Corriere dell'Economia n. 21/2025

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Corriere dell‘Economia

Sintesi esplicative di documenti e studi a carattere economico di rilievo nazionale, europeo ed internazionale, con link ai documenti ufficiali.

DDL Bilancio 2026 (S. 1689): le principali misure in materia di fisco, lavoro, previdenza, welfare, sanità e politiche sociali

UNIONCAMERE: 520mila assunzioni previste dalle imprese a ottobre e oltre 1,3 milioni entro dicembre

MinLavoro: Formazione data-driven per accompagnare i giovani al lavoro

Governo: tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro

INPS: Bonus mamme

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DDL Bilancio 2026 (S. 1689): le principali misure in materia di fisco, lavoro, previdenza, welfare, sanità e politiche sociali

Il disegno di legge di bilancio 2026 presentato in Parlamento prevede, tra l’altro, un insieme di misure che riguardano: riduzione del carico fiscale, incentivi all’occupazione e alla natalità, rafforzamento degli strumenti di inclusione, misure per sanità, scuola e ricerca.

Fisco e retribuzioni.

L’IRPEF viene alleggerita nella fascia centrale: l’aliquota applicata ai redditi tra 28.000 e 50.000 euro scende dal 35% al 33%. Per i redditi oltre 200.000 euro l’effetto è neutralizzato dal sistema delle detrazioni. Sono previste agevolazioni temporanee su alcune voci di reddito da lavoro per il 2026: gli aumenti derivanti dai rinnovi contrattuali percepiti da chi ha redditi da lavoro dipendente fino a 28.000 euro sono tassati con un’imposta sostitutiva del 5%; i premi di risultato erogati nel biennio 2026-2027 beneficiano di un’imposta sostitutiva ridotta all’1% con un tetto agevolato che sale a 5.000 euro per chi ha un reddito fino a 80.000 euro. Per i lavoratori dipendenti privati con reddito fino a 40.000 euro è previsto, per il 2026, un prelievo agevolato al 15% sulle retribuzioni per lavoro notturno, festivo o su turni fino a 1.500 euro annui. La soglia di esenzione dei buoni pasto elettronici viene innalzata da 8 a 10 euro al giorno.

Lavoro, assunzioni e famiglia.

Per favorire l’occupazione stabile nel 2026 sono introdotti esoneri contributivi mirati. Le assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato di donne disoccupate con almeno tre figli, effettuate dal 1° gennaio 2026, godono di un esonero del 100% dei contributi fino a 8.000 euro annui, per una durata che può arrivare a 24 mesi in base al tipo di contratto. Sono previsti sgravi anche per assunzioni a tempo indeterminato nelle aree agevolate e per il collocamento delle persone con disabilità, con durata massima di 24 mesi. È incentivato anche il part-time concesso ai genitori con almeno tre figli fino ai 10 anni del più piccolo (senza limite di età se il figlio è disabile) tramite esonero contributivo per il datore. Sul fronte della natalità

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e della conciliazione vita-lavoro, nel 2026 è prevista un’erogazione mensile a favore delle madri lavoratrici con reddito inferiore a 40.000 euro: 60 euro al mese per chi ha due figli (fino ai 10 anni del secondo) e 60 euro al mese per chi ha tre o più figli (fino ai 18 anni del più piccolo). Si rafforzano i congedi: è ampliata l’indennità del congedo parentale fino all’80% e aumentano i giorni di assenza per malattia dei figli. Sono stanziate risorse per il sostegno ai caregiver familiari, per le politiche di pari opportunità, per il contrasto alla violenza di genere e per un fondo dal 2026 destinato al sostegno abitativo di genitori separati con figli.

Inclusione e pensioni.

L’Assegno di inclusione mantiene la durata di 18 mesi con rinnovi successivi di 12 mesi, ma dal 2026 viene eliminato il mese di sospensione obbligatoria tra un periodo e l’altro, così da garantire continuità ai nuclei beneficiari. Sul sistema pensionistico la linea è di continuità graduale: l’APE sociale è prorogata al 2026 con gli stessi requisiti (63 anni e 5 mesi e appartenenza alle categorie previste). È riconosciuto un incremento di 20 euro al mese alle pensioni dei soggetti in condizioni di maggiore bisogno, con una platea di poco superiore al milione di persone. Dal 2027 è previsto un lieve aumento dei requisiti di accesso alla pensione di un mese, e dal 2028 prosegue l’adeguamento già programmato di tre mesi, con l’esclusione dei lavori più gravosi. Per il personale del comparto sicurezza e difesa i requisiti pensionistici vengono incrementati di 3 mesi dal 1° gennaio 2027. Per i dipendenti pubblici è prevista la riduzione dei tempi di pagamento del TFS/TFR da 12 a 9 mesi, ma con decorrenza dal 2027.

