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Marco
Puleo , professional mountain guide, running down
Etna Volcano
Dialogo tra scuola e impresa e alleanza tra generazioni
Costruire competenze per il domani
Scuola e impresa, rinnovato il Protocollo
Inventori in gara: Eureka funziona!
"Tu sei" premia l'innovazione studentesca
Menz & Gasser Academy: il valore sta nelle persone
Storia di rame e futuro
Logistica, transizione e nuove sfide
Insieme per l’autotrasporto 30 Cresce la flotta, si ampliano le rotte
Fralog: la logistica dentro la supply chain 35 Flessibilità, qualità e radici solide aziende
37 25 anni di visione, crescita e valore condiviso 39 IoTique, la boutique dell’innovazione
Impaginazione e stampa Litografica Editrice Saturnia Via Caneppele, 46 - Trento Stampata su carta Périgord dalla Cartiera del Garda, derivante da foreste gestite in maniera responsabile.
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TRENTINO INDUSTRIALE
Anno 66 | N. 03 Giugno - Luglio 2025
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UN'IMPRONTA 5.0
PER IL TRENTINO
Confindustria Trento ha lanciato un Manifesto di azioni concrete per realizzare l’idea di un Trentino 5.0: equo, inclusivo, sostenibile, caratterizzato dal più alto grado di benessere diffuso. Le metteremo in pratica, come imprese. E le proponiamo alla comunità.
10 AZIONI PER UN’IMPRESA ATTRATTIVA
Ridurre l’impronta carbonica dei processi•Introdurre pratiche di economia circolare•Adottare piani di mobilità sostenibile a livello aziendale o interaziendale•Favorire l’occupazione femminile, l’inclusione e l’equità lavorativa•Promuovere sistemi di welfare e wellbeing aziendali•Compiere azioni di impegno sociale per la comunità•Realizzare la transizione digitale in chiave 5.0•Aumentare la quota di internazionalizzazione•Perseguire la crescita dimensionale, anche attraverso reti di impresa e aggregazioni•Potenziare la formazione continua e collaborazioni con scuole e università
10 AZIONI PER UN TRENTINO ATTRATTIVO
Incentivare e promuovere pratiche sostenibili e di tutela delle risorse naturali•Attivare un piano casa per i lavoratori e le loro famiglie•Rafforzare la viabilità e il trasporto pubblico per la mobilità di lavoratori e merci•Innovare il modello della sanità attraverso telemedicina e nuove tecnologie•Offrire servizi di supporto all’occupazione femminile e alla genitorialità•Introdurre percorsi di integrazione per lavoratori stranieri•Puntare su un sistema educativo e formativo di eccellenza e interconnesso con le imprese•Creare e rafforzare aree produttive funzionali e poli dell’innovazione strategici•Digitalizzare la P.A. e favorire la semplificazione delle procedure•Sviluppare un sistema educativo plurilingue e una complessiva offerta culturale di respiro internazionale
Per il bene del nostro territorio
Difficilmente avremmo potuto essere più fortunati. Viviamo in un territorio straordinario, con un patrimonio naturale di magnifica bellezza, all’interno del quale è cresciuta una comunità laboriosa, forte e intelligente. Capace di dialogare con la sua terra e metterne a frutto risorse e talenti. Lungo l’asta dell’Adige e nelle valli sono fioriti imprese e commerci, contribuendo alla crescita, alla ricchezza e al benessere della nostra comunità. Oggi, l’economia trentina rappresenta un’eccellenza a livello italiano bene inserita nel contesto globale, con diversi indicatori che la pongono ai vertici delle classifiche statistiche. Dai livelli di occupazione, alla produttività del lavoro, fino all’attenzione all’ambiente e al tessuto sociale del territorio. Il Trentino è un territorio innovativo e ai primi posti per creazione di valore aggiunto pro-capite e produttività in Italia.
Abbiamo centri di ricerca di fama internazionale e un’Università ai vertici delle classifiche, oltre a un sistema formativo ed educativo variegato e con diverse eccellenze anche in ambito tecnologico. Parallelamente, il Trentino è sede di tante imprese innovative su settori strategici come la meccanica, la meccatronica, l’industria alimentare, il tessile e l’ICT, per citare alcuni esempi. Eppure.
Eppure abbiamo un problema reale di attrattività. Non tratteniamo, non attiriamo, un numero di talenti equivalente al bisogno e necessario a liberare potenzialità ancora inespresse. Perché?
È un fenomeno che stiamo indagando, ma qualche elemento già lo abbiamo. Ci sono impedimenti concreti, si direbbe quasi banali ma di enorme impatto. Il più evidente riguarda un bene essenziale: la casa. Su questo stiamo lavorando, e non da soli, in dialogo con soggetti del pubblico, del privato, del terzo settore. Altri ne conosciamo, altri ne scopriamo. Li affronteremo.
Ho però la sensazione che ci sia una ragione ben più profonda, difficile da inquadrare perché meno tangibile.
Siamo davvero consapevoli della realtà che ci circonda, e delle opportunità che essa riserva? Quando ribadiamo l'impatto positivo del sistema di imprese che rappresentiamo sul nostro territorio, non lo facciamo per rivendicare gratuitamente un protagonismo: non è un esercizio di vanità. Lo facciamo, accanto a tutte le altre categorie, per dire quante e quali occasioni offra anche la nostra presenza, a chi abita, o abiterà in Trentino. Occasioni per tutte le ambizioni, di vita o di lavoro. Ogni vocazione individuale può trovare risposta: che si tratti di scegliere di operare nel mondo della cooperazione, dell'artigianato o del commercio, nel comparto agricolo o in quello turistico, nella sanità, nella pubblica amministrazione, nel sociale, nell'istruzione, nella ricerca, nella cultura, nello sport.
O ancora, nell'industria. Che è, lo dicono i dati, in quasi tutti i territori trentini il principale datore di lavoro.
Alcuni episodi recenti mi hanno fatto pensare che questa complessità non è nota a molti, moltissimi, anche tra gli stakeholder più influenti. Perché dovrebbe essere nota allora a un giovane laureato?
Non mi sorprende che possa decidere di cercare soddisfazione e fortuna altrove. La buona notizia è che per risolvere un problema di comunicazione non c'è che il dialogo.
Per questo non smetteremo di raccontare ciò che sappiamo, e di ascoltare ciò che gli altri vorranno raccontare a noi.
Lorenzo Delladio Presidente di Confindustria Trento
LA SOLUZIONE ALLE SFIDE PIÙ COMPLESSE.
Centrali produzione e trasformazione energia
Impiantistica industriale
Co-trigenerazione
Vapore ed olio diatermico
Holländer realizza gli impianti della pista da Bob di Cortina per Milano Cortina 2026: un’opera collaudata in pre-omologazione nei tempi previsti grazie a organizzazione, competenza e professionalità.
Abbiamo portato a termine con successo la prima fase della realizzazione degli impianti tecnologici con la pre omologazione da parte del Comitato Olimpico della nuova pista da Bob di Cortina d’Ampezzo, infrastruttura strategica per le Olimpiadi Milano Cortina 2026. Un risultato reso possibile grazie a una perfetta organizzazione dei lavori, alla capacità produttiva dell’azienda e all’elevato livello di competenza e professionalità del proprio team.
Un’opera complessa e altamente sfidante, realizzata in condizioni climatiche avverse e completata nei tempi ristretti imposti dal Comitato Olimpico, ed attualmente in corso di completamento e rifinitura.
Dialogo tra scuola e impresa e alleanza tra generazioni
Istruzione, formazione e politiche giovanili: è la delega del nostro vicepresidente Luca Arighi ad avere lo spazio di apertura di questo giornale.
I grandi temi oggetto dell’attività della nostra Associazione in questo contesto, ampio e cruciale, sono approfonditi nelle pagine che seguono, grazie al contributo autorevole del nostro delegato e alle cronache dei momenti principali di queste settimane. Mi riferisco al rinnovo di un impegno congiunto - il nostro e della Provincia autonoma di Trento – per una collaborazione che intende garantire i maggiori benefici ai nostri giovani, e ancora alle cerimonie di chiusura dei nostri eventi di sistema Tu Sei ed Eureka! Funziona!, pensati e dedicati all’espressione del loro talento, infine alle esperienze virtuose delle imprese associate che hanno saputo interpretare in forme diverse, ma con particolare efficacia, la relazione con i giovani coinvolti.
Mi sembra interessante evidenziare come proprio la relazione sia di questi momenti il fattor comune e la chiave di successo. Vale la pena di sottolinearlo, tanto più in un’epoca contraddistinta dal conflitto, più o meno ad ogni livello. Ho peraltro e in effetti la sensazione che questo sia un rischio presente, anzi ricorrente, anche nelle dinamiche generazionali. Mi pare che il gap tra generazioni rischi sempre più spesso di trasformarsi in uno scontro. Quanto meno, nella collisione tra rivendicazioni. Per necessità di sintesi: da una parte i senior, a difendere i portati dell’esperienza, il valore di competenze e sensibilità affinate in anni di esercizio; dall'altra gli junior, forti dell'attualità dei percorsi formativi appena conclusi, della familiarità innata con le risorse e gli strumenti delle nuove tecnologie, dell'energia della curiosità e dell'ambizione. Sullo sfondo diverse concezioni del senso del lavoro e della vita in generale, con una attenzione al worklife balance che solo pochi anni fa non conoscevamo. Il risultato è che il dibattito sulla questione giovanile tende mi pare a polarizzarsi intorno a due prese di posizione estreme ed antitetiche, che brutalmente tradurrei nello schema: i giovani hanno sempre ragione, i giovani hanno sempre torto. È venuto il momento, credo, di fare pace, una volta per tutte, con la realtà. Di mettere a profitto ciò che di buonissimo c’è, e va colto, nel “nuovo”, e ciò che rimane, e va preservato, del “tradizionale”. Sarebbe così semplice. La sola via è quella del confronto, della collaborazione, della contaminazione. La sola condizione è la fiducia. Sono convinto che la dimensione del dialogo tra scuola e impresa potrebbe e dovrebbe essere anche il luogo ideale in cui riscaldare questa nuova alleanza tra generazioni.
Roberto Busato
Direttore Generale di Confindustria Trento
Costruire competenze per il domani
LUCA ARIGHI , vicepresidente con delega a Istruzione, Formazione e Politiche Giovanili, traccia un bilancio delle azioni finora realizzate in ambito formativo per la costruzione di un Trentino 5.0.
NEL Trentino del 2025 l’industria si conferma come un asse portante dell’economia (con un contributo al PIL significativamente superiore a quello di qualunque altro settore economico e con un’incidenza della ricerca sul valore aggiunto più del doppio della media complessiva). In questo contesto, la quantità e qualità delle persone che lavorano in azienda si conferma uno dei fattori decisivi per la competitività del sistema produttivo e l’attrattività del territorio. Il rapporto tra scuola e impresa diviene dunque un pilastro portante di un sistema socio economico che guarda al futuro.
Vicepresidente Arighi, a che punto siamo nella promozione del legame tra scuola e impresa?
In Trentino il rapporto tra scuola e impresa può contare su un terreno fertile grazie all’impegno che Confindustria Trento dedica da anni all’incontro tra mondo educativo e produttivo. Da almeno 20 anni promuoviamo l’integrazione e la cooperazione tra i diversi attori, puntando alla conoscenza reciproca, alla collaborazione in progetti comuni e percorsi di formazione condivisi, per rispondere efficacemente alle esigenze del territorio, degli studenti e del mercato del lavoro. Il bilancio dunque è molto positivo, ma dobbiamo adeguare le nostre iniziative alle nuove sfide della competitività in un’economia in rapida trasformazione tecnologica e geopolitica e dell’“inverno demografico”.
Nel concreto quali strumenti o progetti sono già stati messi a terra?
Una rete solida di collaborazioni con i centri di formazione, le scuole, l’Università e le istituzioni è stata costruita e consolidata nel tempo.
Già nel 2008 abbiamo promosso e sottoscritto un Protocollo d’intesa tra la Provincia autonoma di Trento e Confindustria Trento, rinnovato quest’anno per la quarta volta. Un contenitore strategico per la collaborazione pubblico-privato che riconosce la centralità della formazione dei giovani per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile delle imprese e del territorio. Il progetto “Tu Sei”, cuore di questa collaborazione, da 17 anni avvicina studenti ed insegnanti delle scuole medie e superiori al mondo dell’impresa puntando, attraverso progetti concreti realizzati insieme, alla conoscenza e alla stima reciproca, a sviluppare negli studenti consapevolezza di sé e del mondo del lavoro, aiutandoli ad orientarsi e a scoprire le proprie passioni. Si tratta di quell’“orientamento remoto” che, con il progetto “Eureka! Funziona”, promuoviamo anche con le scuole elementari e, con diverse “Challenge” tecnologiche, realizziamo con numerose università. Continuiamo inoltre a portare avanti e implementare le coprogettazioni con le università e gli istituti superiori al fine
di GENNY TARTAROTTI
Luca Arighi
di allineare i contenuti dei percorsi formativi alle esigenze delle imprese e ridurre lo skill mismatch sia per quanto riguarda le competenze tecniche che quelle personali trasversali, come la capacità di relazionarsi, di lavorare in team, di risolvere problemi e di portare avanti in modo autonomo i propri compiti. Un ambito di grande potenzialità è inoltre quello degli ITS Academy (o Alta Formazione Professionale), come i percorsi in Meccatronica e Informatica realizzati con l’Istituto Marconi di Rovereto, che rappresentano un ponte diretto tra formazione tecnica altamente qualificata e occupazione. I risultati lo dimostrano: tutti coloro che hanno partecipato hanno trovato lavoro qualificato.
Oltre alla formazione dei giovani quanto è centrale oggi il tema della riqualificazione e dell’aggiornamento continuo per chi è già nel mondo del lavoro?
In un mondo che evolve velocemente come quello attuale la formazione continua dei lavoratori, dei manager e degli stessi imprenditori è altrettanto decisiva. Le competenze acquisite una volta non bastano più per tutta la vita lavorativa: è necessario continuare a formarsi per restare al passo con l’innovazione tecnologica e le nuove esigenze del mercato. Molte imprese hanno creato al proprio interno aree dedicate alla formazione dove il personale può seguire corsi, workshop, programmi di mentoring. Un approccio che non solo contribuisce ad aumentare la produttività, ma anche la motivazione e la fidelizzazione. Le aziende più piccole, che non hanno la possibilità di creare al proprio interno strutture dedicate, possono contare sul supporto dell’Area Education di Confindustria Trento, di Fondimpresa e Assoservizi. Voglio anche ricordare un’iniziativa nata dalla collaborazione tra Università di Trento, Università degli Studi di Udine, Confindustria Trento e Confindustria Udine: l’Executive Master of Business Administration (EMBA), un corso di alta formazione per persone delle nostre imprese, di cui sta per iniziare la seconda edizione.
Uno degli obiettivi dell’Associazione è rendere il Trentino un territorio attrattivo per lavoratori e imprese. Cosa possiamo migliorare in ambito formativo per raggiungere questo traguardo?
Per riuscire in questo dobbiamo sicuramente lavorare sulla percezione: far capire a studenti e lavoratori che le nostre imprese sono contesti dinamici, innovativi e ricchi di opportunità, anche in ambito internazionale. Molti ancora non colgono appieno le potenzialità che il sistema trentino delle imprese industriali può offrire, sia per i trentini che per persone di regioni limitrofe (come ad esempio gli studenti dell’Università di Trento che provengono da fuori regione) che desiderano costruire un futuro nel nostro territorio. Le nostre imprese non solo offrono un alto tasso di stabilità occupazionale, ma anche l’opportunità di consolidare un percorso professionale che valorizzi ciò che si è appreso durante gli studi. Qui ci si può mettere alla prova, sviluppare ulteriormente le proprie competenze e crescere continuamente in un contesto che mira ad allineare prospettive di crescita professionale e compensi.
Guardando ai prossimi anni, quale sogno o obiettivo ambizioso vorrebbe vedere realizzato per il Trentino e per il suo sistema produttivo? Un obiettivo che mi sta particolarmente a cuore è quello di riuscire a rompere il divario di genere nella scelta dei percorsi scolastici. Sono ancora poche le ragazze che intraprendono studi in ambito tecnico, scientifico, ingegneristico e matematico, nonostante abbiano le stesse capacità e lo stesso talento dei coetanei maschi. Vogliamo puntare a non avere più autoesclusioni dettate da senso di inadeguatezza o stereotipi culturali.
