Didascalie Informa n.9-10 Settembre/Ottobre 2012

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AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006 08/02/2006

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

INFORMA

didascalie 9-10

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Rivista della scuola in Trentino

settembre-ottobre 2012

Educazione Adulti La situazione, i Centri, i problemi aperti


SOMMARIO

DIDASCALIE

Rivista della scuola in Trentino Periodico mensile Anno XXI, numero 9-10 settembre-ottobre 2012 Rivista promossa dalla Provincia Autonoma di Trento (L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22) Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745 dell’11.1.1992 Direttore responsabile: Giampaolo Pedrotti Coordinatore: Mario Caroli E-mail: mario.caroli@provincia.tn.it In redazione: Cinzia Zeni Manuela Saltori (segreteria) In questo numero: Felice Acquisti, Mario Caroli, Tommaso Amadei, Giovanni Bais, Mauro Calzà, Mario Caroli, Sofia Cramerotti, Domenico Cutroni, Marta Dalmaso, Mario Felicetti, Laura La Micela, Enzo Latino, Fabiano Lorandi, Michele Odorizzi, Diego Paternolli, Ilaria Pedrini, Paolo Pendenza, Antonia Romano, Elena Ruggieri, Chiara Tamanini, Adriano Tomasi, Maria Visintainer, Mara Zendron STUDENTI: Stefania Gadotti, Alessandro Lasci, Riza Mazzocchi, Martina Pisetta, Federica Francesconi, Angela Iovinella, Maria Rakic, Anna Sirsi Redazione: Via Gilli 3, 38121 Trento tel. 0461/497268 fax 0461/497267

legalità, rispetto delle regole Studenti trentini al Quirinale dal trentino/L’inaugurazione del nuovo anno scolastico provincia/la delibera Incarichi: i nuovi dirigenti scolastici Gli indirizzi alle scuole 2012/2014 /il concorso Il bando anche in Trentino Prove: ansia da “quiz” educa 2012/il punto Orientamento filo rosso dell’evento la notizia: Napolitano:

1-3 3-5 6-9 10 11 12 13 14-16

il dossier dentro l’apprendimento

il dossier l’assessore la scheda la riflessione la scuola in carcere dai centri: Istituto Floriani Riva Istituto Guetti Tione Istituto Curie Pergine V. Istituto Degasperi Borgo V. la formazione: Centro Formazione Insegnanti

EDUCAZIONE ADULTI La situazione, i Centri e i problemi aperti di una sfida europea

Realizzazione e Stampa Litografia Effe e Erre - Trento Per richiedere la rivista Didascalie telefonare o mandare un fax o scrivere a: Redazione Didascalie, Palazzo Istruzione via Gilli, 3 – 38121 Trento E-mail: didascalie@provincia.tn.it

Le foto di questo numero sono di: archivio Didascalie e fornite dai diretti interessati, archivio Ufficio stampa Pat

Inserto a cura di Mario Caroli Interventi di: Tommaso Amadei, Mauro Calzà, Mario Caroli, Domenico Cutroni, Marta Dalmaso, Enzo Latino, Diego Paternolli, Ilaria Pedrini, Paolo Pendenza, Elena Ruggieri, Adriano Tomasi Inserto 17-32 iprase università comune tn/A suon di parole 33-35 dalle scuole/Ist. La Rosa Bianca Predazzo BES: un’educatrice racconta 36-38 scuole dell’infanzia/provinciale di Terragnolo I pompieri a scuola 39 la scuola al museo /Museo Civico Rovereto Science, Summer Camp 2012 40-41 iprase/Eventi Il dirigente scolastico e la gestione della scuola 42

Competenze di cittadinanza e curricula 43 Il Centro Santa Chiara per le scuole San Marco: a teatro con le quisquilie 44-45 segnaliamo/il libro La storia di un “maestrino”: Felice Acquisti 46-47 offerta varia/Liceo “Prati” Trento Le sfide dell’adolescenza 48 /Il convegno Cooperative Learning terza copertina /Il convegno Storia e confini quarta di copertina la scuola a teatro/Proposte

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

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Rivista della scuola in Trentino

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Educazione Adulti La situazione, i Centri, i problemi aperti

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In copertina: In alto, un gruppo di studenti del Trentino che hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico al Quirinale (vedi servizio nelle pagine 1-5); in basso, la copertina del libro del maestro Felice Acquisti, presentato nella sezione del segnaliamo (vedi pagine 46/47) n. 9-10 settembre-ottobre 2012


LA NOTIZIA

NAPOLITANO

Legalità, rispetto delle regole Intervento del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico 2012-2013. Palazzo del Quirinale, 25 settembre 2012 La settima volta del Presidente Saluto tutti i partecipanti a questa bella cerimonia: gli studenti (dai più piccoli ai più grandi), gli insegnanti, il personale del Ministero e degli assessorati, le autorità parlamentari e di governo. Meritano un saluto e un augurio speciale le scuole delle zone colpite dal terremoto perché sono riuscite con grande impegno a iniziare comunque questo anno scolastico. Vedete, questa è la settima volta che ho il piacere di prendere parte alla festa per l’inaugurazione dell’anno scolastico, festa, cioè, che oggi precede di pochi mesi - come ha ricordato il Ministro Profumo - la conclusione del mio mandato di Presidente della Repubblica. Colgo quindi l’occasione per ringraziare io a mia volta tutto il mondo dell’istruzione per le molte iniziative che abbiamo costruito insieme in diverse occasioni, sempre con calore e convinzione. I miei auguri vanno non solo agli studenti, alle loro famiglie e agli insegnanti, ma a chiunque ha operato per l’istruzione, da diverse posizioni, contribuendo in vari modi a un’attività così fondamentale per la crescita civile ed economica del Paese. Il fatto che questo sia il mio incontro conclusivo col mondo della scuola mi suggerisce qualche riflessione di fondo. Progressi straordinari anche nell’istruzione Innanzitutto non ci si può abbandonare alla sfiducia nelle nostre possibilità, sottovalutando i progressi compiuti dall’Italia. Progressi straordinari anche nel campo dell’istruzione, se penso alle condizioni in cui eravamo quando tanto tempo fa cominciavo ad andare a scuola ; se penso a quanti fossero allora analfabeti o a quanti nemmeno completassero le elementari - e a quanti erano ancora nel 1951 secondo il censimento. Ma egualmente guardando ai cambiamenti nel corso degli ultimi anni, da quando sono diventato Presidente, vedo che l’istruzione italiana ha continuato a fare progressi in senso quantitativo e anche qualitativo. Ad esempio, secondo gli ultimi dati OCSE-PISA disponibili sull’apprendimento il punteggio medio degli studenti italiani in matematica è aumentato di 17 punti rispetto al 2003 ; e, in scienze, di 13 punti rispetto al 2006. I progressi compiuti dimostrano come l’Italia possa farcela, possa migliorare quando si impegna con sforzi collettivi e condivisi. E tuttavia limiti e problemi seri persistono, ed è lungo il cammino da compiere per annullare alcune distanze rispetto ad altri paesi avanzati. Cosa è dunque necessario per far progredire ulteriormente la scuola italiana? Insegnanti, studenti, famiglie: triangolo amoroso L’insegnante-scrittore già citato dal Ministro ha suggerito di recente la necessità di rafforzare l’unico - così l’ha chiamato - “triangolo amoroso” che potrebbe e dovrebbe funzionare: quello tra insegnanti, studenti e famiglie nella scuola. Sappiamo che purtroppo non funziona ancora abbastanza. Aggiungo che a far parte dell’intesa necessaria al benessere dell’istruzione servono almeno altri tre soggetti : una società che creda e pratichi la superiorità dell’istruirsi bene rispetto al contare sulla raccomandazione, un mondo del lavoro che contribuisca alla formazione dei giovani e premi le loro competenze, un’azione pubblica che riconosca il ruolo cardine dell’istruzione e in essa investa idee e risorse. Non discuto la libertà e diversità dei giudizi sulle politiche dell’istruzione adottate durante il mio settennato. Ho potuto tuttavia rilevare con favore una certa costanza negli obiettivi perseguiti dai diversi governi che si sono succeduti durante la mia presidenza. Penso, ad esempio, alla comune volontà di incentivare la qualità e il merito anche attraverso meccanismi sempre più estesi di valutazione. Riscontro una costante riaffermazione dell’obbiettivo di modernizzare la didattica rendendola più attraente, più coinvolgente per i giovani. In questi anni ho visto anche mettere in campo nuove misure per collegare l’istruzione agli sbocchi lavoran. 9-10 settembre-ottobre 2012

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tivi, potenziando l’istruzione tecnica e la formazione professionale superiore in relazione alla realtà e potenzialità produttiva del paese. Meno squilibri Nord-Sud: per i giovani! Un’attenzione crescente delle politiche dell’istruzione è stata costantemente rivolta a ridurre i troppi squilibri fra le diverse parti del Paese, soprattutto fra Nord e Sud. La ridistribuzione di competenze e di capacità a favore delle zone più povere di mezzi e di saperi può rivelarsi sui tempi lunghi una strategia più ricca di risultati per il Mezzogiorno: molto meglio che distribuire sussidi, come si è per tanto tempo continuato a fare! Ma occorre anche che le competenze acquisite in queste aree rimaste indietro trovino rispondenza in una reale richiesta di lavoro qualificato. Dobbiamo costruire opportunità, dobbiamo farlo, perché questo è l’assillo di tutte le famiglie, quel che mi si dice dovunque io vada: pensate ai giovani. Sì, dobbiamo farlo se vogliamo limitare l’emigrazione dei giovani, in particolare dei giovani più ricchi di istruzione. In questi anni si è tentato di incentivare, il ritorno dei cervelli emigrati e si è cercato di costruire per i ricercatori un ambiente più favorevole in patria. Mi auguro che si prosegua con decisione su questa strada, che non si facciano inversioni di marcia neanche in tempo di crisi. Un paese non può trascurare il suo capitale più importante : la conoscenza. Abbiamo appena ascoltato i nostri fisici Sergio Bertolucci, Guido Tonelli, Fabiola Gianotti che hanno lavorato a una grande scoperta al Centro di Ricerca di Ginevra. Ecco di che cosa sono capaci gli italiani nel campo della ricerca scientifica. Possiamo essere orgogliosi di questi nostri ricercatori e dobbiamo sostenerli. Nello stesso tempo, come ha ricordato il Ministro Profumo, la scuola è anche, e molto, un’istituzione che educa alla cittadinanza, promuovendo la condivisione di quei valori sociali e civili che tengono unite le comunità vitali, le società democratiche. Penso alla tutela dell’ambiente, del territorio, degli equilibri naturali. Penso al rispetto della diversità, ad uno sguardo curioso e amichevole per chi ha origini in altri paesi, per chi nella disabilità mostra capacità diverse e straordinarie, come ci ha dimostrato Alex Zanardi, come ci hanno splendidamente dimostrato i nostri atleti paralimpici. E sono felice che tra di noi ci siano oggi alcuni di loro, insieme naturalmente con gli olimpici, a cominciare dalla carissima Valentina Vezzali. Il valore della legalità Tra i valori che la scuola ha cercato di promuovere con costanza e impegno in questi anni spicca il valore della legalità. Purtroppo, anche di recente la cronaca ci ha rivelato come nel disprezzo per la legalità si moltiplichino malversazioni e fenomeni 2

di corruzione inimmaginabili, vergognosi. Non è questo accettabile per persone sensibili al bene comune, per cittadini onesti, né per chi voglia avviare un’impresa. Chi si preoccupa oggi giustamente per l’antipolitica deve sapere risanare in profondità la politica. E risanare la politica, far vincere la legge si può, così come si può far vincere la legge contro la mafia: ce lo hanno dimostrato venti anni fa, e li abbiamo ricordati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma la legalità si deve praticare a tutti i livelli, e dunque anche nel nostro piccolo mondo quotidiano. E nella vita scolastica legalità vuole dire rispetto delle sue regole, rispetto dei compagni, specie di quelli più deboli, e soprattutto, vorrei sottolinearlo, rispetto degli insegnanti che sono il cuore pulsante della scuola, e guai a indebolirlo. In questo grave momento di crisi per le famiglie italiane è importante che la scuola promuova e pratichi un altro fondamentale valore : quello della solidarietà, mostrandosi capace di stare al fianco di chi ha maggiori difficoltà, e anche di sollecitare gli interventi necessari sia al livello pubblico, sia al livello di privato sociale, di fondazioni ed enti privati. Vorrei concludere con un altro ringraziamento alla scuola e con una sollecitazione rivolta agli studenti, ai giovani. In occasione delle celebrazioni - ricordate, ne siete stati tanti di voi attivamente partecipi - per i 150 anni dell’Unità di Italia, la scuola ha compiuto un’opera magnifica. Ha dato un contributo fondamentale per consolidare l’identità nazionale e incardinarla sui valori democratici della nostra Costituzione. Grazie ancora a tutti coloro che hanno reso possibile questa straordinaria impresa. Più fiducia nell’Europa, anche a scuola Quelle nostre celebrazioni hanno coinciso col radicarsi di una grave crisi finanziaria e economica internazionale che ha colpito con durezza il nostro Paese. Ebbene, dobbiamo mettere a frutto il rinnovato sentimento di unità nazionale, scaturito da quel vasto movimento per il Centocinquantenario. E insieme dobbiamo essere fino in fondo consapevoli di come le sorti dell’Italia siano legate a quelle dell’Europa. n. 9-10 settembre-ottobre 2012


Anche nel mondo della scuola c’è bisogno di rafforzare la fiducia nell’Europa e nell’impegno comune per renderla più democratica e più forte. Sono tanti gli studenti europei che si muovono da uno Stato all’altro dell’Unione per apprendere le lingue, per i tirocini, per compiere un periodo di studio in Università di altri paesi europei con il programma Erasmus. Spero che questi ragazzi, così come tutti coloro che hanno fatto esperienze in Europa, si facciano promotori di un’identità comune, che comunichino la fierezza di essere cittadini non solo delle

loro singole patrie, ma della nostra più grande patria europea. Questo, cari ragazzi e cari insegnanti, è un compito che affido a tutti voi. Al nuovo Presidente che verrà auguro di poter provare la stessa emozione e lo stesso piacere che ho avuto io a stare con voi in questi anni, e alla scuola italiana auguro tutto il bene di cui ha bisogno e che merita, assicurandovi che le resterò vicino. Buon nuovo anno scolastico, studiate seriamente, guardatevi attorno e godetevi la vostra bella, verde età.

AL QUIRINALE

Studenti trentini da Napolitano Alcuni studenti delle scuole trentine, accompagnati da un loro insegnante, hanno rappresentato la scuola provinciale alla Cerimonia di Inaugurazione dell’anno scolastico 2012/13 a Roma. Riportiamo un breve resoconto dell’insegnante e degli studenti del Liceo “A. Rosmini” di Trento e quello di quattro studentesse dell’Istituto “don Milani” di Rovereto. Liceo A. Rosmini di Trento L’insegnante Quest’anno alla nostra scuola è arrivato l’invito a partecipare ad un momento particolarmente significativo per docenti alunni e genitori, la Cerimonia di Inaugurazione dell’ anno scolastico 2012/13 che si è svolta a Roma il 25 settembre. L’Istituto Rosmini di Trento è stato rappresentato da quattro studenti e un docente. La manifestazione ha visto “la partecipazione di docenti e studenti provenienti dalle scuole che si sono maggiormente distinte nella realizzazione di progetti di significativo rilievo sui temi dell’educazione, della legalità, dell’ intercultura, della solidarietà e dell’integrazione”, questo ci ha onorato e ci reso orgogliosi del lavoro svolto con i nostri alunni che durante lo scorso anno scolastico in particolare per l’attivazione del progetto U.R.L.O (Universo Ragazzi Liberi Oggi) nel quale abbiamo sperimentato un’idea di una scuola non intesa esclusivamente come luogo di studio, di rigore e disciplina ma anche come luogo di crescita personale ed attiva.

sabile e Solidale, attivo anche negli anni scolastici precedenti, gli alunni sono stati guidati in approfondimenti ed esperienze formative di forte impegno sociale, solidale e di educazione alla legalità e alla pace partecipando anche alla cinquantesima Marcia della Pace da Perugia ad Assisi. Ritengo che per i docenti essere presenti a Roma sia stato uno stimolo a continuare l’ impegno educativo che basa la propria forza sulla convinzione che la scuola sia un luogo di esperienza e di cittadinanza attiva così come ha esortato il Presidente Napolitano nel suo discorso . Questa cerimonia che è stata un bel momento istituzionale che ci ha fatto sentire parte di un progetto nazionale dove tutte le scuole indistintamente sono unite nell’intento formativo. A tu per tu con grandi figure… La presenza dei Ministri, di figure di grande carisma ed impegno sociale come Maria Falcone, degli sportivi olimpici e paraolimpici, con la loro testimonianza, hanno richiamato all’impegno a alla perseveranza come vero motore del successo. In conclusione il Presidente Napolitano rinnovan-

“Mettersi in gioco sul territorio” Per la gestione di questi momenti, tra cui anche attività presso enti ed associazioni del territorio, durante i quali i ragazzi hanno potuto mettersi in gioco in relazioni diverse da quella scolastica, i giovani del Servizio Civile sono stati protagonisti come organizzatori ed accompagnatori. Attraverso le proposte e l’attività del Progetto Cittadinanza Responn. 9-10 settembre-ottobre 2012

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do l’invito alle scuole a tenere alta l’attenzione sui temi della legalità ha esortato....”In questo grave momento di crisi per le famiglie italiane è importante che la scuola promuova e pratichi un altro fondamentale valore: quello della solidarietà, mostrandosi capace di stare al fianco di chi ha maggiori difficoltà, e anche di sollecitare gli interventi necessari sia al livello pubblico, sia al livello di privato sociale, di fondazioni ed enti privati...... ”. Il Ministro Profumo nel suo discorso ha dato una grande importanza al ruolo e al compito dei docenti e ha parlato, citando lo scrittore Alessandro D’Avenia, dell’importanza di “un sistema educativo che riconosca nella figura dello studente la propria centralità” e del fatto che “i nostri insegnanti meritano di più in termini di rispetto, formazione e carriera. Valorizzare e rilanciare il loro lavoro diventa una scelta ‘strutturale’ per l’intera azione educativa”. Attraverso queste importanti esortazioni sono certa che soprattutto quando la fatica si farà sentire potremo come docenti sentirci un po’ meno soli e stimolati a dare il meglio per i nostri ragazzi. Maria Visintainer docente Liceo “Rosmini” Trento

NOI C’ERAVAMO…

Gli studenti che hanno partecipato Con Napolitano e Profumo Il messaggio lanciato da entrambi si soffermava sull’uguaglianza, sull’educazione alla legalità, sulla possibilità per la scuola di progredire utilizzando le nuove tecnologie, ed infine sul rispetto verso insegnanti e compagni. La fiducia nel rinnovamento e nel progresso della scuola, manifestata da queste due grandi personalità, ci ha fatto sentire profondamente partecipi e motivati a proseguire i nostri percorsi di studi. Il clima di serenità e gioia, che ha caratterizzato tutta la durata della manifestazione, ha contribuito a creare in noi, un forte senso di appartenenza al nostro Paese, facendoci sentire membri attivi di quel patrimonio comune che è la scuola. L’Istituto Rosmini è stato invitato alla Cerimonia grazie alle iniziative alle quali abbiamo partecipato anche noi studenti e che vorremmo qui presentare. Pensieri… Durante l’anno, insieme ad altri rappresentanti, ho organizzato la cogestione inerente alla tematica del volontariato. Gli studenti, grazie alla collaborazione del progetto U.R.L.O, hanno avuto la possibilità di vivere due giornate nei vari enti distribuiti sul territorio, affrontando così in maniera diretta le problematiche inerenti all’argomento trattato. In concomitanza è stata organizzata all’interno dell’istituto un’ 4

assemblea, dove i ragazzi hanno conosciuto da vicino Martina la disabilità. La mia partecipazione alla manifestazione è stata motivata dall’adesione ad alcune delle innumerevoli attività extra scolastiche proposte dal Liceo Rosmini, come ad esempio: Il laboratorio “Una cultura di Pace” il quale si è concluso con la marcia della Pace (Perugia - Assisi) il 25 Settembre 2011; Il progetto “Giocando ad Arte”, attraverso il quale gli studenti hanno avuto l’opportunità di esporre i propri lavori artistici. Ho potuto così partecipare con la mia mostra fotografica, intitolata “Immagine… volto dei Stefania miei pensieri”. Io assieme ad altri ho partecipato al progetto U.R.L.O. che è stato proposto da alcuni ragazzi dell’ Istituto Rosmini di Trento. L’iniziativa è stata appoggiata dalla Provincia Autonoma, che ci ha supportati con il sostegno dei ragazzi del Servizio Civile. Il progetto prevede: animazione, attività e proposte strutturate all’interno di un piano di aggregazione rivolto ai ragazzi compresi tra i quattordici e i diciotto Alessandro anni. Durante l’anno scolastico 2010/2011 ho svolto, di mia iniziativa, l’attività di volontariato presso l’ associazione “La Bussola”. Il mio ruolo era quello di aiutare i bambini della scuola elementare nello svolgimento dei loro compiti, tutti i venerdì pomeriggio. Inoltre ho partecipato al progetto U.R.L.O, assistendo al lavoro degli operatori ecologici della raccolta differenziata, che ci Rita hanno mostrato i molti errori dei cittadini. Assieme a noi hanno partecipato alla Celebrazione alunni e docenti di altre scuole della nostra Regione l’Istituto Filzi di Rovereto, l’Istituto Comprensivo di Ossana, quello di Vipiteno, un Liceo linguistico di Bolzano e altri studenti venuti da tutti Italia. Per noi è stato molto importante anche l’aiuto che gli studenti dell’Istituto Tecnico per il Turismo ”G. Colombo” ci hanno dato durante gli accompagnamenti e gli spostamenti in città. In sintesi potremmo dire che ci è stata offerta una bella opportunità di partecipazione ad un’importante evento istituzionale del nostro paese. Stefania Gadotti, Alessandro Lasci, Rita

Mazzocchi, Martina Pisetta

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… ANCHE NOI!

Quattro studentesse del “Don Milani” Il 25 settembre 2012, alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico 2012/13, tenutasi al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo c’erano anche quattro studentesse della classe Terza D dell’ Istituto di Istruzione “Don Milani” di Rovereto, accompagnate dalla loro professoressa. Grazie al recital AmoMozart Le ragazze, in rappresentanza di tutta la loro classe, selezionata per aver scritto, interpretato e realizzato un musical in lingua tedesca dedicato a Mozart (Amo Mozart), hanno assistito con interesse all’evento che ha coinvolto studenti provenienti da tutte le regioni d’Italia ed hanno raccontato brevemente la loro esperienza. Le quattro studentesse sono: Federica Francesconi, Angela Iovinella, Maria Rakic, Anna Sirsi La professoressa che le ha accompagnate: Laura La Micela La nostra cronaca “La cantante Noemi ha avuto l’onore di aprire la manifestazione interpretando il suo nuovo singolo, seguito dall’Inno di Mameli eseguito dall’Aeronautica e Marina Militare assieme a un coro di bambini. Il Ministro Francesco Profumo ha sottolineato il ruolo fondamentale dell’istruzione scolastica in un momento delicato per la Nazione. Si sono susseguiti grandi protagonisti della musica italiana come Riccardo Cocciante e Roberto Vecchioni ed atleti sportivi vincitori di medaglie olimpiche. Emozionante e coinvolgente la lettura degli ideali civili espressi da due figure emblematiche della lotta contro la mafia, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, lette da giovani attori.

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Molto apprezzato dagli studenti è stato il discorso del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale ha affrontato importanti tematiche come la centralità della scuola nell’insegnamento dell’onestà civile per costruire una nazione sana e risanata,basata sulla legalità. Molto effetto hanno avuto le parole riguardanti il rispetto, la dignità e la professionalità dei docenti, cardini dell’educazione delle nuove generazioni. Il Presidente ha poi dedicato allo studente e ai suoi doverila parte finale del discorso, dandoci tre punti-chiave da seguire, ovvero: 1. il rispetto per i docenti, 2. la curiosità e gli stimoli nel proseguimento dei propri studi , 3. l ’intelligenza. Ha poi aggiunto che è molto importante guardare all’Europa, fare viaggi-studio, scambi interculturali, confrontarsi con altri Paesi e avvicinarsi al mondo del lavoro con l’esperienza degli stages. È stato anche detto che lo Stato deve dare più opportunità di lavoro: non si vuole più assistere alla cosidettafuga di cervelli dall’Italia in altri paesi, e se ne auspica anzi il “ritorno in patria”. La cerimonia si è conclusa con l’augurio di un buon anno scolastico da parte del Presidente in un clima di entusiasmo generale.” Federica Francesconi, Angela Iovinella, Maria Rakic, Anna Sirsi

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DAL TRENTINO

anno scolastico 2012-2013 INFANZIA

Il via da tre scuole in città Lunedì 3 settembre 2012, cerimonia ufficiale di inaugurazione del nuovo anno scolastico per le scuole dell’infanzia del Trentino, provinciali ed equiparate, da tre scuole tutte collocate in città, ma ognuna a appartenente ad un ente gestore diverso: scuola provinciale “Maso Ginocchio” del quartiere S. Giuseppe di Trento, la scuola dell’infanzia “Virginia De Panizza – Canossiane” di piazza Venezia, la scuola dell’infanzia “S. Antonio” in Bolghera sempre a Trento.

