azero 47

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4 Natura e Luce

Boris Veliz Gómez

16 Orti efficienti in città Tiziana Monterisi

28 Dal passato al futuro Studio3 Architetti Associati

40 Nuova vita per il rustico ETC+ Architettura

azero

rivista trimestrale – anno XV

n. 47, giugno 2025

Registrazione Tribunale Gorizia n. 03/2011 del 29.7.2011

Numero di iscrizione al ROC: 8147

ISSN 2239-9445

Direttore responsabile

Ferdinando Gottard

Redazione

Lara Bassi, Gaia Bollini

Editore EdicomEdizioni – Monfalcone (GO)

52 Efficienza energetica sociale HabitatPlus

64 Tra pubblico e privato Marco Biscontin

74 Loft su misura Massimiliano Roberto

86 Riqualificare con l’alluminio CAT24 architettura e ingegneria srl

Redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 – 34074 Monfalcone (GO) tel. 0481.484488 – fax 0481.485721 redazione@edicomedizioni.com www.azeroweb.com

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Grafiche Manzanesi – Manzano (UD)

Stampato su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate

Prezzo di copertina 15,00 euro

Abbonamento

Italia (4 numeri): 50,00 euro Estero (4 numeri): 100,00 euro Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno

È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore

Copertina Dal passato al futuro, foto: ©Studio3 Architetti Associati

Natura e Luce

Mungia (E)

Nata con l’obiettivo di minimizzare il suo impatto sul sito di progetto e per essere a bassissimo consumo energetico, questa abitazione nella Regione Basca in Spagna ha ottenuto la certificazione Passivhaus Plus grazie all’estrema cura dei dettagli sia in fase di progettazione sia di realizzazione, proponendo un’architettura contemporanea che favorisce gli apporti solari, la luce naturale e l’energia rinnovabile

Nella lingua Basca Natur Argia significa Natura e Luce e questo è il nome che i committenti hanno scelto per la loro casa, un’abitazione situata nella municipalità di Mungia, nel periferico quartiere residenziale di Larrabizker, ben collegato all’area urbana e caratterizzato da un alto livello di servizi. Il tratto peculiare del sito è la sua forte pendenza che ha condizionato lo sviluppo del progetto e la disposizione planivolumetrica del fabbricato. Per ridurre l’impatto sull’ambiente circostante, l’edificio poggia sul terreno con due sole parti – una platea e un pilastro a forma di V – minimizzando così le opere in calcestruzzo e i lavori di urbanizzazione richiesti per la sua costruzione. In tal modo la topografia del sito rimane inalterata, l’edificio sembra galleggiare sul terreno e si creano spazi esterni vivibili sia al piano terra, con l’ampia terrazza rivolta a sud-ovest, sia al piano seminterrato, con i due portici aperti che circondano la piscina e il giardino.

L’abitazione è certificata Passivhaus Plus e pertanto anche l’organizzazione volumetrica e planimetrica della casa sono state attentamente progettate al fine di raggiungere tale obiettivo. La casa è articolata su due piani compatti, orientati verso sud-ovest così da ottimizzare contemporaneamente la vista sulla valle e i guadagni solari gratuiti che consentono di climatizzare pas-

sivamente le stanze dei entrambi i piani. In entrambi i livelli le aree giorno e le stanze da letto si affacciano su due terrazze coperte che uniscono visivamente l’interno e l’esterno e che, allo stesso tempo, proteggono le ampie vetrate dall’irraggiamento estivo. A nord un tetto spiovente si innalza per lasciare entrare la luce naturale che fluisce negli spazi principali della zona giorno al piano terra.

La casa è stata realizzata con una particolare struttura in cemento armato, lasciato a vista, realizzato in opera con isolamento continuo posato su pareti, solai e copertura e già utilizzato in altri lavori dal progettista. Elementi in carpenteria metallica e lignea caratterizzano gli interni e l’affaccio a sud-ovest. Questo sistema costruttivo, oltre alla funzione strutturale, di finitura e, ovviamente, di protezione, garantisce la tenuta all’aria dell’involucro, coadiuvato da una progettazione e una realizzazione accurate. Il timore di non riuscire a soddisfare la tenuta all’aria della casa, necessaria per lo standard passivo, ha accompagnato i progettisti fin dall’inizio, viste le ampie vetrate che si aprono a mezzogiorno. Tuttavia la tipologia costruttiva che unisce il calcestruzzo, la sottostruttura coibente e le opere di carpenteria ha dato vita a una sorta di facciata continua che ha garantito una maggiore tenuta dell’involucro e la risoluzione dei ponti termici nelle connessioni più critiche.

Progetto architettonico

arch. Boris Veliz Gómez (Capo progetto) – Arquitectura Veliz, Biscay (E)

Collaboratori

arch.tti Yanelis Garcia, Roberto López, Claudia Mendoza Gómez

Progettista Passivhaus

arch. Boris Veliz Gómez

Revisore dei conti, Certificatore Passivhaus e Blower Door Test

Zero Energia

Progettazione degli interni

Architettura Véliz

Responsabile del progetto

Jon Aurtenetxea Uriarte

Certificazione

• Passivhaus Plus

Natur Argia è inoltre un edificio gas free, grazie all’adeguatamente dimensionato impianto fotovoltaico installato in copertura che consente ai proprietari di raggiungere l’indipendenza energetica e di ricaricare anche la loro macchina elettrica.

Progetto – Lavori ottobre 2021 (inizio progetto) – giugno 2023 (fine lavori)

Superficie edificio 278,09 m2

Trasmittanza media parete esterna 0,165 W/m2K

Trasmittanza media solaio seminterrato/solaio 0,211 W/m2K

Trasmittanza media copertura 0,217 W/m2K

Trasmittanza media serramenti 0,86 W/m2K

Tenuta all’aria n50 0,37 h-1

Carico termico 12,37 W/m2

Fabbisogno PER (energia primaria rinnovabile) 31 kWh/m2 anno

Carico termico di raffrescamento 7 W/m2

Fabbisogno di raffrescamento e deumidificazione 2 kWh/m2 anno

Photo
© Boris Veliz
L’ingresso è situato tra la parte dell’abitazione appoggiata alla fondazione e il corpo edilizio sospeso e sorretto dal pilastro a V.
Photo © Boris Veliz
Sezione AA
Sezione BB
Planimetria del lotto
Piante
La terrazza coperta con la vista sulla valle all’imbrunire.
Boris Veliz Gómez

Il sistema costruttivo

Come accennato, il sistema costruttivo della casa era già stato utilizzato dall’architetto in precedenza e consiste in pareti di cemento armato lasciato a vista all’interno e realizzato in opera con isolamento conti-

Due scorci della zona cucina dove la struttura portante crea nicchie e spazi per l’alloggiamento dei sistemi impiantistici.

nuo di alto spessore su pareti, solai (su platea e sbalzo) e copertura. Questa particolare struttura in c.a. con un taglio termico che corre lungo tutto l’intera facciata vetrata e i generosi pannelli di metallo e legno rivolti a sud-ovest sono senza dubbio l’elemento distintivo del progetto, in quanto ne caratterizzano sia l’immagine architettonica sia gli spazi interni, dove gli elementi costruttivi sono ben evidenti nei soffitti e nelle travi a vista.

Tale sistema ha guidato le posizioni e i layout per la maggior parte dei sistemi, sia inerenti l’involucro dell’edificio sia gli impianti, e ha richiesto un alto livello di pianificazione durante la fase di progettazione e di controllo in loco durante la costruzione.

Ad esempio, le travi incorporate nei solai in cemento a vista creano lungo il perimetro dell’edificio delle nicchie utilizzate per l’alloggiamento delle schermature esterne, responsabili della protezione dal sole degli elementi vetrati. Le solette in cemento lasciate a vista contengono le tubazioni della ventilazione meccanica con recupero di calore, le quali non possono essere fatte passare attraverso il rivestimento della parete, come anche gli impianti elettrici che forniscono l’illuminazione esterna e che alimentano la motorizzazione delle schermature.

Prospetto sud-est

Prospetto nord-ovest

Prospetto nord-est
Prospetto sud-ovest
Photo © Boris Veliz
Photo © Boris Veliz

L’involucro e il comfort abitativo

Questo progetto è stato caratterizzato, fin dalle prime battute, dall’incertezza di non riuscire a ottenere la necessaria tenuta all’aria dell’involucro, a causa dell’ampia superficie vetrata a sud-est e quindi dell’elevata lunghezza dei giunti.

La scelta di utilizzare degli elementi di carpenteria ha rappresentato un cambiamento radicale rispetto al consueto metodo di operare dei progettisti; questo ha permesso di utilizzare inserti verticali realizzati con la stessa carpenteria, così da minimizzare i ponti termici lineari durante l’installazione dei grandi serramenti e ridurre il numero e la lunghezza dei giunti tra carpenteria, sottostruttura e calcestruzzo, garantendo una maggiore tenuta all’aria. Il fruttuoso lavoro di analisi e di sviluppo della carpenteria, insieme all’ottima installazione, hanno contribuito a ridurre le possibili perdite d’aria che avrebbero potuto creare problemi durante i Blower Door Test. Con questo cambio di paradigma, in cui si è praticamente realizzata una

facciata continua pur utilizzando carpenteria convenzionale, connessioni e nodi sono stati risolti in modo ottimale, sia dal punto di vista termico sia da quello dell’ermeticità.

L’involucro in calcestruzzo a vista ha richiesto inoltre un’analisi dettagliata delle giunzioni più critiche quali, ad esempio, facciata-solai interni, facciata-solai esterni, facciata-aggetti, al fine di controllare tutte le connessioni strutturali tra elementi differenti. Sono state esaminate e calcolate soluzioni sfavorevoli e favorevoli per garantire che il sistema costruttivo adottato fosse adeguato a diminuire il più possibile le dispersioni termiche e, soprattutto, a ridurre il potenziale rischio di condensa superficiale.

La barriera al vapore, posta tra i pannelli in cartongesso del rivestimento delle pareti, sopra la soletta in calcestruzzo in copertura e sopra l’isolante a pavimento, è stata fondamentale per garantire la qualità termo-igrotermica.

Photo © Boris Veliz
Photo © Boris Veliz
Photo © Boris Veliz

Copertura (A) dall’esterno

- piastrella in ceramica piana

- listello verticale e orizzontale

- isolamento in XPS

- barriera al vapore

- soletta in cemento armato

Solaio interpiano (B) dall’estradosso

- grès porcellanato e colla cementizia

- massetto

- piastra riscaldante a pavimento con EPS (20 mm)

- barriera al vapore

- isolamento in XPS

- soletta in cemento armato

Solaio controterra (C) dall’estradosso

- grès porcellanato e colla cementizia

- massetto

- isolamento in XPS

- soletta in cemento armato

- geotessile

- film di polietilene

- ghiaia

- geotessile

- fondazione continua

- calcestruzzo di copertura

- terreno

1 grondaia in zinco

2 tubo in alluminio (20x80 mm)

3 coprifilo in lamiera di alluminio piegata

4 telo impermeabilizzante

5 trave in cemento armato

6 elemento in alluminio per frangisole

7 guida per veneziane

8 isolamento in XPS

9 nastro monoadesivo per giunti di elementi costruttivi in muratura e metallo

10 piastre angolari forate in acciaio al carbonio con zincatura galvanica

11 sottostruttura in legno (50x90 mm)

12 nastro monoadesivo pre-piegato per tenuta all’aria di freni al vapore e pannelli in legno strutturali in angoli interni

13 soglia inclinata (13 mm)

14 massetto

15 piastrella in ceramica esterna (20 mm)

16 livellamenti

17 soletta in cemento armato

18 film di polietilene

19 geotessile

20 calcestruzzo di copertura

21 malta di riempimento

22 telo drenante

23 telo bitumato

24 tubo di drenaggio (∅160 mm)

25 ghiaia (30 mm)

Veliz Gómez
Le fondazioni continue; il solaio del piano terra; la grande apertura a sud-est con l’intelaiatura in legno per il montaggio dei serramenti; viste dall’interno della struttura in calcestruzzo armato e acciaio; le pareti interne; i lavori sulla terrazza esterna al primo piano.
Photo
© Boris Veliz Photo
© Boris Veliz
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© Boris Veliz Photo
© Boris Veliz
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© Boris Veliz
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© Boris Veliz
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© Boris Veliz

Copertura (D) dall’esterno

- piastrella in ceramica piana

- listelli verticali e orizzontali

- telo impermeabilizzante

- isolamento in XPS

- barriera al vapore

- soletta in cemento armato a vista

Parete tipo 1 (E) dall’esterno - finitura acrilica

- sistema a cappotto termico certificato

- parete in cemento armato a vista (200 mm)

Parete tipo 2 (F) dall’esterno - parete in cemento armato a vista (200 mm)

- isolamento in lana di roccia

- barriera al vapore

- doppia lastra di cartongesso

Solaio su vuoto (G) dall’estradosso

- grès porcellanato e colla cementizia

- massetto

- piastra riscaldante a pavimento con EPS (20 mm)

- barriera al vapore

- isolamento in XPS

- soletta in cemento armato

di dettaglio del volume a sbalzo

1 banda adesiva impermeabile

2 telo impermeabilizzante

3 sistema a cappotto

4 coprifilo composito fissato con schiuma poliuretanica

5 isolamento in XPS

6 parete in cemento armato

7 elemento in alluminio

8 tavolato in legno

9 coprifilo in lamiera di alluminio piegata

10 nastro monoadesivo per giunti di elementi costruttivi in muratura e metallo

11 piastre angolari forate in acciaio al carbonio con zincatura galvanica

12 nastro monoadesivo pre-piegato per tenuta all’aria di freni al vapore e pannelli in legno strutturali in angoli interni

13 lamiera di alluminio

14 guida per tapparelle

15 soglia in pendenza

16 battiscopa a filo pavimento

17 smusso (15 mm)

Sezione

Sistemi di comfort attivo

Natura Argia è caratterizzata da un importante impianto di pannelli fotovoltaici da 10 kW, installato sul tetto e completato da due batterie al litio che hanno una capacità di quasi 10 kWh; esse consentono ai proprietari di raggiungere l’indipendenza energetica e di ricaricare la loro automobile elettrica direttamente a casa. L’inverter è dotato di un sistema di backup che permette di sfruttare l’energia immagazzinata nelle batterie per far fronte a interruzioni di corrente o a guasti della rete pubblica.

