VerdEtà 85 - Luglio 2022

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L A R I V I S TA P E R I S O C I C H E T I I N F O R M A E T I C O N S I G L I A N° 85 | Bimestrale | Luglio 2022

XXIII FESTA NAZIONALE IL WELFARE PER UN PAESE SEMPRE PIÙ LONGEVO Urgente accelerare il processo di approvazione della legge delega per il nuovo welfare e il sistema nazionale per la non autosufficienza

Pensionati


Edizioni CNA Sede ed amministrazione Piazza Mariano Armellini, 9A - 00162 Roma Tel. 06441881 - 0644188800 www.pensionati.cna.it Direttore responsabile Pietro Romano Direttore Editoriale Filippo D'Andrea (verdeta@cna.it) Redazione Coordinamento Livia Pandolfi Comitato di redazione Filippo D'Andrea, Giovanni Giungi, Pietro Romano, Livia Pandolfi, Jacopo Basili, Maria Rosa Battan, Andrea Battistoni, Giulio Cesare Brandini, Mario Filippello, Sergio Giacchi, Valter Marani, Antonio Mecca, Elena Pezzetta, Maria Francesca Picchio, Susanna Bernardini. Progettazione grafica e impaginazione Tiziana Barone (Albavision Srl) www.albavision.eu - info@albavision.it Photo Editor: Adolfo Brunacci (Albavision Srl) Stampa: Postel SpA Via Campobello 43 - 00071 Pomezia (RM) Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 405/2006 dell’08/11/2006

Di questo numero sono state diffuse 204.213 copie - Stampato su carta riciclata

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PAGINATRE Care Lettrici e Cari Lettori,da tempo avevamo pensato di rivedere la veste grafica ed alcuni contenuti della rivista per stare al passo con i tempi e renderla sempre più gradevole ed interessante per i nostri associati che dimostrano di essere molto affezionati al giornale. Abbiamo iniziato con questo numero rivedendo la veste grafica ed abbiamo previsto di inserire nuove rubriche già dal prossimo numero per rispondere a numerose richieste che sono venute dai nostri lettori ed affrontare temi di interesse comune. Quindi questo numero, dedicato in gran parte alla Festa nazionale che si è svolta a Cutro Marina in Calabria dal 5 al 12 giugno u.s., può essere considerato una sorta di numero zero, con la sperimentazione di un nuovo formato prima del lancio vero e proprio con le nuove rubriche. La Festa ha coinvolto circa 600 partecipanti con la solita formula in un villaggio Bluserena. Alle attività del villaggio si sono sommate quelle di CNA Pensionati con un corso pomeridiano di fotografia, un evento dedicato alla Commedia italiana del nostro cinema che ha visto protagoniste dietro le quinte e nei titoli di coda le maestranze artigiane. Abbiamo voluto dedicare l’evento sindacale più importante della settimana al lavoro di tanti artigiani, oggi pensionati, che hanno consentito con la loro professionalità la realizzazione di grandi capolavori. In particolare è stato proiettato un documentario dedicato a Nino Manfredi, che ripercorre un periodo molto fortunato della storia del nostro cinema, alla presenza del figlio, il regista Luca Manfredi. In occasione dell’evento è stato proiettato anche un servizio dedicato a Cinecittà ed alla sua storia. Un ringraziamento, inoltre, alla testimonianza di Giancarlo De Leonardis, acconciatore cinematografico ed autore di due libri e Sissi Parravicini, costumista, anche lei autrice di saggi. Devo dire che il racconto dei retroscena di importanti film attraverso i loro ricordi ci fa vedere quei film sotto una luce diversa e soprattutto rivela il ruolo determinante delle maestranze artigiane. Le conclusioni dell’iniziativa sono state affidate al neo Presidente Nazionale della CNA, Dario Costantini,

Filippo D’Andrea Segretario Nazionale CNA Pensionati che ha tenuto a sottolineare il ruolo dell’artigianato e l’importanza delle testimonianze di chi ha lasciato il lavoro e si dedica alla vita associativa tra le tante difficoltà che incontrano i pensionati a causa del basso reddito e della mancanza di un sistema di servizi a misura di anziano. Da qui l’impegno della Confederazione a presidiare i temi più vicini agli anziani come la sanità e la non autosufficienza ma anche garantire la vicinanza agli imprenditori con un rapporto costante di ascolto delle loro esigenze. La settimana si è conclusa con il tradizionale show cooking con gli chef del villaggio, che hanno illustrato alcune ricette tipiche della cucina calabrese. Dopo due anni di pandemia siamo riusciti a ritrovarci con i nostri associati per passare dei momenti conviviali ma anche di scambio di opinioni su temi importanti da un punto di vista sindacale. L’auspicio è che dopo l’estate si possano finalmente riprendere le tradizionali attività sui territori lasciandoci la pandemia alle spalle. Buone Vacanze

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SOMMARIO

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IN PRIMO PIANO

Speciale XXIII Festa Nazionale

Speciale XXIII Festa Nazionale

Speciale XXIII Festa Nazionale

PAGINA 6

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PAGINA 12

PAGINA 15

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IL RACCONTO

SALUTE FITOTERAPIA

SALUTE DIETOLOGIA

SALUTE GERIATRIA

Un vecchio Le mani degli arwelfare per un paese sempre più tigiani non vanno mai in pensione vecchio

Bellezza al naturale

PAGINA 30

Intervista al Presidente CNA Nazionale

Intervista a Luca Manfredi

Fitoterapia fra tradizione e innovazione

Difficoltà a dimagrire con l’avanzare dell’età

Telemedicina Il futuro dell’assistenza

PAGINA 32

PAGINA 34

PAGINA 36

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FOCUS

ATTUALITÀ

LA FINESTRA SUL CAVEAU

SPAZIO DONNA

La pandemia ha trasformato il mercato del lavoro

Elisabetta II d’Inghilterra Regina delle Regine

Inflazione al galoppo. E ora?

Temperature record ed emergenza siccità

PAGINA 22

PAGINA 24

PAGINA 26

PAGINA 28

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SALUTE PSICOLOGIA

SALUTE FITOPREPARAZIONE

DAL TERRITORIO

LIBRO DEL MESE RELAX

L’importanza di prendersi una vacanza

Quando la natura perde colpi

LETTERE AL DIRETTORE

PANTERE GRIGIE

PAGINA 38

PAGINA 40

PAGINE 42/47

PAGINE 48/49/50

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01 IN PRIMO PIANO ANGELA BAGLIONI

Un vecchio welfare per un Paese sempre più vecchio Da una parte un Paese che invecchia, dall’altra un sistema di welfare ormai superato, che non riesce a rispondere alla domanda di assistenza della popolazione più anziana, lasciando spesso le famiglie a gestire in solitudine situazioni al limite. A delineare i contorni di una situazione che rischia di trasformarsi in una strada senza uscita sono due lavori, non collegati fra loro. Si tratta dell’ultimo report dell’Istat sulla popolazione italiana - secondo il quale al 1° gennaio 2021 i residenti in Italia che avevano compiuto i 75 anni di età erano oltre 7 milioni - pari all’11,9% della popolazione - e dello studio “Digitale, locale, integrato. Il futuro del Welfare in

“Urgente accelerare il processo di approvazione della legge delega per il nuovo welfare e il sistema nazionale per la non autosufficienza”. VERDETÀ

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un Paese che invecchia”, realizzato da BCG (Boston Consulting Group) e Jointly. Il dossier, pubblicato a giugno, pone invece l’accento sull’inadeguatezza, in termini di risorse, delle attuali politiche di assistenza. Nel 2010, avverte l’Istat, i cittadini italiani con un’età superiore ai 75 anni erano circa 5 milioni 900 mila. A fare le spese dell’inadeguatezza del sistema, e non solo in senso figurato, sono le famiglie, chiamate a fronteggiare la parte più pesante del carico assistenziale, compresi i costi che ne derivano. Per l’Istat il 47,8% degli ultra 75enni soffre di tre o più patologie croniche. Si vive di più, è vero, ma la qualità della vita spesso è messa a dura prova da malattie che non consentono di condurre un’esistenza autonoma, come testimonia lo studio di Bcg e Jointly, secondo il quale oggi un italiano su quattro ha più 65 anni – nel 2040 si arriverà a uno su


tre -, e l’85% degli over 75 fa i conti almeno con una malattia cronica. Sono circa tre milioni gli anziani che hanno bisogno di aiuto per le “semplici” esigenze quotidiane. Riuscire a prepararsi un pasto, vestirsi, e a volte anche provvedere alla propria igiene personale può rivelarsi una missione ardua, se in casa non c’è un familiare o una persona di fiducia. In Italia la spesa pubblica per la non autosufficienza, come si legge nello studio di Bcg e Jointly, attualmente è di circa 31 miliardi di euro (pari all’1,75 del Pil). Una cifra inferiore di 24 miliardi rispetto a quanto si spende in Francia, Germania e Regno Unito. Una differenza che nel 2065 – se non cambieranno le attuali politiche di welfare – salirà a ben 53 miliardi di euro. Con gli attuali stanziamenti solo il 15% delle necessità di assistenza trova una risposta. Il resto è a carico delle famiglie, e degli oltre sette milioni di persone che si occupano con amore e dedizione di genitori, mogli e mariti, e a volte anche di figli che hanno bisogno di assistenza, spesso rinunciando ad aspirazioni di carriera e in molti casi, a una fetta importante della vita privata e di relazione. Oggi li

chiamano caregiver, e ben il 38% di loro ha manifestato difficoltà nella gestione del doppio ruolo, quello di lavoratore e quello di custode di un familiare in difficoltà. Senza sottovalutare che la spesa sostenuta dalle famiglie per far fronte a queste necessità di assistenza ormai ha raggiunto i 136,6 miliardi di euro. Sempre secondo lo studio di Bcg e Jointly il 17% dei caregiver arriva a spendere anche diecimila euro l’anno per assicurare un’assistenza adeguata a familiari in difficoltà. Il 30% di loro ha dichiarato di dedicare almeno 14 ore a settimana alla cura di una persona cara in condizioni di non autosufficienza. Complessivamente, più della metà dei caregiver intervistati ha riferito di aver dovuto impegnare risorse proprie per garantire assistenza a parenti e congiunti, dal momento

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che i sussidi sono sufficienti a coprire solo il 5% delle richieste. “In termini di servizi – si legge nel report - la maggioranza dei caregiver è costretta a fare da sé (38%) o a comprare dal privato (33%), sempre che se lo possa permettere. Il settore pubblico viene scelto mediamente solo dal 25% dei caregiver. Le principali limitazioni riguardano la lentezza nell’erogazione, le complessità burocratiche e la mancanza di risorse”. In Italia la disponibilità di posti letto in Rsa è del 60% inferiore alla media Ocse. Numeri spaventosi, a fronte dei quali secondo Filippo D’Andrea, segretario nazionale Cna Pensionati “diventa più urgente accelerare il processo di approvazione della legge delega per il nuovo welfare e il sistema nazionale per la non autosufficienza”.


FESTA CNA PENSIONATI LE MANI DEGLI ARTIGIANI NON VANNO MAI IN PENSIONE

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SPECIALE FESTA LIVIA PANDOLFI

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I pensionati escono da una crisi profonda ma sono ancora in piedi e più forti che mai. E’ quanto hanno ripetuto alla Festa 2022 di CNA Pensionati, tornata dopo una pausa di 2 anni dovuta alla pandemia a Marina di Cutro presso il Serenè Village. Una festa dedicata quest’anno al cinema con l’evento di punta dal titolo “La commedia italiana: tanto lavoro per i nostri artigiani”, alla presenza di Giovanni Giungi, Presidente di CNA Pensionati, Dario Costantini, Presidente CNA Nazionale, Filippo d’Andrea

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Segretario CNA Pensionati, Luca Manfredi regista e figlio del grandissimo Nino Manfredi e due autentiche leggende del cinema italiano: Giancarlo De Leonardis, acconciatore di tutti i grandi del cinema italiano e Sissi Parravicini, costumista e vincitrice di premi prestigiosi come il nastro d’argento e ciak d‘oro. “Abbiamo perso con il Covid 1500 nostri associati - ha ricordato il Presidente di CNA Pensionati Giovanni Giungi in apertura dell’evento - ma la tenacia che ci contraddistingue ci ha dato la


Filippo D’Andrea, Giovanni Giungi, Dario Cosantini

forza di ricominciare e oggi siamo qui a festeggiare”. “Le persone anziane vanno tutelate - ha continuato Giungi - e per questo noi ci battiamo su tutti i tavoli: per noi è vitale la tutela della salute che richiama a una profonda trasformazione del sistema sanitario nazionale e assicurare agli anziani pensioni dignitose per poter vivere”. “Chiediamo per questo una rivalutazione delle pensioni sulla base dell’indice europeo IPCA non quello ISTAT - ha chiarito il Segretario di Cna Pensionati Filippo D’Andrea - perché tiene conto di più delle spese che incidono sui pensionati: sanità e beni alimentari. Vogliamo anche la presa in carico con urgenza della gestione delle liste d’attesa che, di fatto, bloccano la fruizione delle cure nel breve periodo”. La serata di ieri, dedicata al cinema, è stata tuttavia incentrata sul valore dell’artigianato italiano. “Il valore enorme dell’artigianato nel Made in Italy - ha detto Giungi - è testimoniato oggi dalla

Paolo Bolano, Luca Manfredi, Dario Costantini, Giancarlo De Leonardis, Sissi Parravicini

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presenza di questi grandi artigiani del cinema senza i quali un nostro asset culturale celebre nel mondo non sarebbe stato lo stesso”. Un concetto, questo, largamente ribadito anche dagli ospiti presenti e protagonisti della tavola rotonda, in primis dal Presidente Nazionale CNA Dario Costantini intervenuto alla manifestazione. “Le mani degli artigiani sono e saranno sempre il grande valore su cui questo Paese potrà contare per affrontare il futuro e le sue grandi trasformazioni dell’era digitale, questo non cambierà mai. Ecco perché la trasmissione del sapere degli artigiani pensionati è un investimento strategico su cui dobbiamo puntare”. Costantini ha tenuto a ricordare l’importanza dell’artigianato nel cinema e di come la Confederazione abbia preso a cuore questo settore grazie a CNA cinema che associa le imprese del comparto. “Sono figlio di pensionati artigiani - ha raccontato - conosco il valore del saper fare delle generazioni passate e oggi una delle sfide che siamo chiamati ad affrontare e vincere è proprio quella di spiegare ai giovani come sporcarsi le mani con i mestieri sia una sfida strategica per il futuro. Per fare questo abbiamo bisogno proprio di tramandare il sapere dei nostri pensionati”. “Questi ultimi - ha concluso il Presidente della CNA - vanno tuttavia aiutati, non è possibile che le stesse persone protagoniste del boom economico degli anni ’60, quelli che hanno portato il nostro paese fra le prime potenze economiche del mondo, debbano fare i conti con pensioni basse, erose dall’inflazione e dalle spese sanitarie crescenti”.

