CsOggi N.89 - 2013

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È UN SETTIMANALE ON-LINE

È UN SETTIMANALE ON-LINE Ditrettore resp. Antonlivio Perfetti Reg. Trib. Cs n.547

AREA URBANA NUOVA SERIE N. 89 - 9 MARZO 2013

si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it

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DIREZIONE PD

IL SUCCESSO DEI “GRILLINI”

BERSANI E L’INCOGNITA DELLE SUBORDINATE

SE LA RABBIA NON DIVENTA CONSENSO

Aveva un'aria sbattuta e per niente combattiva Pierluigi Bersani quando ha pre-

Pierluigi Bersani

Non è una intuizione geniale quella di chi sostiene che, se si andasse a votare

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È UN SETTIMANALE ON-LINE

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CANDIDATURE PD

REGIONE

IMPRESENTABILI LE LISTE DEL SUD

IL RIMPASTO PUÒ ATTENDERE

Negli intreventi succedutisi nella direzione nazionale del PD non sono mancate le critiche per come è stata condotta la campagna elettorale e per come ci

Fra i calcoli che hanno accompagnato i partiti alla disfatta, sia a destra che a sinistra, c'erano gli avvicendamenti e i subentri che sarebbero avvenuti a seguito

Alfredo D’Attorre

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RENZIANI ALL’ATTACCO

TRASPORTO PUBBLICO

E ROTTAMAZIONE SIA

SALTA BINBUS ED È CAOS

Non hanno perso tempo i renziani del PD a porre il problema della sconfitta elettorale e delle ragioni che l'hanno determinata. In pratica si riparte dalle que-

A tenere banco è la commissione d'inchiesta sull'AMACO decisa dal consiglio comunale mentre non si registrano prese di posizione sul caos che è seguito,

Ernesto Magorno

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IMMIGRAZIONE

COOPERATIVE

IL ROGO DEGLI INVISIBILI

PASSA IL CONTRATTO CONFORME ALLA LEGGE

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Orlandino Greco

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Beppe Scopelliti

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La città è sotto trauma per la tragica fine dei tre cittadini extra-comunitari sorpresi nel sonno dalle fiamme divampate in quello che era il loro precario e in-

Beppe Grillo

C'era molta attesa per la riunione del consiglio comunale chiamato a decidea pagina

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Enzo Paolini


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n. 89 - 9 marzo 2013

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DIREZIONE PD

BERSANI E L’INCOGNITA DELLE SUBORDINATE

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IL SUCCESSO DEI “GRILLINI”