Il riscaldamento e il raffrescamento dell’edificio è demandato a una pompa di calore aerotermica, la quale alimenta il sistema di distribuzione del riscaldamento e del raffrescamento a pavimento.

È stato inoltre installato un sistema di ventilazione con recupero di calore (VMC) e tubazioni distribuite a

stella; gran parte delle condutture sono state integrate nelle solette in calcestruzzo, in nicchie o nel soppalco al fine di lasciare a vista i soffitti in cemento armato.

Le nastrature per la tenuta all’aria in corrispondenza dei serramenti; le schermature solari; l’installazione degli impianti; l’isolamento delle contropareti interne; il sistema a cappotto certificato.

Vista da sud dell’edificio.
Photo
© Boris Veliz

Architetto Boris Veliz Gómez

Laureato in architettura presso la Facoltà di Architettura dell’Istituto Politecnico José Antonio Echeverría dell’Università dell’Avana a Cuba nel 1999, Boris Veliz ha ottenuto l’omologazione della laurea in Spagna all’Università Politecnica di Valencia nel 2004 e un Master in Architettura Avanzata, Paesaggio, Urbanistica e Design presso la stessa università nel 2011. È Progettista Passivhaus dal 2016.

La maggior parte dei suoi lavori e progetti è stata realizzata in Spagna, principalmente a Bilbao, dove attualmente è Amministratore Delegato di Arquitectura

Veliz, studio di architettura e ingegneria da lui fondato nel 2008 e specializzato in progetti che soddisfano lo standard Casa Passiva. Il team eterogeneo supervisiona l’intero processo di costruzione, dagli schizzi iniziali e le valutazioni economiche alla progettazione dettagliata e l’esecuzione del progetto, garantendo la consegna di case certificate Passivhaus.

Durango, Biscaglia (E), 2024. Edificio residenziale in standard Passivhaus.

Passivhaus di Isuskiza, Plentzia, Bizkaia (E), 2024. Edificio residenziale Passivhaus.

L’affaccio vetrato verso la piscina.

Boris Veliz Gómez
Photo © Boris Veliz
Photo © Beatrice Arenella, Ricehouse

Tiziana Monterisi

Orti efficienti in città

La riqualificazione delle quattro torri di Via Russoli a Milano non è soltanto un’operazione di miglioramento strutturale, energetico e impiantistico dei fabbricati, ma deve essere considerata come un progetto che unisce energia e architettura, aggregazione ed economia, sostenibilità e territorio e il cui l’obiettivo è creare nuove ed efficienti residenze e promuovere una effettiva sostenibilità sociale nell’ambiente costruito

Caratterizzata dal particolare sviluppo del progetto, la riqualificazione delle quattro torri di Via Russoli a Milano ha preso le mosse ben prima degli effettivi interventi sugli involucri e sugli impianti. Nel 2014, infatti, l’arch. Tiziana Monterisi presenta a Milano Superortopiù, un giardino urbano pensile installato sul tetto di Superstudiopiù e gestito da un’associazione di pensionati che univa ecologia, architettura, nutrimento, design e arte. L’anno successivo la progettista propone La risaia sul tetto, un progetto che, situato nel medesimo luogo del precedente lavoro e attivo da marzo a dicembre, vede l’installazione di una vera e propria risaia con sette varietà di riso coltivate, di un orto condiviso e di un modello di casa realizzata in paglia. All’orto condiviso partecipano anche quattro inquiline delle torri di via Russoli che incontrano l’architetta Monterisi con la quale condividono intenti, propositi e idee. Della rigenerazione del complesso edilizio di via Russoli si inizia dunque a parlare nel 2016 quando, grazie alla volontà dei residenti, un team di progettisti inizia ad analizzare e a tradurre in pratica le loro esigenze, cercando di contestualizzare ogni scelta

al delicato contesto socio-ambientale e allo stato in cui versavano i quattro fabbricati. Nel 2020 inizia la vera e propria progettazione e nel 2023 i lavori, finanziati per la gran parte dagli incentivi del Superbonus 110% e per la parte rimanente da ALER Milano. Il percorso progettuale è stato quindi realizzato su piani paralleli e con un approccio sistemico che ha portato, da un lato, alla riqualificazione energetica delle strutture mediante l’utilizzo di tecniche e di tecnologie dal bassissimo impatto ambientale e, dall’altro, a un accurato studio degli spazi comuni destinati a giardini e orti sociali sulle coperture piane, il cui scopo era coltivare e scambiare prodotti e creare socialità. Dal punto di vista architettonico, l’idea dell’abitare, come parte della natura

Progetto architettonico

Ricehouse Srl SB, Milano; arch. Tiziana Monterisi e arch. Elia Sbaraini, Andorno Micca (BI)

Strutture

Arpostudio, Curno (BG)

Direttore dei Lavori

ing. Costante Bonacina – Arpostudio, Curno (BG)

Impianti

ing. Gabriele Ghilardi – ING Srl, Treviolo (BG)

Appaltatore

A2A calore e servizi, Milano; Woodbeton Spa, Iseo (BS)

Superficie utile

16.120 m2

e punto di incontro tra l’uomo e il mondo esterno, è stata pensata come la terza pelle dell’uomo, idea successivamente concretizzata negli edifici di via Russoli secondo un nuovo modello di economia circolare e con grande attenzione ai criteri di disassemblabilità.

Prima di vedere nel dettaglio lo sviluppo di questo importante progetto di riqualificazione, è necessario conoscere alcune caratteristiche delle torri. Alte nove piani, accolgono 187 appartamenti, di diverse metrature (43, 63 e 80 m2) e destinati prevalentemente a social housing, e oltre 400 inquilini di differenti fasce d’età (la maggior parte compresa tra i 40 e gli 80 anni) che non hanno dovuto lasciare le loro case durante gli interventi. La classe energetica pre-riqualificazione era la G.

Trasmittanza media pareti esterne

0,20 W/m2K

Trasmittanza media solaio verso autorimesse 0,25 W/m2K

Trasmittanza media copertura 0,17 W/m2K

Trasmittanza media superfici trasparenti 1,1 W/m2K

Fabbisogno energia per riscaldamento 51 kWh/m2anno

Vista di una delle torri pre e post intervento di riqualificazione.
Pianta piano interrato
Pianta piano terra
Pianta piano tipo

Il progetto di rigenerazione, nato da una rete di attori e dall’analisi dei bisogni, ha promosso la risoluzione delle problematiche tecniche e sociali mediante la riqualificazione energetica e la creazione di spazi comuni.

Prospettiva delle quattro torri e i pannelli prefabbricati in attesa di essere installati.

L’intervento

Il complesso residenziale necessitava di un profondo intervento di recupero così da adeguarsi agli standard energetici attuali e, di conseguenza, aumentare anche il valore degli immobili e degli spazi comuni. Il rilievo con laser scanner aveva messo in evidenza un involucro povero dal punto di vista energetico e tetti caratterizzati da infiltrazioni e dalla presenza di muschi e arbusti spontanei cresciuti grazie alla terra riportata. La compattezza dei corpi di fabbrica ha permesso l’adozione di un sistema a cappotto prefabbricato per l’involucro verticale, costituito da una struttura portante in legno isolata con materiali naturali e facciata ventilata; tale scelta ha consentito di ridurre i tempi di cantiere a un anno (da fine 2022 a dicembre 2023). Sulle logge gli interventi di coibentazione sono stati effettuati in opera, mentre per le coperture delle quattro torri e dei corpi bassi di collegamento si è preferita una soluzione

a tetto giardino che permette di ridurre l’effetto isola di calore e di ricavare gli spazi degli orti e frutteti per l’autoproduzione. Si è optato per utilizzare il più possibile materiali isolanti naturali, come la paglia e la lolla di riso, il sughero bruno e la calce. Infissi e avvolgibili sono stati sostituiti, intervenendo dall’interno mentre gli appartamenti erano occupati dagli inquilini. Sono state riqualificate anche le centrali termiche di ogni fabbricato – il complesso è collegato alla rete di teleriscaldamento cittadino – installando VMC puntuali, sistemi di termoregolazione e contabilizzazione. Un impianto fotovoltaico da 20 kWp su ogni torre copre i consumi di energia elettrica delle parti comuni; sono presenti anche colonnine per la ricarica elettrica. La riqualificazione, monitorata dal Politecnico di Milano, ha consentito di ridurre notevolmente l’energia consumata passando dalla classe energetica G alla A2.

La facciata isolata prefabbricata

L’involucro presenta un isolamento costituito da pannelli prefabbricati coibentati che hanno comportato una significativa riduzione dei tempi esecutivi in cantiere nonché una riduzione dei disagi per gli abitanti. Il sistema è composto da:

• strato isolante, fonoassorbente e di compensazione delle irregolarità del piano di appoggio in fibra di paglia di riso precompressa, circondato da uno strato isolante in lana di vetro;

• struttura in montanti e traversi strutturali in legno lamellare di abete GL24h;

• biomassa isolante in lolla di riso a riempimento della struttura in legno;

• strato di chiusura, controvento e protezione al fuoco della facciata in fibrocemento non combustibile, reazione al fuoco classe A1, resistente all’umidità;

• pannello taglia fuoco, posto a ogni interpiano, protetto da scossalina in metallo coprigiunto. Tutti i 341 pannelli, dall’altezza dell’interpiano e lunghezza variabile da 3 a 8 m, sono stati prefabbricati off-site e sono stati utilizzati per rivestire i 5.935 m2 di superficie delle facciate. Per il loro montaggio non sono stati necessari ponteggi, utilizzati invece per le operazioni di coibentazione delle logge e di finitura dei parapetti, bensì si sono impiegati due mezzi sollevatori – una gru e un cestello elevatore – e due operatori i quali riuscivano a montare 6 pannelli al giorno. In corrispondenza dei giunti e degli elementi di fissaggio dei pannelli prefabbricati è stato applicato un pannello in lana di roccia.

Il sistema a pannelli prefabbricati è innovativo e utilizza materiali naturali da scarti di lavorazioni agricole.

Chiusura del pannello prefabbricato, isolamento del pannello prefabbricato con pannelli semi-rigidi di paglia di riso ed elevazione del pannello prefabbricato.

L’esploso del sistema di facciata prefabbricata, composto da: isolante in fibra di paglia compressa, struttura in legno, isolante della struttura in lolla di riso, strato di chiusura con facciata ventilata.

Dettaglio tecnologico di uno dei pannelli prefabbricati applicati in facciata

Dettaglio partenza parete

1

Parete esterna (A) dall’interno

- struttura esistente

- pannello semi-rigido in paglia di riso

- telo igrovariabile

- pannello OSB (15 mm)

- isolante in lolla di riso sfusa tra i montanti della struttura portante in legno lamellare

- pannello di fibro-gesso

- telo impermeabile nero per facciate

- struttura per facciata ventilata

- pannello in cemento fibro-rinforzato

1 lana di vetro

Le piastre per il montaggio delle pareti prefabbricate e la posa in opera di un pannello prefabbricato.

Dettaglio placca di metallo a supporto delle pareti prefabbricate

Sezione verticale

Dettaglio giunto pareti prefabbricate

Sezione orizzontale

Dettaglio giunto pareti prefabbricate

1 nastratura continua tra parete e pannello in lana di vetro e nastratura dei giunti pannello/pannello

2 pannello tagliafuoco perimetrale per facciate continue, fissato con staffe

3 sigillante tra pannello/muratura e pannello/pannello

4 pannello in lana di vetro

5 nastratura del telo impermeabile nero per facciate

6 scossalina metallica copri giunto montata in opera dopo la posa dei pannelli

I marcapiano per taglio al fuoco prima e dopo il completamento, un dettaglio del serramento su parete prefabbricata isolata e la posa del nuovo serramento su parete prefabbricata.