Giovanni Giungi

“Le persone anziane vanno tutelate, per noi è vitale la tutela della salute che richiama a una profonda trasformazione del sistema sanitario nazionale”. VERDETÀ

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FESTA CNA PENSIONATI COSTANTINI: PAESE INGRATO, I PENSIONATI ARTIGIANI VANNO AIUTATI DI PIÙ SPECIALE FESTA LIVIA PANDOLFI

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Figlio di artigiani associati alla CNA, presidente provinciale ad appena 33 anni, poi presidente regionale, da dicembre scorso presidente nazionale. Senza esagerare, la CNA ce l’ha nel sangue. E’ anche per questo che Dario Costantini non ce la fa a non inorgoglirsi di fronte alla platea di CNA Pensionati che parla di grande cinema, di cultura, e soprattutto di domani. Non può che andare fiero delle mani di quei pensionati che fecero dei set cinematografici nostrani uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy durante il boom economico. E ugualmente non può che riconoscere fra i ‘suoi’ ex imprenditori la stessa fierezza, la stessa spinta a costruire, lo stesso desiderio di fare che sente nella sua organizzazione. “Colpisce la loro assenza al lamento, e ne avrebbero ben d’onde in questi tempi di prezzi in corsa e

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di guerra – sottolinea – invece si vedono solo sorrisi, grande spirito e profonda sapienza da cui dobbiamo imparare a attingere a piene mani”. Il cinema è arte e noi con Fellini, Antonioni, Leone e gli straordinari interpreti che vanno da Tognazzi a Sordi, da Gassman a Sofia Loren, da Monica Vitti a Manfredi, abbiamo ‘dato’ davvero molto. Ma quanto ha inciso l’artigianato in questa macchina di bellezza? Gli artigiani sono stati decisivi, la bellezza e l’arte di quei set è tutta loro: durante questo evento dedicato al cinema abbiamo ascoltato la testimonianza di due artisti artigiani (Sissi Parravicini e Giancarlo De Leonardis, ndr), due storie incredibili che non mi sarei mai stancato di sentire. Questo ci dà la cifra di quanto l’arte dei nostri


associati, della nostra gente, abbia influito in modo importantissimo in questo mondo. Un mondo su cui la Confederazione sta ancora puntando con CNA Cinema e il suo presidente Gianluca Curti, compiendo un lavoro egregio. C’è una sorta di incrocio magico fra la memoria dei pensionati e le nuove leve? Beh, sono stati gli stessi pensionati a offrire uno spunto importante organizzando un convegno sul cinema. Questo dimostra come la nostra Confederazione viva sempre di più sulle contaminazioni positive fra i vari attori. Non a caso abbiamo attivato, all’inizio del mio mandato, un tavolo dei raggruppamenti trasversale a mondi che sembrerebbero molto diversi. Oggi siamo aperti alle contaminazioni positive dei pensionati, ad esempio, con il settore del turismo o dei giovani: poli opposti che ragionano insieme per pensare al futuro della nostra Confederazione e del nostro Paese. I problemi degli anziani sono tuttavia molti: potere di acquisto delle pensioni in picchiata, sanità da rifondare dopo il Covid… Come si possono aiutare i pensionati? Ci tengo a dire che sono figlio di pensionati artigiani - naturalmente associati alla CNA Pensionati - due persone che hanno dato tanto al nostro Paese, conosco i sacrifici nel lavoro prima e l’entità delle pensioni poi. Per questo a volte mi chiedo come un pensionato possa riuscire a tirare avanti senza l’aiuto dei figli. Come possa superare tutti gli ostacoli che gli vengono messi di fronte oggi in modo così poco rispettoso. Stiamo parlando di una generazione che ha costruito e fatto grande il nostro Paese.

Dario Costantini

“Oggi siamo aperti alle contaminazioni positive dei pensionati con il settore del turismo e con i giovani: poli opposti che ragionano insieme per pensare al futuro della nostra Confederazione e del nostro Paese”. VERDETÀ

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Luca Manfredi

L’Italia invecchia ma non si sta strutturando correttamente per aiutare gli anziani. Bisogna agire partendo dal malfunzionamento della burocrazia che ruota intorno alla sanità, dalle liste d’attesa infinite e quant’altro. Ma, per fare qualche altro esempio, occorre agire contro le truffe telefoniche, la digitalizzazione obbligatoria negli adempimenti, che coglie impreparati gli ultra 80enni e così via. Poi oggi si affacciano problemi nuovi e gravi. Quali? Penso alla dinamica inflattiva che sta penalizzando pesantemente i pensionati. Il caro energia sta mettendo in ginocchio tantissime nostre aziende e famiglie, anche se non soprattutto di pensionati. Abbiamo approntato un progetto sull’autoproduzione energetica proprio per cercare di dare un contributo fattivo.

Paradossalmente i pensionati sono più preparati dei giovani alle difficoltà perché hanno vissuto epoche che hanno insegnato loro il sacrificio. I giovani, invece, vivono nell’epoca del reddito di cittadinanza che però non è collegato al ricollocamento lavorativo, un’epoca di assistenzialismo senza prospettive concrete. Oggi abbiamo il terribile orizzonte oscuro del conflitto in Ucraina ancora senza soluzioni all’orizzonte… Questa è la preoccupazione vera. Perché il cambio profondo della situazione geopolitica mondiale impatterà sulle nostre vite. Ma non sappiamo come. Gli anziani sono certamente una categoria fragile. Queste persone non meriterebbero un Paese che si spendesse per loro?

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Ne sono convinto. Il nostro Paese non va alla stessa velocità dei nostri pensionati. Mi ha colpito ad esempio come molte nostre sedi territoriali durante il lockdown si siano preoccupate di telefonare agli associati soli proprio per evitare il senso di abbandono, dimostrando di esserci e di poter dare un aiuto tangibile. Anche oggi CNA e CNA Pensionati sono in prima linea: nei primi mesi del mio mandato, insieme al segretario Sergio Silvestrini e ai nostri dirigenti, abbiamo trascorso un periodo di continua interlocuzione con la politica, trasversalmente. Ho parlato ai politici come un artigiano e come si parla fra artigiani. Questo continuerò a fare anche nel futuro - i nostri pensionati possono starne certi - portando all’attenzione anche i loro problemi che poi sono quelli del nostro Paese.


FESTA CNA PENSIONATI MANFREDI: MIO PADRE? UN ARTIGIANO DEL CINEMA SPECIALE FESTA LIVIA PANDOLFI

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Un cesellatore del copione. Così veniva definito Nino Manfredi, preciso, maniacale, con una cura del particolare nell’interpretare il personaggio, uno molto ‘americano’. Ossia con un approccio basato sullo studio profondo, sull’osservazione, sull’interpretazione che si spoglia di sé e si tuffa nel ruolo. Il tutto supportato da un talento artistico magistrale. A raccontarlo a VerdEtà, a margine della Festa 2022 di CNA Pensionati, è il figlio di Nino, Luca Manfredi, che ci parla della storia del suo grandissimo papà. Suo padre fu un gigante, ma anche il frutto della frequentazione dell’Accademia di arte drammatica, gavetta, sacrifici, studio costante. Oggi però è il tempo delle serie Tv e il Grande Cinema appare dimenticato soprattutto dai ragazzi, che succede?

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Succede che bisogna tornare a una preparazione importante. Qualsiasi mestiere deve avere alle spalle un percorso di preparazione. Oggi si cerca di arrivare alla notorietà e al successo attraverso altre strade: le trasmissioni televisive come X Factor che ti restituiscono una notorietà immediata ma non c’è alle spalle, almeno non sempre, una preparazione adeguata. Come si affermò Nino Manfredi? Mio padre era uno che agli inizi della sua professione ha campato con il doppiaggio. Ogni volta che andava a fare i provini di cinema gli dicevano che aveva una faccia da perdente, che non aveva la fisionomia e l’aspetto da protagonista. A un certo punto gli proposero di fare Canzonissima dove interpretava un personaggio divertente e umile (il barista ciociaro Bastiano) e da lì si aprirono le porte del cinema. Quello è stato il trampolino di lancio del suo successo.


Cosa farebbe suo padre oggi nell’era degli influencer? Sono sicuro che non ne penserebbe molto bene. Mio padre è stato un vero artigiano del cinema, uno che ha preparato a tavolino, minuziosamente, i suoi personaggi. Si mimetizzava con loro facendo sparire sé stesso. Dimenticavi Nino Manfredi e vedevi il portantino di ‘C’eravamo tanto amati’, ti scordavi di Manfredi e vedevi l’emigrante di ‘Pane e cioccolata’. Mentre per altri attori della sua generazione, come Alberto Sordi, c’era una preponderanza della propria

personalità sui ruoli. In questo senso era il più americano degli attori italiani, fra i colonnelli della commedia italiana come Gassman, Sordi, Tognazzi. Cosa significa essere il figlio di Nino Manfredi? Significa raccogliere un’eredità importante. Essere figli d’arte ha il vantaggio di poter fare esperienza quando si è agli inizi, ma poi bisogna faticare il doppio per camminare da soli perché si rischia di rimanere schiacciati nel confronto. Io ho fatto un percorso che è stato tutto mio. Con papà ci siamo incontrati involontariamente

per la pubblicità del caffè Lavazza: io mi ero diplomato pubblicitario e mio padre mi chiese di lavorare su proposte aderenti alla sua comicità, dal momento che gliene arrivavano di insoddisfacenti. Cominciò così la mia collaborazione con l’Agenzia Armando Testa. Qual è l’eredita che lascia Nino Manfredi a questo Paese? E’ l’approccio a questo mestiere, un approccio, appunto, artigiano. Quando nel 70 fu chiamato per fare Geppetto da Luigi Comencini lui rimase stupito e gli chiese “perché chiama me? In fondo ho 49 anni, sono relativamente giovane”. Comencini gli disse: “Perché lei Manfredi è l’unico attore italiano in grado di parlare con un pezzo di legno”. Dopo una lunga osservazione ai giardinetti degli anziani e dei bambini, lui però capì che avrebbe dovuto parlare a quel burattino proprio come un bambino fa con il suo bambolotto. E poi, altro particolare, si fece procurare da mia mamma, costumista, ciabatte di tre numeri in più proprio per imparare quel trascinare i piedi tipico dei vecchietti. Ecco il ‘cesellatore’ del copione. Qual è il film di Nino Manfredi che lei ha amato di più? Amo moltissimo ‘Per grazia ricevuta’ che poi è la storia di mio padre. Ma ‘Pane e cioccolata’ è il mio preferito perché è il film che contiene il DNA della nostra famiglia, ossia una famiglia di emigranti. Il nonno paterno di papà, Giovanni, che mio padre ammirava moltissimo, andò 32 anni in America a fare il minatore per mantenere la famiglia. In quel film mio padre è stato grandissimo. Luca Manfredi

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SPECIALE FESTA

CORSO DI FOTOGRAFIA Durante la Festa è stato organizzato anche un corso di fotografia, con la collaborazione di una nostra associata di Reggio Emilia, Laura Sassi, che ha dato ai partecipanti indicazioni preziose per realizzare una bella fotografia sia da un punto di vista tecnico che emozionale. Laura, un esempio di come i nostri associati siano stati e siano eccellenti nei loro mestieri o nei loro hobby, si è anche messa a disposizione per fotografare i momenti salienti della Festa e le foto che riportiamo sulla rivista sono state opera sua. A lei va il sincero ringraziamento di CNA Pensionati per la sua collaborazione!

