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45 legnoarchitettura progetti studio EZA MargStudio gherardiarchitetti Giovanni Gatto Federico Mentil Edoardo Milesi & Archos ARTISTUDIO AB2R architetti Colucci&Partners EdicomEdizioni Trimestrale anno XIII n° 45 luglio 2022 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD

Numero di iscrizione al ROC: 8147

Grafiche Manzanesi, Manzano (UD)

Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate

prezzo di copertina 15,00 euro

abbonamento 4 numeri

Italia: 50,00 euro – Estero: 100,00 euro

Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno copertina Villa MB

Foto: ©Marco Zanta

È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore

45
anno
legnoarchitettura rivista trimestrale
XIII – n. 45, luglio 2022 ISSN 2039-0858
direttore
editore
redazione
34074
tel.
www.legnoarchitettura.com
responsabile Ferdinando Gottard redazione Lara Bassi
EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)
e amministrazione via 1° Maggio 117
Monfalcone – Gorizia
0481.484488, fax 0481.485721
progetto grafico Lara Bassi stampa
Foto: ©Marco Zanta Foto: Cristian Carrara Foto: Agenzia Triplesense Reply / Fotografo Massimiliano Sticca 74 54 legnoarchitettura progetti Klima Home studio EZA 04 Casa Ruralia MargStudio 14 Villa MB gherardiarchitetti 24 Villa Luz Giovanni Gatto 34 Casa Astori Federico Mentil 44
Foto: Simone Bossi Foto: Alessia Mare Foto:
Foto: ©Jacopo Bernard 64 34 84 04 24 Il Roccolo Abitato Edoardo Milesi & Archos 54 Lo Chalet ARTISTUDIO 64 Rifugio La Marmotta AB2R architetti 74 Scuola dell’infanzia Colucci&Partners 84
Stefano Saccomani photographer

Klima Home

Villafranca di Verona

studio EZA
Foto: Stefano Saccomani photographer
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Klima Home all’imbrunire. La vista da nord est evidenzia il blocco scale vetrato che sale fino all’ultimo piano e le ampie finestre cielo terra a nord che si affacciano sul centro storico di Villafranca. Foto: Stefano Saccomani photographer

Ubicazione: Villafranca di Verona (VR)

Progetto architettonico: arch. Enrico

Zoccatelli – studio EZA, Villafranca di Verona (VR)

Responsabile sviluppo progettuale: arch. Nicola Virzì – studio EZA, Villafranca di Verona (VR)

Collaboratori: arch. Paola Schiavo, ing. Marco Corradini – studio EZA, Villafranca di Verona (VR)

Strutture: ing. Martino Miori; ing. Paolo Adami

Direttore dei lavori: arch. Enrico

Zoccatelli

Assistente alla direzione lavori: arch. Nicola Virzì

Consulente: p.i. Mirko Taglietti, Poncarale (BS)

Impianti: ing. Roberto Guatta, Gavardo (BS)

Appaltatore struttura legno: Xlam

Dolomiti srl, Castelnuovo (TN)

Lavori: maggio 2020 – dicembre 2021

Superficie verde: 50 m2 (piano terra) + 80 m2 (copertura)

Superficie utile: 1330 m2

La luce del legno

Le tecniche costruttive e i concept abitativi sono sempre in continua evoluzione e devono soddisfare nuove e moderne esigenze che rispondono al desiderio e alla necessità di vivere in maggior armonia con l’ambiente naturale, essenziale per la vita dell’uomo e per il suo benessere. Questa è la riflessione che ha portato alla nascita di Klima Home, un edificio residenziale di 5 piani fuori terra, realizzato in legno a ridosso del centro storico di Villafranca di Verona. La residenza è il risultato della ricerca architettonica, elaborata dall’architetto Enrico Zoccatelli e dal suo team, volta a sintetizzare progettualmente il comfort abitativo, l’elevata efficienza energetica e il design in uno spazio che è pensato come una terrazza aperta verso l’esterno. Le 8 unità abitative hanno una geometria distributiva regolare e un’apertura vetrata a tutta altezza, larga di quasi 6 metri, che unisce visivamente interno ed esterno. In questo modo la luce naturale, riflessa dal legno sul pavimento e sul soffitto, regala la sensazione di naturalezza e permette all’abitante di mantenere il ritmo circadiano, percependo continuamente il colore della luce solare nelle diverse ore del giorno e nel cambio delle stagioni. Ogni ambiente è studiato per avere il giusto rapporto tra vivibilità e fruibilità degli spazi e per favorire l’immersione nella luce naturale, che diventa l’assoluta protagonista di ogni appartamento.

L’edificio è stato sviluppato come sostituzione edilizia di un fabbricato degli anni Sessanta, riqualificando il tessuto costruito e limitando il consumo di suolo. La pianta è simmetrica con due unità abitative per piano che possono essere strutturate come trilocali o quadrilocali a seconda delle esigenze del proprietario. Sulla strada principale l’involucro si caratterizza per un grande corpo vetrato che racchiude la distribuzione verticale e che consente un continuo dialogo tra interno ed esterno con la luce che diventa elemento architettonico.

Nel progetto il componente fondamentale è il legno e per tale motivo tutta la progettazione ha seguito criteri e principi di progettazione atti all’ottenimento della certificazione ARCA; è stato inoltre adottato il protocollo SALE+, strumento efficace a tutela della qualità della filiera e dell’involucro.

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studio EZA
Alla sera Klima Home si trasforma in una lanterna grazie alle grandi vetrate e ai parapetti trasparenti che mettono in luce la struttura in legno.
Foto:

Il vano scale posto nel blocco trasparente a est. La scala metallica è racchiusa da una parte dalla vetrata, dotata di opportune schermature esterne, e dall’altra dalla struttura in legno dell’involucro, di cui si intravede, a destra, la sua conformazione a 5 strati. La continuità tra interno ed esterno è sottolineata anche dal rivestimento in pannelli di legno che dall’interno prosegue sul fronte dirimpetto la strada principale.

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studio EZA Foto: studio EZA
Foto:

_struttura________

Klima Home è un edificio antisismico con strutture portanti miste in c.a. per le fondazioni e acciaio e legno per la porzione abitativa, tecnologia che ha garantito la costruzione di un edificio a basso impatto ambientale con un altissimo comfort abitativo. Il piano interrato, che ospita le cantine, e il piano terra, che accoglie le autorimesse, costituiscono un basamento in calcestruzzo armato gettato in opera, su cui poggia la sovrastante struttura in legno della parte residenziale, assicurando tra l’altro anche il posizionamento delle strutture lignee “fuori acqua” e la completa separazione antincendio REI120 tra le strutture in legno superiori e i locali a maggiore rischio (garage e locali tecnici ai piani inferiori).

Tutti i piani fuori terra, dal piano primo alla copertura, sono interamente realizzati con strutture in legno integrate con elementi puntuali in acciaio. Le pareti portanti sono in pannelli X-lam di spessore variabile da 158 mm al primo piano fino a 100 mm dei piani più alti, con cappotto esterno in lana di roccia di spessore 120 mm e controparete interna (anch’essa isolata) di spessore variabile per fornire a tutti i piani le medesime prestazioni di isolamento termico e acustico di facciata. I solai sono di due tipologie: travetti e assito a vista in corrispondenza delle zone giorno e delle camere, solaio in X-lam nei bagni e zone di distribuzione così da ottenere lo spazio necessario per la distribuzione impiantistica all’interno dei controsoffitti.

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Pianta piano tipo Sezione lungo la zona notte e servizi Prospetto est Prospetto nord Prospetto ovest Prospetto sud

Le grandi vetrate con la vista verso la cinta storica di Villafranca, dal parapetto trasparente della terrazza.

_due parole con il progettista________

EZA srl, società di progettazione multidisciplinare, si occupa di progettazione architettonica, ingegneria e attività tecniche complementari. Le diverse professionalità dello studio compongono un team che condivide e persegue la diffusione della cultura “zeroenergy”. EZA realizza e ha realizzato, infatti, numerosi progetti d’architettura, design e allestimenti d’interni, progettazione illuminotecnica, edifici a “Energia Zero” con strutture in legno X-lam antisismiche, efficientamento strutturale e impiantistico di edifici collettivi pubblici e privati, riqualificazione di impianti di illuminazione pubblica e diagnosi energetiche. Risponde alle nostre domande l’arch. Enrico Zoccatelli.

Avete già progettato in passato edifici in legno: qual è il plus che questo materiale offre rispetto a materiali definiti convenzionalmente “tradizionali”?

Abbiamo iniziato nel 2010 recuperando una corte storica, Palazzo Vittoria, a Villafranca di Verona, dove abbiamo realizzato un ampliamento residenziale e terziario di 3 piani fuori terra con strutture a secco in X-lam e solai in travi lamellari. Una parte di questo edificio è poi divenuta la sede del nostro studio d’architettura. Quest’esperienza ci ha permesso, come progettisti, di sperimentare diverse soluzioni tecniche, apprezzando la semplicità di cantiere, la duttilità costruttiva, il ridotto ingombro delle strutture e, come abitanti fruitori degli spazi, di poter vivere quotidianamente le qualità di un edificio in legno. Le grandi aperture che garantiscono luminosità e rapporto interno/esterno, il comfort climatico e acustico, il profumo del legno e il piacere visivo di questo materiale naturale, grazie al quale è stato possibile realizzare Klima Home, che per me rappresenta innovazione architettonica.

Perché avete scelto la certificazione ARCA e il protocollo SALE per questo edificio? C’è un ritorno anche in termini economici?

La ricerca architettonica, il design, il comfort abitativo, il benessere, la funzionalità degli spazi e lo studio costruttivo, che sono gli ingredienti principali del progetto Klima Home, non potrebbero avere visibilità in assenza di una o più certificazioni. ARCA è un protocollo sinonimo di qualità nel processo progettuale e costruttivo di edifici in legno e, come tale, abbiamo condiviso con lo sviluppatore, dott. Andrea Marchi (amministratore di Klimargherita srl, società immobiliare innovativa) la necessità certificare il valore dell’investimento. Il progetto è stato in parte finanziato tramite un istituto bancario e la garanzia offerta dalla certificazione SALE è stata molto importante per agevolare l’accesso al credito dell’investitore e, successivamente, degli acquirenti.

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Foto: Stefano Saccomani photographer

_energia________

Dal punto di vista energetico, i materiali utilizzati e gli impianti tecnologici di cui sono dotate le abitazioni, nonché i serramenti, conferiscono a Klima Home i più alti standard abitativi e ciò ha permesso di ottenere la certificazione nZEB per tutte le otto unità abitative. Il tutto grazie alla progettazione integrata di involucro e impianti.

L’involucro edilizio è stato studiato per limitare l’irraggiamento delle superfici vetrate nei mesi estivi e per sfruttare l’apporto solare nei mesi invernali, utilizzando serramenti in legno e alluminio con triplo vetro, frangisole regolabili e sistemi di schermatura esterni a rullo.

La copertura della terrazza giardino ospita gli impianti fotovoltaici delle unità abitative, le quali sono dotate di impianti radianti a pavimento, ventilazione meccanica controllata con funzione di deumidificazione e pompe di calore acqua/acqua collegate all’impianto geotermico orizzontale. L’impiantistica è completata da un sistema domotico che regola le schermature solari del vano scale condominiale per abbattere l’irraggiamento e il surriscaldamento estivo.