Scuola e impresa, rinnovato il Protocollo
Provincia di Trento e Confindustria Trento ancora insieme per preparare giovani consapevoli nel mondo del lavoro e nella società.
LA Provincia autonoma di Trento e Confindustria Trento hanno rinnovato, presso la sede dell'Associazione, il Protocollo d’intesa che rafforza la collaborazione tra il mondo della scuola e quello delle imprese. Il nuovo accordo, siglato dall’assessore all’istruzione Francesca Gerosa e dal presidente di Confindustria Trento Lorenzo Delladio, resterà in vigore per tutta la durata della legislatura e mira a costruire percorsi concreti di formazione e orientamento per i giovani del territorio.
“Il Protocollo rappresenta un passo concreto nella costruzione di un sistema formativo che non si limita a trasmettere conoscenze, ma prepara i giovani a essere protagonisti consapevoli nel mondo del lavoro e della società – ha dichiarato l’assessore all’istruzione Francesca Gerosa. – Non si tratta solo di ribadire la centralità degli studenti, ma di mettere in campo strumenti reali, come percorsi di orientamento, progetti congiunti scuola-impresa, stage, esperienze internazionali e formazione per docenti, capaci di offrire ai ragazzi competenze spendibili e una visione più chiara del proprio futuro”.
“Il rinnovo del Protocollo d’intesa che oggi firmiamo rappresen -
ta un’occasione importante per riaffermare la nostra convinzione: le imprese hanno un ruolo strategico nell’educazione dei giovani e nella costruzione del loro futuro – ha affermato Lorenzo Delladio, presidente di Confindustria Trento -. Lo abbiamo indicato con forza anche nel “Manifesto” di Confindustria Trento, frutto del percorso Duemilatrentino: mettere le competenze al centro è una delle dieci azioni chiave per affrontare le sfide che ci attendono come territorio e come sistema industriale. Coltivare i talenti, accorciare le distanze, co-progettare percorsi formativi con le scuole, ospitare studenti e promuovere l’orientamento: sono tutti ambiti in cui il sistema imprenditoriale trentino ha scelto di essere protagonista. Perché senza un investimento serio nei saperi, nelle conoscenze e nell’orientamento, non possiamo costruire una crescita sostenibile né dare risposte concrete alle aspettative delle nuove generazioni” così Delladio.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche Luca Arighi, vicepresidente di Confindustria Trento con delega all’istruzione, formazione e politiche giovanili che ha detto “Il rinnovo della partnership, firmato oggi da Provincia e Confindustria Trento, assicura un ulteriore e convinto slancio al progetto Tu Sei, di cui celebreremo giovedì la conclusione della diciassettesima edizione. Un’iniziativa che, in questi anni, ha coinvolto 289 istituti scolastici, 316 aziende e oltre 11mila studenti. Numeri che parlano da soli e raccontano un progetto concreto, innovativo e duraturo, che ha saputo costruire un vero ponte tra scuola e impresa, rinnovandosi continuamente seguendo le sfide sempre nuove della formazione dei nostri studenti e delle competenze richieste dalle aziende. Continueremo a investire nei giovani, nelle competenze e nell’orientamento”. Ha concluso gli interventi il sovrintendente scolastico Giuseppe Rizza sottolineando gli effetti positivi di questa collaborazione. “Le aziende che sono diventate veri e propri partner formativi e non solo meri soggetti ospitanti, i docenti e gli studenti che possono costruire importanti competenze direttamente sul campo”.
L’obiettivo principale del Protocollo è creare un collegamento
sempre più solido tra ciò che si impara a scuola e le competenze richieste dal mondo del lavoro. Questo significa aiutare gli studenti a sviluppare capacità pratiche, conoscere le realtà produttive locali e orientarsi in modo più consapevole nelle scelte future, sia scolastiche che professionali. La collaborazione tra Provincia e Confindustria Trento non è nuova: da anni le due realtà lavorano insieme per costruire progetti comuni a favore dei giovani. Confindustria Trento, in particolare, ha sempre dimostrato grande attenzione al tema dell’education, investendo risorse ed energie nella formazione delle nuove generazioni. Il nuovo Protocollo punta a rendere ancora più strutturata e mirata questa collaborazione, attraverso attività pensate per avvicinare le scuole alle aziende e viceversa.
Tra le azioni concrete che saranno attivate grazie all’accordo, rientrano diversi progetti condivisi tra scuole e imprese, pensati per affrontare insieme tematiche di interesse comune come l’innovazione, la sostenibilità, la digitalizzazione e la sicurezza sul lavoro. Saranno inoltre promossi percorsi formativi e
di aggiornamento rivolti sia ai docenti sia agli studenti, con il contributo diretto delle aziende, che porteranno nelle scuole esperienze concrete e casi reali.
Non mancheranno esperienze di stage, tirocini e percorsi di alternanza scuola-lavoro, anche di breve durata, pensati per offrire agli studenti l’opportunità di confrontarsi direttamente con le dinamiche aziendali.
Sono previste anche visite in azienda e attività di “reciproca accoglienza”, in cui le scuole apriranno le proprie porte alle imprese e viceversa, favorendo così uno scambio continuo e una maggiore conoscenza reciproca.
Un altro ambito di intervento sarà quello dei progetti di imprenditorialità, in cui i ragazzi potranno lavorare su idee di impresa, simulare la creazione di un prodotto o di un servizio, oppure partecipare a laboratori di innovazione. Infine, saranno proposte attività di internazionalizzazione che coinvolgeranno gli studenti in esperienze legate alle relazioni estere delle aziende trentine, ampliando così i loro orizzonti culturali e professionali.
Inventori in gara: Eureka funziona!
Grande entusiasmo per l’ottava edizione trentina della gara che ha coinvolto 29 classi delle scuole primarie. Progetti ingegnosi, creatività e collaborazione protagonisti di una giornata all’insegna dell’innovazione.
di STEFANIA CIPRIANI, Area Comunicazione Istituzionale, Confindustria Trento
GRANDE partecipazione di scuole all’ottava edizione trentina della gara di costruzioni tecnologiche per piccoli inventori “Eureka! Funziona!” che si è svolta nelle scorse settimane presso l’Istituto Buonarroti di Trento.
All’evento, promosso da Confindustria Trento e Federmeccanica con il patrocinio del Miur e sponsorizzato da Banca per il Trentino-Alto Adige, hanno partecipato 29 classi, con altrettanti progetti, provenienti da tutto il territorio trentino.
La giuria nel corso dell’evento ha premiato le seguenti invenzioni:
• La vincitrice delle classi terze
è: I.C. Tione plesso Zuclo con “Pum Pazzo Snow Games”
• La vincitrice delle classi quarte è: I.C. Cembra plesso Sover con “Corsa nello spazio”
• La vincitrice delle classi quinte
è: I.C. Cembra plesso Segonzano con “Police Vs Thieves”
Le motivazioni della giuria hanno evidenziato aspetti significativi in ciascun progetto premiato.
Per la categoria delle classi terze, il gioco è stato apprezzato per l’originalità e la facilità con cui si presta al divertimento. Il gruppo ha dimostrato grande spirito di collaborazione, affrontando le difficoltà con entusiasmo e sperimentando più strategie fino a
trovare quella che “funziona!”. Notevole anche la capacità di trasformare un errore in un’opportunità creativa, dando vita a un titolo originale e memorabile.
Nella categoria delle classi quarte, il progetto ha colpito per la presentazione coinvolgente e curata, l’originalità dell’idea e l’entusiasmo dimostrato dai partecipanti. La fantasia e l’attenzione ai dettagli hanno reso il progetto particolarmente efficace, mettendo in evidenza l’importanza della creatività e del lavoro di gruppo come strumenti fondamentali per superare le difficoltà, non solo nel gioco ma anche nella sua realizzazione.
Infine, per la categoria delle classi quinte, la giuria ha sottolineato quanto la decisione sia stata combattuta fino all’ultimo, ma ha riconosciuto al progetto una forte aderenza allo spirito della competizione, una buona giocabilità e una presentazione ricca di entusiasmo. Elementi che hanno fatto emergere questo elaborato come meritevole del primo premio.
Vincitrice
delle classi terze
è I.C. Tione plesso Zuclo con Pum Pazzo
Snow Games
ph Matteo De Stefano
Alla cerimonia di premiazione e alla presentazione degli elaborati creativi hanno partecipato: l’assessore all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e per le pari opportunità, Francesca Gerosa, il vicepresidente di Confindustria Trento con delega Istruzione, formazione e politiche giovanili Luca Arighi, il presidente della sezione Meccanica, Meccatronica e Impianti Marco Giglioli, il direttore generale di Confindustria Trento Roberto Busato,
il sovrintendente scolastico Giuseppe Rizza, il rappresentante dell’Istituto Buonarroti Sebastiano Izzo e il direttore generale di Banca per il Trentino-Alto Adige Gabriele Delmonte.
A introdurre l’evento è stato Luca Arighi , che ha portato i saluti del presidente di Confindustria Trento Lorenzo Delladio e ha dichiarato: “Eureka! Funziona! è molto più di una gara: è un viaggio straordinario dentro la fantasia e l’intelligenza per i nostri ragazzi. Il successo di
plesso Sover con Corsa
ph
De
Vincitrice delle classi quinte è I.C. Cembra plesso Segonzano con Police Vs Thieves ph Matteo De Stefano
Vincitrice delle classi quarte è I.C. Cembra
nello spazio
Matteo
Stefano
questa ottava edizione dimostra quanto sia forte il desiderio di imparare facendo. Siamo entusiasti di aver portato questo progetto anche nella nostra regione, ispirati dalla sua origine nei paesi scandinavi. Inventare, trovare soluzioni nuove, lavorando insieme: è quello che hanno fatto i bambini e le bambine e quello che avviene ogni giorno dentro le nostre imprese”.
A seguire anche l’assessore Francesca Gerosa, che ha aggiunto: “Portare avanti questo progetto significa credere in una scuola che sa ingaggiare e integrare la conoscenza con il saper fare. Vedere l’entusiasmo e l’ingegno con cui i bambini e le bambine hanno affrontato questa sfida è motivo di grande soddisfazione. Siamo convinti che questa esperienza arricchirà il percorso educativo dei nostri ragazzi, incoraggiandoli ad
esplorare il mondo con entusiasmo e determinazione”.
“Eureka! Funziona!” Si è arricchita anche con un laboratorio di robotica curato dai ragazzi e dalle ragazze dell’Istituto Buonarroti. Gli studenti e le studentesse, piccoli e grandi insieme, sono stati coinvolti in un interessante confronto generazionale e di competenze tecnologiche per uno scambio sicuramente capace di ispirare nuova creatività.
I primi 150 anni del Tambosi: la storia continua…
Una serata di emozioni, memoria e futuro quella che si è tenuta al Teatro Sociale di Trento, in occasione dell’evento conclusivo delle celebrazioni per i 150 anni dell’Istituto Tambosi. Il titolo scelto, “Tambosi 150: la storia continua…”, ha espresso pienamente il senso dell’iniziativa: onorare il passato, celebrare il presente e guardare con entusiasmo al domani.
Alla cerimonia è intervenuto anche Marcello Lunelli, in rappresentanza di Confindustria Trento e delle imprese partner del territorio che da sempre collaborano attivamente con il Tambosi in una sinergia scuola-impresa ormai consolidata e viva.
"Tu sei" premia l'innovazione studentesca
Conclusa la XVII edizione di “Tu sei”: il progetto di collaborazione tra scuola e impresa targato Confindustria Trento e Provincia autonoma di Trento che premia le idee più innovative.
È giunto alla sua diciassettesima edizione “Tu sei”, il tradizionale progetto di collaborazione tra scuola e impresa che vede impegnate Confindustria Trento e Provincia autonoma di Trento, con il supporto di Banca per il Trentino-Alto Adige, nel promuovere iniziative di sistema capaci di far dialogare aziende e studenti attraverso la condivisione di esperienze comuni.
La cerimonia di premiazione si è svolta presso l’Auditorium della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, alla presenza di studenti, docenti, rappresentanti delle istituzioni e del mondo imprenditoriale. Ospite d’onore dell’edizione 2025 è stata Alessandra Campedelli , insegnante e allenatrice di pallavolo femminile, già nazionale atlete sorde Iran e Pakistan, che ha condiviso con i presenti una testimonianza ispiratrice di inclusione, determinazione e passione. All’evento hanno partecipato anche l’assessore all’Istruzione, cultura, giovani e pari opportunità della Provincia autonoma di Trento, Francesca Gerosa , il vicepresidente di Confindustria Trento con delega a Istruzione, Formazione e Politiche giovanili, Luca Arighi , il direttore generale di Banca per il Trentino-
Alto Adige, Gabriele Delmonte e il sovrintendente scolastico della Provincia autonoma di Trento, Giuseppe Rizza. “Dopo la firma del rinnovo del Protocollo d’Intesa tra Confindustria Trento e la Provincia autonoma di Trento per il ‘Tu sei’, avvenuta lunedì, oggi abbiamo vissuto la conclusione delle attività dell’anno formativo 2024-25”, ha dichiarato il vicepresidente Arighi. “Abbiamo apprezzato i sorprendenti risultati della collaborazione di 15 scuole ciascuna con un’impresa industriale. Abbiamo visto studenti entusiasti, orgogliosi dei risultati ottenuti, rafforzati nella consapevolezza dei propri talenti; docenti capaci di accompagnare gli studenti in percorsi formativi inediti; imprese industriali che hanno condiviso con loro ambienti, competenze professionali, persone e storie professionali. Sarà un piacere ripartire a settembre per nuove avventure formative in collaborazione tra scuola e industria.”
“Il titolo dell’edizione 2025 del “Tu Sei” – Tecnologia umana – ci invita a ricordare quanto sia importante per le nuove generazioni che affrontano l’innovazione mantenere l’aspetto uma-
I.C. Rovereto Sud con Manica Spa ph Matteo De Stefano
Itt M. Buonarroti di Trento con Edizioni
Centro Studi Erickson Spa
ph Matteo De Stefano
no, preservando la propria sensibilità nel modo in cui si affronta la vita” ha affermato l’assessore all’istruzione Francesca Gerosa, che rivolgendosi ai ragazzi presenti in sala ha proseguito: “Ricordatevi che siete tutti diversi gli uni dagli altri e quello che desidero augurarvi oggi è di non smettere mai di essere voi stessi, coltivando quel pensiero critico che vi rende unici. È proprio per questo che stiamo lavorando per costruire una scuola capace di personalizzare i propri percorsi
in modo da adattarsi a ciascuno di voi affinché nella vostra singolarità siate un valore all’interno della comunità scolastica. Questo, per me, significa mettere davvero gli studenti al centro. Per fare ciò però abbiamo bisogno che, accanto alla scuola, anche il territorio ci accompagni in questo percorso. Per questo voglio ringraziare Confindustria e tutte le aziende che, con senso di responsabilità, vi accolgono e vi guidano in un’esperienza formativa che porterete con
Cfp Enaip Arco con Atis Srl
ph Matteo De Stefano
ADHOC
INTERVENTI MANAGERIALI
DAL 2012 TEMPORARY MANAGERS PER IL TRIVENETO
Adhoc Interventi Manageriali è stata creata dai managers con l’obiettivo di portare nelle aziende e nelle PMI del territorio l’alta professionalità e la concreta esperienza degli oltre 160 professionisti associati.
Con sedi a Trento e Vicenza, Adhoc Interventi Manageriali è la principale realtà del settore nel Triveneto ed offre un patrimonio di professionalità di cui il cliente può disporre per un progetto di sviluppo, per consolidare la crescita, per migliorare l’assetto organizzativo o per affrontare nuove opportunità.
ADHOC INTERVENTI MANAGERIALI SOC. COOP. P Iva 02272570223
Sede Trento
38122 TRENTO - Piazzetta Lainez, 6 - T 0461 239929
Sede operativa Vicenza
36100 VICENZA - via Lussemburgo, 21 - T 0444 320922
voi per tutta la vita, trasmettendovi competenze trasversali spesso difficili da apprendere solo in aula. Attorno a voi c’è il sistema trentino, del quale siamo molto orgogliosi, che crede nelle vostre capacità. Perché voi non rappresentate solo il nostro futuro: siete già protagonisti del vostro presente e vi vogliamo prendere per mano”.
L’appuntamento è ora fissato per il prossimo anno con nuovi protagonisti, nuovi impulsi, nuove idee.
