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Settembre 2021

RESISTENZA, IL TUO NOME È DONNA Il bel libro di Pati Luceri di Giuseppe Leone

C

ON una presentazione di Anna Caputo, presidente dell’Arci provinciale di Lecce, che dichiara subito la sua soddisfazione per il presente lavoro, perché “mette fine all’idea che le donne abbiano avuto un ruolo solo complementare nella Resistenza, che siano state risparmiate alle atrocità in quanto donne, che il loro lavoro sia stato tutt’altro che secondario” (5); e una prefazione, in cui l’autore invita le giovani generazioni … a ricercare, nelle sei province pugliesi i figli e le figlie, i nipoti e le nipoti, i parenti, delle settantamila donne che parteciparono alla Resistenza nel nostro Paese, per restituire un nome e un cognome a tutti i tasselli

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mancanti” (7), Pati Luceri, già scrittore di altri testi come Partigiani e antifascisti in terra d’Otranto (2012), I deportati salentini leccesi nei lager nazifascisti (2015) o, ancora, Partigiani e deportati deceduti di Bari e provincia (2019), ha pubblicato nel marzo 2021 Brillan nel cielo … Le donne della Resistenza, le decorate al valore, le partigiane pugliesi, edito dalle Grafiche Giorgiani di Castiglione (Lecce). Un volume, nel quale si propone di ricostruire quel bellissimo mosaico che prende il nome di Resistenza, che non sarebbe stata, come l’ha descritta finora la storiografia ufficiale, una guerra combattuta solo al maschile, con le donne sullo sfondo e in penombra, ma che è stata, a tutti gli effetti, una lotta di popolo e del popolo, per la prima volta in Italia, con la partecipazione di uomini e donne nello stesso tempo. Lo fa, in otto capitoli di varia lunghezza, con tanto di note e bibliografia, attraverso i quali recupera i giorni della Resistenza, partendo dal territorio pugliese, per poi espandere la ricerca anche in altre regioni italiane e raccontare, in particolare: “L’attività antifascista prima dell’8 settembre; “Il 1943, un anno decisivo nella Storia italiana”; quindi, “Le efferatezze dei tedeschi, in Puglia, durante la ritirata, dal 9 settembre al 20 ottobre 1943. E poi, ancora, i nomi delle “134 … pugliesi, fra partigiane, patriote, staffette e benemerite”, “Invisibili, dimenticate, ignorate”; e la “scarsa considerazione se non addirittura, pettegolezzo, infamità, umiliazioni, emarginazione”. Infine le 119 partigiane decorate con la Medaglia d’oro al valore militare tra cui 15 alla memoria. Il tutto attraverso centinaia di biografie, la maggior parte corredate di fotografie delle donne resistenti, di lapidi che ne testimoniano il sacrificio, di attestati di medaglie d’oro, d’argento e bronzo, al merito civile e al valor militare, per attività partigiana; di testate di giornali e riviste, “perché non si è ancora saputo, e diversi sono stati i motivi: - scrive l’autore - perché le partigiane non vollero che si sapesse; perché non seppero della domanda da inoltrare; perché ritenevano di aver compiuto


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