SE LA RABBIA NON DIVENTA CONSENSO

Pierluigi Bersani

so la parola per tenere alla Direzione PD la sua relazione. In sala tutti sapevano che c'era stata una telefonata col Quirinale per quell'aut-aut un po' sbrigativo col quale aveva escluso ogni possibile alternativa ad un accordo con il Movimento 5 Stelle. O Grillo viene a patti,assumendosi le sue responsabilità di fronte al Paese, o si torna a votare, aveva detto.Qualcuno deve avergli fatto notare che conclusioni di questo tipo sono esclusiva prerogativa del capo dello Stato e non del "perdente arrivato primo". Tutt'al più Bersani può legittimamente aspettarsi-ma non pretendere- un incarico esplorativo e tentare un governo di minoranza "con chi ci sta" in parlamento ma è un tentativo che si presenta debole anche a volergli concedere una campagna acquisti fruttuosa.Del resto il capo dello Stato ha già fatto sapere che , a sostegno del governo che deve nascere,vuole una maggioranza politica e non una maggioranza precaria e arrangiata.Ma prerogative e orientamenti del Quirinale a parte,la chiave dell'aria che tira all'interno e ai vertici correntizi del PD è venuta dall'intervento di Dario Franceschini, appena dopo la relazione di Bersani, quando rivolgendosi alla sala, ha fatto capire che all'ordine dl giorno della convocazione della direzione nazionale c'era il via libera collegiale da dare al progetto di governo di Bersani mentre, per le "subordinate" alla riuscita del tentativo, bisognava rinviare ad altra discussione. La giornata, quindi, si è sviluppata sugli 8 punti del programma enunciato ma era chiaro a tutti che ci si confrontava all'interno di una liturgia il cui esito era scontato.Non sono mancate,ovviamente, le critiche e le autocritiche per il risultato elettorale ma era sulla possibilità di Bersani di dare vita a un governo che bisognava pronunciarsi.Intanto il governo di "combattimento" era diventato governo di "cambiamento", segno che bisognava tenere conto dei numeri che mancano per dare vita ad un governo stabile e, al momento, un accordo col PDL è da escludere e Grillo non ne vuol sapere. Bersani schiva le insolenze di Grillo e lo sfida a prendere posizione in parlamento col suo movimento di fronte ai problemi del Paese e al rischio che la situazione torni a precipitare verso scenari greci. Si vedrà,l'ottimismo è scarso e le "subordinate" evocate non a caso da Franceschini stanno a significare che, dopo Bersani, Napolitano ci proverà con qualcun altro e si vedrà. Veltroni e Renzi, non a caso,hanno preferito non parlare mentre D'Alema ha cercato di non demonizzare lipotesi astratta di un accordo con un PDL senza Berlusconi. Difficile che Bersani riesca a formare un governo.Grillo continua a randellare il sistema dei partiti e le sue "facce di culo" mentre il settimanale l'Espresso è andato a scoprire che elementi della cerchia familiare di Grillo hanno costituito nel paradiso fiscale del Costa Rica un grappolo di società dalle finalità non trasparenti o poco trasparenti.Pienamente legittidirettore responsabile Direzione-Amministrazione me,ovviamente , ma non è Antonlivio Perfetti Via Pisa, 8 - Diamante (Cs) certo un caso se vengono tiinfoline 335.5320437 e-mail: redazione@cosenzaoggi.it rate fuori in questi giorni.E' Registro Stampa Tribunale la lotta politica,bellezza! di Cosenza n.547

Beppe Grillo

oggi,Grillo e il suo movimento già registrerebbero il primo arretramento. Chi ha votato M5S non si è pentito della scelta ma ora si aspetta che il suo voto abbia corso e seguito politico nel senso che,forse contro ogni previsione,M5S ha i numeri in parlamento per realizzare obiettivi a portata di mano punti di forza della campagna elettorale del M5S.L'indisponibilità di Grillo a prendere in considerazione un accordo di governo col centrosinistra di Bersani su punti specifici come il finanziamento pubblico dei partiti,la legge anticorruzione e quella sul conflitto d'interessi,nonché il dimezzamento del numero dei parlamentari e il controllo sugli emolumenti dei consiglieri regionali- per citarne alcuni- lascia perplessi. Non avessero avuto la forza contrattuale di cui dispongono i parlamentari di Grillo potevano anche arroccarsi sulle posizioni intransigenti che amano ostentare.Ora nessuno chiede loro di allearsi con chi hanno combattuto ma non si può fare delle responsabilità altrui-cioè il PD- l'alibi per non prendersi le proprie responsabilità. Lo spettacolo è finito,l'accerchiamento è riuscito, sono con le mani alzate ma ora bisogna dare un governo al Paese e non un governo qualsiasi. Qui sta il punto e conta poco se Bersani resta il Gargamella evocato insolentemente nella campagna elettorale e se, chi viene dopo di lui, è parimenti compromesso col sistema dei partiti che il voto del 24 febbraio ha scardinato. Voti di rabbia,di indignazione e di protesta,Grillo lo sa, ma ha il diritto di considerarli consensi alla sua battaglia.Ora viene e ci si aspetta il seguito,nel senso che - se Grillo rifiuta pregiudizialmente la trattativa con Bersaniqualcuno deve spiegare perché il M5S ha accerchiato e occupato il parlamento, per fare cosa e con quale priorità di obiettivi.Non c'è più voglia di ridere e di deridere,cosa che riesce benissimo a Grillo, perché le preoccupazioni ci sono e sono serie. In attesa-come afferma lui- di totalizzare il cento per cento dei consensi per distruggere il sistema dei partiti e poi "sciogliere il movimento", c'è la possibilità concreta, a fronte di ruberie impunite e parassitismi tollerati, di bonificare e rigenerare la nostra democrazia facendo entrare aria nuova nel parlamento e nelle istituzioni. Diversamente la rabbia che esprimono quei voti ottenuti nell'urna dal M5S non diventano consenso e gli si ritorcerebbero contro. Come è giusto che sia. è disponibile gratuitamente Niente "mercato delle vacsu internet digitando che" ma con le rivoluzioni non si scherza o costa caro. (http://) www.cosenzaoggi.it


