Corriere dell'Economia n. 9/2025

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Corriere dell‘Economia

Sintesi esplicative di documenti e studi a carattere economico di rilievo nazionale, europeo ed internazionale, con link ai documenti ufficiali.

MIMIT: “Investimenti sostenibili 4.0” nelle PMI domande dal 20 maggio

INL: focus su anticipazione quote TFR

ISTAT: Occupati e disoccupati (dati provvisori) – Marzo 2025

ISTAT: commercio estero extra UE - Marzo 2025

ISTAT: prezzi al consumo (dati provvisori) - Aprile 2025

ISTAT: CCNL e retribuzioni contrattuali – I trimestre 2025

Bando ISI INAIL: domande dal 14 aprile al 30 maggio 2025

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04 25

INPS: pensionamenti 2024 e primo trimestre 2025

Il 23 aprile 2025, l’INPS ha reso disponibile il report sul monitoraggio dei flussi di pensionamento, contenente i dati aggiornati al 2 aprile 2025 relativi alle pensioni con decorrenza nel 2024 e nel primo trimestre del 2025.

Nel corso del 2024 sono state erogate 877.186 pensioni, con un valore medio mensile pari a 1.229 euro. Nei primi tre mesi del 2025, invece, sono state liquidate 194.582 pensioni, con un importo medio mensile di 1.237 euro. Le cifre comprendono diverse tipologie di prestazioni: pensioni di vecchiaia, assegni sociali, pensioni anticipate, trattamenti da fondi speciali, pensioni di invalidità e pensioni ai superstiti.

I dettagli delle singole categorie sono i seguenti:

• Pensioni di vecchiaia: 266.620 nel 2024, 56.271 nel primo trimestre 2025.

• Pensioni anticipate: 223.216 nel 2024, 54.094 nel primo trimestre 2025.

• Pensioni di invalidità: 57.905 nel 2024, 9.444 nel primo trimestre 2025.

• Pensioni ai superstiti: 232.669 nel 2024, 49.272 nel primo trimestre 2025.

Per quanto riguarda le singole gestioni, i dati sono i seguenti:

• FPLD: 349.554 pensioni nel 2024, 83.260 nel primo trimestre 2025.

• Dipendenti pubblici: 127.399 nel 2024, 16.791 nel primo trimestre 2025.

• Artigiani: 86.123 nel 2024, 20.732 nel primo trimestre 2025.

• Commercianti: 74.992 nel 2024, 17.740 nel primo trimestre 2025.

• Parasubordinati: 47.912 nel 2024, 10.775 nel primo trimestre 2025.

• Coltivatori diretti, coloni e mezzadri: 33.103 nel 2024, 8.098 nel primo trimestre 2025.

• Assegni sociali: 96.776 nel 2024, 25.501 nel primo trimestre 2025.

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condizioni più favorevoli, ma queste devono riferirsi all’anticipo di quanto già maturato, non alla corresponsione mensile automatica in busta paga.

• Tale prassi, se non sostenuta da un’adeguata base normativa o contrattuale, configura una forma di integrazione salariale e comporta obblighi contributivi.

Inoltre, l’Ispettorato richiama l’obbligo, in vigore dal 1° gennaio 2007 per i datori di lavoro con almeno 50 dipendenti, di versare il TFR al Fondo Tesoreria INPS, assimilato a una gestione previdenziale obbligatoria. Di conseguenza, queste somme sono indisponibili, salvo nei casi di anticipazione previsti dalla legge. Infine, per quanto riguarda l’attività ispettiva, qualora venga rilevata un’anticipazione non legittima del TFR, gli ispettori sono tenuti a ordinare al datore di lavoro l’accantonamento delle somme attraverso un apposito provvedimento, come previsto dall’art. 14 del D.Lgs. n. 124/2004.