I progetti vincitori di quest’anno sono:
• per la categoria istituti comprensivi: I.C. Rovereto Sud con Manica Spa
• per la categoria istituzioni formative: Cfp
Enaip Arco con Atis Srl
• per la categoria istituti di Istruzione secondaria secondo grado: Itt “M. Buonarroti” di Trento con Edizioni Centro Studi Erickson Spa Menzioni speciali:
• istituto secondario di secondo grado: Liceo Scientifico “G. Galilei” Di Trento con G & A Group Srl Società Benefit
• istituto secondario di secondo grado: Liceo delle arti “A. Vittoria” di Trento con le aziende Adige Sys – BLM Group Spa, Enrico Ciresa Srl e Starpool Srl
Liceo delle arti A. Vittoria di Trento con le aziende Adige Sys – BLM Group Spa, Enrico Ciresa Srl e Starpool Srl
Liceo Scientifico
G. Galilei Di Trento con G & A Group Srl Società Benefit
Menz & Gasser Academy: il valore sta nelle persone
Non solo confetture e monoporzioni, ma anche idee e talento: così Menz & Gasser coltiva innovazione e persone.
LA vera innovazione parte dalle persone. Lo ha capito bene Menz & Gasser, azienda trentina leader in Italia nella produzione di confetture e primo produttore europeo di monoporzioni, che da oltre due anni ha affiancato agli investimenti tecnologici un ambizioso progetto formativo: la Menz & Gasser Academy.
“Abbiamo investito tanto nelle macchine – spiega Walter Maurer , responsabile dell’Area Corporate – e ora dobbiamo investire nelle persone”.
Non solo un percorso formativo, ma un laboratorio di competenze, relazioni e cultura aziendale.
La Menz & Gasser Academy è tutto questo e anche di più. Un acceleratore di idee, crescita e opportunità per stimolare curiosità e passione, due dei valori fondamentali dell’azienda. 15 moduli snelli, da massimo due ore l’uno, con focus sulla lunga storia dell’azienda e sulla conoscenza reciproca dei vari reparti aziendali, dei flussi di lavoro e delle varie dinamiche. Il metodo è coinvolgente: non solo i responsabili, ma anche i collaboratori diventano docenti per un giorno, raccontando il proprio lavoro ai colleghi. E poi, alla fine di ogni sessione, un momento conviviale: una pizza o un aperitivo tut-
ti insieme, perché il senso di squadra si costruisce anche così. “Raccontare il nostro lavoro ai colleghi di altri reparti – commenta Ivano Zottele, direttore prodotto – è un’occasione unica per creare legami e migliorare la comprensione reciproca”.
Oltre a questo, l’Academy offre lezioni di bakery, grazie alla collaborazione con Loris, il pastry chef interno. Occasioni informali per favorire la conoscenza sul prodotto, il dialogo e la collaborazione tra colleghi. A fianco dell’Academy, l’azienda propone inoltre un’offerta formativa professionale mirata che punta in modo particolare sullo sviluppo delle soft skills oltre a corsi di lingue e informatica, pensati per supportare la crescita personale e professionale. Incontri di yoga e spazi di riflessione di gruppo dedicati al benessere emotivo completano il percorso formativo, offrendo strumenti concreti per affrontare le sfide quotidiane con maggiore calma, lucidità e consapevolezza. “L’obiettivo – prosegue Maurer – è chiaro: trasmettere la cultura aziendale, motivare i collaboratori e fidelizzare i talenti. Solo in questo modo possiamo innovarci e restare attrattivi anche per le nuove generazioni”.
Con 2-3 sessioni all’anno, l’Academy non si limita a trasmettere competenze, ma si conferma uno strumento strategico per valorizzare i collaboratori e rafforzare il senso di appartenenza. “Oggi i nostri competitor non sono più solo aziende del nostro stesso settore, ma tutte le imprese che competono per attrarre e trattenere i migliori talenti”.
In uno scenario dove le organizzazioni sono tutte simili, ciò che fa la vera differenza è la cultura aziendale e i valori che vivono le persone che vi operano ogni giorno.
“Avere persone motivate e preparate – aggiunge Zottele – significa poter innovare continuamente, anticipare i bisogni del mercato e offrire qualità”. Guardare oltre, riuscire a vedere cose diverse e vedere in modo diverso le stesse cose per Menz & Gasser non è mai stata un’opzione, ma parte integrante del proprio Dna. Ricerca costante e visione strategica le hanno permesso di diventare ciò che è oggi. Una realtà che conta più di 700 collaboratori, tre stabilimenti tra Novaledo (Trentino), Sanguinetto (Veneto) e Malesia e un export che copre oltre 60 paesi rappresentando il 49% del fatturato. Un’impresa a conduzione familiare, radicata nel territorio, che non si è fermata ai confini della propria terra, un’azienda che ha saputo coniugare qualità, crescita e internazionalizzazione e che oggi, guidata dalla terza generazione con Matthias Gasser, spegne 90 candeline.
Tutto è iniziato nel 1935 a Lana in Alto Adige, quando il giovane imprenditore Mathias Gasser, nonno dell’attuale amministratore delegato, rileva una piccola impresa di confetture e la trasforma nella prima versione dell’azienda, allora specializzata nella produzione di composte di mela. L’attività cresce e necessita di spazi più ampi. L’azienda si trasferisce così a Novaledo in Valsugana dove trova le condizioni e gli spazi necessari per espandersi: 10 ettari destinati a nuovi impianti produttivi. In seguito, con l’apertura di uno stabilimento in Malesia, approda sul mercato sudest-asiatico e nel 2020 con l’acquisizione dello stabilimento Unilever di Sanguinetto, Menz & Gasser entra nel mondo dei prodotti salati.
Oggi Menz & Gasser non è solo un’eccellenza nella produzione di confetture dalla forte vocazione internazionale, ma un esempio di come un’azienda a conduzione familiare, con un focus sul medio/lungo periodo, possa innovarsi e crescere senza mai perdere di vista il valore delle persone. Imparare cose che oggi ancora non si conoscono, superando i limiti. Innovare processi e prodotti, creando ciò che ancora non esiste. Non sono solo parole, ma la sintesi della vision e della mission aziendali. Concetti che non sono rimasti solo sulla carta, ma che Menz & Gasser ha saputo trasformare in realtà, aprendosi al mondo, diventando attrattiva e contribuendo a far diventare attrattivo anche il territorio in cui opera. (gt)
Storia di rame e futuro
Con una storia lunga tre generazioni, Manica Spa investe in sostenibilità, innovazione e formazione, coinvolgendo scuole e giovani in un percorso condiviso di crescita.
di ALESSANDRO DE BERTOLINI
DA Rovereto ai mercati di tutto il mondo conservando un profondo legame con il territorio e senza tradire mai una sincera conduzione famigliare. Giulia Manica – già presidente della Sezione Chimica, Vetro, Gomma e Plastica di Confindustria Trento – è general manager nell’azienda di famiglia. Insieme ai fratelli Michele e Silvia è interprete della terza generazione. Con oltre 80 collaboratori e una forte internazionalizzazione, Manica Spa ha saputo affermarsi tra i leader sul mercato puntando su formazione, ricerca e sviluppo.
Il core di Manica è la produzione di agrofarmaci rameici e concimi
per l’agricoltura, solfato di rame per l’industria e per la zootecnia. “Il nostro – spiega – è un settore ad alta specializzazione. Facciamo fatica a trovare collaboratori a ogni livello: dalle maestranze coinvolte nel ciclo produttivo, come manutentori ed elettricisti, ai ruoli apicali, che compongono il team per lo sviluppo di nuovi prodotti. Per questo continuiamo a collaborare con gli istituti scolastici del Trentino, soprattutto della città di Rovereto. Da un lato, abbiamo bisogno di un rinnovamento del personale, che ci piacerebbe trovare tra le nuove leve del territorio. Dall’altro, vogliamo dare un messaggio chiaro alle scuole, ai docenti e ai ragazzi che le frequentano. Il nostro comparto industriale, in modo particolare il settore chimico ma anche altri affini, ha bisogno di figure professionali competenti”. Per questo Manica Spa ha cominciato a dialogare con gli studenti portando le classi in azienda. Nel 2015 Manica ha inaugurato un piccolo museo sulla propria storia d’impresa che è stato realizzato assieme ai ragazzi dell’Istituto Rosmini di Rovereto. “Gli studenti hanno partecipato alla raccolta delle fonti nei nostri archivi – racconta Giulia Manica – e contribuito in prima persona alla scrittura e alla stampa dei pannelli. Il giorno dell’inaugurazione, quando aprimmo le porte del museo, le prime visite guidate furono condotte proprio dagli studenti”. Successivamente, nel 2018 l’esperienza è proseguita sempre con il Rosmini in occasione dei 70 anni di Manica. “Avevamo bisogno di un libro che raccontasse la nostra storia – continua – e abbiamo pensato di farlo scrivere ai ragazzi”. Su questa strada, l’ultimo e più recente progetto si è appena concluso, con un momento formativo per i ragazzi dell’istituto dell’Istituto Comprensivo Rovereto Sud (Scuola Media Federico Halbherr): un incontro di orientamento per le classi. Durante le visite (dal titolo “Ti racconto, ti spiego: orientiamoci. Incontri in azienda”), i ragazzi hanno incontrato alcuni professionisti di Manica Spa: “l’operaio, il ricercatore, l’agronomo, il responsabile e lo staff del Laboratorio di Controllo Qualità. Tutti si sono raccontati condividendo il proprio percorso di studi, le scelte fatte e le strade intraprese per arrivare dove sono oggi”. La sede di Rovereto, infatti, rimane per Manica Spa l’head
Giulia Manica
Guidare il cambiamento, con radici salde e visione futura
Intervista doppia a Mauro e Andrea Santini
Un’impresa solida, ben radicata nel territorio altoatesino, ma con lo sguardo rivolto all’innovazione e alla sostenibilità. È questa la traiettoria del Gruppo Santini, leader nella raccolta, trasporto e valorizzazione dei rifiuti, che oggi affronta con determinazione la sfida della transizione digitale ed ecologica.
“Il cambiamento non si subisce, si guida” – afferma Mauro Santini, membro della terza generazione imprenditoriale, che insieme al fratello Andrea guida oggi l’azienda a fianco del padre Sergio, punto di riferimento della continuità familiare.
“Nostro nonno Marino ha avuto il coraggio di investire nei primi impianti di selezione e recupero –racconta Andrea –. Ci ha lasciato una visione: innovare con pragmatismo, nel rispetto del territorio
e delle persone. A noi il compito di reinterpretare quello spirito, con nuovi strumenti.”
Oggi il Gruppo Santini conta oltre 175 collaboratori, sei sedi operative in Italia e Austria e più di cinque società controllate. Ogni anno pubblica volontariamente un bilancio di sostenibilità, in cui rendiconta in modo trasparente risultati ambientali, impatti sociali e performance economiche.
La spinta all’innovazione passa prima di tutto dalla mappatura dei processi.
“Abbiamo coinvolto tutte le 10 aree organizzative – spiega Mauro – per identificare attività ripetitive o a rischio inefficienza. Questo ci permette di introdurre digitalizzazione e nuove tecnologie solo dove ha senso farlo davvero.”
Un ambito chiave, oggi più che mai strategico, è la logistica.
“Ci stiamo concentrando con grande impegno sull’innovazione nei processi logistici – sottolinea Andrea – perché proprio da qui possiamo migliorare concretamente la qualità percepita dai nostri clienti, ottimizzare i costi operativi, aumentare l’efficacia dei servizi e ridurre l’impatto ambientale.”
Ogni giorno il Gruppo Santini gestisce centinaia di viaggi, spesso in aree industriali complesse o con vincoli temporali stringenti. Attraverso sistemi digitali di tracciamento mezzi e analisi dei percorsi, si sta intervenendo per ridurre i chilometri non necessari, migliorare la puntualità e limitare i consumi.
“Innovare non è mai semplice – aggiunge Mauro – ma le nuove tecnologie ci stanno dando strumenti preziosi per affrontare sfide concrete. Non si tratta solo di essere digitali, ma di fare meglio le cose che contano davvero.”
Accanto alla logistica, il Gruppo ha già avviato progetti su gestione documentale e customer service, integrando AI generativa per velocizzare le risposte, migliorare la coerenza normativa e semplificare i flussi interni.
“La trasformazione digitale richiede anche una trasformazione culturale – proseguono –. Per questo stiamo investendo nella formazione, in progetti pilota e nel coinvolgimento attivo delle persone. È solo così che l’innovazione diventa reale e condivisa.”
Il modello del Gruppo Santini si fonda su tre pilastri: governance familiare attiva, cultura tecnica e apertura all’innovazione.
“Dimostriamo che anche un’azienda del settore rifiuti può essere un laboratorio di futuro. La digitalizzazione è un mezzo, non un fine. Serve per realizzare al meglio la nostra missione: valorizzare i rifiuti, tutelare l’ambiente e costruire relazioni di fiducia” – conclude Mauro Santini.
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quarter di tutto il business, anche dopo il forte percorso di internazionalizzazione compiuto nell’ultimo ventennio. “Nel 2003 – precisa Giulia Manica – abbiamo aperto una filiale in Spagna che si è dotata di un sito produttivo nel 2007. Poi una filiale in Portogallo, nel 2021. E l’ultima in Polonia, nel 2023”. In Spagna, il Gruppo Manica controlla oggi anche l’industria Omicron, che produce ossicloruro di rame per il mercato spagnolo, interamente gestita dalla filiale commerciale Manica Cobre con sede a Barcellona. “Realizziamo il 50% del nostro fatturato all’estero”, spiega Manica. “Soprattutto Europa ma anche gli altri continenti”. Il core – come da tradizione – rimane la produzione e la commercializzazione di agrofarmaci rameici (soluzioni fingicide) per il comparto agricolo (l’azienda nasceva infatti nel 1948 sviluppando questo stesso business). Ma da diversi anni, grazie a una politica di diversificazione, Manica si rivolge anche all’industria, dove i suoi prodotti sono utilizzati in vari processi, non necessariamente legati all’agricoltura. Diversificazione e internazionalizzazione hanno richiesto grandi investimenti. “Abbiamo intrapreso un profondo rinnovamento”, racconta Manica. “Da un punto di vista energetico siamo praticamente autosufficienti. L’impianto fotovoltaico recentemente installato ci garantisce energia per quasi tutto lo stabilimento. Sotto il profilo della produzione, inoltre, abbiamo rinnovato tutte le nostre linee produttive. Un grosso impianto è entrato in funzione l’anno scorso. Un altro sta per essere ultimato. A breve saranno poi conclusi i lavori di ristrutturazione di alcuni immobili della nostra sede, in modo particolare la palazzina con gli uffici, per creare nuovi spazi per il personale”.
Anche il reparto di ricerca e sviluppo è stato interessato da interventi di efficientamento. “È il motore della nostra azienda”, conclude Giulia Manica. “Prima di essere commercializzati, i nostri prodotti devono rispettare disciplinari rigorosissimi che vengono autorizzati dal Ministero della Salute e sottostanno a normative
stabilite sia dagli Stati Membri sia dall’Unione Europea, con legislazioni non sempre coerenti fra di loro. Un lavoro che ci impegna moltissimo. Siamo infine coinvolti nello sviluppo di un nuovo prodotto a base naturale sul quale riponiamo importanti aspettative”.
Logistica, transizione e nuove sfide
Intervista a STEFANO PEDOT, Presidente della Sezione Trasporti e Logistica di Confindustria Trento.
di GIANLUIGI SALVAGNO, Area Ambiente e Sostenibilità, Confindustria Trento
PRESIDENTE Pedot, Lei è stato eletto all’unanimità dai suoi colleghi per guidare la Sezione Trasporti e Logistica meno di un anno fa, ma era già alla guida della Sezione da un anno circa. Ricordiamo che Lei è anche il delegato del presidente
Delladio per i Trasporti, la Viabilità e la Logistica. Quali sono stati gli aspetti che ritiene fondamentali nel suo mandato?
