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1Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’- Piazza Carlo di Borbone - Portici (NA) - Italia
2Department of Nutrition and Food Science, University of Granada, Campus of Cartuja s/n - 18071 Granada - Spagna
3Institute of Nutrition and Food Technology ‘Jos´e Mataix’ (INYTA), Biomedical Research Centre, University of Granada, Granada - Spagna
4Department of Analytical Chemistry, University of Granada, Campus of Fuentenueva s/n - 18071 Granada - Spagna
*email: elena.torrieri@unina.it
Impatto dei trattamenti combinati di blanching ed alte pressioni sulle proprietà di puree di fragola prodotte su scala industriale
Impact of blanching and high hydrostatic pressure combined treatments on the physico-chemical and microbiological properties and bioactive-compound profile of an industrial strawberry smoothie
■ PAROLE CHIAVE
acido ascorbico, attività antiossidante, antocianidine, trattamento ad alta pressione, purea
RIASSUNTO
Le puree a base di frutta o di verdura rappresentano una moderna alternativa ai succhi filtrati e alle bevande ultra-processate. Il presente lavoro riporta l’effetto della tecnologia ad alta pressione (HPP) (600 MPa, 3 min, 4°C) accoppiata con un pre-trattamento di blanching sulle proprietà fisico-chimiche (pH, °Brix, colore, viscosità), microbiologiche e sui composti bioattivi di puree di fragola prodotte su scala industriale. In particolare, sono stati analizzati i composti fenolici (HPLC-ESI-TOF-MS), la vitamina C (HPLC-UV-Vis), e l’attività antiossidante (test DPPH e ABTS) di tutti i campioni. Le puree prodotte con processo tradizionale, ovvero pastorizzate mediante trattamento termico (TP), e quelle non trattate (NT), sono state usate come campioni di confronto. I risultati hanno mostrato che il trattamento con le HPP accoppiato al blanching, aumentava la viscosità ed il contenuto fenolico, in particolare il contenuto di p-cumaroil esoso, rispetto ai campioni TP e NT (+26,8 e +17,6%), oltre a preservare il colore e gli antociani. La vitamina C è aumentata del 15%, migliorando l’attività antiossidante (+12%), e la carica microbica era minima. Questi dati suggeriscono che il trattamento con le HPP accoppiato con un pretrattamento di blanching, è un’efficace alternativa ai trattamenti termici per preservare la qualità e garantire una adeguata shelf life di puree di fragola.

■ KEYWORDS ascorbic acid, antioxidant activity, cyanidin, high pressure processing, strawberry puree
SUMMARY
In recent years, fruit-based smoothies have gained popularity worldwide and are currently a major segment of the global soft-drink market. This study compared industrial-scale treatments of strawberry smoothies: combined blanching and High-Pressure Processing (HPP), thermal pasteurization (TP), and untreated (NT). Analyses included physicochemical parameters (pH, °Brix, color, viscosity), microbiological safety, and bioactive compounds (phenolics, vitamin C, antioxidants). HPP at 600 MPa for 3 min at 4°C increased viscosity and phenolic compounds (particularly p-coumaroyl hexose) of samples related to TP and untreated samples (26.8 and 17.6%, respectively) and maintained colour stability compared to untreated samples. Anthocyanidins retention was better in HPPthan in TP- treated samples. Vitamin C content increased significantly by 15% in HPP-treated samples, contributing to enhanced antioxidant potential (12%), as shown by the minimal microbiological load observed, in comparison with untreated samples. These findings suggest that HPP is an effective alternative to TP for improving the overall quality of strawberry smoothies.
tate (Marszałek et al., 2016). Tuttavia, questa somiglianza o addirittura un aumento nei valori dei parametri cromatici potrebbe essere dovuta all’estrazione meccanica di antociani e altri pigmenti dai tessuti dopo il trattamento HPP (Nawawi et al., 2023). Infatti, è stata segnalata una correlazione positiva tra il contenuto di antocianidine e i valori di a* nei succhi di fragola (Wang et al., 2015). Da notare che il trattamento termico (TP) ha influenzato significativamente (p<0,05) il colore delle puree, in particolare il parametro a* dei campioni trattati con alte temperature (TP) è significativamente minore (p<0,05) rispetto a quelli dei frullati NT e HPP (Fig. 2). Altri ricercatori (Lacey et al., 2023) hanno invece riportato un incremento del parametro a* con un cambiamento del colore visivo da rosso a marrone dovuto al trattamento termico TP. L’imbrunimento non enzimatico successivo al trattamento con TP può derivare da diverse reazioni, tra cui la condensazione di Maillard, la caramellizzazione e la distruzione dei pigmenti (Ibarz et al., 2000).
I valori di pH, °Brix e TA (%) dei campioni sono riportati in Fig. 3
I valori di pH dei campioni HPP e NT variavano significativamente da 3,57 a 3,63, rispettivamente, mentre non sono state riscontrate differenze significative (p<0,05) rispetto ai campioni non trattati, NT. Il contenuto di solidi solubili totali dei campioni era simile (p>0,05), mentre la TA (%) dei campioni TP era significativamente inferiore rispetto ai campioni trattati con HPP o NT. La riduzione del pH e il conseguente aumento della TA% per i campioni HPP potrebbero essere influenzati dalla pressione imposta dall’HPP sulla matrice alimentare. Infatti, a seconda della natura del prodotto alimentare, la pressione potrebbe causare una ionizzazione di piccole molecole, come H₂O e acidi deboli, che a sua volta aumenta la concentrazione di ioni H+ (Kaushik et al., 2014; Ravichandran et al., 2023). Tutti i valori corrispondenti rientravano negli intervalli precedentemente riportati per le puree di fragole. Ad esempio, Yildiz et al. (2021) hanno riportato valori di 7,83-8,00°Brix, acidità titolabile 0,79%-0,84% e valori di pH di 3,45-3,50 per i succhi di fragola.
Composti fenolici identificati nelle puree di fragola mediante HPLC-ESI-TOF-MS
La composizione polifenolica delle puree di fragole è stata determinata utilizzando HPLC-ESITOF-MS ed i composti identificati sono riportati in Tab. 1.
Sono stati identificati in totale 18 composti, di cui tre sono stati identificati come derivati degli acidi idrossicinnamici (Esa p-cumaroylato, Acido 3-O-caffeoilchinico, Acido cumarico), tre come derivati dei calconi (Floretina 2’-xyloglucoside, Floretina, Floridzina), sette come derivati dei flavonoidi (Quercetina 3-O-beta-D-glucofuranoside, Quercetina-3-glucuronide, Kaempferolo-3-glucoside, Kaempferolo-7-glucuronide, Kaempferolo, Kaempferolo 3-O-beta-(2’’-acetil)galactopyranoside, Kaempferolo-3-coumaroylglucoside) e cinque come precursori fenolici (Isomero a di siringenina, Isomero b di siringenina, Isomero c di siringenina, Isomero a di metilsiringenina, Isomero b di metilsiringenina).
In Tab. 2 sono riportate le quantità dei composti fenolici e