MinLavoro: classificazione e diritti dei riders

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la circolare n. 9 del 18 aprile 2025, ha fornito indicazioni operative volte a favorire una ricognizione il più possibile precisa delle concrete modalità con cui viene svolta l’attività lavorativa nel settore dei ciclo-fattorini impiegati tramite piattaforme digitali. L’obiettivo è assicurare un livello adeguato di tutela per questi lavoratori, indipendentemente dalla forma contrattuale utilizzata, riconoscendo che non è sufficiente tentare di ricondurre forzatamente tutti i rapporti di lavoro al solo schema del lavoro subordinato. La circolare si muove quindi nell’ottica di un approccio pragmatico, volto a garantire diritti e protezioni, tenendo conto delle caratteristiche specifiche del lavoro svolto in questo settore. 18 14 25

ISTAT: Occupati e disoccupati (dati provvisori) – Marzo 2025

Nel mese di marzo 2025 si registra un calo degli occupati rispetto a febbraio, accompagnato da un aumento dei disoccupati e da una lieve riduzione degli inattivi. L’occupazione diminuisce dello 0,1% (-16mila unità), colpendo soprattutto donne, 02 05 25

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giovani sotto i 35 anni, lavoratori a termine e autonomi. Cresce invece il numero di occupati tra gli uomini, i lavoratori stabili e le fasce d’età più alte. Il tasso di occupazione resta fermo al 63,0%.

Il numero di persone in cerca di lavoro aumenta del 2,1% (+32mila), ma solo tra gli uomini e gli under 50. Il tasso di disoccupazione sale al 6,0% (+0,1 punti), quello giovanile raggiunge il 19,0% (+1,6 punti).

Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,1% (-11mila unità), soprattutto tra uomini e 35-49enni, mentre crescono tra le donne e altre fasce d’età; i 15-24enni restano stabili. Il tasso di inattività resta invariato al 32,9%.

Nel primo trimestre 2025 gli occupati aumentano di 224mila unità (+0,9%) rispetto al trimestre precedente. Parallelamente crescono i disoccupati (+7mila, +0,5%) e calano nettamente gli inattivi (-217mila, -1,7%).

Rispetto a marzo 2024, l’occupazione cresce dell’1,9% (+450mila unità), trainata da uomini, donne e over 35, mentre cala tra i 15-34enni. Il tasso di occupazione cresce di 0,9 punti su base annua. Anche disoccupati (-208mila, -11,8%) e inattivi (-107mila, -0,9%) risultano in diminuzione rispetto all’anno precedente.

Rispetto a febbraio 2025, tra gli uomini aumentano i tassi di occupazione (+0,1 punti) e disoccupazione (+0,3), con un calo dell’inattività (-0,3). Tra le donne, invece, scendono occupazione e disoccupazione (-0,1 ciascuno), mentre l’inattività sale (+0,2).

Su base annua, entrambi i generi registrano una crescita dell’occupazione (uomini +0,8, donne +1,0 punti), con cali sia della disoccupazione (-0,3 e -1,7 punti) sia dell’inattività (-0,6 e -0,1 punti).

Il calo dell’occupazione a marzo 2025 è dovuto alla riduzione dei contratti a termine (-2,4%) e degli autonomi (-0,3%), mentre aumentano i lavoratori a tempo indeterminato (+0,4%).

Rispetto all’anno precedente, l’occupazione aumenta per i dipendenti stabili (+4,2%) e gli autonomi (+0,9%), ma cala nettamente tra i contratti a termine (-9,4%).

Tra febbraio e marzo 2025, tra gli under 35 cala il tasso di occupazione e sale quello di disoccupazione (soprattutto tra i 15-24enni); tra i 25-34enni cresce anche l’inattività, mentre diminuisce tra i più giovani. I 35-49enni mostrano un aumento dell’occupazione e della disoccupazione, con una riduzione dell’inattività. Per gli over 50 l’occupazione è stabile, la disoccupazione cala e l’inattività aumenta.

Su base annua, i giovani tra 15 e 34 anni registrano un calo dell’occupazione e un aumento dell’inattività, mentre per gli over 35 la tendenza è opposta. La disoccupazione cala in tutte le fasce d’età, tranne tra i 25-34enni, dove cresce.

05 25

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ISTAT: commercio estero extra UEMarzo 2025

A marzo 2025, l’Italia registra un aumento delle esportazioni verso i Paesi extra UE del 2,9% rispetto al mese precedente, mentre le importazioni calano dell’1,1%.

