Carnet Verona - Febbraio 2024

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VIVERE. SCOPRIRE. CONOSCERE. N.1 – Febbraio 2024

RISTORI BAROQUE FESTIVAL ALLA SUA SECONDA EDIZIONE • AMARONE OPERA PRIMA, IL GRANDE ROSSO DELLA VALPOLICELLA SI PRESENTA • FEBBRAIO MESE DEL CARNEVALE E DELL’AMORE TRA VENARDÌ GNOCOLAR E VERONA IN LOVE


UNA NUOVA IDENTITÀ, LO STESSO IMPEGNO Alla luce dei oltre due decenni di attività è maturata la necessità di far evolvere l’identità della rivista, verso una direzione in grado di mantenere la memoria storica e allo stesso tempo comunicare l’arrivo di una nuova spinta manageriale. È così scaturito un restyling del logo che cerca di dare nuova linfa all’intera identità di Carnet Verona, senza comprometterne la riconoscibilità. La progettazione del logotipo si è concentrata sulla ridefinizione degli equilibri compositivi di alcuni punti caratteristici dell’identità passata, come la scelta tipografica. Sono stati aggiunti inoltre elementi di unicità al logo

attraverso piccoli espedienti grafici sulle lettere “r” e “n”. Lo spunto arriva dalle pendenze delle Torricelle, che diventano idea per tagliare le lettere di Carnet, trasformandole da semplici lettere in elementi unici e riconoscibili. Il medesimo approccio è stato applicato alla lettera “t”, che nella pronuncia del naming risulta muta. Questo aspetto ci ha concesso di ridefinire una morfologia completamente differente e nuova per l’elemento, conferendogli un aspetto univoco e ornamentale.

Andrea Rubele – Art Director

VIVERE. SCOPRIRE. CONOSCERE. N.1 – Febbraio 2024

RISTORI BAROQUE FESTIVAL ALLA SUA SECONDA EDIZIONE • AMARONE OPERA PRIMA, IL GRANDE ROSSO DELLA VALPOLICELLA SI PRESENTA • FEBBRAIO MESE DEL CARNEVALE E DELL’AMORE TRA VENARDÌ GNOCOLAR E VERONA IN LOVE


EDITORIALE

di Alberto Cetti

Vivere. Scoprire. Conoscere. Questo è il servizio e la mission che la nostra azienda vuole dare a voi lettori veronesi e non solo. Crediamo che il servizio di raccontare la vita di una collettività, la vita di un pensiero fondante, scoprire nuove iniziative, il divenire di nuovi luoghi, raccontare nuove storie, mettere in luce il perché delle cose e trarne una conoscenza, sia un lavoro bellissimo. Questo lavoro lo sentiamo come una responsabilità, abbiamo una grande passione e magari anche un piccolo talento, che vogliamo mettere a servizio di voi lettori portandovi a conoscenza di quanta bellezza ci circonda… e che spesso forse dimentichiamo. Ecco perché continuiamo a rinnovarci, a investire e cercare nuove forme di comunicazione e coinvolgimento affinché Carnet Verona diventi un riferimento esclusivo, un amico da cercare

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e su cui poter contare, per sapere le novità e chiedere informazioni. Avrete sicuramente notato la nuova veste grafica che trae ispirazione proprio dalla nostra terra, in continuità con la nostra identità, ma che allo stesso tempo ci rende più grintosi, più esclusivi e speriamo anche belli da vedere, cercare e leggere. Il servizio non sarà solo cartaceo ma vi invito a visitare i nostri canali social e il nostro sito internet dove riusciremo a coinvolgervi sempre di più. La nostra volontà è quella di instaurare un anche un dialogo con voi per poter sempre rispondere alle vostre esigenze e premiarvi per questo. Non mi resta quindi di augurarvi come tutti i mesi una buona lettura, veniteci a cercare nei prossimi mesi nei punti di distribuzione… e per i più pigri sappiate che possiamo arrivare anche a casa vostra.

Editoriale

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INDICE

Eventi 6

Torna il Ristori Baroque Festival

10 Il violino di Federico Guglielmo debutta al Baroque Festival 12 Amarone Opera Prima: l’annata 2019 protagonista alla Gran Guardia

In città

28 Il Cinema Teatro Astra rivela un tesoro archeologico di epoca romana 30 Tutti i vantaggi della formazione con l’Ente Bilaterale 32 Il lato bello dell’amore

16 La nuova frontiera “tossica” dell’occupazione: l’autosfruttamento

34 Robert Doisneau e la fotografia umanista

18 Il Grande Teatro che non ti aspetti

36 Tra leggenda e realtà: Romeo e Giulietta

20 Divertiamoci a Teatro

37 Verona in Love, l’amore che va di moda

21 Sinfonica e opera protagoniste al Filarmonico

39 Il carnevale di Verona: tra curiosità e storia

22 Museo in musica 24 Sanremo 2024 si ama

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Indice

Carnet Verona


Carnet Verona

Hanno collaborato

Impaginazione grafica

Registrazione Tribunale di Verona

Giorgia Castagna

Pasquale Contreras

nr. 1573 del 9/12/2003

Agnese Ceschi

Stampa

Nr. Iscrizione ROC 19001

Federica Clemente

Grafiche Marchesini

Edizione nr. 1 – febbraio 2024

Marco Multari

Contatti

Edito da Editoriale Eventi snc

Georgia Passuello

redazione@carnetverona.it

Via Cefalonia, 3

Francesca Saglimbeni

info@carnetverona.it

Marano di Valpolicella (VR)

Marta Tarasconi

commerciale@carnetverona.it

Editori

Identità grafica

In copertina:

Nicolò Ballarini

Andrea Rubele

Jordi Savall al Ristori Baroque Festival

Alberto Cetti Direttore responsabile Giancarla Gallo

Nei dintorni

44 Buongiorno Siora Maschera! 47 Marco Polo: a Venezia si celebrano i 700 anni di storia 50 Banca Veronese si estende verso il Lago e si tuffa nel mondo dell’hospitality 53 Ancora più possibilità di personalizzazione

Sostenibilità

65 Lo spreco alimentare comincia nelle nostre case 69 Giornata internazionale della giustizia sociale 72 M’illumino di meno 2024

Benessere

74 Romeo e Giulietta Half Marathon 56 Bussolengo, Fiera di San Valentino 58 Romanticismo a Verona e dintorni tra luoghi e leggende

Natura

61 Le montagne veronesi in inverno, tra ciaspole, sci e buon cibo

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Cultura

76 L’angolo dei libri 78 Arte in giro 80 Novità in sala 82 Calendario eventi

Indice

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TORNA IL RISTORI BAROQUE FESTIVAL In riva all’Adige attese le star della musica barocca, interpreti di un cartellone costellato di concerti ed eventi off. di Francesca Saglimbeni

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erona capitale della musica barocca dal 15 al 28 febbraio. È tutto pronto per il “bis” del Baroque Festival, rassegna culturale musicale del Teatro Ristori che, nonostante l’ancor giovane età, si conferma uno degli appuntamenti più attesi dell’anno. Sette gli spettacoli in calendario per questa seconda 6

Eventi

edizione, eseguiti tra il palco del Ristori e lo spazio di San Pietro in Monastero, in via Garibaldi, e corredati da una serie di eventi tematici “off ” a loro volta diffusi in diversi luoghi della città. La manifestazione si caratterizza per le sorprendenti contaminazioni, la costante ricerca di innovazione nel rispetto della

tradizione, incontri con gli artisti e approfondimenti, laboratori per bambini e momenti di convivialità. Un’occasione che chiamerà a raccolta a Verona diversi protagonisti internazionali del genere d’arte più moderno e pregno di energia. Ideato dal Direttore artistico del Teatro Ristori, il maestro Carnet Verona


A destra: Teatro Ristori. Sotto, il violinista Federico Guglielmo.

Alberto Martini, il festival è realizzato grazie a importanti partner della città di Verona come la Società Letteraria l’Atelier Garilli, Sotheby’s, Il Circolo del Cinema, Feltrinelli e i Tour Operator di A-Guide. «Seguendo i principi che hanno ispirato la nascita del Ristori Baroque Festival, – spiega il Maestro Martini – questa seconda edizione vedrà una distribuzione sul territorio ancor più capillare. Nei luoghi più rappresentativi e prestigiosi della città, oltre, naturalmente, al Teatro Ristori e allo Spazio di San Pietro in Monastero. Aspettatevi un programma ricco di diversi generi musicali e di forme artistiche: dal concerto strumentale allo spettacolo di danza, capace di unire la musica barocca e il suono soave di una viola da gamba all’hip hop; dalle geniali Variazioni Goldberg di Bach al linguaggio del jazz molto vicino in tanti aspetti alla musica del Sei e Settecento. Un insieme di culture e di stili trasfigurati che, insieme ad un’approfondita ricerca, garantiscono l’autentica originalità. Così come la scelta degli artisti, tra i migliori interpreti internazionali, favorisce Febbraio 2024

l’efficacia strumentale e la festosa dimensione storica del Barocco». GLI INTERPRETI

Protagonisti dell’edizione numero due del Baroque Festival saranno il maestro Jordi Savall con l’ensemble Hesperion XXI, nel concerto “Folias & Canarios” (15 febbraio ore 20.30); Ottavio Dantone con il contralto francese Dephine Galou e l’Accademia Bizantina, in “La porta del paradiso” (17 febbraio ore 20.30); la

preziosa formazione flauto, arpa e viola del Trio Leonardo, interpreti di “J. S. Bach - Variazioni Goldberg” (18 febbraio ore 20.30, San Pietro in Monastero); la tromba e il flicorno di Paolo Fresu con I Virtuosi Italiani, nella prima assoluta di “Back to Bach 2.0” (21 febbraio ore 20.30), dove la musica barocca incontrerà il jazz. E ancora: Lucile Boulanger, violista da gamba e grande interprete delle musiche per lo spettacolo di danza “Phénix”, nel quale la musica barocca interagirà con l’elettronica di Arandel e la danza hip-hop, a rafforzare il potere della trasversalità tra diversi linguaggi artistici (23 febbraio ore 20.30); il giovane ma già affermato violinista diciasettenne Julian Kairath, vincitore del prestigioso premio della critica europea ICMA nella categoria Discovery Award, che eseguirà “Sonate e Partite per violino solo di Bach” (25 febbraio ore 20.30, San Pietro in Monastero). E ultimo ma non ultimo, il violino di Federico Guglielmo, protagonista con l’ensemble L’Arte dell’Arco de “I concerti per l’imperatore La cetra D’Asburgo” (28 febbraio ore 20.30). Eventi

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GLI EVENTI OFF Società Letteraria 15 febbraio, ore 18.30 Inaugurazione del Ristori Baroque Festival, con Jordi Savall. In dialogo con il maestro Alberto Martini, il violoncellista, direttore d’orchestra e musicologo di livello internazionale ripercorrerà l’epoca musicale barocca facendone riscoprire tutto il fascino che da sempre desta stupore e meraviglia. Quindi, introduzione degli appuntamenti del Festival. Prenotazione su Eventbrite. Libreria Feltrinelli 16 febbraio, ore 18.00 Presentazione del libro “Sebastian” di Cesare Picco. Un Bach inedito, colto nel momento di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Ingresso libero. Teatro Ristori 17 febbraio, ore 17.00 Conferenza “Scopriamo il Teatro”, a cura dell’Atelier Elisabetta Garilli.

Visite guidate 18 e 25 febbraio, ore 10.00 Passeggiata a cura di A – Guide nella Verona Barocca, per immergersi nel contesto sociale, culturale ed economico del Seicento scaligero. Partenza dal Teatro Ristori, alla volta del pronao del Teatro Filarmonico, passando per Palazzo Turchi, Palazzo Maffei e altre tappe. Biglietti in vendita presso il Ristori. Palazzo Castellani di Sermeti 22 febbraio, ore 19.00 “Baro-que?”. Aperitivo ospitato nella sede di Sotheby’s Verona per riscoprire il Barocco in chiave pop con la violinista elettronica Elsa Martignoni. Teatro Ristori 24 febbraio, ore 20.30 “Le relazioni pericolose” di Stephen Frears. Proiezione della pellicola in collaborazione con il Circolo del Cinema. Per gli ultimi due eventi biglietti in vendita online e presso il Ristori. Biglietti in vendita online e presso il Teatro Ristori.

In alto: Jordi Savall (ph Ennevifoto). Sopra: Palazzo Castellani di Sermeti, sede di Sotheby’s Verona.

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Carnet Verona è mediapartner del Ristori Baroque Festival

Eventi

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IL VIOLINO DI FEDERICO GUGLIELMO DEBUTTA AL BAROQUE FESTIVAL Nella rassegna del Ristori, il maestro padovano interpreterà i «Concerti per l’Imperatore». Guglielmo: «Un’opera capace di arrivare al cuore affettivo dell’ascoltatore». di Francesca Saglimbeni

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Eventi

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Nella foto: il violinista Federico Guglielmo.

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chiusura della seconda edizione del Baroque Festival, il 28 febbraio al Teatro Ristori, è atteso a Verona uno dei violinisti solisti più versatili del nostro tempo, Federico Guglielmo, grande interprete, nonché direttore d’orchestra, con all’attivo un repertorio concertistico tradottosi in qualcosa come 300 cd circa e un “medagliere” denso di riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio Internazionale “Antonio Vivaldi”, assegnatogli nel 1997 per la sua prima registrazione da solista di Vivaldi.

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Definito dal Boston Globe «la nuova stella nel panorama della musica antica», il maestro padovano - non certo sconosciuto ai palcoscenici scaligeri - debutterà nella nuova rassegna cittadina con l’ensemble L’Arte dell’Arco, da egli fondato insieme al padre Giovanni nel 1994 proprio per l’esecuzione di musiche antiche con strumenti originali. E per l’occasione, il repertorio non poteva che essere vivaldiano. Saranno infatti sei concerti per violino, archi e basso continuo, tratti dalla celebre raccolta «La Cetra», dedicata all’Imperatore Carlo VI d’Asburgo, a inondarci della ricchezza timbrica e al contempo delle melodie sempre così semplici e chiare di cui solo il Prete Rosso era capace. «Nel 1727 Vivaldi manda al suo editore di riferimento ad Amsterdam una prima raccolta da dare alle stampe, catalogata come Opera 9. L’anno dopo, a Trieste, ha modo di incontrare il sovrano in persona, il quale si dice che “si intrattenne più a lungo con il compositore in questa occasione, che non con i suoi ministri nell’arco di due anni”», narra Guglielmo. «Ma poiché i manoscritti ad egli dedicati erano ormai in possesso dell’editore, al fine di consegnare un volume per così dire “di rappresentanza” anche allo stesso Carlo VI, Vivaldi assembla una seconda raccolta (nota come La Cetra II) contenente una parte degli stessi concerti scelti per la stampa (di cui evidentemente aveva

fatto copia), ma soprattutto alcune tra le sue composizioni più belle a noi pervenute». Di quest’ultima, L’Arte dell’Arco ha effettuato registrazione integrale in occasione della sua nascita, «per cui questo concerto veronese sarà altresì un tributo sia ai trent’anni dell’inedito progetto discografico, che a quelli dalla fondazione del complesso strumentale». Un’opera, quella proposta per questo Baroque Festival, «in cui la caratura violinistica è altissima sia dal punto di vista tecnico che stilistico. Stiamo parlando di un compositore aggiunge Guglielmo - giunto al massimo della sua maturità, che ormai conosce tutti gli strumenti, i passaggi, le figurazioni e le articolazioni possibili immaginabili per arrivare al cuore affettivo dell’ascoltatore». E di un Vivaldi che, nonostante i secoli che ci separano da lui, ci suona ancora così vivo e tutt’altro che “antico” «proprio per la sua immediatezza (la scrittura vivaldiana entra subito nella testa di ognuno, vuoi sul piano ritmico che su quello melodico), ma anche per la cifra degli affetti da egli espressa in ogni brano. L’Arte dell’Arco, con maestro concertatore lo stesso Guglielmo, si compone inoltre dei violini Elisa Citterio e Gianpiero Zanocco, la viola Mario Paladin, il violoncello Francesco Galligioni, il violone Paolo Zuccheri, la tiorba e chitarra barocca Diego Cantalupi, e infine il cembalo e organo da camera Roberto Loreggian. Eventi

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AMARONE OPERA PRIMA: L’ANNATA 2019 PROTAGONISTA ALLA GRAN GUARDIA Durante l’evento, che sarà il 3 e 4 febbraio, si parlerà di vino e lirica, di cambiamento climatico e nuovi stili di consumo. di Agnese Ceschi Pubbliredazionale

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ndrà in scena il 3 e 4 febbraio Amarone Opera Prima, il consueto evento anteprima organizzato dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella nella suggestiva cornice del Palazzo della Gran Guardia di Verona. Protagonista assoluta sarà l’annata 2019 dell’Amarone della Valpolicella, affiancata ad importanti tematiche che riguardano

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Eventi

Sotto: Il presidente del Consorzio Christian Marchesini

oggi più che mai l’evoluzione di questa ed altre denominazioni italiane: il cambiamento climatico, al centro della preoccupazione dei viticoltori oggi, ed il cambiamento di gusto dei consumatori verso vini meno opulenti e muscolosi, ma più eleganti, fruttati e croccanti. Ci sarà, inoltre, spazio anche per parlare alle nuove generazioni con un momento conviviale

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3-4 febbraio 2024 PA L A Z Z O D E L L A G R A N G U A R D I A VERONA

