l'Orafo Italiano 02 2023

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IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP DI MILANO ROSERIO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI MAGGIO 2023 € 5,00 ARTLINEA
Foto di Claudio Minenti Falsini Art S.r.l www.falsiniart.it - - Pad.CHIMERA Stand 100
Creazioni di Andrea Falsini
artlineaspa.it PRESENTE A OROAREZZO 2023 13/16 Maggio Stand 143-145 Pav. Petrarca
u n o a e rr e.i t

ANNO LXXVII - MAGGIO 2023

DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA AIELLO

COORDINAMENTO EDITORIALE

LAURA BARSOTTINI

COLLABORATORI

SIMONA INFANTOLINO, LAURA INGHIRAMI, GIANFILIPPO VERSARI

ART DIRECTOR FABRIZIO MAJERNA

COVER CLOSE UP STUDIOS

PUBBLICITÀ dircom@edifis.it

TRAFFICO PUBBLICITARIO FRANCESCA GERBINO francesca.gerbino@edifis.it

STAMPA

AZIENDE GRAFICHE PRINTING S.R.L. – VIA MILANO 3/5 – 20068 PESCHIERA BORROMEO (MI)

EMAIL orafo@edifis.it

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PREZZO PER COPIA € 5,00 / ARRETRATI € 10,00

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l’Orafo italiano, una rivista edita da: Partner di:

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Ponti e fine settimana di inizio primavera hanno dato uno sprint straordinario al turismo. Città d’arte e località di villeggiatura del nostro Paese sono state prese d’assalto da viaggiatori italiani e stranieri. Il traffico degli aeroporti è tornato ai livelli del 2019 e in diversi casi ci sono stati sensibili incrementi. Stesso discorso per i movimenti in autostrade e stazioni. E questo è solo l’inizio.

L’estate che sta per cominciare si preannuncia da tutto esaurito. Sono tornati gli americani, tantissimi gli europei e, finalmente, si sono rivisti numerosi visitatori del vicino e lontano Oriente. Ciò significa che le opportunità di vendita per il nostro mercato, in ambito retail, sono davvero promettenti. E non ci si può far trovare impreparati.

Abbiamo tutti ammirato le nuove collezioni alla fiera Vicenza a gennaio e a breve potremo fare lo stesso ad Arezzo. Ma non si tratta solo di prodotto.

I turisti stranieri, ancor più degli italiani, sono sempre più esigenti in tema di servizi. Sapersi confrontare in più lingue, comprendere le diverse culture per poter offrire il prodotto più adeguato, offrire un’accoglienza all’altezza dei clienti “altospendenti”, possono sembrare optionals. Ma sono ormai considerarti elementi scontati da molti clienti: quindi non possono essere trascurati. Vanno anzi valorizzati, con consigli e suggerimenti che facciano sentire i clienti protagonisti delle loro scelte e del loro “grand tour” italiano.

In questo numero abbiamo dedicato particolare attenzione al tema della formazione, sarà sempre più centrale per la produzione e la vendita dei nostri prodotti. Chi meglio saprà e vorrà formare i propri collaboratori, sarà in grado di cogliere le migliori soddisfazioni di questa lunga stagione di viaggi. Non mi resta che augurarvi un’ottima estate!

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EDITORIALE
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INSIDE JEWELRY

Club degli orafi: L’analisi del settore

Formula rafforzata per Oroarezzo

Professioni d’oro

A Ginevra riflettori accesi sulla Haute Horlogerie

In crescita JGT Dubai

CLOSE UP

Watches & Wonders: Must Have Trends

Alta gioielleria: Gems & Feelings

CASE HISTORY

Al Miart, la mostra di gioielli come opere d’arte

L’argenteria di design? Si impara in Cambogia!

Van Cleef & Arpels: amore, tempo e natura

PEOPLE & BRANDS

Francesca Bianchi – Color Power

Artlinea – Un anniversario importante

Alessi Domenico – Evoluzione inarrestabile

Patrizia Daliana – Il fascino della passione

Unoaerre – Con una marcia in più

Pianegonda – Il gioiello? Un talismano!

TREND

New Classicism

Over the Rainbow

Wish List for Him

Wish List for Her

MARKET TREND

Il sistema delle fiere internazionali

Bellezza e sostenibilità

Emanuele Sacerdote: l’azienda di famiglia

INTERVIEW
NEWS SOMMARIO In copertina, anelli in argento Collezione Uomo di Artlinea. 16 24 30 80 98 19 25 42 52 71 46 50 62 76 78 90 56 58 60 61 64 88 84 92 IN CASO MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP DI MILANO ROSERIO PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI MAGGIO 2023 5,00 ARTLINEA
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L’ANALISI DEL SETTORE

Per il settore orafo gioielliero italiano i dati a fine 2022 si confermano decisamente positivi, con un fatturato che raggiunge la quota straordinaria di 13,2 miliardi di euro, di cui il 70% destinato all’export, avvalorando quanto previsto dall’indagine congiunturale rapida condotta dal Club degli Orafi Italia a dicembre 2022.

Ne emerge un quadro di un comparto che, nonostante le molteplici criticità in essere, continua a crescere nella sua posizione di grande rilievo nel sistema economico nazionale, forte anche delle 7.400 aziende e degli oltre 30.000 addetti.

Analizzando nel dettaglio i risultati in termini di esportazioni, si evidenzia la posizione degli Stati Uniti come primo mercato di sbocco per la produzione orafa e gioielliera italiana con una quota di grande rilevanza, poco meno del 15%, seguiti dalla Svizzera, destinazione parziale per la sua caratteristica di hub distributivo. Importanti anche i volumi destinati agli Emirati Arabi. Le Aziende italiane nel 2022 hanno saputo rafforzare il loro ruolo di fornitori leader di qualità per le realtà internazionali del lusso e dei gioielli.

Delle criticità con cui il settore - e la manifattura in generale - si confronta quotidianamente, quali il costo delle materie prime, la complessa situazione geopolitica, l’aumento del prezzo dell’oro e il rafforzamento del dollaro rispetto all’euro, quella che continua a destare maggiore preoccupazione è la difficoltà a reperire capitale umano, formarlo e inserirlo in un sistema produttivo in continua evoluzione e con un sempre più spinto ricambio generazionale.

Questo è uno dei temi su cui il Club degli Orafi Italia pone maggiore attenzione da tempo, ritenendo che per garantire e sostenere i ritmi di crescita - ormai diventati strutturali - si debba agire a tutti i livelli per rendere più attrattivo per i giovani il mondo orafo e gioielliero.

Le Aziende del comparto sono realtà che garantiscono posizioni lavorative sicure e sul lungo periodo, con formazione continua e welfare di grande interesse, condizioni in grado di dare risposta alle esigenze sia di quanti stanno per affacciarsi al mercato del lavoro e non hanno ancora competenze specifiche, sia di quanti hanno già avvicinato l’affascinante mondo dell’artigianato artistico e delle creatività, e vogliano farlo diventare la loro professione.

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CLUB DEGLI ORAFI:
Analisi a cura dell’architetto Augusto Ungarelli, Past President e delegato al Centro Studi del Club degli Orafi
INSIDE JEWELRY
I dati registrati a fine 2022 evidenziano l’aumento di un comparto in continua e costante crescita

Quadro di sintesi dell’andamento del settore orafo – milioni di € e var. % (stime)a

Il commercio con l’estero

Le esportazioni di oreficeria dei principali distretti produttivi (milioni di € e variazione %)

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INSIDE JEWELRY 2021 2022 Variazione % 2021 Variazione % 2022 Fatturato* 10.825 13.219 +55,3 +22,1 Esportazioni** 8.580 10.305 +59,9 +20,1 dicuisologioielliinpreziosi*** 7.575 9.076 +65,0 +19,8 Importazioni** 3 .116 3 .471 +66,7 +11,4 dicuisologioielliinpreziosi*** 1.756 1.783 +71,4 +1,5 Saldo commerciale (export-import) 5.464 6.834 dicuisologioielliinpreziosi*** 5.819 7.293

The Alpha

ROUND BRILLIANT CUT

L‘ideale di brillantezza e luce sono racchiuse nel pefetto taglio tondo Cubic Zirconia di Preciosa.

WATCHES & WONDERS

MUST HAVE TRENDS

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/ di Simona Infantolino

Sportivo, accattivante e di altissima precisione, il cronografo si afferma come must have tra gli orologi di tendenza del momento. Lo conferma anche l’ultima edizione della manifestazione ginevrina Watches & Wonders in occasione della quale le manifatture più famose lo hanno designato come orologio di punta del 2023. Che si tratti di un modello celebrativo, come il Cosmograph Daytona di Rolex, o di un segnatempo dalle eccezionali caratteristiche meccaniche svelate da un quadrante scheletrato, come il Reverso Tribute Chronograph di Jaeger-LeCoultre, il cronografo ha nuovamente conquistato il cuore degli appassionati di tutto il mondo.

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1. Oyster Perpetual Cosmograph Daytona di Rolex. 2. Mille Miglia Classic di Chopard. 3. Tentagraph Evolution 9 di Grand Seiko. 4. Memoris Spirit Electrum di Louis Moinet. 5. Reverso Tribute Chronograph di Jaeger-LeCoultre.
CRONOGRAPH 3 4 5 1 2

Alla pari di un libro in grado di narrare storie di fantasia e racconti coinvolgenti, gli orologi si trasformano in cantastorie attraverso i loro quadranti. Incisioni, smaltature e decorazioni evocative raccontano luoghi, culture e suggestioni da tutto il mondo: Arnold & Son, per esempio, celebra il capodanno cinese con un’edizione speciale del suo Perpetual Moon decorato con un coniglio dorato scolpito su uno sfondo di avventurina nera. Hermès, invece, porta l’immaginario nello spazio sconfinato fino a perdersi tra stelle di diamanti e corpi celesti in avventurina, madreperla, aragonite e opale.

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1. Lili di Beauregard. 2. Lady Féerie Or Rose di Van Cleef & Arpels. 3. Oyster Perpetual Day-Date 36 di Rolex. 4. Perpetual Moon - Year of the Rabbit di Arnold & Son. 5. Arceau Petite Lune di Hermès.
DREAM DIAL CLOSE UP 3 4 5 1 2

Chi dice che un orologio non sia in grado di incantare come un gioiello si sbaglia; molto spesso sono proprio i segnatempo a trasformarsi in preziosissimi accessori. Merito di gemme dalle eccezionali qualità e di un design ispirato a gioielli iconici delle maison. È così che il bracciale Alhambra di Van Cleef & Arpels si trasforma nel cinturino dell’orologio Sweet Alhambra e l’iconica pantera di Cartier, in una versione tempestata di diamanti, sembra azzannare il quadrante del nuovo segnatempo La Panthère de Cartier.

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MAKE IT PRECIOUS
1. La Panthère de Cartier. 2. Reverso Secret di Jaeger-LeCoultre. 3. High Jewellery Watch di Chopard. 4. Sweet Alhambra di Van Cleef & Arpels. 5. Code Coco di Chanel.
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6. Limelight Gala di Piaget.

A fianco del cronografo, il calendario perpetuo si afferma al Watches & Wonders 2023 come una delle complicazioni più amate e ricercate, in grado di trasformare un orologio in un vero accessorio di lusso. Insieme alle fasi lunari, sempre presenti in questi particolari modelli, il quadrante ospita tre indicatori, rispettivamente per mese, giorno della settimana e giorno del mese, oltre ad alcune particolari versioni come il Tonda PF Xiali Calendar di Parmigiani Fleurier con calendario cinese o il Patek Philippe Grandmaster Chime con 20 complicazioni e cassa reversibile double-face.

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CALENDAR
1. TONDA PF XIALI CALENDAR di Parmigiani Fleurier 2. Polo Perpetual Calendar Ultra-Thin di Piaget 3. Royale Saphir Shade Grey di Pequinet 4. Les Cabinotiers Dual moon - Grand Complication di Vacheron Constantin.
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5. Grandmaster Chime di Patek Philippe

FORMULA RAFFORZATA PER

OROAREZZO

Focus sulla migliore manifattura orafa Made in Italy alla 42ma edizione della manifestazione

Arezzo Fiere e Congressi riapre i cancelli dal 13 al 16 maggio 2023 con la 4ma edizione di Oroarezzo, la manifestazione di Italian Exhibition Group (IEG) dedicata all’eccellenza e alla maestria della migliore produzione orafa Made in Italy. L’appuntamento quest’anno si presenta ricco di novità potenziando la sua offerta sia in termini di servizi a espositori e visitatori, sia in termini di offerta di produzione, sempre più qualificata e in linea con quella creatività e capacità produttiva tutta italiana che l’intero mondo ci riconosce.

Il nuovo claim dell’evento, “Shaping jewellery ideas”, “dare forma alle idee per i gioielli”, identifica in maniera inequivocabile Oroarezzo come la manifestazione dove le intuizioni si traducono in creazioni preziose. Con un mix espositivo incentrato sulle eccellenze manifatturiere orafo-gioielliere, accanto a semi-lavorati, componenti e tech, la manifestazione risponde al meglio alle esigenze del mercato offrendo l’opportunità di definire la propria fornitura di qualità per lo sviluppo di creazioni uniche e private label. Come di consueto, l’area Cash & Carry permetterà ai retailer gli acquisti sul pronto in vista del riassortimento stagionale delle vetrine. Potenziato anche il programma di incoming per i buyer che, grazie alla collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, punta al business matching guardando ai mercati consolidati dell’export, ovvero Est europeo, USA e Middle East, e spingendosi

fino a Sud Est Asiatico e Sud America. Punto di riferimento tra quelli imperdibili per il comparto, Oroarezzo arricchisce il consueto programma di convegni tecnicoscientifici con associazioni di settore, aziende leader, enti di certificazione e istituzioni per contribuire alla crescita del settore attraverso l’approfondimento di temi caldi per il mondo orafo-gioielliero.

Infine, torna Première, lo storico concorso di Oroarezzo che premia le migliori creazioni orafe ideate e realizzate dalle aziende espositrici su un tema prescelto puntando i riflettori sulle nuove generazioni di orafi. L’elenco delle categorie ne prevede una inedita: Talents, riservata a studenti e giovani designer under 30. Il disegno più bello verrà premiato dalla giuria di operatori ed esperti del settore, presieduta dal direttore artistico del concorso Beppe Angiolini, titolare e fondatore dello store multimarca Sugar e presidente onorario di Camera Italiana Buyer Moda.

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/ di Laura Barsottini
INSIDE JEWELRY
CLOSE UP ALTA GIOIELLERIA / di Simona Infantolino
GEMS & FEELINGS

Collier in oro etico bianco e rosa 18 carati certificato Fairmined con zaffiri rosa (78,91 ct) e diamanti (57,09 ct).

Zaffiri gialli non riscaldati, taglio ovale, da 151,19 e 127,70 carati (Sri Lanka), protagonisti della parure composta da bracciale manchette e anello rappresentato nello sketch.

Exceptionals Stones

Il viaggio tra le novità dell’Alta Gioielleria parte dal cuore pulsante delle miniere di estrazione da cui gemme di altissimo valore e dalle carature eccezionali vedono la luce. Colori intensi, purezza e tagli straordinari delle pietre preziose sono il fil rouge del racconto Exceptionals Stones di Chopard. Le gemme selezionate dalla Maison per questa nuova collezione di Alta Gioielleria stupiscono per caratteristiche non a caso eccezionali che attirano i riflettori su pezzi davvero unici. Ne è un esempio la coppia di zaffiri gialli di Ceylon taglio ovale, rispettivamente da 151,19 e 127,70 carati, che, grazie alle dimensioni sorprendenti e all’elevata purezza, diventa protagonista di una parure composta da anello e bracciale manchette. Non mancano poi i magnetici zaffiri Royal Blue, sempre provenienti dal sottosuolo di Ceylon, i diamanti rosa e verdi che diventano sempre più rari anche a causa dei recenti esaurimenti delle miniere australiane e gli zaffiri rosa che, combinati in incastri geometrici di tagli e simmetrie, compongono collier da vere regine.

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CHOPARD

DIOR

Dearest Dior

Dieci anni dopo Dear Dior e cinque anni dopo Dior Dior Dior, Victoire de Castellane scrive un nuovo capitolo della gioielleria della Maison trasformando la delicatezza del pizzo dell’Alta Moda in settantasette straordinarie creazioni di Alta Gioielleria che compongono la nuova collezione Dearest Dior. Dal gusto estremamente femminile e delicato, la collezione rappresenta un’ode all’eredità di Christian Dior e al virtuosismo che da sempre contraddistingue il savoir-faire della Maison. I gioielli Dearest Dior avvolgono con leggerezza e grazia fino a lasciar scomparire le montature tra le movenze del corpo; emergono così, in tutta la loro bellezza, le sfumature cangianti di diamanti, rubini, perle, tormaline, zaffiri blu, rosa e gialli. Gli intrecci in oro che le sorreggono rievocano l’idea del pizzo che non è mai stato così contemporaneo e prezioso: le collane diventano moderni choker dal gusto principesco, gli orecchini giocano con volumi e asimmetrie e i pendenti si trasformano in accattivanti spille colorate.

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CLOSE UP
Orecchini in oro rosa con diamanti e zaffiri gialli. Anello in oro bianco e giallo con diamanti, smeraldo centrale e smalto verde. Collana in oro giallo con diamanti e zaffiri rosa.

Amore, Diva, Flora

La bellezza diventa eterna con i gioielli Leo Pizzo che trasformano le emozioni in preziosi scrigni da custodire per sempre. Il sentimento più puro trova espressione attraverso la collezione Amore che si fa portavoce di promesse e dichiarazioni destinate a non morire mai. Il cuore è il simbolo per eccellenza di messaggi così forti, declinato in una scintillante versione con pavé di diamanti o in una più moderna rivisitazione con pietre preziose rosa incastonate in modo tale da creare delicate sfumature colorate. Il potere della seduzione è invece incarnato dai gioielli Diva nati per far risplendere chiunque li indossi. La linea è un omaggio al coraggio di affrontare la vita con forza e audacia. Infine, la collezione Flora assorbe l’affascinante perfezione della natura che sboccia su raffinati gioielli tempestati di diamanti come è solita fare nei soleggiati giardini pieni di colore e poesia.

Orecchini Flora in oro rosa con diamanti bianchi.

Orecchini Diva in oro bianco con diamanti bianchi.

Anello Amore in oro rosa con diamanti e zaffiri rosa.

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LEO PIZZO

Parure Murano in oro con tormaline e topazi blu London.

Parure Jaipur in oro rosa con pietre preziose multicolor e diamanti bianchi.

Il viaggio alla scoperta delle novità di Alta Gioielleria si conclude nei luoghi esotici dell’immaginario prezioso di Marco Bicego. È con la collezione Alta che il designer decide di portare su un altro livello la gioielleria esaltando la bellezza e l’unicità delle pietre preziose. Tormaline rosa e verdi, quarzi gialli, acquemarine e ametiste illuminano anelli cocktail multicolor dall’animo frizzante e giocoso; i diamanti brown conferiscono eleganza e raffinatezza ai gioielli Lunaria Alta con pavé dai toni caldi e vibranti; nuove armonie di colori esaltano le combinazioni di pietre preziose della linea Murano e il classico stile senza tempo dei gioielli Masai si rinnova con le tonalità accesissime di tanzaniti blu e tormaline rosa o verdi. Sono proprio le sfumature di colore, la purezza dei diamanti e gli infiniti riflessi di luce a dare vita ai gioielli di questa nuova collezione, un trionfo di gemme e metalli preziosi lavorati dai maestri artigiani dell’azienda che da ogni singola pietra hanno saputo creare un intero mondo fatto di emozioni.

