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LO SMART WELFARE A FAR LA PARTE DEL LEONE

Capillarità, innovazione e servizi personalizzati: sono i tre elementi che caratterizzano il modello che Generali offre ai propri clienti e applica con i propri dipendenti, per essere davvero il loro lifetime partner

di Marina Marinetti

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Il welfare non è solo questione di "stare bene" in azienda. Chiedetelo a Maurizia Cecchet, da gennaio Country Chief HR & Organization Officer di Generali Country Italia: «L’adozione di politiche di welfare in favore dei propri dipendenti aumenta la capacità dell’azienda di attrarre talenti e fidelizzare le risorse, contribuendo, nel contempo, ad aumentare la produttività» dice. Del resto, la compagnia del Leone guidata in Italia dal Country Manager & Ceo Giancarlo Fancel è in prima fila nella diffusione della cultura del welfare aziendale, in primis attraverso il rapporto Welfare Index Pmi, alla settima edizione, che coinvolge oltre 6.500 imprese di tutti i settori produttivi e le dimensioni. Oltre a mettere in evidenza le best practice dei Welfare Champion, l’edizione 2022 ha presentato l’analisi dinamica della correlazione degli indici di welfare con i bilanci di circa 2.600 imprese, certificando che “il welfare fa bene alle imprese”. Ma oltre a promuoverne la cultura in Italia, Generali ne è un benchmark di mercato, con le iniziative per i suoi quasi 15 mila dipendenti e le soluzioni per le imprese. Generali ha anche una società specializzata: si chiama Welion e offre programmi di welfare integrato di servizi innovativi dedicati al welfare e alla salute, semplici da fruire per dare più valore alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese. «Welion è una società di Generali in Italia», spiega a Economy Maurizia Cecchet, «che garantisce soluzioni a 360° che vanno dalla salute ai flexible benefit». Il modello del Leone si chiama smart welfare ed è caratterizzato da tre elementi: capillarità, innovazione e servizi personalizzati. «L’obiettivo è garantire un

LA PIATTAFORMA SVILUPPATA DA GENERALI OFFRE OLTRE 70 ATTIVITÀ DI WELFARE AZIENDALE E 400 SERVIZI PER LE AZIENDE elevato livello di benessere, crescita professionale e sicurezza sociale ai dipendenti, alle loro famiglie e alle comunità in cui vivono», sottolinea Cecchet. «Questi servizi vengono offerti ai nostri dipendenti e ai nostri clienti e viene messo a disposizione un network di eccellenza con oltre 9mila centri convenzionati in tutta Italia (in un raggio di meno di 20 km per il 94% degli utenti)». L’innovazione sfrutta tutta l’expertise di Generali e la sua capacità di previsione e di lettura e analisi dei dati. La completezza è altro carattere distintivo, con oltre 70 attività di welfare aziendale per i dipendenti della Country (dagli asili nido aziendali ai corsi di inglese e la palestra, fino al cambio delle gomme auto e alla fisioterapia) e i 400 servizi messi a disposizione degli imprenditori per i loro dipendenti. «Il nostro è un welfare personalizzato: non è detto che il mio concetto di benessere sia uguale a quello altrui e crediamo molto nella possibilità di offrire alle persone diverse opzioni. Saranno loro a decidere». E già il nome della piattaforma, StayBenefit, dice tutto.

Il Fattore Persona

Se da un lato, dopo aver sperimentato la pandemia e i limiti della sanità pubblica la salute è diventata la priorità degli italiani, dall'altro, l’esigenza di aziende sempre più inclusive sta caratterizzando le dinamiche del recruiting dei millennials e della Gen Z. Il “fattore-persona” incide sempre di più: «Dopo la pandemia, il contesto e le sfide HR sono cambiate profon- damente, in tutti gli ambiti ed anche nel mondo assicurativo», conferma Cecchet. La sfida principale è quella del benessere, dell'energia fisica e mentale dei dipendenti. «Il nostro claim è "lifetime partner"», spiega la manager: «ebbene, vogliamo esserlo non solo dei nostri clienti, ma anche dei nostri dipendenti, lavorando soprattutto sul concetto di prevenzione, attraverso checkup medici, promuovendo uno stile di vita sano e sostenibile, preservando energia fisica e mentale. Abbiamo una partnership con Medex e già prima del Covid offrivamo training ai nostri dipendenti, con corsi di yoga, difesa personale, corsi per le donne incinte, mindfulness...