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La campanella suona “Ciao!” Un forte “Ciao!” urlato dai bambini delle tre scuole cittadine assieme all’assessore provinciale all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, ha segnato simbolicamente l’inizio ufficiale del nuovo anno scolastico 2012-2013 per 16 mila bambini delle scuole dell’infanzia del Trentino. “Abbiamo scelto di tornare in città, in tre sedi scolastiche cittadine, dopo alcuni anni in cui l’inaugurazione del nuovo anno scolastico delle scuole dell’infanzia è avvenuta in sedi periferiche. Tre scuole profondamente radicate nel territorio e nella comunità cui appartengono, ricche di storia e con progetti di qualità all’insegna dell’innovazione, dell’accoglienza e dell’integrazione. Tre scuole, una provinciale, una equiparata della Federazione Scuole Materne e una equiparata dell’Associazione Coesi, per confermare anche in tempi difficili la validità del nostro sistema per questa fascia di scuola dell’infanzia, che si completa con le altre scuole autonome di Rovereto e di Pergine”. Così, l’assessore ha motivato la scelta delle sedi per l’inaugurazione del nuovo anno scolastico, rilanciando anche un messaggio positivo e di speranza: “In questo periodo di crisi e di difficoltà – ha detto in una delle tre scuole – dobbiamo lanciare messaggi positivi valorizzando il bene che abbiamo, a cominciare dal sistema scolastico trentino per questa fascia d’età.” n. 9-10 settembre-ottobre 2012


BORGO – Cfp Enaip e Istituto “Degasperi” SUPERIORI

Anno di responsabilità e speranza Alle 8.30, la campanella è suonata al Centro di Formazione professionale ENAIP di Borgo Valsugana, nell’aula magna piena di studenti. Alle 9.30 circa nel Teatro all’Istituto di Istruzione “A. Degasperi” sempre a Borgo Valsugana.

Centro di Formazione professionale ENAIP Di fronte agli studenti, un tavolo molto significativo. Accanto all’assessore Dalmaso e al dirigente generale del Dipartimento Tomasi, tutte le presenze del territorio e del mondo economico e produttivo con le quali la scuola già opera e si propone di farlo sempre di più per rendere quanto più pregnante possibile il percorso di formazione: direttore (Sergio Bailo) e docenti del Centro, Luca Arighi (Industria), Claudio Ropelato (Artigiani ed ex alunno Enaip) con altri esponenti di imprese del territorio, il sindaco e vicesindaco di Borgo con l’assessore all’istruzione del Comune, l’Enaip con il presidente Gianluigi Bozza. Da tutti, il richiamo ai giovani studenti a guardare avanti con fiducia, a lavorare sodo nello studio a puntare ad essere bravi studenti per poi essere bravi lavoratori e bravi cittadini, sapendo che la situazione è cambiata e che, ricordando un film, “il gioco di fa duro per tutti e quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Istituto d’Istruzione “A. Degasperi” Dalla Formazione professionale

all’Istituto di Istruzione “A. Degasperi” sempre a Borgo Valsugana, col dirigente scolastico Paolo Pendenza, insegnanti e studenti radunati nel Teatro della scuola. La docente Cinzia Casna che ha coordinato la presentazione di alcuni momenti più significativi e di alcuni progetti realizzati dall’istituto, poi la testimonianza di tre “ex” appena usciti con il diploma di maturità (tra i quali un perito edile del corso serale Sirio). In molti passaggi, il ricordo della professoressa Anna Cassol, scomparsa da poco, “anima e mente del Centro Educazione Adulti”. Un grazie speciale dall’assesore Dalmaso agli “ex studenti” che con la loro testimonianza hanno fatto capire quanto l’istituto Degasperi sia sulla strada giusta nell’aiutare i ragazzi a scoprire e coltivare le proprie potenzialità.

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LEVICO TERME – Istituto comprensivo PRIMO CICLO

Dalla nuova bella sede di Levico L’inaugurazione ufficiale della nuova sede dell’Istituto Comprensivo di Levico Terme ci sarà in un secondo momento con la partecipazione ampia dell’utenza della scuola; intanto, nel primo giorno di scuola per la scuola primaria e secondaria di primo grado del nuovo anno scolastico 2012 - 2013 , è proprio da quella sede ampia, luminosa e bella che l’assessore Marta Dalmaso e il dirigente del Dipartimento della conoscenza, Marco Tomasi, hanno salutato studenti, genitori e docenti di tutta la scuola del primo ciclo dal Trentino.

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“Questo è un giorno di festa”. Clima più festoso con scolari e alunni dell’Istituto Comprensivo di Levico Terme nella nuova sede di Via della Pace. Prima della visita alle meravigliose aule e locali luminosissimi, accanto a mensa e palestra invidiabili, tutti riuniti in sala grande, saluti e auguri per il nuovo anno dalla dirigente scolastica Daniela Fruet, dal sindaco di Levico (Giampiero Passamani) e dall’assessore Dalmaso e, poi, dagli scolari della primaria, accompagnati dalla propria maestra con la chitarra, il canto “Questo è un giorno di festa”. Dalla sede storica che per più di 100 anni ha accompagnato gli studenti della zona, alla nuova struttura di grandi dimensioni, articolata in più corpi di fabbrica progettati all’interno di una vasta area verde. ll bacino di utenza dell’Istituto è di oltre tredicimila abitanti distribuiti fra i comuni di Levico Terme, Caldonazzo, Calceranica e Tenna; alcuni alunni provengono anche da comuni vicini. L’assessore Marta Dalmaso ha così concluso: “È giusto insistere sulla responsabilità di tutti – ha detto – ognuno per la propria parte, ma accanto alla responsabilità va aggiunta la parola speranza rivolta ai giovani ed al loro futuro. Il primo giorno di scuola – ha aggiunto - è un giorno speciale ed è bene che venga dato un tono di solennità a questo momento; ma è un giorno speciale anche per tutta la comunità educante, a cominciare dagli insegnanti e dal loro lavoro insostituibile, così come prezioso è il ruolo dei genitori e della famiglia.” n. 9-10 settembre-ottobre 2012


TRENTO - Liceo “A. Rosmini” INAUGURAZIONE

Anno di responsabilità e speranza L’inaugurazione ufficiale del nuovo anno scolastico 2012 - 2013 della scuola primaria, secondaria del primo e secondo ciclo e della formazione professionale, l’assessore Marta Dalmaso l’ha riservata all’aula magna del Liceo “Rosmini” di via Malfatti a Trento, dove è giunta in tarda mattinata di mercoledì 12 settembre assieme al dirigente del Dipartimento della conoscenza, Marco Tomasi.

Consapevoli del clima delicato Verso le 12, l’accoglienza da parte della dirigente scolastica, Matilde Carollo, assieme ad un gruppo musicale di docenti e allieve della scuola, poi testimonianze di docenti, studenti ed ex studentesse su alcuni progetti interessanti e significativi realizzati sulla legalità, sull’accoglienza, sulla internazionalizzazione, i tirocini estivi e gli stage, proget-

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ti col servizio civile e in Kenia, con il Centro di Salute Mentale. Immagini, parole e video “in una scuola che era grande, che è stata ridotta nei numeri per la costola andata al nuovo linguistico, ma che vuo-

le rimanere grande e interessante”, come ha detto la dirigente Carollo.Un’ambizione riconosciuta e incoraggiata dall’assessore Dalmaso, che s’è detta “consapevole delle vicissitudini e della fatica della scuola nella fase di passaggio dalla realtà dello scorso anno, ma anche sicura che il Liceo Rosmini rimarrà una scuola grande e interessante.” E dal Rosmini, con l’ultimo stacco musicale, l’augurio di buon anno a tutta la scuola trentina con queste parole: “Tutti siamo consapevoli che questo nuovo anno scolastico inizia in un clima delicato di crisi e di problemi, ma la nostra risposta e l’augurio che io faccio a tutti gli studenti del Trentino è che questo sia un anno certo di responsabilità, ma anche di speranza e di messaggi positivi per il futuro”.

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INCARICHI

Dirigenti scolastici di nuova nomina Per il nuovo anno scolastico 2012-2013, nel conferimento degli inarichi dirigenziali, ce ne sono nove che sono “nuovi” del tutto, nel senso “alla prima volta” di un incarico come dirigenti in un istituto del Trentino: per gran parte si tratta di vincitori dell’ultimo corso-concorso per dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche e formative della Provincia autonoma di Trento bandito nel 2009 e concluso nel 2010, per altri si tratta di “rientro” da regioni limitrofe.

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Enrica Rigotti Area di supporto alla riforma del sistema scolastico Manuela Broz Crescenzo Latino Area di supporto tecnico per l’internazionalizzazione Piera Pegoretti Nuovi incarichi (per la prima volta in Trentino)

In pensione dal nuovo anno scolastico… In pensione dall’1 settembre 2012: Maurizio Baroncini, Maria Luisa Bridi, Silvio Cattani, Dario Gelmini, Severino Papaleoni, Elia Perini, Massimiliano Rossi, Agostino Toffoli

…in Dipartimento Incarichi presso il Dipartimento della conoscenza: Area di supporto alla valutazione del sistema scolastico e formativo Laura Froner - in aspettativa parlamentare

Paola Barolo

Franca Cavasin

Tiziana Chemotti

Paolo Chincarini

Tiziana Gulli

Paola Pasqualin

Piera Pegoretti

Franco Vanin

Maura Zini

Paola Barolo, Franca Cavasin, Tiziana Chemotti, Paolo Chincarini, Tiziana Gulli, Paola Pasqualin, Piera Pegoretti, Franco Vanin, Maura Zini

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PROVINCIA

delibere INDIRIZZI ALLE SCUOLE

Dalla Provincia per il biennio 2012-2014 Il 14 settembre 2012, la Giunta provinciale ha approvato la delibera contenente gli Indirizzi alle istituzioni scolastiche e formative per il biennio scolastico 2012 - 2014 “tenendo conto dello sviluppo del sistema educativo trentino che negli ultimi dieci anni ha dimostrato di saper affrontare sfide impegnative, raggiungendo risultati molto positivi.” Funzione di governo Tra le funzioni di governo del sistema educativo provinciale è prevista quella della adozione di atti di programmazione e d’indirizzo, ossia l’individuazione di linee di indirizzo e obiettivi comuni al sistema educativo provinciale, che ciascuna istituzione scolastica e formativa è chiamata a perseguire attraverso l’elaborazione e l’attuazione del progetto d’istituto, declinandoli, nella propria autonomia, in rapporto alle specificità della domanda formativa del proprio contesto di riferimento. Questa funzione di indirizzo acquista un particolare significato in relazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche, ai processi di riforma in corso e agli obiettivi del Programma di Sviluppo Provinciale della XIV legislatura. È inoltre importante che le istituzioni scolastiche, come previsto dal Regolamento del primo e secondo ciclo dei piani di studio provinciale, includano nel curriculo la conoscenza della storia locale e delle istituzioni autonomistiche, con particolare attenzione alla riflessione sui valori e sul significato dell’autonomia provinciale. Cinque assi prioritari Gli indirizzi si articolano in cinque assi prioritari, a loro volta suddivisi in dodici obiettivi di dettaglio, parte dei quali vincolanti per tutte le scuole e parte facoltativi, a scelta n. 9-10 settembre-ottobre 2012

autonoma da parte dell’istituzione scolastica in relazione alle proprie peculiarità ed al contesto socioterritoriale di cui fa parte. I cinque assi prioritari rappresentano le direttrici strategiche e prioritarie su cui le istituzioni scolastiche trentine sono chiamate a impegnarsi nei prossimi anni, consolidando i risultati fin qui raggiunti ed in parte aprendosi a nuove sfide. In tal modo gli indirizzi costituiscono il quadro di riferimento entro cui ciascuna scuola e le istituzione formative definiranno un piano di miglioramento biennale, analizzando l’attuale condizione e definendo le azioni maggiormente adeguate per il raggiungimento degli obiettivi al termine del biennio. Gli assi in cui si articolano gli indirizzi presentano una rispondenza con gli obiettivi europei, sono definiti coerentemente con la riforma in atto dei Piani di studio provinciali e risultano essere il frutto della lettura del sistema educativo evidenziata nell’ultimo rapporto provinciale di valutazione. Sono individuati nei termini seguenti: 1. Promuovere la qualità degli apprendimenti, sviluppando una programmazione curricolare che punti su una didattica orientata allo sviluppo di competenze ed alla realizzazione di ambienti di apprendimento coerenti con i bisogni degli allievi, accentuando le forme di personalizzazione formativa e rendendo sistematica la valu-

tazione dei risultati di apprendimento; sviluppando e potenziando l’’apprendimento delle lingue comunitarie. 2. Aumentare costantemente i livelli di inclusività del sistema, contrastando la dispersione scolastica ed elevando il grado di inclusione degli studenti che partono da una posizione di svantaggio sotto il profilo socio-economico, o che esprimano fabbisogni educativi specifici, correlati a bisogni educativi speciali o alla condizione di soggetti immigrati. Promuovere la partecipazione degli adulti alle attività di istruzione e formazione, potenziando il sistema dell’Educazione degli Adulti (EDA). 3. Potenziare le diverse forme di orientamento scolastico e professionale nell’intero sistema dell’education, compreso l’accompagnamento e sostegno alla transizione tra scuola e mondo del lavoro negli istituti del secondo ciclo, innovando le strategie didattiche impiegate, anche mediante attività di peer learning e di mobilità degli allievi su scala internazionale. 4. Valorizzare e potenziare la professionalità del corpo docente, mediante pratiche che facilitino l’analisi ed il miglioramento della pratica professionale, in rapporto sia ai fabbisogni di sviluppo individuale che allo sviluppo dell’istituzione scolastica e formativa. 5. Razionalizzare l’utilizzo efficiente delle risorse finanziarie ed umane e attuare azioni di semplificazione dei procedimenti amministrativi. La delibera completa su www.vivoscuola.it 11


delibere CONCORSO

Il bando anche in Trentino Nella seduta di venerdì 5 ottobre 2012 la Giunta ha approvato il Bando di “Concorso pubblico straordinario, per titoli ed esami, per la copertura di 93 cattedre per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente delle scuole secondarie provinciali a carattere statale di primo e secondo grado”. Su www.vivoscuola.it, la delibera con gli allegati e le indicazioni per la procedura delle iscrizioni online dal 15 ottobre 2012 e fino alle ore 14.00 del 14 novembre 2012. Termini e scadenze Un concorso pubblico straordinario, per titoli ed esami, per la copertura di n. 93 cattedre per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente delle scuole secondarie provinciali a carattere statale di primo e secondo grado; anche abilitante per quei laureati che non sono già in possesso di abilitazione e che rientrano nelle indicazioni dell’art. 2 del bando stesso. Concorso, legato strettamente al bando nazionale del Ministero (MIUR) sia perché abilitante sia perché garantisce le iscrizioni online. Il bando è stato pubblicato sul BUR della Regione TAA n. 42 dd 15 ottobre 2012, per cui, a partire da quella data i candidati hanno potuto accedere e utilizzare la procedura informatica POLIS per le iscrizioni, che si potranno effet-

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tuare fino alle ore 14.00 del 14 novembre 2012. La fase del riconoscimento del candidato di fronte ad un pubblico ufficiale “è effettuata esclusivamente presso le segreterie scolastiche sia del territorio provinciale o nazionale.” Nel bando vengono esplicitati con chiarezza i requisiti di ammissione al concorso sia per i candidati in possesso del titolo di abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e di secondo grado sia per altre categorie “speciali” di candidati provvisti solo di un titolo di laurea. Cattedre messe a concorso scuola secondaria di primo grado

A028 Disegno e storia dell’arte - n. posti 12 A033 Tecnologia (già educazione tecnica nella scuola media) - n. posti 14 A043 Italiano, storia ed educazio-

ne civica, geografia nella scuola media - n. posti 24 A059 Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali nella scuola secondaria di primo grado - n. posti 13 scuola secondaria di II grado A017 Discipline economico aziendali - n. posti 7 A047 Matematica nei licei e nel biennio degli istituti tecnici e degli istituti professionali - n. posti 3 A049 Matematica e fisica nei licei, negli istituti tecnici, negli istituti tecnici e negli istituti professionali - n. posti 3 A050 Materie letterarie negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado - n. posti 11 A346 Lingua e letteratura inglese - n. posti 6 Il percorso e i tempi Al pari del concorso nazionale si svolgerà una preselezione, una o più prove scritte a seconda della classi di concorso, e la prova orale. Preselezione e prove scritte si svolgeranno in concomitanza con quelle nazionali: calendario, le sedi e le specifiche modalità di svolgimento della prova di preselezione saranno resi noti mediante avviso pubblicato sul Bollettino Ufficiale in data 26 novembre 2012. Il calendario delle prove scritte sarà pubblicato sul BUR in data 17 gennaio 2013. Al termine della procedura concorsuale la Giunta provinciale provvederà alla proclamazione dei vincitori in numero pari ai posti messi a concorso ed al conseguente inserimento degli stessi nella pertinente graduatoria dei vincitori.

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prove ANSIA DA “QUIZ”

Consigli per gestire lo stress Ricerca e Sviluppo Centro Studi Erickson, nel presentare il libro uscito in tempi di record dalla Erickson su “Come affrontare 50 quesiti in 50 minuti e le altre prove d’esame - Strategie e tecniche per prepararsi al meglio e gestire lo stress”, suggerisce ai candidati le modalità giuste e gli strumenti più idonei per esercitarsi innanzitutto alla prima prova pre-selettiva, ma più in generale anche su come affrontare e gestire lo stress. sofia cramerotti,

L’intervista Da dove partiamo, allora? Un aspetto importante è quello legato alla comprensione e alla gestione delle nostre emozioni e, in particolare, al controllo dell’ansia nelle situazioni di stress. È molto importante, prima di cercare di modificare le fonti esterne di stress, concentrarsi su se stessi e considerare attentamente le proprie reazioni emotive alle difficoltà. Riuscire a individuare quegli aspetti della propria emotività che possono essere trasformati quando ci si trova in una situazione stressante significa saper essere responsabili di se stessi e delle proprie emozioni. Un consiglio può quindi essere quello di esercitarsi nelle abilità metaemotive, diventando consapevoli dei meccanismi che influenzano le nostre emozioni e imparando così a gestirli in modo funzionale. Ecco perché è importante che riflettiamo attentamente anche su questi aspetti, cercando di fare nostre tutte le strategie più efficaci per il controllo di ansia e stress, affrontando così nel modo più sereno possibile la preparazione e lo svolgimento delle prove d’esame. Sì,

però, poi bisogna pur rispondere ai quesiti…

Per prepararsi al meglio a questo importante appuntamento professionale, è fondamentale poter disporre non solo dei materiali di n. 9-10 settembre-ottobre 2012

studio rispetto agli aspetti contenutistici delineati nei vari programmi delle prove di concorso, ma risulta soprattutto utile fornire ai candidati gli strumenti più idonei per affrontare in modo corretto, efficace e funzionale lo studio e la preparazione alle prove concorsuali. alla fine anche l’offerta editoriale del Centro Erickson è pur sempre un libro o un dvd o qualcosa online

Il libro Come affrontare 50 quesiti in 50 minuti e le altre prove d’esame si pone come strumento che ha l’intenzione di andare nella direzione di fornire strategie e tecniche per prepararsi al meglio, sia nell’affrontare lo studio e lo svolgimento delle prove (gestendo quindi anche in modo efficace il poco tempo a disposizione), sia nello sviluppare le competenze richieste, ma anche nel gestire l’ansia e lo stress che inevitabilmente precedono e accompagnano un appuntamento di così grande importanza. Vista l’impostazione del bando, il problema per i candidati è cosa fare per prepararsi al meglio innazitutto a questa prova preselettiva ma anche alle prove concorsuali successive nelle quali verrà valutata la padronanza dei settori disciplinari previsti da ciascuna classe di concorso, ma anche dei “requisiti culturali e professionali” e delle competenze trasversali riportati nella sezione “Avvertenze generali” del bando.

appunto: come prepararsi al meglio?

Per rispondere a queste domande nel libro vengono delineati quelli che sono i punti cardine per una preparazione adeguata e uno studio efficace e significativo, volto al raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Si tratta di una serie di input che verranno via via affrontati e approfonditi nei 50 spunti proposti nel testo. Nella prima parte Conoscere le prove d’esame vengono forniti alcuni spunti più “tecnici” per comprendere meglio su cosa verteranno le prove concorsuali e, in modo particolare, sul come rispondere correttamente ai quesiti della prova preselettiva (evitando anche gli errori più comuni), conoscendone quindi la tipologia e le caratteristiche. La seconda (Prepararsi alle prove d’esame) e la terza parte del libro (Come affrontare le prove d’esame) invitano invece il lettore a riflettere su quelli che sono gli aspetti metodologici, psicologici ed emotivi che sono inevitabilmente implicati quando si è chiamati a preparare e affrontare un importante appuntamento come lo è appunto, per molti docenti, questo concorso a cattedre. Bisogna conoscere “l’avversario” (il primo sarà proprio la prova preselettiva) per affrontarlo in modo consapevole ed efficace è quindi il punto di partenza per impostare un’adeguata preparazione anche sul piano personale. (m.c.) 13


