Cs Oggi N.83 - 2013

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È UN SETTIMANALE ON-LINE

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AREA URBANA NUOVA SERIE N. 82 - 26 GENNAIO 2013

si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it

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CANDIDATURE 1

CANDIDATURE 2

LE NOTTI DEI LUNGHI COLTELLI

UNA REGIONE PER GLI SCILIPOTI

La scadenza dei termini per la presentazione delle candidature è stata una liberazione non solo per chi le ha dovute gestire ma anche per chi ne è uscito scon-

Quando Scopelliti si è visto mettere sul tavolo le candidature in Calabria, con il nome di Scilipoti, non ha resistito allo sconcerto e si è alzato abbandonando la

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È UN SETTIMANALE ON-LINE

Domenico Scilipoti

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CANDIDATURE 4

IL BIDONE TIRATO A TABACCI

BELCASTRO MOLLATO DA BERLUSCONI

E' difficile che un capolista di rilevanza nazionale venga fatto fuori un momento prima di presentare la lista. E' accaduto a Bruno Tabacci, politico di lungo

Fra le vittime delle "liste pulite" portate avanti da Verdini ma volute da Berlusconi nelle candidature del centrodestra, c'è anche Elio Belcastro che,

Tabacci

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E MISITI RESTÒ FUORI

UN REGALO ALLE MAFIE

Pare che siano tante le liste in competizione per il parlamento nazionale anche se a tagliare il traguardo saranno quelle che supereranno le soglie di sbarra-

Elio Belcastro

Aurelio Misiti

Angela Napoli

Il siluramento politico di Angela Napoli deve far riflettere più di quanto,a sinistra, fa riflettere l'esclusione dalle liste elettorali delle sindachesse antimafia,

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SIBARI

A CATANZARO, ABRAMO SI CONFERMA SINDACO

E RENDE TORNÒ SOCIALISTA

DISASTRO ANNUNCIATO

SCALZO SI DIA UNA REGOLATA

Le urne diranno che peso avrà avuto la candidatura di Umberto Bernaudo nelle file dei socialisti di Zavettieri ma è fuori discussione che è una candidatura che

La tracimazione del Crati lungo l'argine che delimita la zona archeologica è una vergogna rimbalzata a livello nazionale che

Al netto della propaganda che ha le sue regole,era scontato per gli addetti ai lavori che il voto suppletivo in 8 sezioni avrebbe con-

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Umberto Bernaudo

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CANDIDATURE 1

LE NOTTI DEI LUNGHI COLTELLI

fitto. E' accaduto di tutto e a tutte le latitudini anche se, mediaticamente parlando, in Liguria c'è il caso Scajola e a Napoli c'è il caso Cosentino ma ogni regione ha avuto le sue notti dei lunghi coltelli, segnate da intrighi, tradimenti, colpi di mano, complotti che sono sempre esistiti ma non nella dimensione e nello scadimento qualitativo di questa tornata. Se Berlusconi si è dovuto barricare nel suo studio per difendersi da chi supplicava una candidatura, non è andata meglio ai leaders degli altri partiti ugualmente sottoposti a pressing sia pure con qualche differenza di stile. Si sono regolati molti conti e carriere che sembravano inattaccabili sono state troncate. Dalle urne uscirà un parlamento che lascia troppi rancori fuori per avere vita facile.Intanto si annunciano rappresaglie elettorali che non escludono passaggi al nemico di ieri.La battaglia sarà soprattutto al Senato dove l'obiettivo è più l'ingovernabilità che la stabilità. La partita si gioca soprattutto in quattro regioni (Lombardia,Veneto,Sicilia e Campania) dove si concentrerà lo scontro elettorale. Per ora si cerca di recuperare il sonno perduto ai tavoli delle candidature e si evita di frequentare i luoghi dove si rischia di incontrare chi è stato fatto fuori. Non è gente che piange. Medita vendette e le urne potrebbero riservare clamorose sorprese.

