Essere Impresa settembre 2016

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04 • SETTEMBRE 2016 Anno 06 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

La passione è la strada per il successo Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Forlì promuove un incontro con il formatore Paolo Svegli per parlare delle performance. Avviare una riflessione sulle modalità di successo, dalle realtà imprenditoriali di grande respiro come Virgin o Apple, a quelle di micro e piccole dimensioni, è infatti un’opportunità non soltanto per chi guida un’azienda o è intenzionato a costruire autonomamente la propria carriera, ma anche per chi, pur svolgendo un lavoro dipendente, vuole crescere professionalmente. Attraverso la presentazione di casi aziendali, che vanno dall’ambito internazionale a quello locale, il relatore traccerà un quadro per far comprendere come le strategie di successo possano essere semplici e immediate, anche se non di banale applicazione.

in evidenza L’EDITORIALE: Dopo settant’anni di storia qual è il ruolo di Confartigianato? Burocrazia, tempi di pagamento, accesso al credito centellinato, richiedono un monitoraggio costante e un dialogo puntuale con chi guida il Paese. A pagina 3

IL NOTIZIARIO TECNICO: Le news dai servizi; per la consulenza del lavoro un’importante novità, l’INPS dà piena operatività al Fondo di integrazione salariale, che subentra al vecchio Fondo di solidarietà residuale. Nell’inserto centrale

I NUMERI DELL’ECONOMIA: L’artigianato è protagonista dell’economia circolare, affinché i prodotti mantengano il loro valore aggiunto il più a lungo possibile minimizzando la produzione di rifiuti. Da pagina 7

CATEGORIE E MERCATO: Il punto sull’edilizia. Nel corso del 2016 l’aspettativa di ripresa, motivata da segnali in lieve miglioramento, dopo sette anni consecutivi di pesanti contrazioni, non ha trovato una significativa conferma. Da pagina 26


associazione editoriale Vivere il presente

Costruire il futuro • di Roberto Faggiotto

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on la fine dell’estate e la ripresa dell’attività produttiva dopo le ferie, diviene inevitabile avviare i primi bilanci sull’andamento dell’anno in corso. Il 2016 per Confartigianato rappresenta un traguardo importante, che ci inorgoglisce. Una tappa prestigiosa di una storia che ha visto sia la Confederazione nazionale, sia la nostra realtà locale, strettamente connesse allo sviluppo del Paese, dall’immediato dopoguerra a oggi. Purtroppo, però, questo importante anniversario cade in una congiuntura caratterizzata da eventi dolorosi, tra i quali il terribile terremoto che ha recentemente colpito il centro Italia. Ci siamo dunque interrogati sull’opportunità di festeggiare il settantesimo dalla fondazione di Confartigianato Forlì, chiedendoci se un momento dedicato ai nostri soci potesse essere indelicato. Una riflessione condivisa da tutto il gruppo dirigente e che ci ha portato ad affermare che un sentito grazie a chi sceglie di far parte del nostro sistema sia non soltanto doveroso, ma anche l’occasione per incontrarsi al di là dell’ambito professionale. Per questo nel mese di novembre ci ritroveremo assieme, per condividere una serata all’insegna del sorriso. Un appuntamento di svago, che va a completare le numerose attività promosse quest’anno a tutela dell’impresa, per approfondire temi di rilievo, dal referendum costituzionale alle nuove tecnologie, alle motivazioni che costruiscono la via per un successo duraturo. Mantenendo viva l’attenzione sul lavoro e sulla piccola impresa, guardando ai temi locali e a quelli nazionali, ai bisogni delle aziende e degli uomini e le donne che la animano, come facciamo da settant’anni. Un cammino disseminato di importanti battaglie, di crisi economiche, di cambiamenti sociali e culturali repentini. Mutamenti che hanno coinvolto anche il nostro modo di fare rappresentanza, senza mai intaccare i valori fondanti: l’attenzione alla piccola impresa. Un impegno che porteremo avanti anche nei prossimi anni, certi che il ruolo chiave svolto dall’artigianato non verrà meno. Lavorando con passione per affiancare chi ci sceglie, ogni giorno, per costruire assieme il futuro. Perché come saggiamente affermava il filosofo Gottfried Wilhelm Leibniz “il presente è gravido dell’avvenire”. Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Roberto Faggiotto

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Redazione Roberta Zoli

Reg. Naz. Stampa 06185 del 17/2/98 - ROC 5252

Fotocomposizione e Stampa Litocartotecnica Citienne srl Forlì Tel. 0543 480580 • www.citienne.com

ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE

Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978

Anno VI • n. 04 SETTEMBRE 2016

Tariffa R.O.C: “Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale

redazione@confartigianato.fo.it www.confartigianato.fo.it

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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a 6 € ed è compreso nella quota associativa. La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali.


il commento associazione Come cambia la rappresentanza

Una storia lunga settant’anni

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al 1946 a oggi molte cose sono cambiate. L’Italia è una Repubblica democratica e ha un testo costituzionale definito tra i più belli al mondo, il Paese è riuscito ad affermarsi in vari ambiti e facciamo parte, a pieno titolo, dell’Unione Europea. Movimenti culturali, cambiamenti sociali, conquiste in ambito scientifico e tecnologico hanno profondamente ridisegnato la vita delle persone. Fasi di ottimismo, di espansione e di vero boom economico, sono state accompagnate da periodi difficili, di paura diffusa per lo spettro del terrorismo, di lotte, di manifestazioni di piazza e di accese proteste. Una storia intensa, ricca di eventi che, molto più che in altre epoche, hanno impresso un radicale cambio di passo. Solo per guardare alle fasi più recenti, l’esplosione di internet e delle molteplici opportunità garantite dall’accesso alla rete di tutti i cittadini, ha aperto scenari inimmaginabili. Abbiamo assistito a una vera rivoluzione culturale con importanti ricadute sociali. In tutto questo fermento, il sistema produttivo ha saputo rinnovarsi, mantenendo elevate la qualità e la capacità di incantare gli acquirenti di tutto il mondo. Il made in Italy, la bellezza e la tradizione sono elementi che ci caratterizzano nel mercato globale. Accanto all’impresa una presenza costante, il sistema Confartigianato, sigla che, nell’immediato dopoguerra, ha unito molte delle realtà nate per unire le forze delle micro e piccole imprese. E che, anche oggi, fa sentire la sua voce per tutelare le aziende. Nei momenti di crisi, come quello che si protrae dal 2008, le associazioni giocano un ruolo chiave, per la capacità di fungere da collettore e da cassa di risonanza delle necessità del sistema imprenditoriale nei confronti delle istituzioni e dei Governi. Dare voce a chi costituisce oltre il 90% dell’apparato produttivo italiano è necessario. Burocrazia, tempi di pagamento, accesso al credito centellinato, richiedono un monitoraggio costante e un dialogo puntuale con chi guida il Paese. Per l’86% degli imprenditori la complessità delle procedure amministrative è ancora un nodo chiave, siamo ben lontani dalla media europea del 62%. Un profondo gap coi competitor che riguarda anche il costo del lavoro dipendente, che supera del 13% la media Ocse, o i ritardi di pagamento, che hanno determinato la chiusura di piccole realtà travolte dalla mancanza di liquidità. Senza dimenticare l’attività del Fondo Centrale di Garanzia, oggi troppo incentrato sulle necessità delle banche di garantire il vecchio credito e non sulle esigenze delle imprese. Un’attività di dialogo continuo, frutto di un’analisi dell’andamento della realtà, costantemente al centro del lavoro del nostro ufficio studi. Sempre nell’ottica di una collaborazione costruttiva, rifuggendo le logiche dello scontro, ma con la volontà di restituire alle piccole imprese l’orgoglio di essere italiane. essere impresa • • • settembre 2016 • 3


associazione Il valore dell’intangibile

La ricchezza della cultura

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a cultura rappresenta uno strumento di crescita e consapevolezza. Mai come oggi la società, pur avendo a disposizione un potenziale pressoché infinito di opportunità, affronta una crisi di valori. L’accesso a innumerevoli fonti di informazione non riesce a tradursi in una volontà di arricchimento culturale. Una sorta di abulia pervade la massa, pronta a perdersi dietro ai moralismi del momento. L’appiattimento e la mancanza di stimoli possono rendere un popolo più facile da governare? Anestetizzare i cervelli per governare meglio? Far perdere il gusto di ciò che ha un valore estetico per atrofizzare la sensibilità delle persone? Sono interrogativi che sorgono spontanei quando ci si confronta con i programmi televisivi, in primis i reality show, che cavalcano l’onda delle polemiche più becere in nome degli ascolti, o si leggono i più diffusi rotocalchi, si ascoltano le news, si consultano i social network. Le persone si appassionano agli aspetti più trucidi delle vicende e i media solleticano gli istinti maggiormente primitivi, insistendo proprio su questi dettagli. Porre l’accento su ciò che non meriterebbe neppure di essere menzionato, nascondendosi dietro la presunta maturità di chi sarà fruitore dell’informazione. Fingendo di ignorare che l’uomo, confuso nella massa, perde la propria razionalità. Si ostenta indignazione di fronte alla presenza di leoni da tastiera, che nascosti dall’anonimato

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dal web, inducono una persona al suicidio. Come se non fosse il sistema stesso ad alimentare questo comportamento. Ci troviamo di fronte a una civiltà che, dopo aver brillato per la capacità di diffondere cultura e bello nel mondo, sta rinnegando le proprie radici? Alcuni imputano alla scuola parte delle responsabilità, incapace di suscitare l’amore per il sapere, stimolare le menti, fornire la giusta curiosità affinché i ragazzi non si omologhino agli stereotipi preconfezionati. Forse la portata del fenomeno è più ampia, come se rincorrendo il quotidiano, persi dentro a uno schermo dello smartphone, la prospettiva si fosse ridotta ai centimetri quadrati del display. Il rischio è che si perda la capacità di giudizio, l’abilità di discernere, tra la pletora di notizie che quotidianamente bombardano ogni persona, ciò che realmente merita attenzione. L’impoverimento dei contenuti culturali, trasmessi alle giovani generazioni creerà adulti incapaci di coltivare un proprio pensiero? Di un’autonomia pericolosa per il potere? Avere paura di menti pensanti, dotate del coraggio necessario per esprimere dissenso è tipico dei regimi, è questo il destino che ci attende? Ripartiamo dalla cultura, ridiamo valore all’immateriale, senza il quale ci si incammina verso un’idea di futuro che richiama in maniera allarmante lo scenario ipotizzato da George Orwell in 1984 o da Ray Bradbury in Fahrenheit 451. Libri, appunto.


associazione Istruzione fondamentale per la competitività

Conoscenza e crescita

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ella Dichiarazione universale dei diritti umani si legge “l’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le nazioni, i gruppi razziali e religiosi”. Già nel 1948 si riconosceva quindi l’istruzione come strumento per la sopravvivenza della democrazia. Assunto valido anche ai nostri giorni: il progresso di una nazione non può misurarsi soltanto nella crescita economica. Esistono altri fattori indispensabili per il benessere dei cittadini tra i quali il diritto all’istruzione, con parità di accesso e pari opportunità. Abituare una mente a essere attiva, dotarla di strumenti per essere critica e in grado di comprendere le complessità del mondo, è un mezzo per far progredire una nazione. Riflettere sul pas-

sato, per evitare di ripetere gli errori o gli orrori commessi, è uno dei principi che animano l’Europa. Perché un’Associazione di categoria promuove appuntamenti che esulano dalle mere conoscenze tecniche o da seminari per specifici mestieri, dedicandosi a riflessioni che comprendono ambiti più vasti? Siamo convinti che fra i compiti di una realtà come Confartigianato ci sia anche l’attenzione all’imprenditore e ai suoi collaboratori come soggetti parte di una comunità, con interessi e ruoli che non attengono unicamente al lavoro. Una serata per riflettere sul significato del successo, nasce dalla consapevolezza che sono le azioni positive e non l’aggressività e l’egoismo a rendere vincente un’idea imprenditoriale. Così come l’impegno a rafforzare il legame con il mondo dell’istruzione, frutto della volontà di combattere il deficit culturale che le statistiche fotografano nel nostro Paese.

L’Italia investe lo 0,9% del Pil in istruzione terziaria, mentre il resto dei Paesi Ocse quasi il doppio. Tre volte tanto gli Stati Uniti. La formazione è una necessità, il numero di laureati è insufficiente e coloro che raggiungono questo titolo di studio non riescono a trovare sbocchi professionali adeguati. Manca la coincidenza tra attività formative e le reali necessità occupazionali del mondo del lavoro. Realtà che continuano a non comunicare. Confartigianato, da anni, promuove l’interazione con il mondo dell’istruzione, a tutti i livelli, riconoscendone la centralità. Com’è possibile sottovalutare la stretta connessione tra cultura e competitività?