Vogliamo accompagnare le nostre persone nel loro percorso di vita sia lavorativa che personale. Vogliamo essere, appunto, loro partner di vita».

Le Nuove Sfide

Altri due sono i trend principali che stanno interessando il settore assicurativo: digitalizzazione e inclusione, con un focus sulla capacità di attrarre talenti. Nel primo caso, ricorda Cecchet, «la digitalizzazione supera i confini di processi e prodotti e ci impone investimenti in attività di upskilling e reskilling dei nostri dipendenti, in ottica full digital, anche rispetto alle nuove modalità di lavoro “ibrido”» per le quali Generali è considerata un benchmark. Per quel che riguarda invece l’inclusione, la manager mette in evidenza la competitività garantita dalla capacità di saper attrarre talenti «che hanno caratteristiche e necessità diverse da quelli del passato», oltre all’«impegno costante nel garantire equità, giustizia, meritocrazia e trasparenza in termini di opportunità, esperienze e processi per le persone, per rappresentare al meglio la società in cui viviamo, accogliendo le identità culturali e personali di chi ne fa parte».

«Negli ultimi anni abbiamo visto come la trasformazione digitale e l’evolversi delle priorità abbiano contribuito all’innovazione delle aziende, con un ruolo focale della funzione HR nell’agevolare questa evoluzione e facilitare i meccanismi di innovazione – commenta Cecchet -. Abbiamo cercato di essere noi di Risorse Umane i principali innovatori. La rivoluzione del lavoro ibrido è stata l’occasione per inglobare nel nostro modello operativo alcuni dei principali trend che hanno caratterizzato questi anni: nuovi modelli organizzativi in chiave agile, nuove modalità di riconoscimento del merito e del contributo individuale, evoluzione dell’employee experience in chiave digitale, mantenendo sempre a fuoco il nostro elevato tasso di produttività».

Generali è da sempre all’avanguardia su que- sti temi. «Vogliamo essere un’azienda fatta da persone per persone – prosegue Cecchetdando valore ad ogni singolo contributo e sviluppando le competenze di ciascuno». Sono quattro le direttrici che orientano questa strategia: cultura aziendale incentrata sul cliente, sostenibile e meritocratica, mirata a favorire il coinvolgimento e l’energia dei dipendenti; continui investimenti per garantire un ambiente di lavoro equo e inclusivo che valorizzi le persone nella loro unicità; sviluppo delle competenze digitali e imprenditoriali per guidare la crescita e aumentare l’impatto di ogni singolo dipendente; una più efficace organizzazione del next normal attraverso un modello di lavoro ibrido, sostenibile e radicato nel digitale.

Il Modello Del Leone

«Le domande che ci stiamo ponendo sul lavoro in progress sono profonde: quando ha senso andare in ufficio? E per fare cosa? In ufficio si va per lavorare con i colleghi in gruppo, per mettere in campo temi di innovazione, ragionare sulla strategia e le azioni migliori per implementarla», sottolinea Cecchet. «In Generali riteniamo che l’esperienza vissuta in questi anni rappresenti un patrimonio pre- zioso da non disperdere. Siamo convinti della validità del modello ibrido del nostro next normal. Un modello che si basa sulla cultura della fiducia, per promuovere e favorire maggiore ownership del nostro modo di lavorare in un mondo sempre più digitale. Abbiamo scelto un modello ibrido per promuovere e favorire un nuovo approccio culturale e competenze manageriali avanzate. Lo abbiamo fatto oltre un anno fa in via sperimentale e stiamo proseguendo su questa strada con il 95% dei colleghi che lavorano in smart working per almeno 3 giorni a settimana». Il bilancio è più che positivo. «Stiamo lavorando a un’evoluzione del nostro modello di lavoro ibrido, che sia sostenibile ed efficace sul lungo termine», spiega Cecchet, «con alcuni pilastri-chiave, partendo dall’accordo per garantire lo smart working e proseguendo con l’attivazione di iniziative di change management per promuovere nuovi comportamenti e nuovi modi di lavorare che favoriscano il benessere e un migliore bilanciamento vita-lavoro. Proseguiamo con investimenti importanti per fornire adeguati strumenti tecnologici, avendo ovviamente sempre in mente il servizio al cliente e la produttività. Ma poniamo anche molta attenzione alla definizione della configurazione dei nuovi spazi di lavoro: anche questo è welfare».

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