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Eventi

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rivolto proprio ai giovani domenica sera. “Abbiamo scelto di dare anche un’impronta giovanile ed alternativa a questo evento con una serata con musica dj set in collaborazione con Winenot e il Gruppo Giovani del Consorzio. Dobbiamo interpretare le loro esigenze di consumo e dare una declinazione nuova ai nostri prodotti” spiega Christian Marchesini, presidente del Consorzio. IL CAMBIAMENTO CLIMATICO ED IL CAMBIAMENTO DEGLI STILI DI CONSUMO

Una parte del convegno inaugurale di sabato mattina sarà dedicata alla tematica, più che mai attuale, del cambiamento climatico. “Abbiamo sperimentato come la pergola, il sistema di allevamento della vite usato maggiormente in Valpolicella - due terzi della superficie vitata -, riesca a far affrontare alla vite con più tranquillità l’aumento delle temperature. La pergola, per la natura della sua conformazione, protegge i grappoli più del guyot, l’altro metodo di allevamento” racconta Marchesini. Durante il convegno parlerà di questo Andrea Lonardi, veronese, secondo italiano ad aver ottenuto il prestigioso titolo di Master of Wine. Lonardi illustrerà la sua tesi proprio sul ruolo della pergola nell’affrontare il delicato cambiamento climatico dell’ultimo decennio. Questo darà modo anche di capire in che direzione andrà lo stile del vino, che dovrà necessariamente subire un cambiamento per far fronte a questa emergenza. “I vini frutto di appassimento, come l’Amarone, necessitano di una sempre maggiore gestione. Le sfide dei prossimi anni ci vedranno impegnati nel trovare strategie per gestire al meglio un prolungamento 14

Eventi

dell’appassimento, dal momento che le uve tendono a maturare velocemente a causa delle alte temperature” continua Marchesini. “Il futuro ce lo giochiamo con una buona tecnologia sia in campo che in fruttaio”. Infine, Carlo Flamini, giornalista professionista e coordinatore dell’Osservatorio di Unione Italiana Vini, porterà dei dati interessanti che faranno luce sulla questione del consumo a livello internazionale. I consumatori internazionali, infatti, stanno virando verso nuovi stili di consumo: cercano vini con gradazione più bassa, privilegiano freschezza e leggerezza, oltre ad avere un approccio di consumo più moderato. IL DEBUTTO DELL’ANNATA 2019: UN’ANNATA DA 5 STELLE

Amarone Opera Prima sarà l’occasione per presentare l’annata 2019 dell’Amarone DOCG della Valpolicella: “una bella annata nella media storica, con una gradazione alcolica leggermente superiore alla media a causa del cambiamento climatico e dell’aumento delle temperature che stiamo sperimentando negli ultimi anni” spiega Marchesini. L’annata 2019 ha ricevuto 5 stelle (il punteggio massimo) da parte del panel di degustatori ed enologi della Valpolicella. Un vino che ha mantenuto un’ottima acidità, corpo e struttura, grazie al contenuto di polifenoli presenti, ed interpreta il cosiddetto Nuovo Stile: Amarone di corpo, ma anche di grande beva grazie ad uno stile snello ed elegante. LA LIRICA ED IL VINO

Si conferma anche quest’anno la formula dell’evento ed il nome scelto ormai da qualche anno: Amarone Opera Prima. “Questo per sottolineare il legame tra il vino e l’Opera, la lirica, che a Verona sono due grandi protagonisti della cultura. Abbiamo invitato per questo il tenore Vittorio Grigolo, che è anche produttore di vino nel Lazio. Lui ci parlerà di Amarone ed Opera Lirica come due eccellenze della nostra tradizione e patrimonio trans-generazionale: il canto lirico italiano è stato nominato infatti patrimonio immateriale dell’Umanità dall’UNESCO lo scorso dicembre. Al pari, il vino della Valpolicella è tradizione, cultura, eredità del passato e delle generazioni che ci hanno preceduto” conclude Marchesini. Carnet Verona


ph Claudio Venturini

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E non mancheranno le sorprese! carnetverona 2024 Febbraio

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Eventi

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LA NUOVA FRONTIERA “TOSSICA” DELL’OCCUPAZIONE: L’AUTOSFRUTTAMENTO Qual è il ruolo del lavoro nella vita di ciascuno di noi? Ne è una parte o è la vita stessa? In scena al Camploy uno spettacolo per chi ama il proprio lavoro, ma anche per chi lo odia. di Federica Clemente

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l mondo del lavoro, negli ultimi anni, ha subito un radicale cambiamento, e con esso soprattutto è mutato l’approccio delle persone alla propria professione: ci si preoccupa della qualità del lavoro, quando in passato bastava semplicemente averne uno; si valuta con più attenzione la voglia di lavorare e quella di bilanciare il tempo dedicato all’attività lavorativa con il tempo per la vita privata. Un’urgenza che riguarda sì i giovanissimi che si affacciano al mondo del lavoro, ma anche chi è già avviato nella sua carriera. A offrirci uno spaccato su questo tema, in modo fresco e coinvolgente che induce tutti a riflettere sulle domande più comuni che ci poniamo, sono Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa, autori di “Solo quando lavoro sono felice”,

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Eventi

spettacolo prodotto dalla Corte Ospitale, in scena al Teatro Camploy giovedì 1° febbraio per la rassegna L’Altro Teatro. L’autore e attore Lorenzo Maragoni ci ha accompagnato alla scoperta della messinscena da egli definita “uno spettacolo per chi ama il proprio lavoro ma anche per chi odia il proprio lavoro, per imparare ad amarlo o imparare a odiarlo”. Sul palco, Niccolò e Lorenzo parlano dei loro rispettivi capi:

Niccolò e Lorenzo. Ma in scena ci sono anche i rispettivi capi di Niccolò e Lorenzo: Niccolò e Lorenzo, che parlano di Niccolò e Lorenzo. Insomma, un vero grattacapo. Almeno in apparenza. Da dove è nata l’idea di uno spettacolo dedicato al mondo del lavoro? Dal contesto nel quale viviamo: siamo passati da un momento storico nel quale il lavoro era un diritto e fonte di Carnet Verona


A sinistra e sotto: due scene di “Solo quando lavoro sono felice” (ph Serena Pea). In basso: Lorenzo Maragoni.

realizzazione personale, a un tempo in cui si ha il dubbio di voler lavorare, o comunque si desidera impiegare meno tempo della propria vita, ma avere comunque le risorse economiche sufficienti per coltivare i propri interessi. Noi non facciamo altro che portare in scena questo cambiamento. Qual è il vostro approccio al lavoro? Noi siamo attori, con tutta la precarietà e libertà che questo comporta. In scena portiamo la differenza tra un lavoro dipendente, sicuro e il lavoro autonomo: ma siamo sicuri che la differenza sia nella modalità o non sia piuttosto nel lavoro in sé? Con questo spettacolo suscitiamo una reazione nel pubblico, lasciandogli qualcosa, e questo fa parte del nostro mestiere: siamo fortunati, privilegiati a farlo, perché con le sue difficoltà e incertezze, i momenti di grande fatica, resta pur sempre Febbraio 2024

il lavoro che amiamo. Che tipo di reazione suscitate nel pubblico in sala? Una reazione liberatoria. È uno spettacolo molto divertente in cui le nostre scritture, di base comiche, hanno trovato un equilibrio molto interessante. Si ride tanto, di una risata di immedesimazione, a tratti anche amara, è questo il nostro modo di stare in scena. Nel tuo percorso artistico ti occupi anche di poetry slam, di che si tratta? Consiste in sfide di poesia tra persone che salgono sul palco per proporre i propri pezzi in un tempo definito, tre minuti, e vengono giudicati dal pubblico che votando decreta il vincitore o la vincitrice della serata. È un format che nasce negli Stati Uniti negli anni ’80 e approda in Italia negli anni 2000, per restituire alla poesia il suo ruolo sociale, di aggregazione, di riconoscimento delle persone. Con la poetry slam la poesia

è popolare, inclusiva. Oggi, in Italia, questo genere sta vivendo un momento di grande successo, coinvolge un pubblico giovanissimo, perché è un modo per esprimere una parte di sé. Gli slam si tengono in locali, teatri, locali, festival, in luoghi anche non convenzionali perché bastano cinque persone (il numero minimo per i membri della giuria). Normalmente sono organizzati dalla Lega Italiana Poetry Slam (LIPS) e dai collettivi, anche a Verona ce n’è uno che si chiama Catarsi Poetry. Anche nello spettacolo “Solo quando lavoro sono felice” darò un piccolo assaggio del linguaggio poetry slam, quando parliamo delle grandi dimissioni, un momento che mi sembrava si prestasse per la forza quasi epica, individuale e al tempo stesso collettivo, che questo genere riesce ad avere.

Eventi

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IL GRANDE TEATRO CHE NON TI ASPETTI di Giorgia Castagna

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iunto al sesto appuntamento di stagione il “Grande Teatro”, che quest’anno ha festeggiato la sua trentasettesima edizione, si appresta a portare in scena dal 30 gennaio al 4 febbraio “Gl’innamorati” di Carlo Goldoni con la regia di Andrea Chiodi. Prodotto dal TSV Teatro Nazionale, lo spettacolo vede in scena Gaspare Del Vecchio, Elisa Grilli, Ottavia Sanfilippo, Cristiano Parolin, Francesca Sartore, Leonardo Tosini, Gianluca Bozzale, Alessia 18

Eventi

Spinelli e Riccardo Gamba. Il regista, con “Gl’innamorati”, offre nuove chiavi di lettura di questo classico goldoniano. I protagonisti sono infatti due giovani molto più vicini al nostro tempo di quel che pensiamo, infatti, potrebbero vivere benissimo ai nostri tempi e pur appartenendo al “ceto medio”, non possono ancora ambire all’indipendenza economica e quindi decidere autonomamente di formare una famiglia. I due ragazzi che sentono lo stress e vivono pressati dalla

situazione, cadono in un vortice di rabbia, paure e gelosie che li spinge a ferirsi rovinando in parte la purezza dei loro sentimenti. Tra parentesi di amore e di odio imparano dalle loro disavventure che l’amore non basta a sè stesso e che gestirlo è più complesso di quel che si pensa. Andrea Chiodi mette così in scena un mix di sentimenti, tra umanità, disperata e divertita, dentro un decadimento dell’anima, un decadimento dei valori forse, originato dalle colpe dei grandi. Carnet Verona


Viene così messa in evidenza una generazione che non sa amare ma invidiare e che vuole essere altro da quello che è. A seguire spetta poi al penultimo appuntamento, degli otto proposti nell’arco di cinque mesi: in programma dal 27 febbraio al 3 marzo “L’Uomo più crudele del mondo” di Davide Sacco che cura anche la regia. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Bellini, da LVF e dal Teatro Manini di Narni, vede in scena Lino Guanciale e Francesco Montanari. Fino a dove può spingersi la crudeltà dell’uomo? Qual è il limite che separa una brava persona da una bestia? A cosa possiamo arrivare se lasciamo prevalere l’istinto sulla ragione? Queste domande hanno guidato il regista durante la stesura del testo e, successivamente, nella direzione degli attori per destabilizzare lo spettatore da questo strano incontro. L’uomo più crudele del mondo, Paolo Veres, è seduto alla sua scrivania in una stanza spoglia di un capannone abbandonato. A raggiungerlo un giovane giornalista di una testata locale scelto per intervistare il proprietario della più importante azienda di armi d’Europa, con la fama di uomo schivo e riservato. L’intervista prenderà però una piega inaspettata e dal susseguirsi di dialoghi fitti e serrati emergeranno Febbraio 2024

personalità talmente diverse in un gioco di ruoli che potrebbe essere stravolto. Nella testa dello spettatore il titolo dello spettacolo diventerà una vera e propria domanda dalle mille risposte.

Pagina a sinistra: “Gl’ innamorati” (ph Serena Pea). Sopra e a fianco: Lino Guanciale e Francesco Montanari in “L’uomo più crudele del mondo”.

Eventi

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DIVERTIAMOCI A TEATRO di Giorgia Castagna

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roseguono a suon di divertimento e risate gli appuntamenti in calendario per la rassegna “Divertiamoci a teatro” organizzata dal Teatro Stabile di Verona. Grazie al gradito titolo e alle opere messe in scena l’edizione 2023-24 fa buoni numeri e si prepara alla quinta commedia in programma. Dal 6 al 9 febbraio sarà “Il malloppo” dell’inglese Joe Orton con Gianfelice Imparato, Marina Massironi e Valerio Santoro.

Sopra: “Il malloppo” (ph Serena Pea). Sotto: Massimo Ghini e Paolo Ruffini in “Quasi amici”.

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Eventi

Questa rocambolesca commedia del 1965, icona dell’umorismo nero inglese, farà impazzire i presenti. Ne sono protagonisti due ladri che dopo avere svaligiato una banca, nascondono la refurtiva nella bara della madre di uno di loro appena deceduta. Se ne aspettano delle belle. Si prosegue poi con “Quasi amici”, dal 20 al 23 febbraio. Lo spettacolo, tratto dall’omonimo film francese del 2011 con Francois Cluzet e Omar Sy, racconta la nascita dell’amicizia tra due uomini molto diversi per carattere e per estrazione sociale, ma che troveranno insieme il modo di cambiare le proprie vite e di aiutarsi. La brillante coppia composta Massimo Ghini e Paolo Ruffini e l’ambientazione nostrana faranno rivivere con brio l’emozionante vicenda. I due sono agli antipodi su tutto eppure diventano amiconi con una smodata voglia di ridere e di prendersi in giro.

Carnet Verona


SINFONICA E OPERA PROTAGONISTE AL FILARMONICO

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n febbraio Fondazione Arena inaugura la Stagione Sinfonica 2024: dieci programmi diversi al Filarmonico, con percorsi interessanti e allettanti nuove proposte, rispettando la tradizionale prima del venerdì sera alle 20 e la replica del sabato pomeriggio alle 17. Pinchas Steinberg, Roberto Abbado, Lilya Zilberstein, Frank Peter Zimmermann, Pietro De Maria, Wolfram Christ sono solo alcuni degli acclamati interpreti dalla carriera internazionale che si affiancheranno in cartellone a giovani artisti fra i migliori di oggi, quali Diego Ceretta, Giovanni Andrea Zanon, Mariangela Sicilia, Enea Scala, Ryan McAdams, molti dei quali al debutto veronese. Il primo concerto, il 2 e 3 febbraio, sarà un omaggio a Bruckner per il suo bicentenario (la Quarta sinfonia “Romantica” e il colossale Te Deum con soli e coro. Per la Stagione d’Opera e Balletto 2024, dal 18 al 25 febbraio andrà in scena una nuova produzione della raffinata La Rondine. Proseguirà così l’omaggio di Fondazione Arena a Puccini nel centenario della sua scomparsa con un’attenzione particolare ai titoli meno noti. Giovani interpreti apprezzati da pubblico e critica saranno diretti da Alvise Casellati con la regia

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di Stefano Vizioli. Confermati anche anteprima e preludi per gli studenti che si possono prenotare online. Il critico Alberto Mattioli presenterà l’Opera in un incontro

gratuito giovedì 15 febbraio, alle 18, in Sala Filarmonica. Biglietti e abbonamenti sono disponibili sul sito www.arena.it e alla biglietteria dell’Arena. Eventi

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MUSEO IN MUSICA La nuova rassegna di Fondazione Arena trova casa a Palazzo Maffei di Francesca Saglimbeni

Sopra: una sala interna di Casa Museo Palazzo Maffei.

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Eventi

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rte e musica si fondono in una nuova rassegna firmata Fondazione Arena allestita nel teatrino di Palazzo Maffei Casa Museo dal 28 gennaio al 5 maggio, sempre di domenica alle ore 11. Otto concerti di musica da camera (l’ultimo dei quali eccezionalmente ospitato in Sala Maffeiana) eseguiti dai

musicisti dell’orchestra areniana e riuniti sotto il titolo «Museo in Musica», a significare un’alleanza tra arti visive e performative di eccezionale pregio. Abbinata al biglietto di ogni spettacolo, infatti, ci sarà anche una visita alla prestigiosa collezione di Luigi Carlon esposta negli spazi della casa museo. Domenica 28 gennaio Carnet Verona


A fianco: Palazzo Maffei. Sotto: Strumenti a fiato di Fondazione Arena.

apriranno il cartellone i Quintetti per clarinetto e archi di Mozart e Brahms, considerati vertici assoluti dell’arte di entrambi nonché pezzi d’obbligo nel repertorio clarinettistico. Il 4 febbraio spazio a rarità del Novecento per piccolo ensemble di fiati quali il Settimino di Hindemith e quattro brani dei francesi Ibert e Milhaud. Il 18 febbraio, in scena l’Ottetto di Schubert, capolavoro giovanile per fiati e archi. Mentre il 3 marzo toccherà ai Quintetti e la Sonata per due violini di Prokof ’ev e Urie. Si proseguirà il 17 marzo con l’esecuzione integrale dei Quartetti per flauto e archi di Mozart. Il 7 aprile, concerto dei Violoncelli di Verona, interpreti di inedite trascrizioni di pagine d’opera per ensemble di otto violoncelli. Il repertorio barocco sarà invece protagonista del concerto del 21 aprile, con Sonate e Variazioni per fiati e continuo di Händel, C. P. E. Bach, Lotti, Zelenka e Beethoven. In chiusura di rassegna, il 5 maggio, l’appuntamento in Sala Maffeiana con il quartetto di tromboni di Fondazione Arena, che eseguirà brani e trascrizioni dedicate spaziando dal Rinascimento alla musica americana contemporanea. «La nuova stagione da camera Febbraio 2024

offre al pubblico l’opportunità unica di scoprire grandi capolavori per “piccoli” organici, nella stupenda cornice dei tanti capolavori della collezione di Palazzo Maffei. Rivolgo dunque un caloroso grazie ai nostri professori, che si metteranno alla prova in queste preziose pagine, e naturalmente alla famiglia Carlon che una volta di più apre le porte della Casa Museo alla città, all’insegna dell’arte e della musica», dichiara Cecilia Gasdia, sovrintendente di Fondazione Arena . «Museo in musica è un nuovo bellissimo momento di una collaborazione importante e sentita – aggiunge Vanessa Carlon, vicepresidente di Palazzo Maffei Casa Museo –. Questa rassegna ci permette

di fare, ancora una volta, sinergia con Fondazione Arena, istituzione fondamentale per la città di Verona e che ci dà modo, come è nella visione e nella politica culturale di Palazzo Maffei Casa Museo, di far dialogare la nostra collezione con altre espressioni artistiche. Credo sia un’esperienza davvero gratificante trascorrere una domenica mattina coniugando l’ascolto di un concerto alla visita del museo: sempre di più si sente la necessità di rallentare, per poter godere delle sensazioni che l’arte sa generare in noi». Biglietti e abbonamenti acquistabili sul sito www.arena.it, alla biglietteria dell’Arena e a Palazzo Maffei, nei giorni di spettacolo.