PIANI E OFFERTE ASSICURATIVE IN CONVENZIONE PER GLI ASSOCIATI ANAP GRUPPO TERRITORIALE DI FORLÌ L’Agenzia di Generali Italia di Forlì con la stipula di questa Convenzione è in grado di offrire una serie di piani e offerte assicurative a condizioni agevolate riservate agli associati ANAP, riguardanti la persona e l’ambito familiare. Vi presentiamo le garanzie offerte: - protezione della famiglia e dell’abitazione del socio - rischi della circolazione - rischi professionali - tutela della salute. La nostra Agenzia è il punto di riferimento per offrire soluzioni dedicate a: - previdenza integrativa e complementare - prodotti assicurativi a contenuto finanziario - prodotti per il risparmio. Vieni a trovarci. Scoprirai che investire in serenità è molto più semplice di quello che immagini.

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associazione

Sede legale a Forlì (FC), in Via Oriani, n. 1 Cod. Fisc. e n. di iscrizione al Registro delle Imprese di Forlì-Cesena 01941330407 - P.E.C.: consorziosata.fo@pec.confartigianato.it

OGGETTO

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA DEI SOCI È convocata l’assemblea generale dei soci della intestata società per il giorno 25 ottobre 2016, alle ore 20.00 presso la sede sociale, e occorrendo in seconda convocazione, per il giorno

GIOVEDÌ 27 OTTOBRE 2016 sempre presso la sede sociale ed alle ore 20.00

Per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:  Parte straordinaria: Abrogazione dell’attuale testo dello statuto sociale ed approvazione del nuovo testo, composto di 46 (quarantasei) articoli, senza modifica alla sede legale, alla durata ed all’oggetto sociale, ma con variazione alla denominazione sociale che diventa “Confartigianato Servizi Forlì - società Cooperativa”, con rivisitazione della governance per adeguamento alla più recente normativa all’interno del sistema tradizionale, con la previsione di assemblee separate dei soci e con altre modifiche atte al miglioramento dei rapporti sociali nella chiarezza degli stessi;  Parte ordinaria: Approvazione del Regolamento sul funzionamento delle assemblee separate e delle assemblee dei delegati. Le BOZZE del nuovo testo dello statuto sociale e del testo del “Regolamento sul funzionamento delle assemblee separate e delle assemblee dei delegati” sono a disposizione dei soci presso la sede sociale. Attesa l’importanza degli argomenti da trattare si auspica la massima partecipazione. IL PRESIDENTE (Alvaro Ravaglioli)

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i numeri dell’economia Credito e imprese

Il comparto costruzioni soffre ancora

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uova rilevazione sul credito effettuata dall’ufficio studi di Confartigianato. A luglio 2016 i prestiti alle società non finanziarie scendono dello 0,5%, mentre sono in positivo (+1,4%) i prestiti alle famiglie. Anche il volume dei nuovi prestiti alle imprese, dopo il ciclo positivo dello scorso anno, torna in territorio negativo e nei primi sette mesi del 2016 segna una flessione del 6,6%. L’analisi degli ultimi dati disponibili per classe dimensionale di impresa mette in luce i prestiti alle imprese medio-grandi in aumento dello 0,5% mentre persiste il calo (-1,6%) dei prestiti alle imprese con meno di 20 addetti. Il confronto internazionale sulla dinamica dei prestiti alle società non finanziarie nei principali Paesi dell’Eurozona a luglio 2016 vede una flessione per l’Italia (-0,2%) e la Spagna (-0,8%), mentre il credito alle imprese nell’Eurozona cresce dell’1,9% su base annua, con aumenti più robusti in Francia (+5,3%) e Germania (+2,9%). Sul fronte della qualità del credito un segnale di cauto ottimismo proviene dalla stabilizzazione delle sofferenze sui prestiti alle imprese: a luglio 2016 lo stock di sofferenze relative a questo specifico settore è pari a 156,9 miliardi di euro, pari al 17,9% dei prestiti lordi, ed è stabile rispetto allo stesso mese del 2015, mentre un anno prima registrava un aumento del 14,4%. Più deteriorata la situazione creditizia del comparto costruzioni, settore in cui le sofferenze rappresentano il 30,9% dei prestiti lordi, seguite dai servizi e altri con il 15,7% e dal manifatturiero con il 14,8%. La po-

litica monetaria espansiva prosegue a manifestare effetti positivi sul costo dei prestiti: a luglio 2016 il tasso di interesse sui prestiti alle società non finanziarie per nuove operazioni è pari all’1,71%, 35 punti base più basso rispetto al valore di un anno prima e di soli 4 punti base più alto rispetto a quello pagato mediamente nell’Eurozona (1,67%). Per quanto attiene all’artigianato, i dati resi disponibili grazie alla collaborazione con Artigiancassa indicano a marzo 2016 uno stock, comprensivo delle sofferenze, concesso alle imprese artigiane di 44 miliardi di euro e in diminuzione in un anno di 2,9 miliardi, pari al -6,1%, flessione più accentuata rispetto a quella delle piccole imprese fino a 20 addetti. A marzo 2016 l’artigianato rappresentava il 5% del totale dei prestiti alle imprese, ma nell’ultimo anno il calo di 2,9 miliardi di euro del comparto spiega per il 12,9% della diminuzione complessiva di 22,3 miliardi di euro rilevata per i prestiti al totale delle imprese. In quattro anni (marzo 2012-marzo 2016) i prestiti all’artigianato si sono ridotti complessivamente di un quinto (-19,1%), pari a 10,3 miliardi di euro in meno, un calo doppio rispetto a quello registrato dal totale imprese (-9,8%). La flessione del credito all’artigianato a marzo 2016 è diffusa in tutte le regioni: il calo meno accentuato è quello della Valle d’Aosta dove si registra un -3,1%, seguita dal Molise con il -2,8% e dal Friuli-Venezia Giulia con il -3,2 %; in cinque regioni su venti - che sommano prestiti per 5,5 miliardi di euro (12,5% del totale) - la dinamica tendenziale nell’artigianato migliora o è stabile rispetto a quella rilevata nel trimestre precedente. In tutte le province si registrano flessioni, di cui quarantaquattro sono superiori alla media; in trentasei province si rileva un trend dei prestiti stabile o in miglioramento rispetto al trimestre precedente, mentre nelle restanti settantaquattro si constata un peggioramento.

Il credito in Regione In ventidue province il tasso di interesse è inferiore alla media (4,82%): tra queste ben sei in Emilia Romagna; Reggio Emilia (4,25, -58 punti base in un anno), Parma (4,38, -69 punti), Forlì-Cesena (4,57, -75 punti), Piacenza (4,61, -100 punti base annui), Ravenna (4,65, -60 punti) e Bologna (4,74, -54 punti base). essere impresa • • • settembre 2016 • 7


i numeri dell’economia Economia green

Per un mercato sostenibile aumentare gli investimenti

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artigianato è protagonista dell’economia circolare, secondo la quale i prodotti mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile minimizzando la produzione di rifiuti. Al termine del ciclo di vita, le risorse restano all’interno del sistema economico e vengono trasformate in modo da creare nuovo valore. Sono 222.956 le imprese artigiane operanti nei settori della riparazione, manutenzione, riciclo e recupero, pari al 16,5% dell’artigianato, un esercito che dà lavoro a 471.505 addetti. L’artigianato rappresenta i tre quarti (75,2%) delle 296.449 imprese totali dei comparti in esame. Il territorio a più alta vocazione artigiana è Bolzano con l’88,2% (2.083 imprese), seguito da Valle d’Aosta con l’84,3% (560 imprese), Trento con l’84,0% (2.088 imprese), Marche con l’82,6% (6.855 imprese), Veneto con l’82,2% (20.940 imprese), Piemonte con l’82,0% (21.157 imprese), Emilia-Romagna con l’81,6% (19.953 imprese) e Friuli-Venezia Giulia con l’81,3% (5.041 imprese). Tra le principali province la quota più elevata di imprese artigiane interessate all’economia circolare si registra a Bolzano con l’88,2% (2.083 imprese), Cuneo con l’88,0% (3.118 imprese), Biella con l’87,3% (1.030 imprese), Savona con l’86,9% (1.516 imprese), Lecco con l’86,4% (1.601 imprese), Imperia con l’86,1% (1.201 imprese), Macerata con l’86,0% (1.527 imprese) e Rimini con l’85,7% (1.509 imprese). L’economia circolare è supportata anche dalle 387.285 imprese artigiane dell’edilizia (57,9% del totale imprese del comparto) che operano nel settore costruzioni e demolizio-

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ni, nel quale i rifiuti rappresentano il 32,5% del peso totale dei rifiuti prodotti da famiglie e attività economiche e il 39,7% dei rifiuti speciali. Il 50% delle imprese italiane con meno di 250 addetti ha minimizzato gli sprechi riciclando o riutilizzando rifiuti o vendendoli a un’altra impresa, un terzo (33%) ha ricalibrato l’uso dell’energia per minimizzare i consumi, il 29% ha rinnovato prodotti e servizi per ridurre l’uso dei materiali o utilizzando materiali riciclati, il 15% ha rivisto l’uso dell’acqua per minimizzare l’uso e massimizzare il riutilizzo e il 14% ha usato energie rinnovabili. Grazie all’impegno delle imprese, l’Italia si posiziona al penultimo posto nell’Ue a 28 per quantità di rifiuti pro capite generati da imprese e famiglie con 2.734 kg/abitante, il 45,1% in meno dei 4.982 kg/ abitante registrati per la media europea. Inoltre le emissioni di CO2 per valore aggiunto delle imprese italiane sono inferiori del 22,2% rispetto alla media dell’Ue a 28 e nei settori manifatturieri di Micro e Piccole Imprese (MPI) si osserva un’intensità di emissione del 26,3% inferiore alla media del Manifatturiero. Il 40,2% delle micro e piccole imprese fino a 20 addetti si occupa di riparazione dei prodotti ed il 15,8% di rigenerazione dei prodotti. Le tecnologie digitali hanno un impatto positivo: le imprese digitali - intese come quelle che conoscono e usano almeno una tecnologia di tale ambito - mostrano una quota relativa all’attività di riparazione quasi doppia (59,6% contro il 32,1% delle imprese non digitali) e quella dell’attività di rigenerazione è oltre tre punti superiore (19,8% contro il 13,7% delle imprese non digitali). Nel Manifatturiero e nei Servizi più di una impresa artigiana con dipendenti su quattro (26,4%) effettua investimenti in prodotti e tecnologie green a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale, pari a 77.278 unità. Il settore Manifatturiero mostra una quota maggiore (31,4%) di imprese con dipendenti artigiane green rispetto alla media (26,4%), mentre nei Servizi la quota è del 22,8%. Per i principali settori dell’artigianato l’incidenza più elevata di imprese green nella Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche con il 41,7%, Stampa e riproduzione di supporti Continua a pagina 9 • • •


i numeri dell’economia

Economia circolare: che cosa significa?

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a logica dell’economia circolare prevede che i prodotti siano progettati, realizzati e gestiti in modo da trasformare i rifiuti in risorse, con interventi lungo l’intero ciclo di vita del prodotto e non più limitati alla sola fase finale. Gli interventi possibili sono diversi, quali per esempio l’alleggerimento, con la riduzione la quantità di materie necessarie a fornire un determinato servizio; la durabilità con allungamento della vita utile dei prodotti; l’efficienza, con riduzione del consumo di energia e di materie nelle fasi di produzione e di uso; la sostituzione che riduce l’uso di materie pericolose o difficili da riciclare nei prodotti e nei processi di produzione; la progettazione ecocompatibile basata sulla concezione di prodotti facili da mantenere in buono stato, da riparare, ammodernare, rifabbricare o riciclare; lo sviluppo dei servizi manutenzione e la riparazione rivolti ai consumatori; gli incentivi per ridurre i rifiuti, per la corretta separazione e per l’adozione di sistemi • • • Segue da pagina 8

Economia green

Per un mercato sostenibile aumentare gli investimenti registrati con il 34,7%, Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi con il 32,7%, Fabbricazione di macchinari e apparecchiature con il 32%, Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche con il 31,9%, Alimentari con il 31,6%, Fabbricazione di prodotti in metallo con il 30,9%, Legno e mobili con il 30,7%, Altre manifatture con il 30,4% e Trasporto terrestre con il 30,1%. Sul territorio la quota più elevata di imprese artigiane green si colloca nelle Marche (27,1%), Veneto (27,0%), Toscana (26,9%), Emilia-Romagna (26,8%), Lombardia, Umbria, Piemonte e Provincia Autonoma di Trento (tutte con il 26,6%). Tra le province principali le incidenze più elevate per Fermo e Prato (entrambe con il 28,0%), Arezzo (27,6%), Macerata, Vicenza e Reggio Emilia (tutte con il 27,5%), Lecco, Cuneo e Brescia (tutte con il 27,4%), Bergamo (27,3%), Modena, Treviso e Padova (tutte con il 27,2%), Firenze, Pesaro e Urbino e Barletta-Andria-Trani (tutte con il 27,1%).

di raccolta differenziata che contengano al minimo i costi di riciclaggio e riutilizzo; la simbiosi industriale che favorisce il raggruppamento di attività per evitare che i sottoprodotti diventino rifiuti; l’orientamento al noleggio, prestito o condivisione invece dell’acquisto e la creazione di mercati delle materie prime secondarie (materie riciclate).

