VerdEtà 83 - Febbraio 2022

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LA RIVISTA PER I SOCI CHE TI INFORMA E TI CONSIGLIA

Pensionati

n° 83 | Bimestrale | Febbraio 2022 www.pensionati.cna.it

n° 83

NUOVE ALIQUOTE FISCALI, QUANTO PESERANNO PER I PENSIONATI CNA E' ALLARME ASSISTENZA DOMICILIARE INTERVISTA A EMMA BONINO L'INCHIESTA I DISASTRI DEL MONDO E ABBIAMO DAVVERO L'EUROPA NANO POLITICO SMARRITO IL SENSO DEL LIMITE? VERDETÁ n° 83 | 1


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n° 83 | Bimestrale | Febbraio 2022

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Sommario EDITORIALE Paginatre di Filippo D'Andrea 3 ATTUALITA' All'estero per godersi la pensione. Conviene davvero? 4

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L'INTERVISTA Pensioni, fra inflazione e fisco la coperta è corta 6 Intervista a Sergio Ginepri IN PRIMO PIANO Nuove aliquote fiscali 8 ATTUALITA' Afghanistan, cronaca di una tragedia annunciata 11

Edizioni CNA

Sede ed amministrazione Piazza Mariano Armellini, 9A - 00162 Roma Tel. 06441881 - 0644188800 www.pensionati.cna.it

L'INTERVISTA I disastri del mondo e l'Europa nano politico 13 Intervista a Emma Bonino INCHIESTA - SENSO DEL LIMITE Abbiamo davvero smarrito il senso del limite 16 Limite e conoscenza, un viaggio nella storia della filosofia 18

Direttore responsabile

FOCUS E' allarme assistenza domiciliare 22

Direttore Editoriale

LE NOSTRE RICETTE Acquacotta 24

Pietro Romano

Filippo D'Andrea (verdeta@cna.it)

LA FINESTRA SUL CAVEAU Contro il caro bollette le armi spuntate dell'Italia 26

Redazione Coordinamento Livia Pandolfi

SPAZIO EPASA Le prestazioni sociali e previdenziali 28

Comitato di redazione Filippo D'Andrea, Giovanni Giungi, Pietro Romano, Livia Pandolfi, Jacopo Basili, Maria Rosa Battan, Andrea Battistoni, Giulio Cesare Brandini, Mario Filippello, Valter Marani, Antonio Mecca, Elena Pezzetta, Maria Francesca Picchio, Susanna Bernardini.

SPAZIO DONNA Il sogno di Anita 32

Progettazione grafica e impaginazione Tiziana Barone (Albavision Srl) www.albavision.eu - info@albavision.it Photo Editor: Adolfo Brunacci (Albavision Srl) Stampa: Postel SpA Via Campobello 43 - 00071 Pomezia (RM)

Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 405/2006 dell’08/11/2006

IL RACCONTO Solo una TAC 32 SALUTE DIETOLOGIA - Il mondo a tavola GERIATRIA - Invecchiamento... qualche novità PSICOLOGIA - Uomini e animali, una lunga storia emotiva ERBORISTERIA - I fiori sgargianti e appariscenti

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DAL TERRITORIO 42 LETTERE AL DIRETTORE 46 IL LIBRO DEL MESE 48 RELAX 49 PANTERE GRIGIE 50

2 | VERDETÁ 83 Din°questo numero sono state diffuse 204.280 copie - Stampato su carta riciclata


PAGINATRE

di Filippo D'Andrea

Care Lettrici e Cari Lettori, le settimane appena trascorse sono state dominate dal dibattito sulla elezione del Presidente della Repubblica con una evidente difficoltà della classe politica a trovare un accordo e quindi la necessaria riconferma del Presidente Mattarella onde evitare una pericolosa crisi istituzionale. Come spesso accade, il rischio è di trasferire le difficoltà del sistema dei partiti sulle Istituzioni, invocando una revisione della Costituzione che dovrebbe sopperire alle carenze della politica. Eventuali riforme in questa direzione possono solo peggiorare la situazione piuttosto che migliorarla. Tuttavia, conclusa quella fase si sono presentate sul tavolo le emergenze economiche che colpiscono le fasce più fragili come il caro bollette e la perdita di potere d’acquisto delle pensioni. I primi mesi dell’anno hanno visto la sospensione della discussione in Parlamento della delega fiscale, che in realtà dovrebbe intervenire su temi di grande rilievo per i pensionati, a partire dall’estensione della no tax area e la revisione delle addizionali regionali e comunali. Un primo intervento è stato effettuato con la Legge di stabilità, con la rimodulazione molto contenuta della no tax area e delle aliquote IRPEF con le relative fasce di reddito. Le nostre simulazioni hanno dimostrato che il beneficio ha riguardato tutta la nostra base associativa, anche se con percentuali molto contenute. Tuttavia si tratta ancora di interventi che dovranno essere approfonditi ed inseriti in una revisione più ampia del trattamento fiscale dei redditi più bassi. Le pensioni minime sono ancora troppo basse rispetto ai livelli auspicati a livello europeo. Lo stesso standard di servizi è oggetto di studio per indirizzare gli investimenti del PNRR, visto il loro livello insufficiente.

Nel frattempo, all’aumento della spesa sanitaria si aggiunge l’aumento delle bollette di energia che incidono in modo significativo sulle pensioni. Un rapido calcolo ci dice che l’aumento percentuale annuo corrisponderà ad una mensilità di pensione, comportando il taglio di altre spese che non potranno essere più sostenute. La prima a subire una decurtazione sarà la spesa per cure e per assistenza, già oggi particolarmente onerosa, vista la carenza endemica del servizio pubblico. In questi giorni è partita l’indagine già annunciata per costruire la nostra proposta politica in materia di riforma del Servizio Sanitario Nazionale e del Sistema di Assistenza. La rilevazione dei bisogni avverrà in modo capillare su tutto il territorio e coinvolgerà un campione importante della nostra base associativa e le Istituzioni regionali e locali. Alla fine del percorso i risultati verranno presentati al decisore politico come contributo alla realizzazione degli interventi che dovranno essere realizzati nel corso del 2022 nel rispetto degli impegni presi con l’Unione Europea. Naturalmente tutto questo si inserisce in un quadro nazionale ancora interessato dalla pandemia che si presenta in forte diminuzione ma non è ancora cessata. Sullo sfondo abbiamo voluto raccogliere un’importante testimonianza sulla complicata situazione internazionale ed in particolare sul tema del rispetto dei diritti umani in Afghanistan e la loro continua violazione nei confronti delle donne. Mentre scriviamo si prospetta una crisi al confine tra Russia e Ucraina che auspichiamo possa risolversi a breve attraverso le vie diplomatiche, per evitare una nuova emergenza umanitaria nel cuore dell’ Europa. Ancora una volta a farne le spese saranno i soggetti più fragili. Buona lettura, Filippo D’Andrea VERDETÁ n° 83 | 3


ATTUALITÀ

ALL’ESTERO PER GODERSI LA PENSIONE: CONVIENE DAVVERO? VITTORIO DI GUILMI

Costo della vita più contenuto rispetto all’Italia, minore pressione fiscale e clima mite. Sono le principali ragioni che ormai da diversi anni spingono sempre più pensionati italiani a trasferirsi all’estero. Un fenomeno, quello della cosiddetta “migrazione previdenziale” che ha preso il via con la crisi del 2008, è esploso tra la metà e la fine del decennio scorso ed è tuttora in corso. I beneficiari di trattamenti pensionistici scelgono di lasciare il Belpaese non solo per migliorare il proprio tenore di vita ma anche per provare nuove esperienze e aprirsi a nuove culture. 4 | VERDETÁ n° 83

Portogallo, Tunisia, Isole Canarie, Bulgaria, Albania, Cipro: queste le destinazioni più gettonate per il “buen retiro” degli ex lavoratori italiani. Mete attrattive, caratterizzate da condizioni climatiche, economiche e sociali vantaggiose. In Portogallo il numero dei pensionati italiani è più che triplicato in cinque anni, quasi triplicato in Tunisia, più che raddoppiato in Bulgaria, in Moldavia addirittura decuplicato. Meno tasse sulla pensione. Alla base di una scelta così radicale (e coraggiosa) c’è, naturalmente, una motivazione di tipo economico. La tassazione italiana sulle pensioni è infatti tra le più alte in


Europa, con una pressione che va dal 23% al 43% in base al reddito. In Spagna, Regno Unito, Francia e Germania la prima aliquota non supera il 9,5% e in Ungheria, Slovacchia, Bulgaria e Lituania le pensioni sono addirittura esenti da tasse. Un pensionato italiano può trasferirsi all’estero e sottoporsi alla tassazione del nuovo paese di residenza in virtù di accordi bilaterali stipulati dall’Italia con paesi europei e extraeuropei per evitare la doppia imposizione fiscale. In Bulgaria, ad esempio, dove la vita costa il 46% in meno rispetto all’Italia, l’esenzione dalle imposte per i nuovi residenti pensionati è totale e senza limiti di tempo. A Cipro, dove la vita costa il 23% in meno, l’aliquota d’imposta è solo del 5%. Il Portogallo. È il Portogallo, dove il costo della vita è di un quarto inferiore al nostro, la meta preferita dei “senior” italiani. A fine 2021 erano oltre 7mila gli italiani tra i 60 e i 65 anni ad aver trasferito la propria residenza. Attualmente l’aliquota fiscale sulle pensioni dei residenti stranieri è del 10%. Fino al 2020 un ex lavoratore proveniente dall’estero poteva percepire il suo trattamento pensionistico addirittura senza imposte. Un’altra delle ragioni che incoronano il Portogallo come destinazione privilegiata dei nostri pensionati è legata al clima: le temperature medie invernali infatti non vanno mai sotto i 9 gradi e quelle estive sono intorno ai 25 gradi. Altre motivazioni, infine, sono di tipo logistico e culturale. Il Portogallo è infatti relativamente vicino all’Italia, sia geograficamente sia da un punto di vista di abitudini. A questo si aggiunge la lingua, appartenente allo stesso ceppo linguistico dell’italiano e per questo abbastanza comprensibile e facile da imparare. La Tunisia. Spiagge, caldo e costo della vita basso sono i principali elementi che negli ultimi anni hanno contribuito al successo della Tunisia.

Ma a far sorridere anche in questo caso è un regime fiscale che permette ai pensionati che si trasferiscono di beneficiare di una tassazione sulla pensione lorda del solo 20%. A fine 2021 gli italiani tra i 60 e i 65 anni che avevano trasferito la propria residenza in Tunisia erano oltre 5mila. Conviene davvero? Ma conviene davvero trasferirsi all’estero per trascorrere gli anni della pensione? Sì, no, forse. In realtà una risposta univoca non c’è, perché è strettamente legata alle singole valutazioni. Certo, lasciare i propri affetti o almeno i luoghi e le abitudini di una vita non è mai una scelta facile. Come facile non è adattarsi ad un nuovo Paese, che per quanto possa essere “vicino”, geograficamente e culturalmente, non sarà mai il nostro. Probabilmente è una questione di naturale predisposizione al cambiamento e in questo caso si tratta di un cambiamento pressoché totale. Tuttavia, come spesso accade, per guardare oltre i confini nazionali ci si dimentica del bello, bellissimo, che abbiamo in casa nostra. Esistono infatti posti incantevoli della nostra Italia, lontani dallo stress delle grandi (e care) città, dove si vive bene e la vita costa il giusto. Secondo l’Istat le regioni più economiche in cui vivere sono l’Umbria, la Calabria e la Basilicata. Qualche anno fa la prestigiosa rivista americana Forbes inseriva l’Abruzzo e le Marche tra le 24 località “top” al mondo dove ritirarsi dopo una vita di lavoro, in una speciale classifica che considerava il costo della vita, la qualità dei servizi sanitari, le formalità per ottenere la residenza e il clima. In tutti i casi, si tratta di regioni piene di tesori nascosti, dove la vita scorre più lenta che altrove e l’ospitalità della gente è un valore aggiunto. E allora, prima di lasciare l’Italia e la sua cucina invidiata in tutto il mondo, perché non farci un pensiero? VERDETÁ n° 83 | 5


L'INTERVISTA

PENSIONI, FRA INFLAZIONE E FISCO LA COPERTA È CORTA PAOLA TOSCANI

Si ricomincia a parlare di inflazione, che galoppa a ritmi che non si vedevano da decenni. Come impatterà questa corsa sui pensionati e quali effetti avranno le misure allo studio, in particolare la riforma fiscale? Ne abbiamo parlato con Sergio Ginebri, componente del Comitato Scientifico del Cer, che proprio in queste settimane sta realizzando il Rapporto CER-CUPLA su “Pensioni, inflazione e fisco”. Già nel precedente rapporto era emerso come negli ultimi dieci anni il potere di acquisto delle pensioni si sia ridotto drasticamente. Si prendano i trattamenti fino a 1.500 euro lorde al mese: in questo caso la perdita è stata di circa il 2,6 per cento, che corrispondono a circa 30 euro il mese. Se poi si sale di reddito (2.000 euro lordi mensili) il valore reale è diminuito del 6 per cento, cioè circa 100 euro il mese, e di circa il 10 per cento nel caso di un reddito lordo di 4.000 euro. I dati sono in via di aggiornamento, ma intanto ciò che è chiaro è che “si è creata nel tempo una grande disparità 6 | VERDETÁ n° 83

Sergio Ginepri


di trattamento fiscale tra lavoratori e pensionati autonomi e dipendenti” sottolinea Ginebri. Perché i pensionati si sono impoveriti in questi anni? È stato per via dell’effetto combinato di due fattori. Il primo è il meccanismo di adeguamento automatico del valore delle pensioni alle variazioni dei prezzi, responsabile principale della perdita di potere di acquisto delle pensioni superiori a 1.500 euro lordi mensili. Dal 2012 l’aggiustamento annuale delle pensioni avviene per importi complessivi e non per fasce di importo. Facciamo un esempio? Prendiamo una pensione di 2.000 euro lorde mensili: viene rivalutata solo per il 77 per cento, e una di 4.500 euro solo per il 40 per cento. Le mancate rivalutazioni hanno determinato la gran parte delle perdite di potere di acquisto di cui parlavamo, soprattutto per quelle di importo più alto. È poi c’è l’aumento del prelievo fiscale sui redditi pensionistici: e questo, a nostro avviso, è il responsabile principale dell’impoverimento negli ultimi dieci anni delle pensioni di minore importo, cioè inferiori a 1.500 euro lorde mensili. Se poi si confronta con il reddito da lavoro dipendente la disparità emerge chiaramente. Dove si è inceppato il meccanismo? Quando fu introdotto, nel 1983, il sistema di tassazione diretta dei redditi, le detrazioni di imposta furono differenziate e già allora c’era una disparità di trattamento, ma comunque limitata. Ad aumentarla esponenzialmente è stata la recente introduzione del bonus Irpef. Questa ha prodotto l’attuale marcata disparità che possiamo calcolare in circa 1.100 euro l’anno per un reddito lordo attorno ai 9.000 euro. Cosa si propone nel rapporto CUPLA/Cer? Presentiamo due possibili interventi di riforma del trattamento fiscale dei redditi da pensione. La prima consiste in un allineamento delle detrazioni da lavoro dipendente e da pensione: interesserebbe una grande platea di pensionati, coinvolgendo anche chi riceve importi medioalti. Poi c’è l’idea del nuovo bonus Irpef pensionati che percepiscono redditi medio-bassi. E poi si propone un diverso sistema di indicizzazione.