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CANDIDATURE 2

UNA REGIONE PER GLI SCILIPOTI

riunione per farvi ritorno una volta considerato che non aveva alternative e doveva soltanto abbozzare. A Denis Verdini,vero dominus delle candidature su delega di Berlusconi, non era riuscito di piazzarlo in nessun'altra regione per via delle indignate proteste che il solo nome di Scilipoti, a prescindere dalla collocazione in lista, sollevava.Alla fine si è pensato alla Calabria che,storicamente, sin dai tempi dell'impero romano,è stata terra di confino politico per gli indesiderati di qualsivoglia estrazione e categoria. La candidatura di Scilipoti,infatti,non rientra fra le candidature "catapultate" per la colonizzazione delle liste, con l' imposizione di nomi che non hanno alcuna attinenza e rapporto con la Calabria.Quella di Scilipoti, eletto nell'IDV,il cui unico merito è di aver salvato col suo voto, esplicito e concordato,più volte il governo presieduto da Berlusconi, è una candidatura che umilia l'elettorato calabrese per ciò che Scilipoti, con le sue scelte ed i suoi comportamenti, ha finito per rappresentare nella considerazione dell'opinione pubblica nazionale. Lui della sua mobilità politica,della concretezza e della convenienza delle sue scelte non ha fatto Domenico Scilipoti mai mistero ma il parlamento nazionale è chiamato a ben altri ruoli e chi viene eletto ha ben altri doveri. Ovviamente il PD calabrese ha subito fatto affiggere un manifesto che irride alla passività con cui i berlusconiani di Calabria hanno subito l'imposizione. Ora sappiamo che per gli Scilipoti di ogni appartenenza c'è una regione che non disdegna di accoglierli e candidarli.Ma Scilipoti è soltanto il caso più eclatante.Dice bene Antonio Albanese, sublime interprete di Cetto La qualunque,quando afferma,riferendosi al personaggio politico che interpreta, che la realtà supera la fantasia.

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CANDIDATURE 4

BALCASTRO MOLLATO DA BERLUSCONI

col suo movimento, contava sull'apparentamento al PDL per come gli era stato promesso. Invece Berlusconi l'ha mollato e Belcastro non esita a dargli del traditore e del bugiardo.Diventano così un lontano ricordo i giorni in cui Belcastro andò,col suo voto, in aiuto di Berlusconi ottenendo un sottosegretariato. Quando la politica è fatta di convenienze,sia pure reciproche, non ci si deve meravigliare se poi vengono meno i vincoli morali. Afferma certamente il vero Belcastro quando sostiene che Berlusconi gli aveva promesso l'apparentamento per abbassare tecnicamente il quoziente di lista ma trascura di considerare che, quando fu fatto sottosegretario, ottenne la caElio Belcastro rica come contropartita al voto dato a Berlusconi che aveva il problema di superare la sfiducia. A conti fatti non rimanevano crediti e debiti da regolare e Berlusconi, sotto questo profilo,è uno che i conè disponibile gratuitamente ti se li sa fare. Ora Belcastro su internet digitando fa sue le parole di Ciriaco De Mita per il quale Berlusconi (http://) www.cosenzaoggi.it è un venditore di tappeti ma c'è poco da recriminare. Se ne faccia una ragione e non si meravigli se, capitando di incontrare Berlusconi, gli sorriderà come se nulla fosse acdirettore responsabile Direzione-Amministrazione caduto.Si tenga il tappeto e ne Antonlivio Perfetti Via Pisa, 8 - Diamante (Cs) faccia tesoro politicamente infoline 335.5320437 e-mail: redazione@cosenzaoggi.it per le esperienze future. Registro Stampa Tribunale di Cosenza n.547

