Corriere dell'Economia n. 22/2025

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Corriere dell‘Economia

Sintesi esplicative di documenti e studi a carattere economico di rilievo nazionale, europeo ed internazionale, con link ai documenti ufficiali.

INPS: nuove modalità di verifica per le condizioni di svantaggio – ADI

MIMIT: accelerazione prenotazioni al Piano 4.0

ARAN: siglata ipotesi CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024

Unioncamere-Excelsior: 443mila assunzioni a novembre, ma quasi una su due è difficile da reperire

BCE: tassi stabili in un’economia resiliente ma ancora esposta a rischi globali

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INPS: nuove modalità di verifica per le condizioni di svantaggio – ADI

L’INPS, con il messaggio n. 3408 del 12 novembre 2025, ha reso noto che il servizio di “Validazione delle certificazioni ADI” è stato esteso anche agli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) del Ministero della Giustizia. Il servizio, già operativo per le strutture sanitarie dal febbraio 2024, permette ora di verificare le condizioni di svantaggio dichiarate nelle domande di Assegno di Inclusione (ADI) anche per i soggetti presi in carico dal sistema penitenziario esterno. Gli UEPE sono abilitati a validare direttamente le certificazioni relative alle condizioni di svantaggio e alla partecipazione a programmi di cura e assistenza dei richiedenti l’ADI e dei membri del loro nucleo familiare. La verifica si considera comunque favorevole anche se non viene registrata entro 60 giorni dalla comunicazione trasmessa dall’INPS. Nel Quadro C del modello di domanda ADI è ora possibile selezionare, tra le amministrazioni indicate, anche il Ministero della Giustizia, individuando l’UEPE competente tramite apposito menu a tendina. Sul portale istituzionale, all’interno del servizio ADI, sono consultabili le tabelle aggiornate con tutte le articolazioni degli uffici suddivise per regione e provincia. In caso di errata indicazione dell’amministrazione competente, è possibile chiedere la rettifica dei dati alla struttura INPS territorialmente competente, purché l’istruttoria non sia ancora conclusa.

INPS: istruzioni per l’erogazione degli interventi Fondo Nuove Competenze

L’INPS, con il messaggio n. 3404 del 12 novembre 2025, illustra le modalità operative della Convenzione stipulata con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per l’attuazione degli interventi finanziati dal Fondo Nuove Competenze – Competenze per le innovazioni.

In base a tale Convenzione, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali trasferisce preventivamente all’Istituto le risorse destinate alla copertura del contributo e, una volta individuati i beneficiari, trasmette all’INPS la relativa richiesta di erogazione.

L’INPS procede quindi al pagamento dei contributi sulla base dei dati ricevuti dal Ministero, senza effettuare ulteriori controlli, fatta salva la verifica della corrispondenza tra i beneficiari e gli intestatari dei conti correnti indicati nei flussi di pagamento. 12 11 25

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Min.Lavoro: riduzione dei contributi a favore dei datori di lavoro del settore edile 2025

Il decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, conferma per l’anno 2025 la riduzione contributiva nel settore edile prevista dall’articolo 29, comma 2, del decreto-legge 23 giugno 1995, n. 244, nella misura dell’11,50%.

La decisione si fonda sulle rilevazioni INPS, da cui emerge che il gettito contributivo del settore edile continua a compensare la riduzione in tale percentuale, già fissata per il 2024 con decreto direttoriale del 16 maggio 2024.

Il decreto è adottato nel rispetto della procedura annuale di verifica degli effetti delle norme e sarà trasmesso agli organi di controllo e pubblicato sul sito istituzionale del Ministero del Lavoro, nella sezione “pubblicità legale”.

INPS: nuove categorie di lavoratori

per i quali è previsto l’obbligo della contribuzione Gestione

separata

L’INPS, con la circolare n. 142 del 12 novembre 2025, riepiloga il quadro normativo di riferimento e fornisce le istruzioni operative in merito agli obblighi contributivi relativi alle nuove categorie di lavoratori per le quali è prevista l’iscrizione obbligatoria alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge n. 335/1995. In particolare, rientrano tra questi:

• i titolari di incarichi di ricerca disciplinati dall’articolo 22-ter della legge n. 240/2010, introdotto dall’articolo 1-bis del decreto-legge n. 45/2025, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 79/2025;