Come già accennato in precedenza, il progetto di riqualificazione inizia proprio da alcuni orti urbani installati su coperture tra il 2014 e il 2016 il cui obiettivo era riappropriarsi di spazi della città solitamente inutilizzati, se non per la collocazione di impianti. Nella riqualificazione delle torri di Via Russoli, il verde diventa sinonimo di aggregazione e socialità sugli spazi di copertura, dove vengono fatti crescere non solo prodotti ma anche la coesione e la partecipazione tra gli inquilini. Pertanto qui troviamo 460 m2 di superfici che possono ospitare eventi aggregativi o conviviali, spazi per mostre d’arte o culturali, oltre che stazioni di monitoraggio dei dati ambientali. Gli orti tradizionali e sinergici vogliono essere sostenibili e a km zero e sostengono il lavoro di gruppo e il senso civico nella coltivazione di 800 m2 dedicati a piante orticole, messe a dimora in vasche, e a piante aromatiche. Sono presenti anche aree con alberi da frutto a spalliera, rampicanti come frutti di bosco, lamponi, more e ribes e siepi, che in 60 m2 favoriscono la varietà, la cura e la produzione; infine le superfici – 1000 m2 – dedicate a mellifere, fiori e apiterapia con prati per impollinatori, fiori edibili e spontanei e con due arnie per le api.

INTERNO

ESTERNO

INTERNO

ESTERNO

INTERNO ESTERNO

Tetto verde frutteto (A) / mellifere (B) dall’esterno

Spessore solaio esistente A (410 mm) + 840 mm + var / Spessore solaio esistente B (410 mm) + 480 mm + var

- vegetazione alberi di III grandezza e a spalliera (A) / vegetazione mellifere e fiori (B)

- terra mediterranea compattata (500 mm, A) / terra mediterranea compattata (140 mm, B)

- strato di accumulo, drenaggio aerazione (40 mm)

- feltro di protezione e accumulo

- impermeabilizzazione antiradice in PVC

- tessuto non tessuto

- isolamento in vetro cellulare (140 mm)

- massetto premiscelato per pendenze (da 50 mm a 160 mm)

- guaina di sacrificio (40 mm)

- soletta esistente in laterocemento

Tetto verde lapillo (C) dall’esterno

Spessore 410 mm (solaio esistente) + 480 mm

- lapillo (140 mm)

- strato di accumulo, drenaggio aerazione (40 mm)

- feltro di protezione e accumulo

- impermeabilizzazione antiradice in PVC

- tessuto non tessuto

- isolamento in vetro cellulare (140 mm)

- massetto premiscelato per pendenze (da 50 mm a 160 mm)

- guaina di sacrificio (40 mm)

- soletta esistente in laterocemento

posa della Terra Mediterranea sui corpi bassi vista dall’alto, dettaglio dello stesso strato e realizzazione di vasche con tufo per orti e posizionamento del lapillo.

Piantumazione delle vasche a orto, le aromatiche e alcune fruttifere con alle spalle l’impianto fotovoltaico, collocato in corrispondenza del vano scala/ascensore, e le piante orticole nelle vasche.

La

La progettazione partecipata

Fin da subito la riqualificazione si è fondata sulla progettazione partecipata, dimostratasi indispensabile non solo per il soddisfacimento dei bisogni degli inquilini, ma soprattutto per la realizzazione del progetto stesso. I residenti, infatti, hanno condiviso un progetto che avrebbe migliorato la qualità delle loro abitazioni e della loro vita e hanno approvato, perfettamente consapevoli, i tempi di cantiere e i disagi che, in qualche modo, le operazioni di ristrutturazione avrebbero arrecato alla loro quotidianità. Un comitato era inoltre sempre presente durante le riunioni di cantiere quale riferimento per gli abitanti delle torri. Tutti i lavori sono stati effettuati senza la necessità di spostare le persone, che anzi erano presenti all’interno delle loro case quando, ad esempio, sono stati sostituiti i serramenti, operazioni effettuate proprio dall’interno. Questa grande coesione creatasi tra le persone ha in-

centivato ancora di più l’integrazione e la condivisione e ha generato forti legami di affezione per il territorio. Attraverso la coltivazione di prodotti con agricoltura biologica si è data altresì la possibilità a coloro che hanno un reddito basso di produrre alimenti per il proprio consumo a costo contenuto. È nata dunque una rete di attori che, a partire dai bisogni, ha voluto promuovere la soluzione di problematiche sociali e tecniche mediante una riqualificazione energetica che incentiva l’uso di materiali naturali e la creazione di spazi comuni. Nelle torri di via Russoli la partecipazione al progetto ha visto coinvolte in modo attivo la proprietà degli immobili, il promotore, le istituzioni e gli enti pubblici, università, enti e associazioni e realtà private. Il progetto è stato finanziato per la gran parte mediante Superbounus 110% e attraverso un bando europeo che promuoveva i tetti giardino nelle grandi città.

Il gruppo promotore con il simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, che vede la periferia come osmosi fra il mondo agricolo e agreste della campagna e della città. Il segno del Terzo Paradiso, tra città e campagna, mette al centro la periferia.

Architetto Tiziana Monterisi

Laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 2004, fin da subito è attiva e sensibile nella promozione e diffusione dell’architettura naturale e della reale possibilità di nuovi modelli abitativi, collaborando con Enti pubblici e privati e svolgendo attività didattica presso istituti superiori e università. Dal 2007 è Responsabile dell’uffizio architettura di Cittadellarte Fondazione Pistoletto sposandone la mission “ispirare e produrre un cambiamento responsabile nella società attraverso idee e progetti creativi”; dal 2008, unendo l’intuizione del maestro Michelangelo Pistoletto con la propria capacità e professionalità, fonda n.o.v.a.civitas nuovi organismi di vita abitativa. Proponendo un’alternativa possibile all’uso di materiali petrolchimici per un’architettura impegnata a far tornare territorio, città e casa a essere un organismo vivente; nel 2016 fonda la società Ricehouse che le ha permesso di ampliare la ricerca sui materiali naturali volgendo l’attenzione agli scarti della coltivazione del riso e al loro reimpiego in architettura.

Quartiere Sironi 1235, Galbiate (LC). Riqualificazione energetica (Classe A2).

Spazio CT, Ovada (AL). Demolizione e ricostruzione (classe A4).

Vista dall’alto delle quattro torri riqualificate.

Architetti Associati Dal passato al futuro

In un’area boschiva soggetta a molteplici vincoli è stato recuperato e riqualificato un rustico mantenendone l’architettura vernacolare che lo contraddistingue. L’intervento è stato completato da un ampliamento su due piani, parzialmente interrato e con una copertura a verde intensivo, da una serra e da un ascensore a scomparsa che collega il vecchio e il nuovo volume

In Val Brembana, lungo il percorso della Via Mercatorum, in un terreno agricolo-boschivo a un’altitudine di circa 700 m s.l.m. con vista sulla val Taleggio, incuneata tra il Monte Cancervo e il Monte Venturosa, si trova un rustico che è stato oggetto di ristrutturazione e ampliamento. Come consentito dalle norme tecniche del PGT del Comune di San Giovanni Bianco, dove è situato il fabbricato, l’ampliamento ha riguardato il 20% della volumetria della baita esistente ed è stato completato da lavori di messa in sicurezza sismica e di efficientamento energetico della porzione già costruita.

A causa dei numerosi vincoli di carattere urbanistico, paesaggistico – per la massima classe di sensibilità paesaggistica –, boschivo e idrogeologico, è stato necessario eseguire un rilievo topografico del terreno che ha permesso di studiarne l’orografia e di collocare il nuovo volume in posizione tale da non aggravare la veduta naturalistica, evitando così un semplice affiancamento al volume esistente. Per rendere armonici l’inserimento nel contesto e per connettere il recu-

pero e il nuovo volume, si è quindi pensato ai tetti giardino e a un collegamento “invisibile”, costituito da un ascensore nascosto. Sono state inoltre recuperate le terre di scavo per realizzare i nuovi livelli del terreno e sono state utilizzate essenze autoctone per l’inverdimento.

L’applicazione puntuale della normativa e l’approfondimento tecnologico hanno portato alla progettazione di una serra bioclimatica e dell’ascensore a norma per disabili al posto di una scala di collegamento così da evitare il conteggio della superficie lorda, all’utilizzo di idonei materiali isolanti e di serramenti performanti, all’installazione di pannelli fotovoltaici con batterie di accumulo, di un impianto in pompa di calore, della caldaia a gas a condensazione e dell’impianto di recupero delle acque piovane con vasca pertinenziale.

Infine, è stato riportato alla luce un accesso veicolare lungo un vecchio sentiero esistente, ispirato ai tracciati dei borghi realizzati con due strisce in cubetti di pietra, e sono state recuperate le rocce degli scavi per la costruzione delle terre armate secondo il nuovo progetto dei dislivelli.

Progetto architettonico e D.L.

arch. Debra Balucani e arch. Mario Lemorini – STUDIO3

ARCHITETTI ASSOCIATI, Milano

Strutture

ing. Stefano Calzolari – SCL ingegneria, Milano

Direttore dei Lavori

arch. Debra Balucani e arch. Mario Lemorini

Relazione energetica

GTEC srl, Busto Arsizio (VA)

Sicurezza

Studio tecnico ing. Andrea Giuseppe Lonati, Parabiago (MI)

Catasto

geom. Roberto Carenini, Seriate (BG)

Certificazioni energetiche

arch. Claudio Marco Invernizzi, Inveruno (MI)

Consulente forestale

dr. Angelo Ghirelli – Studio DRYOS, San Giovanni Bianco (BG)

Certificazione

• APE

Geologo

Dott. Gianluca Boffelli, Piazza Brembana (BG)

Rilievi e tracciamenti

Milano Rilievi srl, Milano (MI)

Appaltatore

Impresa edile Egman Lorenzo srl, Lenna (BG); Respedil srl, Morengo (BG)

Lavori

settembre 2021 – dicembre 2022; giugno – agosto 2023 (vasca idrica)

Superficie utile

130 m2 (residenza); 30 m2 (sup. accessorie); 16,25 m2 (box)

Trasmittanza media pareti esterne

0,157 W/m2K

Trasmittanza media solaio contro terra 0,132 W/m2K

Trasmittanza media copertura 0,165 W/m2K

Trasmittanza media superfici trasparenti 1,269 W/m2K

Fabbisogno energia per riscaldamento 43,89 kWh/m2 anno

Indice di prestazione energetica globale non rinnovabile EPgl, nren 29,31 kWh/m2 anno

Vista dall’alto con il rustico ristrutturato, la serra e l’ampliamento con il tetto verde.
Pianta edificio esistente – Piano primo
Pianta edificio esistente e serra – Piano terra
Pianta ampliamento secondo livello
Pianta ampliamento primo livello

trasversale

longitudinale

Prospetto ovest
Prospetto nord
Sezione
Sezione

1 vetri extra-chiari

2 struttura in acciaio colore verderame

3 vetri fissi

4 traverso portante di ante e sopraluce

5 anta scorrevole con telaio colore verde incassato alla base

6 controventi (tubi cavi)

La serra e l’ascensore che collega l’ampliamento all’esistente.
Pianta serra
Sezione longitudinale
Sezione trasversale Prospetto nord serra
Il volume vetrato della serra all’imbrunire.

Gli interventi sull’esistente

Sul fabbricato esistente sono stati effettuati lavori strutturali e di efficientamento energetico. L’intervento ha visto il rifacimento del tetto che ha richiesto necessariamente la realizzazione di nuove travi in cemento armato di consolidamento antisismico, le quali sono state ammorsate alla muratura esistente al fine di “cerchiare” i muri perimetrali in pietra. È stato studiato il dettaglio tipico del collegamento tetto-pareti dei rustici del territorio, delle bucature, sono stati recuperati gli elementi lignei originali, quali gli architravi e gli imbotti, eliminati i rappezzi in tavelle e non in pietra e sono state “fiammate” le nuove travi in legno per ottenere un effetto anticato. Per il tetto sono stati adottati, sia per il comfort ter-

mico sia per quello acustico, pannelli in lana di legno mineralizzata i quali, lasciati a vista come scelta estetica, sono interposti tra le nuove travi e travetti in legno massello di colore chiaro. Nuove travi, sempre in legno massello, sono state utilizzate anche per il solaio di interpiano. I pannelli fotovoltaici sono stati inseriti a filo tegole così da mitigare il loro impatto estetico. Il solaio controterra è stato rifatto, a seguito della scoperta della presenza del gas radon e dell’assenza di un vespaio, applicando un ciclo specifico di impermeabilizazione, senza quindi dover realizzare un vespaio ventilato. Al di sotto delle pavimentazioni sono stati posati i pannelli radianti con interposto un pannello anti-calpestio.

Veduta serale dell’affaccio verso ovest della casa esistente e della serra.

Copertura (A) dall’esterno

- manto in tegole

- listelli e contro listelli per intercapedine d’aria

- membrana riflettente permeabile al vapore

- pannello in lana di legno mineralizzata (40 mm)

- pannelli in EPS (120 mm)

- membrana freno al vapore

- pannello in legno OSB

- pannello in lana di legno mineralizzata (40 mm)

- travi e travetti in legno massello

Solaio interpiano (B) dall’estradosso

- parquet (15 mm)

- strato anti-calpestio

- pannelli radianti (35 mm)

- assito (60 mm)

- travi in legno massello

Parete esterna (C) dall’interno

- cartongesso (13 mm) accoppiato a pannello di poliuretano espanso rigido (100 mm)

- impermeabilizzazione e barriera al radon

- rasatura strutturale

- muratura esistente

Solaio contro terra (D) dall’estradosso

- parquet (15 mm)

- pannelli radianti (35 mm)

- pannello in XPS (200 mm)

- massetto in cls magro per passaggio impianti (80 mm)

- fondazione in c.a. (250 mm)

- guaina impermeabilizzante

- magrone (100 mm)

L’ampliamento

La porzione dell’ampliamento è formata da un volume compatto di due piani, di cui quello inferiore è interrato. Questo è stato realizzato in c.a., gettato in casseri, ed è protetto da membrane bugnate e guaine impermeabilizzanti, le quali racchiudono la struttura della platea di fondazione in cemento armato in continuità con gli elementi verticali. Tutto l’involucro è stato opportunamente coibentato dall’esterno con pannelli di XPS. Anche la parte fuori terra, realizzata con una struttura in carpenteria metallica con tavolati di chiusura verticale, è stata coibentata con un cappotto esterno. La carpenteria e la lamiera grecata dei solai di interpiano e copertura sono volutamente a vista per una scelta estetica. La copertura è costituita da un tetto giardino a verde intensivo. Per le finiture sono stati scelti materiali locali, come il marmo arabescato orobico, pavimenti in legno di olmo e intonaci in calce.

