Clubbers Mag #2

Digital Magazine Gratuito - Edizione n.2 - Giugno 2020

COLOSSEUM

MUSIC DAY

LA PRIMA COMMUNITY ITALIANA PER IMPRENDITORI DELLA NIGHTLIFE

INDICE 3 4

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EDITORIALE CLUBBERS

COLOSSEUM MUSIC DAY Emanuele Inglese live at Colosseo INTERVIEW: MASSIMINO LIPPOLI INTERVIEW: GIOVANNI SETOLA HOUSE FOREVER JOE T. VANNELLI HI TECH TOP CONSOLLE ALL IN ONE A CONFRONTO INTERVIEW: SERGIO BUIO INTERVIEW: GIANNI BINI

LA PRIMA COMMUNITY ITALIANA PER IMPRENDITORI DELLA NIGHTLIFE

CASACLUBBERS Episodio 12: Principe Maurice INTERVIEW: FABER Il vocalist per eccelenza ELECTRONIC RENAISSANCE L’intrattenimento (digitale) fa del bene VIS A VIS PORTA IL TUO CLUB NEL DIGITAL MARKETING: COSTRUISCI LA SUA BRAND IDENTITY TOP 10 DJ CHART

TUTTO CHIARO. Iniziative come Electronic Renaissance diretta streaming dall’albero della vita con Ilario Alicante, prima, e quella del Colosseum Music Day dopo con Emanuele Inglese come promotore sono luce nel buio.

Mentre scriviamo questo utopico editoriale ci rendiamo davvero conto che non sappiamo praticamente nulla in merito alle riaperture dei locali Italiani.

Nelle ultime settimane sentiamo emergere dalle notizie qualche speranza in più per le riaperture, ma in che modo?

Sono eventi benefici che non fanno altro che unificare, senza alcuno scopo di lucro, il nostro settore, rendendolo così un vero e proprio orgoglio italiano agli occhi “vigili” della collettività nazionale.

Bisogna vederci chiaro.

Provare a fare dei piani, a ragionare sulle prossime date, a leggere tra le righe dei decreti, va bene, ma, converrete con noi nel comprendere che di certo non è la soluzione...

Rimbocchiamoci le maniche e diamo voce al nostro settore!

Aspettare e aspettare e aspettare non può risolvere alcunché.

Abbiamo mille modi differenti per farlo, banalmente, alcuni di noi posseggono pagine social davvero molto seguite, anziché tenerle ferme, sfruttiamole per sensibilizzare e ravvivare la relazione con il nostro pubblico.

Ma allora cosa c’è di chiaro in tutto questo?

Impariamo a comunicare, a farlo nel vero senso della parola, è questo che può fare la differenza al di là di tutto.

COMUNICARE

È chiaro che la ripartenza, sarà totalmente sulle nostre spalle.

Sta a noi decidere il Futuro.

Qui e oggi.

Ci saranno operatori con le spalle più larghe che sopravviveranno e operatori con spalle più strette che, stanno facendo, e faranno una fatica incredibile a reggere questo peso.

Un abbraccio sincero.

Dobbiamo unirci, dobbiamo formarci e farci forza l’un l’altro perché, amici, il Clubbing che conosciamo non tornerà tanto presto.

La direzione di Clubbers Mag.

CREDITI Marco Barci Filippo Marchesini

Andrea Dell’Orto Francesco Castelli

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Alex Maroli Alessandro Imarisio

COLOSSEUM

MUSIC DAY

Emanuele Inglese live at Colosseo Un augurio di pronta ripartenza a questo grandissimo settore,

Dopo il grandissimo successo di Electronic Renaissance, il progetto di Ilario Alicante che domenica 3 maggio 2020 ha riacceso "L'Albero della vita" al Milano Innovation District raccogliendo più di 7000 euro destinati alla Croce Rossa Italiana, ora, EMANUELE INGLESE, grandissimo dj Italiano di fama mondiale, in occasione del suo compleanno, il 31 maggio 2020 ha deciso di replicare.

che purtroppo in questa pandemia mondiale è rimasto totalmente abbandonato, nella speranza di poter ancora far divertire, ballare e acculturare tantissimi giovani assidui frequentatori.

Sono state due ore di dj set e immagini che hanno avvolto il pubblico di tutto il mondo, purtroppo attualmente in fase di stampa, non siamo ancora in grado di fornirvi i dati esatti di visualizzazioni e dei numeri della beneficenza, appena saranno comunicati, li pubblicheremo anche noi, attraverso tutti i nostri canali Social.

Il noto Dj romano, si è esibito in live streaming, direttamente di fronte Colosseo a Roma, per raccogliere online donazioni anche in questo caso, a favore della Croce Rossa Italiana, nell'ambito dell'emergenza Covid-19, lanciando un messaggio di solidarietà verso il settore Clubbing, attualmente in stato di fermo da addirittura fine Febbraio.

Questi eventi sono un bellissimo segnale di speranza.

Buona musica a tutti!

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INTERVIEW MASSIMINO LIPPOLI Ciao Massimo, ti ringrazio per la disponibilità, come stai? Tutto bene?

Bene grazie.

1. Come stai passando questo in periodo molto particolare? È un periodo ovviamente surreale ma mi adeguo e ne approfitto per per stare di più in famiglia ascoltando molta musica e produrre qualche possibile nuova uscita per quando ne usciremo.

2. Si dice sempre “Massimino è il dj di Riccione”, se non mi sbaglio sono 30 anni, tra Biblos, Peter ed Echoes. Ci racconti come è iniziato tutto, il tuo percorso da artista ed il legame che ti lega a Riccione?

d’Italia: l’Echoes e vivo un’intensa collaborazione di altri lunghi 10 anni compresi i 2 anni di NuEchoes al Prince. Non dimenticherò mai il giorno in cui suonai per l’ultima notte in questo club unico, nessuno si sarebbe mai immaginato che questa chiusura decretava la fine della storia dei clubs, lasciando orfana la Riviera di qualcosa di così unico e magico che a oggi non ho più avuto modo di riscontrare in altri locali seppur fashion e attraenti ma lontani dall’essere l’Echoes.

Mi fa molto piacere essere accostato a Riccione, che amo ed ho sempre amato, ma per dirla tutta sono nato a Milano in tutti i sensi ed ho iniziato i primi passi nei clubs milanesi, solo dopo 10 anni dai miei inizi ho avuto la fortuna di capitare per caso a Riccione nell’82 per poi rimanerci fino ad oggi... oramai sono cittadino riccionese ahah... per scelta.

Nell’82 ho iniziato la mia collaborazione al Bilbò piccolo club super esclusivo e dopo qualche anno cambia la gestione e nome in Byblo’s.

Diventa un club nazionale molto più grande e dall’atmosfera unica attirando a sè gente da tutta Italia con chiusure all’alba inoltrata, gente che ballava ovunque e rientrava nella normalità vedere ogni tipo di stravaganza; chi ballava sotto la pioggia chi sopra i tetti delle auto nel parcheggio e tanto altro.

3. Parliamo un po’ di Sueno Latino, disco uscito nel 1989, fatto da te in collaborazione con Andrea Gemolotto, Claudio Collino e Angelo Albanese, la tua versione su dfc, una vera hit, ci racconti come nacque tutto? E come ha cambiato la tua carriera da artista, da dj e produttore?

Sueno Latino nasce da una mia intuizione. Dopo aver ascoltato in un club newyorkese un disco di nome E2E4 di Manuel G. Una volta tornato in Italia ho testato la versione originale aggiungendo un beat perché ne era privo e vista la reazione del pubblico ho proposto ad Andrea Gemolotto, che era presente a questa serata (apertura movida Jesolo), di fare un tentativo in studio e con la collaborazione dei nomi sopra citati è nato un gran disco ancora oggi considerato un must.

Per alcuni anni ho continuato a produrre riscuotendo

Trascorro 10 lunghi anni e nel 92 accetto dopo vari anni di insistenza la proposta dal Peter Pan, altro ambito club della collina di Riccione.

Al Peter credo di aver vissuto un bellissimo sogno...

10 anni indimenticabili. Ma come tuttle le belle storie finiscono e accetto di passare al club più club

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molte soddisfazioni ma ad un certo punto ho dovuto fare una scelta lo studio portava via troppe ore ed impegno da qui il bivio tra produzioni in studio o il fare il dj. Ho scelto di fare il dj, perché preferivo il contatto con il pubblico che fa diventare questo lavoro magico, se tornassi indietro avrei continuato entrambi, due anni fa sono tornato in studio e con la produzione su Godeeva Rec. Dougne Te Soye, inaspettatamente grazie ad un altra intuizione mi sono posizionato al 1° posto per diversi mesi nella classifica afro house.

diventare veri e propri contenitori dove la priorità era bookare un super dj a cifre insostenibili perché obbligati dai promoter togliendo spazio ai giovani talenti italiani, importanti per costruire le fondamenta di un club. Con questo non voglio far passare l’idea only made in Italy, sono sempre stato pro dj internazionali ma solo coloro che meritano.

Spero tanto che tutto possa realmente cambiare in meglio e con più qualità.

5. Nel salutarci, ci racconti i tuoi progetti futuri?

A cosa stai lavorando in questo periodo? E (riaperture permettendo) dove potremmo sentirti suonare?

4. Negli ultimi anni si dice sempre che la discoteca è in crisi, che non esistono piu i club dove il dj possa esprimersi (soprattuitto in Italia), ci dici il tuo punto di vista? Cosa è cambiato? E dopo questo periodo come vedrai il mondo dei club?

Bella domanda.

Ovviamente non vedo l’ora che si torni, non posso dire di guardare al prossimo futuro con ottimismo proprio perché esso ora ci riserva uno stop di molti molti mesi. Non sapendo quando e dove non posso risponderti ma spero che accada quanto prima.

Tuttavia in questo periodo ho prodotto due dischi ed usciranno uno a giugno e l’altro a settembre, inoltre ho pensato di riprendere in considerazione un progetto in collaborazione con dj producer per il remix trentennale di Sueno Latino su dfc.

Prima del Covid-19 purtroppo era tutto un compromesso, c’era poco spazio per la sperimentazione i dj erano erano meno liberi di esprimersi. La volontà di ricominciare cambiando delle cose c’è. Abbiamo la possibilità di resettare e ritornare a fare qualcosa con maggior qualità, magari ripartendo dai dj resident e dai club. Negli ultimi anni c’è stata troppa contaminazione musicale e ha preso sempre più piede il modello dell’usa e getta. Ho visto club

La musica ci da un po’ di serenità, GODIAMOCELA. 6

GIOVANNI SETOLA INTERVIEW

Giovanni Setola nato a Napoli il 20 giugno 1984, nonostante un percorso di studi, negli anni ha sviluppato una forte passione per la creatività che è stata fin da bambino ciò che l'ha contraddistinto.