• gli addetti al controllo e alla disciplina delle corse ippiche e delle manifestazioni del cavallo da sella, per i quali il comma 553 dell’articolo 1 della legge n. 207/2024 ha espressamente previsto una specifica tutela previdenziale. 12 11 25

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INPS: prescrizione del diritto di chiedere la costituzione della rendita vitalizia

La circolare INPS n. 141 del 12 novembre 2025 chiarisce, alla luce della sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 22802 del 7 agosto 2025, il nuovo assetto della prescrizione del diritto alla costituzione della rendita vitalizia ai sensi dell’articolo 13 della legge n. 1338/1962, sostituendo integralmente la circolare n. 48/2025.

La Cassazione conferma che il diritto di chiedere la rendita vitalizia riconosciuto al datore di lavoro (comma 1) e al lavoratore in via sostitutiva (comma 5) è soggetto a prescrizione decennale, ma ne rimodula la decorrenza in sequenza:

• il termine di 10 anni per il datore di lavoro decorre dalla data di prescrizione dei contributi omessi;

• il termine di 10 anni per il lavoratore decorre, a sua volta, dalla prescrizione del diritto del datore di lavoro;

• dopo la prescrizione anche del diritto del lavoratore ex comma 5, il lavoratore (o i superstiti) può costituire la rendita a proprio totale carico ai sensi del comma 7, diritto che resta imprescrittibile.

La circolare dettaglia gli adempimenti delle Strutture territoriali INPS: verifica preliminare della data di prescrizione dei contributi omessi, delle eventuali cause interruttive o sospensive, e corretta qualificazione dell’istanza (datore di lavoro, lavoratore in via sostitutiva, lavoratore in proprio). Sono disciplinate le fattispecie di domande presentate dal datore di lavoro, dal lavoratore o dai superstiti, inclusi i casi di prescrizione parziale e le domande già pendenti, che vanno riesaminate alla luce del nuovo orientamento.

Vengono inoltre confermati il regime probatorio e i profili istruttori già indicati con la circolare n. 78/2019 (onere della prova in capo al lavoratore circa l’impossibilità di ottenere la rendita dal datore di lavoro, documentazione degli scambi con il datore, ecc.), nonché i criteri per la determinazione dell’onere di riscatto. Specifiche indicazioni sono fornite per gli iscritti alla Gestione pubblica, con esempi di decorrenza dei termini di prescrizione e delle relative finestre temporali per l’esercizio dei diritti ex commi 1, 5 e 7. 12 11 25

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INPS: Osservatorio sui lavoratori pubblici 2024

È disponibile il nuovo Osservatorio sui lavoratori pubblici, che raccoglie i principali dati statistici relativi al personale del settore pubblico nel decennio 2014-2024.

Per il 2024, i lavoratori pubblici che hanno percepito almeno una giornata di retribuzione nell’anno sono 3.738.171, con una retribuzione media annua pari a 35.350 euro e una media di 283 giornate retribuite. Rispetto al 2023, si registra:

• un incremento dell’1,5% del numero di lavoratori;

• un aumento dello 0,6% della retribuzione media;

• una lieve diminuzione (-0,3%) del numero medio di giornate retribuite.

Quanto alla distribuzione per comparto:

• la scuola concentra il 39,6% dei dipendenti pubblici;

• il servizio sanitario il 20%;

• le amministrazioni locali (regioni, province, comuni) il 14,9%;

• Forze Armate, Corpi di polizia e Vigili del Fuoco il 13,9%.

Nel 2024 i lavoratori a tempo indeterminato sono 3.106.473, pari all’83,1% del totale, con una retribuzione media annua di 39.087 euro e 302 giornate retribuite in media.

Dal punto di vista demografico, il 76,6% dei lavoratori pubblici ha 40 anni o più. Nel complesso le donne sono prevalenti, con un’incidenza del 61% nella maggior parte delle classi di età; fanno eccezione le fasce fino a 19 anni (67% uomini, 33% donne) e 20-24 anni (58% uomini, 42% donne).

La retribuzione media annua del 2024, pari a 35.350 euro, varia sensibilmente per età e genere: cresce con l’età fino a stabilizzarsi dai 50 anni in poi ed è sistematicamente più elevata per gli uomini, che percepiscono in media 41.117 euro, contro 31.679 euro per le donne.