30 MARCO BICEGO
Alta
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Cercasi nuovi talenti. In un settore, quello orafo-gioiellero, che sta dimostrando di essere più che fiorente. Nel 2022 l’export del comparto ha sfiorato i 9 miliardi di euro, 1 miliardo in più rispetto al 2021, e il fatturato 2022 è stimato in 10,9 miliardi, con una crescita di oltre il 20% sull’anno precedente e di oltre il 40% sul periodo pre-covid (2019). E che fiducia esprime per il futuro: il 47% delle imprese del gioiello prevede un fatturato in crescita (il 39% lo stima invariato, solo il 14% in flessione) e più di un datore di lavoro su tre (36%) ha in previsione di incrementare i dipendenti.

Nonostante queste premesse, le “professioni d’oro” ancora stentano a essere trovate, benché siano ben lontane dall’immaginario del passato di mestieri un po’ stantii e permettano ottimi guadagni, oltre che una visibilità che potrebbe anche diventare internazionale visto che il saper fare Made in Italy è tra i più apprezzati del mondo. Le oltre 7.100 imprese del settore attualmente stentano a far fronte alle richieste dei mercati a causa dell’impossibilità di reperire manodopera specializzata. Il tema

D’ORO

Nonostante il comparto orafo-gioielliero Made in Italy sia in continua crescita, mancano i giovani professionisti. I progetti in corso

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INSIDE JEWELRY
PROFESSIONI INCHIESTA

cruciale per il futuro del manifatturiero orafo Made in Italy è stato affrontato nella presentazione organizzata a Milano da Confindustria Federorafi, con Italian Exhibition Group/Vicenzaoro e Skuola. net, per illustrare la “roadmap” del settore in tema di Orientamento e Formazione. Il settore oggi occupa 30.619 persone (58% donne), le indagini congiunturali su un campione di aziende indicano il persistere di un trend positivo per il primo semestre 2023. In aggiunta, oltre il 50% degli occupati nel settore tra meno di 10 anni sarà in età pensionabile mentre solo il 13% degli occupati ha un’età inferiore ai 30 anni.

La situazione attuale

In questo quadro, è davvero rilevante il tema del “reclutamento” di nuovi occupati. Le scuole a indirizzo orafe solo in questi ultimi anni si stanno rilanciando. La mappatura appena fatta a livello nazionale da Confindustria Federorafi indica che sono quasi 40 gli istituti che hanno ripreso a formare nell’ambito del comparto del prezioso ma gli studenti diplomati sono ancora insufficienti rispetto alla richiesta delle aziende. Le esigenze di nuovi occupati e di occupati per ricambio generazionale nelle aziende nei prossimi 5 anni si possono stimare a una percentuale che si avvicina all’8/10% del totale della forza lavoro attuale (3.000). «Di fronte a questi dati, ognuno deve fare la propria parte: le Istituzioni come le imprese», ha dichiarato Claudia Piaserico, presidente Confindustria Federorafi. «Oltre ovviamente a politiche attive per permettere un’inversione di tendenza del tasso di

(scarsa) natalità dell’Italia, le Istituzioni devono dare dignità e autorevolezza agli Istituti Professionali Tecnici che continuano a garantire tassi di inserimento nel mondo del lavoro vicini al 100% ma non sono in grado di attrarre giovani in numero sufficiente per un paese manifatturiero come l’Italia. Il nostro sistema scolastico esprime un decimo di diplomati tecnici rispetto alla Germania. Occorre anche uno sforzo formativo e informativo dei dirigenti scolastici, dei docenti e degli orientatori, a partire dalla scuola secondaria, per acquisire tutti gli elementi e tutte le informazioni utili da trasferire agli studenti valorizzando le tante opportunità in termini professionali e di retribuzione che anche il settore del prezioso può offrire. Parallelamente il sistema delle imprese deve essere più aperto e comunicare meglio».

L’importanza della comunicazione

Proprio su questo fronte si concentrano le iniziative che Federorafi sta portando avanti attraverso l’impegno in prima persona di Piaserico e della vicepresidente con delega alla Formazione, Alessia Crivelli. «In sinergia con le sezioni delle nostre Territoriali di Alessandria, Arezzo, Campania e Vicenza, abbiamo realizzato per la prima volta in Italia la “mappatura” delle scuole/ istituti con percorsi orafi, identificandone quasi 40 in 10 Regioni», ha continuato la presidente. «Abbiamo anche definito i profili professionali più ricercati (che vanno dall’orefice, all’incassatore, incisore, gemmologo, pulitore, esperto in stampa 3D, esperto in macchine a controllo numerico, designer, digital media specialist, ndr) e

a breve attiveremo una piattaforma per favorire il matching tra domanda e offerta. Ma la parte più rilevante, per i risultati che ci attendiamo, è quella riguardante la comunicazione. Il settore che rappresento per molti anni ha preferito concentrarsi sul saper fare trascurando il saper comunicare e, spesso, purtroppo, è stato additato come un comparto “blindato” e poco trasparente». Oggi però la realtà è ben diversa e le imprese del comparto sono aziende all’avanguardia in materia di sostenibilità, con i più alti standard di confort dell’ambiente di lavoro e con grandi prospettive di affermazione a livello mondiale. «Dobbiamo alzare il livello del sentire comune sul settore in termini di credibilità e di autorevolezza. Questa è la sfida che abbiamo raccolto e affrontato attraverso due linee di azione. La prima è una importante campagna istituzionale di “influencer marketing” che stiamo approntando con il MAECI e l’Agenzia ICE al fine di comunicare le valenze del saper fare e dell’heritage tradizionale e tecnologico del prezioso che sono un unicum a livello internazionale, ottenendo così un doppio risultato: promozione del gioiello Made in Italy e attrattività delle nostre imprese per i giovani di altri paesi», ha aggiunto Piaserico.

La partnership con Skuola.net Ma non basta: in collaborazione con Vicenzaoro, Federorafi ha avviato una partnership con Skuola.net, con 6.000.000 di utenti unici al mese e oltre 2,5 milioni di follower sui principali social, la piattaforma più seguita dai giovani in cerca di informazioni sulla formazione per dialogare

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A destra, Nikolais. Nella pagina a fianco, Daniele Grassucci, founder e direttore di skuola.net e Claudia Piaserico, presidente Confindustria Federorafi.

con gli studenti con il loro stesso linguaggio e con le loro stesse metriche, e con i professori e le famiglie affinché si rendano conto di quanto sia interessante e performante il settore per la crescita e l’appagamento personale di ogni ragazzo: sono state avviate una landing page, un sondaggio, un videoblog e altri strumenti finalizzati a far fare un salto in avanti al settore prezioso nel percepito di ragazzi e delle loro famiglie.

«Nel Paese del Made in Italy molte famiglie da tempo hanno smesso di scommettere sui mestieri tecnico-pratici, portando a una scarsità di capitale umano che invece è il valore aggiunto e non imitabile dei nostri settori di eccellenza come quello orafo-gioielliero», ha argomentato Daniele Grassucci, founder e direttore di skuola.net.

«Una situazione aggravata dall’orientamento svolto in molte scuole medie, che presentano agli studenti gli istituti tecnici e professionali come meno performanti dal punto di vista accademico. Fortunatamente ci sono ancora ragazzi e ragazze - quasi 1 studente su 3 delle scuole secondarie - che sarebbero interessati a seguire queste strade e, più in generale, a lavorare nel settore del gioiello Made in Italy. Magari non conoscendo al meglio il settore in termini di professionalità e distretti. Ma ci sono. Ed è per questo che è fondamentale per tutta filiera raccontarsi

agli studenti e alle loro famiglie nei luoghi, come Skuola.net e i social network, che loro frequentano quotidianamente». Proprio per raggiungere più giovani possibile, una delle prime iniziative è un vlog in cui Nikolais, uno dei vlogger più seguiti di YouTube, presenta con interviste e immagini di grande contenuto esplicativo, le possibilità di impiego di uno dei settori più affascinanti e in espansione del nostro Made in Italy.

Puntare sul futuro

Insomma, una serie di iniziative ben concordate e sinergiche che hanno incontrato anche il favore delle istituzioni: «Ancora una volta il settore orafo, vessillo tradizionale del Made in Italy, riesce a essere massimamente innovativo coinvolgendo le nuove generazioni», ha sottolineato il Ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso. «Il settore orafo-gioielliero affascina per numerosi motivi e ogni evento promozionale e fieristico è indispensabile per sostenere il settore nella sua costante espansione».

«I giovani rappresentano il futuro della gioielleria. Il nostro impegno per lo sviluppo e l’internazionalizzazione del settore, e in particolare delle eccellenze del Made in Italy, non si esprime solo attraverso le opportunità di business generate dai nostri saloni, ma anche promuovendo la cultura di

settore e attivandoci come piattaforma di informazione, formazione e networking», ha concluso Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion di Italian Exhibition Group, operatore fieristico che promuove la formazione in tutti i comparti in cui opera, e con il salone internazionale della gioielleria Vicenzaoro è partner strategico di Confindustria Federorafi e Skuola.net per questo progetto. «Un riferimento per l’intera industry, capace di mettere in contatto la community e generare relazioni positive tra aziende, operatori, mercati, istituzioni, media e nuove generazioni per dare energia al circolo virtuoso del gioiello italiano. Dai laboratori al Museo del Gioiello di Vicenza alle attività per famiglie nell’ambito del VIOFF (il fuori fiera di Vicenzaoro), fino ai progetti di comunicazione che coinvolgono gli studenti delle scuole superiori e i master di design post diploma, siamo in prima linea, felici di poter essere con questa iniziativa un moltiplicatore di opportunità per tutti i player del nostro comparto, a iniziare proprio dagli orafi di domani».

English translation pp. 99

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Nelle foto: Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion di Italian Exhibition Group, Piaserico e Grassucci.

L’IMPEGNO COI GIOVANI DI BULGARI

Oltre ad aderire al progetto di Altagamma “Adotta una scuola” fin dal suo inizio, lo scorso anno, Bulgari ha in corso importanti partnership con scuole e università come la Scuola Sant’Anna di Pisa, l’Istituto dei Mestieri d’Eccellenza e la St Martins University of the Arts London. Ma non basta. La Bulgari Jewellery Academy, con quattro corsi all’anno, ciascuno della durata di quattro mesi e una frequenza di 40 ore settimanali, a oggi ha già formato centinaia di gioiellieri. Inoltre, nel progetto di ampliamento della Manifattura, un posto centrale è previsto per la Scuola Bulgari: un centro formativo, sviluppato in collaborazione con la scuola di design Tarì, prestigiosa scuola di training partner di Bulgari fin dal 2017, che rappresenterà la prima scuola di formazione professionale del brand rivolta a studenti esterni. Infatti, a soli cinque anni dall’apertura della nuova manifattura di gioielli Bulgari, polo di eccellenza nello storico distretto di Valenza dove nel 1817 il famoso orafo Francesco Caramora aprì la cosiddetta Cascina dell’Orefice, la maison romana ha annunciato l’ampliamento della sua Manifattura che avrà una nuova superficie di quasi 17.500 metri quadrati

e prevede l’assunzione di circa 650 nuovi dipendenti entro il 2028. Si tratta molto di più di un semplice, anche se decisamente significativo, investimento industriale: l’ampliamento dell’attuale stabilimento rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’impegno di Bulgari nel rafforzare il valore inestimabile dell’artigianato tradizionale italiano, proiettandolo nel futuro; un piano strategico di employer branding e talent scouting su scala nazionale e internazionale, con una serie di iniziative che coinvolgono le più importanti scuole di oreficeria in Italia e in Europa. Il percorso formativo durerà circa un anno e comprenderà lezioni teoriche e molte ore di pratica, coinvolgendo i manager e i maestri artigiani di Bulgari. Al termine del percorso, gli studenti saranno pronti per entrare nel mondo del lavoro e i migliori avranno l’opportunità di essere assunti dalla maison. La Bulgari Jewellery Academy continuerà invece a formare tutti i nuovi assunti che avranno l’opportunità di apprendere le tecniche di lavorazione dei gioielli Bulgari direttamente dai mastri artigiani della maison.

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INCHIESTA INSIDE JEWELRY

DI ALBA CAPPELLIERI

INCHIESTA

nuove idee. Dobbiamo creare le condizioni affinché i giovani possano farlo».

Professoressa Ordinaria al Politecnico di Milano e alla Stanford University, presidente del Corso di Laurea in Design della Moda, direttore del Master internazionale in Accessory Design e del Corso di Perfezionamento in Design del Gioiello al Politecnico di Milano, curatrice di mostre e autrice di libri, Alba Cappellieri ha una visione multitasking sul significato culturale, oltre che imprenditoriale del tema su questo tema.

«Sono una grande sostenitrice della formazione, a tutti i livelli: io per prima non ho mai smesso di farlo, e ancora oggi mi iscrivo a corsi di approfondimento, studio e mi informo», esordisce. «Nel caso dei giovani oggi, penso che la formazione abbia il ruolo cruciale di guidarli, di fornire loro gli strumenti e il metodo per navigare nella contemporaneità. È molto facile perdersi nel mare caotico di informazioni in cui siamo immersi. Nel campo del design è

poi fondamentale coniugare la formazione con l’esperienza sul campo: solo attraverso questa, infatti, ci si può misurare con le sfide reali del mercato e acquisire le competenze necessarie per affrontarle».

A che punto è la situazione nel settore del gioiello? Il fatto che ci siano molte piccole aziende del gioiello a conduzione familiare potrebbe essere un problema? Spiego: possiamo anche formare giovani con grandi professionalità ma se poi non trovano lavoro...

«Penso che il settore orafo italiano abbia un grande potenziale e che i giovani professionisti siano la chiave per sbloccarlo. La mia convinzione è che i giovani debbano essere incoraggiati a entrare in questo settore ed essere coinvolti nella trasmissione delle competenze e delle tradizioni artigianali. In questo, sono convinta che ci sia spazio per l’innovazione, per la sperimentazione e per le

Come si coinvolgono i giovani oggi in un mondo sicuramente molto affascinante ma dove c’è... anche da “sporcarsi le mani”? In Brianza, per quanto riguarda il design, è nato il Polo Formativo del Legno Artwood Academy, dove gli studenti vengono avviati alla professione sia dal punto creativo e tecnologico, sia da quello “artigianale”. «Presso Poli.design, ad esempio, ci impegniamo a fornire ai nostri studenti percorsi formativi completi che consentano loro di acquisire le conoscenze teoriche e pratiche necessarie per diventare progettisti. Offriamo corsi e master specializzati che coniugano la teoria con l’applicazione pratica. Nel nostro master in Jewellery&Fashion Accessories: Design, Management, Communication, i nostri studenti hanno la possibilità di sviluppare progetti creativi e manageriali guidati da professionisti e di acquisire esperienza attraverso stage presso le aziende del settore di riferimento. Questo percorso formativo, che abbiamo perfezionato nel corso del tempo in base ai feedback degli studenti e delle aziende, si è dimostrato molto efficace e ha riscosso un grande successo. Siamo ormai arrivati all’undicesima edizione, possiamo dire di essere molto orgogliosi della nostra metodologia formativa e della qualità dei profili in uscita».

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L’ORAFO ITALIANO 35 L’OPINIONE

L’INIZIATIVA MILANESE DI BUCCELLATI

Non è una novità la collaborazione tra Buccellati e la Scuola Orafa Ambrosiana: due anni fa, la maison istituì presso la scuola l’Accademia per Incisori, un percorso di formazione con corsi tenuti da insegnanti storici dell’istituto ai quali si affiancavano gli artigiani esperti di Buccellati. A marzo ha preso il via un’altra iniziativa che vede protagoniste ancora le due realtà, quella imprenditoriale e quella formativa: presso la Scuola Orafa Ambrosiana è a disposizione un articolato programma di Master totalmente supportato da Buccellati. I corsi di 130 ore affrontano quattro specializzazioni (oreficeria, cesello,

incisione e incassatura al microscopio). Gli studenti che frequentano la Scuola potranno essere scelti per crescere e diventare artigiani esperti nelle lavorazioni tipiche della maison Buccellati. Ogni sei mesi, verranno selezionati i sei migliori talenti che parteciperanno ai Master e la maison offrirà loro una borsa di studio e un lavoro presso i propri atelier. Il sodalizio delle due realtà meneghine si pone come obiettivo quello di attrarre talenti e far sì che il “fare a mano” Made in Italy continui nel tempo, appassionando le nuove generazioni.

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INCHIESTA INSIDE JEWELRY

L’ANALISI DI ALTAGAMMA E IL PROGETTO

“ADOTTA UNA SCUOLA” INCHIESTA

Le imprese culturali e creative italiane, protagoniste della moda, del design, dell’alimentare, dei motori, della gioielleria, dell’ospitalità e della nautica, da tempo denunciano la difficoltà a reperire sul mercato del lavoro quei “talenti del fare” che incarnano il patrimonio di saperi e valori caratteristici del Made in Italy d’eccellenza: è l’analisi di Altagamma che riunisce dal 1992 le migliori imprese dell’Alta Industria Culturale e Creativa. In particolare, nel librostudio I talenti del fare alla sua seconda edizione, nel settore della moda, di cui fa parte anche il comparto della gioielleria, saranno 94.000 i profili tecnico-professionali richiesti dalle imprese nei prossimi 5 anni. Per questo, due anni fa è nato il progetto “Adotta una scuola”, che realizza una collaborazione attiva tra brand e scuole, volta a un maggiore coinvolgimento dei giovani nelle professioni manifatturiere di nuova generazione che costituiscono un elemento imprescindibile per l’eccellenza del nostro Made in Italy. In tutti i comparti di Altagamma sono ben 23 le imprese coinvolte nella seconda edizione del progetto, con 80 classi attivate in due anni. Pomellato è la new entry del comparto jewelry di questa edizione. Di formazione e del progetto abbiamo parlato con Sabina Belli, vicepresidente del settore Gioielleria di Altagamma dal 2020 e Ceo di Pomellato Group, oltre che impegnata attivamente in progetti per l’uguaglianza di genere.

Come vicepresidente di Altagamma come vede la situazione della mancanza di professionisti nel settore della gioielleria in generale?

«Per fortuna è una situazione in movimento, anche se c’è ancora molto da fare. In Pomellato abbiamo più di cento maestri orafi che lavorano ogni gioiello a mano e che esprimono, innanzitutto, un’altissima creatività e un’altissima qualità orafa. La protezione e il mantenimento delle vocazioni dei mestieri dell’artigianato e del fatto a mano sono fondamentali, in un modo non riferito esclusivamente alla tradizione del passato ma attraverso l’integrazione con la tecnologia. Qui il tema cruciale è quello della formazione

delle prossime generazioni. Sicuramente un ostacolo da superare è la percezione di questi percorsi professionali da parte dei ragazzi e delle loro famiglie che spesso vedono ancora le professioni artigianali come qualcosa di meno valorizzante rispetto ad altri percorsi professionali. Ci tengo a precisare che in particolare il settore della gioielleria è in forte crescita e grazie ai percorsi formativi di alto livello molti ragazzi e ragazze sono in grado di integrare il know-how tradizionale alle nuove competenze innovative in un settore che rimane un fiore all’occhiello del Made in Italy».