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CANDIDATURE PD

IMPRESENTABILI LE LISTE DEL SUD

si è arrivati, a cominciare dalle candidature. La critica più autorevole è venuta da Umberto Ranieri , napoletano e molto vicino al capo dello Stato, il quale ha sostenuto-in aperta polemica con Bersani- che la strada da seguire è un "governo del presidente" affidato a persone competenti in grado di portare a termine le riforme necessarie,rilanciare l'economia e il lavoro per poi tornare al voto. Il suo intervento si è configurato come una anomalia nel corso della discussione,certamente una voce dissonante e fuori dal coro. Ma Ranieri è stato pesante con Bersani soprattutto analizzando la disfatta elettorale nel sud , spiegandola con la composizione delle liste, giudicate "impresentabili". Nessuno gli ha risposto, nemmeno D'Attorre che ha preferito filosofeggiare sul principio di responsabilità, facendo finta che l'accusa non lo riguardasse. Eppure in Calabria il crollo elettorale del PD, per la sua ampiezza, non può restare senza spiegazioni.L'apparato e i feudatari del partito l'hanno fatta da padroni, col consenso interessato di D'Attorre, pur nella consapevolezza che la composizione della lista dei candidati era esposta a dure critiche. E,infatti,il giudizio degli elettori è stato impietoso. Ma il sud è il sud,dove tutto è possibile, e poiché si dava per scontata la vittoria si è andati gioiosamente incontro alla sconfitta,apparato,notabili e famigli. Ma Nico Stampo ce l'ha fatta e tanto può bastare.

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Nico Stumpo

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REGIONE

IL RIMPASTO PUÒ ATTENDERE

dell'elezione in parlamento dei consiglieri candidati alla Camera e al Senato. Il rimpasto di giunta sembrava scontato, i nomi erano già in circolazione e sembrava che Scopelliti avesse gioco facile nel decidere i rimpiazzi.Le urne ,purtroppo per loro e,in alcuni casi,purtroppo anche per i calabresi,hanno dato una risposta molto diversa da quella che ci si aspettava, soprattutto per l'UDC di Trematerra e di Talarico, per cui quadro politico ed equilibri ad esso interni risultano mutati. A parte i non eletti che restano al loro posto,salvo sorprese non previste, anche gli eletti a Camera e Senato restano al loro posto,con la sola eccezione di Demetrio Battaglia che ha già fatto posto a Naccari Carlizzi.La legge consente agli eletti al Senato di sciogliere la riserva entro tre mesi mentre per la Camera i mesi sono sei. L'incertezza del quadro politico nazionale e la possibilità concreta di tornare al voto in tempi brevi fanno il resto. Gli sconvolgimenti che seguiranno al voto del 24 febbraio non sono ancora chiari ma nessuno può vantare certezze, anche per le ricandidature, viste le centinaia di migliaia di voti che sono venuti a mancare sia al centrodestra che al centrosinistra. Per certo le candidature non hanno risposto come ci si aspettava. Ma per le ricandidature c'è tempo mentre il tempo per optare, lasciando il consiglio regionale, è quello che è. Resta da stabilire qual è la convenienza politica di lasciare la carica regionale che oggi può proiettarsi a fine legislatura per correre l'avventura di una carica parlamentare destinata a durare qualche mese. Molto probabilmente, dunque, le cose resteranno come sono con aggiustamenti apBeppe Scopelliti portati per linee interne. Scopelliti ha maggiori possibilità di manovra e,soprattutto, può fare affidamento su un alleato, l'UDC, ormai inesistente a livello nazionale che, per sopravvivere dove è presente, è destinato a subire ogni decisione. Inevitabile, quindi, un ridimensionamento della forza contrattuale dell'UDC che, pur determinante per la maggioranza che sostiene Scopelliti, difficilmente potrà avventurarsi a prove di forza. Anche se troverà conferma la voce che Scopelliti conta di candidarsi alle europee dell'anno prossimo, la legislatura arriverà pressocchè ugualmente alla sua scadenza naturale. Come Bersani a livello nazionale,in Calabria Scopelliti con il PDL è il perdente arrivato primo. Non poteva andargli meglio considerate le previsioni prima del voto.

