CsOggi N.76 - 2012

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AREA URBANA NUOVA SERIE N. 76 - 1 DICEMBRE 2012

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VENDOLA LI SALVERÀ

LA PAURA DEI BERSANIANI Il faccia a faccia televisivo fra Bersani e Renzi non dava a Bersani un vantaggio netto come era nelle previsioni dei suoi sostenitori. Matteo Renzi aveva dato corpo, con vivacità e agilità dialettica, a quel vento nuovo che da più parti si auspica nel PD. La frattura o la scissione fra vecchio e nuovo era emersa con tutta evidenza.A Bersani era toccato difendere errori e sconfitte non sue ma certamente riconducibili ad una componente del PD che lo sostiene. Più la trasmissione andava avanti con le domande della Magioni più il confronto si spostava dai singoli candidati ai "mondi" che rappresentavano. Bersani richiamava Franco Marini,Massimo D'Alema,Rosy Bindi e il grigio apparato di cui il partito è ostaggio mentre Renzi richiamava dalla sua i volti di una generazione fresca di energie e di entusiasmo ,non senza esperienza, che a tutte le latitudini del Paese preme per una svolta rispetto alla vecchia politica dei feudatari del partito e dell'apparato che li sostiene. Bersani si trova a difendere assetti e organigrammi del partito di cui non porta responsabilità se non quella di essere la sua segreteria figlia di quegli equilibri e di quegli accordi. I numeri usciti dalle urne domenica 25 dicono che Renzi e Vendola insieme raccolgono insieme più voti di Bersani anche se le posizioni politiche di Renzi e di Vendola non sono né sovrapponibili né integrabili. Sbagliano comunque i bersaniani a connotare Renzi come un infiltrato berlusconiano, cavallo di Troia di una destra che vuole scardinare gli equilibri interni del PD per mettere in discussione la vittoria del centrosinistra data per scontata alle politiche di primavera. Al netto di Matteo Renzi come persona e come politico e dei potentati che in vario modo ne sostengono la candidatura, è quanto mai evidente il bisogno di aria nuova che si chiede nel PD. Se poi è Bersani che ha le phisique du role per andare a Palazzo Chigi e rappresentare l'Italia nelle cancellerie internazionali mentre Renzi si può accontentare di rimanere sindaco di Firenze e del ruolo di protagonista che si è conquistato,è questione secondaria. La verità politicamente acquisita è che dietro il termine insolente di rottamazione c'è una legittima sollecitazione politica al cambiamento di facce e cultura di governo e di opposizione. Bersani paga il prezzo di essere sostenuto, soprattutto al sud, anche da quella componente del partito,clientelare e dorotea, che ha trasfigurato il partito in una lobby di potere consegnatasi,per autonservarsi, a pratiche trasversali e consociative. Bersani paga il prezzo -e Renzi se ne avvantaggia- di certe figure presentatesi a presidiare i gazebo per convogliare voti in suo favore. A Cosenza saranno i vendoliani e SEL a salvare domenica la faccia a Bersani. Insomma Renzi raccoglie voti che non sono contro Bersani ma contro una ben individuata parte dei bersaniani. Il segretario del PD non dovrebbe avere problemi a vincere,sia pure di misura,su Renzi col voto di domenica ma la paura dei bersaniani è che si profila una vittoria zoppa che influenzerà non poco le quote di ripartizione dei candidati alle politiche. Se Renzi aumenta la sua percentuale di consensi risulterà determinante la convergenza di Vendola sulla candidatura di Bersani e saranno problemi per i fautori dell'accordo con Casini. Va bene il rispetto delle regole ma non è sufficiente a giustificare la reazione a quelle pagine a pagamento,ispirate e pagate da una fondazione che sostiene Renzi, che invita a non disertare domenica le urne precisando che può andare a votare anche chi non ha votato al primo turno. Si vedrà se sono state violate le regole ma ha ragione Matteo Renzi quando afferma che, a fronte di una Margherita Hack che chiede di poter votare ,non le si può chiedere di portare a Nico Stumpo la giustificazione per la mancata partecipazione al primo turno.

Margherita Hack

Enzo Paolini e Nichi Vendola

PERCHÉ VENDOLA VINCE A COSENZA Il risultato delle Primarie a Cosenza in favore di Nichi Vendola segna una svolta politica in città ed in Calabria. La sinistra storica ambientalista e libertaria si ritrova e riparte con Vendola e Sel per riprendere le sue battaglie in difesa degli esclusi e delle fasce più deboli della società. Nichi Vendola vince anche perché la vecchia nomenclatura che ha presidiato i gazebo non ha certamente incoraggiato il voto in favore di Bersani. Il PD nelle sue componenti limacciose e dorotee porta la responsabilità d'aver consegnato il Comune di Cosenza e la Regione al centrodestra. Nichi Vendola e Sel hanno marcato la loro forza politica con i consensi ottenuti sulla candidatura di Enzo Paolini alle amministrative dell'anno scorso e questi consensi si sono ritrovati nelle urne delle Primarie. Alle componenti più responsabili e credibili del PD tocca ora il compito di costruire le alleanze su base solide ed eticamente inattaccabili per vincere le politiche di primavera e tornare al governo del Paese. Enzo Paolini - PSE