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SPECIALE FESTA

NOI, GLI INVISIBILI DEL CINEMA INDISPENSABILI PER UN GRANDE SUCCESSO Forse i cognomi italiani parlano. Se uno nasce rievocando uno dei nostri più celebri conterranei, quello dalle cui mani uscì la Gioconda, Leonardo Da Vinci, è senz’altro chiamato a far qualcosa di grande. Deve averlo pensato anche Giancarlo De Leonardis, 83 anni vissuti intensamente, un vero artista dell’acconciatura del cinema italiano. Non si tratta, infatti, solo di tagli, tinte, capelli, ma proprio di arte. Un talento che nasce e cresce nelle mani dei maestri artigiani del set come lui. Giancarlo ha cominciato facendo le giornate nei ‘Grandi film’ che poi erano i capolavori della commedia italiana. “Noi ragazzi – racconta – succhiavamo letteralmente il mestiere dall’esperienza sul set, un qualcosa che oggi non esiste più rimpiazzato dalle scuole del cinema a cui si rivolgono i giovani”. C’è un mondo di artigiani dietro ai grandi film, intere famiglie che vi si dedicano anche per 100 anni. Come la famiglia dei macchinisti Diamanti, “i migliori’ giura De Laurentis. Ma anche i falegnami, i carpentieri dalle cui sapienti mani viene

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costruito il set cinematografico. “Poi ci siamo noi, i parrucchieri, i truccatori, le sarte – racconta – quelli che lavorano con mani i personaggi da distinguere da coloro che secondo me sono gli artisti veri della scena, ossia i costumisti e gli scenografi che portano sul set la loro cultura. Loro la mente noi il braccio”. Un mondo fatto di ricordi quello di Giancarlo, di aneddoti e di mostri sacri mai dimenticati. Come Nino Manfredi, memorabile protagonista di ‘Pane e cioccolata”, immigrato che perde il permesso di soggiorno e tenta di fingersi svizzero senza successo. Era di Giancarlo De Leonardis il vestito di scena trovato a casa sua dopo una giornata intera passata dal regista Franco Brusati a tormentare invano la costumista incapace di soddisfarlo. Era di Giancarlo De Leonardis l’idea di far tornare il personaggio di Manfredi in Italia, da fallito, con la ricrescita scura sul biondo dei capelli fatto per fingersi svizzero. E poi le dive come Audrey Hepburn, la nostra Sophia Loren e la grandissima Anna Magnani. “La incontrai giovanissimo – racconta Giancarlo – intimorito preparai prima una parrucca nuova su misura per lei che mi servi subito perché arrivò sul set con i capelli in disordine e ne ebbe bisogno immediatamente”. E ancora: l’America con i suoi divi “veramente imbarazzanti, bambinoni che con la pistola in mano si mettevano a giocare come ragazzini idioti”; o Monica Vitti, vanitosa talvolta ma anche simpaticissima; Sordi, tirchio memorabile che “licenziò il proprio autista per una sua mela, dimenticata per un mese intero dentro al cruscotto e ingenuamente mangiata” ma capace di fare “donazioni di interi guadagni di film alla chiesa”. E infine Bette Davis capricciosa diva americana conquistata da un suo colpo di spazzola dopo aver minacciato di lasciare un film per incapacità del parrucchiere di scena precedente. Signori, il cinema.

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SPECIALE FESTA

GIANCARLO DE LEONARDIS BIOGRAFIA Si è formato a partire dalla fine degli anni cinquanta in saloni di bellezza di Roma tra via Veneto, piazza di Spagna e piazza Mignanelli. Nel 1960 ha aperto il proprio istituto di bellezza, sempre a Roma. Nel 1961 iniziò a lavorare nel cinema sul set del film Pranzo di Pasqua (The Pigeon That Took Rome) con Charlton Heston ed Elsa Martinelli e partecipò come assistente a diversi film storici, alternando inizialmente il lavoro del cinema a quello nell’istituto di bellezza. Vendette infine il proprio istituto e si trasferì a Palermo per lavorare sul set del film Il Gattopardo di Luchino Visconti, uscito nel 1963. Tra Cinecittà e Cortina d’Ampezzo lavorò anche sul set del film La pantera rosa, con Claudia Cardinale, Peter Sellers e David Niven, uscito nello stesso anno. Ha lavorato in seguito in circa 140 film di fama internazionale con registi di fama mondiale come: Pier Paolo Pasolini, Ridley Scott, Sergio Leone, Mario Monicelli, Lina Wertmuller, Paul Schrader, Francesco Rosi, Terence Young. Con attori famosi, fra i quali: Fred Astair, Anna Maganai, Audrey Hepburn, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Tony Curtis, Julianne Moore, Anthony Hopkins. Tra il 2004 e il 2006 ha insegnato presso il Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Nel 2004 ha pubblicato il libro Le mani nei capelli, sulla sua esperienza di parrucchiere nel cinema e come manuale di insegnamento per la realizzazione di acconciature per il cinema e d’epoca. Nel 2008 ha creato un sito con le sue lezioni sul mestiere del parrucchiere nel cinema

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NON DIMENTICHIAMO LA NOSTRA ARTE Affascinante e solare, colta e complessa come le donne di spessore. Nata con la scenografia nel DNA che dal teatro la porta al cinema. E’ Sissi Parravicini, premiata con il Ciak d’Oro, il Nastro d’Argento in Magnificat di Pupi Avati e con all’attivo la nomination per il David di Donatello. ‘Prestata’ al cinema dice lei, proprio perché cresciuta in una famiglia di scenografi teatrali, il nonno al Teatro Alla Scala, il padre direttore del Teatro dell’Opera di Roma. Anche lei alla Festa di Cna Pensionati a raccontare la sua incredibile esperienza, accanto al marito Giancarlo De Leonardis. “A 12 anni – racconta Sissi - mi occupavo di muovere le foglie sul fondale del teatro e davo le ombre alle balaustre, a 14 anni facevo l’assistente ai costumi per Otello destinato a Tokio. A 16 anni, poi, mio padre mi disse: mi manca l’assistente e così cominciai”. Una storia affascinante la sua che si intreccia con la famiglia, i figli, le pause dal cinema che ne hanno frenato la carriera ma non mitigato il talento. L’apice di questa carriera fu in Magnificat di Pupi Avati, film ambientato nell’anno 1000. “Ero dubbiosa se accettare o no il copione ma poi mi decisi. Facemmo tutto quasi senza mezzi, senza gli atelier, ma con le sarte. Prendemmo stoffe di scarto e cominciammo a tingere, invecchiare, colorare. Un lavoro davvero artigianale, perché ci vuole la sapienza artigiana quando occorre capire quali sono i tessuti da usare e come trasformarli in ciò che ti serve”. Secondo la Parravicini queste sono capacità tutte italiane. “Spero – continua – che nel cinema moderno si conservi ciò che è importante e soprattutto non si dimentichi la nostra sapienza artigiana, un valore che è stato sempre superiore a quello di chiunque altro. Noi italiani abbiamo una storia artistica che nessuno ha. La musica è italiana, l’Opera, prima forma di rappresentazione che ha preceduto il Cinema, è italiana”. “Come mai e quando - conclude - lo abbiamo dimenticato?”

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05 Inflazione al galoppo. E ora? FOCUS ANGELA BAGLIONI

L’inflazione corre in tutta Europa, e l’Italia non rappresenta certo un’eccezione. Dall’aumento del prezzo dei carburanti, a quello dei prodotti alimentari, dei trasporti e dei servizi per la cura della persona, per i pensionati e in generale le famiglie con redditi medio-bassi riempire il carrello della spesa e pagare le bollette sta diventando ogni giorno più difficile. A giugno le spese per abitazione, acqua, elettricità e combustibili sono salite del 28% rispetto allo stesso mese del 2021; prodotti alimentari e bevande analcoliche sono aumentati del 9,1% mentre i trasporti costavano mediamente il 13,7% in più rispetto a un anno fa. Sono aumentate del 4,8% le spese per mobili, articoli e servizi per la casa e dell’1,7% quelle

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per abbigliamento e calzature. Modesto l’aumento, pari allo 0,7%, delle spese sostenute per i servizi sanitari e salute. A livello complessivo le stime dell’Istat riferite al mese di giugno registrano un aumento dell’1,2% su base mensile – che si traduce in una crescita dell’8% su base annua - dell’indice nazionale dei prezzi al consumo. Una cosa del genere non accadeva dal lontano 1986. L’autunno potrebbe riservare ulteriori sorprese per i bilanci delle famiglie italiane; prima di tutto il taglio delle forniture del gas russo, poi lo stop deciso dalla Bce - dopo dieci anni – al pacchetto di misure

voluto dall’allora presidente Mario Draghi per sostenere i consumi e la crescita economica. Inoltre, l’annunciato aumento del prezzo del denaro, a partire da luglio, comporterà ricadute anche su mutui e prestiti. Conseguenze, al momento, difficili da calcolare, che dipenderanno dall’andamento effettivo dei tassi di interesse. Analizzando i prezzi per categoria di consumo, emerge che a giugno i beni energetici sono aumentati complessivamente del 48,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; in questo ambito, il gasolio da riscaldamento ha subìto un’impennata del 52,7%, mentre il gasolio per i mezzi di trasporto ha segnato rincari del 32,3%. Il prezzo della benzina è salito del 25,3%, e l’energia elettrica da mercato libero è aumentata dell’87,5%. Il tasso di inflazione medio, invece, a giugno si è assestato al 6,4%, ma in assenza degli interventi di natura fiscale adottati dal governo per contrastare i rincari dei prodotti energetici, avverte l’Istat nella rilevazione precedente, già a maggio l’aumento sarebbe stato dell’8,6%. A trainare la ripresa dell’inflazione un ruolo determinante, si sa, è quello giocato dalla guerra in Ucraina, con l’aumento dei prezzi dei beni energetici e ricadute su tutti i settori. In salita, infatti, il costo al consumo di quasi tutte le altre tipologie di prodotto. In particolare, acquistare i cosiddetti “alimentari lavorati” a giugno costava l’8,2% in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. In salita vertiginosa anche i prezzi degli alimentari non lavorati, aumentati del 9,6%. L’Istat, in particolare, segnala l’accelerazione dei prezzi della frutta fresca e

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refrigerata (più 10,9%) e di quelli dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (+11,8%). Nell’Eurozona, se possibile, le cose vanno ancora peggio. Secondo le ultime stime disponibili dell’Eurostat (l’ufficio statistico europeo), a maggio i prezzi al consumo hanno mostrato un aumento medio dell’8,1% su base annua. I numeri parlano da soli. Il principale responsabile della ripresa dell’inflazione, è dunque il rialzo medio dei prezzi dei beni energetici, con i conseguenti aumenti dei costi di produzione sostenuti dalle aziende, che si abbattono come uno tsunami sui consumatori finali. Specialmente sui nuclei a basso reddito, spesso rappresentati dai pensionati, che a volte si trovano anche nella condizione di dover sostenere figli e nipoti. In un comunicato ufficiale, la Bce ritiene che l’incremento dei prezzi nel 2023 potrebbe scendere dal 6,8% al 3,25%, e al 2,1% nel 2024. L’auspicio, in questo senso, è che le proiezioni degli analisti si avverino. Se all’aumento dei prezzi al consumo molti risponderanno risparmiando come si può, più difficile sarà fronteggiare il rialzo dei mutui. Il Consiglio direttivo della Bce ha annunciato un aumento di 25 punti dei tassi di interesse già da luglio, e un altro a settembre, se le prospettive dell’inflazione a medio termine dovessero peggiorare. In soldoni, significa che chi ha già stipulato un mutuo a tasso fisso non subirà aumenti di sorta, ma chi ha scelto il variabile dovrà prepararsi a un rialzo della rata, così come avverrà per tutti i nuovi finanziamenti. Di quanto? Difficile dirlo. Dipenderà dai tassi di riferimento, dal capitale richiesto e dalla durata del mutuo.