EDUCA 2012

il punto ORIENTAMENTO

Filo rosso di tutto l’evento Il primo consuntivo dell’ultima e quinta edizione di “Educa” l’hanno fatto gli organizzatori ed i collaboratori più stretti. Un’edizione ancora una volta con un palinsesto molto ricco: 110 momenti fra quelli delle Parole (54 fra seminari, incontri con l’autore, dialoghi e sessioni formative), quelli delle Azioni (47 laboratori creativi) ed Emozioni (9 fra spettacoli musicali, teatrali e letture animate). Un’edizione, che con la scuola ha avuto molto a che fare, innanzitutto per il contenuto principale (l’orientamento dei ragazzi) e che vedremo di riprendere in termini di approfondimento in seguito. Intanto, proponiamo una riflessione di Fabiano Lorandi, referente per l’orientamento presso il Dipartimento della conoscenza, e un breve richiamo alla valutazione a caldo di Michele Odorizzi, presidente di Educa. fabiano lorandi Referente orientamento, Dipartimento della conoscenza I nostri ragazzi hanno bisogno di essere accompagnati da adulti autorevoli, attenti ed esperti lungo i percorsi dell’orientarsi e del progettare, per riuscire ad avere le conoscenze e le competenze utili ad abitare il mondo di domani senza sapere, oggi, come sarà. Questa è la vera sfida dei processi di insegnamento/apprendimento, come sostiene J. Bruner. Nella quinta edizione di EDUCA, fin dal titolo Cosa farà da grande?, l’orientamento ha costituito un filo rosso di continuità durante tutto l’evento sia nei seminari che nei laboratori. Ma quali indicazioni, suggerimenti, suggestioni sono state indirizzate alla scuola? A coloro che la vivono quotidianamente con impegno, serietà e competenza professionale e a coloro che ne determinano gli indirizzi di sviluppo, le linee politiche? La consapevolezza di sè “Viviamo in un’era in cui è difficile per i giovani immaginare un percor14

so progettuale di vita lineare, dove si intrecciano scelte personali e lavorative”, ha affermato Anna Grimaldi - responsabile dell’Area Politiche per l’orientamento dell’Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori). Ed ancora “Se chiediamo ai nostri giovani di dirci quali sono le loro competenze, non le sanno. I ragazzi non conoscono se stessi. La scuola deve educare alla scelta condividendo una definizione di orientamento per metterli nella condizione di trasformare i loro sogni in progetti operativi, affinché diventino realtà. Una capacità, quella di scegliere consapevolmente e intenzionalmente, che ad oggi non hanno. L’orientamento, quindi, ha in via prioritaria una finalità maturativa.” In questo senso è assolutamente indispensabile promuovere e sviluppare quelle abilità/capacità di risolvere problemi, prendere decisioni, mettere in campo creatività – senso critico, saper comunicare efficacemente, avere consapevolezza di sé e saper gestire le proprie emozioni. Queste sono le life skills che consentono non solo di orientarsi ma, anche di ri – orientarsi. Dovremmo possederle tutti, anche noi adulti quindi, in quanto il ri – pro-

gettarsi è un requisito irrinunciabile nella vita di ciascuno di noi, soprattutto in questo tempo di grave crisi economica e sociale. La definizione dell’identità “Un tempo, orientare significava aiutare nella ricerca di percorsi professionali che si caratterizzavano come strade certe lineari e stabili. Oggi, l’obiettivo è fornire ai giovani gli strumenti per non smettere mai di imparare e per confrontarsi con l’incertezza, valorizzando la creatività e l’imprenditorialità” ha affermato la direttrice dell’IPRASE Beatrice de Gerloni in apertura del seminario dal titolo Orientamento e identità. “Per i giovani, il problema principale è quello di costruire un’identità che li caratterizzi, anche per prefigurarsi un progetto di vita personale” ha detto Annamaria Ajello, psicologa dello sviluppo e dell’educazione dell’Università La Sapienza di Roma. “L’identità non è solo un fatto personale ma è una costruzione corale alla quale concorrono molti fattori, come ad esempio le opinioni di insegnanti, di compagni di classe le aspettative dei genitori. I ragazzi spesso si riconoscono nelle caratteristiche che gli altri attribuiscon. 9-10 settembre-ottobre 2012


no loro nel momento stesso in cui vengono espresse” ha spiegato. “Gli adulti, nel generale disorientamento della società, devono assumersi la responsabilità della cura degli adolescenti, prestando attenzione al rischio di un eccesso di protezione - a volte dettato dal loro personale bisogno di mantenere l’unico legame rimasto indissolubile oggi quello tra genitori e figli. Infine, bisogna smettere di considerare l’autonomia e la responsabilità un tratto caratteriale. Tutti i ragazzi devono fare esperienza di autonomia fuori e dentro la scuola e la responsabilità è qualcosa che va attribuito”. Risulta evidente come la costruzione dell’identità personale costituisca un processo corale e continuo, nutrito regolarmente dalle relazioni interpersonali, dentro e fuori la scuola, dove è necessario che gli adolescenti trovino dei modelli proiettivi adulti di riferimento. La capacità di pensarsi in avanti nel tempo, è una dimensione fondamentale dell’identità. Insistere sull’incertezza del futuro, rappresentando scenari catastrofici, corre il rischio di privare i giovani di una delle fonti da cui trarre fiducia e ispirazione per realizzarsi: la speranza. Anche perché ciascuno di loro da grande farà quello che sarà in quanto persona, cittadino, lavoratore. Infatti Carlo Petracca, pedagogista e collaboratore alla stesura dei Piani di studio provinciali del Trentino ha affermato: “le nostre azioni dipendono dal nostro essere. In un individuo dotato di equilibrio, severità, fiducia in sé stesso e negli altri, la dimensione del fare seguirà automaticamente. L’orientamento è un processo che ci accompagna dalla nascita ed è fondamentale nella costruzione della nostra identità, che non può prescindere dalla conoscenza di sé. Senza il riconoscimento della nostra peculiarità e delle nostre somiglianze con gli altri, non è possibile diventare persone adulte n. 9-10 settembre-ottobre 2012

che adottano comportamenti affiliativi, che si scambiano doni materiali e immateriali come il proprio tempo, che sanno regalare sorrisi di incoraggiamento e gioire dei successi altrui”. “Esistiamo solo in relazione agli altri” ha concluso Petracca, riportando i versi di John Donne, poeta inglese del 1600 “Nessun uomo è un’Isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra.” Il rapporto tra orientamento e valutazione Il sistema formativo e i criteri di valutazione degli studenti sono adeguati ad una società in cambiamento e in crisi? A questa domanda, hanno provato a dare risposta due docenti di didattica generale, Mario Castoldi dell’Università di Torino e Lucio Guasti dell’Università Cattolica di Milano, intervistati dal direttore del quotidiano L’Adige Pierangelo Giovanetti, che ha chiesto se, considerati i dati del Rapporto nazionale sul lavoro presentato di recente dal CNEL, la scuola sia davvero in grado di soddisfare le esigenze della società, di valutare gli studenti e quindi di orientarli al meglio. Parrebbe di no. Guasti ha affermato che a suo giudizio nei processi di apprendimento e conseguentemente nella valutazione dei risultati degli stessi “il trittico concettuale integrato è costituito da conoscenza, abilità, attitudini. C’è

un presupposto errato alla base del consolidato e storico predominio delle conoscenze sulle competenze. Queste ultime dovrebbero essere gli elementi fondanti il curriculum, ma ciò richiede un profondo cambiamento della scuola nel suo insieme”. Anche per Castoldi è necessaria “una svolta epocale. La valutazione scolastica oggi non è adeguata perché ancora troppo separata dal momento formativo. L’oggettività è poi un mito fuorviante. Il concetto di competenza fa riferimento alla capacità di mettere in collegamento realtà e saperi e può rimettere al centro la funzione orientativa, che altro non è che la sfida di costruire un progetto di vita”. E davvero al di là di quanto affermato nella sede di EDUCA, uno dei nodi cruciali delle prassi didattiche e docimologiche è rappresentato dal riconoscere il processo di crescita delle persone e valutare il processo di apprendimento di competenze e saperi. Non sempre si riesce ad osservare e a dar conto nei processi di apprendimento/insegnamento dei comportamenti cognitivi quali l’uso di rappresentazioni logiche e formali/la formulazione di ipotesi. Ancora poco si valorizzano le capacità di pensiero progettuale degli studenti oppure le loro competenze in campo comunicativo e nell’uso dell’informazione multimediale che, tanto per fare un esempio, sono apprese più fuori che non dentro i percorsi d’istruzione. Anche l’utilizzo dei 15


test, i quali prevedono che la risposta attesa sia data in anticipo, spesso è finalizzato a rilevare conoscenze di tipo lineare- mnemonico – convergente, non certo a valorizzare pensiero produttivo e divergente. Come aiutare lo studente a definire il proprio profilo cognitivo e motivazionale in evoluzione? Come concretizzare operativamente la valutazione in quanto parte costitutiva del percorso di apprendimento piuttosto che come semplice strumento di controllo dell’efficacia dell’insegnamento? La valutazione avviene sulla base di criteri esplicitati e condivisi? Regge l’alleanza formativa giovani/adulti avente per oggetto la condivisione del senso e dell’utilità di ciò che si insegna e si impara nella scuola? Sono domande aperte che rimangono sullo sfondo del sistema formativo e che attendono continuamente nuove risposte. Ricerca/formazione e sistema integrato di orientamento in Trentino Da Francesco Pisanu ricercatore presso l’IPRASE è stato illustrato il progetto biennale di ricerca che intende contribuire allo sviluppo di un modello integrato dei servizi di orientamento in grado di ridurre i processi di dispersione scolastica e formativa, favorire i processi di inclusione degli studenti, soprattutto nel passaggio tra il primo e il secondo ciclo di istruzione con l’obiettivo di corrispondere al meglio alla domanda provienine dal mondo economico e sociale del nostro territorio. In questo contesto di riflessione si è inserito anche il Centro per la formazione continua del personale insegnante di Rovereto che ha promosso un intero pomeriggio di riflessione sul tema dell’Orientamento in rete. Luciano Covi, direttore del Centro, ha affermato che “La rete non è statica, ma è legata ai vari con16

testi sociali, le cui caratteristiche influenzano le pratiche di orientamento. Oggi dobbiamo tener conto della mobilità, delle difficoltà ad immaginare il futuro, della dimensione professionale diventata sinonimo di progetto di vita, del fatto che ci attendiamo da ciascuno che si prenda cura di sé in modo autonomo. Per questo, pur continuando a rispettare le propensioni individuali, nell’orientamento è necessario abbandonare l’approccio psico-attitudinale in

favore di quello formativo-educativo”. E’ il concetto di auto-orientamento, ovvero la maturazione di competenze orientative lungo l’intero arco della vita dell’individuo, per poter rispondere efficacemente ad esigenze che mutano con l’età” Ha poi illustrato il progetto di formazione di sistema che dall’autunno 2012 vede coinvolti i referenti per l’orientamento di tutti gli istituti scolastici e formativi della provincia e le reti territoriali già presenti soprattutto nelle valli.

michele odorizzi Presidente di Educa “Intensa e calda anche quest’anno la partecipazione a EDUCA, nonostante la pioggia e la concomitanza di altri appuntamenti nella regione. Abbiamo avuto la conferma che EDUCA è un appuntamento atteso in particolar modo per insegnanti, educatori e genitori. Il risultato però che più ci conforta e ci stimola a proseguire è la grande partecipazione dei giovani molto più numerosi degli anni scorsi: sono stati centinaia, e da tutta Italia, quelli venuti ad ascoltare e a raccontarsi.” Ed ora “EDUCA si mette in viaggio, accettando la sfida di rimettere l’educazione al centro dell’attenzione politica e sociale anche in altri territori.” Nella valigia per il viaggio metteremo dei doni per le comunità che incontreremo: il progetto pluriennale sui “Maestri dell’educazione”, curato dal filosofo Roberto Mancini e il metodo che abbiamo utilizzato in questi anni basato sul coinvolgimento e la costruzione dal basso. EDUCA, infatti, è frutto della passione, dell’impegno, dei saperi e delle competenze delle oltre 60 organizzazioni. Un rapporto di sostegno reciproco perché se da un lato loro sono fondamentali per noi, EDUCA rappresenta per loro l’opportunità di perseguire la propria mission ribadendo la centralità della questione educativa mettendosi in gioco in un contesto che propone linguaggi e approcci inediti.” n. 9-10 settembre-ottobre 2012


il dossier dentro l’apprendimento il dossier l’assessore la scheda la riflessione la scuola in carcere dai centri: Istituto Floriani Riva Istituto Guetti Tione Istituto Curie Pergine V. Istituto Degasperi Borgo V. La formazione: Centro F. I. Rovereto

EDUCAZIONE ADULTI La situazione, i Centri e i problemi aperti di una sfida europea Inserto a cura di: Mario Caroli Interventi di: Tommaso Amadei, Mauro Calzà, Mario Caroli, Domenico Cutroni, Marta Dalmaso, Enzo Latino, Diego Paternolli, Ilaria Pedrini, Paolo Pendenza, Elena Ruggieri, Adriano Tomasi n. 9-10 settembre-ottobre 2012

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il dossier EDA

Per tutto l’arco della vita È davvero da tempo che avevamo pensato un dossier sull’Educazione per gli Adulti. Tema sollecitato e ripreso in lungo e in largo, ma che si finisce per confonderlo banalmente con “le vecchie 150 ore” e i corsi serali per acquisire un diploma. La questione è più complessa e la portata della proposta che passa sotto la sigla “EDA” è certamente più profonda. Cominciamo a parlarne anche sulla rivista. La scuola di sera Didascalie ha avuto per anni una sezione fissa sotto la testatina “La scuola di sera”, dedicata, appunto, al “racconto” delle varie realtà e di singole esperienze nei corsi serali, da quelli tradizionali ai “Sirio”; erano sempre gli stessi docenti (e talvolta anche i corsisti), protagonisti diretti, gli autori dei servizi, che – per la verità – avevano lo scopo primario di far circolare l’informazione su quello che c’era in giro, nella nostra provincia, e magari qualche confronto con la realtà nel resto d’Italia. Molta acqua è passata sotto i ponti, da allora. Nuove disposizioni, nuova struttura e organizzazione dei centri, trasformazione anche antropologica degli utenti, con l’arrivo degli stranieri/adulti e, quindi, nuova offerta e nuovi problemi. Basta partecipare ad uno degli incontri di settore per capire cosa bolle in pentola. In mezzo c’è stata la delibera della Giunta provinciale n. 2186 del 21 ottobre 2011 “Indirizzi programmatici in materia di educazione permanente e di educazione degli adulti nelle istituzioni scolastiche e formative del Trentino.” In questo dossier – diciamo subito non esaustivo – alcuni interventi “di quadro” da parte di chi si occupa in Dipartimento di EDA e poche testimonianze da Centri territoriali. Torneremo con altri “racconti”. assessore marta dalmaso:

“Una scelta di civiltà”

perché la provincia di trento ha deciso di investire ulteriori risorse nell’educazione della popolazione adulta?

I motivi per i quali si è deciso di investire su questo settore sono molteplici. Innanzitutto si tratta di una scelta di civiltà: vogliamo offrire la possibilità a tutti i cittadi18

ni di continuare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita, perché la crescita culturale è un diritto del singolo cittadino e strumento per favorire la partecipazione attiva e l’inclusione sociale. In secondo luogo ci si propone di dare una risposta alle sfide che i cambiamenti demografici e i processi di immigrazione ci pongono. Tutto ciò si inserisce nella prospettiva del quadro delineato dall’Unione Europea con il Processo di Lisbona 2010 prima e con il Progetto ET 2020 oggi, che indica nel 15 % la percentuale della popolazione adulta coinvolta in processi di formazione come obiettivo da raggiungere entro il 2020. Rispetto a questo il Trentino è sulla buona strada e gli impegni assunti con gli Indirizzi programmatici per il settore approvati lo scorso anno dalla Giunta provinciale testimoniano la volontà di impegnarsi pienamente ancora di più. cosa prevedono in materia di educazione degli adulti gli indirizzi alle istituzioni scolastiche e formative per il biennio 2012-14 recentemente approvati dalla giunta provinciale?

Sul piano generale il sistema educativo Trentino è fortemente orientato ai processi di inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica, che nel 2011 si attesta al 9,6% ed è notevolmente inferiore al dato nazionale (18,2%) e anche al dato relativo all’UE a 27 (13,5% ). Ciò rappresenta la premessa e la condizione indispensabile affinché gli adulti del futuro dispongano degli strumenti metodologici e culturali per continuare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita. In particolare del settore degli adulti si parla nell’Asse B dedicato alla capacità inclusiva del sistema, dove si indica alle scuole di “Promuovere la partecipazione degli adulti alle attività di istruzione e formazione, potenziando il sistema dell’educazione degli adulti”. quali priorità persegue la politica provinciale in questo settore?

Dovendo individuare delle priorità si è scelto, per il corrente anno scolastico, di concentrare l’attenzione su due obiettivi strategici. In primo luogo il potenziamento della rete territoriale dei Centri EDA, ampliando il servizio e coprendo anche quelle aree territoriali che ne erano prive, al fine di garantire pari opportunità a tutti i cittadini del Trentino. In questa prospettiva si inserisce anche la scelta, unici sul territorio nazionale, di confermare la prosecuzione di un percorso liceale. Il secondo obiettivo è quello di portare a sistema le diverse esperienze al fine di valorizzare le buone pratiche sviluppate dalle scuole trentine e di assicurare regole comuni e condivise. Mario Caroli n. 9-10 settembre-ottobre 2012


a scheda IN TRENTINO

Passaggi, norme e numeri Di Educazione Permanente parla la Legge Provinciale sulla scuola n°5 del 7/8/06 al capo V individuando “Interventi di educazione permanente” all’art. 68 e “Educazione degli adulti da parte di istituzioni scolastiche e formative” all’art. 69. L’attuazione di questi due articoli ha avuto negli ultimi anni un’accelerazione verso il futuro assetto. Obiettivo strategico è promuovere interventi di istruzione/formazione rivolti a tutta popolazione adulta in provincia di Trento. Il gruppo di lavoro All’inizio del 2010 un primo gruppo di lavoro, costituito dal Consiglio dei Delegati emanazione del Consiglio delle autonomie, ha elaborato un documento per offrire un contributo per la Giunta provinciale in ordine alle nuove norme che la P.A.T. è chiamata ad emanare in attuazione dell’art. 69 della L.P. 5 del 7 agosto 2006. Poi in assessorato all’istruzione è stato costituito il gruppo di alvoro composto da: Crescenzo Latino, Adriano Tomasi, Daniela Carlini (Dipartimento), Elina Massimo (ora dirigente Liceo delle arti di Trento), Roberto Pennazzato (ex dirigente Istituto Istruzione Martini di Mezzolombardo), Agostino Toffoli (ex dirigente dell’I.C. Trento 5 per il Consiglio delle Autonomie), che, sulla base del documento del Consiglio delle Autonomie, ha proseguito il lavoro nella stessa direzione, fino alla delibera n. 2186 approvata dalla Giunta provinciale il 21 ottobre 2011 “Indirizzi programmatici in materia di educazione permanente e di educazione degli adulti nelle istituzioni scolastiche e formative del Trentino. “ Qualche dato Attualmente 26 istituzioni scolastiche e formative offrono percorsi destinati a chi ha compiuto i 18 anni: 5 Centri EDA, 17 Istituti di istruzione secondaria, 4 Centri o Istituti di Formazione Professionale A novembre e dicembre 2011, i referenti del Servizio istruzione hanno effettuato incontri in tutte le scuole dove sono presenti corsi per adulti per monitorare l’andamento dei corsi e presentare ai docenti gli indirizzi programmatici. n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Nel maggio 2012 due delibere della Giunta Provinciale, la 903 e la 904, indicano le prime azioni per l’anno seguente: • trasferimento dei tre Centri EDA di Mezzolombardo, Pergine Valsugana e Riva del Garda dalla sede nell’IC locale rispettivamente agli Istituti di Istruzione Martini, Curie e Floriani. • Altri quattro Istituti di Istruzione, il Guetti a Tione, il Degasperi a Borgo Valsugana, il Pilati a Cles e La Rosa Bianca a Cavalese, se ce ne saranno le condizioni, faranno nascere quattro nuovi centri EDA in territori dove questa offerta formativa di base ancora manca. Nell’anno scolastico 2011-2012 sono rientrati in formazione 5302 adulti, di questi 1856 sono stati iscritti ai corsi scolastici e rappresentano il 35,00% del totale. Poi 3446 persone (il 64,99% degli iscritti ai corsi per adulti) hanno seguito corsi liberi, cioè che non portano a titoli di studio formali ma che sono utili per acquisire e rinforzare competenze nei campi delle lingue e dell’informatica. Tra questi, i corsi di Italiano L2 vedono il maggior numero di iscritti in assoluto, il 55,83%. In totale sono stati attivati complessivamente 275 corsi, di cui 51 corsi scolastici e 224 corsi liberi. Adriano Tomasi Figura di sistema Educazione per gli Adulti Dipartimento conoscenza

SETTORE EDA corsi scolastici e corsi liberi anno scolastico 2011/2012 Corsi scolastici Scuola secondaria di I° grado Scuola secondaria di II° grado Formazione professionale TOTALE

Corsi 12 23% 31 61% 8 16% 51

Iscritti 185 10% 1369 74% 302 16% 1856

Corsi liberi Italiano L2 Lingue straniere Informatica TOTALE

Corsi 113 50% 77 34% 34 15% 224

Iscritti 1924 56% 1008 29% 514 15% 3446 100%

Corsi scolastici Corsi liberi TOTALE CORSI

Corsi Iscritti 51 19% 1856 35% 224 81% 3446 65% 275 5302 100% 19


la riflessione LIFELONG LEARNING

I riferimenti in Europa e in Italia Il settore dell’educazione degli adulti, già segnato da profondi cambiamenti della domanda formativa a seguito dei mutamenti demografici, sociali e culturali intervenuti negli ultimi venti anni, ha davanti una nuova sfida: la profonda crisi economica che ha investito l’Europa negli ultimi quattro anni e le sue ripercussioni sull’occupazione.

EDA: non è un lusso, ma una scelta obbligata della modernità In questo contesto la necessità e la convenienza dell’investimento nella formazione del capitale umano e sociale diventano ancora più urgenti e strategiche. La prospettiva del Lifelong learning non è un lusso ma una scelta non rinviabile, una necessità della modernità e una opportunità personale per consentire ai cittadini europei di attrezzarsi per fronteggiare la crisi economica, vivere più pienamente, con più libertà, autonomia, consapevolezza e responsabilità. Le indicazioni europee “Fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. Questo l’orizzonte culturale e politico che ha guidato le scelte nel campo dell’istruzione in Europa. E’ nel contesto di questa ambiziosa sfida, lanciata con la famosa Agenda di Lisbona, che il problema dell’educazione della popolazione adulta è stato inserito in un contesto più ampio. Con il Programma Istruzione e Formazione 2010 veniva lanciato un messaggio forte agli stati membri: “Gli Stati membri non possono più permettersi di non avere un sistema di istruzione per gli adulti efficace, integrato nella strategia dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, che permetta ai partecipanti un migliore accesso al mercato del lavoro, una migliore integrazione sociale e che li prepari ad un invecchiamento attivo per il futuro”. 20

Commissione europea: non solo principi, anche linee di azione concrete La Commissione europea non si limitò a indicare un orizzonte per le politiche degli stati membri ma propose anche alcune linee di azione concrete, tra cui: 1. eliminare gli ostacoli alla partecipazione, rimuovendo gli ostacoli e raggiungendo soprattutto la fascia di popolazione meno istruita, che è anche la più a rischio; 2. garantire la qualità dell’educazione degli adulti, agendo sulle metodologie di insegnamento e la preparazione professionale dei docenti; 3. riconoscere e convalidare i risultati dell’apprendimento, anche quelli acquisiti in contesti non formali e informali (nessuna competenza, comunque acquisita, deve andare sprecata); 4. investire nella popolazione che invecchia e nei migranti, individuati come i gruppi più bisognosi di attenzione formativa ma anche più strategici per garantire competitività e coesione sociale. L’obiettivo 2010 e i quattro per il 2020 In quel contesto, fu indicato anche un obiettivo di risultato per il 2010: raggiungere un tasso di partecipazione della popolazione adulta all’apprendimento permanente del 12,5 % ; obiettivo, molto ambizioso, solo parzialmente raggiunto. Attualmente il riferimento fondamentale in Europa per le politiche di questo settore è costituito da “Un nuovo quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione (ET 2020)”, con il quale l’UE ha indicato quattro obiettivi strategici per il 2020 e cioè: 1. Coinvolgere almeno il 15 % della popolazione adulta in attività di istruzione e formazione; 2. Contrastare gli abbandoni scolastici precoci e contenerli sotto la soglia del 10 %; 3. Contenere al di sotto del 15 % la quota di quindicenni con competenze insufficienti nella lingua madre, in matematica e in scienze; 4. Portare almeno il 40 % di popolazione adulta di età compresa tra i 30 e i 34 anni a un titolo post diploma o terziario. n. 9-10 settembre-ottobre 2012