La regolarità dei prospetti riflette la simmetria delle piante. Le ampie terrazze accrescono lo spazio abitabile nelle belle stagioni.

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Foto: Stefano Saccomani photographer Foto: Stefano Saccomani photographer

Parete dall’interno

- doppia lastra fibrogesso e finitura

- controparete isolata per passaggio impianti

- parete in X-lam (158 mm)

- isolamento in lana di roccia (120 mm)

- finitura esterna

Solaio interpiano dall’estradosso

- pavimento

- massetto di irrigidimento in sabbia e cemento

- materassino anticalpestio in doppio strato (10+10 mm)

- massetto alleggerito per passaggio impianti

- cappa collaborante

- barriera al vapore

- pannello di irrigidimento OSB (15/20 mm)

- perline di abete (20 mm)

- travetto in lamellare di abete (120x200 mm)

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A sinistra, dettaglio delle terrazze e della copertura; a destra, due immagini dell’ultimo piano dove si nota anche la struttura metallica a supporto dell’ossatura lignea.

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Posa dei pannelli in X-lam delle pareti. I solai in travetti di lamellare di abete e assito di chiusura. Completamento delle strutture in legno in corrispondenza delle ampie aperture vetrate. Foto: studio EZA

Casa Ruralia Caravaggio

MargStudio
Foto: Oliver Jaist

La continuità del volume architettonico mette in relazione la zona giorno con il portico; le superfici delle pareti e l’intradosso della copertura si differenziano, tra interno ed esterno, solo nei materiali di finitura e nei colori.

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Oliver Jaist
Oliver Jaist
Foto:
Foto:

Ubicazione: Caravaggio (BG)

Progetto: arch. Matteo Rota – MargStudio, Milano

Arredamento su misura: Viscardi Arreda, Lissone (MB)

Costruttore struttura in legno: Wolf

Haus, Campo di Trens (BZ)

Lavori: 2017

Superficie verde: 3400 m2

Superficie: 197 m2

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Dialogare con il passato

Nelle campagne lombarde di Arzago D’Adda, in un contesto agricolo ricco di storia caratterizzato dal verde delle coltivazioni e da architetture rurali in mattoni, c’è un’abitazione contemporanea progettata per dialogare con il passato senza emularlo.

L’esigenza dei committenti era quella di costruire una casa completamente passiva, dall’elevato livello di comfort indoor, che godesse di privilegiati assi visivi sulla campagna e sui cascinali circostanti. Si è scelto di disegnare un volume composto da una planimetria rettangolare dove trovano organizzazione razionale una zona giorno e una zona notte e servizi, visivamente separate da coperture a due falde – richiamo alle stalle locali – con diverse altezze, creando volumi non simmetrici. Il rivestimento in mattoni pieni rossi a contrasto con le pareti color antracite, in continuità con la lattoneria del tetto, disegna il contenimento.

Gli ambienti interni sono contemporanei, essenziali, progettati in maniera organica per ottenere una perfetta integrazione e funzionalità. La zona living, dove un setto crea la nicchia della cucina, presenta una grande parete vetrata a tutta altezza con due infissi scorrevoli. La struttura portante della copertura è a vista: travetti e tavolato in legno sono stati sbiancati per aumentare la percezione spaziale e riflettere la luce. Speculare al living, sotto le stesse falde, c’è il grande portico; qui la superficie interna della copertura, la cui quota è uguale rispetto al living, è rifinita con lo strato di coibentazione e intonaco color antracite. Lo stacco tra interno ed esterno è sia cromatico sia materico, mentre il volume rimane inalterato. Il valore di questa loggia, apprezzabile dal punto di vista strutturale ed estetico, è amplificato dalla grande apertura sul lato sud che crea un ulteriore asse visivo sulla campagna. La zona notte presenta una copertura costruita con capriate e soffitti piani. La distribuzione degli ambienti privilegia la funzionalità con i locali di servizio che trovano posto sul retro della costruzione. La realizzazione nella finitura “chiavi in mano” ha richiesto 120 giorni di cantiere e l’edificio ha ottenuto la certificazione CasaClima in Classe A.

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Foto: Oliver Jaist

La tecnologia costruttiva prefabbricata in legno offre la massima libertà compositiva e l’impiego di differenti rivestimenti materici in facciata.

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Foto: Oliver Jaist Foto: Oliver Jaist

_struttura________

La struttura della casa è sviluppata su un solo piano fuori terra. La parte di sinistra, che ospita zona notte e servizi, ha una copertura a capriate reticolari con elementi connessi da piastre punzonate che poggiano sulle pareti perimetrali e su quella di spina tra i due blocchi; la coibentazione della copertura è posizionata orizzontalmente, interposta fra i correnti inferiori delle capriate e sopra i correnti stessi, per un totale di 30 cm di lana di roccia. La parte destra dell’edificio, con copertura tradizionale a vista, costruita con trave di colmo e arcarecci, è stata risolta suddividendo la trave di colmo in due parti: all’altezza del grande serramento c’è un pilastro in acciaio su cui poggia la copertura del living; con una lama interna, è stata creata la connessione alla trave di colmo della copertura del portico, la quale termina e poggia su due travi inclinate e ribassate che formano un telaio rigido con connessione a momento. Per controventare questa struttura due pilastri in legno poggiano a terra, coibentati e intonacati.

La grande apertura della parete della loggia è stata realizzata facendo uscire una trave di banchina da sopra la parete del living poggiandola sul setto che fa da spigolo al portico e su cui poggia tutta la copertura.

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Prospetto ovest Prospetto sud Sezione C-C Sezione A-A Sezione B-B

La prospettiva creata tra la vetrata e il frontespizio del portico crea un asse visivo ancor più profondo sulla campagna.

_due parole con il costruttore________

Wolf Haus Italia fa parte del gruppo Internazionale Wolf System, fondato nel 1962 in Austria. Il gruppo, che oggi conta 30 sedi in tutto il mondo, è specializzato nella realizzazione di edifici prefabbricati in legno con certificazione antisismica e ad alto risparmio energetico.

Il cliente ha richiesto la certificazione CasaClima: come è nata questa necessità?

Molti nostri clienti richiedono una certificazione, talvolta per documentare il valore dell’immobile e le sue caratteristiche energetiche, tanto che a oggi siamo il costruttore con il maggior numero di unità abitative certificate CasaClima A (fonte: dati CasaClima). Qualora i progettisti e il cliente lo richiedano, siamo organizzati per fornire tutta la documentazione necessaria per supportare il certificatore. Registriamo una crescente sensibilità da parte dei nuovi clienti nel richiedere una casa con elevate prestazioni energetiche, apprezzando subito il nostro protocollo costruttivo aziendale Wolf Haus Energia Più.

Quali scelte impiantistiche sono state fatte per questa abitazione e come si è arrivati a tale scelta?

Questa casa è stata consegnata nel livello di finitura chiavi in mano ed è una Wolf Haus Energia Più Air, costruita per produrre più energia di quella che consuma per il fabbisogno energetico primario, su base annua. L’impianto di riscaldamento e raffrescamento è del tipo a pompa di calore aria-aria, scelto in virtù dell’ottimale orientamento, ombreggiamento della grande vetrata, distribuzione delle aperture, e vista la stratigrafia proposta da Wolf Haus in relazione alla zona climatica. I 5 kW di fotovoltaico installati sul tetto forniscono l’energia necessaria a coprire il fabbisogno energetico annuo per riscaldamento, raffrescamento, deumidificazione e acqua calda sanitaria. Il dimensionamento secondo protocollo Wolf Haus Energia Più è ottenuto grazie a monitoraggi attivi che l’azienda ha realizzato dal 2011 a oggi su una serie di edifici Wolf Haus costruiti nel tempo in tutte le fasce climatiche italiane. Il protocollo viene applicato su tutti gli edifici realizzati chiavi in mano e le case costruite con questo standard sono già 1.052.

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Foto: Oliver Jaist

_due parole con i progettisti________

Casa Ruralia è stata realizzata partendo da un’idea progettuale di MARGSTUDIO di Annalisa Grasselli e Matteo Rota, con studio a Milano, le cui principali attività rientrano nell’edilizia privata, interior design e allestimenti ho.re.ca.

L’idea di realizzare questa casa in legno è stata vostra o del committente? E quali sono i principali elementi che emergono confrontando l’edilizia in muratura e quella in legno, nella vostra esperienza di tecnici?

La scelta è stata del cliente, da subito deciso alla realizzazione in legno; si è mostrato molto attento alla questione ecologica, dato il contesto in cui si trova l’abitazione, e la scelta è stata da noi condivisa anche rispetto al valore aggiunto del comfort abitativo che una casa in legno riesce a garantire.

La costruzione in legno, inoltre, ha il vantaggio di essere molto veloce nella realizzazione e di utilizzare degli accorgimenti tecnici molto prestanti rispetto alle caratteristiche di coibentazione termica e acustica. Una particolare differenza è data anche dal fatto che la costruzione in legno richiede un grande lavoro di progettazione esecutiva nei minimi particolari fino al dettaglio esecutivo, definendo il progetto al 100% prima della fabbricazione; questo lavoro di definizione è stato un compendio di sinergie tra noi e lo studio tecnico di Wolf Haus e questo aspetto ci ha entusiasmati.

Casa Ruralia è stata certificata CasaClima A. Come è nata questa esigenza?

Alla luce della qualità delle stratigrafie e dell’impiantistica eravamo certi di raggiungere un alto riconoscimento energetico CasaClima. Abbiamo ritenuto che questa certificazione potesse aumentare il valore percepito dal cliente rispetto all’investimento e lo abbiamo supportato, insieme a Wolf Haus, nella produzione della documentazione necessaria al certificatore. Per noi come studio è stata una bella soddisfazione e un attestato di qualità per il lavoro svolto.

La parete vetrata garantisce generosa illuminazione naturale, mentre la profondità e l’orientamento del porticato proteggono dall’irraggiamento diretto.

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Foto: Oliver Jaist

Copertura dall’esterno

- tegole in laterocemento

- listelli + controlistelli (40+60 mm)

- guaina impermeabile

- tavolato grezzo (23 mm)

- corrente superiore (160 mm)

- lana minerale (100 mm)

- corrente inferiore con lana minerale interposta (entrambi 200 mm)

- barriera vapore

- listellatura e cartongesso

1 canale di gronda rivestito con guaina in PVC

2 corrente superiore (60x160 mm)

3 corrente inferiore (60x200 mm)

4 cappotto esterno (80mm) con intonaco

Copertura dall’esterno

- tegole in laterocemento

- listelli + controlistelli (40+60 mm)

- guaina impermeabile

- fibra di legno (22+200 mm)

- freno vapore

- tavolato a vista (19 mm)

- travetti a vista (100x240 mm)

1 canale di gronda rivestito con guaina in PVC

2 tavolato a vista (19 mm)

3 travetti a vista (100x240 mm)

4 cappotto esterno (80 mm) con intonaco

5 intercapedine per passaggio impianti, isolata con fibra di legno

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Foto: Oliver Jaist
16,16° 27,52° 16,16° 27,52° 1 1 2 3 5 2 3 4 4

Fase di posa delle pareti perimetrali e orditura del tetto a vista del living.