Sotto il profilo territoriale, nel 2024:

• il 24% dei lavoratori pubblici è occupato nelle regioni del Centro;

• il 23,1% nel Nord-ovest;

• il 21,8% nel Sud;

• il 19,8% nel Nord-est;

• l’11,3% nelle Isole.

Le retribuzioni medie più basse si riscontrano nel Nord-ovest (34.015 euro) e nel Nord-est (34.515 euro), mentre il Centro registra il valore più elevato, con una retribuzione media annua pari a 36.929 euro.

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MIMIT: accelerazione prenotazioni al Piano 4.0

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy comunica di essere impegnato nell’individuazione di ulteriori risorse finanziarie per il programma Transizione 5.0, alla luce dell’elevato interesse manifestato dalle imprese.

Dopo l’annuncio dell’esaurimento dei fondi destinati a Transizione 5.0, con prenotazioni che hanno raggiunto il tetto dei 3 miliardi di euro, si è registrata una significativa accelerazione delle richieste anche sul Piano Transizione 4.0. Alla data odierna, risultano ancora disponibili 200 milioni di euro rispetto a un plafond iniziale pari a 2,2 miliardi di euro.

Il Gestore dei Servizi Energetici – GSE S.p.A., come già avvenuto per Transizione 5.0, provvederà a comunicare l’esaurimento delle risorse al raggiungimento della soglia complessiva di 2,2 miliardi di euro.

Considerato l’elevato gradimento del Piano 5.0, il Ministero è al lavoro per reperire nuovi stanziamenti e assicurare la continuità del sostegno agli investimenti programmati, anche attraverso strumenti in raccordo con la nuova misura che sarà introdotta con la legge di bilancio.

Le comunicazioni inviate entro il 31 dicembre resteranno comunque valide e saranno esaminate secondo l’ordine cronologico di arrivo, qualora vengano reperite ulteriori risorse.

INPS: incentivi per l’aggregazione delle imprese e per la tutela occupazionale

Il messaggio INPS n. 3344 del 6 novembre 2025 fornisce le indicazioni operative, contabili e di flusso Uniemens sull’esonero contributivo introdotto, in via sperimentale per il biennio 2024-2025, dall’articolo 4-ter del decreto-legge n. 4/2024, a favore delle nuove imprese costituite tramite operazioni di aggregazione (fusioni, cessioni, conferimenti, acquisizioni di aziende o rami) con un organico complessivo pari o superiore a 1.000 lavoratori, che abbiano sottoscritto un accordo in sede governativa con progetto industriale e piano di politiche attive e di formazione/riqualificazione di almeno 200 ore per 06 11 25 06 11 25

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ciascun lavoratore.

L’esonero consiste nella riduzione fino al 100% dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro (escluso INAIL), nel limite di 3.500 euro annui per lavoratore per 24 mesi, cui può aggiungersi un ulteriore periodo di 12 mesi nel limite di 2.000 euro annui, con tetti mensili pari rispettivamente a 291,66 euro e 166,66 euro; resta invariata l’aliquota di computo pensionistico. L’agevolazione è riconosciuta dall’INPS solo a valle della comunicazione del Ministero del Lavoro (elenco imprese, lavoratori, decorrenza e periodo di spettanza), comporta l’attribuzione del codice di autorizzazione “2L” e si fruisce tramite conguaglio nei flussi Uniemens, con specifici codici per aziende ordinarie (IN24, L631, L632), datori iscritti alla Gestione pubblica (codice recupero 71) e datori agricoli (codici agevolazione 2L, 3L, 4L).

Il messaggio disciplina inoltre i controlli successivi e le conseguenze in caso di inadempimento: l’INL verifica la corretta realizzazione del piano formativo; in caso di mancato rispetto degli obblighi formativi o del vincolo di mantenimento del perimetro occupazionale per 48 mesi (salve le eccezioni tassative), è prevista la revoca dell’esonero, il recupero dei contributi non versati con le sanzioni civili ex art. 116, comma 8, lett. a), L. n. 388/2000, oltre all’ulteriore sanzione pari al doppio dell’esonero fruito per i lavoratori interessati. Ai fini contabili viene istituito il nuovo conto GAW37190 nella Gestione sgravi (GAW) per la rilevazione degli oneri a carico dello Stato.