Lo scenario nazionale Rispetto al quadro europeo l’Italia sconta ancora oggi le conseguenze di un ritardo storico nello sviluppo sia del sistema scolastico generale che delle politiche specifiche in favore dell’educazione degli adulti. La scolarità obbligatoria è rimasta in Italia a lungo più bassa che negli altri paesi sviluppati, il diritto a otto anni di scolarità obbligatoria ha trovato una faticosa applicazione solo a partire dalla metà degli anni 60, solo con il 2007 l’istruzione obbligatoria è stata portata a 10 anni allineandoci agli standard europei. Pur in presenza di significativi miglioramenti lo “spread formativo” rispetto agli altri paesi è ancora grave: oltre 28 milioni di cittadini adulti sono in possesso solo della licenza media e ben 140.000 adulti “sognano” di conseguire un diploma (Corriere della Sera, 19 settembre 2012). La situazione non migliora se si fa riferimento alle competenze effettivamente possedute dai cittadini italiani: le indagini internazionali (IALS 2000 e ALL 2006 riferite alla popolazione tra i 16 e 65 anni) evidenziano che solo il 35 % degli italiani possiede competenze adeguate alla società della conoscenza mentre un altro 35 % vive una condizione di sostanziale illetteratismo e il restante 30 % possiede competenze molto fragili e a rischio di obsolescenza; siamo pertanto in presenza di una ampia fascia di popolazione adulta a rischio di esclusione. Su questo scenario già problematico si innestano due nuove criticità (ma che se opportunamente sfruttate potrebbero trasformarsi in opportunità): l’invecchiamento della popolazione e la forte presenza di migranti, due soggetti che pongono al sistema formativo e all’educazione degli adulti una nuova e più impegnativa domanda formativa. Da noi, troppa attenzione ai titoli formali L’educazione degli adulti in Italia, dopo le prime esperienze pionieristiche volte a combattere l’analfabetismo, si è connotata come “istruzione per gli adulti” finalizzata all’acquisizione di titoli di studio formali; solo in anni recenti l’offerta formativa si è fatta carico di altri bisogni emergenti, in particolare nell’ambito dell’educazione linguistica e informatica. Il modello organizzativo attuale è vecchio e ha evidenziato molte criticità che non lo rendono adeguato alle nuove necessità formative. In particolare si segnalano: • L’eccessiva rigidità degli ordinamenti e dell’organizzazione dei percorsi, che hanno impianti troppo simili a quelli dei corsi diurni; • La carenza di un chiaro e organico sistema di crediti n. 9-10 settembre-ottobre 2012

in grado di valorizzare le competenze già possedute e comunque acquisite; • L’assenza di un sistema integrato di formazione a distanza che consentirebbe di coinvolgere anche chi è lontano o desidera praticare forme più o meno estese di autoformazione assistita. Settore in riorganizzazaione, ma… La riorganizzazione del settore è allo studio da molto tempo. Il nuovo Regolamento, appena approvato in via definitiva (8 ottobre 2012), punta sull’istituzione dei cosiddetti Centri per l’istruzione degli adulti (CPIA), dotati di una propria autonomia amministrativa, organizzativa e didattica. Se ne prevedono 150 in tutta Italia. Il loro limite sta già nel nome. Si parla di istruzione e di attività mirata al rilascio di titoli di studio formali e non di Educazione degli Adulti in un senso più ampio. I bisogni formativi della popolazione adulta, in una società in rapido cambiamento, vanno oltre il diploma; l’inclusione e la partecipazione attiva, soprattutto delle fasce più deboli, passa attraverso una continua “manutenzione” dei saperi e delle competenze di base. Il desiderio di migliorare le proprie competenze, anche culturali, andrebbe sostenuto con investimenti adeguati. Il nuovo Regolamento è molto attento ai risparmi e al contenimento della spesa. Servono scelte coraggiose, malgrado la crisi Certo la crisi economica non aiuta. Si sa che l’educazione costa. Purtroppo si sa e si considera meno quanto costa l’ignoranza. Eppure è proprio quando le risorse sono scarse che andrebbero fatte le scelte più coraggiose, strategiche e lungimiranti, quelle in grado di produrre risultati nel futuro; su questo aspetto gli economisti concordano nell’indicare l’investimento in istruzione e formazione come il più redditizio sul medio e lungo periodo. Rispetto a questi scenari l’impegno della Provincia di investire nello sviluppo dell’Educazione degli Adulti programmando una estensione e un potenziamento della rete territoriale dedicata all’Educazione della popolazione adulta acquista ancora più valore. Enzo Latino coordinatore settore educazione permanente e per gli adulti Servizio istruzione – Dipartimento della conoscenza 21


la scuola in carcere EDA SPECIALE

La situazione a Trento La rieducazione dei detenuti passa attraverso il trinomio lavoro – istruzione – formazione. Il lavoro è particolarmente ambito dai detenuti perché garantisce guadagno e dunque autonomia nell’acquisto di generi di conforto, negli invii ai familiari, ecc.. La scuola negli ultimi anni, anche grazie al particolare impegno e al livello qualitativo dei docenti, ha coinvolto un numero enorme di detenuti; infatti la struttura modulare dei corsi ed il turn over garantiscono comunque accessi numerosi. La formazione professionale, per molti motivi, riesce a raggiungere ancora solo una piccola parte dell’utenza detenuta. Nella vecchia struttura Fino agli anni ’90, la casa circondariale di via Pilati ha vissuto secondo gli standard dei vecchi istituti circondariali urbani: struttura obsoleta, sovraffollamento, una preoccupazione custodiale prevalente: è di quegli anni il sistema dei lavoranti fissi, una scuola elementare e media incentrate su due classi uniche, la ridottissima formazione professionale. Con l’evoluzione della cultura dell’umanizzazione della pena, l’arrivo di nuovi dirigenti dalle vedute più aperte ed una migliore sensibilità del territorio, anche il vecchio carcere di via Pilati è infine “cresciuto” e ha prodotto momenti trattamentali di non secondaria importanza. Nel giro di qualche anno si è riusciti a impegnare con opportune attività migliorative non più qualche decina ma un paio di centinaia di detenuti all’anno. Situazione che oggi nel nuovo carcere si è consolidata. La scuola tra vecchio e nuovo Alla metà degli anni ’90 il personale docente del Istituto Comprensivo territoriale ha iniziato a proporre i contenuti dell’alfabetizzazione per adulti, diversi dalle classi fisse e curricolari ma finalizzati all’offerta dello studio della lingua italiana e di varie stimolazioni a persone adulte da “agganciare” a un percorso culturale giunto in ritardo nella loro storia. Il bilancio fino al 2010 I detenuti complessivamente frequentanti attività scolastiche, formative e di altro tipo (teatro, pilates, auto mutuo aiuto, ecc.) sono dunque risultati per anno scolastico e formativo: 170 (2005/’06), 100 (2006/’07), 148 (2007/’08), 183 (2008/’09), 213 (2009/’10). Il 17 dicembre 2010 chiude la vecchia struttura di via Pilati ed i circa 150 detenuti ivi presenti vengono tra22

sferiti nel nuovo grande complesso di Spini di Gardolo. Anno scolastico 2010-2011 La scuola è ripartita lunedì 10-1-2011: grazie all’aiuto della chiusura natalizia, i detenuti non hanno perso neppure un solo giorno di lezione. L’anno scolastico 2010-2011 si è concluso con: • 152 frequentanti l’alfabetizzazione • 35 frequentanti la scuola media, di cui 6 diplomati • 40 frequentanti il corso geometri Il totale dei detenuti coinvolti in attività scolastiche, formative e di tempo libero organizzato nell’a. s. 2010-2011 (un quadrimestre in via Pilati, il resto a Spini di Gardolo) è di 230 unità, Anno scolastico e formativo 2011-2012 Il totale dei detenuti coinvolti in attività scolastiche e formative organizzate nell’anno scolastico 2011-2012, (interamente a Spini di Gardolo) è stato di 326 unità. Nello specifico: • 171 frequentanti complessivi nell’alfabetizzazione • 29 frequentanti la scuola media, di cui 4 licenziati Istituto Tecnico per Geometri “A. Pozzo” di Trento: un inizio tardivo delle lezioni (solo l’1 marzo 2012) ha causato una riduzione degli iscritti • 20 persone diverse che hanno seguito i moduli tematici attivati • 2 detenuti, a settembre 2012, hanno sostenuto esami per la promozione dal primo al secondo anno. Corsi di formazione professionale Tra il settembre 2011 e l’agosto 2012 si sono svolti numerosi corsi formativi: finanziati FSE: bibliotecarcere, cucina, pulizie (corso doppio), pet therapy, pannelli solari, ceramica e pittura finanziamento provinciale: acconciatura (corso doppio tenuto da docenti dell’Istituto di F. P. “S. Pertini” di Trento) laboratori vari: scacchi, auto mutuo aiuto, teatro, musica. Sezione Femminile: 22 hanno seguito i moduli dell’alfabetizzazione 4 hanno seguito il corso geometri. Formazione professionale: 4 corsi di cura del corpo. Laboratori vari: un doppio laboratorio teatrale, un corso musicale ed uno di pittura. Il totale dei detenuti coinvolti, tra maschile e femminile, in attività scolastiche, formative e di tempo libero organizzate nell’anno scolastico e formativo 2011-2012 (interamente a Spini di Gardolo, Sezione Femminile compresa) è stato di 326 unità. Tommaso Amadei Educatore nel carcere di Spini di Gardolo n. 9-10 settembre-ottobre 2012


Istituto “ G.Floriani “ - Riva del Garda PASSAGGIO

Dai comprensivi alle superiori In questo servizio, la dirigente scolastica e un docente ci guidano nel passaggio verso il Centro Territoriale Eda dell’istituto d’istruzione Floriani di Riva del Garda. Con un po’ di storia delle due anime dell’eda, quella nei comprensivi e quella nelle superiori e la riflessione sulla nuova sfida territoriale e sul significato per Riva di avere un centro unico per adulti. Storia delle due anime dell’Eda Un inizio 1 settembre 2012: una data che sancisce il passaggio di 2 dei 3 centri provinciali dedicati all’Educazione degli Adulti (EDA) dalla struttura di Istituto Comprensivo a quella di un Istituto di Istruzione Secondaria secondo quanto previsto dagli Indirizzi programmatici della Giunta provinciale con Delibera n. 2186 del 21/10/2011. La novità non è assoluta in Provincia di Trento, ma partire da quest’anno con questo modello organizzativo diventa un privilegio per tradurre il Lifelong learning all’interno di un sistema formale di istruzione. Ieri, alle superiori… Negli Istituti di Istruzione secondaria superiore veniva riservata un’offerta formativa dedicata agli adulti con gli stessi profili d’uscita dei corsi diurni ma differente nei tempi e nei modi di fruizione.

n. 9-10 settembre-ottobre 2012

La modularità didattica ed organizzativa ed il riconoscimento di crediti formativi, presenti come punto cardine nei storici percorsi SIRIO degli Istituti Tecnici e negli analoghi percorsi degli Istituti Professionali, permetteva di coniugare i bisogni formativi degli adulti secondo un effettivo principio di flessibilità. E’ opportuno ricordare che la maggioranza degli studenti dei percorsi serali doveva (e deve) conciliare i tempi della propria vita fra scuola, famiglia (spesso a carico) e lavoro non sempre continuo e spesso articolato secondo i tempi delle stagioni lavorative. La finalità principale dichiarata da parte di chi si iscriveva ai corsi serali era quella di ottenere il Diploma di scuola superiore alla fine del percorso quinquennale. Quella che la scuola si prefiggeva era di permettere il rientro in formazione di tutti quegli adulti che per varie ragioni avevano abbandonato il loro percorso di studio dopo il loro ingresso alle “superiori” e si trovavano, per piacere o per dovere, a ricollocarsi dal punto di vista formativo. …e alle medie Di precedente istituzione, erano attivi i percorsi scolastici che con l’etichetta delle “150 ore” portavano al raggiungimento della Licenza media. Questi percorsi erano attivati in alcuni Istituti Comprensivi (eredi delle originarie Scuole medie) strategicamente individuati sul territorio provinciale.Unitamente a ciò esisteva un’offerta formativa costruita allo scopo di fornire gli elementi base per potersi orientare nella comunità sociale italiana: corsi di italiano come L2 a vario livello, di inglese e di informatica a livello minimale. Nel tempo vi sono stati Centri che hanno arricchito la loro offerta, sempre ispirati dal principio della prima “alfabetizzazione”, specialmente nel campo delle lingue straniere. Sul territorio nazionale vi sono esperienze di aggregazione formativa che portano ad unire materie anche molto distanti fra loro, quasi una sintesi fra Centri territoriali, Università dell’Età libera e corsi vari. La spinta europea e gli obiettivi del Lifelong learning, l’apprendimento lungo tutto il corso della vita, han23


no portato questi Centri a diventare un vero e proprio riferimento culturale per gli adulti, radicato sul territorio e aperto alla lettura dei bisogni formativi emergenti. Oggi, negli istituti superiori Riunire presso un’unica sede queste due storie dell’educazione formale costituisce un primo passo per avere un orientamento più efficace rivolto all’adulto e un’offerta formativa più razionale e funzionale ai bisogni di formazione rilevati sul territorio. Il territorio dell’Alto Garda è un bacino che al mattino raccoglie studenti di tre Regioni, Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia, confinanti lungo il filo delle onde del Lago. L’utenza dei corsi pomeridiani e serali diventa più circoscritta come residenza ma molto molto più estesa come provenienza: nei corridoi del “Floriani”, ex caserma austrungarica ora Istituto Tecnico Economico e Tecnologico e Centro Eda, si raccolgono studenti adulti di cinque continenti. Presumibilmente, sulla base dei dati storici e degli attuali iscritti, nell’as. 2012-13 si intrecceranno in questi corridoi i confini di 450 - 500 studenti-adulti. Colori e suoni nati da esperienze personali e messi in gioco sui banchi di scuola vengono aiutati di professionisti dell’educazione degli adulti a crescere e diventare sapere consapevole; un sapere che avvicina chi affronta la sfida dell’entrare nei meccanismi misteriosi del leggere scrivere e far di conto in una lingua che non è la propria a chi si preoccupa di affrontare gestione di bilanci, canti della divina commedia o rilievi topografici in una lingua che è diventata una delle proprie (lo studio di italiano e inglese è ormai indiscutibile).

E ora: la vera sfida Se la scuola deve essere un luogo di apprendimento, motivante e privilegiato, la sfida dell’educazione degli adulti ora è quella di poter offrire percorsi differenziati, molteplici e con alto grado di personalizzazione nella rispetto dei ruolo formativo della scuola nel territorio: le richieste dei singoli vanno coniugate con le istanze emergenti dall’intera comunità locale, le risorse dei singoli vanno integrate con quelle disponibili nel territorio. La vocazione turistica del Basso Sarca, la stagionalità di molte occupazioni, la sempre più instabilità delle forme lavorative unite alle ormai fin troppo note conseguenze di una crisi economica tutt’altro che risolta conduce la scuola a considerare con dovuta elasticità tutte le fasi del ciclo di vita scolastico: offerta, orientamento, iscrizione, frequenza, promozione, accertamenti, certificazione, diploma… A volte questo non collima con le rigidità insite nel sistema educativo-formativo e, probabilmente, necessarie al suo funzionamento; le soluzioni operative vanno comunque ricercate ma non sono sempre facili, ogni studente del serale fa caso a sé. Credo che siamo ancora in una fase di transizione nella quale l’educazione rivolta agli adulti è ancora in parte imbrigliata nelle strutture della scuola pensata per gli adolescenti, dove vi sono altri bisogni di crescita e altri stili di apprendimento. Il traguardo prossimo è quello di superare la difficile conciliazione fra anima nuova in un vestito vecchio evitando però di indossare abiti fuori taglia. Fuor di metafora: la professionalità degli insegnanti nei corsi per adulti si è evoluta, la scuola ha acquisito il concetto di apprendimento lungo il corso della vita, l’utenza ha acquistato fiducia nelle offerte formative del territorio, il territorio stesso si rivolge alla scuola per possibili richieste di riqualificazione, tanto è ancora migliorabile e promuovibile, il quadro normativo prossimo venturo deve tenerne conto.

Elena Ruggieri

Dirigente scolastico Istituto tecnico economico e tecnologico e centro eda “G. Floriani” Riva del Garda. 24

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NON SOLO DIPLOMA

Ma ancora tanti i nodi da sciogliere Nel giugno 2005 DIDASCALIE aveva dedicato il suo inserto all’Educazione degli Adulti e il titolo di presentazione dell’inserto era “Non solo il diploma…” Quel titolo era la giusta sintesi del contenuto che esplicitamente sottolineava il ruolo dei 5 CTP dell’ Eda del Trentino nel garantire il diritto “universale” di accesso alla formazione per tutti i cittadini . Il CTP erogatore di un diritto per tutti Il CTP non era più solo la sede di compensazione di insuccessi scolastici precedenti o di primo soccorso linguistico per i migranti, ma diventava l’erogatore di un diritto esigibile da tutti: mantenere e acquisire i saperi e le conoscenze necessarie per collocarsi adeguatamente nella vita sociale e produttiva Adottando criteri organizzativi basati sull’alfabetizzazione funzionale il nostro CTP (o CPIA?) è passato nel giro di pochi anni da un flusso annuale di 250 utenti ad uno di 350/400 pur mantenendo lo stesso organico e senza corsi a pagamento. Abbiamo mantenuto un’idea della formazione centrata sia sul valore attribuito ai bisogni del soggetto, sia sulla necessità di promuovere per un numero sempre più ampio di individui, l’acquisizione, lo sviluppo e la possibilità di manutenzione per tutta la vita delle competenze strategiche (saper apprendere, literacy, numeracy, competenze digitali, competenze sociali, ecc.) con la possibilità di progettare e realizzare un percorso personalizzato; in sostanza una possibilità ed una opportunità reale di costruire un percorso, attraverso “passaggi” da un livello all’altro, da un corso all’altro. Da “Riva1” al “Floriani”: problemi aperti Il trasferimento da “Riva1” al “Floriani”, rientra perfettamente in questa logica ma questo non significa che non richieda comunque la soluzione di diversi problemi e francamente, al momento, non è mi è possibile valutare gli effetti del cambiamento. Credo che i problemi attuali saranno risolti ma questo sforzo rischia di essere inutile se non si interviene su problemi che prescindono dalla collocazione fisica dell’EDA: in primo luogo, gli orientamenti espressi a livello nazionale con il “regolamento recante norme per la ridefinizione dell’assetto organizzativo e didattico dei cpia”: • L’istituzione dei Centri è possibile solo in presenza di una corrispondente riduzione di autonomie scolastiche. • L’offerta formativa è finalizzata al conseguimento di titoli di studio (o di certificazioni riferite a tale scopo). Quindi sono aboliti tutti gli interventi di alfan. 9-10 settembre-ottobre 2012

betizzazione funzionale. • L’assetto didattico e organizzativo dei percorsi, a tutti i livelli, è predefinito e, in particolare per i percorsi di secondo livello, del tutto simile a quello in vigore negli “ordinari percorsi scolastici” destinati ai ragazzi. • L’accesso ai Centri è limitato agli adulti che siano in età lavorativa e che non posseggano titoli di studio. • Se i prossimi CPIA avranno queste premesse tutto quello che ho scritto e che state leggendo è tempo perso! il problema del curricolo per gli adulti, la definizione delle competenze e dei saperi, il diritto alla certificazione degli apprendimenti formali e non formali

Finché i sistemi di istruzione cosiddetti “formali” continuano a prevedere corsi per adulti basati solo sul recupero del “titolo di studio”, riferita cioè ad adulti “dispersi e ritrovati” comunque in situazione di “marginalità” non ci potrà essere né ruolo né prospettiva per il Lifelong Learning. Tutti i percorsi EDA andrebbero finalizzati ad una certificazione ; ma non basta, se si vuole garantire un processo di formazione che continui lungo l’intero arco della vita delle persone, tutto il sistema dell’istruzione deve rivedere i curriculi in termini di competenze. Oggi i curricoli sono progettati per andare a scuola una volta sola nella vita e all’età giusta; i nuovi curricoli dovrebbero rappresentare una garanzia di successo per chiunque si ripresenti a scuola con nuovi bisogni, ma anche nuove potenzialità ed un patrimonio di conoscenze ed esperienze personali. la necessità di sviluppare un’attenta riflessione sulle reali necessità degli istituti che comprendono i ctp in termini di spazi , risorse professionali e risorse economiche.

Un CTP non può prescindere da una propria autonomia didattica, organizzativa e finanziaria; non è solo per stranieri, non è solo serali, non è solo diploma. È necessario intervenire sulla dipendenza della Istruzione degli Adulti dalle strutture deputate all’’Istruzione ordinaria e assumere un modello di governabilità maggiormente orientato al raccordo con i diversi enti o soggetti con cui si possano realizzare interventi di formazione. un concreto e diffuso sistema di “informazione ed orientamento”, soprattutto in sede locale, delle diverse tipologie di offerte formative, soprattutto con un impegno straordinario sul territorio volto ad incoraggiare l’utenza più debole .

Probabilmente oggi è pura utopia ma, prima o dopo, bisognerà passare dalla fase della partecipazione “volontaria” dei soggetti adulti al processo di formazione permanente a quella della partecipazione “incentivata” (o, almeno “incoraggiata”) per i progetti personali più impegnativi (diplomi). Non lo penso io, è una delle strategie di apprendimento permanente indicate dalla Commissione delle Comunità Europee nel novembre 2005.

Domenico Cutroni

docente EDA Istituto “ G.Floriani “ - Riva del Garda 25


Istituto di Istruzione“Lorenzo Guetti” Tione ARRIVA IL CENTRO

Radici lontane anche per l’Eda Anche a Tione arriva il Centro Territoriale unico per l’Educazione degli Adulti, collocato presso l’Istituto d’istruzione del secondo ciclo “Lorenzo Guetti”. Ilaria Pedrini, docente presso l’Istituto, “affonda” le radici di una formazione rivolta agli adulti nel lontano 1800, quando “il titolare dell’attuale istituto” (nel senso del nome cui la scuola è stata intitolata), don Lorenzo Guetti, “il curato della Quadra, nel Bleggio, si sobbarcò una capillare opera formativa dei soci delle cooperative, di quei contadini poveri individualmente, ma…”

Ebbene sì, già don Lorenzo… Come si sa, una silenziosa e poderosa riforma economico–sociale partì dalle Giudicarie alla fine dell’800. Tutti conoscono la vicenda della nascita della cooperazione in Trentino e il ruolo che vi giocò Lorenzo Guetti, il curato della Quadra, nel Bleggio. Pochi invece sanno che per sostenere quel processo di affrancamento dalla miseria e dalla necessità di emigrare, egli si sobbarcò una capillare opera formativa dei soci delle cooperative, di quei contadini poveri individualmente, ma divenuti forti collettivamente che accettarono di studiare, cavando fuori da sé stessi quelle doti che li fecero abili gestori di un patrimonio comune, lavoratori esperti di zootecnia, agronomia e contabilità, e anzitutto “galantuomini” per mettere radici di fiducia reciproca alla nuova costruzione. Anche per questo motivo, per questa opera educativa rivolta agli adulti che contraddistinse il fondatore della cooperazione, la scuola che riunisce in un unico polo di quasi 1000 studenti gli indirizzi di istruzione pubblica superiore delle Giudicarie si è voluta intitolare a lui e si chiama “Lorenzo Guetti”. L’attenzione che l’Istituto di Istruzione rivolge alla formazione degli adulti è stata una costante della sua presenza nel territorio, fin dalla sua origine.

ragioniere. Tale offerta accoglie ogni anno mediamente una trentina di adulti, prevalentemente concentrati nel triennio che conduce al diploma. I principi che ispirano i corsi serali a differenza di quelli per i minori sono la modularità e la flessibilità, il riconoscimento di crediti formativi maturati in altri percorsi, l’assistenza personalizzata da parte dei docenti che a questi momenti dedicano parte del loro orario di lavoro Più recentemente gli adulti arrivano al Guetti anche grazie ai “corsi liberi” che offrono loro la possibilità di brevi percorsi per l’acquisizione di competenze informatiche e linguistiche, anche certificate, oltre ad un discreto ventaglio di corsi culturali. Negli anni l’utenza è andata crescendo con una progressione che ha portato a scuola in media 250 persone ogni anno. Fa premio in questa opportunità la “leggerezza” in termini di orario e di costo (al massimo 60€ per i corsi più lunghi), le due sessioni – autunnale e primaverile – interessanti per una popolazione adulta che spesso è occupata stagionalmente, e sempre il valore della qualità dei docenti e la possibilità di crescita personale e professionale in un mondo in rapida trasformazione. Novità per l’anno 2012/13 è un ampliamento dei corsi liberi di lingue straniere: all’inglese e al tedesco, allo spagnolo e al francese, si aggiungono il russo e l’arabo, nonché un corso di italiano per stranieri che affrontano il test della patente di guida. Per gli artigiani interessati al disegno tecnico al computer parte il nuovo corso di SketchUp. A tutti, specie ai genitori, si rivolge l’atteso corso sui social network (face book, youtube, twitter). Non manca l’arte, a grande richiesta, con il disegno in bianco e nero e il teatro. Di anno in anno, in rapporto alle sollecitazioni dell’attualità, cambiano le proposte di corsi liberi “culturali”. Insomma, un menù a cui non è facile restare indifferenti.