Storicamente l’autotrasporto è stato ed è un comparto economico molto rilevante in Trentino,
anche se si rileva un calo nel numero di imprese attive nel settore che è passato da più di un migliaio del 2004 a 721 del 2024. A conferma di questi dati, negli ultimi vent’anni la situazione è profondamente cambiata, con la logistica che sta assumendo sempre di più un ruolo di primo piano per ridurre le inefficienze nella movimentazione delle merci, ma con l’autotrasporto che continua a essere fondamentale per i trasferimenti di breve e medio raggio. Per rispondere alla domanda, mi piacerebbe definire il mio mandato con una singola parola, a mio avviso per nulla banale. “Collaborazione”. Collaborazione perché il settore ha bisogno di dialogare costantemente e profittevolmente con tanti attori, affinché riesca a essere sempre economicamente sostenibile: politica, fornitori, clienti, dipendenti, gestori delle infrastrutture e altri territori. Collaborazione perché il settore è composto dall’85% da microimprese (meno di dieci addetti) e noi industriali dobbiamo avere un dialogo aperto con le altre Associazioni di categoria per fare massa critica e risolvere insieme i problemi comuni. Collaborazione perché dobbiamo essere presenti sui tavoli nazionali – perché gran parte dei problemi sono i medesimi indipendentemente se si lavori in Trentino o in Puglia – ed essere promotori di un dialogo con Confindustria e con Anita, dove, in quest’ultima, Emanuele Arcese, Gustavo Rosa, Lucio Sandri e io siamo i referenti per il territorio. Collaborazione deve essere l’obiettivo a cui tendere di noi imprese trentine dell’autotrasporto.
Quali sono le iniziative che ha realizzato o intende continuare a sviluppare, anche in continuità con la precedente presidenza?
Il monitoraggio della viabilità è qualcosa che ritengo determinante per il nostro comparto. In questi due anni ho voluto che Autostrada del Brennero, associata e membro della Sezione, potesse raccontarsi alle imprese dell’autotrasporto così da creare un filo rosso di trasmissione delle informazioni. Anche il Servizio Gestione Strade della Pat è un interlocutore privilegiato, che ci assicura informazioni in tempo reale su neve, frane e altre criticità che modificano la viabilità provinciale.
Stefano Pedot
Collaborazione
deve essere l’obiettivo
a cui tendere di noi imprese trentine dell’autotrasporto.
Tentiamo azioni unitarie anche fuori provincia con Confindustria Vicenza su Anas, per le criticità legate alla frana di Valbrenta, e con le altre Associazioni provinciali su Veneto Strade, per i divieti di transito estivi lungo la bretella AffiPeschiera. Tengo particolarmente al tavolo di coordinamento con la sezione autotrasportatori dell’Associazione Artigiani e con FAI-Conftrasporto, che riuniamo periodicamente e con cui abbiamo realizzato l’evento “Insieme per l’Autotrasporto”, lo scorso 18 maggio, per creare una cassa di risonanza sui problemi più urgenti da risolvere e sulle opportunità del settore. Infine, abbiamo un progetto aperto con il Servizio Lavoro della Pat per portare in Trentino alcuni autisti argentini per far fronte alla carenza di questa figura professionale.
Collegandoci proprio a questo ultimo problema, la carenza di autisti è la principale emergenza?
Probabilmente sì. Il settore in Italia avrebbe bisogno di circa 25mila autisti. Ma non mancano solo gli autisti, c’è carenza anche di tecnici e figure specializzate. La professione dell’autotrasportatore non è più attrattiva per i giovani, non a caso solo il 2,2% degli autisti in Italia ha meno di 25 anni mentre il 45% è over 55, con l’età media superiore a 50 anni. Siamo consapevoli che è difficile invertire questo trend e le possibili soluzioni hanno un tempo di messa a terra anche dell’ordine di una generazione. Il nostro settore non può fermarsi e come imprese abbiamo il dovere di investire nei giovani e trasmettere loro la passione per questa professione. Anche il supporto delle istituzioni è fon -
damentale affinché si renda meno difficile l’accesso alla professione e si garantisca maggiore dignità a chi svolge questo lavoro (ad esempio realizzando più area di sosta e maggiormente attrezzate, riducendo i tempi di attesa allo scarico/carico...). Le imprese, però, devono investire in digitalizzazione e nella transizione ecologica.
Ha citato digitalizzazione e transizione ecologica. Sono questi due elementi gli ingredienti vincenti per un’impresa dell’autotrasporto?
Nel 2024 in Italia il parco circolante di camion (mcpc>3,5 ton) aveva un’età di 19,1 anni e le imprese di autotrasporto conto terzi con un numero di camion inferiore a 5 – escludendo le imprese iscritte all’Albo senza veicoli – rappresentava il 66% sul totale (se ampliamo l’analisi alle imprese con un numero di camion inferiore a 20 allora la percentuale diventava il 90%). Parco veicolare obsoleto e difficoltà nel fare economia di scala sono fattori che rendono difficile la realizzazione di un business plan di lungo periodo per un’impresa di questo settore. Qui vedo le potenzialità di digitalizzare e rendere più sostenibile la propria impresa per migliorare la competitività. Integrare i sistemi gestionali (Erp, Tms, tracking…) in tempo reale consente un controllo continuo della flotta, ottimizza i viaggi e riduce gli errori, aumentando l’efficienza operativa e riducendo i costi. Passare, poi, a camion di nuova generazione, anche accompagnati da soluzioni consolidate a basse emissioni, con l’utilizzo di nuovi carburanti (Hvo, ad esempio), permette di ridurre i costi ed essere maggiormente accreditati verso le imprese più strutturate che richiedono una bassa impronta carbonica per la loro rete di distribuzione.
Insieme per l’autotrasporto
A Trento l’evento “Insieme per l’Autotrasporto” ha riunito imprese, istituzioni e cittadini per discutere sfide e opportunità del settore. Tra sostenibilità, innovazione e dignità del lavoro, il trasporto guarda al domani.
SI è svolto a Trento, presso l’Interporto Terminal Intermodale Interbrennero, “Insieme per l’Autotrasporto”, un evento interamente dedicato al mondo del trasporto, della logistica e dell’intermodalità. Promosso dalle sezioni provinciali delle tre principali Associazioni di categoria (Associazione artigiani Confartigianato, Confindustria Trento e Confcommercio) e con il patrocinio della Camera di Commercio Trento e Interbrennero, l’evento ha riscosso grande successo con esposizioni, conferenze, dimostrazioni e momenti di intrattenimento.
La mattinata è stata dedicata alla conferenza istituzionale presso il Centro Congressi Interbrennero. Sono intervenuti i rappresentanti delle principali associazioni di categoria, delle istituzioni locali e nazionali e del mondo accademico, in un confronto sui temi chiave della transizione sostenibile e delle prospettive future per l’autotrasporto.
“Anche il settore dei trasporti e della logistica sta vivendo una profonda trasformazione − ha dichiarato il presidente della Sezione Trasporti e Logistica di Confindustria Trento Stefano Pedot −. Esattamente come nel resto del comparto industriale, la parola chiave è twin transi -
tion: innovazione tecnologica e attenzione all’ambiente diventano i fattori decisivi per la competitività. Questo evento rappresenta l’occasione per guardare al futuro con pragmatismo e ambizione, e l’opportunità concreta per affermare con forza il ruolo essenziale della logistica e del trasporto nel sistema produttivo italiano e trentino. Come Confindustria Trento, crediamo fermamente nella necessità di costruire un dialogo costruttivo tra imprese, istituzioni e cittadinanza, per affrontare insieme le sfide della transizione sostenibile e della competitività. L’impegno profuso dalle sole imprese dell’autotrasporto non è più sufficiente, tanto più alla luce degli effetti di decisioni che danneggiano ulteriormente un settore già fragile, come i divieti di circolazione, che impattano su chi fa trasporto internazionale, costretto a fare i conti con i divieti al Brennero, ma anche su chi fa trasporto nazionale, ostacolato da interdizioni al traffico spesso di difficile spiegazione (penso alla bretella Affi-Peschiera che da due anni ormai crea non pochi problemi). Sono certo che questo evento sarà cassa di risonanza del valore delle imprese dell’autotrasporto, oltre che occasione per sensibilizzare la cittadinanza e il mondo politico nei confronti di una professione che non attrae più i giovani e che merita di ritrovare credito e dignità. Le imprese sono pronte ad assumersi la propria responsabilità per un futuro del trasporto più efficiente, sicuro e sostenibile, e “Insieme per l’Autotrasporto” rappresenterà il giusto passo in questa direzione”. Successivamente sono state organizzate due tavole rotonde: “ Transizione sostenibile: dai divieti settoriali alle infrastrutture quale futuro? ” , con la partecipazione di accademici, manager e rappresentanti del settore e “ Nuove opportunità per l ’ autotrasporto ” , che ha visto la presenza di esponenti di spicco delle associazioni nazionali di categoria e delle istituzioni Parte del ricavato dell ’ evento è stato devoluto in beneficenza a Casa “ Sebastiano ” di Coredo, struttura dedicata all ’ accoglienza e cura di giovani con disturbi dello spettro autistico.
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Cresce la flotta, si ampliano le rotte
Facchini Verdi amplia la propria capacità operativa acquisendo una storica realtà del trasporto nazionale. L’integrazione con Rosati Autotrasporti consolida presenza sul territorio, flessibilità e qualità del servizio.
SI concluderà a breve l’acquisizione di Rosati Autotrasporti Srl da parte di Facchini Verdi. La società cooperativa – la metà dei dipendenti di Facchini Verdi sono anche soci e quindi direttamente responsabili dello sviluppo dell’azienda – ha avviato il percorso di acquisizione di Rosati all’inizio del 2025 con l’obbiettivo di perfezionare gli ultimi passaggi entro l’inizio del prossimo anno. Tutti i dipendenti di Rosati passano a Facchini Verdi assieme alla flotta dell’impresa (8 trattori e 13 semi-
rimorchi) e al know-how di una società di autotrasporti che ha saputo affermarsi tra i leader del settore in Trentino dagli anni ’70 a oggi. “L’acquisizione di Rosati autotrasporti Srl – spiega Francesco Boso, presidente del Cda di Facchini Verdi – rientra nel solco di una profonda trasformazione avviata dalla nostra cooperativa negli ultimi decenni allo scopo di diversificare l’offerta e offrire ai nostri clienti una gamma di servizi sempre più ampia”.
Facchini Verdi opera oggi su quattro aree di sviluppo: traslochi, logistica, servizi e tech solution. I traslochi rimangono core dell’azienda ma come business complementare agli altri. Così la società ha cambiato pelle proponendosi come un partner per i propri clienti. Nata nel 1955 come cooperativa di produzione e lavoro, è erede della lunga tradizione che aveva visto affermarsi a Trento, già nella seconda metà dell’800, squadre di lavoratori specializzati nelle attività di trasporto per fluitazione lungo il corso del fiume Adige. Il carico e lo scarico delle merci era effettuato da “carovane di facchini” che indossavano un berretto nero con una fibbia di colori diversi (gialla, rossa, verde) a seconda del tipo di trasporto che effettuavano. Da allora tutto è cambiato, ma non la ragione sociale e dunque lo spirito d’impresa: un’azienda fatta di soci. “Siamo una cooperativa – sottolinea sul punto Boso – che condivide e amministra quotidianamente ogni aspetto del business con la base assembleare”. Il rapporto con il personale è al centro del lavoro e la valorizzazione delle competenze dei singoli individui ha seguito un modello preciso: “I nostri collaboratori sanno svolgere diverse mansioni e sono accompagnati nello sviluppo di professionalità qualificate e trasversali. La maggior parte di loro è specializzata in compiti specifici ma sa svolgere anche gli altri. Un modello che è diventato nostro punto di forza”. Questo ha permesso di mettere al centro la qualità. “Da molti anni – prosegue il presidente – seguiamo i nostri clienti offrendo soluzioni su misura. Rispondiamo con cura a ogni esigenza per garantire servizi completamente personalizzati”. Vale per il privato come per il pubblico. “Lavoriamo costantemente per gli enti pubblici”- specifica Boso -.
“Ma anche con singoli cittadini e molte aziende private: specialmente in questo ambito abbiamo potenziato i nostri servizi alle imprese”. È il caso del deposito per conto terzi. “Spesso le aziende hanno bisogno di stoccare materiali e noi mettiamo a disposizione i magazzini. Accade per il deposito di varie tipologie di merci, come per gli archivi cartacei: un’esigenza sempre più diffusa. Per motivi di legge è spesso necessario conservare grandi quantità di carta per un certo periodo. Noi interveniamo offrendo spazio ai nostri clienti e garantendo loro anche un servizio di distruzione certificata al termine del periodo obbligatorio di conservazione”.
A fianco di questi servizi, la modernizzazione dei Facchini Verdi passa anche per il settore hitech. “Abbiamo recentemente aggiunto l’area dedicata ai servizi tech, per offrire soluzioni più efficienti grazie agli strumenti informatici e tecnologici. Anche le aree più storiche, come i trasporti e la logistica, seguono le esigenze che
si presentano giorno dopo giorno, per rispondere ai cambiamenti del mercato e della società”. Grazie alla diversificazione, al rapporto di fiducia col cliente e alla qualità di servizi Facchini Verdi è cresciuta con nuove assunzioni superando i cinquanta collaboratori. “La metà di questi – ricorda Boso – sono anche soci”. Accanto ai dipendenti diretti (55 per la precisione) c’è anche il gruppo variabile di 60/100 persone che Facchini Verdi gestisce tramite il Consorzio Lavoro Ambiente della Provincia autonoma di Trento. (adb)
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Fralog: la logistica dentro la supply chain
Non solo trasporti: Fralog entra nei processi dei clienti, integrando logistica e lavorazioni.
Investire nel green è tra gli obiettivi, ma mancano ancora le infrastrutture.
NEL mondo della logistica moderna, dove efficienza, reattività e personalizzazione sono i principali fattori competitivi, Fralog ha scelto di andare oltre il ruolo di fornitore di trasporti e magazzino, diventando parte attiva e strategica della supply chain dei propri clienti.
Il modello operativo dell’azienda roveretana integra trasporti, lavorazioni e gestione del magazzino in un unico flusso coordinato, costruito su misura per rispondere alle esigenze produttive, logistiche e temporali di ogni singolo cliente.
“Non offriamo pacchetti standard – spiega Anna Fracchetti , terza generazione e responsabile amministrativa – ma servizi costruiti insieme ai clienti, passo dopo passo. La nostra logistica è progettata per adattarsi al loro processo produttivo, non il contrario”. Includere nella propria offerta la lavorazione diretta degli scarti di produzione che poi vengono reimpiegati nel sistema produttivo dei clienti, integrando la logistica con la lavorazione del prodotto, ha rappresentato e continua a rappresentare per Fralog un importante plus competitivo. Questo approccio consente infatti di razionalizzare le tempistiche, ridurre i costi
di handling e trasporto, garantendo al contempo un controllo più diretto sulla qualità e sui flussi produttivi.
“Abbiamo iniziato a implementare questo tipo di servizio dal 2012 – racconta Anna – in risposta ai bisogni di alcuni clienti operanti in settori ad alta complessità logistica, come quelli dei filati e dei polimeri, dove sono fondamentali tempi rapidi, tracciabilità continua, gestione just in time e flessibilità nella risposta alla domanda. Siamo più piccoli rispetto ad altre aziende del settore e questo è valore aggiunto che ci consente di costruire con i nostri clienti delle vere e proprie partnership”. Customer-first, dunque, per Fralog non è un mantra, ma un impegno concreto reso possibile anche grazie alla sua flotta di proprietà che garantisce autonomia logistica e reattività.
12 trattori, con relativi rimorchi, e 5 mezzi dedicati al navettaggio, uniti ai 30mila mq di superficie logistica, permettono a Fralog di garantire prontezza operativa e flessibilità, senza compromettere qualità, tempi e costi, anche nei periodi più critici come agosto e dicembre.
Sempre grazie alla sua governance snella e familiare, in cui l’esperienza dei titolari, Mauro , Fulvio e Ivano Fracchetti , ed il prezioso sostegno dei collaboratori, si combina con la visione delle nuove generazioni: Anna per l’amministrazione, Alessio per la logistica e Marina per le spedizioni, il passaggio da un modello Ftl (full truck load) a Ltl (less than truck load), iniziato fin dagli anni Novanta e intensificatosi dagli anni Duemila, è stato gestito con lungimiranza, rendendo Fralog in grado di rispondere alle esigenze di una logistica sempre più orientata al just in time.
Fondata nel 1963 da Bruno Fracchetti ad Avio, l’azienda ha ampliato significativamente il proprio business negli anni Ottanta e Novanta acquisendo la sede di Fralog di Rovereto e rafforzando la vocazione internazionale che l’ha contraddistinta fin dall’inizio. Oggi Fralog si presenta come un Gruppo strutturato, composto da Fralog –specializzata in magazzino, logistica e spedizioni conto terzi –, Avio Tir e Fralog Trasporti.
Il Gruppo, che attualmente conta 40 collaboratori e gestisce oltre mille trasporti al mese in Italia e in Europa, continua a distinguersi per la sua attenzione costante all’evoluzione e alle necessità del mercato, atteggiamento che si traduce anche in una forte spinta verso la sostenibilità.