Posa delle capriate della zona notte. Struttura del tetto del portico e installazione del serramento. Diverse soluzioni di copertura nella stessa abitazione.

Tetto a vista del living: isolamento esterno e finitura interna.

Manto di copertura e canale di gronda in contropendenza, rivestito in pvc.

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Villa MB

Bassano del Grappa

gherardiarchitetti
©
Foto:
Marco Zanta
progetti legnoarchitettura_45 26 Vista dell’ingresso sul lato est con a destra il volume in legno dell’abitazione.
Foto: © Marco Zanta Foto: © Marco Zanta
Scorcio della facciata sud.

Ubicazione: Bassano del Grappa (VI)

Progetto architettonico: arch. Edoardo Gherardi – gherardiarchitetti, Castelfranco Veneto (TV)

Team di progetto: arch. Stefania

Albanese, arch. Nicola Frigo

Progetto: aprile 2013 – maggio 2013

Lavori: giugno 2013 – maggio 2018

Superficie coperta: 800 m2

Un’architettura duale

Un’estrema pulizia formale caratterizza questa residenza su due piani che riprende la forma archetipica della casa, ispirandosi all’opera ascetica ed essenziale dell’artista svedese, ma di adozione veneta, Mats Bergquist. Due padiglioni in calcestruzzo, divisi da una lama d’acqua, che accolgono uno l’abitazione di rappresentanza l’altro la dependance e l’autorimessa, completano la casa, collocata ai piedi delle Prealpi Venete in una pregevole area collinare, dove il piano di lottizzazione prevede la realizzazione di edifici prestigiosi, ecocompatibili ed energeticamente efficienti. Il progetto, sviluppato fin nei minimi dettagli, racconta dunque un’architettura duale, che racchiude da un lato il corpo più domestico della casa (in legno) e dall’altro lo spazio di rappresentanza identificato dal volume con copertura-giardino. L’elemento naturale entra nell’edificio sin dall’ingresso, segnato da un patio con un’importante alberatura, e prosegue fino al tetto, dove si trasforma in orto privato con essenze profumate e aromi per la cucina.

Per i due fabbricati sono state scelte due tecnologie costruttive differenti al fine di esaltare le caratteristiche dei due materiali che le contraddistinguono, ovvero legno e calcestruzzo. Il corpo a due piani è stato realizzato in pannelli X-lam a strati incrociati, assemblati con chiodi e protetti da una pelle di listelli di Accoya® che, certificati FSC/PEFC, assicurano una elevatissima durabilità dell’involucro, nascondendo al contempo i brise-soleil; sui lati corti ampie vetrate si aprono a nord verso i colli e a sud sull’ampio terrazzo giardino. Setti e solette di calcestruzzo per i due padiglioni a un solo livello e con copertura piana la quale cela da una parte l’impianto fotovoltaico e dall’altra il grande orto giardino con un ampio terrazzo coperto da una vela. A completare l’involucro i serramenti in legno con rivestimento in alluminio anodizzato sul lato esterno e doppia vetrocamera.

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L’ampio terrazzo giardino, in parte destinato anche a orto. Foto: © Marco Zanta

Pianta piano terra

Pianta primo piano

Sezione trasversale

Sezione longitudinale

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Prospetto nord Prospetto sud

Vista da nord dell’abitazione in legno, le vetrate consentono di ammirare dall’interno gli scorci montani.

Una parte del terrazzo giardino rivolta a sud è riservata alla coltivazione delle aromatiche, usate poi in cucina.

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Foto: © Marco Zanta Foto: © Marco Zanta

_due parole con il progettista________

Edoardo Gherardi, laureato allo IUAV di Venezia, ha fondato Gherardiarchitetti nel 2000 a Treviso e Castelfranco Veneto (Italia). Vincitore di numerosi premi, è art director di diverse aziende nel mondo del mobile. L’ufficio opera in molti settori: urbanistica, progettazione architettonica, interior, design del prodotto e navale. Ha curato l’allestimento di mostre d’arte in Italia e attualmente è impegnato in numerosi progetti in Svizzera, Medio ed Estremo Oriente e nel resto del mondo. La molteplicità dei progetti è seguita con lo stesso approccio: attenzione ai dettagli, qualità ambientale, qualità architettonica, a partire dalle forme del paesaggio, dalla storia e dalle pratiche sociali.

Per quale ragione è stato scelto un sistema massiccio in legno per questa abitazione?

Innanzitutto per la velocità di realizzazione. Il progetto consiste, infatti, di una casa unifamiliare composta da due unità abitative. L’edificio in legno doveva essere terminato per primo, per rispondere a una necessità della committenza. In questo caso forma architettonica, tecnologia costruttiva ed esigenze abitative sono convogliate nella stessa direzione e nella scelta di tale soluzione. In secondo luogo si è optato per il legno per le prestazioni termiche del materiale e il comfort abitativo.

Quali impianti sono stati scelti e installati nell’edificio?

Pompe di calore acqua-acqua sfruttano la geotermia e un impianto di ventilazione meccanica con recupero di calore garantisce un importante risparmio energetico; ai pannelli radianti a soffitto sono demandati sia il riscaldamento sia il raffrescamento mediante grandi superfici di scambio termico. L’impianto domotico KNX gestisce in modo integrato ogni singolo sistema della casa, dal controllo accessi all’impianto meccanico, dalla videosorveglianza all’illuminazione.

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Foto: © Marco Zanta
Il corridoio del reparto notte e la scala rivestita in moquette.
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Particolare del rivestimento in Accoya® di uno dei due padiglioni in calcestruzzo. Vista da ovest. Foto: © Marco Zanta Foto: © Marco Zanta

Dettaglio della sezione trasversale con focus sul nodo di copertura (A) e sul nodo delle fondazioni (B).

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Particolare del rivestimento in doghe verticali del volume in X-lam.
A B
Foto: © Marco Zanta
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Alcune immagini della realizzazione del fabbricato in legno con struttura in pannelli X-lam. Foto di cantiere: ®gherardiarchitetti

Villa Luz

Chiaramonte Gulfi

Giovanni Gatto
Alessia Mare
Foto:

Colori, materiali e differenti texture favoriscono l’inserimento della casa nell’ambiente naturale.

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Vista della villa da sud ovest. Foto: Alessia Mare Foto: Giovanni Gatto

Ubicazione: Chiaramonte Gulfi (RG)

Progetto architettonico: arch. Giovanni

Gatto, Ragusa

Strutture: ing. Simon Bruno Keller, Bolzano; ing. Rosario Cappello, Chiaramonte Gulfi (RG)

Direttore dei lavori: arch. Giovanni Gatto

Appaltatore struttura legno e impianti: Wolf Haus, Campo di Trens (BZ)

Lavori: 2018-2021

Superficie verde: 10.000 m2 (lotto) + 159 m2 (tetto)

Superficie utile: 130 m2

Legno mediterraneo

Un’area di grande valore paesaggistico immersa nella pineta del comune di Chiaramonte Gulfi; un ambiente incontaminato costituito da muri a secco e da specie vegetali autoctone di innumerevoli tipi; una zona che, per la posizione altimetrica, gode di pregevoli viste sulla pineta, sul centro storico della cittadina ragusana e sul mare del Golfo di Gela. Questo è il contesto che accoglie Villa Luz, un’abitazione dallo spirito contemporaneo e dall’anima ecologica che ha sostituito un immobile, ormai ridotto a rudere, di scarsa qualità architettonica e tecnologica. Il nuovo corpo di fabbrica, realizzato in bioedilizia, riqualifica dunque il lotto, senza consumare nuovo terreno, inserendosi nell’ambiente naturale e sfruttando la medesima cubatura dell’edificio preesistente demolito. La dimora compositivamente è costituita da due volumi distinti posti a quote diverse, così da assecondare l’andamento in pendenza del terreno e da non alterare l’orografia del luogo; i due blocchi ospitano uno la zona notte e l’altro l’area giorno.

L’edificio, realizzato con struttura in legno a telaio su una platea in calcestruzzo armato, presenta un tetto giardino, doghe di larice come rivestimento esterno affiancate da parti in pietra e muri a secco, elementi che esaltano costantemente la vocazione paesaggistica e naturalistica del luogo e che configurano un intervento che si contraddistingue per organicità con l’ambito circostante al fine di non creare alcun impatto ambientale. Per una migliore integrazione, la copertura è stata attrezzata per ospitare la piantumazione di essenze arboree, scelta che inoltre aumenta la prestazione termico dell’involucro. Anche all’interno il legno è ampiamente utilizzato, come ad esempio per gli oscuranti dogati che chiudono completamente la zona notte, la quale diventa in tal maniera un puro volume ligneo. Tutte le aperture vetrate sono state progettate per privilegiare le viste sul panorama del mare di Gela, della città di Chiaramonte Gulfi e della pineta. Una grande terrazza consente di godere gli spazi all’aperto, grazie anche all’affaccio sulla piscina che si innesta nel contesto seguendo a sfioro il terrazzamento esistente.

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Da sud ovest si riconoscono i due volumi principali della casa con i differenti rivestimenti e i tetti giardino. Un elemento vetrato segna il passaggio dalla zona giorno a quella notte. Foto: Roberto Strano

Il corpo di fabbrica della zona notte, rivestito con doghe di larice a giunto aperto, si chiude grazie agli oscuranti, diventando un unico volume di legno. Dalla casa, si godono impagabili viste sulla cittadina e su tutta la pianura fino al mare.

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Foto: Roberto Strano Foto: Roberto Strano

Le piante e i prospetti mostrano come l’impianto planimetrico e altimetrico della casa segue l’orografia del terreno e del lotto in cui si colloca. L’abitazione si inserisce con linee pure e forme geometriche chiare nell’ambiente naturale caratterrizzato dalla macchia mediterranea.

Sezione 7

Sezione 6

Sezione 4

Sezione 9

Sezione 8

Sezione 5

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N N N 4 7 5 4 4 Pianta piano terra 4 8 7 6 5 4 9 8 9 5 6 7 Pianta piano seminterrato N N N 4 7 5 4 4 7 4 8 7 6 5 4 9 8 9 5 6 7 N N N 4 7 5 4 4 7 N N N 7 5 6 7 5 5 6 7 Pianta copertura 4 8 7 6 5 4 9 8 9 5 6 7

In alto, l’area living completamente aperta verso la montagna.

La zona pranzo; la scelta di colori chiari per il mobilio enfatizza la luce naturale proveniente dalla finestra a tutta altezza e dal corpo scala vetrato.

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Foto: Rosario Calabrese Foto: Roberto Strano

_due parole con il progettista________

L’architetto Giovanni Gatto opera dal 2011 nella provincia di Ragusa progettando interventi su spazi pubblici, restauro e riuso di monumenti vincolati ed edifici in bioedilizia sul cui tema sta incentrando la sua ricerca. All’attività professionale affianca l’esperienza didattica, in qualità di Cultore della Materia, collaborando dal 2007 ai laboratori di restauro e riuso dei monumenti presso la Facoltà di Architettura di Palermo e dal 2019 al laboratorio di progettazione architettonica presso la Facoltà di Architettura dell’Università Kore di Enna. Ha scritto diversi articoli per riviste scientifiche, i suoi progetti sono pubblicati su varie riviste e presentati in conferenze ed eventi di architettura.

