prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri
Italia: 50,00 euro – Estero: 100,00 euro
Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno
copertina
Scuola d’infanzia e asilo nido
Foto: Oskar Da Riz
È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore
Oliver Jaist
La casa del Sole Davide Fusari, Susanna Serafini 54
Casa VT officina23 64
Abitare nel Luitpoldpark frank&friker 74
Water Farm Studio Bark 84
Scuola dell’infanzia
Marco Aceti
Treviglio (BG)
dall’alto della nuova scuola per l’Infanzia di Treviglio in relazione al contesto urbano, alla scuola primaria e alla viabilità. Le corti interne piantumate enfatizzano l’illuminazione naturale degli ambienti.
Viste
Foto: Oliver Jaist
Foto: Oliver Jaist
Ubicazione: Treviglio (BG)
Progetto architettonico: arch. Marco
Aceti Studio Architecture Project
Management, Calcinate (BG)
General Contractor: Wolf System S.r.l.
Campo di Trens (BZ)
Strutture: Sistema prefabbricato ligneo a telaio WOLF HAUS
Impianti: Enrico COLOMBO S.p.A. Seste
Calende (VA)
Superficie utile: 2.360 m2
La scuola del presente
Costruita con i fondi del PNRR mediante demolizione e ricostruzione e situata in un contesto urbano vincolato, la nuova Scuola dell’Infanzia di Treviglio è un esempio di architettura scolastica che integra funzionalità e sensibilità pedagogica. Il design architettonico è frutto di un processo progettuale scrupoloso e attento ed è strettamente legato ai principi della “Scuola senza zaino”, che si riflette in aule che invitano alla socializzazione e alla libertà di movimento in spazi stimolanti e sicuri.
Compositivamente, l’edificio si articola su un unico piano con l’ingresso situato in posizione baricentrica e con un grande corridoio centrale che, elemento distintivo del progetto, distribuisce spazi e funzioni diventando il fulcro della scuola. Estendendosi da un’estremità all’altra del volume, il corridoio collega le aule in modo continuo e fluido, ma non in maniera tradizionale; il progettista, infatti, ha scelto di disgregarlo, creando un ambiente che cambia forma e altezza, dai soffitti inclinati e dagli spazi che si allargano e si restringono, inducendo una percezione dinamica. Il corridoio diventa ambiente di scoperta, in continua trasformazione, che accende la curiosità dei bambini e li aiuta a orientarsi, favorendo la socialità e le attività motorie nelle piazze arredate, dove esso assume dimensioni ancor più generose.
Le aule modulabili e flessibili hanno una zona filtro, uno spazio fatto di grandi panche fisse e armadietti, pensato per la gestione della relazione e del distacco con e dai genitori. All’interno di esse è inoltre possibile ricavare aree più raccolte, separate mediante pareti scorrevoli, per rispondere a esigenze particolari. Ogni aula si affaccia su un patio esterno di pertinenza che, caratterizzato da piante di bambù, funge anche da via di fuga.
L’illuminazione naturale garantita dalle grandi vetrate viene enfatizzata dalla luce zenitale delle tre corti interne piantumate che rappresentano il cuore luminoso della scuola e che sottolineano la mutevolezza della luce stessa durante il giorno e le stagioni, migliorando così la qualità ambientale e favorendo una connessione con la natura.
La scuola è dotata inoltre di servizi collettivi, quali mensa, bidelleria e infermeria.
VEDI il VIDEO
Foto: Oliver Jaist
I pannelli colorati in HPL della facciata ventilata migliorano le performance acustiche e termiche.
Ogni aula ha generose superfici vetrate e affaccia su un patio di 50 m2 con vasche per la coltivazione di bambù.
Foto: Oliver Jaist
Foto: Oliver Jaist
Prospetto sud
Prospetto ovest
Prospetto nord
Prospetto est
_la struttura________
La nuova scuola per l’infanzia è stata realizzata con sistema platform frame con pareti in legno e solaio a elementi. La progettazione strutturale ha previsto una modellazione numerica avanzata degli elementi finiti che ha permesso di realizzare la struttura senza l’inclusione di giunti sismici, ottimizzando così le risorse. In tale fase si è inoltre tenuto conto delle esigenze di resistenza al fuoco e di reazione al fuoco dei materiali, inclusi quelli nelle vie di fuga, e dell’adeguata protezione degli elementi strutturali lignei. All’interno la struttura in legno è protetta da un rivestimento in cartongesso anche a livello dei soffitti, per i quali sono stati scelti pannelli fonoassorbenti. Sono stati inoltre posti in opera pilastrini in acciaio laccati di bianco nei pressi delle tre corti vetrate interne, così da liberarle dalla funzione di scarico dei solai.
Esternamente la scuola è caratterizzata da una facciata ventilata in HPL (High Pressure Laminate), che garantisce ottime performance termiche e acustiche, oltre che una facile pulizia.
Relativamente alla resistenza al fuoco e alla reazione al fuoco della struttura lignea, la relazione dei Vigili del Fuoco ha segnalato che le aperture verso l’esterno dovessero essere utilizzate anche come vie di fuga; di conseguenza, la resistenza al fuoco richiesta è stata indicata in 30 minuti per la scuola e 60 minuti per i locali tecnici.
Piano terra Pianta Copertura
Le grandi panche in legno sono state realizzare per rendere fruibile l’ampio corridoio e farlo diventare un ambiente accogliente anche per le famiglie.
_due parole con il costruttore________
Parte del gruppo Internazionale Wolf System, fondato nel 1966 in Austria con 31 sedi in tutto il mondo e specializzato nella realizzazione di edifici prefabbricati in legno e legno-acciaio, Wolf Haus Italia utilizza i propri sistemi costruttivi sia per la costruzione di edifici residenziali mono o multipiano sia nella realizzazione di strutture destinate a servizi per la collettività, grazie alla capacità di sviluppare e ingegnerizzare ogni singolo progetto. Travi e pareti vengono disegnate in ogni dettaglio, tagliate e preparate in stabilimento, lasciando al cantiere solo la fase di assemblaggio e la realizzazione degli impianti e finiture. Gli standard di comfort e risparmio energetico misurabili del protocollo Wolf Haus Energia Più, insieme alle certificazioni antisismiche e antidanno, alla velocità di esecuzione e al basso impatto ambientale, rendono questi edifici altamente performanti e con bassi costi di gestione.
Quali sono state le richieste tecniche in questo progetto?
In questo progetto, così come in tutte le scuole che abbiamo costruito – anche con i fondi del PNRR – le richieste tecniche in merito all’acustica, alla resistenza al fuoco e all’antisismica erano ben precise e sancite da normative che conosciamo bene. Il nostro sistema costruttivo certificato si è adattato al meglio fin dalle fasi di ingegnerizzazione del progetto oggetto della gara, sia per le caratteristiche strutturali sia per le certificazioni dei singoli elementi e dell’intera struttura che abbiamo ottenuto nel tempo. La storicità dell’azienda e l’esperienza maturata nella realizzazione di grandi edifici per la collettività (sanitari, scolastici e turistici) ci hanno garantito un dialogo fluido e concreto con l’amministrazione comunale di Treviglio e con lo studio di progettazione, il quale ha realizzato un progetto che non ha richiesto integrazioni o modifiche da parte nostra. Per quanto riguarda la resistenza al fuoco, la struttura è stata progettata in conformità con le normative antincendio vigenti per le scuole. I nostri pacchetti parete certificati REI30 sono stati utilizzati per tutti gli elementi verticali, a esclusione dei vani tecnici, per i quali è stata usata la parete REI60, che presenta una doppia lastra di fibrogesso e cartongesso per garantire una resistenza al fuoco di 60 minuti. Le travi in legno sporgenti, calcolate con sezione residua per resistere al fuoco, sono state dimensionate seguendo il metodo normativo che considera la combustione progressiva del materiale.
Foto: Oliver Jaist
_due parole con il progettista________
Marco Aceti Architecture Project Management (Calcinate, BG) è uno studio fondato nel 2012 dopo una serie di esperienze e collaborazioni maturate con alcuni architetti della provincia di Bergamo. Lo studio Marco Aceti ritiene fondamentale integrare il progetto in tutte le sue dimensioni – architettoniche, tecniche, strutturali e impiantistiche – sin dalle prime fasi di analisi. Questo approccio consente di creare un sistema complesso che, attraverso l’approfondimento del dettaglio progettuale, affronta la complessità per giungere a un layout semplificato ma completo, in grado di trasmettere chiaramente anche i nodi più complessi. Marco Aceti APM ha vinto il primo premio per il progetto internazionale bandito dal MIUR per le Scuole Innovative con la nuova scuola primaria di Bagnatica (BG), in fase di costruzione.
Qual è stato l’iter progettuale e costruttivo della scuola?
Il progetto della nuova scuola per l’infanzia di Treviglio è stato redatto fin dal principio per essere realizzato in legno, attraverso una gara di appalto integrato. La quantità e qualità di elaborati che abbiamo realizzato, propedeutici all’ottenimento dei fondi PNRR, incluso un PFTE redatto con massima precisione e approfondimento, hanno permesso di mettere a disposizione delle aziende che hanno partecipato alla gara un progetto preciso e dettagliato. Questo ha fatto in modo che il progetto venisse ingegnerizzato senza la necessità di apportare modifiche per arrivare al cantiere, un cantiere da sei milioni di euro, chiuso senza alcuna variante e nei tempi stabiliti.
Come si è giunti alla scelta di una struttura in legno e quali i vantaggi?
Ho accolto con entusiasmo la scelta dell’amministrazione comunale di Treviglio in merito alla tecnica costruttiva con cui realizzare la scuola. Oltre ad aspetti ecologici, energetici e di benessere abitativo, la tecnologia costruttiva prefabbricata in legno è stata di fondamentale supporto per documentare con facilità l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita della nuova scuola attraverso il DNSH (Do Not Significant Harm), un principio che nasce per coniugare crescita economica e tutela dell’ecosistema, garantendo che gli investimenti siano realizzati senza pregiudicare le risorse ambientali. La velocità costruttiva è stata la seconda ragione che ha reso vincente la scelta di questa tecnologia: a luglio 2023, appena finito l’anno scolastico, la vecchia scuola è stata demolita ed è partito il cantiere della nuova scuola, consegnata a luglio 2024 e inaugurata il 6 settembre.
L’Agorà è la grande piazza che si sviluppa intorno alle corti interne. Gli arredi su misura diventano arredo urbano e inducono alla socializzazione.