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SANREMO 2024 SI AMA Ultima edizione per Amadeus (Forse). di Georgia Passuello

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i siamo. Febbraio è il mese musicale per antonomasia. Tutto si ferma, o quasi, per guardare dal 6 al 10 febbraio, serata

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dopo serata, la 74^ edizione della kermesse sanremese. Al timone, per l’ultimo anno, il conduttore e direttore artistico Amadeus.

Nato a Ravenna il 4 settembre del 1962, si trasferisce a 6 anni nella nostra Verona, dove a 17 anni inizia a lavorare come dj in una piccola radio locale. Poi

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Pagina a sinistra: Amadeus. Sotto: I co-conduttori dell’edizione 2024.

collabora con Radio Verona e Radio Blu di Villafranca quando, siamo nel 1985, aspetta per ore nella hall di un albergo il Patron del Festivalbar Vittorio Salvetti, per consegnarli una cassettina con inciso un suo provino radiofonico. Il resto è storia. Salvetti lo mette in contatto con il celebre talent scout Claudio Cecchetto ed Amadeus, entusiasta, mente spudoratamente, dicendo a tutti loro di risiedere a Milano iniziando così a trasmettere a Radio Deejay, facendo il pendolare da Verona. Un crescendo: presentazioni in tv, compreso lo stesso Festivalbar insieme a Federica Panicucci, successi a Mediaset e Rai, successivi anni di difficoltà, di telefono che non squillava

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più. L’amore immenso per i figli Alice avuta dalla prima moglie e Josè dalla conduttrice Giovanna Civitillo. Il ritorno in Rai ed il successo delle prime edizioni di Sanremo. Con questa conclusiva quinta edizione (la risposta definitiva sul proseguire con una sesta edizione arriverà solo a conclusione della Kermesse), Amadeus si pone come uno dei conduttori storici del Festival, seguendo le orme dei grandi della televisione, come Pippo Baudo e Mike Bongiorno. Naturalmente non sarà solo in quest’avventura; così, ha scelto di essere affiancato ogni sera da un co-conduttore. Marco Mengoni, Giorgia, Teresa Mannino, Lorella Cuccarini e Fiorello.

I 30 ARTISTI IN GARA E I TITOLI DELLE LORO CANZONI Alessandra Amoroso - Fino a qui Alfa - Vai! Angelina Mango - La noia Annalisa - Sinceramente BigMama - La rabbia non ti basta Bnkr44 - Governo Punk Clara - Diamanti grezzi Dargen D'Amico - Onda alta Diodato - Ti muovi Emma - Apnea Fiorella Mannoia - Mariposa Fred De Palma - Il cielo non ci vuole Gazzelle - Tutto qui Geolier - I p' me, tu p' te Ghali - Casa mia Il Tre - Fragili Il Volo - Capolavoro Irama - Tu no La Sad - Autodistruttivo Loredana Berté - Pazza Mahmood - Tuta gold Maninni - Spettacolare Mr.Rain - Due altalene Negramaro - Ricominciamo tutto Renga e Nek - Pazzo di te Ricchi e Poveri - Ma non tutta la vita Rose Villain - Click boom! Sangiovanni - Finiscimi Santi Francesi - L'amore in bocca The Kolors - Un ragazzo una ragazza

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Per realizzare questo elenco di 30 cantanti purtroppo molti nomi celebri sono stati esclusi dalla kermesse canora. Tra questi spiccano: Samuele Bersani, Al Bano, Arisa, Ermal Meta, Daniele Silvestri, Gigi D’Alessio, Tiromancino, Morgan e Achille Lauro. Anche i Jalisse, per l’ennesima volta, siamo quota 27 anni consecutivi, saranno costretti a non salire sul palco dell’Ariston. Tornando alla gara, fin dalla prima serata sarà possibile ascoltare tutte le canzoni in gara mentre nei due giorni seguenti, martedì e mercoledì, si esibiranno metà degli artisti. Anche qui c’è una grande novità: i cantanti che non si esibiranno saranno comunque protagonisti nel corso della serata perché annunceranno i colleghi. La serata di venerdì 9 febbraio sarà dedicata alle cover nella quale i cantanti in gara potranno scegliere di portare qualsiasi brano italiano o internazionale di qualsiasi periodo e di qualsiasi artista 26

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(anche del proprio repertorio). Saranno affiancati come sempre da uno o più ospiti. Preparatevi ad assistere ad una parata di stelle della musica contemporanea e non solo anche nel palco previsto sulla nave da crociera ancorata al porto di Sanremo, illuminata per l’occasione a festa. Due serate, il 6 ed il 10 febbraio all’ insegna del rapper Tedua, nome d’arte di Mario Molinari, che vanta collaborazioni con Capo Plaza, Sfera Ebbasta, Lazza e Salmo. Si prosegue il 7 febbraio con il celebre disc jockey e produttore musicale Bob Sinclar. Il suo legame con la musica italiana è ormai un dato di fatto; sua la versione remix di “Far L’amore” di Raffaella Carrà ha fatto ballare tutto il mondo, fino ad arrivare all’ultimo successo, “Ti Sento” che ha riportato in auge un classico degli anni 80 firmato da Mattia Bazar e Antonella Ruggiero. Sulla nave da crociera l’8 febbraio salirà sul palco Bresh (Andrea Brasi),

giovane rapper ligure che i più ricordano per il successo radiofonico “Parafulmini” con Ernia e Fabri Fibra. Il 9 febbraio l’ospite che attendavamo da tempo: Gigi D’agostino. Dopo l’annuncio drammatico della malattia nel 2021 e la lenta ripresa, ecco la notizia che tutti, fan e non solo, attendevamo; il ritorno dietro una consolle dello storico Dj che ha segnato la musica dance degli anni 90. Ultima chicca: Giovanni Allevi tornerà ad esibirsi dal vivo all’Ariston, dopo due anni di assenza nel corso della seconda serata di mercoledì 7 febbraio mentre Roberto Bolle, infine, presenzierà alla serata della Finale di sabato 10 febbraio. Insomma, anche questa 74esima edizione del Festival di Sanremo si preannuncia davvero scoppiettante.

In alto: Amadeus e Fiorello.

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Verona Baroque è mediapartner di

ph Claudio Venturini

Contest fotografico

Dove porteresti Jordi Savall? Immagina di accompagnare il famoso musicista, che si esibirà al Ristori Baroque Festival, alla scoperta di scorci, vedute e angoli affascinanti e nascosti della città di Verona e dei suoi dintorni,e partecipa al concorso fotografico. 1 – scatta una foto nel luogo che consideri più barocco a Verona 2 – pubblicala sul tuo profilo Instagram taggando @carnetverona e @teatroristori, con hashtag #carnetverona e #RBF2024, entro

e non oltre il 14 febbraio 2024 ore 20:00. 3 – Incrocia le dita e continua a seguirci. Saranno selezionate tre foto vincitrici dalla giuria composta da un membro della rivista, uno del Teatro Ristori e un fotografo professionista. In palio 2 biglietti per lo spettacolo Phenix con shopper Ristori Baroque Festival, due biglietti per l’evento Baro-que? Un aperitivo per riscoprire il Barocco in chiave pop e una shopper Ristori Baroque Festival. Per tutte le altre info visita il sito www.carnetverona.it.


IL CINEMA TEATRO ASTRA RIVELA UN TESORO ARCHEOLOGICO DI EPOCA ROMANA Il sito, di cui non si conosce l’esatta funzione, ha regalato venti ampie stanze impreziosite da affreschi rosso pompeiano e grigio antracite del I d.C. e mosaici della seconda metà del II d.C. di Agnese Ceschi

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otto un vecchio cinema degli anni Trenta chiuso da anni, nel cuore del centro storico di Verona, dove ogni angolo trasuda di archeologia, sono emersi i resti di un sorprendente complesso di epoca romana imperiale, definito da molti una “piccola Pompei”. È un tesoro perfettamente conservato e dal valore inestimabile che si trovava proprio un metro al di sotto delle poltrone dell’ex cinema Astra: venti ampie stanze impreziosite da affreschi rosso pompeiano e grigio antracite del I d.C. con decori floreali stilizzati e mosaici della seconda metà del II d.C, conservati alla perfezione. IL RITROVAMENTO

Sopra: la facciata dell’ex cinema Astra.

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Nel 2004 lo stabile del cinematografo in stile razionalista del 1937, frequentato da molti veronesi fino a pochi anni prima, avrebbe dovuto essere trasformato in un multisala con degli scavi in profondità, ma all’atto dell’accertamento archeologico è emerso che sotto appena un metro dalle poltrone era nascosta una splendida casa che ha vissuto lungo Carnet Verona


tre fasi dell’età Augustea, Flavia e fino al IV secolo d.C, subendo diverse ristrutturazioni. Le ipotesi sul suo utilizzo sono suggestive: essendo a ridosso di Porta Borsari, quindi fuori dalle mura della città, si pensa potesse essere una sorta di albergo di lusso per chi si recava in città, con stanze ampie con riscaldamento a pavimento autonomo attivato dal prefurnio, la “zona caldaia” dell’epoca ritrovata nello scavo. Durante gli scavi recenti sono state rinvenute murature affrescate, impianti di riscaldamento sia a pavimento che a parete, pavimenti in cementizio decorati da tessere. Se l’utilizzo e la funzione di questo luogo non sono chiari, sembra invece molto evidente il motivo della sua distruzione: un rogo incendiario ha segnato improvvisamente la fine di queste architetture, lasciando tracce tangibili della distruzione e dell'ultimo scenario di vita. DOVE SI TROVAVA IL SITO DELL’EX CINEMA ASTRA NELLA VERONA ROMANA?

Facciamo prima un passo indietro per spiegare come Verona è diventata romana. Verona diventò romana nel I secolo a.C. quando i romani la trasformarono da piccolo villaggio di capanne in grande città con palazzi in muratura, infrastrutture e strade lastricate in pietra. Esattamente nell'89 a.C. essa diviene Colonia latina: uno status di prestigio che sembra indicare la volontà di Roma di stabilire uno stretto legame con la città, anche per la sua privilegiata posizione geografica. Si trovava infatti al centro di importanti vie di comunicazione che collegavano porti e luoghi molto diversi tra loro e favorivano scambi e commerci. I generali romani si erano subito resi conto dell'importanza strategica di Verona e ne fecero un fondamentale avamposto militare. Successivamente nel 49 a.C. Giulio Cesare fa promulgare la Lex Roscia con cui viene riconosciuta ai cittadini del nord Italia la piana cittadinanza romana. Verona romana divenne in breve una città popolosa, molto ricca e vitale e venne dotata di imponenti mura di cinta che andarono a sostituire la vecchia palizzata e integrano la difesa naturale assicurata dalla corrente del fiume Adige che circonda la città per circa due terzi. La costruzione della Verona romana rispecchia fedelmente la più tipica struttura dell’accampamento militare: due assi principali, Febbraio 2024

Nelle foto sotto: due immagini degli scavi.

cardo massimo e decumano massimo che si intersecano perpendicolarmente nel foro. Il decumano massimo di Verona coincideva con la stessa via Postumia, la stessa che passa da Porta Borsari. Infatti, per regolare l'accesso vennero costruite porte monumentali. Due di esse possono ancora essere ammirate dove furono costruite più di duemila anni fa: Porta Leoni e Porta Borsari. Quest’ultima, a pochi passi dal sito dell’ex Cinema Astra, era probabilmente chiamata Porta Iovia, dal nome di un tempio dedicato a Giove che le sorgeva davanti. Per questo il luogo dove si trovava il sito, probabilmente un “albergo di lusso” dell’epoca, era appena al di fuori delle mura della città, nei pressi della porta di accesso dalla via Postumia, Porta Borsari.

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TUTTI I VANTAGGI DELLA FORMAZIONE CON L’ENTE BILATERALE Il servizio di formazione dell’Ente Bilateriale è uno spazio gratuito dedicato alla crescita professionale e personale dei lavoratori, ma anche legato all’adempimento degli obblighi formativi imposti dalle normative ai datori di lavoro. Pubbliredazionale

COS’È L’ENTE BILATERALE?

Gli Enti Bilaterali sono organismi paritetici costituiti tra le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali dei lavoratori: Confcommercio, Federalberghi, FIPE, FAITA, Filcams CGIL, Fisascat CISL, Uiltucs UIL. Nasce come prima forma di welfare contrattuale, uno strumento di aiuto economico e non solo sia per i datori che per i lavoratori. Questo Ente riunisce al suo interno l’Ente Bilaterale del Turismo del Veronese (che si rivolge ad alberghi e pubblici esercizi - bar, ristoranti, enoteche…) e l’Ente Bilaterale del Commercio e dei Servizi per un totale di circa 9000 aziende in tutta la provincia di Verona. PERCHÉ SCEGLIERE L’ENTE BILATERALE?

Perché sostiene aziende e lavoratori secondo le previsioni di legge del CCNL del Terziario, Distribuzione e Servizi e i CCNL del Turismo e Pubblici Esercizi. Grazie all’adesione agli Enti Bilaterali le aziende potranno usufruire di formazione gratuita, contributi economici ed altri aiuti. 30

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AREE TEMATICHE DELLA FORMAZIONE Formazione in materia di Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro (D. Lgs. 81/2008) • RSPP • RLS • Primo Soccorso • Prevenzione Incendi • Attrezzature da lavoro • Accordo Stato Regioni - 21/11/2011 (Formazione Lavoratori e Preposti) • E tutti i relativi aggiornamenti

Tra le opportunità offerte la Formazione gratuita è uno dei servizi più apprezzati dalle aziende e dai lavoratori. La Formazione offerta dagli Enti Bilaterali si pone diversi obiettivi: l sostenere le aziende nell’adempimento degli obblighi imposti dalle normative (in materia di salute e sicurezza sul lavoro D. Lgs. 81/2008 e Igiene alimentare) con corsi gratuiti; l sostenere le aziende nella formazione di titolari e dipendenti in ambito professionale; l offrire ai lavoratori opportunità gratuite di formazione per l’aggiornamento e la crescita professionale, il miglioramento della loro occupabilità; l offrire a titolari e dipendenti opportunità gratuite di svago e socializzazione a sfondo culturale.

Formazione continua • Commerciale e vendita • Competenze trasversali • Cultura e svago • Area manager • Comunicazione • Informatica • Social media e competenze digitali • Sviluppo personale • Lingue straniere • Speciale negozi • Speciale turismo

COME FUNZIONA QUESTO SERVIZIO?

Due volte all’anno, in primavera ed autunno, vengono inviati alle aziende per posta e pubblicati sul sito i cataloghi della Formazione degli Enti Bilaterali. In questo modo le aziende possono consultare la proposta formativa di un semestre intero, con la possibilità di prenotare i corsi di mese in mese. Le aziende e i lavoratori vengono avvistati tramite una newsletter dell’apertura delle prenotazioni. La partecipazione ai nostri corsi è gratuita ed è rivolta ai lavoratori dipendenti ed ai titolari delle aziende in regola con i versamenti dovuti all’Ente Bilaterale. Febbraio 2024

COME POSSO ADERIRE ALL’ENTE BILATERALE?

L’adesione all’Ente Bilaterale è prevista dai Contratti Collettivi Nazionali di lavoro: qualora il datore scelga di aderire, iscrive i lavoratori presenti nel suo organico. Ad ogni lavoratore viene trattenuta una piccola percentuale in busta paga, mentre parallelamente il datore di lavoro versa una quota in proporzione al numero di dipendenti in organico. Contatti: tel. 045 8626256 tel. 045 8621836 corsi@entebilaterale.vr.it www.entebilaterale.vr.it

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IL LATO BELLO DELL’AMORE Quando la coppia “scoppia”, lo psicoterapeuta può accompagnare i partner a ritrovare l’armonia. di Francesca Saglimbeni

Ph Freepik.com.

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Lo psicologo e psicoterapeuta Alberto D’Aurìa.

