"...mentre discorrevano Gesù si avvicinò" MUSILE DI PIAVE, CHIESANUOVA, PASSARELLA, CAPOSILE, SANTA MARIA DI PIAVE, MILLEPERTICHE, CROCE DI PIAVE
ANNO 9 - N. 3 - OTTOBRE 2016 - Piazza Libertà, 2 - MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - donsaveriomusiledipiave@gmail.com - www.collaborazionemusile.it
UN NUOVO SACERDOTE PER LA COLLABORAZIONE: DON FLAVIO ZECCHIN Biografia in pillole Ho 57 anni, sono originario di Ormelle (Tv), terzo di cinque fratelli. Mons. Antonio Mistrorigo mi ha ordinato sacerdote nel 1985 e inviato a Marcon (Ve) per cinque anni, come vicario parrocchiale. Nel settembre 1989 sono stato chiamato nel Seminario diocesano di Treviso come educatore dei giovani di teologia che si preparano a diventare sacerdoti. Nel settembre ’99 ho concluso il mio servizio in Seminario e Mons. Magnani mi ha affidato la parrocchia di S. Zeno di Treviso, dove sono rimasto per 10 anni. Contemporaneamente, dal 1999 al 2011, sono stato anche Assistente spirituale degli scout AGESCI per la zona di Treviso Poi, mons. Mazzocato nel 2009, mi ha chiesto la disponibilità di passare a Carbonera, servizio che cesserò all’inizio di ottobre, per passare – su richiesta di Mons. Agostino Gardin – alle parrocchie di Musile e Chiesanuova. All’inizio del mio servizio tra voi Confesso che la proposta del vescovo Agostino Gardin mi ha colto di sorpresa: non avevo esattamente in mente un trasloco, per questa estate. Con la comunità di Carbonera si era in dirittura di arrivo per la costruzione dell’oratorio, atteso da 60 anni, visto che le strutture parrocchiali ammontano a n.3 (tre!) stanze, per 5.000 abitanti… Ma tant’è. Quarant’otto ore, e tutto s’è deciso. La vita di un prete è a servizio dei cristiani di una diocesi; è donata - così com’è - agli uomini. E’ questo il nostro modo di seguire il Signore Gesù, che non aveva nemmeno un
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sasso dove posare il capo. Anche se io sono più impacciato del mio Maestro, perché gravato da qualche quintalata di libri, aggeggi elettronici di ordinanza e carabattole varie.
Dio non sta mai alle spalle Dio non sta mai alle spalle. Non appartiene al passato, custodito nei ricordi. È un Dio vivo, più vivo di noi: sta al presente e ci chiama dal futuro (don Germano Pattaro, sacerdote di Venezia, + 1986). Il mondo greco classico aveva il suo emblema in Ulisse il cui programma di vita era nel ritorno (il nóstos) al passato, nella sua Itaca; la vita è il viaggio della nostalgia nell’orizzonte che ci sta alle spalle. Il mondo d’oggi, invece, è solo presente. Jack Kerouac (1922-1969), uno dei maggiori scrittori americani, teorizzava che “sulla strada” (è il titolo di uno dei suoi libri più noti), attraverso le esperienze della vita, uno comprende chi è, si libera dalle convenzioni sociali soffocanti e trova la libertà per la propria esistenza. La vita è un viaggio. Ma senza stelle di riferimento, diventa un eterno vagare senza alcun un porto dove trovare riposo (Kerouac muore asservito a droga e alcool)… Anche Abramo “partì senza sapere dove sarebbe andato” (Ebrei 13, 8), ma una stella ce l’aveva. Viveva nel presente, ma chiamato dal futuro, dalla promessa di una terra ed una discendenza che Dio gli avrebbe donato. Abramo è il simbolo del mondo biblico che, coi piedi ben piantati nel presente, sta col capo eretto a spiare il futuro di Dio, e cammina con le vesti cinte e la lampada accesa. Il cristiano attende, oltre il presente aspro e amaro, che si compia