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n. 76 - 1 dicembre 2012

PRIMARIE PRIMO TURNO

SE BERSANI VINCE AL SUD

Studenti all’Unical

Non è riflessione che si può eludere quella che vede Bersani conseguire, al primo turno, maggioranze bulgare al sud mentre Renzi raccoglie vasti consensi nelle aree tradizionalmente rosse del centro-nord. Significherà pur qualcosa se Bersani vince in quelle regioni dove clientelismo e voto di scambio non risparmiano nessun partito, PD incluso, e le istituzioni sono in mano ad una classe dirigente, in senso lato, incapace, inadeguata, subcolta, famelica di risorse pubbliche, blindata nei suoi privilegi, collusa con una burocrazia corrotta, arrogante e priva del senso dello Stato. Si può comprendere che in una competizione dal risultato incerto anche i voti delle "statue di sale" hanno il loro peso ma vincere la battaglia con loro oggi è autocondannarsi a perdere la guerra quando la posta in gioco sarà la leadership per il governo del Paese. La sinistra in tutte le sue componenti oggi si riconosce e si ritrova, grilliamo a parte, prevalentemente con Vendola a fronte di un PD che non vuole fare i conti con le sue anime morte espressione di logiche di potere che non appartengono alla storia della sinistra e che da tempo si sono arrese al potere ed ai condirettore responsabile Direzione-Amministrazione dizionamenti del denaro. Dagli Antonlivio Perfetti Via Pisa, 8 - Diamante (Cs) appalti, alla spesa sanitaria, alle infoline 335.5320437 e-mail: redazione@cosenzaoggi.it banche, ai rimborsi elettorali. Registro Stampa Tribunale Questo spiega perché all'Unical di Cosenza n.547 Vendola ha parlato ad un'aula magna stracolma di giovani e Bersani ad una platea impiegatizia e di apparato prevalentemente al seguito di sindaci, assessori e uomini di palazzo. è disponibile gratuitamente I giovani che c'erano sperano in su internet digitando un cambiamento che non può partire dai bersaniani. (http://) www.cosenzaoggi.it

FACCIA A FACCIA RENZI-BERSANI

DOPO IL PAPA, IL PARROCO Aveva già colpito quell'affermazione fatta da Bersani a SKY quando nel pantheon delle figure di suo riferimento aveva citato Papa Wojtyla. Si era pensato ad un espediente non molto riuscito per convogliare il consenso dei cattolici in suo favore. La cosa,però, si è ripetuta nel faccia a faccia con Renzi quando la conduttrice ha chiesto a chi, se sollecitati, sentivano di dover chiedere scusa. Renzi ha chiesto scusa al fratello medico che, per non essere sospettato di godere di privilegi a Pierluigi Bersani e Matteo Renzi Firenze , è andato all'estero a fare il medico. Bersani ha chiesto scusa alla famiglia per i sacrifici procurati e al parroco del suo paese ,che non c'è più, per uno sciopero dei chierichetti di cui Bersani bambino era stato promotore. Con inevitabile ironia toscana Renzi ha fatto in tempo a commentare: "Tra Papa Giovanni e il parroco, meno male che è l'ultimo confronto".

BROGLI A CATANZARO

LA SCHEDA BALLERINA Gli elettori che saranno chiamati a Catanzaro a ripetere il voto delle amministrative di un anno fa dovranno fare opera di verità e giustizia su quanto avvenuto nei seggi che dovranno ripetere la votazione. Probabilmente il risultato finale non cambierà ma resterà la macchia di pratiche elettorali illegali che sarebbe utile conoscere quanto pilotate dall'alto.I comportamenti accertati parlano di personale inadeguato a gestire il seggio sia per insufficiente competenza che per superficialità di comportamento. Sono anche stati trovati i riscontri alla pratica della "scheda ballerina", di invenzione camorristica per il controllo delle preferenze, che consiste nel portare fuori dal seggio una scheda non utilizzata che ,segnata da terzi con la preferenza, consentirà una sequenza di voti di lista e di preferenza che altera il responso delle urne. Viene da chiedersi,nella Calabria saudita dei feudi elettorali, quanto sia diffusa questa pratica e quanto impunemente sia stata attivata nelle elezioni del passato.C'è da augurarsi che nelle prossime competizioni elettorali la sorveglianza sia più rigorosa e le illegalità scoperte vengano punite in maniera esemplare.

A “BALLARÒ”

CIALTRONI E OMOFOBI Non si può dare torto a Berlusconi quando afferma che nel settarismo dei talk show Giovanni Floris si distingue con Ballarò per quella falsa equidistanza che riesce a costruire con gli ospiti in studio quando,invece, l'impostazione della trasmissione è sempre orientata verso un obiettivo pre-definito. Campione in assoluto nell'embargo mediatico ai radicali,mai presenti nelle sue trasmissioni, in sintonia con l'ostracismo decretato dalla partitocrazia nei confronti di chi si richiama a Marco Pannella e alle sue battaglie, Floris nella trasmissione di martedì,all'indomani del primo turno delle primarie, sofferente per l'affermazione di Vendola che davano azzoppato per la vicenda giudiziaria che ne aveva ritardato la discesa in campo, si è spericolatamente e ruffianamente abbandonato ad una interpretazione tutta sua del ruolo che Vendola potrà avere nel voto del secondo turno.Poichè il coraggio di Floris finisce là dove comincia la responsabilità,l'ha buttata a ridere proponendo un spezzone di un noto brano di

Renato Zero

Renato Zero, cantautore gay dichiarato,dal titolo "Mi vendo…". Una cialtronata indicibile,omofoba per l'accostamento a Vendola, parimenti gay dichiarato, che ci si augura tolga a Bersani voti sufficienti per aumentare il peso politico di Vendola,tanto da indurlo a condannare pubblicamente lo stupido servilismo di Ballarò.



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