06 ATTUALITÀ VITTORIO DI GUILMI

Temperature record e emergenza siccità: colpa del riscaldamento globale L’allarme è scattato: siamo in condizioni di siccità eccezionale. Una situazione che preoccupa anche oltre i confini nazionali, ma in Italia rischia di produrre effetti drammatici non solo per l’ambiente ma anche per l’economia, già messa a dura prova dalle conseguenze della guerra in Ucraina. I numeri dicono che i primi cinque mesi dell’anno sono stati i più siccitosi degli ultimi 63 anni, con un terzo delle piogge in meno rispetto al periodo 1981-2010. Non solo: la primavera del 2022 è stata la terza più siccitosa degli ultimi 50 anni. L’aumento della temperatura in Italia, tra l’altro, è maggiore rispetto a quello medio registrato a livello globale, con il 28% del nostro territorio a rischio desertificazione. Diretta conseguenza della siccità, ad allarmare sono anche i livelli bassi delle acque. In particolare, il livello idrometrico del fiume

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Po, il principale corso d’acqua italiano, quest’anno ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 70 anni. Così basso che il Mare Adriatico è risalito in pianura per oltre 20 chilometri dalla costa. Ma in sofferenza sono anche il lago Maggiore, con un grado di riempimento del 22,7%, così come quello di Como (al 30,6%). E se i danni stimati quest’anno ammontano a circa 2 miliardi di euro per effetto del calo dei raccolti, rischia di aumentare anche la nostra dipendenza dall’estero, da dove importiamo il 64% del grano tenero, il 47% del mais, il 44% del grano duro e il 27% dell’orzo. La carenza d’acqua sta mettendo infatti a rischio metà di tutta la produzione agricola della Pianura Padana, che corrisponde al 30% della produzione agricola nazionale. Non si tratta, tuttavia, di un problema circoscritto alle sole regioni del Nord Italia, dove


diverse regioni hanno già dichiarato lo stato di calamità naturale e stanno valutando di procedere con un razionamento dell’acqua. L’emergenza siccità si sta infatti rapidamente estendendo al Centro. Paradossalmente va meglio al Sud, dove nonostante le temperature roventi il livello dei principali corsi d’acqua si mantiene in generale buono e secondo gli esperti la situazione non desta, almeno per ora, particolari allarmismi. Tale situazione di emergenza è in realtà un evento più complesso ma in corso da anni e trova la sua causa principale nel cambiamento climatico e in particolare nel riscaldamento globale, responsabile di diversi fenomeni rischiosi per l’ambiente, come lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del

mare, l’incremento delle ondate di calore e l’aumento di alluvioni. A sua volta, il riscaldamento globale è causato dall’uomo, attraverso attività che determinano il rilascio nell’atmosfera di gas che, seppure presenti anche in natura, finiscono per incrementare la loro densità sconvolgendo la quantità di energia presente sulla Terra e aumentandone la temperatura globale. È evidente che siamo di fronte a un fenomeno di portata eccezionale, i cui effetti sono evidenti e sensibili nelle vite di tutti noi. La quantità di riscaldamento futuro che la Terra subirà dipende da quanta anidride carbonica e altri gas serra emetteremo nei prossimi decenni. Gran parte del futuro del nostro pianeta dipenderà dalle decisioni dei governi nazionali, chiamati a rispondere con soluzioni

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immediate e non più rinviabili. Ma ciascuno di noi, nel suo piccolo, può e deve fare la sua parte per salvare l’ambiente. Come? Cambiando stile di vita o almeno mettendo in pratica, tutti i giorni, piccoli accorgimenti che se moltiplicati possono fare tanto. Ricordiamo di seguito i più comuni, che sono anche i più semplici da attuare: ridurre i consumi elettrici in casa; preferire i mezzi pubblici al mezzo privato e quando possibile spostarsi a piedi o in bicicletta; scegliere alimenti di origine vegetale (la cui produzione dà luogo a minori emissioni di gas a effetto serra e richiede meno energia, terra e acqua); evitare gli sprechi e comprare prodotti a km zero; differenziare i rifiuti; abbassare i termosifoni d’inverno e limitare i condizionatori d’estate.


07 LA FINESTRA SUL CAVEAU CLAUDIO DI DONATO

La pandemia ha trasformato il mercato del lavoro Più che un’equazione sembra un rebus: il numero dei disoccupati scende leggermente mentre raddoppiano i posti di lavoro vacanti. Da settimane sui quotidiani e sui social uno dei temi più gettonati è la mancanza di personale per moltissime attività. Ristoranti, alberghi ma anche imprese della manifattura lamentano la difficoltà a trovare lavoratori. Tra le spiegazioni più ricorrenti le basse retribuzioni offerte, specialmente per gli stagionali, per cui molti giovani preferiscono incassare il reddito di cittadinanza piuttosto che lavorare. La lettura tuttavia appare un poco superficiale. Il reddito di cittadinanza funziona dal 2018

Il mito del posto fisso ha lasciato il posto all’idea che il lavoro è solo parte del quotidiano e deve essere in equilibrio con il resto. VERDETÀ

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ma solo quest’anno si registra un aumento consistente dei posti di lavoro vacanti, dallo 0,8% al 2,4% dell’intera occupazione. Il reddito di cittadinanza può essere un concorrente per alcuni impieghi stagionali, certamente non è la causa per la grave carenza di figure specializzate come cuochi, installatori e autisti. C’è anche un altro elemento. Il fenomeno della carenza di personale non è solo italiano ma europeo, in Germania e Olanda è molto più acuto che da noi. Una analisi realizzata dal Financial Times indica che il 25% delle imprese europee fatica ad aumentare la produzione a causa delle difficoltà a trovare dipendenti. Prima del Covid la percentuale era inferiore al 5%. L’uscita dalla pandemia inoltre ha evidenziato altri due fenomeni che andranno studiati con grande attenzione: l’impennata delle dimissioni volontarie e la fuga


dalle grandi città. Non siamo davanti alle dimensioni che si notano negli Stati Uniti e in Gran Bretagna ma i numeri cominciano ad essere consistenti. E allora una prima considerazione è che due anni di pandemia hanno impresso una accelerazione al processo di trasformazione del mercato del lavoro di cui ancora non abbiamo colto le cause più profonde e gli orientamenti. L’anno scorso le dimissioni volontarie in Italia sono aumentate del 33% sfiorando i due milioni e le previsioni mostrano un ulteriore incremento quest’anno. Non si tratta di persone stanche di lavorare, e lo conferma la crescita del tasso di occupazione. Le ragioni sono molteplici: possibilità di trovare posti di lavoro migliori, desiderio di avere più tempo per sé, conciliazione lavoro-tempo libero, smart working. Insomma l’approccio, specialmente dei più giovani, al lavoro è cambiato radicalmente rispetto alle generazioni precedenti. Il mito del posto fisso ha lasciato il posto all’idea che il lavoro è solo parte

del quotidiano e deve essere in equilibrio con il resto. Tale cambiamento spiega anche la fuga dalle grandi città, attrattive per l’offerta di lavoro ma con un costo della vita decisamente più alto rispetto alla provincia. I flussi migratori non sono più dal sud al nord ma in larga parte dai centri urbani all’hinterland. Davanti a questi fenomeni emerge in tutta evidenza che la dinamica del mercato del lavoro ed i suoi riflessi socio-economici e culturali è molto più rapida

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rispetto alla capacità della politica di comprendere tali fenomeni e adattare gli strumenti con i quali gestirli. In Parlamento e in Europa il tema centrale è il salario minimo. Forse bisognerebbe concentrare risorse ed energie su come orientare la contrattazione collettiva e con quale flessibilità per rispondere a tali cambiamenti. Ma richiede faticose e complesse analisi qualitative. Molto meglio polemizzare su reddito di cittadinanza e basse retribuzioni.


stato assegnato e che non ha mai tradito.

soprattutto amore e passione per il ruolo che le è

Grande donna con grande amore per gli animali ma

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Elisabetta II d’Inghilterra, Regina delle Regine SPAZIO DONNA MARIAROSA BATTAN

Le recenti vicende che hanno modificato lo stile di vita di moltissimi di noi, hanno comportato che anche tra le mie consuetudini si sia aggiunto un pomeriggio al parco. Il giovedì pomeriggio ci si trova normalmente in cinque amiche,

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le partecipanti possono variare a seconda degli impegni ma il numero delle presenti rimane sempre o quasi di cinque. Il luogo è magico! Si tratta della barchessa della villa Margherita, che ospita sia all’interno che all’esterno della


CON GRANDE AMORE PER I FIGLI

costruzione, talmente bella e accogliente da favorire il buonumore grazie anche al parco molto verde e secolare nel quale è immersa e all’architettura ben conservata. Si dialoga e ci si confronta su tutto. Ognuna di noi porta con sé tante storie, tante convinzioni, tante certezze e non sempre nel salutarci condividiamo un unico pensiero, anzi… Nell’ultimo incontro, reduci da trasmissioni e giornali che ricordano il suo prossimo compleanno e giubileo, il tema è stato Elisabetta II D’Inghilterra. Abbiamo rivisitato tutti i luoghi comuni che la ricordano da quando è nata in poi, quasi una gara su chi fosse la più informata sull’argomento. Non avevamo nessun gossip che non fosse ancora stato proposto o che non conoscessimo. Lo stupore è arrivato quando Maria ha affermato “gran donna” riferendosi appunto alla Regina d’Inghilterra e Giulia, che normalmente interviene subito dopo per dissentire su quanto Maria afferma, forse gioco delle parti sono sempre agli antipodi su qualsiasi argomento, ha rafforzato affermando “la più grande”. Ci siamo guardate e quasi all’unisono abbiamo pensato che solo una Regina ultranovantenne con settantacinque anni di Regno alle

spalle aveva il potere di annullare le molte diversità che a volte le/ci dividono. Visto che le due dissenzienti avevano un unico giudizio su Elizabeth, abbiamo ritenuto importante interrogarci per capire cosa potesse unire un gruppo così eterogeneo di amiche. E’ risaputo di quanto sia non costruttivo per il genere femminile puntualizzare su tutto. Da come ci si veste, cosa si mangia, che film si preferiscono, la musica che si ascolta, educazione dei figli e come questo non riesca a farci fare gruppo. Indugiando sull’argomento, abbiamo concordato che della Regina ci piace tutto, giustifichiamo tutto. Dai colori improbabili delle sue mise, dai cappellini a tutte quelle piccole manie che la rendono unica. Nessuna di noi saprebbe indossare o vorrebbe indossare un completino verde acido o giallo becco d’oca con scarpe, cappellino e immancabile borsetta coordinati, non riusciamo però a immaginare la Regina Elisabetta vestita diversamente. La moda per lei è LEI. Nessuna di noi probabilmente avrebbe resistito a tutte le vicende familiari lontane e recenti alle quali come Regina e donna è stata costretta a partecipare, con il distacco indispensabile che il

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GRANDE DONNA

ruolo le impone. Non so quante di noi sarebbero riuscite a rimanere impassibili quando scelte di governo non la vedevano condividere a pieno. Quante di noi sarebbero riuscite a vivere il quotidiano senza lasciare trapelare il minimo cedimento. Elogiare le Sue qualità diventa banale e retorico. Grande donna con grande amore nei confronti del marito e figli, con grande amore per gli animali ma soprattutto amore e passione per il ruolo che le è stato assegnato e che non ha mai tradito. Queste comunque sono tutte vere qualità, al di sopra di qualsiasi sospetto. Analizzando i motivi che ci uniscono, abbiamo convenuto come la più grande delle doti che riconosciamo alla Regina sia la grande intelligenza che a nostro avviso ha e rimane intatta. Solo una donna con grande intelligenza può vantare tutti i primati che Le vengono riconosciuti e che anche noi Le riconosciamo. Ci siamo salutate ridendo, condividendo una recente affermazione della Regina Elisabetta. Nel 2021, la Regina ha ringraziato ma rifiutato il riconoscimento di ‘Anziano dell’anno’ affermando che “si è vecchi quando si sente di esserlo” e Lei ancora non lo sentiva.


BELLEZZA AL NATURALE IL RACCONTO

09 MARIA SCHIAVONE

Dopo Greta Thunberg e le manifestazioni di migliaia di giovani entusiasti, responsabilità è la nuova parola d’ordine. Importanti diventano non solo i prodotti in sé ma anche l’impatto ambientale, l’energia necessaria alla loro produzione e al loro smaltimento.

Compleanno di Ada, baci, auguri e invito per la torta, saremo solo in tre, visto il dilagare di Omicron. Breve consulto tra amiche per il regalo, a me tocca un prodotto di bellezza. Casualmente, prima di uscire, ascolto alla radio un’intervista a Beatrice Mautino, una giovane ma affermata tecnobiologa, che parla di cosmetici, prodotti per la cura del corpo naturali o cosiddetti tali. La mia amica è molto attirata dai prodotti naturali, anche in seguito a brutte esperienze. Le parole dell’intervistata mi sembrano molto interessanti, capisco di conoscere molto poco sull’argomento, mi precipito in libreria ed acquisto il suo ultimo libro, E’ naturale bellezza, per capirne di più. Da qui ha inizio la mia avventura: finora pensavo di saperne abbastanza per poter scegliere con giudizio, ma il mondo dei