Come si inserisce il progetto di Villa Luz in un contesto così delicato dal punto di vista ambientale?

Villa Luz sorge in un luogo di grande qualità naturalistica e paesaggistica. L’edificio è immerso nella pineta di Chiaramonte Gulfi, un’area incontaminata che rappresenta un polmone verde ricco di una grande varietà di essenze arboree ed è stato pensato per integrarsi in questo contesto naturale. L’obiettivo del progetto è stato quello di realizzare un corpo di fabbrica in bioedilizia organico con il luogo e l’utilizzo delle doghe in legno di larice come rivestimento negli esterni, gli elementi in pietra locale e la copertura verde fanno sì che l’edificio sia perfettamente integrato nell’ambiente.

Le viste sull’esterno in Villa Luz sono estremamente importanti...

Villa Luz gode di una vista panoramica privilegiata, motivo per cui le aperture sono state pensate in modo da inquadrare il paesaggio circostante. Nella zona living e nelle camere da letto sono presenti ampie vetrate che consentono di ammirare da un lato l’alba e la montagna caratterizzata dalla pineta, mentre dall’altro, tramite il cannocchiale, il mare e il tramonto verso la vallata e il Golfo di Gela. Anche dal corpo scala interamente in cristallo, che raccorda i due corpi principali dell’edificio, è possibile ammirare durante l’attraversamento sia il cielo che la vicina città di Chiaramonte Gulfi e la pineta, visibili anche dalle aperture sul lato sud-ovest.

La piscina sul lato ovest della casa con vista su Chiaramonte Gulfi, la pineta e il mare all’orizzonte.

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Foto:
Rosario Calabrese

Realizzazione dell’open space della zona giorno con le grandi aperture a tutta altezza con affaccio a nord ovest e nord est che incorniciano il panorama sulla montagna e sulla vegetazione della pineta. Nello spazio del controsoffitto sono alloggiate le condutture degli impianti.

Sezioni longitudinale e trasversale. In colore marrone è indicata la struttura in legno dell’involucro innalzata su un basamento in c.a.

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Foto: Giovanni Gatto Foto: Giovanni Gatto

A sinistra il basamento in calcestruzzo armato durante la nevicata invernale; a destra, posa dei pannelli prefabbricati a telaio delle pareti.

Installazione delle pareti e del telo nero sotto il rivestimento in doghe di larice, posate successivamente a giunto aperto.

A sinistra uno dei due corpi in legno con affaccio a nord ovest e sud ovest; a destra la parete isolata con fibra di legno e rivolta verso la cittadina di Chiaramonte Gulfi, la cui vista è incorniciata dalla lunga finestra a nastro.

Una delle travi in lamellare con l’elemento in acciaio per l’aggancio alla struttura in elevazione; a fianco la posa di uno dei pannelli della copertura e l’assito di chiusura della stessa.

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Foto: Giovanni Gatto
Foto: Alessandra Chemollo

Federico Mentil

Casa Astori

Collina

Nuovo e vecchio, uno accanto all’altro nel rispetto dell’architettura vernacolare; il rivestimento in legno è il trait d’union tra il passato e il presente. La grande finestra con l’alcova ricavata nella nicchia si affaccia sulla terrazza.

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La casa con alle spalle il Monte Coglians. Sul basamento massivo, si innalza leggera la struttura in legno dello spazio abitativo. Foto: Alessandra Chemollo Foto: Alessandra Chemollo

Ubicazione: Collina, Forni Avoltri (UD)

Progetto architettonico: arch. Federico Mentil, Venezia

Lavori: 2015 – 2018

Lo scrigno del cuore

Un piccolo borgo tra i monti friulani in una valle stretta, dove le linee schiette della pietra delle montagne rivivono nell’architettura tipica del luogo. Nel punto più alto di quella valle, quasi a incontrare il Monte Coglians, la vetta più alta tra le Alpi Carniche, si trova una piccola casa che è stata recuperata dall’architetto Federico Mentil per la committente, che voleva un’abitazione in cui proteggere e conservare i propri ricordi.

Già dall’esterno l’edificio mostra la sua anima con il basamento in pietra ruvido e massiccio e con la parte superiore in legno pulita e leggera; entrando, si accede a un piano terra che, luogo di transito e di deposito e spazio di passaggio tra dentro e fuori, si presenta scabro, dai muri irregolari e poco rifiniti, con l’impianto elettrico a vista e i soffitti tamponati mediante un pannello di legno di pino, materiale usato anche per le porti scorrevoli che si sovrappongono alla luce dei fori. Sembra quasi che in questa parte dell’involucro non sia stato effettuato nessun intervento, anche se l’intento è stato quello di preservare e conservare il più possibile le preesistenze. Salendo, si giunge al primo livello che è stato svuotato dai muri divisori, così da creare un grande spazio in cui un nuovo soppalco sospeso, oggi destinato alla zona notte, porta alla memoria l’antica funzione del sottotetto, usato un tempo per immagazzinare le derrate alimentari durante l’inverno. È questo uno scrigno di legno accogliente, dalle linee limpide e chiare, che si contrappone alla solidità del basamento e che, con la sua leggerezza e le sue aperture, racconta il collegamento con il paesaggio esterno e, soprattutto, il rapporto che si instaura tra persone affini.

Incorniciando la vista sul borgo, un’unica grande vetrata si affaccia sulla terrazza esterna, mentre altre aperture mostrano tetti, boschi e montagne. Tra tutte queste, spicca una finestra che, scavata nella scala in legno, incontra l’imponente bellezza del monte che chiude la valle. È un luogo speciale, una nicchia caratterizzata, dal colore blu; blu cobalto come il cielo sopra il Monte Coglians, che il compagno della committente, andatosene troppo presto per una grave malattia, amava guardare.

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L’ampia apertura vetrata e l’alcova guardano sui tetti e sui boschi della valle, dando vita a un piccolo spazio in cui potersi rilassare, leggere o semplicemente godere del paesaggio. Foto: Alessandra Chemollo

L’ingresso dell’abitazione dal basamento; la ruvidezza dei muri si contrappone alla planarità degli elementi in legno di pino del soffitto e delle porte scorrevoli.

La scala porta al primo livello della casa. Legno e intonaco formano un felice connubio, sottolineato dalle aperture vetrate e dall’illuminazione artificiale che formano giochi di luce differenti sulle superfici.

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Foto: Alessandra Chemollo Foto: Alessandra Chemollo

_struttura________

Dopo la ristrutturazione, l’edificio ha conservato i suoi caratteri tipologici che derivano principalmente dalla tradizione locale. Si è, infatti, realizzata una “selezione” degli elementi costruttivi attribuendo a ognuno di essi un ordine di intervento in relazione alla possibilità di recupero/conservazione o sostituzione. Le scelte non sono state effettuate considerando solamente le preesistenze come dato imprescindibile, ma attuando in senso pratico una valutazione economica rapportando costi e benefici. Così, la copertura in legno è stata ricostruita con lo stesso principio costruttivo e integrata con un pacchetto isolante in lana di roccia, senza che dall’esterno si percepisca la sua presenza, preservando le proporzioni della linea di gronda del volume ante-trasformazione. Il manto di copertura è in lamiera di zinco titanio, che nel tempo ha assunto una interessante cromia, donando al volume un forte senso di leggerezza. I muri di elevazione in pietra sono stati rinforzati con una struttura rete-betoncino che culmina allo spicco del tetto con un cordolo in cemento armato. I solai, costruiti in materiale di riempimento sostenuti da volte, sono stati conservati così come gli orizzontamenti in legno. La coibentazione interna è stata realizzata in lana di roccia successivamente placcata da una barriera al vapore in pannelli di OSB e finitura in tavolato di legno di abete non trattato. Il rivestimento finale, la pelle dello spazio interno, è anche uno spazio tecnico per il passaggio degli impianti.

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Prospetto laterale Prospetto frontale Primo piano Piano terra Soppalco

L’interno dell’abitazione, completamente rivestita dal legno che, con il suo calore, rende accogliente la zona giorno e l’area del soppalco.

_due parole con il progettista________

Federico Mentil si laurea a Venezia con Bernard Huet e Francesco Venezia e qui fonda il proprio studio nel 1998 con Gaetano Ceschia, occupandosi di progettazione multiscalare e utilizzando un approccio rigoroso ma gioioso nella convinzione che in ogni progetto risieda una ricchezza intrinseca che prescinde dalla dimensione. L’ascolto del committente diventa materiale di lavoro irrinunciabile affinché la realizzazione sia il risultato di un processo condiviso, un percorso di crescita, sia professionale che umana. Lo studio ha partecipato a diversi concorsi nazionali e internazionali di progettazione conseguendo premi e menzioni; nel 2019, Federico Mentil ha vinto il premio Marcello D’Olivo. Dal 2018 lo studio è condotto da Federico Mentil.

Vorremo chiederle una definizione del materiale “legno”, che ha utilizzato in diversi progetti. Nell’ambito in cui opero, è un mezzo per confermare la validità di modelli costruttivi del passato che definiscono l’identità dei luoghi. Nel contesto dell’architettura contemporanea il suo uso attiva un processo di riconoscibilità della tradizione a prescindere dalla forma che gli edifici contemporanei propongono. La stessa considerazione potrebbe essere estesa ad altri materiali da costruzione che caratterizzano luoghi geografici specifici, anche lontani dall’ambito alpino. Tradizione non significa ripetere i modelli del passato, ma adattare questi alle esigenze economiche, costruttive e della vita contemporanea.

Il legno, a sua parere, deve essere considerato solo un “materiale montano”?

Dipende da come questo si rapporta con il “genius loci” che è così ben spiegato da Christian Norberg-Schulz. La risposta a questa domanda si ricollega facilmente alla precedente, anche se viviamo nell’epoca dei consumi e forse l’appello alla teoria di Schulz non ha più senso, … e in parte, questo lo accetto anche. Nonostante ciò, quando mi succede di guardare un’architettura, una quota parte del giudizio che mi deriva da essa è quanto il materiale trova assonanza rispetto a uno specifico luogo, al fine di ricercar la misura capace di rendere coerente l’espressione della costruzione.

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Foto: Alessandra Chemollo

Uno scorcio della zona living, con la stufa di colore rosso che diventa fulcro dell’area giorno. Sulla destra, la grande finestra con la nicchia in cui potersi distendere e guardare verso la valle e la porta di accesso alla terrazza.

La parete attrezzata della cucina spicca per il suo colore scuro, ripreso dal piano del tavolo e della panca e dal rivestimento della canna fumaria. Il soppalco sospeso rende l’area più intima e raccolta.

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Foto: Alessandra Chemollo Foto: Alessandra Chemollo

Le due viste opposte del soppalco fanno comprendere la dimensione degli spazi e la loro suddivisione a seconda delle funzioni.