ARAN: siglata ipotesi CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024

Il 5 novembre 2025 è stata firmata presso l’ARAN l’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il comparto Istruzione e Ricerca relativa al triennio 2022-2024.

Le parti, con l’obiettivo di assicurare una celere corresponsione degli incrementi retributivi attesi dal personale e preso atto dell’avvenuta emanazione dell’atto di indirizzo quadro per il triennio 2025-2027, hanno concordato di circoscrivere la presente tornata negoziale esclusivamente agli aspetti concernenti il trattamento economico e le relazioni sindacali.

La revisione e l’eventuale aggiornamento degli ulteriori istituti di natura normativa saranno oggetto della successiva fase di contrattazione relativa al triennio 20252027. 05 11 25

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L’intesa prevede, per il personale del comparto, incrementi retributivi medi mensili pari a 144 euro per il personale docente e 105 euro per il personale ATA, oltre alla corresponsione, a titolo di arretrati e una tantum, di 1.640 euro per i docenti e 1.400 euro per il personale ATA. Gli aumenti medi mensili si estendono anche al personale delle università, degli enti di ricerca e delle istituzioni AFAM, secondo le specifiche riportate nelle tabelle contrattuali, e ammontano in particolare a: 141 euro per le università, 211 euro per gli enti di ricerca, 173 euro per l’AFAM.

Una volta conclusa la procedura di controllo sull’Ipotesi di accordo, sarà possibile procedere all’effettiva erogazione in busta paga degli incrementi, degli arretrati e delle somme una tantum nei prossimi mesi.

L’ARAN esprime soddisfazione per il risultato conseguito, nella consapevolezza che il prossimo ciclo contrattuale rivestirà un ruolo centrale per affrontare il complesso delle riforme e degli istituti di natura giuridica che caratterizzano la professione del personale del comparto Istruzione e Ricerca.

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Unioncamere-Excelsior: 443mila assunzioni a novembre, ma quasi una su due è difficile da reperire

Il Sistema informativo Excelsior stima per il mese di novembre circa 443mila assunzioni programmate dalle imprese e oltre 1,3 milioni di ingressi nel trimestre novembre 2025 – gennaio 2026. Si registra tuttavia una flessione rispetto all’anno precedente: quasi 12mila posizioni in meno rispetto a novembre 2024 (-2,6%) e 24mila in meno sul trimestre omologo (-1,8%).

Pur in presenza di una domanda di lavoro in lieve contrazione, rimane molto elevata la difficoltà di reperimento: 202mila profili risultano di difficile individuazione nel solo mese di novembre, pari al 45,7% delle assunzioni previste.

Il quadro è tratto dal Bollettino Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito del Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali per novembre.

Nel settore primario si prevedono quasi 27mila entrate a novembre e 77mila entro gennaio 2026. Le assunzioni si concentrano soprattutto:

• nel comparto delle coltivazioni ad albero, con poco più di 9mila ingressi nel

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mese e circa 27mila nel trimestre;

• nelle coltivazioni di campo, con 8mila entrate a novembre e quasi 23mila nel trimestre.

In crescita su base annua le richieste di lavoro nei servizi connessi all’agricoltura, che arrivano a 5mila assunzioni nel mese (+13%) e 11mila nel trimestre (+6%).

Per l’industria, le imprese programmano circa 118mila assunzioni a novembre, che diventano 352mila nel periodo novembre 2025 – gennaio 2026. Nel manifatturiero, la domanda – pari a circa 73mila ingressi nel mese – è trainata da:

• industrie della meccatronica, con oltre 17mila lavoratori ricercati a novembre e più di 57mila nel trimestre;

• industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo, con circa 13mila assunzioni nel mese e oltre 41mila nel trimestre;

• industrie alimentari, bevande e tabacco, con oltre 13mila ingressi a novembre e 38mila nel trimestre.

Rimane consistente anche la domanda di lavoro nelle costruzioni, con 45mila assunzioni previste a novembre e 128mila nel trimestre.

Nel terziario, le imprese prevedono 298mila contratti per novembre e oltre 890mila tra novembre e gennaio. A trainare le richieste:

• il turismo, con 74mila ingressi nel mese e 224mila nel trimestre;

• il commercio, con 70mila assunzioni a novembre e 193mila sul trimestre;

• i servizi alla persona, con 52mila ingressi nel mese e 162mila nel periodo novembre–gennaio.