Fig. 3 - Impatto dei diversi trattamenti su pH, °Brix e acidità titolabile (TA%) degli smoothies di fragola.
Soluzioni per eliminare i metalli pesanti dal cacao
Il cacao percorre una filiera complessa prima di diventare cioccolato. In ogni passaggio, dall’origine agli impianti di trasformazione, c’è una variabile che l’industria monitora con crescente attenzione: la presenza di metalli pesanti nelle fave.
È un problema tecnico concreto che richiede soluzioni altrettanto concrete, e che sta spingendo i produttori a ripensare i loro processi di lavorazione.
Mentre il consumatore apre la sua tavoletta fondente al 70%, nei laboratori di controllo qualità si analizzano campioni per rilevare tracce di metalli pesanti, so-
prattutto piombo e cadmio. È una routine che ogni produttore serio conosce bene, ma che pochi fuori dal settore immaginano.
La FDA americana e l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno acceso i riflettori su questi elementi presenti nei prodotti a base di cacao. È una questione di sicurezza alimentare che richiede attenzione e soluzioni innovative.
I metalli pesanti provengono dallo stesso ciclo naturale del cacao. Durante il processo di crescita e nelle fasi di fermentazione ed essiccazione, infatti, le fave assorbono naturalmente elementi presenti nel terreno e

nell’ambiente circostante. Alcuni terreni contengono naturalmente concentrazioni maggiori di questi elementi, altri minori, a seconda della zona geografica e delle caratteristiche geologiche del territorio.
Quindi, la buccia delle fave contiene una concentrazione di metalli pesanti circa 10 volte superiore rispetto al prodotto. Questo significa che la chiave per ridurre il problema sta nell’ottimizzazione dei processi di separazione.
Attualmente, i grandi produttori di cioccolato gestiscono questa sfida con una procedura di analisi di ogni lotto di cacao in arrivo, per rimanere entro i limiti di sicurezza indicati dalle autorità sanitarie.
Il processo di “blending” – o miscelazione dei lotti – non è normalmente consentito e il problema deve essere affrontato con l’innovazione tecnologica.
Tecno 3 è stata selezionata per partecipare a un progetto di ricerca internazionale che coinvolge alcuni dei principali attori dell’industria del cioccolato mondiale. L’obiettivo è sviluppare soluzioni tecnologiche che permettano di ridurre significativamente la presenza di metalli pesanti attraverso l’innovazione dei macchinari di trasformazione, una sfida che richiede la collaborazione fra costruttori di impianti, tecnologi, ricercatori e istituzioni. Il progetto a cui partecipa l’azienda piemontese rappresenta un esempio virtuoso di come l’industria possa unire le forze per affrontare realtà complesse.
I tecnici lavorano su quattro fronti: pulizia delle fave in entrata, ottimizzazione della frantumazione, precisione nella sepa-
Impianto per la granettatura del cacao (Tecno 3).
Soluzioni di azionamento igieniche ed efficienti
Nel mondo della produzione alimentare e delle bevande, l’igiene non è solo una priorità, ma un requisito imprescindibile. Per questo Nord Drivesystems propone sistemi di azionamento pensati per affrontare al meglio le sfide di questo settore: robusti, duraturi, resistenti alla corrosione e altamente efficienti dal punto di vista energetico.
Le soluzioni Nord sono progettate per funzionare in ambienti

sottoposti a frequenti cicli di pulizia e disinfezione, tipici dell’industria alimentare. Per resistere a detergenti aggressivi, sostanze chimiche e sanificazioni intensive, l’azienda ha sviluppato NXD tupH, un trattamento superficiale avanzato che rende l’alluminio resistente in modo duraturo, in modo simile all’acciaio inox, ma con il vantaggio di essere più leggero e dissipare meglio il calore. Il processo NXD tupH si basa su due fasi: prima viene creato uno strato protettivo direttamente sulla superficie dell’alluminio, poi viene applicato un sigillante che lo rende resistente anche agli
agenti chimici più aggressivi. Il risultato è una superficie resistente alla corrosione, lavabile, conforme alle principali normative per il contatto con alimenti (FDA, Regolamento CE 1935/2004, normative svizzere e MERCOSUR) e priva di PFAS, per una maggiore sicurezza e sostenibilità.
Oltre alla protezione superficiale, Nord punta anche su efficienza e durata. I motori IE5+, ad alta efficienza energetica, contribuiscono in modo concreto alla riduzione dei consumi e dei costi operativi. La gamma include
Produzione
anche motori lisci, senza ventola, ideali per aree in cui è fondamentale prevenire l’accumulo di sporco e facilitare la sanificazione profonda.
Le soluzioni Nord con rivestimento NXD tupH sono già state installate con successo in migliaia di applicazioni in tutto il mondo, dimostrando affidabilità e robustezza nel tempo. Disponibili a magazzino, sono pensate per essere facili da integrare, rapidamente installabili e garantire una lunga durata operativa, anche in ambienti produttivi complessi.
di olio quadruplicata con la tecnologia Alfa Laval
Nel cuore dell’Alto Alentejo, nella cittadina di Montemor-oNovo, il frantoio Caminhos do Futuro rappresenta un punto di riferimento per l’intera comunità agricola locale. Ultimo frantoio rimasto attivo nella zona, ha recentemente compiuto una scelta decisiva per il proprio futuro: investire in tecnologia all’avanguardia per poter continuare a valorizzare una tradizione secolare.
Grazie all’installazione del nuovo estrattore centrifugo Foodec Sigma di Alfa Laval, l’impianto ha registrato un salto di qualità che ha portato la capacità di lavorazione dell’olio extravergine da 1.500 kg l’ora a ben 6.000 kg l’ora – una vera e propria quadruplicazione, resa possibile da un processo di modernizzazione attento e mirato.
La decisione di investire nella nuova linea di estrazione è nata proprio dalla necessità di doversi evolvere per mantenere la competitività.
Il legame tra il frantoio e Alfa Laval affonda le radici nel tempo. L’impianto era già dotato di un estrattore Alfa Laval attivo dal 1998 e di due separatori risalenti al 1989, ancora perfettamente funzionanti. Proprio questa affidabilità storica ha dato fiducia al team nel riconvertire la vecchia linea per la lavorazione secondaria della sansa, trasformando un tempo uno scarto in una fonte di guadagno extra a partire dal 2024.
Il nuovo estrattore centrifugo a due fasi della serie Sigma, installato a Caminhos do Futuro, si basa su un design consolidato ma aggiornato con le più recenti innovazioni. Tra le novità più rile-
FINE LINEA
In crescita il mercato dell’automazione del packaging a fine linea e nei magazzini
Il mercato globale dell’automazione del packaging a fine linea e nei magazzini sta vivendo una fase di crescita e si prevede un aumento del valore complessivo di 2,4 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Secondo le stime di Interact Analysis, tra il 2024 e il 2029 il mercato crescerà con un tasso annuo composto del 7,9%, passando dai 5,1 miliardi di dollari del 2024 a circa 7,5 miliardi nel 2029. Si prevede che le Americhe e le soluzioni per l’automazione del packaging nei magazzini saranno tra i principali motori di questo sviluppo.
Le aziende americane ed europee stanno aumentando gli investimenti nell’automazione delle
operazioni di confezionamento e imballaggio packaging in magazzino per far fronte ai crescenti costi del lavoro. Entrambe le regioni registrano anche una crescita dei sistemi di confezionamento a fine linea per l’industria manifatturiera, spinti da stipendi elevati e pressioni normative. Nella regione Asia-Pacifico, invece, la maggior parte della crescita deriva dall’espansione generale del settore manifatturiero, più che dall’aumento dei costi di manodopera.
Nel settore dell’automazione del packaging, le applicazioni nel fine linea hanno coperto il 61% dei ricavi del comparto nel 2024 e si prevede che questa quota calerà di un punto percentuale entro il 2029,