Favorirebbe i pensionati, penalizzando i lavoratori? No. Si deve tener presente che oggi il meccanismo di indicizzazione lavora in modo imperfetto perché non tiene conto di alcune spese essenziali dei pensionati, soprattutto di quelli di basso reddito. L’attuale indicatore esclude infatti alcune spese di forte impatto, come quelle in campo sanitario, il contributo che viene chiesto per partecipare alle spese riconosciute dal SSN, come analisi, esami diagnostici e medicina specialistica. Queste spese sono tenute fuori dal parametro al quale al momento si fa riferimento, ovvero l’indice dei prezzi per le famiglie di operai e impiegati (FOI). Sono invece contemplate nell’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’Unione europea (IPCA). Nel nostro rapporto CER-CUPLA riteniamo che il parametro IPCA per misurare le variazioni del costo della vita sia molto più adeguato di quello attualmente in uso. Prima di tutto perché l’indice FOI fa riferimento all’intera collettività nazionale, mentre l’IPCA registra gli esborsi effettivi per consumi finali delle famiglie. E poi perché la variazione, con l’IPCA, viene calcolata anche per classi di spesa: questo consentirebbe degli accorgimenti nel meccanismo di adeguamento automatico delle pensioni. Ad esempio tenendo conto della composizione specifica del paniere di spesa dei pensionati meno agiati. E intanto l’inflazione galoppa a ritmi che non si vedevano da decenni… A maggior ragione in una situazione come questa bisognerebbe avere un meccanismo di indicizzazione e di aggiustamento dei valori delle pensioni molto sensibile alle spese dei pensionati, soprattutto quelli delle fasce più povere della popolazione. La nostra proposta, elaborata con il CUPLA, va in questa direzione. L’aumento dei prezzi colpirà i pensionati, quanto i lavoratori dipendenti. Come conciliare i diversi interessi, se la coperta è corta e le risorse limitate? La novità più importante che si è verificata negli ultimi tempi è stata la riunione tra CUPLA e sindacati dei lavoratori dipendenti per presentare piattaforme concordate. Il tavolo è aperto e la volontà di presentare richieste comuni è concreto.

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IN PRIMO PIANO

NUOVE ALIQUOTE FISCALI, Pensione più ricca? ECCO QUANTO PESERANNO ensione più ricca? CNA PER I PENSIONATI JACOPO BASILI

La Legge di Bilancio 2022 ha previsto un primo ed importante taglio delle tasse sul reddito percepito. Gli interventi su Irpef, no tax area e detrazioni, infatti, impatteranno positivamente anche sulle pensioni. Nei giorni in cui è stato scritto il presente articolo non era ancora possibile misurare il risultato di questa effettiva riduzione delle tasse. CNA Pensionati ha messo dunque a disposizione un calcolatore in grado di ipotizzare il guadagno ottenibile dall’applicazione delle nuove misure. Qui sotto trovate il link o il QR Code con cui poter utilizzare tale strumento di calcolo. In particolare, questa simulazione potrebbe risultare efficace se confrontata con le differenze tra le pensioni di inizio anno ed i cedolini di aprile e maggio. I provvedimenti approvati a fine 2021, comunque, dovrebbero essere solo un primo antipasto di La Legge di Bilancio 2022 ha previsto diverse La Legge di Bilancio 2022 ha previsto diverse portate ben più consistenti: nel disegno di legge misure a favore del reddito pensionistico.

misure a favore del reddito pensionistico.

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delega sulla riforma fiscale, varata ad Ottobre 2021, l’articolo 2 è dedicato alla revisione del sistema di imposizione personale sui redditi in cui si mira a garantire il rispetto del principio progressivo dell’Irpef. L’articolo 7, invece, punta alla revisione delle addizionali comunali e regionali all’Irpef, consigliando di abolirle e sostituirle “con una sovraimposta sull’Irpef la cui aliquota di base può essere aumentata o diminuita entro limiti prefissati”. Il Rapporto CERCUPLA, di cui si accenna in un altro articolo della rivista, ha dimostrato come proprio l’espansione - avvenuta negli ultimi anni - delle addizionali locali e regionali sui redditi sia stata una dinamica a detrimento delle pensioni, in particolare di quelle più basse. Torniamo però a noi: in generale a quanto ammontano per la base associativa di CNA Pensionati i guadagni “già incassati” con la legge di bilancio? Come impatta la nuova curva della tassazione sui redditi esclusivamente da pensione? Grazie ad una elaborazione CNA è possibile

IL PRESIDENTE NAZIONALE CNA PENSIONATI, GIOVANNI GIUNGI: “È SOLO UN INIZIO, IL MEGLIO DEVE ANCORA ARRIVARE”. “Questo è un primo passo importante, che speriamo venga sviluppato e rafforzato attraverso l’approvazione e l’attuazione della delega al Governo sulla riforma fiscale - dichiara il Presidente Giungi - d’altra parte, questo della riforma sarà un treno da non perdere. Infatti può diventare il provvedimento dove concretizzare l’aumento della no tax area per tutte le pensioni medio-basse, dando così risposta ad una delle proposte avanzate sul fisco con la nostra ormai classica cassetta degli attrezzi. Dopo un primo tempo - continua Giungi - a favore dei redditi più alti, è arrivato il momento di dare un segnale importante a chi con la propria pensione ha il diritto di vivere dignitosamente.”

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tratteggiare il reale andamento di questa curva, che inizia a far emergere i propri effetti a partire da circa 9.000 euro annui di pensione. Salendo da quella soglia di reddito, per arrivare fino ai 18.000 euro annui, si risparmierà, con una progressione sempre più favorevole, una somma pari a 136 euro fino a raggiungere 240 euro annui in meno di Irpef. Dopo inizia un decremento nei risparmi, che

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raggiunge il punto più basso intorno ai 30.000 euro annui di reddito pensionistico (a questo livello della curva il risparmio sarà di circa 135 euro). Da quella soglia in poi inizia una vera e propria “corsa al risparmio” che farà pagare via via sempre meno Irpef (in numeri assoluti, mentre in percentuale al reddito la differenza sarà minore). Dal beneficio di 320 euro su 33.000 euro di pensione, si arriverà al massimo di 920 euro annui di risparmio con un reddito di circa 50.000 euro. L’andamento proseguirà fino a a far diminuire il risparmio, arrivando a 270 euro in meno di Irpef per le pensioni più ricche. Rispetto alla nostra base associativa, dunque, il 39,4% beneficerà esclusivamente della no tax area; il 28,1% potrebbe ottenere gli sconti del primo tratto della curva; il 26,5% rientra in parte nella classe di reddito in cui ci sarà il decremento del risparmio; il 5,6% sarà invece la fascia più avvantaggiata dalle misure; lo 0,4% risulta tra le pensioni più alte. Infine, analogamente ad altre statistiche, gli uomini ancora una volta saranno quelli che più si avvantaggeranno della riforma, poiché le donne sono numerose e preponderanti tra le pensioni a reddito medio-basso.


ATTUALITÀ

AFGHANISTAN, CRONACA DI UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA ANGELA BELLONE

Centododici bambini afghani moriranno ogni giorno nel corso del 2022 per mancanza di cibo, acqua pulita, cure mediche. Sono un milione e centomila quelli che si trovano in una condizione di malnutrizione grave, e per le bambine il destino può essere ancora peggiore. A sei mesi (il 15 febbraio) dalla ripresa del potere da parte dei talebani e dal ritiro del contingente internazionale, il Paese asiatico vive un’emergenza umanitaria che assume ogni giorno toni sempre più disperati. Ci sono dei luoghi al mondo, e l’Afghanistan è senza dubbio uno di questi, dove nascere donna è una condanna senza possibilità di appello. “Sono profondamente preoccupata – ha detto di recente

Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef - per le notizie di un incremento dei matrimoni precoci in Afghanistan. Abbiamo ricevuto rapporti credibili di famiglie che offrono figlie di appena 20 giorni per un futuro matrimonio in cambio di una dote”. Si chiama “Nekah” il contratto matrimoniale con il quale si promette una figlia in sposa in cambio della dote. Povertà e arretratezza culturale da sempre sono una miscela esplosiva, soprattutto quando sono in gioco i diritti dei più deboli. Del resto, nonostante il balzo in avanti che si è verificato negli ultimi dieci anni, il tasso complessivo di alfabetizzazione del Paese è del VERDETÁ n° 83 | 11


43%. Per molte famiglie povere la Nekah significa avere denaro sufficiente a non morire di fame, almeno nell’immediato, condannando la “sposa” a un avvenire segnato da violenze, prevaricazioni, nessuna possibilità di riscatto in un Paese culturalmente avverso all’universo femminile. Un Paese nel quale il destino di una ragazza è segnato dalla nascita, dove circa la metà delle donne è vittima di violenza di genere. Secondo l’Unesco una ragazza su tre si sposa prima dei 18 anni, e una su cinque prima dei 15. Un Paese che negli ultimi anni aveva provato, nonostante una serie di ancestrali resistenze, a modificare questa concezione arcaica assicurando alle donne il diritto all’istruzione e ad accedere ai ranghi della vita sociale e politica. Un sogno, forse un’illusione andata in frantumi con il ritorno dei talebani, che ad agosto hanno chiuso tutte le scuole secondarie femminili e le università pubbliche. In alcune province lo scorso 2 febbraio le università sono state riaperte. Come ha riferito un corrispondente dell’agenzia Afp, un esiguo numero di donne è stato avvistato all’ingresso dell'Università di Laghman. Erano tutte coperte dal burka. Un segnale dei talebani, secondo gli osservatori internazionali, per convincere le democrazie occidentali circa la volontà di intraprendere un percorso verso il riconoscimento dei diritti umani. Si vedrà. Per ora, l’Afghanistan è alle prese con una sorta di nuovo Medioevo che si snoda attraverso un clima estremo e un’economia tra le più povere al mondo, con tutte le eccezioni e le contraddizioni legate alla coltivazione del papavero da oppio. Eppure, secondo il New York Times che cita un lavoro della United States Geological Survey, l’agenzia scientifica del governo degli Stati Uniti, il sottosuolo del Paese è ricchissimo di minerali come oro, rame, cobalto, ferro, litio (il “petrolio” del 12 | VERDETÁ n° 83

terzo millennio, considerati i suoi molteplici usi). Per non parlare dei giacimenti delle “REE”, vale a dire le Rare Earth Elements (Terre rare), elementi strategici per l’industria dei cellulari, delle batterie, per la realizzazione di componenti di satelliti, missili e sistemi di comunicazione. Quarant’anni di guerre, a partire dall’invasione russa del 1979, passando dal governo dei mujaheddin, i conflitti tribali, e infine le violenze di ogni genere durante il primo regime dei talebani, hanno lasciato un solco profondo e tanti campi pieni zeppi di mine anti-uomo. Su questo tessuto lacerato, che i vent’anni di “transizione” assistita dalla missione internazionale hanno solo in parte riparato, si sono sovrapposte epidemie di diarrea acuta, morbillo e Dengue, e infine il Covid 19. Il risultato è quello di un Paese allo stremo, nel quale più della metà della popolazione non ha accesso a cibo, medicinali, acqua pulita, servizi sanitari, istruzione. Il più grave dei problemi, in questo momento, è quello che gli esperti definiscono “malnutrizione acuta”, un concetto che in parole povere si traduce in fame nera per quasi 9 milioni di persone. Nei primi mesi del 2022 i talebani hanno avviato incontri diplomatici in Europa, probabilmente alla ricerca di una sorta di legittimazione da parte della comunità internazionale, ma soprattutto per chiedere il ripristino degli aiuti economici senza i quali il Paese è destinato a precipitare nel baratro. Nel frattempo, più di un milione di bambini è in pericolo di vita, e l’80% della popolazione non ha accesso all’acqua pulita. Oltre 18 milioni di persone, in questo momento, hanno bisogno di assistenza medica urgente. Secondo l’Alto commissariato per i Rifugiati Unhcr, 9 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case, in un inverno che sarà ricordato come uno dei più duri della storia afghana.


L'INTERVISTA

I DISASTRI DEL MONDO E L’EUROPA NANO POLITICO LIVIA PANDOLFI

Saggia e disincantata. A tratti anche amareggiata da un mondo che va per conto suo nonostante migliaia di uomini e donne ci mettano tutto l’impegno e la passione per combattere ‘contro’, alla conquista di diritti e nel rispetto dei valori in cui fermamente credono. Proprio come lei, come Emma Bonino, senatrice oggi di +Europa, storica radicale insieme a Marco Pannella, candidata senza successo un paio di volte alla Presidenza della Repubblica, universalmente riconosciuta come donna di grande valore. Oggi sul tavolo dell’amarezza ci sono i Referendum respinti dalla Corte Costituzionale su eutanasia e sulla liberalizzazione della cannabis. E poi l’eterna storia di quelle parti del mondo dove la parola giustizia e rispetto per donne, bambini e deboli sono semplicemente utopia, come in Afghanistan. Ne parliamo con lei, esperta del mondo arabo con cui ha avuto lunga frequentazione.