Si cominciò con i corsi serali… per lavoratori Lo è stata con gli storici “corsi serali per lavoratori”, finalizzati al conseguimento dei diplomi di geometra e 26

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della vita” - per continuare a vivere da protagonisti i cambiamenti che investono il mondo, meno intimoriti, più consapevoli e dunque più attivi. La testimonianza di Sandra… Attenzione anche al diploma di licenza… Non è mancata l’attenzione a chi, adulto, era sprovvisto di licenza media e alcune iniziative sono state avviate in collaborazione con l’Istituto comprensivo, benchè limitate nel tempo e nell’efficacia dalla mancanza di personale specificamente formato per l’insegnamento rivolto a questa fascia di persone. Un’attenzione crescente è stata rivolta alla popolazione straniera, per la quale sono stati predisposti nel tempo “corsi di italiano come seconda lingua”: momenti per apprendere il mezzo comunicativo, ma anche aspetti di cultura e di civiltà italiana. Fra gli stranieri una presenza significativa è stata quella delle donne, alle quali si è andati incontro con corsi collocati in orari compatibili con il lavoro, di cura dei propri bambini o degli anziani, nel caso di donne badanti. Riguardo alla necessità e all’importanza di tale offerta, basti dire che in Giudicarie la presenza di immigrati (dati di fine 2010) supera le 3.000 unità, ossia si avvicina al 10% della popolazione residente, in linea con la media provinciale. E’ una presenza necessaria al tessuto produttivo, tanto in quello industriale della valle del Chiese, quanto a quello agricolo delle zone del Bleggio e del Lomaso. Ora si parte col Centro Eda La partenza a breve di un “Centro per l’Educazione degli Adulti” può contare così su un retroterra ben preparato e tuttavia bisognoso di veder integrarsi questa varietà di iniziative formative, focalizzando al meglio l’obiettivo principale: dare ad ognuno – nell’ottica del diritto allo studio e quindi all’interno di una cornice pubblica – la possibilità di sviluppare i propri talenti e partecipare a pieno titolo alla vita economica, sociale e politica del territorio. Anche oggi, seppur in modo molto dissimile dai tempi di don Guetti, si è confrontati con una crisi e una sfida. Non è tanto, come allora, l’emigrazione delle persone a preoccupare, quanto piuttosto la fuga delle imprese e la domanda di un futuro per le produzioni locali. Come risalire la china, senza per questo svendere dignità e integrità del territorio? La scommessa di un Centro EDA è giocata sul terreno della formazione, di una formazione continua – “lungo tutto l’arco n. 9-10 settembre-ottobre 2012

Il miglior riconoscimento al nostro lavoro con gli adulti ci viene quando qualcuno, come ha fatto Sandra, raggiunto il diploma, ci conferma: “Un tempo non capivo di cosa stesse parlando il personale della banca quando mi proponeva un contratto. Oggi non ho più bisogno di rivolgermi al commercialista, so interloquire direttamente e con cognizione di causa … vivo nel mio mondo a testa alta”. Con molti adulti, questo passaggio è agevole: non è raro incontrare persone di grandi capacità, affinate dall’esperienza. Quel che serve è un sistema che le riconosca, le valorizzi, le certifichi. Dare dignità a “giacimenti di saperi e di abilità” Un’offerta formativa come quella di un Centro EDA, organizzata in percorsi modulari, flessibili, dinamici, capace di esplicitare e certificare le competenze già presenti o acquisite, fa un grande servizio alle persone e al sistema economico nel suo complesso. Opera in quella zona che precede il mercato del lavoro in senso stretto, dando dignità a quei “giacimenti” di saperi e di abilità di cui molti sono portatori e che tuttavia aspettano le parole per essere espressi e uno “specchio” in cui venir riconosciuti pubblicamente. Centro, luogo d’incontro In questo senso il Centro potrà offrirsi come luogo di incontro di iniziative formative promosse da diversi soggetti e per diverse finalità, come avviene altrove: nell’EDA troveranno spazio adeguato i percorsi per raggiungere la licenza media e non solo, come i corsi proposti da Cinformi per l’integrazione delle persone straniere o i corsi di riqualificazione professionale dell’Agenzia del Lavoro. Una scuola aperta dalle 7 alle 23 riesce a dare un buon messaggio: dire che apprendere è una attività vitale, non confinata in un tempo della vita, ma possibile e utile sempre. Buona nascita e lunga vita, quindi, al Centro EDA di Tione! Ilaria Pedrini Insegnante istituto istruzione “Lorenzo Guetti” Tione 27


Istituto “Marie Curie” Pergine Valsugana PERITO SPECIALE

Un traguardo raggiunto con successo Oggi vogliamo raccontarvi una delle tante storie di uno studente un po’ speciale che è riuscito a conseguire il diploma di Perito Informatico grazie al Corso Serale presente presso l’ Istituto “Marie Curie” di Pergine Valsugana. Il nostro protagonista si chiama: Ivo Moser, classe 1967, residente a Pergine Valsugana, sposato e padre di un bel bambino. Il lavoro all’estero Da ragazzo era uno studente con tante idee per la testa e la passione per i computer. Insomma era uno di quelli che passavano le ore davanti a Commodore e Spectrum, non solo per giocare, ma anche per cercare di capire ciò che succedeva dentro quegli strani apparecchi. Certo la scuola non lo appassionava come i computer e, per questo, il suo percorso scolastico si è presto interrotto, per quelle bizzarre combinazioni che molto spesso rivoluzionano la vita di uno studente “non proprio modello”. La scuola, infatti, quando era un ragazzo, non era certo la sua priorità e, complice anche qualche insegnante un po’ “rigido”, è diventata un peso e sono arrivati i primi insuccessi. Certo aveva le sue materie preferite, italiano, storia e matematica, ma le altre non gli andavano proprio a genio. Chiaramente i genitori non potevano accettare la sua mancanza di voglia di studiare e ben presto inevitabile fu la scelta di abbandonare la scuola. Trova lavoro nella cava di porfido: un lavoro molto faticoso, ma anche abbastanza remunerato, e guadagnare bene in giovane età non fa certo venire voglia di tornare sui banchi di scuola. D’altra parte ad Ivo non mancavano certo le energie e la voglia di far sempre meglio. In breve tempo, infatti, il nostro Ivo trova un secondo impiego come posatore di pietre per una ditta italiana che lo ha portato a lavorare in Svizzera ed in Germania. Ancora una volta si trattava di un lavoro faticoso e ben remunerato. E la voglia di rimettersi a studiare era ancora lontana. In tutti questi anni ha comunque sempre coltivato la sua passione per l’informatica, ma ovviamente solo nei ritagli di tempo. Voglia di casa, voglia di famiglia A metà degli anni Novanta Ivo comincia a pensare alla famiglia e si trova un lavoro più tranquillo presso una 28

falegnameria nei dintorni di Pergine Valsugana, che gli consente di dedicarsi un po’ anche a Morena, l’amore della sua vita, e di sposarla. In questo periodo ha anche cominciato a mettere a frutto le sue abilità in campo di elettronica proponendosi come fornitore di service audio, ovvero quell’attività che consiste nel noleggiare ed installare tutte le apparecchiature (microfoni, amplificatori, mixer, casse, …) che fanno funzionare feste campestri, concerti e sagre paesane. Per dedicare più tempo all’attività in proprio, decide di lavorare part time in falegnameria; lo sostiene in questa scelta la moglie Morena, anche lei appassionata di informatica, e sua compagna di lavoro. Lui scrive software, lei progetta siti web. Ivo progetta, scrive e vende programmi di contabilità costruiti su misura per il cliente e comincia ad entrare in contatto con la realtà locale, e, grazie alle sue buone competenze relazionali, riesce ad ottenere parecchi incarichi. Di nuovo sui banchi di scuola A questo punto della sua vita comincia a pensare che un titolo di studio non guasterebbe; si informa un po’ e scopre che proprio a Pergine, presso l’Istituto Marie Curie, c’è il corso serale I.T.I. ad indirizzo informatico, a partire dalla terza. “Sembra fatto apposta”, pensa, e dopo averne parlato con Morena, si iscrive al corso. Inizialmente Morena lo affianca anche in questa avventura, poi decide di lasciare per potersi dedicare a lavoro e famiglia. Lui, questa volta convinto e fortemente motivato, prosegue. Nella classe si instaura fin da subito un forte spirito di gruppo, grazie al quale gli studenti si aiutano a vicenda. Data la sua esperienza di programmatore, Ivo assume un ruolo particolare, come persona di riferimento per i momenti di difficoltà. E si fa coinvolgere talmente in questo ruolo, da rifiutare la proposta di accelerare il percorso scolastico, visti gli ottimi risultati, e accedere direttamente alla classe quarta dopo aver sostenuto il colloquio. La terza è quasi una passeggiata per lui; la quarta comincia a diventare più impegnativa, ma i risultati sono sempre stati molto buoni. In quinta anche Ivo comincia a sentire la fatica. È pur vero che lavora in falegnameria solo la mattina, ma le attività che svolge in proprio, l’attenzione che la famiglia richiede e la fatica dei due anni precedenti iniziano a pesare anche per lui. La classe però ha reagito bene, ed il piccolo gruppo rimasto (gli iscritti da 17 iniziali della terza sono diventati cinque) ha dato prova di grande affiatamento e solidarietà. Non stiamo a raccontarvi i commenti che certe sere, verso mezzanotte, nascevano spontanei nella classe durante la spiegazione di integrali, amplificatori, e comandi SQL! n. 9-10 settembre-ottobre 2012


La tenacia premia Ivo arriva al traguardo, l’esame di Stato, con un’ ottima preparazione e con una straordinaria voglia di riscattarsi come studente. Purtroppo non sempre la vita va come noi l’abbiamo programmata e Ivo si ammala proprio pochi giorni prima di iniziare l’esame. Determinato a non mollare proprio in vista del traguardo, sostiene le prove scritte con la febbre alta. Alla vista dei risultati conseguiti nelle tre prove scritte, che lo portano già oltre il sessanta, la tensione cala un pochino e la malattia prende il sopravvento e Morena non può far altro che portarlo d’urgenza in ospedale, dove viene ricoverato con una grave polmonite. La prognosi fa sfumare ogni speranza di concludere l’esame entro luglio. L’esame orale viene rinviato a settembre. Ivo rimane ricoverato fino ai primi di agosto e poi, con gran fatica e un po’ di invidia per i compagni che hanno già finito, comincia a riprendere i libri in mano. Il 12 settembre la Commissione si riunisce per il colloquio dell’unico candidato rimasto. Ivo presenta il suo asso nella manica: una tesina dal titolo “Aggiornamento dei contenuti nei siti web”! Nella presentazione del suo lavoro dà prova di conoscere non solo le tecniche attuali, ma anche tutte quelle che si sono succedute nell’arco di un ventennio. La commissione riesce a fatica a contenere il suo entusiasmo, e rimane impressionata dal lavoro svolto e dall’abilità con la quale Ivo riesce a presentarlo. La votazione riportata, 98/100, è un successo straordinario che va oltre il significato che uno studente di un corso diurno potrebbe attribuire a quel voto a cui mancano solo due punti per il massimo.

tale, soprattutto nei corsi serali, la continuità didattica e rimpiange ancora alcuni docenti che hanno dovuto cambiare scuola. Certo non nasconde che solo una forte motivazione e convinzione debbano essere alla base della scelta di frequentare un corso serale perché, conciliare gli impegni di lavoro con le lezioni serali, è molto faticoso e impegnativo. Un testimonial d’eccezione Quando si è arrivati a parlare di futuro lavorativo, Ivo ci ha raccontato di non aver intenzione di fare il programmatore per tutta la vita, ma di essere piuttosto interessato a trovare un ambiente più stimolante, legato ovviamente alle nuove tecnologie, ma non necessariamente all’informatica. L’incontro è stato piacevole ed Ivo, come sempre, aveva molto da raccontare; ci ha dato anche qualche consiglio sui contenuti da inserire nei programmi didattici di informatica per coinvolgere i più giovani. Prima di salutarci gli abbiamo proposto di entrare in classe con noi, la “campanella “ è già suonata per i nostri nuovi studenti di Terza e forse chissà ascoltare la storia di Ivo, un pezzetto della sua esperienza, e leggere nei suoi occhi la gioia per il successo ottenuto potrà essere di sprone per tutti coloro che stanno affrontando una nuova avventura! Noi lo speriamo di cuore e così sicuramente anche Ivo! Diego Paternolli Docente referente del corso serale

Nuove idee per il futuro Qualche giorno fa lo abbiamo rivisto ed abbiamo rivissuto il suo percorso scolastico con qualche risata e un po’ di nostalgia. Ivo avrebbe tanta voglia ancora di mettersi in gioco e di lanciare a se stesso una nuova sfida! “Quest’anno lo devo dedicare alla famiglia” ci ha detto, “ma non è escluso che in futuro possa iscrivermi all’università. L’ideale sarebbe Informatica o Ingegneria, ma sono scelte poco conciliabili con la mia situazione”. Alla nostra domanda: “Cosa ti ha dato la forza e la motivazione per raggiungere questo obiettivo?, lui ha risposto senza pensarci un attimo. “L’appoggio di Morena, lo spirito di gruppo nella classe, la disponibilità degli insegnanti a fornire aiuti mirati agli studenti sono stati la carta vincente per il mio successo personale e professionale! Aggiunge che ritiene fondamenn. 9-10 settembre-ottobre 2012

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Istituto di Istruzione “A. Degasperi” di Borgo Valsugana SERALE

Verso il Centro EDA Dal 2003 presso l’Istituto di Istruzione “A. Degasperi” di Borgo Valsugana sono attivi i corsi di istruzione secondaria di secondo grado di Dirigente di Comunità, Geometra e Ragioniere, grazie ai quali hanno finora raggiunto il diploma oltre 400 studenti. Con la riforma dei corsi di studio, l’offerta formativa serale del Degasperi è stata modificata con l’attivazione dei seguenti indirizzi: Tecnico dei Servizi Socio Sanitari, Istituto Tecnico Costruzione Ambiente e Territorio, Istituto Tecnico Amministrazione Finanza e Marketing. Al centro la persona I profondi cambiamenti determinatisi nella società contemporanea e la necessità di garantire sempre più una formazione continua (lifelong learning), trovano una risposta forte ed esaustiva in questi corsi serali, che consentono sia la qualificazione di giovani e adulti privi di una professionalità specifica, che la riconversione professionale di adulti già inseriti in ambito lavorativo. I corsi del Degasperi sono caratterizzati da una didattica modulare che mette al centro la persona e il suo vissuto, non solo scolastico, ma anche professionale e di vita. È con tale criterio che si procede all’attribuzione dei crediti formativi, che permettono di abbreviare il percorso scolastico nel rispetto della qualità dei risultati. Dal prossimo anno scolastico, al fine di ampliare l’offerta formativa rispetto alle esigenze di formazione sul territorio, il Degasperi attiverà un Centro EdA per l’Educazione degli Adulti. A tal fine è stato incaricato Giorgio Galvan, docente di musica presso l’Istituto Comprensivo di Borgo Valsugana, in modo da creare relazioni di collaborazione con le istituzioni e gli enti interessati che si trovano nella Bassa Valsugana, nel Tesino e nel Primiero. In particolare a breve inizierà un corso di Italiano L2 per stranieri adulti in collaborazione con il Cinformi di Trento. Anna Cassol Non si può parlare di SIRIO al “Degasperi” e non ricordare Anna Cassol, la docente scomparsa lo scorso 30 luglio dopo aver lottato con tenacia e coraggio esemplari, per più di un anno, contro un male rivelatosi poi incurabile. Aveva solamente 53 anni, ma ha 30

lasciato un segno indelebile e profondo nella vita culturale della Valsugana, un vuoto incolmabile. La sua visione della scuola l’aveva portata, nel 2003, ad introdurre nell’offerta formativa dell’Istituto “Degasperi” di Borgo Valsugana, i corsi serali SIRIO. SIRIO non l’aveva inventato Lei, ma assolutamente sua è l’interpretazione che più lo ha reso efficace e capace di dare la possibilità, a centinaia di persone, di trovare un percorso scolastico che poteva e sapeva accompagnarli verso il diploma. L’entusiasmo, la passione e la professionalità che hanno contraddistinto Anna nella complessa attività di organizzazione dei corsi, erano, e sono ancora, un esempio ed un punto di riferimento per tutta la Provincia di Trento; per questo proprio Anna era invitata in varie sedi per riferire e raccontare dell’esperienza che qui aveva saputo realizzare. Donna estremamente colta, si nutriva di letteratura e filosofia, riuscendo in maniera straordinaria a trasferire questa sua passione agli studenti che, con entusiasmo, frequentavano i suoi corsi, scoprendo la bellezza ed il fascino della cultura. E da qui l’attenzione per ogni singolo studente, l’ascolto dei problemi, delle difficoltà degli studenti lavoratori che la sera si rimettevano in auto per raggiungere il “Degasperi”, lo sforzo di creare a scuola un clima sereno e familiare, l’incoraggiamento ad andare avanti. Diversi gli studenti che si erano iscritti al SIRIO per il puro gusto di imparare. Spesso era stata proprio lei, a trovare le parole giuste per convincere qualcuno a riprendere gli studi. A volte si dice che un buon insegnante deve portare nella vita la propria materia. Anna, con la sua sensibilità, con la sua competenza e con il suo coinvolgimento, era lei stessa letteratura, era lei stessa poesia. Questa probabilmente è una delle testimonianze più profonde che ci ha lasciato: i pensieri e gli stati d’animo che la grande letteratura ci ha tramandato continuano a parlarci di noi, e ci danno le parole e i concetti con i quali cercare di esprimere noi stessi e il nostro desiderio di essere sempre un po’ più di quel che siamo. (S.I.) n. 9-10 settembre-ottobre 2012


Centro Formazione Insegnanti - Rovereto FORMAZIONE

L’intervento del Centro dal 2010 Il Centro Formazione Insegnanti di Rovereto si è assunto, fin dal primo anno di attività, l’impegno a valorizzare la portata ed il ruolo dell’insegnamento degli adulti , cercando di farlo uscire da una condizione di isolamento e di insegretimento che lo riduce ad appendice del sistema scuola e sottovalutando e non riconoscendo il generoso contributo che esso può dare allo sviluppo socio-culturale: dal primo seminario del 2010 alle ultime azioni di quest’anno. Dalle 150 ore alla Lifelong learning Se negli anni Settanta l’educazione degli adulti era riconducibile ai corsi delle “150 ore” come garanzia del diritto allo studio per tutti, come risarcimento per gli esclusi, oggi si riconnette apertamente agli obiettivi della Lifelong learning ad una visione cioè che mira ed integrare istruzione e formazione per favorire, per l’appunto,“l’apprendimento in tutto l’arco della vita”. Ciò non significa ovviamente che sia venuta meno la funzione di compensazione di deficit di titolo di studio di base (specie in considerazione della fascia di recente immigrazione) che l’EDA è in grado di garantire, ma è certo marginale ed una concezione che la releghi a tale ruolo risulta anacronistica e riduttiva. La progressiva transizione verso la società della conoscenza che, mentre dematerializza il lavoro lo va arricchendo di componenti intellettuali, ha imposto la necessità di centrare la formazione, in particolare degli adulti, sull’acquisizione di competenze non solo legate

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alle nuove richieste professionali, ma in particolare di quelle che permettano all’individuo di sviluppare pienamente le proprie potenzialità e così facendo di contribuire allo sviluppo della società nel suo complesso. Apprendimento nell’arco della vita Tema centrale di questa nuova prospettiva della formazione è quello dell’apprendimento, riconosciuto come pervasivo nell’esperienza umana durante tutto l’arco della vita e se all’individuo viene riconosciuta una diretta responsabilità nella scelta dei tempi, dei modi, nella gestione dello stesso, alle istituzioni formative delegate all’istruzione tout-court viene attribuito il compito di saper valorizzare, integrare e correlare gli apporti di apprendimento derivanti da attività non formali ed informali che negli adulti rappresentano quote di sapere sommerso di straordinaria ricchezza. Risulta evidente che la scuola se non si attrezza in modo adeguato per far fronte alle nuove sfide corre il rischio di essere come chi, in terra straniera, non sapendo leggere le diversità subisce l’estraneazione e si rifugia nei rassicuranti non luoghi o come chi, rispetto alle nuove tecnologie, non sapendo coglierne la potenzailità le sottoutilizza limitandosi agli usi consueti. Ora, pare evidente che i docenti che lavorano nei corsi serali e nei centri eda necessitano più di altri di una formazione specifica che li accompagni nell’espletamento della funzione educativa, di un aggiornamento della formazione che contribuisca fattivamente al loro sviluppo professionale. Il primo seminario nel 2010 Le azioni che il Centro ha realizzato trovano il loro co-

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zione, l’apprendimento ecc., è stato organizzato il percorso Insegnamento e apprendimento nell’educazione degli adulti. Tale iniziativa ha proposto un aggiornamento circa la letteratura scientifica e le metodologie didattiche più recenti espresse in questo ambito, approfondendo i temi delle nuove frontiere della andragogia, del profilo professionale del docente che opera con gli adulti, della gestione dell’aula, dei modelli di programmazione didattica in un’ottica orientativa, dei nuovi Piani di studio Provinciali e delle competenze orientative. mun denominatore nell’obiettivo di supportare i docenti nell’adeguare la pratica didattica ai bisogni di quell’utente particolare che è l’adulto. Attraverso la promozione delle attività formative ha offerto agli insegnati l’occasione di costituire progressivamente una comunità di pratica che a partire dal comune arricchimento della preparazione e dagli stimoli acquisiti dalle lezioni teoriche fosse capace di elaborazioni di strumenti didattici da utilizzare nella quotidianità del lavoro in aula. L’impegno del Centro nella formazione degli adulti inizia con un primo seminario nel 2010 organizzato con lo scopo di mandare un segnale di attenzione e interesse ai docenti del settore e per registrarne attese e bisogni. La scelta del titolo del workshop che si collocava significativamente nelle giornate di Educa, Cambio generazionale-scambio di stili di apprendimento, non fu un vezzo o una concessione nei confronti del contesto ospitante ma voleva enfatizzare la interrelazione funzionale, nei processi educativi, fra innovazione e tradizione. Con la formula della tavola rotonda, otto insegnanti impegnati nell’eda, misero a confronto le nuove teorie della pedagogia e dell’andragogia in rapporto al tema dell’evoluzione dei saperi e delle trasformazioni indotte sul piano della trasmissione e dell’acquisizione delle conoscenze. Il Corso L’EDA e il CILS Qualche mese dopo (e fu la risposta ad un preciso bisogno di aggiornamento su un’area tematica di grande attualità vale a dire quello della Certificazione di Italiano come Lingua Straniera), il Corso L’EDA e il CILS ebbe l’obiettivo di supportare i docenti impegnati nell’insegnamento di italiano L2 per adulti, nella progettazione di percorsi personalizzati coerenti con i bisogni e il livello di preparazione del gruppo di utenti destinatari dell’attività didattica. Nel 2011 c’è un percorso organico ed articolato con la finalità di integrare i molteplici elementi che entrano in gioco nel lavoro dei docente degli adulti. Muovendo dalla considerazione che insegnare a tali soggetti significa misurarsi con persone che non solo presentano una caratterizzazione psicologica diversa da quella dei giovani studenti, ma che, e soprattutto, sono immerse in un universo di problematiche specifiche che incidono sul loro modo di stare dentro l’aula, condizionano il loro stile di apprendimento la motivazione, l’atten32

2012: Adulti in formazione Il percorso 2012, Adulti in formazione, si colloca in stretta continuità con l’esperienze pregresse e vuole rappresentarne lo sviluppo coerente e maturo. Nello specifico vuole dare risposta alle istanze che nel corso delle attività promosse negli anni scorsi sono emerse dai docenti che le hanno frequentate. Da parte dei docenti quest’anno è stata sottolineata la domanda di spendibilità della formazione, di una prossimità stretta con la pratica didattica, con il vissuto esperienziale dei lavoratori della scuola che segnano significativamente l’impostazione del corso di quest’anno. Per altro questa prospettiva riflette la piena coerenza con il modello formativo proprio della mission del Centro che, nell’allestimento dei suoi percorsi formativi, elegge la modalità della comunità di pratica strategia privilegiata. Coerentemente con tale impostazione, il percorso prevede una articolazione che a due momenti teorici dedicati al tema delle competenze fa seguire un’importante sequenza di attività laboratoriale dedicata a sei diversi ambiti specifici (italiano L2, licenza media, discipline umanistiche, discipline scientifiche – tecniche e discipline giuridico economiche) guidata da altrettanti docenti che da anni insegnano in quei settori e che per svolgere la funzione di coordinatori hanno avuto dal Centro una formazione peculiare sul fare programmazione e sulla conduzione e gestione del gruppo. Dal confronto alla rete A dare le coordinate teoriche e le consegne per il lavoro dei docenti è stato chiamato Dario Nicoli, docente dell’Università Cattolica di Milano che per il Miur ha già diretto vari corsi per insegnanti e dirigenti dedicati al tema delle competenze, tra i quali recentemente La didattica per competenze e Valutazione e certificazione delle competenze. La conclusione delle attività e la restituzione dei lavori dei laboratori è stata pensata come evento pubblico sul tema “Dal confronto alla rete”, per far dialogare i vari soggetti che, a diverso titolo, operano sul territorio nel settore della educazione degli adulti, nella prospettiva di una collaborazione effettiva che razionalizzi e rafforzi gli interventi in tale ambito. Mauro Calzà n. 9-10 settembre-ottobre 2012


IPRASE UNIVERSITÀ COMUNE TN

il torneo A SUON DI PAROLE

… contro il “parlare a vanvera” La seconda edizione del torneo di dibattito “A suon di parole” si è conclusa il 4 giugno con la vittoria del Liceo “L. da Vinci”, che si era già aggiudicato la finale del 2011. Le classi che si sono affrontate presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, assistite da un folto pubblico e da tifoserie contrapposte, sono state la III scientifico per le professioni del turismo di montagna del Liceo “L. Guetti” di Tione e la IVE scientifico del Liceo “L. Da Vinci” di Trento. La controversia Le due squadre hanno sostenuto una controversia attorno alle tesi: “Il processo di integrazione europea deve essere più coraggioso” (IIISM del Liceo “Guetti”) e “Il processo di integrazione europea deve essere più prudente” (IVSE del Liceo “da Vinci”). Sia la tesi da sostenere, sia l’ordine di esposizione erano state precedentemente estratte a sorte e comunicate agli studenti dal gruppo di coordinamento del progetto circa due settimane prima dello scontro. Ogni oratore o oratrice hanno avuto durante la gara un tempo massimo di tre minuti per esporre il proprio ragionamento. Sei oratori (tre per classe) si sono avvicendati nella fase argomentativa e altrettanti nella fase contro argomentativa. Tra una fase e l’altra e alla conclusione dello scontro una giuria esterna, composta dal direttore del dipartimento di Scienze Giuridiche G. Santucci, dalla diri-

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gente del Comune C. Campestrini e dal ricercatore di Giurisprudenza T. Beggio, ha valutato sulla base di criteri condivisi ogni intervento e attribuito dei punteggio ad ogni intervento. La giuria ha altresì segnalato i migliori oratori che per la fase argomentativa sono stati Elisa Parisi, (Liceo “Guetti”) e Martina Nardelli (Liceo “Da Vinci”) e, per la fase controargomentativa, Alessandro Giovannini, (Liceo “Da Vinci”) e Nicola Castagna (Liceo “Guetti”). Un punto di vista che sappia mediare Gli studenti hanno disputato un problema attuale e complesso che ha ripreso un tema che era stato ampiamente discusso nel Festival dell’Economia appena concluso, come ha osservato l’assessore alla Cultura, turismo e giovani del Comune di Trento Lucia Maestri nel suo intervento iniziale. In esso, dopo avere sollecitato negli studenti una riflessione sulla giornata di lutto nazionale per il terremoto dell’Emilia Romagna, l’assessore ha auspicato che il metodo del dialogo, pur basato su opinioni divergenti ma esposte in modo civile e argomentato, possa diventare un modo di essere costante per gli studenti, augurandosi anche che il torneo per la sua qualità educativa possa coinvolgere un numero sempre maggiore di giovani e scuole, magari non solo trentine.