nonostante il packaging nei magazzini cresca a un ritmo più veloce. Le applicazioni a fine linea, come case packer, sigillatrici ed erettori di scatole, dovrebbero mantenere una presenza significativa, con ricavi complessivi superiori a 2,1 miliardi di dollari nel 2024.
L’aumento dell’automazione nei magazzini è sostenuto soprattutto dagli investimenti crescenti in macchine per il confezionamento su misura, sistemi di insacchettamento e robot palettizzatori. La domanda derivante dall’e-commerce e la normativa che penalizza gli sprechi di materiale rappresentano forze trainanti importanti. Pur avendo le macchine per confezionamento su misura e i sistemi di insacco i tassi di crescita più elevati, il mercato rimane ancora relativamente piccolo rispetto alle soluzioni più consolidate. L’automazione del packaging è più matura negli ambienti produttivi, dove l’installazione di nuovi impianti avviene generalmente in strutture di nuova costruzione o in siti in cui è necessario aumentare la produttività. Nei magazzini, invece, molti processi di confezionamento sono ancora manuali, creando maggiori opportunità per i produttori di macchine e contribuendo ad una previsione di crescita più rapida delle vendite in questo settore fino al 2029.
Forte incremento previsto dei ricavi derivanti dall’automazione del packaging in tutte le principali aree geografiche fino al 2029 (Fonte: Interact Analysis).
ELETTRONICA AUTOMAZIONE
Tecnologie smart nella produzione dolciaria e degli snack
Nel 2026, a ProSweets Cologne gli espositori presenteranno soluzioni di Intelligenza Artificiale compatibili con il futuro, mentre sensori di visione 2D e 3D continuano a guadagnare terreno nell’industria alimentare. Negli ultimi anni, il mondo della digitalizzazione è stato caratterizzato da una serie di parole chiave che hanno definito nuove tendenze, come Big Data, Cloud, Intelligenza Artificiale e sensori intelligenti.
A Colonia, dal 1° al 4 febbraio 2026, i produttori di dolciari e snack potranno vedere come l’automazione basata sull’IA e il controllo qualità guidato dai dati possano fare la differenza nell’affrontare le complesse sfide di oggi. Ad esempio, le nuove linee di confezionamento devono essere rapidamente operative per rispettare i programmi di produzione, garantendo al contempo quantità costanti e un’efficienza complessiva dei sistemi senza interruzioni. A questo si aggiunge la necessità di adattarsi costan-
temente ai gusti dei consumatori e alle richieste del mercato: che siano prodotti fruttati, salati, morbidi o croccanti, la varietà sugli scaffali aumenta, non solo per i singoli prodotti ma anche nelle confezioni. Dai pacchi familiari assortiti alle pratiche confezioni per snack da consumare al volo, fino a edizioni limitate esclusive, i consumatori desiderano una molteplicità di varianti e opzioni personalizzate.
Ne consegue che i sistemi produttivi devono essere frequentemente riconfigurati. L’efficienza, l’alta disponibilità delle macchine e la semplicità d’uso diventano criteri fondamentali nello sviluppo dei nuovi impianti, per cui servono soluzioni altamente flessibili che permettano cambi formato rapidi e un rapido ritorno alla piena operatività, e modernizzare e adottare le nuove tecnologie contribuisce alla competitività.
I sistemi nell’industria dei dolci e snack sono da tempo altamente automatizzati grazie ai
numerosi sensori e attuatori, ma non sempre supportati in maniera coerente dai dati. Le aziende necessitano di soluzioni in grado di rendere fruibili grandi quantità di dati, spesso inutilizzati, per ottimizzare i processi. A questo scopo, i fornitori di tecnologia integrano sensori intelligenti nei sistemi esistenti e li configurano per comunicare con il Cloud. Questi sensori “smart”, dotati di microprocessore integrato, non si limitano a registrare valori fisici, ma elaborano segnali e permettono previsioni affidabili sulle condizioni operative dei sistemi, offrendo nuove possibilità per migliorare l’efficienza complessiva degli impianti.
Oltre al monitoraggio continuo, i produttori possono interagire con i loro sistemi produttivi e di confezionamento tramite assistenti basati sull’IA. I chatbot generativi, collegati a database cognitivi, forniscono risposte immediate a qualsiasi domanda operativa. Grazie al machine
learning, le basi dati crescono costantemente, supportando la comunicazione con le macchine e contribuendo all’ottimizzazione della produzione. Questi assistenti possono anche automatizzare attività di routine e, combinati con procedure guidate per i cambi formato, permettono di stabilire processi efficienti in cui ogni fase viene verificata, eliminando interruzioni dovute a errori di configurazione.
I sensori non devono essere necessariamente installati in modo statico nei sistemi: comuni stampi in policarbonato che attraversano una linea di cioccolato dotata di tecnologia di misurazione possono monitorare aree difficilmente accessibili, come refrigeratori, stazioni di formatura o zone soggette a vibrazioni.
Temperature e parametri meccanici sono così rilevati in tempo reale, consentendo di individuare precocemente errori, come transizioni con catene non parallele in un sistema di colatura, e di intervenire prima che si verifichino malfunzionamenti.
I sensori intelligenti rappresentano una base ideale per l’implementazione dell’IA nel processo decisionale basato sui dati. IA e machine learning sono tecnologie ad alte prestazioni con il potenziale di trasformare in modo duraturo la produzione di dolci e snack. Già oggi, i sistemi agiscono in modo sempre più proattivo, con l’obiettivo di migliorare gli standard qualitativi e utilizzare le risorse in maniera più efficiente. In questo contesto, i sensori di visione 2D e 3D stanno prendendo piede in tutta l’industria alimentare, permettendo di gestire prodotti, formati e compiti di confezionamento diversi senza sforzi aggiuntivi.
Anche la gestione dei prodotti diventa più precisa grazie al riconoscimento visivo basato sull’IA: i robot sono in grado di identificare oggetti diversi e di gestire efficacemente il “prelievo di articoli disordinati”. Dietro a ciò ci sono sofisticate tecnologie di visione integrate a cinematismi pick-and-place a cinque o sei assi. In questo modo, biscotti e cracker, disposti uniformemente nelle confezioni, offrono già una qualità e una presentazione ottimali al momento dell’apertura. La gamma di applicazioni possibili per questi sistemi è pressoché illimitata.
Inoltre, i sensori di visione supportati dall’IA sono ormai elementi fissi nei controlli qualità: possono classificare caramelle gommose, cioccolatini o confetti secondo criteri definiti, controllare le porzioni e verificare il contenuto delle confezioni. I sistemi più avanzati utilizzano l’imaging mul-
tispettrale, che permette di riconoscere in tempo reale la composizione chimica di corpi estranei, come frammenti di vetro, metallo o plastica, e di scartare prodotti difettosi come biscotti sbriciolati o waffle con coperture di cioccolato irregolari, con una precisione superiore anche a quella dei più esperti addetti al controllo qualità.
Gli algoritmi supportati dal deep learning contribuiscono non solo a migliorare l’efficienza delle linee produttive, ma vengono impiegati anche per classificazioni automatiche delle materie prime, come nel caso della valutazione della qualità dei semi di cacao. Analizzando le immagini, il software è in grado di rilevare difetti come infestazioni di insetti o muffe e di determinare il grado di fermentazione tramite uno schema cromatico, consentendo interventi mirati per preservare il tipico aroma del cioccolato.

