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1.3.3 Il commercio estero dell’Abruzzo nel 2020

1.3.3 IL COMMERCIO ESTERO DELL’ABRUZZO NEL 2020 Nel corso del 2020 la regione ha vissuto una fase decisamente recessiva contrassegnata da valori negativi, anche se meno ampi di quelli medi nazionali, dell’export (-6,2%) e dell’import (-7,4%). Le vendite all’estero regionali si attestano sugli 8,2 miliardi di euro (1,9% del totale nazionale), gli acquisti sui 3,9 miliardi di euro (1% dell’import italiano). La bilancia commerciale, data dalla differenza tra il valore delle merci vendute all’estero e quelle acquistate da un altro Paese, chiude con un attivo di 4,3 miliardi di euro.

Le esportazioni Nel 2020 la diminuzione su base annua del 6,2% delle vendite regionali, comunque inferiore alla variazione media nazionale ad indicazione che l’export regionale ha “retto” meglio del resto del paese di fronte agli effetti della crisi scatenata dalla pandemia da Covid 19, conferma che, sia pur per fatti eccezionali, si è interrotta la fase ascendente iniziata, dopo la grande crisi del 2009 e la contrazione del 2013, nel 2014 e che ha mostrato già nel 2019 qualche cenno di cedimento.

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Fig. 1.3.5 ESPORTAZIONI ABRUZZESI. Anni 2003-2020 (valori in milioni di euro)

* Dati Istat provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Volendo provare a confrontare l’andamento infrannuale 2020 con quello del 2019, si rileva che, a differenza di quanto è disponibile a livello nazionale, i dati regionali sono organizzati dall’Istat per trimestri; non è pertanto possibile un confronto tra periodi corrispondenti a quelle che nel 2020 sono state definite fasi pandemiche (gennaio-febbraio: fase prepandemica; marzo-maggio: prima ondata; giugno-settembre: fase di transizione; ottobre-dicembre: seconda ondata). Ritenendo comunque utile fare un accostamento anche se approssimativo, si osserva una contrazione tendenziale nel primo trimestre (-6,7%), in linea con la fase calante già iniziata nel 2019, certamente accentuata dal fatto che nel mese di marzo è iniziato il primo lockdown, periodo in cui sono state adottate misure governative che, oltre a porre limiti alla circolazione di persone e cose, hanno anche imposto la chiusura totale

e parziale di molte attività. Le vendite estere abruzzesi subiscono un crollo verticale di quasi il 30% nel periodo aprile-giugno, comprensivo di quasi due mesi di lockdown e caratterizzato da una forte incertezza sulle future decisioni governative, e, a partire dal III trimestre (3° trim: +1,6%; 4° trim: +8,3%) vedono una ripresa crescente, nonostante il nuovo inasprimento delle misure di contenimento dei contagi del IV trimestre, che però non basta a recuperare il terreno perduto nella prima metà dell’anno.

Un’analisi di più lungo periodo (2000-2020) evidenzia che l’andamento delle vendite abruzzesi all’estero è aumentato ad una velocità media leggermente inferiore a quella nazionale (+2,4% contro +2,6%). Il trend abruzzese, migliore di quello italiano fino alla crisi del 2009 (+5,1% contro +4,6%), ha mostrato nei sei anni successivi segni di debolezza (Abruzzo: -0,4%; Italia: +1,6%) tanto da non raggiungere nel 2015 il valore pre crisi. Il valore dell’export è poi tornano a crescere, nonostante l’andamento non positivo del 2019, dopo il 2015 ad una velocità superiore a quella media nazionale riguadagnando ampiamente i livelli raggiunti nel 2007 (Abruzzo: +3,8%; Italia: +3,6%). Nel 2020 la regione, come già detto, mostra una contrazione meno ampia di quella nazionale (-6,2% contro -9,7%). Le esportazioni nell’Unione Europea a 27 post Brexit rappresentano il 63,4% del totale 2020, in diminuzione rispetto all’anno precedente dell’11,1%. Nel loro ambito, si osserva la posizione preminente dei Paesi Area Euro 19 che costituiscono il 53,1% (-10,2% su base annua) del totale dell’export regionale (Germania: 20,9%, -1,1% rispetto al 2019; Francia: 18,2%, -15,4%; Spagna: 4,2%. -21,4%; Polonia 3,9%, -15,3%; Belgio, 3,0%, +6,6%). Tra i Paesi europei non UE post Brexit (-12,8% rispetto al 2019; 12,2% delle vendite estere 2020) spicca il Regno Unito cui è stato destinato nel 2020 il 6,5% dei beni venduti con una contrazione su base annua del 19,7%. Perdono terreno tra il 2019 e il 2020 l’Africa (2,0% del totale delle vendite estere con una contrazione complessiva del 18,2%, riconducibile al calo del 23,6% dell’Africa Settentrionale e dell’1,9% degli altri Paesi africani), l’America centro meridionale (3,9% del totale annuo con una perdita pari al 22,9%) e il Medio Oriente (1,7% dell’export