L’abilità retorica e la capacità di affrontare in modo approfondito e documentato il dibattito da parte dei giovani è stata sottolineata nel momento della consegna dei trofei anche dall’assessore all’Istruzione e sport della PAT, Marta Dalmaso, che ha osservato come proprio dal confronto tra posizioni contrapposte possa generarsi un punto di vista che sappia mediare e fare sintesi di idee diverse. Il torneo di dibattito La sfida finale di giugno rappresenta la conclusione di un lungo percorso iniziato nell’autunno del 2011 con l’organizzazione del torneo che, grazie al successo della prima esperienza pilota del progetto “A suon di parole” è cresciuto e ha coinvolto 5 Licei, 23 classi, 470 studenti, circa 70 insegnanti e 20 giudici. In tutto sono state disputate 24 gare e sono stati discussi 23 argomenti. Il torneo è stato reso possibile grazie ad una partnership tra l’IPRASE, il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Trento e l’Assessorato alla Cultura, turismo e giovani del Comune di Trento. Il team che ha gestito le gare è composto da Chiara Tamanini e Francesco Bailo, coordinatori del progetto per l’IPRASE, Paolo Sommaggio e Tomaso Beggio, referenti per la Facoltà di Giurisprudenza, Rosanna Wegher, rappresentante per Comune di Trento, Laura Simeon e Michele Dossi, docenti rispettivamente del Liceo “G. Galilei” e del Liceo “L. da Vinci” e che hanno lavorato al progetto fin dalle sue prime fasi. Il modello processuale dialettico Nella seconda edizione, vista la maggiore partecipazione e conseguente complessità del torneo, sono stati coinvolti maggiormen33


te i docenti delle varie scuole, sia in qualità di allenatori-tutores delle proprie classi, sia in qualità di giudici, avendo ovviamente cura per questa funzione di fare riferimento a docenti che non fossero coinvolti con proprie classi nel torneo. È stata organizzata pertanto una formazione esplicitamente dedicata ai docenti, oltre a quella per gli studenti. La formazione nel suo complesso è stata curata dal Dipartimento di Scienze Giuridiche. I formatori, sfruttando alcuni concetti fondamentali della retorica classica e dell’argomentazione contemporanea, hanno presentato il modello processuale dialettico - secondo cui due tesi in opposizione si scontrano di fronte ad un terzo giudicante - come modello di risoluzione razionale della controversia. In particolare, l’attività formativa ha fatto riferimento alle metafore del discorso come: • “percorso” per cui l’ascoltatore viene condotto dal punto di partenza del luogo comune all’adesione ad una tesi, attraverso argomentazioni e contro-argomentazioni costruite secondo regole tecniche e logiche ben precise; • “edificio” per cui il discorso viene costruito per gradi e di livello in livello, superando le obiezioni dell’avversario attraverso una retorica che sappia coinvolgere con discorsi esposti in modo attraente, esplicativo, motivante e confutativo.

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Un lavoro di equipe I concetti affrontati, come si può constatare, sono abbastanza complessi e tecnici, ma sono stati comunicati agli studenti in modo immediato e concreto, facendo riferimento a situazioni vicine all’esperienza dei giovani e utilizzando esercitazioni pratiche. Tanto è vero che le classi hanno appreso rapidamente il metodo del dibattere e hanno iniziato subito a gareggiare. Alle classi sono stati indicati anche i ruoli che potevano essere svolti sia per costruire le argomentazioni e le contro argomentazioni nel modo più efficace, sia al fine di permettere la partecipazione alla gara degli studenti sulla base delle loro caratteristiche personali. Si è fatto così riferimento al ruolo dei “cercatori” tipico di chi cerca le informazioni, le fonti e gli argomenti; degli “organizzatori-estensori”, che organizzano il materiale progettando l’argo-

mentazione; degli “attori-oratori” che presentano il discorso al pubblico e alla giuria; dei “confutatori” che ascoltano l’argomentazione degli avversari al fine di trovare contraddizioni o fallacie. L’individuazione della giuria La prima fase del torneo si è svolta tra dicembre e febbraio all’interno delle varie scuole; lo scontro tra le classi finaliste di ogni Istituto è stato invece gestito dal gruppo di coordinamento che ha indicato come tema da dibattere la questione: “Essere giovani oggi è più facile che in passato” e “Essere giovani oggi è più difficile che in passato”. A marzo le classi vincitrici dei Licei “G. Prati”, “G. Galilei” e “L. da Vinci” di Trento erano pronte a confrontarsi tra di loro per fare emergere la classe finalista; lo stesso è avvenuto per le classi vincitrici dei due Licei non cittadini, cioè il Liceo “A. Maffei” di Riva del Garda e il Liceo “L. Guetti” di Tione. Le semifinali del torneo sono state organizzate dal gruppo di coordinamento che anche in questo caso ha indicato gli argomenti degli scontri: “La cura di sé serve a stare bene con se stessi/La cura di sé serve ad essere accettati”; Le regole rappresentano un limite/Le regole rappresentano un’opportunità”; “La street art è arte/La street art non è arte”; “Lo svago notturno in città è un problema/Lo svago notturno in città è un’opportunità”. Un aspetto delicato del torneo è stata l’individuazione della giuria che deve garantire l’aspetto della terzietà e imparzialità e che deve inoln. 9-10 settembre-ottobre 2012


tre condividere i criteri di giudizio che sono stati individuati e definiti dal gruppo di coordinamento. Tali criteri riguardano l’equilibro tra il contenuto e la forma dei discorsi. Il contenuto è giudicato in riferimento alla quantità e qualità dell’argomentazione e della controargomentazione e alla pertinenza dell’intervento; la forma dei discorsi si riferisce invece alla lucidità espositiva, all’appropriatezza lessicale e all’actio, cioè alla capacità di coinvolgere e convincere l’uditorio. L’importanza del dibattere Tra i molti aspetti educativi del torneo si sceglie qui di fare riferimento a sei concetti chiave che mostrano come attraverso il torneo possano essere perseguiti alcune finalità e obiettivi indicati come centrali dai “Piani di studio provinciali”. Confronto civico. Il dibattito permette agli studenti di confrontarsi su tematiche di carattere civico e sociale in modo pacato e rispettoso del punto di vista degli altri. In questo modo si evidenzia che esiste un modo di presentare le proprie opinioni diverso da quello a cui ci hanno abituato molti mezzi di comunicazione di massa (basti pensare al talk show televisivi) o alcune degenerazioni del confronto democratico. Analizzare temi complessi. Per sua natura la discussione su argomenti che prevedono posizioni opposte permette di mettere in

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luce come le questioni che caratterizzano nostra realtà globalizzata e carente di teorie che la sappiano adeguatamente interpretare siano complesse e multiformi. Una scelta ben precisa del progetto “A suon di parole” è stata quella di proporre agli studenti tematiche attuali e controverse, per lo più non trattate nei curricoli disciplinari, ma ben presenti nel contesto sociale ed esperienziale di ogni cittadino. Attivare competenze. Durante le gare gli studenti devono dimostrare in pubblico la propria capacità di esposizione orale, di argomentare su temi complessi, di analizzare le posizioni degli altri al fine di confutarle. Devono individuare il momento migliore per esporre le proprie posizioni e il modo migliore per farlo e devono inoltre reagire a situazioni impreviste. Il contesto del dibattito permette dunque agli studenti di “agire” le proprie competenze, di dimostrare, citando Wiggins, ciò che sono in grado di fare con ciò che sanno. Orientamento. Nella squadra e nel momento del dibattito gli studenti mettono in gioco le proprie attitudini e caratteristiche individuali, testando sé stessi, sbagliando, correggendosi o programmando di correggersi, mettendo così in moto

un percorso di orientamento personale autentico. A questo proposito si può citare la testimonianza di una studentessa del Liceo “G. Prati” che scrive: “Un progetto come ‘A suon di parole’ può essere davvero molto utile per chi vuole mettersi alla prova in qualcosa di nuovo, ma anche per vivere una nuova esperienza che, chissà, potrebbe rivelarsi una vocazione per una futura professione, e consente di farsi sentire in una veste nuova e a volte del tutto inaspettata anche a chi magari, in mezzo al coro, non ha una voce forte”. Cooperare per vincere. Non c’è solo una crescita personale durante il torneo, ma c’è anche l’acquisizione che per vincere una controversia bisogna collaborare, lasciando da parte personalismi e superando le inevitabili delusioni. Scrive in una e-mail la II D del Liceo “Prati”: “….Il nostro è stato un percorso in continua crescita. Se infatti ci siamo presentati al primo incontro come singoli, impacciati, timidi, insicuri, la finale ci ha visti disinvolti, sicuri, buoni “attori” e soprattutto uniti come una vera squadra. Ci siamo resi conto che per vincere è necessaria la cooperazione. Abbiamo ritrovato un po’ di quell’unità di classe che ci mancava. Anche quando abbiamo perso, la classe ha saputo trovare il lato positivo accogliendo le critiche in maniera matura e consapevole, dimostrando, nella seconda semifinale, di aver appreso i consigli ricevuti e di averli messi in pratica al meglio”. Imparare un metodo. È forse l’aspetto principale del dibattere ed è quello che comprende forse tutti gli altri. Perché nella controversia i giovani imparano ad esporre in modo controllato e logico le proprie posizioni, imparano ad aprirsi alle ragioni degli altri, a sintetizzare concetti, ad utilizzare un lessico preciso e adatto al contesto. Imparano soprattutto, parafrasando I. Kant, a pensare con la propria testa e che, secondo il noto aforisma di M. de Montaigne, “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”. Chiara Tamanini IPRASE 35


DALLE SCUOLE

Istituto “La Rosa Bianca” Predazzo BES

Un’educatrice racconta… Non abbiamo mai pensato, ne lo pensiamo con la pubblicazione di questo articolo, che l’esperienza ed il percorso di crescita e formazione di un alunno possa essere “narrato” solo da uno dei soggetti coinvolti negli anni scolastici. A maggior ragione, questo non è possibile quando si tratta di un esperienza legata ad un caso di BES (Bisogni Educativi Speciali). C’è la scuola, la famiglia, il consiglio di classe, i singoli insegnanti, eventuali docenti di sostegno, l’educatrice, i compagni di classe, l’altro personale della scuola ecc.; insomma: c’è tutto il contesto, lo sfondo integratore come da anni dice Andrea Canevaro. Per avere, quindi, una narrazione completa di un percorso individuale a scuola di un ragazzo, i soggetti e “le voci” da sentire devono essere proprio tutte. Ciò premesso, a scanso di equivoci, ci sembra comunque interessante ed utile la pubblicazione di un “racconto” che è giunto a didascalie, fatto da un’educatrice che ha seguito per cinque anni un ragazzo presso l’istituto tecnico “La Rosa Bianca” di Cavalese e, precisamente, nella sede di Predazzo, concluso con il conseguimento della maturità. Interessante, perché si sente il coinvolgimento diretto a “la passione” educativa dell’educatrice, perché riguarda un intero quinquennio del secondo ciclo, perché fa continui rimandi anche alle competenze disciplinari e perché… è scorrevole e piacevole nello stile della narrazione. (m.c.) “Signorina Mara, lei è la mia nuova educatrice?” “Signorina Mara, lei è la mia nuova educatrice?” sono queste le parole con cui Luca mi ha accolto il primo giorno di scuola all’Istituto “La Rosa Bianca” di Predazzo. È iniziato così un per-

corso di collaborazione e di amicizia che in questi giorni è arrivato ad una tappa fondamentale: la maturità. Quando l’ho conosciuto, le difficoltà di Luca erano quelle di un ragazzo con un PEI individualizzato, con necessità continua di domande guidate e di stare spesso in aula

di sostegno, e la tendenza a stancarsi molto facilmente e a proiettarsi di continuo nel futuro: fin dal primo giorno, aveva già segnato sulla sua agenda quanti giorni mancavano alla fine della scuola, quanti al suo compleanno... C’era da rimboccarsi le maniche, ma ero molto fiduciosa, perché Luca aveva anche molti assi nella manica: una vita emotiva molto ricca, una grande memoria per quello che gli veniva detto, amore per la lettura, la musica, e un carattere simpatico e aperto: ogni giorno, insieme ai suoi conti alla rovescia sui giorni che mancavano al suo compleanno o alla fine della scuola o a questo o quel tema in classe, Luca mi raccontava piccole barzellette. Ne conosce un’infinità, e ancora oggi questi piccoli momenti di buonumore scandiscono la nostra giornata a scuola. “Sai perché i gatti vedono al buio? Perché non sanno accendere l’interruttore.” In prima classe… Fin dal primo anno, ho cercato di tenerlo il più possibile in classe cercando di coinvolgere anche i compagni per creare un clima di aggregazione, in modo che potesse sentirsi parte integrante del contesto di classe. L’aiuto degli insegnanti in questo percorso di inserimento è stato molto produttivo e positivo, non solo per Luca ma anche per la classe.

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Uno dei punti di forza di Luca sono senz’altro le materie umanistiche. Lui ama molto leggere e si appassiona anche allo studio della storia. In seconda, insieme all’insegnante di italiano, insieme a tutta la classe Luca ha partecipato al Progetto Poesia. È stata sottoposta alla classe una poesia; dopo averla letta, i ragazzi sono usciti per la scuola con un foglio sul quale disegnare un simbolo che per loro era legato alla poesia. Quando poi sono rientrati e si è discusso insieme sui vari disegni, sono emersi moltissimi punti di vista, emozioni... Luca ha dimostrato di avere una sensibilità emotiva molto ricca e sfaccettata. Per lui le emozioni sono un fatto fondamentale dell’esistenza, e nei cinque anni insieme abbiamo fatto un lavoro approfondito di presa di contatto ed espressione delle proprie emozioni. Ci siamo ritagliati alcuni momenti nella settimana dedicati ad attività volte a prendere contatto con la propria sfera emotiva; ricordo ad esempio il “dado delle emozioni”: abbiamo costruito un grosso dado, ogni faccia del quale rappresentava un’emozione (tristezza, gioia, rabbia, gratitudine...); tiravamo il dado e a turno descrivevamo un fatto legato a quella certa emozione. Anch’io mi sono messa in gioco, tirando fuori le mie emozioni e il mio vissuto, a dimostrazione che in questo lavoro le cose non vanno mai a senso unico. In seconda classe… In seconda la classe di Luca ha partecipato al Progetto Affettività; si è parlato dell’educazione sessuale, e da lì è partito un percorso che è durato fino adesso. Luca aveva una visione dell’uon. 9-10 settembre-ottobre 2012

mo e della donna molto legati alla tradizione cristiana, e uno degli aspetti di questo percorso ha portato Luca ad accettare anche modi di concepire l’affettività diversi dal suo. Una collega che un giorno mi ha sostituito mi ha raccontato che, quando lui ha visto il seggiolino per il bambino dentro la sua macchina, le ha chiesto se era sposata, e quando lei gli ha risposto di no lui le ha detto: “Però tu sei brava, non finirai all’Inferno”. L’insegnante di educazione fisica in prima ha promosso un corso di arrampicata per la classe, anche Luca ha partecipato. All’inizio i genitori erano comprensibilmente preoccupati, ma con l’aiuto dell’insegnante, il mio e l’incitamento dei compagni Luca è riuscito ad arrivare fino in cima alla parete. È stato un momento molto importante: Luca quel giorno ha scoperto di poter superare i propri limiti e ha riversato questa maggiore fiducia in se stesso in molti altri aspetti della vita. Sempre con l’insegnante di educazione fisica, in seconda abbiamo pensato di far partecipare la classe al Progetto Scuola Danza promosso dall’Istituto Rosa Bianca con un piccolo spettacolo, e lui ha contribuito con grande entusiasmo nell’organizzazione, nella regia e nell’assistenza dietro le quinte. Sul versante matematico Luca aveva grosse difficoltà, per cui il primo anno è stato di osservazione e pianificazione degli obiettivi. In seconda classe, visti i suoi problemi nell’utilizzo del dena-

ro (Luca confondeva il valore del denaro con la pura e semplice quantità: molte monetine valevano più di una sola banconota) abbiamo creato il Progetto Euro, un percorso concluso in terza e svolto in collaborazione con l’insegnante di matematica. Luca ha sperimentato concretamente l’uso del denaro uscendo e facendo acquisti in paese, confrontando i prezzi, imparando a gestire i soldi che aveva in tasca; in classe, attraverso schede ed esercitazioni Luca ha preso confidenza con il valore del denaro, e oggi è in grado di gestire i propri soldi in modo indipendente. “Dov’è finito lo scolapasta? Era tutto bucato: l’ho buttato via.” Terzo anno… Il terzo anno di scuola è stato fondamentale. Ho attivato dei progetti di orientamento, stage nei quali Luca si recava al di fuori della scuola in altri contesti per sperimentare un’esperienza lavorativa. Gli obiettivi erano di renderlo più autonomo, consapevole dell’ambiente e degli orari di lavoro, e capire le proprie attitudini manuali, non evidenziate in contesto scolastico. Prendere un primo contatto con la realtà del lavoro e con la vita adulta è stato per Luca un passo importantissimo. Un altro grande risultato è stato il viaggio di istruzione. Nei primi due anni Luca non aveva voluto partecipare ai viaggi d’istruzione perché viveva con sofferenza e preoccupazione il distacco per più giorni da casa; le frasi con cui di solito liquidava l’argomento erano “Non parlarmi della gita” o “Mi vuoi costringere a andare in gita”. In terza ha vinto i suoi timori e ha seguito la classe nel viaggio di istruzione a 37


Viareggio, divertendosi moltissimo con i suoi compagni e seguendo il viaggio fino in fondo, tornando assolutamente entusiasta, più sicuro di sé e cosciente che le novità non portano con sé soltanto pericoli, ma anche molte sorprese. “Mamma, mamma, mi è caduto un cubetto di ghiaccio nell’acqua calda e non riesco più a trovarlo!” In quarta… In quarta Luca era ormai perfettamente integrato non solo nella classe, ma nella scuola: con la sua curiosità, la sua simpatia e la sua espansività era diventato amico di molti ragazzi di tutte le classi. Ha seguito con grandissimo entusiasmo la settimana linguistica con i suoi compagni a Londra. Era la prima volta che prendeva l’aereo, che stava così tanto lontano da casa in una città così grande, eppure non era minimamente turbato, e ad ogni occasione dimostrava la propria conoscenza della lingua scambiando qualche parola con i passanti londinesi. Sempre in quarta ha partecipato alla cooperativa scolastica (della quale è stato eletto sindaco), che ha indetto un concorso di fotografia culminato in una mostra. La Cassa Rurale ha scelto le migliori foto della mostra per fare il calen38

dario del 2012. In quanto sindaco, Luca era detentore dei valori della cooperativa, ed è stato lui a presentare ufficialmente la cooperativa al presidente della cooperazione. Nello stesso anno abbiamo proseguito il percorso nel mondo del lavoro. Da questa attività è nata una ricerca sulle aziende no profit che lui ha riportato in classe durante le lezioni di economia aziendale. Vista la sua grande passione per i libri, Luca è stato accolto nella Biblioteca Comunale, naturalmente sempre sotto il mio tutoraggio. “Cosa fa una lumaca sopra una tartaruga? Due lenti a contatto” In quinta, la maturità e… Quest’anno Luca è stato in viaggio di istruzione ad Amsterdam e Den Haag (L’Aja) senza di me, con il solo insegnante di sostegno: un ulteriore passo verso l’autonomia e la sicurezza in se stesso. Per la maturità, il suo grande interesse per la storia lo ha spinto ha scrivere un tesina che riguarda l’implicazione dell’IBM nell’organizzazione dei lager nazisti, un lavoro che ha richiesto molti approfondimenti e ricerche in biblioteca, nel quale ha dimostrato di aver raggiunto un grande livello di autonomia. Questo interesse di Luca per gli avvenimenti

della Seconda Guerra Mondiale ha coinvolto tutta la classe, e d’accordo con l’insegnante di storia ho invitato nella scuola un ex partigiano che ha raccontato alle classi quinte le proprie esperienze di guerra. Sia per Luca che per i propri compagni questo contatto tra generazioni è stato un momento importantissimo. … in mare aperto! Nessuno di noi può prevedere cosa ci riserva il futuro, ma quello che è certo è che Luca uscirà da questa scuola con alle spalle un percorso di grande crescita, su tutti i piani. Dopo le esperienze di stage si cercherà, in collaborazione con la famiglia, con gli enti locali e con la vicaria della scuola sempre molto disponibile nei suoi confronti, tra le risorse del territorio un qualcosa che possa valorizzare le sue potenzialità. Ma forse la cosa più importante è che Luca in questi anni ha superato le sue paure, e oggi è una persona autonoma, sicura di sé. Un esempio? La frase con cui si è presentato quest’anno ad un ragazzo che l’anno prossimo frequenterà l’Istituto “La Rosa Bianca”: “Ciao, io sono Luca e insieme ai miei compagni di classe sono il boss della scuola.” Mara Zendron, educatrice Progetto ‘92 n. 9-10 settembre-ottobre 2012


SCUOLE DELL’INFANZIA

scuola dell’infanzia provinciale - Terragnolo IL FUOCO

I bambini lo scoprono coi pompieri Dopo aver conosciuto negli anni scolastici precedenti gli elementi naturali terra, acqua e aria i bambini della scuola dell’infanzia di Terragnolo sono andati ad “affrontare” il potente e attraente fuoco, a volte pericoloso ma anche indispensabile. Il progetto didattico non è stato però finalizzato solo all’apprendimento di nuovi contenuti, ma soprattutto a sviluppare nei bambini le capacità di osservazione, riflessione, di formulazione di ipotesi e di verifica. Le proposte operative hanno inoltre stimolato la riflessione anche sui problemi relativi alla salvaguardia del nostro pianeta invitando ad assumere atteggiamenti responsabili e di tutela dei vari ambienti fisici e dell’essere umano. Un genitore racconta… “Papà, guarda che se c’è un incendio devi fare subito il numero 115!”. Lo sanno tutti i bambini della scuola d’infanzia di Terragnolo. E non è un semplice gioco o una sequenza di numeri a memoria. Questa riflessione, apparentemente semplice, è il risultato di un percorso sull’elemento fuoco. E parlando di fuoco l’attività non poteva che prevedere la preziosa collaborazione dei V.V.F.F. operativi e presenti sul territorio. Le maestre, attraverso gli ambiti educativi-didattici, hanno condotto i bambini alla scoperta del fuoco, delle sue caratteristiche, dei vivaci movimenti e colori che da sempre affascinano l’uomo, dell’importanza ed utilità, ma soprattutto dei

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pericoli legati a questo elemento. Per farlo hanno coinvolto i nostri Vigili del Fuoco dimostrando reali possibilità di progettazione e contestuale valorizzazione di risorse e competenze preziose e accessibili. Di spessore il percorso progettuale programmato e straordinario l’impatto delle attività realizzate. Da piccoli noi avevamo il draghetto Grisù, felice invenzione dei fratelli Pagot (già padri di Calimero), che prendeva proprio il nome dal temutissimo “proto-carburo di idrogeno”. Drago avvampatore che contravvenendo le leggi della natura e incurante della disperazione del padre, dichiarava il suo grande desiderio: “Da grande farò il pompiere!”. I nostri piccoli hanno conosciuto, invece, la mascotte Dino (Bodo, per l’occasione, come un loro amato personaggio della fantasia). Dino/Bodo è venuto proprio a scuola a prenderli per accompagnarli alla scoperta del fuoco e di chi il fuoco riesce a dominarlo. D’effetto il corteo, aperto dal pick-up del Vigili, che si è snodato festante per le vie del paese alla volta della caserma. Lì i piccoli, stupiti ed emozionati, come la grande mascotte, hanno visto l’equipaggiamento dei nostri “custodi del fuoco” e ne hanno indossato caschi e divise.