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ulla scia di un 2023 conclusosi con l’ennesimo caso di femminicidio, non possiamo non accogliere il mese dell’amore per eccellenza, senza chiederci se esista ancora un lato bello dell’amore. Se sentimenti e relazioni abbiano, cioè, ancora “un luogo” in cui potersi esprimersi con libertà, nella loro dimensione più pura e autentica. Riflessione che condividiamo con lo psicologo e psicoterapeuta veronese Alberto D’Auria. «Certo che possiamo ancora credere nel bello dell’Amore – sostiene l’esperto -–, perché esso è insito nella natura umana e svolge da sempre un ruolo centrale nella vita degli individui». Per la psicologia questo è un punto fermo? La psicologia è giunta alla conclusione che sentirsi amati sia una necessità fondamentale per tutti gli esseri umani. Nel cuore dell’esistenza di ogni persona vi è il desiderio innato di essere accolti e amati dall’altro. La coppia, nello specifico, è finalizzata a soddisfare questo bisogno di intimità e di amore. Ma tante volte occorre rieducare ai sentimenti in quanto si confonde il sentimento amoroso con il possesso o con la necessità di soddisfare i propri

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bisogni, e questo distrugge appunto il bello dell’amore. In questo lavoro – individuale e di coppia – quale può essere il ruolo dello psicoterapeuta? Sono molte le situazioni in cui lo psicoterapeuta può essere utile come mediatore tra due persone che vogliono stare insieme e proteggere il loro rapporto dai rischi che deve affrontare, soprattutto di questi tempi. Nel corso dell’intervento psicoterapeutico si possono porre degli obiettivi che guidino il lavoro terapeutico come: risolvere i problemi di comunicazione imparando ad essere efficaci e assertivi, nel rispetto di entrambi; superare le differenze che rendono difficile trovare un’intesa e che possono interessare ad esempio lo stile di vita e il piano economico, o il contesto culturale di riferimento; trovare un accordo sull’educazione dei figli; risolvere problemi sessuali trovando l’origine del disagio. Ma anche recuperare la fiducia dopo un tradimento, e imparare a riconoscere nonché a gestire le proprie emozioni e quelle del partener, in modo particolare la rabbia e la gelosia. Il ruolo del terapeuta quindi è quello di aiutare i partner a raggiungere una maggiore consapevolezza delle dinamiche

che si innescano all’interno della coppia, individuando quelle disfunzionali per poterle sostituire con altre più coerenti ed efficaci a mantenere l’armonia. Secondo la sua esperienza, uomo e donna amano in modo diverso? Uomini e donne sono diversi. La ragione per cui essi pensano e agiscono in maniera completamente differente risiede nelle connessioni cerebrali dei loro cervelli, per cui le donne risultano essenzialmente emotive, intuitive e multitasking; il sesso maschile, invece, più settoriale, incline all'attività motoria e con una maggiore capacità di orientamento. Quello che appare importante per garantire una relazione soddisfacente non è la negazione o l’annullamento delle differenze, ma il loro riconoscimento e valorizzazione. Occorre cioè scoprire che nella differenza e complementarietà del maschile e del femminile si può imparare a star bene e crescere. Il vero amore non nasce dal tentativo di essere perfetti ma dalla convinzione che dall’imperfezione può nascere qualcosa di meraviglioso. Ciò implica fatica e impegno ma è un’avventura straordinaria che dovrebbe continuare a riempirci di stupore. In città

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ROBERT DOISNEAU E LA FOTOGRAFIA UMANISTA A Verona, fino al 14 febbraio, la mostra del celebre fotografo francese autore, tra le altre, della fotografia tra le più romantiche della Storia: il bacio de l’Hôtel de Ville a Parigi. di Agnese Ceschi

A sinistra: Robert Doisneau, Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau. A destra in alto: Robert Doisneau, La concierge aux lunettes, Paris 1945 © Robert Doisneau. A destra in basso: Robert Doisneau, Les frères, rue du Docteur Lecène, Paris 1934 © Robert Doisneau

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no dei baci più teneri nella storia della fotografia? È in mostra nella città dell’Amore e di Romeo e Giulietta, Verona, fino al 14 febbraio. Ironia della sorte (o forse no?) chiuderà proprio il giorno che celebra gli innamorati di tutto il mondo, il 14 febbraio, la mostra che ripercorre la vicenda creativa del grande fotografo francese Robert Doisneau, autore dell'immagine in questione: una giovane coppia che, incurante della folla di passanti e del traffico, si bacia in Place de l'Hôtel de Ville a Parigi. Quella fotografia è considerata tra le più, se non la più, popolare fotografia d’autore di ogni epoca e nei decenni continua ad essere riprodotta infinite volte. Doisneau, che insieme a Henri Cartier-Bresson, è considerato uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada ci svela in questa mostra originale, il suo vero intento: catturare momenti di felicità come questo. Con le sue fotografie vuole regalare “un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere” spiega l’autore. L’umanità e le emozioni sono proprio al centro delle 135 immagini in bianco e nero, tutte provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau di Montrouge. Fu proprio in questo laboratorio che il fotografo sviluppò e archiviò le sue immagini per più di cinquant'anni, e fu lì che morì Febbraio 2024

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nel 1994, lasciando un'eredità di circa 450.000 negativi. Il fotografo ci colpisce per il modo in cui cattura la vita quotidiana degli uomini e delle donne che popolano Parigi e le sue periferie, carichi di emozione nei gesti e nelle situazioni che vivono. E queste stesse emozioni si trasmettono in modo molto efficace nello spettatore. Il suo è un lavoro senza distinzione cronologica né criterio di genere o tema: Doisneau amava dedicarsi ai lavoratori nelle fabbriche, o fermarsi ai banconi dei bistrot, alle portinerie, alle cerimonie, ai jazz club, alle scuole o alle generiche scene di strada, dove spesso i bambini sono protagonisti.

Nato nel 1912 a Gentilly, una città nella periferia sud di Parigi, Robert Doisneau muove i primi passi nel campo della litografia, attività che abbandonerà rapidamente in favore di un apprendistato presso lo studio di André Vigneau, che lo introduce al mondo della fotografia. Seguirà, per quattro anni, un’intensa collaborazione con il reparto pubblicitario della Renault. Terminato questo impegno, Robert Doisneau approda al tanto ambito status di fotografo indipendente, ma il suo slancio viene spezzato dalla guerra, che tuttavia non gli impedirà di continuare a fotografare. Subito dopo la Liberazione della capitale, di cui è testimone, comincia un periodo molto intenso di commissioni per la pubblicità (e in particolare per l’industria automobilistica), la stampa (tra cui le riviste “Le Point” e in seguito “Vogue”) e l’editoria. In parallelo, porta avanti i suoi progetti personali, che saranno oggetto di numerose pubblicazioni, a cominciare dal libro realizzato nel 1949 in collaborazione col suo sodale, il celebre scrittore Blaise Cendrars, La Banlieue de Paris, la prima sintesi dei molti racconti per immagini che dedicherà a questo mondo. Dal 1946 le sue fotografie vengono distribuite dall’agenzia Rapho. Qui conosce in particolare Sabine Weiss, Willy Ronis e, successivamente, Édouard Boubat, che insieme a lui formeranno una corrente estetica spesso definita “umanista”. Nel 1983 gli viene assegnato il “Grand Prix national de la photographie”, a consacrazione di un’opera estremamente ricca e densa con numerosissime esposizioni, in Francia come all’estero. In città

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TRA LEGGENDA E REALTÀ: ROMEO E GIULIETTA di Giorgia Castagna

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assione, vendetta, onore. Sono questi forse i tre aggettivi che meglio descrivono la tragedia d’amore più conosciuta al mondo e per la quale la città scaligera è così rinomata. Stiamo parlando naturalmente dell’opera di Romeo e Giulietta resa celebre dal grande poeta Shakespeare che scelse di dare vita alla storia di due ragazzi veronesi, figli di famiglie nobili dell’epoca, i Montecchi e Capuleti, a cui venne impedito l’amore a causa di aspri dissidi tra le parti. Nonostante la distanza della famiglia Romeo e Giulietta si amarono ardentemente e il loro amore fu così forte da non dividerli ma da finire in tragedia. La storia di Romeo e Giulietta in realtà trae origine da una leggenda senese, sfruttata per la prima volta da Masuccio Salernitano (novella 22ª del Novellino, dove i due amanti si chiamano Ganozza e Mariotto), per poi passare dal frutto della fantasia di un nobile vicentino, Luigi da Porto in una novella pubblicata nel 1531 e ambientata a Verona. I Montecchi e i Cappelletti, inoltre, comparivano nel canto VI del Purgatorio di Dante che dipinge le due famiglie come rivali e perennemente in lotta tra loro. Solo dopo numerose ristampe e riscritture, la storia dei due innamorati si diffonde in Inghilterra, dove tra il 1594 e il 1596 William Shakespeare ne fa una sua versione con il titolo di The most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet.

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VERONA IN LOVE L’AMORE CHE VA DI MODA di Giorgia Castagna

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ancora di moda essere romantici? Stando ai numeri registrati da Verona in Love a quanto pare sì e proprio per questo Verona si prepara anche quest’anno al più grande festival dell’amore all’aperto. Dal 9 al 14 febbraio 2024 torna una nuova edizione di Verona in Love che anche quest’anno vedrà coinvolte le bellissime location di Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio, Cortile del Tribunale e Loggia di Fra Giocondo. Promosso dal Comune di Verona e organizzato da Studioventisette, Verona in Love porta in piazza tanti eventi artistici, culturali e non solo per lasciare un ricordo indelebile a chi deciderà di parteciparvi.

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Ad aprire il festival ci penserà il Papà del Gnoco che saluterà il pubblico di Verona in Love inaugurando la nuova edizione dell’evento venerdì 9 febbraio, data in concomitanza con il venerdì grasso. A seguire uno showcooking condito da musica e divertimento per celebrare l’amore per la città scaligera a partire dalle sue tradizioni culinarie e di folklore. Sabato 10 febbraio alle ore 11:00, l’amore per la sostenibilità e l’ambiente saranno i protagonisti della mattinata dedicata ai partecipanti del concorso Ti Racconto un Albero, nato con l’intento di far realizzare, con materiali di riciclo e di scarto, un’opera creativa rappresentante un albero natalizio per raccontarne la storia. Le piazze saranno poi suddivise in aree tematiche: piazza dei Signori parlerà di musica con spazi ed appuntamenti musicali, talk e spettacoli per sei giorni all’insegna dell’amore. Concerti tematici come quello del Corodoro, in programma sabato 10 alle ore 16:30 a cui farà seguito lo spettacolo Rose dedicato alle storie di empowerment femminile. Feltrinelli Librerie porterà sempre a partire da sabato il suo contributo con un fitto ciclo di incontri letterari incentrato su autori che parlano e scrivono la stupenda lingua dell’amore. Prima ospite della serata la scrittrice Licia 38

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Troisi, la regina del fantasy italiano, che racconterà la sua esperienza e i suoi passi nel mondo della letteratura di genere. La serata proseguirà poi con spettacoli di stand up comedy tutti al femminile e un coinvolgente dj set della dj Laura Marcellini. Spazio poi al premio rivolto ai songwriter e nato con l’intento di incentivare la produzione di musica d’autore: “Premio Arte d’Amore” giunto quest’anno alla sua quinta edizione. La serata di premiazione è prevista domenica 11 febbraio con ospite Milena Mingotti, vincitrice del premio Bruno Lauzi e del Premio Nuovo Imaie al Mei 2023 di Faenza.

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IL CARNEVALE DI VERONA: TRA CURIOSITÀ E STORIA di Giorgia Castagna

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e origini del carnevale di Verona, uno dei più antichi d’Italia, vanno ricercate nel tardo Medioevo e si accostano fin da subito alla maschera tipica veronese: il Papà del Gnoco. Ogni anno tutti i cittadini veronesi sono chiamati a eleggere la loro maschera tra una serie di candidati sostenuti dalle varie fazioni. ll Papà del Gnoco, ogni anno una persona

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diversa, viene eletto con una vera e propria votazione che si tiene in piazza San Zeno, dove tutto cominciò. Si narra infatti che fra il 1520 e il 1531 una forte carestia si abbatté sulla popolazione e che tale Tommaso da Vico, un personaggio abbiente, per supportare la popolazione in un momento così difficile decise di mettere insieme una somma ingente da poter

acquistare farina per preparare una quantità di gnocchi tale da sfamare tutti. Si narra addirittura che fece testamento indicando espressamente che i suoi averi fossero utilizzati per assicurare ogni anno, durante il venerdì santo, la distribuzione di gnocchi e vino in quantità. La cosa più giusta che potesse fare la popolazione era proprio istituire una figura leggendaria

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da festeggiare all’occorrenza. Ad organizzare i vari festeggiamenti spetta allo stesso Comitato del Bacanàl del Gnoco che ogni anno coinvolge in maniera appassionata e viva tutta la popolazione veronese con il suo culmine nella sfilata che il giorno dell'ultimo venerdì prima della Quaresima attraversa e blocca il centro di Verona con un corteo composto da gruppi provenienti anche da altri stati europei e dal Sudamerica. Questa è l’edizione numero 494 della manifestazione veronese che, grazie ai suoi 618 anni di storia, è stata certificata dal Ministero della Cultura come terzo carnevale storico insieme a quelli di Fano e Putignano. Molti gli appuntamenti in calendario, tra cui gli incontri con le scuole, per far conoscere e tramandare alle nuove generazioni il patrimonio storico-culturale del nostro carnevale. Il primo appuntamento che ha aperto questo carnevale è stato il 6 gennaio, con la posa della statua di Papà del Gnoco in piazza a San Zeno, seguito poi dalle varie iniziative per arrivare fino alla sfilata di venerdì 9 febbraio, che quest’anno vedrà le maschere e i carri concludere il corteo in piazza Sano Zeno. Tra le manifestazioni da non perdere: da giovedì 8 a domenica 11 febbraio 2024 “Il Carnevale di Verona ci fa tornare tutti bambini – Venardi Gnocolar” in Piazza San Zeno; sempre giovedì 8 febbraio alle 18 spettacolo con sfilata dei carri allegorici, che proseguirà in Gran Guardia con un incontro sul tema “Il Papà del Febbraio 2024

Gnoco e le maschere italiane” alla presenza dei rappresentanti delle più importanti maschere italiane. Venerdì 9 febbraio: Venardi Gnocolar con al mattino i saluti istituzionali al Prefetto, al Presidente della Provincia e al Sindaco, seguiti dalla sfilata nel pomeriggio. Domenica 11 febbraio alle 14 “Cavalcata storica di Tomaso Da Vico”. Infine, l’ultimo giorno dedicato al Carnevale sarà Martedì Grasso, 13 febbraio, con il gran finale in Piazza dei Signori e il ballo in maschera in Gran Guardia. LA MASCHERA DEL PAPÀ DEL GNOCO

Il Papà del Gnoco è la maschera principale del carnevale di Verona e tante altre le ruotano attorno a partire dai “gobeti o "macaroni", i suoi servitori, che durante la sfilata lo aiutano a distribuire caramelle per i bambini e porzioni di gnocchi per gli adulti. Viene rappresentato come un uomo anziano, rubicondo e con una lunga barba bianca, vestito di broccato nocciola e mantello, con una tuba rossa a cui sono attaccati dei sonagli, In città

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della patata e del pomodoro non si erano ancora diffusi in Europa. Tutti prodotti che i veronesi potevano trovare nella loro tradizione alimentare contadina. Solo più tardi venne chiamato Venerdì Gnocolàr. IL CARNEVALE È ANCHE IN TAVOLA

cappello e scarpe di pelle bianca. Il suo scettro da Re del Bacanal è una grande forchetta dorata, in cui è infilzato uno gnocco. Il suo fido destriero è una mula che sfila con lui. CURIOSITÀ

Nella sua "Descrizione di Verona", il Da Persico indica come anno di istituzione del "Venardi Casolare" il 1405. Il carnevale secondo il Da Persico inizia quindi con il "Venardi Casolàr" dal latino "Caseum": formaggio. Gli gnocchi erano infatti conditi tradizionalmente solo con burro e formaggio ed erano fatti solo con farina e acqua perché l'uso 42

In città

A farla da padrone sono sicuramente gli gnocchi con il pomodoro ma la tradizione e i piatti veronesi non si limitano. Altri condimenti altrettanto diffusi per arricchire il gusto degli gnocchi sono: burro fuso e salvia, gorgonzola e la pastissada de caval o stracotto di cavallo. Tra i dolci si contendono il posto galani e frittelle: i primi, conosciuti nelle altre regioni italiane anche con il nome di chiacchere, sono strisce create da un impasto composto da farina, uova, zucchero, burro e un po’ di liquore a piacere. Fritte nell’olio spolverate con abbondante zucchero a velo per un risultato dolce croccante e molto friabile. Le seconde, le frittelle nascono nella Repubblica di Venezia intorno Carnet Verona


al 1300 e si diffondono come simbolo del Carnevale in tutto il territorio del veneto, compresa la città scaligera. La frittella tradizionale veneta è preparata con i seguenti ingredienti: uova, farina, latte, uvetta sultanina, pinoli e zucchero. Anche queste fritte e imbiancate con zucchero a velo, una vera delizia! LA FESTA DELLA RENGA

