50 Film horror estremi impossibili da guardare

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50 Film horror estremi impossibili da guardare di Carlo “Charlie” Baranzini © Carlo Maria Baranzini © degli aventi diritto per le immagini utilizzate © 2025 Burno per questa edizione Tutti i diritti riservati. Collana Saggistica, 15 Progetto grafico, impaginazione e cover design: Sebastiano Barcaroli Correzione bozze: Salvatore Cervasio

Stampato in Cina – DICEMBRE 2025 Burno

è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA) burno.it @burnoedizioni

La casa editrice e gli autori con questa opera intendono assolvere a una funzione di informazione.

Avvertenza: Si informa il lettore che il presente volume contiene materiale che per la sua natura esplicita (violenza, linguaggio forte, temi adulti, ecc.) è considerato non adatto alla lettura da parte di persone di età inferiore ai 18 anni. La casa editrice e l’autore declinano ogni responsabilità per eventuali reazioni negative dovute alla fruizione di tali contenuti da parte di un pubblico non adulto.

CARLO “CHARLIE” BARANZINI

50 FILM HORROR ESTREMI DA GUARDARE IMPOSSIBILI

INTRODUZIONE

Il concetto di estremo, di limite o punto di non ritorno è qualcosa di personale per definizione. Una questione di prospettiva, in relazione alla propria sensibilità. Non amo le liste e guardo le classifiche con diffidenza, vado a periodi come la marea, scegliendomi la luna volta per volta, dando volti diversi alla passione che rimane però la stessa, intatta, fulgida luce a ispirare ogni sillaba che scrivo, penso, pronuncio. Faccio fatica a scegliere, dunque, a ragionare per assoluti; quindi, per stilare questa lista mi sono affidato a un criterio che definirei, in una parola, libero. Quelli che andrò ad approfondire sono film che, per me, nel momento e periodo in cui li ho divorati, hanno toccato un estremo, una corda particolarmente tesa o profonda, hanno scatenato sensazioni ed emozioni oltre i livelli di sicurezza, al di là della boa che segna il confine tra un approdo sicuro e il mare aperto.

La tensione verso l’estremo si può creare con ingranaggi e leve diversi, il più comune è il risvolto “grafico”, della violenza, dei colori di ossa, carne e sangue resi “veramente veri” solo quando posti sul vetrino del cinema, per dirla alla Alex DeLarge, ma esiste anche l’abisso dell’angoscia, della paranoia, dei concetti che ci sovrastano come mostri lovecraftiani senza lasciarci la possibilità di prepararci e comprenderli, l’infinito, il nulla, il morire.

Il cinema fa ciò che ha sempre fatto, riflette il fluire dei nostri giorni e dei nostri pensieri, ho sempre visto lo schermo come uno specchio oltre che una finestra, e nei casi che andremo ad analizzare inscena orrori “inventati” per esorcizzare quello esistenziale, per elevarci da esseri a umani, per scuoterci fin dalle fondamenta e metterci alla prova.

Nota a margine: ci sembrava doveroso inserire in questa selezione anche alcuni film che, pur non essendo propriamente degli horror, ci sembravano a tal punto estremi da poter entrare di diritto in questo volume. Abbiamo contrassegnato le loro schede con un colore diverso per distinguerli dagli altri.

Inoltre, alla fine delle schede dedicate ai film, troverete una Bonus Track molto particolare: pur non essendo un film ma un fumetto, era importante menzionare quest’opera molto discussa, riconosciuta da tutti come il graphic novel più estremo della storia della Nona Arte.

CHARLIE

A RECORD OF SWEET MURDER

Titolo originale: (ある優しき殺人者の記録) Aru yasashiki satsujinsha no kiroku

Titolo internazionale: A Record of Sweet Murder

Anno: 2014

Nazione: Giappone, Corea del Sud

Regia: Kōji Shiraishi

Interpreti principali: Yeon Je-wook, Kim Kkot-bi,Tsukasa Aoi

Se a Shiraishi dai un dito, lui si (e ti) prende la mano, il braccio, la spalla e la testa e ti trascina nelle sue storie e atmosfere senza possibilità di fuga per l’intera durata dei film.

Un maestro del racconto, della suggestione, di quel disagio psicologico, subitaneo e fugace, terrificante che permea le sue scene più riuscite. E sono tantissime.

In questo caso, una reporter viene contattata da un ex compagno di scuola che – si dà il caso – si è recentemente macchiato coscienza e fedina penale con alcuni omicidi apparentemente privi di un vero movente.

Quando lo raggiunge nell’appartamento fatiscente che le indica come nascondiglio per una sorta di strampalata intervista, più che altro una rivelazione, scopre che quest’uomo invece ha una ragione ben precisa (a suo dire) per agire come ha agito, ha un piano che riguarderebbe addirittura la salvezza del nostro pianeta… e per ottenerla, dovrà uccidere ancora.

