Cs Oggi N.75

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AREA URBANA NUOVA SERIE N. 75 - 24 NOVEMBRE 2012

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GRUPPI REGIONALI

IL MALLOPPO CONSOCIATIVO SANITÀ

CONTRO I PIÙ INDIFESI

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Pensavano di farla franca con quella messinscena del taglio del 10 per cento sugli emolumenti. Nelle intenzioni del loro attuale presidente, Talarico da Lamezia, i consiglieri regionali calabresi pensavano di accreditarsi, di fronte all'opinione pubblica nazionale, come esempio di consapevolezza e di determinazione nel voler abbattere i costi della politica. Nello stesso tempo si metteva in atto la furbata di approvare la cancellazione dei vitalizi ma a partire dalla prossima legislatura. Ora vengono fuori i conti dei finanziamenti concessi ed erogati ai gruppi consiliari nel 2011. Sono reperibili sul sito della Regione ma soltanto negli importi di budget. Il marcio sta nel dettaglio di come sono stati spesi e utilizzati e si spera che la Guardia di Finanza, già al lavoro a Palazzo Campanella, faccia piena luce, verità e giustizia passando i conti alla competenza della magistratura sulla quale grava, come non mai, la responsabilità di bonificare e ripulire le istituzioni da affaristi e scalatori sociali senza scrupoli che hanno visto nella carriera politica la scorciatoia per facili arricchimenti. I calabresi, che di questo spreco pagano le conseguenze, hanno almeno il diritto di sapere ovvero di conoscere per poter giudicare. Non basta apprendere che a una pasticceria è stato pagato un conto di milletrecentocinque euro, pari a circa 2 milioni e mezzo di vecchie lire. Se era facile spendere e spandere in banchetti politici e grandi abbuffate convegnistiche, lo si documenti e se ne risponda politicamente. Se con il finanziamento ai gruppi ogni consigliere poteva legittimamente dotarsi di una squadra di collaboratori, vengano alla luce i nomi. Giudicheranno i calabresi e gli elettori. Nessuno vuole alzare pregiudizialmente forche o ghigliottine ma il diritto dei calabresi a conoscere come sono stati spesi i loro soldi va riconosciuto. Un diritto che non viene certo sminuitio dallo spirito consociativo con cui, in consiglio regionale, tutti sapevano, spendevano e tacevano. Diversamente si farebbe torto grave a chi quei finanziamenti li ha utilizzati onestamente e nel rispetto trasparente delle finalità previste dalla legge e dal famigerato articolo 4.

Un Paese che col suo governo,quale che sia,costringe gli ammalati di SLA a manifestare contro i tagli operati in loro danno,riducendo a soli 200 milioni di euro il fondo per la non autosufficienza dei disabili gravissimi,è un Paese che esce dal novero degli Stati moderni che ,per grado di civiltà maturata, garantiscono servizi sociali essenziali. Far pagare ai disabili e agli ammalati più in generale il prezzo di una crisi che sarà globale ma che è anche conseguenza delle ruberie di chi si è illecitamente arricchito, grazie a una corruzione diffusa e fuori controllo,è un atto criminoso che va condannato e contrastato. L'equità promessa nei tagli e nei sacrifici è ben lontana. Anche se il governo incrementerà il fondo per i disabili gravissimi di 400 milioni,il problema rimane.Da Milano a Palermo,dalle Molinette di Torino all'Annunziata di Cosenza, i malati pagano prezzi altissimi e non certo per colpa del personale medico che opera in condizioni di perenne emergenza. I calabresi,per far fronte al Piano di Rientro dal debito sanitario, sono chiamati a pagare ticket e addizionali.E sia. Ma, a fronte di 3 miliardi di debito accumulato,è legittimo e doveroso chiedere come sono stati spesi,in quali strutture,con quali finalità,con quali risultati. Due libri inchiesta,uno a firma dei giornalisti Arcangelo Badolati e Attilio Sabato e l'altro a firma del deputato Franco Laratta e del consigliere regionale Carlo Gruccione,entrambi targati PD,disegnano uno scenario della sanità calabrese fatto di sprechi,abusi,omissioni, inefficienze,carenze organizzative e strutturali che danno della sanità calabrese una immagine da quarto mondo. Una ragione in più per chiedere a chi e dove sono andati i 3 miliardi di debito accumulato. a pagina

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