Come AD di Pomellato ci spiega i motivi dell’adesione al progetto “Adotta una scuola”?

«Il progetto Altagamma “Adotta una Scuola”, è nato con l’intento di creare un rapporto virtuoso tra scuole tecniche-professionali e il mondo industriale e di rispondere così alle attuali esigenze delle aziende che oggi sempre di più per via di un ricambio generazionale, hanno bisogno di giovani talenti. “Imparare facendo” è quanto abbiamo deciso di realizzare insieme alla scuola Galdus di Milano con la nascita di Pomellato Virtuosi, un’academy che offre ai giovani laboratori dedicati e masterclass tenute dai nostri Maestri orafi oltre a esperienze di stage in azienda che spesso portano all’assunzione. Oltre al laboratorio già esistente, ne abbiamo appena inaugurato un altro dedicato all’incassatura».

Si tratta di un progetto strategico anche per il territorio: Lombardia – insieme a Toscana, Piemonte e Veneto - è una delle quattro regioni italiane in cui si concentra la produzione di gioielli, settore in crescita del 9% nel 2023 (fonte Altagamma Consesus). Sono ancora queste quattro regioni a detenere il primato nell’esportazione di questi beni di lusso (secondo le elaborazioni del Centro Studi Confindustria Moda su dati InfocamereMovimprese ben il 57% delle aziende e il 77% della forza lavoro del comparto nel 2021).

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INSIDE JEWELRY

AL MIART, LA MOSTRA DI GIOIELLI COME OPERE D’ARTE

/ Testi di Alba Cappellieri tratti dal catalogo della mostra

Maestria artigianale e ispirazione: le creazioni esposte a Double Face –Tangible and Intangible in Art Jewelry

dei materiali: le gemme, i metalli o l’alta manifattura, nonostante la contemporaneità abbia donato al gioiello nuovi significati.

II gioiello d’artista nasce con gli artisti figurativi che consideravano il gioiello come arte indossabile e come uno dei numerosi media per esprimere la propria poetica. Le opere sono state selezionate per le loro Double Face, in termini di qualità tangibili e intangibili, per la loro capacità artistica di esprimere gemme e manifatture preziose ma anche idee, concetti, paesaggi non convenzionali della contemporaneità.

«Il legame tra arte e alta gioielleria Made in Italy è talmente forte da rendere superflua ogni spiegazione», ha detto Giorgio Villa, Presidente del Club degli Orafi Italia.

Si chiama Double Face – Tangible and Intangible in Art Jewelry, la mostra che si è tenuta nel corso dell’ultima edizione di Miart – fiera internazionale di arte moderna e contemporanea a Milano. Promossa dal Club degli Orafi Italia con il supporto di ICE Agenzia e curata da Alba Cappellieri, Double Face espone le creazioni d’artista di otto Soci, indagando la “doppia” capacità dei gioielli esposti di rendere reali sia l’aspetto più concreto della maestria artigianale, della preziosità dei materiali e della

manifattura, sia qualità più intangibili come creatività, innovazione, sperimentazione e contaminazione con l’arte. l tema del doppio è stato indagato da artisti come Tiziano, Anish Kapoor, Salvador Dalí, Cindy Sherman, Jan Vermeer, Claes Oldenburg e ancora Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Marina Abramovic. Nel gioiello il doppio non ha avuto pari fortuna, probabilmente perché è storicamente un oggetto monofacciale, che affida la sua preziosità allo splendore

«L’incredibile maestria degli artigiani orafi italiani ha più volte incrociato nel corso dei secoli l’estro creativo dei più importanti artisti del panorama internazionale, che hanno saputo dare corpo ai sogni e alle visioni attraverso la magistrale lavorazione dei metalli preziosi e delle pietre. Ecco che il gioiello italiano diventa un oggetto d’arte viva. Con la partecipazione a miart 2023 il Club degli Orafi Italia vuole sensibilizzare il panorama dei buyer e delle Gallerie d’arte internazionali, con l’obiettivo di creare maggiore consapevolezza su un patrimonio unico ancora da esplorare in termini di potenzialità d’investimento artistico».

Continua a pagina 42

L’ORAFO ITALIANO 41 CASE HISTORY

Il chiaro e lo scuro di Angeletti

Azienda storica romana, fondata nel 1940, Angeletti diffonde la cultura del gioiello rispettando la tradizione e dando spazio nel contempo a creazioni innovative attraverso una continua ricerca di materiali e abbinamenti. Il bracciale Wave Carpet esprime il doppio dei contrasti cromatici del chiaro scuro: la madreperla viene esaltata dai profili in oro e il carbonio dai diamanti, in un dialogo elegante e innovativo. Nella foto, Wave Carpet, bracciale, 2018, carbonio, madreperla, diamanti e oro 18kt.

La trasformabilità di Alfredo Correnti

Dal 1967 Alfredo Correnti crea gioielli artigianali che prendono il via dall’estetica archeologica rielaborandola in gioielli innovativi. Il collier può essere indossato sia come collana che come spilla, trasformando così l’elemento centrale in oro, brillanti e bronzo in una spilla sinuosa e dal sapore Art Nouveau. Nella foto, Corpo, collier e spilla, 2023, oro 18kt, bronzo, brillanti, smeraldi, zaffiri

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I giochi materici di de’Nobili

Dal 1943 de’Nobili realizza gioielli distintivi che coniugano la lavorazione artigianale con la continua ricerca estetica tra tradizione e innovazione e l’abbinamento di metalli preziosi con pietre e materiali insoliti. Come nel bracciale I Guerrieri di Sergio Fermariello in cui lo splendore dell’oro dialoga con la profondità della nanoceramica nera, in maglia medioevale in argento brunito artigianale. Nella foto, I Guerrieri, bracciale, 2023, oro 18kt, argento brunito, nanoceramica.

L’incontro tra gioielleria e arte di Cesare & Rinaldi Gemmai

Da oltre quarant’anni la Cesari & Rinaldi Gemmai si contraddistingue a livello internazionale come partner prezioso di industrie orafe e di alta gioielleria nella realizzazione di gemme custom per alta gioielleria e gioielleria di produzione. Interpretando il linguaggio dell’arte di Gio’ Pomodoro, i gioielli rappresentano il doppio incontro di mondi e discipline tradizionalmente lontane: la gemmologia, la gioielleria e l’arte. Nella foto, anello staffa Triangolo, 1993, oro 18kt e giada nefrite.

44 CASE HISTORY

Dal gioiello alla scultura: Enzo Liverino 1894

Nata alla fine dell’800, l’antica azienda Liverino nella sua tradizione centenaria riesce a perpetuare nel tempo e diffondere nel mondo l’arte del corallo di Torre del Greco. Il gioiello diventa scultura, sperimentando le infinite accezioni che il corallo permette: il teschio rifugge deliberatamente ogni anelito ornamentale o funzione di indossabilità per diventare astrazione. Nella foto, Rubrum Veritas, scultura, 2016, corallo prezioso di profondità (Mediterraneo).

L’influenza di Mirò per Mattioli

Specializzata nella lavorazione manuale di gioielleria e oreficeria di altissima qualità, Mattioli, azienda torinese, si ispira al capolavoro di Joan Miró Il Carnevale di Arlecchino, del 1924, che anticipò le visioni oniriche del Surrealismo come il Pointillisme degli impressionisti francesi: i suoi orecchini esprimono la double face tra le cromie vibranti dei diamanti e degli zaffiri e la composizione puntiforme della superficie. Nella foto, Puzzle Arlecchino, orecchini intercambiabili, 2023, oro 18kt, diamanti bianchi, zaffiri azzurri e rosa.

L’ORAFO ITALIANO

La fluidità ergonomica di Vhernier

Fin dai primi prototipi immaginati a metà degli anni ’80, Vhernier ha scelto di creare che puntassero alla semplicità, risolvendo le complessità materiche con la maestria artigianale. Ispirandosi a Constantin Brancusi, Max Bill, Barbara Hepworth, Vhernier crea gioielli non solo da guardare, ma soprattutto con cui vivere. Nelle foto: sopra, anello Abbraccio, 1994, oro bianco e diamanti; a destra, anello Kiss, 1994, oro rosa.

La collaborazione di Unoaerre con Gio’ Pomodoro

La collaborazione tra la Unoaerre, azienda fondata nel 1926, e Gio’ Pomodoro è una delle più feconde nella storia del gioiello d’artista del Novecento per concetti e per risultati, dove il gioco del double face sta nell’incontro tra le sculture dell’artista e la manifattura dell’azienda. In Nuages l’argento si trasforma in una superficie densa, frastagliata e ondulata, che cattura la luce e dona un afflato scultoreo a chi lo indossa. Nella foto, Nuages, Giò Pomodoro, bracciale, 1999, argento.

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PEOPLE & BRANDS

POWER

Igioielli di Francesca Bianchi Design sono immediatamente riconoscibili: forme semplicissime, smalti dai colori sgargianti, una definizione dei particolari assoluta, un vero e proprio inno alla vita. Classe 1989, aretina, Bianchi si laurea nel 2012 alla facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, conseguendo successivamente il Master in Yacht Design al Politecnico di Milano. Alla passione per le imbarcazioni, consolidata nello studio fiorentino dell’architetto Luca Dini, Francesca affianca una particolare curiosità per i gioielli e l’oreficeria, che l’ha portata fin da giovanissima a disegnare e realizzare collezioni di forte impatto emotivo. Partendo dalla tradizione orafa di famiglia, nata nel 1978 con l’azienda fondata dal nonno Loris Franco Bianchi, Francesca riscopre le basi dell’artigianato creativo e nel 2013 dà vita al marchio Francesca Bianchi. «Stavo facendo uno stage in un prestigioso studio di yacht design di Firenze», racconta, «quando ho incominciato a

L’ORAFO ITALIANO 47 COLOR
Tra sogno e realtà, le creazioni di Francesca Bianchi Design sono frutto di passione e know-how artigianale
/ di Laura Barsottini

immaginare i dettagli dell’interior design come gioielli: intravedevo già le linee della mia prima collezione di gioielli in smalto, che avrei chiamato Kouture». Detto, fatto, è del 2011 la prima partecipazione del brand a Vicenzaoro.

Le creazioni di Francesca Bianchi sono contemporanee, emozionano, ma hanno anche un grande contenuto tecnico: «Trattare lo smalto richiede una tecnica complicata», spiega. «Ci abbiamo impiegato tempo a metterla a punto e oggi i miei gioielli sono smaltati da smaltatori che lavorano anche per brand di alta moda». In bronzo placcato oro 24 carati, i gioielli vengono sottoposti alla cataforesi in nanoceramica che permette la conservazione nel tempo

di colore e lucentezza. Lo smalto viene realizzato al momento e, dopo esser stato steso sulla superficie, viene cotto in forno ad alte temperature fino a ottenere un aspetto vitreo. Nonostante la giovane età, Francesca Bianchi è imprenditrice di carattere: «Per amore», dice, «ho seguito il mio compagno, pilota di aerei di linea, per sei mesi in Texas: mi ero portata il campionario e ho incominciato a girare boutique per boutique proponendo le mie creazioni». Ed è stato subito successo. Adesso i progetti futuri di Francesca Bianchi prevedono di lavorare sei mesi negli States e sei in Italia. E, perché no?, di aprire una sede produttiva del brand direttamente negli Usa.

PEOPLE & BRANDS
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ACCESSORI PER LA MODA

PEOPLE & BRANDS

UN ANNIVERSARIO

IMPORTANTE

Artlinea,

Èil 1983 quando Doriano Martinelli, dopo una decennale esperienza in aziende orafe di primaria importanza, decide di dar vita alla sua impresa, Artlinea. Le scelte identitarie e i valori sono subito chiari, e rimangono invariati nel tempo: avvalersi della tradizione orafa aretina, dove ha sede l’azienda, che affonda le radici in un passato risalente agli Etruschi; mantenere la produzione nel distretto di origine; offrire creazioni contemporanee di altissima manifattura e qualità dei materiali.

«Arrivare al traguardo dei 40 anni di attività ci rende orgogliosi del nostro operato e ci conferma che le nostre scelte di serietà, qualità produttiva, cura dei dettagli e della selezione delle materie prime mantenendo la filiera controllata sono apprezzati nel mondo», commenta Marta Balestri, responsabile commerciale del brand.

Artlinea, infatti, da sempre idea e produce le proprie collezioni internamente: dalla prima elaborazione del progetto, alla

creazione del gioiello consegnato al cliente. Si tratta di un complesso processo reso possibile dall’impegno e dall’esperienza di oltre cinquanta professionisti del settore, specializzati nelle varie fasi della filiera: studio delle tendenze di mercato, ideazione, progettazione, ingegnerizzazione, selezione delle pietre preziose, produzione, finitura e controllo qualità.

In particolare, Lorenzo Martinelli in qualità di Responsabile di Produzione coordina figure specializzate in design e progettazione CAD ed addetti a macchinari di ultima generazione come laser e stampanti 3D, che lavorano in sinergia con i maestri gioiellieri responsabili delle fasi di incassatura delle pietre e di finitura del gioiello, che richiedono un elevatissimo livello di manualità ed esperienza.

«Mantenendo la nostra anima di produttori», aggiunge Alberto Martinelli, responsabile amministrativo di Artlinea «Nel 2008 siamo

L’ORAFO ITALIANO 51
la celebre realtà orafa aretina, festeggia i 40 anni di attività con un grande evento

passati in Italia dalla distribuzione tramite grossisti al dettaglio. Contemporaneamente, l’azienda ha dimostrato da sempre una grande vocazione all’esportazione: l’attenzione e la sensibilità per i gusti della differente clientela, ci ha permesso di presidiare i mercati internazionali di riferimento».

L’importante traguardo sarà celebrato con un evento in concomitanza con Oroarezzo e con la presentazione di nuove collezioni. «Oltre alle linee esistenti, dedicate all’universo donna, per celebrare i nostri “primi” 40 anni esordiamo con una nostra proposta rivolta al mercato del gioiello da uomo», racconta Marta. «Si tratta di una collezione che rispecchia i valori di qualità dei materiali, cura dei dettagli ed esclusività nel design che da sempre caratterizzano il nostro brand. La prima proposta, composta da anelli, bracciali e collane in argento 925 anche impreziositi da diamanti sarà prossimamente affiancata anche da una collezione realizzata in oro». Sempre nel rispetto di quei valori e quella mission che hanno reso la storia di Artlinea una storia quarantennale tutta made in Italy.

52 PEOPLE & BRANDS

L’ARGENTERIA DI DESIGN?

SI IMPARA IN CAMBOGIA!

Si chiama Bottega dell’Arte e si trova a Phnom Penh, capitale politica ed economica della Cambogia: qui i giovani cambogiani possono imparare la lavorazione dell’argento, un’antica tradizione della cultura Khmer quasi del tutto cancellata dal regime del terrore degli anni 70 – non dimentichiamo che i Khmer furono capaci di creare meravigliosi monumenti quali i templi di Angkor. La scuola, fondata nel 2008 dall’associazione no profit Il Nodo, creata da Alberto Cannetta, architetto e designer, dalla moglie Luciana Damiani,

oggi presidente, e dai figli Martina, Ravi e Josephine, durante un viaggio in Estremo Oriente, si chiama Bottega dell’Arte perché qui, come nelle botteghe rinascimentali italiane, si impara un’arte, ovvero l’utilizzo dei metalli per creare gioielli unici. La scuola è diretta da Martina Cannetta, che da oltre vent’anni si occupa di cooperazione internazionale in Cambogia, ed è oggi Country Representative de Il Nodo oltre che membro di Diprosea (www.diprosea.com), progetto che mira a creare nel Sud-Est asiatico un network di imprenditrici, professioniste e lavoratrici di ogni settore, un punto di riferimento per tutte le donne Italiane che cerchino informazioni tecniche, burocratiche e legali per semplificare e supportare la loro permanenza e la loro integrazione nella regione. «Uno dei corsi della Bottega dell’Arte, quello in Argenteria di Design, è biennale e insegna

agli studenti a lavorare i metalli preziosi e a valorizzare i propri talenti naturali artigianali», spiega Martina.

Nel 1975, quando la Cambogia finì sotto la dittatura di Pol Pot, incominciò la distruzione delle arti e dell’artigianato locale; vennero abbattute le fabbriche e incendiate le biblioteche, vietato l’uso dei veicoli a motore e persino degli occhiali: solo i contadini venivano considerati indenni dal morbo capitalista e borghese. Venne cancellata un’intera generazione di maestri e artigiani da parte di una folle dittatura che ha perpetrato uno dei più grandi genocidi della storia con l’obiettivo di creare una nuova società esclusivamente contadina, eliminando professionisti come gli insegnanti, i medici e, appunto, gli artigiani.

«In Cambogia molti ragazzi sono tutt’ora costretti ad abbandonare gli studi per

L’ORAFO ITALIANO 53 CASE HISTORY
Dal 2008 l’associazione milanese no profit Il Nodo organizza corsi riconosciuti dallo Stato

contribuire al sostentamento della famiglia: alla Bottega dell’Arte trovano una formazione professionale di alto valore qualitativo. Il Nodo offre inoltre loro uno stipendio di apprendistato (diaria) e un pasto al giorno per tutta la durate dei corsi, non potrebbero permettersi di frequentare altrimenti», continua Martina. «Dall’ottobre 2015 il titolo di studio dei Corsi di Artigianato di Design rilasciato da Il Nodo è riconosciuto dal Ministero del Lavoro e della Formazione Professionale della Cambogia. Il titolo è valido in tutti i Paesi dell’ASEAN». Maestri locali insegnano ai ragazzi l’arte della lavorazione tradizionale di argento, materiali tessili e legno. E sono molti i creativi italiani ad aver dato il loro contributo all’iniziativa: l’artista Renzo Bighetti, la designer di gioielli Rossella Tornquist, la designer di strategie creative parigina Dorothée Etienne, la docente della Scuola orafa Ambrosiana Mikky Eger, l’architetto e giornalista Patrizia Scarzella e molti altri hanno insegnato in questi anni nella Bottega, tenendo workshop creativi. Il loro apporto è stato portare il design italiano come strumento per rivitalizzare il patrimonio artistico locale e stimolare la creatività dei giovani artigiani cambogiani con una visione ampia dei gusti e delle tendenze internazionali. Una realtà riconosciuta nel Paese della creatività, della moda e del design, l’Italia: nel 2018 l’atelier di Natsuko Toyofuku, nota designer di gioielli, ospitò in Corso Como l’esposizione di “Full Metal Brooches”, collezione di gioielli creati con materiali di scarto dagli studenti ed il 25 Maggio 2023 ospiterà l’esposizione di “Parole da Indossare”, una collezione creata con i caratteri dell’alfabeto Khmer. Negli anni, poi, sono stati molti i progettisti italiani a donare disegni ai giovani artigiani della scuola, dal maestro giapponese Kengiro Azuma di base

54 CASE HISTORY

Durante i corsi gli studenti imparano anche ad essere adulti indipendenti e responsabili acquistando consapevolezza della ricchezza della loro cultura.

