avvenuta con il partner ADG group, all’interno del centro commerciale Mesto Vstrechi Angara.

DOORDASH RISPONDE ALLE CRITICHE CON NUOVE FEE FLESSIBILI

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olti operatori del delivery, negli Usa, sono accusati di aver mantenuto commissioni troppo alte, specialmente durante la pandemia. E alcuni enti, come lo stato del Texas o la municipalità di San Francisco, stanno pensando di porre un tetto per legge. Ma dopo un test durato sei mesi, DoorDash, tra i più grandi operatori americani, ha annunciato una nuova versione della propria struttura di pricing per gli affiliati. Ora vengono proposti tre diversi livelli commissionali, al 15%, 25% o 30%, a seconda dell’ampiezza geografica del delivery richiesta dal ristorante e dal grado di adesione ai servizi di “marketing support” offerti da DoorDash. Inoltre, per tutti i piani tariffari, viene abbassata dal 15% al 6% la commissione per il ritiro (pickup fee). E diventa gratuito il servizio Storefront (prima si pagava una quota mensile e una fee d’ingresso), il tool offerto ai ristoranti per creare un sito internet proprietario e implementare gli ordini on line. “Questo nuovo sistema” dice un comunicato dell’azienda, “dà ai ristoranti la flessibilità di muoversi verso l’alto o il basso a seconda delle esigenze del periodo”.

INGKA CENTRES (IKEA) INVESTE 130 MILIONI IN CINA

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ngka Centres ha aperto il suo primo spazio commerciale nella provincia cinese di Fujian, grazie a un investimento di 130 milioni di euro per la riqualificazione degli spazi. Il nuovo centro, Livat Fuzhou, prende il nome dalla capitale della provincia (appunto Fuzhou), una metropoli da oltre 7 milioni di abitanti. Il complesso è integrato con il mobilificio IKEA già esistente, una superficie di 16.000 metri quadrati di Gla e ospiterà almeno 60 brand, domestici e internazionali, tra food & beverage, fashion, casa, più un’offerta dedicata al segmento bambini e una parte di entertainment. Il progetto prevede molta attenzione sulla sostenibilità, spazi per il parcheggio delle biciclette e ricariche per le auto elettriche. “Stiamo reinventando il futuro del retail, con un concpet che risponde a esigenze e aspirazioni delle comunità locali. Livat Fuzhou riunisce un vivace mix di marchi e gastronomia sia locali sia globali, servizi digitali ed esperienze per le famiglie” ha detto Cindy Andersen, managing director di Ingka Centres. Ingka Centres sta procedendo con un piano da oltre 2 miliardi di euro, per l’acquisto di nuovi spazi e riqualificazione di alcuni esistenti. L’anno scorso, ha annunciato l’acquisto degli shopping center Kings Mall a Londra e 6×6 a San Francisco, per creare i primi format “urbani”, di dimensioni contenute, di IKEA. A inizio 2021, ha acquisito un terreno a Noida, in India, e sta procedendo con un ampio rifacimento del suo portafoglio in Russia. Ingka Centres fa parte di Ingka Group, che include anche IKEA Retail e Ingka Investments.

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f Vetrina Tutte le varianti del thè freddo per l’estate di San Benedetto Il piacere naturale dell’infuso di foglie di thè incontra una pura acqua oligominerale per un’esperienza dissetante e unica. San Benedetto dedica al canale “fuori casa” la sua gamma, la più ampia del mercato: Thè Classico, con sole 24 calorie nei gusti limone e pesca e la variante più light Thè Zero, senza zuccheri aggiunti, nei formati da 0,5L e 0,33L in lattina; Thè verde, dal gusto leggero e dissetante, anche nella versione Zero Zuccheri; Indian Black Tea, dalla ricetta esclusiva con infuso di foglie di thè nero 100% indiano nei gusti pesca e limone, disponibile nel formato in vetro da 0,25L per un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.