Sezione trasversale

Sezione longitudinale

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Foto: Alessandra Chemollo Foto: Alessandra Chemollo

Il vano della finestra che guarda verso il Monte Coglians; il colore blu cobalto sottolinea questo speciale punto della casa.

La committente, Giovanna Astori, aveva domandato all’architetto di poter dipingere di blu la porta di ingresso, intervento non possibile in un ambito montano dove questi colori non sono tipici. Solo a lavori quasi conclusi, Giovanna spiegò il motivo della sua richiesta al progettista: il blu richiamava il cielo sopra la montagna tanto amata dal compagno scomparso. L’architetto decise dunque di sottolineare questa nicchia con quel colore, creando quasi un confine emotivo tra dentro e fuori, tra quello che non c’è più e quello che si conserva nel cuore, il segno del passaggio di un’anima bella che si fermava a guardare la montagna dei camosci.

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Foto: Alessandra Chemollo Foto: Alessandra Chemollo

Il Roccolo Abitato Clusone

Edoardo Milesi & Archos
Foto: Cristian Carrara

Il fronte nord. Legno, metallo, aperture vetrate dalle forme differenti e volumi aggettanti contraddistinguono gli affacci del Roccolo.

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Foto: Ezio Manciucca

Ubicazione: Clusone (BG)

Progetto architettonico: Edoardo Milesi & Archos, Albino (BG)

Team progetto:arch. Edoardo Milesi con ing. Paolo Abbadini, arch. Giulia Anna

Milesi, Davide Fagiani

Strutture in c.a.: ing. Sebastiano Moioli –Studio Moioli

Strutture in legno: ing. Francesco Rota

Direttore dei lavori: arch. Edoardo

Milesi – Archos S.r.l.

Indagine geologica: dott. geol. Amadio

Poloni

Coordinamento per la sicurezza: ing. Roberto Belotti – Archos S.r.l.

Impianti: ing. Alessandro Nani –

Studio Nani

Certificazione energetica: ing. Nicola

Balini

Appaltatore struttura legno: Marlegno

S.r.l.

Lavori: giugno 2016 – dicembre 2017

Superficie verde: 8.600 m2

Superficie utile: 246 m2

Semplicemente essenziale

Reinterpretare in chiave contemporanea un’architettura tipica del paesaggio lombardo è certamente possibile e questo progetto ne è la dimostrazione tangibile. L’edificio, infatti, rilegge la struttura del roccolo – detto anche brescianella o uccellanda – che veniva allestita nel Nord e Centro Italia su crinali, dossi o lungo i valichi alpini a fini di uccellagione, trasformandola in una casa vacanze; casa che mantiene l’impostazione spaziale al centro di un impianto arboreo, ma spostata a pochi metri di distanza dal fabbricato preesistente, non recuperabile strutturalmente. Il progetto ripristina dunque le caratteristiche fisiognomiche del roccolo con una pianta stretta che si sviluppa su più piani e con affacci dalla discontinuità morfologica, costituiti da piccoli volumi accorpati e aggettanti e tamponati da materiali diversi: acciaio corten per la parte strutturale, legno di larice lasciato all’ossidazione naturale – il legno è impiegato anche per la struttura portante – e lamiera in zinco-titanio opaco e pre-ossidato. Per ricercare coni visivi sempre diversi e un contatto diretto con la natura, i fronti presentano bucature differenti ai vari livelli e a seconda del tipo di materiale con il quale sono stati realizzati, quali fessure orizzontali su quelli in legno, piccole aperture quadrate sui pannelli in corten, in parte vetrate e in parte chiuse da tasselli/tutori in legno per rampicanti, e riquadri vetrati sulle pareti rivestite in zinco-titanio. Tutte le parti trasparenti sono opportunamente arretrate e schermate, così da evitare abbagliamenti e riflessioni nel paesaggio, e gli infissi sono tutti posizionati sul filo interno delle murature perimetrali con telaio a scomparsa, anche per facilitare la nidificazione degli uccelli in questi spazi. Il manto di copertura, anch’esso in zinco-titanio opaco e preossidato, è montato su una struttura in legno di larice naturale.

In futuro l’edificio sarà ricoperto da specie vegetali rampicanti in un’operazione che non è semplicemente mimetica, bensì una raffinata integrazione tra il roccolo e il territorio circostante, costituito non solo dalle zone boscate semi-spontanee, ma anche da aree agricole e urbanizzate, in modo da non destare sospetti negli uccelli di passaggio, ormai abituati alla discontinuità del paesaggio.

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Le superfici chiare e la luce dalle finestrelle quadrate, pensate per accogliere anche i nidi degli uccelli, rischiarano l’ambiente interno, quasi contrapponendosi alle finiture esterne più scure, scelte per mimetizzarsi meglio nell’ambiente naturale. Foto: Ezio Manciucca

Anche a est il prospetto presenta finiture differenti, parti opache e trasparenti si alternano a dar movimento alla alta facciata. I tasselli/tutori in legno fungeranno da appoggio per i nidi e per le piante rampicanti, già messe a dimora, che con il tempo avvolgeranno il roccolo.

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Foto: Ezio Manciucca

_struttura________

Fatta eccezione per il piano interrato, realizzato in calcestruzzo armato, le parti strutturali sono state costruite con tecnologia a secco in pannelli di legno X-lam che ha consentito di velocizzare la costruzione dell’edificio e di limitare i prodotti di scarto e i materiali di risulta delle demolizioni, con una sostanziale riduzione dell’impatto ambientale. La scelta della struttura a secco in legno è stata dettata anche dalle prestazioni che essa offre, ovvero: migliore trasmittanza termica rispetto a pareti tradizionali, a parità di spessore; migliore prestazione estiva della parete così da non incorrere in fenomeni di surriscaldamento degli ambienti; ottimo e performante comfort acustico; proprietà antisismiche: si deforma ma non si rompe; migliore tenuta all’aria dell’involucro esterno; riciclabilità e disassemblabilità.

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Prospetto est Prospetto nord Pianta primo piano Prospetto ovest Prospetto sud Pianta piano terra

_impianti tecnologici______

Concepita con elevati standard per il mantenimento del comfort termoigrometrico e per il risparmio energetico, l’impiantistica è conforme alla normativa sul risparmio energetico (DGR 8745). Il riscaldamento e la produzione dell’ACS avvengono mediante una caldaia GPL a condensazione, integrata con fonti rinnovabili, come ad esempio i moduli fotovoltaici installati in copertura. La distribuzione del calore avviene con pannelli radianti a pavimento e termostati ambiente sono presenti in ogni locale. Le acque nere e grigie sono convogliate nella fossa settica per la raccolta e la sedimentazione, mentre i reflui uscenti sono inviati all’impianto di subirrigazione; le acque meteoriche sono raccolte in un pozzo perdente e disperse nel terreno.

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L’area relax all’ultimo piano del Roccolo; le vetrate di varia forma e dimensione mettono in contatto con la natura mediante scorci visivi e panoramici differenti. Foto: Ezio Manciucca

_due parole con il progettista________

Lo studio, fondato da Edoardo Milesi nel 1979, è orientato verso un profondo interesse paesistico, ambientale e sociale. Accoglie collaboratori – architetti, designer e grafici – in grado di garantire coerenza di metodo e di indirizzo, flessibilità nei più disparati ambiti progettuali e immediata riconoscibilità delle opere connotate da una costante ricerca. Si occupa di edilizia scolastica, restauri, progettazione di residenze private, di tutela paesistico ambientale, urbanistica e settore terziario avanzato. È presente nei dibattiti sull’architettura e cultura contemporanea, anche attraverso la rivista ArtApp, nata nel 2009, di cui Edoardo Milesi è direttore.

Come nasce il progetto del Roccolo abitato? Quanto il paesaggio ha influito sul progetto?

Il Roccolo è un luogo concepito per sfuggire alla vita in città, dove la natura completa l’opera avvolgendolo non solo con la vegetazione, ma anche con la fauna che abita gli alberi. Il progetto architettonico reinterpreta l’aspetto morfologico delle uccellande tradizionali, ingegnerizzandone la tipologia spontanea nell’assoluto rispetto del paesaggio che la circondava: un semicerchio di carpini in doppio filare con un corridoio centrale coperto dall’intreccio dei rami, che costituiva l’ossatura portante delle pareti e del tetto della struttura per la cattura degli uccelli. Allo stesso modo l’edificio, quello nuovo, invita l’edera ad arrampicarsi, i ghiri, gli uccelli e gli altri animali del bosco a fare i nidi nelle apposite bucature in facciata, dilatando dentro il senso di un intimo infinito. Ai miei clienti ho chiesto di realizzare una casa dove abitare con il bosco più che nel bosco. In piedi, seduti o da sdraiati nei vari ambienti ai piani si ha una percezione del paesaggio anche molto diversa. In alcuni punti sembra di precipitare tra gli alberi del bosco nei quali l’edificio è immerso; in altri, da sdraiati si vola nell’immensità della natura montana sprofondati in un rifugio protetto e confortevole. Questo è il ruolo del paesaggio nel Roccolo.

A sinistra la scala che dal piano terra sale sino all’ultimo livello.

A destra una delle camere da letto; nella scelta degli arredi si è cercato il più possibile un approccio essenziale e semplice che infonde calma e un senso di intimità.

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Foto: Ezio Manciucca Foto: Ezio Manciucca

Copertura a falda dall’esterno (A)

- manto in lamiera di zinco-titanio (7-10 mm) a doppia aggraffatura su rete antirumore

- tavolato grezzo (18-22 mm)

- camera di ventilazione (40 mm)

- membrana impermeabile traspirante

- pannelli in lana minerale (60+60+40 mm)

- freno vapore impermeabile

- solaio di copertura in X-lam (120-140 mm)

- supporti per contro soffitto (30 mm)

- controsoffitto (12,5 mm)

Parete terzo piano finitura in legno dall’esterno (B)

- rivestimento doghe di larice (20 mm) + listonatura esterna (25 mm)

- isolamento a cappotto in lana di roccia (140 mm)

- parete massiccia strutturale in X-lam (100 mm)

- vano impianti (50 mm) coibentato con lana di roccia (40 mm)

- doppio pannello in cartongesso (12,5+12,5 m)

1 guarnizione di tenuta

2 canale tondo in zinco-titanio (7-10 mm) e scossalina anteriore forata per ventilazione

3 travetti di gronda (120x160 mm)

Nodo serramento

1 guarnizioni/sigillature di tenuta

2 nastro di tenuta all’aria dell’involucro termico

3 coprifilo interno

4 nastro espandente e risvolti di telo impermeabile

5 serramento in larice triplo vetro

6 contro davanzale

7 telo impermeabile che risvolta dalla facciata ventilata e giuntato con nastro impermeabile e sigillante alla guarnizione del serramento

Parete piano terra finitura zinco-titanio dall’esterno (C)

- lastra in zinco-titanio (7-10 mm) + listonatura esterna (25 mm) + OSB (12,5 mm)

- isolamento a cappotto in lana di roccia (140 mm)

- parete massiccia strutturale in X-lam (163 mm)

- vano impianti (50 mm) coibentato con lana di roccia (40 mm)

- doppio pannello in cartongesso (12,5+12,5 m)

1 guaina in verticale a caldo

2 guaina risvoltante sulla trave radice

3 guarnizione di tenuta

4 dormiente in larice sagomato (120x163 mm)

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B A C 1 2 3 4 2 1 3 4 5 3 2 6 7 1 3 2

Dettagli della struttura in X-lam con le nastrature nelle connessioni tra i vari pannelli e tra i telai dei serramenti e la struttura lignea.