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CANDIDATURE 3

IL BIDONE TIRATO A TABACCI corso stimato anche dagli avversari e leader, insieme a Donadi ex-IDV, del Centro Democratico che fa parte del centrosinistra.Tabacci doveva essere capolista in tutte le regioni,Calabria compresa,ma una manima che ancora rimane ignota,lo ha depennato a tutto vantaggio del candidato successivo che è il senatore uscente Franco Bruno, dirigente dell'Api rutelliana. Lo cosa ha fatto scalpore e probabilmente finirà con la carta bollata che comincia là dove finisce la politica. A dire il vero la "goliardata"della sbianchettatura di Tabacci è l'unica nota leggera e divertente di una fase cruenta della formazione delle liste. Non poteva che accadere in Calabria ma c'è un retroscena. Bruno Tabacci arriva in Calabria con le primarie del centrosinistra e trova in Agazio Loiero, navigatore indefesso dei mari politici, il sostenitore più autorevole. Il risultato è dignitoso.Quando arriva il momento delle candidature Loiero va all'incasso e manifesta il suo interesse ad essere candidato al Senato, ovviamente come capolista. La trattativa dura qualche giorno ma, a quanto pare, nel centrosinistra scatta il veto in considerazione del fatto che Loiero è stato coordinatore nazionale dell'MPA di Raffaele Lombardo anche se ha abbandonato il movimento nel momento in Bruno Tabacci cui Lombardo si allea col Grande Sud di Miccichè.Troppo tardi per rientrare nel centrosinistra. Al suo posto prende quota la candidatura di Pietro Fuda,lo stesso che Loiero portò in Senato a sostegno del governo Prodi col suo PDM nel 2006. Ma questa volta non è Loiero a proporlo perché i rapporti sono freddi. La candidatura di Fuda è vista bene da Franco Bruno che ha bisogno dei voti di Fuda anche alla Camera per conseguire il seggio. Tutta filava dritto verso la conclusione finale ma inaspettatamente Tabacci dichiara che ,se viene eletto in Calabria, sarà onorato di portare e rappresentare la Calabria in parlamento. La dichiarazione di Tabacci, non prevista, sconvolge i giochi e significa,in pratica, che non c'è spazio per altri. In più Tabacci si spinge a esprimere apprezzamenti su Loiero per il sostegno avuto alle primarie e qualcuno trova l'esternazione di Tabacci incompatibile con la battaglia elettorale. Come andrà a finire non è dato saperlo anche se chi rappresenta l'API in Calabria minaccia il ritiro della lista e azioni giudiziarie, Comunque vada, il bidone resta.


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E MISITI RESTÒ FUORI

mento. C'è chi sostiene che in democrazia l'abbondanza di liste e di movimenti sono una ricchezza e di questo deve essere particolarmente convinto Aurelio Misiti che, dopo aver lasciato la presidenza del consiglio superiore dei lavori pubblici, ha attraversato con grande disinvoltura e agilità gli schieramenti politici presenti in parlamento, senza privarsi delle benemerenze concesse da Berlusconi ai suoi sostenitori accorsi nei momenti di maggior rischio politico.Aurelio Misiti non ha trovato collocazione nelle liste presentate in Calabria e non perché fosse considerato "impresentabile". Impresentabile no,inutile si. Per quanto ci si impegni a ripercorrere le cronache dei dibattiti parlamentari, pur trovando traccia di interventi in aula, non si riesce a mettere insieme nulla di significativo che possa valere una candidatura in parlamento.Non se la deve prendere Misiti se la politica l'ha deluso e-come lamenta- gli apparati di partito,grazie anche ad una vergognosa legge elettorale, occupano praticamente,determinandone la composizione,le massime istituzioni della rappresentanza del popolo sovrano. Il popolo non è sovrano oggi e non lo era nemmeno quando in parlamento arrivò lui. Ha vissuto in modo inquieto le appartenenze che ha scelto di volta in volta ed ora ha tutto il tempo per dedicarsi alle sue memorie, magari partendo dalle esperienze di governo fatte a livello regionale, illuminandoci sul ruolo avuto dalla Sorical nella gestione del ciclo dell'acqua e degli acquedotti come pure sulle controverse volontà di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina. E' materia sua e certamente avrebbe potuto dare un valido contributo.Si è dedicato ad altro o non gli hanno dato retta. La sua esperienza politica si chiude in modo grigio, eliminato dalla competizione per mancanza di ingaggio e di proposte alternative alla sua ultima collocazione. Aspettiamo le sue memorie con l'augurio di una serena e meritata vecchiaia.