Fig. 1.3.6 ESPORTAZIONI REGIONALI PER TRIMESTRI.

Anni 2019-2020 (dato provvisorio) (var. %)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Fig. 1.3.7 TASSO MEDIO ANNUO DI CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI.

Abruzzo e Italia. Anni 2000-2020 (dati provvisori) (valori percentuali)

* Dati Istat provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

abruzzese 2020 e -15,3% la variazione su base annua). Continuano ad avanzare le vendite in America Settentrionale (12,1% e +57,3%) grazie alle ottime performance degli Stati Uniti (11,4% e +65,9%,) e in Asia Centrale (0,6% e +8,8%) e Orientale (3,5% e +18,0%). In un’ottica di più lungo periodo (2001-2020), considerando le medie 2001-2003, 20092011 2017-2019 e l’anno 2020 (dato Istat provvisorio) emerge con evidenza che, al contrario di quanto si osserva a livello medio nazionale, in regione cresce nel complesso il peso dei Paesi dell’Unione UE post Brexit fino al 2019, nel 2020 esso subisce un ridimensionamento

Fig. 1.3.8 ESPORTAZIONI ABRUZZESI PER AREA GEOGRAFICA

Anno 2020 (dati provvisori) (var. % su anno precedente)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 1.3.2 EXPORT PER AREE GEOGRAFICHE E PRINCIPALI PAESI. ABRUZZO E ITALIA.

Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su export di periodo) Italia Abruzzo 2001- 03 2009-11 2017-19 2020* 2001-03 2009-11 2017-19 2020* Ue 27 post Brexit 55,2 52,6 51,0 51,1 65,9 65,0 66,6 63,4 Area euro19 47,5 43,7 40,9 41,2 56,7 54,0 54,8 53,1 Germania 14,2 12,9 12,4 12,8 20,5 20,5 19,9 20,9 Francia 12,4 11,6 10,4 10,3 15,9 15,8 19,1 18,2 Spagna 6,6 5,6 5,2 4,7 6,1 5,2 5,0 4,2 Belgio 2,9 2,6 2,9 3,4 3,5 3,3 2,7 3,0 Paesi Bassi 2,6 2,4 2,4 2,6 2,0 1,7 1,9 1,7 Slovenia 0,8 1,0 1,0 0,8 1,4 1,8 1,1 0,7 Austria 2,2 2,4 2,2 2,1 2,0 1,4 1,5 1,3 Polonia 1,6 2,6 2,9 3,0 2,9 4,4 4,3 3,9 Ungheria 1,1 0,9 1,0 1,0 1,6 1,7 2,1 2,1 Romania 1,3 1,5 1,7 1,6 0,8 1,5 1,4 1,2 Paesi europei non Ue 15,1 16,7 15,8 16,4 11,7 16,0 14,2 12,2 Regno Unito 6,9 5,0 5,2 5,2 6,5 7,5 8,0 6,5 Russia 1,4 2,4 1,7 1,6 1,1 3,6 1,2 1,0 Turchia 1,6 2,3 2,0 1,8 0,9 1,8 1,3 2,2 Svizzera 3,6 5,0 4,9 5,8 1,7 1,5 2,2 1,0 Africa 3,7 5,0 3,8 3,5 2,0 2,8 2,3 2,0 Africa settentrionale 2,5 3,6 2,6 2,3 1,5 1,9 1,6 1,4 Altri paesi africani 1,2 1,4 1,2 1,2 0,5 0,9 0,7 0,6 America 13,3 10,1 13,2 13,5 10,3 9,8 10,8 16,0 America settentrionale 10,1 6,7 10,1 10,8 8,4 7,7 6,7 12,1 Stati Uniti 9,2 6,0 9,2 9,8 7,6 6,8 6,0 11,4 America centro-merid. 3,2 3,4 3,0 2,7 2,0 2,1 4,0 3,9 Asia 11,3 13,9 14,2 13,5 9,8 6,0 5,5 5,8 Medio Oriente 3,7 4,9 4,0 3,5 2,5 2,3 2,2 1,7 Asia centrale 0,7 1,7 1,5 1,2 0,2 0,7 0,5 0,6 Asia orientale 6,9 7,3 8,7 8,8 7,0 3,1 2,8 3,5 Cina 1,4 2,5 2,8 3,0 0,2 0,8 1,1 1,2 Giappone 1,7 1,2 1,5 1,6 1,0 0,7 0,7 0,6 Mondo 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