Event Management e Art Director di eventi su larga scala quali festival, serate, feste private, party, cerimonie, convention o meeting. Coordina la pianificazione di un evento in tutte le sue fasi, ed è responsabile dei lati tecnici, creativi e comunicativi. Direttore Creativo di numerosi format d’intrattenimento e party, eventi privati e cerimonie.

1. Negli ultimi anni sul mercato partenopeo tu ed il tuo gruppo avete fatto una vera e propria “escalation”, che locali gestite attualmente?

In questi ultimi anni abbiamo avuto l’opportunità ed il privilegio di gestire molti locali in questa nuova realtà partenopea alla ricerca del nostro club, della nostra “casa”. Il club come interazione, interconnessione tra la dimensione digitale e quella reale. All’interno dell’HUB di Sant’Antimo, in provincia di Napoli, abbiamo trovato un luogo in cui tutti i sensi sono stimolati, un centro dove la musica diventa emozione che prende energia dai numerosi mondi che la notte può creare.

2. Differenziate i prodotti artistici nelle varie serate oppure sei solito utilizzare un clichè standard per ogni vostro party? Qual è il tuo format di punta? Se dovessi descriverlo in poche parole, come lo descriveresti?

3. Raccontaci il segreto del vostro successo degli ultimi anni. Se dovessi indicare l’ingrediente magico che più ha impattato sui vostri business, insomma quello che più ha fatto la differenza? (Uno solo)

Decisamente variare il prodotto di serate in serata con tre o più format, diversificare e sperimentare per restare a passo con i tempi. MARKETT è il nostro format di punta. Un evento che è sempre difficile da inquadrare in un determinato genere, data la sua forte innovatività di fondo. Un format, uno show, un party, MARKETT è tutto questo, e molto di più.

Credo che il nostro ingrediente è uguale per tutti, chi prima di noi ha creato tutto e chi oggi come noi sta continuando con tante difficoltà. La PASSIONE resterà sempre l’ingrediente fondamentale per tutti.

4. Le mansioni nel tuo team come sono suddivise? Spiegaci in breve il modo con cui la vostra struttura approccia il clubbing, illustrandoci la vostra divisione dei ruoli.

Il nostro nuovo organigramma sperimentato in questi ultimi anni è composto da una direzione

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generale divisa in: amministrativa, direzione del personale, commerciale e della produzione, marketing e comunicazione, direzione artistica, ricerca e sviluppo. Ad ogni referente e responsabile sono connessi i principali ruoli del nostro settore.

8) il tuo dj internazionale preferito?

5. Dopo questa pandemia, come si evolverà a parer tuo il mercato della “notte”?

NerveStrain

L’evoluzione sarà ristrutturare alla base il settore, cercando di rifondarlo come tutte le aziende di ogni settore. Con più competenza e tutela legale, partendo dalla formazione per sviluppare le figure professionali presenti nel settore.

6. Se parliamo di sonorità musicali invece? Nel post Coronavirus si tornerà al “Club puro” con musica un po’ più ricercata? O si standardizzerá ulteriormente il prodotto a livello di sound!?

Bisogna ritrovare un equilibrio di ogni forma e genere musicale legato all’intrattenimento danzante. Non bisogna estremizzare troppo ogni prodotto rischiando di standardizzare il tutto. Spero che si torni sulle sonorità che hanno creato il mondo del club ma attraverso le novità.

DOMANDE SECCHE, VELOCI. 7) A Napoli musicalmente secondo te siete “avanti” oppure no a livello di proposta musicale?

Napoli è divisa musicalmente, ma allo stesso tempo coesa nello stare troppo indietro in certi casi, ma troppo avanti in altri.

LA PASSIONE RESTERÀ SEMPRE L’INGREDIENTE FONDAMENTALE PER TUTTI.

Eric Prydz 9) Ed italiano?

10) il tuo attuale roaster artistico? (Ovviamente parlo solo dell’ultima stagione) Il nostro gruppo artistico è composto principalmente da giovani talenti locali: dj, performer, speaker, ballerini, attori riuscendo a renderlo unico.

11) Riesci ad abbinare la vita notturna con gli affetti? Se sì, cosa consigli a chi, ha difficoltà ad abbinare famiglia e nightlife?!

Si!!! Consiglio di stabilire la priorità nella famiglia sfruttando il lavoro. Nel mio caso ho avuto la fortuna di conoscere tutte le persone più importanti della mia vita attraverso il mondo della notte.

12) Domanda extra. La tua personale opinione sul movimento Clubbers?

Un ottimo modo per far crescere questo settore attraverso il confronto, l’informazione e la formazione, facendo interagire i clubbers con le principali realtà di questo settore. Ma soprattutto creando i nuovi clubbers, la linfa vitale del nostro mondo.

HOUSEFOREVER JOE T. VANNELLI

Joe T Vannelli è il dj italiano rockstar per antonomasia, da oltre 30 anni sulla breccia, con serate in tutto il mondo e collaborazioni con icone assolute come Giorgio Moroder, Bohannon, Thelma Houston, Loleatta Holloway, nonché il primo dj italiano capace di organizzare i Dj Awards di Ibiza. Vannelli va in diretta tutti i giovedì alle 18 dalla sua abitazione milanese con vista Duomo o dalla Sound Faktory - il suo hub creativo anch’esso meneghino - con la sua proverbiale house music, con punte di 1.800.000 visualizzazioni per volta, con tanto di sventolio di bandiera italiana che non manca (quasi) mai.

Come hai cominciato la tua carriera musicale?

“Ho iniziato alla fine degli anni settanta vendendo dischi a Milano da Goody Music e anche da Fiorucci, che all’epoca aveva una sezione dedicata alla vendita dei vinili. Il mio esordio da dj al Si O Si, poi sono passato all’After Dark e il resto è storia”.

Quanto è stato difficile diventare un vero e proprio Producer?

tutto il mondo. Eravano tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta”.

“È stato molto difficile, perché quando ho iniziato io il dj non era considerato nemmeno… come dj, figuriamoci come producer. Mi presentai alla casa discografica EMI perché avevo preparato una nuova versione di ‘Say Say Say’ di Michael Jackson e Paul Mc Cartney (brano del 1983), per offrire al mercato un’idea House di questa canzone, con beat iniziali, centrali e finali. Tutto fatto con i nastri, home made nel vero senso del termine.

Mi mandarono via senza darmi alcuna possibilità di procedere. Questo non mi scoraggiò, anzi fece crescere in me a dismisura la voglia di ritoccare e remixare altre tracce e dare di fatto il mio contributo a creare la House Music: comprai i primi campionatori, la mitica tastiera Roland 909 e mi misi a cercare i suoni e le prime collaborazioni. Si presentò a casa mia un pianista bravissimo, Daniele Cicognini, trasformò una mia idea musicale nel brano ‘Don’t Deal With Us’, che fu un successo in

L’Exogroove per anni è stato l’After più forte d’Italia, com’è nato? Che cosa secondo te lo ha reso tale?

“Di sicuro Exogroove è stata una grande intuizione di chi lo ha creato, ovvero Gabon; ad Exogroove sono arrivato grazie a Tony Bruno, stewart che ‘accompagnava’ i miei set musicali con i suoi annunci, come se partisse un volo vero e proprio. Ad inizio anni novanta mi convinsero a partecipare a questi afterhour, all’inizio non ero nemmeno molto convinto, sono sincero: quando ci sono andato ne ho percepito la magia, l’energia, il concetto di festival in assoluto anticipo sui tempi, grazie ad una vera propria contaminazione di generi musicali, quando all’epoca la divisione tra house e techno era rigorosissima, sia tra i dj che tra i rispettivi fan. Due autentiche fazioni contrapposte in tutto e per tutto. Con Exogroove tutte queste

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NON HO ALCUN PREGIUDIZIO NEI CONFRONTI DI ALCUN GENERE MUSICALE differenze si azzeravano. È stato qualcosa di unico”.

con panel e talk, a breve ripartiremo con una serie di iniziative”.

Qual è stato e qual è il tuo ingrediente segreto?

Quali sono state secondo te le difficoltà maggiori che ti sei trovato ad affrontare durante il tuo percorso?

“I miei figli. La famiglia mi ha dato un senso di responsabilità e di inquadramento che a molti altri dj è forse mancato, così come sono sempre stato lontanissimo da ogni tipo di droga. Dal punto di vista strettamente musicale, penso di potermi considerare un talent scout; sia per istinto che per esperienza riesco ad intuire prima degli altri quando una traccia possa essere un successo, anche perché non ho alcun pregiudizio nei confronti di alcun genere musicale”.

Parliamo di Sound Music Factory, che cosa ha acceso in te questa miccia, per quale motivo hai voluto realizzare questa struttura?

“L’idea di Sound Faktory nasce dalla volontà di creare un hub creativo a Milano, dove dj, produttori, musicisti ed artisti possano incontrarsi e confrontarsi in un contesto che è il top di gamma da ogni punto di vista, dalla Sound Room alla Viniloteca. L’abbiamo presentata durante la Milano Music Week dello scorso anno con un’intera giornata

“Di sicuro le difficoltà maggiori le ho incontrate quando ho gestito due locali, l’Area Venezia e la Canniccia in Versilia. Io non sono un imprenditore e mi sono scontrato con una serie di dinamiche per le quali io non sono portato e che forse richiedono una robusta dose di pelo sullo stomaco. A Venezia ho creato un impianto studiato in Germania con apposite simulazioni in 3D (nel 2008), alla Canniccia ho fatto rivestire tutto il pavimento in marmo; in entrambi i casi ho voluto il meglio del meglio, ma è evidente che alla gente di tutto questo non fregava niente”.

Il pubblico ha fame di aneddoti, le storie sono un mezzo per trasferire il valore delle proprie esperienze, ne hai una per noi?

“Tra le tante feste e location pazzesche nelle quali ho suonato, ricordo in particolare una serata ad Amsterdam, fine anni novanta: cena stile Antica

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Roma, una piscina con fenicotteri rosa e come location una chiesa sconsacrata. Incredibile!”.

Cosa diresti a un giovane ragazzo che vuole fare seguire il tuo cammino?