A chiudere definitivamente il periodo del Carnevale e aprire quello della Quaresima ci pensa la tradizionale festa della Renga di Parona. La data è sempre quella mercoledì delle Ceneri, che quest’anno cade il 14 febbraio e vede al centro della festa il piatto simbolo “Polenta brustolà e renga”. La manifestazione ha origini molto lontane e ci ricorda quando i burchieri, navigatori di fiume che conducevano delle speciali imbarcazioni dette burchi, scendevano lungo l'Adige ma erano costretti durante il fine settimana, ovvero quando l'attraversamento fluviale della città era impedito dallo sbarramento doganale nei pressi Febbraio 2024

dell'attuale Ponte Catena, a fermarsi nella zona di Parona. Durante la sosta essi erano soliti trovare ristoro nelle osterie del luogo e, quale compenso, a volte non avendo denaro lasciavano il controvalore tra cui qualche cassetta di aringa in dialetto veronese renga. Da lì, le "parone" - cioè le padrone delle varie osterie - impararono a cucinare e a servire questa specialità in modo così gustoso che la cosa non passò inosservata. La voce corse veloce tra i burchieri, e non solo, che si fece forte la tradizione di venire a Parona per consumare questo piatto ricco e gustoso accompagnato da polenta brustolà e da un buon bicchiere di vino. A fare da contorno alla manifestazione tanti chioschi con degustazione di polenta e renga che apriranno alle ore 10 mentre nel primo pomeriggio come da tradizione sfilata delle maschere in via Liberale da Verona, con la partecipazione del Papà del Gnoco e a seguire esibizione di majorettes e musica con vari corpi bandistici della provincia. In città

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BUONGIORNO SIORA MASCHERA! La storia delle maschere del Carnevale veneziano: un lungo viaggio nel tempo che ripercorre i fasti della Serenissima Repubblica. di Agnese Ceschi

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“B

uongiorno Siora maschera!”. Con questo saluto si accoglieva un tempo a Venezia lungo le calli, per i canali e nei listoni con grande giovialità il passaggio di una maschera. Questo ci racconta quanto la storia del Carnevale veneziano e delle sue maschere sia intrecciata alla cultura veneziana sin dai tempi antichi. Allegria, eleganza e colore animano calli, piazze e campielli: Venezia è il Carnevale. La storia delle maschere veneziane, che si distinguono per le loro peculiarità e unicità rispetto a quelle di altre città limitrofe, è lunga e travagliata e ripercorre i fasti della Serenissima Repubblica. Da sempre simbolo della libertà e della trasgressione a tutte le regole sociali imposte dalla Repubblica Serenissima, la maschera permetteva di nascondere, almeno una volta all’anno, la propria identità, il sesso e la classe sociale di appartenenza. Le maschere erano (e lo sono ancora oggi) fatte di cartapesta e ne venivano prodotti diversi modelli in diversi colori e decorati con gemme, tessuti e nastri. Le decorazioni variano da artigiano ad artigiano, ma sono ricchissime. La base può essere bianca oppure infogliata d’oro o argento, con effetti marmorei o invecchiati. Poi sopra vengono applicate piume, lustrini, ricami dipinti o applicati e disegni di ogni tipo. La storia della maschera veneziana inizia già nel 1268, anno a cui risale la più antica legge che limita l’uso improprio della maschera. Gli artigiani che fabbricavano maschere erano chiamati maschereri fin dal tempo del Doge Foscari e appartenevano alla frangia dei pittori. La produzione di maschere si era così intensificata che nel 1773 esistevano Febbraio 2024

ufficialmente 12 botteghe di maschere a Venezia. La maschera non era utilizzata solo durante il periodo di Carnevale ma in molte occasioni durante l’anno come il giorno di Santo Stefano (che sanciva la data di inizio del Carnevale veneziano) e fino alla mezzanotte del Martedì Grasso, oppure durante i quindici giorni dell’Ascensione. Allo scopo di limitare l’inarrestabile decadimento morale dei Veneziani, la Serenissima in varie riprese ha legiferato in materia di Carnevale e ha disciplinato l’uso delle maschere e dei travestimenti, ad esempio vietando di recarsi in maschera all’interno dei luoghi sacri o di ballare in pubblico al di fuori dei giorni stabiliti per la festa del carnevale. Dopo la caduta della Repubblica, il Governo Austriaco non concedette più l’uso delle maschere, se non per feste private o per quelle riservate e il Carnevale di Venezia attraversò una fase di decadenza, recuperandone invece i fasti in tempi moderni. Ai giorni nostri la goliardia e il colore delle maschere fanno di Venezia la capitale del Carnevale per eccellenza.

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La Bauta.

La Gnaga.

LE MASCHERE PIÙ IMPORTANTI DEL CARNEVALE DI VENEZIA

Il travestimento durante il Carnevale di Venezia poteva essere completato anche da un gattino sotto braccio. Infatti “gnao” è il modo veneziano di dire “miao”. La Moretta era una maschera ovale di velluto nero che veniva usata dalle donne. La sua invenzione ebbe origine in Francia, ma si diffuse rapidamente nella Serenissima, poiché abbelliva particolarmente i lineamenti femminili. La maschera era completata da veli velette e cappellini a larghe falde. Infine, il Volto è la maschera ad oggi più diffusa. Copre interamente la faccia e si abbina a costumi altrettanto elaborati. Queste maschere veneziane possono essere decorate in tantissimi modi diversi, a seconda del tema del travestimento e dell’estro dell’artigiano. Sono celebri i Volti di Arlecchino, Pierrot o Jolly.

La Moretta.

Il Volto.

Durante il Carnevale i Veneziani si concedevano trasgressioni di ogni tipo e alcune maschere erano utilizzate per mantenere l’anonimato e consentire qualsiasi gioco proibito, sia da parte di uomini che da parte di donne. Le tipologie storiche più celebri di maschere veneziane sono 4: la Baùta, la Gnaga, la Moretta e il Volto. Molte altre sono legate alla commedia dell’arte e al teatro di Goldoni (tra cui Arlecchino, Pantalone, Colombina). La Bauta è una delle maschere più antiche, formata da un velo nero o Tabarro, un tricorno nero e una maschera bianca. La maschera bianca permetteva di bere e mangiare senza mai togliersela, mantenendo così l’anonimato. Oltre a tutto ciò si soleva anche indossare il Tabarro, un lungo mantello nero che copriva fino a metà la persona. La Gnaga era una maschera a forma di gatta, con lineamenti marcatamente femminili.

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MARCO POLO: A VENEZIA SI CELEBRANO I 700 ANNI DI STORIA Il celebre viaggiatore veneziano, primo europeo a percorrere la Via della Seta, al centro di un ciclo di iniziative nel corso del 2024 e oltre. di Agnese Ceschi

È

stato uno dei viaggiatori più avventurosi di tutti i tempi e ha contribuito a far conoscere storia, cultura e costumi di una terra (all’epoca) lontana, l’Oriente. Stiamo parlando di Marco Polo, il veneziano autore de Il Milione. Il 2024 è un anno importante, perché segna l’inizio dei festeggiamenti (che dureranno tre anni) per l’anniversario dei 700 anni dalla morte di Marco Polo avvenuta nel 1324. Arte tessile, sete e trame pregiate, il racconto di un viaggio attraverso preziose testimonianze storiche, approfondimenti sull’arte calligrafica araba e cinese, fino a costumi di scena e incursioni nell’arte moderna per riscoprire una grande avventura, all’insegna della scoperta, della curiosità, della conoscenza. Per tutto il 2024 Marco Polo e la sua opera letteraria Il Milione saranno protagoniste di un programma di iniziative per adulti e bambini promosse dal Comune di Venezia, in collaborazione con Fondazione Musei Civici di Venezia, l'Università Ca’ Foscari di Venezia, ma anche tantissime realtà associative della città, nazionali ed internazionali. Febbraio 2024

Marco Polo.

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Perchè festeggiare Marco Polo: chi era questo viaggiatore? Marco Polo (1254 - 1324) è considerato uno dei più grandi viaggiatori di tutti i tempi, essendo stato il primo europeo a percorrere la Via della Seta e a valorizzare una cultura, quella cinese, di cui gli stessi asiatici non erano del tutto consapevoli. La sua storia di grande viaggiatore è una storia che via mare e via terra ha dato origine al legame con quelle culture e popolazioni lontane. La riscoperta della sua figura evoca temi di grande attualità: come dialogare e regolare i rapporti tra popoli e diverse culture? “Il Milione” è la celebre opera in cui racconta gli anni di avventure e scoperte trascorsi tra il 1271 e il 1295 in territori molto lontani dalla sua città natale, Venezia. Nel libro, Marco Polo, attraverso colui che ne trascrisse il racconto sotto dettatura, Rustichello da Pisa, descrive i Paesi e i paesaggi, la gente con cui ha parlato, le loro storie, i costumi, i culti, le coltivazioni, i gioielli, i tessuti, le vie, i cibi e gli animali.

con l’esposizione nel portego di una ventina di abiti, creazioni originali, tessuti e fedeli repliche di antichi abiti provenienti dal Museo della Seta di Suzhou. Un’occasione davvero speciale anche per comparare da un punto di vista estetico e manifatturiero lo stile dell’abbigliamento durante la Repubblica Serenissima con quello delle principali dinastie regnanti nell’antico impero cinese. Evento di punta delle celebrazioni è la mostra ospitata a Palazzo Ducale dal 6 aprile al 29 settembre 2024, “I mondi di Marco Polo. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento”. Un viaggio nel viaggio: tra le sale di Palazzo Ducale, con oltre 300 opere provenienti dalle collezioni veneziane, dalle maggiori e più importanti istituzioni italiane ed europee, fino a prestiti dei musei dell’Armenia, Cina, Qatar e Canada. Opere d’arte, reperti, manufatti e incursioni nell'opera letteraria del mercante veneziano per ripercorrere la geografia fisica, politica e umana dei suoi incontri in Asia, al centro de Il Milione.

Nelle foto: due immagini dell’esposizione a Palazzo Mocenigo.

DUE MOSTRE

L’appuntamento che inaugura le celebrazioni è al Museo di Palazzo Mocenigo con “L’Asse del Tempo: Tessuti per l'Abbigliamento in Seta di Suzhou” dall’11 gennaio al 29 febbraio 2024. Un progetto che ricorda e rinnova il legame storico tra Venezia e Suzhou; ufficialmente gemellate dal 1980, due “Città sull’Acqua” che sorgono alle estremità della Via della Seta. Soprattutto, entrambe con un forte legame con la figura di Marco Polo che, durante il suo lungo viaggio in Oriente come incaricato del Kublai Khan, restò ammaliato da Suzhou. La seta è protagonista a Palazzo Mocenigo 48

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BANCA VERONESE SI ESTENDE VERSO IL LAGO E SI TUFFA NEL MONDO DELL’HOSPITALITY di Federica Clemente Pubbliredazionale

Il Direttore Generale Andrea Marchi e Emanuele Poli, Direttore Commerciale e Marketing

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l ruolo di una banca, e in particolare di una banca di credito cooperativo, è quello di rispondere alle esigenze del territorio in cui opera, andando a sviluppare servizi idonei al mercato territoriale di riferimento. Questa la mission anche di Banca Veronese, aderente al Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, che ha recentemente aperto una nuova filiale a Bussolengo per avvicinarsi a un settore molto importante per la città di Verona. Infatti, dagli ultimi dati divulgati dalla Camera di Commercio di Verona, la nostra provincia si attesta tra le principali mete turistiche italiane, con 16,4 milioni di turisti arrivati nei primi nove mesi del 2023. Il numero supera anche i dati pre Covid del 3,9%, con un aumento notevole dei turisti stranieri (+5,9%) a discapito però di quelli italiani (-3%). Il Lago di Garda e in generale l’area gardesana si confermano essere il luogo d’attrazione principale di tutta la provincia,

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con un potenziale di sviluppo turistico in forte espansione. Andrea Marchi, Direttore generale di Banca Veronese, e Emanuele Poli, Direttore commerciale e marketing, ci hanno illustrato meglio il progetto per la filiale di Bussolengo e in particolare per il settore ristorazione e hotellerie. Perché espandersi verso il Lago di Garda con la filiale di Bussolengo? Come ha risposto Banca Veronese alla

crescente richiesta del settore hospitality sul territorio? L’apertura della Filiale di Bussolengo va proprio in questa direzione. L’idea è intercettare anche gli operatori del settore turistico proponendo un’offerta completa che accompagni i clienti nella diversificazione dei propri canali di vendita (dall’e-commerce al servizio POS). Grazie all’advisory della struttura specialistica di Iccrea, supportiamo iniziative industriali

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con un plafond dedicato messo a disposizione da Cassa Depositi e Prestiti e a un fondo dedicato ai progetti del PNRR. In questo senso, oltre ai servizi tradizionali, intendiamo affermare il nostro supporto distintivo nell’ambito dell’hospitality e riteniamo il Comune di Bussolengo strategico vista l’interconnessione con il lago e la città di Verona, consentendoci una miglior diversificazione nell’ambito economico. Come vi ha accolto il territorio e quali sono i progetti legati alla comunità locale che state portando avanti? Fin da subito abbiamo attivato un dialogo costruttivo con le istituzioni locali sia a livello amministrativo che a livello economico. Proprio per essere presenti sul territorio abbiamo partecipato come

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espositori alla 312esima edizione della fiera di San Valentino, la festa per eccellenza di Bussolengo, sentita da tutti gli operatori economici che lavorano sul territorio, con l’intento di far conoscere il nostro istituto alla comunità locale. Riteniamo fondamentale continuare in tal senso, dialogando ed ascoltando gli attori del territorio, promuovendo e sostenendo iniziative che abbiano anche un impatto a livello culturale e sociale. Il 2024 sarà un anno di consolidamento: l’obiettivo è quello di farci conoscere ulteriormente sia come istituto bancario ma soprattutto come credito cooperativo, ponendo quindi l’accento sul nostro punto di forza e di differenziazione che è l’attenzione verso le esigenze della clientela, la carta dei valori su cui operiamo e

la volontà sempre presente di promuovere il bene comune sul territorio di riferimento. Guardando al futuro della Banca, quali sono i settori e i servizi su cui vorrete investire? Storicamente la banca è legata al settore agro-alimentare, alla meccanica e all’artigianato e accompagna i piccoli operatori economici e le PMI nei lori progetti di crescita. Per il futuro, il turismo, l’agricoltura e il settore vitivinicolo rappresentano ambiti interessanti su cui intendiamo sviluppare ulteriormente la nostra crescita e per cui stiamo costruendo servizi dedicati. Il bilancio 2023 consoliderà il patrimonio della banca rafforzando gli indicatori economici e patrimoniali tra cui il CET 1, che a settembre 2023 si attestava a 28,1%, valore tra i più alti del settore bancario, a conferma della nostra solidità.

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ANCORA PIÙ POSSIBILITÀ DI PERSONALIZZAZIONE Gli innovativi rivestimenti aprono nuovi orizzonti per il design delle finestre – senza limitazioni. Pubbliredazionale

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uando si parla di serramenti, i materiali protagonisti sono il PVC, l’alluminio o il legno. Tuttavia, le varianti disponibili sono spesso limitate. Il produttore altoatesino Finstral, invece, ha sviluppato già da tempo la propria gamma all’insegna della modularità, rendendo possibile praticamente ogni combinazione. Ora entrano in scena i nuovi rivestimenti “Inlay”: questi inserti consentono di personalizzare il lato interno anche con superfici in legno pregiato, ceramica o metallo, senza alcuna restrizione nella scelta di

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Tutto è iniziato da qui: per la sua tesi di laurea triennale, Alex Ploner ha sviluppato il modulo per Inlay, ovvero inserti di diversi materiali applicati su un profilo di supporto in alluminio. Un primo modello è stato prodotto con la stampante 3D.

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caratteristiche funzionali e dotazioni aggiuntive del serramento. Così le finestre definiscono l’interior design in modo ancora più vario e individuale. Ma qual è la storia dietro a Inlay? Tutto è iniziato con uno studente altoatesino tornato a casa, diciamo così, in Finstral per il tirocinio previsto dal suo programma di studio duale presso la DHBW Mosbach. Lo studente ha avuto modo di osservare da vicino diversi processi aziendali, “ad esempio l’estrusione di profili e la produzione di vetro isolante”, nella sede centrale ad Auna di Sotto e ha trovato spazio nel reparto sviluppo, dove si affrontano le questioni costruttive fondamentali della progettazione dei serramenti. Ed è proprio qui che a partire da giugno 2020 ha avuto l’opportunità di collaborare ad un progetto ampio e complesso nell’ambito della sua tesi di laurea triennale. «Mi è stato chiesto di dare una spinta in più al sistema modulare già esistente, in termini di funzionalità ed estetica – descrive – questa la richiesta ricevuta dalla Direzione Finstral». Sistema modulare? Sembra un gioco da ragazzi, ma in realtà è stata una sfida molto impegnativa. «Da tempo lavoriamo per orientare tutta la nostra gamma alla massima modularità – conferma Joachim Oberrauch, presidente del Consiglio di Amministrazione e responsabile sviluppo prodotti Finstral. – Colori, materiali, forma dei profili, comfort d’uso: nella composizione di un serramento Finstral, l’obiettivo è quello di rendere possibile ogni combinazione. Nel corso dei mesi, si sono seguiti vari approcci per sfruttare e sviluppare ulteriormente i punti di forza della modularità. Per quanto riguarda l’estetica, si è proposto di rendere ancora più ampia 54

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Nel laboratorio di prova Finstral: il comproprietario di Finstral Joachim Oberrauch (a sinistra), Alex Ploner (al centro) e il responsabile del reparto sviluppo Franz Gufler (a destra) esaminano l’effetto di un serramento con inserto in legno pregiato. Notevole: tutte le configurazioni funzionali ed estetiche delle finestre sono combinabili con Inlay.