Rallentano le esportazioni

Made in Italy e crisi russa Il ristagno dell’economia russa, caratterizzato da una lunga recessione, ha determinato effetti sulle esportazioni di made in Italy. Si registrano, infatti, un calo del PIL del 3,7% per lo scorso anno e dell’1,2% per il 2016, dato non ancora definitivo. Il volume di beni importati ha iniziato a scendere nel 2014 (-6,9%) per crollare nel 2015 (-28,4%) e segnare una ulteriore flessione (-3,6%) nel 2016. Alla bassa crescita si sovrappone una marcata svalutazione del rublo, amplificando l’impatto negativo sulle vendite dei prodotti italiani sul mercato russo, uno dei mercati del made in Italy più dinamici negli ultimi anni: ad agosto si rileva un deprezzamento del rublo del 51,1% rispetto ad agosto 2014. L’analisi dei più recenti dati del commercio estero relativi ai mercati extra Ue evidenzia che il valore annualizzato nel mese di agosto 2016 dell’export verso la Federazione Russa è pari a 6.779 milioni di euro e mostra un calo tendenziale - che perdura da oltre due anni - e che è pari all’11,5%. Da inizio anno si rileva comunque una attenuazione della caduta. Il valore 2016, annualizzato, dell’export verso la Federazione Russa risulta in calo di 3.840 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2013 e pari a una diminuzione del 36,2%. L’analisi per territorio mostra che la regione con la maggiore esposizione nei settori oggetto dello studio sul mercato russo - valutata come incidenza percentuale delle esportazioni manifatturiere dei settori a più alta concentrazione di MPI sul valore aggiunto del territorio - sono le Marche con lo 0,78%, seguono l’EmiliaRomagna con lo 0,37%, il Veneto con lo 0,35% e la Toscana (0,23%). Tra le prime dieci province per esposizione, spicca Fermo con l’export di MPI sul valore aggiunto regionale pari al 2,83%, seguita - a notevole distanza - da Macerata (0,88%), Rimini con lo 0,87%, Reggio Emilia con lo 0,81%, Ascoli Piceno (0,67%), Pesaro-Urbino (0,65%), in coda Forlì-Cesena con lo 0,53%. essere impresa • • • settembre 2016 • 9


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notiziario tecnico

Consulenza fiscale • a cura di Roberto Mambelli LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO IN MATERIA FISCALE PER LA LEGGE DI BILANCIO 2017 L’istituzione dell’IRI (imposta sul reddito dell’impresa) per ditte individuali e società di persone I redditi prodotti da imprese individuali e società di persone, imprese che possiamo definire personali, entrano nel perimetro, ai fini dell’imposizione diretta, delle persone fisiche con la conseguenza che i redditi prodotti nell’esercizio dell’attività d’impresa, ancorchè siano reinvestiti nell’azienda, sono tassati per trasparenza in capo all’imprenditore individuale e ai suoi collaboratori familiari ovvero ai soci. L’istituzione dell’IRI, con la quale la tassazione del reddito prodotto verrebbe, per così dire “sdoppiata”, favorirebbe la capitalizzazione delle imprese, in quanto la parte di reddito non prelevata dal titolare o dai soci sconterebbe una tassazione più leggera(stessa aliquota proporzionale prevista per i soggetti IRES, dal 2017 pari al 24%) mentre la quota prelevata andrebbe, come oggi, assoggettata ad aliquota progressiva. Ovviamente, in sede di attuazione, dovranno essere ricercate modalità applicative improntate a criteri di semplificazione. In particolare, dal momento che l’applicazione dell’IRI comporterà l’evidenziazione in contabilità (necessariamente ordinaria) dei prelievi e versamenti del titolare o dei soci, l’agevolazione andrà riconosciuta solo previa opzione da parte dei soggetti interessati. In questo modo sarà garantito che la nuova imposta favorirà quelle imprese più strutturate che hanno tutte le potenzialità e la voglia di crescere, raggiungendo, in tal modo,anche parte degli obiettivi prefissati dalla legge delega di riforma del sistema fiscale (legge n. 23 del 2014).

I vantaggi dell’IRI:  uniformità di tassazione del reddito d’impresa indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto: in assenza di distribuzione di utili (per le società di capitali) o di prelievi per le imprese personali,il reddito d’impresa è tassato, dal 2017, ad aliquota del 24%;

 scinde il reddito dell’impresa da quello dell’imprenditore rendendo possibile sgravare in modo sostanziale e percepibile il reddito reinvestito nell’impresa (il reddito non distribuito è tassato all’aliquota dell’imposta sulle società, che è generalmente inferiore all’aliquota marginale massima dell’imposta personale dell’imprenditore o dei soci). Quindi,viene riconosciuta, concedendo un carico fiscale ridotto, l’utilità sociale della patrimonializzazione e dell’investimento nell’azienda;  mantiene una tassazione analoga a quella degli altri redditi da lavoro sulla parte di reddito che l’imprenditore ritrae dall’azienda per soddisfare i propri bisogni, infatti ai fini IRPEF i redditi da lavoro (dipendente, autonomo, d’impresa) restano tassati in maniera analoga in capo alle persone fisiche percettori.

Tassazione per cassa del reddito d’impresa dei soggetti in contabilità semplificata Con l’introduzione del “criterio di cassa”per la determinazione del reddito d’impresa delle imprese personali in contabilità semplificatasi avvicinerebbe il momento del prelievo d’imposta alle concrete disponibilità finanziarie evitando -come del resto già avviene per le attività professionali -esborsi per imposte su proventi non ancora incassati. In tal modo, inoltre, si alleggerirebbe il problema della mancanza di liquidità per le imprese di minori dimensioni che soffrono i negativi effetti, sia dei cronici ritardi di pagamento sia del “credit crunch”. Nella nuova determinazione per cassa del reddito d’impresa:  non concorre alla determinazione del reddito il valore delle rimanenze dell’anno; fermo restando il riconoscimento, al momento dell’accesso al regime di cassa, del costo relativo a quelle dell’ultimo anno di determinazione del reddito con criteri di competenza economica;  vanno previste modalità semplificate per quelle imprese che, operando quasi totalmente nell’ambito del B2C, non hanno interesse a seguire le movimentazioni finanziarie;  anche il calcolo del valore della produzione ai fini IRAP deve essere adeguatoalla nuova modalità di determinazione del reddito.

Definizione dell’autonoma organizzazione ai fini IRAP È fondamentale definire in modo inequivocabile, anche alla luce delle ultime sentenze della Corte di Cassazione (cfr. sent. n. 9451 del 10 maggio 2016), le caratteristiche delle imprese individuali che sono escluse Continua a pagina 12 • • • essere impresa • • • settembre 2016 • 11


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dal pagamento dell’IRAP per l’assenza dell’autonoma organizzazione. Sebbene, infatti, la giurisprudenza di diritto abbia ormai sancito questa esclusione, l’area dei requisiti per poter accedere a tale esenzione risulta essere tutt’altro che chiara, lasciando molte imprese nel dubbio se rischiare di non pagare il tributo con tutte le incertezze del caso, ovvero, di pagare per poi presentare istanza di rimborso. È una situazione di dubbio che deve essere dissipata al più presto. A tal fine, si potrebbero mutuare, per definire l’esclusione dal tributo, i requisiti individuati per l’accesso al nuovo regime forfetario, a prescindere, però, dal volume di ricavi ritratto dall’attività economica.

Neutralità fiscale delle cessioni d’azienda a titolo oneroso Per favorire la crescita è importante agevolare e stimolare i giovani che vogliano “mettersi in proprio” senza dover subire un eccessivo carico fiscale. Occorre creare le condizioni per aumentare ed agevolare la “mobilità delle aziende”. Al pari occorre evitare che sul mercato permangano delle aziende che, sebbene abbiano delle potenzialità inespresse, siano gestite da imprenditori non più motivati che non cessano l’attività solo per non pagare le tasse connesse all’incremento del valore degli immobili o sull’avviamento. Per raggiungere questo obiettivo, previsto peraltro nella legge delega di riforma fiscale, si potrebbe estendere, a determinate condizioni, alle cessioni a titolo oneroso di aziende il regime di neutralità fiscale riconosciuto nelle ipotesi di conferimento d’azienda. In tal caso, ferma la completa neutralità per il cedente, il cessionario dell’azienda avrebbe la possibilità di ottenere il riconoscimento fiscale dei plusvalori non emersi sui beni materiali (ad esempio immobili) ed immateriali (ad esempio avviamento), attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva, in analogia con quanto già previsto dalla legge in tema di conferimento d’azienda.

Deducibilità dell’IMU dal reddito d’impresa Occorre rendere totalmente deducibile dal reddito d’impresa e dal reddito di lavoro autonomo l’IMU

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corrisposta sugli immobili strumentali all’esercizio dell’attività economica. Tale deducibilità, oggi ferma al 20% del suo ammontare, deve divenire totale magari procedendo gradualmente in un arco temporale di un triennio. Va sottolineato, peraltro, che la parziale deducibilità dell’imposta viola il principio della capacità contributiva sancito dall’articolo 53 della Costituzione. È evidente, infatti, che l’IMU -gravando sugli immobili strumentali allo svolgimento dell’attività economica -rappresenta un costo inerente alla realizzazione del reddito d’impresa e di lavoro autonomo da cui, pertanto, deve essere riconosciuta la totale deducibilità.

Dalla proroga degli eco bonus un sostegno alla crescita È necessario prorogare, anche per il 2017, nelle medesime misure del 50 per cento e del 65 per cento, le agevolazioni fiscali relative agli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, in virtù degli effetti positivi che questi benefici fiscali hanno avuto in questi anni su settori trainanti dell’economia nazionale duramente colpiti dalla crisi, e -a maggior ragione -per l’efficacia che potranno continuare ad avere per favorirne la ripresa economica.

Ridurre gli oneri burocratici per le imprese semplificando il sistema fiscale Secondo l’ultimo Rapporto della Banca Mondiale (“Doing Business 2016”), nel nostro Paese ad un’impresa, per assolvere ai soli adempimenti fiscali, occorrono 269 ore l’anno (pari a 34 giornate lavorative), ossia, oltre 100 ore in più (13 giornate) rispetto alla media dei Paesi dell’Area Euro. Un sistema fiscale così complicato e farraginoso è inevitabile che conduca a rapporti conflittuali tra Fisco e contribuenti-imprese. In questo contesto, una prima risposta alle richieste delle imprese è stata fornita con il Decreto n. 175 del 21 novembre 2014, con cui è iniziato il processo di semplificazione degli adempimenti in materia fiscale. Le misure contenute in tale provvedimento vanno nella giusta direzione ma non bastano. Nella Legge di bilancio 2017 va data attuazione alle proposte di semplificazione presentate al Tavolo tecnico istituito Continua a pagina 13 • • •


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dal Ministero dell’Economia e delle Finanze quali:  eliminazione delle comunicazioni black list di cui all’articolo 1 del D.L. n. 40 del 2010;  soppressione dell’obbligo di comunicazione in relazione agli acquisti intervenuti con San Marino;  abrogazione dei modelli INTRA acquisti;  eliminazione dell’obbligo di comunicazione dei dati relativi ai beni concessi in godimento ai soci o familiari e dei finanziamenti;  spostamento del termine di versamento ordinario dei debiti dovuti in base alle dichiarazioni annuali dal 16 giugno al 30 giugno di ogni anno, ovvero al 31 luglio con maggiorazione;  revisione della misura della maggiorazione dello 0,4% mensile corrispondente ad un tasso annuale del 4,8%, agganciandola al saggio annuale di interesse legale attualmente stabilito nella misura del 0,2% annuo;  spostamento del termine relativo ai versamenti ed agli adempimenti scadenti nel mese di agosto, dal 20 alla fine dello stesso mese di ogni anno;  unificazione delle scadenze di versamento per i soggetti titolari e non di partita IVA. Si ritiene che l’attuazione delle predette misure possa consentire ai contribuenti ed agli intermediari di affrontare la delicata operazione di determinazione del debito tributario con un congruo margine di tempo, con conseguente riduzione della possibile insorgenza di errori da parte dei medesimi soggetti

Abrogazione immediata dello “split payment” L’Europa ha autorizzato l’applicazione dello “split payment”, fino al 31 dicembre 2017, con l’impegno del nostro Paese di garantire i rimborsi dell’IVA entro 3 mesi dalla richiesta. Tuttavia, considerando gli ingenti danni finanziari che questo istituto sta creando alle imprese fornitrici della P.A., è fondamentale procedere alla sua immediata abrogazione. I controlli sull’effettivo pagamento dell’IVA dovuta sulle fatture possono essere fatti in modo tempestivo, grazie all’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria nelle transazioni commerciali effettuate nei confronti della P.A.