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prodotti che uso quotidianamente, che scelgo per sentirmi attraente o che regalo con piacere, si rivela più complesso e pieno di insidie di quello che sospettavo. Finora ho acquistato questi prodotti in luoghi differenti: se si tratta di trucco (profumi, fondotinta, rossetto, ombretto etc) in profumeria; cosi’ luccicanti e piene di colori, sono i luoghi più invitanti, mi lascio accarezzare dall’illusione di diventare bella acquistando l’ultima crema apparsa sul mercato o quel particolare fondotinta. Per prodotti come shampoo, saponi, deodoranti etc vado in uno dei negozi specializzati per l’igiene e pulizia. O anche nei supermercati. O anche in farmacia, dove creme e cosmetici sembrano competere con i medicinali. Non posso permettermi di spendere troppo, ma cerco di stare attenta ai prodotti che mi metto in faccia, in testa o sul corpo, che devono quindi essere di buona qualità, non nocivi, ( cioè a rischio di provocare irritazioni o allergie), e magari naturali e green. Naturali, cioè con elementi non prodotti chimicamente, e non inquinanti. E proprio nel primo capitolo del libro mi sembra di trovare la chiave per essere sicura di ogni mio acquisto. Si parla di un’app che promette di dare un giudizio rapido e oggettivo sulla qualità di un prodotto di cosmesi e igiene proprio in base a questi fattori. Basta scaricarla e leggere il codice a barre che lo identifica, apparirà un giudizio (ottimo, buono, mediocre, scadente) corredato di un bollino di colore differente. Tutta eccitata la scarico, faccio la prova con quello che ho in casa. Uno dopo l’altro metà dei flaconi e vasetti che ho acquistato ottengono un deprimente bollino

arancio e il giudizio di mediocre. Certo i prodotti piu’ costosi passano l’esame con un ottimo, ma non sempre il prezzo è decisivo. Nella fascia di prezzo medio (per intenderci, quelli di prodotti che si trovano nei negozi specializzati per la cura della persona e nei supermercati) sembrano entrare altre discriminanti; a parità di prezzo alcuni risultano buoni altri mediocri. Divertita e curiosa esamino tutto quello che mi capita a tiro, l’app funziona anche con gli alimenti, e un fornitissimo supermercato diventa il mio terreno di caccia. E’ sempre una sorpresa vedere quali prodotti passano il giudizio e quali no, non capisco i motivi anche perché leggere i componenti non è sempre facile visto i caratteri microscopici con cui sono scritti. Ma l’app sembra sicura dei giudizi che dà, e sembra conoscere tutto di tutti. Sembra un giudizio definitivo ma la verità è più complessa. La storia di questa app, come si è sviluppata e quali sono i suoi punti deboli viene illustrata più avanti nel libro e, per quanto utile, capisco che non possa essere presa come vangelo, altre informazioni sono necessarie e questo raffredderà il mio entusiasmo iniziale. Ma la conseguenza più importante è che mi fermo a riflettere su quanto veramente informati e consapevoli siano i miei acquisti. Cosa mi fa decidere, cosa mi influenza? Le conoscenze o una pubblicità accattivante, il passaparola di amiche? Questo non riguarda solo i prodotti di bellezza, ma anche il cibo, l’abbigliamento o altro. Insomma, quanto libera, informata e consapevole sono quando faccio un acquisto? E quanto responsabili sono i miei atteggiamenti, nei

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confronti dell’ambiente? Dopo Greta Thunberg e le manifestazioni di migliaia di giovani entusiasti, responsabilità è la nuova parola d’ordine. Importanti diventano non solo i prodotti in sé ma anche l’impatto ambientale, l’energia necessaria alla loro produzione e al loro smaltimento. Non è facile districarsi, non si può pretendere che diventi un ingegnere o chimico o economista ogni volta che compro qualcosa. Come primo passo, serve una buona dose di umiltà e la consapevolezza che è necessario informarsi ed aggiornarsi nelle conoscenze. E poi quello che mia nonna chiamava “il principio primordiale”: non dare niente per scontato, non fidarsi di tante belle parole e promesse, non comprare solo per l’impulso a comprare, capire quindi i propri bisogni e necessità. “Compra poco, compra quando ti serve”. Una regola imposta e fatta propria da mancanza di mezzi (la guerra) ma anche da una profonda e antica saggezza che sa resistere alle sirene della pubblicità. Serve una buona dose di umiltà e la consapevolezza che è necessario informarsi ed aggiornarsi nelle conoscenze. E poi quello che mia nonna chiamava “il principio primordiale”: non dare niente per scontato, non fidarsi di tante belle parole e promesse, non comprare solo per l’impulso a comprare, capire quindi i propri bisogni e necessità. “Compra poco, compra quando ti serve”.


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Fitoterapia: tra tradizione e innovazione FITOTERAPIA ALESSANDRA SACCÀ Farmacista, Fitoterapeuta, Cosmetologa

La Fitoterapia, dal greco phytón (pianta) e therapéia (cura) utilizza le piante o i loro estratti per la prevenzione e cura di malattie, ma anche per garantire all’organismo un sano equilibrio psicofisico. Fin dalla notte dei tempi il mondo vegetale ha rappresentato la principale fonte di cura. Soprattutto le donne si dedicavano alla raccolta di erbe medicinali ed alla preparazione di pozioni e quest’arte è stata tramandata principalmente per via femminile. Nel corso dei secoli e presso varie culture si sono sempre praticate cure erboristiche.

Fin dalla notte dei tempi il mondo vegetale ha rappresentato la principale fonte di cura

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Durante il Medioevo nei conventi sorsero gli orti botanici, in cui si coltivavano piante medicinali, i così detti “giardini dei semplici” e laboratori per la preparazione dei rimedi. Questa esperienza millenaria è arrivata fino ad oggi e l’efficacia terapeutica di queste cure ha trovato riscontro nelle attuali evidenze scientifiche dimostrando le proprietà benefiche delle piante officinali. In particolare, le tecniche della medicina moderna hanno permesso d’individuare dei fitoterapici, venduti esclusivamente in Farmacia, che sono da considerare dei veri e propri farmaci, il cui principio attivo è d’origine vegetale e che sono stati approvati dall’AIFA. Le attuali tecniche di coltivazione sono nettamente cambiate rispetto ai metodi antichi. Le piante debbono essere raccolte in un periodo chiamato: “tempo balsamico” in cui i fitoattivi hanno la maggiore concentrazione. Dopo la raccolta vengono selezionate utilizzando varie parti della pianta: foglie, radici, frutti, intera pianta. Inoltre sono considerati rimedi vegetali anche la propoli, i funghi e le alghe. Tutti i processi di coltivazione, estrazione, raccolta e conservazione possono alterare i componenti della pianta, detti fitocostituenti o fitocomplessi e quindi influire sull’effetto medicamentoso. I fitocomplessi si dividono in costituenti attivi principali e secondari. La Fitoterapia utilizza le piante o i loro estratti per la prevenzione e cura di malattie, ma anche per garantire all’organismo un sano equilibrio psicofisico.

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Infatti un insieme di sostanze attive o principali caratterizzano le piante medicinali, ma anche quelle ritenute farmacologicamente non attive o secondarie sono ugualmente importanti. Queste ultime influenzano quelle attive principali nella biodisponibilità, cioè determinano la risposta terapeutica nel tempo, nell’intensità e negli effetti collaterali. Il principio attivo, tipico dei farmaci, essendo puro, è più facile da dosare e da utilizzare. Mentre tanti altri elementi, che compongono il fitocomplesso, possono contribuire in modo significativo all’attività curativa, ma ne rendono più difficile la riproducibilità. I costituenti chimici della pianta variano nel tempo a seconda di vari fattori: climatici, tecniche di coltivazione e periodo di raccolta, ma anche i metodi estrattivi influenzano la qualità del preparato. Dalla stessa pianta si possono ottenere varie preparazioni: tisane, tinture madri, estratti fluidi, secchi e molli. E’ anche importante chiarire che esistono diversi tipi di integratori alimentari: vitaminico, minerale ed a base di estratti fitoterapici. La maggior parte degli integratori erboristici deve tener conto di estratti standardizzati, ossia del titolo di estratto secco, cioè: la quantità dei suoi composti biologicamente più attivi o chimicamente più importanti, che determinano l’attività del fitocomplesso stesso. La commercializzazione di questi prodotti deve rispettare la qualità, la sicurezza, l’efficacia ed i requisiti del Ministero della Sanità e della Comunità Europea.


Difficoltà a dimagrire con l’avanzare dell’età

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DIETOLOGIA LORENZO TRAVERSETTI Dietologo nutrizionista

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Il problema della gestione del peso diventa spesso una vera e propria costrizione poiché ci impedisce di consumare liberamente quei cibi, che oltre a gratificare le nostre papille gustative, ci piacciono molto. Se non prestassimo attenzione a ciò, il peso sulla bilancia inevitabilmente tenderebbe a salire. Questo aumento ponderale porterebbe con sé anche un maggior rischio di malattie. Con l’aumentare dell’età, il corpo inizia a mostrare alcuni segni di logorio. I più comuni sono quelli sotto gli occhi di tutti, quali le rughe. Altri effetti sono più nascosti e riguardano anche una crescente difficoltà a mantenere sotto controllo il peso. All’aumentare degli anni, è fisiologico che il peso possa aumentare e questo aumento si associa anche ad un aumento della massa grassa. Il grasso agisce come una vera e propria guaina protettiva che preserva dai danni dovuti al logorio. Va però precisato che questo incremento debba essere gestito. Infatti, l’aumento del tessuto adiposo porta anche ad un aumento dell’infiammazione sistemica e, di conseguenza, all’incremento dell’incidenza di alcune patologie.

Tutto ciò sottolinea come sia sempre più importante nutrirsi bene. Con l’avanzare dell’età, il corpo inizia a perdere massa muscolare per lasciare il posto a quella grassa (stato noto come sarcopenia). Anche il fegato mostra sempre maggiore difficoltà a gestire gli zuccheri che gli diamo con la dieta. Per questo motivo, la quantità media di proteine che dobbiamo fornire con l’alimentazione, dovrebbe aumentare dai circa 0,8g per ogni chilogrammo di peso corporeo che forniamo a 30 anni fino agli 1,2g dai 65 anni in su. Queste proteine devono associarsi a fonti povere di grassi altrimenti si rischierebbe di aumentare il consumo di questi ultimi affaticando ulteriormente il corpo. Quindi spazio a carne e pesce magri, legumi, uova mentre occhio ad abusare di formaggi, carni e pesci grassi così come carni lavorate ed insaccati. Oltre, ovviamente, ad un regolare consumo di frutta, verdura, frutta secca e grassi buoni quali quelli dell’olio. Esistono due cause scatenanti la maggiore difficoltà a gestire il dimagrimento in età avanzata. In primo luogo, la riduzione del movimento con il conseguente aumento della

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sedentarietà. Questa porta a ridurre la richiesta di energia da ottenere dagli alimenti ma spesso, negli anni, la nostra alimentazione non cambia. Dunque, tutto ciò che è presente in eccesso, viene metabolizzato in grasso e messo da parte (in primis sulla pancia). In secondo luogo, la difficoltà a gestire il peso dipende anche dall’accumulo di radicali liberi nelle nostre cellule. Questi causano un malfunzionamento cellulare che può portare all’innalzamento della glicemia e dei grassi circolanti nel sangue (colesterolo e trigliceridi). Il loro accumulo ‘consiglia’ alle nostre cellule di non lavorare a regime pieno bensì a mezzo servizio, per non incorrere nel rischio di sovraccaricarsi fino a non essere più funzionali. Questo rallentamento del metabolismo è la prima delle cause per le quali se a 65 anni mangiassimo quello che a 30 non ci faceva ingrassare, prenderemmo peso e lo faremmo sotto forma di massa grassa. Per ovviare a tutto ciò, la sana alimentazione non basta e deve necessariamente inserirsi in un contesto di corretto stile di vita. Dunque, largo spazio a cibi salutari ma sempre e comunque affiancati da una regolare attività fisica.


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GERIATRIA DOMINGA SALERNO Geriatra

TELEMEDICINA

Il futuro dell’assistenza al servizio delle persone La telemedicina facilita tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria

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La telemedicina è definita dall’OMS come l’erogazione di servizi sanitari, quando la distanza è un fattore critico, per cui è necessario usare, da parte degli operatori, le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni al fine di scambiare informazioni utili alla diagnosi, al trattamento ed alla prevenzione delle malattie e per garantire un’informazione continua agli erogatori di prestazioni sanitarie e supportare la ricerca e la valutazione della cura. L’Italia è stata tra i primi paesi in Europa ad avvalersi dell’impiego della telemedicina: negli anni ’70 viene lanciato il primo prototipo di cardiotelefono che permetterà la trasmissione degli elettrocardiogrammi per via telefonica direttamente dall’abitazione del paziente all’ospedale. I servizi di telemedicina consentono il monitoraggio al domicilio di pazienti affetti da malattie croniche, quali le cardiopatie, le patologie respiratorie, il diabete,

attraverso l’invio di dati sanitari raccolti dal paziente stesso o dai caregivers, come ad esempio la pressione arteriosa, il profilo glicemico, la saturazione di ossigeno, la frequenza cardiaca o l’elettrocardiogramma alla Centrale Operativa o ai sanitari dedicati, consentendo al paziente di rimanere o rientrare a casa (ad esempio dopo un ricovero in ospedale) in condizioni di sicurezza. La telemedicina facilita tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria, dalla prevenzione alla diagnosi, dalla cura alla riabilitazione, permettendo ai pazienti residenti nelle aree più distanti dai centri urbani, di essere in contatto con sanitari che possano avviare un monitoraggio attento delle condizioni di salute e di vita, in particolare di pazienti anziani, isolati o portatori di specifiche patologie croniche o disabilità. Lo scenario degli ultimi anni che vede un progressivo aumento dell’età media della popolazione e la crescente riduzione dei

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posti letto, pone agli addetti all’assistenza di questi soggetti sfide sempre nuove per curarli, ma è con la pandemia da Covid che i servizi sanitari ed i cittadini stessi hanno compreso l’utilità e le potenzialità della telemedicina. Grazie ai servizi di sanità digitale esistenti o attivati con l’emergenza, infatti, è stato possibile favorire o consentire la cura clinica a distanza di soggetti positivi o affetti da Covid 19, senza dimenticare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali per i pazienti ospedalizzati e per le famiglie. Questi eventi hanno contribuito a dedicare risorse del PNRR allo sviluppo di cure domiciliari e telemedicina. La misura mira a migliorare l’assistenza delle persone affette da patologie croniche, con particolare attenzione verso gli over 65 ed a scegliere la casa come primo luogo di cura. Considerato poi che nei paesi industrializzati, l’età media della popolazione tenderà ad aumentare, così come il numero crescente di pazienti affetti da patologie croniche, la telemedicina potrebbe diventare sempre più quella forma di assistenza in grado di rallentare l’evoluzione di alcune patologie anche al fine di ridurre i ricoveri ospedalieri e l’istituzionalizzazione. Per favorire queste modalità assistenziali sarà fondamentale un cambiamento culturale, un fitto e capillare lavoro di divulgazione con largo coinvolgimento di tutti gli attori interessati, a partire dai cittadini e dalla comunità, sviluppando una “vera” rete di integrazione tra ospedale e territorio.