IMBALLAGGI CONFEZIONI
Il packaging sostenibile fra transizione ecologica, normative e nuove esigenze sociali
A luglio, la storica sede dell’Accademia dei Georgofili ha ospitato un seminario dedicato a un tema sempre più cruciale per l’industria agroalimentare e per i consumatori: la sostenibilità degli imballaggi alimentari. L’iniziativa è stata promossa congiuntamente dall’Accademia e dal Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari, con l’obiettivo di fare il punto su innovazione, sicurezza e responsabilità nel settore del packaging. Il packaging ha attraversato secoli di evoluzione, dalle anfore romane alle moderne soluzioni digitali e riciclabili. Se in passato la sua funzione era principalmente quella di contenere e conservare i prodotti, oggi rappresenta
un elemento chiave per la qualità, la sicurezza, la tracciabilità e la sostenibilità lungo tutta la filiera alimentare.
Non è solo un supporto fisico, ma un vero e proprio strumento culturale e comunicativo, capace di educare, orientare e costruire fiducia nei confronti del consumatore. In questo contesto, i tecnologi alimentari assumono un ruolo centrale, collaborando con l’industria del food, il mondo MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti), il marketing e la ricerca scientifica.
I relatori del seminario –Alessandra Fazio, Serena Pironi, Paolo Galli e Gabriele Cardia –hanno esplorato le molteplici sfide che oggi coinvolgono l’intero ecosistema del packaging.
Fra queste, la sostenibilità reale, oltre il greenwashing . I materiali devono essere non solo riciclabili, ma anche sicuri, tracciabili, e con un basso impatto ambientale.
Altro tema imprescindibile è quello della sicurezza alimentare. I materiali a contatto con gli alimenti possono infatti trasferire sostanze indesiderate ed è perciò necessario adottare buone pratiche di fabbricazione (GMP) e un controllo attento delle forniture, sia da parte delle aziende MOCA che dell’industria alimentare.
Quindi, bisogna confrontarsi con le nuove norme europee, e l’entrata in vigore di regolamenti come il PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation) impone un profondo ripensa-
mento dei modelli produttivi, con obiettivi stringenti su riciclabilità, compostabilità, riuso e trasparenza delle informazioni.
Infine, è fondamentale comunicare correttamente, e il marketing deve prestare particolare attenzione ai claim ambientali, evitando affermazioni non certificate o fuorvianti che potrebbero portare a sanzioni per pratiche scorrette.
Al centro del dibattito anche la Carta Etica del Packaging, un documento che promuove una visione del packaging come scelta consapevole e responsabile, non solo tecnica. L’imballaggio – secondo questo approccio – deve
rispondere non solo a esigenze di performance e conservazione, ma anche a principi etici, culturali e sociali.
In un’epoca di transizione ecologica, il packaging diventa così un catalizzatore di cambiamento, chiamato a coniugare innovazione, responsabilità e trasparenza. La sfida è quella di alleggerire, semplificare e digitalizzare senza compromettere le funzionalità meccaniche o igienico-sanitarie degli imballaggi.
In questo quadro, il packaging rappresenta oggi una componente strategica dell’industria italiana ed europea, non solo per il suo impatto economico e occupa-
zionale, ma anche come motore di innovazione e sostenibilità. Le nuove tendenze spingono verso materiali più leggeri, tracciabili e integrati con sistemi digitali, nel rispetto di regolamenti europei sempre più rigorosi.
Il seminario ha confermato che l’evoluzione del packaging alimentare non è più solo questione di materiali, ma di visione sistemica. Richiede il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera: imprese, tecnologi, istituzioni, fornitori, marketer e consumatori, con l’obiettivo comune di rendere l’imballaggio uno strumento funzionale, sicuro e, soprattutto, sostenibile.