L’azienda continua a investire per migliorare le sue performance ambientali su più fronti. Tra i progetti in corso l’installazione di un impianto fotovoltaico che alimenterà l’intero magazzino dedicato agli scarti di produzione. Un intervento che si inserisce nel percorso di decarbonizzazione già avviato e che punta a rendere la struttura quasi a impatto zero sull’ambiente.
Sul lato trasporti, l’azienda sta invece sperimentando il navettaggio elettrico su tratte brevi, fino a 250 km al giorno, pur dovendo fare i conti con alcune criticità infrastrutturali ancora irrisolte, sembra dare dei buoni risultati. “Al momento nel Nord Italia c’è una sola stazione di ricarica per camion a Mantova – chiarisce – e nei normali autogrill è ancora necessario sganciare il rimorchio per ricaricare, pertanto l’onere delle infrastrutture di ricarica è ad oggi demandato ai privati. Inoltre, i tempi di ricarica variano molto: ad esempio con colonnine di carica a 40 volt servono almeno 7/8 ore, mentre per una ricarica rapida fino a 370 volt potremmo scendere a un’ora circa, anche se rimane ancora dubbia l’effettiva efficienza sull’autonomia dopo 2 o 3 anni di utilizzo del mezzo. Ci siamo dotati di due veicoli a Lng, ma resta il problema della volatilità dei prezzi”. In sostanza, mancano ancora le infrastrutture necessarie per far si che le politiche messe in atto in tema di climate change siano effettivamente realizzabili. Ma Fralog non si scoraggia.
A queste sfide risponde con il pragmatismo e la concretezza che l’hanno sempre contraddistinta. Il prossimo passo? Espandere le rotte di spedizione nei concorrenziali mercati dell’Est Europa, portando con sé il modello di logistica integrata e flessibile che l’ha resa un partner fidato per molte realtà produttive. In un mercato affollato da soluzioni automatizzate e impersonali, Fralog rappresenta una voce diversa: una logistica costruita sull’ascolto, sull’adattamento continuo e sull’integrazione operativa reale. Perché oggi, essere parte della supply chain significa esserci prima, durante e dopo. (gt)
Flessibilità, qualità e radici solide
Dalla Val di Fiemme all’Europa, Santuliana si rinnova senza perdere le radici. Qualità, fiducia e flessibilità per affrontare le sfide della logistica moderna.
FLESSIBILITÀ e rapporto di fiducia col cliente: per sopravvivere in un settore dove è sempre più difficile operare, Massimo Santuliana ha puntato sulla qualità. “I mezzi di trasporto che movimentano le merci dai luoghi della produzione a quelli della distribuzione – spiega – rappresentano la prima forma di imballaggio: per questo ci proponiamo come partner ai nostri clienti con un servizio affidabile e sicuro, il rispetto dei tempi di consegna e l’obbiettivo di rispondere in modo personalizzato alle necessità della nostra committenza”.
Chief executive officer di Autotrasporti Santuliana Srl – l’impresa di famiglia – Massimo Santuliana rappresenta la terza generazione in azienda. Con un’esperienza da camionista, il nonno Lino Santuliana era arrivato dal Basso Sarca in Val di Fiemme nel 1953. Qui, nei pressi di Castello di Fiemme aveva fondato l’azienda specializzandosi nel trasporto merci, dapprima sul territorio e poi con le aree confinanti. Negli anni successivi gli subentrano i figli Oscar, Mauro e Andrea. Poi la terza generazione con Roberta e Massimo, figli di Oscar, che continuano la passione e il business di famiglia in un quadro profondamente mutato rispetto al passato.
Con un fatturato di circa 6 milioni di euro all’anno Autotrasporti Santuliana realizza l’80% dei propri servizi all’estero: “Soprattutto Austria, Germania, Belgio e Olanda. Anche Francia e Gran Bretagna”. Ma parte del business continua a svilupparsi sul mercato domestico – Trentino, Alto Adige e varie altre regioni – dove l’azienda rimane fortemente radicata sul territorio. La sede attuale è ancora in Val di Fiemme, dove tutto ebbe inizio. “Abbiamo poi un piazzale sull’Asse del Brennero – sottolinea Santuliana – per operare direttamente dall’A22”. In Val di Fiemme ha sede anche l’autofficina, cresciuta negli anni a supporto della flotta. “Da sempre crediamo nella manutenzione preventiva dei nostri mezzi – prosegue il titolare – come strumento di sicurezza e strategia di sviluppo”. La volontà di restare sul territorio si deve anche a scelte personali. “Volevamo continuare a vivere in montagna. Vediamo il Cermis dalla finestra”.
A eccezione dei prodotti che richiedono temperature controllate, Santuliana trasporta ogni merce personalizzando l’offerta in base alla domanda. Una piccola realtà a conduzione famigliare – circa 15 dipendenti – in grado di soddisfare le richieste più esigenti.
Proprio la flessibilità è punto di forza in un comparto – quello degli autotrasporti – in continuo cambiamento. Le criticità sono tante. Massimo Santuliana traccia un profilo del settore, dalla mancanza di personale alla transizione ecologica, dalla necessità di continui investimenti alla frenesia del “just-intime” fino al bisogno di un rinnovamento infrastrutturale. “Lavoriamo in un contesto davvero complicato. La velocità dei cambiamenti è impressionante. Chiunque operi nel mondo dei trasporti deve avere grandi capacità di adattamento e problem solving, altrimenti rischia il burn out dopo la prima settimana. Non ci possiamo fermare per un attimo: risposte veloci, consegne immediate. A fronte di questo, facciamo fatica a trovare personale. Gli austisti professionisti sono sempre più rari. È un lavoro che richiede passione e che i giovani non vogliono più fare. Difficilissimo reperirli sul territorio ma anche all’estero. Contestualmente affrontiamo ogni giorno
sulla nostra pelle i problemi della transizione ecologica. In termini di investimenti, le nostre flotte di mezzi richiedono un impegno continuo. Puntiamo fermamente sulla sicurezza stradale. Tutti i nostri mezzi sono Euro 6 e il nostro veicolo più vecchio non ha compiuto tre anni. Siamo in grado di generare per i nostri clienti dei veri e propri rapporti ambientali riportanti consumo di carburante e AdBlue con stime di emissione di anidride carbonica, CO, Nox, PM. Ma tutto questo richiede un grande sforzo”. Ad aggravare la situazione concorrono infine problemi di tipo infrastrutturale. “L’Autostrada del Brennero – conclude Santuliana – è ormai superata. Un’opera straordinaria, ma che ha fatto il suo tempo. Né d’altra parte l’intermodalità sembra fornire risposte convincenti. Gli interporti sono saturi e non riescono a soddisfare le esigenze reali di spostamento e movimentazione delle merci”. (adb)
25 anni di visione, crescita e valore condiviso
QUAD Impianti celebra 25 anni di attività tra innovazione e forte radicamento territoriale. Un anniversario che racconta una visione condivisa, costruita sulle persone e sul valore del lavoro.
NEL cuore del Trentino, a Fornace, tra l’alta Valsugana e la valle di Cembra, c’è un’impresa che da 25 anni unisce passione artigiana, visione industriale e radicamento territoriale: QUAD Impianti, un punto di riferimento nel settore elettrico, cresciuto con radici profonde nel territorio e uno sguardo costantemente rivolto al futuro. Il suo percorso è una storia autentica di passione, determinazione e rispetto per i valori che da sempre contraddistinguono le genti delle valli trentine: responsabilità lavorativa, affidabilità e il desiderio di essere, prima di tutto, brave persone.
Fondata nel 1999 da Aldino Cristofolini, Maurilio Fuser e Mirko Cristofolini , non si è limitata a sopravvivere, ma ha prosperato, diventando sinonimo di eccellenza negli impianti elettrici, di sicurezza, nel fotovoltaico e nella costruzione dei quadri elettrici. Figlia di un approccio genuino e autentico, QUAD è il sogno condiviso da tre professionisti che, con il tempo, hanno costruito un’organizzazione solida e rispettata, oggi protagonista del settore.
I tre soci, sono cresciuti con il loro progetto, ma sono soprattutto rimasti gli stessi di sempre:
umili e determinati, nonostante i numeri e i risultati ottenuti parlino di industria, più che di impresa artigiana. Con 40 collaboratori, un fatturato di 7 milioni di euro e 750 mq di capannone situato nel cuore dell’estrazione del porfido, QUAD è una realtà che continua a crescere senza perdere il legame con le proprie origini. Il desiderio di migliorarsi, senza clamore ma con una visione chiara, è guidato da un modello aziendale fondato sulla creazione di valore per soci, collaboratori, partner, territorio e comunità.
“A 25 anni dalla nostra fondazione, siamo orgogliosi di ciò che abbiamo costruito nella nostra amata valle”, afferma il ceo Aldino Cristofolini. “La nostra storia dimostra che con dedizione, innovazione e un forte legame con la comunità, è possibile realizzare un futuro luminoso anche in luoghi di montagna, considerati decentrati e inospitali per chi vuole fare impresa. Offrire formazione continua, opportunità di crescita e un ambiente stimolante ha attratto giovani talenti da tanti paesi, contribuendo non solo allo sviluppo aziendale, ma anche alla vitalità del territorio. Non abbiamo mai smesso di guardare al futuro con
Maurilio Fuser
Aldino Cristofolini
Mirko Cristofolini
fiducia, pronti ad affrontare le sfide del nostro settore: ci mettiamo ogni giorno lo stesso spirito che ci guida fin dagli esordi, valorizzando una rinnovata empatia tecnica che ormai tutti i nostri clienti ci riconoscono. Il nostro obiettivo è essere veri partner dell’efficienza energetica, sostenendo la crescita del territorio, con il costante desiderio di generare valore condiviso.”
Non solo un’azienda, ma un ambiente in cui tutti i collaboratori trovano spazio per crescere, sviluppando le proprie competenze e trasformando una professione in una vera e propria passione.
“Abbiamo realizzato tante cose negli anni”, aggiunge Maurilio Fuser, co-fondatore e responsabile del reparto quadri elettrici e cablaggi, “ma il progetto che più ci riempie d’orgoglio è quello costruito dal 2008 con le scuole professionali.
Siamo sempre stati più concentrati sul pensare l’azienda come comunità di lavoro, piuttosto che sul promuoverci commercialmente, perché crediamo nelle persone che collaborano con noi.
Questa filosofia si rispecchia in numeri che ci rendono fieri più di quelli del fatturato: il 35% dei nostri collaboratori è con noi da più di 10 anni, mentre la media dell’età si aggira intorno ai 30. Chi arriva in QUAD non solo viene valorizzato, ma si trova bene e continua a scegliere di restare, o perfino di tornare.”
I 25 anni non sono un momento di autocelebrazione, ma un’occasione unica per rinnovare il desiderio di migliorarsi, tenendo sempre a mente una visione chiara, guidata da un modello aziendale fondato sulla creazione di valore. “Siamo più vecchi, ma ancora giovani”, interviene Mirko Cristofolini, socio e responsabile commerciale di QUAD. “Più che celebrare, desideriamo sfruttare questa occasione per rinnovare la nostra promessa e ringraziare chi, ogni giorno, crede e ci supporta nel nostro lavoro. Per i 25 anni dell’azienda ci siamo fatti un regalo: abbiamo analizzato il sentiment dei nostri clienti e mappato i valori differenzianti a noi riconosciuti. Da qui nasce il titolo del nostro evento: QUAD, il QUID CHE FA LA DIFFERENZA. Ora sappiamo quali sono gli aspetti che ci rendono unici e vogliamo condividerli prima di tutto internamente e poi continuare a perseguirli. Con i nostri valori ben chiari, la nostra identità è altrettanto definita e il sogno non solo viene rinnovato ogni giorno, ma continua a essere condiviso e accolto. Non vogliamo circondarci di semplici dipendenti, ma aspiriamo ad accogliere collaboratori che credono in quello che insieme, quotidianamente, possiamo realizzare.”
IoTique, la boutique dell’innovazione
Due amici, un’idea nata tra i banchi dell’università, e una sfida chiamata impresa. Oggi IoTique è una realtà tecnologica in crescita, con clienti in tutta Italia.
CONSOLIDARE e internazionalizzare la start-up: questo l’obbiettivo di Samuele Dassatti e Andrea Zanin , due giovanissimi imprenditori informatici di Arco che hanno creato il loro business mentre studiavano all’università. Cinquant’anni in due, hanno fondato la società nel 2020. Quest’anno la prima assunzione: “Abbiamo da poco assunto uno sviluppatore, il nostro primo dipendente”, spiega Samuele Dassatti. “Entro la fine dell’anno ne assumeremo un altro per potenziare il nostro team
tecnico, per implementare le nostre capacità di sviluppo e per seguire progetti più grandi. Per noi soci, io e Andrea, è giunto il momento di concentrarci maggiormente sul management e sulla focalizzazione delle strategie di crescita”.
Dassatti è laureato in economia a Trento con una specializzazione alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Zanin, matematico di formazione presso l’ateneo trentino, si è specializzato al Politecnico di Milano. Insieme hanno fondato IoTique Srl –questo il nome della società – con un’idea chiara e strutturata: “Creiamo piattaforme Internet of Things su misura con l’approccio artigianale di una boutique, combinando innovazione e cura dei dettagli per connettere il tuo business”.
Con sede in Viale Trento, a Rovereto, l’avventura è nata e cresciuta presso il polo tecnologico con la costituzione di una startup. I primi passi risalgono al 2019, quando Dassatti e Zanin si aggiudicarono il primo premio del concorso di idee “D2T
AdventureX”, promosso da Trentino Sviluppo con HIT-Hub Innovazione Trentino nell’ambito del Programma Interreg V-A Italia Austria. Il contest vedeva la partecipazione di 40 team differenti, che vennero selezionati fino a una rosa di dieci finalisti. Tra questi, il premio più importante – 30mila euro – fu assegnato a Dassatti e Zanin, che presentarono un sistema per facilitare l’utilizzo delle tecnologie dell’Internet of Things: una soluzione innovativa che permetteva di connettere alla rete i più diversi dispositivi.
L’esperienza rappresentò non soltanto l’occasione di incassare il premio in denaro ma, soprattutto, l’opportunità di intraprendere un percorso di formazione per avere un’idea concreta di come fondare e sviluppare un’azienda innovativa. Così accadde, infatti, subito dopo.
Nel 2020 Dassatti e Zanini fondarono la startup con il nome di Igloo. L’avventura prese il via nell’alveo del programma Trentino Startup Valley di Trentino Sviluppo. “Il contesto del polo della meccatronica di Rovereto – precisa sul punto Dassatti – ci ha dato grandi opportunità di crescita e formazione. Un ambiente industriale con una storia importante, dove abbiamo respirato la cultura della digitalizzazione”. Cinque anni dopo, Igloo è diventata oggi una
Starpool firma la
un’impresa innovativa che cammina da sola in un settore straordinariamente competitivo e condizionato dalla diffusione dell’intelligenza artificiale. La società ha cambiato nome in IoTique e ha individuato il proprio modo di stare sul mercato. “Abbiamo capito come presentarci”, sottolinea Dassatti: “Come una boutique nel settore dell’IoT (l’Internet of Things)”. L’approccio è sartoriale. Per questo una boutique. “Creiamo soluzioni su misura basando il nostro lavoro sulle esigenze del cliente con risposte il più possibile personalizzate. Ogni progetto IoT che realizziamo è unico. Curiamo ogni dettaglio – dalla progettazione alla realizzazione alla manutenzione – per creare soluzioni eleganti, affidabili e perfettamente integrate. Il risultato che offriamo è un’esperienza IoT su misura, pensata per distinguersi”. Web app, App mobile, piattaforme cloud e Firmware: questa la gamma dei servizi principali di IoTique. “Abbiamo attualmente una ventina di clienti fissi – conclude Dassatti – ma attraversiamo una fase importante di espansione. Per il 40% circa operiamo in Trentino. In rapido aumento è il fatturato con clienti di altre regioni di Italia. E proprio in questi mesi stiamo andando all’estero con progetti e commesse sempre più impegnative”. (adb)
nuova struttura milanese
De Montel Terme Milano
Nasce De Montel Terme Milano, un ambizioso progetto di rigenerazione urbana che riporta alla luce le storiche scuderie liberty della famiglia De Montel, trasformandole in un parco termale moderno e immersivo. Partner d’eccellenza, l’azienda trentina Starpool, che firma le aree wellness con un approccio sartoriale e sostenibile. Le acque termali milanesi, certificate dal Ministero della Salute, incontrano l’innovazione Starpool: saune, Hammam, bagni di vapore e aree relax sono progettati per offrire esperienze rigenerative tra design, scienza e natura. Un’oasi di benessere urbano che celebra il passato guardando al futuro.