Emma Bonino VERDETÁ n° 83 | 13


La situazione in Afghanistan, come volevasi dimostrare, è precipitata. Le donne e i bambini sono in grandissima difficoltà. Muoiono di fame in migliaia, versano in stato di denutrizione in un milione, bimbe appena nate vengono già promesse in sposa e vendute per la dote. Sono nate scuole clandestine perché i talebani rifiutano l’istruzione alle ragazzine. Le donne sono uccise per un nonnulla. Lei che notizie ha? Le stesse di tutti purtroppo. Non ci sono più giornalisti e nonostante il grande clamore iniziale questa questione, mi duole dirlo, è già sparita dall’attenzione dei più, soprattutto dei media. Le persone che, come me, se ne interessano stanno facendo tutto il possibile. Ad esempio al Senato stiamo facendo i turni per sollevare sempre il caso Afghanistan a fine seduta. E ancora, per l’8 marzo, abbiamo organizzato una seduta congiunta fra la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato e il Comitato permanente sui diritti umani della Camera con la signora Shaharzad Akbar Presidente della Commissione indipendente afgana per i diritti umani (AIHRC), che è riuscita a scappare dopo l’arrivo dei talebani. Abbiamo

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fatto un dibattito pubblico alla Casa delle Donne e in Parlamento. Altre protagoniste del mondo afgano sono andate e stanno andando in giro per l’Europa, da Madrid a Parigi, per dare testimonianza della situazione grazie anche all’associazione da me fondata ‘Non c’è pace senza giustizia’. Questa è un’ottima notizia… Abbiamo fatto una grande fatica per far assegnare loro un visto Schengen e farle girare liberamente. Ma resta difficilissimo tenere i contatti anche perché gli stessi telefoni sono controllati. Poi c’è la paura che pervade chiunque anche chi cerca di resistere. Che succederà ora? Purtroppo sta arrivando una carestia drammatica, il Paese - come si sa - non ha istituzioni se non questi signori barbuti, i Talebani, i quali vorrebbero ottenere un riconoscimento delle Nazioni Unite per poter usufruire dei fondi di queste ultime per gli aiuti umanitari. Per ora nessun Paese li sta riconoscendo come governo legittimo. Per molti analisti internazionali l’Afghanistan è stato abbandonato perché non più strategico negli equilibri internazionali. Per gli Usa non


valeva più la pena investire soldi e vite umane per restare garantendo diritti umani. Che ne pensa? Dopo 20 anni c’è da dire che, al di là degli equilibri internazionali, era comunque un tempo congruo per lasciare il Paese. In realtà gli Usa non hanno saputo organizzare bene l’evacuazione che è stata fatta in modo repentino e confuso. Inoltre nessuno dei paesi occidentali era stato coinvolto e informato. Gli americani hanno ritirato le truppe e anche noi italiani, senza la loro protezione, non potevamo rimanere. Allo stato, l’Afghanistan è un Paese abbandonato a se stesso. Questo spostamento dell’asse geopolitico che lo rendeva strategico in passato vale il suo abbandono in termini di vite umane? Il ruolo centrale che aveva, ovviamente, non c’è più. E su questo noi poco possiamo fare. Poi come Paese abbiamo davvero pochi strumenti. Lei si immagina l’Italia che manda da sola militari in Afghanistan? Nemmeno l’Ue può far niente? Assolutamente no. Pensi alla Francia che sta venendo via anche dall’Africa. E’difficile intervenire in questi angoli di mondo disastrati. Basti pensare a quei migliaia di poveracci fermi senza cibo, senza acqua, senza coperte nella frontiera fra la Bielorussia e la Polonia. La verità è che in questi casi dovrebbero intervenire le Nazioni Unite, sono state create per questo. Ma poi alla fine quando gli interessi sono contrapposti o c’è la guerra o il negoziato. Dappertutto l’unica strada è il dialogo, anche con chi non vorremmo parlare. Possiamo aiutare queste persone nei limiti del possibile. Aiutare gli afgani con il governo talebano non è facile, chi è rimasto in quel Paese fa veramente vita grama. Mentre scriviamo è in corso la crisi Usa -Russia per l’Ucraina. Speriamo che si risolva nel tempo in cui questa rivista arriva nelle case dei nostri pensionati. Dove stiamo andando secondo lei? Non ne ho davvero idea. Non so cosa abbia in testa Putin, è un vero mistero, penso di questo dittatore il peggio possibile, l’ho detto tante volte. Rimane il fatto che, qualsiasi cosa sia successo nel frattempo, guerra compresa, anche noi abbiamo delle interdipendenze per il gas e quindi l’elettricità. Ma pure la Russia dipende da noi che acquistiamo le sue materie prime. Cosa

se ne faccia Putin di occupare l’Ucraina, però, non so. Non crede che sia uno scontro muscolare di due blocchi, con una Russia oggi forte dell’appoggio cinese, per non indietreggiare in Europa? Non vedo in questa storia un ruolo cinese. Ma so che l’egemonia dell’occidente capitanata dagli Stati Uniti non c’è più. Le potenze nate negli ultimi 10-20 anni sono alcune medie, come la Turchia, altri grandi, come la Cina. E gli equilibri da ricercare sono nuovi. Se c’è scontro - come ho detto – o si va in guerra o bisogna negoziare. E l’Europa che ruolo ha in questo mondo nuovo, che futuro abbiamo? Noi non abbiamo una nostra politica estera perché gli Stati non l’hanno mai voluta, ognuno pensa di fare meglio da se’. L’Europa ha 27 eserciti inutili ma non ne ha uno suo neanche per la difesa esterna delle nostre frontiere e questo è il suo limite. L’Ue è un grande mercato ma, come diceva un mio collega spiritoso, è “un gigante economico, un nano politico e un verme militare”. VERDETÁ n° 83 | 15


l'inchiesta ABBIAMO DAVVERO SMARRITO IL SENSO DEL LIMITE? LIVIA PANDOLFI Sassari, uscita delle lezioni dell'Istituto Alberghiero. Una 16enne colpisce ferocemente al volto una sua coetanea con un tirapugni, nessuno la ferma. Anzi il tutto avviene sotto lo sguardo di decine di ragazzi che riprendono tutto con gli smartphone per poi pubblicare i filmati sui canali social. Video diventati virali in poche ore. Protagoniste quattro ragazze, due minorenni picchiatrici e due maggiorenni che fanno da regia alle amiche. Il giudice interviene e toglie le due under 18 alle famiglie che però pensano sia un provvedimento troppo duro. Pandemia. Quasi 6 milioni di morti al mondo, in Italia 150mila. Statistiche aggiornate a metà febbraio. Nei giorni in cui scriviamo questo articolo fra i 300 e i 400 al giorno. Eppure c’è chi si arroga il diritto di negare l’evidenza, fare come meglio crede, protestare, non rispettare gli altri, non vaccinarsi. Il covid per queste persone spesso non esiste, si ragiona in termini di rischio esclusivamente personale. Gli altri? Chissenefrega. Scienza e social. Tutti hanno diritto di dire la propria, soprattutto sui social. Qui si sono trasferiti i dibattiti da azzeccacarbugli e gli strafalcioni che sono sempre rimasti storicamente nei perimetri delle mura del bar vicino casa. Oggi tutti sanno tutto e sono in grado di ribattere a scienziati, studiosi, plurilaureati. Celebre la frase della cinquestellata Castelli al blasonatissimo Professor Padoan “questo lo dice lei!”, dal basso della sua scarsa preparazione. Ospedali e scuole. Decidono i parenti dei pazienti 16 | VERDETÁ n° 83

o i genitori se un medico o un insegnante è in grado di fare il proprio mestiere. Anni di studi buttati come carta straccia, si va alle mani. Non a caso negli ultimi anni non appena presa la laurea in medicina il primo gesto del dottore è quello di sottoscrivere una assicurazione. Agli insegnanti manca ancora poco e siamo lì. Ultimo atto della politica. L’elezione del Presidente della Repubblica in scena a fine gennaio. Un ricco miliardario, ottantacinquenne, con scarsa reputazione internazionale, da sempre divisivo per il Paese, a torto o a ragione, esige di concorrere in pole position. Tutto il mondo pensa sia una burla ma nessuno glielo dice chiaramente. Poi va in onda un teatrino dove i protagonisti di una politica già in crisi nera fanno a gara per screditarsi di più e meglio, finendo per rieleggere l’ottimo Mattarella che avrebbe voluto ritirarsi ad un meritato riposo. Si potrebbe continuare sino al prossimo anno. La domanda, allora, sorge spontanea abbiamo davvero smarrito il senso del limite?


SENSO DEL LIMITE IL SIGNIFICATO DEI LIMITI PER I BAMBINI SUSANNA BERNARDINI La parola “limiti” ha una accezione negativa in generale e anche per molti genitori o altri adulti che si occupano dei bambini. In realtà, fissare dei limiti non vuol dire non considerare il desiderio del bambino ma aiutarlo a comprendere che non può pretendere sempre tutto e immediatamente. Porre dei limiti, attraverso le regole, è un atto amorevole, sicuramente più difficile che dire sempre sì ai nostri bambini. Sembra la cosa migliore quella di accontentarli sempre, si evitano lagne e scenate e i bambini sono tutti felici. Ma siamo sicuri che questa modalità educativa li renderà adulti felici? Acquisire il senso del limite è importantissimo per i bambini, li aiuta a gestire bene le emozioni, ad avere rispetto e rapporti equilibrati. Il limite funziona da “contenitore”, nel quale i piccoli possono imparare in totale sicurezza (dato l’amore degli adulti che li accudiscono) a decifrare il mondo intorno a loro, confrontandosi con la frustrazione dettata da qualche no, cosa che sarà utilissima per affrontare la stessa emozione in età diverse. Quindi i genitori ed i nonni possono sentirsi tranquilli se qualche volta dicono no alle richieste dei loro bimbi, perché il rispetto dei confini e delle regole, se coerenti, li aiuterà a diventare adulti più consapevoli e rispettosi.

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l'inchiesta LIMITE E CONOSCENZA. UN VIAGGIO A TAPPE NELLA STORIA DELLA FILOSOFIA JACOPO BASILI

Molto spesso la filosofia viene associata ad una vocazione del pensiero incentrata sull’astrazione concettuale, verso campi di ricerca e riflessioni distanti dalla realtà delle cose. Non è così. Fin dall’antichità la filosofia si è caratterizzata come un’arte del vivere, ovvero un connubio tra teoria e pratica in grado di descrivere, rappresentare e schematizzare tutta una serie di questioni che 18 | VERDETÁ n° 83

interessavano il rapporto tra uomo e natura, tra uomo e comunità, tra uomo e finitudine (meglio dire, forse, tra finito ed infinito). Quindi è stata proprio la filosofia a consentire di tracciare i primi confini, i primi limiti, tra i diversi campi del sapere così come tra le complessità che attanagliavano la società (e ancora oggi rimangono centrali).


SENSO DEL LIMITE Iniziamo allora il nostro viaggio nella storia partendo proprio da quei pensatori che vengono considerati i fondatori della filosofia: i presocratici (definiti così perché anteriori e precursori di Socrate, figura paradigmatica per la filosofia greca ed occidentale). Talete, Anassimene, Parmenide, Epicuro, Democrito e tanti altri, infatti, sono stati i primi a riflettere sull’origine delle cose ed il funzionamento che sta alla base dell’esistenza. Ognuno di loro ha ragionato sulla cosiddetta “archè”, ovvero il principio da cui si genera e scaturisce la realtà. Ed in linea di massima tutti questi filosofi tracciano il limite di questa origine partendo da elementi prettamente naturali, come possono essere - in rigoroso ordine di citazione l’acqua, l’aria, l’essere, il divenire, l’atomo, etc. Sempre restando in Grecia, una volta scoperta la centralità dell’uomo (e della sua imprescindibilità grazie a Socrate) il tema del limite inizia ad essere tracciato all’interno della stessa dimensione umana, evitando così di dover trovare giustificazioni della realtà alternative o in contrasto con le possibilità conoscitive umane. Uno tra i più noti sofisti, Protagora, infatti viene

ricordato per questa famosa massima: “L’uomo è misura di tutte le cose”. Ovverosia la realtà oggettiva, il limite posto per un suo possesso ed una sua conoscenza, è dato dalle capacità umane di capire ed interpretare la realtà stessa. Da questo momento in poi, nel campo della filosofia si apre un formidabile duello sui principi che permettano di dominare effettivamente la conoscenza della realtà e la sua origine. E quindi anche la più corretta conoscenza di ciò che noi oggi distinguiamo come etica, logica, morale, politica, metafisica, estetica, etc. Forse, con un pizzico di presunzione, si potrebbe affermare che due giganti come Platone ed Aristotele - ad esempio - si siano fatti carico dell’enorme difficoltà di riportare ad una sintesi le posizioni di varie scuole di pensiero via via sempre più distanti e divergenti. Durante il medioevo, invece, potrebbe risultare facile immaginare come sia stata risolta la questione del limite (sia della nostra conoscenza, così come dei nostri comportamenti): tutto poteva essere giustificato dall’esistenza di Dio e dal suo essere principio assoluto da cui derivare tutto. Basterebbe citare la frase con cui inizia il Vangelo secondo Giovanni (d’altra parte, tra i quattro vangeli del nuovo testamento, quello interpretato come il più filosofico ed intellettuale): “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. Ma in verità la dialettica sulle possibilità della conoscenza non si attenuò affatto. Anzi imperversò per secoli la cosiddetta “disputa sugli universali”, cioè lo scontro tra la fazione dei “realisti” e quella dei “nominalisti” sulla origine e sulla realtà dei significati. In poche parole si discuteva sula relazione tra linguaggio e le cose, su come si determinava il loro rapporto e quale dovesse essere la gerarchia per validarne senso e valore. Arrivando all’età moderna e facendo nostre le VERDETÁ n° 83 | 19


l'inchiesta grandi conquiste che, a partire da Galileo Galilei, legittimarono sempre di più la conoscenza e la sua origine codificando una razionalità fondata nel metodo scientifico, incontriamo un vero e proprio “pensatore del limite”: Immanuel Kant. Il filosofo tedesco, con il suo grande progetto delle tre “Critiche”, è uno spartiacque essenziale per definire “ciò che si può conoscere e ciò che si può solo pensare”. La distinzione infatti tra fenomeno e noumeno diventerà la chiave di volta con cui dovranno fare i conti tutte le riflessioni filosofiche successive. La conoscenza sarà fenomenica nel senso in cui passando attraverso gli organi che governano il nostro accesso alla realtà, ovvero sensibilità ed intelletto (e la loro capacità di relazionarsi), potrà essere riconosciuta da tutti come universale e necessaria. La “cosa in sé”, cioè il mondo noumenico, invece non sarò mai