Foto:
Pilastri laccati di bianco liberano la linea degli infissi dalle funzioni portanti, aumentando la leggerezza e la trasparenza dell’affaccio sulla corte.
Copertura dall’esterno
- pannello sandwich con doppia lamiera grecata e isolamento interposto in poliuterano (80 mm)
- listelli in legno (60 mm)
- controlistelli (60 mm)
- guaina impermeabile stesa a freddo
- pannello OSB (18 mm)
- trave in legno con interposta lana minerale (240 mm)
- freno a vapore
- listelli in abete (25 mm)
- cartongesso (20 mm)
- controsoffitto con pannelli fonoassorbenti (20 mm) agganciati a profili a T (24x38 mm) in acciaio zincato e pendini ad altezza variabile (200 mm)
1 sguscia in PVC
2 rivestimento in lamiera con profilo rompigoccia; guaina impermeabile stesa a freddo; tavolato grezzo posato su listelli in pendenza e isolamento tra listelli
3 davanzale in alluminio verniciato; guaina di chiusura sotto davanzale
4 barriera contro l’umidità di risalita
Foto: Oliver Jaist
4 novembre 2023: realizzazione della fondazione con vespaio aerato.
13 novembre 2023: posa delle pareti del primo blocco.
8 marzo 2024: completamento della costruzione del tetto e posa delle guaine.
6 dicembre 2024: completamento dell’opera.
Scuola d’infanzia e asilo nido
Chienes
Lo scorcio dall’alto da sud-est della scuola rivela il cortile interno, il tetto verde e l’area esterna.
Il cortile interno da cui si accede alla scuola.
Ubicazione: Chienes (BZ)
Progetto architettonico: Roland Baldi
Architects, Bolzano
Team di progettazione: arch. Roland Baldi, arch. Sila Giriftinoglu. arch. Erica Mazzoni – Roland Baldi Architects, Bolzano
Direzione Lavori e Strutture: Baubüro, Bolzano
Direzione artistica: Roland Baldi Architects
Impianti meccanici ed elettrici: Energytech, Bolzano
Coordinatore della sicurezza: Pfeiffer Partners, Appiano (BZ)
Lavori: giugno 2023 – settembre 2024
Superficie lorda di piano: 1.243,06 m2
Spazi (e sogni) costruiti
Con il colore della facciata ispirato al vicino campanile, la nuova struttura in legno dell’asilo di Chienes si inserisce armoniosamente nella trama del costruito del centro del paese, offrendo agli abitanti più piccoli un ambiente sicuro, accogliente e a misura di bambino. La nuova struttura sostituisce il vecchio asilo in una posizione centrale del tessuto urbano ed è il risultato dei piani per la modernizzazione delle infrastrutture esistenti, diventando così una pietra miliare per il futuro del Comune. La sua collocazione, inoltre, tra la scuola elementare, la sala prove musicale sotterranea e di fronte alla Casa delle Associazioni, rende l’asilo parte integrante della vita della cittadina atesina.
Dal punto di vista volumetrico, l’edificio si compone di due livelli, il piano terra parzialmente interrato e realizzato in cemento e il primo piano con struttura in pannelli di legno a strati incrociati e tetto verde. Le facciate esterne e verso il cortile si caratterizzano per un linguaggio formale chiaro e moderno, per una scelta di materiali ridotta e per le grandi aperture finestrate, le quali assicurano un’illuminazione naturale ottimale e creano un’atmosfera gioiosa e invitante all’interno.
La distribuzione spaziale soddisfa le esigenze dei bambini; al piano terra sono ubicati il guardaroba, la sala movimento e un ampio atrio con funzione di area centrale di collegamento adattabile per pause e giochi. Un ingresso separato permette l’accesso alla zona ristorazione, la quale è a servizio anche della vicina scuola elementare; collegato alla cucina, un chiosco serve come punto di ristoro per gli eventi organizzati nella piazza. Al primo piano trovano posto le due aule della scuola dell’infanzia, quattro atelier e l’asilo nido, tutti rivolti verso il giardino e quasi tutti con accesso diretto alle aree esterne, parzialmente coperte e utilizzabili anche in caso di maltempo. Il nido è organizzato in due aule, una sala riposo, una sala per il personale, una cucina e i servizi igienici; l’area esterna separata è pensata per le esigenze dei più piccoli. Le aree verdi al primo piano sono destinate al gioco all’aperto e offrono ai bambini ulteriore spazio per muoversi e crescere.
Le facciate est e nord con il rivestimento e le grandi aperture vetrate schermate da sporti e lamelle.
Il lavoro dello studio Roland Baldi Architects, fondato nel 1994 a Bolzano, copre un ampio spettro di progetti che, diversi per scala, contesto e funzione, sono caratterizzati da una grande sensibilità per il contesto, la funzionalità e il linguaggio progettuale: simple but different. Linee pure, pochi materiali e colori utilizzati consapevolmente, riferimenti locali, funzionalità ed economia sono la base dell’architettura dello studio, di qualità e senza tempo. In tutte le fasi del progetto, l’attenzione è rivolta all’utente, alle sue esigenze e alle sue aspettative. Al di là della propria ricerca progettuale, lo studio partecipa in modo attivo, critico e riflessivo, all’attuale dibattito nell’ambito dell’architettura, dell’arte e del design.
Quali sono i materiali di finitura scelti per gli esterni e gli interni della scuola?
Partiamo dall’involucro in legno del primo piano, che è tinto di un caldo rosso-bruno, ispirato al colore del campanile e del rivestimento della casa delle associazioni adiacente. Al piano terra, il rivestimento in granito si integra con l’ambiente, riprendendo il muro di pietra naturale della sala prove musicale vicina e il dislivello del terreno. All’interno dell’edificio, il legno di betulla caratterizza gli spazi: dalle porte al rivestimento delle controsoffittature acustiche fino ai pavimenti in legno oliato e ai mobili in legno massiccio su misura. Questa scelta di materiali naturali, combinata con tonalità di colore tenui, crea un ambiente accogliente e a misura di bambino.
Parliamo di sostenibilità e di sicurezza...
Oltre all’architettura dell’edificio, è stata posta particolare attenzione alla sostenibilità e alla sicurezza. L’intero edificio è stato realizzato secondo lo standard CasaClima A. Il riscaldamento è demandato a un radiante a pavimento, una pompa di calore aria-acqua autonoma e a una ventilazione controllata con recupero di calore che garantiscono aria fresca e un ambiente climatizzato confortevole. Sul tetto verde sono integrati pannelli fotovoltaici. L’edificio è stato finanziato attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sostenuto da fondi UE, e ha dovuto essere progettato secondo il principio DNSH (Do No Significant Harm). Un altro tema centrale del progetto è stato la protezione dal radon, un gas naturale che si trova in concentrazioni elevate nella regione. Per proteggere i bambini e il personale, sono state adottate misure costruttive a questo scopo in fondazione, che sono state eseguite con grande cura per garantire il massimo livello di sicurezza.
Nella pagina precedente la grande scala che porta al livello superiore, dove trovano posto l’asilo nido e gli spazi didattici e ricreativi della scuola d’infanzia, e una delle aule affacciate sull’area verde a sud.
Il corridoio al piano superiore guarda sul cortile sottostante con le grandi vetrate cielo terra che consentono alla luce di penetrare all’interno degli spazi garantendo un’ottimale illuminazione naturale.
Copertura (A) dall’esterno
- terriccio per inverdimento intensivo (110 mm)
- strato di drenaggio (60 mm)
- feltro di protezione e accumulo (2 mm)
- membrana resistente alle radici
- guaina in PVC (2 mm)
- pannello idrorepellente in fibra di legno trattato con lattice (20 mm)
- isolamento termico in fibra di legno ad alta densità (200 mm)
- barriera al vapore a diffusione variabile e tenuta all’aria
- solaio KLH (200 mm)
- intercapedine impianti (100 mm)
- strato fonoisolante (50 mm)
- velo acustico nero
- tavolato in betulla non trattato (30 mm)
Solaio interpiano (B) dall’estradosso
- pavimento in betulla (20 mm)
- massetto con riscaldamento radiante (80 mm)
- strato separatore in PE
- pannello per isolamento acustico da impatto in lana minerale (35 mm)
- massetto di alleggerimento (135 mm)
- solaio in cls (350 mm)
- intercapedine impianti (350 mm)
- sottostruttura con strato fonoisolante (20 mm)
- pannello in lana di legno (300 mm)
Parete esterna controterra (C) dall’interno
- intonaco (20 mm)
- parete in cls impermeabile (250 mm)
- isolamento in XPS (200 mm)
- telo bugnato
1 ferma-ghiaia con staffa di supporto
2 ghiaia con riscaldamento con resistenza elettrica
3 illuminazione
4 rivestimento in listelli di acero
5 trave lamellare bilama
6 malta espansiva
7 zoccolo in c.a.
8 profilo di gocciolamento
9 giunto di dilatazione
10 controparete fono isolante
11 ghiaia
12 tubo drenante in PVC
Solaio contro terra (D) dall’estradosso
- massetto levigato con riscaldamento a pavimento (100 mm)
- strato separatore in PE
- pannello per isolamento acustico da impatto in lana minerale (35 mm)
- massetto di alleggerimento (135 mm)
- solaio cls impermeabile (300 mm)
- isolamento in XPS (100 mm)
- magrone (150 mm)
La scuola d’infanzia è stata realizzata in pannelli di legno a strati incrociati e isolata con fibra di legno. Gli impianti installati, oltre al riscaldamento a pavimento, sono la VMC e la pompa di calore.
Le finiture di colore rosso-bruno riprendono le tonalità dei tetti e del campanile adiacenti.
Scuola primaria
Sissa
Il lungo volume delle aule didattiche e dei laboratori caratterizzato dalla sequenza dei pilastri e dotato di strutture metalliche per il verde rampicante.
Il basso corpo d’ingresso che funge anche da collegamento tra la zona didattica, la palestra e gli uffici e servizi.