* Dati Istat provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

superiore alla media italiana (-11,1% contro -9,7%) pur restando in termini di peso percentuale sul totale assai più elevato (nel 2020 63,4% contro 51,1%). Nel ventennio osservato la quota di Paesi dell’Unione Monetaria a 19, pur in calo su tutti e due i livelli territoriali, si stabilizza in Abruzzo su un valore (53,1% del totale) di quasi 12 punti percentuali superiore rispetto a

quello italiano (41,2%). In tale ambito quasi il 75% del valore venduto all’estero è destinato a Francia e Germania. I Paesi europei non UE (considerati ab origine per uniformità di lettura dei dati come comprendenti il Regno Unito) hanno in regione nel ventennio considerato peso inferiore a quello medio nazionale (13,5% circa contro 16% circa). In tale raggruppamento la parte del leone, come è ovvio, la fa il Regno Unito che da solo detiene più della metà del totale, quota superiore a quella media nazionale. Abbastanza stabile, ma inferiore alla quota media nazionale nel periodo 2001-2020 l’export verso l’Africa che nell’ultimo anno fa registrare una contrazione che arriva quasi al 18,2% determinata dal pessimo andamento degli scambi commerciali con i Paesi settentrionali cui sono destinate più dei due terzi delle vendite regionali verso quel Continente. La quota di export abruzzese in America settentrionale, grazie ad un incremento su base annua del 57,3%, passa da una media di circa il 7,6% (Italia: 9%) del periodo 2001-2019 al 12,1% del 2020 (Italia: 10,8%) per effetto dell’ottimo incremento nell’ultimo anno degli Stati Uniti (+65,9%) che rappresentano la quasi totalità delle vendite in quella parte di continente. La parte centro-meridionale subisce a livello regionale nell’ultimo anno un calo del 22,9% più ampio del -16,5% medio nazionale nonostante il quale il suo peso sul export Abruzzo 2001-2020 si attesta sul 3,9% superiore al 2,7% medio nazionale. Per quanto riguarda le vendite estere abruzzesi in Asia, al contrario di quanto avviene a livello Italia e nonostante gli interessanti incrementi del 2020 su base annua della parte Centrale (+8,8%) ed Orientale (+18,0%), si rileva un progressivo contenimento del loro peso sul totale (dal 9,8% del periodo 2001-2003 al 5,5% del triennio 2017-2019; Italia rispettivamente 11,3% e 14,2%) per effetto di una progressiva riduzione dell’export nell’Estremo Oriente (dal 7,0% del primo triennio considerato al 2,8% dell’ultimo al 3,5% del 2020) e nel Medio Oriente (dal 2,5% del periodo 2001-2003 all’1,7% del 2020), pesi entrambi assai più bassi di quelli medi nazionali). Il comparto metalmeccanico ed elettronico, che rappresenta nel complesso il 66,8% dell’export regionale, pur diminuendo di 2,4 punti percentuali rispetto alla media del triennio precedente, mostra nell’ultimo ventennio una crescita sull’export regionale superiore all’11%. Assai diversificato l’andamento dei settori in esso compresi: a crescere, infatti tra il 2001 e il 2020 sono solo i mezzi di trasporto che, nonostante la contrazione annuale nel 2020 dell’11,5% (Italia: -11,7%), passano dal 25% a quasi il 50% delle vendite estere regionali (Italia: 10%). L’export di apparecchi e macchinari fa osservare nel ventennio osservato un leggero calo a livello Italia (dal 28,3% del 2001-2003 al 25,2% del 2020) e un sostanziale dimezzamento in Abruzzo (dal 24,4% del 2001-2003 al 12,1% del 2020). Nel dettaglio, si rileva che l’export di computer, apparecchi elettronici, ottici ed apparecchi elettrici, nonostante l’incremento su base annua del 2020 (rispettivamente +15,1% e +0,6%), continuano ad essere di gran lunga meno importanti che nella media nazionale in tutto il periodo considerato (Italia: dall’11,3% del triennio 2001-2003 all’8,5% del 2020; Abruzzo: dal 14,1% al 5,3%). Anche i metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, vedono ridurre la loro incidenza sul totale dell’export nazionale e regionale e in Abruzzo a fine periodo si attestano su una quota che è il 46% di quella media italiana (6,9% contro 16,7%). Il comparto chimico-farmaceutico, comprendente anche gomma e plastica, che rappresenta nel 2020 il 16,5% del totale regionale (Italia: 22%), quota abbastanza stabile nel periodo 2001-2020, vede un incremento su base annua del 17% (Italia: -7,7%). Al suo interno, si osserva rispetto al 2019 il forte balzo in avanti delle vendite estere regionali di prodotti farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+108%; Italia: +3,8%) che, quasi raddoppian-