«Abbiamo costruito una scuola basata sulla creatività perché pensiamo che il design sia uno strumento potente per aiutare i giovani a formarsi un’identità positiva e a far emergere le proprie potenzialità. Per i nostri allievi scoprire di essere creativi è come trovarsi in mano una bacchetta magica», ha dichiarato la presidente.

La funzione sociale della scuola va ben al di là della didattica necessaria per formare tecnici e creativi capaci di lavorare i metalli, che pure è fondamentale. Per molti studenti

è una scuola di vita dove apprendere regole comportamentali e di relazione pressoché assenti nell’ambiente da cui provengono. «Si trasmette una modalità di rapporti diversa», prosegue Damiani. «In un paese dove lo sfruttamento è culturale, dove la religione non stimola iniziativa e indipendenza, lavorare insieme allo stesso banco diventa una palestra di democrazia. Per gli allievi, ragazzi di strada spesso senza istruzione e senza regole, provenienti da situazioni di estremo disagio sociale ed economico, la scuola è un importante punto di riferimento dove si impara il lavoro di squadra e il rispetto per l’altro, per i compagni e soprattutto per le compagne».

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L’ORAFO ITALIANO 55
Nella foto sotto, orecchini Khmer. Sopra il titolo, workshop con l’artista e designer Lorenzo Pepe (1912- 1984, al centro nella foto). a Milano all’architetto e designer Alessandro Mendini.

Nella foto a sinistra, collana Bent su disegno donato alla scuola dallo studio Kanz Architetti di Venezia. Sopra, Martina Canetta al centro di un gruppo di studenti.

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NEW CLASSICISM

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GIORGIO ARMANI DIOR DODO di Simona Infantolino DANIEL WELLINGTON

La moda delle passerelle reinventa l’eleganza maschile attraverso nuovi canoni di bellezza. Il completo diventa morbido e dai colori delicati, dal panna ai toni pastello. Gli accessori si identificano non per la vistosità ma per i riflessi luminosi del metallo.

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LOUIS VUITTON FENDI
TREND
SANTONI
AMI
SAINT LAURENT MAISON MARGIELA

OVER THE RAINBOW

L’ORAFO ITALIANO
ETRO
MOSCHINO
AQUAZZURA GUESS di Simona Infantolino BIJOU BRIGITTE

Che sia con stampe psichedeliche o pattern floreali, i tessuti per la primavera rinascono grazie a combinazioni di colori appariscenti e vivacissime. Gioielli e orologi non sono da meno con cristalli multicolor dall’effetto arcobaleno e cromature del metallo cangianti.

60 KURT
& OTHER STORIES
GEIGER
CYNTHIA ROWLEY CAROLINA HERRERA AMBUSH

WISH

List

L’uomo sceglie una moda basic, versatile ma soprattutto confortevole, in grado di adattarsi a qualsiasi esigenza, anche a viaggi a lungo raggio. Pantaloni morbidi, sneakers e giacche ecosostenibili compongono il kit da giramondo insieme a indispensabili accessori casual. La valigia è al completo, siamo pronti per partire.

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Bracciale Basic di Sector No Limits in acciaio con smalto ed ematite. Sneakers Chuck 70 Plus HI di Converse Giacca Renu di Pangaia realizzata in denim NuCycl® ricavato interamente da rifiuti tessili. Cappellino di Hugo Boss in twill di cotone con logo 3D. Anello Playful Organic Shapes di Calvin Klein in acciaio. Bagaglio da cabina Essential Lite Cabin U in Ivory beige di Rimowa in policarbonato. PRX Automatic Chronograph di Tissot in acciaio satinato con cassa da 42 mm e calibro Valjoux. Pantaloni relax fit di Uniqlo in misto lino.
HIM

WISHList di

Il calore del sole e le sfumature dei tramonti estivi vengono catturati da accessori dorati che sembrano brillare di luce propria e da stampe animalier che trasformano ogni donna in una vera regina della giungla urbana. Tutto è en pendant, anche la protezione solare, da non dimenticare mai anche in città con l’arrivo della bella stagione.

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Cintura Calchi di Gavazzeni in vera pelle Norvegia con cucitura a contrasto fatta a mano. Bracciale Corda di Bluespirit in oro 9 kt. Abito di Simona Corsellini in froissè stampa zebra con scollo arricchito da un accessorio anello bamboo. Borsa a secchiello di Weili Zheng in rattan con manici in ecopelle color cuoio. Orecchini Knotted Tassel Drop di & Other Stories in ottone riciclato. Palette viso e occhi Spring Vibes di Rougj x Liu Jo con tre ombretti sui toni del marrone, blush rosato e illuminante dorato. Cipria (Re)Setting 100% Mineral Powder di Supergoop! con fattore SPF 30, formulata con filtri solari 100% minerali ad ampio spettro.
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Collana Stone di Giovanni Raspini in argento dorato.

INARRESTABILE

/ di Gianfilippo Versari

Alessi Domenico: da bottega a brand internazionale in quattro generazioni

Lavoro, famiglia, umiltà: parole chiavi sussurrate negli anni, nelle orecchie di quattro generazioni, che hanno portato a una trasformazione graduale della Alessi Domenico che l’ha condotta alla realtà odierna di azienda leader a livello internazionale dotata di una marcata identità di brand.

Valori che non scaturiscono dal nulla, ma che poggiano su quelli di una terra, il Veneto, che su questi ha basato il proprio clamoroso sviluppo. Qualche numero: oltre 20 paesi serviti attraverso una rete capillare che consiste in migliaia di partner e clienti, che con più di 48.000 prodotti soddisfano annualmente un milione di consumatori nel mondo. Una roadmap di sviluppo ben definita con tappe che ne hanno delineato il percorso partendo dal 1946 quando Domenico Alessi, in periodo postbellico, comincia la sua attività. Nel 1969 il testimone passa al figlio Giovanni Aldo: l’azienda assume respiro internazionale con l’apertura di nuovi mercati e di un nuovo stabilimento vanto della migliore tecnologia di settore all’epoca.

Il percorso di crescita è esponenziale, Paolo si fa affiancare dai figli, Filippo e successivamente Alice e Tobia, fino al 2018 quando tagliano insieme il nastro anche della Alessi Domenico Caribe a San Isidro, Repubblica Domenicana, per rispondere alle richieste del mercato statunitense. Oggi la dimensione della Alessi Domenico e l’expertise acquisita durante gli anni la rendono non più terzista, un fornitore di altri marchi, ma un vero e proprio brand che sviluppa prodotti con una propria identità altamente riconoscibile. Se da un lato la base della produzione e commercializzazione rimane concentrata sulla catena finita e semilavorata in oro o argento massiccio, esplorata, arricchita e declinata in diverse possibilità di caratura e colori - in particolare

L’ORAFO ITALIANO 63 PEOPLE & BRANDS EVOLUZIONE

la cosiddetta Valentino Chain, una catena piatta dalle caratteristiche ben precise, realizzata in oro giallo, rosa e bianco, dall’altro l’azienda diventa brand e crea con versatilità una vasta gamma di pezzi di gioielleria realizzati a mano, con diamanti e zirconi. «Accanto a una Linea Classica che consiste in catene in oro e argento senza tempo e protagoniste della produzione aziendale, visto che conta circa 42.000 articoli», spiega Alice Alessi, Sales & Marketing Director, «il brand propone oggi tre collezioni: la prima, Tempo, è dedicata a una donna senza età, che desidera una linea di gioielli da indossare in ogni momento della giornata valorizzando e facendo risaltare il concetto del tempo come il nostro bene più prezioso. In questa collezione la manipolazione dell’oro, disponibile nei suoi tre colori, nella scritta della parola “Tempo” si fa collana, bracciale, anello e orecchino pendente. Nella seconda, A1, l’orizzonte del bracciale e della catena è stato spinto oltre creando un’associazione mai pensata tra

l’argento e il metallo più prezioso al mondo, il rutenio, che si fondono arricchiti da finiture di pregio mai utilizzate prima nella gioielleria. Per finire, la Collezione Dinasty, dove l’oro e i diamanti si uniscono grazie a una tecnica di incastonatura a microscopio e riescono a valorizzare la luce e la brillantezza della pietra più pura». E il futuro? «L’arte del possibile. Abbiamo la responsabilità di costruirlo in ogni istante attraverso le nostre scelte e pensieri, perché definiscono ciò che siamo e saremo. Questi contribuiscono alla realizzazione del nostro successo come persone e poi come imprenditori. Per il futuro dell’azienda, radicata nel nostro cuore di famiglia, ci proponiamo di perseguire assiduamente quell’orientamento alla qualità che è fil rouge che unisce tradizione e futuro, in un’ottica di miglioramento continuo senza dimenticare la nostra identità e le nostre radici. Qualità di vita, di pensieri e di azioni», conclude Alice Alessi.

64 PEOPLE & BRANDS

MARKET TREND

IL SISTEMA DELLE FIERE INTERNAZIONALI

In epoca post-pandemica abbiamo assistito a un notevole incremento delle manifestazioni fieristiche, sia per quanto riguarda la partecipazione, sia per gli investimenti. E finalmente, vien da commentare: più voglia di incontrarsi, di fare affari vis à vis, di vivere soprattutto analogicamente l’esperienza fieristica. In Italia, dove Vicenzaoro, per esempio, ha registrato un record di visitatori nell’edizione di gennaio 2023 (+11,5% rispetto all’edizione del precedente record, gennaio 2020, con il raddoppio dei buyer esteri presenti, provenienti da 136 paesi, che hanno raggiunto il 60% del totale), ma ancor più all’estero, dove nei mercati emergenti – e non solo – nuovi appuntamenti di settore si stanno consolidando all’interno del sistema fieristico delle manifestazioni dedicate alla gioielleria. Ne abbiamo parlato con Marco Carniello, Global Exhibition Director della divisione Jewellery & Fashion di Italian Exhibition Group (IEG).

«Per parlare del sistema fieristico internazionale, è utile considerare quali sono i Paesi dove si producono gioielli», esordisce. «Nel mondo, Cina e India, sia per dimensioni territoriali sia per popolosità, producono il 60% circa della gioielleria mondiale, merce in parte assorbita dal mercato interno. Subito dopo vengono Italia e Turchia, con un 4/5% a testa (che nel

caso dell’Italia viene esportato per il 90%), e l’Indonesia, che sta crescendo. Il resto dei produttori rappresentano percentuali minori e frammentate. Inoltre, il comparto del gioiello vede solo il 20/30% di prodotto venduto con brand di riconoscibilità globale: se ci si pensa, i brand internazionali – pensiamo a Cartier, Tiffany e pochi altri, che comunque producono molta parte dei loro gioielli in Italia – sono molto meno di una decina. Il gioiello viene comprato soprattutto perché piace, portando con sé una grande connotazione emozionale, spesso legata alla cultura e anche alla religione. Si tratta di un consumer good per eccellenza. Oppure viene acquistato per investimento. La domanda è differenziata nel mondo e il gioiello, si può quindi dire, dà vita soprattutto a un mercato locale. E questa è una prima peculiarità di cui tener conto».

Con la scoperta che la digitalizzazione è una grande alleata del business perché, per esempio, permette di accelerare i tempi, di risparmiare in termini di spostamenti, di comunicare senza difficoltà da una parte all’altra del globo, sono cambiate anche le esigenze degli operatori del settore.

«In generale», continua Carniello, «si osserva una tendenza dei buyer a non spostarsi oltre i “seven hours flights”, ovvero i viaggi aerei più lunghi di sette ore, che sono poi quelli

L’ORAFO ITALIANO 65
La visione di Marco Carniello, Global Exhibition Director della divisione Jewellery & Fashion di Italian Exhibition Group / di Laura Barsottini

che permettono di evitare lo stralunamento da jet lag. Quindi stiamo assistendo a una continentalizzazione degli eventi fieristici: in Europa gli appuntamenti più rilevanti sono i nostri di IEG, Vicenzaoro e Oroarezzo, che si distinguono in particolare per le tendenze, il design e l’eccellenza della manifattura e del tech, perché le fiere svizzere hanno perso un po’ del loro appeal in epoca pandemica e si misurano con giganti come il JCK Show di Las Vegas, l’HKTDC Hong Kong International Jewellery Show e l’HKTDC International Diamond, Gem & Pearl Show per Hong Kong e il mercato asiatico. Rimangono non presidiati vari mercati interessanti ed emergenti, perché giovani, come il Middle East e l’Africa. In questa strategia si inserisce la scelta di IEG di investire a Dubai, con la Jewellery, Gem & Technology in Dubai, e a Singapore, con la Sije - Singapore

International Jewelry Expo, che abbiamo appena acquisito. Il nostro interesse è creare un matching di opportunità tra i produttori dei nostri distretti, Arezzo, Vicenza, Valenza, Napoli, e mercati con ancora altissimo potenziale di crescita per il Made in Italy, che con il criterio dei “seven hours flights” possono essere raggiunti anche da buyers che vengono con più difficoltà in Italia. Il mercato del sud-est asiatico, per fare una stima, conta 700 milioni di persone».

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66 MARKET TREND

JGTD JEWELLERY, GEM & TECHNOLOGY IN DUBAI

L’evento B2B emiratino, arrivato alla seconda edizione, che Italian Exhibition Group ha organizzato con Informa Markets lo scorso febbraio al Dubai World Trade Centre, ha ospitato, su uno spazio espositivo quasi duplicato rispetto alla precedente edizione, 350 espositori da 25 Paesi e regioni del mondo. L’Italia, la presenza più importante con circa 70 le aziende di oreficeria e macchinari per il gioiello, provenienti da diverse regioni italiane. Una tre giorni che si inserisce nella Jewellery Agenda di IEG come punto di incontro globale per l’industria della gioielleria e che unisce Oriente e Occidente, presidiando i mercati che si estendono dal Middle East all’Asia occidentale, dal subcontinente indiano all’Africa; volta a valorizzare le eccellenze della filiera internazionale e del Made in Italy

L’ORAFO ITALIANO 67
/ di Gianfilippo Versari

JCK

/ di Gianfilippo Versari

Prossima con i due appuntamenti, dal 2 al 5 giugno e dal 31 maggio al 5 giugno per quella contemporanea dedicata al lusso, JCK si conferma come una delle fiere di settore più famose al mondo, che è riuscita a riunire l’industria a Las Vegas negli ultimi 30 anni. Un’esperienza eccezionale che tocca a 360° tutti i principali segmenti dell’industria della gioielleria con una partecipazione di 30.000 professionisti provenienti da più di 130 paesi. Uno “show” pluripremiato che anche nel 2022 ha saputo stupire, con oltre 2.000 espositori per entrambi gli appuntamenti, 200 tra giornalisti, influencer e oltre 17,000 visitatori.

68 MARKET TREND

Organizzate dall’Hong Kong Trade Development Council (HKTDC), la 39° edizione del HKTDC Hong Kong International Jewellery Show e la 9° del HKTDC Hong Kong International Diamond, Gem & Pearl Show si sono concluse con successo lo scorso marzo e hanno riunito oltre 2.500 espositori. Le fiere concentrate in cinque giorni hanno attirato oltre 60.000 buyer provenienti da 130 paesi e regioni, con un significativo aumento della partecipazione dalla Cina continentale e dalla regione asiatica. «La HKTDC Hong Kong International Jewellery Show e la HKTDC Hong Kong Diamond, Gem & Pearl hanno sempre costituito il marketplace della gioielleria nel mondo», dichiara Gianluca Mirante, Direttore Italia, Cipro, Grecia e Malta di Hong Kong Trade Development Council (HKTDC). «Il grande successo dell’edizione in presenza di quest’anno a seguito dell’eliminazione di tutte le restrizioni legate all’emergenza Covid e della riapertura dei confini con la Cina, ha riconfermato la sua importanza strategica. Con 76 espositori italiani di cui 57 coordinati da ITA/ICE Hong Kong, anche la presenza italiana è stata significativa e ha portato l’Italia ad essere il primo paese europeo per numero di espositori alla fiera. Siamo orgogliosi di questo importante traguardo e, soprattutto, che le aziende del settore italiano considerino sempre più Hong Kong quale piattaforma indiscussa, dove presentare le ultime novità tecnologiche e di design del gioiello made in Italy».

SINGAPORE: LE NUOVE FRONTIERE

IEG sbarca definitivamente a Singapore con la società IEG Asia Pte. Ltd., interamente controllata, e con due manifestazioni, rispettivamente nei settori del gioiello e del food & beverage, acquisite da CEMS

- Conference & Exhibition Management

Services: Sije - Singapore International Jewelry Expo e Café and Restaurant Asia. Singapore è infatti considerato l’hub per eccellenza, sia dal punto di vista logistico, sia economico, per innestare ancora una volta quel circolo virtuoso che, muovendo dai territori riminesi e vicentini, fortifica il business delle aziende a livello globale per un’ulteriore ricaduta sui territori di provenienza. Per Ilaria

Cicero, CEO di IEG Asia: «l’obiettivo è quello di far crescere le manifestazioni a Singapore, anche facendo leva su un vicendevole e produttivo scambio del grande successo dell’ultima edizione di Vicenzaoro a gennaio 2023 che ha visto la presenza di oltre 1.300 brand espositori».

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HKTDC
Dove mi pare e piace. Musetto è l’anello chevalier dal cuore prezioso che puoi mettere al dito che preferisci e del colore che più ti valorizza. lisaojewels.com @lisao._jewels

VAN CLEEF & ARPELS: AMORE, TEMPO E NATURA

In tre parole-chiave l’essenza della Maison francese di Alta Gioielleria dalla sua fondazione nel 1906

CASE HISTORY
/ di Gianfilippo Versari

-

Tutto ha inizio nel 1895, nel cuore di Parigi, con il matrimonio di Estelle Arpels, figlia di un commerciante di pietre preziose, e Alfred Van Cleef, figlio di un artigiano gioielliere e broker di diamanti... tutto il resto è storia. La giovane coppia condivide gli stessi valori: entusiasmo e innovazione, senso di famiglia e passione per le pietre preziose. Questi valori portano al taglio del nastro della prima boutique nel 1906 al civico 22 di Place Vendôme, a Parigi, vicino all’Hotel Ritz, principale ed esclusiva residenza di facoltosi viaggiatori, e subito il marchio ottiene un notevole successo, aprendo filiali a Nizza, Deauville, Vichy, Cannes e Monte Carlo. La figlia, Renée Puissant, assume il ruolo di direttrice artistica della Maison nel 1926 e con audacia e immaginazione, crea lo stile unico e immediatamente riconoscibile che ancora oggi contraddistingue Van Cleef & Arpels. La produzione iniziale di gioielli in platino e diamanti, che riflette lo stile a ghirlande in voga all’epoca, viene sostituita negli Anni 20 dall’“esotismo”. I creativi della Maison, affascinati dai gioielli trovati nella

tomba del faraone Tutankhamon nel 1922, arricchiscono le collezioni di motivi e colori egiziani. Tra quelli di maggior successo in questo stile, i bracciali decorati con sfingi, fiori di loto, scarabei, schiavi al lavoro, serpenti, avvoltoi e geroglifici realizzati con pietre preziose colorate cabochon su sfondo di diamanti sfaccettati.