Investigazioni
ambiti:
Privato
Aziendale
Commerciale
Assicurativo
Difensivo
• Indagine patrimoniale per il recupero del credito,
• Valutazione affidabilità partner commerciale
• Indagini finalizzate a documentare l’assenteismo dei dipendenti
• Raccolta prove per utilizzo illecito legge 104
• Esecuzione illegale di doppio incarico
• Concorrenza sleale
• Raccolta prove violazione patto di non concorrenza
• Interventi di bonifica ambientale da microspie
• Tutela marchi e brevetti
Security Management & Servizi Investigativi
Alloggi ai lavoratori: firmato il protocollo
Rispondere alle crescenti esigenze di alloggi per i lavoratori delle imprese di Rovereto: è questo l’obiettivo dell’accordo sottoscritto da Confindustria Trento e Comune di Rovereto.
IL protocollo, siglato dalla sindaca di Rovereto Giulia Robol e dal presidente di Confindustria Trento Lorenzo Delladio, prevede che il Comune metta a disposizione alcuni alloggi da destinare ai lavoratori delle imprese associate a Confindustria Trento: si parla di alloggi di proprietà del Comune ubicati sul territorio comunale, già idonei ad essere concessi in locazione, o che richiedono piccoli interventi di manutenzione per poter essere abitati. L’operazione sarà di stimolo anche all’iniziativa privata: nell’ambito del protocollo, infatti, Comune e Confindustria Trento si impegnano a sensibilizzare i cittadini, affinché possano inserire nel circuito eventuali alloggi sfitti di loro proprietà, generando una virtuosa dinamica di incrocio tra domanda e offerta di soluzioni abitative.
“La questione abitativa - ha spiegato la sindaca Robol - rappresenta oggi una delle principali emergenze sociali, non più limitata alle fasce economicamente più fragili, ma estesa anche a chi ha un lavoro stabile e un reddito fisso. Il mercato immobiliare è profondamente cambiato: da un lato l’edilizia pubblica agevolata fatica a rispondere in tempi adeguati alla crescente doman -
da, dall’altro il mercato privato è spesso paralizzato, sia per il fenomeno degli affitti brevi sia per la diffidenza che spinge i proprietari a tenere sfitte le case. In questo scenario, il protocollo che sigliamo tra Comune di Rovereto e Confindustria Trento, rappresenta una risposta concreta, innovativa e sostenibile nel fronteggiare l’emergenza casa per i lavoratori. L’obiettivo è garantire condizioni di vita dignitose a chi contribuisce ogni giorno allo sviluppo economico e sociale del nostro territorio, rendendo Rovereto una città sempre più attrattiva, solidale e inclusiva”.
Dello stesso avviso il presidente Delladio : “Trovare soluzioni alla carenza di alloggi su tutti i territori è tra le priorità del mio mandato, l’ho detto fin dal mio insediamento. Recentemente abbiamo realizzato una survey dedicata a tutte le imprese associate ma con uno specifico focus su Rovereto, che potesse misurare questa necessità di alloggi in termini
L’operazione sarà di stimolo anche all’iniziativa privata: nell’ambito del protocollo, infatti, Comune e Confindustria Trento si impegnano a sensibilizzare i cittadini, affinché possano inserire nel circuito eventuali alloggi sfitti di loro proprietà, generando una virtuosa dinamica di incrocio tra domanda e offerta di soluzioni abitative.
numerici, analizzando il tema sia da un punto di vista puramente quantitativo ma anche dal lato qualitativo. Stiamo lavorando su diversi fronti per attuare, a livello territoriale, le linee strategiche enunciate dal nostro sistema nazionale nell’ambito del piano lanciato a gennaio ‘Soluzioni abitative sostenibili per i lavoratori’”. Al fine di garantire trasparenza ed equità, l’assegnazione degli alloggi di proprietà del Comune avverrà a seguito della pubblicazione di specifici bandi e avvisi pubblici, nei quali saranno individuati gli alloggi e i destinatari delle assegnazioni, i criteri di selezione e di validità delle graduatorie, e qualsiasi altra clausola inerente i contratti di locazione degli immobili ai soggetti vincitori in ossequio alla normativa vigente.
L’efficacia del protocollo sarà monitorata periodicamente nell’ambito di un tavolo di lavoro permanente composto da rappresentanti del Comune di Rovereto e di Confindustria Trento. Il protocollo ha valore fino al 31 dicembre 2028, ma potrà essere rinnovato previo accordo tra le parti.
Confindustria Trento
e FIAIP insieme
per collegare impresa e mercato immobiliare
Confindustria Trento e FIAIP hanno siglato a Trento un protocollo che prevede l’adesione a Confindustria dell’articolazione trentina della Federazione e che ha l’obiettivo di creare un ponte tra mondo immobiliare e tessuto produttivo locale.
L’accordo arriva in concomitanza con la diffusione, curata da Fiaip semestralmente, dei dati relativi al mercato immobiliare. Relativamente ai primi sei mesi del 2025, l’analisi di Fiaip mostra un mercato residenziale in crescita per quanto riguarda le compravendite mentre il comparto delle locazioni risulta in maggiore sofferenza, soprattutto nelle città universitarie e nelle aree a forte vocazione turistica.
Questo squilibrio sta generando conseguenze rilevanti anche per le imprese, che si trovano sempre più spesso in difficoltà nell’attrarre lavoratori da fuori provincia, con il rischio concreto di rallentamenti nei processi occupazionali e nei piani di sviluppo industriale.
Di qui l’intenzione di cercare ulteriori e specifiche forme di collaborazione per rafforzare un confronto costruttivo con le istituzioni pubbliche e private, finalizzato a incentivare il recupero del patrimonio immobiliare invenduto, inutilizzato o da ristrutturare, sostenere la locazione a lungo termine attraverso misure fiscali mirate e stimolare la partecipazione del settore privato in progetti di rigenerazione urbana e in nuovi modelli abitativi dedicati ai lavoratori.
Orsini rilancia l’industria europea
Il presidente di Confindustria all’Assemblea annuale propone un nuovo piano industriale per l’Europa e l’Italia. Critiche all’integralismo green, richiesti 8 miliardi per incentivi e semplificazione burocratica.
Roberta Metsola, Emanuele Orsini, Giorgia Meloni
CONFINDUSTRIA ha tenuto la sua Assemblea annuale a Bologna con oltre 2.000 partecipanti, alla presenza del premier
Giorgia Meloni e della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola
Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha proposto un “New Generation EU per l’industria” per rilanciare il manifatturiero europeo, schiacciato dalla competizione globale e dall’eccesso di regolamentazione.
L’obiettivo è creare un vero Mercato Unico europeo che potrebbe generare oltre 1.000 miliardi di euro di produzione aggiuntiva.
Orsini ha criticato l’integralismo green che penalizza settori come l’automotive, minacciato dal divieto sui motori endotermici entro il 2035, e ha chiesto pragmatismo nella transizione ambientale senza compromettere la competitività.
Sul fronte internazionale, ha evidenziato la necessità di contrastare i dazi USA attraverso il negoziato e l’apertura a nuovi mercati per raggiungere 700 miliardi di export annuo, presentando lo strumento digitale ExpAnD per mappare le potenzialità export italiane.
Per l’Italia, ha proposto un Piano Industriale Straordinario centrato su energia, semplificazione e investimenti. Sull’energia ha denunciato il sovraccosto dell’80% rispetto ai competitor, chiedendo il disaccoppiamento tra costi di gas e rinnovabili e accelerando sul nucleare modulare.
Ha richiesto “incentivi 6.0” e misure per 8 miliardi annui per tre anni, utilizzando anche risorse PNRR e fondi di Coesione. Infine, ha sottolineato la responsabilità sociale delle imprese, proponendo l’uso dell’avanzo INAIL (1,5 miliardi) per formazione e sicurezza, e uno scambio produttività-salari per far crescere imprese e stipendi insieme.
L’obiettivo finale è “un patto nuovo tra forze politiche e sociali” per “un’Europa più forte” e “un’Italia ancora più grande”.
Umani, algoritmi e nuove intuizioni
A Riva del Garda, professionisti e creativi si confrontano sull’impatto dell’intelligenza artificiale nella comunicazione. L’evento INNESCO esplora come restare autentici e umani nell’era degli algoritmi.
COSA succede quando l’intelligenza artificiale incontra l’istinto umano? Quando la razionalità dei dati si intreccia con l’imprevedibilità dell’intuizione? A queste (e molte altre) domande abbiamo provato a rispondere all’evento ospitato nella sede di Graffiti a Riva del Garda “Gestire l’instabilità. Il potere dell’intuizione ai tempi dell’AI”, organizzato nell’ambito del ciclo INNESCO, promosso da Confindustria Trento. Un incontro pensato per chi lavora nella comunicazione, nel marketing e nei media, ma anche per chi – più semplicemente – vuole capire come l’AI stia cambiando il nostro modo di pensare, creare, vivere. Il main speech è stato affidato a Riccardo Bassetto di Will Media, che ha guidato il pubblico in un viaggio attraverso la trasformazione dei media. Il ruolo del giornalista si sta fondendo con quello del creator: se prima era impossibile, oggi grazie alle piattaforme digitali chi fa informazione può costruire un rapporto diretto con le community. L’identità editoriale passa dalle testate ai singoli, mentre i brand sono chiamati a evolversi in veri e propri creatori di contenuti, capaci di instaurare relazioni autentiche e valorizzare le nicchie.
In un’epoca dominata da feed sempre più sintetici, l’autenticità torna a essere un valore. Non sono mancati poi approfondimenti sul cuore tecnologico dell’AI: la sua nascita nel 1956 con l’idea – allora rivoluzionaria – di costruire macchine capaci di pensare e agire, e la sua evoluzione odierna, lontana dalla creatività umana ma straordinaria nella capacità di generare contenuti. L’intelligenza artificiale contemporanea si basa su tre elementi chiave: enormi quantità di dati (grazie a internet), potenza di calcolo, e sofisticati algoritmi. Tuttavia, come è emerso durante la serata, l’AI è ancora un territorio oscuro: è la prima volta nella storia che l’essere umano utilizza uno strumento senza comprenderne fino in fondo il funzionamento.
Un altro tema cruciale è stato quello della sostenibilità: la potenza computazionale dell’AI ha un impatto ambientale enorme, e le imprese sono chiamate a usarla con responsabilità. I tool di AI – come ha raccontato Vitamina – possono essere un supporto prezioso, ma non sostituiscono l’intuizione né liberano tempo creativo: possono potenziare l’umano, non rimpiazzarlo.
L’evento ha rappresentato un’occasione per “disinnescare” certezze e accendere nuove domande. Perché, come suggerisce il titolo della rassegna, INNESCO è proprio questo: un invito a usare l’intuizione come bussola in un presente instabile e accelerato.
3D Printing Optimized Production
Servizi gratuiti coordinati per innovare la produzione industriale con la stampa 3D additiva: ecco il progetto europeo che promuove un’industria più intelligente, sostenibile e competitiva.
di SOFIA GREGANTI, LISA ANZELINI, LUCA CAPRA, MATTIA MALFATTI
3DOP (3D Printing Optimized Production) è un progetto europeo di punta nato per accelerare l’adozione della manifattura additiva nei settori industriali strategici. L’obiettivo è superare le barriere che ancora limitano l’uso diffuso della stampa 3D nella produzione quotidiana, promuovendo un’industria europea più intelligente, sostenibile e competitiva. La call offre alle PMI l’opportunità di accedere a servizi tecnici e non tecnici gratuiti che consentono di valutare idee progettuali,
studiare la realizzazione di un primo prototipo ed individuare le giuste opportunità di finanziamento.
Servizi non tecnici a supporto dell’innovazione, della progettazione e del finanziamento per le imprese Nel contesto attuale dell’innovazione industriale, le imprese che possono trarre beneficio dalle collaborazioni con il settore della manifattura additiva (Additive Manufacturing), possono beneficiare dei seguenti servizi a supporto delle iniziative e idee progettuali.
• Formazione tecnica e strategica su stampa 3D e AM: programmi dedicati per migliorare la gestione della qualità nella manifattura additiva e sviluppare proposte competitive.
• Costruzione di reti e collaborazioni: supporto alla creazione di consorzi e partnership strategiche, con promozione delle competenze aziendali in ecosistemi internazionali.
• Consulenza ambito progetti: supporto nell’accesso a bandi e opportunità di finanziamento, sviluppo di concept progettuali, definizione di use case e redazione di proposte di valore.
• Finanziamento pubblico: identificazione di bandi, analisi dei bisogni, supporto nella redazione di una bozza di proposta anche nell’ambito di opportunità interregionali che favoriscono collaborazioni tra territori per accelerare l’innovazione su larga scala.
• Finanziamento privato: consulenza per migliorare business plan e strategia di accesso ai finanziamenti di investitori privati e fondi di venture capital.
Servizi tecnici per la produzione additiva di componenti metallici: servizi integrati per la progettazione, stampa e test post-produzione
Nel panorama della manifattura additiva, le tecnologie per la stampa 3D di metalli stanno assumendo un ruolo sempre più centrale, non solo per la prototipazione rapida e/o la rigenerazione di pezzi, ma anche per applicazioni funzionali in settori ad alta precisione come quello dentale. A supporto delle imprese
che operano in questo ambito, i centri di competenza di 3DOP offrono servizi per la realizzazione di un primo prototipo.
• Formazione e progettazione: formazione sulle tecnologie additive per metalli e polimeri e sulle metodologie di stampa.
• Preparazione e ottimizzazione topologica del progetto: servizi di progettazione per stampa 3D, preparazione dei dati e ottimizzazione dei disegni prima della stampa 3D dei prototipi, alleggerimento dei componenti tramite simulazioni meccaniche per ridurre costi e migliorare le prestazioni.
• Produzione additiva e/o rigenerazione: realizzazione di componenti metallici tramite DMLS, LDED e LPBF (anche per applicazioni dentali) e/o riparazione e rigenerazione di pezzi esistenti con approccio ibrido.
• Post-processo termico e superficiale: trattamenti termici e sabbiatura per migliorare resistenza e finitura.
• Testing avanzato: prove distruttive e non distruttive (meccaniche, termiche, strutturali, metallurgiche) con strumenti come tomografia RX, SEM-EDX, camere climatiche.
Servizi tecnici in ambito automazione ed integrazione di elettronica flessibile: soluzioni per la prototipazione, il collaudo e la produzione intelligente Nel contesto dell’industria 4.0, l’integrazione tra automazione, stampa 3D e componenti elettronici rappresenta una delle frontiere più promettenti per l’innovazione di prodotto e di processo. I centri di competenza in questo ambito offrono strumenti e soluzioni concrete per progettare, testare e sviluppare soluzioni intelligenti e altamente performanti.
• Formazione e progettazione : formazione sulle tecnologie additive per stampa 3D, elettronica flessibile integrata e sistemi di automazione e smistamento automatico.
• Progettazione per stampa 3D: sviluppo e ottimizzazione di prodotti per la produzione additiva e ottimizzazione topologica.
• Prototipazione polimerica e overmolding: produzione di prototipi metallici tramite DMLS, LDED e LPBF o in polimeri tramite SLA e integrazione di sensori ed elettronica tramite overmolding su parti stampate in 3D.
• Testing avanzato e collaudo elettronico: prove meccaniche, termiche, vibrazionali e metallurgiche con strumenti come tomografia RX, SEM-EDX. Test su componenti elettronici (camere climatiche, EMC, diagnostica interna).
• Dimostrazioni pratiche di automazione: esempi reali di integrazione tra stampa 3D e automazione come stampaggio, smistamento automatico e controllo qualità integrato.
Per maggiori informazioni:
Confindustria Trento
Sofia Greganti
E: s.greganti@confindustria.tn.it
Trentino Sviluppo
Luca Capra
E: luca.capra@trentinosviluppo.it
Hub Innovazione Trentino
Mattia Malfatti
E: malfatti@trentinoinnovation.eu
Leader protetti, aziende forti
La D&O è segno di responsabilità e attrattività per i datori di lavoro di oggi
I datori di lavoro attraenti proteggono i loro dirigenti – con l’assicurazione D&O
Il mercato del lavoro è cambiato: oggi i talenti scelgono con attenzione il proprio datore di lavoro. Oltre a stipendio, opportunità di crescita e cultura aziendale, un fattore spesso trascurato gioca un ruolo decisivo: la sicurezza per i dirigenti. Manager, amministratori delegati e dirigenti aziendali hanno enormi responsabilità – e quindi rischi personali considerevoli. L’introduzione del “Codice della Crisi e dell’Insolvenza” in Italia ha ulteriormente rafforzato i doveri dei decisori. Basta un’unica negligenza o una crisi imprevista per essere ritenuti personalmente responsabili – con conseguenze finanziarie potenzialmente devastanti.