Al tavolo o per il take away Bonchef propone le polpette 100% vegetali La tendenza più importante del nuovo mangiare fuori casa è la ricerca di coniugare gusto ed equilibrio. Quindi, prodotti gustosi e sazianti ma non troppo impegnativi dal punto di vista metabolico e nutrizionale. Le polpette 100% vegetali di Bonchef si prestano particolarmente a soddisfare queste esigenze. Sono disponibili in tre varianti di gusto: Zucca e Carote, Spinaci, Rape Rosse. Una polpetta pesa soltanto 16 grammi e si presta particolarmente a comporre piatti sfiziosi e sempre diversi con la sola aggiunta di qualche salsa o condimento. La porzione ideale è di 8 polpette. Sono adattissime anche al consumo “take away”, grazie alla pratica confezione personalizzata, e offrono al trade la possibilità di attualizzare e arricchire la propria offerta conquistando nuovi consumatori sensibili a queste tematiche.

Da Foodness la crema al caffè per la ristorazione pronta da servire La Crema Fredda Caffè Professional Foodness è una vera rivoluzione, perché è già pronta da versare e non ha più bisogno del granitore. Infatti i ristoratori possono servirla direttamente dal brik, senza necessità di miscelazioni o tempi di attesa per la preparazione. È in brik da 1,1 kg, senza glutine, senza lattosio, e con una consistenza cremosa e il gusto di caramello e caffè, già conosciuto dal consumatore. Il brik si conserva a temperatura ambiente ma si consiglia di servire la crema ben fredda.

La bottiglia speciale di Heineken per EURO 2020 In occasione degli Europei di calcio in programma dal’11 giugno all’11 luglio, Heineken (official beer partner di EURO2020) ha lanciato una serie di bottiglie in edizione limitata, su cui viene raffigurata la bandiera di ciascun Paese partecipante. In foto, quella dedicata all’Italia. Il brand ha lanciato anche altre iniziative, come il concorso a premi “Il Kit del tifoso più cool”, già partito a maggio, e una campagna promozionale che entrerà nel vivo in questi giorni, con Heineken impegnata sul tema del consumo responsabile di alcolici. Il volto prescelto come “ambasciatore” dell’iniziativa è l’ex campione francese, Thierry Henry.

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Daygum Insta White: sorriso più bianco in un istante DAYGUM INSTA WHITE è il primo chewing gum senza glutine e senza zucchero con effetto di bianco istantaneo per il sorriso. La sua formulazione Blue System crea un effetto di contrasto di colore temporaneo che fa risaltare il bianco dei denti (effetto temporaneo). In tutti i momenti che contano, Daygum Insta White nel suo pratico formato astuccio da 22 grammi può essere portato sempre con sé, in tasca o in borsa, per un sorriso più bianco in un istante. Il prodotto è disponibile nei principali store della grande distribuzione nel formato multipack da due astucci e nei migliori punti vendita specializzati, bar e tabaccherie nel formato astuccio singolo.



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f La Foto

Salt Lake City - Direttamente at your gate. É a tutti gli effetti delivery aeroportuale il nuovo servizio di ordinazione, pagamento e consegna di cibo contact-free, denominato SLCtoGO, lanciato dalla piattaforma Servy.

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Un mix di colori e sapori: dall’orto al bar. Ecco la nuova idea Bonchef per tutti i tuoi clienti che in pausa pranzo sono attenti all’alimentazione ma senza rinunciare al gusto.

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La nuova destinazione retail tra business, cultura e outdoor. Milano Santa Giulia

2.000 mq di spazi Food&Beverage, con metrature flessibili per accogliere i nuovi trend e format, dotati di dehors esterno e affacciati su spazi pubblici green e vivaci 24/7 nel cuore del business district di Santa Giulia. Un contesto unico nel panorama milanese e all’interno di edifici all’avanguardia per efficienza e flessibilità, certificati Grade A, LEED Platinum, Well Gold. Un potenziale attrattivo di oltre 10.000 abitanti nel raggio di 15 minuti a piedi, oltre ai lavoratori dei prestigiosi headquarter del distretto, ai viaggiatori dell’hub di Rogoredo, agli studenti del nuovo Conservatorio e ai visitatori delle grandi aree verdi che renderanno Santa Giulia un distretto sempre vivo. Un catchment destinato a moltiplicarsi in vista delle Olimpiadi del 2026, per le quali proprio qui sorgerà l’Arena PalaItalia da 16.000 posti.

Info

+39 02 6679 1801 retailspace@lendlease.com www.santagiuliaspark.com


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