Riduzione al 4 per cento della ritenuta sui bonifici relativi a spese che concedono detrazioni fiscali L’attuale ritenuta dell’8 per cento applicata dalle banche sui bonifici che riconoscono detrazioni fiscali costituisce un’altra misura che crea pesanti ripercussioni finanziarie sulle imprese, generando situazioni

croniche di crediti fiscali. Applicare l’aliquota dell’8 per cento sui ricavi in settori economici che -sulla base dei dati degli studi di settore -dimostrano una redditività del 10 per cento, significa chiedere l’anticipazione dell’80 per cento del reddito realizzato. È fondamentale, pertanto, ridurla ad una misura non superiore al 4 per cento. Per mantenere tracciabilità dei flussi relativi ai ricavi delle imprese non è necessario mantenere una così elevata aliquota, è sufficiente un’aliquota minima.

Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani FONDO DI INTEGRAZIONE SALARIALE (FIS) Facendo riferimento a quanto illustrato nel notiziario Confartigianato pubblicato lo scorso mese di febbraio, ora l’INPS con la circolare n. 176 del 9 settembre 2016 dà piena operatività al Fondo di integrazione salariale (FIS) che, in base a quanto previsto dal d.lgs. 148/15, subentra al vecchio Fondo di solidarietà residuale INPS nell’assicurare una tutela in costanza di rapporto di lavoro ai lavoratori di datori di lavoro che occupano mediamente più di 5 dipendenti, appartenenti a settori, tipologie e classi dimensionali non rientranti nell’ambito di applicazione della CIGO/CIGS e che non hanno costituito altri Fondi di solidarietà bilaterali (come il settore artigiano con FSBA). Mentre per le aziende già soggette al precedente Fondo di solidarietà residuale i versamenti contributivi sono proseguiti senza soluzione di continuità, rispetto al 2015, dallo scorso mese di gennaio, con l’emanazione della circolare n. 176 l’Istituto fornisce le necessarie ed attese istruzioni operative per il versamento della contribuzione, dovuta da gennaio a settembre 2016, da parte datori di lavoro che occupano mediamente da più di 5 fino a 15 dipendenti.

Datori di lavoro destinatari Relativamente all’ambito di applicazione del FIS, la novità più rilevanti è la sua estensione dal 1° gennaio 2016 ai datori di lavoro che occupano mediamente più di 5 dipendenti (in precedenza più di 15), ferma Continua a pagina 14 • • • essere impresa • • • settembre 2016 • 13


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restando l’appartenenza a settori, tipologie di datori di lavoro e classi dimensionali che non rientrano nell’ambito di applicazione della normativa in materia di cassa integrazione guadagni, per i quali non siano stati stipulati accordi volti all’attivazione di un Fondo di solidarietà bilaterale. Un’ulteriore novità, rispetto alla previgente disciplina, è quella che ai fini del raggiungimento della soglia dimensionale utile per il versamento della contribuzione al FIS vanno computati anche gli apprendisti. Riepilogando, dunque, l’adesione al FIS è obbligatoria, a far data dal 1° gennaio 2016 per i datori di lavoro: ➤ che occupino mediamente più di 5 lavoratori, verifica da fare mese per mese e con riferimento al semestre precedente, considerando tutti i lavoratori dipendenti (compresi lavoranti a domicilio, dirigenti, apprendisti); ➤ anche non rientranti nella categoria degli “imprenditori”; ➤ appartenenti a settori non rientranti nell’ambito di applicazione di CIG / CIGS / CDS; ➤ appartenenti a settori nei quali non siano stati attivati Fondi di solidarietà bilaterali (anche alternativi, come quello dell’artigianato - FSBA). Per quanto riguarda le modalità di computo dell’organico aziendale, sono indispensabili alcuni chiarimenti: ➤ si applicano le consuete disposizioni per lavoratori part time (in proporzione all’orario svolto con consueto arrotondamento) e intermittenti (computati in proporzione all’orario effettivamente svolto nel semestre); ➤ si contano tutti gli apprendisti (anche quelli assunti con apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore e con apprendistato di alta formazione e ricerca, anche se come vedremo di seguito questi soggetti non rientrano - a differenza degli apprendisti professionalizzanti - tra i beneficiari degli ammortizzatori qui in argomento); ➤ i lavoratori assenti, anche se non retribuiti, vanno computati, a meno che non sia stato assunto un altro lavoratore per la loro sostituzione; in tal caso si computa solo il lavoratore sostituto; ➤ la media semestrale deve ricomprendere anche eventuali periodi di sosta o sospensioni stagionali; ➤ per le aziende “nuove”, si tiene conto dei mesi di effettiva attività (per l’azienda “neo-nata” il dato occupazionale medio sarà quello di quel mese).

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Si evidenzia che il requisito occupazionale, parametrato su un arco temporale di sei mesi, può comportare una fluttuazione dell’obbligo contributivo, nel caso di oscillazione del numero delle unità occupate in più o fino a cinque: in tal caso l’obbligo sussiste nel periodo di paga successivo al semestre nel quale sono stati occupati, in media, più di cinque dipendenti e non sussiste nel periodo di paga successivo al semestre nel quale sono stati occupati, in media, fino a cinque dipendenti. L’INPS ha inoltre aggiornato la tabella dove vengono indicate le “caratteristiche” (codice statistico contributivo, codice di autorizzazione e codice Ateco2007) delle aziende rientranti nella disciplina del FIS. Un’importante precisazione riguarda poi proprio il settore artigiano; rientrano nell’ambito di applicazione del Fondo bilaterale (FSBA) - e sono pertanto escluse dal FIS - le aziende: ➤ in possesso delle caratteristiche previste dalla cd. “legge quadro” dell’artigianato indipendentemente dal contratto collettivo applicato; ➤ le Confederazioni di settore e le Società di servizio alle imprese associate, dalle stesse costituite, partecipate o promosse e i correlativi enti bilaterali di livello nazionale e territoriale, indipendentemente dal settore di inquadramento.

Lavoratori beneficiari Sono destinatari delle del FIS tutti i lavoratori con contratto di lavoro subordinato, compresi gli apprendisti professionalizzanti, con esclusione di: ➤ dirigenti; ➤ lavoratori a domicilio; ➤ lavoratori con contratto di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore e apprendistato di alta formazione e ricerca. Come per CIGO/CIGS/CDS è richiesta un’anzianità di almeno 90 giorni di effettivo lavoro presso l’unità produttiva in riferimento alla quale è stata presentata la domanda; analoghe anche le indicazioni sul computo delle suddette 90 giornate (oltre che delle giornate di lavoro si tiene conto di giorni di assenza ferie, festività, infortunio, maternità obbligatoria). I giorni sono da intendersi “di calendario”, pertanto - in caso ad es. di articolazione dell’orario di lavoro su 5 giorni a settimana - si computano sia i sabati sia le domeniche o gli eventuali altri giorni di riposo settimanale.

Prestazioni Il Fondo di integrazione salariale garantisce le seContinua a pagina 15 • • •


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guenti due prestazioni: ➤ l’assegno di solidarietà, per i lavoratori beneficiari (si veda sopra) dipendenti di aziende con organico medio superiore a 5 unità; ➤ l’assegno ordinario, riservato ai soli dipendenti di datori di lavoro che occupano mediamente più di quindici dipendenti nel semestre precedente la data di inizio delle sospensioni o delle riduzioni di orario di lavoro;

Assegno di solidarietà Novità introdotta dal D.Lgs. 148/2015 è la prestazione dell’assegno di solidarietà che garantisce l’integrazione salariale in favore dei dipendenti di datori di lavoro che stipulano con le organizzazioni sindacali accordi collettivi aziendali programmando una riduzione dell’orario di lavoro al fine di evitare licenziamenti collettivi ovvero licenziamenti plurimi individuali. La riduzione media oraria non può superare il 60% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori interessati e, in capo a ciascun lavoratore, non può superare il 70% nell’arco dell’intero periodo per il quale l’accordo di solidarietà è stipulato. La gestione della solidarietà è demandata agli accordi collettivi aziendali, che possono prevedere periodi di maggior lavoro (ovvero minori riduzioni di orari) a fronte di sopravvenute esigenze. L’assegno di solidarietà può essere corrisposto per un massimo di 12 mesi in un biennio mobile. Operativamente, per accedere alla prestazione occorre, così come per la CIG, presentare all’INPS competente per territorio (con riferimento all’unità produttiva interessata dalla riduzione) un’istanza esclusivamente in via telematica - entro sette giorni dalla data dell’accordo sindacale e la riduzione dell’attività lavorativa deve avere inizio entro il trentesimo giorno successivo alla data di presentazione della domanda.

Assegno ordinario Il Fondo garantisce in relazione alle causali di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa previste dalla normativa in materia di cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, la prestazione di un assegno ordinario di importo pari all’integrazione salariale in favore dei lavoratori dipendenti, anche a tempo determinato o parziale, compresi gli apprendisti, esclusi i dirigenti ed i lavoratori a domicilio, di imprese che abbiano occupato mediamente più di quindici dipendenti nel semestre precedente la data di inizio delle sospensioni o delle riduzioni dell’orario di lavoro. In particolare, le causali per il ricorso all’assegno ordinario sono:

➤ situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, escluse le intemperie stagionali; ➤ situazioni temporanee di mercato; ➤ riorganizzazione aziendale; ➤ crisi aziendale, ad esclusione dei casi di cessazione dell’attività produttiva dell’azienda o di un ramo di essa. L’assegno può essere concesso esclusivamente per il tempo necessario alla ripresa dell’attività produttiva interrotta. Nessuna prestazione è dovuta dal fondo in caso di cessazione anche parziale di attività. La durata massima dell’intervento è pari a 26 settimane nel biennio mobile. Occorre poi verificare gli altri limiti che il legislatore ha introdotto per la cassa integrazione guadagni: ➤ in caso di fruizione dell’assegno ordinario per 26 settimane consecutive, un nuovo intervento potrà essere richiesto solo dopo che sia trascorso un periodo di almeno 78 settimane di normale attività lavorativa; ➤ nell’ambito delle 26 settimane sul biennio mobile, non possono comunque essere autorizzate ore eccedenti il limite di un terzo delle ore lavorabili nel biennio mobile in riferimento a tutti i lavoratori dell’unità produttiva mediamente occupati nel semestre precedente; La domanda di accesso all’assegno ordinario, a prescindere dalla causale invocata, deve essere presentata alla Struttura INPS territorialmente competente in relazione all’unità produttiva non prima di 30 giorni e non oltre il termine di 15 giorni dall’inizio della sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. In pratica però, il termine da tenere in considerazione è il secondo (15 giorni successivi), considerato che l’unica sanzione nel caso di presentazione prima dei 30 giorni precedenti la riduzione è che la domanda non possa essere ricevuta dall’INPS, mentre - per converso - una domanda presentata dopo i 15 giorni successivi ha le stesse conseguenze della domanda di CIG presentata in ritardo (l’istanza decorrere non prima di una settimana dalla presentazione, cioè dal lunedì della settimana precedente - Es.: riduzione da 1/1/16; istanza presentata tardivamente in data 20/01/2016: la prestazione decorre da lunedì 11/1/16).

Tetto aziendale e durata massima delle prestazioni Il Fondo di integrazione salariale, ha l’obbligo di bilancio in pareggio e non può erogare prestazioni in carenza di disponibilità. Per tale motivo gli interventi sono concessi previa costituzione di specifiche riserve finanziarie ed entro i limiti delle risorse acquisite. Per garantire tale equilibrio finanziario e la possibilità per Continua a pagina 16 • • • essere impresa • • • settembre 2016 • 15


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il Fondo di erogare prestazioni nei limiti delle risorse acquisite, è previsto un limite specifico di accesso per ciascun datore di lavoro alle risorse del Fondo. Le prestazioni da questo garantite, sono infatti determinate, per ciascun datore di lavoro, a partire dall’anno 2022 in misura non superiore a quattro volte l’ammontare dei contributi ordinari dovuti dal medesimo datore di lavoro, tenuto conto delle prestazioni già deliberate a qualunque titolo a favore dello stesso (c.d. tetto aziendale). Per permettere l’erogazione delle prestazioni nei primi anni di operatività, dal 2016 al 2021 è stata prevista una mitigazione del limite sopra indicato: per il 2016 nessun tetto aziendale, mentre per il 2017 dieci volte l’ammontare della contribuzione ordinaria dovuta. Esiste poi un ulteriore limite, non legato alle risorse, quanto piuttosto ai periodi, che fissa in 24 mesi in un quinquennio mobile la durata complessiva per i quali possono essere autorizzati i trattamenti di assegno ordinario e di assegno di solidarietà (contatore unico). In pratica, le due prestazioni possono essere richieste nel rispetto dei seguenti limiti: ➤ 36 mesi di assegno di solidarietà (i primi 24 computati al 50%, per cui “esauriscono” solo 12 mesi del limite, i restanti 12 mesi al 100%, per un “uso complessivo” pari a 24 mesi); ➤ 24 mesi di assegno di solidarietà (computati al 50%, per cui 12 mesi) + 6 mesi di assegno ordinario + altri 6 mesi di assegno ordinario (totale 24 mesi); ➤ 24 mesi di assegno di solidarietà (computati al 50%, per cui 12 mesi)+ 6 mesi di assegno ordinario + 6 mesi di assegno di solidarietà (computati al 100%, per un totale complessivo di 24 mesi).