“Avere grande rispetto di se stessi e degli altri. Essere molto determinati e stare lontanissimi da ogni cattiva abitudine”.

Se tu potessi tornare indietro di 10 anni e dire una sola frase al te stesso dell’epoca, quale sarebbe?

“Perché non hai imparato a suonare la chitarra?”.

Dopo questa pandemia come si evolverà il panorama notturno?

“Il futuro prossimo? Tavoli, tantissimi controlli, gente distanziata… Non so quando si potrà tornare a ballare come eravamo abituati sino a pochi mesi fa. Speriamo prima possibile, sempre e soltanto quando sarà possibile farlo in condizioni di assoluta sicurezza”.

Cosa ne pensi del movimento Clubbers?

“Complimenti per questa vostra community.

Mai come in questa fase storica è necessario che gli addetti ai lavori si riuniscano, si confrontino,

facciano sistema. E sappiamo quanto sia difficile tutto questo in Italia. Se non lo si fa adesso, però, non lo si farà mai più”. www.joetvannelli.com www.soundfaktoryofficial.com

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INTERVISTA A

SERGIO BUIO 1. Raccontaci la tua storia imprenditoriale fino ai giorni nostri.

La mia storia imprenditoriale è iniziata nel 1977 in tutt’altro settore diverso dal mondo della notte.

Da sempre appassionato di musica, tendenze e moda sia abbigliamento ma soprattutto orologi, automobili, oggetti di design e tutto ciò che si definisce “bello”.

Sicuramente pochi lo sanno ma il mio primo lavoro era nel settore automobilistico mentre la mia prima passione è sempre stata la musica, infatti la mia prima chitarra mi è stata regalata a 6 anni. Ero così portato che mi avevano iscritto allo Zecchino d’Oro ma non ci sono voluto andare.

Successivamente, dopo tre anni, sono passato alla batteria, un amore che ho coltivato fino ai 38 anni.

Per cambiare la batteria e gli strumenti andavo a raccogliere la carta e facevo lavori extra, inoltre suonando in un gruppo: “Album”. Eppure nessuno sapeva infatti suonavo ancora nonostante avessi già aperto il Mazoom.

Nel 1980, già frequentavo il mitico e bellissimo Alter Ego, e Gigi, il titolare, era un mio carissimo amico, persona d’oro e con un cuore immenso. Mentre Gigi, con la sua famiglia, era negli appartamenti privati sopra al locale io, a porte chiuse, provavo a mettere dei dischi e mixarli. Eppure, nonostante la confidenza, mi sono sempre vergognato di chiedergli di suonare durante una serata. Però in compenso dopo qualche anno è diventato mio socio nell’azienda Mazoom. Ovviamente ho dovuto fare una scelta diventando gestore e abbandonare l’idea di fare il Dj (non so quanto sia corretto che un dj sia titolare di un locale o viceversa).

La struttura entertainment nasce nel 1990 come locale gay chiamato “Notorius”, da subito un successo inaspettato. Mazoom nasce nel 1991 andando contro corrente facendo un genere musicale abbastanza innovativo e soprattutto con uno staff che ci credeva in quel progetto. Il

momento, per quel particolare locale e settore musicale, era molto difficile, ci sono voluti diversi mesi di serate vuote o quasi prima che partisse. Nel 1992 sono nati i primi after-hours dalle 7 alle 12 con la “magica” triade: Leo Mas, Andrea Gemolotto e Fabrice (grandi artisti), eventi dal sapore internazionale con una nuova visione del mondo gay lontana dalla realtà culturale commerciale del momento.

Nel 1994 nasce la one night del sabato sera “Le Plaisir” con enormi sacrifici anche durante questa apertura, difficile inizialmente, quasi un anno vuoto, ma avevo creato le basi per un sicuro successo, fondamenta solide, direttive chiare e sicurezza in quello che avevo in mente. I risultati infatti poi sono arrivati.

Fino al 1997 ero socio all’Alter Ego e poi tutti assieme abbiamo preso un locale a Lido Adriano chiamato “Kundera”, locale stagionale indirizzato più per gli after-hours. In effetti avevamo raggruppato tutti gli staff più importanti di Riccione: Maurizio Monti, Glauco Marconi, Sandro Santoni, Lukas, Max Ronconi, Massimo Maccarelli e molti altri ancora, il top della riviera di quel periodo.

Fine anni ’90 e primi ’00 decido di abbandonare l’house troppo pettinata, credendo più alla

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musica elettronica, in quel momento era elettronica non techno. Sono stato criticato da tutti, anche dai conoscenti e colleghi di Londra come da Rosario, direttore artistico della one night “Vertigo”.

Mi ricordo che eravamo in vacanza a Cuba e Rosario ha demolito il mio progetto. Ma io ero certo delle mie scelte. Ho svuotato il club e riempiendolo con musica ancora oggi attuale dopo 20 anni, inserendo nomi di Dj poco conosciuti o comunque non ancora storicizzati. Tra questi: Sistem of survival, Luciano, Tania Volcano, Locodice, SvenWatt, Marco Carola, Richie Hawtin, Jamie Jones, Magda, Ellen Allien e mi fermo qui perché potrei elencare pagine di nomi che oggi sono ai vertici delle classifiche. Addirittura al giorno dell’inaugurazione, il mio Dj resident, dopo che aveva aperto la serata a James Lavelle, viene da me, visto che nel locale erano presenti forse 100 persone, mi dice se ero contento di aver scelto un’altra direzione che ha svuotato il locale e io gli ho risposto di sì perché da questa sera cambio anche te, passa dalla cassa a prendere la busta. Poi dopo 4 anni lo stesso Rosario mi chiama chiedendomi consigli perché Londra stava iniziando a seguire la mia stessa linea musicale. Ma a quel punto gli ho risposto: amico mio sei arrivato troppo tardi come sempre.

Nel 2010 ho preso la decisione di cambiare completamente la struttura del locale e la direzione musicale, perché sentivo che era il momento di una nuova identità, creando una realtà poliedrica dove più generi musicali si fondono ad un unico stile selettivo. Il nuovo locale

aveva una saletta chiamata “chiesetta” per parlare, conoscersi, con servizio al tavolo e drink più curati e di pregio nel massimo confort, una sorta di spazio di decompressione. Poi la sala principale più housecommerciale mentre la sala 2 decisamente techno.

Era presente anche uno spazio di circa 150 mq “Mensa Pop” con una sala ristorante di stile harddéco completamente diversa dalle altre situazioni.

Si partiva dalla cena fino al cabaret riuscendo a gestire la serata indipendentemente dal resto del locale. Il successo veramente sorprendente è stato “Pippolange” una realtà presente nei bagni del locale dove era possibile ballare e divertirsi senza impegno, un format che sto ancora coltivando e che porterò prossimamente in giro per l’Italia e all’estero.

Purtroppo tutto il mio staff, non credendo in questo mio nuovo progetto, mi ha abbandonato e i risultati hanno portato alla chiusura del locale.

Ti allego il link di questa mia intervista dove in tempi meno sospetti prevedevo già quello che sarebbe successo dando degli asini stanchi a tutto il mio staff.

GUARDA L’INTERVISTA Vorrei sottolineare che le persone che mi hanno abbandonato non hanno avuto un grande successo.

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2. Da cosa deriva il nome Mazoom?

Il nome “Mazoom” deriva da una ricerca di una ragazza di Brescia, una persona di cultura di ottima famiglia. Ci aveva portato una decina di nomi con le relative motivazioni. Nessuno dei miei soci voleva il nome “Mazoom” mentre io ho insistito perché aveva e ha ancora un sapore internazionale. Il logo è stilizzato in modo tale che le due M rappresentino le gambe che ballano e le O sono i due occhi che guardano.

3. A pare tuo cosa cambierà dopo l’emergenza Covid-19?

Non è che deve cambiare è già cambiato tutto.

4. Prima del Covid-19, il compartimento delle discoteche era già in crisi da 10 anni quali sono le cause?

La crisi delle discoteche degli ultimi 10 anni è il risultato di una mal-gestione degli ultimi 20 anni. Ad esempio imprenditori importanti (potrei fare nomi e cognomi) che potevano permettersi il lusso di aprire strutture belle e prestigiose regalandole ad amici, amanti e quant’altro.

Ma per chiarire meglio le motivazioni del crollo di questo settore devo fare una premessa. Tra le altre cose faccio parte di Assointrattenimento da 15 anni e ancor prima partecipavo attivamente in SILB, frequentando anche la così detta fiera a Rimini-Riccione, a partire dal 1986-1987, ribadisco 86-87, non da ieri. Sapete quanti partecipavano alle conferenze? Quelle conferenza dove si dovendo affrontare i problemi del mondo della notte, interessi aziendali e delle persone che lavoravano in quel settore, bene, sale allestite per 500/600 persone e in effetti eravamo in 40. Ripeto in 40!!!

Forse.

Tutti gli altri in giro a far festa e a drogarsi. Si, esatto, perché la cosa principale era trovare l’hotel più bello, il bar o ristorante più frequentato, fermarsi nei negozi, in spiaggia e ovviamente scovare lo spacciatore migliore senza dimenticare mignotte e mignotti.

E da tutto questo, per anni e anni, cosa poteva nascere se non un settore malato, marcio fino al midollo?

Assointrattenimento è nata per difendere il settore, esclusivamente delle discoteche (intendo discoteche classiche non night e club privati) eppure nonostante ciò molti hanno preferito altre associazioni che ahimè si occupano di ben altro e le poche discoteche rimaste sono messe da parte.

Perché ricordiamocelo bene: il mondo della notte tanto è amato quanto è odiato, e se non è difeso correttamente morirà del tutto. Vorrei fare una domanda ai miei colleghi: ma sapete perché è nata Asso???

Volete qualche numero? Negli anni ’90 in Italia erano presenti 5000 strutture notturne (solo a Desenzano del Garda erano 16) e parlo sempre di discoteche non club, o ristoranti adibiti a discoteche, visto che oggi considerano locali da ballo anche i risto-disco etc. vorrei chiarirlo per evitare fraintendimenti. Oggi?

Forse in tutta Italia saranno 1000 e a Desenzano del Garda 1!

Tutto questo è colpa, certo di una amministrazione locale e statale sbagliata, ma soprattutto del un silenzio, anzi un vero e proprio menefreghismo da parti dei diretti interessati. In Italia alcuni gestori hanno fatto più società che stagioni e volendo si possono fare nomi e cognomi…

Addirittura ci sono locali che hanno due società per fare i “truffatori” e anche in questo caso posso fare nomi e cognomi. Anche perché la stampa ne hanno già parlato!