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RENZIANI ALL’ATTACCO

E ROTTAMAZIONE SIA

Matteo Renzi

stioni poste dai renziani al momento delle "primarie" con l'annotazione critica che, se si fossero tenute in considerazione le tesi e le proposte di Matteo Renzi,certamente la sconfitta sarebbe stata meno pesante. I renziani si sono riuniti a Lamezia per analizzare il voto e si sono trovati concordi nel rilevare una incapacità del gruppo dirigente a raccogliere e interpretare le pulsioni e le aspettative della società civile.Ernesto Magorno,sindaco di Diamante e neodeputato renziano, non ha usato perifrasi nel criticare la conduzione della campagna elettorale. Sono mancati i segnali che i cittadini si aspettavano soprattutto per quanto riguarda i privilegi della casta e i costi della politica.Magorno si è rivolto a coloro che nel PD hanno compiti istituzionali,sindaci,assessori,consiglieri per sollecitare il taglio delle indennità di carica e delle auto blu destinando le risorse risparmiate a un fondo di solidarietà. Sono le proposte e i temi agitati da Renzi durante le primarie.I renziani auspicano un partito immerso nella quotidianità della gente comune per poter acquisire direttamente le sollecitazioni che vengono dal basso e farle diventare proposta politica. Torna con tutta la sua forza iconoclasta l'espressione rottamazione come processo di cambiamento del gruppo dirigente e accantonamento dei feudatari elettorali che tengono in ostaggio il partito.Magorno è esplicito e duro chiedendo subito le dimissioni di D'Attorre,al quale addebita la perdita di voti in Calabria per come ha gestito le candidature e la campagna elettorale. Magorno chiede la convocazione del congresso regionale e la fine del commissariamento dimostratosi devastante per il partito."Aspettiamo l'assunzione di responsabilità-ha affermato Magorno-da parte di chi ha diretto una campagna elettorale povera e non incisiva nell'opposizione al modello Scopelliti,contraddittoria nelle candidature e debole nella proposta".


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TRASPORTO PUBBLICO

SALTA BINBUS ED È CAOS

a partire dal 1° marzo, all'abolizione del biglietto binbus che consentiva, in un determinato arco di tempo, l'utilizzo dei mezzi circolanti nell'area urbana. I concessionari di autolinee si sono divisi i percorsi nell'ambito del consorzio cui fanno riferimento ma è un far west per quanto riguarda percorsi, orari e tariffe. Ogni ditta assegnataria di un determinato percorso risponde per sé e, quindi, non risulta che esista un orario generale, una guida o altro strumento equivalente. Sindaci dell'area urbana e assessori al ramo, forse ignari del problema, non esercitano alcun controllo e lasciano mano libera ai concessionari. Smantellato binbus forse l'AMACO potrebbe recuperare centralità nel trasporto nell'area urbana ma l'attenzione pare sia concentrata su questioni sindacali riguardanti il carico di lavoro del personale. Non risulta che sul tavolo ci sia la necessità di razionalizzare un sistema dei trasporti che fa acqua da tutte le parti. A questo si aggiunga la querelle sollevata dal sindaco di Castrolibero che contesta la nomina della commissione d'inchiesta sull'AMACO decisa senza alcuna preliminare informativa o coinvolgimento, atteso che Castrolibero paga per il servizio bus dell'AMACO. A quanto pare, fa capire Orlandino Greco, sindaco di Castrolibero, la commissione d'inchiesta sull'AMACO è un artificio per mettere sotto schiaffo e condizionare il management e fare delle concessioni al personale in agitazione per i turni di lavoro ritenuti troppo pesanti. Del servizio ai cittadini, della validità del trasporto pubblico nell'area urbana non risulta che se ne occupi qualcuno. Si amministra così grazie anche alla rassegnata passività dei cittadini che non hanno interlocutori cui rivolgersi.