Arriva il comandante… È stato poi il comandante Marco Lanaro che, con notevole perizia e disponibilità, ha guidato i piccoli a visitare la caserma e a salire, con l’aiuto di altri volontari, sulle autopompe. Tutto sembra procedere per il meglio, ma Dino/Bodo inizia a manifestare un’evidente irrequietezza: fuoco e fumo sul piazzale! Per fortuna ci sono i pompieri che prontamente lo spengono con l’estintore e la lancia. I piccoli sono elettrizzati. Parlano, raccontano e disegnano la loro meravigliosa ed affascinante esperienza. Pochi giorni per decantare emozioni (forti) e conoscenze (tante) ed ecco di nuovo i nostri vigili a scuola… ancora fumo e fuoco! Scatta l’allarme. Sono le 10.15 di una qualsiasi giornata di scuola. I bimbi fanno la catena e, tenendosi per mano, raggiungono il punto di raccolta. Giusto il tempo per l’arrivo dei Vigili immediatamente accorsi a salvare i nostri piccoli, la loro scuola e a domare l’incendio. Ottima simulazione. Eccitazione alle stelle. Si può insegnare anche così; si può apprendere anche privilegiando un processo d’insegnamento-apprendimento che restituisca al bambino il ruolo di protagonista consapevole e attivo interlocutore. Ed è attraverso queste esperienze che si promuove la cultura della sicurezza e l’interiorizzazione di atteggiamenti corretti e comportamenti responsabili verso quel “frate focu… bello et iocundo et robustoso et forte”. Gianni Bais 39


LA SCUOLA AL MUSEO

Museo Civico di Rovereto - MCR SCIENCE

Summer Camp 2012 Il Museo Civico di Rovereto (MCR), da anni impegnato nella formazione di insegnanti, con particolare attenzione alla didattica informale delle scienze e delle tecnologie, ha organizzato un campo estivo residenziale, Science Summer Camp (SSC), per studenti con ottimo profitto. Sono stati organizzati due turni, nella seconda metà di agosto 2012, rivolti a studenti provenienti da tutte le regioni italiane, che avevano appena frequentato il terzo o il quarto anno di scuola secondaria di secondo grado. Ad ogni turno sono stati ammessi ventiquattro studenti, ospitati in due strutture residenziali dotate di laboratori e aule didattiche, il Maso San Giuseppe e l’Antica Segheria di Terragnolo. Ricercatori non si nasce ma si può diventare Lo sviluppo delle tecnologie e le scoperte scientifiche plasmano, in modo irreversibile, il nostro ambiente, condizionando anche l’evoluzione culturale dei popoli. La comprensione corretta delle relazioni negli ecosistemi e dei fenomeni fisici e chimici, appartenenti all’esperienza quotidiana, è parte essenziale della formazione culturale di futuri cittadini, che costruiscono il loro pensiero per collocarsi attivamente nella società. Diventa indispensabile conferire all’insegnamento delle scienze un’impostazione non nozionistica, che superi l’epistemologia positivista e fornisca agli studenti gli strumenti mentali per osservare, investigare, scoprire. La selezione dei partecipanti Per prendere parte a Science Summer Camp 2012 era richiesta ad ogni studente una lettera o un video di presentazione, in cui descrivere studi e interessi culturali, sportivi, artistici, lingue parlate, partecipazioni a progetti, soggiorni all’estero, attività di volontariato, gare ed in cui esplicitare la mo40

Provenienza regionale

tivazione a partecipare al campus e le relative attese. Era richiesta anche una lettera di presentazione inviata dalla scuola di provenienza. Dopo la selezione, i partecipanti sono stati suddivisi in quattro squadre, eterogenee per genere e per provenienza territoriale. Ogni squadra è stata organizzata in tre coppie, ognuna dotata di un portatile con i software necessari per raccogliere ed elaborare i dati degli esperimenti. Le attività Progettazione, organizzazione e conduzione scientifica delle attività sono state curate da operatori del MCR con la collaborazione di esperti della Commissione Italiana per l’Insegnamento della Matematica (CIIM). Gli studen-

ti hanno lavorato con l’aiuto di tutor del MCR. Non erano richieste nozioni scientifiche enciclopediche, ma è stata messa alla prova la capacità di osservare, porsi e porre domande, rilevare problemi, descrivere, confrontare, elaborare ipotesi e spiegazioni di fenomeni concreti, progettare esperimenti per verificare le proprie ipotesi; interpretare fenomeni collegati alle esperienze proposte; effettuare stime e misure; utilizzare strumenti tecnologici avanzati; rappresentare con grafici i dati raccolti, ma anche ricavare informazioni da grafici; fare sintesi tra informazioni provenienti da diverse fonti; analizzare e interpretare gli eventuali errori; usare terminologia specifica nelle comunicazioni. Quattro situazioni sperimentali Sono state proposte agli studenti quattro situazioni sperimentali: l’osservazione di sedimenti utilizzando lo stereomicroscopio, l’analisi del comportamento di alcuni animali, il disegno della curva dendrocronologica degli alberi, l’individuazione della presenza, nel primo sottosuolo, di reperti archeologici, utilizzando attrezzature geofisiche specialistiche. L’associazione Mensa ha messo a disposizione del progetto ventiquattro borse di studio. La copertura economica degli altri partecipanti è stata garantita dal MCR e da n. 9-10 settembre-ottobre 2012


enti locali. Durante la restituzione finale dei lavori, mentre apprezzavo l’alternarsi dei diversi accenti regionali man mano che si alternavano i relatori, ho constatato la coerenza del progetto con quanto definito nei Piani di Studio Provinciali. Il legame con i Piani di Studio Provinciali Lo sviluppo di competenze non può, infatti, prescindere da esperienze di laboratorio, che consentono di dare risposte a domande e che richiedono una successiva, altrettanto importante, fase di concettualizzazione, perché si giunga all’elaborazione di teorie valide dal punto di vista scientifico. Spesso incontro insegnanti, di diversi ordini di scuola, che si pongono il problema di come favorire lo sviluppo di alti livelli di competenze scientifiche in studenti che manifestano particolari interessi e attitudini alla ricerca.

Sviluppare competenze in ambito scientifico Un’altra preoccupazione dei colleghi è riuscire a proporre agli studenti i numerosi temi che si trovano esposti nei libri di testo scolastici. Il progetto SSC fornisce una risposta a molte questioni legate alla didattica delle scienze, dimostrando, innanzitutto, che la chiave di volta necessaria per un efficace apprendimento delle scienze consiste in un diverso approccio allo studio. Non occorre conoscere tante informazioni. È importante assumere un atteggiamento scientifico e orientarsi con senso critico tra le varie informazioni… E se essere competente vuol dire affrontare e risolvere, con autonomia e responsabilità, situazioni problematiche complesse e nuove, utilizzando conoscenze, abilità e capacità di lavorare anche in gruppo, la proposta del MCR ha dimostrato che è possibile sviluppare competenze in ambito scientifico riducendo il tempo da dedicare alla trattazione di un dato argomento perché si è dato spazio alla laboratorialità, alla ricerca, alla scoperta, che coinvolgono, motivano e favoriscono la comprensione. I commenti dagli studenti Tutto ciò trova riscontro nei brevi positivi commenti lasciati dagli studenti al termine del percorso.

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Ne cito alcuni significativi perché mettono in evidenza come l’esperienza sia considerata molto distante da quanto avviene quotidianamente a scuola e utile anche per le relazioni che si sono costruite: “Mi è piaciuta più che altro la differenza che ho notato tra questa esperienza e il solito apprendimento scolastico, dove non si impara “per scoperta” come invece abbiamo fatto noi” “Chiedo solamente, qualora organizzaste altri camp, di inserire nel sito del Museo una graduatoria con i nomi dei ragazzi/e partecipanti. Ciò permette ai partecipanti di cercarsi su facebook twitter e in tal caso conoscersi prima. Noi abbiamo fatto ciò appena rientrati a casa creando un gruppo su facebook dove possiamo incrementare le nostre amicizie e tenerci in contatto sempre” “Paleontologia, dendrocronologia, geofisica e neuroscienze sono ambiti scientifici extrascolastici e interessanti, ideali per mettere i ragazzi in contatto con qualcosa di altrettanto nuovo come la ricerca sul campo”. Contributo alla didattica delle scienze ll progetto Science Summer Camp (SSC) ha dato un contributo alla riflessione profonda sulla didattica delle scienze che da qualche anno coinvolge i docenti trentini e che dovrebbe approdare anche alle case editrici, affinché nozionismo e dogmatismo cedano il posto a investigazione e scoperta anche per i tanti studenti che affrontano ogni giorno la scuola con minor profitto e che potrebbero trovare motivazione e coinvolgimento in attività di ricerca e sperimentazione, attribuendo un senso a ciò che viene loro proposto e richiesto. Antonia Romano IPRASE 41


eventi Workshop – Peer Learning Assessment

La scuola è un’organizzazione che apprende?

Il Dirigente scolastico e la gestione delle risorse umane nella scuola Venerdì 26 ottobre 2012

Sede: Aula Magna -Palazzo dell’Istruzione via Gilli 3, Trento

PROGRAMMA 8.30 9.00 9.15

Registrazione partecipanti Saluti autorità: Marta Dalmaso, Assessore all’Istruzione e Sport Marco Tomasi, Dirigente generale Dipartimento della conoscenza Presentazione workshop: Beatrice de Gerloni, Direttrice Iprase (Trento)

Sezione I 9.30 - 10.15

Gestire e sviluppare le risorse umane nella scuola. Introduce e modera: Arduino Salatin La scuola è un’organizzazione capace di apprendere. Per una gestione efficace delle risorse umane e degli interlocutori. Franco Civelli, Presidente Emme Delta Consulting 10.15 - 10.45 Gli strumenti “per” gestire, organizzare, valorizzare, valutare. Vito Piccinni, partner Emme Delta Consulting 10.45 Sezione II 11.00

13,15 Sezione III 14.15

16.15 16.45

17.15

Coffee Break Esperienze e Confronti. Introduce e modera: Arduino Salatin 1. Gestire il turnover e realizzare un efficace accompagnamento dei neo inseriti. Presentazione del tema: Lauro Mattalucci, esperto in formazione Esperienza di riferimento: dott.ssa Simona Ragazzini Direzione risorse umane/Selezione e Sviluppo Camst scarl Discussant: Roberto Trolli, Dirigente scolastico I.C. Cembra 2. Valorizzare le differenze e promuovere l’identità dell’istituto Presentazione del tema: Renato Anoè, già ispettore tecnico del MIUR Esperienza di riferimento: prof. Davide Chiappelli, Dirigente scolastico Istituto Comprensivo – Castelnuovo Rangone (Mo) Discussant: Lorenzo Pierazzi, Dirigente scolastico I.C. Arco 3. Gestire la delega e valorizzare il team Presentazione del tema: Vito Piccinni, Emme Delta Consulting Esperienza di riferimento: prof. Omer Bonezzi, Dirigente scolastico Direzione Didattica di Vignola (Mo) Discussant: Laura Zoller, dirigente scolastico ITT Marconi di Rovereto Lunch break Lavori in gruppo. Introduce: Arduino Salatin Lavori in gruppo (Sessioni parallele) 1. Gestire il turnover e realizzare un efficace accompagnamento dei neo inseriti Introduce e coordina Lauro Mattalucci, esperto in formazione 2. Valorizzare le differenze e promuovere l’identità dell’istituto Introduce e coordina Renato Anoè, già ispettore tecnico del MIUR 3. Gestire la delega e valorizzare il team Introduce e coordina Vito Piccinni, Emme Delta Consulting Presentazione prodotto dell’attività dei gruppi - a cura dei 3 coordinatori Plenaria Intervento dott. Mario Dutto, già dirigente generale del MIUR e coordinatore scientifico del programma di formazione Diorigenti scolastici per il Centro di formazione di Rovereto. 17.15-17.30 Conclusione lavori Iscrizione da effettuarsi sul sito di Iprase www.iprase.tn.it. Conclusione lavori

Iscrizione da effettuarsi sul sito di Iprase www.iprase.tn.it. Per informazioni: Desj Carli (desj.carli@iprase.tn.it., tel. 0461494360) Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato di frequenza. 42

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Workshop

LEGGERE, SCRIVERE, FAR DI CONTO E POI?

COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA E CURRICULA DEL PRIMO E SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE Giovedì 15 novembre 2012

Sede: Palazzo dell’Istruzione Via Gilli 3, Trento

8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Saluti delle autorità - Marta Dalmaso, Assessore Provinciale all’Istruzione e allo Sport 9.15 Presentazione del workshop - Beatrice De Gerloni, direttrice Iprase (Trento) SEZIONE I – LE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA: QUADRO DI RIFERIMENTO Introduce e modera: Arduino Salatin, Preside IUSVE (Venezia) 9.30 Sviluppare le competenze di cittadinanza: contesti, scenari evolutivi e questioni emergenti Anna Maria Ajello, ordinario di psicologia dell’educazione e dello sviluppo, Università di Roma “La Sapienza” Le competenze chiave nei nuovi piani di studio provinciali per il primo ciclo Carlo Petracca, esperto, già dirigente generale MIUR e Direttore USR Abruzzo 10.45 Coffee-break SEZIONE II - LE LEZIONI DELL’ESPERIENZA: CONFRONTI TRA IL TRENTINO E ALTRE REGIONI ITALIANE Introduce e modera: Cristiana Pauletti, coordinatrice ISRE (Venezia) 11.10 Competenze chiave e discipline nella costruzione dei curricula scolastici Presentazione del tema: Luciano Rondanini, dirigente tecnico MIUR, USR – Emilia Romagna, Reggio Emilia Esperienza di riferimento Marco Zambelli, dirigente scolastico - Istituto Pascal di Reggio Emilia Enzo Zecchi, insegnante – Progetto Lepida Scuola di Reggio Emilia Discussant: Marco Felicetti (dirigente I.C. Cavalese) Progetto FSE 2007 – 2008, P.O. Ob. 2, Asse IV, ob. spec. H Modellizzazione e sperimentazione dei nuovi piani di studio fortemente ancorati all’obiettivo del rafforzamento della qualità dei percorsi di formazione/ apprendimento in stretta connessione con le esigenze provenienti dal mercato del lavoro. L’operazione riceve un sostegno finanziario da parte del Fondo sociale europeo in quanto è stata selezionata nel quadro del Programma Operativo Fondo sociale europeo 2007­2013 della Provincia autonoma di Trento.

Le competenze di cittadinanza nell’obbligo di istruzione Presentazione del tema: Maria Grazia Accorsi, Studio Accorsi, Bologna Esperienza di riferimento, Daniela De Zan, insegnante, ISIS”PAOLO SARPI”. Pordenone Discussant: Antonia Zamboni (dirigente Liceo Maffei, Riva del Garda) L’acquisizione delle competenze di cittadinanza tra scuola e territorio Presentazione del tema: Franco Azzali, docente IUSVE (Venezia) Esperienza di riferimento, Serenella Perotti, dirigente scolastico IC Stefanini - Progetto QWERT di Treviso (http://qwert.ulss.tv.it/per-saperne-di-piu/) Discussant: Mirella Florian (dirigente Istituto “Ladino di Fassa”) Lunch break

13.30 SEZIONE III 14.30 LAVORI DI GRUPPO (SESSIONI PARALLELE DI APPROFONDIMENTO A PARTIRE DAI CASI PRESENTATI) 1) Competenze chiave e discipline nella costruzione dei curricula scolastici, Introduce e coordina: Luciano Rondanini 2) Le competenze di cittadinanza nell’obbligo di istruzione, Introduce e coordina: Maria Grazia Accorsi 3) L’acquisizione delle competenze di cittadinanza tra scuola e territorio, Introduce e coordina: Franco Azzali 16.30 Presentazione degli esiti dei lavori di gruppo a cura dei 3 coordinatori 17.30 Discussione plenaria Conclusioni - Anna Maria Ajello – Arduino Salatin Iscrizione da effettuarsi sul sito di Iprase www.iprase.tn.it. Per informazioni: Desj Carli (desj.carli@iprase.tn.it., tel. 0461494360) Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato di frequenza. n. 9-10 settembre-ottobre 2012

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LA SCUOLA A TEATRO

proposte

poranea con la tecnica Limòn curato dal CID Centro Internazionale della Danza di Rovereto e dal liceo Musicale e Coreutico F. Bonporti di Trento. stagione di prosa

IOCENTRO

Il Centro S. Chiara per le scuole Un percorso pensato per facilitare l’accesso al teatro di nuovi utenti, dai più piccoli agli adulti. Approfondimenti e materiale didattico riferiti ai percorsi e alle proposte didattiche sono reperibili all’indirizzo web www.iocentro.net. Progetti e spettacoli teatro musicale

Progetto didattico “Il teatro dei suoni” - La Ballata del re silenzioso Fascia d’età: bambini della scuola dell’infanzia (3-6 anni) Il progetto ha come obiettivo principale un contatto precoce con il mondo del teatro musicale e prevede: un percorso didattico sull’ascolto dei suoni rivolto agli insegnanti, con lavoro in classe supportato da docenti delle scuole musicali del territorio trentino, la messa a disposizione di materiali di lavoro, la visione dello spettacolo musicale prodotto appositamente per un pubblico di bambini dai 3 ai 6 anni. As.Li.Co-Opera Domani – “Der fliegende Holländer” Coproduzione di un opera Wagneriana per giovane pubblico Fascia d’età (6-13 anni) Il progetto si aprirà con una giornata preparatoria, dedicata agli insegnanti. Successivamente ai docenti sarà chiesto di condurre, con i loro alunni, attività creative preliminari all’ascolto dell’opera lirica. Gli alunni interverranno con canti e azioni sceniche che saranno parte integrante dello spettacolo che si terrà il 21 e 22 maggio. teatro ragazzi

Scappo a teatro Fascia d’età (10-17 anni) Quattro proposte di spettacolo che si distinguono per fasce d’età e per tematiche quali: - l’apprendimento della lingua inglese con lo spettacolo “Sherlock 44

Holmes” della Compagnia Play Group (14 dicembre 2012) con un laboratorio gratuito per gli insegnanti di lingua inglese; - l’idea di futuro, con “Somari”, della Compagnia Kilodrammi, (25 gennaio 2013) affiancato dal laboratorio “E io dove vado” condotto da Maria Consagra e gli attori della Compagnia; - le dipendenze, con “Giovani Spiriti” della Compagnia La Pulce – PKD (20 febbraio 2013 ) al quale seguirà un confronto tra ragazzi, attori e un operatore dell’Azienda Sanitaria della Provincia di Trento - Servizio Alcologia; - l’equilibrio e salvaguardia dell’ambiente con “La grande foresta” spettacolo della Compagnia Thalassia Teatro e successivo laboratorio in collaborazione con il Museo delle Scienze di Trento (5-6 marzo 2013). scappo a danza

Fascia d’età (13-20 anni) Tre proposte di danza rivolte ai ragazzi: - “Nik” - lecture demonstration su Alwin NiKolais ( possibilità di Laboratorio Master Class “Il pensiero del gesto”, con la danzatrice Simona Bucci; (29.30 novembre e 1 dicembre 2012) a cura del CID Centro Internazionale della Danza di Rovereto - “Circhio lume” preceduto da un incontro della compagnia con i ragazzi del Liceo Coreutico di Trento sulle poetiche e l’approccio alla danza da parte dei danzatori della compagnia; - “Trajectory” della UCSB Dance Company. Possibilità di un Laboratorio Master Class di danza contem-

Quest’anno la Stagione di Prosa del Centro S. Chiara presta una particolare attenzione alla contemporaneità. Per facilitare la scelta degli spettacoli (proposti alle scuole sia con abbonamenti a 5 o a 8 spettacoli, sia attraverso l’acquisto di biglietti) vengono suggeriti percorsi culturali, attraverso aree tematiche diversificate e legate ai programmi scolastici. i percorsi culturali della stagione

La Storia siamo Noi Quattro spettacoli teatrali per sfogliare pagine importanti della nostra storia moderna contemporanea: Italianesi di Saverio La Ruina (31 gennaio e 1 febbraio) Il Principe di Homburg di von Kleist (7-10 febbraio) History Boys di Alan Bennet (4-7 aprile) Esequie Solenni di Antonio Tarantino (12-13 aprile) I Classici rivisitati Cinque grandi classici che presentano riscritture testuali e sceniche: Radio Argo sull’Oresteia (20-21 novembre) Le Troiane di Euripide (6-9 dicembre) Il Principe di Homburg di von Kleist (7-10 febbraio) Hedda Gabler di Ibsen (28 febbraio- 3 marzo) Il Ventaglio di Goldoni (18-21 aprile) Adattamenti letterari Due spettacoli nati dall’adattamento di romanzi: Colazione da Tiffany di Truman Capote (15-18 novembre) Oscura Immensità di Massimo Carlotto (21-24 febbraio) Le convenzioni e la società moderna Tre spettacoli all’insegna dello humour britannico e della società: Due di Noi di Michael Frayn (2427 gennaio) Servo di Scena di Ronald Harwood (21-24 marzo) History Boys di Alan Bennet (4-7 aprile) Il valore e la percezione dell’open. 9-10 settembre-ottobre 2012


ra d’arte (e dell’amicizia) Spettacolo di apparente satira sull’arte contemporanea che affronta in chiave tragicomica il tema dell’amicizia: Art di Yasmina Reza (14-17 marzo) Tendenze Prosa Tre spettacoli di regia contemporanea che rappresentano alcune tendenze importanti della scena italiana: Un Tram che si chiama Desiderio, regia di Antonio Latella (15-16 gennaio) Trilogia degli Occhiali, regia di Emma Dante (12-13 febbraio) La semplicità ingannata, regia di Marta Cuscunà (25-26 marzo) La Formazione Per supportare e sviluppare i temi proposti nella Stagione di Prosa di quest’anno il Centro propone percorsi di approfondimento per gli insegnanti e per i gruppi classe: Per gli insegnanti: presso il Centro S. Chiara, due incontri-laboratorio sugli spettacoli della stagione tenuti da un critico teatrale e docente dello spettacolo dal titolo: “Metodo di lettura e analisi dello spettacolo”. I laboratori si terranno nei mesi di novembre e gennaio-febbraio (al lunedì o al giovedì) in date da concordare e saranno attivati con un numero minimo di 10 insegnanti. Per gruppi classe: - presso gli Istituti, su prenotazione, per un minimo di due/tre classi, nei mesi di ottobre-dicembre, conferenza di presentazione e approfondimento della Stagione con supporto video, dal titolo “Linguaggi del teatro contemporaneo”. Per un minimo di due/tre classi. - in teatro, nei pomeriggi dei giorni di spettacolo (il venerdì pomeriggio o, per spettacoli con due repliche, il secondo giorno di spettacolo), si terranno alcuni “Incontri sugli spettacoli”, tenuti da esperti di teatro e, se disponibili, con le Compagnie ospiti.