Ubicazione: Sissa (PR)
Progetto architettonico: Lucio Serpagli e Alessandro Gattara – AAA office, arch. Italo Jemmi, Parma
Strutture: ing. Giuseppe Stefanini, Parma; ing. Paolo Bertozzi – Tecnofaber, Parma
Direttore dei lavori: ing. Andrea Trabucchi, San Secondo Parmense (PR)
Consulente: geologo Paolo Paolini, Parma
Impianti: p.i. Davide Malaguti – Biacchi
Associati, Modena
Lavori: 2022-2023
Superficie verde: 7.440 m2
Superficie utile: 3.230 m2
Migliorare la scuola
Situato su un terreno contiguo alla Scuola dell’Infanzia e integrato con attenzione nel tipico paesaggio agrario circostante di campi, filari di alberi, viti, fossi di scolo e strade carraie, il nuovo plesso della Scuola Primaria a Sissa può accogliere fino a 250 alunni all’interno di 10 aule, 6 laboratori, di cui 4 suddivisibili per un totale di 10, una mensa e una palestra, quest’ultima utilizzabile anche dalla comunità extra-scolastica. Nella sua forma definitiva la scuola, con la sua struttura fuori terra realizzata interamente in pannelli X-lam, nasce in seguito a un bando di gara vinto dallo studio parmense AAA office con l’architetto Italo Jemmi; i progettisti hanno ideato un nuovo progetto esecutivo, modificando il progetto definitivo precedentemente approvato, come richiesto dal bando.
I cambiamenti hanno riguardato il disegno della facciata e di parte della copertura, così da ottenere una serie di miglioramenti sul piano del benessere termo-igrometrico, acustico e visivo dell’edificio. Ad esempio, il doppio volume dell’ingresso è stato ribassato di un piano, diventando un singolo volume dalle minime richieste energetiche per il riscaldamento e dall’ottima acustica ambientale. Il fabbricato delle aule didattiche e dei laboratori presenta nuovi prospetti che, con la lunga serie ritmica di pilastri bianchi in legno, sono stati trasformati per ottimizzare il benessere visivo degli alunni e degli insegnanti in questa parte del plesso, ritenuta la più importante per le esigenze scolastiche e al tempo stesso la più carente di requisiti nel progetto a base di gara. Grande attenzione è stata posta, infatti, al comfort visivo mediante l’accurata progettazione della luce naturale e dell’illuminazione artificiale e delle loro caratteristiche, quali diffusione, riflessione, rifrazione, assorbimento, texture e grana, trasparenze, spazialità e orientamento, dinamicità, contrasto, controlli, regolazioni. Sono state quindi ampliate le superfici vetrate, adottando una soluzione di serramenti a nastro verticale che hanno permesso di enfatizzare la luce naturale entrante. Infine, sono state prese in considerazione anche le qualità tattili e i trattamenti cromatici e superficiali dei materiali per un comfort ideale sotto tutti i punti di vista.
La facciata a sud-ovest con la scala di siurezza che diventa elemento architettonico.
fronte est con i differenti prospetti che identificano le diverse funzioni del plesso scolastico.
Il
Vista da nord-est del volume a doppia altezza che ospita la palestra.
Planimetria di inquadramento
Prospetto sud
Prospetto ovest Sezione longitudinale
Pianta piano terra
L’angolo a sud-est della scuola con i bianchi pilastri di legno che si innalzano a scandire il ritmo delle facciate.
AAA office è uno studio di architettura con focus su edifici residenziali, lavori pubblici e urbanistica, fondato nel 2012 da Lucio Serpagli e Alessandro Gattara a Parma. Hanno ottenuto oltre 20 premi in competizioni nazionali e internazionali per la loro architettura innovativa, integrata perfettamente nel contesto. Lucio Serpagli è stato professore presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma. Nel 2012, Serpagli e Monica Bruzzone hanno pubblicato “Le Radici Anonime dell’Abitare Moderno” (Franco Angeli). Nel 2015, Gattara e Vittorio Gallese hanno contribuito a “Embodied Simulation, Aesthetics and Architecture” in “Mind in Architecture” (Mit Press). Nel 2016, il progetto per la Scuola Media di Sorbolo (Parma) ha vinto il Concorso di idee per Scuole Innovative del MIUR. Nel 2018, AAA office è stato invitato alla Mostra di Architettura della Biennale di Venezia, esponendo il progetto della piazza del Borgo di Compiano nel Padiglione Italia.
Come il verde e gli spazi esterni diventano parte integrante dell’attività della scuola?
Nel progetto a base di gara la progettazione del verde all’interno dell’area scolastica era limitata alla previsione della realizzazione di una sistemazione a prato. Pertanto le aule didattiche, posizionate al piano terra, sono dotate di accesso diretto sul giardino al fine di facilitare e incentivare l’utilizzo degli spazi esterni per le attività didattiche. Sulle facciate ovest ed est sono state installate strutture in acciaio per la crescita di verde rampicante. Il giardino è stato suddiviso inoltre in aree delimitate da percorsi pavimentati di collegamento e di attraversamento lungo le quali potranno essere poi collocati nuovi arredi, vegetazione o alberature. Un’area cortilizia pavimentata di circa 200 m2 è stata realizzata accanto alla mensa ed è funzionale sia all’utilizzo della mensa (ideale per la ricreazione dopo il pasto) sia alla fruizione del giardino.
Inserimento nel territorio e finiture: quali le scelte effettuate?
La semplice geometria dei volumi, il disegno essenziale delle facciate e l’uso dei materiali per le finiture, così come la scelta dei colori delle facciate, non riflettono gli elementi tradizionali dell’edilizia scolastica, bensì sono espressione dei tratti più caratteristici del paesaggio in cui la scuola è inserita. Gli spazi interni, infatti, sono prevalentemente rifiniti con tonalità prossime al bianco, occasionalmente con rosa, azzurro o verde pastello; nessun ambiente presenta colori accesi o sgargianti. Nonostante ciò, vari spazi potranno essere personalizzati con le opere realizzate annualmente per scopi didattici dagli studenti.
Alla precedente pagina due interni del volume della scuola preposto alla didattica con le lunghe finestre che consentono alla luce naturale di entrare negli ambienti senza essere fattore di disturbo.
Dettaglio del prospetto est della scuola con gli accessi diretti dalle aule all’area verde esterna, che così diventa spazio didattico.
della parete esterna in pianta
Solaio interpiano (A) dall’estradosso
- linoleum (15 mm)
- pannello in lana di roccia e gesso fibra (45 mm)
- granulato leggero (30 mm)
- massetto con sabbia e cemento (60 mm)
- tavolato (60 mm)
- controsoffitto acustico
- trave in legno a vista
Solaio contro terra (B) dall’estradosso
- pavimentazione (15 mm)
- caldana (40 mm)
- alleggerito (150 mm)
- isolamento (100 mm)
- solaio in c.a.
1 travetto (120x520 mm)
2 aerogel (20 mm)
3 travetto (120x200 mm)
4 profilo in legno lamellare di larice (40x200 mm)
Dettaglio
Realizzazione delle fondazioni dei due blocchi che compongono la scuola e posa dei pannelli in X-lam al piano terra del blocco didattico.
Dettaglio dei pilastri esterni che scandiscono la facciata del volume delle aule e dei laboratori e vista interna della struttura.
Lavorazioni interne e veduta complessiva del cantiere.
Consulenti: geom.Tiziano Berton, Udine; p.i. Federico di Lena, Paluzza (UD)
Impianti: p.i. Claudio Tarvis, Udine; ing. Marco Feruglio, Tavagnacco (UD)
Appaltatore struttura legno: BIeNE
Bioedilizia srl, Udine
Date lavori: agosto 2022 – settembre 2023
Superficie verde: vigneto: 54.000 m2; area a giardino: 2.800 m2
Superficie utile edifici: 190 m2
Tra colline e vigneti
Situato a pochi chilometri dal centro storico di Cividale del Friuli, in un contesto a forte vocazione agricola, il glamping Alvearium si inserisce in un’area caratterizzata da dolci colline e corsi d’acqua - tipico esempio di paesaggio della fascia prealpina friulana - dove vigneti e seminativi si alternano a boschetti e siepi.
L’approccio al progetto, fortemente condiviso con la proprietà, ha ridotto al minimo l’impatto ambientale, creando un luogo nuovo, che esalta e trasforma il territorio circostante senza modificarlo significativamente. L’intervento ha previsto la realizzazione di sette unità ricettive indipendenti di dimensioni contenute, progettate in bioedilizia e costruite in legno. Queste strutture, integrate armoniosamente nel paesaggio lungo un percorso pavimentato che si snoda tra i vigneti, sono appoggiate su fondazioni leggere e accolgono un disimpegno, una camera doppia, un bagno e un terrazzo pergolato all’ingresso; l’accesso avviene mediante una rampa. A completare l’offerta ricettiva, gli ospiti possono godere di una piscina a sfioro con parete vetrata e di un’area wellness con sauna e idromassaggio.
Il progetto si pone come apripista per uno sviluppo sostenibile del luogo, volto a valorizzare il territorio agricolo di Cividale del Friuli, attraverso la promozione di un turismo rispettoso dell’ambiente. Con un approccio innovativo e con l’uso di materiali naturali, ha infatti preso vita un luogo che non solo rispetta la natura ma arricchisce il paesaggio.
Fusione tra glamour e camping, il glamping rappresenta infatti una nuova forma di turismo che unisce il comfort e il lusso all’esperienza immersiva della natura; una tendenza che sta guadagnando popolarità tra i viaggiatori in cerca di avventure all’aperto, senza rinunciare alle comodità e a servizi di alta qualità, diventando inoltre un’opportunità per promuovere un turismo responsabile. Attraverso la progettazione attenta e l’uso di tecnologie green, questi resort possono pertanto educare gli ospiti all’importanza della conservazione ambientale e del rispetto per la natura, rendendo il turismo un’esperienza più consapevole e cosciente.
I sette edifici del glamping, di dimensioni contenute (7,5 x 2/4 m), sono stati realizzati con un sistema prefabbricato in legno a telaio, trasportati integralmente sul sito di progetto e qui appoggiati su fondazioni leggere, che ne garantiscono l’eventuale smontabilità e la possibilità di ripristino dell’area in futuro. Ogni edificio è dunque supportato da specifici elementi di fondazione, realizzati in calcestruzzo armato – il lotto oggetto di intervento è caratterizzato da terrazzamenti di altezza variabile tra i 3 e i 5 metri – e da un’orditura di travi in legno di larice che assicurano stabilità e isolamento. Le travi sono state impregnate con protettivo in tinta neutra. Ciascun edificio è ancorato alla sottostruttura tramite connessioni meccaniche appositamente progettate e realizzate. Esternamente i fabbricati presentano un rivestimento in doghe di larice orizzontali con superficie non trattata e serramenti in alluminio tinta Corten. Anche il terrazzo e la pergola sono stati realizzati in larice non trattato. La copertura di ogni edificio ospita un impianto fotovoltaico da circa 2 kW, connesso alla cantina per ottimizzare l’uso dell’energia, riducendo l’impatto ambientale e favorendo l’uso di energie rinnovabili.