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UN REGALO ALLE MAFIE

elevate a simbolo della resistenza alla criminalità mafiosa ma non meritevoli di una candidatura al parlamento. PerAngela Napoli è molto più grave la sua esclusione perché si saldano in un torbido intreccio volontà politiche e disegni mafiosi. Intercettazioni fra boss mafiosi rivelano che alla Napoli volevano chiudere la bocca per la sua ostinata azione di denuncia di quanto si muove in quella che il procuratore Pignatone ha definito la "zona grigia", dove i poteri criminali trovano compiacenze, omissioni e connivenze. Un boss si era fatto trasferire in ospedale ed Angela Napoli sollevò il caso rimandandolo in galera. Un colpo ben assestato che non gli é stato perdonato di cui si discute nelle intercettazioni.Vive scortata da oltre dieci anni perché non c'è fenomeno criminale che lei non abbia indagato e denunciato.Nel sud è risaputo che il voto passa anche per canali limacciosi che la politica fa finta di ignorare.Angela Napoli nel denunciare gli intrecci torbidi fra malapolitica e malaffare non si è mai preoccupata delle ritorsioni che potevano seguire alle sue denunce. Non è da escludere che la sua battaglia contro mafia e criminalità abbia compromesso seguiti elettorali venuti meno a chi non si è mai posto il problema della provenienza di certi voti. E' un legittimo sospetto perché la Napoli nel panorama politico, non solo calabrese, è una figura inattaccabile sotto il profilo della lotta alla criminalità e alle mafie. Nei suoi confronti Gianfranco Fini si è comportato con ingratitudine politica perché la Napoli,nei confronti di Fini, è stata sempre leale e solidale,anche nei momenti più difficili. Si dice che sia stato Bocchino, molto vicino a Fini, a fare fuori la Napoli dalle candidature e da FLI. E' una responsabilità pesante perché,comunque la si voglia mettere, è un regalo che nemmeno la mafia si aspettava.La torbida logica della politica e delle carriere connesse è riuscita là dove lupara e tritolo non erano riusciti.Complimenti.

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E RENDE TORNÒ SOCIALISTA a Rende e nell'area urbana spariglia i giochi. Intanto è una candidatura che nasce nel bel mezzo della vicenda giudiziaria che ha visto Bernaudo al centro di una accusa infamante che non ha trovato conferme in sede giudiziaria e che gli ha consentito di accettare la candidatura al senato che va vista da due angolazioni. La prima riguarda il credito politico di cui gode Bernaudo nella città che ha amministrato e che lo ha visto sindaco per 5 anni. E' una verifica di quanto può avergli tolto, in termini di consensi,la spiacevole vicenda giudiziaria nonostante l'esclusione dell'accusa più grave. L'altra riguarda la considerazione, dalla quale non si può prescindere,che a Rende la presenza di Sandro Principe, capogruppo del PD alla Regione, è un passaggio obbligato politicamente.Per altro Principe non ha ancora metabolizzato il duro colpo della deroga negatagli per partecipare alle primarie di partito.Non la farà pagare alla Bindi ma al Senato la candidatura di Bernaudo potrà ampiamente spiegare una eventuale caduta di consensi al capolista del Senato. L'anima socialista a Rende, per quanto flessibile a compromessi e alleanze, è un fatto reale e nel voto a Bernaudo potrebbe ritrovare il suo orgoglio e la sua legittimazione a pesare politicamente. La partita è tutta da giocare ma, al di là delle dichiarazioni compiaciute messe in circolazione, la composizione delle liste del PD, ai blocchi di partenza di una campagna elettorale difficile, non fa registrare grandi consensi. E' pur vero che una campagna elettorale si fa per modificare in meglio i dati di partenza dei sondaggi ma nelle liste ognuno si porta la sua storia e non conta-o conta poco-il ruolo che si ha nel partito quando il voto lo deve dare chi non fa vita di partito ma è chiamato a dare credito ad un progetto di società che, per essere credibile, deve camminare sulle gambe di uomini e donne credibili.Vedremo come risponderanno le urne al riguardo. Per Rende è un'occasione per confermare il suo orgoglio socialista.