PRODOTTI
Cioccolato con meno zucchero
Novi propone le nuove tavolette Latte e Fondente -30% di zuccheri, che offrono il gusto autentico del Grande Cioccolato Italiano con un apporto zuccherino ridotto, grazie all’uso di inulina, una fibra vegetale prebiotica estratta dalla radice di cicoria.

Questa scelta permette di limitare gli zuccheri senza ricorrere ad edulcoranti artificiali, mantenendo intatto il sapore e la qualità del cioccolato Novi. Inoltre, l’inulina porta benefici funzionali, contribuendo al benessere del microbiota intestinale e al supporto del sistema immunitario.
La linea -30% zuccheri conferma l’impegno di Novi verso un pia-
cere più responsabile: ingredienti 100% vegetali, ridotto impatto glicemico e gusto iconico, adatto sia a chi ama il cioccolato al latte,
sia a chi preferisce quello fondente con il 52% di cacao, per godersi un momento di dolcezza in modo più equilibrato e consapevole.
Nuova merenda di frutta
Zuegg presenta due novità pensate per i più piccoli: il nuovo design dei nettari in brick e l’arrivo delle pouch di Frutta Frullata 100% frutta, senza zuccheri aggiunti, per bambini dai 3 anni.
I Fruttonauti, i simpatici “esploratori della frutta”, animano i nettari da 3x200 mL con packaging colorato e divertente, trasformando ogni merenda in un gioco. La linea include card da collezionare e attività promozionali nei principali punti vendita,
come il “Kit Spaziale” da colorare e coupon sconto online per i succhi Zuegg e Skipper.
Le nuove pouch di Frutta Frullata da 90 g offrono praticità e gusto, senza conservanti né aromi, disponibili in tre combinazioni: Mela, fragola e mirtillo; Mela, banana, mango e maracuja; Mela, pesca e albicocca
Le confezioni presentano i Mangiafrutta, personaggi divertenti che guidano i bambini in un viaggio tra sapori di qualità.

Il nuovo cioccolato Novi Latte e Fondente -30% di zuccheri.
Le nuove pouch di Frutta Frullata 100% frutta, senza zuccheri aggiunti di Zuegg.
Bocconcini di mozzarella ripieni
Vallelata presenta i suoi nuovi Bocconcini di mozzarella ripieni di crema di latte, un prodotto
Il gianduia si fa in due

che unisce la morbidezza della mozzarella a un cuore cremoso, offrendo un’esperienza di gusto unica e sorprendente. Pensati per chi ama combinare consistenze diverse, questi bocconcini trasformano un pranzo veloce, un aperitivo con amici o un antipasto raffinato in un piccolo piacere sensoriale.
I nuovi Bocconcini di mozzarella ripieni di
Mini savoiardi
Forno Bonomi, storica azienda specializzata nei Savoiardi e fornitore di riferimento per il tiramisù, ha introdotto una nuova versione in formato ridotto: i Mini Savoiardi, disponibili sia classici che al cacao. L’idea nasce per rispondere alla crescente diffusio-

I nuovi Bocconcini Ripieni non sono solo un’innovazione di prodotto: rappresentano la risposta alla ricerca degli italiani di equilibrio, sorpresa e piacere a tavola, celebrando il connubio perfetto di consistenze e sapori.
Caffarel presenta Piemonte Bigusto, una nuova collezione di praline che unisce la tradizione del gianduia alla “Nocciola Piemonte IGP”. La linea comprende le varianti Piemonte Bianco & Classico, con cioccolato bianco e gianduia, e Piemonte Fondente & Classico, che combina gianduia e cioccolato fondente.
ne del tiramisù in monoporzione e alle esigenze di praticità legate al consumo fuori casa e al take-away.
Il nuovo prodotto, disponibile in confezioni da 200 g, mantiene la ricetta tradizionale, con ingredienti semplici come farina, zucchero e uova, ma in soli 2 cm di biscotto. È pensato sia per il consumo domestico, sia per il settore della ristorazione, dove è aumentata la richiesta di dessert già porzionati.
Attualmente l’azienda esporta i suoi prodotti in oltre 100 Paesi e dispone di tre linee produttive dedicate ai Savoiardi, che da sole coprono la maggior parte della produzione giornaliera. Dal novembre 2025 entrerà in funzione una quarta linea, che consentirà di incrementare la capacità produttiva e soddisfare la crescente domanda internazionale.

La collezione è disponibile in tre formati: praline sfuse, Cornet da 150 g e scatola regalo da 215 g, pensati rispettivamente per degustazione, consumo quotidiano o come regalo.
Piemonte Bigusto vuole coniugare qualità e innovazione, rinnovando l’esperienza del gianduia senza rinunciare alla tradizione piemontese.
crema di latte di Vallelata.
I Mini Savoiardi di Forno Bonomi.
Le nuove praline Piemonte Bigusto di Caffarel.
Novità di prodotto e immagine per Le Conserve della Nonna
Lo storico marchio modenese Le Conserve della Nonna ha introdotto la nuova Passata di Pomodoro “Senza Sale Aggiunto”, pensata per chi desidera ridurre il consumo di sodio senza rinunciare al gusto. Il prodotto, in vetro da 420 g, è realizzato con pomo-

dori 100% italiani dell’Emilia-Romagna, lavorati da freschi per preservarne sapore e proprietà nutritive.
La passata consente di personalizzare le ricette secondo le proprie esigenze alimentari e si inserisce nella filosofia dell’azienda di offrire prodotti genuini e di filiera corta.
Anche questa novità, come il resto della gamma de Le Conserve della Nonna, presenta un nuovo packaging che unisce tradizio-
ne, qualità e trasparenza, senza rinunciare alla genuinità che da sempre lo contraddistingue.
La nuova veste grafica, caratterizzata da illustrazioni acquarellate, denominazioni ben leggibili, texture effetto materico e claim dedicati ai punti di forza del prodotto, nasce per rendere i vasetti ancora più riconoscibili a scaffale e comunicare in modo diretto i valori del brand: ingredienti selezionati, filiera corta e ricette semplici dal gusto autentico.
Ogni confezione vuole evocare la cucina di casa e il piace-
re delle conserve preparate in famiglia, riportando al centro la tradizione e la cura artigianale. Un restyling che non cambia l’essenza del marchio, ma la racconta in modo più immediato, rafforzando il legame con consumatori sempre più attenti alla provenienza e alla qualità di ciò che portano in tavola.
Il nuovo look sarà introdotto progressivamente su tutte le linee di prodotto, confermando la filosofia che ha reso celebre Le Conserve della Nonna: trasparenza, semplicità e autenticità.
Sfoglie al pistacchio
Matilde Vicenzi amplia la sua linea di snack con le nuove Millefoglie al Pistacchio, unendo bontà, praticità e stile inconfondibile. Dopo le varianti alla nocciola e alla crema pasticcera, questa novità conquista al primo morso grazie all’incontro tra la sfoglia fragrante e la morbida crema al pistacchio, ideale per una pausa golosa in qualsiasi momento della giornata. Disponibili in confezioni pratiche da cinque pezzi singolarmente avvolti, le Millefoglie al Pistacchio manten-
gono il design elegante della linea e arricchiscono l’offerta con un gusto ricco e moderno, pensato per i consumatori contemporanei.
Un’altra novità è MilleVoglie al Caffè Bialetti, una limited edition nata dalla collaborazione tra i due marchi, dove la sfoglia croccante Vicenzi si combina con una crema al caffè, offrendo uno snack dal gusto intenso e avvolgente. Il prodotto è confezionato in un pack dal design esclusivo ispirato all’iconica moka Bialetti.
Le nuove sfoglie al pistacchio di Matilde Vicenzi.