Il particolare processo di lavorazione della ceramica consente di ottenere superfici ruvide piacevoli al tatto, dall’estetica molto autentica, che danno profondità e creano affascinanti giochi di luce. Per serramenti dal design innovativo.

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la già vasta gamma di materiali Finstral, basata su PVC, alluminio e legno. «Mi sono chiesto se e come si potessero applicare materiali diversi su un profilo esistente, con la minore lavorazione possibile». A un certo punto l’intuizione in cui ha trovato l’incastro perfetto, nel vero senso della parola: «E se utilizzassimo un profilo di supporto in alluminio come modulo interno aggiuntivo, su cui applicare semplicemente delle strisce di materiale?» Utilizzando la stampante 3D, l’allora laureando ha prodotto un primo profilo di supporto in cui si potevano inserire i materiali esistenti di Finstral, ma anche alternative completamente diverse. Legno pregiato, metallo, persino ceramica... «Con un dispendio ridotto a livello di sviluppo e produzione, siamo in grado di realizzare finestre dal design inedito.» È proprio questa la chiave della modularità: massimizzare la varietà e ridurre al minimo la complessità, rendendola in ogni caso gestibile. Dopo tre anni di sviluppo, l’innovazione Inlay arriva sul mercato. I clienti possono scegliere tra cinque inserti in legno pregiato, cinque in metallo e dodici in ceramica per personalizzare il lato interno del serramento, realizzando il supporto in alluminio nella tonalità che preferiscono tra gli oltre 250 colori per l’alluminio di Finstral. «E senza alcuna limitazione nella scelta di altre caratteristiche o dotazioni – dalla forma dei profili ai sistemi oscuranti, fino alla protezione antieffrazione». E Joachim Oberrauch aggiunge: «Con Inlay offriamo ancora più opzioni di personalizzazione agli architetti d’interni e interior designer, proprio come avviene per i mobili». www.finstral.com Febbraio 2024

I profili più sottili, con un tocco unico: i legni pregiati sono rari e preziosi, ma con l’opzione “Inlay” possono essere impiegati per arricchire la superficie di finestre sostenibili e belle da vedere. Così i serramenti diventano una componente sempre più decisiva nell’interior design.

Tre materiali in 22 varianti e 250 colori per il profilo di supporto in alluminio: con Inlay l’ampia varietà di soluzioni già offerta da Finstral per una progettazione su misura si moltiplica, arrivando a un totale di 41.594.475.000 possibili combinazioni.

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BUSSOLENGO, FIERA DI SAN VALENTINO Una settimana di festa nel nome dell’Amore. di Giancarla Gallo

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orna la Fiera di San Valentino, giunta alla 313^ edizione, in programma dal 10 al 14 febbraio. Ricchissimo anche quest'anno il programma degli eventi e delle manifestazioni organizzati dal comune di Bussolengo, che ha come patrono appunto San Valentino a cui è dedicata la chiesa più importante. La Fiera si svolgerà soprattutto nel Palaspettacoli e nel centro del paese. Oltre agli spettacoli, eventi, premiazioni, non mancheranno stand gastronomici con leccornie per grandi e piccini, luna park, banchetti con i mestieri

antichi, giochi per bambini. Da secoli in tutto il mondo in questo giorno si festeggia l'amore, in modo romantico e scambiandosi doni. Secondo la tradizione questa festa ha origini antiche: probabilmente risale al IV sec a. C. quando i Romani veneravano il dio Lupercus con riti di fertilità, che consistevano nello scegliere donne e uomini, che dovevano vivere insieme in intimità per un anno intero. La Chiesa pose fine a questa usanza, introducendo la festa di San Valentino, santo dell'Amore. Nel 496 d.C. Papa Gelasio pose fine ai riti pagani sfrenati

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e disinibiti dei Lupercalia, dedicati al dio della fertilità Luperco, che si celebravano il 15 febbraio. Spostò infatti al 14 febbraio la festa dell'amore, con patrono un martire di nome appunto San Valentino, che, secondo la tradizione, compì alcuni miracoli amorosi: ad esempio fece riappacificare due innamorati, mentre stavano litigando, facendo volare attorno a loro decine di coppie di piccioni (da lì il detto come due piccioncini) e offrendo loro una rosa. Chi fosse questo Valentino non è del tutto sicuro. La storia ci riporta almeno due martiri di nome Valentino: uno morto

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a Roma il 14 febbraio del 274, decapitato, vescovo di Terni. L'altro nato nel 176 a Terni, che proteggeva gli innamorati. Ma il merito letterario di aver consacrato San Valentino come santo patrono dell'amore è da attribuire a Geoffrey Chauser, autore dei Racconti di Canterbury, che, alla fine del Trecento, scrisse The Parliament of Fowls (Il Parlamento degli uccelli) in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia, poema che associa Cupido a San Valentino. Inoltre si narra che William Shakespeare, in viaggio a Verona, nel visitare la chiesa di S. Valentino a

Bussolengo, scoprisse una lapide che custodiva la Rosa del patrono degli innamorati, che era solito regalare questo fiore alle coppie di fidanzati per augurare felicità. Così la Rosa di S. Valentino, simbolo di amore eterno, è divenuta ora il simbolo della Fiera di Bussolengo. Il comune ha fatto realizzare un brand “La Rosa di San Valentino”, marchio per contrassegnare prodotti, servizi, eventi di alta qualità, ispirati al concetto di #eternamore, inteso in senso ampio: non solo l'amato, anche gli amici, la famiglia, la natura, il territorio, la cucina, l'arte, la musica, l'artigianato.

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ROMANTICISMO A VERONA E DINTORNI TRA LUOGHI E LEGGENDE Qual è il filo conduttore che lega idealmente il pozzo dell’amore di Verona, la penisola di Sirmione, Borghetto sul Mincio e il Club di Giulietta?

di Agnese Ceschi

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omanticismo è qualcosa che talvolta si respira nei luoghi e che si tramanda di generazione in generazione tramite le leggende. In occasione del mese più romantico dell’anno, abbiamo fatto una selezione di alcuni dei luoghi più romantici di Verona e dintorni e scoperto che le storie e le leggende che ruotano attorno a questi sono di un romanticismo struggente. VERONA NASCOSTA: IL POZZO DELL’AMORE

È una meta un po’ celata all’interno della città e non conosciuta da tutti: il pozzo dell’amore. All’interno di un vicolo cieco raggiungibile da Corso Porta Borsari, troviamo un pozzo con su posizionata una formella di ottone che reca le seguenti parole: "getta nel pozzo un solo soldino, pensa un momento al tuo destino, non ti distrarre, non far rumore, eccolo, arriva l’amore.” Un posto ideale dove poter esprimere i propri sogni e desideri più romantici, ma non solo. Questo pozzo racchiude una storia che per la sua intensità è paragonabile alla 58

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più nota tragedia di Romeo e Giulietta. Nel lontano Cinquecento, il giovane soldato Corrado di San Bonifazio si innamorò della bella Isabella del casato dei Donati e le dava prova del suo amore con numerose lettere ed altre prodezze. Nonostante le sue continue dimostrazioni, però, Isabella non mostrava alcun interesse nei suoi confronti. Un giorno, Corrado e Isabella si incontrarono per caso vicino a un pozzo nel centro di Verona. Dopo aver cercato invano di parlarle, Corrado, esasperato dalla completa indifferenza di Isabella, le disse che sembrava fredda come l’acqua ghiacciata del pozzo. La dama allora, per sfidarlo, lo invitò a tuffarsi nel pozzo per verificare se l’acqua fosse effettivamente così ghiacciata. Corrado non esitò e si lanciò nel pozzo. Anche se non lo dimostrava, in realtà Isabella era molto innamorata di lui e straziata dal dolore, lo seguì nel pozzo. Morirono entrambi, lasciando al loro amore un alone di eterna speranza. ROMEO E GIULIETTA: CORRISPONDENZE D’AMORE

Come viene romanticamente ricordato nel film del 2010 “Letters to Juliet”, a Verona esiste un luogo affascinante in cui vengono recapitate e conservate migliaia di lettere e messaggi d’amore da tutto il mondo indirizzati alla celebre eroina shakespeariana. Il fenomeno della posta di Giulietta nacque intorno agli Trenta del Novecento, quando l’allora custode della tomba di Giulietta, Ettore Solimani, raccolse le prime lettere e iniziò a rispondere alle richieste degli innamorati, diventando così il primo “segretario di Giulietta”. Oggi la sua singolare attività continua grazia all’opera del Club di Giulietta ( Juliet Club), che ha sede in corso Sant’Anastasia al numero 29: un team di appassionate volontarie Febbraio 2024

che si impegna a leggere, tradurre e rispondere in modo personalizzato alle migliaia di persone che ogni anno scrivono a Giulietta. SIRMIONE: LA PENISOLA DEGLI INNAMORATI E DI CATULLO

Se dovessimo definire il luogo più poetico dei dintorni sarebbe senza dubbio Sirmione. Qui il poeta latino Catullo compose i versi per la sua amata Lesbia. “Odi et Amo”, il famoso canto d’amore del poeta, fu composto proprio nella sua villa romana sulla punta della penisola di Sirmione, sulle sponde del Lago di Garda, i cui resti oggi sono noti come Grotte di Catullo. Il sito archeologico, oltre a essere uno dei punti di interesse più significativi di Sirmione, insieme al castello scaligero, è un luogo in cui fermarsi ad aspettare il tramonto. Ma veniamo alla vicenda: Catullo era innamorato della gentildonna di nome Nei dintorni

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Clodia, rinominata con lo pseudonimo di Lesbia. Clodia era colta, bellissima e spregiudicata e, pur essendo sposata, intratteneva una relazione per nulla platonica con Catullo. Tuttavia, non paga di un solo amante, intrecciava relazioni con molti altri giovani. Inevitabilmente, dunque, la storia d’amore fra Catullo e Lesbia fu un susseguirsi di litigi, ripicche e dispetti. La vicenda è quella di un innamorato deluso e disperato che scrisse i noti versi, così tradotti da Quasimodo: “"Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; / non so, ma è proprio così e mi tormento”. BORGHETTO SUL MINCIO E LA LEGGENDA DEL NODO D’AMORE

quella della ninfa Silvia e dell’amato Malco. Si credeva infatti che le acque del Mincio fossero popolate da ninfe bellissime, ma una vecchia maledizione le costringesse ad assumere le sembianze di orride streghe. Mentre tutto l’accampamento cadde nel sonno, dal fiume apparvero delle ninfe che iniziarono a danzare tra i soldati addormentati. Malco, il loro valoroso capitano, si ridestò e affrontò le misteriose creature. Una di queste, nel disperato tentativo di scappare, perse il mantello che l’avvolgeva, rivelandosi inaspettatamente una splendida ninfa. Nel breve corso della notte tra i due nacque l’amore e si promisero amore eterno. Questo amore, però, fu combattuto dalla gelosia della nobildonna Isabella, che da tempo aspirava all’amore del capitano. Durante una festa, spinta dalla gelosia, Isabella denunciò al Conte, come strega, la bella ninfa, la quale si era intrufolata per vedere il suo amore. La festa venne subito interrotta e dato l’ordine di arrestare Silvia. Malco, nel tentativo di difendere l’amata, venne arrestato. A quel punto Silvia propose a Malco l’unica via di scampo: non sulla terra, dove ormai non ci poteva essere felicità tra i due amanti, ma nelle acque, dove vivono le ninfe. E così il loro amore fu salvo.

Borghetto sul Mincio, il piccolo e pittoresco borgo sulle sponde del noto fiume, è tra le mete più apprezzate a sud del Lago di Garda, ma forse non tutti sanno che questo luogo nasconde una leggenda molto romantica, che ha dato origine anche al Nodo d’Amore, il caratteristico tortellino tipico di Valeggio sul Mincio. La leggenda narra che alla fine del 1300 il buffone di corte di Giangaleazzo Visconti Gonnella intrattenne i soldati sulle sponde del fiume Mincio alla luce di un falò, raccontando un’antica storia d’amore: 60

Nei dintorni

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LE MONTAGNE VERONESI IN INVERNO TRA CIASPOLE, SCI E BUON CIBO Il Monte Baldo, l’Altopiano delle Lessinia e il Gruppo del Carega offrono tante opportunità per vivere la montagna con la magia della neve, quando c’è. di Federica Clemente

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a nostra città si trova in una posizione privilegiata per gli amanti della montagna, che possono scegliere tra il Monte Baldo, con impianti di risalita e creste con vista mozzafiato, e l’Altopiano della Febbraio 2024

Lessinia con i dolci pascoli per trekking, ciaspolate e sci di fondo, e il Gruppo del Carega che offre itinerari interessanti anche ai più esigenti. La frequentazione della montagna è tornata in auge

negli ultimi anni, portando appassionati e neofiti sulle nostre cime: ne abbiamo parlato con Giorgio Venturi, guida ambientale escursionistica AIGAE che accompagna ogni giorno le persone alla Natura

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scoperta del nostro bellissimo territorio, tra natura e storia. Qual è la tua professione esattamente? Cito da regolamento dell’associazione italiana delle guide ambientali escursionistiche AIGAE: “è Guida Ambientale Escursionistica o Guida Naturalistica chi, per attività professionale, accompagna in sicurezza, a piedi o con altro mezzo di locomozione non a motore (fatto salvo l’uso degli stessi per raggiungere i luoghi di visita), persone singole o gruppi in ambienti naturali, anche innevati, assicurando anche la necessaria assistenza tecnica e svolgendo attività di didattica, educazione, interpretazione e divulgazione ambientale ed educazione alla sostenibilità”. Come sta cambiando il modo di vivere la montagna? Dipende molto da chi 62

Natura

prendiamo come riferimento. Per lo sportivo la montagna è diventata una palestra per misurare le performance e battere record in altezza, in lunghezza e in durata. Basti pensare all’altissima partecipazione alle gare di mountain bike e trail running dove gli atleti, utilizzando un equipaggiamento sempre più tecnico e vistoso, producono un effetto volano verso gli amatori. Anche solo l’abbigliamento tecnico è diventato molto di moda negli ultimi anni, tra chi lo usa per lo sport e chi solo come semplice abbigliamento. Per il turista, invece, sta diventando un posto sempre più accessibile con impiantistica veloce e confortevole, vedi certe ovovie con sedili riscaldati e rifugi super accoglienti che offrono molteplici servizi anche alle quote più elevate. Purtroppo, però, è un turismo

poco consapevole, mordi e fuggi, che crea un bacino d’affari elevato ma non educa alla consapevolezza e alla conoscenza del territorio. Per l’appassionato di storia, soprattutto a partire dal centenario della prima guerra mondiale 2014-2018 c'è stato un ritorno a ripercorere i sentieri che passano attravesro le trincee di confine in montagna e a visitare i forti di confine ristrutturati a metà anni ’90. Per l’autoctono, che è nato e vive in montagna, il cambiamento è piuttosto radicale: i mestieri di un tempo il più delle volte non garantiscono più la sostenibilità economica, così molti si sono riorganizzati con offerte enogastronomiche, strutture di accoglienza, trasformando le vecchie malghe in rifugi e ristoranti. Questa potrebbe essere Carnet Verona


La Guida Ambientale Escursionistica AIGAE Giorgio Venturi.

la chiave di volta per poter vivere la montagna in modo contemporaneo, aprendo il dialogo e la collaborazione e, soprattutto, educando e facendo cultura per un turismo più lento, consapevole e meno impattante. La montagna rimarrà sempre ferma e immobile, cambia il nostro modo di viverla: possiamo scegliere se rispettarla o sfruttarla creando gravi danni ambientali. La scelta è nostra. Quali sono le attività principali che si fanno sulle nostre montagne in questa stagione invernale? Anche se ci stiamo abituando a inverni sempre più miti, con sempre meno neve, le attività che si possono fare in questa stagione sulle nostre montagne sono svariete: sci di fondo, snowkite, ciaspolate, sci alpinismo, alpinismo, bob e per i meno sportivi, rifugiing (mangiare e bere). Febbraio 2024

L’altopiano della Lessinia offre un circuito meraviglioso per gli appasionati dello sci di fondo, si parte dal parcheggio del rifugio di Bocca di Selva e si percorre tutta la Translessinia con un panorama mozzafiato sulle Piccole Dolomiti. Sull’altopiano, poi, io e i miei colleghi organizziamo escursioni sia diurne che notturne con le ciaspole, conosciute anche come racchette da neve. In notturna è vera magia quando c’è una condizione di buon innevamento e luna piena, si possono addirittura spegnere le torce frontali. Per i più sportivi e temerari, inoltre, è possibile praticare lo snowkite nei giorni più ventosi (scivolando con la tavola da snowboard sulla neve trainati da una vela), oppure sci d’alpinismo e semplici escursioni. Il paesaggio dolce dell’altopiano permette di praticare le attività in totale

sicurezza; sono inoltre presenti numerosi rifugi e malghe dove poter degustare i piatti tipici, tra cui i famosi gnocchi di malga. Sul Monte Baldo e sul Gruppo del Carega le attività hanno un approccio più sportivo, sono meta prediletta infatti per i tanti alpinisti veronesi, a meno che non si resti a bassa quota. Le attività, quindi, vanno dallo sci alpinismo all’alpinismo invernale classico. La conoscenza del territorio e la valutazione delle condizioni atmosferiche in queste aree è fondamentale e consiglio di essere sempre accompagnati da una guida alpina se si volessero raggiungere le parti sommitali. Anche sul Monte Baldo però non mancano i rifugi dove gustare sempre dell’ottimo cibo e poter godere della bellezza dei paesaggi, con la vista sul Lago di Garda e quel contrasto tra montagna e lago unico. Natura

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ROMEO E GIULIETTA HALF MARATHON di Marco Multari

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opo due anni in cui si è svolta in tarda primavera – a causa delle restrizioni della pandemia – torna nel suo formato originale - ovvero nel weekend di San Valentino - la Giulietta & Romeo Half Marathon. L’evento, organizzato da Gaac 2007 Verona Marathon Asd in collaborazione con il Comune di Verona, è alla sua 16ª edizione ed è uno degli eventi sportivi più attesi della città. A percorrere i 21 km della gara sono attesi oltre 8mila runner da tutto il mondo, pronti a contendersi la vittoria di una delle gare podistiche più partecipate di tutto il Veneto. La partenza è fissata per domenica 11 febbraio alle 9.30 in zona Stadio, mentre l’arrivo è situato in piazza Bra; Gaac 2007 Verona Marathon Asd da sempre ha l’obiettivo di trasformare l’evento anche in un’occasione di festa per

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Benessere

l’intera città e per i runner di qualsiasi livello, per questo, accanto alla manifestazione principale è confermata la Avesani Monument Run 10k, sia in modalità competitiva che non competitiva. Ancora una volta lo sport, e in particolare la corsa – disciplina che a Verona ormai riscuote grande successo e grande partecipazione da anni – è pronto ad unire la città e gli sportivi da tutto il mondo, che confluiscono a migliaia per prendere parte a un evento unico, che si svolge in una cornice da favola all’insegna dell’amore per lo sport. Romeo e Giulietta, simbolo dell’amore nella letteratura, prestano così il nome a un evento che coinvolge tutti gli innamorati di questo sport all’insegna dell’emozione e della partecipazione. Per ulteriori informazioni su modalità dell’evento e iscrizione si raccomanda di visitare il sito: www.romeoegiuliettarunhalfmarathon.it Carnet Verona


LO SPRECO ALIMENTARE COMINCIA NELLE NOSTRE CASE Come prevenire gli sprechi a tavola - con Lisa Casali di Marta Tarasconi

Lisa Casali, scienziata ambientale, divulgatrice e scrittrice.

