Didascalie Informa n.1-2 Gennaio/Febbraio 2013

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Museo Civico Rovereto “RUOLO CIVICO”

L’incontro conclusivo col Museo La full immersion dell’onorevole Luigi Berlinguer a Rovereto, dopo la visita all’Istituto “Marconi” ed al Centro di formazione professionale “Veronesi”, s’è conclusa con un incontro al Museo Civico di Borgo Santa Caterina a Rovereto con una rappresentanza di dirigenti scolastici, insegnanti ed operatori dei musei, a cominciare da tutti quelli del Civico. Non un incontro formale, ma un breve ma intenso scambio di pareri su come una struttura museale possa davvero diventare motore di diffusione, crescita e sedimentazione della cultura scientifica, come possa crecare sinergia vera con la scuola ed il territorio in genere, a partire proprio da ciò che Berlinguer aveva avuto modo di vedere al mattino nelle scuole e dal panorama ampio delle attività che gli sono state presentate in diretta dal Museo Civico Finotti: I musei non sono tutti uguali… non solo per grandezza! La parte più interessante dell’incontro è stata decisamente quella che ha registrato un vero scambio di opinioni su cosa voglia dire nella realtà quotidiana, “nei fatti”, lavorare per una cultura scientifica nella società, in un territorio specifico. Il modo migliore per farlo era partire da come lavora da tempo il Museo civico di Rovereto, a partire dalla presentazione fatta a Berlinguer dal presidente del Museo, Giovanna Sirotti, assessore all’istruzione del Comune di Rovereto, che ha fatto da apripista, prima che il direttore Marco Finotti mettesse sul tappetto alcune domande pesanti. “Mentre noi siamo qui presentare le nostre attività, il direttore del Cimec - Centro Mente e Cervello

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dell’Università di Trento sta parlando agli studenti del licero Rosmini ed io stesso ero lì poco fa. Questo per dire che i musei non sono tutti uguali, ci sono quelli grandi, i medi e i piccoli, ma non è la grandezza il solo parametro di giudizio: quello che conta è chi dice “Questo museo è un istituto di formazione sociale, è un museo con un ruolo civico di istituzione.” Lo Stato ha sempre considerato i musei come un problema di spesa, ma dobbiamo capire quale è la parte spendibile del museo e come posso metterla a disposizione degli altri. Si tratta di rivendicare per il museo questo ruolo civico, rispetto al quale non possiamo essere neutri, ma dobbiamo essere di parte. Il nostro museo è il luogo del “dato”, ma anche del “pensato”. Però, fuori da qui resta la doman-

da: come fa una piccola realtà come la nostra a incidere fuori dal contesto locale? Tante domande in cerca di risposte Di domande, per la verità, ne sono giunte altre nel confronto. Dario Di Blasi, responsabile dell’esperienza di 25 del Festival del Cinema Archeologico, ha parlato dell’importanza della memoria come precondizione per la formazione, ricordando anche come “nel sentire comune, oltre che nei programmi elettorali, la cultura è percepita sempre come residuale ed in perenne conflitto con l’economia”. Nello Fava ha insistito sulla continuità per gli operatori di un museo. Il dirigente scolastico Giuseppe Santoli ha richiamato l’emergenza degli istituti, comprensivi proprio perché “non è vero che lì il metodo scientifico funzioni”. Nella replica finale, Berlinguer ha condiviso la priorità di interventi nel primo ciclo ed ha poi ripreso l’elogio del Trentino: “Siente condannati ad essere avanguardia, mentre in Italia permangono stereotipi e bestemmie sulla cultura scientifica”. Purtroppo “siamo nell’era in cui anche la tecnologia è pura tecno e per nulla cultura. I cuochi non si salvano con qualche ora in più di storia, ma va recuperata l’unitarietà della cultura, via lo stereotipo licei = cultura, tecnici= tecnica, professionale = tornio o cucina. Va bene l’indirizzo, ma ci vuole cultura, che vuol dire anche tecnologia”. (m.c.)

n. 1-2 gennaio-febbraio 2013


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