Assicurazione D&O: un obbligo per le aziende responsabili
Essere un datore di lavoro attraente significa non solo attrarre talenti, ma
anche proteggerli. Chi ha responsabilità deve poter contare sulla propria azienda – ed è proprio qui che entra in gioco l’assicurazione D&O (Directors & Officers).
Questa soluzione assicurativa specifica protegge i decisori dalle conseguenze finanziarie di errori gestionali, controversie legali o richieste infondate. Copre le spese legali, i risarcimenti e offre quindi la sicurezza necessaria per prendere decisioni coraggiose e orientate al futuro – senza temere conseguenze personali.
Perché la protezione dei dirigenti è un vantaggio competitivo
Le aziende che proteggono i propri dirigenti dimostrano responsabilità, lungimiranza e riconoscimento del valore. In un’epoca in cui le figure di leadership scelgono consapevolmente il proprio datore di lavoro, la copertura D&O può essere un fattore decisivo: “Qui posso fare la
differenza, senza mettere a rischio il mio patrimonio personale.”
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Cybersecurity: nuove regole in arrivo
Un webinar promosso dall’Associazione con ACN fa luce sugli obblighi della Direttiva NIS2. Focus su adempimenti, scadenze e opportunità per rafforzare la resilienza digitale delle aziende.
AMPIA partecipazione di imprese al webinar “NIS2: il ruolo di ACN e gli adempimenti operativi in ambito cybersecurity” promosso da Confindustria Trento, in collaborazione con Confindustria nazionale e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).
L’incontro, organizzato con l’obiettivo di fare chiarezza sul nuovo quadro normativo introdotto dalla Direttiva europea “NIS2” e sugli obblighi operativi previsti per le imprese, ha rappresentato un momento importante per fare il punto sugli adempimenti richiesti alle imprese in materia di cybersecurity, in seguito alla piena attuazione in Italia della normativa europea.
Dopo i saluti introduttivi di Alfredo Maglione, vicepresidente di Confindustria Trento per la Transizione digitale e innovazione tecnologica, i lavori sono entrati nel vivo con l’intervento di Silvio La Torre, professional dell’Area Politiche per il Digitale e Filiere, Scienza della Vita e Ricerca di Confindustria, che ha illustrato l’impegno dell’associazione nel sostenere le imprese nell’adeguamento alla normativa. A seguire, Davide Nardacci , vicecapo della Divisione NIS di ACN, ha illustrato il ruolo
dell’Agenzia e gli obblighi previsti dalla normativa, chiarendo anche le prossime tappe del percorso di attuazione. Infine, Alessandro Santini , vicedirettore di Confindustria Trento, ha presentato i servizi offerti alle imprese, con particolare riferimento a percorsi formativi e attività di assessment per rafforzare la resilienza digitale. Durante la sessione di Q&A conclusiva, i partecipanti hanno avuto modo di confrontarsi direttamente con i relatori, ricevendo risposte puntuali a dubbi e quesiti specifici. Il webinar si è svolto in un momento particolarmente delicato, anche alla luce delle recenti scadenze del 28 febbraio e del 10 marzo per la registrazione sulla piattaforma ACN, e ha inteso offrire alle imprese non solo un orientamento sugli adempimenti richiesti, ma anche una visione delle opportunità connesse al rafforzamento della cybersecurity: maggiore competitività, continuità operativa e consolidamento della reputazione aziendale.
Sei territori, un’unica voce d’impresa
Credito, agevolazioni e finanza d’impresa al centro dei “Dialoghi sul Territorio” 2025, il ciclo di incontri con le aziende associate. Dalle norme agli incentivi, focus su crescita e supporto alle aziende.
di ARIANNA MONTEROSSO, Area Finanza d’Impresa, Confindustria Trento
SI è conclusa a metà aprile l’edizione 2025 di Dialoghi sul Territorio, il ciclo di incontri proposto da Confindustria Trento con l’obiettivo di rafforzare il legame con le aziende associate e diffondere conoscenza e consapevolezza su temi strategici come il credito, la finanza d’impresa e le opportunità di agevolazione, sia a livello provinciale che nazionale.
L’iniziativa, che ha preso avvio a metà febbraio, si è articolata in sei appuntamenti distribuiti su tutto il territorio provinciale, incontrando e coinvolgendo le imprese delle Valli Giudicarie e Ledro, delle Valli di Non, Sole e Paganella, della Valsugana, delle Valli di Fiemme e Fassa, della Vallagarina e della Val d’Adige. La partecipazione attiva di numerose aziende ad ogni incontro testimonia l’interesse e l’impor-
tanza di momenti di confronto diretto e qualificato su temi squisitamente tecnici ma di grande rilevanza per la gestione e lo sviluppo delle imprese.
I Dialoghi sul Territorio hanno rappresentato un’occasione concreta per approfondire le principali novità normative e operative in materia di finanza d’impresa, credito e incentivi. Un esempio fra tutti la nuova legge provinciale sugli incentivi alle imprese n. 6/2023, subentrata dopo 25 anni di operatività alla precedente L.P. 6/99, e la possibilità di cumulo con gli strumenti agevolativi nazionali quali la Transizione 4.0 e 5.0. Durante ciascun incontro, gli specialisti di Confindustria Trento hanno illustrato strumenti, misure e opportunità, stimolando domande, riflessioni e richieste di chiarimento da parte delle imprese presenti. Il format diretto e interattivo degli incontri ha favorito uno scambio costruttivo e orientato alla risoluzione dei problemi concreti che le aziende affrontano quotidianamente.
L’iniziativa si è rivelata anche un importante strumento per rafforzare il senso di appartenenza associativa e valorizzare la prossimità territoriale. In un contesto economico in continua evoluzione, la presenza sul territorio e l’ascolto attivo delle imprese rivestono un ruolo sempre più centrale nella missione di Confindustria Trento: essere un punto di riferimento solido, competente e vicino alle esigenze delle imprese, per sostenere la crescita.
CFO Group: la finanza fa rete
Dalla visione di Confindustria Trento nasce un nuovo spazio per i responsabili finanziari delle grandi imprese. Un’iniziativa pensata per favorire confronto, aggiornamento e networking.
NELLA cornice di Palazzo Stella, il 1° aprile ha preso il via CFO Group, la nuova iniziativa di Confindustria Trento rivolta ai responsabili finanziari delle grandi aziende associate. Un’idea nata per creare un luogo di confronto periodico, informale ma qualificato, in cui affrontare in modo diretto e concreto i temi più rilevanti per chi si occupa di finanza d’impresa.
Il Gruppo nasce con l’obiettivo di stimolare la condivisione di esperienze, approfondire argomenti tecnici di attualità e promuovere relazioni professionali.
Dinamicità, dialogo e autorevolezza sono le parole chiave che guideranno gli incontri, previsti con cadenza trimestrale.
Ad aprire i lavori Alessandro Lunelli , componente del Consiglio Direttivo con delega alla Finanza d’Impresa e Risorse Pubbliche di Confindustria Trento, e Roberto Busato , direttore generale dell’Associazione, il quale ha sottolineato l’importanza di offrire uno spazio dedicato al confronto tra CFO, figure strategiche per la gestione, per lo sviluppo delle aziende.
Il cuore del primo incontro è stato l’intervento di Ericka Costa , professoressa ordinaria presso il Dipartimento di
Economia e Management dell’Università di Trento, che ha guidato una riflessione partecipata sul valore strategico della sostenibilità e dell’accountability nella gestione delle imprese. Un tema sempre più centrale nelle agende aziendali, destinato a incidere in modo crescente sulle scelte economiche e sulla reputazione aziendale. Ampio spazio è stato dedicato anche alla conoscenza reciproca tra i partecipanti, momento fondamentale per gettare le basi di una rete solida, collaborativa e attenta alla crescita del gruppo. L’incontro si è chiuso in un clima positivo e partecipato, con un momento conviviale che ha rafforzato lo spirito informale e relazionale dell’iniziativa. CFO Group si propone così come una nuova piattaforma di dialogo e aggiornamento continuo, pensata per supportare i responsabili finanziari nell’affrontare le sfide del presente con visione, competenza e condivisione. (am)
Energia aziendale: diagnosi e risparmio
Le imprese conoscono bene quanto costa l’energia, ma non come la consumano. Diagnosi e sistemi di monitoraggio permettono risparmi significativi e maggiore competitività.
di CHIARA CURZEL, Area Energia e fonti rinnovabili, Assoenergia
IL costo dell’energia è un tema sempre più rilevante per le imprese italiane. Tuttavia, nonostante questo rappresenti una voce impattante nei bilanci aziendali, spesso è poco controllato. Infatti, molte realtà aziendali conoscono bene i prezzi dell’energia, ma conoscono poco come avvengono i consumi all’interno della propria realtà aziendale. Una migliore comprensione dei flussi energetici all’interno degli stabilimenti può portare ad una loro notevole riduzione e ad un risparmio consistente in bolletta.
La diagnosi energetica è uno strumento fondamentale per la comprensione dei consumi aziendali. Ad oggi è obbligatoria ogni quattro anni per le grandi imprese e le imprese energivore iscritte alla CSEA ma può rivelarsi strategica anche per le medie e piccole imprese, soprattutto in settori a forte consumo energetico. In essa si analizzano impianti e processi e si individuano gli interventi più efficaci e le migliori strategie di gestione quantificando i risparmi attesi e i tempi di ritorno. Una diagnosi può inoltre mettere in evidenza semplici interventi, come la regolazione di compressori, l’isolamento di reti termiche o una
migliore gestione delle risorse che possono generare risparmi significativi con costi di intervento ridotti.
Accanto alla diagnosi, di fondamentale importanza risulta essere l’implementazione di sistemi di monitoraggio energetico. Tali sistemi permettono di passare da un controllo a posteriori dei consumi ad una gestione in tempo reale consentendo di individuare anomalie, confrontare reparti o turni produttivi e misurare l’efficacia degli interventi. La presenza di tali sistemi è inoltre obbligatoria per le imprese soggette a diagnosi e deve corrispondere ad una architettura stabilita dalle linee guida ENEA per essere conforme agli obblighi normativi. Tale architettura prevede specifiche percentuali di copertura a seconda dei diversi scaglioni di consumo e deve prevedere una suddivisone delle utenze monitorate per attività principali, servizi ausiliari e servizi generali. Infine, la presenza di sistemi di monitoraggio e di gestione efficiente dell’energia è richiesta o comunque premiata in molti bandi e misure di finanziamento.
In un contesto in cui i costi dell’energia restano volatili e la sostenibilità ambientale è sempre più richiesta sia dai clienti finali che lungo l’intera filiera, monitorare e ottimizzare i consumi non è più un’opzione, ma diventa un’azione strategica per ridurre i costi e aumentare la competitività.
Si ricorda che il Consorzio Assoenergia offre servizi di consulenza per la stesura di diagnosi energetiche, pre-diagnosi e la progettazione di sistemi di monitoraggio.
Per informazioni:
Chiara Curzel
T: 3489921331
E: c.curzel@confindustria.tn.it
Quando l’energia incontra l’arte
Un incontro tra imprenditori del territorio trentino in un luogo simbolico dove convivono industria e arte. Focus sui costi energetici e le prospettive per le imprese.
UN’ architettura industriale d’inizio Novecento che si trasforma in laboratorio di ricerca artistica contemporanea, senza mai smettere di produrre energia. È questo il fascino unico della Centrale Fies, situata nella suggestiva località di Dro, che ha ospitato l’iniziativa promossa dal presidente del Comitato Piccola Industria
Elio Pisoni e dalla vicepresidente di Confindustria Trento e presidente del Gruppo Dolomiti Energia Silvia Arlanch
Nata come centrale idroelettrica, Centrale Fies oggi è molto più di un impianto produttivo: è un hub culturale che ospita il Centro di Ricerca per le Pratiche Performative Contemporanee, uno spazio dedicato alla sperimentazione artistica e alla produzione culturale. Una combinazione rara e affascinante, che i partecipanti hanno potuto scoprire durante la visita guidata tra laboratori creativi, sale prove e aree espositive.
L’appuntamento è stato però anche occasione per riflettere sul presente e sul futuro dell’energia. Dopo la visita, Elio Pisoni e Silvia Arlanch hanno aperto i lavori con interventi che hanno messo in luce il ruolo chiave delle imprese nella transizione energetica. Il keynote speech
dell’amministratore delegato di Dolomiti Energia, Sandro Bosso , ha offerto una panoramica lucida sui costi dell’energia e sulle sfide che attendono il tessuto produttivo. Il confronto si è poi aperto a domande e interventi da parte del pubblico, in un clima partecipato e dinamico. Un pomeriggio che ha dimostrato come il dialogo tra impresa, territorio e cultura possa generare occasioni di crescita e riflessione, in un contesto che rappresenta al meglio la capacità del Trentino di guardare al futuro valorizzando il proprio patrimonio storico e industriale. (sc)
Passaggio generazionale, chi guida ora?
Tra eredità, visione e innovazione, il passaggio generazionale diventa una sfida per il futuro delle imprese. Al Festival dell’Economia, storie e strategie di chi trasforma il cambiamento in opportunità.
SI è svolto, nell’ambito della ventesima edizione del Festival dell’Economia di Trento, l’incontro promosso da Confindustria Trento dal titolo “Passaggi generazionali e innovazione: storie di successo e lezioni apprese”. Un tema cruciale per le imprese italiane, dove il ricambio generazionale rappresenta sempre più spesso una sfida strategica.
Ad aprire i lavori Francesco Orefice, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento insieme a Francesco Rosa, vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento, che hanno sottolineato il valore del dialogo tra generazioni per costruire aziende solide e proiettate nel futuro.
“Non ereditiamo solo aziende, ma la responsabilità di farle evolvere. Il passaggio generazionale è uno dei momenti più delicati – e più potenti – nella vita di un’impresa. Non è solo un cambio di ruoli, ma una trasformazione profonda che tocca valori, strategie, identità”, ha dichiarato Orefice. “Chi subentra non eredita solo un’azienda: eredita responsabilità, relazioni, visioni. Ma ha anche il dovere di portare qualcosa di nuovo. Oggi il contesto ci impone un cambiamento
radicale, accelerato da transizioni tecnologiche, energetiche e culturali. È qui che la nuova generazione può fare la differenza: portando nuovi modelli organizzativi, una sensibilità diversa verso la sostenibilità, l’innovazione, il talento”.
Sul palco, le esperienze di Mattia Obrelli , ceo di Obrelli Srl, Denny Calovi , ceo e co-fondatore di Mountain Maps, e Alice Pretto , vicepresidente Giovani Imprenditori di Confindustria. A moderare il dialogo Alberto Albertini , strategic marketing director di Antares Vision, che ha guidato il confronto tra passato e futuro, tradizione e discontinuità. L’incontro ha contribuito ad arricchire il dibattito su un tema cruciale per la competitività del sistema produttivo italiano, valorizzando esperienze che mettono al centro la responsabilità imprenditoriale, la visione strategica e la capacità di innovare nel rispetto della continuità aziendale. (sc)
L’editoria di alta gamma al MUSE
Un evento tra ispirazione e innovazione per raccontare la bellezza della stampa di alta gamma.
Il Made in Italy editoriale si rivela nella cura del dettaglio e nella passione per il fare.
SI è svolto negli spazi del MUSE – Museo delle Scienze di Trento l’evento organizzato in occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, che ha acceso i riflettori sulla filiera dell’editoria di alta gamma, tra storie di successo, design thinking e progetti creativi.
Promosso da Assocarta, Confindustria Trento, Istituto Pavoniano Artigianelli, Cartiere del Garda Spa e Printer Trento Srl, l’appuntamento ha riunito istituzioni, aziende e studenti per celebrare il valore della carta.