La nuova Passata di Pomodoro “Senza Sale Aggiunto” de Le Conserve della Nonna.
IGIENE AMBIENTI
Superfici che fanno la differenza nell’industria alimentare
Nell’industria alimentare non ci sono margini d’errore: ogni dettaglio deve garantire igiene, sicurezza e affidabilità assoluta.
Sirec, azienda italiana che da oltre trent’anni accompagna le imprese del settore con pavimentazioni studiate per rispondere

alle sfide quotidiane della produzione, mette a punto superfici che non sono semplici pavimenti: sono la base su cui poggia la qualità dei processi. Continue, impermeabili, facili da sanificare e resistenti agli stress meccanici e chimici, assicurano un ambiente sicuro per operatori e prodotti. A questo si aggiunge la possibilità di integrare additivi antibatterici naturali e finiture dedicate, fino alle versioni “a specchio” per le aree a elevata criticità, come camere bianche e reparti ad alto standard igienico.
La forza di Sirec risiede nei materiali e nel servizio completo, dalla consulenza iniziale alla posa, fino all’assistenza post-vendita. Ogni progetto è personalizzato: che si tratti di resina, klinker o gres porcellanato, l’obiettivo è offrire soluzioni durevoli, sicure e performanti, in linea con le normative HACCP e Reg. CE 852/2004.
RICERCA APPLICATA
Legumi più digeribili col riscaldamento a radiofrequenza
Anche se fanno parte della nostra dieta da secoli, legumi come piselli e fagioli sono in realtà i semi destinati a dare vita alla prossima generazione di piante. Per proteggersi dagli animali e dagli insetti, contengono naturalmente delle sostanze chiamate “antinutrienti”, difficili da digerire sia per gli animali che per gli esseri umani.
Questi composti antinutrizionali – tra cui tannini, lectine, inibitori della tripsina e acido fitico – possono essere inattivati con il calore. Tuttavia, i grandi forni industriali oggi utilizzati per trattare i legumi sono poco efficienti: rischiano di bruciarne l’esterno prima che l’interno abbia raggiunto una temperatura
sufficiente a neutralizzare queste sostanze.
Un team di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Chimica e Biologica dell’Università del Saskatchewan (USask) ha identificato una nuova tecnica promettente: il riscaldamento a radiofrequenza (RF). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Innovative Food Science & Emerging Technologies
Le onde RF funzionano in modo simile alle microonde, per cui se si mette una tazza d’acqua nel forno, si scalda l’acqua, ma non la tazza. Lo stesso succede con i legumi: si scalda l’acqua all’interno, ma non l’intero seme.
Questo fenomeno si chiama “riscaldamento selettivo”, perché

permette di scaldare solo alcune aree del materiale senza surriscaldarne altre, e consente di preservare le proprietà nutrizionali che con i metodi di cottura tradizionali possono deteriorarsi. Inoltre, i tempi di trattamento sono molto più brevi, bastano pochi minuti.
Il gruppo di ricerca canadese ha ipotizzato che, durante il trattamento RF, l’acqua all’interno del legume si espanda trasformandosi in vapore, provocando una sorta di “esplosione” dei pori interni, aumentandone il numero e la dimensione, facilitando il rilascio del vapore e migliorando la cottura.
Usando la Canadian Light Source dell’USask – la struttura nazionale canadese di sorgenti di luce di sincrotrone – i ricercatori hanno confermato la teoria: i legumi trattati a radiofrequenza presentavano più pori e una riduzione dell’81% degli inibitori della tripsina, una delle principali sostanze antinutrizionali.
Considerando che le proteine animali sono molto costose in molte aree del mondo e servono quindi proteine vegetali sostenibili che possano essere prodotte su larga scala per nutrire la popolazione globale, risulta evidente la potenzialità di questo metodo di trattamento che, oltre a essere più sostenibile dal punto di vista ambientale, potrebbe rendere i legumi più facili da digerire, ampliandone ulteriormente il ruolo nella dieta umana e come valida alternativa alle proteine animali.
Metodo innovativo contro l’E. coli nel latte
Il latte è un alimento fondamentale nella dieta umana, ma è altamente suscettibile alla contaminazione microbica, rappresentando un rischio significativo per la sicurezza alimentare. I metodi convenzionali di pastorizzazione termica, come la pastorizzazione a bassa temperatura e lunga durata (LTLT – 63°C per 30 minuti), l’alta temperatura per breve tempo (HTST – 85°C per 2-4 secondi), la pastorizzazione flash (72-75°C per 15-30 secondi) e la sterilizzazione (120°C per almeno 15 minuti), sebbene efficaci contro i microrganismi, spesso compromettono le proprietà nutrizionali e sensoriali del latte.
Uno studio iraniano comparso sull’International Dairy Journal. 167, 106269, 2025 presenta un innovativo metodo di pastorizzazione non termica che combina la cavitazione idrodinamica in tubo Venturi con il plasma in fase liquida, al fine di ottenere un’efficace inattivazione microbica, preservando al contempo la qualità del latte. Utilizzando la metodologia di superficie di risposta (Response Surface Methodology), sono stati ottimizzati i parametri di tensione (10-20 kV), portata (2-8 L/ min), temperatura (30º-50°C) e tempo di trattamento (1-5 minuti), al fine di massimizzare la riduzione di Escherichia coli
I risultati hanno evidenziato una riduzione di 5,42 log del batterio, dove la tensione e il tempo di esposizione sono stati i fattori più influenti. Rispetto ai metodi termici convenzionali, che possono provocare denaturazione proteica e ossidazione lipidica,
questo approccio ha preservato le componenti nutritive del latte – proteine, grassi e lattosio – con alterazioni sensoriali minime.
Questa tecnologia, efficiente dal punto di vista energetico, rappresenta un’alternativa promettente e riproducibile su ampia scala per la pastorizzazione industriale del latte, garantendo sicurezza microbiologica senza compromettere l’integrità nutrizionale e sensoriale del prodotto.
Microonde per i carciofi freschi
Su Acta Horticulturae. (No. 1424): 179-186, 2025 è uscito un lavoro che si è proposto di valutare l’effetto di trattamenti a microonde (MW) delicati (compresi tra 31 e 99 J g-¹) come alternativa all’immersione in soluzioni chimiche per prevenire l’imbrunimento post-taglio dei carciofi freschi di IV gamma. I carciofi della varietà “Madrigal” sono stati trattati prima o dopo il taglio e successivamente confezionati in film di cloruro di polivinile (PVC) per una conservazione di 6 giorni a 5°C. Sono stati analizzati diversi parametri qualitativi, tra cui la composizione gassosa all’interno della confezione, la qualità visiva del ricettacolo e delle brattee tagliate (valutazione dell’aspetto), i parametri colorimetrici, il contenuto totale di polifenoli, l’attivi-
tà antiossidante e l’attività della polifenolossidasi (PPO).
I trattamenti a microonde (applicati sia su carciofi interi, prima della mondatura, sia su carciofi pre-mondati) si sono rivelati efficaci nel ritardare l’imbrunimento e nel preservare la qualità post-taglio dei carciofi freschi rispetto ai campioni non trattati. Sono state osservate alcune differenze anche tra i campioni irradiati con microonde, con prestazioni leggermente migliori quando il trattamento è stato effettuato sul carciofo intero. Anche quando combinato con il confezionamento in atmosfera modificata, il trattamento MW ha dimostrato di essere efficace nel ritardare l’imbrunimento delle superfici tagliate.
I risultati indicano che l’applicazione di trattamenti a microonde delicati può ridurre il potenziale di imbrunimento nei carciofi freschi di IV gamma, contribuendo al mantenimento delle caratteristiche qualitative e permettendo una durata di conservazione compatibile con la moderna distribuzione a catena del freddo. Tuttavia, rimane ampio margine per ulteriori approcci sperimentali al fine di ottimizzare il trattamento e comprendere meglio il sottile confine tra efficacia del trattamento e danno termico al prodotto.