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il 5 febbraio del 2014 quando viene proclamata per la prima volta la Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. Istituita dalla campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero con l’Università di Bologna e con il Ministero dell’Ambiente, questa giornata invita a riflettere su un aspetto critico della nostra società. Il cibo rientra nei bisogni primari dell’uomo: non possiamo non nutrirci. Eppure esiste un vero e proprio paradosso legato al cibo: solo lo scorso anno in Italia il cibo gettato nelle nostre case è costato oltre 9,2 miliardi. Sempre in Italia però, oltre 2,6 milioni di persone faticano a nutrirsi regolarmente a causa dell’aumento dei prezzi. Un paradosso no? Quello che emerge dalle ricerche, è che il grosso dello spreco alimentare avviene proprio nelle nostre case: ecco perché Febbraio 2024

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diventa fondamentale cambiare le nostre abitudini a tavola, per il nostro bene, per quello degli altri, e per quello del Pianeta. Come possiamo fare la nostra parte? Ne abbiamo parlato con Lisa Casali, scienziata ambientale, divulgatrice e scrittrice. Come possiamo prevenire e ridurre gli sprechi alimentari nella nostra quotidianità? La prima cosa da fare è cercare di essere il più possibile razionali quando facciamo la spesa. È di grande aiuto fare una pianificazione di massima dei pasti della settimana: potremmo prepararci un elenco completo di quello che ci serve davvero ed evitare di acquistare alimenti in eccesso. Un altro errore da non fare è entrare al supermercato in preda alla fame perché la lista della spesa e la nostra razionalità andranno a farsi friggere. Una volta a casa conserviamo al meglio ogni prodotto e consumiamo i vari alimenti dando la priorità a quelli più deperibili. Gli ortaggi a foglia verde sono i primi da consumare perché perdono rapidamente gran parte dei micronutrienti di cui sono ricchi. Al contrario le radici come barbabietole, patate e ravanelli possiamo tenerli per i giorni successivi. Se poi non vogliamo che la nostra spesa vada sprecata resistiamo alla tentazione di mangiare fuori casa o ordinare qualcosa di pronto se il nostro frigorifero trabocca di cibo. In cucina pesiamo gli ingredienti ed evitiamo di cucinare porzioni troppo abbondanti che aumentano il rischio di produrre avanzi che spesso si traducono poi in sprechi. Come trasformare gli 66

Sostenibilità

scarti in risorse in cucina? La prima cosa da fare è cambiare la propria percezione di bucce, gambi e foglie e vederle non tanto come scarti quanto ingredienti veri e propri che meritano di essere valorizzati. Da uno studio che ho condotto con Altroconsumo e i cui risultati sono riportati anche nel mio libro “Il grande libro delle bucce” è emerso come queste parti siano in realtà un vero tesoro di vitamine, sali minerali e fibre. Per imparare a usare queste parti non occorre imparare chissà quali tecniche, in molti

casi è sufficiente non scartarle ma cucinarle insieme al resto dell’ortaggio. Nel caso della zucca ad esempio il 99% delle ricette che ne prevedono l’utilizzo possono essere fatte semplicemente senza sbucciarla. In altri casi invece possiamo considerare queste parti come un ingrediente a sé, ad esempio le foglie del cavolfiore possiamo prepararle come fossero bietole o cicorie. Quali sono i principali benefici del ridurre al minimo gli sprechi? I benefici di ridurre

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gli sprechi in cucina sono diversi e riguardano: 1) La nostra salute e benessere, perché ci permettono di mangiare meglio, senza eccessi e con un maggiore apporto di vitamine e fibre. 2) Per il portafoglio, non sprecare cibo ci può far risparmiare fino al 50% sulla spesa. 3) Per l’ambiente perché possiamo ridurre in modo importante il consumo di risorse naturali necessarie per produrre cibo, per smaltirlo quando diventa rifiuto così come le emissioni di gas serra prodotte dall’intera filiera alimentare. La tua competenza va ben oltre la sfera alimentare: recentemente è uscito il tuo ultimo libro - Genitori green e bambini felici. Perché è così importante applicare la filosofia green anche alla genitorialità? Quali sono i vantaggi? I benefici green sono in realtà la conseguenza di scelte che hanno come unico obiettivo il benessere e la salute dei nostri bambini. Non è quindi necessario essere ambientalisti per applicare la filosofia e le scelte proposte in questo libro, è sufficiente essere genitori “critici” che non danno nulla per scontato e che hanno il coraggio di mettere in discussione il “si è sempre fatto così”. I benefici di questo spirito critico sono davvero importanti e si possono tradurre in un risparmio economico, di impatto ambiente e emissioni di CO2 superiore all’80%. Oltre a tutti i benefici più difficili da misurare relativi al benessere della famiglia. Un genitore, o neo genitore, deve affrontare tantissime sfide quotidiane: da dove cominciare a vivere a impatto Febbraio 2024

zero in modo semplice? Quando arriva un bebè una cosa importante è avere bene chiari in mente i reali bisogni del bambino. Soprattutto nei primi mesi si tratta di bisogni molto semplici, quasi primordiali e sono essenzialmente quello di sentirsi amati, il contatto fisico con i genitori e il nutrimento naturale. Con ben chiari questi tre bisogni non avremo bisogno di pensarci troppo di fronte a decine e decine di prodotti spesso venduti come indispensabili ai neogenitori ma che in realtà non soddisfano nessuno di questi bisogni. Al

contrario un accessorio davvero utile e green che consiglio a tutti e che soddisfa pienamente il bisogno di contatto è la fascia. Rispetto a culle autodondolanti e altri accessori per intrattenere il bebè la fascia è semplice da usare, economica e favorisce lo sviluppo e il benessere del bebè. Allo stesso modo è importante cercare di ridurre il più possibile l’uso di prodotti usa e getta e cucinare il più possibile a casa con le proprie mani in modo che l’esperienza a tavola sia un momento conviviale educativo e un’esperienza positiva per la crescita del bambino.

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GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA GIUSTIZIA SOCIALE Per una distribuzione più equa di diritti, risorse, opportunità. di Marta Tarasconi

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ettere in luce quanto lo sviluppo e la giustizia sociale siano indispensabili per il mantenimento della pace e della sicurezza, sia tra gli Stati che a livello nazionale: questo è l’obiettivo con cui l’Assemblea Febbraio 2024

Generale delle Nazione Unite ha designato il 20 febbraio come la Giornata Internazionale della Giustizia Sociale. Facciamo però un passo indietro: in assenza di pace, sicurezza, del rispetto dei diritti umani e delle Sostenibilità

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libertà fondamentali infatti è impossibile pensare di raggiungere lo sviluppo e la giustizia sociale. E sono proprio questi i fattori che costituiscono una priorità per le Nazioni Unite. Un passo importante in questa direzione è stato fatto il 19 giugno 2008, quando l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha adottato all’unanimità la Dichiarazione dell’ILO sulla Giustizia Sociale per una Globalizzazione Equa. Anche in un’epoca di globalizzazione come la nostra rimane fondamentale favorire un lavoro dignitoso per tutti, una reale uguaglianza di genere, e anche il benessere sociale. A fare da sfondo a tutto questo un contesto davvero complesso come quello attuale. Le sfide da affrontare sono tante: le crisi finanziarie, l’insicurezza, la povertà, l’esclusione e le disuguaglianze.

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Negli ultimi anni sono cresciute molto le disuguaglianze socio-economiche, e il tutto si è aggravato nel 2020 con la pandemia. Ma non solo: anche i cambiamenti climatici, i conflitti o più semplicemente le trasformazioni del mercato del lavoro hanno contribuito ad aggravare una situazione già precaria. Un altro tassello importante è rappresentato poi dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Un programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU che coinvolge tutti i livelli: da quelli più alti fino ai “semplici” cittadini. Spesso diamo per scontato che tutti abbiano ben chiaro cosa sia la giustizia sociale invece, anche per la sua complessità, non è così. Ne abbiamo voluto parlare con Eve Tessera, francese, avvocatessa in Francia

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e in Italia che da oltre 15 anni lavoro a livello internazionale nell’ambito dei diritti umani. Dal 2007 si è specializzata sul tema "imprese e diritti umani” (Business & Human Rights), metodi alternativi di risoluzione delle controversie, mediazione e accesso ai rimedi per le vittime di violazioni dei diritti umani. Perché si è sentita l’esigenza di istituire questa giornata? La giustizia sociale può sembrare un concetto molto astratto, ma ci tocca tutti nel concreto. Si è sentito il bisogno di creare un momento in cui parlarne su tutti i livelli e a livello globale, nessuno escluso, e, al tempo stesso, era necessario sensibilizzare l’opinione pubblica. È importante aprire un dibattito che coinvolga tutti, dall’alto al basso. Quali possono considerarsi oggi le più grandi minacce per la giustizia sociale? Le discriminazioni che ostacolano la giustizia sociale Febbraio 2024

sono molte e le discriminazioni di genere giocano ancora oggi un ruolo triste ed importante: disparità degli stipendi, sottorappresentazione delle donne in politica, maternità, violenza di genere, e potremmo andare avanti. Ma questo non è l’unico aspetto. Esistono anche forme di discriminazione demografica, religiosa, sessuale… A questo va poi aggiunta la minaccia dei cambiamenti climatici e ambientali e le crisi umanitarie dovute ai conflitti. Il tema della giustizia sociale rientra anche negli obiettivi dell'agenda 2030: a che punto siamo? Le sfide sono ancora molte ma piccoli miglioramenti ci sono. Non solo dall’alto, ma anche dalle aziende: per loro il quadro normativo si è ampliato tantissimo. Ci sono sempre più leggi che obbligano le aziende a prendere misure concrete e questo comporta più tutele per lavoratori, per le comunità locali e anche per l’ambiente.

L’avvocatessa francese Eve Tessera.

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M’ILLUMINO DI MENO 2024 16 febbraio Giornata Nazionale del risparmio energetico di Georgia Passuello

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i svolgerà il 16 febbraio l’edizione 2024 di Mi Illumino di Meno, la Giornata Nazionale del risparmio energetico. Luci spente nei palazzi della politica, nei condomini veronesi e di tutta Italia. Così sarà anche quest'anno durante questa giornata

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speciale nata dall’iniziativa di Rai Radio2 per diffondere la cultura della sostenibilità ambientale e del risparmio delle risorse energetiche. La prima edizione si tenne proprio il 16 febbraio 2005, quando, in occasione dell'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, il programma radiofonico

Caterpillar ebbe l'idea di chiedere agli ascoltatori e alle ascoltatrici di spegnere tutte le luci non indispensabili come gesto di attenzione per l'ambiente. Che cosa è il protocollo di Kyoto? È il primo accordo internazionale che contiene gli impegni dei paesi industrializzati a ridurre le emissioni di gas

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ad effetto serra, responsabili del riscaldamento del pianeta. È stato adottato a Kyoto in Giappone nel 1997 entrando in vigore proprio nel 2005. Da allora M'illumino di Meno ha promosso e raccontato le molte azioni, piccole e grandi, che ciascuno di noi può fare per salvare il Pianeta: scegliere la bici anziché l'auto, passare alle rinnovabili, piantare alberi, eliminare lo spreco alimentare e riciclare correttamente. Nel tempo l'urgenza di queste azioni individuali e collettive si è imposta mostrandoci gli effetti sulla natura di anni di sfruttamento ambientale. Un esempio su tutti? La pandemia da Covid-19 che è stata l'occasione per ripensare il tema della salute globale oppure la guerra in Ucraina che ci ha imposto nuovamente di accelerare la riconversione energetica. Il cambiamento di abitudini suggerito in questi anni da M'illumino di Meno è ormai diventato una necessità di sopravvivenza, oltre che una possibilità per sviluppare una comunità sociale più sostenibile, da tutti i punti di vista. La comunità energetica di M'illumino di Meno anche quest'anno include tutte quelle scuole, università, amministrazioni, aziende, associazioni, cittadini che, come da tradizione, aderiranno spegnendo le luci, pedalando, organizzando attività di educazione ambientale, riducendo il consumo energetico. Si spegneranno tanti monumenti in tutta Italia: dal Colosseo alla nostra meravigliosa Arena di Verona, dalla Torre di Pisa fino al Citylife di Milano. Oltre alle sedi istituzionali: Febbraio 2024

il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) al Ministero dell'Università e della Ricerca (Mur) fino a Palazzo Madama, Palazzo Chigi ed il Quirinale. La sensibilizzazione della giornata del 16 febbraio però non deve essere fermarsi alla giornata stessa ma deve essere uno sprone per fare meglio ogni giorno. Di fatto nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano che cosa possiamo fare? Ecco qui un piccolo decalogo. 1. Spegnere le luci quando non servono. 2. Spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici. 3. Sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l'aria. 4. Mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l'acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola. 5. Se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre. 6. Ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria. 7. Utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne. 8. Non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni. 9. Inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni. 10. Utilizzare l'automobile il meno possibile, condividerla con chi fa lo stesso tragitto. Utilizzare la bicicletta per gli spostamenti in città. Con impegno e attenzione, davvero possiamo fare la differenza. Sostenibilità

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L’ANGOLO DEI LIBRI Le letture consigliate questo mese a cura di Francesca Saglimbeni

Pagine “rosa” per gli innamorati “Maledetto il giorno che ti ho incontrato” Always publishing, 2023 Naomi Westfield ha un fidanzato perfetto: Nicholas Rose. Il tipo d’uomo che le tiene la porta aperta e si ricorda cosa preferisce ordinare al ristorante. Ma come ogni situazione apparentemente perfetta, i nodi al pettine arrivano presto anche per questa coppia. Naomi inizia a mettere in discussione la sua relazione e soprattutto il matrimonio in fase di allestimento, che diventa l'ultimo dei suoi pensieri. Tornare indietro non è però facile, dato che la sua futura suocera, figura ingombrante ma a suo modo generosa, si è offerta di pagare le spese delle nozze, e se tutto andasse in fumo ogni conseguenza ricadrebbe su di lei. La protagonista dovrà, a questo punto, agire d’astuzia ed escogitare un piano per prendere tempo. Il susseguirsi di sabotaggi e piccole vendette, innescato dall’aspirante – ma pentita – sposa, evolverà come una vera e propria guerra silenziosa, grazie alla quale anche Nicholas, alla fine, si renderà conto di non essere poi così felice. Autrice: Sarah Hogle.

Il mito dell’amore “Il viaggio di Eros e Psiche. Imparare l'amore e la passione attraverso il mito” Sonzogno, 2022 Con un linguaggio semplice e diretto, in questo saggio Ombretta Cecchini ci spiega come e perché ci innamoriamo e come far fiorire i rapporti capaci di nutrire la nostra esistenza e la nostra anima: perché la crescita della coppia va di pari passo con quella personale, e l'amore è un viaggio in cui aprirsi all'altro significa aprirsi a sé stessi. Come mai, allora, si rimane così spesso delusi? Uno degli errori più comuni è confondere l'innamoramento - una prima fase emozionante e passionale - con l'amore, sentimento molto più profondo, che richiede la conoscenza reale di sé e dell'altro. Grazie alla sua lunga esperienza clinica con centinaia di pazienti, la psicologa e psicoterapeuta ha messo a punto un percorso di autorealizzazione che ci aiuta a distinguere tra la realtà e le nostre proiezioni, tra ciò che crediamo di volere e ciò che desideriamo davvero.