L’ampliamento con il tetto a verde intensivo e l’accesso veicolare, riportato alla luce lungo un vecchio sentiero esistente.
Photo © Studio3
Architetti
Associati
Photo © Studio3
Architetti Associati

Copertura piana (E) dall’esterno

- tetto verde intensivo seminato a prato

- miscela di sabbie di origine vulcanica (20 mm)

- substrato alleggerito

- geotessile in fibre di polipropilene agugliato e termostabilizzato

- guaina impermeabile

- coibentazione

- guaina impermeabile

- lamiera grecata e getto pendenziato (100 mm)

- trave in acciaio (130 mm)

Parete verso ascensore (F) dall’esterno

- intonaco esterno

- coibentazione a cappotto (200 mm)

- tavolato intonacato (140 mm)

- controparete interna in cartongesso in doppia lastra (80 mm)

Solaio interpiano (G) dall’estradosso

- pavimento galleggiante (20 mm)

- pannelli radianti (16 mm) e livellina (10 mm)

- isolamento (100 mm)

- lamiera grecata e getto (100 mm)

Parete contro terra (H) dall’esterno

- membrana bugnata drenanate

- coibentazione in XPS (200 mm)

- guaina impermeabilizzante

- muro in cls (200/250 mm)

Solaio contro terra (I) dall’estradosso

- pavimentazione in cls (200 mm)

- fondazione in cls (300 mm)

- guaina impermeabilizzante

- coibentazione in XPS (200 mm)

- magrone (100 mm)

Due scorci della zona giorno dell’ampliamento con la struttura metallica a vista.
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STUDIO3 ARCHITETTI ASSOCIATI

STUDIO3 ARCHITETTI ASSOCIATI è stato fondato nel 2000 a Milano, con sede anche a San Giovanni Bianco (BG), dagli architetti Debra Balucani e Mario Lemorini. La qualità unica che contraddistingue l’azienda è la capacità di organizzare in tutto il mondo progetti di grande complessità, come flagship per la moda, attici e appartamenti privati di lusso, hotel e ristoranti di lusso e restauro di edifici storici. Con un team eterogeneo, lo studio copre tutti i ruoli tradizionali (progettazione architettonica, Due Diligence, permessi edilizi, monumenti d’arte, paesaggio e ambiente, salute e sicurezza, project e site management e contabilità), aggiungendo anche la capacità di coordinamento internazionale dei progetti. L’attività prevede inoltre la preparazione di documenti di gara, assistendo i clienti nella scelta e nella collaborazione con i migliori appaltatori per ottenere la massima qualità. La risoluzione dei problemi e l’impegno fiduciario verso i clienti sono prioritari. Lo studio ha seguito alcuni dei più importanti progetti di luxury retail degli ultimi venticinque anni a Milano, Roma, Napoli, Parigi, Londra, New York.

Altri progetti

Riqualificazione edificio residenziale, Torre d’Isola (PV).

Recupero e ristrutturazione

Archivio Capi Storici, Roma.

Dettaglio della camera padronale nel rustico ristrutturato. Particolare del bagno con il marmo arabescato orobico.

Nuova vita per il rustico

Tradate

Un rustico annesso a una villa d’epoca è tornato a nuova vita grazie a un intervento di demolizione e ricostruzione con gli incentivi del Superbonus 110%.

La progettazione attenta, che ha seguito lo standard CasaClima, e una realizzazione accurata con anche l’inserimento di una serra bioclimatica hanno donato a questa abitazione non solo un nuovo volto ma anche un elevato standard energetico e qualitativo

Sita in provincia di Varese, luogo d’infanzia di uno dei componenti della famiglia, Casa S+C si trova in una posizione strategica per trascorrere weekend in compagnia o tranquilli giorni di vacanza lontani dal caos cittadino.

La casa è il frutto di un’importante ristrutturazione di un rustico annesso alla residenza di famiglia, al quale i proprietari hanno voluto regalare un nuovo volto e una nuova vita, attraverso la demolizione e ricostruzione in sagoma del fabbricato esistente. Il fine dell’intervento era anche costruire un edificio molto prestante dal punto di vista energetico, avvalendosi dei vantaggi del Superbonus 110% e così da rispondere a elevati standard energetici, qualitativi e materici.

La forma compositiva ricalca il sedime originario mediante un corpo a L, contraddistinto da fronti principalmente ciechi, fatta eccezione per quelli che sono rivolti sul cortile interno, condiviso con la villa d’epoca della famiglia.

L’intento progettuale è stato dunque indirizzato a massimizzare la potenzialità dell’edificio, creando proporzioni e simmetrie

sugli affacci principali verso l’interno della proprietà caratterizzati dalla ritmicità delle ampie aperture; tale scelta sottolinea la verticalità dell’impianto nel rimando all’idea della “cascina” classica ed enfatizza il rapporto tra pieni e vuoti calibrato su tutto lo sviluppo della facciata. Gli altri prospetti, volutamente più pieni per contrasto con quelli principali e per tipologia di affaccio, sono rivolti verso i lotti confinanti e alle aperture è lasciato il solo spazio indispensabile per garantire l’illuminazione e l’aerazione necessaria ai

L’affaccio dell’abitazione da nord-est con la serra bioclimatica al piano terra.

locali interni, rispettando l’idea di superficie piena, peculiarità di questi fronti.

Pur ricercando la continuità tra l’edificio esistente e quello di nuova realizzazione, sono state inserite novità progettuali di rilievo che hanno modificato il concetto di cascina. Si è scelto pertanto di percorrere una linea progettuale più contemporanea e, in corrispondenza del lato corto dello sviluppo a L del fabbricato, è stata inserita al piano terra una serra bioclimatica che, con una geometria lineare e schematica, si accosta alla classicità dell’edificio senza snaturarne i volumi. Questo elemento assicurerà apporti energetici gratuiti durante il periodo invernale con conseguenti riduzione dei consumi e miglioramento dell’efficienza energetica del fabbricato. Nello stesso corpo edilizio, al piano primo, un’ampia finestra ad angolo si apre sul giardino; un elemento progettuale che taglia il volume in maniera netta, generando un forte contrasto tra pieno e vuoto e tra classico e contemporaneo, diventando protagonista dell’intervento progettuale, definito in maniera decisa essendo ben visibile già dall’ingresso della proprietà.

Per rendere la vista prospettica della vecchia cascina più armoniosa e pulita, si è optato per non riproporre il ballatoio esterno al primo piano lungo tutto lo sviluppo planimetrico, bensì di mantenerlo solamente sulla porzione più lunga. Tale soluzione ben si sposa con le ampie portefinestre presenti su questo prospetto lungo dando diretto accesso al ballatoio.

Progetto architettonico

ETC+ Architettura, Varese

Strutture

Studio De Amici, Varese

Direttore dei Lavori

ETC+ Architettura

Impianto idrotermosanitario

NRG Zero, Inarzo (VA)

Impianto fotovoltaico

ing. Paolo Macchi, Arsago Seprio (VA)

Progettazione arredi

arch. Francesca Monti, Tradate (VA)

Serramenti e serra

GRM srl, Tradate (VA)

Costruttore

Impresa Costruzioni Edili Bombelli Giuseppe, Venegono

Superiore (VA)

Superficie utile

185 m2

Trasmittanza media pareti esterne

0,160 W/m2K

Trasmittanza media solaio contro terra

0,121 W/m2K

Trasmittanza media copertura

0,133 W/m2K

Trasmittanza media superfici trasparenti

0,85 W/m2K

Fabbisogno energia per riscaldamento 24 kWh/m2 anno

Photo © Alberto Ciccardi
Prospetto nord-est
Prospetto nord-ovest
Sezione A-A
Sezione B-B
Planimetria Pianta piano terra
Pianta piano primo

Gli

spazi e la luce

Internamente l’abitazione si sviluppa su due livelli. Al piano terra troviamo un’ampia zona d’ingresso con scala a giorno e il living in continuità con l’area della cucina, nella quale spicca la presenza di una grande isola con cappa centrale a vista pendinata. Completano il piano i locali di servizio, costituiti da un bagno ospiti e da un locale lavanderia che, all’occorrenza, può essere utilizzato anche come studio grazie al sapiente e attento utilizzo di arredi progettati a misura e utilizzabili in modo diverso in risposta alle diverse esigenze. Al piano superiore un lungo corridoio cieco funge da distribuzione per i restanti ambienti della zona notte con due camere da letto, un bagno e la zona padronale, costituita da una camera da letto, un bagno e una cabina armadio dedicati. Tutte le camere hanno il soffitto in legno lamellare a vista e godono di affaccio diretto sul balcone. Le aree di distribuzione e/o e di servizio – su entrambi i piani – sono state controsoffittate e ribassate per poter permettere, all’interno dell’intercapedine creatasi, l’alloggiamento

delle macchine e delle linee dell’impianto di ventilazione meccanica controllata. I pannelli fotovoltaici in copertura, con batteria di accumulo, garantiscono la quasi totale autonomia dalla rete pubblica, riducendo al minimo i consumi energetici e la produzione di CO2. Il riscaldamento dell’abitazione avviene tramite un sistema di pannelli radianti a pavimento.

La dedizione alla cura del dettaglio è molto evidente anche nella scelta dei corpi illuminanti interni ed esterni. Il progetto dell’impianto elettrico è stato fin da subito analizzato approfonditamente con i committenti a livello sia tecnico, che ha portato all’adozione di un impianto domotico, sia a livello estetico. In quest’ultimo caso è stata fatta un’analisi di disposizione e di proposte e scelte dei corpi illuminanti che garantiscono scenari differenti e convincenti per ogni ambiente e accentuano virtuosamente gli stessi. I corpi illuminanti di design, uniti a quelli tecnici a scomparsa, regalano accenti peculiari e maggiore pregio ai diversi ambienti.

La serra bioclimatica, la finestra ad angolo al piano superiore e il ballatoio.
Photo © Alberto Ciccardi
La cucina con la cappa a vista pendinata.
L’illuminazione naturale e artificiale ben si integrano in ogni spazio della casa: qui la scala.
Lo spazio living che si estende nella serra bioclimatica.
Photo
Alberto Ciccardi
Photo © Alberto Ciccardi
Photo
Alberto Ciccardi

L’involucro

L’intervento di ristrutturazione nasce seguendo il protocollo di certificazione CasaClima, protocollo che pone massima attenzione tecnica alle differenti fasi di progettazione, dalla redazione preliminare e definitiva, allo studio dettagliato della risoluzione dei ponti termici e dei nodi costruttivi, sino alle varie fasi di esecuzione in cantiere (posa serramenti, finiture, passaggi impianti), così da assicurare la migliore efficienza energetica e ottenere elevati standard di comfort indoor.

La struttura portante del fabbricato è costituita da travi e pilastri in c.a. con tamponamento in blocchi di laterizio rettificati e porizzati, fatta eccezione per le pareti poste a confine che sono state costruite in blocchi pre-isolati, soluzione che permette di avere un’ottima trasmittanza delle pareti stesse. Il ballatoio, anch’esso in c.a., ha struttura disgiunta da quella portante dell’edificio ed è realizzata tramite l’inserimento di un elemento isolante al fine di garantire l’assenza di ponti termici. Esternamente si è optato per la posa di

un cappotto termico in EPS con grafite. La copertura, costituita da tegole in cotto tipo marsigliesi, è isolata con fibra di legno ad alta densità.

I profili dei nuovi serramenti presentano le stesse tonalità delle lattonerie in zinco titanio grigio antracite per rispettare la continuità cromatica del progetto d’insieme; i serramenti sono ad alte prestazioni energetiche in alluminio con triplo vetro basso-emissivo. La scansione delle specchiature delle aperture è stata oggetto di un approfondito studio volto a unire le proposte della committenza alla fruibilità e all’aspetto dei prospetti. Per questo motivo sono state individuate delle direttrici compositive che hanno restituito uniformità e ordine al progetto, alternando finestre a specchiatura singola, portefinestre a doppio battente semplice e portefinestre realizzate su modello inglesina con una sola specchiatura – quella centrale – apribile solo sul prospetto principale. L’abitazione è stata certificata secondo Protocollo Minergie Italia quale Progetto Pilota.