Sanità, scuola e ricerca.

Il finanziamento del Servizio sanitario nazionale aumenta di 2,4 miliardi nel 2026 e di 2,65 miliardi dal 2027. Le risorse servono a coprire il costo del personale (incluse indennità e prestazioni aggiuntive per ridurre le liste d’attesa), a consentire assunzioni a tempo indeterminato fino a 450 milioni l’anno dal 2026 e a potenziare la prevenzione, in particolare con programmi di screening oncologici e campagne vaccinali. È finanziato il Piano nazionale per la salute mentale 2025-2030 con 80 milioni nel 2026 e vengono destinati 20 milioni all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari per rendere uniforme l’offerta di telemedicina. Nel settore dell’istruzione universitaria il fondo per le borse di studio viene incrementato di 250 milioni annui dal 2026, con l’obiettivo di favorire l’accesso agli studi soprattutto per gli studenti

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fuori sede. Per la scuola sono stanziati 260 milioni nel 2026 per garantire i livelli essenziali delle prestazioni agli alunni con disabilità e per finanziare l’assistenza legata ai piani educativi individualizzati. Sul fronte della ricerca viene avviata dal 2026 una programmazione triennale con dotazioni dedicate e con un incremento strutturale di 150 milioni per i progetti di ricerca di interesse nazionale. Dal 2027 è prevista un’unica carta elettronica (“Valore”) destinata ai diplomati, che sostituisce le precedenti forme di sostegno alla cultura e alla formazione.

UNIONCAMERE: 520mila assunzioni

previste dalle imprese a ottobre e oltre 1,3 milioni entro dicembre

Nel mese di ottobre 2025 le imprese italiane prevedono circa 520 mila assunzioni e, guardando all’intero trimestre ottobre-dicembre, oltre 1,3 milioni di ingressi, cioè un po’ meno rispetto allo stesso periodo del 2024 (-11 mila a ottobre e -28 mila sul trimestre). La domanda quindi resta alta, ma un filo meno brillante rispetto all’anno scorso. La criticità vera non è tanto il numero dei posti, quanto trovarci le persone giuste: quasi 1 posizione su 2 (46,8%) è giudicata di difficile reperimento, soprattutto perché non ci sono candidati o non hanno preparazione adeguata.

I settori più dinamici sono: servizi (circa 340 mila assunzioni a ottobre e oltre 890 mila nel trimestre), con il turismo che resta il motore (86 mila ingressi nel mese, 240 mila nel trimestre), seguito da commercio e servizi alla persona; l’industria si attesta su quasi 137 mila entrate nel mese e più di 333 mila nel trimestre, con la meccatronica, l’alimentare e la metalmeccanica tra i comparti più attivi; le costruzioni tengono bene (52 mila ingressi nel mese); anche il settore primario programma oltre 43 mila assunzioni a ottobre.

Sul fronte dei contratti prevale nettamente il tempo determinato (quasi 306 mila rapporti, circa il 59% del totale), poi tempo indeterminato (circa 99 mila) e somministrazione. Le imprese più grandi (oltre 250 dipendenti) sono le uniche che aumentano le entrate, mentre le piccole e medie sono più caute.

Le figure che mancano di più sono: ingegneri, tecnici (soprattutto informatici e ingegneristici), operatori della sanità e del socio-assistenziale, oltre a molti operai specializzati nelle costruzioni e nel metalmeccanico (per alcune mansioni la difficoltà supera il 70%). Anche ristorazione e vendita cercano molto ma faticano a coprire i turni. 10 10 25

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Per coprire i fabbisogni, le imprese contano anche sulla manodopera straniera: a ottobre oltre 117 mila ingressi dovrebbero essere coperti da lavoratori immigrati (22,5% del totale), con picchi in tessile-abbigliamento, agricoltura, costruzioni, logistica. Per i giovani under 30 ci sono più di 155 mila opportunità nel mese (30% delle entrate), soprattutto in turismo, commercio, ICT e servizi avanzati. Dal punto di vista territoriale cresce il Centro, mentre Nord e Mezzogiorno segnano lievi flessioni.