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Un classico immortale “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel García Márquez Un amore romantico e infinito, capace di pazientare, con fede incrollabile, per "cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese". Tanto deve aspettare Florentino Aziza, poeta e proprietario della Compagnia Fluviale del Caribe, prima di poter finalmente vedere realizzato il suo sogno con Fermina Daza, la più bella ragazza della Colombia. Un romanzo d’amore e di speranza, immortale come i veri sentimenti. Da rileggere e riassaporare.

Una chiesa tutta da amare “Santa Maria in Organo a Verona. La chiesa e il suo quartiere” Cierre Edizioni, 2023 A Verona c’è uno scrigno di gioielli che non smette mai di regalare sorprese. È l’antico complesso monastico di Santa Maria in Organo, un luogo che Luciano Rognini conosce in lungo e in largo, tanto da dedicarvi, dopo i primi due, un terzo saggio fresco di stampa, che questa volta restituisce dettagli poco conosciuti di un prezioso ciclo di dipinti. Quelli che adornano le pareti della chiesa sull’ansa sinistra dell’Adige, eseguiti dai maggiori pittori della Verona del Cinquecento, da Giolfino e Crollalanza, ai Caroto, i Morone, Brusasorzi e Farinati. L’ampio corredo di immagini contenuti in questo lavoro, infatti, permette di cogliere particolari normalmente poco visibili anche all’occhio del visitatore più attento, e con esso conoscere il fervore culturale che per diversi secoli caratterizzò il monastero degli Olivetani di Santa Maria in Organo.

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ARTE IN GIRO Una selezione di alcuni dei migliori appuntamenti d’arte a Verona e nelle città limitrofe a cura di Agnese Ceschi

Fino al 14febbraio 2024

Robert Doisneau Verona, Palazzo della Gran Guardia Sta per concludersi nel mese di febbraio la grande retrospettiva sul celebre fotografo francese, curata da Gabriel Bauret. Abbiamo visitato per voi la mostra e ne abbiamo ricavato una recensione a pag. 34.

Dall’8 novembre 2023 al 6 ottobre

Immagini di terracotta Verona, Museo Archeologico al Teatro Romano Per gli amanti dell’archeologia, la mostra, curata da Margherita Bolla, svela alcune delle 380 figurine di terracotta conservate presso il Museo Archeologico solitamente non esposte al pubblico. Si tratta di offerte nei santuari, richieste di grazia agli dei oppure omaggio per una grazia già ricevuta: in mostra vengono esposte teste o mezze teste maschili e femminili, realizzate con molta cura, che, in alcuni casi, conservano ancora traccia del colore con cui erano ricoperta. In mostra anche statuine di bambini, o rappresentazioni di singole parti del corpo o raffigurazioni di animali.

Dal 20 gennaio al 9 giugno 2024

I Macchiaioli Brescia, Palazzo Martinengo I Macchiaioli arrivano nel cuore di Brescia per raccontare la propria storia attraverso più di cento dipinti. Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Vincenzo Cabianca, Odoardo Borrani, Telemaco Signorini sono protagonisti di un’avventura che cambierà per sempre il corso dell’arte in Italia. In mostra ci sono pietre miliari del movimento che racconteranno, in dieci sezioni, le diverse fasi della ricerca di questo gruppo di artisti, i luoghi a loro familiari – il Caffè Michelangelo a Firenze, Castiglioncello, Piagentina, la Maremma e la Liguria - il confronto con le diverse scuole pittoriche europee, ma anche i momenti di smarrimento, di discussione e di trasformazione, tra la politica e la conquista di una pittura nuova, fatta di luce e colore.

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Cultura

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Dal 22 febbraio al 30 giugno 2024

Picasso. La metamorfosi della figura Milano, Mudec Il Mudec prova a ricostruire la vera storia dell’attrazione di Picasso per l’arte africana, in una mostra che segue l’evoluzione del suo stile passo dopo passo. L’atelier di Pablo Picasso, artista geniale del XX secolo, era pieno di sculture e maschere africane, che lo ispirarono nell‘inventare un linguaggio artistico di dirompente novità. In mostra dipinti, sculture e disegni dai maggiori musei europei, con un focus sulla genesi del rivoluzionario capolavoro delle Demoiselles d’Avignon.

Dal 22 febbraio al 30 giugno 2024

Van Gogh Trieste, Museo Revoltella Van Gogh, il maestro dei Girasoli, fa tappa a Trieste in una mostra creata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo, che nei Paesi Bassi conserva una delle più grandi collezioni di opere dell’artista. La mostra, che a Roma ha attratto 600 mila visitatori, a Trieste si arricchisce di un’attesa novità: per la prima volta dopo 134 anni, insieme i ritratti di Monsieur e Madame Ginoux (nota come l’Arlesiana), i proprietari del leggendario caffè di Arles. Assieme ad essi, altri 50 capolavori, nonché video e materiali per saperne di più sul celebre pittore olandese.

IN BREVE

Fino al 13 febbraio 2024

Chagall. Il colore dei sogni Mestre, Centro Culturale Candiani

Fino al 7 aprile 2024

I Fasti di Elisabetta Farnese. Ritratto di una Regina Piacenza, Cappella Ducale di Palazzo Farnese

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NOVITÀ IN SALA I film in uscita questo mese a cura di Marco Multari

“Dune – Parte 2” è forse il più atteso tra i film in uscita a febbraio 2024. La seconda parte del kolossal sci-fi diretto da Denis Villenueve, vede ancora tra i protagonisti Paul Atreides (Timothée Chalamet), che dopo essersi unito a Chani (Zendaya) e agli altri Fremen, medita vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. La prima parte, uscita nel 2021 era stata costellata di premi alla serata degli Oscar, tra cui quello per la colonna sonora di Hans Zimmer e per la fotografia di Greig Fraser.

“I Tre Moschettieri: Milady” è il sequel de “I Tre Moschettieri: D’Artagnan”; diretto da Martin Bourboulon, vede D’Artagnan tentare di salvare dal rapimento Constance; per portare a termine la sua missione il giovane moschettiere verrà aiutato da Athos, Porthos, Aramis e sarà costretto a stipulare un’alleanza con la misteriosa Milady. Nel cast spiccano i nomi di Eva Green, Vincent Cassel e François Civil.

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Per chi è in cerca di azione “Madame

Web” è senz’altro un film da non perdere: protagonista è Cassandra Webb (Dakota Johnson), un paramedico di New York, che dopo aver rischiato la vita in un incidente scopre di avere un potere: predire il futuro. Il film si inserisce nell’universo di Spiderman ed è una storia tutta al femminile, in cui tra le protagoniste spiccano anche Sydney Sweeney, Anya e Celeste O’Connor.

“Argylle - La super spia” è invece un film che ha suscitato molta curiosità soprattutto per il suo cast ricco di volti famosi come Henry Cavill, Bryce Dallas Howard, Samuel L. Jackson, John Cena e Catherine O'Hara. Elly Conway, autrice di best-seller di spionaggio, il cui tranquillo mondo di serate casalinghe con il computer e il gatto Alfie viene sconvolto quando le trame dei suoi libri iniziano a riflettere le azioni di una vera organizzazione di spionaggio.

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Cultura

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CALENDARIO EVENTI Febbraio 2024

fino a mercoledì 14 febbraio

Mostra

Robert Doisneau Palazzo della Gran Guardia www.silvanaeditoriale.it/exhibition/ robert-doisneau-verona-gran-guardia

fino al 31 marzo da mercoledì a domenica dalle 12:00 alle 20:00

Mostra

Bruno Munari La leggerezza dell‘arte E.ART.H. Eataly Art House

giovedì 1° febbraio ore 20:45

Teatro - L‘Altro Teatro

Solo quando lavoro sono felice Teatro Camploy www.spettacoloverona.it

www.eatalyarthouse.it

da martedì 30 gennaio a domenica 4 febbraio ore 20:45; 16:00

Teatro - Grande Teatro Gl’innamorati Teatro Nuovo

www.spettacoloverona.it

da mercoledì 31 gennaio a sabato 3 febbraio fino al 3 marzo

Installazione

Et in Arcadia Ego Palazzo della Ragione www.artverona.it

fino al 18 marzo

Mostra

Callas e Verona. La nascita della divina Conservatorio E. F. Dall‘Abaco www.festivalinternazionalemariacallas.org

Fiera

FierAgricola Fiera di Verona www.fieragricola.it

giovedì 1° febbraio ore 20:30

Concerto

Uri Caine & I Virtuosi Italiani Teatro Ristori www.ivirtuositaliani.eu

venerdì 2 e sabato 3 febbraio ore 20:00 e 17:00

Concerto

Bruckner Romantica Teatro Filarmonico www.arena.it/it/teatro-filarmonico 82

Calendario

Carnet Verona


domenica 4 febbraio ore 11:00

venerdì 9 febbraio ore 19:30

Amarone Opera Prima Palazzo della Gran Guardia

Paul Hindemith / Jacques Ibert / Darius Milhaud Palazzo Maffei Casa Museo

Vino in maschera: l‘Apericena di Carnevale Casa Sartori 1898

www.amaroneoperaprima.it

www.palazzomaffeiverona.com

www.casasartori1898.it

domenica 4 febbraio ore 16:30

da sabato 10 a mercoledì 14 febbraio

Famiglia Don Chisciotte Teatro Stimate

Fiera di San Valentino Bussolengo

sabato 3 e domenica 4 febbraio dalle 16:30 alle 19:00; dalle 10:00 alle 17:00

Evento degustazione

Concerto

Teatro per famiglie www.fondazioneaida.it

Evento di carnevale

Manifestazione

www.comune.bussolengo.vr.it

domenica 4 febbraio ore 16:00

Teatro per famiglie Storie incartate di principesse ribelli Teatro Salieri www.teatrosalieri.it

da martedì 6 a sabato 9 febbraio ore 21:00

Teatro - Divertiamoci a teatro Il malloppo Teatro Nuovo

www.teatrostabileverona.it

sabato 3 febbraio ore 20:45

Concerto di beneficenza

sabato 10 febbraio ore 18:30

New Generation Gospel crew Duomo di Verona

Concerto

Vita disordinaria di Mozart Teatro Fucina Culturale Machiavelli

sabato 3 febbraio ore 17:30

www.fucinaculturalemachiavelli.com

Concerto

Vespri d’organo in Cattedrale Duomo di Verona

sabato 10 febbraio ore 17:30

Concerto

www.conservatorioverona.it

Vespri d’organo in Cattedrale Duomo di Verona

domenica 4 febbraio ore 20:30

www.conservatorioverona.it

Danza

Effetto Marilyn Teatro Ristori www.teatroristori.org

da venerdì 9 a mercoledì 14 febbraio

Manifestazione

Verona in Love Varie sedi centro città www.lovinverona.com

Febbraio 2024

Calendario

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sabato 10 febbraio ore 11:00

lunedì 12 febbraio ore 20:30

Mirco Cittadini legge Dante e Erri De Luca Museo di Castelvecchio

Mauro Loguercio e Emanuela Piemonti Teatro Ristori

Letture al museo - A cavallo!

museicivici.comune.verona.it

mercoledì 14 febbraio ore 19:30

Concerto - Amici della musica

Teatro

www.amicidellamusicavr.it

www.casashakespeare.it

Romeo & Juliet: Amore in tempi moderni Teatro Satiro Off

domenica 11 febbraio ore 16:30

giovedì 15 febbraio ore 20:30

La fiaba di Celeste Teatro Fucina Culturale Machiavelli

Folias & Canarios Teatro Ristori

Teatro per famiglie

Ristori Baroque Festival

www.fucinaculturalemachiavelli.com

www.teatroristori.org

giovedì 15 febbraio ore 17:00

Conferenza

Acting in Opera: gestualità e tradizione della recitazione operistica. Il ‚fenomeno‘ Callas. Conservatorio Auditorium Nuovo Montemezzi www.festivalinternazionalemariacallas.org

martedì 13 febbraio ore 20:30 domenica 11 febbraio ore 20:30

Concerto

André Lislevand & I Virtuosi Italiani San Pietro in Monastero www.ivirtuositaliani.eu

Musica – jazz

Duo Bill Laurance e Michael League Teatro Ristori

venerdì 16 e sabato 17 febbraio ore 21:00

Teatro – Pari e Dispari

Capitalism* Fucina Culturale Machiavelli www.fucinaculturalemachiavelli.com

www.teatroristori.org

martedì 13 febbraio ore 17:30

Conferenze dei Musei Civici Rosso, bianco e altro ancora: la storia dell‘abito da sposa Palazzo della Gran Guardia www.museicivici.comune.verona.it

Mercoledì 14 febbraio Dalle ore 10:00

Manifestazione

Festa della Renga Parona

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Calendario

Carnet Verona


sabato 17 febbraio ore 20:30

domenica 18 febbraio ore 11:00

La porta del Paradiso Teatro Ristori

Allegrissimo Teatro Fucina Culturale Machiavelli

Ristori Baroque Festival www.teatroristori.org

Concerto

www.fucinaculturalemachiavelli.com

domenica 18, mercoledì 21, venerdì 23 e domenica 25 febbraio ore 15:30, 19:00, 20:00, 15:30

Opera

La Rondine Teatro Filarmonico www.arena.it/it/teatro-filarmonico

lunedì 19 febbraio ore 20:45

Teatro

Ginger&Fred Teatro Salieri www.teatrosalieri.it

domenica 18 febbraio ore 11:00 sabato 17 febbraio ore 17:30

Concerto

Vespri d’organo in Cattedrale Duomo di Verona www.conservatorioverona.it

da sabato 17 a lunedì 19 febbraio

Fiera

EOS European Outdoor Show Fiera di Verona

Concerto

Franz Schubert Palazzo Maffei Casa Museo www.palazzomaffeiverona.com

domenica 18 febbraio ore 20:30

Ristori Baroque Festival

J. S. Bach, Variazioni Goldberg S. Pietro in Monastero www.teatroristori.org

martedì 20 e mercoledì 21 febbraio ore 20:45

Danza

H2OMIX Teatro Camploy www.boxofficelive.it

da martedì 20 a sabato 23 febbraio ore 21:00

Teatro – Divertiamoci a teatro Quasi Amici Teatro Nuovo

www.veronafiere.it

www.teatrostabileverona.it

domenica 18 febbraio ore 16:30

Teatro per famiglie

Allegro nel mare della musica Teatro Stimate www.fondazioneaida.it

Febbraio 2024

Calendario

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mercoledì 21 febbraio ore 20:30

Ristori Baroque Festival Back to Bach 2.0 Teatro Ristori www.teatroristori.org

sabato 24 febbraio ore 15:00

Anteprima Festival del Giornalismo Fra le sbarre HABITAT

domenica 25 febbraio ore 16:30

Teatro per famiglie L’isola dei pirati Teatro Stimate

www.fondazioneaida.it

www.heraldo.it

sabato 24 febbraio ore 17:30

Concerto

Vespri d’organo in Cattedrale Duomo di Verona www.conservatorioverona.it

sabato 24 febbraio ore 11:00

Letture al museo – A cavallo! venerdì 23 febbraio ore 20:30

Ristori Baroque Festival Phénix Teatro Ristori

www.teatroristori.org

Isabella Dilavello legge autori vari Museo Archeologico al Teatro Romano museicivici.comune.verona.it

domenica 25 febbraio ore 20:30

Ristori Baroque Festival J. S. Bach, Sonate e Partite per violino solo San Pietro in Monastero www.teatroristori.org

lunedì 26 febbraio ore 20:00

Cinema

Banff Mountain Film Festival World Tour Italy Cinema Teatro Aurora www.banff.it

da martedì 27 febbraio a domenica 3 marzo ore 20:45; 16:00

Teatro – Grande Teatro venerdì 23 febbraio ore 20:45

L’uomo più crudele del mondo Teatro Nuovo www.teatrostabileverona.it

Concerto

Enrico Pieranunzi Trio&orchestra Teatro Salieri www.teatrosalieri.it

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Calendario

Carnet Verona


martedì 27 febbraio ore 20:45

mercoledì 28 febbraio ore 20:30

giovedì 29 febbraio ore 20:30

Ecloga XI Teatro Camploy

I concerti per l’Imperatore – La cetra d’Asburgo Teatro Ristori

Sergei Nakariakov & I Virtuosi Italiani Teatro Ristori

Teatro – L’Altro Teatro www.spettacoloverona.it

Ristori Baroque Festival

Concerto – I Virtuosi Italiani

www.teatroristori.org

www.ivirtuositaliani.eu

mercoledì 28 febbraio ore 21:00

giovedì 29 febbraio ore 21:00

Inaugurazione Festival del Giornalismo

Remo Anzovino “Non dimentichiamoci di volare” Teatro Camploy www.heraldo.it

Festival del Giornalismo

Conferenza di Peter Gomez Fucina Culturale Machiavelli www.heraldo.it

giovedì 29 febbraio ore 19:30

da mercoledì 28 febbraio a sabato 2 marzo

Teatro

Progetto Fuoco Fiera di Verona

www.casashakespeare.it

Fiera

Othello: gelosia e tradimento Teatro Satiro Off

www.progettofuoco.com

Per il calendario eventi aggiornato e per tutte le novità di città e provincia segui Carnet Verona sul sito www.carnetverona. it e sui canali social!

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3-4 febbraio 2024 PA L A Z Z O D E L L A G R A N G U A R D I A VERONA

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