Copertura (A) dall’esterno

- manto di copertura in tegole in cotto tipo marsigliesi

- listello porta tegola (40x40 mm)

- listelli di ventilazione (60x60 mm)

- membrana traspirante

- isolamento in fibra minerale (280 mm) ad alta densità (120 kg/m3)

- membrana freno vapore

- perline a vista intradosso di copertura

- travetto lamellare

1 lattoneria in zinco titanio colore grigio antracite

2 cappotto in EPS con grafite (160 mm)

3 banchina in legno

4 blocco in laterizio porizzato (300 mm)

Solaio interpiano (B) dall’estradosso

- pavimentazione in legno (15 mm)

- betoncino (80 mm)

- alleggerito (140 mm)

- solaio in laterocemento (200+50 mm)

- intonaco

- lastra in cartongesso per intercapedine passaggio impianti

1 soglie e davanzali in quarzite

2 banchina in XPS (60 mm)

3 cappotto in EPS con grafite (160 mm )

Solaio contro terra (C) dall’estradosso

- pavimentazione in legno (15 mm)

- cappa collaborante in cls (80 mm)

- pannello di riscaldamento a pavimento

- alleggerito (200 mm)

- fondazione

- isolamento sottofondazione XPS (120 mm)

- membrana impermeabilizzante anti-radon

- magrone (100 mm)

1 nastrature e sigillature con autoespandenti

2 serramento in alluminio e triplo vetro

3 quarto lato falso telaio in purenite

4 sigillatura esterna in MS polimero

5 blocco in c.a.a. per taglio termico

Arredi e finiture

A enfatizzare ulteriormente la qualità progettuale è stata la scelta dell’arredamento, curato nei dettagli, nelle forme, nei colori e nei materiali.

Le nuance di verde e il legno sono gli indiscussi protagonisti degli arredi su misura della casa, declinati per tono e intensità e richiamati nei vari ambienti. A questi sono legati le tappezzerie, i tessili e l’oggettistica, accostati tra loro in combinazioni mai scontate e sempre originali.

L’aspetto finale della casa è una restituzione personale e molto sofisticata di un progetto di famiglia che si vede appartenere profondamente ai proprietari.

Le finiture esterne delle facciate, delle pavimentazioni dei marciapiedi, del balcone e del passo carraio sono state realizzate con colorazioni comprese nella gamma delle terre e dei colori naturali e nelle tinte dei tortora e dei grigi medi. Anche le finiture interne sono state curate nei minimi dettagli da parte della

committenza che da subito ha espresso un gusto contemporaneo, minimal e raffinato. Fin dall’ingresso lo spazio è caratterizzato dal pavimento in parquet di rovere naturale che ricopre tutte le superfici di calpestio su entrambi i livelli, enfatizzato dalla neutralità della scatola dello sfondo con pareti bianche, porte raso muro e battiscopa bianchi. Un’altra peculiarità dell’area d’ingresso è la scala a giorno, un nastro continuo della stessa essenza del pavimento sostenuto da elementi portanti in metallo color antracite.

I rivestimenti ceramici, presenti solo in alcune porzioni dei bagni, sono eleganti sia nei toni sia nelle colorazioni e si abbinano di volta in volta ai lavabi decorati in maniera fine ma di carattere. Lo stesso carattere è visibile nella scelta degli accessori – maniglie, rubinetteria, cappa, top cucina, placche impianto elettrico – tutti di colorazione nera a contrasto con lo sfondo bianco delle pareti.

I bagni dell’abitazione.

ETC+ Architettura

Lo studio ETC+ Architettura, costituito dagli architetti Alessandro Vanoni, Stefania Zanon e Francesca Bertana, si occupa di progettazione e risanamento ad alta efficienza energetica, secondo i protocolli CasaClima, Passivhaus e Minergie. L’attività professionale del Team ha come obiettivo la promozione e la diffusione dell’Architettura intesa come disciplina sempre in evoluzione. Lo studio è un laboratorio in continuo divenire che pone particolare attenzione sia ai requisiti basilari di un progetto, come estetica e funzionalità, sia a fattori quali controllo dei costi, sostenibilità ambientale, efficienza energetica e comfort abitativo. Ogni nuovo progetto ha come preludio un serrato scambio di informazioni sul luogo, sulle idee e sui desideri dei committenti e viene seguito dalla fase amministrativa, esecutiva e contrattualistica fino alla direzione e al completamento dei lavori, accompagnando il cliente anche nella definizione dell’interior design in ogni sua componente.

Villa P+G, Gavirate (VA), 2024-2025. Nuova costruzione.

Villa C+P, Malnate (VA), 2021-2022. Ristrutturazione con Superbouns 110%, certificata CasaClima R.

Altri progetti
La scala a giorno nell’ingresso della casa.

energetica sociale

I fabbricati di questa tipica corte padana sono stati riqualificati dal punto di vista strutturale ed energetico, ottenendo la certificazione CasaClima R. La ristrutturazione e il recupero architettonico dei due edifici ha dato vita al Centro Multiservizi e di Accoglienza “Borgo Digani” che dà ospitalità a persone con fragilità psichica e a famiglie in difficoltà

Il complesso edilizio “Corte Palazzo”, tipico esempio di corte padana con fabbricati produttivi, residenziali e di servizio, un tempo ospitava l’azienda agricola della dott.ssa Maria Grazia Cuccoli, una delle prime agronome italiane. Donato dalla stessa proprietaria alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna con la richiesta di destinarlo a finalità sociali, Borgo Digani, com’è comunemente conosciuto, recentemente è stato oggetto di una profonda riqualificazione energetica e di interventi di adeguamento sismico. Immersi tra lotti agricoli e boscosi, gli edifici – la villa padronale e un fienile – sono stati rifunzionalizzati, come anche le aree verdi di pertinenza, e oggi accolgono residenze per persone fragili e con disagio psichico e una casa comunità per utenti che necessitano di assistenza e che non possono più abitare nelle loro case in autonomia. Gli spazi verdi sono a servizio della residenza con una serie di attività integrate che comprendono la produzione agricola per la vendita diretta o per l’utilizzo nel ristorante/agriturismo e foresteria, aperti anche al pubblico, e la gestione di una grande sala polifunzionale attrezzata per eventi, meeting, corsi di formazione e attività di socializzazione.

Risalente agli inizi del Novecento, prima della ristrutturazione la villa presentava un volume compatto con spazi distribuiti su due piani e soffitta, a pianta rettangolare e tetto a padiglione, e con una struttura in muratura di laterizio intonacato, con orizzontamenti e solaio di copertura in legno e tavelloni. Gli infissi, ormai deteriorati, erano in legno con scuri e il riscaldamento era affidato a un camino tradizionale e a stufe a legna. L’involucro originario era molto disperdente, con problemi di tenuta all’aria e infiltrazioni dal tetto e dagli infissi; le murature erano soggette, inoltre, a fenomeni di umidità di risalita. Il fienile, un grande blocco a pianta quadrata su due livelli, anch’esso con tetto a padiglione, si caratterizzava per un portico ad arcate, di probabile origine settecentesca, e ospitava le stalle e l’abitazione del mezzadro. Le murature e gli esili pilastri erano in laterizio e gli orizzontamenti in legno; di particolare interesse erano i solai interpiano a doppia orditura con pianellato in mezzane di laterizio. L’obiettivo principale del recupero è stato il restauro e il risanamento conservativo dei due edifici, ottimizzan-

done il comportamento passivo, e la minimizzazione dei consumi, ottenuta mediante un isolamento termico altamente efficace che ha consentito nella villa di ridurre di 10 volte il valore di trasmittanza media dell’involucro. Dal punto di vista strutturale si è provveduto a ricostruire le coperture con strutture lignee resistenti, a installare una barriera chimica per risolvere i problemi di umidità di risalita e a incrementare il drenaggio sotto il solaio. Nel fienile, inoltre, gli esili pilastri in laterizio sono stati sostituiti da pilastri di legno corredati di saettoni, migliorando così il comportamento strutturale e conferendo al locale un carattere architettonico unico, quasi a evocare una foresta lignea artificiale. Al fine di ottimizzare l’illuminazione naturale e favorire l’effetto serra nei mesi freddi sono stati installati grandi lucernari zenitali, la cui protezione solare estiva è assicurata da tende esterne automatiche. Le opere significative di efficientamento energetico sono effettuate seguendo la direttiva tecnica CasaClima R, così da garantire bassi costi di esercizio, elevato benessere interno e salubrità.

Certificazione

• CasaClima R

Progetto architettonico e D.L.

HabitatPlus, Studio di architettura e Ingegneria Associato ing. Mirko Cioni, arch. Alessandro Bernardini, arch. Denny Pagliai

Strutture

Progetto Service srl

Impianti meccanici ing. Umberto Giornelli

Impianti elettrici p.i. Angelo Carrer

Progettazione energetica – Consulenza CasaClima arch. Alessandro Bernardini, ing. Mirko Cioni, ing. Umberto Giornelli – HabitatPlus

Blower Door Test

geom. Rino Miricola, Este (PD)

Lavori

2021 – 2023

Superficie utile

640 m2 (villa); 620 m2 (fienile)

Trasmittanza media pareti esterne (villa) 0,17 W/m2K

Trasmittanza media solaio contro terra 0,22 W/m2K

Trasmittanza media copertura 0,18 W/m2K

Trasmittanza media superfici trasparenti

U w <1 W/m²K

Fabbisogno energia per riscaldamento 18 kWh/m2 anno

La Villa riqualificata che ora accoglie 15 ospiti che necessitano di assistenza.

Cronologia e risultati

La realizzazione dei lavori previsti dal progetto ha interessato l’arco temporale tra il 2021 e il 2023, un periodo caratterizzato dalla pandemia e dal Superbonus 110%, con conseguente difficoltà di reperimento dei materiali necessari alla riqualificazione. Tuttavia, è stato possibile mantenere gli standard previsti grazie all’adozione di soluzioni alternative in corso d’opera. Il Centro Multiservizi e di Accoglienza Borgo Digani è stato inaugurato nel dicembre 2023 e oggi ospita nella Villa 15 persone con fragilità psichica e nel Fienile le unità abitative per le famiglie in difficoltà, i locali amministrativi e un ristorante che offre opportunità lavorative ai residenti. La nuova distribuzione interna ha riservato particolare attenzione all’accessibilità, alla sicurezza e al comfort degli spazi. Una parte dell’area verde di pertinenza è stata conservata e destinata a bosco, affinché possa migliorare la vivibilità e contribuire al comportamento bioclimatico degli edifici; nella porzione restante sono stati

realizzati degli orti, inclusi orti a cassone, che sono utilizzati, oltre che per finalità produttive, anche – e soprattutto – per perseguire il fondamentale potere terapeutico che le attività dedicate alla cura del verde portano nella vita di ogni essere umano.

Schizzo planimetrico del complesso (arch. Alberto Piancastelli).
Il Fienile con il portico ad archi.

La riqualificazione della Villa

Pur mantenendo le caratteristiche storico-architettoniche della Villa, è stato possibile progettare e posare un cappotto esterno che ha riproposto il medesimo aggetto di gronda preesistente e, grazie a opportuni accorgimenti, è stata garantita la continuità dell’isolamento termico nel nodo di congiunzione fra parete e copertura. In alcuni casi, è stato necessario approfondire lo studio del nodo mediante software agli elementi finiti, in particolare per verificare la temperatura superficiale interna nei punti più critici, come nella congiunzione fra il solaio controterra e le pareti perimetrali, al fine di scongiurare ogni eventualità di formazione di muffe e di condense superficiali e interstiziali. Nell’ambito del progetto europeo Drive 0, grazie alla partecipazione della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna, è stato inoltre possibile sperimentare un sistema prefabbricato (plug & play) di isolamento di facciata che, adatto anche per edifici storici e caratterizzato dall’impiego di strati di lana di roccia a diverse densità, è stato applicato sui prospetti nord e ovest; sulle facciate sud ed est si è optato per un tradizionale sistema a cappotto in EPS. Le nuove finestre hanno telai in legno, mentre per le porte esterne si è utilizzato acciaio a taglio termico. Il montaggio di finestre e porte è avvenuto mediante monoblocchi termoiso-

Il soppalco, il vano scale del primo piano e il sottotetto della Villa.

lanti che assicurano una migliore gestione dei nodi primari e secondari degli infissi, offrendo inoltre idonei supporti per l’ancoraggio dei pesanti portoni lignei e consentendo la riproposizione delle cornici aggettanti dei davanzali, senza compromettere termicamente e meccanicamente il cappotto.

Fasi del cantiere della Villa: il consolidamento delle strutture, la realizzazione del sistema di isolamento prefabbricato Drive 0 e del cappotto esterno e uno dei monoblocchi termoisolanti inserito nella muratura (foto ingegnere Cecilia Mazzoli, Dipartimento di Architettura, UNIBO).

Nodo attacco a terra solaio-parete.

Parete (A) dall’interno

- intonaco in calce (25 mm)

- muratura in mattoni pieni (280 mm)

- isolamento in EPS (200 mm)

- rasante e finitura per cappotto (10 mm)

1 zoccolatura e cappotto contro terra in XPS (200 mm)

2 barriera chimica

3 impermeabilizzazione

Simulazione agli elementi finiti. Nodo solaio controterra-parete.

Solaio contro terra (B) dall’estradosso

- pavimento in grès porcellanato

- massetto in cemento e sabbia

- massetto alleggerito

- barriera al vapore

- isolante in XPS (100 mm)

- guaina bituminosa

- platea in c.a.