Misura delle prestazioni La misura delle prestazioni per le ore di lavoro non prestate è calcolata in modo equivalente a quanto previsto per i trattamenti di cassa integrazione guadagni ordinaria: sono calcolati in misura pari all’80 per cento della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate, comprese tra le ore zero e il limite dell’orario contrattuale. L’importo così determinato è ridotto dell’importo derivante dall’applicazione delle aliquote contributive previste a carico degli apprendisti, ad oggi pari al 5,84%, e non può superare per il 2016 gli importi massimi mensili indicati nella circolare INPS n. 48 del 14/03/2016.

Pagamento delle prestazioni Avvenuta l’autorizzazione dell’ammortizzatore richiesto da parte dell’INPS competente, la prestazione sarà pagata per il tramite del datore di lavoro (meccanismo a conguaglio o a rimborso), entro il termine di decaden-

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za di sei mesi dalla fine del periodo di paga in corso alla scadenza del termine di durata della concessione o dalla data del provvedimento se successivo. In sede di prima applicazione, fino a che INPS non diramerà istruzioni operative per il pagamento a conguaglio, lo stesso - sia per quello che riguarda l’assegno ordinario sia per quello che riguarda l’assegno di solidarietà - avverrà con pagamento diretto a cura dell’Istituto.

Contribuzione per il finanziamento delle prestazioni Contribuzione ordinaria Le prestazioni erogate dal Fondo di integrazione salariale sono finanziate, a decorrere dal 1° gennaio 2016, dai seguenti contributi: a) per i datori di lavoro che occupano mediamente più di 15 dipendenti, la contribuzione ordinaria è pari allo 0,65% (di cui un terzo a carico del lavoratore) della retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali; b) per i datori di lavoro che occupano mediamente più di 5 fino a 15 dipendenti il contributo ordinario è pari allo 0,45% (di cui un terzo a carico del lavoratore) della retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali.

Contribuzione addizionale È dovuto a seguito dell’erogazione di una prestazione (assegno ordinario o di solidarietà) ed è pari al 4% della retribuzione persa per effetto della riduzione / sospensione. Anche in questo caso, per quanto riguarda gli aspetti più marcatamente operativi, l’INPS fa riserva di fornire ulteriori indicazioni.

Adempimenti procedurali Come riferito nel notiziario Confartigianato pubblicato lo scorso mese di febbraio, le aziende che risultavano già iscritte al Fondo di solidarietà residuale erano tenute a versare al FIS, a far data dal 1° gennaio 2016, senza soluzione di continuità rispetto al previgente quadro normativo, limitandosi ad adeguare l’aliquota di finanziamento (0,65%). Al contrario, per i “nuovi soggetti” (datori di lavoro con media occupazionale tra più di 5 e 15 dipendenti e datori di lavoro che non rientrano nella definizione di “imprenditori”), l’obbligo di indicare sul flusso Uniemens la contribuzione FIS decorrere dal mese di ottobre 2016.

Occorre inoltre regolarizzare la contribuzione dovuta da gennaio a settembre 2016. Continua a pagina 17 • • •


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Come sempre avviene in materia contributiva, per la regolarizzazione delle competenze arretrate (in questo caso per i periodi compresi da gennaio a settembre 2016), questa potrà essere effettuata entro il giorno 16 del terzo mese successivo a quello di emanazione della circolare INPS (pertanto entro il 16 dicembre prossimo) senza aggravio di oneri o interessi. Resta ferma la possibilità di presentare una istanza di rateazione, in presenza dei presupposti generali alla base delle dilazioni contributive per debiti in fase amministrativa, con aggravio degli interessi di dilazione nella misura vigente alla data di presentazione della domanda. Le aziende che si avvarranno di questa facoltà entro la stessa data del 16 dicembre, essendo comunque tenute al versamento anche delle quote a carico di dipendenti, potranno recuperare ratealmente la quota sospesa nei confronti del lavoratore. PER ULTERIORI INFORMAZIONI E/O CHIARIMENTI E’ POSSIBILE RIVOLGERSI AI NOSTRI UFFICI

Modifiche al Jobs Act in materia di lavoro accessorio Novità: è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il D.Lgs. n. 185/2016 contenente, tra le altre, disposizioni integrative e correttive in materia di lavoro accessorio. In particolare viene modificata la disciplina della comunicazione obbligatoria preventiva: il datore di lavoro ha ora l’obbligo di comunicare, almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa, alla sede competente dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, nonché il luogo di lavoro, il giorno e l’ora di inizio e di fine della prestazione. Parzialmente diversi sono invece i dati da inserire nella suddetta comunicazione per gli imprenditori agricoli In caso di mancata effettuazione della comunicazione obbligatoria sopra decritta, verrà applicata al datore di lavoro una sanzione amministrativa (non diffidabile) da un minimo di € 400,00 ad un massimo di € 2.400,00 per ogni lavoratore interessato.

Modifiche al Jobs Act in materia di apprendistato Oltre ad alcune modifiche sulla disciplina dell’apprendistato di alta formazione e ricerca in merito alla regolamentazione dei profili formativi, il D.Lgs. 185/2016 ha previsto, per i contratti di apprendistato per la qualifica o il diploma professionale stipulati sulla base del D.Lgs. 167/2011 ora abrogato, la possibilità di essere prorogati di un anno, qualora alla scadenza l’apprendista non abbia conseguito la qualifica o il diploma professionale.

CIGO per eventi meteorologici: specificazione sui termini per la presentazione Il D.Lgs. 185/2016 ha specificato, per la presentazione della domanda di cassa integrazione relativa ad eventi oggettivamente non evitabili (eventi meteorologici), l’applicabilità del termine della fine del mese successivo a quello in cui si è verificato l’evento.

Collocamento obbligatorio e sanzioni Il D.Lgs. n. 185/2016 ha ridefinito la sanzione amministrativa, diffidabile, applicabile ai datori di lavoro che non ottemperano entro i termini di legge, per cause a loro imputabili, all’obbligo di assunzione di personale disabile. La nuova sanzione amministrativa è pari a € 153,20 per ogni giorno e per ogni lavoratore “scoperto”.

Dimissioni e risoluzione consensuale on line Il legislatore ha inserito anche i consulenti del lavoro e le sedi territoriali dell’Ispettorato nazionale del lavoro tra i soggetti abilitati alla trasmissione del modulo telematico previsto dalla nuova procedura on line per la comunicazione delle dimissioni volontarie e delle risoluzioni consensuali.

Affari generali • a cura di Monica Gori Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione Il Mercato Elettronico della P.A. (MePA) è il mercato digitale in cui le Amministrazioni possono acquistare, per valori inferiori alla soglia comunitaria, i beni e servizi offerti da imprese fornitrici abilitate a presentare i propri cataloghi sul sistema. Con apposito decreto sono stati ampliati gli ambiti operativi e sono stati pubblicati i nuovi bandi per l’abilitazione di imprese esecutrici di “Lavori di manutenzione”. Grazie alla facoltà introdotta dalla Legge di stabilità 2016, Amministrazioni e imprese potranno negoziare sul Portale Acquisti in Rete non solo acquisti di beni o servizi, ma anche appalti di lavori, con tutti i vantaggi in termini di semplificaContinua a pagina 18 • • • essere impresa • • • settembre 2016 • 17


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 17

zione, rapidità e trasparenza legati all’utilizzo di uno strumento smaterializzato. Le imprese possono già inviare la domanda di abilitazione e potranno rispondere alla richiesta di offerta delle Amministrazioni per appalti di lavori fino a 1 milione di euro. I bandi sono stati organizzati sulla base della specificità delle opere oggetto di manutenzione: dalle opere edili ai beni del patrimonio culturale, dalle opere stradali, ferroviarie e aeree a quelle idrauliche, marittime e delle reti gas, dagli impianti al settore ambiente e territorio, per finire con le opere specializzate. Per ciascun Bando, gli operatori economici si possono abilitare per l’esecuzione di lavori con importi inferiori a euro 150.000 (in tal caso attestando il possesso dei requisiti di cui all’art. 90 del D.P.R. n.207/2010) oppure per lavori con importi pari o superiori a euro 150.000 (attestando la relativa qualificazione SOA). Per ulteriori informazioni contattare lo “Sportello MePA” di Confartigianato Forlì, Giancarlo Galleggianti 0543/452883 galleggianti@confartigianato.fo.it

scegliere quali Blacklist abilitare; le liste sono aggiornate automaticamente ogni giorno. Tramite semplici report, a norma di Legge ed in linea con lo Statuto dei Lavoratori, sarà possibile valutare l’utilizzo dello strumento internet e modificare le proprie politiche di sicurezza. È possibile proteggere sia le postazioni PC fisse sia i dispositivi mobile collegati alla rete WiFi aziendale. In dettaglio, FlashStart Cloud:  filtra i siti non idonei all’attività lavorativa  blocca i siti infetti che causano problemi ai pc  elimina le perdite di tempo durante l’orario di lavoro  aumenta la produttività aziendale  blocca i Paesi a rischio virus e hacker (geolocation)  rimuove immagini e contenuti indesiderati da Google  blocca i social network o li abilita solo in alcuni orari  riduce i rischi legali di una navigazione incontrollata  protegge gli accessi alla rete WiFi aziendale

Sicurezza nel web

 tutelare il Titolare dai rischi legali

Una nuova opportunità per gli associati

 implementa report sull’utilizzo di internet, a norma di Legge

Confartigianato Forlì e il Gruppo ColliniConsulting hanno sottoscritto un importante accordo per tutelare la sicurezza delle Imprese su internet. Grazie alla tecnologia “FlashStart Cloud” gli iscritti a Confartigianato Forlì potranno in esclusiva attivare, gratuitamente, il servizio di filtraggio della navigazione web ed essere così al riparo dall’accesso indesiderato a siti pericolosi, inadatti, violenti e spesso illegali. Il titolare potrà

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evento Sabato 29 ottobre a Forlì

Maestri d’opera e d’esperienza la premiazione

S

abato 29 ottobre alle 9.30 nel Salone Comunale saranno premiati i Maestri d’opera e d’esperienza. Come spiega il presidente di Anap Forlì Ernesto Partisani “i lavori artigiani rappresentano il patrimonio culturale, economico e sociale di questo Paese. Valorizzarli è uno degli obiettivi dell’Anap. Per questo, ogni anno, vengono premiati gli imprenditori che si sono distinti per la loro professionalità, passione e dedizione al lavoro, diventando autentici Maestri d’opera e d’esperienza. Figure meritevoli di un riconoscimento e degne interpreti di una tradizione che dobbiamo continuare a preservare per consegnarla intatta alle nuove generazioni.” Un evento promosso da Anap Forlì e Anap Cesena e che vedrà la presenza, tra gli altri del

vice presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli e dei vertici regionali e nazionali di Anap. L’iscrizione all’Albo è infatti riservata ai soci Anap che abbiano svolto per almeno 25 anni la propria attività nel settore di competenza, dimostrando perizia, passione, impegno e correttezza professionale. Il registro non rappresenta, nell’ottica dell’Associazione, una semplice lista anagrafica dei soci anziani dell’Anap, ma un valido strumento mirato a valorizzare e sottolineare l’importanza del lavoro svolto dai Maestri iscritti, con particolare attenzione alle innovazioni introdotte e al contributo offerto nel diffondere - grazie al loro talento - l’affermazione del made in Italy, espressione di qualità, competenza e creatività, che tutto il mondo ci invidia.