MERCATI CONSUMI
Uno sguardo sul settore lattiero-caseario mondiale
Secondo un report stilato dall’USDA – Dipartimento statunitense dell’agricoltura – gli Stati Uniti guidano la crescita della produzione mondiale di latte, con un aumento previsto dell’1,1% nel 2025, grazie all’aumento dei capi allevati in vista di un’espansione della capacità di trasformazione. Le esportazioni statunitensi sono state forti durante i primi cinque mesi del 2025 e hanno sostenuto la domanda complessiva di latticini nel paese. Prezzi competitivi per burro e formaggi USA hanno sostenuto le esportazioni nonostante la domanda più debole per i prodotti magri, tra cui siero, lattosio e latte scremato in polvere. Anche la Nuova Zelanda dovrebbe incrementare la produzione di latte quest’anno grazie all’aumento delle rese, insieme a un numero stabile di lattifere. Le esportazioni neozelandesi sono state solide nella prima metà dell’anno, in particolare per formaggi e burro. La produzione di burro, formaggi e latte scremato in polvere è prevista in aumento nel 2025, mentre quella di latte intero in polvere rimane invariata rispetto all’anno precedente.
Pure in Argentina la produzione di latte è prevista in aumento nel 2025, in ripresa rispetto allo scorso anno, quando la crisi economica ha comportato un forte calo della produzione.
La produzione di latte nell’Unione Europea dovrebbe invece continuare a diminuire a causa delle normative ambientali e alla bassa redditività che esercitano pressioni sugli allevatori. Con forniture ridotte, la forte domanda interna e internazionale sosterrà una maggiore attenzione alla produzione di formaggi a scapito di burro e latte in polvere. La produzione australiana di latte è prevista in calo di meno dell’1% nel 2025 a causa della siccità persistente che
ha aumentato i costi del fieno e ridotto i pascoli nelle principali regioni produttrici. Complessivamente, la produzione mondiale di latte dei cinque principali esportatori è prevista in aumento di meno dello 0,5% nel 2025.

Latte
Nel 2025, la produzione di latte in Australia è stimata a 8,6 milioni di tonnellate, l’1% in meno rispetto al 2024. Si prevede che i produttori ridurranno il numero di capi poiché la siccità persistente nelle principali aree di produzione limita la crescita dei pascoli e aumenta i costi del fieno. L’impatto negativo della siccità viene parzialmente compensato da prezzi alla stalla elevati, che sostengono l’alimentazione supplementare e determinano moderati aumenti delle rese per capo. Le esportazioni australiane di latte sono stimate in crescita del 4% nel 2025, grazie alla maggiore domanda dall’Asia. Tuttavia, non è previsto un ritorno ai livelli precedenti, poiché le elevate scorte interne in Cina ne limitano l’espansione.
Per quanto riguarda l’Unione Europea, nel 2025, la produzione di latte è prevista in calo di meno dell’1%, a 145,3 milioni di tonnellate. L’aumento della resa per vacca – favorito dai progressi nella genetica – non riuscirà a controbilanciare una riduzione del 3% dei capi di lattifere. Questa previsione rappresenta un’accelerazione del calo rispetto agli anni precedenti ed