MinLavoro: Formazione data-driven per accompagnare i giovani al lavoro

Il protocollo d’intesa tra Ministero del Lavoro, Ministero dell’Istruzione e del Merito, Ministero dell’Università e della Ricerca e INPS crea un’unica “rete” di dati per rendere più efficaci le politiche di inclusione, soprattutto verso i giovani Neet.

In pratica:

• Scambio sicuro di dati tra i quattro soggetti per identificare subito chi non studia e non lavora e proporre politiche attive mirate (orientamento, formazione, inserimento lavorativo), monitorando anche la qualità degli esiti.

• Formazione più allineata al lavoro: scuola e università potranno conoscere meglio dove trovano lavoro diplomati e laureati e quindi aggiornare l’offerta formativa in base alle reali richieste del mercato.

• PA più data-driven: le amministrazioni potranno prendere decisioni più rapide e trasparenti, anche grazie alla precompilazione del CV e all’alimentazione del Fascicolo sociale e lavorativo, così da facilitare l’incontro domanda-offerta.

• Quadro PNRR e tutela privacy: l’interoperabilità rientra nelle riforme del PNRR e avverrà nel rispetto del GDPR (minimizzazione, finalità chiare, sicurezza).

I ministri e il presidente INPS sottolineano la stessa idea di fondo: usare la tecnologia non per collezionare dati, ma per intercettare prima i giovani a rischio esclusione, costruire percorsi formativi più utili, ridurre il mismatch e trasformare i dati in valore sociale concreto.

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Governo: tutela della salute

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e della sicurezza sui luoghi di lavoro

Il decreto-legge 31 ottobre 2025, n. 159 introduce un pacchetto di misure urgenti per ridurre gli infortuni sul lavoro, rafforzare i controlli e sostenere chi resta colpito da incidenti, oltre a prorogare alcuni interventi di protezione civile.

1. Più prevenzione e incentivi INAIL

L’INAIL potrà, dal 1° gennaio 2026, rivedere le aliquote “in bonus” per premiare le aziende con meno infortuni e penalizzare chi non rispetta le regole (niente bonus per chi ha condanne definitive in materia di sicurezza).

In agricoltura una parte dei fondi INAIL sarà riservata alle imprese iscritte alla Rete del lavoro agricolo di qualità che investono in sicurezza.

2. Più controlli in appalti e cantieri

Viene stretta la vigilanza su appalti e subappalti: l’Ispettorato deve controllare prima chi lavora in subappalto.

Nei cantieri e nelle attività a rischio i lavoratori dovranno avere un badge/tessera digitale anticlonazione, collegato anche al SIISL, così da tracciare presenza e regolarità. Si irrigidisce la patente a crediti del Testo unico sicurezza: alcune violazioni porteranno a decurtazioni automatiche già alla notifica.

3. Più ispettori e più Carabinieri per il lavoro

L’Ispettorato nazionale del lavoro potrà assumere 300 ispettori l’anno nel triennio 2026-2028 e viene rafforzato anche il contingente dei Carabinieri per la tutela del lavoro. Obiettivo: più controlli sul territorio.

4. Formazione e dati in un fascicolo unico

L’INAIL dovrà finanziare ogni anno (almeno 35 milioni) formazione sulla sicurezza in scuole, ITS, università e nei settori più rischiosi (edilizia, logistica, trasporti).

Tutta la formazione svolta dai lavoratori dovrà finire nel fascicolo elettronico del lavoratore e nel fascicolo sociale e lavorativo collegato al SIISL, così i controlli sapranno subito se la persona è formata.

Vengono aggiornate anche le regole tecniche (scale, DPI, sistemi anticaduta) e si prevede un accordo Stato-Regioni per accreditare solo enti formativi seri.

5. Studenti in PCTO più tutelati

L’assicurazione INAIL per i percorsi scuola-lavoro viene estesa anche per il tragitto casa-luogo del tirocinio.

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Le convenzioni scuola-impresa non potranno impiegare studenti in lavorazioni ad alto rischio.

6. Sostegno ai familiari delle vittime

Dal 2026 l’INAIL eroga borse di studio (3.000–7.000 € l’anno a seconda del grado di studi) ai figli superstiti di lavoratori morti per infortunio o malattia professionale, fino a esaurimento fondi (26 milioni l’anno).

7. Trasparenza e SIISL

Dal 1° aprile 2026 chi vuole incentivi per assumere dovrà prima pubblicare l’offerta sul SIISL: così si traccia meglio il mercato del lavoro e si collegano assunzioni, formazione e sicurezza.

