La ricetta di Luce nella città di Fretta

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La ricetta di Luce nella città di Fretta di Iacopo Melio

Illustrazioni di Blu Pieraccioli

© 2024 Burno per questa edizione Tutti i diritti riservati. Collana Narrativa, 2 Progetto grafco, impaginazione e cover design: Sebastiano Barcaroli

Illustrazione di copertina: Blu Pieraccioli

Correzione bozze: a cura della redazione

Ordini o informazioni: info@burno.it

Informazioni sulla distribuzione: promozione@burno.it Stampato in Slovenia – dicembre 2024

Burno

è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) burno.it

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Iacopo Melio Illustrazioni di Blu Pieraccioli

LA RICETTA DI

L UCE

NELLA CITTÀ D I

FRETTA

50 piccoli gesti di gentilezza e gratitudine

Gianni Rodari

Eduardo Galeano, scrittore e giornalista

uruguaiano, diceva che l’utopia è quella cosa che, come l’orizzonte, per quanto ci possiamo avvicinare ad essa, lei si allontana sempre in egual misura. Se avanziamo di venti metri, per esempio, l’utopia si allontana di altrettanti venti metri; così come se ci avviciniamo di tre chilometri, quella si allontanerà subito di tre chilometri. E così via, ogni volta.

Ma allora a cosa serve l’utopia, gli chiedevano?

«Per continuare a camminare», rispondeva lui.

Ecco, questo libro parla di gentilezza, ma soprattutto parla dell’utopia che custodisce nel cuore Luce, una bimba “ostinata e contraria”, rivoluzionaria perché resistente a ciò che le sta intorno: un mondo troppo spesso buio e storto che proprio non le va giù, mentre ancora riesce a vedere cose che le persone adulte hanno ormai dimenticato.

Ma è proprio attraverso il sogno di un posto migliore in cui crescere e vivere che la ragazzina riuscirà a cambiare davvero le cose con l’aiuto di tante e tanti giovani aiutanti, perché in fn dei conti con la solitudine non si va da nessuna parte mentre i viaggi più belli sono quelli condivisi.

Luce siamo tutte e tutti noi, individui grandi e piccini che ci sentiamo un po’ fuori posto in una società che va sempre più veloce, distratta ed egoista. E allora sì che la gentilezza, bene collettivo prezioso, può diventare un’arma buona e giusta, forse l’unica, in grado di costruire un lieto fnale.

Iacopo Melio

C’era una volta Luce, una bambina che viveva nella Città di Fretta.

Fretta era un posto bellissimo ma dove tutte le persone correvano sempre, prese dai loro impegni e perse nelle loro vite.

Andavano così veloci e con tale distrazione da dimenticarsi di essere gentili a vicenda!

C’era chi se ne stava troppo a lavoro e chi partiva sempre in vacanza.

Chi si infilava

tutto il giorno in palestra

e chi si dava allo shopping sfrenato.

C’era poi chi

non si staccava

dai videogiochi

e chi invece dormiva fino a tardi.

Chi usava il cellulare in continuazione

e chi parlava e parlava senza però mai ascoltare.

Ogni persona pensava a se stessa senza rendersi conto di ciò che le accadeva intorno.

Luce però era diversa, aveva un gran cuore e amava fare piccole cose per rendere felice chiunque incontrasse.

Un giorno, mentre camminava per le strade affollate di Fretta, la ragazzina vide un anziano signore seduto da solo su una panchina, in disparte, ignorato dalle molte gambe che gli sfrecciavano davanti.

L’uomo le sembrò subito molto triste, così gli si avvicinò per chiedergli se avesse bisogno di qualcosa.

A

quella domanda

rispose di no, ma lei capì subito che ciò che gli serviva era un po’ di buona compagnia.

Così decise di sederglisi accanto per fare due chiacchiere.

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