LO ODIERETE PERCHÉ:

L’estetica ruvida e traballante del found footage puro qui è resa nella veste più reale e spietatamente “nemica” che possiate immaginare. Riprese amatorialissime (ma solo all’apparenza), movimenti di macchina repentini e infami su dettagli che avreste preferito ignorare, il tutto per raccontare una storia di lucidissima follia che saprà darvi un bel po’ di flo da torcere. Nello specifco:

• Nell’appartamento che fa da culla agli eventi narrati accadrà di tutto, quindi preparatevi. In che senso “di tutto”? Molestie, violenze, scene tanto tese da poterle quasi tagliare con una forbice spuntata. Come dicevo, il tutto è davvero “peggiorato” dall’estetica fn troppo realistica. Il sangue, le macchie, le imprecazioni, i versi, tutto suonerà come la registrazione di un incubo da febbre, o peggio, di un momento realmente accaduto da qualche parte, lontano dagli occhi del mondo, dove non possiamo intervenire ma soltanto assistere, inorriditi spettatori di qualcosa di estremamente sbagliato.

• Come spesso accade in questa lista, partiamo dai risvolti più immediati e fsici per poi calarci nel disagio più inconscio e psicologico. Ci sono molte scene che vi faranno arrabbiare, reagire, torcere lo stomaco. Quel senso di impotenza davanti a palesi ingiustizie, a vie di fuga che nessuno sullo schermo pare vedere, alla pura crudeltà – totalmente ingiustifcata – di alcune persone… e non parlo per forza del “cattivo”, in questo caso. Assurdo e davvero pazzesco, imperdibile!

A SERBIAN FILM

Titolo originale: Српски филм (Srpski Film)

Titolo internazionale: A Serbian Film

Anno: 2010

Nazione: Serbia

Regia: Srđan Spasojević

Interpreti principali: Srđan Todorović, Sergej Trifunović, Jelena Gavrilović

Un attore porno decide di ritirarsi dai set per dedicare più tempo alla sua famiglia. Per crescere un figlio, però, il tempo non basta: Milos ha bisogno di soldi. Il destino – quindi – bussa alla sua porta con una proposta davvero allettante. Non si parla più di sesso, materassi logori e luci di scena a buon mercato, no… si parla di arte. La produzione vorrebbe proprio Milos come attore, quindi lo invita in Serbia per dare inizio alle riprese.

Troppo bello e troppo facile per essere vero, non sembra anche a voi?

Be’, è un rischio che Milos decide di correre, per la sua carriera e per i suoi cari. Pessima, davvero pessima scelta.

Ciò che lo attende sotto il bagliore freddo e indifferente delle luci è tutt’altro che facile, e il sipario della cruda verità calerà davanti agli occhi di Milos con il peso di un macigno, pronto a triturare ogni pollice e millimetro della sua anima buona, e tutto sommato candida… fino a quel giorno.

Un film difficile da guardare, eppure impossibile da ignorare. Sbircerete tra le dita spostando il cursore lungo la timeline o premendo “avanti veloce” sul telecomando, increduli, disgustati, morbosamente attratti da una domanda che – imperterrita –prenderà a rimbalzare tra le pareti del vostro cranio: “Succederà di peggio?”

LO ODIERETE PERCHÉ:

La partita più ostica con questo flm si gioca a un livello profondo. Non è tanto la violenza esplicita a disturbare profondamente – o meglio – da sola non basterebbe a giustifcare nemmeno la metà del disagio che proverete una volta spenta la tv. Spasojevic sa bene che per piantare il seme dell’orrore serve scavare tra le viscere, andare in profondità, ed è questo che – subdolamente – costruisce scena dopo scena. Nello specifco:

• Partendo dal peggio: in una scena assolutamente folle e ben sopra le righe assistiamo a un abuso. Il punto è – come se le premesse non fossero già abbastanza disturbanti – che l’abuso in questione è perpetrato a dei neonati da uomini adulti, in piedi uno accanto all’altro come un plotone d’esecuzione, silenziosi, spietati come non pensereste possibile per degli esseri umani.

• La violenza è il collante dell’intera pellicola, ma ci sono momenti che spiccano tra gli altri, vi schizzano in faccia l’essenza malata e selvaggia del flm come un’essenza meftica. Un esempio, dite? Beh, la pornostar fatta a pezzi con un machete scala rapidamente la classifca, per dirne una.