La mostra “il Modernismo Slovacco”

Ai Musei San Domenico una prestigiosa esposizione L’Ambasciata della Repubblica Slovacca in Italia e il Console Onorario a Forlì Alvaro Ravaglioli hanno promosso la mostra intitolata “Il Modernismo Slovacco della collezione Galleria Zoya” inaugurata il 16 settembre ai Musei San Domenico. Con il sottotitolo “la Patria e Il Mondo”, l’esposizione presenta una scelta di capolavori di un’eccezionale raccolta slovacca privata di Iveta e Igor Ledecký, esposti per la prima volta all’estero. Il concetto di modernismo slovacco (slovenská moderna) indica una produzione artistica che, nell’arco di tempo a cavallo fra XIX e XX secolo, reagì ai movimenti d’avanguardia e al modernismo nell’evoluzione artistica dell’Europa occidentale, cercando di farli propri e di elaborarli in modo peculiare. Nell’ambiente slovacco, caratterizzato all’epoca da una civiltà prevalentemente agraria, l’adattamento del modello culturale occidentale, ovvero del modernismo e dei movimenti d’avanguardia intesi come prodotti di una società altamente inCON IL PATROCINIO DI:

Comune di Forlì

PARTNER:

Musei San Domenico di Forlì

Zoya Gallery

Consolato Onorario della Repubblica Slovacca aTrieste

Anton Jasusch, Adamo ed Eva (Nel paradiso). Intorno al 1920 (dettaglio)

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dividualizzata e industrializzata, non fu né lineare né unilaterale. Si verificò un fenomeno molto interessante di “colorazione“ locale dei modelli del modernismo europeo. Da un lato dunque il modernismo slovacco fu un fenomeno multiculturale e sovrannazionale, dall’altra parte divenne strumento ed espressione di una ricerca dell’identità nazionale. La mostra presenta principalmente dipinti e opere su carta dei più importanti esponenti dell’arte slovacca dalla fine del XIX secolo fino al quarto decennio del XX secolo. Un’esposizione che illustra la storia del modernismo nell’arte figurativa in cui gli artisti slovacchi reagirono con originalità al movimento artistico europeo contemporaneo, portando al contempo anche un peculiare messaggio sul mondo in cui vivevano. I visitatori, fino al 15 novembre, avranno l’opportunità di verificare personalmente come, anche in Slovacchia, siano nate delle autentiche e originali opere d’arte, capaci di interessare e coinvolgere il pubblico.


Anap movimenti Il Governo dia segnali concreti: basta pensioni da fame

Alla presenza del Ministro Poletti Anap al Convegno Cupla

I

l 14 settembre si è tenuto a Roma il convegno nazionale del Cupla - Comitato unitario Pensionati del lavoro autonomo, e Anap Confartigianato non ha mancato di far sentire la propria voce. “Ci aspettavamo qualcosa di più concreto. La presenza del ministro Poletti è un segnale importante, ma avremmo voluto che venisse incontro alle nostre richieste che non sono troppo esose per il Governo”. Così il presidente dell’Anap Confartigianato, Giampaolo Palazzi, al termine del convegno. L’organismo, del quale fa parte anche Anap, ha organizzato l’evento “Anziani attivi ma cresce il disagio” nel corso del quale ha presentato al ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giancarlo Poletti, quattro proposte riguardo al delicato tema delle pensioni. Queste in sintesi le quattro proposte. In primo luogo estendere il bonus Irpef di 80 euro anche ai pensionati con un reddito imponibile compreso tra 6,5 e 10 mila euro (mentre per coloro con un reddito compreso tra 10 e 12 mila euro il godimento sarebbe parziale e progressivamente decrescente). Il costo finanziario del provvedimento sarebbe pari a 2,6 miliardi e coinvolgerebbe 3,2 milioni di pensionati, che riceverebbero un beneficio medio annuo di 810 euro. In seconda battuta utilizzare un indice dei prezzi che rifletta maggiormente le caratteristiche del paniere di spesa dei consumatori poveri: l’indice dei prezzi armonizzato per tutti i paesi dell’Unione europea (IPCA) al posto dell’indice dei prezzi per le famiglie di operai e impiegati (FOI) per la rivalutazione delle pensioni perché aderisce maggiormente ai consumi effettivi e reali dei pensionati, soprattutto con redditi più bassi. Il terzo punto attiene alla definizione e alla condivisione di un sistema di perequazione delle pensio-

ni stabile, e in grado di garantire un potere d’acquisto delle pensioni adeguato nel tempo. Infine un graduale adeguamento agli standard europei degli importi minimi di pensione. “L’Europa - ha sottolineato Palazzi riguardo a quest’ultimo punto - ha richiamato l’Italia perché il livello minimo dovrebbe essere di 700 euro mentre ce ne sono a 502 euro e sono 2.700.000. Ci aspettavamo dal ministro Poletti che accogliesse almeno la proposta di dare 80 euro anche ai pensionati”. “Questa misura adottata per i dipendenti - ha aggiunto Palazzi - non ha prodotto gli effetti sperati sull’aumento della spesa perché in situazioni di crisi le persone hanno timore di aprire il portafogli. Oggi, invece, sono i pensionati e in particolare quelli del settore autonomo, che tengono in piedi il Paese perché sostengono i figli in cassa integrazione e i nipoti senza lavoro. È giunto il momento che questa realtà venga riconosciuta con i fatti oltre che con le parole”. Secondo il presidente Anap, inoltre: “è assolutamente necessario che si vada a incidere sulle pensioni troppo alte che sono in genere quelle legate al comparto pubblico. Come ha detto anche il ministro Poletti, il settore pubblico si basa sulle tasse pagate da tutti, artigiani e operai. Diviene pertanto inaccettabile che ci siano pensioni da migliaia di euro per dipendenti pubblici e pensioni da fame per chi ha rischiato in proprio da artigiano, commerciante, esercente”. “Chiediamo - ha commentato ancora il presidente Palazzi - che il confronto con il Governo possa continuare e raggiungere delle giuste mediazioni. Il Cupla rappresenta 5 milioni di pensionati ed è importante che la loro voce, con la pacatezza e la propositività che il ministro Poletti ha apprezzato, possa essere ascoltata”. 47121 Forlì (FC) • Via Martin Luther King, 5 Tel. +39 0543 480580 • Fax +39 0543 480548 www.citienne.com • info@citienne.com

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movimenti Anap Giampaolo Palazzi al convegno del Cupla

“Proposte di buon senso: vogliamo essere ascoltati”

“S

ulle pensioni vogliamo dire come stanno realmente le cose e indicare le ipotesi di lavoro per migliorarle e per dare più dignità ai pensionati per questo abbiamo commissionato lo studio a un noto centro di ricerca per presentare le proposte del Cupla al Ministro Poletti”. Tutti sanno che i poveri in Italia sono oltre 4 milioni e mezzo e tra questi buona parte sono proprio i pensionati. Per Anap è giunto il momento di pensare anche a loro e di adeguare le pensioni minime a quelle in-

dicate dall’Unione Europea. A proposito di come il fisco abbia inciso sulle pensioni e il potere d’acquisto dei pensionati: “Tra il 2009 e il 2016 da una parte, il valore reale delle pensioni medio-basse si è ridotto a causa dell’inasprimento del prelievo fiscale successivo dall’altra, il meccanismo normativo di indicizzazione, combinato con l’inasprimento del prelievo tributario, ha generato una costante e progressiva perdita del potere di acquisto delle pensioni medie e medio alte. Questo processo di depauperamento, infine, sarà

aggravato e accelerato nel prossimo futuro qualora il meccanismo di indicizzazione entrato in vigore all’inizio del 2014, che opera non per fasce di importo ma per importi complessivi, venisse esteso anche oltre il 2018.” Il Cupla chiede un confronto costante con il Governo: “in forza dei 5 milioni di pensionati che rappresentiamo assicuriamo la nostra piena collaborazione a rivedere tutto il sistema di welfare”.

Accordo Artigiancassa

BNL Finance servizi finanziari e di consulenza sostegno per le piccole esigenze di credito Artigiancassa - la banca di riferimento degli artigiani partecipata da BNL e dalle Confederazioni nazionali dell’artigianato - ha sottoscritto un accordo dedicato alle esigenze di credito dell’Associazione Nazionale dei Pensionati (Anap), realtà facente parte di Confartigianato Imprese. Grazie a BNL Finance, società leader nei servizi di finanziamento con cessione del quinto, i pensionati - oltre 250mila gli iscritti ad Anap - e le loro famiglie potranno usufruire di un modello di servizio ad hoc, veloce e trasparente: nell’accordo è previsto l’allestimento di “Anap Point”, dove i pensionati saranno supportati con servizi di consulenza e di orientamento sul credito per finanziamenti adatti alle esigenze dei richiedenti e dei loro familiari e sostenibili nel tempo. Tramite la piattaforma distributiva “Web Application Artigiancassa”, si potrà accedere all’offerta “cessione del quinto” e inviare a BNL Finance la richiesta di finanziamento in tempo reale; altrettanto rapido ed efficace sarà il processo di risposta e avvio della pratica. Per i vertici Anap con questo accordo si è volu22 • settembre 2016 • • • essere impresa

to ulteriormente indirizzare l’Associazione verso il mondo delle persone, attraverso una partnership con un’importante società particolarmente attenta a rispondere all’esigenze dei pensionati e delle loro famiglie. Una comunione d’intenti che conferma l’orientamento di Anap a garantire il massimo benessere dei propri associati. Servizio, rapidità, consulenza e trasparenza sono i pilastri dell’accordo secondo la Direzione generale di BNL Finance. “Abbiamo sviluppato e testato un processo semplice ed efficace per aiutare i pensionati Anap a realizzare progetti personali in linea con il modello di servizio che caratterizza la nostra attività di leader nell’offerta di finanziamento con cessione del quinto”. L’evoluzione digitale di Artigiancassa a seguito del Piano industriale 2016-2020 permette di offrire strumenti di accesso al credito e servizi personalizzati per ogni fase della vita imprenditoriale e sulle specifiche esigenze, in linea con il ruolo di Banca di riferimento delle PMI e degli artigiani, in grado di proporre soluzioni di business avanzate e innovative.


Anap movimenti Livelli essenziali di assistenza, cosa cambia

Conferenza Stato Regioni via libera ai nuovi LEA

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ono stati introdotti i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) a livello nazionale e pertanto anche in Emilia Romagna. Nuovi vaccini, prestazioni ambulatoriali avanzate nell’attività di dialisi, medicina nucleare con metodiche innovative, cure palliative con assistenza specialistica a domicilio, sono alcune delle prestazioni che verranno garantite con i nuovi Lea. All’interno dei nuovi Lea, figurano una lunga serie di cure e prestazioni già garantite dal Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna, gratuitamente o pagando un ticket: dai controlli garantiti nel corso della gravidanza fisiologica, alle visite e agli esami previsti per la fecondazione eterologa e omologa, dalle cure odontoiatriche per chi è affetto da patologie invalidanti o è in difficoltà economica ai trattamenti di adroterapia per la cura dei tumori. Tra le prestazioni garantite in Emilia-Romagna, già da alcuni anni, ci sono anche quelle di genetica medica (per esempio, nella diagnosi delle malattie rare), le cure medico-farmacologiche, psico-sociali, assistenziali ed educative per le persone con dipendenza da gioco d’azzardo, l’ampliamento dello screening neonatale per la diagnosi precoce e la presa in carico tempestiva delle malattie metaboliche ereditarie, lo screening audiologico per favorire la migliore cura possibile del deficit uditivo nei neonati. Ci sono, inoltre, alcune prestazioni chirurgiche più semplici da anni erogate a livello ambulatoriale. Il documento approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, dopo la pubblicazione

in Gazzetta ufficiale, sarà operativo entro l’anno. Tra le nuove prestazioni indicate senza oneri a carico del cittadino, ci saranno le cure per l’endometriosi (malattia cronica provocata da anomalie nel tessuto interno dell’utero), per il trattamento dell’autismo, per l’assistenza alle persone con Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Tra gli altri esempi di servizi inseriti nei nuovi Lea su cui l’Emilia-Romagna è pronta a partire, nuove vaccinazioni (meningococco di tipo B e varicella), prestazioni ambulatoriali tecnologicamente avanzate nell’attività di dialisi (per esempio, l’emodiafiltrazione a membrane ad altissimo cut-off), esami di laboratorio (i dosaggi ormonali finalizzati alla valutazione della fertilità), la medicina nucleare (Pet con nuove metodiche), la radioterapia (teleterapia), alcune prestazioni riabilitative delle funzioni neurologiche (rieducazione della voce e dell’eloquio in caso di traumi, delle funzioni mentali globali), le cure palliative con assistenza specialistica a domicilio (somministrazione di farmaci specifici). Saranno introdotti inoltre numerosi dispositivi tecnologicamente avanzati, di fondamentale importanza per garantire l’autonomia delle persone disabili (ad esempio, supporti informatici per le persone con capacità comunicative molto ridotte). Centrale, nel nuovo documento appena approvato, il principio dell’appropriatezza prescrittiva: obiettivo, ridurre gli sprechi in sanità e favorire una maggiore efficienza del sistema. Con la consapevolezza che, sottoporsi ad esami clinici senza una precisa indicazione, non serve a fare prevenzione.

