Trentino Industriale ottobre-novembre 2021

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La persona 5.0 è al centro Per creare valore nell’impresa massimizzare il profitto non basta. L’azienda è un attore sociale ed è chiamato a creare un valore che non deve essere esclusivamente economico.

É POSSIBILE

coniugare la necessità di mettere la persona al centro dell’azione imprenditoriale senza rinunciare all’imprescindibile esigenza del profitto? Si è presentata così, con questo quesito, la nuova tappa del ciclo di appuntamenti targati “Una certa idea di futuro”, ormai consueto appuntamento formativo organizzato da Confindustria Trento in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento. Come nelle precedenti occasioni, l’incontro ha coinvolto ospiti di varia estrazione, per dare ampie prospettive sul tema. È stato Alessandro Garofalo a introdurre i lavori e moderare l’incontro, invitando gli spettatori a porsi nell’ottica di analizzare l’entità azienda non solamente come attore di mercato, ma anche come organizzazione composta da persone che hanno il ruolo di dirigere e comporre l’impresa nelle sue parti. L’apertura del dibattito è stata affidata a Padre Natale Brescianini, monaco benedettino e formatore, e a Ilaria Agosta, Presidente AIDP Veneto: due ospiti provenienti da percorsi sensibilmente differenti, ma con prospettive comuni. Il primo, infatti, partendo dalla regola di San Benedetto, che ha ispirato la vita dei monaci

per più di 1500 anni, si è chiesto se essa possa essere interpretata e declinata nell’ambito aziendale per offrire spunti significativi nella gestione d’impresa. “Il lavoro deve essere concepito come strumento per cercare di costruire qualcosa per noi e per gli altri – ha detto Padre Brescianini -. Possiamo identificare l’azienda come luogo fortemente educativo. E qui si pone la domanda: a cosa vogliamo educare la persona? Solo alla massimizzazione del profitto? Bisogna integrare nuove dimensioni al modello attuale di economia. Questo non significa demonizzare il profitto, ma decidere cosa farsene: profitto come strumento e non come fine. L’azienda è un attore sociale ed è chiamato a creare un valore che non deve essere esclusivamente economico. Quella che viene posta è una sfida importante per trovare linguaggi nuovi. Utilizzando la regola di San Benedetto facciamo ragionare le persone per migliorare sé stessi e poi l’organizzazione”. Agosta, in qualità di specialista delle risorse umane, ha offerto invece una visione più pragmatica rispetto agli step da affrontare per compiere un’effettiva transizione a un modello che integri business e valorizzazione del capitale umano. Il testimo-

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