Prospetto nord
Prospetto ovest
Sezione trasversale
Planimetria del glamping
Prospetto sud
Pianta
Prospetto est
Vista di uno degli edifici ricettivi al tramonto.
La camera di uno dei lodge.
Foto:
_due parole con i progettisti________
bonadiocarlon è uno studio di architettura guidato dalla passione dei suoi fondatori, gli architetti Alessandro Bonadio ed Elena Carlon, che dal 2015, attraverso idee innovative ma rispettose del contesto, danno risposte alle nuove esigenze del vivere il nostro tempo. Entrambi laureati all’Università IUAV di Venezia, gli architetti possono vantare esperienze internazionali, di ricerca, di restauro e di conoscenza approfondita dei materiali, come il legno e la terra cruda. Sono impegnati nello sviluppo di molti progetti, in ambito ricettivo e non, sempre con l’impiego di materiali naturali, sviluppando nuove forme del costruire.
Come nasce il progetto del glamping Alvearium?
Il progetto nasce e rispecchia la scelta della proprietà, caratterizzata da un preciso intento di agire che, in modo misurato, si basa su principi di sviluppo sostenibile, sull’uso consapevole del territorio, sul minor consumo possibile del terreno agronaturale, sulla salvaguardia delle peculiarità ambientali e sulla promozione dei valori paesistici coerentemente inseriti nei singoli sistemi ambientali. Il nuovo insediamento vuole evidenziare gli elementi scenico-percettivi che compongono il paesaggio circostante realizzando volumi che, per forma, posizione e colore, possano inserirsi armoniosamente nel contesto. Il progetto tiene conto inoltre dell’attività agricola esistente e prevede l’integrazione di essenze autoctone e nuova vegetazione per valorizzare il paesaggio circostante e promuovere la biodiversità. I percorsi tra le camere e gli spazi comuni sono realizzati con materiali naturali, come brecciolino e legno, per mantenere la permeabilità del terreno; ogni elemento si inserisce con discrezione nel contesto.
Parliamo di innovazione e materiali...
In questo progetto sono stati utilizzati materiali ecologicamente compatibili e riciclabili, come il legno e gli isolanti naturali, così da garantire edifici innovativi e ad alta efficienza energetica. Le superfici esterne in legno di larice si integrano con il paesaggio e si adattano nel tempo alle condizioni atmosferiche, diventando parte integrante dell’ambiente circostante. Gli edifici si legano alla naturalità del luogo prendendo spunto dalla vegetazione e dalla matericità dei pali che normalmente sorreggono le viti; il rivestimento e gli elementi che compongono la struttura, lasciati al naturale o trattati solo con un olio protettivo, si modificheranno nel tempo secondo il naturale procedere delle stagioni, grazie all’opera della pioggia, del sole e del vento. Gli chalet diverranno parte integrante del paesaggio che li accoglie e saranno a loro volta un nuovo elemento significativo integrato nel territorio. Gli infissi e i parapetti, i serramenti e alcune delle strutture di attacco a terra sono realizzati in metallo con verniciatura in tinta tipo Corten per meglio accostarsi ai colori della terra e seguire il cromatismo legato al territorio agricolo-produttivo.
Le unità ricettive alla sera, l’illuminazione evidenzia la forma esagonale che ricorda una delle celle che costituiscono un alveare.
Parete perimetrale (A) dall’esterno
- doghe in larice (80x20 mm)
- sottostruttura in abete
- telo impermeabile
- pannello OSB3 (15 mm)
- lana di roccia (160 mm)
- barriera vapore
- pannello OSB3 (15 mm)
- listellatura in abete
- cavedio impianti
- pannello in abete a vista
1 pannelli fotovoltaici
2 doghe in larice
3 orditura in abete lamellare
4 gocciolatoio
5 arredi interni in pannelli di abete a vista
6 pavimento in legno di abete
7 cavedio inferiore
8 decking esterno in larice
9 impalcato esterno in legno lamellare
10 pilastro in acciaio
11 parapetto metallico
Sezione strutturale
1 pendenza 2%
2 agganci travetti (80x120/625 mm) a coda di rondine 25x50x80
3 tutti i pannelli chiodati al telaio con chiodi a.m. ring 2.5x60 i=150/300
4 VGS 9x320 / VGS f 9x180 - int=415 mm
5 pannello OSB 3
6 pannello in fibrocemento
La costruzione in laboratorio di uno dei lodge con la sua ossatura a telaio, completato poi con la coibentazione e il rivestimento.
La realizzazione della struttura di appoggio dei lodge e la loro movimentazione in cantiere.
L’interno di una delle unità ricettive prima di essere completata con finiture e arredi e le sette strutture in attesa di essere posizionate sulle fondazioni leggere in acciaio e legno.
Davide Maria Giachino Alpeggio Prato Rotondo Garessio
Vista dell’alpeggio da est immerso nel candido paesaggio invernale.
Ubicazione: Garessio (CN)
Committente: Comune di Garessio (CN)
RUP: arch. Marco Zemmi
Progetto architettonico definitivo/ esecutivo: arch. Davide Maria Giachino (capo commessa), Alpignano (TO); arch. Massimo Andreis Allamandola, Garessio (CN); arch. Vladyslav Mazur, Torino; arch. Claudia Zappia, Torino
Strutture e Impianti: ing. Enrico
Ravagnan, Cuneo
Direttore dei lavori: arch. Davide Maria Giachino
Consulenti: geol. Aldo Acquarone, Garessio (CN)
Fine Lavori: luglio 2023
Superficie utile: 52 m2
Un presidio per la montagna
Finanziata nel 2017 dal Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Piemonte, la costruzione dell’alpeggio Prato Rotondo ha dovuto affrontare diverse difficoltà, a partire dal ridottissimo budget di partenza messo a disposizione dal bando e dalla difficoltà a reperire la materia prima tra il 2021-22 a causa della crisi post pandemia e della delicata situazione internazionale. Si è resa pertanto necessaria una rivisitazione del progetto preliminare che ha orientato le scelte verso l’impiego di filiere di prossimità e di un sistema costruttivo tipo platforme frame, realizzato il più possibile off-site, tenendo presente al contempo i forti vincoli legati alla lunga e sconnessa strada sterrata (5,5 km) di accesso al cantiere.
Il progetto si caratterizza per un’architettura minimale che instaura un dialogo con le preesistenze ambientali del luogo, visto che il sito di progetto – Prato Rotondo – si trova sotto alla vetta del Monte Mindino nelle Alpi Marittime. Nelle intenzioni dei progettisti la semplice architettura del piccolo fabbricato contribuisce a innovare la figura del pastore-malgaro grazie a un ambiente nuovo, moderno e dignitoso. L’alpeggio è infatti non solo uno spazio funzionale, ma diventa un presidio per la montagna nel quale il pastore è orgoglioso di lavorare e di prestare la propria conoscenza a beneficio della comunità.
Il fabbricato è costituto da un monolocale destinato all’abitazione del pastore, da un locale caseificio, un bagno e un disimpegno tecnico per gli impianti e si affianca alla piccola preesistenza in pietra, con cui si relaziona mediante una piccola piazzetta aperta verso valle. Oltre che funzionale alle attività produttive, lo spazio generato consente di ospitare attività all’aria aperta, come la degustazione di formaggi, lezioni e visite didattiche.
I principi di sostenibilità hanno orientato tutto il progetto, coniugando l’innovazione del processo costruttivo off-site dei telai e della copertura e l’opera artigianale locale per la facciata ventilata in doghe grezze di castagno piemontese non trattato e in lamiera di alluminio a doppia aggraffatura, così come i serramenti in legno di castagno realizzati da un’azienda locale.
Foto:
L’alpeggio da sud con la copertura e l’affaccio a ovest rivestiti in lamiera di alluminio a doppia aggraffatura.
_due parole con il progettista________
Titolare dello studio Element, dove segue l’intero ciclo produttivo del progetto, l’arch. Davide Maria Giachino, parallelamente all’attività professionale, svolge attività di ricerca/docenza a contratto presso il DAD (Politecnico di Torino), dove è stato titolare del Laboratorio di Innovazione Tecnologica e di Tecnologie Ecocompatibili. Collabora attualmente con il Corso di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile per il contributo di Tecnologia dell’Architettura Ambientale, dove sperimenta sistemi costruttivi misti in Cross Laminated Timber e in Laminated Veneer Lumber applicati al settore delle residenze universitarie. Svolge attività di auto costruttore e sperimentatore presso il proprio laboratorio realizzando modelli, installazioni o direttamente in campo nell’area sud occidentale delle Alpi Liguri per rivalorizzare e recuperare tecniche costruttive del passato. È Presidente del GQL – Gruppo Qualità Legno, associazione no profit per la promozione della cultura del legno in architettura.
Quali sono state le principali strategie progettuali di questo fabbricato?
Un punto cardine del progetto è stato l’attacco a terra, in quanto esso rappresenta un nodo delicato per gli edifici di legno a causa di rischi connessi all’umidità di risalita. Per evitare dunque tutte le problematiche legate alla connessione struttura in legno-attacco a terra, si è progettata una stratigrafia con tre livelli di protezione in modo da garantire una tenuta assoluta, ovvero: si è formato uno strato cilindrato drenante di pietrisco sopra al piano di scavo, posto all’interno di un “saccone” di geotessuto; è stato effettuato il getto di magrone ed eseguita l’impermeabilizzazione con guaina bituminosa; è stata costruita la platea e i cordoli di fondazione in c.a. a tenuta impermeabile e realizzata un’ulteriore impermeabilizzazione della platea e dei cordoli con guaina bituminosa. Infine si è posato l’isolamento termico prima del getto del massetto per pavimentazione.
Ci può descrivere le caratteristiche della facciata rivestita in doghe di castagno?
Per motivi di durabilità e di manutenzione dell’involucro si è deciso di adottare una facciata ventilata. Grazie alla microventilazione delle doghe, il legno può mantenersi sempre nelle condizioni ideali di umidità, evitando pericolosi ristagni di acqua, fonte di potenziale degradamento. Al fine di aumentare la durabilità, le doghe hanno una sezione con i lati corti inclinati di 20°, così da favorire il deflusso dell’acqua. Si è optato per una specie legnosa piuttosto durevole, il castagno, non trattato ma lasciato al naturale, in modo che possa invecchiare naturalmente, cambiando colore nel corso del tempo. Il castagno è una pianta molto presente nella Alta Valle Tanaro e la scelta di impiegarlo sia nel rivestimento sia in gran parte delle strutture portanti e nei serramenti rappresenta un significativo richiamo alla cultura secolare del luogo.