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5. Quanto hanno inciso i management, dj, etc...

Hanno inciso talmente tanto che hanno rovinato un intero settore. Oramai per assurdo il management è diventato il proprietario dei locali, in poche parole ora i titolari lavorano come dipendenti perché i veri padroni sono i dj fra compensi fuori controllo (gran parte in nero) e diktat assurdi e senza senso.

6. Immaginando una riapertura domani, riprenderai da dove hai lasciato e quale sarebbe la tua consolle ideale?

Partire da zero. Zero totale. Ma bisogna avere un carattere forte e mettersi veramente controcorrente. Ovviamente se ancora oggi ci sono gestori che fanno quello che io ho fatto 20 anni fa, o ero troppo avanti io o troppo in ritardo gli altri. Di certo sono da rivedere e rivedrò i compensi degli artisti. Perché strapagare il Dj ma lasciare insoluti i fornitori delle bevande, l’animazione o le tasse comunali, SIAE, associazioni di categoria non è un comportamento da vero imprenditore. La mia società è durata dal primo all’ultimo giorno.

La consolle, a mio parere, dipende dal buon gusto e essere un “talent scout” non è per tutti, come anche vedere oltre a ciò che è scontato o che faranno altri. Tutti i dj che ho selezionato negli anni sono diventati dei top, mai banali, mai scontati.

Oggi vedo una consolle resident e con estrema umiltà dare maggiore valore all’azienda per rendere grande il locale, dal barista al dj.

7. Segreti del Mazoom che hanno portato un successo così lungo e duraturo?

Intanto devo ringraziare tutti, nessuno escluso, soprattutto i clienti. Alla base c’è vivere sia il giorno che la notte, essere il primo ad entrare e l’ultimo ad uscire. Avere mille occhi e uno staff che ama quello che fa. Ma soprattutto rispettare il lavoro di chiunque, qualunque sia.

Nel mio caso non ho mai usato droghe o abusato di alcool (perché in effetti sono già tossico di mio) a differenza di molti altri miei colleghi che a causa di una vita senza controllo hanno prodotto danni irreparabili alla propria attività nonché a loro personalmente.

Tutte le scelte fatte erano e sono dettate dal mio cuore e non dal portafoglio. Anche perché non avrei mai fatto tutto ciò ragionando guardando al mero guadagno.

8. Hai un ricordo particolare?

Si, per ogni singola serata. Ogni momento era speciale e vissuto in pieno.

Certo un ricordo particolare è legato alla serata “White Trash”. In primis devo ringraziare gli inventori dell’evento: Andrea Lovo, Morgan e Andrea Montresor. Quest’ultimo, amico di gioventù, era già inserito ai tempi di Notorius, ma non era capito, mentre in Mazoom e Le Plaisir, è esploso di carisma e capacità di coinvolgere la clientela. Morgan, amico di sempre, è una persona di grande rispetto, gusto e

OGNI MOMENTO ERA SPECIALE E VISSUTO IN PIENO 18

capacità comunicativa, un uomo ancora oggi legato ad importanti valori nella vita, nonché fondatore di una one night chiamata “Colazione da Tiffany” che ancora oggi è attiva, senza dimenticare che è un grande ricercatore di stile che già nei primi anni ’80 aveva fondato il grande marchio la maison “Clauds Morene” inserendo marchi prestigiose spostando gente da tutta Italia. Mentre Andrea Lovo è sempre stato il mio braccio destro, persona estroversa con un forte ascendente e di estrema onestà anche nei momenti più bui. Un socio con il quale stiamo già definendo un ritorno in pole position.

9. Qual è la serata che ricordi meglio e perché?

Le serate avevano tutte la loro importanza a prescindere dal numero di persone, dj o incasso.

Tutte erano studiate ad hoc e ognuna aveva il suo perché.

o investitori ma non è assolutamente sufficiente.

Serve cultura del settore, viaggiare, informarsi sulle ultime tendenze e riuscire ad intuire quello che vuole il pubblico anticipando le mode. È come voler fare il medico senza aver fatto l’università, i master, il tirocinio, non è possibile. Allo stesso modo nel mondo della notte se non frequenti le università giuste non hai le basi per fare il tuo lavoro.

11. Un messaggio da lasciare.

Un ringraziamento a tutti gli amici e agli aficionados di Mazoom Le Plaisir perché grazie a loro ha potuto esistere una favola. E ora bisogna farne una nuova… e siamo quasi pronti. Perché sono qua per ripetere ancora che il nostro lavoro funziona se batte forte il cuore se no meglio lasciar un grande ricordo.

10. Consiglio che senti di dare dopo questo periodo di fermo?

L’unico consiglio che sento di dare ai mei colleghi è che se pensano di fare qualcosa nel mondo della notte ci dev’essere vero amore per quello che si fa e esperienza nel settore. Se uno lo fa per divertirsi e per il guadagno lo sconsiglio per un solo motivo, perché non è come stare in una fabbrica in catena di montaggio senza avere passione non è possibile ottenere risultati.

Serve un’equipe ben consolidata e di professionisti.

Oggi figure importanti come il direttore artistico, i PR e gli animatori veri sono in via di estinzione. Non c’è un cambio generazionale. Molti si improvvisano imprenditori grazie ai soldi o alle basi di genitori

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THE NIGHT NEVER DIES

GIANNI BINI interview

1. Raccontaci l'evoluzione delle tue due carriere parallele, quella da Dj e quella da produttore discografico.

potenziare lo studio che comunque rappresentava il mio più grande sogno e la fortuna ha voluto che potessi realizzarlo.

In effetti le carriere sono state veramente parallele, perchè io da subito ho coltivato l'ambizione di produrre i brani stessi che poi avrei proposto in discoteca, ovviamente ero in quella età dove avevo ancora tutto da imparare (16 anni), però con i pochissimi mezzi ch avevo a disposizione, mi ricordo un computer Atari, un campionatore e un modulo sonoro, tagliuzzando e campionando dischi di altri, riuscivo a fare delle produzioni mie, parallelamente in discoteca cercavo di proporle compatibilmente con quelli che erano i gusti del pubblico che avevo davanti. Quando ho iniziato io, non c'era ancora il termine dj resident, ma comunque lavoravo in discoteca dal giovedì alla domenica, sia pomeriggio che sera e quindi ho sempre cercato di crearmi uno spazio all'interno del dj set dove poter proporre questi miei primi tentativi di produzioni discografiche. Ovviamente tutto quello che guadagnavo l'ho sempre reinvestito in nuovi macchinari cercando di creare primo o poi il mio studio adatto a quello che avrei voluto produrre, nel mio caso era l'house music. Ad un certo punto, non potevo più mettere insieme un set commerciale produrre house, dovevo comunque anche suonarla l'house, anche se a quel tempo non era cosi facile entrare in determinati canali, ma ebbi la fortuna con l'Insomnia, discoteca di Pontedera, di iniziare a lavorare nel privè, e questo mi ha dato la possibilità finalmente di suonare house music, che era la musica che preferivo e anche di produrla. Da qui le carriere sono state abbastanza parallele e fortunate entrambe, perchè come dj ho potuto suonare più o meno in tutti i club più ambiti del mondo, per quello che riguarda gli anni 90, e come produttore, prima legato a Fulvio Perniola, poi legato a Paolo Martini, ci siamo tolti grossissime soddisfazioni e sopratutto come remixer.

Nonostante tutto non ho mai abbandonato l'idea di

2. Quale è stata la molla che è scattata, proprio mentre eri all'apice della carriera da dj, che ti ha fatto scegliere di proseguire solo con la carriera da produttore?

Purtroppo non è stata una molla, ma una forzatura, perchè ho dovuto smettere di fare serate in quanto ho iniziato a soffrire di attacchi di panico, all'inizio sporadici, poi sempre più frequenti, fino ad aver paura ad uscire di casa, e questa situazione ovviamente, non mi ha più permesso di poter lavorare in discoteca. All'inizio ho sottovalutato il problema, come forse molti altri nella mia condizione, pensando di poter risolvere il problema da solo, invece finchè non mi sono messo nelle mani di uno psicologo e di uno psicoterapeuta, non ho come dire, non ho cavato un ragno dal buco.

A quel punto, a parte qualche piccola e rara apparizione, la mia carriera da dj si è dovuta per forza interrompere, mentre l'ambinte dello studio da sempre mi sembrava più protetto e quindi è lì che ho convogliato poi tutte le mie energie. Me ne dispiaccio, col senno di poi, perchè ora tornando indietro alla prima avvisaglia mi curerei per cercare di continuare a fare quello che mi è sempre piaciuto fare, perchè il suonare in discoteca è sempre stata un grande soddisfazione.

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3. Quali sono oggi i passi da fare, per produrre un disco di successo?

Già pensare di mettersi al computer e fare un brano di successo è già sbagliato nell'approccio. Quello che bisogna fare è fare qualcosa in cui si crede fermamente, cercare di proporre qualcosa che fa vibrare noi stessi e alla lunga, prima o poi, se si hanno le capacità, questo lavoro porterà sicuramente a del successo.

Credo poco nel successo al primo disco, credo molto di più nel lavoro, nel sacrificio e nei risultati a lungo termine. Francamente, non mi interessa neanche più fare un disco di successo (ovviamente è chiaro che se lo facessi ne sarei super contento), ma non è più quello a cui ambisco e quindi consiglio a chi intraprende la carriera di produttore non tanto di pensare di "beccare" il disco quanto più di creare un suono proprietario e magari anche senza azzeccare il disco di successo, in realtà i risultati arriveranno lo stesso anche in termini economici.

4. Musicalmente parlando, come e in cosa sono cambiate le produzioni dagli anni 90 ad oggi?

Dagli anni 90 ad oggi, almeno per quanto riguarda la musica dance, se uno ascolta un brano degli anni 90 o la classifica di traxsource oggi, non è che uno

senta delle differenze epocali, dal punto di vista squisitamente di arrangiamento, i passi in avanti più grossi sicuramente sono stati fatti dal punto di vista della qualità, oggi anche con pochi soldi si riesce a fare una produzione di alta qualità e quindi questa cosa oggi è alla portata di moltissime persone, mentre negli anni 90 passando per uno studio di registrazione, c'erano dei costi da sostenere e quindi era un pochino più limitata questa cosa. Pure da un punto di vista di sonorità, sinceramente non sento queste grossissime differenze, tant'è che ancora oggi si va a ricercare alcune sonorità degli anni 80 90 da inserire nelle produzioni attuali, ovviamente quando ho iniziato io, usavamo un sequencer, un nastro ed un campionatore, invece oggi con la nuova tecnologia si riesce a fare tutto molto più velocemente, la creatività non cambia, l'apporto creativo è essenziale, lo è sempre stato e sempre lo sarà, certo è che la tecnologia di oggi ci dà la possibilità di realizzare qualsiasi tipo di idea in maniera molto veloce e con ottima qualità, anche per chi non è cosi "addicted" per quanto riguarda la produzione e l'utilizzo di software. Le enormi e sterminate librerie di sample non fanno altro che rendere tutto ancora più facile, anche se questo ovviamente va a discapito della fantasia della qualità degli arrangiamenti.