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in grado di superare la prova della conoscenza perché basato su concetti ed idee che non sono rappresentabili attraverso la realtà mediata dall’esperienza, ovvero Dio, libertà, l’infinito, etc. In maniera molto approssimativa, si è tentato di sintetizzare una “rivoluzione copernicana” come definita dallo stesso Kant - che da quel momento in poi ha permesso di mettere al centro il tema dell’azione e della prassi rispetto al discorso sulla conoscenza. È nella realtà data dell’esperienza infatti che si forgiano i pensieri, le rappresentazioni e gli schemi che consentono di riconoscere oggettivamente la validità e la veridicità di una conoscenza. Fuori da questo limite, da questo confine, regnano il dogmatismo e la superstizione. Karl Marx, ad esempio, è un interprete che fa proprio - rielaborandolo fino a quasi sconvolgerlo - questo “diktat della modernità”. Infatti la resa dei conti con cui intende liquidare la filosofia che lo ha preceduto (un obiettivo che condivide con un suo contemporaneo come Friedrich Nietzsche), diventa un affinamento - sempre più meticoloso e scientifico - per una concezione della realtà in quanto processo storico, vivo, fatto di tappe e


SENSO DEL LIMITE cambiamenti, in grado di determinare la società e tutto ciò che esiste. Per Marx questa analisi permette un rovesciamento materialistico delle regole su cui si fondano le nostre società, consentendo così di immaginare una prospettiva oltre il sistema di sfruttamento allora dominante, ovvero il capitalismo. Da qui dunque la necessità di sostituire la critica del “cielo” delle idee filosofiche con la critica della “terra” delle condizioni materiali di esistenza e produzione.

può conoscere, sia su come ci si deve relazionare autenticamente con gli altri. La filosofia diventa così un’attività quotidiana, ordinaria, che ha il compito di eliminare dal nostro linguaggio (lo “sfondo” per qualsiasi tipo di conoscenza) tutti i non-sensi, di mostrare che i problemi filosofici nascono dall’irrefrenabile fraintendimento della loro logica, dal tentativo di rappresentare l’irrapresentabile, di pensare l’impensabile. La nuova funzione della filosofia consiste quindi nel

Infine arriviamo alla nostra epoca e alla completa “mondanizzazione” di qualsiasi discorso sulla conoscenza. Ludwig Wittgenstein, filosofo austriaco della prima metà del ‘900, forse è il pensatore che più di tutti arriva all’estreme conseguenze di questa liberazione dal desiderio di una conoscenza totalizzante. La filosofia non deve tendere alla costruzione di sistemi, ma invece può aiutare a chiarire, descrivere, ordinare e vivere le esperienze. Eliminando errori metodologici e preoccupazioni insensate, frutto del nostro sbagliato discernimento sia rispetto a ciò che si

tracciare un limite tra sensato e insensato, tra il dicibile e l’indicibile, affinché la vita possa essere liberata e guarita dalle complicazioni dovute ad un utilizzo sbagliato della umana, ma misurata, sete di conoscenza. D’altra parte, la fondamentale proposizione “i limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo” - presente nell’unica opera di Wittgenstein pubblicata in vita - diventa allora una bussola capace di orientarci meglio rispetto alle nostre legittime possibilità di comprendere e allo stesso tempo di imparare dalla realtà. VERDETÁ n° 83 | 21


FOCUS

TAGLIACARNE, È ALLARME ASSISTENZA DOMICILIARE AGNESE TOMMASI

Assistenza domiciliare, potenziamento delle strutture di distretto, procedure veloci per esami e accertamenti . Mentre i tempi lunghi di attesa per le visite specialiste sono al top delle loro preoccupazioni, che costringono a rivolgersi sempre più spesso alle strutture 22 | VERDETÁ n° 83

private. Per potenziare e valorizzare i servizi pubblici, la silver generation chiede un rafforzamento del ruolo del medico di base che oggi, anche per la diversa distribuzione sul territorio, difficilmente può garantire assistenza a domicilio. Per questo la telemedicina può


correre in aiuto, ma è ancora troppo basso il livello di conoscenza digitale dei pazienti in pensione. È quanto emerge da un’indagine sulla rilevazione sui servizi di sanità e assistenza della Cna Pensionati, realizzata in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne presso un campione di segreterie regionali e provinciali della rete CNA, che rappresentano circa 230 mila lavoratori in pensione associati. Più nel dettaglio, il servizio di cui si percepisce maggiore utilità nelle regioni è quello dell’assistenza domiciliare attraverso la figura dell’infermiere e dell’operatore sociosanitario per le cure ad anziani, fragili e non autosufficienti (52,2% degli intervistati). A seguire, il potenziamento delle strutture di distretto, strutture specialistiche, case della salute (44,8%) e procedure veloci per esami e accertamenti diagnostici e visite specialiste (37,3%). Mentre, tra le principali criticità riscontrate, svettano nella classifica gli eccessivi tempi di attesa per gli esami specialistici (47,8%). Ma a

preoccupare sono anche la carenza del servizio di assistenza di base (19,4%), per la mancanza di medici di medicina generale in diverse zone del Paese e, a pari merito, la frammentazione dei servizi e lo scarso coordinamento tra le strutture. Anche per questo tra i suggerimenti per potenziare e valorizzare i servizi sanitari e assistenziali rivolti ai pensionati, al primo posto emerge la necessità di rivedere il ruolo dei medici di base (28,4%). Mentre il 16,4% punta ad implementare nelle Case di Comunità i team multiprofessionali, professionisti che lavorano in sinergia per garantire agli anziani, in special modo ai non autosufficienti, le diverse cure di cui hanno bisogno. A seguire il 13,4% suggerisce investimenti nella telemedicina e nella telesorveglianza. Ma per questo occorre agire sulla alfabetizzazione digitale dei pazienti. Per il 59,7% degli intervistati è basso il livello di conoscenza dei principali mezzi della digital communication (internet, email, whatsapp, social media) all’interno della silver generation.

La libertà è partecipazione. G. Gaber

Partecipa all’indagine CNA INQUADRA IL QR-CODE CON LA FOTOCAMERA DEL TUO TELEFONO

https://marketing.cna.it/silver-italia/partecipa/#indagine VERDETÁ n° 83 | 23


CNA Pensionati

Le nostre ricette

ACQUACOTTA (Lazio) Ricetta di nonna Lucia

RICETTA PER 4 PERSONE INGREDIENTI  1kg cicorietta campo selvatica  4 patate  500gr pomodorini rossi spezzettati  Mentuccia fresca  4 spicchi aglio  1 cipolla  Sale  Peperoncino pic  Olio extra verg olive  Pane raffermo o bruscato

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PROCEDIMENTO Lavare e lessare la cicorietta e scolare bene. In una pentola, meglio se di coccio, affettare finemente la cipolla, unire l’aglio, le patate tagliate a pezzetti, i pomodorini , la mentuccia, il peperoncino il sale e la cicoria lessata e strizzata dalla sua acqua. Coprire con acqua e lasciare sul fuoco per almeno 40 min. Unire 2 bicchieri piccoli di brodo vegetale e lasciar bollire per qualche altro minuto. Impiattare fette di pane, meglio se bruscato, bagnare con la zuppa di cottura e adagiare sopra le verdure. Arricchire con olio dop della zona viterbese . A piacere si può aggiungere al bollore finale 1 uovo freschissimo per ogni commensale, tale da formare una camicia bianca intorno .

buon appetito!

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LA FINESTRA SUL CAVEAU

CONTRO IL CARO-BOLLETTE LE ARMI SPUNTATE DELL’ITALIA CLAUDIO DI DONATO

L’impennata del costo dell’energia ha superato la soglia di allarme. E’ diventata una vera e propria emergenza per milioni di famiglie e imprese. In appena un anno la bolletta è più che raddoppiata ma il peso dei rincari incide in modo differenziato sulla base del reddito. Per un artigiano pensionato significa sacrificare un assegno mensile per coprire i maggiori costi di energia elettrica e gas. Un effetto che doveva suggerire 26 | VERDETÁ n° 83

un approccio diverso da parte del Governo. Gli oltre 10 miliardi impegnati per fronteggiare il caro-energia dovevano andare principalmente alle famiglie con redditi bassi e medio-bassi invece che all’intera platea di 29 milioni di utenze domestiche. Naturalmente per contrastare il fenomeno del balzo del prezzo dell’energia serve un pacchetto di interventi e misure, alcuni con effetti rapidi e


altri che necessitano di un orizzonte temporale più ampio. Ma è fondamentale comprendere le dinamiche che hanno alimentato la fiammata che non è destinata a rientrare a breve termine. La ripartenza dell’economia dopo la fase più acuta della pandemia e le tensioni geopolitiche sono tra le cause principali della corsa delle quotazioni energetiche. Poi ci sono altri fattori più specifici a livello geografico. In Europa ad esempio pesa il funzionamento del mercato all’ingrosso dell’energia elettrica e nel caso italiano c’è lo squilibrio del cosiddetto mix energetico (le diverse fonti per la produzione di energia elettrica). In termini generali, i mercati dell’energia presentano sofisticati e complessi meccanismi di funzionamento. La ragione è molto semplice, l’elettricità non si può immagazzinare. L’energia che arriva nelle nostre case viene acquistata da un distributore e il prezzo è fissato attraverso domanda e offerta in Borsa, come se si trattasse di un titolo azionario. A determinare il prezzo è la richiesta di energia per l’ultima fonte che entra in funzione, che è sempre una centrale, in quanto solare, fotovoltaico ed eolico non sono programmabili come abbiamo visto lo scorso autunno in Gran Bretagna. In Italia l’ultima centrale ad entrare in funzione è alimentata a gas, in Francia nucleare e in Germania a carbone. Se la quotazione del gas arriva alle stelle, un paese come l’Italia sarà più esposto degli altri. E infatti le quotazioni del gas sono salite del

700% in 18 mesi, il prezzo medio dell’energia all’ingrosso è aumentato di 4 volte mentre i costi di generazione dell’elettricità hanno avuto un incremento soltanto del 150% in quanto i costi di eolico e fotovoltaico sono rimasti fermi. Alcuni hanno sostenuto che l’aumento della bolletta è provocato dalla transizione verde che dovrebbe rallentare se non addirittura essere messa in discussione. In realtà gli incrementi maggiori in Europa sono stati sopportati dai paesi che utilizzano molto gas come Italia, Spagna e Portogallo (tra il 30 e il 40% per la produzione elettrica). Il nostro Paese produce molta energia dalle rinnovabili (oltre il 30%) a differenza della media europea che oscilla intorno al 10% e per vedere maggiori benefici dovrebbe aumentare ulteriormente, mentre l’orientamento del Governo è far salire gli approvvigionamenti di gas. Ma più gas consumiamo e più saremo esposti agli aumenti dei prezzi. L’Italia presenta altre debolezze che la rendono molto vulnerabile alle tensioni sui prezzi. Il gas che utilizziamo è prevalentemente acquistato in Borsa (e risente della volatilità quotidiana delle quotazioni) mentre è marginale quello con forniture a lungo termine e prezzo fisso. Anche potenziando le infrastrutture per far transitare il gas, il corrispettivo continuerà ad essere quello stabilito sui mercati di Londra e Amsterdam. La semplice verità è che la crisi dei costi energetici ci ha colti impreparati. VERDETÁ n° 83 | 27


SPAZIO EPASA-ITACO Cittadini e Imprese

LE PRESTAZIONI SOCIALI E PREVIDENZIALI NEL 2022: LE NOVITÀ DELLA LEGGE DI BILANCIO ANTONIO LICCHETTA, Responsabile Area normativa Patronato Epasa-Itaco

Che anno sarà, in termini di tutele sociali e previdenziali, il 2022 e quali prestazioni, pensionistiche, di sostegno al reddito, di tutela della famiglia o di contrasto alla povertà, sono state introdotte dalla Legge di Bilancio? 28 | VERDETÁ n° 83

Cerchiamo, per sommi capi, di fare una breve panoramica su tutti questi temi, partendo dalle pensioni, e cioè dalle grandi assenti nella legge di Bilancio, visto che a lungo nel 2021 si è parlato di una mini riforma per il dopo quota 100.