do negli ultimi venti anni il loro peso sulle vendite estere regionali, arrivano a rappresentare in Abruzzo più del 7% del totale (Italia: 8%) il lieve incremento dei prodotti chimici (+2,4% pari al 3% del totale; Italia: -5,0%, 6,8%) e il decremento a due cifre di prodotti in gomma (-19%, 6% dell’export regionale; Italia: -8%, 5,9%). Per quanto attiene i settori legno e carta e moda, essi perdono terreno su base annua (rispettivamente -3% e -32%) e sul lungo periodo in ambedue i livelli territoriali e si attestano nel 2020 su un peso percentuale che per il legno e mobili corrisponde alla metà di quello medio nazionale (0,9% contro 1,8%) e per la moda quasi al suo 30% (3,1% contro 10,6%). Quote crescenti di export sia in Italia

Tab. 1.3.3 EXPORT PER PRINCIPALI SETTORI. ABRUZZO E ITALIA.

Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su export di periodo) Italia Abruzzo 2001- 03 2009-11 2017-19 2020* 2001- 03 2009-11 2017-19 2020*

Prod. dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca Prod. dell'estrazione di minerali da cave e miniere 1,6 1,6 1,5 1,6 0,5 0,7 0,8 0,6

0,2 0,3 0,2 0,2 0,3 0,6 0,3 0,1

Prod. alimentari, bevande e tabacco 5,4 6,6 7,7 9,0 4,5 6,1 6,2 7,4 Prod. tessili, abbigliamento, pelli e accessori 15,1 11,2 11,6 10,6 13,4 8,4 4,6 3,1 Legno e prodotti in legno; carta e stampa 2,3 2,1 1,9 1,8 2,9 2,2 0,9 0,9 Coke e prodotti petroliferi raffinati 1,8 4,1 3,0 1,8 0,0 0,0 0,0 0,0 Sostanze e prodotti chimici 6,2 6,5 6,6 6,8 2,9 3,1 2,9 2,9 Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici 3,6 4,1 6,0 7,8 4,2 4,4 3,4 7,3 Art. in gomma e mat. plast., altri prod. lavoraz. min. non met. 7,1 6,1 5,8 5,9 9,9 10,2 7,5 6,3 Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti 8,3 11,9 10,7 11,2 6,0 6,1 5,3 5,1 Computer, apparecchi elettronici e ottici 5,1 3,4 3,3 3,5 11,4 4,6 2,7 3,0 Apparecchi elettrici 6,2 5,7 5,1 5,0 2,7 2,4 2,4 2,2 Macchinari e apparecchi n.c.a. 17,1 18,3 17,6 16,7 10,3 9,3 8,3 6,9 Mezzi di trasporto 10,9 10,0 11,0 10,3 25,3 37,9 50,5 49,5