L’”amore” è un’altra fonte importante di ispirazione per le creazioni della Maison, e non è un caso che il primo oggetto riportato nel registro delle vendite sia proprio un diamante a forma di cuore. Negli anni successivi, molte creazioni sono realizzate per celebrare le storie d’amore più famose, da quella tra il Duca e la Duchessa di Windsor al matrimonio di Grace Kelly con il Principe Ranieri di Monaco. Il tema dell’amore si conferma a tutt’oggi una costante nelle collezioni della Maison, dagli anelli di fidanzamento a quelli di matrimonio, senza dimenticare gli orologi e le creazioni di gioielli di alta gamma. Oggetti preziosi da sempre espressioni d’amore ma anche dello Zeitgeist, dello spirito dei tempi.

Nel corso degli anni, Van Cleef & Arpels si rende protagonista del proprio tempo,

L’ORAFO ITALIANO 73
Nella pagina precedente, orecchini Echo Mystérieux con pendenti staccabili e anello con bracciale Entrelacs Mystérieux. In questa pagina, in alto: l’intera collezione Legend of Diamonds - 25 Mystery Set Jewels (© Van Cleef & Arpels – ph. Marc de Groot).

sviluppando uno stile originale risultato di una sottile alchimia di creatività, innovazione ed eleganza. La Natura, fonte ancestrale di ispirazione per l’arte e per i gioielli, offre alla Maison un repertorio stilistico inesauribile. Nel corso della sua storia, piante, fiori e animali ispirano una straordinaria profusione di colori, motivi e materiali, dalle pietre preziose alle pietre dure e persino ai materiali organici.

La fama di Van Cleef & Arpels cresce a livello esponenziale dopo l’apertura della sede di New York negli Anni 50, con il lancio della collezione “Tissu Serg”’ insieme all’apertura di boutique per vendere edizioni limitate di

gioielli a un prezzo più accessibile per una clientela più ampia e giovanile. Negli Anni 60 e 70, la produzione si concentra sul motivo floreale, con spille e orecchini in corallo “Rose de Nöel” e catene “Alhambra” con quadrifogli portafortuna in oro e pietre dure. La Maison è anche influenzata dalla cultura orientale, che porta alla creazione di una serie di collane multicolore ispirate ai gioielli indossati dai Maharaja.

Oggi, Van Cleef & Arpels continua il suo percorso di ricerca e innovazione con l’introduzione di materiali insoliti come l’ematite e la madreperla grigia. La produzione contemporanea si basa sulla

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La Boutique Van Cleef & Arpels di Place Vendôme in una foto degli anni 30; Pierre Arpels, la sposa del Maraja di Baroda e suo figlio Prince Jagat Singh nel 1960 (© Van Cleef & Arpels Archives); orecchini Echo Mystérieux parte della collezione Legend of Diamonds - 25 Mystery Set Jewels.

reinterpretazione di classici senza tempo come le collane “Serti Mystérieux”, offrendo anche gioielli con gemme rare e forme armoniose, originali e al tempo stesso classici. Un esempio tra i tanti è rappresentato da 25 gioielli “Mystery Set”, parte della collezione “Legend of Diamond”s, recentemente lanciata e la cui storia inizia nel 2018 quando Van Cleef & Arpels scopre un diamante grezzo noto come “Lesotho Legend”: è il quinto diamante grezzo più grande mai estratto al mondo, pesa infatti 910 carat,i e vanta un colore D perfetto. Successivamente viene tagliata in 67 diamanti, che lo Studio di Design utilizza per creare una collezione di soli 25 pezzi e che celebra le tecniche storiche della Maison, oltre alle combinazioni di pietre preziose come zaffiri e smeraldi. Alcuni pezzi sono progettati per essere trasformabili e indossabili fino a sei modi diversi. Una collezione illustre che si basa sul potere di una sola pietra di creare 25 pezzi unici, ognuno dei quali brilla a modo suo. Della stessa collezione, fanno parte le “White Diamond Variations”, un omaggio alla storia creativa della brand e alla bellezza senza tempo di questa pietra preziosa: il diamante. I pezzi sono ispirati alla ricca eredità della Maison di cui ripercorrono la storia creativa, e reinterpretano il suo stile distintivo: riflettere e rendere contemporanee diverse epoche e tendenze artistiche.

A sinistra: collana e orecchini trasformabili Volutes Mystérieuses; sotto, Collana Atours Mystérieux (entrambi ph. Marc de Groot); in basso, collana lunga trasformabile Roaring Twenties e orecchini Chrysler (ph. Erik Madigan Heck).

L’ORAFO ITALIANO 75

Collana con chiusura a zip del 1951 trasformabile in un bracciale d’oro giallo, oro rosa, platino, rubini e diamanti. A sinistra: Marlene Dietrich indossa il braccialetto Jarretière agli Oscar del 1951 (© con il permesso di Marlene Dietrich Collection GmbH Munchen - Deutsche Kinemathek Collection Berlin).

La collezione, frutto di oltre 30.000 ore di lavoro, prende vita grazie alle Mains d’Or, gli artigiani degli Atelier Van Cleef & Arpels place Vendôme, che perpetuano un savoir-faire ancestrale costantemente perfezionato.

Come ha dichiarato Nicolas Bos, Presidente di Van Cleef & Arpels: “Lo sviluppo di Legend of Diamonds ha richiesto circa quattro anni, dal momento in cui abbiamo incontrato la pietra grezza all’ultimazione della collezione. Ne sono molto orgoglioso. Ritengo che, attraverso il lavoro di tutti i team della Maison, siamo riusciti

a mostrare che un diamante eccezionale può essere il punto di partenza per una collezione straordinaria che segnerà la storia di Van Cleef & Arpels.” Dagli anni Novanta Van Cleef & Arpels sviluppa nuove tecniche, quali il Serti Mystérieux hexagonal, il Serti Mystérieux Navette e il Serti Mystérieux Vitrail. In base al modello della creazione, queste tecniche donano di volta in volta sorprendenti effetti di movimento, rilievo e trasparenza.

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76 CASE HISTORY

PEOPLE & BRANDS

Patrizia Daliana, fiorentina, ha tutta la verve e il carisma che ci si aspetta da una “toscanaccia D.O.C.”. Proprio come i gioielli delle sue collezioni, ricchi di riferimenti al passato ma con tutta la contemporaneità e la qualità manifatturiera di oggi che ne fanno dei veri e propri oggetti d’arte. «Ma che accompagnano la donna ogni giorno nella sua quotidianità: il gioiello deve dare amore a chi lo indossa, ed essere eterno. Sono convinta che la mia sia “soul jewellery”, gioielleria dell’anima, e mi sento davvero felice quando le mie clienti mi dicono che si sentono più belle con una mia creazione».

La storia delle collezioni di Patrizia Daliana inizia ancor prima di diventare reale: «Sono sempre stata appassionata di oggetti antichi. Giravo per i mercatini inglesi e francesi con mio padre in cerca di cose belle. Mi emozionava l’Old Sheffield (tecnica

L’ORAFO ITALIANO 77 IL FASCINO DELLA
PASSIONE
Hanno radici nel collezionismo di gioielli storici le creazioni contemporanee di Patrizia Daliana
/ di Laura Barsottini
Se me l’avessero detto 20 anni fa, che avrei creato gioielli, non ci avrei creduto!”

di rivestire oggetti in metallo con lamine di metalli pregiati, ndr), la gioielleria vittoriana da lutto, i materiali inusuali come il Jet (legno fossile che, lucidato, ha un effetto metallico, già noto agli antichi romani ma oggi poco conosciuto, ndr) e i bijoux d’epoca in generale», racconta. «Ho imparato a usare diversi materiali dal passato e oggi le mie collezioni sono in bronzo puro o dorato a 24 carati, abbinato a vetro e porcellana intagliati».

Oggi Patrizia Daliana è una realtà imprenditoriale consolidata con tre negozi monomarca (Catania, Ortigia e, ovviamente, Firenze) e le sue creazioni - «tutte originali anche se con riferimenti al passato, nessuna riproduzione», specifica - sono amati e ammirati da ogni tipo di donna.

Un’altra caratteristica che differenzia la Patrizia Daliana Collection è l’abilità e la cura manifatturiere: «i nostri orefici sono artigiani di grande esperienza che lavorano in larga parte per gli orafi di Ponte Vecchio», aggiunge. Accanto alle linee Classica, in puro bronzo con intagli in vetro e porcellane d’epoca, Filo di seta (in filo di bronzo con saldature in argento) o Fiorino, arricchita da monete, del catalogo Patrizia Daliana fanno parte anche collezioni disegnate dalla figlia di Patrizia, Viola Tacci, designer: la linea LucE, in puro bronzo e pietre in vetro sfaccettate, e l’ultima nata, Cubic, in puro bronzo arricchito da zirconi cubici.

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PEOPLE & BRANDS

Unoaerre, dal 1926 tradizione orafa verso un futuro più etico PEOPLE & BRANDS

CON UNA MARCIA IN PIÙ

/ di Gianfilippo Versari

Fondata da Carlo Zucchi e Leopoldo Gori, quasi cento anni fa Unoaerre, azienda orafa aretina guidata dalla famiglia imprenditoriale Squarcialupi, vanta oggi una distribuzione in oltre 40 paesi nel mondo e filiali dirette in Francia e Giappone. In Italia, è il marchio leader nel mercato delle fedi nuziali (oltre il 70%), con più di 4.000 punti vendita serviti attraverso un network di circa 100 distributori e agenti.

Con un fatturato di 240 milioni di euro (e 11 tonnellate di oro e 27 di argento lavorate), è riconosciuta a livello internazionale come una delle principali aziende specializzate nella produzione, distribuzione ed esportazione di prodotti di oreficeria “made in Italy”.

Una produzione a base oro nel rispetto degli standard del Responsible Jewellery Council poggiata su una vasta gamma di carature che punta anche su altri materiali

come argento e bronzo. Una sensibilità etica che non si limita ai protocolli RJC, Smeta e all’accreditamento del laboratorio saggi, ma che si amplia con una serie di iniziative, come racconta Maria Cristina Squarcialupi, presidente della società: «Siamo molto orgogliosi di annunciare che Unoaerre è entrata a far parte della lista globale dei firmatari della comunità WEPs (Women’s Empowerment Principles): l’adesione ai WEPs è la conferma del nostro impegno per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne, iniziato nel 2022 con il progetto Oxfam #regaliamorinascita. Oltre a questo, abbiamo aderito alla UN Global Compact, iniziativa volontaria basata sull’impegno della direzione per implementare i principi di sostenibilità universali e adottare misure per sostenere gli obiettivi delle Nazioni Unite: fare affari in modo responsabile allineando le proprie strategie e operazioni ai dieci principi

L’ORAFO ITALIANO 79
Nelle foto, a Maria Cristina Squarcialupi, presidente di Unoaerre e alcuni gioielli della collezione Fashion Jewellery.

sulla salvaguardia dei diritti umani, il lavoro, l’ambiente e la lotta alla corruzione».

Quanto al prodotto, dal 1968 Unoaerre è leader nella produzione e distribuzione di catene per la moda, l’accessorio e il bijoux, sia in Italia che all’estero.

«In qualità di brand e non di supplier, per la primavera/estate presentiamo tante novità per le collezioni Fashion Jewellery, in bronzo e in argento (quest’ultima anche per l’uomo).

Puntiamo su un design raffinato e su finiture preziose e che si ispirano ai trend della moda, rielaborando gli elementi iconici del nostro marchio», afferma Squarcialupi.

La collezione in bronzo è composta da catene diverse e versatili che, unite a elementi distintivi e preziosi come chiusure gioiello e cristalli colorati, offrono l’opportunità di essere abbinate con combinazioni creative e mix & match. Protagonista della collezione Fashion Jewellery in argento è Chicco, la linea in maglia chicco di riso che spicca in particolare nel bracciale rigido con cristalli e negli anelli maxi con perla bianca. Anche la collezione Fashion Jewellery Uomo in argento ha tantissime novità: anelli a fascia con piccoli cristalli e bracciali targa in perfetta linea con le tendenze jewelry maschili più attuali.

80 PEOPLE & BRANDS

A GINEVRA, RIFLETTORI ACCESI SULLA

HAUTE HORLOGERIE

INSIDE JEWELRY

Si è conclusa all’inizio del mese scorso la terza edizione di Watches and Wonders, la manifestazione che Ginevra dedica all’alta orologeria, un settore che nel 2022 ha mosso 24,8 miliardi di franchi svizzeri – quasi 25 di euro – e che si dimostra in costante crescita. Per l’occasione, gli ultimi due giorni della kermesse hanno visto l’apertura al pubblico che ha mostrato di apprezzare. L’affluenza è stata record: oltre 43.000 presenze – quasi il doppio del 2022, 48 brand e 5.400 rivenditori di 125 nazionalità. Se i social sono un indicatore, anche il numero di condivisioni è da capogiro: sono stati 1,8 milioni i post con ashtag #watchesandwonders per volume di contatti stimato di oltre 600 milioni.

Da notare l’affluenza dei giovani, che tornano ad appassionarsi all’orologio: dei 12.000 biglietti esauriti prima del weekend, il 25% è stato acquistato da under 25, con una media di età totale di 35enni.

Molti gli eventi a latere della manifestazione, che hanno coinvolto l’intera città con concerti, mostre ed esibizioni, sotto il titolo di “In the City”, una sorta di Fuorisalone ginevrino. In parallelo poi alla Fiera del Palaexpo anche la manifestazione Time to Watches presso la HEAD, sempre di Ginevra, che ha creato un secondo punto di interesse per gli appassionati.

Immancabili, accanto agli orologi dotati delle più disperate complicazioni sia di

L’ORAFO ITALIANO 81
Grande successo e presenze da record a Watches and Wonders 2023
/ di Laura Barsottini

Nelle foto, orologi di alta gamma Chanel: J12 Hyper Cybernetic. Edizione limitata di 55 pezzi.

meccanica sia estetiche, gli orologi “gioiello” capitanati da Piaget che ha fatto rivivere con Limelight Aura High Jewelry Watch un suo modello storico. con una cassa in oro bianco 10 carati, tempestata di diamanti e zaffiri allover, compreso di quadrante e il bracciale con diamanti incastonati. Non da meno, Cartier ha presentato varianti molteplici del suo modello iconico del 1912, l’orologio Baignoire, in oro rosa, oro giallo o ricoperto di diamanti; incarnando contemporaneamente un orologio, un oggetto da collezione e un gioiello. Sempre della Maison, l’orologio Clash [Un]limite, disponibile in oro giallo, oro rosa e oro bianco

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INSIDE JEWELRY

con pavé di diamanti o con preziose pietre colorate che grazie a perline mobili e borchie gioca con l’estetica femminile rimanendo fedele alla geometria, al design e agli stilemi del marchio della pantera.

Jaeger Le-Coultre ha raccolto la sfida presentando il suo modello più iconico del 1931, in una variante del tutto insolita: si chiama Reverso One Precious Colours e vanta una cassa decorata da smalti dalle tonalità delicate e diamanti, tutto in perfetto stile Art Déco. Gran Seiko ha stupito con un capolavoro della collezione Masterpiece, in edizione limitata di soli 8 esemplari, dedicato al maestoso Leone Bianco, il Blue Lion Spring Drive, con quadrante in madreperla e gemme preziose vanta sulla cassa un set di diamanti che decorano anche la ghiera alternati a zaffiri blu, 266 diamanti e 27 zaffiri blu per essere precisi.

Casa Chanel si è ispirata invece al mondo della fantascienza con la collezione Chanel Interstellar, dove con effetti pixellati ha rielaborato modelli cult tra i quali spiccano in edizione limitata il J12 Hyper Cybernetic e il J12 Night Star con diamanti, oro bianco e

L’ORAFO ITALIANO 83
Grand Seiko Collezione Masterpiece Orologio Blue Lion Spring Drive Jewelry. Jacob & co Billionaire Timeless Treasure.

ceramica nera ad alta resistenza. Van Cleef & Arpels ha presentato, come in un viaggio attraverso una foresta incantata, gli orologi gioiello delle collezioni Perlée e Alhambra con nuovi abbinamenti di gemme, mentre i quadranti degli orologi di Alta Gioielleria Ludo con segreto e À Cheval hanno conquistato lo sguardo con i loro riflessi o il seducente effetto vedo non vedo.

Fuori dal contesto fiera presso il Four Season Hotel, il brand Jacob & Co ha abbagliato tutti con il “Billionaire Timeless Treasure” da 20 milioni di dollari con 217 carati diamanti gialli (425 diamanti in tutto) che ricoprono per intero il bracciale e incorniciano il quadrante con movimento a vista; il design è poi completato da una cornice di tsavoriti e da ben 57 diamanti taglio baguette di colore giallo che attraversano il complesso movimento dell’orologio.

Oltre ai segnatempo gioiello da segnalare, due anniversari d’eccezione: i 60 anni del Cosmograph Daytona Rolex e gli altrettanti

del Carrera di Tag Heuer, entrambi legati al mondo dell’automobilismo e dell’alta velocità; il primo si lega indissolubilmente alla 24 Ore Daytona e vede tra i suoi fan Paul Newman; il secondo alla Carrera Panamericana, la pericolosa gara automobilistica che si disputò in Messico dal 1950 al 1954 e che, nel 1963, ispirò Tag Heuer a creare l’Heuer Carrera, finito al polso di piloti del calibro di James Hunt, Niki Lauda, Ronnie Peterson e Arturio Merzario.

Per le tendenze: su tutte ha trionfato il cronografo, declinato nei 100 esemplari dell’Odysseus Cronografo di A. Lange & Söhne e il primo cronografo in titanio firmato Seiko.

Il prossimo appuntamento è per primavera 2024.

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INSIDE JEWELRY
Piaget orologio di alta gioielleria Limelight Aura.

L’AZIENDA DI FAMIGLIA

Emanuele Sacerdote, nel libro Il futuro erede, spiega come realizzare un “family business” virtuoso

Si conclude con questa massima del filosofo cinese vissuto tra il VI e il V secolo a.C. Confucio il libro Il futuro erede di Emanuele Sacerdote (2022, Il Sole 24 ore) sulla continuità familiare in ambito aziendale, che gli ha valso il premio alla carriera Books for Peace 2022. E i contenuti sono davvero sospesi tra valori etici, economicoimprenditoriali e psicologici, tra amore per la tradizione e bisogno di innovare. Emanuele Sacerdote, dopo un passato in alcune importanti agenzie di comunicazione ed aver lavorato per marchi come Autogrill, Ermenegildo Zegna, Ferrari Auto e Moleskine, oggi è docente in varie business school (Fondazione IULM, Università Cattolica, Fondazione Istud), saggista, consulente –sua è Soulside, “boutique” di consulenza strategica – e, non ultimo, da dieci anni

si occupa dell’azienda di famiglia Strega Alberti come Board Member e co-CEO, che dal 1947 organizza con la Fondazione Bellonci il Premio Strega. Dal 2020 è nella classifica Thinkers360, Top50 Global Thought Leaders on Change Management.