Ebbene, questa mini riforma non c’è stata, è stata rimandata al 2023, e per quest’anno si è proceduto solo con piccole modifiche, ma comunque significative, la più importante delle quali è sicuramente data dalla c.d. “quota 102”, che sostituisce la preesistente quota 100, e che consente, per chi matura entro il 31.12.2022, 64 anni di età e 38 di contributi, di andare in pensione. A questo proposito, occorre precisare che la vecchia Quota 100 non è stata definitivamente superata, nel senso che chi ha maturato i requisiti entro l’anno scorso previsti per questa prestazione, e cioè 62 anni di età e 38 di contributi, potrà, se vorrà, andare in pensione appunto con quota 100 anche nel 2022 o negli anni successivi. Novità nel 2022 anche per accedere all’APE sociale, e cioè quello scivolo al pensionamento di vecchiaia per chi ha 63 anni di età e si trova in determinate condizioni soggettive, come in stato di disoccupazione o con un familiare convivente affetto da handicap. Per questa prestazione, la legge di bilancio ha eliminato alcuni vincoli e ha esteso la platea dei lavoratori interessati. Anche la c.d. Opzione donna è stata prorogata dalla legge di bilancio, e quindi ora è possibile anche per le donne che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2021 58 o 59 anni di età e 35 anni di contributi, purchè il loro trattamento pensionistico venga ricalcolato con il sistema contributivo, generalmente meno favorevole rispetto alle regole comuni. Queste le maggiori novità per il 2022 in materia di pensioni. Restano ovviamente le modalità ordinarie di accesso al pensionamento, e cioè la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata, come restano pure applicabili, nel 2022, alcune modalità particolari, che consentono di usufruire di uno “sconto” per l’accesso alla pensione, sconto in termini di età o di contributi, come ad esempio la disciplina riservata ai precoci (chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni di età) o a coloro i quali svolgono attività usurante, per i quali continuano ad applicarsi le vecchie quote. Molte novità quest’anno riguardano anche la tutela per la famiglia e la genitorialità, la più importante delle quali è sicuramente il

debutto, dal 1° gennaio 2022, dell’assegno unico universale per i figli. Questa misura, che sostituisce quasi tutte le misure già esistenti con analogo scopo, come assegno al nucleo familiare e bonus vari, non è stata introdotta dalla legge di bilancio, ma comunque merita di essere menzionata per la sua importanza poiché, proprio perché universale, spetta indipendentemente dall’attività lavorativa svolta. Nessuna distinzione è più prevista quindi, perché l’assegno spetta a tutti, dipendenti, autonomi, parasubordinati e chiunque abbia figli fino a 21 anni di età in famiglia. Restando in tema di maternità e famiglia la legge di bilancio contiene invece interessanti misure relative ai congedi di maternità per le lavoratrici autonome, tre mesi in più per loro, e ai congedi di paternità, oltre ad apprezzabili misure dirette a favorire la parità di genere e la decontribuzione per le lavoratrici madri. Sul contrasto alla povertà, il tanto discusso Reddito di cittadinanza non solo è stato mantenuto, ma sono stati incrementati anche gli stanziamenti, pur con un inasprimento dei controlli per verificare il diritto e il mantenimento di questo sostegno. Sugli ammortizzatori sociali la legge di Bilancio del 2022 ha operato un vero e proprio riordino della materia, in particolare per quanto riguarda l’integrazione salariale, i fondi di solidarietà bilaterale e NASpI e DIS COLL. Per queste ultime ad esempio, è stata estesa la platea di soggetti che possono ottenere queste indennità; sono stati eliminati alcuni requisiti richiesti come ad esempio, per la NASpI, le 30 giornate di lavoro nell’anno che precede lo stato di disoccupazione; è stato reso più favorevole il meccanismo del decalage, e cioè quel sistema che fa diminuire l’importo dell’indennità di disoccupazione con il passare del tempo di fruizione. Queste in rapida rassegna le maggiori misure di politica sociale previste per quest’anno, fermo restando che la legge di Bilancio rappresenta, ogni anno, l’occasione per introdurre una miriade di norme particolari, che anche quest’anno spingono a definire la vecchia Legge finanziaria “Decreto omnibus”. VERDETÁ n° 83 | 29


SPAZIO DONNA

IL SOGNO DI ANITA MARIA ROSA BATTAN

Nessuno ignora chi sia Anita Garibaldi, i testi scolastici già dalle scuole elementari ce la facevano conoscere contestualmente a Giuseppe Garibaldi. Recentemente a Torino si è conclusa una mostra dedicata a figure femminili protagoniste del nostro Risorgimento e tra nomi e cognomi altisonanti di nobildonne, contesse che hanno partecipato attivamente alla riuscita della nascita dell’unità d’Italia, con impegno spesso di finanziatrici, raccoglitrici di segreti e altro, c’è anche quello di Ana De Jesus Riberio conosciuta appunto come Anita Garibaldi. Nata a Laguna, paese situato all’estremo sud del Brasile da una famiglia non ricca fin da piccola dimostra intelligenza e bisogno di avventura. Si sposa su pressione della famiglia a 14 anni 30 | VERDETÁ n° 83

con un pescatore che scompare, si dice in mare senza lasciare traccia. All’età di 16 anni incontra Garibaldi e lo seguirà fino alla morte. Diverse sono le scritture sulla sua vita, il filo che le unisce tutte sono le temerarie scelte di vita che la vedono comunque sempre protagonista piena di passione e amore. Il coraggio e la determinazione nel voler realizzare una scelta, quella di vivere accanto a Garibaldi, la porta ad attraversare il mare da sola e in attesa di un bambino per proseguire cavalcando in lungo e largo l’Italia con legato al collo il bimbo, nel frattempo nato, per congiungersi a Giuseppe Garibaldi, impegnato in continue battaglie, al punto che quando la vede arrivare esclama, riconoscendo la sua indole “ecco, è arrivato un soldato in più”.


Dal (si dice) bel Giuseppe avrà tre figli. Questo non le impedirà di essere sempre presente in ogni campo di battaglia o al suo fianco quando i rari riconoscimenti lo gratificavano. Raramente ci vengono riportate immagini di Anita con abbigliamento femminile. Il suo continuo inseguire le avventure del marito la vedono cavalcare con un figlio legato al collo e il fucile a tracolla, privilegiando abbigliamento maschile, anzi, abbigliamento proprio da uomo non maschili. Indossa anche la famosa “camicia rossa”. Essere la moglie di Garibaldi per Anita è sicuramente una scelta. Non si spiegherebbero altrimenti le molte avventure fatte al limite dell’impossibile. Stupisce il coraggio di averle fatte in un tempo storico dove solo alzare la testa per guardare negli occhi un uomo era considerato trasgressivo. Nel territorio Italiano è piuttosto presente il suo passaggio. Abbiamo infatti molte piazze e vie dedicate alla donna coraggiosa e avventurosa che è stata. Poco però viene normalmente riconosciuto al sentimento di amore che la spingeva a sfidare tutto e tutti. Non credo, che la sua scelta di vita fosse dettata a far riconoscere il ruolo femminile.

Di sicuro pensava ai figli al loro padre e alla causa meritevole per la quale tanto impegno adoperavano entrambi con il contributo di moltissimi altri Italiani. La giusta causa unita ad un amore profondo per il padre dei suoi figli, sono di sicuro un motivo più che sufficiente per imporre alla propria vita svolte importanti e definitive. Vivere ogni giorno come fosse l’ultimo, assaporando la gioia della libertà di decidere senza costrizioni credo sia privilegio di pochi. Anita è morta a soli 28 anni, ha concentrato in così poco tempo il vissuto di mille vite. Ha avuto per amore tre figli e un marito e non ha mai rinunciato alla passione, era questo il sogno della sua vita? Se potessi conoscere quanto delle sue scelte siano state fatte seguendo la voce del cuore, del sentimento e apparentemente poco alla ragione, darei un senso a questo mio interrogativo. Un suo suggestivo ricordo lo ritroviamo al Gianicolo, dove si trova la sua tomba, e viene rappresentata da una statua equestre, in sella ad un cavallo rampante con al collo uno dei suoi figli e con una pistola in mano. A me piace ricordarla bambina dentro le mura della sua casa natia a Ribeiro mentre guarda fuori dalla finestra e insegue i sogni che la porteranno a vivere il futuro.

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IL RACCONTO

SOLO UNA TAC di LAURA RAVONE

-Maresciallo … -Basilio, mi dica. Posso chiamarla per nome? Ci conosciamo da tanto … -Ci mancherebbe -Allora Basilio, mi dice cosa voleva fare con questa bravata? Andare al Pronto Soccorso con un fucile … alla sua età … Perché? -Mi chiede perché? ... Mia moglie, è per mia moglie, non sta bene, deve fare una TAC, solo una TAC. Lo sa quanto deve aspettare? Otto mesi, le pare normale aspettare otto mesi? -Certo, è un po’ troppo, ma non è colpa dei medici o degli infermieri se la lista di attesa è lunga e bisogna aspettare. E non si accorcia neanche se si minacciano i medici con un fucile. 32 | VERDETÁ n° 83

-Ma io qualcosa devo fare, mia moglie non può aspettare, ogni giorno che passa lei peggiora. Se le chiedo come sta, lei risponde sempre che sta bene, ma io la vedo quando con le mani stringe i braccioli della poltrona e la faccia diventa una smorfia di dolore. Lei non può aspettare otto mesi, subito la deve fare questa TAC. Se avessi i soldi la farei fare privatamente, ma non me lo posso permettere. E sa perché? Perché dopo una vita di lavoro, ora prendo una pensione da fame, e non posso nemmeno pagare una TAC per mia moglie. -Che lavoro faceva? -Il falegname, ecco quello che facevo. Ho iniziato a tredici anni, sono andato a bottega da un


bravo falegname. Non avevo uno stipendio, allora non era come oggi. Facevo quello che lui mi diceva di fare, ma sono passati anni prima di poter tagliare un pezzo di legno. Lo osservavo e cercavo di imparare guardando, solo guardando. Erano tempi difficili, subito dopo la guerra. A casa si mangiava minestra di verdura tutte le sere e un tozzo di pane. Ero sempre affamato, giovane com’ero. Ma un poco alla volta imparai e cominciai a lavorare da solo, prima un tavolino poi una sedia. Il mio maestro mi controllava e diceva che ce l’avevo nel sangue il mestiere. Era rigido, sa …, ma si vedeva che mi voleva bene. Avevo venticinque anni quando vidi per la prima volta la mia Maria. Era estate, in piazza c’era la banda e si ballava. Era la più bella e teneva solo quindici anni. Mi innamorai subito, la invitai a ballare e lei accettò, poi le offrii un gelato e cominciammo a parlare. Da quel momento non pensai ad altro che a risparmiare per poterla sposare. Arrossiva per niente, la mia Maria, era riservata come tutte le brave ragazze di allora. Finalmente poi ci sposammo. Fu una cerimonia semplice, non come si fa oggi, che si va al ristorante e si invitano cento persone, si fanno i regali e si sprecano i soldi inutilmente. Noi a pranzo andammo a casa di Maria. Sua madre e le sue sorelle avevano cucinato un buon pranzo, avevano ucciso due galline, avevano preparato un dolce con la ricotta delle pecore. Un pranzo che sembrava Natale. -E siete stati felici? -Certamente. Io lavoravo e diventavo sempre più famoso. Facevo gli armadi con gli incastri, senza neanche un chiodo. I cassetti a coda di rondine, come oggi non si fanno più. Guadagnavo bene, mia moglie, Maria, badava all’orto, alle galline. Insieme costruimmo la casa, da soli. Io mettevo i mattoni uno sopra l’altro e Maria impastava

il cemento con la sabbia. Quanti sacrifici, ma in questa casa ci abbiamo cresciuto i tre figli, tutti maschi. Peccato che neanche una femmina, se no a quest’ora starebbe vicino alla madre, l’aiuterebbe. -E dove si trovano i figli? -Li ho fatti studiare, tutti e tre. E ora uno sta a Milano, uno in Germania e uno a Londra. Si sono sposati, lavorano, stanno bene. Tornano una volta all’anno per vedere la madre, ma dopo una settimana se ne vanno al mare, hanno la moglie e i figli, si sa che è così … Abbiamo fatto tanti sacrifici per farli studiare, non volevamo che facessero la stessa vita che avevamo fatto noi, quindi siamo contenti che siano riusciti, almeno loro, ad avere una vita bella e comoda. Non possiamo lamentarci se ora sono lontani, che qui di lavoro non ce n’è per nessuno. -E l’orto, le galline? -Non c’è più niente oramai. Mia moglie non ce la fa più e neanche io. Così ora per mangiare dobbiamo pure andare al supermercato a fare la spesa, e i soldi tra bollette, medicine e spesa se ne vanno appena presi. Ma io nel fucile non le ho mica messe le pallottole, non volevo far male a nessuno, volevo solo una TAC per mia moglie, e ora mi tocca pure andare in galera. Come farà la mia Maria senza di me …? -Basilio, andiamo … su, non faccia così, non si disperi. Vedrà che una soluzione io gliela trovo. Effettivamente il fucile era scarico, quindi non c’era la volontà di fare del male. Parlerò col magistrato e vedrà che si sistema tutto. Poi parlerò pure con i medici e vediamo se riusciamo a fare anche la TAC. Magari qualcuno nel frattempo ha rinunciato, con un po’ di fortuna vedrà che ce la facciamo. Mi dice come è che ha il fucile? Va a caccia? -No maresciallo, che dice. Io a caccia? Non potrei mai uccidere un uccellino. Lo sa quanti lupi ci sono qui? E quanti cinghiali? Io, come tutti, quando li vedo avvicinarsi alla casa, sparo in aria, che così il botto li fa scappare. Non hanno più paura di niente, loro. E intanto distruggono tutto, mangiano tutto. -Basilio, ora lei se ne sta buono seduto qui, che intanto io vado a parlare con i medici e vedo di risolvere questa faccenda della TAC. Ha ragione, sa? In effetti è solo una TAC. VERDETÁ n° 83 | 33


SALUTE

Dietologia

IL MONDO A TAVOLA LUCA LOTITO, Biologo Nutrizionista

La globalizzazione ha colpito anche le nostre abitudini alimentari con cibi provenienti da tutto il mondo che possiamo consumare stando comodamente seduti sul divano di casa nostra. Abbiamo imparato a conoscere sushi, sashimi, ramen, tempura, pokè, ma di cosa si tratta realmente? Sono cosi diversi dalle nostre abitudini alimentari e dalla ben conosciuta dieta mediterranea? Il sushi Per sushi intendiamo la preparazione giapponese a base di pesce crudo associato a riso aromatizzato con aceto di riso, sale e zucchero, a cui si aggiungono alghe, verdure, soia. Ne esistono tuttavia molte altre varietà. E’ un alimento poco 34 | VERDETÁ n° 83

calorico con un bilancio equilibrato di carboidrati del riso, proteine e omega 3 del pesce, fibre, minerali, antiossidanti, vitamine; se mangiato in quantità di circa una decina di pezzi, non apporta eccessive calorie e sarebbe ideale associarlo ad una porzione di sashimi, anche alla griglia, e magari insalate di alghe o una zuppa di miso. Attenzione però alle varianti e agli influssi delle altre cucine: nei ristoranti fusion o con la formula “all you can eat” il sushi viene spesso elaborato e arricchito da altri ingredienti e condimenti come salse, maionese, formaggio, frutta secca e persino foie gras, con un deciso supplemento di calorie. Il sashimi Il sashimi è una crudità di pesce o di carne,