BCE: tassi stabili in un’economia resiliente

ma ancora esposta a rischi globali

La riunione del Consiglio direttivo della BCE del 30 ottobre conferma un orientamento improntato alla prudenza: i tre tassi di riferimento restano invariati e l’Istituto ribadisce un approccio “basato sui dati”, con decisioni assunte di volta in volta, riunione per riunione. L’inflazione si mantiene prossima all’obiettivo del 2% nel medio periodo e, secondo Francoforte, al momento non emergono elementi tali da richiedere un cambio di rotta.

Nel terzo trimestre il PIL dell’area euro è aumentato dello 0,2%, sostenuto soprat30 10 25

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tutto dai servizi, dal turismo e dalla rapida diffusione dei servizi digitali. Le imprese continuano a investire in tecnologie avanzate e intelligenza artificiale, mentre il comparto manifatturiero risente di dazi, incertezze sul commercio globale e apprezzamento dell’euro. La domanda interna rimane il principale motore di crescita: il tasso di disoccupazione, al 6,3% a settembre, è su livelli minimi storici, i redditi reali sono in aumento e le famiglie mantengono livelli di risparmio elevati, potenzialmente convertibili in consumi. Contribuiscono favorevolmente anche gli investimenti pubblici in infrastrutture e difesa, oltre agli effetti ritardati delle precedenti riduzioni dei tassi. Le esportazioni di beni si sono indebolite tra marzo e agosto, dopo il picco legato all’anticipo delle operazioni in vista dei dazi. I nuovi ordinativi dall’estero confermano segnali di ulteriore rallentamento. Secondo la BCE, l’impatto delle tensioni commerciali si dispiegherà pienamente nei prossimi mesi, incidendo sulla manifattura e sugli investimenti. Nel nuovo contesto geopolitico, la BCE richiama l’esigenza di consolidare la competitività dell’Europa. Accoglie positivamente gli impegni assunti dai leader al Vertice dell’Euro del 23 ottobre: riforme strutturali, investimenti strategici, sostenibilità dei conti pubblici e completamento dell’Unione dei capitali e dell’Unione bancaria sono considerati passaggi decisivi. Tra le priorità figura anche il progetto di euro digitale: la BCE ha annunciato il passaggio alla fase successiva, per garantire la piena preparazione tecnica a un’eventuale futura emissione e rafforzare la sovranità digitale europea. A settembre l’inflazione è risalita al 2,2% dal 2,0% di agosto, soprattutto per la minore contrazione dei prezzi dell’energia. I prezzi alimentari flettono lievemente, mentre l’inflazione di fondo sale al 2,4%. I prezzi dei servizi restano sostenuti (3,2%), quelli dei beni rimangono stabili allo 0,8%. La BCE sottolinea che le pressioni interne sui prezzi sono compatibili con l’obiettivo del 2%. Il costo del lavoro è atteso in rallentamento nel 2026, grazie a una dinamica salariale più moderata e a un recupero di produttività. Le aspettative di inflazione di lungo periodo restano ancorate attorno al 2%. Gli accordi commerciali UE–USA e i progressi nei colloqui USA–Cina hanno attenuato alcuni rischi al ribasso. Anche il cessate il fuoco in Medio Oriente contribuisce a ridurre la tensione sullo scenario internazionale. Permangono però vulnerabilità significative: tensioni geopolitiche residue, possibili interruzioni delle catene di fornitura, potenziali shock di fiducia sui mercati e un contesto globale ancora incerto. Per l’inflazione, i rischi restano in entrambe le direzioni: un euro più forte o una domanda estera più debole potrebbero frenare la dinamica dei prezzi; al contrario, nuove tensioni sulle filiere globali, eventi climatici estremi o una spesa pubblica superiore alle attese potreb-

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bero mantenerla su livelli più elevati. I mercati finanziari mantengono un quadro sostanzialmente stabile e i tassi di interesse non registrano variazioni significative. I nuovi prestiti alle imprese si collocano intorno al 3,5%, mentre i mutui alle famiglie sono in media al 3,3%. La crescita del credito alle imprese rallenta al 2,9%, mentre quella dei mutui risale leggermente al 2,6%. Le indagini sul credito evidenziano criteri di concessione leggermente più selettivi, a fronte però di una domanda in aumento da parte delle aziende. L’aggregato monetario M3 scende al 2,8%, segnalando condizioni monetarie complessivamente prudenti. In sintesi, la BCE conferma uno scenario di stabilità dei tassi, con un’inflazione prossima al target e un’economia che mostra capacità di tenuta, pur restando esposta a rischi globali. Francoforte ribadisce la disponibilità a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per mantenere ancorate le aspettative e assicurare che l’inflazione converga in modo duraturo verso il 2% nel medio termine.