Il futuro erede prende il via da una lettera di una giovane imprenditrice, figlia di imprenditori, che si domanda cosa fare per assumersi l’impegno di continuare l’impresa di famiglia. «Il primo elemento, quello decisivo», spiega Sacerdote, «è che l’erede si chieda se davvero vuole continuare l’impresa di famiglia nei secoli a venire. È questione di avere costruito, e per l’erede di averlo incarnato, un patrimonio aziendale identitario di famiglia. Ovviamente poi bisogna capire se il business è sano: in caso contrario, di un’azienda in grave crisi, meglio lasciar perdere».

Con Soulside, Sacerdote si occupa di guidare nella consapevolezza il passaggio generazionale. «Spesso», racconta, «la difficoltà principale è che il capostipite non riesce a lasciar andare quella che vive inconsciamente come una sua creatura. È allora che la mia consulenza prevede anche un passaggio con uno psicologo».

Un altro fattore determinante è che l’erede non deve imitare i suoi predecessori, ma portare linfa nuova al business.

L’ORAFO ITALIANO 85
“ INTERVIEW
Emanuele Sacerdote, quinta generazione della famiglia Alberti, fondatrice dell’azienda che produce dal 1860 il Liquore Strega.
/ di Laura Barsottini
Se pensi in termini di anni, pianta il riso. Se pensi in termini di decenni, pianta alberi. Se pensi in termini di centinaia di anni, insegna alla gente”.

«Esistono regole di buon senso», continua il saggista, «che però non sono così scontate. La prima è che nell’azienda di famiglia dovrebbero entrare soprattutto gli eredi di sangue. Poi, i futuri junior dovrebbero fare esperienza fuori dall’azienda famigliare prima di entrarvi come imprenditori. Infine, è importante che abbiano, oltre che la passione di famiglia, anche una preparazione universitaria e, una volta nell’impresa, una retribuzione regolare come se fossero dipendenti.

L’imprenditore è colui il quale decide da solo. Farlo in questo periodo storico è diventato sempre più difficile. Bisogna essere preparati. E, soprattutto, consapevoli!». English

86 INTERVIEW
translation pp. 99

UN PREMIO CHE HA FATTO LA STORIA DELLA CULTURA ITALIANA

Il Premio Strega viene istituito nel 1947 a Roma dalla scrittrice Maria Bellonci e da Guido Alberti, proprietario dell’azienda produttrice del Liquore Strega, di cui Emanuele Sacerdote è il pronipote. Attualmente è organizzato e gestito dalla Fondazione Bellonci e sponsorizzato da Strega. Nel dopoguerra il Premio diventa un punto di riferimento per il mondo della cultura letteraria italiana: «Cominciarono, nell’inverno e nella primavera 1944, a radunarsi amici, giornalisti, scrittori, artisti, letterati, gente di ogni partito unita nella partecipazione di un tema doloroso nel presente e incerto nel futuro. Poi, dopo il 4 giugno, finito l’incubo, gli amici continuarono a venire: è proprio un tentativo di ritrovarsi uniti per far fronte alla disperazione e alla dispersione», ha scritto Maria Bellonci.

Ogni anno, 400 tra uomini e donne di cultura chiamati ancora oggi Amici della domenica dal giorno prescelto per le riunioni propongono i titoli a loro graditi. In lizza vanno 12 libri tra cui, a luglio, viene proclamato il vincitore. Tra quelli del passato, compaiono nomi come Ennio Flaiano (il primo vincitore), Cesare Pavese, Alberto Moravia, Mario Soldati, Elsa Morante, Dino Buzzati, Carlo Cassola, Umberto Eco, Dacia Maraini.

«Nel Dna dell’azienda abbiamo da sempre la vocazione di metterci al servizio della cultura e della società», commenta Emanuele Sacerdote. «Ma stiamo nelle retrovie: del resto, siamo liquoristi e mecenati».

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Melanie Grant nuova direttrice esecutiva del Responsible Jewellery Council (RJC) MARKET TREND / di Gianfilippo Versari

SOSTENIBILITÀ

Il tema della sostenibilità sta assumendo un ruolo sempre più da protagonista nel mondo della moda contemporanea e, di pari passo, anche nella produzione gioielliera. Secondo un report di McKinsey-Bof, che analizza lo stato della sostenibilità nell’industria dei preziosi, entro il 2025 un terzo degli acquisti della categoria sarà influenzato dal grado di sostenibilità dei marchi: acquisteranno principalmente le generazioni più giovani, più sensibili a queste tematiche rispetto alle precedenti.

Organizzazione no profit fondata nel 2005, RJC – Responsible Jewellery Council promuove pratiche responsabili nell’industria dei gioielli in oro e diamanti, garantendo al tempo stesso il rispetto dei diritti umani. Sono 1.700 le aziende affiliate in 71 paesi, che coprono l’intera catena di approvvigionamento, dall’estrazione alla vendita al dettaglio, che si impegnano a sottoscriverne il protocollo per un mondo migliore e più equo. Un numero importante che ormai rappresenta il 50% del mercato dei preziosi, nonostante la gran parte degli affiliati sia costituita da marchi, quindi alla fine della catena, e solo circa l’1% estrattori di gemme e metalli. RJC è comunque una realtà consolidata, nel nostro Paese dove le aziende affiliate sono le più numerose dopo quelle statunitensi, e nell’ultimo anno, il più alto numero di nuovi associati è italiano.

Per questo assume particolare importanza la nomina di Melanie Grant come nuova direttrice esecutiva di RJC. Forte di oltre 20 anni di esperienza nelle più grandi e influenti aziende dell’industria dei gioielli e degli orologi Grant è giornalista (The Times, The Financial Times, The Independent, The Guardian, BBC,The Economist, Vogue, Vanity Fair), curatrice per Sotheby’s, TEFAF Maastricht e The Serpentine Galleries, membro dei consigli di New York Jewelry Week, The Black in Jewelry Coalition e The Copenhagen Commitment, un’ONG dedicata alla trasparenza etica; inoltre, nel 2020 Phaidon ha pubblicato il suo primo libro sul gioiello come forma d’arte, Coveted: Art and Innovation in High Jewellery.

«Oggi siamo con la sostenibilità dove eravamo con la trasformazione digitale 20 anni fa. Coloro che l’hanno abbracciata hanno prosperato ma hanno anche guadagnato nuovi e giovani clienti», ha dichiarato. «Coloro che l’hanno respinta, in molti modi, sono stati lasciati

L’ORAFO ITALIANO 89 BELLEZZA E

indietro. La sostenibilità è il problema singolo più importante che le industrie dell’orologeria e della gioielleria affrontano oggi, e voglio aiutare tutti a capire cosa possono fare per far parte di questo movimento. Mi sento privilegiata di essere stata scelta per questo compito monumentale».

La politica di RJC si basa sul Code of Practices (COP) e sulla certificazione RJC Chain of Custody (CoC). Il COP fornisce una serie di standard verificabili per raggiungere obiettivi etici, sociali e ambientali, e una serie di specifiche relative al rispetto dei diritti umani applicabili ai membri dell’organizzazione. Le disposizioni di questo protocollo, aggiornato diverse volte di cui l’ultima nel 2009, si applicano a tutti i settori della filiera produttiva dei preziosi in oro e diamanti, mentre la conformità degli standard è verificata da un’organizzazione indipendente. Gli standard coinvolgono pratiche commerciali responsabili per diamanti, pietre preziose colorate, argento, oro e metalli, platino e supportano il comparto nell’ambizione di contribuire alla sostenibilità come una vera una forza trainante di cambiamento.

La certificazione RJC Chain of Custody (CoC) garantisce l’etica di come prodotti e materiali sono stati reperiti, tracciati e elaborati lungo l’intera catena di fornitura. Una tappa importante in questo percorso di maturità delle aziende che dimostra l’impegno verso una produzione responsabile e promuove la fiducia nella catena di fornitura sia per orologi che per gioielli.

Gli standard del RJC si pongono quindi come fulcro di questo cambiamento e consentono alle aziende di integrare pratiche commerciali responsabili a partire dai loro sistemi di gestione fino alle loro operazioni quotidiane.

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MARKET TREND

UN TALISMANO!

/ di Laura Barsottini

Betony Vernon, nuova direttrice creativa di Pianegonda, racconta la collezione Assoluto

Ha un’anima spirituale Assoluto, l’ultima collezione di Pianegonda disegnata dalla neo-direttrice creativa Betony Vernon.

E rappresenta un nuovo inizio, una vera e propria rivoluzione stilistica e visiva per l’identità di Pianegonda, brand di gioielleria dal design contemporaneo, dal 2015 fa parte del gruppo Bros Manifatture, creato nel 1979.

«E quando Beatrice Beleggia, figlia di Lanfranco, presidente del gruppo, mi ha chiamata per l’incarico ho risposto di sì senza esitare. Credo che questo brand sia molto vicino alla mia visione estetica del “bold e contemporary”».

Nata in Virginia, Betony cresce in un ambiente stimolante fatto di arte, musica e cultura. Dopo una laurea in Storia dell’arte e oreficeria, si trasferisce in Italia, prima a Firenze e poi a Milano, dove consegue una specializzazione in design alla prestigiosa Domus Academy. Collabora con alcune delle più celebri case di moda e design come Valentino, Jean Paul Gaultier, Missoni, Gianfranco Ferré, Pampaloni, Fornasetti, Karl Lagerfeld; le sue creazioni hanno enorme successo tra personaggi famosi – Lady Gaga, Angelina Jolie, Christina Aguilera, Dita von Teese. I suoi lavori sono stati presentati in diversi musei internazionali come il

L’ORAFO ITALIANO 91 IL GIOIELLO?
«Quando, da piccola, frequentavo la Domus Academy guardavo Pianegonda come un brand di rottura che sapeva osare, l’unico – pensavo – per il quale avrei voluto lavorare se non avessi fatto centro con i miei progetti»,
PEOPLE
& BRANDS

Victoria and Albert Museum di Londra, il Triennale Design Museum di Milano ed il Museo di Arte Moderna di Parigi.

Dopo 14 anni vissuti a Parigi, la designer decide di tornare in Italia: «Ho sempre considerato l’Italia come casa: qui c’è arte, creatività, cultura, professionalità artigianale, innovazione e tradizione. Tutto quello che cerco».

Assoluto è una collezione di 23 gioielli di design che richiamano la struttura molecolare, il concetto di atomo, sfere lucidissime e catene moderne che raccontano una storia quasi spirituale e hanno come leitmotiv la più autentica espressione del sé. Orecchini, anelli, collane sono realizzati in microfusione e assemblata, e ultimati a mano. L’argento 925 è protetto da due micron in argento 999, ovvero argento puro. In seguito, al gioiello viene applicata un’ulteriore protezione antiossidante di nanoceramica che aumenta la resistenza agli agenti atmosferici e all’uso quotidiano, senza alterare la matericità e il colore dell’argento.

«Con Assoluto volevo dare qualcosa di puro in tutti i sensi, e di eterno», continua Vernon.

«Il mio design non è frivolo. Ci sono boule che ricordano la molecola, linee pulite e rigorose che rimandano alla sostanza delle cose. Sono creazioni che mirano a diventare icone. Questo voglio trasmettere al pubblico. Perché il nostro gioiello, quello che ci appartiene davvero, è il nostro talismano».

La campagna pubblicitaria si avvale della bellezza unica e raffinata di Anna Cleveland, figlia di Pat. «Il prossimo progetto? Introdurre gioielli in oro 18 carati!», conclude la designer.

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PEOPLE & BRANDS

BMB DECORLINE

Arredare con la luce

Azienda di Montelupo Fiorentino, da oltre trent’anni BMB

Decorline offre alle gioiellerie un servizio personalizzato di interior design in grado di rappresentare al meglio la visione di ogni cliente. L’ultimo impegno è quello di realizzare a Malta, nella città di Naxxar, una gioielleria di 350 mq posta su due livelli di proprietà della famiglia Vassallo, sotto il marchio Heir & Loom. Il negozio, la cui inaugurazione è prevista in tarda primavera, si propone di diventare il punto di riferimento del lusso per l’intera isola. E proprio per questo i materiali scelti sono bronzo, velluto, rovere color tabacco e lastre di onice naturale che, riflettendo la luce, immancabile ingrediente dei progetti di BMB Decorline, diventano innegabile simbolo di eleganza. Oltre agli ambienti dedicati alla gioielleria e all’orologeria, lo spazio ospiterà una zona privé per presentazioni ed eventi, un lounge bar e un laboratorio orafo specializzato.

Una storia di famiglia ARTECORA

Le collezioni di Artecora sono un mix di tecniche tradizionali di arte orafa e nuove tecnologie come la modellazione e la prototipazione con stampanti 3D. Azienda salernitana di impronta familiare rigorosamente “made in Italy”, il brand fa tesoro di vecchi e nuovi saperi, esperienze e visioni sulle tendenze della moda, attenzione ai materiali e ai processi di lavorazione. Argento, ottone e bronzo si accostano alle pietre dure, come nelle collezioni Gisel e Ananda. In particolare Ananda925 si rivolge al mondo maschile con una linea giovane, grintosa, e una svariata gamma di combinazioni, in argento 925, destinata ad un pubblico giovane e meno giovane. Per un gioiello che dona benessere: nell’antica lingua sanscrito, infatti, la parola Ananda significava letteralmente “felicità”, o più propriamente “beatitudine”, uno stato di felicità da vivere nel presente stando bene con sé stessi e con gli altri.

L’ORAFO ITALIANO 93
NEWS

Novità di stagione FALSINI

“Nuova stagione nuovi gioielli!”: è questo il must di Falsini, azienda orafa con sede a Subbiano, in provincia di Arezzo, dal 1978, le cui creazioni da sempre rappresentano un modo, per chi li sceglie, di raccontare e definire la propria personalità, veri distillati di tendenza che catturano l’attenzione a colpo d’occhio. Il brand per la bella stagione propone collane, catene lavorate con forme e colori nuovi, intervallate dai classici simboli di Falsini. L’esperienza dell’azienda, basata sui valori dell’artigianalità e della tradizione, ma anche sull’innovazione tecnologica più all’avanguardia, si traduce in nuove lavorazioni che raggiungono un risultato che ben si sposa con il trend della nuova stagione: fiori e farfalle animano le collane più lunghe, mentre i girocolli sfoggiano maglie classiche ravvivate da piccole incisioni e dai diversi colori dell’oro.

GRAZIELLA

Spirito contemporaneo

Graziella, azienda creatrice di gioielli in oro dal 1958, aggiunge alla sua offerta nuove collezioni dal carattere forte e riconoscibile: il brand dimostra così la capacità di cavalcare i tempi ed essere contemporaneo grazie a creazioni in argento e pietre naturali ideati da un team di esperti creativi. I gioielli sono realizzati attingendo all’artigianalità “made in Italy” unica e inconfondibile. Graziella oggi si affaccia anche all’universo del bijoux, con la realizzazione di nuove e colorate collezioni. I gioielli Graziella sono profondamente emozionali e si collocano nel mondo del “gioiello moda”: le donne potranno creare il proprio outfit con la consapevolezza di avere un gioiello di tendenza, espressione di un’italianità ricercata in tutto il mondo.

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NEWS

Nel solco della tradizione

Continua ricerca di forme e stili innovativi è la caratteristica di Grani, azienda di Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo, fondata nel 1998: il brand unisce finiture ricercate ed eleganti che attingono alla tradizione artigianale come la Filigrana, l’antica lavorazione degli artigiani toscani, ai tocchi preziosi dello smalto in cattedrale e di punti luce diamantati. Si tratta di proposte uniche e senza tempo che non rinunciano ai trend e alle mode contemporanei. La collezione Margherita si compone di orecchini, collane, bracciale e anello in argento con smalto a cattedrale e punti luce diamantati. La collezione Tube punta a creazioni in tubo per donne di tutte le età, sia nella versione lucida che satinata a mano. Infine, la collezione Chandelier propone orecchini in argento rodiato adatti agli eventi più importanti: uno stile minimal che si accende grazie alla brillantezza dei punti luce diamantati.

La primavera è colorata LISA O.

Lisa O., brand di gioielli dall’animo irriverente e avanguardistico guidato dalla giovane direttrice creativa Lisa Osimo, propone due nuove collezioni: Jam e Musetto. Colorata e preziosa, Jam è una proposta di anelli in oro 18 carati con pietre semi preziose arricchiti da un pavé di brillanti e un giro di smalto colorato. Ogni gioiello è personalizzabile grazie alla scelta in primis dell’oro – 18 carati, bianco, giallo o rosa – a cui fa seguito quella della pietra centrale taglio cuore che può essere ametista, topazio london, prasiolite, granato o peridoto e del colore dello smalto. Quarzi, granati, zaffiri sono invece alcune delle gemme proposte per la nuova collezione “Musetto”, dove la classica montatura “musone” si fa mini: il pavé di gemme colorate fa da sfondo alla pietra centrale a forma di cuore per uno stile romantico ma al contempo moderno.

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GRANI

Il mese di giugno vede

il ritorno della

Jewellery & Gem ASIA Hong Kong (JGA), nota in precedenza come la Hong Kong Jewellery & Gem Fair di giugno, è pronta a fare il suo attesissimo ritorno presso l’Hong Kong Convention and Exhibition Centre (HKCEC) dal 22 al 25 giugno 2023. Per la prima volta dal 2019 la fiera verrà riproposta nel suo formato più tradizionale.

“Abbiamo atteso tre lunghi anni per poter dire: Bentornata JGA”, ha dichiarato David Bondi, Senior Vice President di Informa Markets in Asia. “Mentre la città riapre i suoi confini con la Cina continentale e il resto del mondo, la JGA è prontissima ad accogliere nuovamente chiunque arrivi ad Hong Kong, la capitale degli acquisti B2B nel settore orafo a livello mondiale”.

Quest’anno, JGA ritornerà alla sua formula più familiare in quanto la città, con i suoi punti di forza e vantaggi unici, persegue con fermezza un percorso verso la normalità, e riconquista un posto di diritto come principale punto di incontro in Asia per il settore orafo. A partire dal 1 Marzo, Hong Kong ha revocato l’obbligo di indossare la mascherina, eliminando l’ultima delle più importanti restrizioni imposte durante la pandemia”.

“Per molti degli affezionati partecipanti al nostro evento, visitare nuovamente la fiera può avere il sapore di un ritorno a casa”, ha dichiarato Celine Lau, Responsabile delle mostre mercato del settore orafo presso Informa Markets Jewellery. “Non vediamo l’ora di recuperare tutto ciò che abbiamo perduto negli ultimi tre anni, il brivido della scoperta di un prodotto, la gioia del networking e l’esaltazione legata all’essere parte di uno degli eventi più importanti della comunità ad Hong Kong dalla pandemia.”

JGA prevede di ospitare circa 1500 espositori provenienti da oltre 30 paesi e regioni, che presenteranno, tra gli altri, migliaia di collezioni, dai gioielli finiti, ai diamanti, alla gemme colorate e alla perle, oltre a sezioni speciali dedicate a soluzioni legate all’attrezzatura, al packaging e alla tecnologia. I compratori non solo scopriranno gli ultimi prodotti, ma avranno anche accesso a una miniera di informazioni di mercato e collegamenti del settore.

“JGA è sempre stato un evento noto per la selezione ricca e variata di gioielli finiti e come destinazione privilegiata per l’approvvigionamento di materiali preziosi”, ha dichiarato Lau. “I compratori professionisti saranno estremamente lieti di apprendere del ritorno dei nostri padiglioni distintivi, tra cui, in prima fila, CORE, Fine Gem e Fine Design”.