molto fresca, tagliata a pezzi o a fettine sottili; può essere accompagnato da salsa di soia, semplice, iposodica o addirittura arricchita con una puntina di pasta al wasabi. I più diffusi sono a base di prodotti della pesca (salmone, calamaro, gamberetti, filetto di tonno, sgombro, occhialone o sugarello, polpo, ventresca di tonno, ricciola giapponese, capesante, ricci di mare) e sono ricchi di proteine ad alto valore biologico, vitamine e minerali. Contrariamente alla maggior parte delle ricette di sushi, questa preparazione non contiene riso, alghe, avocado, cetriolo o altro. Eventuali variazioni delle proprietà nutrizionali sono esclusivamente a carico del condimento che il commensale sceglie di aggiungere nel piatto; va tuttavia specificato che la salsa di soia non incide sul profilo energetico, ma aumenta l'apporto di sodio e di istamina. Per soddisfare l'esigenza dei vegani, stanno oggi prendendo sempre più piede i sashimi di ingredienti vegetali, ad esempio di tofu, di seitan. Il ramen giapponese Il ramen giapponese tradizionale (nonostante le innumerevoli varianti che nel tempo sono state sperimentate e che hanno contaminato la ricetta tradizionale) è un pasto abbondante, nutriente e gustoso, composto da brodo, un condimento chiamato tare (misto di salsa di soia, sakè, mirin, zucchero), da tagliolini e da pancetta di maiale, cipolline o uova. La tempura La tempura è un piatto godurioso e sfizioso che consiste in una tecnica di frittura che regala un fritto leggero, croccante e avvolgente. Nasce in Giappone, ma qui portato da missionari portoghesi, pare nel XVI secolo, che dovendo rispettare il periodo di digiunoastinenza-preghiera il mercoledì, venerdì e sabato, cucinavano solo verdure e pesce fritti in questa sottile pastella. Il termine tempura deriva proprio da quei 3 giorni di una stessa settimana di digiuno che si ripetevano all’inizio di ogni stagione – Quatuor Tempora – e questo semplice, ma straordinario piatto si è diffuso in tutto il Giappone diventando uno dei piatti più rappresentativi della cucina giapponese. Tradizionalmente la tempura si prepara con verdure e/o pesce tagliati in bastoncini non

troppo grossi e poi fritti in una “pastella” di sola acqua e farina. Il termine corretto sarebbe “tenpura” e gli stessi giapponesi nel diffondere il piatto ne storpiarono il nome in “tempura”. Il pokè Il pokè ("tagliato a pezzi") è un piatto unico e coloratissimo, da consumare freddo o a temperatura ambiente, che nasce in territorio hawaiiano. L'ingrediente principale di questa ricetta è il pesce crudo tagliato in piccoli pezzi abbinato a ortaggi e frutta esotica, adagiato su un letto di riso bianco o integrale cotto al vapore. Originariamente non era altro che il pasto frugale dei pescatori, i quali preparavano in barca una sola portata di pesce crudo tagliato a cubetti abbinato ad alghe. Essendo il pesce il componente principale, circa 70 grammi a porzione, la quantità calorica del pokè tende a essere ragionevole. Il riso apporta fibre, vitamina B, magnesio e amido. Le ciotole per poke sono tradizionalmente condite con olio di sesamo, che è molto calorico, e con generose dosi di salsa di soia, che è ricca di sodio. Sebbene il sodio sia un nutriente essenziale, può aumentare la pressione sanguigna e il rischio di malattie cardiache in alcune persone se consumato in eccesso. Il pesce in tutti questi piatti deve essere freschissimo e sottoposto ad abbattimento termico, per evitare la contaminazione di parassiti. Lasciamoci dunque saltuariamente trasportare in questi viaggi esotici da questi nuovi piatti che affiancheremo alla nostra tradizionale cucina occidentale.

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SALUTE Geriatria

INVECCHIAMENTO: GENETICA, STILI DI VITA, FATTORI AMBIENTALI E... QUALCHE NOVITÀ! DOMINGA SALERNO, Geriatra

Dagli inizi del XX secolo lo studio dei processi legati all’invecchiamento rappresenta uno degli argomenti più affascinanti della biologia. L’invecchiamento può essere definito come la somma di tutti i cambiamenti fisiologici, genetici e molecolari che si verificano con il passar del tempo nell’organismo. Le modificazioni età-dipendenti possono essere attribuite al naturale processo di crescita, a difetti genetici legati all’individuo, al rapporto tra genotipo ed 36 | VERDETÁ n° 83

ambiente, allo svilupparsi di malattie, anche infettive. I ricercatori hanno dimostrato negli anni che i fattori ambientali influenzano le condizioni di salute: inquinamento dell’aria e delle acque, utilizzo di pesticidi, metalli pesanti possono provocare malattie anche gravi, ma che il sole, fonte di energia e di salute, possa rappresentare un elemento di accelerazione dell’invecchiamento della pelle, va tenuto in considerazione.


Negli ultimi decenni l’allungamento della vita media e l’elevata prevalenza di soggetti anziani hanno stimolato un particolare interesse nello studio dei processi dell’invecchiamento. E' provato da studi scientifici che in determinati paesi si vive più a lungo ed in buona salute, tra questi vi sono la Sardegna e l'arcipelago giapponese di Okinawa dove gli abitanti hanno adottato la regola che “il cibo è una medicina”. Tutti conoscono gli effetti benefici di una corretta alimentazione, l’importanza degli stili di vita come la riduzione del fumo di sigaretta e del consumo di alcolici, gli effetti preventivi e curativi dello svolgimento di attività fisica, a tutte le età e meglio se all’aperto, ma questa popolazione, in Giappone, coltiva anche un’altra strategia da utilizzare come elisir di lunga vita, ovvero il senso di appartenenza alla collettività e la partecipazione alle attività della comunità. Un lungo periodo di disimpegno mentale o fisico può condurre ad un decadimento delle attività cognitive. Mantenere in attività il cervello, nutrire la mente con acquisizioni nuove o coltivando passioni, anche dopo il pensionamento, favorisce la plasticità dei neuroni e riduce il rischio di invecchiamento cerebrale e deterioramento cognitivo. Stimolare il cervello obbliga le cellule nervose a stabilire nuove connessioni, dunque alcuni studiosi affermano che il più forte motore dell'esistenza sia l’essere curiosi, sempre. L’insonnia, lo stress, il super lavoro (inteso anche come studio) rappresentano fattori che possono concorrere ad accelerare la sofferenza di cellule e tessuti, peggiorando la qualità della vita. La ricerca ha dimostrato che il sonno è una componente importantissima della salute fisica e mentale, non meno importante della corretta alimentazione e dell'attività fisica: di notte il corpo con il sonno rigenera tessuti ed organi e provvede a rinnovare le cellule ed a depurarsi; di notte, inoltre, viene prodotta la melatonina, una molecola naturale secreta dalla ghiandola pineale e che sembra in grado di rallentare l'invecchiamento dell'organismo. Un sonno poco profondo, infine, se protratto per lunghi periodi, innalza i livelli di sostanze che possono favorire l’insorgenza di malattie croniche che coinvolgono diversi apparati.

Per finire, condividiamo una curiosità: invecchiare prima è possibile, basta essere fortemente impazienti! Un gruppo di ricercatori statunitensi e singaporiani ha di recente dimostrato attraverso uno studio scientifico che l’impazienza può portare ad un precoce invecchiamento cellulare, così come l’ansia e lo stress. Sembrerebbe che esista un collegamento tra un carattere “impaziente” e la lunghezza del telomero ovvero della piccola porzione di DNA che si trova alle estremità dei cromosomi e che ha un ruolo importantissimo nell’invecchiamento cellulare. I telomeri sono considerati indicatori della velocità di invecchiamento: più lunghi saranno i telomeri e più longevi saranno i soggetti interessati. Le persone, dunque, oltre ad invecchiare per un processo naturale dovuto al trascorrere del tempo, pare possano invecchiare prima anche per una causa esterna che accorcerebbe appunto i telomeri. La buona notizia è che si tratta di fattori sui quali ciascuno può provare ad intervenire, positivamente. VERDETÁ n° 83 | 37


SALUTE

Psicologia

UOMINI E ANIMALI, UNA LUNGA STORIA EMOTIVA CHIARA VOLPICELLI, Psicologa

La relazione con gli animali è antica quanto l’uomo. In qualsiasi caso, sia dettata dal bisogno di nutrimento (caccia o allevamento) o dal bisogno di sicurezza (come nel caso del cane da guardia), è sempre stata una convivenza. Ciò che si evidenzia costantemente, in questa relazione, è il criterio di utilitarismo e funzionalità che l’uomo adotta. Negli ultimi due anni, poi, come fotografato dal 38 | VERDETÁ n° 83

14esimo rapporto Assalco-Zoomark, il comparto pet care ha subito un significativo incremento (8,8%) totalmente contrario al trend economico degli altri mercati. E se con il 2019 in Italia abbiamo superato per la prima volta il rapporto di 1 a 1 tra popolazione e animali da compagnia, è con il lockdown che l’intero giro d’affari ha fatto il boom, con valore che si è attestato sui 2 mld e 350 mln di euro.


Cosa genera la relazione con un animale? • Affettività. Vuol dire che nell’umano si sprigionano sentimenti di amore e accudimento che nascono dalla secrezione di ossitocina, l’ormone dell’amore, della fiducia, del piacere. Gli esseri umani, infatti, hanno un bisogno fondamentale che è quello della sicurezza, che, a sua volta, si associa all’essere curati. L’animale accudito si sentirà più fiducioso del proprio padrone e stabilirà con lui una relazione di affettività che oscilla tra la riconoscenza, la necessità di cibo, la fiducia nel futuro (il padrone si occuperà di me anche domani) e quindi la sicurezza nella relazione. Per l’essere umano adulto che accudisce, si sviluppano gli stessi sentimenti, perché la relazione è un dare e avere e questo è un circolo virtuoso. • Sporcarsi e giocare. Altro aspetto è la proiezione della libertà di giocare e sporcarsi come fanno gli animali. Gli esseri umani sono stimolati ad attivare parti più istintive, irrazionale e ludiche, perché non temono il giudizio dell’animale. Tutto ciò genera leggerezza, creatività e riduce le rigidità. Per una persona oltre i 70 anni che ha una certa considerazione di sé o che non ricorda più l’ultima volta che ha fatto una corsa, l’animale diventa l’alibi perfetto per ri-contattare questa parte giocosa di sé. • Bellezza. L’animale genera anche un piacere puramente estetico, derivante dalle proporzioni ed armonie che elevano i pensieri e lo spirito e, semplicemente, ci fanno stare bene. • Assonanza al cucciolo umano. Gli animali possiedono un’altra tra le varie caratteristiche che spinge l’uomo ad occuparsene: la somiglianza con il cucciolo umano. Come un bimbo piccolo intenerisce anche il cuore del più duro, l’animale genera un sentimento di tenerezza che spinge chi ci si relaziona a proteggerlo e nutrirlo, fornendo coccole e quindi amore. • Motricità e attività. La rivista scientifica Preventive Medicine ha pubblicato i risultati di una ricerca compiuta su un gruppo di persone di età superiore ai 79 anni, tutti proprietari di

cani e gatti. Queste persone sono risultate più toniche del 12% dei loro coetanei, con una forma fisica pari a uomini e donne di almeno 10 anni in meno. Si evidenziavano inoltre dati migliori sulla pressione e sulla frequenza di episodi di ansia, mentre sentivano meno la solitudine. Insomma, gli animali domestici non producono benefici solo ai bambini (che imparano ad accudire ed a riconoscere i bisogni degli altri) ma anche alla terza età, regalandogli energia e vitalità. Gli animali possiedono due caratteristiche fondamentali: non sono dotati di linguaggio e soprattutto vivono il presente. Sono rarissime le situazioni in cui si manifestano comportamenti di rancore. L’’aggressività, infatti, quasi sempre è dettata da associazioni o condizionamenti (Pavlov, condizionamento sul cane 1913). Gli animali non fanno differenze di genere o di età, vogliono il padrone e le sue cure a prescindere. Nella terza età può accadere più facilmente di aver perso persone importanti a livello affettivo con la conseguenza di sperimentare l’assenza. Il lutto e la solitudine sono dunque condizioni di sofferenza e di disequilibrio affettivo che l’animale da compagnia può compensare attraverso la sua capacità di generare amore.

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SALUTE

Erboristeria

I FIORI SGARGIANTI E APPARISCENTI, MA NON SOLO GENNARO SPORTIELLO, Fitopreparatore

‘Quale è la differenza fra ‘mi piaci’ e ‘ti amo’ ? Il Buddha risponde: “Quando ti piace un fiore lo prendi. Quando ami un fiore lo annaffi tutti i giorni. Chi comprende questo capisce la vita.” Un tempo non avendo a disposizione il cinema, nemmeno la televisione e neppure internet il palcoscenico dell’uomo era formato dalla natura. Di giorno gli alberi, le piante, i fiori, i prati, gli animali. Al buio le stelle, la luna e tanta fantasia per riempire i misteri della notte. I fiori poi, con i loro colori sgargianti, hanno sempre attirato l’attenzione perfino dei più distratti. Non c’è da meravigliarsi. Sono lì apposta per essere notati. Sono appariscenti proprio per attirare... antenne e becchi di insetti e uccelli e 40 | VERDETÁ n° 83

sollecitare il loro contributo all’impollinazione. La fantasia dei nostri antenati correva veloce. Ogni specie di pianta aveva una personalità e quasi sempre si credeva avesse un’origine divina. La rosa rossa, per esempio, era per gli antichi greci figlia di una tragedia. La dea Afrodite era innamorata di Adone, ma il dio Ares, tormentato dalla gelosia fece colpire a morte il giovane, approfittando di una battuta di caccia al cinghiale. Dal sangue versato da Adone ebbero origine gli anemoni. Da quello della dea che si ferì a un piede, mentre si precipitava a soccorrere l’amato, una rosa bianca che si tinse di rosso. Da allora esistono le rose rosse.