ISTAT: Andamento dell’economia italiana

L’economia mondiale evidenzia un rallentamento di moderata entità, mentre gli scambi internazionali restano caratterizzati da una dinamica irregolare, anche a causa del perdurare di un elevato grado di incertezza e instabilità nelle politiche commerciali.

Nel terzo trimestre, la crescita congiunturale del Pil ha mostrato un lieve rafforzamento in Cina e nell’area dell’euro. Negli Stati Uniti, le aspettative di una graduale moderazione del ritmo di espansione dell’attività economica e dell’inflazione hanno favorito, nel mese di ottobre, una riduzione dei tassi di interesse.

Per quanto riguarda l’Italia, secondo le stime preliminari, il Pil nel terzo trimestre è risultato pressoché invariato rispetto ai tre mesi precedenti, registrando un andamento analogo a quello della Germania, ma meno favorevole rispetto alla media dell’area euro, nonché rispetto a Francia e Spagna.

Nel periodo estivo, la dinamica congiunturale delle esportazioni, pur risentendo di una contrazione ad agosto, è stata nel complesso positiva (+1,2% nel trimestre giugno-agosto rispetto ai tre mesi precedenti), mentre le importazioni hanno segnato, nello stesso intervallo, una lieve flessione (-0,3%).

L’indice destagionalizzato della produzione industriale ha registrato a settembre un 12 11 25

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incremento del 2,8% su base mensile, recuperando la marcata contrazione osservata in agosto (-2,7%). Tuttavia, nella media del terzo trimestre, l’indicatore evidenzia una diminuzione in termini congiunturali (-0,5%).

Nel mese di settembre, il mercato del lavoro ha mostrato un aumento degli occupati.

La crescita riguarda esclusivamente la componente femminile e tutte le classi di età, ad eccezione dei 35-49enni. In termini di posizione professionale, il numero di occupati è aumentato tra i dipendenti a tempo indeterminato, è diminuito tra i lavoratori a termine ed è rimasto sostanzialmente stabile tra gli autonomi.

A ottobre, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), secondo le stime preliminari, registra un incremento tendenziale dell’1,3%, inferiore alla media dell’area euro (+2,1%) e in netta decelerazione rispetto ai mesi precedenti.

Tra ottobre 2021 e ottobre 2025 i prezzi dei beni alimentari in Italia sono cresciuti del 24,9%, un aumento di quasi 8 punti percentuali superiore a quello rilevato, nello stesso periodo, per l’indice generale dei prezzi al consumo (+17,3%).

La marcata accelerazione dei prezzi nel biennio 2022-2023 è stata in larga misura determinata dallo shock sui prezzi dell’energia, che ha inciso significativamente sul comparto degli alimentari non lavorati. L’impatto si è manifestato sia in via diretta, data la rilevanza degli input energetici nei processi produttivi, sia in via indiretta, attraverso l’aumento del costo di importanti beni intermedi, come i fertilizzanti.

Nel corso degli ultimi due anni, la dinamica di crescita dei prezzi alimentari si è progressivamente attenuata, risultando in parte sostenuta dal recupero dei margini di profitto delle imprese operanti nel settore agricolo.

Banca d’Italia: Banche e moneta

A settembre i finanziamenti al settore privato, calcolati secondo la metodologia armonizzata definita nell’ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), hanno registrato una crescita dell’1,6 per cento su base annua, in linea con quanto osservato ad agosto. I prestiti alle famiglie sono aumentati del 2,2 per cento (contro il 2,1 per cento del mese precedente), mentre quelli concessi alle società non finanziarie sono cresciuti dell’1,2 per cento, valore invariato rispetto ad agosto.