In sintesi: più premi a chi fa sicurezza, più controlli dove c’è subappalto e irregolarità, più formazione tracciata, più tutele per studenti e famiglie delle vittime, e un uso molto più integrato dei dati pubblici.

ISTAT: Occupati e Disoccupati

Settembre 2025

Nel mese di settembre 2025 il mercato del lavoro mostra un’evoluzione complessivamente positiva, con alcuni aggiustamenti strutturali.

• Occupati: il livello degli occupati si attesta a 24,221 milioni di unità, in aumento di 67 mila rispetto ad agosto 2025. Il tasso di occupazione (15-64 anni) sale al 62,7%, con una variazione congiunturale di +0,2 punti percentuali. L’incremento è trainato in prevalenza dalla componente femminile, dai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato (+97 mila) e dalle classi di età più mature (50 anni e oltre). Si osserva, per contro, una contrazione dei dipendenti a termine e della coorte 35-49 anni.

• Disoccupati: il numero delle persone in cerca di lavoro aumenta di 31 mila unità su base mensile; il tasso di disoccupazione totale si colloca al 6,1% (+0,1 p.p.).

L’incremento è più pronunciato nella componente giovanile: il tasso di disoccupazione 15-24 anni sale al 20,6% (+0,9 p.p.), segnalando un maggiore afflusso di giovani nel mercato del lavoro.

• Inattivi: la popolazione inattiva (15-64 anni) diminuisce di 99 mila unità; il tasso di inattività scende al 33,1%, confermando il rafforzamento della partecipazione al mercato del lavoro.

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• Prospettiva tendenziale (set. 2025 vs set. 2024): gli occupati risultano in aumento di 176 mila unità su base annua. La dinamica è sostenuta dai dipendenti permanenti (+417 mila) e, in misura minore, dagli autonomi (+76 mila), mentre i dipendenti a termine registrano una flessione marcata (-317 mila), a indicare un processo di stabilizzazione occupazionale. Contestualmente si riduce anche la platea degli inattivi (-167 mila).

In termini interpretativi, l’espansione dell’occupazione e la riduzione degli inattivi segnalano un miglioramento dell’intensità partecipativa, ma l’aumento congiunturale dei disoccupati – specie giovani – indica che una quota crescente di popolazione sta rientrando nell’offerta di lavoro e non trova immediata collocazione. Si configura dunque un quadro di rafforzamento dell’occupazione stabile, accompagnato da una pressione al rialzo sugli indicatori di disoccupazione dovuta all’ampliamento della forza lavoro potenziale.

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ISTAT: Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali – III trimestre 2025

Nel III trimestre 2025 il quadro delle retribuzioni contrattuali evidenzia una dinamica moderatamente espansiva ma in fase di rallentamento congiunturale.

• Copertura contrattuale: risultano in vigore per la parte economica 46 CCNL, che regolano il 56,9% dei dipendenti (circa 7,5 milioni di posizioni) e il 54,6% del monte retributivo; resta quindi scoperto dal rinnovo il 43,1% dei dipendenti (circa 5,6 milioni), indicatore di tensione contrattuale ancora elevata.

• Dinamica retributiva: l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a settembre 2025 è stazionario su base congiunturale (0,0%) ma in aumento del 2,6% su base tendenziale; nel periodo gennaio-settembre 2025 la crescita media è +3,3% rispetto allo stesso periodo 2024, quindi superiore all’incremento tendenziale mensile. La crescita è più sostenuta nella PA (+3,3% tendenziale) rispetto a industria (+2,3%) e servizi privati (+2,4%). I picchi si osservano per ministeri (+7,2%), militari-difesa (+6,9%) e vigili del fuoco (+6,8%); variazione nulla invece per farmacie private e telecomunicazioni.

• Rinnovi e tempi di attesa: i contratti in attesa di rinnovo sono 29; il tempo medio di vacanza contrattuale per chi ha il contratto scaduto sale da 18,3 a 27,9 mesi (set. 2024 – set. 2025), mentre l’attesa media sul totale dei dipendenti passa da 9,6 a 12,0

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mesi, segnalando un peggioramento dell’indicatore di tempestività dei rinnovi. Nel privato la quota in attesa è più bassa (27,3%) e l’attesa media è molto più contenuta (5,1 mesi), per effetto di una contrattazione più rapida.

• Profilo settoriale: la decelerazione deriva da un marcato rallentamento nell’industria, da una quasi stagnazione nei servizi privati, mentre si registra una lieve accelerazione nel pubblico per effetto dell’indennità di vacanza contrattuale. In agricoltura, invece, si osserva ancora un profilo tendenziale elevato (circa +4,9/5,8%).