(Fonte: USDA)
è la più grande riduzione annuale dei capi degli ultimi anni. Politiche ambientali, malattie, ulteriore consolidamento del settore, scarsa redditività e prezzi record per la carne bovina hanno spinto all’aumento delle macellazioni nel 2024.
La redditività del settore lattiero-caseario nell’UE resta sotto pressione. Sebbene la maggior parte dei costi dei mangimi sia diminuita nel 2024, l’aumento dei costi energetici e dei fertilizzanti continua a pesare sui margini. Inoltre, la scarsa redditività non ha attratto nuovi produttori e dovrebbe portare a un’ulteriore contrazione del settore nel 2025. Con la diminuzione della produzione di latte, i trasformatori UE dovrebbero concentrarsi sempre di più sulla produzione di formaggi.
In Nuova Zelanda la produzione di latte è stimata in aumento dell’1%, a 21,9 milioni di tonnellate nel 2025, trainata da rese più elevate, favorite dalle buone condizioni climatiche che hanno migliorato i pascoli. Inoltre, prezzi del latte più alti e una migliore redditività sosterranno le rese attraverso una maggiore alimentazione supplementare e pascoli più rigogliosi. Le esportazioni continueranno a sostenere la redditività del settore, con una forte domanda che alimenta la crescita dei prezzi alla stalla.
Formaggi
La produzione di formaggi in Australia nel 2025 è prevista a 395.000 tonnellate, leggermente inferiore a causa di forniture di latte ridotte per uso industriale. Si prevede che il settore dia priorità alla produzione di formaggi rispetto ad altri latticini, data la domanda interna costante, in particolare per le varietà di formaggio di maggior valore. Il consumo di formaggi dovrebbe raggiungere un livello record di
Rapporto annuale sui consumi dei prodotti surgelati in Italia
I dati diffusi da IIAS – Istituto Italiano Alimenti
Surgelati – rivelano che il 2024 è stato un anno di ulteriore consolidamento per il comparto dei prodotti surgelati in Italia. I consumi hanno infatti superato 1 milione e 30 mila tonnellate, con una crescita del 2,3% rispetto al 2023 e un consumo pro capite annuo che ha raggiunto i 17,5 chilogrammi, in aumento rispetto ai 17,2 chilogrammi registrati l’anno precedente. Nonostante la contrazione complessiva degli acquisti alimentari nel Paese, i surgelati hanno continuato a distinguersi come categoria in controtendenza, capace di rafforzare la propria presenza nelle abitudini alimentari degli italiani.
Accanto all’incremento dei volumi, si è osservato un andamento positivo anche dal punto di vista economico: il valore di mercato del comparto ha toccato quota 5,7 miliardi di euro, con un incremento dell’1,8% rispetto all’anno precedente. La gran parte di questo fatturato è generata dal canale retail, che ha sfiorato 3,9 miliardi di euro, mentre il fuori casa si è attestato su circa 1,8 miliardi.
La dinamica dei consumi mostra come il cuore della crescita risieda soprattutto nelle scelte domestiche. Nel 2024 il canale retail ha infatti raggiunto oltre 652 mila tonnellate, con un aumento del 3,1% rispetto al 2023. Più stabile invece il fuori casa, che si è mantenuto su

NOTIZIE DAL MONDO
Un programma per promuovere l’agroalimentare del futuro
A Verona è nato il Foodtech Incubator, un programma nazionale pensato per trasformare ricerca e idee innovative in startup capaci di rivoluzionare il settore agroalimentare. L’iniziativa prende forma all’interno del Verona Agrifood Innovation Hub (VAIH), che in pochi anni si è affermato come punto di riferimento per l’agrifoodtech italiano.
Il progetto punta a colmare una criticità strutturale del Paese: portare più rapidamente le innovazioni dai laboratori al mercato, in un comparto dove troppo spesso il potenziale resta inespresso. Basti pensare che, in Italia, solo una minima parte delle tecnologie nasce in ambito universitario, mentre la maggioranza si sviluppa direttamente nelle startup.

Nato dalla collaborazione fra l’acceleratore Foddtech globale Eatable Adventures e partner istituzionali e industriali di primo piano – dalla Fondazione Cariverona a UniCredit, dal Comune di Verona a Veronafiere, insieme a Confindustria Verona, Università di Verona, VASONGROUP e Mulino Padano – e con l’ingresso dell’Università di Padova, VAIH rafforza la sua missione di ponte tra ricerca e impresa, rendendo il Made in Italy agroalimentare più competitivo e attrattivo. A supporto del programma contribuiscono inoltre enti nazionali come CREA, Federalimentare e CNR, insieme alle principali associazioni di categoria.
Il percorso è iniziato a settembre con una call nazionale per la selezione di progetti nelle aree più promettenti dell’innovazione agroalimentare: dall’agricoltura digitale agli ingredienti di nuova generazione, dalla circular economy alla biotecnologia e alle tecnologie più avanzate per la filiera. Dopo una prima fase intensiva di bootcamp, i team avranno accesso a tutoraggio, workshop e momenti di confronto diretto
Nuova sede dell’ITS Academy Agroalimentare Piemonte a Torino
A giugno è stata inaugurata ufficialmente, a Torino, la nuova sede dell’ITS Academy Agroalimentare Piemonte, struttura realizzata grazie ai fondi del PNRR che rappresenta un nuovo centro formativo all’avanguardia, pensato per rispondere concretamente alle esigenze del settore agroalimentare, sempre più orientato a innovazione, sostenibilità e didattica esperienziale.
Situata nel quartiere Lucento, zona in forte riqualificazione, la sede si propone come riferimento per le imprese locali e come luogo d’incontro tra formazione, territorio e lavoro. A testimonianza dell’impegno verso l’alta specializzazione, il nuovo polo è stato intitolato al Cavaliere del Lavoro Flavio Repetto, fondatore del Gruppo Elah Dufour Novi, imprenditore che ha segnato la storia del settore alimentare italiano.
La scuola offre spazi moderni e laboratori altamente tecnologici: trasformazione alimentare, chimica e microbiologia, serre di acquaponica e aeroponica, wine & mixology, packaging, sensorialità, birrificio, droni e trattori 4.0, con software avanzati per la raccolta e l’analisi dei dati agricoli. Tutto è pensato per integrare teoria e pratica, con un approccio esperienziale e orientato all’inserimento nel mondo del lavoro.
I corsi biennali post-diploma, gratuiti e finanziati dalla Regione Piemonte, dal Ministero dell’Istruzione e dall’Unione Europea (NextGenerationEU), spaziano dalla produzione alla sostenibilità, dal marketing al retail, con percorsi come Gastronomo, Wine
Marketing Manager, Sostenibilità nella Filiera Food, Pastry Chef, Mastro Birraio 4.0 e altri ancora. Il 60% dei docenti proviene dal mondo aziendale e ogni studente svolge 680 ore di stage, anche all’estero tramite il programma Erasmus+.

2024 da record per Kölnmesse che presenta la strategia “level35”
Kölnmesse, uno dei principali organizzatori fieristici a livello internazionale, ha archiviato il 2024 con risultati molto positivi: 365,8 milioni di euro di fatturato e 21,3 milioni di utile netto, consolidando così la propria posizione nel panorama globale. In
totale, sono stati organizzati 76 eventi a Colonia e nel resto del mondo, attirando oltre 2,1 milioni di visitatori da 197 paesi e più di 34.500 espositori da 106 nazioni.
Il CEO Gerald Böse ha sottolineato come il successo derivi da
