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L'agroalimentare italiano si conserva bene
by Economy
Sistemi di controllo e attenzione alla tracciabilità delle materie prime rendono il comparto dei conservifici italiani uno dei più importanti a livello mondiale. Che l'Nsa Economy Ranking classifica per affidabilità di Cinzia Ficco
Ortaggi, frutta, carne, pesce. Sott’aceto, sott’olio, in salamoia e sotto gelatina. Aumenta la tipologia dei prodotti che si possono conservare e mangiare fuori stagione. Ma cresce anche la fiducia dei consumatori. Merito dei sistemi di controllo e della maggiore attenzione alla tracciabilità delle materie prime assicurati dalle aziende di conserve vegetali. Ma tra i tanti, il prodotto di punta sembra essere il pomodoro. L’Anicav, la più grande associazione di imprese di trasformazione al mondo con oltre 100 aziende associate, aderenti a livello nazionale a Confindustria e Federalimentare, fa sapere: «Il comparto della trasformazione del pomodoro rappresenta un’eccellenza dell’industria agroalimentare italiana sia in termini di fatturato che di quantità prodotte e riveste un importante ruolo strategico e traino dell’economia nazionale. Si tratta di una, se non della più impor- tante, filiera italiana dell’ortofrutta trasformata che, per la sua forte vocazione all’export, è identificata come uno dei simboli del Made in Italy agroalimentare nel mondo. Con una produzione, nel 2022, di 5,5 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato, a fronte di 65.108 ettari messi a coltura, il nostro Paese è il terzo trasformatore mondiale dopo gli Usa, la Cina e rappresenta il 14,8% della produzione mondiale e il 56,5% di quella europea».
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In Italia sono due i bacini di produzione: quello del Centro Sud, con la massima concentrazione di aziende di trasformazione in Campania e di aziende di produzione agricola in Puglia, e quello del Nord, concentrato in particolar modo nelle province di Parma e Piacenza. Le 115 aziende operanti in Italia impiegano circa 10mila lavoratori fissi e 30mila stagionali, cui si aggiunge la manodopera dell’indotto (officine meccaniche, imballaggi, distribuzione e logistica, case sementiere, vivai). «Nel 2022 – fa sapere ancora l’Anicav - il fatturato del comparto delle conserve di pomodoro è stato di 4 miliardi, di cui oltre 2,3 derivanti dall’export. L’Italia è il primo Paese produttore ed esportatore di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore finale. Oltre il 50% delle produzioni, infatti, è destinato all’export sia verso l’Europa che verso gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia, con Distretti che raggiungono il 70% come quello del- le Conserve di Nocera (province di Salerno e Napoli)».
Ogni mese Economy pubblica la classifica delle aziende più affidabili di un determinato settore: la stila per Economy il Gruppo Nsa, il primo mediatore creditizio per le imprese italiane per fatturato, vigilato dalla Banca d’Italia tramite l’Organismo agenti e mediatori. Nsa è specializzato nella erogazione di finanziamenti alle imprese, capace di garantire efficacia ed efficienza nei rapporti con il sistema bancario. Il rank attribuito alle aziende da Nsa è frutto di ricerche ed elaborazione di dati commissionata da Economy all’Ufficio Studi del Gruppo Nsa. Viene calcolato sull’analisi dei bilanci, regolarmente depositati. In particolare, l’analisi classifica le imprese per solidità patrimoniale, performance, affidabilità e redditività: i medesimi parametri utilizzati per l’elaborazione nsaPmindex, l’indice sul merito creditizio. Il Gruppo Nsa adotta anche in questa ricerca l’algoritmo definito dal Disa, Dipartimento di Studi Aziendali dell’Università di Bologna, per l’elaborazione dell’indice nsaPmindex, indice annuale sullo stato delle Pmi italiane.
E negli ultimi anni si sta sempre più diffondendo la produzione di pomodoro biologico. «La produzione di derivati del pomodoro da agricoltura biologica è stata di circa 500 mila tonnellate pari all’8% della produzione complessiva, con investimenti che superano i 6 mila ettari – si legge in una nota dell’Associazione - Il pomodoro viene raccolto nell’arco di circa 60 giorni, di solito dal 20 luglio al 20 settembre e deve essere lavorato entro 24 ore dalla raccolta. Di conseguenza, non esistono semilavorati». Secondo Federalimentare, il sistema dei controlli utilizzato per garantire la sicurezza e la tracciabilità del prodotto è tra i migliori al mondo, con un miliardo di analisi di autocontrollo e investimenti di 2 miliardi di euro l’anno.