Il Padiglione CORE ospita i principali produttori di gioielli, evidenziando la posizione della città come hub per il design e la manifattura di gioielli. Il Padiglione Fine Gem (FGP) riunisce fornitori noti che presenteremmo i loro diamanti di prima qualità, le gemme colorate e le perle agognate dai produttori di gioielli raffinati, i marchi legacy e i collezionisti. Nel frattempo, presso il Padiglione Fine Design (FDP), orafi prestigiosi lanceranno collezioni centrate sul design e creazioni uniche.

L’interessante elenco degli espositori che prenderanno parte all’evento JGA comprende i fornitori di diamanti Sim Gems Limited e Sheetal (Far East) Limited; i venditori di gemme colorate Joseph Gad Inc e 4G’s Trading Corp; i fornitori di perle Alain Boite SAS, e gli orafi Chrysos Spa e I M L Co Ltd, per nominarne solo alcuni.

Oltre a rappresentare una risorsa inestimabile per i compratori, JGA offre un programma di incontri personalizzati in cui i partecipanti potranno acquisire informazioni commerciali e farsi ispirare dai leader ed esperti del settore.

Fiera Internazionale
SITO WEB DELLA FIERA
Richieste dei visitatori E visitjgf-hk@informa.com
Jewellery & Gem ASIA Hong Kong sul palcoscenico mondiale C o m u n c a z o n e p u b b c t a r a

KITTY

Specializzata nella produzione di alta gioielleria in oro a 22, 21, 18, 14 e 9 carati, Kitty propone gioielli dal design unico e raffinato interamente realizzati a mano grazie all’esperienza di maestri orafi. L’ispirazione può venire da qualsiasi dettaglio, in particolare dai viaggi che il titolare Giovanni Severi ama fare appena l’attività imprenditoriale glielo consente. Le collezioni vanno dai modelli pensati per un pubblico più amante della tradizione, a una linea di interpretazioni contemporanee del rosario; da linee create per un target baby, con braccialettini con charmes e applicazioni colorate, e spille decorate, a collier, collane e girocolli di varia dimensione e importanza per un pubblico femminile ed esigente, più legato alle novità fashion.

MAGIE PREZIOSE

Continua ricerca di stile

Situata nella campagna toscana in provincia di Arezzo, Magie Preziose è stata fondata nel 1989 e da allora non ha mai cessato la sua attività di continua ricerca per unire l’alta tradizione artigianale “made in Italy” di cui è storicamente ricca la zona dove ha sede con tecniche moderne, proponendo gioielli in argento, che puntano al design contemporaneo, minimalista e sofisticato. Ogni modello è pensato, creato e disegnato a mano; solo in alcune fasi viene usata la tecnologia più avanzata. Le rifiniture finali sono ancora una volta manuali, per offrire ai clienti gioielli unici. Come accade per l’anello e bangle in argento placcato oro della collezione Fringed che, attraverso un elegante gioco di volumi, una ricercata incisione manuale e i bordi frangiati, prende a modello la struttura legnosa degli arbusti.

L’ORAFO ITALIANO
Il viaggio come ispirazione

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edifis.it

IN CRESCITA

JGT DUBAI

internazionale. Hanno partecipato 5093 visitatori provenienti da 95 paesi e regioni del mondo, determinando così un incremento di partecipazione del 20% rispetto all’edizione precedente, e quasi 350 fornitori da 25 paesi. Per regione il maggior numero di visitatori è arrivato dal Medio Oriente (71,9%), dall’Asia (15,5%) e dall’Europa (7,6%).

internazionale e il grande apprezzamento dell’eccellenza Made in Italy nel mercato EAU, non solo per quanto riguarda le pietre preziose e la gioielleria, ma anche per l’innovazione tecnologica.

Dal 12 al 14 febbraio 2023, presso il Dubai World Trade Centre (DWTC), si è tenuta la seconda edizione di JGT Dubai (Jewellery, Gem & Technology in Dubai), la fiera internazionale di gioielleria, pietre preziose e tecnologia organizzata da Italian Exhibition Group Spa (IEG) e Informa Markets Jewellery, con DMCC (Dubai Multi Commodities Centre) e Dubai Gold and Jewellery Group (DGJG) come, rispettivamente, Official e Industry partners.

L’evento B2B ha visto la crescita della rappresentanza del settore orafo gioielliero

Anche lo spazio espositivo ha subito un incremento significativo: l’area è stata ampliata del 46% rispetto alla prima edizione. JGT Dubai ha permesso di osservare e cogliere il gusto e la richiesta da un punto di vista stilistico e culturale da parte del mercato EAU: risultano fortemente apprezzati gioielli estrosi ed esuberanti, soprattutto in oro giallo, dai motivi animalier e ispirati alle forme naturali o geometriche. Tra le tecniche più richieste l’elettroformatura e la diamantatura.

In tale clima di crescita, scambio e confronto culturale, le aziende italiane hanno avuto certamente un ruolo di rilievo, dimostrando con forza la posizione di leadership

«L’energia è stata positiva in fiera e le opportunità di fare affari sono state incredibili. I partecipanti sono usciti con rinnovata energia e propositi per l’anno a venire», ha commentato David Bondi, Senior Vice President di Informa Markets in Asia.

«L’apprezzamento del mercato per la seconda edizione consolida già il ruolo dell’iniziativa congiunta di IEG e IM come evento centrale di sourcing per il settore, focalizzato su sviluppo, tecnologia e innovazione», ha concluso Corrado Peraboni, Amministratore Delegato di Italian Exhibition Group.

La prossima edizione di JGT Dubai si terrà dal 6 all’8 Febbraio 2024 presso il Dubai World Trade Centre.

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/ di Laura Inghirami
INSIDE JEWELRY
Bilancio più che positivo per la manifestazione emergente degli Emirati Arabi

ENGLISH TEXT

P. 30 | Golden professions

Even though the Made in Italy gold jewellery sector is constantly growing, there is a lack of young professionals. Current projects New talent wanted. In the gold jewellery sector that is proving to be more than thriving. In 2022, the sector’s exports were close to 9 billion euro, 1 billion more than in 2021, and the 2022 turnover is estimated at 10.9 billion euro, up more than 20% on the previous year and more than 40% on the pre-covid period (2019). And what confidence they express for the future: 47% of jewellery companies expect turnover to grow (39% estimate it to be unchanged, only 14% to decline) and more than one in three employers (36%) plan to hire more employees.

Despite these premises, the “golden professions” are still little sought after, even though they are far removed from the image of somewhat stale trades of the past and allow for excellent earnings, as well as a visibility that could even become international, given that Made in Italy know-how is among the most appreciated in the world. The more than 7,100 companies in the sector are currently struggling to meet market demands due to the impossibility of finding skilled labour. This crucial issue for the future of the Made in Italy goldsmithing industry was addressed at the presentation organised in Milan by Confindustria Federorafi, with Italian Exhibition Group/Vicenzaoro and Skuola.net, to illustrate the sector’s roadmap in terms of Orientation and Training. The sector today employs 30,619 people (58% women), economic surveys on a sample of companies indicate the continuation of a positive trend for the first half of 2023. In addition, more than 50% of those employed in the sector will be of an age to retire in less than 10 years, while only 13% of those employed are under 30 years of age.

The current situation

In this context, the issue of “recruitment” of new employees is really relevant. Only in recent years have goldsmiths’ schools been revitalising themselves. The nation-wide mapping just carried out by Confindustria Federorafi shows that there are almost 40 schools that have resumed training in the jewellery sector, but the number of students graduating is still insufficient compared to the demand from companies. The demand for new employees and generational turnover in companies over the next five years can be estimated at a percentage approaching 8/10% of the total current workforce (3,000).

«Faced with these figures, everyone must play their part: institutions as well as businesses,» said Claudia Piaserico, President of Confindustria Federorafi. «In addition of course to active policies to reverse the trend in Italy’s (low) birth rate, institutions must give dignity and authority to the Technical Vocational Schools, which continue to guarantee employment rates close to 100% but are unable to attract young people in sufficient numbers for a manufacturing country like Italy. Our school system has one tenth as many technical graduates as Germany. There is also a need for a training and information effort on the part of school directors, teachers and career advisors, starting in secondary school, to acquire all the elements and all the useful information to be transferred to students, making the most of the many opportunities in terms of professional and salary terms that the jewellery sector can also offer. At the same time, the business system must be more open and communicate better».

The importance of communication - It is precisely on this front that the initiatives that Federorafi is pursuing through the personal commitment of Piaserico and the vice-president with responsibility for training, Alessia Crivelli, are concentrated. «In synergy with our local branches of Alessandria, Arezzo, Campania and Vicenza, we have mapped for the first time in Italy the schools with goldsmith careers, identifying almost 40 of them in 10 regions,” continued the president. «We have also defined the most sought-after professional profiles (ranging from goldsmith, to stone setter, engraver, gemmologist, cleaner, 3D printing expert, numerical control machine expert, designer, digital media specialist, ed.) and we will soon activate a platform to facilitate the

matching of supply and demand. But the most relevant part, for the results we expect, is the one concerning communication. The sector that I represent has for many years preferred to focus on know-how while neglecting communication skills, and has often, unfortunately, been portrayed as an ‘armoured’ and opaque sector”. Today, however, the situation is quite different and the companies in the sector are at the forefront of sustainability, with the highest standards of comfort in the working environment and with great prospects for success on a global level. “We have to raise the level of common feeling about the sector in terms of credibility and authority. This is the challenge we have taken up and addressed through two lines of action. The first is an important institutional “influencer marketing” campaign that we are preparing with MAECI and the ICE Agency in order to communicate the value of the traditional and technological know-how and heritage of precious jewellery, which are unique in the world, thus achieving a double result: promoting Made in Italy jewellery and the attractiveness of our companies for young people from other countries,” added Piaserico.

Partnership with Skuola.net - But that’s not all: in collaboration with Vicenzaoro, Federorafi has launched a partnership with Skuola.net, which with 6,000.000 unique users per month and more than 2.5 million followers on the main social networks, is the platform most followed by young people in search of information on educational issues, to dialogue with students in their own language and with their own metrics, and with professors and families so that they realise how interesting and performing the sector is for the growth and personal fulfilment of each young person: a landing page, a survey, a videoblog and other tools have been launched with the aim of making the precious jewellery sector take a leap forward in the eyes of young people and their families. “In the country of ‘Made in Italy’, many families have long since stopped betting on technical-practical trades, leading to a shortage of human capital, which is instead the added and inimitable value of our sectors of excellence, such as the goldsmith-jewellery sector,” argued Daniele Grassucci, founder and director of skuola.net. “A situation aggravated by the school orientation provided out in many middle schools, which present technical and professional institutes to students as less academically performing. Luckily, there are still boys and girls - almost one in three secondary school students - who would be interested in following these paths and, more generally, in working in the Made in Italy jewellery sector. Perhaps without knowing the sector at its best in terms of professionalism and districts. But they are there. And this is why it is fundamental for the entire supply chain to tell their story to students and their families in places, such as Skuola.net and social networks, that they frequent on a daily basis”. Precisely in order to reach as many young people as possible, one of the first initiatives is a vlog in which Nikolais, one of YouTube’s most popular vloggers, presents the employment possibilities of one of the most fascinating and growing sectors of our Made in Italy, through interviews and images.

Aiming at the future - In short, a series of well-concerted and synergic initiatives that have also met with the approval of the institutions: “Once again, the gold and jewellery sector, the traditional banner of Made in Italy, manages to be fully innovative by involving the new generations,” underlined the Minister of Enterprise and Made in Italy Adolfo Urso. “The gold and jewellery sector fascinates for many reasons and every promotional and trade fair event is essential to support the sector in its constant expansion.” “Young people represent the future of jewellery. Our commitment to the development and internationalisation of the sector, and in particular of the excellence of Made in Italy, is not only expressed through the business opportunities generated by our shows, but also by promoting the culture of the sector and activating ourselves as a platform for information, training and networking,” concluded Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion of Italian Exhibition Group, a trade fair operator that promotes training in all the sectors in which it operates, and with the international jewellery show Vicenzaoro is a strategic partner of

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Confindustria Federorafi and Skuola.net for this project. “A benchmark for the entire industry, capable of connecting the community and generating positive relationships between companies, operators, markets, institutions, media and new generations to energise the virtuous circle of Italian jewellery. From the workshops at the Vicenza Jewellery Museum to the activities for families within the scope of VIOFF (Vicenzaoro’s ‘fuori fiera’), to the communication projects involving high school students and post-diploma master degrees in design, we are at the forefront, happy to be able to be with this initiative a multiplier of opportunities for all the players in our sector, starting with the goldsmiths of tomorrow.”

Bulgari’s commitment to young people - In addition to adhering to Altagamma’s “Adopt a School” project since its inception last year, Bulgari has important partnerships underway with schools and universities such as the Scuola Sant’Anna in Pisa, the Istituto dei Mestieri d’Eccellenza and St Martins University of the Arts London. But that’s not all. The Bulgari Jewellery Academy, with four courses a year, each lasting four months and an attendance of 40 hours a week, has already trained hundreds of jewellers to date. In addition, in the Manifattura’s expansion project, a central place is planned for the Bulgari School: a training centre, developed in collaboration with the Tarì school of design, a prestigious training school that has been a Bulgari partner since 2017, which will represent the brand’s first professional training school aimed at external students. In fact, just five years after the opening of the new Bulgari jewellery factory, a centre of excellence in the historic district of Valenza where the famous goldsmith Francesco Caramora opened the so-called Cascina dell’Orefice in 1817, the Rome-based maison has announced the expansion of its Manufacture, which will have a new surface area of almost 17,500 square metres and plans to hire around 650 new employees by 2028. This is much more than a simple, albeit decidedly significant, industrial investment: the expansion of the current factory is yet another demonstration of Bulgari’s commitment to reinforcing the inestimable value of traditional Italian craftsmanship, projecting it into the future. A strategic employer branding and talent scouting plan on a national and international scale, with a series of initiatives involving the most important goldsmithing schools in Italy and Europe. The training course will last approximately one year and will include theoretical lessons and many hours of practice, involving Bulgari’s managers and master craftsmen. At the end of the course, the students will be ready to enter the working world and the best ones will have the opportunity to be hired by the maison. The Bulgari Jewellery Academy, on the other hand, will continue to train all new employees who will have the opportunity to learn Bulgari jewellery making techniques directly from the maison’s master craftsmen.

The opinion of Alba Cappellieri

Full Professor at the Milan Polytechnic and Stanford University, President of the Degree Course in Fashion Design, Director of the International Master’s Course in Accessory Design and the Postgraduate Course in Jewellery Design at the Milan Polytechnic, curator of exhibitions and author of books, Alba Cappellieri has a multi-tasking view on the cultural as well as the business significance of the subject.

“I am a great supporter of education, at all levels: I for one have never stopped doing it, and I still enrol on in-depth courses, study and inform myself,” she begins. “In the case of young people today, I think training has the crucial role of guiding them, of giving them the tools and the method to navigate in the contemporary world. It is very easy to get lost in the chaotic sea of information in which we are immersed. In the field of design, it is then essential to combine training with experience in the field: only through this can one measure oneself against the real challenges of the market and acquire the necessary skills to deal with them.”

Where does the situation stand in the jewellery sector? Could the

fact that there are many small family-run jewellery companies be a problem? Let me explain: we can also train young people with great professionalism, but if they don’t find a job...?

“I think that the Italian jewellery sector has great potential and that young professionals are the key to unlocking it. My belief is that young people should be encouraged to enter this sector and be involved in the transmission of skills and craftsmanship traditions. In this, I am convinced that there is room for innovation, experimentation and new ideas. We must create the conditions for young people to do this”. How do you involve young people today in a world that is certainly very fascinating but where you also have to “get your hands dirty”? In Brianza, as far as design is concerned, the Polo Formativo del Legno Artwood Academy was set up, where students are initiated into the profession both from the creative and technological point of view, and from the ‘craft’ point of view.

“At Poli.design, for example, we are committed to providing our students with comprehensive training courses that enable them to acquire the theoretical and practical knowledge they need to become designers. We offer specialised courses and masters that combine theory with practical application. In our master’s programme in Jewellery&Fashion Accessories: Design, Management, Communication, our students have the opportunity to develop creative and managerial projects guided by professionals and to gain experience through internships at companies in the relevant sector. This training course, which we have refined over time based on feedback from students and companies, has proven to be very effective and successful. We are now in our eleventh edition, and we can say that we are very proud of our training methodology and the quality of the outgoing profiles.”

Buccellati’s Milan initiative

The collaboration between Buccellati and the Scuola Orafa Ambrosiana (Milan Jewellery School) is nothing new: two years ago, the maison set up the Accademia per Incisori (Academy for Engravers) at the school, a training course with courses held by the institute’s historical teachers who were joined by Buccellati’s expert craftsmen. March saw the start of another initiative that sees the two parties, the entrepreneurial and the educational, playing a leading role once again: at the Scuola Orafa Ambrosiana there is an articulated Master’s programme totally supported by Buccellati. The 130-hour courses cover four specialisations (goldsmithing, chiselling, engraving and microscope setting). The students who attend the School will be chosen to grow and become expert craftsmen in the typical Buccellati craftsmanship. Every six months, the six best talents will be selected to participate in the Master courses and the maison will offer them a scholarship and a job in its ateliers. The partnership of the two Milan-based organisations aims to attract talents and ensure that the Made in Italy “handmade” continues over time, enthusing the new generations.

The Altagamma analysis and the “Adopt a School” project

Italy’s cultural and creative enterprises, protagonists in the fashion, design, food, motor, jewellery, hospitality and nautical sectors, have for some time been complaining of the difficulty in finding on the labour market those “talents of doing” who embody the heritage of knowledge and values that are characteristic of Italian-made excellence: this is the analysis by Altagamma, which has been bringing together the best enterprises of the High Cultural and Creative Industry since 1992. In particular, according to the book-study I talenti del fare, now in its second edition, in the fashion sector, to which the jewellery sector also belongs, there will be 94,000 technical-professional profiles required by companies in the next five years. This is why, two years ago, the “Adopt a School” project was born, which implements active collaboration between brands and schools, aimed at a greater involvement of young people in the new generation manufacturing professions that are an essential element for the excellence of our Made in Italy. In all Altagamma sectors, 23 companies are involved in the second edition of the project, with 80 classes activated in two years. Pomellato is the

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new entry in the jewellery sector in this edition. We talked about training and the project with Sabina Belli, vice-president of Altagamma’s jewellery sector since 2020 and CEO of Pomellato Group, as well as being actively involved in gender equality projects.

As vice-president of Altagamma, how do you see the situation of the lack of professionals in the jewellery sector in general?

“Luckily it is a moving situation, although there is still a lot to be done. At Pomellato, we have more than a hundred master goldsmiths who work each piece of jewellery by hand and who express, first and foremost, a very high level of creativity and goldsmith quality. Protecting and maintaining the vocations of the craft and handmade trades are fundamental, in a way that does not refer exclusively to the tradition of the past but through integration with technology. The crucial issue here is the training of the next generations. Certainly an obstacle to be overcome is the perception of these career paths by young people and their families, who often still see craft professions as something less valuable than other career paths. I would like to point out that the jewellery sector in particular is growing strongly, and thanks to high-level training courses, many young men and women are able to integrate traditional know-how with new innovative skills in a sector that remains a flagship of the Made in Italy label”.