* Dati Istat provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

sia in regione caratterizzano l’andamento dell’export del settore agro-alimentare sia nel lungo che nel breve periodo che, con un incremento in regione rispetto al 2019 del 3%, rappresenta l’8,1% del totale abruzzese (Italia: 10,6%).

Le importazioni Passando ad esaminare l’andamento dell’import regionale, va premesso che l’Istat imputa gli acquisti dall’estero alle regioni nelle quali le merci arrivano e vengono sdoganate e non a quelle cui sono destinate, con conseguente sovrastima dell’import delle aree dotate di grandi infrastrutture viarie e di trasporto, quali porti e aeroporti, e conseguente sottovalutazione di quello delle regioni, quali l’Abruzzo, meno dotate. Analogamente a quanto osservato per l’export regionale ma in modo più accentuato, gli acquisti di merci estere, che avevano fatto segnare una crescita nel periodo 2014-2019, nel 2020 subiscono una contrazione del 7,4%, meno ampia del -12,8% medio nazionale, e si attestano su quota 3.863 milioni di euro inferiore al valere raggiunto nel 2016.

Anche per le importazioni si tenta di fare il confronto dell’andamento infrannuale 2020 con quello del 2019, pur ribadendo che è impossibile un paragone tra periodi corrispondenti a quelli che nel 2020 sono state definite fasi pandemiche (gennaio-febbraio: fase prepandemica; marzo-maggio: prima ondata; giugno-settembre: fase di transizione; ottobre-dicembre: seconda ondata) poiché i dati regionali sono organizzati dall’Istat per trimestri. Reputando comunque interessante fare tale raffronto anche se approssimativo, si osserva una contrazione tendenziale nel primo trimestre (-4,4%), prosecuzione della fase leggermente calante già iniziata nel 2019, certamente accentuata in modo significativo dal fatto che nel mese di marzo è iniziato il lockdown e, quindi, sono state adottate misure governative di restrizione alla circolazione delle persone e delle cose che hanno, tra l’altro, imposto la chiusura totale e parziale di molte attività. Gli acquisti abruzzesi all’estero subiscono un crollo verticale di quasi il 20% nel periodo

Fig. 1.3.9 IMPORTAZIONI ABRUZZESI.

Anni 2003-2020 (valori provvisori) (val. in milioni di euro)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Fig. 1.3.10 IMPORTAZIONI REGIONALI PER TRIMESTRI.

Anni 2019-2020 (dati provvisori) (var. %)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

aprile-giugno, comprensivo di quasi due mesi di lockdown e caratterizzato da una forte incertezza sulle future decisioni governative, e un calo meno intenso nel III trimestre (-6,9%) e poi tornano a crescere lievemente (+2,0%) nell’ultimo quarto dell’anno. Il tasso medio annuo di crescita nel periodo 2000-2020 è del -0,1% assai più basso del +1,8% medio nazionale. In particolare si osserva che tra il 2000 e il 2008 l’import regionale fa segnare un +0,4% contro un +5% medio nazionale, negli anni tra il 2008 e il 2015 decresce del -0,9% più del doppio del decremento che si osserva a livello Italia (-0,4%) e tra il 2015 e il 2019 torna a crescere (+2,2%; Italia: +3,4%).

Fig. 1.3.11 TASSO MEDIO ANNUO DI CRESCITA DELLE IMPORTAZIONI.