• In una scena, Milos viene ulteriormente beffato dalla sorte che ha deciso di regalargli un’esperienza integrale dell’inferno in terra. Un inferno di carne e tormento, freddo, senza il bagliore di una famma. Costretto ad avere un rapporto senza poter vedere chi sta penetrando, scoprirà troppo tardi esse re proprio suo fglio Petar, motivo per il quale – in pri mis – aveva accettato il lavoro in Serbia… sognando un domani migliore.

ANGST

Titolo originale: Angst

Titolo internazionale: Fear

Anno: 1983

Nazione: Austria

Regia: Gerald Kargl

Interpreti principali: Erwin Leder, Silvia Ryder, Edith Rosset

Un pazzo a piede libero, uno psicopatico che ciondola senza una meta precisa ma con un obiettivo inscalfibile che segue ottusamente, come fa l’asino con la carota: uccidere.

Ecco, il film di Kargl ci permette di (ci condanna a) seguire questo tizio mentre raggiunge una casa isolata tra le campagne e inizia a dar sfogo ai suoi istinti più abietti prendendo di mira la famiglia che ci abita.

Niente di più, niente di meno, un distaccato affresco della più brutale e feroce follia nelle vesti di un uomo qualunque. Visionario, rivoluzionario, insopportabile, da vedere assolutamente!

LO ODIERETE PERCHÉ:

La situazione che si viene a creare nel flm è una delle meno augurabili in assoluto, in particolare a chi vive un po’ (o molto) isolato dal resto della società. In questo caso, nemmeno urlare vi salverebbe, un po’ come nello spazio con Alien. Nello specifco:

• Il fatto di assistere all’incedere di questo folle di fronte al terrore più credibile e assoluto dei padroni di casa rappresenta davvero qualcosa di agghiacciante. Man mano che avrete chiaro il quadro della situazione inizierete a sentire la vostra mente scricchiolare nei recessi dell’inconscio: è il terrore dell’uomo evoluto nei confronti della belva, della violenza cieca, dell’irrazionale, della pazzia. Spettacolo e sensazione tutt’altro che piacevole.

• I passaggi controversi e brutali non tarderanno a presentarsi e bussare al vostro monitor (o telo, se proiettate, scelta che mi sento vivamente di consigliare). Ogni colluttazione, colpo, violenza perpetrata alle vittime inermi di questo folle “show” è por-

ANTICHRIST

Titolo originale: Antichrist

Titolo internazionale: Antichrist

Anno: 2009

Nazione: Danimarca, Francia, Germania, Italia, Polonia, Svezia

Regia: Lars von Trier

Interpreti principali: Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg

La perdita di un figlio è uno di quegli eventi traumatici tanto tremendi da provocare una faglia, un dolore lacerante che nessuno vorrebbe sperimentare e che chiunque può vedere sul volto di chi l’ha provato.

Abbiamo una coppia che perde il proprio figlio, ancora molto piccolo, per una semplicissima distrazione. Il piccolo si arrampica sul davanzale di una finestra e cade nel vuoto, demolendo per sempre la vita di padre e madre così come l’avevano sempre conosciuta e vissuta.

In particolare, la madre sembra davvero annaspare nel baratro nero della depressione più profonda e un giorno suo marito prende la decisione di trasferirsi insieme a lei in una casa lontana da tutto, in mezzo alla natura, per il tempo necessario a riprendersi.

Da questo punto in avanti, però, sarà tutt’altro che una rinnovata stabilità ad abitare la dimora e la mente di Lui e Lei (nel film non viene mai specificato il loro nome).

Infatti, sarà il caos.

LO ODIERETE PERCHÉ:

Antichrist è un flm pesante, un calvario di sentimenti e sensazioni cui decidiamo di sottoporci riponendo tutta la fducia necessaria nelle mani di un Von Trier dei migliori. Dalla visione usciamo frastornati, piagati, eppure estasiati grazie a un linguaggio cinematografco potente, ribelle, assolutamente artistico. Nello specifco:

• Se penso ad Antichrist penso a due volti della stessa pena, due lati della medesima, nerissima luna.

Il primo riguarda la carne, la violenza e il dolore fsico. Una scena tra le altre, impossibile da rimuovere dalle pareti della memoria, ci mostra la Gainsbourg inferire su un Defoe arreso, impotente, nudo come un verme, e i particolari sono quanto più impietosi possibile. La vediamo colpire il sesso del suo coniuge, un tempo amato, inferendo fno a farlo sanguinare, ad esempio. Una sorta di rielaborazione del concetto di calvario applicato alla crisi (fsica) di coppia. Folle e senza limiti o censure.

• Il secondo risvolto è quello prettamente psicologico, e forse è ancora più insopportabile. Assisterete a una raffgurazione plastica del dolore più profondo, vedrete quel sentimento bruciare fno a farsi sensazione, immaginerete, empatizzerete e vi scotterete anche voi.

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