N° 22 Ottobre - Dicembre 2012

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Notiziario del Coro C.a.i. di Cinisello Balsamo

“P

arlare di coro popolare finisce sempre per essere come quando, in montagna, la traccia del sentiero fino a quel momento chiara e netta imbocca un crinale dove per magia si divide in decine di varianti, segnate dal calpestio quotidiano delle mandrie. Non si può sbagliare, la direzione è quella, ma ognuno può scegliere il proprio solco. Perché la ricchezza dell’ispirazione della tradizione sfugge alle definizioni, alle categorie, e chi vuole spiegarne la magia con qualche propria ricetta assoluta pecca – dipende dai punti di vista – di superbia o di fatale ingenuità. Per ritrovare un minimo di via maestra bisogna tornare tanto indietro, ad un periodo in cui la mancanza di mezzi di riproduzione del suono faceva sì che la musica potesse esistere soltanto nel momento in cui veniva fatta. E a fronte dei pochissimi che avevano la possibilità di andare a teatro o di invitare un compositore nel proprio salotto, alle nostre latitudini la gente usava lo strumento più a buon mercato del mondo, la voce. Si cantava in chiesa, al lavoro, intorno a un tavolo, ad una culla, ad una tomba, per darsi coraggio in guerra e per celebrare

SOMMARIO 25° CantaNatale

pg.1-2

Concerto per i comuni terremotati

pg.3

Carate Brianza: fare memoria

pg.4

Il canto per un amico dell’ANFFAS

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Ottobre - Dicembre 2012 - Anno 5 - N° 22

le stagioni della pace. Allora non c’era differenza fra cantante e pubblico, ma tutti erano coro, diverso ogni volta perché a cantare erano di volta in volta donne o uomini, vecchi o bambini, sobri o non tanto. Non c’era differenza fra cantari e cuntari, come si dice a Palermo, perché alle canzoni era spesso affidata la memoria del passato, o la descrizione del presente. Il progresso ci ha regalato la possibilità di ascoltare ciò che vogliamo in ogni momento, e ci ha tolto il piacere di fare musica, relegandoci nei ruoli ingessati di esecutori o di pubblico. E ci siamo dovuti inventare le categorie, le scuole, i concorsi, le divise, i termini belli ma artificiali come coralità o folk. Trent’anni di coro, di cui ventisei da direttore, mi hanno insegnato che la nostra è innanzitutto un’attività di fondamentale importanza dal punto di vista sociale, perché è capace di riportare la parola insieme in un mondo che tende sempre più all’isolamento. Canto come pretesto di condivisione e, per un magico circolo virtuoso, coesione che diventa preludio alla voglia di ricerca, di studio, di sfida dei propri limiti. Cercando uno stile capace di dare identità al gruppo, attingendo alla tradizione, imboccando nuove vie, fondendo ricerca all’innovazione, sperimentando con passione ma senza accanimento. Tenendo sempre presente che il canto non deve essere un esercizio retorico, ma l’occasione per un sorriso, sia di chi canta, sia di chi ascolta, perché anche il pubblico deve essere messo in grado di godere della stessa passione che anima il respiro dei coristi. In questo modo il cerchio si chiude. La magia può funzionare con la polifonia cinquecentesca, con il canto alpino o con una raffinata elaborazione di un

Coro C.a.i. di Cinisello Balsamo - Via Sant’Ambrogio 22 Sito: www.corocaiana.it - e-mail: info@corocaiana.it - redazione@corocaiana.it Redazione: Motta Paolo - Presidente: Motta Tarcisio


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