Abruzzo e Italia. Anni 2000-2020 (dati provvisori) (valori percentuali)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Il decremento annuo del 7,4% deriva da una contrazione generalizzata degli acquisti da quasi tutte le aree geografiche ad eccezione dell’America settentrionale (+14,3% pari al 5,2% dell’import regionale nel 2020). Particolarmente importanti in valore assoluto le flessioni nei Paesi europei non UE post Brexit (-14,2%, 5,7% del totale annuo), meno rilevanti quelle, pur significative in termini di variazioni percentuali annue, del Medio Oriente (-36,5% pari allo 0,3% del totale dell’import regionale nel 2020), dell’Africa (-29,6%, 3,1%) e dell’Asia Centrale (-18,7%, 0,9%).

In un’ottica di più lungo periodo (2001-2020), considerando le medie 2001-2003, 20092011 2017-2019 e l’anno 2020 (dato Istat provvisorio) si osserva che la quota dell’import dai Paesi dell’Europa a 27 post Brexit si mantiene superiore a quella nazionale (rispettivamente 69,9% contro 58,2% nel 2020) e mostra sia in Abruzzo che in Italia nell’ultimo decennio una tendenza crescente interrotta solo dalla crisi del 2009 i cui effetti si riverberano nel triennio 2009-2011. Parimenti superiore alla media Italia in tutto il periodo osservato è anche la porzione di merci acquistata dall’UEM a 19. Aumentano complessivamente a livello regionale nel periodo osservato i pesi dell’import dalla Francia, della Spagna e dalla Polonia, subiscono un generale ridimensionamento quelli dalla Germania, dal Belgio, dai Paesi Bassi e dalla Romania, restano sostanzialmente stabili gli acquisti da Slovenia, Austria e Ungheria. Registra una pesante riduzione in regione l’import dall’Europa non UE post Brexit, contrazione allineata alla media nazionale; essa ha interessato tutti i principali paesi (Regno Unito compreso) esclusa la Turchia. A differenza di quanto si osserva per l’import nazionale, quello regionale dal continente africano tende a crescere per effetto del maggior valore degli acquisti dalla parte settentrionale. Cala leggermente nel periodo osservato su ambedue gli orizzonti territoriali il peso dell’America conseguente ad una contrazione degli acquisti sia dalla parte settentrionale (Stati Uniti compresi) sia da quella centro-meridionale il cui andamento è stato caratterizzato da un rialzo tra il 2009 e il

Fig. 1.3.12 IMPORTAZIONI ABRUZZESI PER AREA GEOGRAFICA.

Anno 2020 (dati provvisori) (var. % su anno precedente)

Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

Tab. 1.3.4 IMPORT PER AREE GEOGRAFICHE E PRINCIPALI PAESI. ABRUZZO E ITALIA.

Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su import di periodo) Italia Abruzzo 2001-03 2009-11 2017-19 2020* 2001- 03 2009-11 2017-19 2020* Ue 27 post Brexit 58,0 52,7 56,8 58,2 66,4 61,0 69,3 69,9 Area euro19 51,6 44,7 47,1 48,2 53,1 51,9 55,6 56,1 Germania 17,9 16,0 16,3 16,3 16,8 13,5 14,3 15,7 Francia 11,4 8,6 8,5 8,5 15,5 14,7 19,8 19,7 Spagna 4,6 4,5 5,2 5,3 4,9 6,0 7,5 7,0 Belgio 4,4 3,7 4,5 4,9 4,0 5,5 2,6 2,4 Paesi Bassi 6,0 5,4 5,4 5,9 5,1 4,5 4,4 4,3 Slovenia 0,6 0,6 0,8 0,8 0,5 0,9 0,3 0,2 Austria 2,7 2,4 2,3 2,3 1,8 2,0 1,6 1,7 Polonia 0,9 2,0 2,4 2,5 0,8 1,8 4,3 4,0 Ungheria 0,7 1,0 1,3 1,4 0,3 1,0 1,5 1,0 Romania 1,4 1,3 1,7 1,7 2,1 0,8 1,4 1,5 Paesi europei non UE 14,6 13,2 12,6 11,0 7,8 7,6 6,4 5,7 Regno Unito 5,0 2,9 2,7 2,3 4,2 2,7 2,3 1,9 Russia 3,1 4,1 3,3 2,5 0,7 0,5 0,1 0,1 Turchia 1,2 1,5 2,1 2,0 1,4 1,5 2,1 1,9 Svizzera 3,6 3,0 2,6 2,6 0,9 0,6 0,4 0,3 Africa 6,7 7,8 5,0 3,9 2,5 2,9 4,0 3,1 Africa settentrionale 5,0 5,9 3,4 2,6 1,9 2,4 3,6 3,0 Altri paesi africani 1,6 1,9 1,5 1,4 0,7 0,4 0,4 0,2 America 7,4 6,3 6,5 6,8 6,7 8,5 4,8 6,0 America settentrionale 5,0 3,6 4,2 4,5 6,2 6,0 3,9 5,2 Stati Uniti 4,5 3,2 3,8 4,0 5,5 5,6 3,8 5,1 America centro-merid. 2,4 2,7 2,2 2,3 0,5 2,4 0,8 0,8 Asia 12,5 19,5 18,7 19,6 15,6 19,6 14,9 15,1 Medio Oriente 2,9 5,8 4,6 4,1 0,8 1,1 0,4 0,3 Asia centrale 1,2 2,2 2,3 2,1 0,6 1,3 1,2 0,9 Asia orientale 8,4 11,5 11,7 13,3 14,1 17,2 13,4 13,9 Cina 3,2 7,3 7,3 8,7 2,3 6,7 5,4 6,2 Giappone 2,1 1,2 1,0 1,0 9,7 7,1 1,7 1,6 Mondo 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

*dati provvisori Fonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

2011 rientrato negli anni successivi ai livelli precedenti. L’import regionale, a differenza di quanto si osserva in Italia, in Asia e in particolare in Medio Oriente tende a scendere attestandosi su quote assi inferiori a quelle nazionali. Sale nel periodo osservato l’import regionale dall’Asia centrale che rappresenta nel 2020 una quota sul totale annuo approssimativamente pari alla metà di quella nazionale e restano abbastanza stabili

Abruzzo 2020*

2017-19

2009-11 3,7

3,9

3,7 0,2

0,2

0,4 6,3 7,1 5,2 0,0 14,2 2,5

6,7 6,8 6,6 0,1 13,3 2,3 7,6

8,2 8,2

9,2 4,7 3,7 8,3 24,2

4,0 4,8 7,7 23,1

7,6 8,5 6,4 0,1 12,7 4,7 7,7 8,8 5,5 2,9 10,6 18,0

Tab. 1.3.5 IMPORT PER PRINCIPALI SETTORI.

Abruzzo e Italia. Medie 2001-2003, 2009-2011, 2017-2019 e 2020 (peso % su import di periodo) Italia 2001- 03 4,2 0,3 6,6 8,2 5,4 0,0 10,6 3,1 5,6 7,5 11,2 1,6 13,3 17,7

2020*

2017-19 3,9

3,5 6,9

10,4 7,7 8,1 2,4 1,5 9,8 8,0

7,3 7,7 2,6 2,1 9,2 6,4 3,7

3,5 11,3

10,4 7,4 4,7 7,5 10,3

6,7 4,2 7,4 12,0

2009-11 3,2

2001- 03 3,5 16,2

10,5 7,1 7,2 2,6 2,3 8,9 4,9 3,1 9,7 8,2 3,5 6,1 10,5

7,0 7,6 3,4 1,8 9,6 3,6 3,2 9,0 8,9 3,4 8,1 14,5

Prod. dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca Prod. dell'estrazione di minerali da cave e miniere Prod. alimentari, bevande e tabacco Prod. tessili, abbigliamento, pelli e accessori Legno e prodotti in legno; carta e stampa Coke e prodotti petroliferi raffinati Sostanze e prodotti chimici Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici Art. in gomma e mat. plast., altri prod. lavo raz. min. non met. Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti Computer, apparecchi elettronici e ottici Apparecchi elettrici Macchinari e apparecchi n.c.a. Mezzi di trasporto

*dati provvisoriFonte: elaborazione CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia su dati Istat

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