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SIBARI

DISASTRO ANNUNCIATO

impone l'accertamento delle responsabilità.Ci sono 200 mila metri cubi di acqua e fango da aspirare e le idrovore impegnate sono piccoli giocattoli rispetto alla massa d'acqua da rimuovere.Si attende e si spera nell'intervento del governo nazionale. I sindaci della zona, armati di fascia tricolore, si sono precipitati a constatare il disastro mentre cominciano a venir fuori lavori di agrumeti realizzati nel letto del fiume con manomissione delle altimetrie del terreno.Se risultasse vero saremmo in una situazione tipica di quanto accade impunemente alle varie latitudini del territorio calabrese,terra di "vacche sacre" dette così perché, appartenendo a famiglie mafiose, sono libere di entrare nei poderi e distruggere raccolti e piante. Figurarsi un agrumeto realizzato nel letto del fiume.Si vedrà ma l'aggravante è che tutto ciò sia avvenuto a ridosso della zona archeologica senza che nessuno abbia avuto nulla da obiettare. Ora non è il caso di ricordare il valore incommensurabile che hanno gli scavi di Sibari sotto il profilo storico-archeologico, meritevoli di ottenere il riconoscimento dell'Unesco come patrimonio dell'umanità. Al riguardo si apprende che l'eurodeputato Pino Arlacchi aveva avviato la procedura per tale riconoscimento ma la procedura si è fermata nel momento in cui è subentrata la giunta Scopelliti con Mario Caligiuri assessore al ramo.L'accusa di Arlacchi è dura ed esplicita.L'assessore balbetta ma non ha vie di fuga dalle sue responsabilità.Si apprende inoltre che Carmine Donzelli, editore di successo di origini calabresi trapiantato al nord, al tempo del governo Ciampi ebbe a presentare un progetto di valorizzazione degli scavi archeologici di Sibari che diventavano un volano di sviluppo, in più direzioni, del turismo calabrese come richiamo di valore mondiale.Di quel progetto non si è fatto nulla e nessuno ha avuto la sensibilità di tornarci sopra sia pure per realizzarne gli aspetti più significativi. Ora è tutto sommerso dall'acqua e gli studenti delle università calabresi si stanno mobilitando per offrire il loro aiuto.Difendono il loro passato magnogreco ma anche il loro futuro europeo.

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A CATANZARO, ABRAMO SI CONFERMA SINDACO

SCALZO SI DIA UNA REGOLATA

fermato il risultato che ha eletto,in prima battuta, Sergio Abramo sindaco di Catanzaro. Né si può addebitare a Salvatore Scalzo la sconfitta. Una riflessione però va fatta su quanto ha rappresentato Salvatore Scalzo nella politica cittadina e nel tentativo del PD di rinnovare la sua immagine ,aprendo ai giovani di cui Scalzo era diventato il simbolo più spendibile. Non sono in discussione la personalità e le qualità politiche e culturali di Scalzo ma non si può eludere il problema dei rapporti col partito,il suo apparato,i suoi feudatari elettorali.Sotto questo profilo Scalzo ha cercato un compromesso difficile fra la nomenclatura che controlla il partito e i tanti giovani che si battono per i valori prima che per l' appartenenza. Di questi giovani, che nel partito non trovano spazio se non in posizioni subordinate e passive, Scalzo è stato l'interprete più affidabile e questo spiega la mobilitazione che si è creata intorno alla sua candidatura a sindaco di Catanzaro.Poi

sono venute le primarie per Bersani e le primarie per le candidature e qui Salvatore Scalzo viene risucchiato nelle logiche delle correnti interne al PD e nei giochi interessati del commissario D'Attorre che sa dove andare a parare. Quando Scalzo,insieme ad altri, deve prendere atto come sono andate le primarie per le candidature a Catanzaro, i giochi sono ormai fatti e le dimissioni di protesta dagli incarichi nel partito ratificano la sconfitta del nuovo rispetto al vecchio.L'arrivo di Bersani,poi, a Catanzaro per un sostegno a Scalzo nel voto supplementare ,ha un valore puramente consolatorio,poichè nulla toglie o aggiunge al fatto che D'Attorre fa il pieno di voti a Catanzaro Lido senza averci mai messo piede. Una colonizzazione politica in piena regola.Ora Scalzo ha di che riflettere mentre segue la campagna elettorale con la Bindi capolista alla Camera e Minniti al Senato. Il massimo del rinnovamento possibile e dell'apertura ai giovani.



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