Andamento mensile: l’export è trainato soprattutto dai beni strumentali (+9,9%), con contributi minori dai beni di consumo non durevoli (+1,7%) e dai beni intermedi (+0,4%). Calano invece le esportazioni di beni di consumo durevoli (-11,5%) e di energia (-6,4%).

Il calo dell’import è interamente dovuto alla forte contrazione degli acquisti di energia (-19,8%).

Rispetto all’ultimo trimestre del 2024, l’export aumenta del 4,8%, grazie alle vendite di beni strumentali (+7,9%), beni di consumo non durevoli (+7,2%) e intermedi (+4,5%). L’import cresce del 5,3%, tranne per i beni strumentali (-0,3%).

Su base annua, le esportazioni verso i Paesi extra UE crescono del 7,5% (a febbraio erano in calo). Il rialzo è guidato soprattutto dai beni di consumo non durevoli (+20,7%) e dai beni strumentali (+10,4%). In forte calo invece le esportazioni di energia (-34,4%) e beni durevoli (-19,9%).

Le importazioni crescono dell’8,7% su base annua, spinte dagli acquisti di beni di consumo durevoli (+33,6%) e non durevoli (+32,4%).

Il saldo commerciale con i Paesi extra UE a marzo è positivo per 5.958 milioni di euro, in crescita rispetto ai 5.770 milioni di marzo 2024. Il deficit energetico si riduce leggermente (-3.867 milioni contro -3.985). L’avanzo dei prodotti non energetici è elevato e in lieve aumento (9.825 milioni contro 9.755).

Le vendite verso gli Stati Uniti crescono fortemente (+41,2%), così come quelle verso i paesi MERCOSUR (+28,9%) e OPEC (+24,9%).

Diminuiscono le esportazioni verso Turchia (-31,3%) e Cina (-8,5%).

Le importazioni crescono soprattutto da MERCOSUR (+71,2%), Cina (+44,9%) e paesi ASEAN (+25,6%), mentre calano da OPEC (-25,4%), India (-17,8%), USA (-9,5%) e Regno Unito (-9,2%).

L’aumento dell’export è influenzato da vendite eccezionali di mezzi navali verso gli USA. Al netto di queste, si stima una contrazione mensile delle esportazioni del 1,6% e una crescita annua più contenuta (+3,0%).

Il calo dell’import è legato alla riduzione della domanda di energia, mentre la crescita tendenziale riflette soprattutto maggiori acquisti di beni di consumo.

Nel primo trimestre 2025, l’avanzo commerciale con i Paesi extra UE è di 11,2 miliardi di euro, in calo rispetto ai 15,7 miliardi dello stesso periodo del 2024.

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ISTAT: prezzi al consumo (dati provvisori) - Aprile 2025

Secondo le stime preliminari, ad aprile 2025 l’indice dei prezzi al consumo (NIC, al netto dei tabacchi) è aumentato dello 0,2% rispetto a marzo e del 2,0% rispetto ad aprile 2024, in lieve crescita rispetto al +1,9% del mese precedente.

L’aumento dell’inflazione è dovuto principalmente al forte rialzo dei prezzi degli Energetici regolamentati (passati da +27,2% a +32,9%) e dei Servizi legati ai trasporti (da +1,6% a +4,4%).

Hanno contribuito anche gli aumenti dei prezzi degli Alimenti freschi (da +3,3% a +4,2%) e di quelli lavorati (da +1,9% a +2,3%).

Al contrario, i prezzi degli Energetici non regolamentati sono diminuiti (da +0,7% a -2,9%), così come il ritmo di crescita dei Tabacchi (da +4,6% a +3,4%).

L’inflazione al netto di energia e alimenti freschi (“inflazione di fondo”) accelera dal +1,7% al +2,1%, mentre quella esclusi solo gli energetici sale da +1,8% a +2,2%.

I prezzi dei beni crescono meno (+1,1% rispetto al +1,5% precedente), mentre quelli dei servizi accelerano (+3,0% da +2,5%), ampliando il divario tra i due comparti (+1,9 punti percentuali, rispetto a +1,0 di marzo).