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9.30 Sintesi e Report Focus Group

9.15 Saluti Istituzionali 9.45 “Dove va il mondo?” Giulio Sapelli – Professore Ordinario di Storia Economica – Università degli Studi di Milano 10.30 Change Management: Vivere e governare il cambiamento, dall’ispirazione al piano B - Paolo Svegli - Coach e formatore

11.30 Testimonial - Benessere Personale e Familiare 12.30 Conclusioni - Presidente Confartigianato Giovani Imprenditori – Damiano Pietri 13.00 Light Lunch

13.00 Light Lunch 14.30 – 16.30 Marketing: idee e spunti pratici per le piccole imprese – Cristina Mariani - docente, esperta di marketing per le Piccole Imprese, Giornalista e blogger 16.30- 18.30 Gruppi di lavoro (Paolo Svegli e Cristina Mariani)

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giovani imprenditori movimenti Appassionati e vincenti

Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Forlì presenta

Una serata per riflettere sulle chiavi del successo

G

iovedì 13 ottobre Paolo Svegli presenta una serata dal titolo “appassionati e vincenti” nel corso della quale illustrerà alcuni casi di successo, per far conoscere le buone pratiche che, pur apparentemente semplici, talvolta paiono impossibili da mettere in pratica. Il formatore, che ha all’attivo collaborazioni con una delle più importanti scuole nel campo della programmazione neurolinguistica, è stato contattato dal consiglio del Gruppo Giovani Imprenditori per avviare una riflessione sulle corrette modalità di approccio al lavoro, con la consapevolezza che sia il futuro e non il passato ciò che determina il presente. Un cambio di prospettiva può infatti portare a nuovi scenari e a nuove soluzioni. Un confronto che consentirà di venire a contatto con esperienze vincenti non unicamente di grandi nomi come Apple o Virgin, bensì realtà di rilievo nazionale o addirittura locale. Perché non sempre il successo, pur essendo tale, assurge agli onori della cronaca. Una serata realizzata nella sede di Confartigianato di Forlì e dedicata agli imprenditori, non solo under 40, ma aperta a tutti. Perché ognuno coltiva un sogno e spesso non riesce a realizzarlo solamente poiché non riesce a focalizzarlo correttamente e a individuare la strategia migliore per il raggiungimento del proprio obiettivo. La passione, il desiderio, l’amore per ciò che si fa sono certamente motivazioni forti, talvolta non sufficienti; il formatore chiarirà proprio come siano i grandi sogni quelli

APPASSIONATI E VINCENTI I fattori di successo delle aziende, dall’ambito internazionale a quello locale Relatore Paolo Svegli

che riescono a contagiare meglio il prossimo, innescando un circuito virtuoso che conduce al successo. Come scriveva Georg Christoph Lichtenberg “per osservare le più semplici, ma vere relazioni fra le cose sono necessarie conoscenze molto profonde. E non è strano che solo uomini straordinari tacciano quelle scoperte, che poi appaiono così facili e semplici”, capire quale approccio sia stato utilizzato da chi ce l’ha fatta è sicuramente un’opportunità unica per fare proprio un modello vincente, per emulare chi è riuscito, personalizzando e modellando sulla propria realtà tecniche già consolidate. Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Forlì, da alcuni anni, è impegnato a promuovere iniziative di ampio respiro, volte ad alimentare il dibattito sul fare impresa e agli strumenti vincenti per l’imprenditore. Con la volontà di dare opportunità di crescita a tutti coloro che entrano in contatto con l’attività del movimento. Dagli approfondimenti sulle nuove tecnologie, realizzate grazie al contributo di noti esperti dei social network e delle tecniche per migliorare la propria brand reputation e il web marketing, sino alla riflessione per creare un ambiente vincente per se stessi e per i propri collaboratori, obiettivo del consiglio del Gruppo è dare una visione positiva del fare impresa, con realismo e senza nascondere le criticità legate anche alla crisi, ma sempre con l’entusiasmo e la voglia di crescere, tipiche della giovane età di coloro che rappresentano.

“Il SUCCESSO che abbiamo indagato è conseguito quando l’imprenditore vive la sua passione e riesce con il suo business a generare valore per sé, per il proprio team e per il mondo. Nell’arco della serata sarà illustrato il modello emerso da una ricerca, condotta dal Dilts Strategy Group di Santa Cruz (California), sui fattori di successo delle aziende. Lo studio ha analizzato imprese del calibro di Virgin, Tesla, Apple e anche molte piccole realtà, sconosciute ai più che, a dispetto delle ridotte dimensioni aziendali, hanno saputo ugualmente creare successo. A partire da queste evidenze verranno presentate alcune eccellenze locali, per comprendere come queste best practices siano semplici da mettere in pratica, anche se non di banale applicazione.” Paolo Svegli

Giovedì 13 ottobre ore 20.30 sede di Confartigianato Forlì, viale Oriani 1 Forlì

Un relatore d’eccezione Paolo Svegli è laureato in ingegneria gestionale, trainer di programmazione nuro linguistica con certificato di Robert Dilts (NLP University c/o Università di Santa Cruz), Business coach (con certificato di Richard Bandler, NLP Society) e facilitatore di Intelligenza Collettiva (NLP University). Svolge attività di coaching e training prevalentemente in aziende della zona della provincia di Ravenna e Forlì/Cesena, per scelta di qualità della vita. Collabora con il Dilts Strategy Group sulla ricerca sui fattori di successo delle aziende, è autore di diversi libri tra cui: “Osa Sognare - Come realizzare felicemente risultati straordinari”, “Coaching aziendale - Come comunicare la strategia aziendale al proprio team e realizzarla efficacemente”.

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categorie e mercato Alimentazione

Prodotti non conformi procedure di richiamo OSA Il Ministero della Salute ha pubblicato una Nota, nella quale sono riportate le procedure di richiamo del prodotto nel caso in cui l’alimento, non conforme per i requisiti di sicurezza, sia stato già commercializzato per il consumo. Il richiamo è una procedura obbligatoria a carico dell’OSA (Operatore del Settore Alimentare): “Se il prodotto può essere arrivato al consumatore, l’operatore informa i consumatori in maniera efficace e accurata del motivo del ritiro e, se necessario, richiama i prodotti già forniti al consumatore, quando altre misure non siano sufficienti a conseguire un livello elevato di tutela della salute”. La procedura si applica anche agli operatori economici responsabili della sicurezza di materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti (MOCA). LE modalità per il richiamo prevedono che la comunicazione abbia informazioni specifiche e precise. L’OSA (titolare del marchio del prodotto o distributore/importatore di prodotto extranazionale, o in qualità di responsabile primario della sicurezza alimentare) predispone una comunicazione di richiamo rivolta ai consumatori, per agevolare l’individuazione del prodotto, contenente le informazioni minime: la denominazione di vendita; il marchio del prodotto; il nome o ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato; il lotto di produzione; il marchio di identificazione dello stabilimento, ove applicabile; il nome del produttore e sede dello stabilimento; la data di scadenza o termine minimo

di conservazione; la descrizione peso/volume unità di vendita; il motivo del richiamo; la descrizione precisa del pericolo che ha determinato il richiamo del prodotto. L’indicazione generica, del tipo “prodotto non conforme”, non è sufficiente a soddisfare il requisito di accuratezza dell’informazione. Tra le informazioni servono anche le istruzioni al consumatore per la gestione del prodotto acquistato, nonché ulteriori eventuali avvertenze, incluse le modalità per contattare l’assistenza clienti (numero verde, e-mail, ecc.); la fotografia del prodotto, così come si presenta al consumatore all’atto dell’acquisto. La divulgazione, da parte dei distributori e dei dettaglianti, della comunicazione di richiamo deve avvenire mediante apposizione di cartellonistica presso i punti vendita interessati. Inoltre, in caso di rischio di tossicità acuta al fine di assicurare una più efficace informazione del consumatore potenzialmente interessato, l’OSA deve anche utilizzare la forma di comunicazione che preveda la pubblicazione del richiamo a mezzo stampa, dispacci ANSA, radio, TV tenendo conto del livello di distribuzione raggiunto (locale, regionale, nazionale), e almeno una delle seguenti modalità di comunicazione pubblicazione del richiamo: sul proprio sito o su social network. Le ultime due modalità sono previste anche in caso di rischio di tossicità cronica, oltre al messaggio di richiamo mediante apposizione di cartellonistica presso i punti vendita interessati. Nel caso di eventuale mancanza di

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un sito internet o di una pagina nei social media dell’OSA, sarà sufficiente, e obbligatorio, il comunicato di richiamo pubblicato sull’apposita pagina del portale del Ministero della Salute. Nel caso in cui si evidenzi la sussistenza di un rischio alto, l’OSA dovrà effettuare il ritiro del prodotto dal mercato e, per quanto riguarda il richiamo, dovrà procedere a informare il consumatore attraverso l’apposizione di una cartellonistica presso i punti di vendita, la pubblicazione del richiamo sul sito web, e, a seconda del livello di distribuzione (locale, regionale, nazionale), effettuare comunicati mezzo stampa, radio, TV. In caso di rischio sconosciuto, a titolo precauzionale, e al fine di adottare misure a tutela della salute se il prodotto è andato al consumatore finale, l’OSA dovrà effettuare il ritiro del prodotto dal mercato e, per quanto riguarda il richiamo, procedere almeno con l’apposizione di una cartellonistica presso i punti di vendita. Al fine di garantire un più ampio e tempestivo accesso alle informazioni ai consumatori, è stato implementato un sistema che consente la pubblicazione dei richiami sul sito web del Ministero. In caso di successiva analisi di revisione favorevole, l’OSA potrà predisporre un avviso di smentita del Continua a pagina 27 • • •


Alimentazione categorie e mercato Etichettatura di prodotti alimentari

Da dicembre entra in vigore la dichiarazione nutrizionale Il Regolamento 1169/2011 (del 25/10/2011) modifica alcuni aspetti della disciplina dell’etichettatura dei prodotti alimentari. La diretta applicazione del Regolamento è scattata a partire dal 13/12/2014, tre anni dopo la sua entrata in vigore, a eccezione delle norme sulla dichiarazione nutrizionale che si applicheranno solo dopo il 13/12/2016. A partire dal 13 dicembre 2016 quindi gli operatori del settore alimentare con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto (o l’importatore), saranno tenuti ad inserire una “dichiarazione nutrizionale” sulla confezione, o in etichetta. Tutti i prodotti alimentari preconfe-

zionati, salvo alcune eccezioni, dovranno quindi riportare una tabella nutrizionale con i valori di energia (kcal o kj), grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, relativa a 100 grammi di prodotto e, su base volontaria, relativa alla porzione confezionata. Sempre su base volontaria, potrà essere riportato in etichetta in termini percentuali il contributo di una porzione di alimento rispetto ai fabbisogni medi quotidiani di un adulto medio. Restano esclusi da tale obbligo i prodotti venduti sfusi (pane, pasticceria, gelati ecc.). A breve le Associazioni di categoria a livello nazionale incontreranno i rappresentanti del Ministero

Alle aziende produttrici di alimenti si consiglia di attendere l’uscita della circolare prima di decidere la procedura da adottare in azienda per assolvere all’obbligo dell’etichettatura nutrizionale. stesso regolamento si stabilisce che i valori dichiarati nella tabella nutrizionale dall’operatore del settore alimentare sono valori medi stabiliti, a seconda dei casi, sulla base:

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Prodotti non conformi procedure di richiamo OSA precedente richiamo che, con la stessa procedura, verrà pubblicato sul Portale del Ministero nella stessa pagina web. L’avviso di sicurezza è una forma di comunicazione, diversa rispetto al richiamo dell’OSA, utilizzata dal Ministero della salute, recante informazioni basate su fonti ufficiali, divulgata a scopo precauzionale e a fini di tutela della salute pubblica. È diramato sotto forma di pagina web e/o di comunicato stampa. In ogni caso l’avviso di sicurezza non è da intendersi come sostitutivo del richiamo e, pertanto, non assolve l’OSA dall’obbligo di effettuarlo.

dello Sviluppo Economico e del Ministero della Salute per discutere sulla circolare interpretativa sulla deroga dall’obbligo dell’etichetta nutrizionale per “gli alimenti, anche confezionati in maniera artigianale, forniti direttamente dal fabbricante, di piccole quantità di prodotti al consumatore finale o a strutture di vendita al dettaglio che forniscono direttamente al consumatore finale”.

 dell’analisi dell’alimento effettuata dal fabbricante

La dichiarazione nutrizionale

 del calcolo effettuato a partire dai valori medi noti o effettivi relativi agli ingredienti utilizzati