L’importanza di prendersi una vacanza PSICOLOGIA CHIARA VOLPICELLI Psicologa

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Le vacanze sono alle porte! Molti vivono l’attesa di questo agognato momento dell’anno come un vero e proprio countdown, ma non tutti riusciranno a staccare adeguatamente dai propri impegni. Le ragioni possono essere diverse: temere un giudizio negativo se si lascia un impegno a metà, oppure essere obbligati alla condivisione in vacanza nonostante ci siano problemi. In altri casi, addirittura la manifestazione di una vera e propria dipendenza da adrenalina generata dal lavoro, o dalle attività nelle quali siamo impegnati. Anche i pensionati, seppur non siano sottoposti ad un contratto che li vincoli o imponga loro degli obblighi, molto spesso non sono in grado di staccare realmente prendendosi del tempo e dello spazio per loro stessi. È buffo pensare come si aspetti per una vita intera il momento della pensione, per poter essere liberi di godere del proprio tempo, e poi non si riesca a concedersi neanche una meritata vacanza. Questo accade perché alcuni di essi sono cresciuti in una cultura del lavoro particolarmente restrittiva e sono ancora schiavi “del fare” come status symbol dell’essere e dell’avere valore, o ancora perché sentono delle forti responsabilità nei confronti di figli

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Prendersi dei momenti di pausa, di relax, staccare dalla solita routine, ossigenare il cervello facendolo vivere in ambienti diversi, sottoposto ad un ritmo e a stimoli variegati, è necessario per rigenerare la mente e l’organismo. Per rientrare al lavoro o alle attività quotidiane con la giusta energia e concentrazione.

o genitori anziani e non sono in grado di dire no. Così come non si sentono in grado di sostenere la frustrazione e la critica del momento che ne segue, ancora di più se si tratta di donne. Ecco: saper dire no è ancora una cosa che molte persone di una certa età faticano a fare, mentre le nuove generazioni sembrano averla appresa anche troppo. Questo perché, imparare a dire no, significa imparare a dire no alle nostre abitudini, il limite più grande con il quale ci troviamo a combattere. Infatti, questi schemi che sentiamo così forti, da impedirci di essere davvero felici, si appoggiano a delle convinzioni che abbiamo dentro di noi: “non sono una brava persona se rifiuto di aiutare mia figlia per andare al mare con mio marito” oppure “cosa diranno di me se andrò in montagna anziché accudire mio padre malato”? Così, imparo ad essere quello che gli altri si aspettano, che non mi provoca critiche, e porto avanti quello schema, anche per le generazioni successive. Quello che non tutti sanno è che questo tipo di atteggiamento non fa altro che essere controproducente per il nostro

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benessere ma anche per la nostra produttività. Andando ad affaticare il lobo frontale, la nostra cabina di regia per la pianificazione, il processo decisionale e la capacità di giudizio, infatti, si perde brillantezza e si rischiano di inficiare questi procedimenti fondamentali durante il lavoro, ma anche molte altre attività della nostra vita quotidiana. Il nostro organismo, e tutto il sistema cerebrale, sono particolarmente adattivi e in grado di rispondere positivamente agli imprevisti, purché questi non siano continui e associati a periodi di stress prolungati, situazioni che vanno a stimolare la produzione continua di cortisolo, che può arrivare letteralmente ad “affogare” la parte del cervello deputata all’apprendimento e alla memoria. Prendersi dei momenti di pausa, di relax, staccare dalla solita routine, ossigenare il cervello facendolo vivere in ambienti diversi, sottoposto ad un ritmo e a stimoli variegati, è necessario per rigenerare la mente e l’organismo. Per rientrare al lavoro o alle attività quotidiane con la giusta energia e concentrazione. E allora, buone vacanze a tutti!


Quando la natura perde colpi

FITOPREPARAZIONE

GENNARO SPORTIELLO Fitopreparatore

Piante e animali sono legati in modo indissolubile

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“La salute del Pianeta e quella degli esseri umani sono una cosa sola”. Lo ricorda Vandana Shiva, ambientalista indiana, da molti accusata di avere posizioni troppo ingenue. Ciò non toglie che in questo caso la sua affermazione sia condivisibile. Il declino della biodiversità non è altro che uno dei tanti segnali che la nostra martoriata Terra ci invia.

Cosa è la biodiversità L’insieme di tutte le forme di vita esistenti nel nostro mondo. Secondo un’immagine poetica la natura viene paragonata a una sinfonia. Ogni strumento, ogni nota, persino ogni pausa ha un senso all’interno del tutto. Basta eliminare un elemento, anche marginale, per inaridire l’intera sinfonia. Allo stesso modo ogni creatura che popola il nostro mondo ha un compito, una particolare utilità. Perciò l’estinzione di una specie è un duro colpo per l’intero creato. Per limitarci alle piante, negli ultimi 250 anni si sono estinte 570 specie. Troppe. Ben oltre le previsioni. Tutti gli anni tre specie vegetali scompaiono per sempre. É vero, in parte si tratta di un fenomeno naturale, doloroso ma naturale. Purtroppo però negli ultimi cento anni le cose sono peggiorate.

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Già sento le possibili obiezioni. Per esempio da parte di qualcuno che nonostante le finestre socchiuse e il caldo soffocante sente un ronzio sospetto. Che siano le zanzare? Già, le zanzare. Ma che utilità volete che abbiano! E la gramigna? Non si dice riferendosi a questa pianta che l’erba cattiva non muore mai? Calma, una cosa per volta. Cominciamo dalle zanzare. Oltre alla soddisfazione di vederle ronzare sul balcone del vicino più antipatico, c’è da dire che i maschi (che non pungono) sono ‘impollinatori’ di molte piante e contribuiscono, così, allo sviluppo dei frutti. Le larve di questo insetto sono cibo per uccelli, piccoli anfibi e pesci di acqua dolce. E la gramigna, contrariamente alla fama negativa, ha proprietà diuretiche e antinfiammatorie, usata in caso di problemi alle vie urinarie. Piante e animali legati in modo indissolubile Se è vero che gli animali dipendono dal mondo vegetale è anche vero il contrario. Grazie agli ‘insetti impollinatori’, come accennato per le zanzare, che trasportano il polline da un fiore all’altro e che sono alla base della nascita dei frutti. É chiaro che se il numero di alcuni insetti come api, farfalle, calabroni, falene, vespe, è in costante calo, anche

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la sopravvivenza di molte piante è a rischio. Cosa distrugge la biodiversità Soprattutto le attività umane. A cominciare dalle culture intensive. Per fare spazio a cavoli e pomodori si devastano e frammentano habitat naturali, delicati e basati su fragili equilibri. A volte si tratta di boschi e foreste, con alberi secolari e un sottobosco di piante e animali selvatici che vengono spazzati via. Diserbanti, fertilizzanti, pesticidi, indeboliscono il terreno che si adagia e perde la capacità di reagire alle avversità. L’allevamento intensivo specie dei bovini genera inquinamento e un uso smodato di acqua, oltre a contaminare le falde acquifere. Causa mutamenti climatici e deforestazione. Coltivazioni e allevamento intensivi provocano danni che non si limitano a quella particolare zona ma si propagano a macchia d’olio, proprio perché il nostro Pianeta è un unico organismo vivente. Anche gli agricoltori finiscono per partecipare a questo gioco perverso. Il mercato è sempre più competitivo e la concorrenza spietata. La tendenza è molto semplice. Produrre di più a costo inferiori. Così la qualità di frutta e verdura si riduce e anche le varietà in commercio sono sempre le stesse.


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DAL TERRITORIO

ASTI. Accordo per un aiuto alle famiglie sull’epilessia dei bimbi

I Pensionati di Asti hanno organizzato presso l’Università di Asti un convegno per la presentazione del libro “Tempestina e le Gironiche” per parlare di epilessia dei bambini, uno dei mille problemi che debbono affrontare le famiglie in prima persona, dato che dalle Istituzioni non ci sono sostegni adeguati. Alla presenza di un folto pubblico gli oratori nella persona della relatrice del libro Giorgia Bella, il Neurologo Neuropsichiatra Giuseppe Gobbi, il Presidente dell’Associazione Epilessia Tarcisio Levorato e il Presidente dei Pensionati di Asti Pietro De Santis, con moderatrice la Direttrice del Consultorio Famigliare F.Baggio Silvana Alessandria, hanno sviluppato in modo chiaro ed esauriente un tema complesso come l’epilessia. Il ricavato della vendita del libro è stato, per volere dell’autrice, devoluto all’Associazione per l’epilessia. Questo evento, che ha visto orgogliosamente promotrice CNA Pensionati, permetterà una collaborazione con l’Associazione epilessia, attraverso la messa a disposizione di una sede in CNA per poter aprire uno sportello, al fine di dare risposte e indirizzi utili alle famiglie che dovessero trovarsi in difficoltà. Questa non è l’unica iniziativa sociale che i Pensionati di Asti hanno fatto. Un’ altra di rilievo è

stata quella a Villanova d’ Asti con la rappresentazione di una commedia in dialetto, a scopo benefico. Il ricavato è stato devoluto alla Caritas Diocesana di Villanova d’Asti. Naturalmente i Pensionati di Asti si divertono anche: nei primi sei mesi dell’anno si sono ritrovati per gli auguri di Pasqua in un Agriturismo, si è fatta la gita di primavera, andando a scoprire le bellezze della Valle d’Aosta, e più precisamente al Forte di Bard e Arnad dove si sono rifocillati con un pranzo tipico della Regione. Dovendo recuperare per il lungo periodo inattivo, causa Covid19, le iniziative nel sociale e la socializzazione stessa, è sicuro che sarà un periodo molto intenso.

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MANTOVA. Sanità pubblica o privata?

finanziamenti del PNRR: incrementare la medicina territoriale, dare il via all’apertura di strutture sanitarie di prossimità, razionalizzazione delle risorse, utilizzo di reti costituite da diversi attori, utilizzo di tecnologie digitali. Andrea Fiasconaro ha ribadito il suo impegno a favore del territorio, certamente penalizzato dalla mancanza di strutture sanitarie bene organizzate e collocate in prossimità degli utenti e certamente dalla mancanza di medici e infermieri. Ha concluso Antonio Mecca, segretario CNA Pensionati Lombardia. “In particolare per CNA Pensionati – ha affermato - la sanità è argomento tra i più importanti, visto che quando si diventa anziani le visite mediche e qualche ricovero ospedaliero d i v e n t a n o certamente più

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frequenti. Per alcuni poi, non pochi per la verità, c’è bisogno di un’assistenza sanitaria continua, all’interno di strutture ospedaliere, ambulatoriali, o domiciliari”.

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Sanità, questo l’argomento al centro dell’incontro svoltosi a Porto Mantovano. Una manifestazione che ha suscitato un confronto serrato tra i consiglieri regionali: Alessandra Cappellari (Lega), Antonella Forattini (PD), Andrea Fiasconaro (M5S). La riunione è stata aperta da Gianni Soffiati, presidente provinciale CNA Pensionati che ha passato la parola per un saluto a Massimo Salvarani, sindaco di Porto Mantovano, ex direttore CNA di Mantova che ha ribadito la necessità di poter disporre nel territorio comunale di una struttura sanitaria di prossimità (Casa della Salute). Un breve saluto è stato portato anche da Elisa Rodighiero, attuale direttore provinciale CNA. Alessandra Cappellari, ha motivato le ragioni della revisione della legge sulla sanità della Lombardia (la vera riforma è stata quella del 2015) per adeguarla alle nuove esigenze emerse, anche a seguito della pandemia, e per utilizzare le risorse messe a disposizione dal PNRR necessarie ad incrementare la medicina territoriale attraverso gli Ospedali di Prossimità, Case della Salute, acquisizione di nuove attrezzature per le strutture pubbliche e mantenendo il rapporto con le strutture sanitarie private convenzionate. La consigliera Antonella Forattini ha sottolineato i malfunzionamenti del Sistema Sanitario Lombardo che hanno obbligato la Giunta e l’Assessorato alla Sanità della Lombardia a mettere mano alla revisione della legge 23/2015, peraltro seguendo le indicazioni pervenute dal Ministero della Salute che ha posto, attraverso uno specifico decreto (71/2022), le condizioni per poter utilizzare i


FERMO. Mangiare bene per un cuore sano

Su iniziativa dell’associazione CNA dei pensionati della provincia di Fermo in collaborazione con Sanidoc, Associazione di promozione sociale, Cuorevivo Associazione Onlus e con il patrocinio del comune di Porto San Giorgio si è svolto un convegno dal titolo “Mangiare bene per un cuore sano”. Relatore e’ stato il Professor Roberto Antonicelli, Direttore di cardiologia dell’INRCA di Ancona. Presente Giancarlo Sperindio, presidente regionale pensionati CNA. I lavori sono stati introdotti dal presidente CNA Pensionati Fermo Luigi Silenzi che ha sottolineato il valore dell’iniziativa sotto il profilo

dell’educazione comportamentale dello stare a tavola, nello scegliere i cibi sani e buoni, nella consapevolezza che uno stile di vita sobrio migliora sostanzialmente la salute e dunque la qualità della vita. Non poteva mancare un accenno all’attualità: situazione dell’epidemia da Covid e le ripercussioni sociali, economiche ed umane del conflitto in Ucraina. In particolare il pericolo di una inflazione galoppante che erode la tenuta economica delle pensioni con gravi ripercussioni sui pensionati più deboli. Dopo i saluti del Sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira, il professor Antonicelli ha sottolineato

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come la Casa della Salute non sia solo un nuovo presidio sanitario di cui si parla tanto ma più profondamente coincida con le abitazioni delle famiglie ove si forma, si trasmette e si pratica la cultura della cura alla persona, a partire dall’educazione alimentare. Un notevole contributo al fine di facilitare questo percorso è rappresentato dall’approvazione della legge sui Caregiver. Stili di vita appropriati come, ad esempio, evitare il fumo, il movimento, un rapporto misurato con il cibo prevengono l’insorgenza di malattie. In particolare Antonicelli ha trattato il tema del pesce azzurro, fondamentale per la salute delle persone. Ha esposto i principi nutrizionali, le caratteristiche, le bontà di detti pesci citando i risultati di prestigiose ricerche nonché attingendo a numerosi esempi tratti dalla sua storia professionale. Al termine la riunione è proseguita in un piacevole momento conviviale, ospiti dell’associazione Nautica Picena, in riva al mare, ove è stato presentato un menù a base di pesce azzurro che ha permesso agli ospiti di tornare a casa con una cospicua riserva di salutare omega 3.