I prezzi degli alimentari, dei prodotti per la casa e per la cura della persona aumentano da +2,1% a +2,6%. Rallenta però l’aumento dei prezzi dei beni acquistati più frequentemente (da +1,9% a +1,6%).

Il rialzo mensile dei prezzi è spinto soprattutto dai servizi di trasporto (+3,4%) e da quelli ricreativi e per la persona (+1,7%), influenzati da fattori stagionali. Contribuiscono anche gli alimentari freschi (+0,7%) e lavorati (+0,5%).

Al contrario, il calo dei prezzi energetici (regolamentati -6,0%, non regolamentati -5,3%) ha attenuato la crescita complessiva dei prezzi.

L’inflazione acquisita per il 2025 è pari al +1,5% per l’indice generale e al +1,6% per quella di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi (IPCA) aumenta dello 0,5% su base mensile, a causa della fine dei saldi stagionali non rilevati dal NIC, e registra un +2,1% su base annua, in linea con il mese precedente. 30 04 25

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04 25

29 04 25

ISTAT: stima preliminare del PIL - I trimestre 2025

Nel primo trimestre del 2025, il Prodotto Interno Lordo (PIL), calcolato a prezzi costanti del 2020 e corretto per gli effetti stagionali e di calendario, è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Va notato che il primo trimestre del 2025 ha registrato una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due in meno rispetto al primo trimestre del 2024.

L’aumento congiunturale riflette una crescita del valore aggiunto nei settori dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e dell’industria, mentre il comparto dei servizi è rimasto stabile. Dal punto di vista della domanda, la crescita è sostenuta dai consumi e dagli investimenti interni (escluse le scorte), mentre il commercio estero ha avuto un effetto negativo.

L’incremento acquisito del PIL per l’intero 2025, basato sui dati finora disponibili, è pari a +0,4%.

ISTAT: CCNL e retribuzioni

contrattuali – I trimestre 2025

Alla fine di marzo 2025, risultano attivi 40 contratti collettivi nazionali con validità economica, che coprono il 52,7% dei lavoratori dipendenti, pari a circa 6,9 milioni di persone, e rappresentano il 50,7% del totale delle retribuzioni.

Nel primo trimestre del 2025 sono stati rinnovati nove contratti, relativi ai settori: logistica, servizi socio-assistenziali (Uneba), ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, edilizia, energia elettrica, trasporti pubblici locali e Rai.

Al 31 marzo 2025 restano da rinnovare 35 contratti, che interessano circa 6,2 milioni di dipendenti, ovvero il 47,3% del totale.

Il tempo medio di attesa per il rinnovo dei contratti scaduti si è ridotto da 29,0 a 23,1 mesi tra marzo 2024 e marzo 2025, mentre considerando l’intera platea dei lavoratori dipendenti, il tempo medio è salito da 10,1 a 10,9 mesi.

Nel periodo gennaio-marzo 2025, la retribuzione oraria media è aumentata del 3,9%

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ne di macchinari obsoleti e l’adozione di sistemi di gestione della sicurezza. Il bando è suddiviso in Assi di finanziamento, ognuno dedicato a specifici tipi di interventi e categorie di beneficiari, comprese micro e piccole imprese agricole e enti del terzo settore. Le imprese che hanno già ricevuto il contributo nelle edizioni 2021-2023 (eccetto per progetti su modelli organizzativi) non possono partecipare.

Tra le novità dell’edizione 2024/2025, vi sono:

• Punti bonus legati al codice ATECO in specifiche regioni.

• Criteri di priorità basati su: importo richiesto, entità del progetto, anzianità dell’impresa e possesso del rating di legalità.

Le domande vanno presentate dal 14 aprile al 30 maggio 2025 tramite piattaforma INAIL.

Tra i progetti ammissibili: riduzione dei rischi chimici, rumore, vibrazioni, cadute dall’alto, bonifica amianto e acquisto di macchinari innovativi. Sono escluse le spese per leasing, beni usati e progetti già avviati.

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