Questo progetto a scala minuta prova a inserirsi nel dibattito attuale sulla rigenerazione delle “terre alte” e, contemporaneamente, desidera divenire un dispositivo di stimolo e sfida verso quel segno di cambiamento culturale che si sta facendo strada nelle Alpi grazie all’impegno professionale di molti attori che credono in un futuro diverso per la montagna.
Dettaglio della copertura: i pannelli fotovoltaici assicurano l’energia elettrica necessaria al funzionamento delle attività dell’alpeggio.
Pianta dell’alpeggio
Prospetto nord
Solaio controterra (A) dall’estradosso
- pavimentazione resinata
- massetto per pavimentazione
- isolamento termico
- guaina bituminosa per impermeabilizzazione platea e cordoli
- platea in c.a. a tenuta impermeabile
- guaina bituminosa
- magrone
- strato cilindrato drenante di pietrisco sopra al piano di scavo posto all’interno di geotessuto
1 struttura portante in legno di castagno, prefabbricata e isolata
2 membrana traspirante per parete, resistente ai raggi UV
3 rivestimento esterno in doghe di legno di castagno
4 guaina antiradice
5 cordolo in c.a. a tenuta impermeabile
6 “saccone” in geotessuto per contenimento ghiaione
Davide Maria Giachino
Il cantiere ha avuto una durata complessiva di 120 giorni. Vediamone alcune fasi. Armatura della fondazione; impermeabilizzazione della platea e dei cordoli; arrivo in cantiere dei pannelli prefabbricati a telaio.
Posa dei pannelli prefabbricati sui cordoli impermeabilizzati.
Isolamento del solaio contro terra e realizzazione delle facciate ventilate.
Il gioco di volumi che intaglia il prospetto ovest e articola l’affaccio sul paesaggio.
Ubicazione: Lundo, Comano Terme (Trento)
Progetto architettonico: arch. Davide Fusari, arch. Susanna Serafini, Comano Terme (TN)
Progetto impianti: All Ing Studio Associato di Ingegneria, Arco (TN)
Appaltatore struttura in legno: ALPENOS srl, Predaia (TN)
Lavori: 2023-2024
Superficie coperta: 200 m2
Dal paesaggio nasce il progetto
Nella conca delle Giudicarie esteriori nel Trentino occidentale, l’abitato di Lundo gode di una splendida posizione sulle pendici del Monte Casale che lo rende un osservatorio panoramico con singolari visuali verso l’anfiteatro vallivo. Il suo centro storico è ben conservato e contraddistinto da architetture tradizionali intonacate in calce e superiormente definite da fienili in legno con i tipici grigliati aperti che permettevano la ventilazione degli ampi locali. Ai margini del paese piccoli ambiti di nuove edificazioni, distribuite in lotti isolati, ne completano la morfologia senza alterarne il carattere.
In questo contesto, in un’area libera prossima ai boschi che risalgono verso monte e al limitare dei fondi coltivati a mais e ortaggi, sorge la Casa del Sole che i committenti volevano interpretasse in maniera contemporanea le peculiarità del luogo. La particolare ubicazione, con viste e inquadrature prospettiche verso valle a sud e a ovest, verso monte a oriente e del Brenta a settentrione, ha orientato la progettazione dell’edificio. La sua articolazione volumetrica ha infatti tenuto conto dei singolari affacci sul paesaggio, valorizzando il fronte sud con una grande balconata che risvolta a est per godere della veduta più raccolta e intima dei boschi e ottenendo anche condizioni ottimali dal punto di vista bioclimatico. Opportunamente schermate per evitare il surriscaldamento estivo, le vetrate sono funzionali a captare il calore in inverno e a far entrare la luce naturale negli spazi interni che sono posti in diretta connessione con l’esterno non recintato, garantendo la permeabilità visiva e percettiva dell’intorno. La richiesta di due alloggi e di un grande ambiente, destinato alla pratica dello yoga e della meditazione, è stato il punto di partenza per definire la pianta, imperniata sulla distribuzione comune che muove dall’esterno per avvolgersi nella scala la quale, illuminata da un lucernario zenitale che inquadra il cielo, è il cuore della casa. Un vincolo dettato da accordi pregressi, che prevedeva l’allineamento a ovest del piano terra, è stato determinante per definire un basamento scavato e coperto dall’aggetto del primo piano che configura un porticato adibito a percorso d’accesso e a parcheggio.
Vista zenitale della copertura con il manto in ghiaino e i pannelli fotovoltaici.
Il parapetto del loggiato a sud che reinterpreta i graticci dei fienili delle case storiche.
Prospetto est
Prospetto nord
Prospetto ovest
Prospetto sud
_la struttura________
La struttura dell’edificio è costituita principalmente da pannelli in CLTper le pareti (66 m3 – 520 m2) e i solai, mentre il tetto è realizzato mediante l’impiego di travi e perline in legno lamellare di abete (15 m3), isolato con lana di roccia e protetto da una membrana impermeabile coperta con ghiaia. Le pareti perimetrali poggiano su un cordolo in calcestruzzo armato di 15x40 cm e sono sollevate di 12 cm rispetto alla pavimentazione per garantirne la durabilità. Lo sbalzo destinato all’area parcheggio è sorretto da tre coppie di pilastri in legno disposti a V, sollevati rispetto al piano di appoggio mediante staffe in acciaio zincato, in modo da ridurre il contatto con l’acqua meteorica. Il balcone al primo piano, sviluppato ininterrottamente lungo tre lati dell’edificio, e il marciapiede perimetrale al piano terra sono realizzati con un pavimento sospeso in assi di larice, fissato su una sottostruttura in legno.
Il parapetto è stato progettato con una particolare attenzione sia alla funzionalità sia all’estetica, diventando un elemento caratterizzante della casa; è composto da cordini metallici tesi, fissati a un reticolato in legno di larice massiccio, una soluzione che garantisce sicurezza senza appesantire visivamente il volume architettonico. Tale scelta non è soltanto tecnica, ma si ispira alle costruzioni rurali storiche, in particolare ai graticci dei fienili, reinterpretandoli in chiave contemporanea.
L’edificio raggiunge la classe energetica A, garantendo elevate prestazioni in termini di efficienza e sostenibilità.
1 cucina - pranzozona giorno
2 atrio
3 camera da letto
4 bagno
5 vano impianti
6 sala hobbies
Piano terra
Piano primo
Sezione AA
Sezione BB
_due parole con il costruttore________
Dal 2006 STP opera nel settore della progettazione e costruzione in CLT. Partner fondatore di ARCA e partner certificato CasaClima, l’azienda propone una visione del processo costruttivo che combina la sartorialità dell’approccio di progetto alle performance di soluzioni ottimizzate, grazie a un’esperienza quasi ventennale, nel perseguimento di un fondamentale obiettivo: costruzioni salubri (dal residenziale all’alberghiero al commerciale), a elevata durabilità ed efficienza energetica. Al progettista architettonico è offerto un dialogo con un ufficio tecnico composto da 10 ingegneri e 5 geometri di cantiere. La certificazione ESNA SOA qualifica l’azienda per la partecipazione ad appalti pubblici. ALPENOS è il marchio con il quale STP firma le sue realizzazioni e che combina la vocazione fortemente ingegneristica dell’azienda con i valori di sostenibilità di prodotto e di processo.
Quali sono stati gli aspetti più complessi in fase di progettazione e montaggio della casa?
La presenza di sbalzi e vetrate di dimensioni considerevoli ha richiesto una progettazione strutturale attenta al rispetto del concept architettonico. Si noti che i due esili pilastri in acciaio con funzione di sostegno del solaio e della copertura hanno consentito la continuità delle due caratteristiche vetrate ad angolo su entrambi i piani, nonché la chiusura dell’involucro esterno senza interruzioni. Per limitare la deformazione del solaio, e non interferire con il pacchetto di completamento, si è optato per l’utilizzo di travi in acciaio.
Legno strutturale e rivestimenti in legno: come varia l’approccio allo stesso materiale in una costruzione di questo tipo? Pur essendo stato mantenuto a vista in diversi ambienti, l’impiego del legno strutturale non è solo una scelta estetica ma, soprattutto, funzionale; la sua durabilità è garantita da un’ottimizzazione del processo di progettazione che previene criticità legate agli agenti atmosferici e all’usura del tempo. Parallelamente, al rivestimento esterno, la pelle dell’edificio, viene permesso di svilupparsi esprimendo le sue sfaccettature di materiale naturale con l’idea di coniugare un’architettura moderna con l’utilizzo di materiali naturali; destinato a mutare aspetto nel corso del tempo, il legno di larice si integra perfettamente con la filosofia della committenza, che vede nell’edificio un organismo in continua evoluzione, capace di dialogare armoniosamente con l’ambiente naturale circostante.
Davide Fusari, architetto, dopo un periodo di studi all’Universidade de São Paulo, si è laureato al Politecnico di Milano dove ha collaborato alla didattica e alla ricerca. Si occupa di progettazione architettonica, partecipazione, processi di riqualificazione urbana e territoriale e coordinamento di concorsi.
Susanna Serafini, architetto, si è laureata all’Università IUAV di Venezia e si è specializzata in progettazione architettonica con una forte attenzione alla sostenibilità. Interessata a temi trasversali che vanno della progettazione di interni alla valorizzazione del territorio ha all’attivo numerose realizzazioni in ambito pubblico e privato. In collaborazione hanno progettato e realizzato una cantina a Laives (Bolzano) nonché alcuni interventi residenziali e ristrutturazioni in ambito ricettivo in provincia di Trento e si sono occupati di masterplan e studi di fattibilità per la valorizzazione di aree e luoghi dismessi.
In che modo la progettazione di questa abitazione dialoga con il contesto storico circostante?
Il linguaggio architettonico è stato ispirato dalla prossimità del centro storico e ha coniugato l’impiego di materiali e modalità compositive tradizionali con tecniche e figurazioni contemporanee. Alla copertura piana, agli incastri geometrici dei volumi e alle grandi vetrate si combina il carattere costruttivo e figurativo della grande balconata al primo piano che riprende i graticci dei fienili delle case storiche. I fronti esterni sono definiti dalla matericità del legno e della rasatura del cappotto, colorato in pasta.
Qual è stato il ruolo della tecnica costruttiva nella composizione architettonica dell’edificio?