SAN MARCO Al teatro con le quisquilie La rassegna della stagione 2012/2013 al teatro S. Marco di via San Bernardino, 8 a Trento propone alle scuole 18 spettacoli dal 5 novembre 2012 al 24 aprile 2013 e altre tre attività sul teatro diversificate per classi. Gli spettacoli Lunedì 5 nov. ’12-10,15: Biancaneve (primaria ) Venerdì 9 nov. ’12-10.15: Nella vecchia fattoria (scuole infanzia e primaria) Martedì 13 nov. ’12-11.00: Orlando in Technicolor (secondaria di 2° grado) Venerdì 23 nov. ’12-9/11/21: Sotto Spirito (classe III secondaria di 1° e 2° grado) Lunedì 26 nov. ‘12-10,15: La Piccola Orchestra Lumière e il Pubblico (cl. III, IV, V primaria. I e II secondaria 1° grado) Giovedì 17 e venerdì 18 gennaio 2013 – 9/11: Fuga Da Auschwitz (cl. III secondaria 1° e 2° grado) Sabato 19 gen. 2013 - 9/11/21: Fuga Da Auschwitz (classe III della secondaria di I grado e secondaria di II grado ) Lunedì 28/29 gen. ’13 - 11: Si trattava della pace ( cl. III, IV,V primaria, cl. I e II secondaria di 1°grado ) Giovedì 31 gen. /venerdì 1 feb. ’13 – 10,15: L’isola che c’è (sc. infanzia, cl. I, II, III primaria) Lunedì 4 feb. ’13 – 10,15: Il segreto dei monti pallidi (cl. IV,V primaria, I e II secondaria di 1° grado) Martedì 19 feb. ‘13 – 9/11: La Mandragola (secondaria 2° grado) Martedì 26/mercoledì 27 feb. - 10,15: I Giovani d’oggi (secondaria 1°grado) Lunedì 4/martedì 5 marzo - 10,15: The Great Gulliver Show (sc. infanzia,

classi I, II, III primaria) Giovedì 14 marzo – 9,30 e 20,30: Vita di Galileo (secondaria 2°grado) Lunedì 18/martedì 19 marzo 10,15: Cuore di Pezza (cl. IV, V primaria e I secondaria 1°grado) Giovedì 21 marzo – 10,15: Rossini Jazz Remix (cl. III, IV e V primaria e classe I secondaria 1°grado) Martedì 16 aprile - 10,15 / 08,45: Piratesse (sc. infanzia e primaria) Giovedì 18/venerdì 19 aprile - 10,45: Il Giorno della Civetta Vent’Anni Dopo (secondaria 2° grado) Mercoledì 24 aprile – 10,15: Il Gioco delle Parti (secondaria 2° grado) Altri Progetti Alla scoperta del teatro Una “visita guidata” davvero speciale per capire “come funziona” il teatro! Un libro per amico È un programma TV per ragazzi che si sfideranno a suon di libri! Mangiafuoco 2013 Un progetto attraverso il quale classi o gruppi di classi della scuola primaria e secondaria di primo grado realizzano uno spettacolo con soggetto e drammaturgia originali INFORMAZIONI: web: www.teatrosanmarco.it e-mail: scuole@teatrosanmarco.it

Prenotazioni e informazioni. Ufficio Attività di Formazione, presso il Centro Servizi Culturali S.Chiara di Trento, Tel. 0461 213815/821, dal lunedì al venerdì 8.30-12.30. email: iocentro@centrosantachiara.it n. 9-10 settembre-ottobre 2012

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segnaliamo

il libro Scheda LA STORIA DI UN “MAESTRINO” dalla Val Tiberina alla Val di Fiemme. Questa è la storia di un “maestrino” (così impropriamente si autodefinisce), diventato un esempio di vita per intere generazioni di ragazzi, poi diventati uomini, anche sulla spinta dei suoi insegnamenti e del suo messaggio di civiltà. È il maestro Felice Acquisti, nato nel 1940 ad Anghiari, in provincia di Arezzo, splendido borgo medievale reso famoso dalla omonima battaglia del 1440, consegnata alla storia anche grazie allo straordinario, drammatico dipinto di Leonardo Da Vinci…

Felice Acquisti – “Sono nato in un borgo medioevale: Anghiari (Arezzo) che s’innalza su uno sperone, un cocuzzolo tra il torrente Sovara e la Val Tiberina. “…Per non raccontare altri episodi della mia vita, che potrebbero annoiare, termino l’autobiografia con la mente rivolta a Cavalese (Il lavoro, la mia maturazione, la famiglia, la casa, la salute, la serenità, il rispetto) ed il cuore che batte per il mio paesello natio.” Felice Acquisti, LA STORIA DI UN “MAESTRINO” dalla Val Tiberina alla Val di Fiemme. Trento 2012, pagine 322 “Il libro si può trovare presso le librerie di Anghiari e di Cavalese e viene consegnato mediante un’offerta in denaro, la cui raccolta viene devoluta in beneficenza per due omaggi di pubblica utilità ai Comuni di Anghiari e Cavalese” 46

“MAESTRINO”

Una storia, in tempi di concorso… “Un viaggio, una vita lunga, in complesso fortunata, che è scorsa da un borgo medioevale toscano: Anghiari, lungo diversi paesi montani della Valle di Fiemme fino al suo centro: Cavalese nel Trentino, allora lontanissimo dalle mie radici e dalle mie aspettative da ragazzo, da studente. Vivendo nel periodo storico del dopoguerra, anni cinquanta e sessanta, vi era una generale miseria, diffusa in tutta Italia con molta incertezza per i giovani, per l’occupazione giovanile che spingeva molti miei paesani e coetanei ad emigrare sia nelle regioni italiane che all’estero, specialmente in Francia, in Svizzera o in Germania, per cercare un’occupazione. Pensavo di sfruttare il diploma magistrale cogliendo l’occasione, verificatasi poi molto positiva, della probabile, possibile vincita al concorso magistrale nel Trentino, però nel Nord, lontano dal mio caro paese, dai miei amici, dalle mie tradizioni affettive. Riuscivo, con il superamento del concorso, a realizzare finalnente il mio sogno per un lavoro sicuro, per tutta la vita, pur essendo timoroso ad affrontare l’impegno della professione di insegnante elementare, in località sconosciute, molto diverse per ambiente e cultura dalla mia Toscana”. (pagina 15) Una generosa storia di vita pp. 11-13 “La prima parte raccoglie le particolarità del paese d’origine (Anghiari), con tanti ricordi d’infanzia e una avvincente serie di immagini scolpite nella storia personale dell’autore: episodi, fatti, racconti che fanno sorridere il cuore e riemergere la nostalgia di tempi lontani, rimasti indelebili nella memoria e tramandati ai giovani perché ne facciano un motivo di conoscenza e di rispetto. Balzano così in primo piano le tradizioni, i giochi di una volta, la vita di campagna, il primo approccio con la scuola, le usanze, i passatempi, le feste contadine, anche qualche scappatella dettata dagli stimoli, a volte incontrollati, della giovane età, gli insegnanti, l’oratorio della domenica lo sport… […] E poi le scuole superiori a San Sepolcro, in Alta Valtiberina, il diploma di maestro, il “Cardellino Guzzi” regalatogli dal padre nel 1960, due anni prima della sua prematura scomparsa. E ancora l’inizio dell’insegnamento il 7 gennaio

1962, le supplenze e quindi, finalmente, il primo incarico annuale nella sede del Ponte alla Piera. Ma il destino aveva scritto che il maestro Acquisti sarebbe arrivato in Trentino. E così è stato, dopo la sua partecipazione al concorsomagistrale di Trento, la prova d’esame, la conquista del posto fisso, la scelta di Lago di Tesero, dovuta anche al fatto di poter contare sull’ospitalità di una conoscente e di una famiglia amica. A questo punto inizia la seconda parte del libro, che offre all’autore l’occasione ideale per parlare di questa nuova terra, dei suoi paesi, della sua economia, del territorio e delle tradizioni, della Magnifica Comunità, andando a conoscere anche storie dai risvolti ancora indefiniti (la vicenda della Meneghina di Capriana, tanto per fare un esempio) o vivere fatti drammatici, come la immane tragedia di Stava del 19 luglio 1985. A Cavalese ha vissuto ininterrottamente dal 1966, con la parentesi di un n. 9-10 settembre-ottobre 2012


Le parole per dirlo… pag. 15-16 “Dalla Val Tiberina (Arezzo) alla Val di Fiemme (Trento)

anno a Masi e di un paio di stagioni ancora al Ponte della Piera, per stare vicino alla madre malata. Qui ha trovato l’amore (si è sposato nel 1968) e in questo paese ha avuto modo di vivere un’esperienza di vita lunga e per molti aspetti indimenticabile. Sono raccconti precisi, puntuali, circostanziati di fatti, avvenimenti, episodi, personaggi, esperienze raccontate in modo fresco e brillante, con dovizia di particolare e con il gusto di chi sente di essere diventato testimone di qualcosa di suo, anche se destinato a diventare patrimonio di tutti. Qui il maestro Acquisti è diventato uno di noi… […] Poi, al termine dell’anno scolastico 2000/2001, dopo 40 anni di insegnamento (33 dei quali in val di Fiemme), l’addio alla scuola e la meritata pensione, con l’emozione di chi vede chiudersi una importante parentesi di vita vissuta, i messaggi, i regali, il commiato, gli auguri, qualche lacrima repressa a fatica. Ma la storia del maestro Acquisti non si è fermata qui, visto che ha continuato a documentare in modo concreto la propria, straordinaria disponibilità personale, offrendo una impegnata, disinteressata, volontaria collaborazione nel sociale, in particolare presso il Centro di Salute Mentale e con l’Anffas. E’ la generosità di un uomo che non conosce confini e che continua tuttora. La mente a Cavalese, un pezzetto di cuore ad Anghiari. Una storia tutta da leggere e da gustare fino in fondo.” Mario Felicetti, giornalista n. 9-10 settembre-ottobre 2012

“Vivendo o lavorando in piccoli centri montani: Castello di Fiemme, Lago di Tesero, Capriana, Masi di Cavalese, Cavalese, che assomigliavano alle frazioni di campagna, allora popolate, di Anghiari, un po’ isolate, un po’ chiuse, cercavo di superare il momento dell’ambientazione, dei rapporti sociali nuovi, dedicandomi soprattutto al mio impegno scolastico, che era gratificante per il rispetto da parte delle persone e per il lavoro riconosciuto dagli scolari, dai loro genitori e dai superiori scolastici. Contemporaneamente mi mancavano, soprattutto durante i primi anni, il comportamento scherzoso, burlone dei miei amici e della gente anghiarese, con le chiacchiere paesane e quelle ironiche delle macchiette simpatiche, insieme alle tradizioni storiche, alle usanse a cui ero affezionato fin da bambino. Sono tanti i fotogrammi conservati nel mio cuore e nella mia mente durante gli anni scolastici, sia in Toscana che nel Trentino, per cui, da poco tempo, finchè mi assiste la memoria, ho deciso di raccontare una semplice, ma significativa storia di un giovane insegnante di montagna, con il suo impegno ed amore per gli scolari, senza pretendere di insegnare qualcosa a qualcuno. Così aneddoti, ricordi, riferimenti storici specie ad Anghiari e a Cavalese, con il lavoro scolastico, sono degli sprazzi di luce che evidenziano la bella e gratificante professione di un maestro che, dalla sua Anghiari si è trasferito, come forse Qualcuno ha voluto, in Val di Fiemme.” p. 322 “Durante il pensionamento, fino a 70 anni, davo le ripetizioni a qualche scolaro delle elementari ed a qualche studente delle medie e, su suggerimento del mio ex dirigente scolastico, per un breve periodo seguivo una bimba tunisina, frequentante la prima media, per approfondire l’italiano in cui rivelava molte lacune, ma anche scarso impegno, meritando risultati insoddisfacenti. Adesso continuo a seguire gli utenti del laboratorio sociale, perché ti regalano la serenità, poi si affezionano tanto e, come testimonianza, ricordo solo un episodio accaduto recentemente: un giovane, frequentante il laboratorio, un giorno, mentre con la corriera stava arrivando dal suo paese a Cavalese per il normale servizio, intravvedendomi camminare lungo un marciapiede, faceva subito dei segni con le braccia alzate e con il sorriso sulle labbra per salutarmi. Sarebbe un bellissimo segno di maturità civile e sociale se i centri Anffas, presenti quasi dappertutto in Italia, fossero funzionanti, utilissimi alle famiglie dei giovani o meno giovani, diversamente abili, come qui nel Trentino, aiutati dalle istituzioni, in particolare provinciali, poi dagli istituti bancari, soprattutto dalle Casse rurali e dalla popolazione delle Valli. Per non raccontare altri episodi della mia vita, che potrebbero annoiare, termino l’autobiografia con la mente rivolta a Cavalese (il lavoro, la mia maturazione, la famiglia, la casa, la salute, la serenità, il rispetto) ed il cuore che batte per il mio paesello natio (affetto, amicizia, attaccamento alle tradizioni, l’ironia toscana, la memoria del passato povero, ma sereno, felice e ricco di aiuti reciproci).” 47


presentano il ciclo di conferenze dal titolo:

“LE SFIDE DELL’ADOLESCENZA, TRA SCUOLA E FAMIGLIA” presso l’Aula Magna del Liceo Classico ‘Giovanni Prati’ Via SS. Trinità 38 - Trento 18 ottobre 2012 - ore 17.00

Adolescenti, genitori e società che cambia Prof. Carlo Buzzi

(Docente di Sociologia delle generazioni e Direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale, Facoltà di Sociologia, Università di Trento)

6 novembre 2012 - ore 17.00

“Volevo essere una farfalla”. Un tempo sospeso fra infanzia e età adulta Dott. Aldo Genovese (Neurologo e psicoterapeuta, responsabile del Centro di riferimento provinciale per i Disturbi del Comportamento Alimentare, APSS - Trento)

8 novembre 2012 - ore 17.30

“Fragile e spavaldo”: l’adolescente di oggi Prof. Gustavo Pietropolli Charmet

(Psicanalista e psichiatra, già Docente di Psicologia Dinamica, Università Bicocca di Milano)

22 novembre 2012 - ore 17.00

Crescere lottando, lottare crescendo: l’adolescente di fronte alle dif�icoltà Prof.ssa Paola Venuti (Docente di Psicopatologia Clinica, Facoltà di Scienze Cognitive, Università di Trento)

26 novembre 2012 - ore 14.30

EDUCAZIONE E SCUOLA NEL MONDO ANTICO La scuola greca in età ellenistica - Prof.ssa Maria Pia Pattoni (Docente di Letteratura Greca, Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia)

L’educazione a Roma - Prof. Roberto Gazich

(Docente di Letteratura Latina, Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia)

5 dicembre 2012 - ore 17.00

Studiare con metodo e gusto: missione impossibile? Ai giovani la s�ida Prof. Rosario Mazzeo (Dirigente scolastico, autore di testi sul metodo di studio)

13 dicembre 2012 - ore 20.45

L’adolescenza non è una malattia Dott. Osvaldo Poli (Psicologo e Psicoterapeuta)

Tutta la cittadinanza è cordialmente invitata.

Il ciclo di conferenze è valido ai �ini dell’aggiornamento dei docenti. Con il gentile contributo di:

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n. 9-10 settembre-ottobre 2012


OFFERTA VARIA

il convegno

Università degli Studi di Verona

L’Università degli Studi di Trento, l’Università degli Studi di Verona e C.I.R.C.L.E. (Centro Internazionale di Ricerca sul Cooperative Learning) organizzano il:

CONVEGNO COOPERATIVE LEARNING 15 anni di Cooperative Learning and Cooperative Working in Italia e a Trento: incontro con i pionieri americani.

29-30 novembre 2012 Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale via Verdi, 26 - Trento A metà degli anni ’90 arriva in territorio trentino una innovativa modalità di lavoro e di apprendimento che non solo rende più efficaci le attività e i prodotti dei partecipanti, migliorando altresì i ‘tempi di reazione’ degli stessi, ma ottimizza fortemente il Clima di Lavoro e di Apprendimento (Working Climate and Classroom Climate) con conseguenti positive ricadute nella sfera psicofisica di tutto il personale coinvolto in questi metodi (Mental Health Improvement). Tale metodo si basa sul lavoro di piccoli gruppi, imitando la naturale acquisizione di nuovi comportamenti attuata dall’ambiente nel mondo reale, già oggetto di vasti studi e sperimentazioni durante il secolo scorso. L’iniziativa proposta prevede un seminario-convegno su due giornate di incontri con alcuni padri fondatori di tale metodologia, giornate nelle quali oltre alla teoria si svolgeranno - già dalle prime battute - lavori pratici che coinvolgeranno tutti i partecipanti. A quasi quindici anni dal primo Convegno organizzato dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale su finanziamento della Regione Trentino-Alto Adige (“Cooperative Learning: ricerca e formazione nella scuola e nel mondo economico”, Trento, 29 agosto1998), sembra opportuno fornire un’altra occasione di riflessione teorica e applicativa, un follow-up delle applicazioni della metodologia di Cooperative Learning in Italia e in Trentino. Obiettivo principale del convegno sarà quello di raccogliere le testimonianze dei protagonisti, riguardo alle applicazioni realizzate nei vari ambiti educativi e imprenditoriali internazionali, i vantaggi e i risultati positivi riscontrati da un lato, le difficoltà e i limiti dall’altro, i suggerimenti, i progetti e le proposte da elaborare nel prossimo decennio.

16:30 Coffee Break 17:00 Cooperative Learning e Pedagogia Interculturale Agostino Portera 17:30 Fondamenti neuroscientifici del Cooperative Learning Giorgio Albertini 18:00 Cooperative Learning e gestione efficace dei conflitti: un progetto di Ricerca-azione Stefania Lamberti 18:30 Intervento di Giorgio Chiari sul tema Perché il Cooperative Learning e commiato

30 novembre 2012 Vecchi e nuovi valori per un mondo migliore: esplorare il ruolo del Cooperative Learning - Old and New Values for a Better World: Exploring the Role of Cooperative Learning Aula Kessler, Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale, via Verdi 26 - Trento Sessioni di approfondimento 1. Potenziare la scuola: abilità cognitive e abilità sociali - School improvement: Cognitive and Social Skills coordinatori: Robert E. Slavin and Nancy Madden 2. L’integrazione degli stranieri a scuola - Integration of Foreigners at School coordinatore: Yael Sharan

4.

Giorgio Chiari Università di Trento, Facoltà di Sociologia Stefania Lamberti Università di Verona Agostino Portera Università di Verona Giorgio Albertini IRCCS, San Raffaele Pisana - Roma

Educare i gruppi di Costruttori di pace - The Training of Peace_Making Groups coordinatori: David W. Johnson and Roger T. Johnson Integrazione e conflitti nella cultura, nell’educazione e nel mondo del lavoro - Integration and Conflict in Culture, Education, and the Working World coordinatore: Agostino Portera

9:00 Potenziare la scuola: abilità cognitive e abilità sociali coordinatori: Robert E. Slavin and Nancy Madden 11:00 Coffee Break 11:30 L’integrazione degli stranieri a scuola coordinatore: Yael Sharan 13:30 Lunch Break 15:00 Educare i gruppi di Costruttori di pace coordinatori: David W. Johnson and Roger T. Johnson 17:00 Coffee Break 17:30 Integrazione e conflitti nella cultura, nell’educazione e nel mondo del lavoro coordinatore: Agostino Portera 19:00 Sintesi e Commiato Giorgio Chiari

Chairman: Giorgio Chiari Università di Trento Traduttore: Daniel Cerrato

Segreteria Scientifica

15 anni di Cooperative Learning e di Cooperative Working in Italia e a Trento: incontro con i pionieri americani - 15 years of Cooperative Learning and Cooperative Working in Italy and Trento: Meeting the American Pioneers Aula Kessler, Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale, via Verdi 26 - Trento 9:00 Accoglienza e registrazione dei partecipanti 9:20 Saluti da parte del prof. Giuseppe Sciortino, direttore del Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento e presentazione del Convegno 9:30 Il Cooperative Learning non morirà mai - Cooperative Learning will Never Die David W. Johnson e Roger T. Johnson 11:00 Coffee Break 11:30 Il progetto “Success for All” negli USA - The Project:“Success for All” in the USA Robert E. Slavin 13:00 Lunch Break 15:00 Cooperative Learning: pedagogia preziosa, pratica problematica - Cooperative Learning: Valued Pedagogy, Problematic Practice Yael Sharan

3.

Relatori David Johnson University of Minnesota (Minneapolis, Mn) Roger Johnson University of Minnesota (Minneapolis, Mn) Robert Slavin Johns Hopkins University (Baltimore, Md) Yael Sharan G.R.I.P. Tel Aviv Michael Schratz Leopold-Franzens-Universitat, Innsbruck

Programma 29 novembre 2012

Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale

con il supporto di

Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università degli Studi di Trento tel. 0461 281367-1322 fax. 0461 281348 gchiari@soc.unitn.it

E’ previsto il servizio di traduzione e interpretariato (dr. Daniel Cerrato). Su richiesta verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Per gli insegnanti è previsto l’esonero dal servizio ai sensi dell’art. 61 del CCNLS. Per motivi organizzativi verrà richiesta la compilazione di una scheda di iscrizione da spedire preferibilmente via mail a QuiEdit, ufficiostampa@quiedit.it, allegando copia del pagamento effettuato. La Quota di iscrizione al Convegno è di 30 euro (IVA compresa) per le 2 giornate, 20 euro per 1 giornata bonifico su IBAN IT 47 N 02008 11704 000012853538 (causale: Convegno Internazionale Trento 2012).

www.unitn.it/evento/gcl2012

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n. 9-10 settembre-ottobre 2012

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Convegno internazionale

«La storia attraversa i confini. Esperienze e prospettive per l’insegnamento della storia» 23-24 novembre 2012 Aula Kessler – Facoltà di Sociologia

Venerdì 23 Ore 9,00 - Indirizzi di saluto Introduzione, Luigi Blanco - Presiede: Giuseppe Ferrandi 9,30: Alessandro Cavalli, L’insegnamento della storia nelle aree di confine: problemi e prospettive I sessione: Questioni confinarie tra storiografia e didattica 10.00: Marco Cuaz (Aosta), L’insegnamento della storia locale nelle scuole valdostane 10.20: Mauro Pitteri (Venezia), La nascita di un confine. La linea di Stato tra Falcade veneta e i domini della Casa d’Austria 10.40: Mario Albrigoni – Alessandra Ferraresi (Pavia), Confini incerti, territori controversi, uomini contesi: Lomellino e Siccomario nel XVIII secolo * ore 11-11,15 Pausa caffè 11.15: Franco Cecotti (Trieste), Confini adriatici: una sfida didattica 11.35: Hans Heiss – Carlo Romeo (Bolzano), Aspetti dell’insegnamento della storia locale in Alto Adige 11.55: Stefano Petrungaro (Regensburg), Il confine sfuggente: il caso dei Balcani ore 12,20: discussione * Pausa pranzo 13,00-14,30

17.55: Alessandro Cattunar (Udine), “Le vite degli altri”: percorsi di confine tra storia e memoria. Insegnare il confine italo-sloveno tra “media education”, storia orale e multimedialità 18.15: discussione SABATO 24 Ore 9,00 - Presiede: Alessandro Cavalli Luigi Cajani, La storia insegnata fra biografia della nazione e storia dell’umanità

III sessione: Tra stati nazionali e regioni storiche: storia e memoria in aree di confine 9.30: Polina Verbiytska (Ukraine), Search for social consensus in the issue of historical memory through Teaching History in border post-Soviet areas. Case of Moldova, Russia and Ukraine 10.00: Fulvio Salimbeni (Udine), Per giungere a una storia condivisa: l’esperienza della commissione mista storico-culturale italo-slovena 10.20: Michele Gangale (Trieste), Laboratorio multiculturale – Percorsi del convivere 10.40: Maurizio Binaghi (Lugano), L’Associazione ticinese degli insegnanti di storia: un ponte didattico tra Svizzera e Italia * 11.00 Pausa caffè 11.15: Andrea Passannante (Berlin), Insegnare storia Ore 14,30 - Presiede: Beatrice De Gerloni “fra i confini” nella sezione bilingue italo-tedesca della 14,30: Irmgard Plattner, Der ent-grenzte Raum. Re- Scuola Statale Europea di Berlino gionalgeschichte als sinnvoller Bezugsrahmen des Ge- 11.35: Emanuele Curzel (Trento), Identità trentina schichtsunterrichts im europäischen und globalen e “grandi narrazioni” Kontext 11.55: Giorgio Mezzalira (Bolzano), “Passaggi e prospettive/Übergänge und Perspektiven”: il progetto II sessione: Confini e didattica della storia: espe- di un manuale scolastico per la storia locale dell’Alrienze a confronto to Adige/Südtirol 15: Sami Adwan (Bethlehem), Teaching each other 12.15: Roberto Spazzali (Trieste), Una storia che history in times of Conflict: A model of Palestinian non si insegna. Il difficile dialogo educativo tra Italia, and Israeli Slovenia e Croazia 15.30: Melita Richter (Trieste), Raccontare il confine 12.35: discussione 15.50: Olga Bombardelli (Trento), I libri scolastici di storia oltre i confini Organizzazione: 16.10: Brigitte Dotzauer - Stefano Oss (Trento), Università degli Studi di Trento - DipartimenMitteleuropa tra storia e memoria: “Di che reggimen- to di Sociologia e Ricerca Sociale; IPRASE; to siete, fratelli?” Fondazione Museo Storico del Trentino; Lan* 16,30: Pausa caffè desschulrat für Tirol; Provincia Autonoma Bol16.45: Rainer Bendick (Osnabruck), Das deutsch- zano - Dipartimento formazione e istruzione in französische Geschichtsbuch: Ursprünge, Entwicklun- lingua tedesca - Area innovazione e consulenza gen, Probleme Patrocinio: Euregio 17.15: Walter Pichler - Chiara Tamanini (BolzanoTrento), Costruire storia: dalla dimensione locale alla Informazioni: Ufficio Convegni, Periodici e Comunicazione prospettiva europea 17.35: Natascia Rosmarini (Trento), I luoghi del- Università degli studi di Trento la memoria. Dante a Trento, Vogelweide a Bolzano, tel. +39 0461.283228-3225 convegni@unitn.it - http://events.unitn.it/storiaconfini Marberger a Silz n. 9-10 settembre-ottobre 2012


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