- argilla espansa

- tessuto non tessuto

- terreno

Photo: Mimik

Gli interventi sul Fienile

Per ragioni storico-architettoniche non è stato possibile realizzare un cappotto esterno. Si è quindi realizzato un isolamento interno con pannelli di calcio silicato, integrato al piano primo da blocchi in laterizio alveolare riempiti di isolante, questi hanno sostituito per ragioni strutturali la precedente struttura in laterizio non più idonea. È stato inoltre possibile realizzare un importante isolamento della copertura con pannelli in fibra di legno (200+20 mm).

Dal punto di vista impiantistico si è adottata una soluzione di riscaldamento e raffrescamento in pompa di calore con ventilconvettori integrati da piastra radiante per il riscaldamento invernale. Gli impianti di ricambio d’aria servono il ristorante, per il quale è stata scelta una VMC da 3000 m3/h di portata d’aria, e la sala del primo piano con VMC da 400 m3/h.

La sala ristorante e la sala meeting, ospitate nel Fienile.

Copertura (C) dall’esterno

- manto in tegole

- listelli e controlistelli

- guaina

- tavolato in legno (25 mm)

- guaina traspirante

- fibra di legno (20 mm)

- lana minerale (200 mm)

- freno vapore

- tavolato (25 mm)

- doghe fugate

Parete (D) dall’interno

- intonaco (10 mm)

- pannelli in silicati di calcio

- muratura in blocchi Poroton con isolante (280 mm)

- intonaco esterno (10 mm)

1 pannello in XPS

2 mattone posato a coltello

3 barriera chimica

Fasi di cantiere: l’isolamento verso il terreno e il rifacimento della copertura.

Le strutture lignee

Nel progetto di riqualificazione della Villa e del Fienile il legno, valutato come la scelta migliore nel fondamentale binomio sostenibilità ambientale e valenza strutturale, è stato utilizzato per le tutte le strutture portanti che non è stato possibile preservare. Si è provveduto pertanto al risanamento e all’adeguamento delle strutture ritenute idonee e di particolare interesse storico-architettonico, come i solai d’interpiano del Fienile che erano stati in parte realizzati in legno di rovere. Il consolidamento del solaio intermedio è stato effettuato all’estradosso con una cappa di rinforzo in calcestruzzo alleggerito, armato con reti, connettori e catene. L’intervento ha permesso di evitare strutture a vista all’intradosso che ne avrebbero modificato l’aspetto originario. Nella struttura più complessa – la copertura del Fienile – i nuovi elementi lignei hanno migliorato il comportamento statico complessivo, sostituendo anche i precari pilastri in muratura preesistenti con elementi in legno lamellare incollato.

Nella Villa le strutture originali presentavano un importante degrado, visto che l’edificio era stato abbandonato da decenni, e di conseguenza sono state sostituiti e ricostruiti il soppalco e la copertura. In entrambi i fabbricati le finiture interne dei solai sono in doghe fugate, soluzione che ha contribuito a ottimizzare l’acustica, in particolare l’assorbimento acustico, nelle sale dove vi è la presenza di molte persone nello stesso momento.

Solai e coperture realizzati in legno nella Villa e nel Fienile.

Gli impianti della Villa

Grazie al buon involucro termico, i fabbisogni impiantistici della Villa sono stati ridotti al minimo, evitando in tal modo di ricorrere a impianti a metano e aprendo alla possibilità di adottare come generatore una pompa di calore aria-acqua e come terminali di distribuzione termoconvettori a media temperatura, dotati anche di una superficie radiante così da diminuire il più possibile la componente di circolazione dell’aria. Nei bagni, invece, sono stati installati radiatori.

Come nel Fienile, anche nella Villa sono state montate

due macchine di ventilazione meccanica controllata, da 400 m3/h, le quali risultano indispensabili per assicurare e mantenere buoni livelli di qualità dell’aria interna e per controllare con particolare attenzione l’umidità relativa, la CO2 e le contaminazioni ambientali.

Le zone dedicate alla cottura sono dotate di piani a induzione. È stato inoltre installato un impianto fotovoltaico da 11 kWp, integrato nella copertura della falda sud, il quale consente di coprire una quota importante dei consumi del Centro Multiservizi.

Due scorci del Fienile.
Photo © HabitatPlus
Photo
© HabitatPlus

HabitatPlus

HabitatPlus è un raggruppamento di professionisti specializzato in edifici a basso consumo energetico e nell’impiego di materiali ecologici che opera sia nel settore delle ristrutturazioni sia nella realizzazione di nuove costruzioni, vantando un’ampia esperienza in edifici ad alta efficienza energetica e strutture in legno. Promotore di una nuova estetica dell’architettura, l’attività dello studio non si limita all’involucro ma si estende alla sostanza della costruzione, ponendo al centro qualità costruttiva, efficienza energetica, tutela dell’ambiente e salubrità degli spazi abitativi. HabitatPlus è formato da: arch. Alessandro Bernardini, ing. Mirko Cioni, ing. Umberto Giornelli, tutti Consulenti Esperti CasaClima, e arch. Denny Pagliai.

Casa Comunale della Val di Forfora, CrespoleSan Marcello Piteglio (PT), 2020. Edificio con struttura in X-lam, certificato CasaClima Gold.

Oasi WWF Dynamo Camp, San Marcello Piteglio (PT), 2016-2017. Ristrutturazione di un fabbricato rurale da destinare a mensa e attività comunitarie.

Il fronte principale della Villa.

Marco Biscontin

Tra pubblico e privato

Una casa passiva che prende forma dalla posizione del lotto, distinguendo in maniera decisa la parte pubblica e quella privata attraverso la disposizione dei volumi. Un progetto minimale con un ridotto fabbisogno energetico grazie anche al corretto orientamento che permette di sfruttare gli apporti passivi, all’involucro

ben isolato e a tenuta all’aria e alla minima dotazione impiantistica, supportata da fonti rinnovabili

Questa nuova abitazione, realizzata rispettando gli standard energetici Passivhaus, sorge nei pressi di un piccolo lago artificiale, tra i comuni di Pordenone e Porcia, in una zona ottimamente collegata sia dal punto di vista carrabile sia ciclabile, caratteristica apparsa fin da subito interessante per i committenti. Il lotto di progetto risultava suddiviso in due parti: la più piccola era affacciata sulla via pubblica, mentre quella di maggiore superficie si sviluppava sul lato più interno, a confine con altri giardini e case. È stato dunque quasi inevitabile disporre il fabbricato sul lotto più grande, collocando la parte più privata verso sud, lontano dalla strada, cosicché l’edificio stesso diventasse una sorta di filtro tra la parte pubblica e quella più intima dell’abitazione e dell’area verde di pertinenza garantendo maggior privacy.

Alla casa si accede da est, attraverso un corpo basso, evidenziato da doghe orizzontali di legno e dall’intonaco grigio scuro, che segna il passaggio dal primo al secondo lotto, correndo lungo il confine, dove è collocato l’ingresso.

Sviluppata in un volume compatto, l’abitazione vera e propria si articola su due livelli e si caratterizza per una copertura le cui falde si distendono e si piegano a sottolineare ancora una volta la differenza tra il lato pubblico e lo spazio privato, delimitando e proteggendo la vivibilità e la privacy dei proprietari. Al piano terra sono collocate la zona giorno e di servizio, mentre superiormente si trovano le tre camere, la cabina armadio e un ampio bagno. L’edificio è stato realizzato in laterizio con coibentazione a cappotto in EPS; la copertura presenta una struttura con travi in legno lamellare e pannelli X-lam a vista (tranne che nella cabina armadio) ed è stata isolata con lana di roccia. I serramenti sono a triplo vetro. Il volume basso dell’ingresso e il garage sono termicamente disgiunti dall’edificio residenziale e il garage è separato anche strutturalmente dalla casa. Ottenute le migliori prestazioni possibili per l’involucro, riscaldamento e raffrescamento sono stati demandati a un aggregato compatto (unità che integra VMC con recupero di calore, pompa di calore e produzione di acqua calda sanitaria) con geotermia orizzontale. Sulla falda della copertura rivolta a sud sono installati collettori solari termici e pannelli fotovoltaici.

esterna coperta.

Progetto architettonico e D.L. arch. Marco Biscontin, Porcia (PN)

Strutture ing. Paolo Nardo, Orsago (TV)

Impianto meccanico ing. Barbara Cassan, Rauscedo (PN)

Impianto elettrico ing. Domenico D’Andrea, Pordenone

Appaltatore: Nuova IZC Costruzioni, Fiume Veneto (PN); Ditta Zoppelletto

S.r.l. (copertura), Gruaro (VE)

Superficie netta riscaldata 163 m2

Trasmittanza media pareti esterne

0,106 W/m2K

Trasmittanza media solaio contro terra

0,113 W/m2K

Trasmittanza media copertura

0,106 W/m2K

Trasmittanza media superfici trasparenti

0,704 W/m2K

Fabbisogno energia per riscaldamento 1.731,74 kWh

Photo © arch. Marco Biscontin
Photo © arch. Marco Biscontin
Il basso volume che ospita l’ingresso e, separata da una parete, la zona giorno
Pianta piano terra
Pianta piano primo
L’affaccio a sud con le ampie vetrate protette da sporti e da schermature esterne e, all’opposto, il fronte nord dell’abitazione completamente cieco.
Photo © arch. Marco
Biscontin
Photo
Biscontin
Sezione AA
Sezione BB
Prospetto ovest
Prospetto nord
Prospetto est
Prospetto sud

L’architettura

L’abitazione si presenta come un volume compatto con spazi distribuiti su due livelli. Ciò che caratterizza l’edificio, come già accennato, sono le falde di copertura che seguono la forma del corpo edilizio, il quale si apre verso sud per poter godere degli apporti solari gratuiti e si chiude totalmente verso nord, protetto dalla falda del tetto che improvvisamente si piega sino a diventare quasi verticale, rendendo cieco l’affaccio più esposto al freddo invernale. Anche il lato a oriente, verso il confine e la via pubblica, appare chiuso, con una sola apertura al primo piano enfatizzata da un riquadro sporgente (realizzato con maggior spessore di isolante), quasi un occhio verso il laghetto prospiciente. Su questo fronte una piccola falda incontra la linea inclinata della falda nord, un segno obliquo che prosegue nel volume basso d’ingresso, sottolineato dal differente rivestimento –intonaco scuro e doghe di legno – dello stesso corpo. Sul lato sud i livelli abitativi sono sfalsati, con il primo piano che aggetta di 50 cm rispetto al piano sottostante a ulteriore protezione della vetrata dell’ampia zona giorno. Quest’ultima si estende all’aperto, ma protetta, grazie al prolungamento del volume d’ingresso. Verso l’area verde una pavimentazione in legno flottante corre per tutta la lunghezza del fronte. Completano l’abitazione il garage e la zona servizi, collocati sul lato nord.

Photo © arch. Marco Biscontin
Photo © arch. Marco Biscontin
Photo © arch. Marco Biscontin
La zona giorno si estende all’aperto con una superficie pavimentata in legno e uno spazio coperto che prolunga a sud il volume d’ingresso.

Solaio contro terra (A) dall’estradosso

- pavimento in piastrelle (15 mm)

- massetto sabbia e cemento (60 mm)

- massetto alleggerito (120 mm)

- membrana impermeabile

- isolamento in XPS (300 mm)

- freno vapore sigillato per tenuta all’aria

- cappa in c.a. (50 mm)

- vespaio aerato (400 mm)

- platea

- terreno

Parete esterna (B) dall’esterno

- rasatura e finitura (5 mm)

- isolamento il EPS (300 mm)

- collante (10 mm)

- laterizio (300 mm)

- intonaco (15 mm)

Solaio interpiano (C) dall’estradosso

- pavimento (15 mm)

- massetto (50 mm)

- massetto alleggerito per passaggio

impianti (150 mm)

- solaio in latero-cemento (250 mm)

- controsoffitto (250 mm)

1 listelli orizzontali in legno

2 listelli verticali di fissaggio

3 fascia perimetrale di separazione

4 barriera al vapore

5 collante (10 mm)

6 XPS (300 mm)

7 rasatura (5 mm)

8 guaina impermeabile

9 guaina bugnata

10 vetro cellulare

11 areazione vuoto sanitario

Copertura (D) dall’esterno

- rivestimento in lamiera aggraffata

- materassino in polipropilene antirumore

- tavole grezze (25 mm)

- ventilazione – listelli con punto chiodo (60 mm)

- nastro punto chiodo in corrispondenza travetti

- telo traspirante

- lana di roccia (100 mm)

- lana di roccia (200 mm)

- nastro punto chiodo in corrispondenza travetti

- freno al vapore

- pannello X-lam a vista (100 mm)

- controsoffitto solo su cabina armadio

1 canale di gronda

2 rete parainsetto

3 pannello X-lam a vista esterno (100 mm)

4 giunzione

5 isolamento in EPS (300 mm)

6 isolamento in XPS ad alta densità su lunghezza X-lam esterno

7 isolamento in XPS

8 trave in legno lamellare (200x480 mm)

La distribuzione interna

Gli spazi dell’abitazione sono distribuiti su due piani; il piano terra ospita prevalentemente la zona giorno alla quale si aggiungono uno studio, trasformabile in camera, e un bagno, oltre alla centrale termica dalla quale si accede alla zona dei servizi (lavanderia e ripostiglio) e al garage, termicamente separate dall’involucro riscaldato.