A dare il via ai lavori, i saluti istituzionali di Alberta Giovannini , direttore Affari Generali, Risorse Umane, Marketing e Fundraising del MUSE, Alessandro Leto presidente della Sezione Carta, Grafica, Editoria di Confindustria Trento e Catia Guerrera , Casa Made in Italy Trento, che hanno sottolineato l’importanza strategica di una filiera capace di coniugare innovazione, cultura e sostenibilità. Il primo intervento ha esplorato il ruolo della carta come elemento distintivo dell’editoria di pregio con Alessandro Nardelli, direttore Commerciale Export Cartiere del Garda (Lecta) e Fatjona Maskuli, junior promoter Cartiere del Garda (Lecta) che hanno rac-
contato il dietro le quinte di progetti d’eccellenza, come i volumi fotografici di Salgado, TeNeues e Magnum Photo.
A seguire, Marika Bortolotti, direttore Commerciale Printer Trento srl e Federico Holneider, responsabile Marketing di Printer Trento Srl hanno mostrato come la stampa di alta gamma sia in grado di trasformare un libro in un oggetto d’arte, attraverso la ricerca costante di nuove soluzioni tecniche e la cura per ogni dettaglio produttivo.
Spazio poi alla formazione e alla creatività dei giovani, con gli studenti delle classi terze dell’Istituto Pavoniano Artigianelli di Trento che, guidati da Martina Pedrotti , docente area grafica e referente ufficio comunicazione e Daniele Fortarel , coordinatore didattico area grafica, hanno presentato un progetto sul workflow grafico basato sul design thinking.
In chiusura è stato lanciato il progetto “Calendario Made in Italy 2026”, un’iniziativa corale che vedrà protagonisti i migliori progetti nati dalla sinergia tra industria e giovani.
Nuove linee guida sugli appalti
La Giunta provinciale approva linee guida che attribuiscono 80 punti su 100 alla valutazione tecnica negli appalti di lavori pubblici. Obiettivo: premiare l’eccellenza qualitativa delle imprese.
di MONICA VIDI, Area Appalti, Confindustria Trento
LA Giunta Provinciale ha di recente approvato le linee guida sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa negli appalti di lavori, all’esito del confronto con le organizzazioni imprenditoriali nell’ambito dell’apposito Tavolo tecnico. L’adozione di linee guida da parte della Giunta costituisce una prerogativa prevista dalla legge provinciale in materia di contratti pubblici. Sebbene prive di carattere vincolante, esse rappresentano un importante strumento di supporto per le Stazio -
Viene così favorita la crescita del territorio, la competitività delle imprese virtuose e la valorizzazione dell’eccellenza qualitativa, in alternativa a una riduzione dei costi che, in molti casi, si rivela solo apparente e priva di reale prospettiva strategica.
ni Appaltanti provinciali nella scelta dei criteri di valutazione dell’offerta tecnica ritenuti più adeguati allo specifico appalto. Elemento centrale delle linee guida è la maggiore valorizzazione del punteggio da attribuire all’offerta tecnica rispetto all’offerta economica: 80 punti su 100 sono infatti riservati alla parte tecnica. All’interno di questi, si dà inoltre priorità ai criteri qualitativi rispetto a quelli tabellari e quantitativi, con un intervallo da 65 a 45 punti su 80, variabile in base all’importo a base di gara.
Tale impostazione mira a evitare l’appiattimento delle offerte in sede di valutazione e a scongiurare il rischio che venga vanificato il ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Inoltre, per l’attribuzione del punteggio relativo all’offerta economica è proposta alle Stazioni Appaltanti una formula bilineare che ha il vantaggio di scoraggiare offerte con ribassi eccessivi, evitando di valorizzare eccessivamente differenze contenute in termini di prezzo.
Per le imprese trentine si tratta di un risultato rilevante: le linee guida costituiscono infatti un tassello decisivo nel perseguimento dell’obiettivo di migliorare la qualità del mercato degli appalti pubblici a livello provinciale. Viene così favorita la crescita del territorio, la competitività delle imprese virtuose e la valorizzazione dell’eccellenza qualitativa, in alternativa a una riduzione dei costi che, in molti casi, si rivela solo apparente e priva di reale prospettiva strategica. Il contributo dell’Associazione alla redazione delle linee guida è stato coordinato dal delegato al Tavolo appalti, Marco Lorenz , che ha partecipato anche al sotto-tavolo tecnico dedicato. La strategia dell’intervento è stata condivisa anche nel corso di una recente riunione della Consulta Appalti di Confindustria Trento.
Le linee guida includono anche indicazioni operative per la redazione degli atti di gara, corredate da modelli ed esempi concreti riferiti agli appalti di lavori pubblici. L’obiettivo è supportare le Stazioni Appaltanti nella predisposizione della documentazione, contribuendo a ridurre gli oneri burocratici e a incrementare la trasparenza e l’efficienza dei procedimenti di gara.
L’industria trentina guida l’innovazione locale
Un’indagine di Confindustria Trento analizza per la prima volta i dati territoriali sugli investimenti in R&S: le imprese mostrano una forte propensione all’innovazione.
di NICOLA MASCIA, Area Progetti Speciali, Confindustria Trento
SI intitola “Investimenti in R&S delle imprese trentine” ed è l’indagine di Confindustria Trento che analizza per la prima volta i dati territoriali disponibili a livello settoriale.
Il rapporto evidenzia come, pur in un contesto generale di spesa in R&S inferiore alla media nazionale (0,61% del PIL contro lo 0,81%), le imprese industriali trentine mostrino una propensione all’innovazione superiore a quella italiana in numerosi comparti.
L’85,1% degli investimenti in R&S in Trentino proviene dal settore manifatturiero e ICT, a fronte del 77,5% nazionale. L’incidenza sul valore aggiunto in Trentino raggiunge il 2,2% nella manifattura, più del doppio della media complessiva (0,9%).
I settori ICT, elettronica, alimentare, meccanica e tessile registrano incidenze superiori alla media italiana, a conferma del ruolo guida dell’industria nel sistema innovativo trentino.
Lo studio conclude che la minore incidenza complessiva della spesa è legata più alla struttura del tessuto imprenditoriale che alla reale capacità innovativa, ponendo le basi per strategie mirate su crescita
dimensionale, attrazione di investimenti e consolidamento dei comparti ad alto potenziale. “Abbiamo voluto approfondire i dati emersi sugli investimenti in R&S delle imprese trentine, sotto la media nazionale, perché eravamo convinti della forte vocazione all’innovazione del settore industriale – spiega Alfredo Maglione, vicepresidente di Confindustria Trento con delega a Transizione digitale e innovazione tecnologica –. I risultati dell’indagine confermano la nostra teoria, mostrando un comparto industriale che crede nella Ricerca e Sviluppo e investe, più del resto d’Italia, per rendere il territorio sempre più innovativo, non solo nei settori ad alto contenuto tecnologico ma anche in quelli più tradizionali. Un altro messaggio chiaro che emerge è che l’innovazione e la ricerca sono davvero dei driver per la crescita delle imprese e quindi del territorio e per questo motivo serve un impegno di tutti nell’incentivare ancor di più gli investimenti nei settori più propensi a innovare, anche con strumenti nuovi e condivisi tra pubblico e privato. Contestualmente sentiamo la responsabilità di promuovere e incrementare la ricerca e l’innovazione da fare in sinergia con altri settori economici quali le costruzioni e il turismo, a titolo di esempio. Siamo convinti dell’importanza di avere visione e azione sistemica, che di anno in anno porta a ricadute positive crescenti per la nostra Comunità e Territorio”.
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Il sistema trentino a Lione
Tre giorni di incontri istituzionali e aziendali per potenziare le relazioni economiche con la Francia. Protagonisti idrogeno verde, tecnologie agritech e mobilità sostenibile.
di NICOLÒ ANDREINI, Coordinatore Area Mercati esteri e dogane, Confindustria Trento
SI è svolta fra le 16 e il 18 giugno la Missione economicoistituzionale e per la ricerca, organizzata dal sistema trentino per l’internazionalizzazione, nell’ambito del Comitato strategico internazionalizzazione, da Provincia autonoma di Trento, Trentino Sviluppo, Trentino Marketing, Camera di Commercio e Associazioni di categoria – fra cui Confindustria Trento – Fondazioni Bruno Kessler, Fondazione Edmund Mach e Università di Trento.
La delegazione, composta da 38 persone, guidata dall’assessore allo sviluppo economico, lavoro, famiglia, università e ricerca, con funzioni di vicepresidente Achille Spinelli e, per Confindustria Trento, dalla vicepresidente con
delega a Internazionalizzazione e sviluppo dei mercati esteri Barbara Fedrizzi, si è articolata in un Forum internazionale di confronto fra Trentino e Regione Auvergne Rhone-Alpes, in successivi tre tavoli di lavoro con focus su collaborazione economica, filiera dell’idrogeno e agritech e in due visite ad un’azienda biologica delle mele e a una struttura di mobilità verde a idrogeno. Obiettivi dell’iniziativa aumentare le sinergie tra i due territori, facilitare l’incontro delle aziende trentine con stakeholder e controparti francesi, stimolare gli scambi commerciali e sviluppare le opportunità che Lione e la Francia hanno da offrire. Sono state, inoltre, approfondite le tematiche legate alle tecnologie per la produzione e utilizzo dell’idrogeno verde e all’applicazione dell’intelligenza artificiale in ambito agritech nei due territori. Hanno partecipato attivamente sei imprese trentine appartenenti a settori diversi, con agende di incontri individuali con potenziali partner e clienti francesi. Trentino Export ha contribuito all’organizzazione degli incontri, curando progetti individuali di sviluppo commerciale in Francia a vantaggio di tre aziende che hanno aderito al progetto “business”.
Come noto, il mercato francese rappresenta il 3° mercato trentino per esportazione e il 2° per importazione. Si tratta di un mercato ampio e maturo, con alto potenziale per i prodotti dell’industria trentina. L’Associazione e Trentino Export proseguiranno nel fornire supporto alle ulteriori aziende interessate ad approfondire il mercato della Regione Auvergne Rhone-Alpes e della Francia intera.
Per informazioni:
Nicolò Andreini – Confindustria Trento
E: n.andreini@confindustria.tn.it
T: 0461 360092
Giorgio Zagonel – Trentino Export
E: zagonel@trentinoexport.it T: 0461 931011
Un simbolo per il patrimonio industriale
Il “Marchio Storico di Interesse Nazionale” tutela e promuove le imprese con oltre 50 anni di storia. Un riconoscimento che unisce identità, tradizione e strategia nei mercati globali.
di ALDA TOLA, Italian and European Trademark and Design Attorney, Praxi Intellectual Property Spa
IN un’economia sempre più globale, valorizzare la storia aziendale è diventato un asset strategico. In questa direzione si colloca il “Marchio Storico di Interesse Nazionale”, istituito nel 2019 per valorizzare le imprese italiane che, da almeno 50 anni, utilizzano o hanno registrato un marchio legato al Made in Italy. Attualmente, sono circa 880 i marchi iscritti al Registro Speciale, di cui ben 342 appartengono al settore agroalimentare. L’iscrizione avviene su richiesta, tramite apposita istanza all’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi), che valuta con attenzione il materiale che prova l’uso effettivo e continuativo del marchio nel tempo.
Se la procedura ha esito positivo, il marchio viene registrato come “storico”.
Una volta riconosciuto, il marchio storico può essere accompagnato da un logo ufficiale dedicato che da aprile 2025 è disponibile anche nella versione inglese: “Italian Historical Trademark”.
Il relativo decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 aprile 2025, con l’obiettivo di rafforzare l’identità dei marchi anche sui mercati esteri. Il nuovo logo, chiaro e riconoscibile, può così accompagnare le strategie di export, comunicando autenticità, affidabilità e continuità.
Tra le aziende associate a Confindustria Trento che hanno ottenuto il riconoscimento figura PRAXI, storica società di consulenza aziendale, attiva anche nell’ambito della proprietà intellettuale, che supporta le imprese nel percorso di iscrizione al Registro dei Marchi Storici, valorizzando così l’identità e la continuità del tessuto produttivo locale.
Quella del Marchio Storico è un’iniziativa che premia la tradizione e valorizza il patrimonio produttivo nazionale, rafforzando il legame tra qualità, storia e identità.
Logo in lingua italiana
Logo in lingua inglese
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In occasione della tradizionale giornata del 1° maggio, a Trento, l’omaggio ai lavoratori che si sono distinti per particolari requisiti morali, professionali, culturali, di perizia e laboriosità.
Mara Bisoffi
Da quarant’anni lavora in Luxottica Italia, azienda leader mondiale nel design, nella produzione e distribuzione di montature per occhiali da sole e da vista, inizialmente come operaia di produzione per poi passare alla digitalizzazione del processo di spedizioni con qualifica di impiegata 5 livello. Ha sempre messo in evidenza il suo impegno, il suo attaccamento alla azienda e la sua attenzione ai rapporti umani, divenendo punto di rifermento per molti colleghi.
Annalisa Cristelli
Ha lavorato dal giugno 1980 fino al suo pensionamento avvenuto in giugno 2022, alla Unifarm di Trento assumendo incarichi di crescente responsabilità, ultimamente come coordinatrice del reparto resi merce e reclami, riscuotendo indiscussa ed unanime stima ed autorevolezza nei vari incarichi, fra i quali anche la formazione del personale neoassunto.
Danilo Dalmonego
Ha lavorato in Enel dal 1987 al 2008 per poi passare a Hydro Dolomiti Energia di Trento dove tuttora lavora con la qualifica di quadro. Gestisce e coordina i processi di ammodernamento dei macchinari di produzione nei maggiori impianti idroelettrici, divenendo un punto di riferimento all’interno dell’azienda, sia per le sue conoscenze tecniche e normative, sia in materia di sicurezza sul lavoro, sia per la valorizzazione del personale.
Margherita Demadonna
Ha iniziato a lavorare sul finire de 1994 nella Mariani ora OMR Rovereto come impiegata a supporto del responsabile di produzione nell’attività di controllo di gestione per poi passare nel comparto commerciale divenendo, nel 2005, responsabile dello stesso con qualifica di impiegata 5 livello. Ha gestito e supportati i colleghi neoassunti favorendo la loro crescita professionale.
Paolo Milanese
Ha iniziato a lavorare nel 1988 per la lavanderia industriale ZBM di Arco. Dopo un’interruzione di tre anni durante i quali ha svolto l’attività di autista, è ritornato in ZBM, azienda rilevata dal Gruppo Servizi Italia, con mansioni di manutentore, assumendo poi il ruolo di responsabile della manutenzione, risolvendo ogni problema di natura tecnica, grazie al suo costante aggiornamento. Svolge un ruolo di tutor per i nuovi colleghi ed è stato docente nei programmi di formazione interni. Ottime le sue capacità relazionali.
Marco Nones
Lavora dal 1989 nell’azienda artigiana Berteotti Giovanni di Lavis acquisendo una notevole esperienza e competenza tecnica nelle varie fasi produttive che ha poi trasmesso agli altri colleghi di lavoro. Dal 1974 la ditta Berteotti progetta e costruisce stampi progressivi, a blocco e stampi di imbutitura.
Adriano Risatti
Appena diplomato è entrato, nel 1992, nella Mariani, ora OMR Rovereto, come impiegato amministrativo per poi passare, nel 1999, nella gestione della logistica divenendone responsabile. Nel corso della sua attività lavorativa ha svolto anche funzioni di formazione del personale e di coordinamento del lavoro dimostrando una buona flessibilità lavorativa.
Giorgio Segnana
Perito tecnico è stato occupato dal 1979 fino al suo pensionamento avvenuto nell’ottobre 2017, presso lo stabilimento di Scurelle della Finstral, contribuendo in maniera rilevante allo sviluppo dell’attività produttiva di questa unità, dimostrando competenza e un’ottima capacità di organizzare il lavoro e mantenendo un corretto e responsabile rapporto con i collaboratori.
Corrado Tinelli
Ha sempre prestato la sua attività nel settore alberghiero e della ristorazione, dapprima in un albergo di Madonna di Campiglio (dal 1990 al 2004), per poi passare alla Casa del Vino di Isera, dove tuttora lavora come cameriere di sala, distinguendosi per la sua dedizione al lavoro, per la sua professionalità e per la sua disponibilità nei confronti dei colleghi e della clientela.
Nicola Zambanini
Dopo un’attività lavorativa come operaio presso la ditta Ocea di Rovereto (dal 1981 al 2011) è passato alla Demi Impianti Elettrici di Mori, dove tuttora lavora con la qualifica di operaio specializzato provetto. Per la sua competenza, flessibilità e conoscenza del settore ha un ruolo di responsabile di cantiere e di formazione degli apprendisti assunti.
Abbiamo a cuore
Il cuore delle Casse Rurali batte con le nostre Comunità.
Le iniziative che abbiamo promosso nel campo della cultura sono più di 2.200.