Posa delle vetrate con gli appositi nastri per la corretta tenuta all’aria dell’involucro e, a destra, particolare di una porta finestra e della sovrastruttura del controsoffitto.

A sinistra, isolamento acustico tra due elementi del solaio in X-lam e la trave in acciaio di supporto alla struttura portante. A destra, realizzazione delle contropareti.

Una vista dal basso della scala centrale metallica; nella foto accanto, oltre al dettaglio della scala, si notano le piastre forate che connettono pareti e solai in X-lam.

Foto di cantiere: Andrea Folignoli

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Lo Chalet Cavalese

ARTISTUDIO
Foto: © Jacopo Bernard
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L’ampia
vetrata sulla terrazza solarium a sud. Il sistema vetrato prosegue anche sul fronte est. Foto: © Jacopo Bernard Foto: © Jacopo Bernard

Ubicazione: Forcella di Bombasel, Cavalese (TN)

Progetto architettonico: arch.tti Giovanni Berti e Monica

Fondriest – ARTISTUDIO, Borgo d’Anaunia (TN)

Strutture: ing. Marco Sontacchi –Equipe Fiemme, Cavalese (TN)

Direttore dei lavori: arch. Giovanni Berti

Impianti: Studio Tecnico Vanzetta

Massimo, Panchià (TN); p.i. Massimo

Cerquettini, Panchià (TN)

Appaltatore struttura legno: Rasom Wood Technology Srl, Pozza di Fassa (TN)

Lavori: agosto 2018 – dicembre 2018

Superficie verde: 8.400 m2

Superficie utile: 730 m2

Alpin chic

Arrivando a Forcella di Bombasel, all’Alpe del Cermis, da qualche anno si ha la possibilità di sostare e fermarsi nel nuovo rifugio Lo Chalet che, con la sua struttura adagiata direttamente sulla pista Prafiorì, ospita un ristorante con 80 posti a sedere all’interno e quasi il doppio sulla terrazza esterna. Il progetto, curato da Artistudio di Borgo d’Anaunia (TN), ha dato vita a una struttura contemporanea, che rilegge la tradizione montana del rifugio secondo un’estetica moderna; l’apparente semplicità del corpo di fabbrica unico e l’essenzialità delle linee plasmano un volume dinamico in continuo dialogo con l’esterno grazie anche ai fronti sud ed est, completamente vetrati, che consentono una vista panoramica – dalle Pale di San Martino fino alla catena del Lagorai – dalle sale del ristorante collegando con chiarezza gli spazi interni con quelli esterni della terrazza solarium.

Formalmente il corpo edilizio presenta due livelli, uno seminterrato che ospita i locali di servizio e l’altro, a quota del terreno, che è realizzato in pannelli prefabbricati di legno e che accoglie nella sua pianta dalla forma irregolare l’area destinata alla ristorazione – la sala, il bar e la cucina – riparata da una grande copertura dalla sagoma tendenzialmente rettangolare. La diversa forma di pianta e copertura crea una sorta di movimento tra l’impronta dell’edificio e il limite del tetto generando degli spazi coperti all’esterno delle ampie vetrate. La copertura si contraddistingue per le 5 falde che si innestano in un unico punto di colmo centrale e che hanno pendenze contenute, a eccezione delle due falde rivolte a sud che realizzano un netto e riconoscibile dinamismo sia nei prospetti sia nella spazialità della sala ristorante. Gli affacci a mezzogiorno e levante, quasi completamente vetrati, mostrano il legno di larice come materiale di rivestimento per le porzioni opache, mentre i fronti nord e ovest – ciechi, se non per alcune aperture ridotte e senza sporti di gronda – presentano lo stesso rivestimento della copertura, ovvero lamiera d’alluminio di colore grigio zinco scuro. Anche all’interno l’alternanza del colore chiaro del legno e quello scuro delle finiture e degli arredi ricrea un’atmosfera elegante in totale armonia con i colori delle rocce, del bosco e della neve.

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La vista panoramica dall’interno del ristorante del rifugio. Foto: © Jacopo Bernard

La scelta degli arredi e delle finiture è stata studiata con cura per caratterizzare gli interni con un’atmosfera accogliente ed elegante.

Il legno, i tessuti e il mobilio di colore chiaro e scuro concorrono al raggiungimento di questo obiettivo.

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Foto: © Jacopo Bernard Foto: © Jacopo Bernard

_struttura________

La struttura al piano terra del rifugio è stata costruita interamente in legno, con pannelli prefabbricati in X-lam e travi e pilastri sia per le pareti sia per il tetto, mentre il livello seminterrato è realizzato in calcestruzzo armato. L’edificio è stato coibentato mediante un cappotto termoisolante in lana di roccia con sistema di facciata e copertura ventilata e si connota come un fabbricato a basso consumo energetico. I rivestimenti esterni sono sostanzialmente tre, ovvero: doghe orizzontali in legno di larice oliato naturale per le parti sfondate e il sottogronda dei prospetti sud ed est; lamiera di alluminio a doghe verticali di colore grigio zinco scuro per i prospetti ciechi nord e ovest (tale rivestimento è ripreso su tutta la superficie della copertura in lamiera d’alluminio aggraffata) e vetrate con sistema di facciata continua in legno-alluminio con profilo di facciata esterno in alluminio di colore nero e legno di larice interno sui fronti sud ed est. I serramenti apribili, inseriti all’interno del sistema di facciata continua, sono in legno di larice, come pure i serramenti delle altre finestre.

La terrazza solarium esterna ha pavimentazione in legno di larice oliato naturale, mentre il parapetto a ovest lungo la strada verso il laghetto richiama la tipologia tradizionale del parapetto in legno.

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seminterrato TERRAZZA SOLARIUM rivestimento a doghe orizzontali in legno di larice oliato naturale pilastro in legno di larice rivestito in lamiera d'alluminio LINEA TERRENO NATURALE sottogronda in legno di larice oliato naturale pavimentazione terrazza in legno di larice naturale copertura in lamiera d'alluminio aggra ata colore grigio zinco scuro rivestimento in lamiera d'alluminio a doghe verticali colore grigio zinco scuro parapetto in legno di larice sistema facciata continua legno di larice alluminio colore nero; serramenti all'interno della facciata in legno di larice +73.35 +73.80 +77.00 +77.00 +80.00 +82.72 +84.00 STRADA copertura in lamiera d'alluminio aggra ata colore grigio zinco scuro rivestimento in lamiera d'alluminio a doghe verticali colore grigio zinco scuro parapetto in legno di larice serramenti in legno di larice serramenti in legno di larice +71.00 +72.00 +73.00 +74.00 +75.00 +76.00 +77.00 +78.00 +79.00 +80.00 +81.00 LINEA TERRENO NATURALE +73.80 +75.68 +77.00 +77.00 +80.00 +80.50 +81.78 +84.00 Prospetto sud Pianta piano terra
Pianta piano

_due parole con i progettisti______

Artistudio, studio tecnico associato degli architetti Giovanni Berti e Monica Fondriest, ha sede a Borgo d’Anaunia (TN) in Valle di Non. Lo studio è specializzato nella progettazione architettonica di opere civili, private e pubbliche, di strutture ospedaliere e di edilizia sostenibile con strutture in legno. Il team di Artistudio è costituito da nove persone, con ruoli e qualifiche di specializzazione diverse.

Il vostro studio da molti anni progetta e costruisce edifici in legno di differenti destinazioni d’uso: qual è il valore aggiunto di questo materiale?

Nella logica della sostenibilità ambientale, il legno è un materiale naturale, rinnovabile e riutilizzabile, biocompatibile; consente un importante processo di innovazione nel mondo del costruire e dell’abitare, nelle soluzioni architettoniche ma anche nelle tecniche costruttive con i sistemi di prefabbricazione. Il legno aumenta la qualità dei processi e la velocità nella realizzazione in cantiere e risulta particolarmente adatto alla risposta sismica degli edifici.

Vista la vostra esperienza nel “settore edifici in legno”, quali consigli dareste a un vostro collega che si approccia per la prima volta a progettare una costruzione in legno?

Il consiglio è di conoscere il materiale e le sue potenzialità attraverso lo studio e le tante occasioni di formazione proposte dal mondo delle costruzioni in legno. È importante comprendere sia le performance per le caratteristiche strutturali, quindi i punti di forza, ma soprattutto capire i punti di debolezza, per ottimizzare le scelte, mirate alla maggiore durabilità degli edifici progettati. È fondamentale vivere direttamente, una volta definito il progetto, le attività di costruzione, sia in officina nella “prefabbricazione” sia in cantiere nella fase di montaggio.

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Le grandi vetrate e le finiture chiare consentono di illuminare naturalmente anche le aree più distanti, come ad esempio la zona bar. Foto: © Jacopo Bernard

La sala del ristorante con gli affacci quasi interamente vetrati a sud e a est dai quali si gode del panorama sulle montagne.

Dettaglio di una parte della vetrata a sud. Si nota il soffitto acustico necessario per garantire un ottimo comfort interno e lo sporto del tetto a riparo della facciata.

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Foto: © Jacopo Bernard Foto: © Jacopo Bernard

Copertura dall’esterno

- manto di copertura in lamiera colore grigio zinco e stuoia antirombo

- doppia guaina traspirante e impermeabile

- sporto di gronda in pannello X-lam (10 cm)

- doppio strato di lana di roccia (10+10 cm) tra listoni di legno di abete

- pannelli X-lam (10 cm) con nervatura superiore in listoni di legno di abete

- controsoffitto fonoassorbente in tavole in legno (16x3 cm), fibra minerale (2 cm), telo nero nastrato e listello di fissaggio per passaggio componenti impiantistici

1 pannello di rivestimento sottogronda in larice

2 telo nero di tenuta al vento completo di nastrature

3 pannello isolante in lana di roccia

4 sistema serramento a facciate continue in legno-alluminio

Parete dall’esterno

- rivestimento in doghe di larice (2,5 cm)

- sottostruttura per sistema di facciata (3 cm)

- telo nero di tenuta al vento completo di nastrature

- doppio strato di isolamento (10+6 cm)

- pannello portante in X-lam (10 cm)

- controparete interna isolata

Solaio terrazza solarium dall’estradosso

- pavimentazione esterna in doghe in larice naturale

- massetto comune per esterni

- foglio in PE

- isolamento in XPS battentato (10 cm)

- composito filtrante, drenante e protettivo

- guaina bituminosa impermeabilizzante spessore (0,4 cm)

- solaio

progetti legnoarchitettura_45 72 5 10 90 28 10 18 1.00 5 14 7.5 2.5 3 16 10 2.5 6 14 1 1 2 3 4

Fasi di posa della struttura in pannelli X-lam e in travi e pilastri di legno.

Ogni dettaglio è stato curato con attenzione, come ad esempio le precise nastrature nelle giunzioni tra i vari elementi lignei.