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5. Una storia o un anneddoto che ricordi in particolare?

Storielle ne ho veramente a bizzeffe, ormai a 51 anni, di cui 30 anni dedicati alla musica, sono pieni di piccoli o grandi anneddoti, ma quello che voglio "regalarti" è quello sulla nascita di Disco Down che sicuramente è uno dei miei dischi di maggior successo, che in realtà non doveva essere un disco cantato ma un brano strumentale, anzi era già stato mandato in stampa strumentale, dopodichè, la concomitanza del fatto che Lisa Millet era in studio in quella settimana e il fatto che era avanzato un giorno di lavoro, ho detto aspetta, ho questo disco, lo fermo, magari se hai voglia, provi a fare due vocalizzi. Questi due vocalizzi poi hanno rappresentato il ritornello che lo ha reso famoso, che in realtà è farina del mio sacco, in quanto la notte prima della sessione di studio, cantai sulla segreteria telefonica dello studio anche perchè a quel tempo non c'rano ancora smartphone, registratori digitali, etc... alle 2 di notte per non perdere quell'idea che avevo avuto appunto cantai il ritornello di Disco Down sulla segreteria telefonica. Non avevo ancora ben chiaro il testo che avrei usato, quindi cantai quelle che secondo me erano parole a caso, “I wanna boogie tonight, I wanna disco down!” pensando, tanto poi domani trovremo le parole più consone, invece Lisa Millet le ascoltò e disse che avevano un senso, e da lì nacque Disco Down.

6. Dai tuoi inzi ad oggi, quali sono i progetti che ricordi con più affetto e che ti hanno dato più soddisfazioni?

Ci sono sicuramente un sacco di episodi musicali che mi hanno dato molte soddisfazioni, sia negli

anni 90 che negli anni 2000 e recentemente.

Parlando di ricordi, faccio un passo indietro negli anni 90, dove ci sono due progetti importanti, uno si chiama Eclipse e l'altro Netzwerk. Eclipse sono da solo, mentre il progetto Netzwerk è stato sviluppato con i miei migliori amici. Riuscire a fare un disco di successo che vada al n.1 sia in Italia che in parecchi paesi europei e che coinvolga tutti i tuoi migliori amici, in modo che tutti guadagnino insieme, senza differenze, nel senso che non c'è uno che si arricchisce a discapito degli altri è un ricordo ancora oggi veramente molto piacevole, abbiamo vissuto tutta l'epoca della Eurodance con la DWA Records insieme, io, Fulvio Perniola, Maurizio Tognarelli e Marco Galeotti insieme a Simon J, che era la nostra cantante... abbiamo vissuto veramente tre o quattro anni sulla cresta dell'onda, ci siamo molto divertiti a realizzare queste produzioni e a remixare un più di dischi dell'epoca e sopratutto a condividere l'attività in studio con l'amicizia, quindi l'aperitivo in studio, poi la cena alle 5 di mattina, la spaghettata a mezanotte, la colazione insieme alle 8 la mattina... e di nuovo lo studio. Per quanto riguarda solo me, Eclipse è il mio disco di maggior successo in Inghilterra, con più di 100.000 copie vendute e lo ricordo veramente con tanto affetto e tanta nostalgia perchè è stato per me un vero trampolino di lancio personale.

7. Rispetto a quando facevi ancora il dj nei locali, ora come si svolge la tua giornata tipo?

La mia giornata tipo è molto cambiata negli anni, sono passato dall'andare a letto all 9 la mattina, per poi svegliarmi alle 4 del pomeriggio per poi appena sveglio andare in studio a ciclo continuo (esclusi i weekend dove si suonava in discoteca) sono passato ad ora, con una ex compagna, una moglie, tre figli,

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di cui due con la ex compagna ed uno con l'attuale moglie, il cane e una serie di responsabilità verso i miei collaboratori e verso il mio lavoro. Adesso la mia giornata comincia alle 7, verso le 8 sono già operativo in studio, la prima parte della giornata riguarda le risposte alle mail, la programmazione del business, dopodichè dopo una piccola pausa che va dalla una alle due, lavoro in studio fino alle otto, e infine mi dedico alla mia famiglia. Possibilmente anche il weekend cerco di dedicarlo alla famiglia, quando riesco, anche se, tante volte, gli impegni di lavoro non me lo consentono per via di alcune sessioni di registrazione anche in quei giorni festivi.

Con quello che sta succedendo con questa pandemia, che ha cambiato molto le mie abitudini, in questi ultimi due mesi, ho capito che bisogna dedicare un po’ meno tempo al lavoro e un po’ più tempo a se stessi e anche più tempo alle persone a cui vogliamo bene. Da adesso in poi, cercherò appunto di dedicare più tempo a me stesso e alla mia famiglia appunto.

8. C'è qualcosa che ti manca della vecchia vita da Dj? Della vita del Dj mi mancano molte cose... mi mancano i viaggi, mi piace tantissimo guidare la macchina in lungo in largo per l'Italia, ascoltando musica, infatti all'epoca investivo sempre un sacco

di soldi negli impianti stereo delle macchine che avevo in modo da poter ascoltare sempre musica ad altissima qualità sonora. Mi mancano gli autogrill alle cinque di mattina, il caffè doppio mi manca, la telefonata con i colleghi per sapere come era andata la loro serata, mi manca ovviamente il contatto con il pubblico, l'adrenalina della consolle... aldilà di questo, che forse è un po’ scontato dire la luce della ribalta, mi mancano quelle piccole cose, come dicevo... i viaggi, le cassettine, ascoltare un mixato, oppure un po’ di musica fusion o l'acid jazz, che era quella che ascoltavo negli anni 90, questo aspetto veramente, mi porta in un clima un po’ nostalgico, perchè andando quasi sempre a lavorare da solo, in quei momenti mi cullavo, guidando, pensavo molto, le cose da fare, le conquiste da ottenere e i sogni da realizzare, insomma quel periodo quei ricordi mi mancano. Non credo che se tornassi a far serate tornerebbe tutto cosi, è giusto che sia stato un periodo, è giusto che l'abbia vissuto come l'ho vissuto come è giusto che ci sia un po’ di nostalgia.

9. Qualche consiglio per chi volesse intraprendere ora la carriera da produttore?

A differenza di quando ho iniziato io ora c'è tantissima concorrenza, però ci sono sicuramente delle possibilità ancora oggi per

gente che ha talento, determinazione che non ha la furia di bruciare le tappe, perchè fare il produttore significa prendere un considerevole numero di nozioni e in realtà non si finisce mai di imparare, è una sorta di apprendimento continuo, quindi il consiglio che posso dare è di dedicarsi, sacrificando purtroppo anche il tempo libero, alla produzione, imparando ad usare software che oramai sono essenziali.

Per imparare ad usarli, i tutorial possono andare bene, quantomeno per capire quale tipo di filosofia sposare, dopodichè, se si ha la possibilità, affiancare qualche produttore già affermato, anche solamente guardandolo lavorare, magari andare a fare una produzione con lui, pagarlo, ma nel frattempo non stare sul divano a pensare ai cavoli nostri, ma sfruttare quei momenti stando accanto a lui per cercare di apprendere quanto più possibile.

Ai miei tempi non c'erano tutorial, You Tube, video, etc etc, quindi quello che si imparava, lo si imparava vedendo lavorare persone più capaci di te. Questa credo che sia una maniera molto diretta, ma anche molto pratica di imparare nuove nozioni, quindi sperimentare a casa, ma non isolarsi, cercare di condividere, cercare di affiancare persone che ne sanno più di noi, condire tutto questo con qualche video, e poi ovviamente, come per i cantanti, se hai la voce, poi tutto questo serve poco, ma se non hai talento e non ce la fa, può star a vedere quelli che ne sanno più di lui anche per tutta la vita, ma poi

ovviamente bisogna essere onesti e dire forse non è la mia storia.

10. Vinile o nuove tecnologie?

Ormai la distanza tra il vinile e le nuove tecnologie è incolmabile e abissale, io credo che ci sia spazio per entrambi, nel senso che se io decidessi di fare un dj set col vinile sarei ovviamente consapevole, che più di mettere due dischi a tempo e divertirmi a tenerceli a tempo, non potrei fare, con le nuove tecnologie, e parlo delle ultimissime tecnologie, facendo un esempio con Pioneer fa abbinare ai cdj, che ormai controllano software etc, etc...anche synth e sequencer, quindi un live dj set oggi, può essere anche fatto di materiale non discografico, ma di loop, di synth appunto, se uno sa suonare può arricchire il tutto come ad un concerto elettronico. Io direi, se deve essere tcnologico, il dj set, che lo sia il più possibile, cercando di sfruttare tutte quelle che sono le potnzialità degli hardware che oggi sono disponibili, quindi non più un discorso di mettere dischi a tempo, ma di stravolgere il tutto remixare anche in tempo reale i brani che si propongono. Se invece deve essere una cosa vinilica, allora va benissimo e ci vuole quella manualità e quella tecnica che chi ha mixato per anni i vinili come me ha, e allora si diverte a fare quel tipo di set che ovviamente è più statico.

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E S C L U S I V A

C L U B B E R S

GIANNI BINI R I S P O S TA S O N O R A

ASCOLTA SUBITO

LA PRIMA COMMUNITY ITALIANA PER IMPRENDITORI DELLA NIGHTLIFE La condivisione è la chiave per crescere e per acquisire più skill possibili.

Che cos’é Clubbers?

Clubbers è una Community, un gruppo Facebook chiuso, un movimento di persone con una straordinaria passione comune.

Vediamo la realtà con gli occhi della notte.

In un mondo che ancora recita il mantra della crisi, il nostro entusiasmo disegna percorsi nuovi, percorsi non convenzionali volti a farci superare i guadagni dei nostri genitori.