La tecnica costruttiva non è stata solo un elemento funzionale, ma è divenuta parte integrante dell’espressione architettonica dell’edificio. Ogni scelta strutturale è stata pensata per essere visibile e dialogare armoniosamente con il linguaggio compositivo generale. In particolare, i portali e i puntoni che caratterizzano il prospetto ovest non solo svolgono un ruolo portante, ma assumono una forte valenza estetica, contribuendo a definire l’identità dell’edificio. Questi elementi, grazie alla loro disposizione e al gioco di pieni e vuoti, creano un ritmo visivo che enfatizza la solidità della struttura e richiama riferimenti costruttivi tradizionali reinterpretati in chiave contemporanea. L’attenzione ai dettagli costruttivi ha permesso di valorizzare la materia prima impiegata, evidenziando la lavorazione del legno e la precisione degli incastri, rendendo la tecnica stessa un elemento di design distintivo.
Le grandi vetrate d’angolo a tutta altezza consentono di godere di splendide viste sul paesaggio circostante e al contempo di captare calore e far entrare la luce naturale negli ambienti.
Il contrasto tra la leggerezza dei cavi in acciaio e la matericità del legno conferisce al parapetto un aspetto dinamico e trasparente, permettendo una continuità visiva tra l’edificio e il paesaggio circostante. L’uso del larice, con la sua naturale evoluzione cromatica nel tempo, rafforza il legame con il concetto di architettura viva e mutevole, in armonia con l’ambiente.
Sezione verticale di dettaglio
Copertura (A) dall’esterno
- ghiaino
- tessuto non tessuto
- impermeabilizzazione in PVC
- tavolato grezzo
- strato di isolante in lana di roccia tra le travi portanti in legno lamellare
- guaina bituminosa
- perline
Solaio del balcone (B) dall’estradosso
- pavimento galleggiante in assi di larice
- sottostruttura in legno
- impermeabilizzazione in PVC
- pannellatura in OSB
- strato di isolante in EPS tagliato in pendenza
- guaina bituminosa
- pannello in X-lam (160 mm)
- isolante in lana di roccia
- intonaco
Fasi di costruzione di Casa del Sole.
Durante la fase di montaggio, particolare attenzione è stata dedicata alla movimentazione delle pareti in CLT del vano scala, progettate per rimanere a vista.
Come rivestimento esterno sono state utilizzate delle tavole in larice piallate su 4 lati e sottoposte a un processo per accelerare l’ingrigimento che le stesse avranno nel corso del tempo. Anche per i serramenti si è scelto di utilizzare il larice così da avere un’unica tipologia di legno a vista.
Il prospetto a mezzogiorno con la grande vetrata dotata di schermatura.
Ubicazione: Vescovana (PD)
Progetto architettonico: arch. Alberto Zago, arch. Sara Miricola, geom. Rino
Miricola – officina23, Este (PD)
Opere cementizie: ing. Stefano Voltolini, Valsugana (TN)
Opere prefabbricate: ing. Stefano
Moravi, Bolzano
Direttore dei lavori: geom. Rino Miricola, arch. Alberto Zago
Consulente Energetico: geom. Rino
Miricola
Lavori: gennaio 2021 – aprile 2022
Superficie verde: 500 m2 (lotto)
Superficie lorda: 200 m2
La circolarità del legno
Costruita in un contesto ordinario che si è rivelato il vero punto di forza del progetto, Casa VT, nel suo piccolo, è diventata manifesto di una filosofia sostenibile dell’architettura al giorno d’oggi, attraverso un approccio diverso nei confronti dell’architettura e dei fabbricati residenziali che si incontrano solitamente nella pianura padovana. L’accrocchio di linguaggi architettonici diversi degli edifici nei dintorni dell’abitazione, realizzati con sistemi tradizionali, diventa terreno fertile per esprimere un punto di vista differente, dove l’intenzione progettuale è quella di proporre un’architettura semplice, adottando principi costruttivi sostenibili che pongono attenzione al concetto di economia circolare.
Il progetto nasce dunque da una forte volontà di creare un’abitazione che potesse unire gli aspetti architettonici/compositivi con quelli di sostenibilità ambientale, restituendo alla committenza una casa confortevole che rispetta una progettazione specifica, anche nella scelta dei materiali utilizzati. L’importanza di ciò che “non si vede” – il dettaglio che compone l’edificio – determina infatti la qualità del processo progettuale e di realizzazione dell’intera opera, ponendo questo punto alla pari di temi più estetici, quali la scelta delle finiture o dell’arredo. La composizione dell’abitazione, realizzata in pannelli di legno X-lam, affonda le radici nei principi architettonici riguardanti la tettonica e la stereotomia, ovvero gli archetipi progettuali che fanno riferimento al concetto di “grotta” e di “capanna”. Tali riferimenti guardano all’idea primordiale dell’abitare e si basano su alcuni criteri elementari della casa e sul suo rapporto con la terra, dalla quale nasce, e con il cielo, verso il quale si protende. Un basamento regolare accoglie al piano terra gli spazi più nobili del vivere, sorreggendo allo stesso tempo un piccolo volume a forma di capanna che ospita la zona notte posta al piano primo. L’attenzione all’orientamento influenza la distribuzione interna degli spazi che seguono una suddivisione netta lungo l’asse est-ovest, rappresentato dalla figura della scala che diventa occasione per dividere zone di utilizzo e aree di servizio.
Tutto il legno strutturale utilizzato per costruire casa VT ha impiegato 1,35 h per crescere e le emissioni di CO2 della casa sono pari a 3 kg/m2 anno.
Vediamo alcuni dati inerenti la circolarità nell’uso del legno:
1. 350.000 m3: quantità di legno utilizzata per usi costruttivi in Trentino ogni anno *(Fonte: ricerca ufficiale a cura della Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con l’Università di Padova);
2. 63,50 m3: volume di legno necessario per costruire Casa VT, volume che corrisponde a un cubo di 3,989 m di lato;
3. 63,50 t di CO2: quantità di anidride carbonica sequestrata durante il processo costruttivo e corrispondente a un cubo di 28,90 m di lato;
4. 100/200 anni: tempo di rilascio della CO2 sequestrata in atmosfera.
SERVIZI LIVING
Schema compositivo della casa
1. Gli spazi sono separati lungo l’asse longitudinale dall’elemento scala, suddividendo spazi serviti e serventi in base all’esposizione solare e di pregio visivo.
2. Il piano terra rappresenta il basamento stereotomico della casa, un elemento materico sulla quale si appoggia il volume del piano primo.
3. Il piano primo si manifesta come l’elemento tettonico dell’edificio che appoggia direttamente sul basamento del piano terra, il quale, per coerenza compositiva, viene scavato ricreando un portichetto d’ingresso sul lato est.
4. Le aperture sono concepite come degli intagli sull’apparato murario e la loro posizione è strategica per quanto riguarda le viste, lo studio della luce naturale e l’apporto solare.
Due dettagli del primo piano rivolto a sud.
est
Prospetto nord
_la struttura________
sud
La struttura portante dell’abitazione è composta da pannelli X-lam e travi lamellari per la copertura, per un totale di 63,50 m3 di legno in grado di sequestrare circa 63,50 t di CO2; è questo un piccolo contributo che persegue una condivisione di intenti al fine di migliorare le condizioni dell’edilizia presente nel territorio, applicando un modello circolare capace di ammortizzare il processo di produzione di CO2. L’abitazione presenta alcune parti in acciaio, ovvero profili HEA utilizzati per il sostegno di alcune pareti del piano primo, e ciò ha evitato l’uso di travi in legno dagli spessori evidenti. La struttura ibrida è diventata quindi occasione di confronto aiutando a sdoganare il pensiero purista della struttura completamente eseguita con uno stesso materiale, anche nel caso del legno. In questo progetto, l’utilizzo del legno e di minime parti in acciaio è stato utile per ottenere un risultato compositivo adeguato e a netto vantaggio del prodotto finale. Anche la flessibilità e la leggerezza del legno diventano tema rilevante; a differenza di un sistema costruttivo tradizionale in travi e pilastri in c.a., la struttura in legno ha permesso di ottenere un colmo centrato rispetto all’asse dell’edificio, pur non presentando elementi strutturali in corrispondenza nei piani sottostanti. Nello specifico, questo dettaglio è stato risolto con un’unica trave lamellare di colmo che copre l’intera luce del lato lungo al piano primo e sulla quale si appoggia tutta l’ossatura secondaria della copertura.
officina23 (geom. Rino Miricola, arch. Alberto Zago, arch. Sara Miricola) è uno studio professionale di architettura che pone la massima attenzione alla sostenibilità ambientale, intesa non solo come basso consumo energetico ma anche come approccio olistico, ricercando un rapporto osmotico tra architettura e ambiente: un bisogno profondamente guidato da un forte senso etico e morale nei confronti del clima e della natura condiviso da tutti i componenti dello studio. Il metodo di lavoro è basato su una continua ricerca teorico/compositiva che tenta di affinare sempre di più la propria progettazione, ma anche tecnica e pratica, approfondendo temi di innovazione tecnologica e sistemi costruttivi.
Le costruzioni in legno rappresentano uno dei sistemi costruttivi a cui lo studio rivolge molta ricerca e attenzione, anche se l’attività spazia verso molti altri sistemi strutturali. Lo studio si occupa soprattutto di edilizia residenziale privata, ma è altresì attivo nell’edilizia pubblica, ricettiva e scolastica.
Come è stata progettata e gestita la luce naturale in questa abitazione?
La luce naturale è di primaria importanza in questo progetto, perché diventa strumento di gestione funzionale degli spazi che vengono regolati in base alle esigenze. La luce naturale definisce l’anima del progetto e ne determina l’atmosfera, scandisce gli spazi e colpendo la materia, si manifesta, dando vita agli ambienti. La luce verticale, ad esempio, diventa protagonista in alcuni ambiti distributivi, come il vano scala, dove una finestra da tetto, posta a raso muro, consente il dilavamento della parete e permette alla luce di scendere fino al piano terra creando un forte rapporto con la luce esterna. Il sistema trasparente dell’abitazione è costituito da serramenti triplo vetro in legno-alluminio e la loro composizione nasce dalla volontà di sfruttare quanto più possibile i contributi esogeni, progettando una buona schermatura solare per il periodo estivo. La grande vetrata a sud della zona giorno esalta la natura del serramento concepito come cornice che protende verso l’esterno e che aumenta la percezione di un grande schermo proiettato verso il giardino. A rimarcare tale scelta, il serramento è senza telaio o, meglio, con un sistema a telaio a scomparsa, riducendo al mimino elementi di disturbo secondari e massimizzando la vista verso il panorama circostante.