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Rifugio La Marmotta Sauze

d’Oulx

AB2R architetti
Foto: Agenzia Triplesense Reply Fotografo Massimiliano Sticca

L’affaccio a sud del Rifugio con pilastri a supporto dello sporto del tetto e le ampie vetrate.

Dettaglio del fronte sud; si notano l’alternanza di superfici opache e trasparenti e le “Candelabre” che accompagnano la discesa dell’acqua dalla struttura lignea.

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Foto: Agenzia Triplesense Reply Fotografo Massimiliano Sticca Foto: Agenzia Triplesense Reply Fotografo Massimiliano Sticca

Ubicazione: Sauze d’Oulx (TO)

Progetto architettonico: ing. Alessandro

Baccon, arch. Elena Rava, arch. Alvaro

Baccon – AB2ER Architetti, Torino

Strutture in c.a.: ing. Sergio Vighetto, Buttigliera Alta (TO)

Strutture in legno: ing. Marco Trucano, Torino

Direzione dei lavori: ing. Alessandro

Baccon, arch. Elena Rava, arch. Alvaro

Baccon – AB2ER Architetti, Torino

Geologo: Antonio Accotto, Montalto Dora (TO)

Termotecnico: ing. Matteo Rosa

Sentinella, Giaveno (TO)

Impianto elettrico: p.i. Stefano

Giubertoni, Torino

Topografia e sicurezza: geom. Stefano

Madiotto, Sauze d’Oulx (TO)

Appaltatori generali: Gruppo Baccon, Torino; Alp Legno S.r.l., Salbertrand (TO);

Natural House Srl, Castellamonte (TO)

Lavori: 2016 – 2019

Superficie utile: 1.000 m2

La sentinella della montagna

In alta Val di Susa, nel comprensorio sciistico della Vialattea, si trova il nuovo Rifugio La Marmotta che, sito in prossimità della cresta che divide la stessa Valle dalla Val Chisone, gode di una vista spettacolare, dal Monte Chaberton al Monte Rocciamelone. L’edificio è il risultato della sostituzione di un’omonima preesistenza a destinazione turistico-ricettiva costruita a metà del secolo scorso la quale, fino agli anni ‘80, rappresentava un importante punto di sosta per turisti e sciatori. Visto lo stato di completo abbandono degli ultimi tempi e le precarie condizioni statiche, il fabbricato è stato demolito e ricostruito, dotandolo di caratteristiche estetiche e funzionali particolari e uniche per il contesto e per una clientela esigente, così da renderlo riconoscibile anche a lunghe distanze e attrarre turisti sia in estate sia in inverno, come richiesto dalla committenza. Grazie a software specifici e a modelli 3D schematizzati ma già ricchi di informazioni, i progettisti hanno quindi ideato un edificio dal cuore in X-lam che pone attenzione all’ambiente naturale in cui si inserisce, reinterpretando e impiegando elementi tipici delle abitazioni locali, quali la pietra e il legno, e consentendo al paesaggio di essere il solo protagonista del progetto. Il rifugio spicca da uno zoccolo in pietra, lavorato a diamante, con i suoi quattro livelli protetti da un tetto in lastre di pietra a falda unica e parallela alle funi del vicino impianto di risalita. I fronti sono dissimili ma non disarmonici tra loro; gli affacci a sud e a ovest infatti, pur essendo discontinui, presentano un’alternanza di superfici opache e trasparenti che consentono alla radiazione luminosa di entrare nel rifugio e di creare giochi di luce diversi nell’arco del giorno. Lo spazio è distribuito su quattro livelli, ognuno dei quali con una specifica funzione e fruizione: magazzini e ricoveri al piano interrato, bar al piano terra, ristorante al primo piano e una suite al piano secondo. Gli ospiti sono accolti in ambienti pensati con cura e con l’intenzione di garantire un’avvolgente sensazione di benessere: l’uso di materiali come la pietra di Luserna, il legno di larice e il ferro, trattati artigianalmente, evidenziano il legame con l’involucro esterno e con la tradizione locale.

Oggi, il Rifugio La Marmotta si è riappropriato del ruolo di sentinella guardinga delle montagne.

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Il paesaggio è il protagonista del progetto e lo sguardo può spaziare liberamente sulle cime e sulle piste da sci. Foto: Agenzia Triplesense Reply Fotografo Massimiliano Sticca

zona relax del Rifugio al piano terra è caratterizzata da arredi dai toni caldi e dal rivestimento di pareti e soffitto in doghe di legno.

vista sulle montagne circostanti dal ristorante al primo piano.

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La
Foto: Agenzia Triplesense Reply Fotografo Massimiliano Sticca Foto: Agenzia Triplesense Reply Fotografo Massimiliano Sticca
La

1 centrale termica

2 pompe di calore

3 autorimessa

4 ascensore

5 cavedio

6 VMC

_struttura________

La struttura portante è in pannelli multistrato X-lam di grande formato, realizzati mediante la sovrapposizione di strati incrociati di abete rosso classe C24, così da ridurre fenomeni di rigonfiamento e di ritiro del pannello aumentandone la robustezza e la resistenza statica del legno, e con contenuto di umidità tra il 10 e il 14% per migliorare la stabilità e la solidità dell’elemento. I pannelli sono composti da 5 strati, 3 longitudinali e 2 trasversali, assemblati mediante incollaggio in stabilimento, e montati meccanicamente in cantiere; il loro spessore varia in funzione dell’utilizzo: pareti da 16 a 12 cm e solai da 18 a 12 cm. La struttura lignea poggia sul piano seminterrato in c.a., destinato a locali per il gestore, il deposito e garage, ed è supportata da elementi metallici. La copertura a falda unica presenta all’interno una travatura in legno lamellare di abete classe GL24h e GL32h, con isolamento interposto, e all’esterno pannelli multistrato X-lam da 12 cm per contenere gli spessori. La coibentazione è in lana di roccia, protetta da teli traspiranti e impermeabilizzanti e manto di copertura in lose.

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N 1 2 4 7 8 9 10 11 3 14 14 10 12 13 5 6 7 9 7 4 5 10 15 16 18 10 fireplace 17lav 17cottura N 4 5 17 19 10 18 fireplace 10 cellar N 4 5 13 20 21 22 10 gargoyle N ± 0.00-
disimpegno 10 deposito 11 celle frigo 12 lavanderia 13 servizi 14 camere dipendenti 15 reception 16 sala bar 17 cucina 18 dehor 19 sala ristorante 20 spa 21 balcone 22 suite room
interrato Piano primo Piano secondo Sezione trasversale Piano terra
longitudinale
7 wc 8 spogliatoio 9
Pianno
Sezione

_grandi vetrate strutturali______

Le vetrate strutturali raggiungono un’altezza di 5,90 m nel punto più alto e sono state trattate con un innovativo processo nanotecnologico idrorepellente che crea una protezione invisibile sulle superfici dei serramenti, assicurando facilità di pulizia nel tempo. Ogni vetro è stato tecnicamente dimensionato in funzione dell’esposizione, della grandezza e degli effetti termici ed estetici voluti sull’edificio con valori Ug compresi tra 0,6 e 0,7 W/m2 K e valori del fattore solare g compresi tra 0,30 e 0,35. Per ogni tipologia di vetrata è stata redatta una scheda tecnica contenente tutti i parametri significativi. Le vetrate sono state montate mediante sistema – adoperato qui per la prima volta in Italia – che non utilizza profili di metallo, ma una struttura in legno più ecologica e con miglior isolamento termico e che, grazie a uno specifico e brevettato elemento di unione legno/vetro, ha garantito una lavorazione e una posa su superfici complanari e continue, senza profili in vista, al fine di ottenere un aspetto estetico esclusivo.

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La grande vetrata strutturale sul fronte sud. Foto: Agenzia Triplesense Reply Fotografo Massimiliano Sticca

_due parole con i progettisti________

Lo studio di progettazione AB2ER architetti opera dal 1995 nelle sedi di Torino e Sauze d’Oulx, occupandosi prevalentemente di architettura alpina e perseguendo un approccio innovativo e contemporaneo verso l’architettura, l’urbanistica e il design. L’integrazione con l’ambiente circostante, l’efficienza energetica, lo studio dei procedimenti costruttivi e la cura dei particolari, abbinata alla sostenibilità globale, sono una peculiarità dei progetti di AB2ER architetti.

Come avete affrontato il progetto di ricostruzione del Rifugio La Marmotta?

Il nostro incarico comprendeva tutte le fasi di progettazione, dallo studio di massima al progetto municipale, al progetto esecutivo, alla direzione lavori e all’interior design (ogni dettaglio dal bancone ai tavoli, alle sedie in legno, gli sgabelli, tutto è stato realizzato come da progetto). Quindi un iter progettuale complesso e completo sotto ogni aspetto. Per noi è stato importante rispettare il contesto naturale e, anzi, renderlo parte integrante del progetto grazie ad ampie vetrate le quali di volta in volta offrono splendidi scorci panoramici. Se dovessimo riassumere in poche parole la nostra idea, potremmo sicuramente dire che il progetto è connotato da 3 “P”Paesaggio, Piste (di sci) e Panorama – e da 3 “materiali”: pietra, legno e vetro.

Quali sono state le sfide che avete dovuto affrontare in questo progetto?

La principale sfida affrontata dal nostro studio è stata quella di dover operare in un contesto ambientale difficile. Il rifugio, sito proprio sulle piste da sci, d’estate è raggiungibile tramite una strada sterrata, mentre d’inverno è accessibile unicamente tramite gli impianti di risalita. La possibilità di operare sul posto è stata dunque limitata al solo periodo estivo, mentre la stagione invernale è stata dedicata all’approfondimento degli elaborati grafici, del design interno e degli arredi. Data la difficoltà di raggiungimento del sito si è reso talvolta necessario, durante la fase di realizzazione, l’utilizzo di mezzi alternativi quali quad, motoslitte e addirittura l’elicottero.

La suite al 2o piano. Lo scorrere del tempo è scandito dalla trasparenza delle vetrate che, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, permettono di ammirare il panorama e, di notte, le stelle. Il letto al centro della stanza è protetto solo dal drappo del baldacchino.

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Foto: Agenzia Triplesense Reply Fotografo Massimiliano Sticca

Caratteristiche energetiche

Il progetto può definirsi innovativo per le sue caratteristiche impiantistiche. I dettagli progettuali sono stati concepiti con principi Passivhaus, quindi con un ottimo isolamento termico dell’involucro, una tenuta all’aria di tutti gli elementi costruttivi, l’applicazione di vetrate con tripli vetri basso-emissivi e l’impiego della ventilazione meccanica controllata; quest’ultima, per la prima volta utilizzata in un locale pubblico in alta valle, ha offerto una serie di vantaggi, tra cui l’incremento dell’efficienza energetica dell’edificio e il miglioramento della qualità dell’aria e della vivibilità dell’ambiente interno.