Ci definiamo “collezionisti” di sfide, sfide che impreziosiscono le pagine della nostra vita.

Clubbers non è quindi solo per giovani in cerca di formazione, no, è anche per veri e propri esperti di Clubbing che hanno compreso che non si finisce mai di imparare.

Imparare da cosa? Dalla condivisione.

(Dalla condivisione di trucchi e assi nella manica di ogni genere, dentro la community si vede davvero ogni cosa) L'individualismo su scala Nazionale, come un vero cancro, ha afflitto e martoriato il mondo della notte nell'ultimo decennio.

Ad oggi Clubbers conta circa un migliaio di "addetti ai lavori" ed è in continua ed esponenziale crescita, nel gruppo è possibile formarsi, creare nuove relazioni professionali e tenersi aggiornati sulle novità riguardanti la Nightlife!

Si possono quindi acquisire nuove competenze, grazie all'esperienza maturata in anni e anni passati sul campo da moltissimi esperti del settore.

Insomma immaginate una sorta di "Academy" relativa all'arte di fare Clubbing, ecco cos’è Clubbers.

Perchè è nata questa Community?

ARTE DI FARE CLUBBING

La community nasce dal bisogno di unirsi, unirsi per poter cambiare il panorama della Nightlife Italiana. (È incredibile vedere che ad ogni post sulla community rispondono Clubbers da ogni parte d’Italia!)

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Ha reso il nostro adorato settore sempre più piatto e scialbo negli anni.

trucco, ogni idea, ogni spunto di formazione, ha preso il sopravvento, e l'ha fatto questa piattaforma.

È credenza comune che il settore dell’Entertainment notturno sia saturo, vuoto di nuove opportunità.

Unire la notte sotto un’unica stella, la stella della "condivisione informativa gratuita".

Non c’è nulla di più falso.

Come si fa ad entrare in contatto e ad iscriversi a Clubbers?

La verità è che era saturo solamente di pregiudizi, di mediocrità standardizzata, era saturo di prodotti identici.

Che cosa distingue o distinguerà Clubbers dalle altre piattaforme?

Prima di Clubbers, ogni imprenditore teneva per sè trucchi e strategie di successo.

Ora la forza e la voglia di condividere ogni singolo

È molto semplice.

Tutto ciò che bisogna fare per raggiungere la Community, in questo momento, è cliccare su questo link:

ISCRIVITI A CLUBBERS L’iscrizione è completamente gratuita.

UNIRE LA NOTTE SOTTO UN’UNICA STELLA

EPISODIO 13 PRINCIPE MAURICE Alcune domande preview intervista:

1. In che direzione andrà il Clubbing, secondo te? Vedi un nuovo modello di business che potrà prendere il posto di quello della discoteca vera e propria? È una domanda da cento milioni di euro, perchè la discoteca come la viviamo noi, ha un senso solo se è fatta come lo era prima, con una grande massa di gente che balla, si abbraccia, che salta, che suda, che si bacia e che ascolta musica... sopratutto musica di qualità e non necessariamente suonata da grandi ospiti stranieri che sono stati un altro dei problemi, la rovina delle gestioni dei locali.

Infatti, trovavo assurdo vedere alcuni locali che risparmiavano su figure fondamentali, come la direzione artistica, sulle scenografie, sull'animazione, etc… e che trascurassero i dj nazionali, la figura del dj resident, che pure avevano portato al successo il locale stesso, per fare queste grandi ospitate internazionali, sempre seguendo la moda dei grandi festival.

Io credo che dovrà esserci una grande rivalutazione delle nostre risorse nazionali, che tra l'altro sono straordinarie, sia dal punto di vista dei dj storici, sia dei nuovi molto bravi, che si affacciano ora in questo settore.

Ne ho conosciuti personalmente di molto bravi anche in vari concorsi per volti nuovi.

mascherine, perchè se non si può correre con una mascherina, come si fà a ballare cosi, visto che inficiano anche la respirazione? Non si può, quindi bisognerà aspettare che qualcosa si sviluppi.

Nel frattempo per non far perdere le abitudini alla gente, bisognerà virare su qualcosa di "speak easy” almeno potersi trovare in compagnia, poter bere qualcosa con musica almeno di sottofondo, che non ti faccia venir voglia di ballare, perchè altrimenti diventerà ancora più frustrante dover ballare fermo al tuo posto, una cosa un po’ assurda.

2. Dicci cosa pensi della community Clubbers e se puoi, dacci qualche consiglio.

Io sono molto contento, che ti sia venuto in mente questo progetto, perché

senza preparazione, senza basi, senza nozioni o tecniche, non si può affrontare nulla, né dal punto di vista ORGANIZZATIVO né da quello “PERFORMATIVO”.

Spazio ai giovani e spazio ai nostri maestri dj, invidiati in tutto il mondo.

Credo che sia una cosa bella e importante, che persone che hanno esperienza, possano condividerla e possano, non solo insegnare ma anche ricevere intuizione e indicazioni anche da parte di giovani.

Questo è il primo passo da fare, poi per quanto riguarda la formula, è ancora tutta da studiare, perchè ripeto, finchè non si potrà di nuovo ballare tutti insieme possibilmente anche senza

Io sono sempre con le orecchie attente, sia nei confronti degli anziani, ma anche dei giovani, che hanno idee più fresche, per cui, potersi scambiare attraverso una struttura come questa, esperienze

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Credits: Daniele Cipriani

e stimoli, credo che sia fondamentale, e ti do' la mia disponibiltà per quanto riguarda la mia di esperienza e preparazione, credo che questa tua piattaforma sia geniale e fondamentale.

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CASACLUBBERS con PRINCIPE MAURICE

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intervista a

FABER 1. Ciao Faber, innanzitutto, grazie per aver accettato l’intervista per Clubbers Mag. Come stai? Come stai passando questo periodo molto difficile?

Ciao ragazzi, diciamo che sono in salute, sto bene e aggiungerei che il lockdown è un evento straordinario di notevole difficoltà che ci ha messo tutti a dura prova... la sola ipotesi non sarebbe stata attendibile, mentre viverla in prima persona ha dato ad ognuno di noi un risultato reale... sono soddisfatto di me stesso, è una prova che ritengo di aver superato a pieni voti!!! Le mie giornate invece le divido al mattino tra attività fisica, interessi vari, come il NIGHT LIVE SHOW il programma che sto realizzando insieme a Maurizio Nari ed Ale BigMama la cui preparazione richiede molto impegno.

Non vi nascondo che durante le lunghissime giornate in casa, in attesa della ripresa ho trovato il tempo di dare una mano ad un amico imprenditore che ha riconvertito la propria azienda nella vendita di mascherine, tra l’ altro molto belle, le WALL... la sera... full immersion NETFLIX!!!

2. Si dice sempre “Faber è il vocalist per eccellenza”, raccontaci un po’ come hai iniziato, come sei diventato il vocalist più forte d’Italia, e se hai qualche segreto da suggerire ad un giovane che vuole iniziare questo lavoro.

Diciamo che quando ho cominciato, questa figura era agli esordi, non eravamo in molti ed i requisiti richiesti per intraprendere questa professione erano diversi… dovevi avere un curriculum di tutto rispetto per approdare ai “TOP CLUB”, nel mio caso ho cominciato in una piccola radio all’età di 15 anni come dj, li ho scoperto di avere potenziale anche come speaker, passione che ho maturato per circa 10

IL VOCALIST PER ECCELLENZA

anni cambiando diverse emittenti anche nazionali, parallelamente ho fatto l’animatore turistico, corsi di dizione, teatro, programmi televisivi settoriali e tutto quello che poteva essere bagaglio artistico per prepararmi a quella che poi sarebbe diventata la mia professione che ormai dura da anni.

Forse se dovessi dare un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere questa professione sicuramente li inviterei a non soffermarsi solo sul lavoro dell’mc ma a spaziare in tutte le esperienze artistiche proprio come ho fatto io in modo da avere un background importante.

Aggiungerei che l’ascolto e la conoscenza della musica gioca un ruolo fondamamentale.

3. Dopo questo periodo, molto particolare, come pensi sarà la figura del vocalist? Cosa cambierà?

Non credo che quando si tornerà alla normalità ci siano dei cambiamenti di rilievo, tutto ripartirà da dove c’eravamo lasciati...

Una nota però a mio avviso è quella che i locali ripartiranno a pieno regime, dettato dal fatto che la gente ha moltissima voglia di ricominciare a fare festa, quindi, se mi posso permettere di dare un consiglio ai direttori artistici o proprietari e gestori di club, è sicuramente quello si di ricominciare sfruttando l’entusiasmo della ripartenza, ma questa volta proponendo un prodotto artistico di qualità, e questo lo si può ottenere solo con i professionisti del settore e non con gli improvvisati.

Altrimenti il rischio sarà quello di rimanere indietro.

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OGNI SERATA HA UN RICORDO SPECIALE PER ME 4. Negli ultimi anni so che hai anche intrapreso l’attivita di gestore (con successo) in alcune attività nel leccese dove ti sei trasferito, ci racconti di cosa si tratta?

Si, premetto che parallelamente alla mia attività di vocalist ho sempre svolto anche quella di direzione artistica e consulenza di strutture rivolte all’intrattenimento e allo spettacolo in genere...

A fronte di alcuni progetti futuri mi sono trasferito in una terra meravigliosa qual’è il Salento ricca di cultura, colori, sapori e tradizioni che mi hanno davvero rapito... proprio il primo anno sono stato chiamato in causa da Stefano Vitullo e Fox e la famiglia Cantoro per il progetto Dolceriva.

Da lì, con Igor e Itaco Cantoro ho continuato con altre strutture balneari e locali multifunzionali e altre società nel ruolo sempre rilegato alle mie competenze di organizzazione artistica ma devo dire che ho scoperto un mondo meraviglioso che è parallelo e compatibile con i club.

5. Nel salutarti, mi dici qual’è stata la tua serata piu bella? Quella che ricordi con più emozioni?

Io credo che non esista una serata uguale ad un’altra quindi nel suo genere sono tutte originali e speciali e cariche di ricordi ed emozioni... certo è che magari qualcuna ti è rimasta scolpita nella memoria più di altre vuoi per entusiasmo, aspettative pienamente soddisfatte o solo per un’alchimia che si è venuta a creare inaspettatamente... quindi non ne ho una in particolare ma molte, moltissime ognuna speciale nel suo genere... Ho la fortuna di lavorare da sempre al fianco di grandi professionisti e quando c’è questo fattore ogni serata ha un ricordo speciale per me. Sicuramente nella scatola dei ricordi inserisco quelle dove sono riuscito in qualche modo a instaurare un rapporto quasi magico con il pubblico, perché solo in quel caso riesci generare una complicità che ti permette di trasformare una normale serata in un evento indimenticabile... e questo mi è successo tante volte!!!