Perché i fiori sono colorati Sia il colore che la fragranza dei fiori hanno il compito di attrarre insetti e uccelli che in questo modo spostano il polline dalla sua sede naturale, gli stami (organi riproduttivi maschili), allo stigma (parte esterna dell’organo femminile). Processo chiamato impollinazione, indispensabile per la fecondazione. Il verde è il colore più diffuso. Sembra in contrasto con quanto appena affermato. Ma un fiore verde non si confonde con i fili d’erba, le foglie? In realtà spesso non c’è bisogno di essere poi tanto sgargianti. In molti casi il polline viene spostato direttamente dal vento più che dagli animali. Dopo il verde il colore più comune è il bianco. La vista di gran parte degli insetti si basa sui raggi ultravioletti e il bianco favorisce proprio questo tipo di raggi, oltre a permettere di vedere meglio quando c’è poco sole o la zona è in penombra. Seguono l’azzurro, il giallo e il rosso Origine dei colori nei fiori Dipendono da tre tipi diversi di pigmenti. I pigmenti sono delle particolari sostanze colorate presenti nelle cellule sia animali che vegetali e responsabili della colorazione tipica. Si tratta dei carotenoidi, gli antociani e i flavonoli. I carotenoidi Hanno una tonalità che va dal giallo chiaro al rosso fuoco, passando per l’arancione. Molte foglie in autunno danno l’impressione di essere state immerse in una vernice rossa, ma i responsabili sono i carotenoidi. In quasi tutte le piante sono in minoranza rispetto alla clorofilla, perciò il verde prevale. Quando le foglie si preparano a cadere la clorofilla si riduce e i carotenoidi salgono in cattedra. Sono antiossidanti e aiutano a prevenire diversi tumori. Ci proteggono dal sole troppo invadente e preservano il benessere della nostra vista. Contengono sia la vitamina A che la vitamina C. Si trovano in gran parte dei vegetali rossi e arancioni come pomodori, peperoni, albicocche, cocomeri, meloni, zucche, carote. Gli antociani Letteralmente: fiori blu, dal greco antico) sono dei pigmenti presenti non solo nei fiori ma anche nel fusto e nelle foglie di molte piante. Nell’uva, nelle fragole, nei mirtilli, nelle cipolle rosse. Sono

responsabili del colore dei fiori della malva e delle petunie, fra gli i tanti. Sono usati da secoli per ridurre la febbre, il raffreddore e la diarrea. Hanno un’azione antinfiammatoria e prevengono l’invecchiamento. Utili nelle malattie degenerative per la capacità di combattere i radicali liberi. Lo stress, la stanchezza cronica, un’alimentazione disordinata, l’inquinamento, il fumo, la vita sedentaria, sono tutti fattori che favoriscono la formazione dei radicali liberi. Per questo sarebbe utile aumentare la quantità di cibo che contiene gli antociani. I flavonoli Appartengono alla numerosa famiglia dei flavonoidi e sono all’origine del colore giallo acceso dei petali di alcuni fiori, insieme agli antociani e ai carotenoidi .Contengono sia vitamina A che vitamina C. Si trovano in particolare nelle mele, nelle cipolle gialle, nei broccoli, in molti tipi di cavolo e nel tè. Da un punto di vista curativo vengono utilizzati come antiossidanti e antinfiammatori. Utili come prevenzione di molti tumori e capaci di porre rimedio a danni alle cellule. Proteggono i capillari fragili. Secondo studi recenti, in attesa di conferme, sembra che siano un valido aiuto contro il diabete. I fiori soddisfano il nostro senso estetico con i loro colori vistosi. Ma anche il profumo, la fragranza, reclamano spazio. Prima o poi… Chissà, ne riparleremo.

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DAL TERRITORIO

CAMPANIA BENEVENTO SUCCESSO DELL’INIZIATIVA ‘CI VEDIAMO AL SANFELICE’ La CNA Pensionati di Benevento, con il supporto della CNA Pensionati Regionale Campania, ha organizzato una iniziativa culturale dal titolo “Ci vediamo al San Felice”. Il titolo fa riferimento al luogo dove si sono svolte e si svolgeranno la mostra d’arte e gli incontri previsti: un vecchio complesso monumentale, già monastero dedicato a San Felice, che è stato sede della Casa circondariale fino alla fine del secolo scorso e che oggi è sede della Soprintendenza per l’Archeologia, Belle Arti e Patrimonio di Caserta e Benevento. “Le motivazioni che hanno spinto CNA Pensionati di Benevento ad organizzare questa iniziativa sono molteplici” - spiega Giulio De Cunto, presidente CNA Pensionati Benevento, Tra queste: • riaffermare il concetto che gli anziani non sono solo soggetti deboli della società,

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bisognevoli di assistenza, ma sono portatori di conoscenze e competenze che devono essere recuperate e valorizzate; • offrire ai propri associati momenti di riflessione sulla storia e la cultura locale, con uno sguardo aperto a ciò che si agita nel mondo; • far conoscere le attività di CNA Pensionati in favore della valorizzazione del territorio, promuovendo la conoscenza del patrimonio architettonico e culturale di Benevento; • rafforzare i legami di CNA Pensionati con la realtà di Benevento: nella realizzazione sono state coinvolte diverse associazioni culturali che operano a Benevento e nel Sannio. L’iniziativa è volta, inoltre, a promuovere e valorizzare la sede di Viale Atlantici della Sovraintendenza, che ospita un reperto paleontologico unico al mondo nel suo genere: il fossile del cucciolo di dinosauro “Scipionyx Samniticus”. Tale fossile, scoperto nel 1981 da un paleontologo dilettante sulle montagne di Pietraroja, in provincia di Benevento, è unico per diversi motivi: • l’esemplare rappresenta un individuo molto giovane di dinosauro, vissuto circa 113 milioni di anni fa; è lungo solo mezzo metro e, forse, aveva appena tre giorni di vita al momento della sua morte; • è il primo dinosauro ritrovato sul suolo italiano; • il suo stato di preservazione è tale da conservare vaste aree di tessuti molli pietrificati e organi interni come muscoli e intestino;


DAL TERRITORIO

è visibile persino la struttura interna di alcune cellule muscolari e ossee. Data la sua importanza nella comprensione dell’anatomia dei dinosauri, l’esemplare è stato ampiamente studiato, ed è stato soprannominato “Ciro” dalla stampa popolare italiana, che ne pubblicizzò ampiamente il ritrovamento. L’iniziativa, attuata in collaborazione con la Soprintendenza per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento, insieme a varie associazioni culturali della città e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento, si è articolata in una serie di eventi, tra cui quelli organizzati in collaborazione con CNA Pensionati Campania:

Martedì 8 marzo 2022, ore 17.00 Presentazione del libro “Da donna a donna” di Laura Ravone. Lunedì 11 aprile 2022, ore 17.00 Presentazione del libro “La mia pizza autentica” di Franco Pepe.

Dal 20 febbraio al 12 aprile 2022 Mostra di pittura di artisti italiani e stranieri, realizzata in collaborazione con la galleria darte“Arte/ Studio Gallery” di Benevento diretta dal maestro Mario Lanzione. Mercoledì 23 febbraio 2022, ore 18.00 Presentazione del libro “Capolavoro d’amore” di Ruggero Cappuccio (Direttore artistico di Campania Teatro Festival); Venerdì 25 febbraio 2022, ore 17.00 Presentazione del libro “Non ci sono più i pensionati di una volta” di Pasquale Orlando; VERDETÁ n° 83 | 43


DAL TERRITORIO

SICILIA IN SICILIA IL PROGETTO ”DISTANTI MA VICINI”: GRANDE SUCCESSO PER I LABORATORI E IL CONVEGNO SU “SOLITUDINE E COMUNICAZIONE”. Con il convegno ‘Solitudine e Comunicazione’, svolto a Siracusa nell’Auditorium del Liceo Scientifico Einaudi, si è concluso il progetto Distanti ma vicini della CNA Pensionati con Impresasensibile Onlus. Un grande successo e di partecipazione e dei traguardi raggiunti dagli oltre 50 ‘diversamente giovani’ di Siracusa e Augusta, fortemente animati, mentalmente e fisicamente. Il progetto, promosso anche dall’ANSPI, si basava su una sessione di laboratori teoricopratici attraverso i quali e potenziare le proprie conoscenze nell’utilizzo degli smartphone di nuova generazione, imparando a comunicare a distanza e in piena sicurezza per evitare, in caso

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di isolamenti forzati dovuti alla pandemia di Covid, di restare completamente soli e isolati dal mondo. A coordinare i lavori ad Augusta e a Siracusa rispettivamente Marco Di Grande e Mars Fraggetta. Ai partecipanti sprovvisti sono stati assegnati in comodato gratuito gli smartphone e, durante i vari incontri, si sono analizzati diversi modi di comunicare, i social network, le app di messaggistica e di videoconferenza con focus dedicati anche alle modalità di comunicazione e al modo di difendersi, riconoscendole, dalle fake news. Nel corso del Convegno, moderato dal giornalista Giovanni Polito e introdotto dalla presidente di CNA pensionati Siracusa Lucia Arsí, che ha ringraziato i discenti e per il clima di valoriale partecipazione e per l’opportunità di verifica di senso all’operato della CNA Pensionati, finalizzato alla coesione fra le varie strutture


DAL TERRITORIO

SOLUZIONE DEI GIOCHI DI PAG. 49

coinvolte, sono intervenuti esponenti del mondo scientifico, sociale e istituzionale, a cominciare da padre Claudio Magro, presidente dell’ANSPI e parroco della Chiesa S. Famiglia di Siracusa, che ha ospitato i laboratori nel capoluogo, dalla Presidente Nazionale di CNA Impresa-Sensibile MARIA Fermanelli e il professore Romano Benini, docente universitario ed esperto della Presidenza del Consiglio per il Welfare. Molto interessanti le relazioni della dottoressa Enza D’Antoni, sociologa dell’ASP di Siracusa e di Mons. Giovanni Accolla, vescovo pastorale della salute nonché Arcivescovo di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela, un confronto fra scienza e spiritualità non certo antitetico ma complementare, nell’analizzare le conseguenze fisiche ma anche morali dell’isolamento imposto dalla pandemia. La sofferenza della solitudine induce anche al risveglio, a re-inventarsi e migliorarsi. A portare la testimonianza dell’esperienza vissuta nel corso dei laboratori le due studentesse Francesca Miranda e Carmela Saraceno, il cui entusiasmo ha

davvero contagiato tutti i presenti. La parola è poi passata all’assessore all’Inclusione del Comune di Siracusa Rita Gentile, che ha sottolineato l’impegno nonostante le difficoltà degli ultimi anni da parte del comune per favorire la socialità degli anziani. Il presidente di Auser Siracusa, Stefano Gugliotta, si è detto entusiasta e disponibile a collaborare per altre iniziative simili con CNA Pensionati. A chiudere il Convegno gli interventi, fortemente incisivi e propositivi, di Mario Filippello, Segretario Regionale di CNA Pensionati e Pippo Gianninoto, Coordinatore del Progetto “Distanti ma vicini”, i quali hanno annunciato non soltanto una seconda edizione ma, soprattutto, nuove iniziative a sostegno del sociale (la telemedicina e la non domiciliarità ai non autosufficienti). La giornata si è conclusa con la Poesia recitata dal poeta dialettale Giuseppe Ciaffaglione, che ha ulteriormente impressionato la sfera emotiva dei presenti.

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LETTERE AL DIRETTORE

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aro Direttore, sono Arturo e scrivo dalla provincia di Livorno. Ho letto nei precedenti numeri della rivista che ci sono molte convenzioni dedicate a noi Pensionati CNA e da poco mi hanno riferito anche di alcuni sconti riguardo i laboratori di analisi, che onestamente mi tornerebbero molto utili dovendo fare, ahimè, dei controlli costanti. Avrei bisogno di capire come funziona questo servizio e come posso usare lo sconto a noi dedicato. Sarebbe così gentile da spiegarmelo? Arturo da Livorno ----------------------------------------Caro Arturo, ti hanno riferito bene. CNA ha recentemente stipulato una convenzione con i centri Lifebrain Cerba HealthCare Italia, di cui possono usufruire anche i nostri Pensionati. Servirsi di questo vantaggio dedicato è molto semplice: una volta che hai individuato il centro Lifebrain a te più vicino e ti sei accertato che facciano l’esame che a te occorre, prenotalo e, al momento di pagare, esibisci la tessera associativa digitale CNA Servizi Più (che puoi scaricare facilmente online). Grazie a questa convenzione CNA avrai diritto al 30% di sconto sulle tue analisi cliniche e anche i tuoi familiari di primo grado avranno il loro vantaggio: il 20% di sconto. Come CNA Pensionati siamo ben felici di supportarvi con questi strumenti di prevenzione fondamentali e farvi al contempo risparmiare - che non fa mai male. Filippo

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uongiorno Direttore, mi chiamo Luciano e sono un artigiano in pensione che fatica ad arrivare a fine mese. Come ben sa il costo dell’energia ha avuto una impennata notevole e questo ha comportato un aumento significativo nelle bollette. Nonostante gli interventi emergenziali del Governo io non sono tranquillo. Mi sa dire se ci sono altri interventi per aiutare le persone che non sanno come pagare queste bollette? Luciano da Roma ----------------------------------------Caro Luciano, sì, sono ben consapevole del problema. Quello che posso consigliarti è di andare presso il CAF CNA più vicino ed informarti sul funzionamento del bonus sociale per gas e energia. Il bonus è stato pensato proprio per le persone in situazioni di disagio e si ottiene con un ISEE non superiore a 8.250 euro, o con 4 figli a carico e ISEE non superiore ai 20.000 euro, oppure titolari di reddito o pensione di cittadinanza. Al momento, per il primo trimestre 2022, l’applicazione dei bonus sociali implica una riduzione di circa 67 € sulla bolletta elettrica mensile di una famiglia fino a 4 componenti e una riduzione che va dai 205 € ai 571 € per la bolletta gas di una famiglia fino a 4 componenti (in caso di uso complessivo riscaldamento/cottura/acqua calda sanitaria) sulla base della zona climatica. Spero di averti dato una informazione utile e ti auguro ogni bene. Filippo


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IL LIBRO DEL MESE

I VALORI CHE CONTANO

(AVREI PREFERITO NON SCOPRIRLI) De Silva riesce a farci ridere “sul serio” con le nuove avventure/disavventure del suo avvocato Vincenzo Malinconico. Malinconico è un avvocato che spesso si trova ad affrontare situazioni surreali, alle quali risponde con una sua filosofia di vita e con una grande ironia, la sua vera forza. “I valori che contano (avrei preferito non scoprirli)” inizia con una ragazza in mutande sul pianerottolo di Malinconico che piange disperata e chiede aiuto. E’ riuscita a scampare ad una retata in una casa d’appuntamenti al quarto piano del palazzo dove vive Malinconico e chiede, la sua ospitalità. Malinconico acconsente, e va oltre, riempiendo di bugie il carabiniere che vuole sapere se ha visto passare una ragazza seminuda. In seguito, Vincenzo Malinconico scoprirà che la ragazza è anche figlia del sindaco e da lì tutto comincerà a complicarsi. Diego De Silva conduce il simpaticissimo e filosofeggiante avvocato in una situazione paradossale e soltanto la sua capacità di districarsi nelle piccole/grandi disgrazie quotidiane lo salverà dalle cadute personali e professionali. Vincenzo Malinconico è un uomo imperfetto, a volte disattento, senza grandi balzi professionali ma la sua umanità e la sua capacità di lettura unica e originale delle cose della vita lo rendono una persona amabile e divertente. Intorno a lui gravitano personaggi altrettanto interessanti, come il suo socio Benny e la sua divertentissima segretaria, che contribuiscono a delineare un contesto dove protagonisti sono la giustizia e la verità. Non mancano l’amore e, purtroppo, la malattia, temi sui quali Malinconico spende tante riflessioni ed una spassosa autoironia. Nel corso del libro si fanno delle belle risate, ci si emoziona tanto e si 48 | VERDETÁ n° 83

spera di incontrarlo Malinconico, perché è uno di quei personaggi che fa piacere ascoltare per la genialità delle sue considerazioni e per la capacità di rendere meno triste una giornata triste. Diego De Silva è uno scrittore, giornalista e sceneggiatore napoletano. Ha pubblicato diversi libri tra cui il romanzo Certi bambini, premio selezione Campiello 2001. De Silva scrive di generi molto diversi e tra questi le vicissitudini dell’avvocato Malinconico, uomo un po' banale e un po' filosofo che da subito è stato molto amato dai suoi lettori. I suoi libri sono tradotti in molte lingue.