As CEO of Pomellato can you explain the reasons for joining the “Adopt a School” project?

“The Altagamma ‘Adopt a School’ project, was created with the intention of creating a virtuous relationship between vocational schools and the industrial world and thus responding to the current needs of companies, which today, more and more due to gchange, need young talent. ‘Learning by doing’ is what we have decided to undertake together with the Galdus school in Milan, with the creation of Pomellato Virtuosi, an academy that offers young people dedicated workshops and master classes held by our Master Goldsmiths as well as internship experiences in companies that often lead to employment. In addition to the existing workshop, we have just inaugurated another one dedicated to stone setting.”

This is also a strategic project for the region: Lombardy - together with Tuscany, Piedmont and Veneto - is one of the four Italian regions where jewellery production is concentrated, a sector that will grow by 9% in 2023 (source: Altagamma Consensus). It is still these four regions that hold the primacy in the export of these luxury goods (according to studies by the Centro Studi Confindustria Moda on InfocamereMovimprese data, as many as 57% of the companies and 77% of the workforce in the sector in 2021).

P. 52 | Designer silverware? Learn it in Cambodia!

Since 2008, the Milan-based non-profit association Il Nodo has been organising state-recognised courses

It is called Bottega dell’Arte and is located in Phnom Penh, the political and economic capital of Cambodia: here, young Cambodians can learn silver working, an ancient tradition of Khmer culture that was almost completely wiped out by the terror regime of the 1970s - we should not forget that the Khmers were able to create marvellous monuments such as the temples of Angkor. The school, founded in 2008 by the non-profit association Il Nodo, set up by Alberto Cannetta, architect and designer, his wife Luciana Damiani, now president, and their children Martina, Ravi and Josephine, during a trip to the Far East, is called Bottega dell’Arte because here, as in Italian Renaissance workshops, one learns an art, namely the use of metals to create unique jewels. The school is directed by Martina Cannetta, who has been involved in international cooperation in Cambodia for over 20 years. She is currently Country Representative of Il Nodo as well as a member of the Diprosea association, whose project is to create a network of female entrepreneurs, professionals and workers from all sectors, a reference point for all Italian women seeking technical, bureaucratic and legal information to simplify and support their stay and integration in the South-East Asian region. «One of the courses at the Bottega dell’Arte, the one in Silver Design, is a two-year one and

teaches students how to work with precious metals and to enhance their natural handicraft talents,» Martina explains.

In 1975, when Cambodia fell under Pol Pot’s dictatorship, the destruction of local arts and crafts began; factories were torn down and libraries burned, motor vehicles and even spectacles were banned: only the peasants were considered unharmed by the capitalist and bourgeois disease. An entire generation of teachers and artisans was wiped out by an insane dictatorship that perpetrated one of the greatest genocides in history with the aim of creating a new, exclusively peasant society, eliminating professionals such as teachers, doctors and, of course, craftsmen.

«In Cambodia, many young people are still forced to drop out of school to help support their families: at the Bottega dell’Arte they find high-quality vocational training. The Nodo also offers them an apprenticeship stipend (per diem) and a meal a day for the duration of the courses; they could not afford to attend otherwise,» Martina continues. «Since October 2015, the Design Craft Courses qualification issued by Il Nodo has been recognised by the Ministry of Labour and Vocational Training of Cambodia. The qualification is valid in all ASEAN countries.» Local masters teach young people the art of traditional silver, textile and woodwork. And there are many creative Italians who have contributed to the initiative: artist Renzo Bighetti, jewellery designer Rossella Tornquist, Parisian creative strategy designer Dorothée Etienne, Scuola Orafa Ambrosiana lecturer Mikky Eger, architect and journalist Patrizia Scarzella and many others have taught in the Bottega in recent years, holding creative workshops. Their contribution has been to bring Italian design as a tool to revitalise the local artistic heritage and stimulate the creativity of young Cambodian craftsmen with a broad vision of international tastes and trends. An acknowledged reality in the country of creativity, fashion and design, Italy: in 2018, the atelier of Natsuko Toyofuku, a well-known jewellery designer, hosted in Corso Como the exhibition of “Full Metal Brooches”, a collection of jewellery created with discarded materials by students, and on 25 May 2023 it will host the exhibition of “Words to Wear”, a collection created with the characters of the Khmer alphabet. Over the years, many Italian designers have donated designs to the school’s young artisans, from Japanese master Kengiro Azuma based in Milan to architect and designer Alessandro Mendini. During the courses, students also learn to be independent and responsible adults by becoming aware of the richness of their culture. «We built a school based on creativity because we believe that design is a powerful tool to help young people form a positive identity and bring out their potential. For our students, discovering that they are creative is like holding a magic wand in their hands,» said the president. The social function of the school goes far beyond the teaching methodology needed to train technicians and creative metalworkers, which is also fundamental. For many students it is a school of life where they learn behavioural and relationship rules that are almost absent in the environment from which they come. «A different mode of relationships is transmitted,» Damiani continues. «In a country where exploitation is cultural, where religion does not stimulate initiative and independence, working together at the same workbench becomes a training ground for democracy. For the pupils, street children often without education and without rules, coming from situations of extreme social and economic hardship, the school is an important reference point where they learn teamwork and respect for each other, for their comrades and especially for their companions».

P. 64 | The international fair system

The vision of Marco Carniello, Global Exhibition Director of Italian Exhibition Group’s Jewellery & Fashion division

In the post-pandemic era we have witnessed a considerable increase in trade fair events, both in terms of participation and investment. And finally, one might comment: more desire to meet, to do business vis à vis, to experience the trade fair experience above all analogically. In Italy, where Vicenzaoro, for example, had a record number of visitors

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in the January 2023 edition (+11.5% compared to the previous record edition, January 2020, with a doubling of the foreign buyers present, from 136 countries, who represented 60% of the total), but even more so abroad, where in emerging markets - and not only there - new sector appointments are consolidating within the exhibition system of events dedicated to jewellery. We talked with Marco Carniello, Global Exhibition Director of Italian Exhibition Group’s Jewellery & Fashion division (IEG).

«To talk about the international exhibition system, it is useful to consider which countries produce jewellery,» he began. «In the world, China and India, both in terms of territorial size and population, produce about 60% of the world’s jewellery, goods that are partly absorbed by the domestic market. Next come Italy and Turkey, with 4/5% each (90% of which is exported in the case of Italy), and Indonesia, which is growing. The rest of the producers represent smaller and fragmented percentages. Furthermore, the jewellery sector only sees 20/30% of the product sold under globally recognisable brands: if you think about it, the international brands - think of Cartier, Tiffany and a few others, who in any case produce much of their jewellery in Italy - are much less than a dozen. Jewellery is bought mainly because people love it, as it carries with it a great emotional connotation, often linked to culture and even religion. It is a consumer good par excellence. Or it is bought as an investment. Demand is differentiated throughout the world and jewellery, it can therefore be said, gives rise above all to a local market. And this is a first peculiarity to be taken into account».

With the discovery that digitalisation is a great ally of business because, for example, it allows for quicker times, savings in terms of travel, and trouble-free communication from one part of the globe to another, the needs of operators in the sector have also changed.

«In general,» Carniello continues, «there is a tendency among buyers not to travel beyond “seven hours flights”, i.e. air journeys longer than seven hours, which are the ones that avoid jet lag. So we are seeing a continentalisation of trade fair events: in Europe, the most relevant appointments are ours at IEG, Vicenzaoro and Oroarezzo, which stand out in particular for trends, design and excellence in manufacturing and tech, because the Swiss fairs have lost some of their appeal in the pandemic era and are competing with giants such as the JCK Show in Las Vegas, the HKTDC Hong Kong International Jewellery Show and the HKTDC International Diamond, Gem & Pearl Show for Hong Kong and the Asian market. Various interesting and emerging markets remain unattended, because they are young, such as the Middle East and Africa. IEG’s decision to invest in Dubai, with Jewellery, Gem & Technology in Dubai, and in Singapore, with Sije - Singapore International Jewelry Expo, which we have just acquired - is part of this strategy. Our interest is to create a matching of opportunities between the producers of our districts, Arezzo, Vicenza, Valenza, Naples, and markets with still very high growth potential for Made in Italy, which with the criterion of “seven hours flights” can also be reached by buyers who find coming to Italy more difficult. We can estimate the South-East Asian market to count 700 million people».

JGTD JEWELLERY, GEM & TECHNOLOGY IN DUBAI - The Emirates

B2B event, now in its second edition, which Italian Exhibition Group organised with Informa Markets last February at the Dubai World Trade Centre, hosted 350 exhibitors from 25 countries and regions of the world on an exhibition space that was almost double the size of the previous edition. Italy was the most important presence with around 70 jewellery and jewellery machinery companies from different Italian regions. A three-day event that is part of IEG’s Jewellery Agenda as a global meeting point for the jewellery industry, and that unites East and West, presiding over markets extending from the Middle East to Western Asia, from the Indian subcontinent to Africa; aimed at highlighting the excellence of the international supply chain and Made in Italy.

HKTDC - Organised by the Hong Kong Trade Development Council (HKTDC), the 39th HKTDC Hong Kong International Jewellery Show and the 9th HKTDC Hong Kong International Diamond, Gem & Pearl Show concluded successfully last March and brought together over 2,500 exhibitors. The five-day shows attracted over 60,000 buyers from

130 countries and regions, with a significant increase in participation from mainland China and the Asian region. «The HKTDC Hong Kong International Jewellery Show and HKTDC Hong Kong Diamond, Gem & Pearl have always been the jewellery marketplace of the world,» says Gianluca Mirante, Director for Italy, Cyprus, Greece and Malta of Hong Kong Trade Development Council (HKTDC). «The great success of this year’s edition in attendance following the removal of all restrictions related to the Covid emergency and the reopening of the borders with China reconfirmed its strategic importance. With 76 Italian exhibitors, 57 of whom coordinated by ITA/ICE Hong Kong, the Italian presence was also significant, making Italy the first European country in terms of number of exhibitors at the fair. We are proud of this important milestone and, above all, that the companies of the Italian sector increasingly view Hong Kong as an undisputed platform where they can present the latest technological and design innovations of jewellery made in Italy».

JCK - Upcoming with two appointments, from 2 to 5 June and from 31 May to 5 June for the contemporary one dedicated to luxury, JCK confirms itself as one of the most famous trade fairs in the world, which has managed to bring the industry together in Las Vegas for the last 30 years. An exceptional experience that touches all major segments of the jewellery industry with an attendance of 30,000 professionals from more than 130 countries. An award-winning show that in 2022 again managed to impress, with over 2,000 exhibitors for both events, 200 journalists, influencers and over 17,000 visitors.

Singapore: the new frontiers

IEG definitively lands in Singapore with the company IEG Asia Pte. Ltd., a wholly owned subsidiary, and with two events, respectively in the jewellery and food & beverage sectors, acquired by CEMS - Conference & Exhibition Management Services: Sije - Singapore International Jewelry Expo and Café and Restaurant Asia. Singapore is in fact considered the hub par excellence, both from a logistic and economic point of view, to once again trigger that virtuous circle that, moving from the territories of Rimini and Vicenza, strengthens the business of companies at a global level for further spin-off in the territories of origin.

As Ilaria Cicero, CEO of IEG Asia, puts it: «the goal is to grow the events in Singapore, also by leveraging a mutual and productive exchange of the great success of the last edition of Vicenzaoro in January 2023, which saw the presence of over 1,300 exhibiting brands».

P. 71 | Van Cleef & Arpels: Love, Time and Nature

In three keywords the essence of the French Maison de Haute Joaillerie since its foundation in 1906

It all began in 1895, in the heart of Paris, with the marriage of Estelle Arpels, the daughter of a precious stones merchant, and Alfred Van Cleef, the son of an artisan jeweller and diamond broker... all the rest is history. The young couple shared the same values: enthusiasm and innovation, a sense of family and a passion for precious stones. These values lead to the ribbon-cutting of the first boutique in 1906 at no. 22 Place Vendôme, in Paris, near the Hotel Ritz, the main and exclusive residence of wealthy travellers, and the brand immediately achieved considerable success, opening branches in Nice, Deauville, Vichy, Cannes and Monte Carlo. Their daughter, Renée Puissant, took over as artistic director of the Maison in 1926 and with audacity and imagination, created the unique and instantly recognisable style that still distinguishes Van Cleef & Arpels today. The initial production of platinum and diamond jewellery, reflecting the garland style in vogue at the time, was replaced in the 1920s by “exoticism”. Fascinated by the jewellery found in Pharaoh Tutankhamun’s tomb in 1922, the Maison’s designers enriched the collections with Egyptian motifs and colours. Among the most successful in this style are bracelets decorated with sphinxes, lotus flowers, scarabs, slaves at work, snakes, vultures and hieroglyphics made with coloured cabochon gemstones on a background of faceted diamonds.

“Love” is another important source of inspiration for the Maison’s

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creations, and it is no coincidence that the first item on the sales register is a heart-shaped diamond. In the following years, many creations were made to celebrate the most famous love stories, from that between the Duke and Duchess of Windsor to the marriage of Grace Kelly to Prince Rainier of Monaco. The theme of love is still a constant in the Maison’s collections, from engagement rings to wedding rings, not forgetting watches and high-end jewellery creations. Precious objects that have always been expressions of love but also of the Zeitgeist, the spirit of the times.

Over the years, Van Cleef & Arpels has become a protagonist of its time, developing an original style resulting from a subtle alchemy of creativity, innovation and elegance. Nature, an ancestral source of inspiration for art and jewellery, offers the Maison an inexhaustible stylistic repertoire. Throughout its history, plants, flowers and animals have inspired an extraordinary profusion of colours, motifs and materials, from precious stones to semi-precious stones and even organic materials.

Van Cleef & Arpels’ fame grew exponentially after the opening of the New York office in the 1950s, with the launch of the “Tissu Serg” collection along with the opening of boutiques to sell limited editions of jewellery at a more affordable price to a broader and more youthful clientele. In the 1960s and 1970s, production focused on the floral motif, with “Rose de Nöel” coral brooches and earrings and “Alhambra” chains with lucky clovers in gold and semi-precious stones. The Maison has also been influenced by Oriental culture, leading to the creation of a series of multicoloured necklaces inspired by the jewellery worn by the Maharajas.

Today, Van Cleef & Arpels continues its path of research and innovation with the introduction of unusual materials such as haematite and grey mother-of-pearl. Contemporary production is based on the reinterpretation of timeless classics such as the “Serti Mystérieux” necklaces, while also offering jewellery with rare gems and harmonious shapes that are both original and classic. One example among many is the 25 jewellery “Mystery Set”, part of the recently launched “Legend of Diamonds” collection, whose story begins in 2018 when Van Cleef & Arpels discovers a rough diamond known as the “Lesotho Legend”: it is the fifth largest rough diamond ever mined in the world, weighing in fact 910 carats and boasting a perfect D colour. It was later cut into 67 diamonds, which the Design Studio used to create a collection of only 25 pieces and which celebrated the historical techniques of the Maison, as well as gemstone combinations such as sapphires and emeralds. Some pieces are designed to be transformable and wearable in up to six different ways. An illustrious collection that relies on the power of a single stone to create 25 unique pieces, each shining in its own way. Part of the same collection are the “White Diamond Variations”, a tribute to the brand’s creative history and the timeless beauty of this precious stone: the diamond. The pieces are inspired by the rich heritage of the Maison, whose creative history they retrace, and reinterpret its distinctive style: reflecting and making contemporary different eras and artistic trends.

P. 84 | The Family Firm

Emanuele Sacerdote, in his book Il futuro erede (The Future Heir), explains how to create a virtuous family business

“If you think in terms of years, plant rice. If you think in terms of decades, plant trees. If you think in terms of centuries, teach people”. This maxim from the Chinese philosopher Confucius who lived between the 6th and 5th centuries BCE is the ending of the book Il futuro erede by Emanuele Sacerdote (2022, Il Sole 24 ore) on family continuity in business, which earned him the Books for Peace 2022 lifetime achievement award. And the contents are truly suspended between ethical, economicentrepreneurial and psychological values, between love for tradition and the need to innovate.

Emanuele Sacerdote, after a past in a number of important communication agencies and having worked for brands such as Autogrill, Ermenegildo Zegna, Ferrari Auto and Moleskine, is now a

lecturer at the Università Cattolica and in various business schools, an essayist, a consultant - his is Soulside, a strategic consultancy “boutique” - and, last but not least, for ten years he has been in charge of the family firm Strega Alberti as Board Member and co-CEO, which has organised the Strega Prize with the Bellonci Foundation since 1947. Since 2020 he has been in the Thinkers360 ranking, Top50 Global Thought Leaders on Change Management. Il futuro erede starts with a letter from a young female entrepreneur, daughter of entrepreneurs, who wonders what to do to take on the commitment of continuing the family business. «The first element, the decisive one, » explains Sacerdote, «is for the heir to ask herself whether she really wants to continue the family business for centuries to come. It is a question of having built, and for the heir to have embodied, a family business identity. Obviously then she has to see if the business is healthy: if not, it is better to leave alone a company in serious trouble».

With Soulside, Sacerdote deals with guiding the generational transition in awareness. «Often,» he recounts, «the main difficulty is that the progenitor is unable to let go of what he unconsciously experiences as his own creation. That’s when my counselling also includes a transition with a psychologist.» Another determining factor is that the heir must not imitate his predecessors, but bring new blood to the business. «There are rules of common sense, » the essayist continues, «but they are not so obvious. The first is that blood heirs should enter the family business first and foremost. Then, future juniors should gain experience outside the family business before entering it as entrepreneurs. Finally, it is important that they have not only the family passion, but also a university education and, once in the business, a regular salary as if they were employees. The entrepreneur is the one who decides for himself. Doing so in this historical period has become increasingly difficult. They have to be prepared. And, above all, aware! ».

A prize that has made the history of Italian culture

The Premio Strega prize was established in 1947 in Rome by the writer Maria Bellonci and by Guido Alberti, owner of the Strega liqueur company, of which Emanuele Sacerdote is the great-grandson. It is currently organised and managed by the Bellonci Foundation and sponsored by Strega.

After the war, the Prize became a point of reference for the world of Italian literary culture: «In the winter and spring of 1944, friends, journalists, writers, artists, men of letters, people of all parties united in sharing a subject painful in the present and uncertain in the future, began to gather. Then, after the referendum which made Italy a republic, when the nightmare was over, the friends continued to come: it was really an attempt to come together to face despair and dispersion, » wrote Maria Bellonci.

Every year, 400 men and women of culture, still called Friends of Sunday by the day chosen for the meetings, propose the books they prefer. Twelve books go into the final selection, from which the winner is proclaimed in July. Past winners include names such as Ennio Flaiano (the first winner), Cesare Pavese, Alberto Moravia, Mario Soldati, Elsa Morante, Dino Buzzati, Carlo Cassola, Umberto Eco and Dacia Maraini.

«In the company’s DNA we have always had the vocation of putting ourselves at the service of culture and society, » comments Emanuele Sacerdote. «But we stay in the background: we are liquor makers, not intellectuals!»

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