I depositi detenuti dal settore privato sono saliti del 3,0 per cento su base annua (dal 2,7 per cento di agosto); anche la raccolta tramite obbligazioni ha segnato un 11 11 25

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incremento, attestandosi al 3,2 per cento (dal 2,7 per cento del mese precedente).

Nel mese di settembre il Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG) sui nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si è portato al 3,71 per cento (3,67 ad agosto); la quota di questi finanziamenti con periodo iniziale di fissazione del tasso fino a 1 anno è stata pari all’11,5 per cento (rispetto al 16,4 per cento del mese precedente). Il TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è attestato al 10,24 per cento (10,29 ad agosto).

Per quanto riguarda le imprese, i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono risultati pari al 3,38 per cento (3,39 il mese precedente); per importi fino a 1 milione di euro il tasso è stato del 4,01 per cento, mentre sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia il tasso si è collocato al 3,04 per cento. I tassi riconosciuti sui depositi complessivi in essere sono rimasti allo 0,63 per cento, invariati rispetto ad agosto.

SAFETY CONFSAL

Salute e Sicurezza sul Lavoro

IL DECALOGO DELLA SICUREZZA

PER LA PREVENZIONE PARTECIPATA

I numeri parlano e ci dicono che gli infortuni e le malattie professionali continuano a crescere. Il Paese soffre quotidianamente, in termini di morti e dolore, una piaga che non si riesce ancora a debellare che produce un costo annuale stimato del 6,3% del PIL. La Confsal, a valle di un impegno ormai pluriennale sugli aspetti della safety, ha condensato le proprie proposte in un decalogo che è stato reso pubblico a Bologna in occasione del Salone di Ambiente e Lavoro, principale Fiera nazionale della salute e della sicurezza sul lavoro e che, aggiornato e integrato, è stato proposto al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in occasione del primo incontro con le Parti Sociali convocato al Ministero il 12 gennaio 2023.

Proponiamo di

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Creare un’Agenzia o Polo nazionale, quale soggetto unico deputato a coordinare prevenzione e vigilanza, informazione e formazione, assistenza e consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro

Educare le nuove generazioni alla cultura della sicurezza inserendo nei programmi didattici della scuola secondaria

“La salute e sicurezza del lavoro” come disciplina scolastica obbligatoria

Diffondere una “prevenzione partecipata” con il coinvolgimento attivo di tutti i lavoratori, mettendo la loro partecipazione al centro dell’azione di prevenzione unitamente a tutti gli attori coinvolti nel sistema di prevenzione

Promuovere la diffusione di MOG-SGSL - Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza del Lavoro - incentivandone economicamente l’adozione da parte delle aziende, tramite il credito di imposta e/o l’esenzione temporanea dal contributo INAIL 4

Favorire l'instaurarsi di un rapporto di cooperazione e collaborazione tra gli organi di vigilanza dello stato e le aziende, dando a esse la possibilità di verificare preventivamente la propria situazione effettiva sul rispetto delle norme sulla sicurezza, per poter così rimediare alle difformità rilevate 5

Incrementare fortemente l’organico degli ispettori tecnici per la sicurezza sul lavoro in modo che la vigilanza sull’applicazione della normativa abbia anche una funzione preventiva; assumendo a tal fine migliaia di giovani qualificati con adeguata preparazione nel campo ingegneristico, tecnico e scientifico

Potenziare e migliorare la formazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza - RLS - per ridurre il disequilibrio che si riscontra nella preparazione tecnica dei RLS rispetto alle altre figure aziendali impegnate nel sistema di prevenzione e protezione 7

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Garantire qualità ed efficacia alla preparazione delle principali figure di sistema, dando applicazione sollecita e concreta alle modifiche normative previste dal D.L. 146/2021 (Legge 215/2021), per realizzare i cambiamenti previsti nell’ambito della formazione

Potenziare il sostegno alle iniziative di prevenzione tramite la formazione, l’informazione e la consulenza attraverso maggiori investimenti da parte dell’Inail rispetto a quelli che attualmente mette a disposizione del tessuto produttivo del Paese

Incrementare le risorse per la ricerca scientifica “prevenzionale” su infortuni e rischi emergenti, tramite l’Inail, le Università e gli altri Enti di ricerca, assicurando che i risultati dei progetti completati vengano resi più agevolmente accessibili per il trasferimento al mondo produttivo e alle Parti Sociali

https://bit.ly/decalogo_safety_confsal

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