Il 13 Dicembre 2016 diventerà obbligatoria l’applicazione di quanto previsto dal Regolamento UE 1169/11 che prevede che sugli alimenti sia presente “una dichiarazione nutrizionale” (o tabella nutrizionale) da riportare in etichetta. Per “dichiarazione nutrizionale” di un alimento si intendono le informazioni sulla presenza di calorie e di alcune sostanze nutritive negli alimenti. Nell’articolo 31 punto 4 dello

 del calcolo effettuato a partire da dati generalmente stabiliti e accettati. Confartigianato ha ricevuto varie proposte commerciali di programmi per la realizzazione delle etichette fra le quali anche quella del sistema delle Camere di Commercio nazionale, al termine di questa valutazione presenteremo alle aziende associate la migliore offerta.

essere impresa • • • settembre 2016 • 27


categorie e mercato Edilizia Costruzioni: permangono le criticità

I cattivi pagatori soffocano le imprese

L’edilizia è un comparto chiave dell’economia italiana. Nel corso del 2016 l’aspettativa di ripresa del settore delle costruzioni, motivata da segnali di alcuni indicatori apparsi in lieve miglioramento sul finire del 2015, dopo sette anni consecutivi di pesanti contrazioni di lavori, investimenti e occupazione, non ha trovato una significativa conferma. Le stesse prospettive di crescita dell’economia italiana nel suo complesso, si sono rivelate meno solide di quanto preventivato e ciò non ha potuto che riflettersi sulle potenzialità del settore delle costruzioni. Il Rapporto Anaepa Confartigianato registra un andamento ancora difficile per il comparto costruzioni. Tra il 2008 e il 2015, l’edilizia ha sperimentato una notevole caduta del tessuto produttivo, con una fuoriuscita dal mercato di decine di migliaia di imprese e di lavoratori. Un quadro molto preoccupante che reca con sé una condizione: gli effetti della lunga crisi hanno penalizzato, in particolare, le imprese più strutturate, quelle con dipendenti. Diviene concreto il rischio di una desertificazione progressiva, che deve essere contrastata con forza, per evitare un indebolimento del sistema che avrà ripercussioni su qualunque futura possibilità di ripresa. Il recente sisma che ha colpito vaste aree del centro Italia ci fa riflettere, ancora una volta, sulle gravissime conseguenze della mancata prevenzione dei danni a edifici pubblici e privati derivanti da calamità naturali, riproponendo drammaticamente al decisore politico la necessità di intervenire in maniera più incisiva ed efficace rispetto al passato. Nel settore operano il 38,2% dell’artigianato italiano e purtroppo continua a vivere una situazione critica; sul fronte degli investimenti nel secondo trimestre 2016 si registra un aumento dell’1,2% su base annua e risulta superiore dell’1,7% rispetto al precedente minimo osservato nel 2014, che si configura come il minimo storico dal 2000, ma è inferiore di oltre un terzo (36,5%) rispetto al picco pre-crisi rilevato nel 28 • settembre 2016 • • • essere impresa

2008. Tra le cause della crisi i ritardi nei tempi di pagamento, soprattutto da parte della committenza pubblica. Spiega il responsabile del comparto, Marco Valenti “spesso gli appalti dei lavori pubblici sono appannaggio da grandi imprese che si avvalgono di imprese fornitrici, per questo il maggior onere finanziario viene scaricato dall’impresa che subisce il ritardo del pagamento sulla propria filiera, con una intensità che è direttamente proporzionale al potere contrattuale dell’impresa.” Per comprendere la portata del fenomeno è sufficiente pensare che il 16,8% delle imprese, con almeno 3 addetti, ha gli enti pubblici tra i primi tre clienti, in particolare il 13,3% delle micro imprese del settore sotto i dieci addetti ha una presenza rilevante della pubblica amministrazione tra la propria clientela, senza dimenticare che è il settore con la più elevata incidenza di imprese, che hanno rapporti con il pubblico.

Le cause della crisi Nel difficile contesto economico per le imprese delle costruzioni incidono pesantemente lo scarso rispetto da parte della pubblica amministrazione dei tempi di pagamento e dalla mole dei debiti insoluti con i propri fornitori privati. Il confronto internazionale evidenzia per l’Italia un più elevato debito commerciale degli enti pubblici rispetto agli altri Paesi europei. Secondo l’ultimo aggiornamento l’Italia nel 2015 mostra un debito commerciale verso le imprese per beni e servizi pari al 3 % del PIL, il più elevato tra i Paesi dell’Unione a 28 e più del doppio rispetto all’1,4% della media dell’Unione. Tra i maggiori Paesi dell’Unione la Spagna registra debiti per l’1,4% del PIL (9° posto), la Germania e la Francia mostrano una incidenza dell’1,2% (16° posto) e il Regno Unito si ferma sullo 0,9% (21° posto).


Edilizia categorie e mercato L’artigianato in edilizia

Un andamento in chiaroscuro Nel comparto costruzioni oltre la metà delle imprese sono artigiane. In particolare, spicca il Piemonte che conta il 75,5% di aziende nel settore; poi la Valle d’Aosta (73,3%), la Liguria (71,6%), l’Emilia-Romagna (70,8%), il Trentino-Alto Adige (70,4%) e il Friuli-Venezia Giulia (69,7%). All’opposto, la regione dove si registra la più bassa incidenza è la Campania, solo il 27,6% del totale del comparto; seguono, a distanza, la Sicilia (39,9%), il Lazio (40,5%). La crisi ha fatto registrare una

diminuzione consistente delle imprese artigiane, solo nel 2016 c’è stata una flessione del 2,7%, pari a 10.895 imprese in meno rispetto all’anno precedente. In tutte le ripartizioni territoriali si osserva una dinamica negativa che va dalla diminuzione inferiore al dato nazionale nel Nord-Ovest, in cui si registra una flessione del 2,6%, alla riduzione più intensa di Centro e Mezzogiorno, pari per entrambi al 2,9%; il calo più consistente in termini assoluti si osserva nel Nord-Ovest dove si conta-

no 3.564 imprese artigiane in meno. L’analisi di lungo periodo consente una riflessione positiva: tra il 2000 e i primi sei mesi del 2016 il settore ha rappresentato un importante driver della crescita dell’artigianato nonostante la pesante crisi del comparto. Nel periodo oggetto d’analisi, le imprese artigiane dell’indotto sono cresciute del 24%, pari a 99.920 imprese in più, a fronte del calo dell’1,5%, pari a 20.329 imprese in meno, registrato nel totale dell’artigianato. I dati sulla dinamica dell’occupazione nelle costruzioni nel periodo tra il secondo trimestre 2008 e lo stesso periodo del 2016, evidenziano che i posti di lavoro si sono ridotti di un quarto (-25,4%), pari a 496.100 occupati in meno. La componente dipendente è quella più colpita: il calo è del 28,7%, pari a -349.300 lavoratori, a fronte della riduzione di un quinto (-20%) della componente indipendente, pari a 146.800 occupati in meno.

Il mercato immobiliare in cifre La poderosa crescita dell’offerta sul mercato immobiliare nella prima metà degli anni Duemila seguita dalle forti flessioni delle compravendite evidenzia lo scoppio di una bolla che appare esaurito; dal 2014, infatti, i dati dell’Agenzia delle Entrate sulle compravendite immobiliari registrano sette trimestri in crescita e due in calo dopo otto trimestri consecutivi (anni 2012 e 2013) di flessioni anche di forte entità su cui hanno influito anche la crisi del debito sovrano e l’introduzione dell’IMU. Il settore residenziale sale del 6,5% mentre il settore non residenziale, che interessa gli immobili delle imprese, è sostanzialmente stabile (-0,1%): solo il segmento commerciale è in crescita, precisamente dell’1,9%, mentre quello terziario scende del 2,0% e quello produttivo del 3,5%. Rispetto al 2007, il volume delle transazioni risulta quasi dimezzato (-45,6%) e in particolare il settore non residenziale scende del 50,9% e quello residenziale del 45,5%. Per Confartigianato è indispensabile rimettere in moto l’edilizia pubblica con una sorta di ‘Piano Marshall’ di investimenti dedicati ai 2 milioni di edifici costruiti senza criteri antisismici. In quest’ottica si colloca il piano «Casa Italia» rivolto a tutti gli interventi edilizi e infrastrutturali riguardanti la prevenzione sismica, il dissesto idrogeologico, i beni culturali, l’edilizia scolastica e le periferie, incluso l’housing sociale. Il raggiungimento degli obiettivi individuati è direttamente proporzionale agli investimenti che saranno messi in campo sia a livello europeo che nazionale a partire dalla legge di Stabilità, in una visione pluriennale di lungo respiro. essere impresa • • • settembre 2016 • 29


categorie e mercato Energia

Il costo dell’energia elettrica per una microimpresa con una potenza impegnata di 45 kW e un consumo annuo di 60 MWh che al quarto trimestre 2016 sostiene un costo annuo per l’energia elettrica di 11.209 euro. Il costo totale si compone di un 29,8% di componente Energia, a cui si somma 8,2% di dispacciamento, 17,5% della Spesa per il trasporto e la gestione del contatore, 37,9% della Spesa per oneri di sistema e 6,7% di Accisa, con un peso complessivo del 44,6% degli Oneri fiscali e parafiscali.

Il mercato dell’energia elettrica delle imprese è caratterizzato da incertezze e criticità connesse con il superamento della maggiore tutela e la riforma degli oneri generali di sistema che potrebbe generare incrementi dei costi per le piccole imprese fino ad annullare l’effetto congiunto del ‘Taglia bollette’ e del ribasso del prezzo dell’elettricità. A queste tensioni si è sovrapposto l’aumento delle tariffe, degli ultimi mesi, trainato dal forte incremento del costo per il dispacciamento. L’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica sul mercato di maggior tutela di una Micro-piccola impresa (MPI) tipo, nel quarto trimestre 2016, torna a scendere, segnando una riduzione del 3,8% rispetto al trimestre precedente. L’Indice proposto sintetizza i sette profili maggiormente rappresentativi di imprese artigiane e micro e piccole imprese fino ai 20 addetti in una impresa

Il calo dell’Indice del 3,8% rilevato in ottica congiunturale è da imputarsi alla diminuzione del 10,2% della componente della Spesa per la materia energia, trainata dalla riduzione del 35,7% del dispacciamento a fronte di un lieve aumento dello 0,8% per la componente Energia; segno positivo per la Spesa per il trasporto e la gestione del contatore (1,4%) e la Spesa per oneri di sistema (0,5%). La riduzione su base tendenziale è data dal calo combinato delle tre voci di spesa: la flessione maggiore (-9,8%) per la Spesa per il trasporto e la gestione del contatore seguita dal calo per la Spesa per la materia energia (-6,2%) e per la Spesa per gli oneri di sistema (-4,3%). Le incertezze e la volatilità dei costi energetici rappresentano delle criticità per la competitività delle micro imprese manifatturiere in una fase di eccessiva debolezza del ciclo economico, come confermato dall’analisi delle recenti statistiche. Mentre il Fondo Monetario Internazionale limita la crescita del PIL dell’Italia nel 2016 allo 0,8%, sul fronte del mercato delle imprese manifatturiere vedono incrociarsi condizioni di deflazione, calo del fatturato e stagnazione delle vendite all’estero.

Opportunità per i soci

Convenzione con Heracomm È stata rinnovata la convenzione con Heracomm che prevede l’applicazione di tariffe agevolate sulle forniture di luce o gas a “mercato libero” riservato alle imprese associate a Confartigianato Forlì. Le aziende associate clienti di Heracomm devono verificare se in bolletta compare la dicitura “convenzione Confartigianato Forlì”. In caso contrario è necessario presentarsi agli sportelli di Heracomm con copia della bolletta e attestazione di iscrizione all’associazione oppure muniti di Codice cliente e Codice contratto contattare il numero verde 800 999 700 chiedendo l’inserimento della convenzione associativa, valida per i contratti di fornitura luce o gas “a mercato libero”. Per ulteriori informazioni contattare lo sportello energia di Confartigianato Forlì Fabiola Foschi - 0543 452844.

30 • settembre 2016 • • • essere impresa


associazione

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Una serata tra amici

Giovedì 17 novembre 2016, ore 20,30 Teatro Diego Fabbri, Forlì con Giuseppe Giacobazzi Confartigianato Forlì

in occasione del suo 70° compleanno, dedica questa serata ai propri associati e dipendenti. La serata di giovedì 17 novembre, che passeremo insieme in spensieratezza e allegria, sarà presentata da Sgabanaza, e avrà come ospite d’onore Giuseppe Giacobazzi, con il suo spettacolo “Del mio meglio”. Inizio ore 20,30 L’invito dà diritto a due biglietti ingresso omaggio, che vanno prenotati presso la nostra sede entro il 2 novembre 2016 e ritirati almeno 7 giorni prima della data dell’evento.* Per informazioni: Paola Bartolini 0543 452818 * fino ad esaurimento posti

V.le Oriani 1 - 47122 Forlì confartigianato@confartigianato.fo.it

www.confartigianato.fo.it


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