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IMMIGRAZIONE

IL ROGO DEGLI INVISIBILI

Il caseggiato in via XXIV Maggio in cui si è sonsumata la tragedia

controllato rifugio notturno.La notizia è rimbalzata sui telegiornali nazionali ed è a tutt'oggi senza risposta la domanda come tutto sia potuto accadere nel centro della città.La commozione è grande e ancora una volta è stato il vescovo don Salvatore Nunnari a interpretare il dolore della città e l'assurdità delle condizioni in cui vivono molti immigrati . Non c'è una politica dell'accoglienza degna di questo nome ,per mancanza di risorse ma anche per un deficit culturale che ostacola e impedisce la maturazione di una società multietnica.Troviamo normale che nei film americani il nero sia perfettamente integrato nella società ,rivestendo ruoli istituzionali e professionali una volta riservati ai soli bianchi ma avvertiamo disagio se un nero ci siede accanto o se ce lo ritroviamo accanto al bancone del bar. Per le tre vittime del rogo si annunciano funerali solenni e lutto cittadino ma queste onoranze non ci assolvono dei pregiudizi e dei comportamenti "razzisti" di cui non riusciamo a liberarci. La strada dell'affermazione dell'uguaglianza,al di là del colore della pelle,è lunga da percorrere ma non la si può evitare perché il valore della persona è destinato comunque a trionfare sul colore della pelle.Il rogo tragico dei tre "invisibili" è un monito alle nostre coscienze per quello che potremmo fare e non facciamo,in ossequio alla fede o alla laica solidarietà che professiamo.E questo è il punto.

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COOPERATIVE

PASSA IL CONTRATTO CONFORME ALLA LEGGE

re sul contratto che regola il rapporto di lavoro con le cooperative di tipo B, addette a lavori di manutenzione e alla cura del verde pubblico. Nei giorni precedenti c'era stata molta tensione, con proteste e occupazione dell'aula consiliare, il sindaco visibilmente in difficoltà e l'opinione pubblica colpita dalla durezza delle proteste. Si è andati in consiglio senza che sindaco e maggioranza avessero una idea chiara di come chiudere la vertenza,orientati come erano a prendere tempo e a rinviare ogni decisione.La seduta stava per concludersi con un nulla di fatto,dopo la requisitoria del sindaco contro chi si era schierato dalla parte dei lavoratori delle cooperative ed è stato a questo punto che Enzo Paolini, schierato con i lavoratori, ha chiesto di porre in votazione la bozza di contratto preparata dagli uffici comunali, conformemente alla legge Fornero. La maggioranza non si è potuta sottrarre alla richiesta e si è configurato il tipico caso in cui l'applicazione della legge va al di là delle stesse richieste degli interessati.A fine seduta mentre i lavoratori delle cooperative si abbracciavano soddisfatti Enzo Paolini e appagati, complimentandosi con Enzo Paolini, i consiglieri di maggioranza,un po' smarriti, si chiedevano perché mai tanto giubilo.Non ci avevano capito nulla o poco.Pensavano di aver deliberato un contratto restrittivo che,invece, riconosceva diritti accessori per le condizioni di lavoro da garantire.



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