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ELECTRONIC RENAISSANCE L’INTRATTENIMENTO (DIGITALE) FA DEL BENE INTERVISTA A LORENZO TIEZZI Il Electronic Renaissance, il progetto "on line" di Ilario Alicante che il 3 maggio 2020 ha riacceso per tre ore l’Albero della Vita, è stato un successo assoluto. Più che i numeri delle visualizzazioni, più che la cifra consistente donata alla Croce Rossa di Milano, conta la considerazione di chi di solito l'intrattenimento giovanile lo mette da parte. Durante l'evento c'è stato addirittura un collegamento in diretta del Tg2. E prima, il sindaco di Milano Sala ha presentato l'evento sui suoi social.

Se si è arrivati a tanto, è perché, per fortuna, dj e beneficenza in Italia non sono più universi separati. È stato un processo lungo, che è avvenuto nel tempo. United Djs for Children, fin dal 2010 fa ballare sul Garda migliaia di persone, con una line up di top dj italiani degno di un super festival. Subito dopo è cresciuta l'importanza di un grande evento veneto, Aperishow, che oggi ogni anno mette insieme decine e decine di top dj.

Credits: Lagarty Photo - Gabriele Canfora

Tornando ad Electronic Renaissance, il successo assoluto nasce da lontano. E come sempre nell’intrattenimento è un successo collettivo.

“L’idea nasce da Ilario Alicante e pure da Riccardo Lai (Amnesia, Social Music City)”, racconta Dario del Lisi, chief strategy officer di SG Company, la società che ha curato la produzione dell’evento.

“Solitamente non ci occupiamo di intrattenimento, ma di eventi b2b, marketing e comunicazione, lanci di prodotto, eccetera. Questa volta abbiamo volentieri un’eccezione. L’idea infatti non è mai stata quella di proporre un semplice dj set online.

Grazie alla musica, volevamo cercare di far arrivare a tutti un messaggio universale di rinascita. A Milano, in Italia, nel mondo…”.

Cosa ti ha affascinato di più in questo lavoro?

“Più che la produzione dell’evento, mi interessava organizzare un evento che potesse far emozionare un target ben più ampio di quello che di solito va a a ballare. La sfida è stata anche quella di ‘raccontare’ un dj set in un modo del tutto nuovo anche a chi conosce bene la musica elettronica.

L’entertainment infatti non è fine a se stesso.

Tocca esperienze che ognuno di noi ha fatto, dà un bagaglio formativo che ti porti poi sempre dietro, anche se spesso non te ne accorgi. Ovviamente, noi come tutti gli altri, abbiamo lavorato pro bono, vista la finalità benefica dell’iniziativa”.

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Credits: Lagarty Photo - Gabriele Canfora

Come ti sembra si stato recepito l’evento, al di là dei numeri comunque molto importanti?

“Il successo non lo misuro solo con i numeri, ma anche dai commenti sui social, dai media che hanno dato spazio all’evento. Questa esperienza può servire a tutti, anche a chi organizza eventi.

A volte il valore emozionale di ciò che facciamo anche noi organizzatori non sappiamo raccontarlo nel modo giusto. Chi fa notte in particolare questa consapevolezza deve averla più chiara. Per una volta abbiamo unito mondi diversi e fatto capire che l’arte e la musica, anche quella elettronica, sono linguaggi universali”.

Credits: Lagarty Photo - Gabriele Canfora

L’intervista che avete letto, la trovate in una forma più estesa, con tante altre e tanti altri spunti in “Faccio After”, l’ebook benefico di Lorenzo Tiezzi a favore di dj e artisti dell’intrattenimento in difficoltà che viene pubblicato l’1 giugno 2020. Per leggerlo (e dare una mano), clicca qui sotto (maipiusolo. com), si donano almeno 10 euro con carta di credito o Paypal con causale “Faccio After” e poi si manda la ricevuta a diamociunamano@lorenzotiezzi.it.

Credits: Lagarty Photo - Gabriele Canfora

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COSA SARÀ VIS A VIS? “Vis a Vis” è un progetto ambizioso di Filippo Marchesini, a nostro parere uno dei migliori Dj italiani!

Sarà un “Digital Format”, un’evoluzione ibrida a metà tra un Podcast ed un Radioshow.

Ci saranno due Radioshow al mese uno con un Dj nazionale di livello ed uno con Filippo.

FILIPPO MARCHESINI

Chi parteciperà all’iniziativa Vis a Vis? Filippo sfiderà ed ospiterà decine e decine di maestri del mixer, dei veri top Djs.

Sei pronto a scoprire il progetto e viverlo insieme a noi?

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MASSIMINO LIPPOLI

PORTA IL TUO CLUB NEL

DIGITAL MARKETING COSTRUISCI LA SUA BRAND IDENTITY

di Francesco Castelli Il digital marketing gioca un ruolo fondamentale nello scacchiere dell’imprenditore che necessita di una strategia mirata per aumentare sempre di più il numero dei clienti e ottimizzare i profitti per garantire il successo del suo club.

Per posizionarlo sul mercato, il primo step è quello di partire a realizzare la sua brand identity affinchè risulti in modo chiaro riconoscibile e riconducibile alla sua immagine.

Appassiona sul web e sulle piattaforme social, offri contenuti interessanti conquista con le credenze, i valori, i plus e racconta la storia professionale del tuo club.

Ricordati che non stai vendendo solo il luogo, la musica, gli eventi, il food ed il drink ma stai vendendo un’esperienza unica ed indimenticabile.

Il compito è quello di definirla e poi trasmetterla di riflesso al proprio team di lavoro così da motivarsi a raggiungere gli obiettivi di business prefissati.

Ci sono alcune semplici domande che aiutano a capire “qual è lo scopo” e “cosa rappresenta il club per l’imprenditore”:

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• Perché hai voluto aprire il club?

• Qual è il sistema di credenze del club?

• Quali sono i valori più importanti legati a te e al tuo club?

• Chi sono i tuoi clienti tipo?

• Cosa rende il tuo club speciale ed unico?

• Cosa sai fare meglio di chiunque altro?

Quante volte hai sentito dire che il futuro del business di qualsiasi brands è il digital marketing per “x” motivi? E non hai pensato che lo potesse essere anche del mondo della notte?

La Nightlife presenta agli imprenditori una ghiotta opportunità creativa di branding rispetto alle aziende di altri settori. Pensa all'illimitata possibilità di ideare una tematica per il tuo club in qualsiasi modo. È un’enorme potenzialità da sfruttare.

Per farlo ogni club deve avere un proprio scopo, questo si chiama vision.

La vision è il sogno dell’imprenditore, definisce il futuro del club a dieci, venti, trent’anni dalla nascita e può evolversi nel tempo.

• Quali sono le tre parole che descrivono meglio il tuo club?

• I clienti utilizzando solamente tre parole come descrivono il tuo club?

• Quali sono i vantaggi che hanno i clubbers a frequentare il tuo club?

• Come sintetizzeresti il tuo club in uno slogan?

Queste domande e soprattutto le risposte servono per comprendere perché il tuo club dovrebbe essere scelto tra tutti gli altri.

Una volta identificato il fine, il club deve saper essere continuamente attraente verso i suoi

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attuali e nuovi clubbers facendosi parecchio desiderare.

Come lo puoi fare?

Dichiarando i tuoi obiettivi a lungo termine.

Il secondo step è quello di pensare alla migliore strategia digitale e di comunicazione per continuare a creare la brand identity del tuo club iniziandolo a posizionare nel mercato della Nightlife.

Per definire e pianificare il tuo progetto bisogna sapere a chi e come dovrai parlare ricercando il target specifico verso cui comunicare.

Per questo sarà necessario avere l’identikit dettagliato dei tuoi clubbers tramite l’analisi ben definita delle buyer personas (definizione usata nel marketing per individuare e capire il cliente tipo nelle sue peculiarità ).

I potenziali clienti del tuo club hanno un’età compresa tra i trenta e i quarantacinque anni e si tratta di persone a cui piace la categoria lusso e ascoltano musica house? Dovrai coglierli di sorpresa offrendo loro contenuti di valore e che li identifichino per saper attirare la loro attenzione. Dovranno sentirsi parte attiva del tuo club perchÊ frequentandolo e intercettando la sua comunicazione godranno di reali benefici e saranno felici di stare all’interno del tuo ecosistema per sempre.

In base ai risultati potrai pensare a come comunicare, veicolare e come scrivere i messaggi trasmessi dal club, su quali canali (web e social media) in modo da creare i contenuti piÚ adatti che sapranno dare un’identità ben definita e lo distingueranno dal resto dei competitor.

I competitor sono parte attiva e importantissima del tuo business.

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Non ci avevi mai pensato?

Devi sempre osservarli intercettando strategie e tracciando gli esiti delle loro azioni per capire quali saranno le loro prossime mosse che faranno sul mercato. Studiali e anticipali. Sii tu il pioniere e il portatore dell’innovazione nella Nightlife.

Il terzo step è quello di sviluppare il brand design che aumenterà la percezione del tuo club sapendolo trasformare da luogo ad immagine tramite la visualizzazione di alcuni elementi caratteristici come il logo, il naming, i colori, il web design, l’advertising, i contenuti video, grafici, testuali e musicali da condividere con il tuo target.

Quando si vuole realizzare la propria brand identity non bisogna lasciare nulla al caso.

Per farlo è necessario affidarsi ad esperti professionisti del settore marketing che se ne occupano nello specifico. Il club attraverso la sua identità deve saper suscitare emozioni, stimolare il riconoscimento per far capire da dove proviene e che cosa rappresenta parlando del tema, dell'atmosfera e dell’esperienza che la sua clientela può aspettarsi.

La sua celebrità si costruisce nel tempo, le sue azioni porteranno a specifici risultati che vanno però costantemente monitorati per essere indirizzate a centrare gli obiettivi nel tempo. Da come interagiscono i clubbers con il tuo brand, a come stimolino i contenuti creati fino a quanti utenti visitano i tuoi canali promozionali convertendosi a clienti reali.