E dal punto di vista energetico?
Iniziamo dalla prestazione energetica raggiunta, ovvero 4 kWh/m2 anno per il riscaldamento. Grazie alla grande prestazione energetica data dall’involucro opaco e trasparente, il contributo necessario al bilancio energetico dell’intera abitazione è molto contenuto. L’impianto termico si può definire “minimo” ed è un impianto a tutt’aria in grado di controllare e gestire autonomamente la temperatura (riscaldamento e raffrescamento), l’umidità e la quantità di CO2. La filtrazione continua dell’aria e il suo ricambio costante tramite una VMC integrata in pompa di calore garantiscono un elevato comfort interno e una salubrità dell’aria eccellente.
Nella pagina precedente, vista verso la cucina e verso il living dell’ampia zona giorno.
Nella casa la luce naturale e artificiale è stata studiata per mettere in evidenza dettagli architettonici e materici e per connettere l’interno con l’esterno.
Esploso assonometrico di Casa VT
Copertura (A) dall’esterno
- tegole
- listelli e contro-listelli per supporto tegole e per camera di ventilazione
- telo di tenuta al vento
- pannello in legno mineralizzato (35 mm)
- pannello in fibra di legno (60 mm; 180 kg/m3)
- pannello in fibra di legno (80+80 mm; 160 kg/m3)
- freno al vapore
- tavolato a vista
- travi in lamellare
Parete (B) dall’esterno
- intonaco a base di silicati (7 mm)
- pannello in fibra di legno (80 mm; 160 kg/m3)
- pannello in fibra di legno (120 mm; 110 kg/m3)
- struttura in X-lam (100 mm)
- pannello in fibra di legno (40 mm; 50 kg/m3)
- strato d’aria ferma (10 mm)
- fibrogesso (12,5 mm)
Solaio contro terra (C) dall’estradosso
- pavimento in legno (15 mm)
- massetto in anidrite (70 mm)
- massetto alleggerito (160 mm)
- isolamento in XPS (60 mm)
- guaina protettiva
- platea in calcestruzzo armato (350 mm)
- magrone (200 mm)
- isolamento in XPS (100 mm)
L’arrivo in cantiere dei pannelli in X-lam e posa delle prime pareti.
Il vano scale, anch’esso realizzato in legno; posa in opera degli elementi lignei del solaio interpiano.
Scorcio dall’interno della casa in costruzione con la struttura del tetto in completamento e isolamento della copertura con pannelli fibra di legno.
Il rivestimento delle facciate in legno permette un armonioso inserimento dell’edificio nel verde circostante.
Il complesso abitativo immerso tra gli alberi.
L’affaccio verso ovest di uno dei quattro volumi residenziali.
Ubicazione: Hohenbrunn, Monaco di Baviera (D)
Progetto architettonico: frank&friker, Monaco di Baviera (D)
Strutture: Planungsgesellschaft Dittrich mbH, Monaco di Baviera (D)
Direttore dei lavori: frank&friker
Impianti elettrici: Ingenieurbüro
Biberger GBR, Dachau (D)
Impianto termosanitario: Ingenieurbüro
Maierhofer GmbH, Monaco di Baviera (D)
Appaltatore struttura in legno: LignoAlp – Damiani-Holz&Ko SpA, Bressanone (BZ)
Lavori: marzo 2022 – settembre 2023
Superficie utile: 2.030 m2
INFO E GALLERIA
Abitare nella natura
Circondato da campi e prati, il quartiere di Luitpoldsiedlung di Hohenbrunn, comune a sudest di Monaco di Baviera, ospita quattro edifici plurifamiliari realizzati in legno e cemento che accolgono venticinque appartamenti. Il complesso residenziale è incorniciato da un patrimonio arboreo degno di essere protetto ed è reso accessibile a tutti i residenti grazie a un giardino aperto che contribuisce a una migliore qualità della vita. La zona verde comune invita altresì le persone a fermarsi in questo luogo grazie alle sue attrezzature da gioco, alla zona barbecue e all’area per prendere il sole.
Le unità abitative dei quattro fabbricati hanno diverse metrature, per favorire una struttura eterogenea dei residenti, e tutti gli appartamenti al piano terra e alcuni ai piani superiori sono privi di barriere architettoniche. Il design a pianta aperta dona una sensazione di modernità e ampiezza e consente un utilizzo flessibile degli spazi. Peculiarità dei prospetti sono le finestre a tutta altezza, che lasciano entrare molta luce all’interno generando atmosfere luminose e accoglienti, e la facciata in legno che, trattata con impregnante effetto invecchiato, diventa un’espressione coerente del metodo di costruzione ibrido, inserendosi armoniosamente nel paesaggio rurale circostante. Le tende da sole colorate sottolineano l’aspetto invitante e amichevole degli affacci, mentre le logge sono rivestite in legno, dando vita così a una transizione fluida tra esterno e interno. Pompe di calore, moduli fotovoltaici e tecnologie all’avanguardia creano un sistema di riscaldamento ecologico ed efficiente in termini di costi e garante di un clima abitativo piacevole, riducendo anche al minimo l’impatto ambientale. Il concetto di edilizia sostenibile si concretizza nella struttura ibrida con pareti in legno, prefabbricate mediante l’uso di materie prime rinnovabili, e con i solai in calcestruzzo precompresso che contribuiscono a un valido processo di costruzione. I vani scala e i solai dei piani in c.a. fungono anche da massa di accumulo, assicurando un’eccezionale efficienza energetica e un buon isolamento acustico.
Particolare della facciata in doghe di legno trattate con effetto invecchiato e le tende da sole colorate che schermano le aperture vetrate a tutta altezza.
Sezione trasversale
Prospetto sud edificio 4 piani
_la struttura________
Prospetto sud edificio 3 piani
Prospetto ovest edificio 4 piani
Prospetto ovest edificio 3 piani
I quattro edifici (due di tre e due di quattro piani) sono stati realizzati con un sistema costruttivo ibrido costituito da: vani scala in calcestruzzo armato con funzione di nuclei controvento, pareti esterne prefabbricate a telaio in legno di abete rosso coibentate in lana minerale (edifici di quattro piani), pareti esterne a telaio in legno di abete rosso coibentate con cellulosa insufflata (edifici di tre piani), pareti interne portanti in X-lam e solai costituiti da elementi prefabbricati in calcestruzzo precompresso. Queste sono state individuate come le soluzioni più efficienti per le campate di oltre 6,5 metri.
Il tetto senza sporto ha struttura portante a travi/travetti con il colmo non posizionato al centro. Anche la copertura è stata prefabbricata sotto forma di box coibentati con cellulosa insufflata. La prefabbricazione ha riguardato anche il rivestimento di facciata pre-ingrigito, installato direttamente nel capannone di produzione LignoAlp di Nova Ponente.
Per dare un aspetto dinamico alla facciata, è stato utilizzato un rivestimento con doghe di tre diverse larghezze, fissate con viti di acciaio inossidabile a vista.
Piano terra edificio 3 piani
Piano primo
Piano mansardato
_due parole con il costruttore________
Nel 1927 Leonardo Damiani fonda l’omonima ditta a Bressanone, dando così il via alla produzione e al commercio di travi in legno massiccio. Nel 1989, Markus Damiani, nipote del fondatore, entra in azienda e poco dopo ne assume la direzione, ampliando l’attività e includendo la costruzione di tetti e case in legno. Damiani-Holz&Ko SpA nasce nel 2010 dalla fusione di Damiani Legnami Spa e della carpenteria holz&ko srl di Nova Ponente, guidata da Walter Capovilla, oggi membro della direzione e responsabile della parte tecnica dell’azienda. Da allora, il connubio di lavoro artigianale e di moderne e sofisticate tecnologie di progettazione e produzione contraddistingue il marchio LignoAlp. Oggi, 130 specialisti lavorano a stretto contatto con progettisti e clienti delle regioni alpine e non solo; oltre a vantare un’approfondita esperienza tecnica, essi offrono la massima libertà in fase di progettazione architettonica e garantiscono un’eccellente qualità. Ogni anno vengono costruiti 250 tetti e oltre 80 edifici in legno su misura con un elevato grado di prefabbricazione.
Perché si è optato per un sistema costruttivo ibrido? Come è stata la vostra l’esperienza?
Il sistema di costruzione ibrido si è ormai affermato e abbiamo già realizzato una serie di edifici ibridi di varie tipologie. Questo progetto, però, era il primo, e finora unico, dove è stato utilizzato un sistema con pareti esterne a telaio e solai in elementi di calcestruzzo precompresso. L’edificio presenta infatti solai con campate fino a 6,5 m, che avrebbero potuto essere realizzati in legno, ma la committenza e i progettisti hanno preferito questo metodo di costruzione. Eravamo un po’ scettici, soprattutto perché sopra gli elementi prefabbricati è stato realizzato uno strato di calcestruzzo gettato in opera che ha fatto un po’... “male al cuore” al costruttore di legno! Le diverse tolleranze dei metodi di costruzione infine hanno rappresentato una sfida, anche se gli elementi precompressi sono stati prefabbricati. Tuttavia, alla fine abbiamo raggiunto un buon risultato.
Qual è un’altra caratteristica peculiare di questo progetto?
Un’altra caratteristica interessante di questo progetto è il grado di prefabbricazione particolarmente alto. Spesso la finitura di facciata viene montata in cantiere, in questo caso è stata installata nel reparto di prefabbricazione, con un notevole risparmio di tempo in cantiere. Ciò è stato possibile perché è stato inserito un giunto tra i diversi piani. La nostra proposta, poi, di utilizzare tavole di tre diverse larghezze è stata accolta favorevolmente dagli architetti.
Lo studio di architettura frank&friker, con sede a Monaco, è stato fondato nel 1998. Insieme al loro team, i partner Tina Frank e Jochen Friker lavorano allo sviluppo, alla progettazione e alla realizzazione di progetti nei settori dell’edilizia residenziale, degli uffici, dell’istruzione, del tempo libero, del commercio al dettaglio e della pianificazione urbana. I progettisti analizzano l’esistente, lo incorporano nel processo di progettazione e lo interpretano. Questo approccio porta a un progetto personalizzato in armonia con il contesto e con la funzione del futuro edificio. Le basi del lavoro di frank&friker risiedono nell’analisi dettagliata della destinazione d’uso e dell’edificio, nello sviluppo lungimirante del progetto, nel design distintivo, nel controllo responsabile dei costi e del programma e nell’alta qualità architettonica e tecnica della realizzazione.
Perché è stato utilizzato il legno in questo complesso residenziale di quattro palazzine?