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ORIZZONTALI: 1. Città della California - 10. Iniz. di Bertolino - 11. Il fiume che mormorava - 12. Touring Club Italiano 14. Tito martire di Belfiore - 15. La squadra col coach - 16. È anche di Cadore 17. Sorgente d’acqua - 18. Un cantante lirico - 19. Il nome della Bruni - 20. Si lascia camminando - 21. Edgar Lee poeta - 23. Macchioline cutanee - 24. L’altopiano delle doline - 25. Un terzo d’Europa - 26. Due nullità - 27. Avere una certa importanza - 28. Un monte del Vangelo - 29. Personal Computer - 30. In gita - 32. Entra nella presa di corrente 33. Altari del passato - 34. Dopo le seste 36. Nome d’uomo arabo - 37. Demi attrice - 38. Arma per la scherma - 39. Pulite e asciutte - 40. La classe dei religiosi - 41. Si respira - 42. Mandare in visibilio - 44. Generale in breve - 45. La capitale svizzera - 46. Tele Giornale - 47. Ripara anche le sveglie. VERTICALI: 1. Pronome di riguardo - 2. Fiume siberiano - 3. Attaccata al gancio - 4. Ippolito scrittore - 5. Si disputano in pista - 6. Periodi storici - 7. Articolo... per amiche - 8. Le studia l’astronomo - 9. Meta di scalatore - 13. Diminuire - 14. Terremoti - 15. Somiglia al colombo - 16. Indumento tahitiano - 17. Trascorsa - 18. Paolo conduttore televisivo - 19. Materiale per imballaggi - 21. Cibo per animali - 22. La madre della sposa - 24. Centrare il bersaglio - 27. Dispendiosa 29. Celebre museo di Madrid - 31. Avere paura - 33. Volere un gran bene - 35. La città della Mole Antonelliana - 36. Ricevono il salario - 38. Si parla a New York - 39. Il più lungo fiume della penisola iberica - 40. Si accende in chiesa 42. L’Ami di un romanzo di Maupassant - 43. Nella bussola è calamitato - 45. La città con la Torre degli Asinelli (sigla) 46. Simbolo del titanio.

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SOLUZIONI DEI GIOCHI A PAG. 45 ??

GIOCHI TRATTI DA

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PANTERE GRIGIE PIETRO ROMANO L’AGEISMO COLPISCE SEMPRE PRIMA

Papa Francesco qualche domenica fa ha lanciato la seconda Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Si terrà domenica 24 luglio e avrà per tema il passo biblico “Nella vecchiaia daranno ancora frutti”. Un nuovo evento per festeggiare l’età avanzata, che si aggiunge ad altre iniziative del genere, tipo la Festa dei nonni, proliferate negli ultimi anni. Per carità, meglio abbondare, quanto ai risultati concreti, però, qualche dubbio lo nutrirei. La categoria di nonni e anziani si va allargando con il passare dei decenni, grazie a un allungamento della vita costante, sia pure “limato” negli anni della pandemia. Di certo, nemmeno la pandemia ha ridotto lo smistamento di risorse (economiche) dai più anziani ai più giovani. Anzi, è riuscita a incrementarlo: gli anziani non sono praticamente usciti da casa e, scusatemi la brutalità, sono stati gli anziani a morire in più larga misura e di conseguenza a lasciare eredità più o meno cospicue. Quanto al resto – l’esperienza etc etc - lasciatemi passare la cattiveria, solo pochi giovani sembrano averne bisogno. Il racconto delle esperienze, ad esempio, è sempre più limitato. E questo spiega anche una diffusa ignoranza della nostra storia tra le giovani generazioni. La gran parte dei più giovani sembra ritenere, con lo scrittore Oscar Wilde, che l’esperienza abbia lo stesso valore di un pettine per un calvo. La moltiplicazione dei festeggiamenti non sembra arrestare un fenomeno di cui in Italia si parla ipocritamente poco ma del quale invece si dibatte sui principali giornali di altri Paesi, dalla Francia al Regno Unito: l’ageismo. Vale a dire quella forma di pregiudizio e di svalorizzazione verso le persone anziane che per la prima volta alla fine degli anni sessanta lo psichiatra e geriatra statunitense Robert Butler definì sulla falsariga di razzismo e sessismo. Il dramma è che – come ha scritto il medico e saggista Isabelle Marin sul quotidiano francese “Le Monde” – nell’immaginario collettivo dal pregiudizio si sta via via passando al disinteresse, alla emarginazione, addirittura in casi estremi all’accettazione dell’abbandono, se non della violenza. Parole forti, confortate però da una lunga inchiesta del quotidiano progressista parigino sullo scandalo delle residenze per anziani, che ha coinvolto strutture pubbliche e private. Un argomento sul quale si sta riflettendo perché non mancavano i segnali di questo stato di degrado. Ma sono stati sottovalutati, accantonati. Come se i vecchi non avessero diritto a strutture dignitose per vivere, o solo sopravvivere. Negli stessi giorni il britannico “Financial Times”, il quotidiano economico più importante d’Europa, ha condotto un’inchiesta sulla nascita dell’ageismo. Scoprendo che questo fenomeno è addirittura presente già nel mondo del lavoro e in particolare tra quanti hanno oltre cinquant’anni e ancora lavorano a tempo pieno. In Italia circa il 60 per cento dei lavoratori vive questa condizione, ma in altri Paesi tale percentuale è ancora più alta: arriva all’80 per cento in Giappone, al 75 in Germania, quasi al 70 negli Usa e nel Regno Unito. Nonostante l’incidenza di lavoratori ultra50enni, che fa dipendere sempre più da loro l’economia (perlomeno nei Paesi maggiormente sviluppati), una statistica internazionale ha rivelato che dopo i cinquant’anni ai lavoratori viene proposta molto più di rado la formazione, praticamente non vengono più concesse promozioni e la domanda che si sentono più frequentemente porta dai responsabili del personale è: quando andrai in pensione? Attenzione, quindi, la linea dell’ageismo sta sempre più calando d’età.

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LE SEDI CNA PENSIONATI Sedi Regionali

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VAL D'AOSTA-Aosta PIEMONTE-Torino LIGURIA-Genova LOMBARDIA-Milano FRIULI V.G.-Udine VENETO-Marghera EMILIA R.-Bologna TOSCANA-Firenze MARCHE-Ancona UMBRIA-Perugia LAZIO-Roma ABRUZZO-Pescara MOLISE-Campobasso CAMPANIA-Napoli PUGLIA-Bari BASILICATA-Potenza CALABRIA-Catanzaro SICILIA-Palermo SARDEGNA-Cagliari

Corso Lancieri di Aosta 11/F Via Andrea Doria 15 Via San Vincenzo 2 - 1° piano Via Marco D'Aviano, 2 Via Verona 28 int. 1 Via della Pila 3/B-1 Via Rimini 7 Via Luigi Alamanni 23 Via Sandro Totti 4 Via A. Morettini 7 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Cetteo Ciglia 8 C.da Colle delle Api - Z.I. Via G. Porzio 4-C. Dir. ISOLA G 8-13° p. Via Nicola Tridente 2/Bis Via Isca del Pioppo 144 - Pal. Pino Via Lucrezia Della Valle 19 - II° piano Via Francesco Crispi 72 Viale Elmas 33

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Agrigento Alessandria Ancona Arezzo Ascoli Piceno Asti Avellino Bari Belluno Benevento Bergamo-Gorle Biella Bologna Imola Bolzano Brescia Brindisi Cagliari Iglesias Caltanissetta Campobasso Carrara-Avenza Caserta Catania Catanzaro Chieti Como Cosenza Cremona Cuneo-Borgo S. Dalmazzo Enna Bassa Fermo Ferrara Firenze Foggia Forlì Frosinone Genova Gorizia-Gradisca d'Isonzo Grosseto Imperia-Sanremo Isernia

Via Imera 223/C Via Gramsci 59/A Via Umani 1/A - Baraccola Via Carlo Donat Cattin 129 Viale Indipendenza 42 Corso Alfieri 412 Via Serafino Soldi 9-11 Via Nicola Tridente 2/Bis Via S. Gervasio 17 Viale Mellusi 36 Via Roma, 85 Via Repubblica 56 Via Aldo Moro, 22 Via Pola 3 Via Milano 68 Via Orzinuovi, 3 Via Tor Pisana 102 Viale Elmas 33 Via Antonio Gramsci 1/3 Via Alcide De Gasperi 14 C.da Colle delle Api - Z.I. Viale G. Galilei 1/A Via Carlo Santagata 19 Piazza dei Martiri 8 Via Italia 19 Via Valera 22 Viale Innocenzo XI 70 V.le Giacomo Mancini-Pal. SOIMCO Via Lucchini 105 Via Cuneo 52/I Via Emilia Romagna 3 Via Salvo D'Acquisto 123 Via Caldirolo 84 Via Luigi Alamanni 31 Viale XXIV Maggio 44 Via Pelacano 29 Via Mària 51 Via San Vincenzo 2 (Torre S.V.) Viale Trieste 31 Via Birmania 96 Via Acquasciati 12 Corso Garibaldi 221

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L’Aquila Avezzano La Spezia Latina Lecce Livorno Lucca Macerata Mantova Matera Messina Milano Modena Napoli Novara Nuoro Tortolì-Ogliastra Oristano Padova Palermo Parma Pavia Perugia Pesaro Pescara Piacenza Pisa-Ghezzano Pistoia Pordenone Potenza Prato Ragusa Ravenna Reggio Calabria Reggio Emilia Rieti Rimini Roma Civitavecchia Rovigo-Borsea Salerno Sassari Olbia-Gallura Savona Siena Siracusa Teramo Terni Torino Trani-BAT Trapani Treviso Trieste Udine Varese Venezia-Marghera Verbania Vercelli Verona Vibo Valentia Vicenza Viterbo Viterbo

C. Dir. Strinella 88-via Pescara, 2/B Via Bruno Buozzi 31 Via Padre Giuliani 6 Viale P. L. Nervi 258/L Via Brunetti 8 Via Martin Luther King 15 Via Romana 615/P-Arancio Via Zincone 20 Via L. Guerra 13 Via degli Aragonesi 26/A Via Maddalena 108 Via Marco D'Aviano, 2 Viale Corassori 72 Corso Umberto I° 109 - 2° p. Viale Dante Alighieri 37 Via Napoli 14 Zona Industriale Baccasara Via Canalis 29 Via Croce Rossa 56 Via Rosolino Pilo 20 Via La Spezia 52/a Viale Montegrappa 15 Via A. Morettini 7 Via Degli Abeti 90 Via Cetteo Ciglia, 8 Via Coppalati, 10 (Loc. Le Mose) Via Carducci 39 Via Enrico Fermi 2 Via Nuova di Corva 82 Via Isca del Pioppo 144/A Via Zarini 350/C Via Psaumida 38 Viale Randi 90 Via Nicolò Da Reggio 7 Via Mameli 15/G Piazza Cavour 54 P.le Leopoldo Tosi 4 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Togliatti 7 Via Alleati Combattenti d'Europa 9/D Corso Vittorio Emanuele 75 Z.I. Predda Niedda Nord Str. 18 BIS Via Vittorio Veneto 15 Via Paleocapa 22/8 Via delle Arti, 8 Via Carso 33 Via Francesco Franchi 25/B Via Lungonera Savoia 126 Via Millio 26 Via Piccinni 4 Via Venere 20 Viale della Repubblica 154 Piazza Venezia 1 Via Verona 28 int. 1 Via Bonini 1 Via della Pila 3/b-1 Via San Bernardino 31/c Via Guicciardini 20 Via Perlar 12 Via P.E. Murmura 56 Via G. Zampieri 19 Via I° Maggio 3 Via I° Maggio 3

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Sedi ESTERE

Sedi ESTERE

Germania Colonia - Burgmauer 18 – 50667 GERMANIA (EE) - Tel 0049.221124761 Germania Mannheim - Augusta Anlage 10 - Tel. 0049.62216530968 Germania Solingen - Talstrasse 3 – 42697 GERMANIA (EE) - Tel. 0049.2123803240 Svizzera San Gallo - Unterer Graben 1 – 9000 SVIZZERA Tel. 0041.712237692 Francia Nizza - Rue Michel Ange 12 – 6100 FRANCIA Tel. 0033.981108543 Belgio Liegi - Chaussee Churchill 81 – 4420 BELGIO - Tel. 0032.42356700 Spagna Alicante - Plaza San Cristobal 2, Planta 1 , Puerta 1 03002 Alicante (Spagna). Tel. 0034.865716972

Australia Sidney Wollongong Coolatai Cescent 1 – 2176 - AUSTRALIA - Tel. 0061.287860888 Australia Melbourne - Grantham ST 57 – 3055 AUSTRALIA - Tel. 0061.393879126 Canada Toronto - 654 Bloor ST. Mississauga - Canada - Tel. 0019.058503611 USA New York - Myrtle Avenue – Glendale 65-54 – 11385 STATI UNITI - Tel. 001.7183865212 Brasile San Paolo - Av. Sao Luiz 50 - 2 Andar CJ 21-A - Brasile - Tel. 0055.1132562455 Argentina Buenos Aires - Calle 45 Uff 5 B 1068 – 1900 ARGENTINA - Tel. 0054.2214588948

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