L’accesso al piano superiore avviene mediante un vano

scala che fin dall’ingresso risulta essere un elemento architettonico importante ed evidente dell’abitazione. Esso, infatti, è stato pensato come una sorta di “biblioscala”, in quanto la scala risulta “rivestita” di libri, fungendo da vera e propria biblioteca. Salendo i gradini si percepisce una doppia altezza che si allarga al secondo piano comprendendo un’area studio. Il piano è completato da tre camere, un bagno e una cabina armadio.

Il vano scala, ben visibile dall’ingresso, è una vera e propria biblioteca con scaffali lungo le pareti e l’elemento che funge da corrimano.
Photo
Photo © arch.
Photo © arch. Marco Biscontin

Architetto Marco Biscontin

L’architetto Marco Biscontin fonda il suo studio quasi trent’anni fa.

Fin dall’inizio della sua attività si distingue per un percorso progettuale diverso e non in linea con quello che il mercato al tempo richiedeva. L’architetto ha approfondito i temi della Bioarchitettura e in seguito ha ampliato la sua formazione presso l’Agenzia CasaClima; è suo infatti uno dei primissimi edifici certificati CasaClima in Friuli Venezia Giulia (01.01.2008). Ha seguito corsi sugli edifici passivi che regolarmente progetta e realizza.

Marco Biscontin opera anche nel settore degli interni e del design. La sua attività è territorialmente legata in prevalenza al Triveneto, ma ha progettato e costruito edifici anche all’estero.

Casa Gi+Do, Porcia (PN), 2017. Edificio passivo.
Casa So+Pe, Roveredo in Piano (PN), 2018. Edificio passivo.
La zona giorno dell’abitazione.
Photo © arch.
Marco Biscontin

Massimiliano Roberto Loft su misura

Il recupero e riuso di un opificio dismesso, da cui sono stati ricavati cinque luminosi appartamenti immersi nel verde – Loft Sant’Agnese –, sono stati effettuati mantenendo pressoché invariato l’esterno e rimodulando lo spazio interno. Qui spicca il volume del patio che diventa elemento caratterizzante del complesso residenziale grazie alla sua funzione bioclimatica di camino di ventilazione

Situato in un’area tranquilla e immersa nel verde, l’ex edificio industriale, un tempo sede di un calzaturificio modenese, si trova a pochi passi dal centro storico della città emiliana, ben servito dai mezzi pubblici. Questo opificio è ritornato a nuova vita grazie a un progetto di riqualificazione che ha permesso di ricavare cinque ampi appartamenti, ciascuno dotato di spazi esterni privati, un’esposizione su almeno tre lati e un’ottimale ventilazione naturale.

L’intervento ha mantenuto e reinterpretato alcuni elementi architettonici distintivi dell’edificio originale. L’estetica industriale è stata infatti preservata grazie alle grandi vetrate in ferro poste sui fronti sud e ovest; i prospetti sono stati restaurati attraverso la pulizia delle murature originali e i dettagli decorativi, come le lesene e le cornici delle finestre, elementi caratteristici dell’epoca, sono stati recuperati. L’involucro esterno è rimasto pressoché invariato, mentre l’interno è stato oggetto di una rimodulazione degli spazi, eliminando un volume centrale per creare un patio vetrato con funzione distributiva e bioclimatica. Un elegante ingresso verde conduce a questo spazio, il vero e proprio cuore

dell’edificio, illuminato da una cascata di luce naturale che filtra dalla copertura trasparente. Ogni scelta progettuale è stata quindi guidata dalla volontà di rispettare la natura dell’edificio originale e garantire il massimo comfort abitativo. Materiali come la muratura a vista, il cemento, l’acciaio e il verde caratterizzano l’intervento, donando all’ambiente un’identità unica. Tutti i dettagli sono stati progettati in sintonia con le tecnologie adottate, privilegiando materiali biocompatibili, quali la fibra di canapa per l’isolamento, il gesso-fibra per le pareti traspiranti, gli intonaci a base di calce e pozzolana, i massetti a secco degli impianti ad alte prestazioni

Il pergolato alto pre e post intervento di riqualificazione.

Progetto architettonico e D.L.

ing. Massimiliano Roberto, Bologna

Strutture

ing. Matteo Grilli – Marchingegno, Cagli (PU) – Bologna

Consulenti

ing. Michele Gibellini, Formigine (MO); arch. Giovanni Daniele Malaguti, Modena; ing. Federica Flor, Bologna; arch. Stefano Burani, Albinea (RE)

Certificazione

• CasaClima R, Classe energetica A4

acustiche e termiche con perlite e i termointonaci esterni a base di calce e perlite. La riqualificazione dell’opificio è stata dunque concepita per garantire un recupero sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico, obiettivo raggiunto grazie a soluzioni di isolamento, strategie passive e impianti a basso consumo alimentati da fonti rinnovabili, grazie ai pannelli fotovoltaici, pompe di calore e sistemi radianti a bassa temperatura. L’edificio è stato inoltre sottoposto a uno speciale intervento di miglioramento sismico mediante attente tecniche di restauro. Nel 2022 è stato insignito del Cubo d’Oro durante i CasaClima Awards.

Impianti meccanici

ing. Andrea Biagioni, Modena

Impianti elettrici

p.i. Graziosi Matteo, Bagnolo in Piano (RE)

Appaltatore

Progetto Edile – Castelnuovo Rangone (MO)

Superficie utile

720 m2

Trasmittanza media pareti esterne 0,274 W/m2K

Trasmittanza media solaio contro terra 0,133 W/m2K

Trasmittanza media copertura 0,158 W/m2K

Trasmittanza media superfici trasparenti 1,25 W/m2K

Fabbisogno energia per riscaldamento 75,09 kWh/m2

Photo © Paolo Lorenzi

L’ingresso dell’edificio recuperato con l’altana.

 Asta in fase elastica

 Asta parzialmente plasticizzata

 Asta plasticizzata

 Asta collassata

 Asta in trazione/compressione eccessiva

 Asta non sottoposta a verifica

Miglioramento sismico

Pianta piano primo
Massimiliano
Photo © Paolo Lorenzi

Il patio come camino di ventilazione

Un’analisi approfondita del patio/serra solare/camino di ventilazione è stata effettuata al fine di definire e valutare l’effettivo miglioramento che questo elemento avrebbe apportato al sistema edilizio. Le simulazioni riportate qui sotto sono infatti il risultato di uno studio che, sulla base dei dati geometrici, climatici e costruttivi, hanno portato a determinate scelte progettuali, ovvero a privilegiare il raffrescamento estivo piuttosto che il riscaldamento invernale mediante l’effetto serra. Pertanto, per la copertura vetrata è stato scelto un vetro con fattore solare basso che limita il surriscaldamento estivo e che fornisce un minore apporto di calore durante la stagione fredda, anche se successive verifiche hanno messo in evidenza un discreto apporto di riscaldamento del patio nel periodo invernale.

Le valutazioni preliminari hanno tenuto inoltre in considerazione le condizioni al contorno del patio per le pareti e per il pavimento e, ovviamente, della copertura. Per agevolare la lettura del comportamento dell’elemento tecnologico del volume centrale sono state eseguite molteplici simulazioni con un software di analisi fluidodinamica. Nei sistemi di raffrescamento ventilativo geotermico come quello adottato nell’edificio, il trasferimento del calore tra ambiente interno e terreno avviene per mezzo dell’aria che circola in condutture a contatto con il terreno profondo e che nel periodo estivo si raffredda prima di entrare in ambiente. L’aria è fatta circolare attraverso tubazioni interrate che terminano in un ventilatore e sfruttano sistemi passivi operanti per effetto camino (finestre del patio aperte d’estate). Nei Loft Sant’Agnese la situazione progettuale più favorevole ha richiesto quindi lo scavo di nuove reti esterne per la posa della sonda geotermica ventilativa e del canale interrato che nel percorso sotterraneo raffresca l’aria e la porta all’interno del patio; qui, una ventola migliora il moto dell’aria già azionato dal camino di estrazione e, mediante bocchette simili a quelle dei vespai areati, l’aria fresca viene immessa all’interno del patio.

Sono state condotte inoltre simulazioni che descrivono il comportamento del sistema in funzione della quantità d’aria in immissione, delle temperature esterne nell’arco dell’anno e della giornata, considerando il sistema di aperture delle abitazioni prevalentemente chiuse. Tali aperture sono state ridotte a finestre in posizione

elevata in modo da evitare l’introspezione in corrispondenza degli affacci degli appartamenti sul patio; per la semplificazione del calcolo non sono state inserite scale e ascensore. I risultati delle simulazioni hanno avuto riscontro reale nel funzionamento del sistema previsto che è oggetto di monitoraggi e rilevamento.

L’analisi solare estiva (in blu) e invernale (in rosso).

Studio bioclimatico della ventilazione naturale nel patio in inverno e in estate.

Tra i parametri presi in considerazione nella simulazione della ventilazione naturale attraverso il patio che si sviluppa per tutta l’altezza del fabbricato, ci sono anche le caratteristiche dei condotti interrati, ovvero lunghezza: 65 m; diametro: 60 cm; profondità collocazione condotti: ca. 1,5 m; velocità dell’aria nei condotti: tra 4-8 m/s.

Viste e dettagli del volume del patio interno che funge da zona distributiva, serra solare e camino di ventilazione.
Photo © Paolo
Lorenzi
Photo © Paolo Lorenzi
Photo
© Paolo Lorenzi
Photo © Paolo Lorenzi

Copertura (A) dall’esterno

- copertura in alluminio

- tavolato con guaina

- camera di ventilazione (60 mm)

- isolamento in lana di roccia (200 mm)

- doppio tavolato con barriera al vapore

- travi di legno verniciate di bianco

Solaio contro terra (B) dall’estradosso

- pavimento e materassino anti-calpestio

- sistema radiante (53 mm)

- massetto impianti

- isolamento contro terra in XPS (80 mm)

- guaina bituminosa

- soletta strutturale collegata alle murature

- vespaio aerato ripristinato

1 copertura vetrata con ante fisse e apribili a taglio termico

2 trave reticolare in acciaio verniciato

3 pannello legno-cemento tinteggiato di bianco

4 riempimento in laterizio

5 dormiente in legno (200x200 mm)

6 controvento di piano con angolare a L

7 contro parete interna isolata

8 angolare per fissaggio solaio

9 scuri esistenti ripristinati e nuovi scuri se danneggiati

10 bancale in legno / sguincio in gessofibra

11 sistema di isolamento interno con fibra di canapa (120 mm) e lastra di gesso fibro-rinforzato (25 mm)

12 termointonaco deumidificante

13 scuri nuovi

14 rinzaffo in malta idraulica per barriera ai sali

15 drenaggio con ghiaietto, tubazione e geotessile TNT

Solaio in acciaio e legno con cordolature di piano; massetto impianti in perlite; pavimento radiante e livellina a basso spessore; impianto fotovoltaico installato in copertura e sugli abbaini; chiusura e nastratura del sistema isolante interno delle pareti.

Solaio interpiano (C) dall’estradosso

- pavimentazione su sistema radiante (53 mm) - isolamento anti-calpestio (30 mm) - massetto isolante per impianti su cassero in legno a perdere - controsoffitto in cartongesso con lana minerale interposta (70 mm)

Solaio contro terra patio (D) dall’estradosso

- pavimento tipo cemento industriale - massetto alleggerito - soletta armata - guaina impermeabilizzante - magrone - vespaio aerato ripristinato

1 sistema di isolamento interno con fibra di canapa (120 mm) e lastra di gesso fibro-rinforzato (25 mm)

2 angolare per fissaggio solaio

3 architrave esistente continuo su tutta la lunghezza

4 infisso in acciaio a taglio termico

5 tenda esterna motorizzata

6 angolare in acciaio per cordolatura solaio

7 termointonaco deumidificante

8 cordolo continuo in c.a.

9 architravi su finestre (2 IPE 200)

10 impermeabilizzazione con rinzaffo a base di calce idraulica

11 drenaggio con ghiaietto, tubazioni e geotessile TNT

12 canali interrati per ventilazione del patio con 5 griglie a pavimento (100x600 mm)

Uno degli abbaini; camini di ventilazione; posa del radiante e della sottostruttura del sistema di isolamento interno delle pareti esterne; cerchiatura dei pilastri e della muratura.
Analisi agli elementi finito del nodo solaio-parete
La zona giorno di uno dei loft prima dei lavori e a riqualificazione conclusa.
Photo © Paolo Lorenzi

Ingegnere Massimiliano Roberto

Laureato in Ingegneria Edile presso l’Università di Bologna nel 2005, l’ing. Massimiliano Roberto progetta architetture di interni, edifici residenziali, scolastici, sportivi, manifatturieri e di occupa di interventi di recupero con un approccio sartoriale, coniugando design e tecnologia. La sua visione progettuale integra estetica, funzionalità e sostenibilità così da dar vita ad ambienti che migliorano il benessere delle persone e che rispondono alle esigenze degli utenti. I progetti di architettura sono sviluppati con particolare attenzione alla cura del dettaglio e all’uso di materiali e tecnologie sostenibili. Collabora come docente nell’ambito del corso di Disegno e Rilievo della Facoltà di Architettura di Cesena e ricopre il ruolo di coordinatore di progetti di dimensione importante, in ambito direzionale, produttivo e scolastico. Alcuni di questi progetti hanno seguito i protocolli CasaClima, LEED e BREEAM. Il progetto Loft Sant’Agnese, qui pubblicato, ha vinto nel 2021 il Premio Sostenibilità-Aess ed è stato premiato dalla giuria ai CasaClima Awards nel 2022.