• Proiezioni: in assenza di nuovi rinnovi, le informazioni acquisite indicano per il semestre ottobre 2025–marzo 2026 una variazione media dell’indice pari a +2,5% e una crescita della media annua 2025 pari a +3,1%, ma con riduzione progressiva della copertura contrattuale (dal 54,5% di ottobre 2025 al 47,2% di marzo 2026), elemento che tende ad ammorbidire la dinamica salariale acquisita.

INPS: Bonus mamme

La circolare INPS n. 139 del 28 ottobre 2025 dà attuazione all’art. 6 del D.L. 30 giugno 2025, n. 95, conv. in L. 8 agosto 2025, n. 118, introducendo – in via transitoria per l’anno 2025 – una integrazione al reddito in favore delle lavoratrici madri con almeno due figli (cd. Nuovo bonus mamme), in sostituzione del parziale esonero contributivo che viene rinviato al 2026.

Ambito soggettivo

• Destinatarie: lavoratrici madri dipendenti (pubbliche o private, escluso il lavoro domestico) e autonome/iscritte a gestioni obbligatorie, incluse casse professionali ex D.lgs. 509/1994 e 103/1996 e Gestione separata, con reddito da lavoro 2025 ≤ 40.000 euro.

• Platea:

ɇ madri con 2 figli fino al mese di compimento del 10° anno del secondo figlio; ɇ madri con ≥3 figli fino al mese di compimento del 18° anno del figlio più piccolo.

ɇ Il requisito può maturare anche in corso d’anno e “si cristallizza” dal mese di maturazione.

• Per le madri con 3 o più figli il beneficio non spetta nei mesi coperti da rapporto

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di lavoro a tempo indeterminato, perché per tali mesi è già riconoscibile l’esonero IVS totale ex L. 213/2023. Anche l’apprendistato è equiparato al tempo indeterminato.

Misura e decorrenza

• Importo forfettario: 40 euro/mese per ciascun mese (o frazione) di vigenza del rapporto/l’attività nel 2025.

• Pagamento in unica soluzione: di norma a dicembre 2025 (o, se domanda tardiva ma entro 31.1.2026, entro febbraio 2026).

• Massimo 12 mensilità. Prestazione fiscalmente e contributivamente esente e non rilevante ai fini ISEE.

Condizioni oggettive

• Deve esistere un rapporto di lavoro attivo (dipendente o autonomo) nel mese di riferimento; i periodi di sospensione non sono indennizzabili.

• Sono inclusi i rapporti intermittenti e in somministrazione.

• Sono escluse le titolari di sole cariche sociali non iscritti AGO o forme sostitutive.

Domanda e controlli

• Il beneficio è a domanda tramite portale INPS/SPID, Contact center o patronati.

• Termine ordinario: 40 giorni dalla pubblicazione della circolare; per requisiti maturati dopo, comunque entro 31 gennaio 2026.

• Obbligo di autodichiarazione ex DPR 445/2000 su: numero figli e relative anagrafiche, titolo di lavoro, assenza di rapporto a TI (nei casi >2 figli), reddito ≤ 40.000 euro; previste verifiche ex post, recuperi e segnalazioni in caso di mendacio.

Coordinamento con gli esoneri contributivi

• Il D.L. 95/2025 posticipa al 2026 l’esonero contributivo parziale per madri con ≥2 figli previsto dalla L. 207/2024.

• Per le madri con ≥3 figli e rapporto a TI resta applicabile fino al 31.12.2026 l’esonero IVS 100% ex art. 1, c. 180, L. 213/2023, che è alternativo al bonus.

Regime finanziario-contabile

• Oneri quantificati in 480 milioni di euro per il 2025, coperti in parte con le stesse risorse dell’art. 6 e in parte ex art. 20 del medesimo decreto.

• La prestazione è imputata alla Gestione interventi assistenziali e sostegno alle gestioni previdenziali – evidenza GAT, con istituzione di specifici conti (GAT30218 per l’onere, GAT10218 per il debito verso beneficiari, GAT24218 per recuperi) e collegamento alla causale di cassa “21502 – Sostegno alla maternità e genitorialità”. Previsti anche codici bilancio per riaccrediti e crediti inesigibili.

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ISTAT: Inflazione all’1,2% su base annua - Ottobre 2025 -Dati provvisori

A ottobre 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC, al netto dei tabacchi) registra una variazione congiunturale negativa pari a -0,3% e una variazione tendenziale in rallentamento all’+1,2% (da +1,6% di settembre). L’inflazione acquisita per il 2025 si attesta a +1,6%.