BOLOGNA. Lorenzina Falchieri eletta Presidente Cna Pensionati

CNA Pensionati Bologna ha eletto il suo nuovo Presidente: è Lorenzina Falchieri. Falchieri è la prima donna ad essere stata eletta Presidente dei Pensionati CNA Bologna, associazione che conta 9.000 associati nella Città Metropolitana di Bologna. Lorenzina Falchieri è ancora titolare dell’azienda Grifo di San Giorgio di Piano, impresa che si occupa di progettazione e costruzione di schede elettroniche per l’automazione industriale. Ha una lunga esperienza in CNA e nelle Istituzioni: Presidente dell’Unione Produzione CNA Bologna dal 2007 al 2016, componente della Direzione provinciale CNA Bologna per 16 anni (4 mandati), consigliera nella Presidenza regionale CNA Impresa Donna, consigliera nel Comitato imprenditoria Femminile presso la Camera di Commercio di Bologna. Falchieri è stata componente del Cda della Commissione Ufficio CNA Bruxelles, quindi acquisendo grande esperienza nelle normative dell’Unione Europea e portando le esigenze delle pmi italiane all’attenzione della Ue. Con lei CNA Pensionati diventa internazionale, infatti la nuova Presidente parla correttamente francese e inglese. È stata co-fondatrice del gruppo “CNA Innovanet”, rete di aziende nell’ambito di settori emergenti (ambiente, acqua, territorio riciclo materiali, e-Health) dal 2009. Questo grande interesse per l’innovazione l’ha spinta a co-fondare diverse start up in collaborazione con l’Università di Bologna. Dal 2017 è componente della Presidenza di CNA Pensionati Bologna. Nell’assemblea Iolana Atti è stata confermata Presidente Vicario

CNA Pensionati Bologna. “La carica di Presidente della nostra associazione è prestigiosa e per me è un grande onore essere stata eletta – ha detto Lorenzina Falchieri nella sua relazione –. Le iniziative già progettate continuano ad essere gli obiettivi prioritari di CNA Pensionati: promuovere un invecchiamento sano e attivo, intervenire con le istituzioni per creare ambienti favorevoli agli anziani, mobilità, centri per anziani; sollecitare l’assistenza domiciliare, la telemedicina con dispositivi non invasivi; supportare l’anziano nel percorso di digitalizzazione e qui CNA

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Pensionati ha vinto l’Oscar per le tante attività svolte in questi anni, anche insieme agli studenti delle Aldini e, da quest’anno dell’Istituto Montessori Da Vinci di Porretta”. Di sanità e digitalizzazione del servizio sanitario se ne è parlato all’assemblea con Erika Ferranti Sindaca di Bentivoglio, Marco Gualandi Vicepresidente CNA Bologna, Salvatore Cavini Presidente CNA Pensionati Emilia-Romagna, Claudio Pazzaglia Direttore CNA Bologna, Susanna Vicari medico dell’Ospedale di Bentivoglio.


15 Caro direttore, mi chiamo Luigi Pedoto e vorrei condividere con lei alcune riflessioni in materia di sanità in Campania. Parlare di assistenza sanitaria in Campania non è affatto facile, compararla con le altre in Italia e veramente difficile. La crisi economica della sanità campana è stata per lunghissimo tempo caricata sulle persone ed in particolare sui pensionati i quali hanno dovuto pagare ticket insostenibili. Capire cosa è successo e perché siamo arrivati a questo punto diventa quasi impossibile. Bisogna precisare che quando parliamo di sanità, vogliamo riferirci a tutto il comparto. La Campania è stato per molto tempo in questo settore il bancomat per molte categorie. La sanità italiana, una conquista sociale che pochi nel mondo hanno, è stata messa in crisi dalla cattiva gestione amministrativa e politica. Il cancro del Dio danaro ha di fatto diviso un settore che tutti ci invidiavano. La nascita delle regioni ha creato lo spezzatino e quindi le regioni ricche hanno gestito la sanità in modo aziendalistico depredando le poche risorse che arrivavano al sud con i famosi viaggi della speranza. Dopo anni passati a ripianare un debito enorme, la Campania è diventata il fanalino di coda per la gestione del servizio sanitario. Si è risparmiato su tutto, incapaci di dare

LETTERE AL DIRETTORE un indirizzo politico a livello nazionale e regionale ci si è lasciati andare nelle mani delle lobby del settore che hanno depredato le poche risorse finanziarie a disposizione. Succede quindi che in Campania vi sono differenze nelle varie provincie dove curarsi è quasi impossibile. Succede in quella di Avellino ove mancano medici ed infermieri, succede che al vecchio medico di base quando lascia, non esiste il ricambio, le famose zone carenti non vengono definite. In Campania non vi è un assessorato alla sanità, la delega del presidente non è stata mai rilasciata, ne risponde direttamente e come sempre succede in questo settore si accontentano appetiti politici. Cui prodest? Direbbe il grande filosofo greco Seneca. A chi giova tutto questo? Non certo ai cittadini e pensionati bisognosi di cure che non possono pagarsi le parcelle, sicuramente a chi ha rafforzato la sanità privata in luogo di quella pubblica. Occorre un vero cambio di passo. Urge rafforzare la medicina di base, su aree omogenee. La divisione per aree provinciale non riesce ad offrire un servizio decente. Non tutti hanno dimestichezza con i social e non tutti ne hanno le possibilità economiche. Siamo in una regione dove le pensioni sono più basse perché è mancato il lavoro e quindi il reddito mensile non

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permette di utilizzare il privato. Ergo, la gente non si cura più. Noi che rappresentiamo non solo le imprese, ma anche i pensionati abbiamo il dovere di rimarcare politicamente in senso sindacale queste difficoltà. Ove possiamo dobbiamo premere sulle amministrazioni locali di organizzare le famose giornate della salute ove è possibile rivolgersi a medici specialistici senza pagare alcunché. Alcune amministrazioni già lo fanno e quando questo accade, sono le iniziative più partecipate. Se il vecchio detto è: prevenire è meglio che curare, non vi sono altre strade da seguire se non quelle di assecondare azioni che aiutano a vivere meglio e bene a chi ha dato tutto quello che ha potuto nella meglio gioventù. Caro Luigi, ti ringrazio del tuo contributo in questa lunga lettera che ci hai inviato. Ne terremo conto e prenderemo spunto dalle tue riflessioni nella nostra azione sindacale in Campania. Purtroppo la Sanità è un terreno che sta al centro delle preoccupazioni dei nostri pensionati proprio perché la Pandemia ne ha messo in luce tutti i limiti, non a caso CNA Pensionati si sta battendo per un modello di Sistema sanitario nazionale molto più territoriale e vicino alle persone. Filippo D’Andrea


UNA CENTENARIA Nasce nel lontano giugno 1922, il giorno 15, metà anno metà mese, come dice lei, sorridendo, alla domanda quando sei nata, in un paesino della Franciacorta in provincia di Brescia. Si chiama Francesca. Seconda di tre sorelle da madre casalinga e padre ferroviere. Era macchinista, mi ha raccontato, dell’allora fumante locomotiva a vapore sulla linea che collega la città di Brescia con Edolo costeggiando il lago d’Iseo e percorrendo tutta la valle Camonica. Purtroppo, il padre, per un male incurabile lascia vedova la mamma e orfane le tre figlie. Francesca ha 6 anni, frequenta la prima elementare. Trascorso un periodo di tempo, non ricorda quanto, la mamma si risposa con un cugino del primo marito pure lui vedovo da poco con quattro figli, due maschi e due femmine, tutti più giovani di Francesca e le sorelle. Si forma perciò una nuova famiglia, marito moglie e sette fratelli, cinque femmine e due maschi, a cui si aggiungerà un altro maschio frutto dell’unione della nuova coppia. Coniando il detto tanto caro a Francesca i miei, i tuoi, i nostri, sottolineando “ci siamo sempre voluti bene come veri fratelli”. Ritorniamo alla nostra Francesca

che dopo le scuole elementari, ha frequentato pure la quinta, a quei tempi non tutti arrivavano alla quinta, ha incominciato a fare la servetta nel vicinato. Trovato un posto in fabbrica in un paese vicino, vi si trasferiva settimanalmente tornando a casa la domenica.

Era il periodo Pré-seconda guerra mondiale; la fabbrica dove lavorava produceva pallottole. All’inizio del conflitto mondiale conosce colui che diventerà suo marito e a poco meno di 19 anni decidono di sposarsi nonostante la guerra. Un anno dopo non ancora ventenne diventa madre del primo figlio. Ne nasceranno altri 3 con cadenza biennale e dopo l’intervallo di 8 anni il quinto per un conto di tre maschi e due femmine. Con il marito, operaio in una fabbrica

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della città, lei casalinga sono bravi a gestire le risorse e con tanto lavoro, tanti sacrifici, con cinque figli giovani riescono a costruirsi una casetta. I figli crescono, si sposano tutti, diventa nonna di nove nipoti. Il marito raggiunge l’età della pensione e per loro era arrivato il momento di godersi una vita serena dopo tanti anni di lavoro e sacrifici. Il destino a volte è crudele, dopo poco tempo, lei ha cinquantacinque anni, il marito la lascia vedova a causa, pure lui come il padre, di un male incurabile. Ha vissuto e sta vivendo tutt’ora in casa col figlio e la nuora. Pure i nipoti si sposano e diventa nonna bis di quattordici pronipoti. Spesso ripete “sono la nonna bis più felice del mondo”. Rimasta vedova e acquisita la pensione di reversibilità del marito tramite il patronato della CNA, si associa a CNA Pensionati, lo è tuttora. Ha partecipato alla prima festa nazionale CNA Pensionati ad Alimini in provincia di Lecce nel 1998 fino alla festa nazionale del 2010 in Grecia. Questa è la vita della mia mamma. La ringrazio per tutto l’amore e gli insegnamenti dati a me ed ai miei fratelli. Onorato e orgoglioso di essere suo figlio. Gianfranco Albini


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LIBRO DEL MESE

UN FRICCICO NER CORE 5 M M D I A B B O N DA N Z A P E R L A P I EGA

Nino Manfredi è uno degli artisti italiani più grandi di sempre. Con i suoi cento e più film, per il grande e piccolo schermo, è riuscito a stupirci, Nino Manfredi è uno degli artisti italiaemozionarci, ridere commuoverci, entrando ni più grandi farci di sempre. Con i e suoi cene più film, per il grande e piccolo schernelleto case di tutti gli italiani con la naturalezza mo, è riuscito a stupirci, emozionarci, farci e commuoverci, entrato nelle case di unridere amico di famiglia. Aveva mille qualità, ma di tutti gli italiani, con la naturalezza di un amico di famiglia. Aveva mille qualità, anche tante debolezze, fragilità e paure: un ma anche tante debolezze, fragilità e paure: un “impasto” complicato di ingredienti “impasto” complicato di ingredienti umani, che umani, che hanno plasmato l’attore, il marito, ilplasmato padre e il nonno. Era un po’ il come hanno l’attore, marito, il padre e il il pane casareccio della sua terra ciociara: compatto e saporito ma con nonno. Era un po’ fuori, come il tanti pane casareccio della “buchi” nascosti al suo interno. occasione del centenariocompatto della nascita, e saporito fuori, sua Interra ciociara: suo figlio Luca ha voluto con questo libro offrire ai lettori uno scorcio diverso, priva- al suo interno. In ma con tanti “buchi” nascosti to e intimo dell’artista a tutto tondo che fu suo padre,del regalandocene un ritratto ine- nascita, suo figlio occasione centenario della dito e commosso. Luca ha voluto con questo libro offrire ai lettori uno scorcio diverso, privato e intimo dell’artista a tutto tondo che fu suo padre, regalandocene un ritratto inedito e commosso.