In questo periodo di emergenza caratterizzato dal COVID-19 la brand identity di un club deve necessariamente mutare. È importantissimo rivedere il proprio modello pensando a quali alternative valide il mondo dell’intrattenimento possa ugualmente offrire durante questa fase per l’economia così delicata.

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DJCHARTS MAGGIO 2020

GABRY VENUS

(HEXAGON/SPINNIN, CUBE, SOSUMI, EGO, SIRUP, DVISION...)

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GARY CAOS, GABRY VENUS Insane In The Brain (Casa Rossa) REEVIERA Night Moves (Wikolia Music) GABRY VENUS X GEORGIA MOS feat. ELLA LOPONTE Call 911 (PM Recordings)

4. Me and My Toothbrush - Funking Around (Enormous Tunes)

8. Rasmus Faber feat. Ohrn - Two Left Feet (Dario D'Attis Remix) [Defected]

5. Darren Regan - Get Down (Total Freedom) 9. GuyMac, Murphy's Law - Slow Down (Under No Illusion) 6. Gabry Venus - Fun Beach (Gabry Venus Gipsy Remix) [EGO] 10. Simon Ray - Burnin' Up Inside (Axtone) 7. Just US, Eddy, DJ Rae - Someday (Harris Hurr Remix) [D:Vision]

MITCH B. (PINETA MILANO MARITTIMA, DONNA ROSA 38 MARINA DI RAVENNA, JANGO...)

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SANDRO MURRU KORTEZMAN X MITCH B. X FENU X ZEN X ABIGAIL Respect (Jango) METERS FOLLOW, MITCH B. Strike It Up (Jango) DIPLO, SIDEPIECE On My Mind (Purple Disco Machine Remix) [Higher Ground (Mad Decent)]

4. Heller & Farley Project – Ultra Flava (David Penn Remix) (Defected)

8. King Joshua – Professional Widow (Idol Mix) (Idol Records)

5. Meters Follow , Mitch B. – Love Is My Music (promo Yuppies Records)

9. Kevin McKay , Tom Caruso – Freak Like Me (Kevin ViP) (Glasgow Underground)

6. Todd Terry – Jumpin (Black Legend Remix) (Phoenix Music Inc)

10. Bel Amour – Bel Amour (Paco Caniza Remix) (Promo Ministry Of Sound)

7. Moreno Pezzolato feat. Octahvia – Family Affair (La Luna Records)

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DJCHARTS MAGGIO 2020

MODUS DJ

(PURPLE MUSIC, PRINCIPE DI SAVOIA MILANO, HOTEL DIANA MILANO...)

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JAMIE LEWIS, KIM COOPER Naked (Jamie Lewis Darkroom - Purple Music) MODUS feat. ANDREA LOVE Come And Go With Me (Purple Music) HERCULES & LOVE AFFAIR Blind (Frankie Knuckles Remix)

4. Anthony Romeno - I Won't let You Go (Sax club - PurpleMusic)

7. Jerome Robins - Groovejet (If This Ain t Love) (Jungle Funk Recordings)

5. Bini & Martini - Disco Down (Club Mix - House of Glass)

8. Tom Novy ft Michael Marshall - Your Body (Kosmo Records)

6. Alfred Azzetto ft Geneive Allen - Colors are Forever (Walterimno Main - Purple Music)

9. Ralphi Rosario - Take me Up (Lego s Mix - Afterhours) 10. Purple Disco Machine - Praise You (Rmx - Defected)

ANTHONY D’ANDREA (SHED - RADIO 105)

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CAMELPHAT , ARTBAT For A Feeling OLIVER HELDENS, MOGUAI Cucumba (Bluestone Remix) STEVE BUG Loverboy (Pauli Retuch)

4. Basement Jaxx- Red Alert (The Cube Guys Remix)

8. Offaiah - Private Show

5. Dennis Ferrer- Hey Hey (Riva Starr Remix)

9. Purple Disco Machine- In My Arms

6. Hot Since 82- Make Up

10. Chus & Cheballos, Dario D’Attis - Heart Of Glitter

7. Dj Nanni - Erase

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DJCHARTS MAGGIO 2020

RICCARDO DI LAZZARO (RESIDENT DJ ART CAFÈ - RADIO GLOBO (ITALIA/IBIZA) - STRAKTON RECORDS UK)

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BISCITIS Sundown NADER RAZDAR, KEVIN MCKAY Get Ur Freak On WILL CLARKE Hallelujah

4. Claptone, Mylo - Drop The Pressure

8. Martin Skin, Sammy Porter Back to Funk

5. Dennis Ferrer - Hey Hey (Riva Star RMX)

9. Shadow Child - Space Riot

6. Joshua - Magic

10. The Cube Guys - Plastic Dreams (Cubed RMX2020)

7. Moreno Pezzolato - Sing it Back

ALESSANDRO LOPEZ (QI CLUBBING, BRESCIA)

1 2 3

PAX The Drum (Sola) CHUS & CHEBALLOS, DARIO D’ATTIS Heart of Glitter (Saved) FISHER Wanna Go Dancing

4. Cari Golden, Camelphat - Freak

8. Guz (NL) - U Got My Love

5. Diplo - On My Mind

9. Moreno Pezzolato - Sing it Back

6. Joshua - Magic

10. Rene Amesz - Vispas

7. Joeski - Sacudelo

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DJCHARTS MAGGIO 2020

MAURIZIO MACRI (BLU BAY)

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MOXY MUZIK EDITS 001 White Label HELLER & FARLEY PROJECT Ultra Flava (Darius Syrossian Rmx) JAMES SOLACE Setting Sun

4. Nic Fanciulli - Werk

8. Abrao Bigamo - Too Late To Ganges (Red Axes Rmx)

5. Ost & Kjex - Kaputt (Karmon Rmx)

9. Bob Sinclair - Steel Storm (Musumeci Rmx)

6. Renato Cohen & Bismuth Coppola - Kings & Queen

10. Da Mike - Kaavan

7. Mano Negra - Sueno De Solentiname (Rampa Rmx)

NERVESTRAIN (HUB-DONOMA-QI-ISOLABEACH)

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BASEMENT JAXX Red Alert (The Cube Guys Remix) (Cube Recordings) KEVIN MCKAY A Deeper Love (Extended Remix) (Glasgow Underground) MIXKING JOSHUA Professional Widow Idol (Idol Records)

4. Sammy Porter, Jess Bays - Devotion (Extended Mix) (Armada Subjekt)

7. Gene Farris, ATFC - Spirit Of House (Extended Mix) (Toolroom)

5. Moreno Pezzolato - Sing It Back (Extended Mix) (Glasgow Underground)

8. Mylo, Claptone - Drop The Pressure (Extended Version) (Different)

6. Mason Maynard - McLovin’ (Original Mix) (Hot Creations)

9. Torren Foot - More Life (Extended Mix) (Club Sweat) 10. Chus & Ceballos, Dario D’Attis - Heart of Afrika (Extended Mix) (Saved Records)

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DJCHARTS MAGGIO 2020

ROY EMM

1 2 3

MORENO PEZZOLATO, KEVIN MCKAY Touch Me (Extended Mix) [Glasgow Underground] WILLO Around Me (Stefano Albanese Remix) [Basement Music Records] LUCA GARABONI Club Plastique (Original Mix) [Flashmob LTD]

4. Willo - Redzone (Original Mix) [Snake Beat]

8. Roland Clark, Jhon’Julius’Knight - This is House (Marco Lys Extended Remix)

5. Flashmob - Deeper Underground (Extended Mix) [Glasgow Underground]

9. Giancarlo Zara - Jungle (Original Mix) [Fine Music]

6. Giancarlo Zara - Winter (Qubiko Remix) [Klaphouse Records]

10. Francesco Dinoia - Give Me (Original Mix) [Dirtyclub Music]

7. Alfrenk,Mata Jones - Everyday (Original Mix) [303 Lovers]

SERGIO MATINA (ARMADA MUSIC / JUICY TRAXX / WHORE HOUSE REC. / PORNOSTAR REC. / PINKSTAR REC. / TENDENZIA REC.)

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IVOX GARCIA Jacks House (Dacusan Rec.) - ES PAUL PARSONS Perfect (White Label) - UK NOVECENTO Get Rockin (Unbelievable Rec.) - IT

4. Side B - Swag (MuthaFunkerZ Rec.) - US

7. Groove Salvation - Ya Mad (Manicomio Rec.) - MX

5. Cele, Javi Colina & Quoxx - Mambo (Habitat Rec.) - CL

8. Louden - Kosher (Witty Tunes Rec.) - US 9. D.Noriega - Townad (Habitat Rec.) - MX

6. Gianni Ruocco & Le Roi Carmona - I Dont Dance Now (Line Box Rec.) - CO

10. Doc Brown - Show ‘Em (Exit 32 Rec.) - US Official Web Site: www.sergiomatina.com

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DJCHARTS MAGGIO 2020

BART DUSCIAN

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FERRECK DAWN Feat. ANTHONY VALADEZ

By My Side [Defected] MAKITO Give Me Your Love (Original Mix) [Mood Funk Records] TODD TERRY Nitty Gritty (Remix 2020) [Freeze Records]

4. 84bit – Can’t Stop (Original Mix) [Phoenix Soul]

8. Yvva Back – In My Mind [There Was Jack]

5. Brokenears – Keep Control [Soulfuric Trax]

9. The Deepshakrz Feat. Marti Wilson – House Want You [DFTD]

6. 8 Bit Society – Neon Light – [Divine Sounds] 10. Kevin Mckay – Save Me [Glasgow Underground] 7. Krepes – Quiche [Lovintimes Records]

SIMO G.

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DAVID PENN & KPD Ain’t Got No [Club Sweet] FISHER Wanna Go Dancin [Catch & Release/Astralwerks] ANDREA LADDO Scandalous (Original Mix) [Cube Recordings]

4. Purple Disco Machine - In My Arms [Club Sweet]

8. Earth n Days - Just Be Good To Me (Original Mix) [HouseU]

5. Torren Foot - More Life (Extended Mix) [Club Sweet] 6. The Cube Guys, Bando (GR) - Groove Is In The Heart (Original Mix) [Cube Recordings]

9. Santarini, Milk Bar, Antonio Contino - Manhattan (Extended Mix) [Total Freedom] 10. OFFAIAH - Soldier Club Mix [Defected]

7. Dim Chord - I Got 5 (Original Mix) [Tactical Record]

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Ti aspettiamo su Clubbers!

L’UNICA COMMUNITY ITALIANA PER IMPRENDITORI DELLA NIGHTLIFE

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