La decisione di realizzare il progetto in legno si è basata sulla certezza dei numerosi vantaggi che questo materiale naturale porta con sé, tra cui il creare un’atmosfera calda e invitante e il favorire un clima interno sano. Grazie alla costruzione ibrida in legno, sfruttiamo i vantaggi del legno in combinazione con la massa di accumulo del calcestruzzo, ottenendo un’efficienza energetica ottimale e un clima interno equilibrato. La scelta a favore della costruzione ibrida in legno è stata presa in collaborazione con il committente per motivi di estetica, sostenibilità ed economicità.
La lamiera installata tra i giunti dei piani impedisce il propagamento di un eventuale incendio. Questa fuga, inoltre, ha consentito l’installazione della finitura di facciata in fase di prefabbricazione. Dettaglio del vano scala.
Stratigrafia parete esterna tipo A – edifici di 4 piani
Parete prefabbricata:
- finitura di facciata (doghe in abete rosso “effetto invecchiato”)
- sottostruttura
- telo antivento
- isolamento termico in lana minerale
- pannello in gessofibra
- telaio in legno/isolamento termico in lana minerale
- pannello OSB
- pannello in gessofibra
- intercapedine interna, realizzata in cantiere
Stratigrafia parete esterna tipo B – edifici di 3 piani
Parete prefabbricata:
- finitura di facciata (doghe in abete rosso “effetto invecchiato”)
- sottostruttura
- telo antivento
- isolamento termico in fibra di legno
- telaio in legno/isolamento termico in cellulosa insufflata
- pannello OSB
- intercapedine interna, realizzata in cantiere
Posa delle pareti esterne prefabbricate con struttura a telaio su cordolo rialzato in c.a.
Viste delle palazzine in fase di completamento.
Due vedute dal drone delle quattro palazzine in diverse fasi dell’avanzamento dei lavori.
Studio Bark Water Farm Raydon (UK)
Vista da nord-ovest con la Water Farm inserita nel verde della campagna del Suffolk.
Il tetto geometrico dell’abitazione, in corrispondenza dei timpani, offre alle due camere da letto matrimoniali splendide viste sull’ambiente circostante.
Superficie lorda: 350 m2 (+30 m2 mezzanino e 50 m2 garage/ufficio)
Una straordinaria bellezza naturale
Un sito nel Suffolk, situato ai margini del Dedham Vale National Landscape (ex Area of Outstanding Natural Beauty) e con un pendio rivolto a ovest e una cresta centrale, ospita una nuova e distintiva casa, Water Farm. L’abitazione è stata progettata per soddisfare le esigenze di una giovane famiglia di cinque persone che voleva trasferirsi lontano dalla città e desiderava vivere senza connessione alle reti pubbliche di distribuzione dell’energia. Con il sogno di una “casa per la vita”, i clienti, infatti, ricercavano la qualità della vita che la campagna del Suffolk poteva offrire loro, pur essendo a una ragionevole distanza da Londra; circondati da pascoli, alberi, siepi, querce e con scorci pittoreschi sulla Stour Valley, i progettisti di Studio Bark hanno creato un edificio in legno dal design geometrico, unico e funzionale, che si è ispirato all’architettura delle tradizionali fattorie, agli edifici locali con struttura in legno e al paesaggio circostante.
La necessità di spazi collegati e aperti, ma separati tra loro, e con viste sui bellissimi dintorni ha portato a sviluppare un progetto su due piani; il piano terra si articola su livelli leggermente sfalsati, disponendosi attorno a un cortile centrale che fornisce ventilazione e accentua il senso del mondo naturale che circonda la casa. Questo spazio crea inoltre una stratificazione di vedute che attraversano l’abitazione, aprendosi sull’esterno. Ogni area al piano terra è quindi caratterizzata da soglie che gerarchicamente distribuiscono le funzioni abitative, rispondendo altresì alla topografia del sito in pendenza. Se il piano terra si esprime mediante cambi di quote, il primo piano è definito dalla sorprendente copertura che conferisce a ogni stanza un carattere spaziale unico. Ed è proprio questo tetto geometrico, rivestito in legno, la caratteristica distintiva della casa; risultato dello studio sugli edifici in legno della zona, è presto diventato un’entità a sé stante, una forma artificiale che contrasta con la natura circostante.
Water Farm è nata per essere vissuta dai suoi abitanti e apprezzata da chi la guarda, concetto che è stato enfatizzato, sfruttando il vicino diritto di passaggio pubblico, il quale consente ai passanti di apprezzare la casa quale affermazione architettonica che esalta la qualità panoramica della zona.
La vista zenitale mette in risalto l’articolata geometria della copertura in legno e il giardino interno.
Doghe di legno rivestono interrottamente le pareti e le falde del tetto.
1 ingresso principale
2 ripostiglio/lavanderia
3 soggiorno
4 sala da pranzo
5 cucina
6 terrazza esterna coperta
7 giardino interno
8 salottino
9 camera con bagno
WC
Prospetto est
Prospetto sud
camera padronale ensuite
bagno principale
Prospetto nord
Prospetto ovest
paragrafo 84________
Alla Water Farm è stata concessa l’autorizzazione all’edificazione ai sensi del Paragrafo 84 del National Planning Policy Framework, una norma che richiede una qualità di progettazione eccezionale per le nuove abitazioni in aperta campagna. Conosciuto come “The Country House Clause”, questo paragrafo riguarda la costruzione di nuove case in campagna, in genere in siti isolati, e la clausola di eccezione riportata in esso è la norma ideale per tutti quei clienti lungimiranti che vogliono creare edifici belli e rigorosamente rispettosi dell’ambiente. Il paragrafo 84 del National Planning Policy Framework (NPPF) richiede esplicitamente che l’architettura dei fabbricati debba essere di qualità superiore per poter essere realizzata in luoghi isolati, sia che si tratti di costruire una nuova casa su terreni agricoli o in Aree di straordinaria bellezza (AONB - Area of Outstanding Natural Beauty) sia che si operi nelle cinture verdi delle cittadine rurali inglesi. Pertanto, questa interessante parte di legislazione di pianificazione promuove un’architettura più creativa e sostenibile.
Studio Bark è uno studio di architettura pionieristico con sede a Londra che progetta architetture ambiziose e rispettose dell’ambiente secondo un approccio pratico alla ricerca, alla progettazione e alla costruzione. Gli edifici realizzati dallo studio si caratterizzano per un metodo progettuale innovativo e sempre sensibile al contesto. Il team combina rigorosi principi ambientali con un modus operandi elaborato e contestuale, lavorando a stretto contatto con i clienti per poter dar vita alle loro necessità e aspirazioni.
Quali sono state le sfide affrontate in questo progetto?
Molti clienti, spesso giovani famiglie, si rivolgono a noi con il desiderio di trasferirsi dalla città alla campagna per avvicinarsi alla natura e migliorare la qualità della loro vita. Quando possiamo contribuire a realizzare questo obiettivo, in particolare quando il legame con un determinato sito è forte, è un piacere.
In questo progetto, l’essere situati nella campagna rurale e adiacenti a un National Landscape (ex AONB) ha alzato l’asticella del progetto al più alto livello possibile. La sfida per noi, sia come architetti sia come esperti di pianificazione rurale, è stata quella di creare una casa di famiglia eccezionale che rispettasse il paragrafo 84 del National Planning Policy Framework, essendo allo stesso tempo attenti all’opinione locale e alla politica di pianificazione locale. Ad esempio, è stato fantastico vedere come la forma geometrica del tetto così audace si sia inserita perfettamente in un paesaggio naturale complesso, incorniciando viste attraverso i suoi piani fino alla pittoresca valle dello Stour.
La forma contrattuale poi è stata insolita per questo tipo di progetto, perché i i clienti hanno deciso di gestirlo come un contratto di “progettazione e costruzione” direttamente con l’appaltatore principale. A volte quindi è triste lasciare andare uno dei tuoi progetti prima che abbia inizio la costruzione, ma allo stesso tempo siamo lieti di poter offrire un servizio flessibile che soddisfa i desideri dei nostri committenti. Il team multidisciplinare di questo progetto, infatti, ha collaborato affinché il design rispondesse in modo sensibile al contesto rurale, cercando di creare una struttura architettonicamente significativa ed esemplificando come l’architettura contemporanea e sostenibile possa migliorare e integrarsi con il paesaggio naturale.
Ogni stanza al piano terra è caratterizzata da una scelta attenta dei materiali di finitura e degli arredi al fine di enfatizzare la luce che entra dalle ampie vetrate rivolte verso l’esterno e verso il giardino interno.
Dettaglio del prospetto est con l’ingresso e dello spazio coperto a sud che estende la zona giorno all’esterno.
Schema impiantistico di Water Farm:
Water Farm è un edificio off-grid a 360°, visto che non è allacciata a nessuna rete pubblica di distribuzione di elettricità, gas e acqua.
L’energia necessaria per riscaldare è prodotta da un sistema di microcogenerazione a biodiesel (1) che alimenta anche una ventilazione meccanica con recupero di calore e pompa di calore (2). L’energia elettrica è fornita da un grande impianto solare (3), situato sul tetto dello studio, ed è abbinato a batterie ad alta capacità e a una pompa di calore geotermica (4), che fornisce gran parte del riscaldamento e della domanda energetica dell’edificio. L’acqua proviene da un pozzo ed è utilizzata previa filtrazione (5), mentre le acque reflue domestiche sono trattate in un impianto di depurazione a biodischi (6).
Una vista della casa immersa nel verde della campagna inglese.
_low tech ad alte prestazioni________
Water Farm è stata sviluppata su principi di buona progettazione ambientale con l’obiettivo di essere una casa low tech ma ad alte prestazioni.
L’edificio poggia su un basamento pesante con pavimenti pesanti al fine di aumentare il potenziale di massa termica e il controllo termico, mentre la struttura leggera in legno è iper-isolata per ridurre la perdita di calore. Sono stati progettati in modo attento la posizione delle vetrate, gli sporti e le persiane esterne mobili che assicurano il controllo dell’apporto solare in estate. Il cortile centrale è un incredibile fonte di luce e aria fresca e, abbinato a soffitti alti e finestre apribili, garantisce un’eccellente qualità e quantità di luce e ventilazione naturali in tutta l’abitazione.
Sono stati inoltre scelti materiali naturali per tutto l’edificio, molti dei quali sono stati reperiti localmente.
Il corridoio di collegamento tra le stanze al piano superiore con le grandi vetrate apribili che danno sul giardino interno.