LUCA MANFREDI UN FRICCICO NER CORE

LUCA MANFREDI

UN FRICCICO NER CORE i 100 volti di mio padre nino

Luca Manfredi (1958) è regista e sceneggiatore cinematografico e televisivo. Tra i suoi lavori televisivi ricordiamo: Un commissario a Roma, Meglio tardi che mai, Un posto tranquillo, Le ragioni del cuore, Questo amore, Matilde, Scusate il disturbo, Tutti i padri di Maria, L’ultimo papa re. Sua anche la regia delle tre stagioni della fiction Rai Una pallottola nel cuore e dei film per la Tv In arte Nino, in cui suo padre è interpretato da Elio Germano, e Permette? Alberto Sordi, prodotti dallaIn copertina: Rai. Nino TraManfredi le sue opere filming the movie El cinematografiche, Verdugo, 1963, Madrid, Spain. © Getty Images Grazie di tutto (1998) ha vinto il Premio del pubblico al Festival di Montpellier. 29/01/21 18:06

OPACA

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CRUCIVERBA SENZA SCHEMA 1

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Annerite 20 caselle.

Annerite 17 caselle.

ORIZZONTALI: 1. Giuliano giornalista - Un liquore - 2. Strumenti a corde - La Parietti - 3. Ultime della Doxa - Iniz. della Minnelli - Lo Stato di Teheran - 4. Ha diretto “Jurassic Park” - 5. Rovina il collant - 6. Dischetto di Carnevale - 7. Vessillo comunale - 8. Battere moneta - In volo - 9. Woody del cinema - Ganci da pesca - 10. Né mio né suo Sigla di Ancona - Si lava in convento - 11. Iniz. di Bertolino - Non zuccherata.

ORIZZONTALI: 1. Nave per merci - Produttrice di miele - 2. Il nome di Presley - Terra colorante - 3. Iniz. di Tolstoj - Imbrogliare al tavolo verde - 4. Quanta non basta - Dieci in un chilo - 5. Superare in classifica - 6. Curativi - 7. Lo vuole essere chi si veste alla moda - In gita - 8. Regione balcanica Una sigla societaria - 9. Liquidi immunizzanti - Lo Stato di Katmandu - 10. Antica lingua - Grande ricchezza - 11. Prima di Vegas - Caverne.

VERTICALI: 1. Moderno messaggio - Li usa lo slalomista - Dea ingiusta - 2. Umanista da Rotterdam - Circolo con tesserati - 3. Iniz. di Pozzetto Fanciullo... poetico - 4. Credo - 5. Colora la pelle - 6. Chiudono stasera - Circola nei vegetali - Simbolo del sodio - 7. Il nome di Pacino - Sorvegliare - 8. Ortaggi con coste - Fine di corsa - 9. Festoso e petul ante - Il fiume che bagna Berna - 10. Scienza dei campi - 11. Valle del Trentino - Un gas nobile.

VERTICALI: 1. Un colore - La nota più lunga - 2. Ordine di fermata - Un’arpa... del Nord - 3. Iniz. di Vecchioni - Si chiede all’esperto - 4. Andare qua e là senza meta - 5. Le prime dell’ospite - Abili - 6. Lampi - Sigla di Terni - 7. Segnale per canottieri Relativo alla pelle - 8. Fatte dal nulla - Oriente - 9. Si usano per fare solchi - Pubblicità televisiva - 10. Essere presente alla manifestazione - 11. Esercito Italiano - Il nome di Svevo.

LA SILHOUETTE A quale delle cinque figure numerate corrisponde esattamente la silhouette a sinistra?

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GIOCHI TRATTI DAL MENSILE

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PANTERE GRIGIE PIETRO ROMANO

SI FA PRESTO A DIRE AVIDI Una ricchezza pari a 4mila miliardi di euro. Equivalente al 41 per cento della ricchezza complessiva degli italiani pur rappresentando il 24 per cento della popolazione. Numeri invidiabili, quelli della “silver economy”, emersi dal quaderno di approfondimento del Centro studi e ricerche di ‘Itinerari previdenziali’. Ma anche numeri che devono spingere a riflessioni che vanno al di là dei luoghi comuni. La ricchezza degli ultra 65enni, quanti cioè alimentano la “silver economy”, lascia anche vivere tanti più giovani e mette in moto un meccanismo economico dal grande potenziale moltiplicatore. La “silver economy”, infatti, rileva l’indagine di ‘Itinerari Previdenziali’, vanta un giro d’affari compreso tra i 323,5 e i 500 miliardi di euro, vale a dire tra il 20 e il 30 per cento del prodotto interno lordo. Insomma, più o meno l’incidenza degli ultra 65enni sulla popolazione ma meno della quota di ricchezza da loro posseduta. Gli anziani, quindi, permettono a tante attività di sopravvivere e creare lavoro autonomo e dipendente. I numeri dimostrano, però, che nel contempo gli ultra 65enni ancora risparmiano (e quindi carburano l’economia) e/o aiutano i più giovani. Caricano, così, di quattrini la “mum and dad bank”, come scherzosamente dicono i britannici, il posto cioè dove più facilmente i figli e i nipoti attingono quando hanno bisogno di denaro, in particolare per studiare, avviare un’attività, comprare un’abitazione. Una “banca” che ha tenuto aperti i suoi sportelli proprio quando – in tempi di pandemia – li sprangavano le banche tradizionali. Una puntualizzazione necessaria, altrimenti sembra che da una parte ci sia una coorte di capelli grigi (quando non scomparsi) o tinti, avida, che si tiene stretto il malloppo, dall’altra tanti giovanotti (e giovanotte) dai capelli liberi e belli, per parafrasare una pubblicità d’epoca, costretti a vivere di stenti e a fare nuovi buchi nella cinta per lasciare i più anziani a crogiolarsi negli agi.

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LE SEDI CNA PENSIONATI Sedi Regionali

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VAL D'AOSTA-Aosta PIEMONTE-Torino LIGURIA-Genova LOMBARDIA-Milano FRIULI V.G.-Udine VENETO-Marghera EMILIA R.-Bologna TOSCANA-Firenze MARCHE-Ancona UMBRIA-Perugia LAZIO-Roma ABRUZZO-Pescara MOLISE-Campobasso CAMPANIA-Napoli PUGLIA-Bari BASILICATA-Potenza SICILIA-Palermo SARDEGNA-Cagliari

Corso Lancieri di Aosta 11/F Via Andrea Doria 15 Via San Vincenzo 2 - 1° piano Via Marco D'Aviano, 2 Via Verona 28 int. 1 Via della Pila 3/B-1 Via Rimini 7 Via Luigi Alamanni 23 Via Sandro Totti 4 Via A. Morettini 7 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Cetteo Ciglia 8 C.da Colle delle Api - Z.I. Via G. Porzio 4-C. Dir. ISOLA G 8-13° p. Via Nicola Tridente 2/Bis Via Isca del Pioppo 144 - Pal. Pino Via Francesco Crispi 72 Viale Elmas 33

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Sedi Provinciali

Indirizzo

Cap Tel.

Agrigento Alessandria Ancona Arezzo Ascoli Piceno Asti Avellino Bari Belluno Benevento Bergamo-Gorle Biella Bologna Imola Bolzano Brescia Brindisi Cagliari Iglesias Caltanissetta Campobasso Carrara-Avenza Caserta Catania Catanzaro Chieti Como Cosenza Cremona Cuneo-Borgo S. Dalmazzo Enna Bassa Fermo Ferrara Firenze Foggia Forlì Frosinone Genova Gorizia-Gradisca d'Isonzo Grosseto Imperia-Sanremo Isernia

Via Imera 223/C Via Gramsci 59/A Via Umani 1/A - Baraccola Via Carlo Donat Cattin 129 Viale Indipendenza 42 Corso Alfieri 412 Via Serafino Soldi 9-11 Via Nicola Tridente 2/Bis Via S. Gervasio 17 Viale Mellusi 36 Via Roma, 85 Via Repubblica 56 Via Aldo Moro, 22 Via Pola 3 Via Milano 68 Via Orzinuovi, 3 Via Tor Pisana 102 Viale Elmas 33 Via Antonio Gramsci 1/3 Via Alcide De Gasperi 14 C.da Colle delle Api - Z.I. Viale G. Galilei 1/A Via Carlo Santagata 19 Piazza dei Martiri 8 Via Italia 19 Via Valera 22 Viale Innocenzo XI 70 V.le Giacomo Mancini-Pal. SOIMCO Via Lucchini 105 Via Cuneo 52/I Via Emilia Romagna 3 Via Salvo D'Acquisto 123 Via Caldirolo 84 Via Luigi Alamanni 31 Viale XXIV Maggio 44 Via Pelacano 29 Via Mària 51 Via San Vincenzo 2 (Torre S.V.) Viale Trieste 31 Via Birmania 96 Via Acquasciati 12 Corso Garibaldi 221

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L’Aquila Avezzano La Spezia Latina Lecce Livorno Lucca Macerata Mantova Matera Messina Milano Modena Napoli Novara Nuoro Tortolì-Ogliastra Oristano Padova Palermo Parma Pavia Perugia Pesaro Pescara Piacenza Pisa-Ghezzano Pistoia Pordenone Potenza Prato Ragusa Ravenna Reggio Calabria Reggio Emilia Rieti Rimini Roma Civitavecchia Rovigo-Borsea Salerno Sassari Olbia-Gallura Savona Siena Siracusa Teramo Terni Torino Trani-BAT Trapani Treviso Trieste Udine Varese Venezia-Marghera Verbania Vercelli Verona Vibo Valentia Vicenza Viterbo Viterbo

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C. Dir. Strinella 88-via Pescara, 2/B Via Bruno Buozzi 31 Via Padre Giuliani 6 Viale P. L. Nervi 258/L Via Brunetti 8 Via Martin Luther King 15 Via Romana 615/P-Arancio Via Zincone 20 Via L. Guerra 13 Via degli Aragonesi 26/A Via Maddalena 108 Via Marco D'Aviano, 2 Viale Corassori 72 Corso Umberto I° 109 - 2° p. Viale Dante Alighieri 37 Via Napoli 14 Zona Industriale Baccasara Via Canalis 29 Via Croce Rossa 56 Via Rosolino Pilo 20 Via La Spezia 52/a Viale Montegrappa 15 Via A. Morettini 7 Via Degli Abeti 90 Via Cetteo Ciglia, 8 Via Coppalati, 10 (Loc. Le Mose) Via Carducci 39 Via Enrico Fermi 2 Via Nuova di Corva 82 Via Isca del Pioppo 144/A Via Zarini 350/C Via Psaumida 38 Viale Randi 90 Via Nicolò Da Reggio 7 Via Mameli 15/G Piazza Cavour 54 P.le Leopoldo Tosi 4 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Togliatti 7 Via Alleati Combattenti d'Europa 9/D Corso Vittorio Emanuele 75 Z.I. Predda Niedda Nord Str. 18 BIS Via Vittorio Veneto 15 Via Paleocapa 22/8 Via delle Arti, 8 Via Carso 33 Via Francesco Franchi 25/B Via Lungonera Savoia 126 Via Millio 26 Via Piccinni 4 Via Venere 20 Viale della Repubblica 154 Piazza Venezia 1 Via Verona 28 int. 1 Via Bonini 1 Via della Pila 3/b-1 Via San Bernardino 31/c Via Guicciardini 20 Via Perlar 12 Via P.E. Murmura 56 Via G. Zampieri 19 Via I° Maggio 3 Via I° Maggio 3

Sedi ESTERE

Sedi ESTERE

Germania Colonia - Burgmauer 18 - 50667 GERMANIA (EE) - Tel 0049.221124761 Germania Mannheim - Augusta Anlage 10 - Tel. 0049.62216530968 Germania Solingen - Talstrasse 3 - 42697 GERMANIA (EE) - Tel. 0049.2123803240 Svizzera San Gallo - Unterer Graben 1 - 9000 SVIZZERA Tel. 0041.712237692 Francia Nizza - Rue Michel Ange 12 - 6100 FRANCIA Tel. 0033.981108543 Belgio Liegi - Chaussee Churchill 81 - 4420 BELGIO - Tel. 0032.42356700 Spagna Alicante - Plaza San Cristobal 2, Planta 1 , Puerta 1 03002 Alicante (Spagna). Tel. 0034.865716972

Australia Sidney Wollongong Coolatai Cescent 1 – 2176 - AUSTRALIA - Tel. 0061.287860888 Australia Melbourne - Grantham ST 57 – 3055 AUSTRALIA - Tel. 0061.393879126 Canada Toronto - 654 Bloor ST. Mississauga - Canada - Tel. 0019.058503611 USA New York - Myrtle Avenue – Glendale 65-54 – 11385 STATI UNITI - Tel. 001.7183865212 Brasile San Paolo - Av. Sao Luiz 50 - 2 Andar CJ 21-A - Brasile - Tel. 0055.1132562455 Argentina Buenos Aires - Calle 45 Uff 5 B 1068 – 1900 ARGENTINA - Tel. 0054.2214588948

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