Casa FV, provincia di Bologna, 2018. Abitazione in legno X-lam.

Laboratorio, Bologna, 2024. Atelier d’arte a scopo terapeutico.

Un interno di un loft al secondo piano dell’opificio ristrutturato.

Photo © Paolo
Lorenzi
Photo

e ingegneria srl

Riqualificare con l’alluminio

Bologna

Il progetto di riqualificazione energetica e architettonica di un condominio degli anni ‘60-’70 è stato guidato dal colore e dai materiali di finitura delle facciate, che sono strettamente legati alla soluzione di isolamento scelta per le diverse parti dell’involucro opaco e che hanno consentito di rinnovare, nel rispetto del contesto, l’immagine dell’edificio

Situato in un quartiere residenziale di San Giovanni in Persiceto, il Condominio Alba B è stato oggetto di un intervento di riqualificazione energetica che ha interessato le facciate dei piani adibiti a residenza e il solaio del sottotetto non abitabile, lasciando inalterata la copertura originale.

Il complesso residenziale è un tipico esempio di architettura appartenente alla struttura urbanistica degli anni 1960-1970, caratterizzata dal concetto di città diffusa; dall’epoca della costruzione, l’edificio non è mai stato interessato da importanti interventi di rifacimento e, dopo più di sessant’anni, le sue facciate e i suoi rivestimenti necessitavano di un ripristino funzionale ed estetico. Si sono pertanto uniti i lavori di efficientamento energetico al recupero del patrimonio esistente, modernizzando il condominio, pur non privandolo del suo contesto.

Il risultato ottenuto sulle facciate è un contrasto di colori e di materiali dinamico e non scontato, che è anche specchio del progetto energetico studiato per l’edificio. A ogni cambio di materiale di finitura corrisponde, infatti, un diverso pannello di coibentazione posato. I balconi sono coibentati con pannelli

di resina fenolica da 10 cm finita in spatolato, colorati di rosso o di bianco a seconda della composizione architettonica. Le facciate “minori” sono state trattate con un cappotto in pannelli di EPS da 14 cm, mentre le facciate in doghe di alluminio hanno un cappotto fissato meccanicamente, in cui la lana di roccia semirigida da 16 cm appoggia sulle staffe di sostegno della sottostruttura della doga stessa, ancorandosi alla parete tramite tasselli. La sfida principale è stata quella di integrare in questo nuovo sistema anche gli elementi funzionali dell’edificio, come, ad esempio, i pluviali in angolo che sono stati realizzati a incasso in maniera tale da renderli meno visibili, garantendone comunque una semplice manutenzione. La pensilina di ingresso è

stata riprogettata per renderla più funzionale, demolendo quella esistente.

Un approfondimento è necessario in merito alla scelta del rivestimento in doghe metalliche poiché esse rappresentano la soluzione architettonica e tecnica caposaldo dell’obiettivo prefissato. Tali doghe, infatti, con il loro effetto screziato e con il gioco di chiaro e scuro che creano, richiamano l’effetto del rivestimento in quarzo che era segno peculiare dell’edificio e di molti degli altri immobili presenti in zona, tutti coevi. Il colore chiaro scelto, quasi bianco, dà vita inoltre a un forte contrasto materico e cromatico con le altre facciate del palazzo, che sul cappotto termico sono finite in spatolato.

Progetto architettonico

CAT24 architettura e ingegneria srl, Bologna

Direttore dei Lavori

arch. Clorinda Tafuri – CAT24 architettura e ingegneria srl

Consulenti

Alessandro Valentino – PREFA Italia, Bolzano

Impianti

p.i. Nicolò Cerasi, Zola Predosa (BO)

Appaltatore

Hera Servizi Energia S.p.A., Imola (BO)

Superficie utile

887,55 m2

Trasmittanza media pareti esterne - 0,1896 W/m2K (lana di roccia 16 cm + rivestimento PREFA)

- 0.1705 W/m2K (resina fenolica 10 cm + spatolato)

- 0,1960[W/m2K (polistirene espanso 14 cm + spatolato)

Trasmittanza media solaio sottotetto 0,1598 W/m2K

Trasmittanza media superfici trasparenti 0,1380 W/m2K

Fabbisogno energia per riscaldamento 43,695 kWh/m2 anno

Photo © PREFA
| Giacomo Podetti
Vista da sud: in evidenza le finiture, differenti per cromatismo e materiale, che rivestono le diverse tipologie di isolamento delle facciate.

Prospetto sud

Prospetto nord

Prospetto est

Prospetto ovest
condominio prima e dopo i lavori di riqualificazione.

L’involucro opaco

Lo studio dell’involucro ha seguito il gioco dei pieni e dei vuoti che ne scandiva le facciate e che si ritrova anche in tutto il contesto degli edifici circostanti; la forma del Condominio Alba B quindi è rimasta invariata, realizzando tramite doghe di alluminio e cappotto una nuova “pelle”.

L’intervento principale è stato la riqualificazione energetica che, per un migliore rendimento, si è concentrata sulle facciate corrispondenti ai piani abitati e sul solaio del sottotetto che non è abitabile; per tale

ragione, la copertura dell’edificio non è stata oggetto di lavori ed è rimasta invariata.

La scelta del rivestimento in doghe è stata dettata dalla volontà di realizzare un progetto duraturo e di facile manutenzione, efficiente e distinguibile, senza stravolgere i caratteri dell’edificio. La finitura in doghe, inoltre, presentava il vantaggio di essere estremamente versatile e facilmente adattabile all’idea progettuale prefissata, coniugando l’efficienza della prestazione del materiale con le sue qualità estetiche che valorizzano il progetto.

Parete esterna – Sezione verticale

1 Doga.X PREFA

2 lamierino di battuta

3 supporto per montante

4 montante a L (60/40/1,8 mm) verticale

5 piattello

6 tassello

7 isolamento in lana di roccia (160 mm)

8 muratura in laterizio (300 mm)

9 vite

Nodo parete-architrave finestra – Sezione verticale

1 Doga.X PREFA

2 listello a innesto

3 lamiera forata piegata

4 lamiera di chiusura

5 profilo a tasca ripiegato

6 gocciolatoio

7 supporto per montante

8 montante a L (60/40/1,8 mm) verticale

9 piattello isolante

10 tassello

11 vite

12 isolamento in lana di roccia (160 mm)

13 muratura in laterizio (300 mm)

BULLI GP = Gleitpunkt
Installazione della sottostruttura per rivestimento in alluminio; posa del cappotto in lana di roccia; fissaggio del rivestimento in Doghe.X di alluminio.

I colori

La scelta cromatica delle facciate deriva direttamente dall’osservazione del contesto nel quale si colloca il condominio. Anche in questo aspetto è stato quindi fondamentale non estraniare l’edificio da quelli che lo circondano, andando a selezionare una palette di colori che risultano ricorrenti nel piccolo quartiere. Da questa analisi sono emerse colorazioni che spaziano tra il giallo ocra e il rosso mattone (tipici del periodo di

costruzione che risale agli anni ‘70), intervallati da toni neutri chiari e tendenti al bianco. I colori del complesso abitativo rappresentano pertanto un riassunto di tale ricerca, in quanto vengono riproposti i toni saturi del rosso più vibranti a contrasto con il bianco, più luminoso e neutro. L’alternanza di tali colori sul disegno delle facciate è conseguenza diretta del progetto energetico e della variazione dei pannelli coibenti posati in facciata.

CAT24 architettura e ingegneria

CAT24 srl è una società di architettura e ingegneria di Bologna, formata da un team di architetti e ingegneri che opera dal 2007 nell’ambito della riqualificazione architettonica e del restauro, con particolare attenzione alla sostenibilità dei progetti, sia ambientale sia economica. Lo studio si dedica a dare nuova forma agli spazi e a riscoprire le tracce del passato attraverso il restauro, progettando soluzioni che rispettino l’identità degli edifici e rispecchino i desideri delle persone che li abitano. Lo studio lavora in ambito residenziale, direzionale e commerciale, con interventi che mirano a riqualificare e valorizzare il patrimonio edilizio tramite tecnologie innovative, guidati dalla consapevolezza che il tessuto urbano esistente vada preservato rispondendo però alle esigenze, tecniche e sociali, della contemporaneità. L’obiettivo è accompagnare il cliente dallo sviluppo del concept fino alla realizzazione e alla gestione del progetto; questo è reso possibile grazie al coordinamento e al dialogo costante con tutti gli attori coinvolti nel processo, che permette di monitorare a 360° l’intervento.

Condominio Alidosi, Bologna, 2023. Riqualificazione energetica.

Edificio direzionale, Bologna, 2019. Ristrutturazione esterna e realizzazione di nuovo involucro esterno ventilato.

Giacomo Podetti

LA DOGA.X DI PREFA

Rivestimenti esclusivi con superficie tridimensionale e colori P.10

Esperienza tridimensionale

La Doga.X si caratterizza per la superficie con effetto tridimensionale, in cui lavorazioni dal carattere artigianale donano unicità a ogni pezzo. La superficie di Doga.X presenta una elegante e sfaccettata texture che, accarezzata dalla luce solare o artificiale, restituisce ombreggiature e riflessi sempre diversi e variegati, similarmente alla pietra grezza. Il risultato è

un elegante gioco di sfumature, con ricchi contrasti di chiaroscuri che impreziosiscono ogni facciata.

Inoltre, la sua particolare conformazione offre importanti vantaggi in termini strutturali, dando maggiore stabilità al profilo della doga e maggiore resistenza al vento e alle intemperie, con spessori di alluminio inferiori.

Le colorazioni della gamma cromatica P.10 ispirata alla natura

Doga.X offre un’ampia scelta cromatica di oltre 20 tonalità, con 14 colori della gamma P.10 ispirati alla natura, il P.10 marrone, il P.10 antracite, il P.10 nero, il P.10 rosso cotto, il P.10 rosso ossido, il P.10 verde muschio, il P.10 grigio chiaro, il P.10 bianco prefa, il P.10 testa di moro, il silver metallizzato, il P.10 grigio scuro, il grigio fumo, il nero opaco, il P.10 bronzo Prefa, il P.10 marrone sahara, il P.10 grigio pietra, il bronzo, patina grigio e il P.10 bianco puro. L’aspetto opaco della verniciatura P.10, quando è esposta direttamente

ai raggi solari, non riflette la luce ma la accompagna in morbide sfumature, mentre l’inalterabilità del colore nel tempo ne preserva tutta la bellezza e l’eleganza. L’avanzata tecnologia di verniciatura Coil Coating, rende i rivestimenti inattaccabili dagli agenti atmosferici e molto resistente a graffi, raggi UV e temperature estreme, consentendo così di estendere la garanzia di 40 anni presente su tutti i prodotti, anche alla verniciatura per i prodotti disponibili nella gamma cromatica P.10 PREFA.

Photo © PREFA
| Martin Croce

Spazio alla creatività

Doga.X si presenta in formati standard con lunghezze da 500 a 6200 mm e quattro varianti di altezza da 138, 200, 300 e 400 mm: alternando le diverse dimensioni e differenti colorazioni è possibile creare effetti estetici variegati e dinamici, che si fanno apprezzare per il tocco di eleganza e raffinatezza in grado di donare all’edificio un’impronta del tutto personale.

PREFA ha elaborato numerosi schemi di posa per suggerire ai progettisti alcune delle potenziali configurazioni delle facciate, come fonte di ispirazione, disponibili in formato dwg scaricabili dal sito www.prefa.it.

È inoltre possibile richiedere formati fuori standard (da 138 a 400 mm) per il perfetto rivestimento di

qualsiasi superficie. Il sistema di posa della Doga.X PREFA è semplice e completo: l’ampia gamma di accessori originali PREFA permette di far fronte a tutte le variabili di posa per l’esecuzione perfetta di ogni dettaglio applicativo.

Con ordini minimi di 5 pezzi/lunghezza, PREFA prevede anche la produzione di pezzi su misura, per offrire ai vostri progetti la massima personalizzazione, in base alle esigenze specifiche della singola realizzazione.

Doga.X si inserisce perfettamente all’interno della gamma di rivestimenti PREFA, un’offerta che si caratterizza da sempre per l’elevata qualità del materiale, in lega di alluminio 100% riciclabile e quindi ecologico e sostenibile.

Scheda prodotto DOGA.X per facciate

Verniciatura: Coil Coating

Formati disponibili: 1,0 × 138 mm (spessore del materiale/larghezza)

1,0 × 200 mm (spessore del materiale/larghezza)

1,0 × 300 mm (spessore del materiale/larghezza)

1,0 × 400 mm (spessore del materiale/larghezza)

Larghezze speciali (da 138 a 400 mm) disponibili su richiesta

Scuretto: possibile con o senza scuretto

scuretto largo 15 mm e profondo 7 mm

Peso: circa 3,30–4,30 kg/m² a seconda della larghezza

Lunghezza:

500 – 2.500 mm per tutte le larghezze con impiego di fuga PREFA

500 – 6.200 mm per tutte le larghezze senza impiego di fuga PREFA

Posa: orizzontale, verticale e diagonale

fissaggio a scomparsa (sistema di incastro maschio – femmina)

Sottostruttura: in legno o in metallo

Photo
PREFA
Giacomo Podetti

back page – Nemici degli amici dell’ambiente

testi e matita di Michele De Beni

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