La decelerazione del tasso d’inflazione è imputabile soprattutto al forte ridimensionamento dei beni energetici regolamentati (da +13,9% a -0,8% tendenziale) e degli alimentari non lavorati (da +4,8% a +1,9%); solo parzialmente compensano i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona che accelerano leggermente (da +3,1% a +3,3%).

L’inflazione di fondo (NIC al netto di energetici e alimentari freschi) resta stabile a +2,0%, così come l’indice al netto dei soli energetici scende di un decimo (da +2,1% a +2,0%), segnalando che il rallentamento è concentrato sulle componenti più volatili.

Si amplia il differenziale beni/servizi: i beni passano da +0,6% a +0,2%, i servizi restano a +2,6%, con uno spread inflazionistico di 2,4 punti percentuali a favore dei servizi (2,0 p.p. a settembre). Anche il “carrello della spesa” (beni alimentari, cura casa e persona) decelera da +3,1% a +2,3%.

L’IPCA mostra un profilo analogo: -0,2% congiunturale e +1,3% tendenziale (da +1,8%), confermando un quadro di disinflazione guidata dall’energia e da alcune componenti alimentari.

• contrazione del valore aggiunto dell’industria, 30 10 25

ISTAT: stima preliminare del PIL - III trimestre 2025

Nel III trimestre 2025 il PIL italiano, espresso in valori concatenati 2020, risulta stazionario su base congiunturale (0,0%) e in aumento dello 0,4% su base tendenziale, evidenziando una fase di crescita moderata e in lieve decelerazione rispetto ai trimestri precedenti. La crescita acquisita per il 2025 si colloca allo 0,5%, livello che si conseguirebbe anche con variazioni nulle nei trimestri restanti. Dal lato dell’offerta la variazione nulla del PIL è il risultato di:

• incremento del valore aggiunto in agricoltura, silvicoltura e pesca,

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• stazionarietà dei servizi.

Dal lato della domanda si osserva un contributo negativo della domanda interna (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della domanda estera netta, configurando quindi una crescita trainata dall’estero e non dalla spesa interna.

Il trimestre presenta lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al III trimestre 2024 e quattro in più rispetto al II trimestre 2025, quindi l’andamento è da leggersi al netto degli effetti di calendario.

In termini congiunturali, il profilo resta quello di una economia piatta, con dinamica eterogenea tra comparti produttivi e con un differenziale positivo della componente estera che compensa la debolezza della domanda nazionale.

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ISTAT: fiducia dei consumatori e delle imprese - Ottobre 2025

Nel mese di ottobre 2025 si rileva un miglioramento congiunturale sia del clima di fiducia dei consumatori sia dell’indicatore composito di fiducia delle imprese.

• Consumatori: l’indice passa da 96,8 a 97,6 (base 2021=100), evidenziando un aumento diffuso delle componenti: il clima personale sale da 96,0 a 97,0, il clima futuro da 92,6 a 94,1, il clima economico da 98,8 a 99,3 e il clima corrente da 99,9 a 100,2. Il miglioramento è quindi riconducibile soprattutto alla componente anticipatrice (attese su economia e situazione familiare) più che ai giudizi sull’economia nazionale, che restano in area negativa nei saldi.

• Imprese: l’Iesi (indice economico di fiducia delle imprese) cresce da 93,7 a 94,3 grazie al contributo positivo di manifattura (da 87,4 a 88,3), costruzioni (da 101,6 a 103,3) e soprattutto commercio al dettaglio (da 101,8 a 105,0); si registra invece una lieve flessione nei servizi di mercato (da 95,6 a 95,0) per peggioramento dei giudizi su ordini e andamento degli affari, solo in parte compensato da attese migliori.

• Struttura settoriale: nella manifattura migliorano sia i giudizi sugli ordini (saldo da -19,7 a -19,2) sia le attese di produzione (da -0,1 a +1,9), con scorte su livelli sostanzialmente coerenti; nelle costruzioni il saldo sulle attese occupazionali torna su valori elevati; nel commercio si osserva un rafforzamento congiunto di giudizi e attese sulle vendite, con scorte in progressivo riequilibrio.

Nel complesso, gli indicatori qualitativi mostrano un miglioramento del sentiment di famiglie e imprese, ma con eterogeneità settoriale e con servizi che rimangono l’area relativamente più debole.

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