Copertura dall’esterno (A)

- manto di copertura in lose di pietra

- camera di ventilazione sotto manto

- lamiera grecata

- tavolato in legno d’abete

- camera di ventilazione sopra isolamento

- telo impermeabile traspirante

- isolante termico

- pannello X-lam

- intercapedine impianti

Solai interpiano dall’estradosso (B, C)

- pavimentazione in legno

- sottofondo

- pannelli radianti

- strato isolante in fibra di legno

- massetto alleggerito per passaggio impianti

- isolamento acustico e freno vapore

- pannello isolante

- solaio in X-lam

- controsoffitto in legno

Solaio su interrato dall’estradosso (D)

- pavimentazione in pietra

- sottofondo

- pannelli radianti

- strato isolante in fibra di legno

- massetto alleggerito per passaggio impianti

- isolamento acustico e freno vapore

- pannello isolante

- solaio in c.a.

Solaio contro terra dall’estradosso (E)

- pavimentazione

- sottofondo

- pannello isolante

- fondazione in c.a.

progetti legnoarchitettura_45 82 P. TERRA P. INTERRATO P. PRIMO P. SECONDO + 6.10 + 3.05 ± 0.00 - 3.05 E D C B A

Isolamento della platea di fondazione e montaggio dei primi pannelli in X-lam supportati da pilastri in acciaio.

Posa del freno al vapore sul solaio in legno e aggancio delle travi di copertura alla struttura metallica.

Immagini della copertura a falda unica con posa delle lose di pietra.

Il cantiere visto dalla strada sterrata, accessibile solo in estate, e da est.

Ultimazione delle finiture e degli impianti illuminanti nella sala relax a sinistra, a destra, nella suite.

Foto di Cantiere: AB2ER architetti | archivio

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Foto: Simone Bossi

Colucci&Partners

Cuneo
Scuola dell’infanzia

Dettaglio della facciata sud su cui si affacciano le 4 sezioni didattiche della scuola. L’intonaco, le doghe di legno di teak e lo zinco titanio della copertura sottolineano le linee e i volumi dell’edificio.

Un particolare dell’ingresso della scuola con l’ampio loggiato che protegge i giovani alunni. Il taglio nel volume dà vita a forme scultoree immediatamente riconoscibili dai piccoli fruitori.

progetti legnoarchitettura_45 86
Foto: Simone Bossi Foto: Simone Bossi

Ubicazione: Cuneo

Progetto architettonico: Colucci&Partners, Pontedera (PI)

Strutture: H.S. Ingegneria SRL, Empoli (FI)

Direttore dei lavori: Voarino Cairo

Ingegneri Associati, Savona

Consulenti: arch. Matteo Ferrini, arch. Andrea Guidi, agr. dr.ssa Irene

Menichini, p.i. Giorgio Guerrini, geol. Massimo Massobrio

Impianti: M.P.S. Studio Associato, Cecina (LI)

Appaltatore struttura legno: Mozzone Building System, Savigliano (CN)

Lavori: aprile 2019 – maggio 2021

Superficie verde: 1.735 m2

Superficie utile: 875 m2

Crescere nel legno

Negli ultimi anni nella frazione di San Paolo a Cuneo si è registrato un forte incremento demografico, fatto che ha reso l’esistente scuola dell’infanzia “Fillia” inadeguata per capacità ricettiva oltre che inidonea rispetto alle mutate esigenze didattiche. Pertanto, in accordo con l’amministrazione comunale, lo studio toscano Colucci&Partners ha proposto un nuovo edificio, innovativo in termini educativi e progettuali, sicuro dal punto di vista sismico e impiantistico, performante per l’aspetto energetico ed ecosostenibile: in definitiva, una scuola pensata con materiali naturali, ispirata ai concetti della bioarchitettura e rispondente ai criteri ambientali minimi.

L’edificio presenta una forma pressoché rettangolare, in cui gli spazi sono stati organizzati secondo principi di bioclimatica; le quattro sezioni educative sono infatti posizionate sul lato sud così da godere di una migliore esposizione solare, i servizi generali e l’ingresso sono posti a nord e l’agorà, la zona pranzo e uno spazio per varie attività sono collocati al centro dell’impianto planimetrico. Un ampio loggiato a nord accoglie i bambini, una sorta di zona filtro che consente l’accesso all’area centrale o al locale armadietti. Il fulcro dell’edificio, realizzato in pannelli X-lam, è l’agorà con il suo volume a doppia altezza soppalcato, il punto centrale sia in termini di distribuzione degli spazi sia per l’insegnamento; è infatti il luogo dell’accoglienza al mattino, delle assemblee, delle rappresentazioni che si svolgono durante l’anno, della condivisione delle esperienze ed è la “piazza” da cui si diramano i percorsi didattici.

Le quattro sezioni sono state progettate come unità indipendenti che promuovono l’autonomia e favoriscono l’apprendimento dei bambini; sono dotate di ampie superfici vetrate e di lucernari che garantiscono livelli ottimali di illuminazione e ventilazione naturali. Le sezioni sono collegate tra di loro mediante un ambiente flessibile che ha sia la funzione di atelier sia di spazio per il riposo. Le grandi vetrate che caratterizzano queste aree si trasformano in sistemi solari passivi nella stagione più fredda, accumulando energia solare e trasferendola all’interno dell’edificio. Nei mesi più caldi frangisole in alluminio regolano e schermano la radiazione solare evitando il surriscaldamento.

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Vista da sud est con una parte dell’area verde che circonda l’edificio. Foto: Simone Bossi

Due immagini dell’ingresso della scuola. Grazie alla sottrazione del volume nel corpo dei servizi a nord, i progettisti hanno ricavato una sorta di piazzetta all’aperto per l’accoglienza dei bambini.

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Foto: Simone Bossi Foto: Simone Bossi

Sezione longitudinale

Sezione trasversale

_l’involucro________

La struttura portante e le partizioni verticali e orizzontali della scuola sono state realizzate con pannelli prefabbricati di legno X-lam; le superfici esterne sono coibentate con pannelli in lana di roccia, così da assicurare i valori antincendio richiesti, e rifinite in parte a intonaco e pitture silossaniche, in parte rivestite con listelli orizzontali in legno di teak; lastre di zinco titanio con sottostante tavolato in legno di abete e isolamento in lana di roccia costituiscono il pacchetto copertura. Gli infissi esterni sono in legno lamellare con vetri basso emissivi e a controllo solare e, sul lato sud, le vetrate sono schermate da frangisole in alluminio; lucernari in copertura in corrispondenza di alcuni specifici locali assicurano un miglior rapporto aero-illuminante. Gli infissi interni sono invece in laminato. All’interno tutti i materiali sono naturali ed ecocompatibili, con partizioni realizzate in cartongesso o gessofibra a doppia lastra a seconda della funzione dell’ambiente, mentre i controsoffitti sono chiusi o da cartongesso o da lastre microforate e fonoassorbenti. Le pavimentazioni sono in PVC di alta qualità nelle sezioni, nei laboratori e nell’agorà, in grès porcellanato nelle aree dei servizi generali. Le superfici sono tinteggiate con pitture antimuffa e traspiranti, tranne in alcuni locali quali lo spogliatoio, il refettorio e i laboratori, dove si è preferito un trattamento con smalto all’acqua.

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Pianta Planimetria

Interni della scuola d’infanzia. Parti colorate identificano la funzione dei diversi elementi (il muro di un vano scala, un’area per riporre gli strumenti didattici, ecc.).

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Foto: Simone Bossi Foto: Simone Bossi

_due parole con i progettisti________

Fondato circa 30 anni fa da Giuseppe Colucci, Colucci&Partners si contraddistingue per la volontà di dare una risposta alle problematiche spaziali e sociali contemporanee. L’obiettivo principale dello studio ancora oggi è quello di creare edifici e paesaggi per un futuro migliore, guardando alla prossima generazione come utente principale; in quest’ottica i progetti sono sviluppati attraverso un processo multidisciplinare e collaborativo che implica una rigorosa indagine tecnica e creativa. Lo studio negli anni ha maturato una crescente esperienza nella progettazione di edifici pubblici e scolastici, confrontandosi sempre di più con numerosi pedagogisti e sintetizzando la ricerca pedagogica con soluzioni spaziali innovative.

Uno dei problemi principali in cui si incorre progettando un edificio scolastico di qualsiasi grado è legato all’acustica: in questa scuola quali soluzioni avete adottato?

Rispetto al progetto definitivo, lo studio relativo agli aspetti acustici, di fonoimpedenza e di fonoassorbenza, ha rilevato per quest’ultimo punto dei valori di criticità nella zona del blocco centrale; per risolvere tale problematica sono state inserite delle pannellature microforate in MDF, tali da assorbire ed eliminare il fenomeno del riverbero.

E dal punto di vista impiantistico? Quali impianti sono stati installati visto che la scuola a tutti gli effetti è un edificio nZEB?

Un aspetto importante da sottolineare è che l’edificio è in fase di certificazione Casa Clima School e ciò ha reso necessario che le lavorazioni eseguite si attenessero al protocollo CasaClima e fossero oggetto di verifica e controllo da parte di tecnico certificatore. Quindi, in un involucro come questo della scuola che è passivo, è presente un impianto radiante a pavimento e un impianto di ricambio d’aria con VMC per la climatizzazione; per quanto riguarda invece l’impianto elettrico sono stati installati corpi illuminanti a led e sistemi domotici e come fonti energetiche alternative si sfrutta il Sole con un impianto fotovoltaico di tipo cristallino e di potenza tale da rendere autosufficiente l’intero edificio.

All’interno grande importanza è stata data alla luce naturale, mentre differenti materiali e colori contribuiscono a caratterizzare gli spazi.

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Foto: Simone Bossi

Particolare della struttura del rivestimento delle strombature di facciata

1 collegamento con viti autofilettanti

2 sostegno verticale in legno massiccio C24 (120x120 mm)

3 parete in X-lam (120 mm)

4 rivestimento in listelli di teak

Parete dall’esterno (A)

- rivestimento in listelli di legno di teak (25 mm)

- listello di legno (40 mm)

- telo traspirante e impermeabile all’acqua

- pannello in lana di roccia a doppia densità (160 mm)

- pannello in legno massiccio X-lam (120 mm)

- intercapedine per passaggio impianti (50 mm) riempita con lana di roccia

- doppia lastra in cartongesso (12,5+12,5 mm)

Particolare finestra su parete con finitura in listelli di legno

1 telaio in profilato di acciaio, scorrevole su guide, con avvitati listelli di legno di teak (25 mm)

2 guida telai scorrevoli

3 membrana impermeabilizzante

4 listello in legno (50 mm)

5 davanzale in legno (30 mm)

progetti legnoarchitettura_45 92 1 2 4 4 3 1 A 5 1 2 3 4 4

Posa dei primi pannelli in X-lam su cordolo in c.a. e impermeabilizzazione dell’attacco a terra.

Vista dall’alto della struttura lignea che delinea l’impianto planimetrico con le sezioni, l’area centrale e la zona dei servizi.

A sinistra, immagine di cantiere dell’affaccio a sud in corrispondenza delle sezioni didattiche. A destra, l’interno della scuola in fase di realizzazione.

A sinistra e qui accanto in alto, la struttura e la sottostruttura della strombatura in corrispondenza dell’ingresso. A destra in basso, l’assito di legno della copertura.

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Foto: @ Simone Bossi 46
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Foto: Robert Canfield

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