I fiori del bene

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i fiori del bene di Nicola Pesce © 2025, Burno Tutti i diritti riservati.

Collana Himself, 6 Progetto grafco di Nicola Pesce Impaginazione e cover design: Sebastiano Barcaroli Stampato presso Rotomail Italia S.p.A. Vignate (MI) – maggio 2025

è un marchio in esclusiva di Solone srl Via Aversana, 8 – 84025 Eboli (SA)

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Poesie scritte dal 4 aprile 2019 al 22 gennaio 2022

Nicola Pesce I fori del bene

A VOLTE MI MERAVIGLIO DEL NORMALE

A volte mi meraviglio del normale.

Il modo in cui una grossa sciarpa cade dal collo di una vecchietta su una panchina

e il modo in cui lei –dopo un minuto di distrazione –la raccoglie.

Oggi il normale è più meraviglioso del bello.

05/04/2019 – Bologna, via Marsala, con una busta di libri in mano

L’ULTIMO FUOCO DI PRIMAVERA

Questa sera ho acceso l’ultimo fuoco di primavera.

Verrà il caldo banale, mi toglierà il maglione e la giacca.

Solo quando una cosa è l’ultima mi rendo conto di quanto la amo, di quello che perdo, e vorrei fosse inverno di nuovo.

Sogno l’Alaska, la Siberia, le nevi eterne e la morsa della Natura.

Una piccola baita di legno, dei libri, il silenzio, le mani arrossate, il soffare del vento.

Disconnesso da tutto.

Il crepitare del camino e tu che mi porti un’altra tazza di thè.

14/04/2019

Mentre si spegneva l’ultimo fuoco nel camino di Battipaglia

NERVI,

Io sto annegando.

Ma non voglio arrendermi.

Tanto prima o poi verrà la morte. Allora tanto vale provare a vivere.

Adoro le case antiche nobiliari dove vi vive povera gente. Chi spenna le galline, chi parla in dialetto stretto. Come se il mondo di oggi non li avesse toccati.

Lì c’è umanità, vissuto, storie.

Mi è capitato con Roberto di stare in due stanze separate a Nervi, cioè Genova.

In un palazzo antico, quasi un castello, a strapiombo sul mare in tempesta.

Fuori c’era un vento che quasi ci portò via. Gelido.

Mille stradine ripidissime dal mare al paesino, le creuze de mar di De André. E odore di pesce, fresco o marcio, non saprei.

Il palazzo era appena un due stelle. Tutti i pavimenti in parquet vecchio, e rigati, rovinati.

Un bagnetto minuscolo di una cattiva qualità imbarazzante, con le piastrelle che

se ne cadevano.

Lì ho osato essere felice per una notte.

Ero andato a trovare un vecchio autore famoso.

Nel suo uffcetto pieno di libri, mi diceva che andava

lì solo per scrivere.

E ho sognato una vita diversa. Più semplice.

È stato un bel sogno da sognare.

Nel letto pensavo di scappare da tutto e vivere in una casetta.

È durato un’oretta.

Col vento fuori.

30/04/2019 – Battipaglia

Scritto a te in dei messaggi

NON OCCORRE CHE SIA BELLO

Non occorre che piaccia.

Lo scrivo per me.

Perché non lascio mai niente dei miei pensieri sulla carta.

Non lo scrivo perché sia bello.

30/04/2019 – Battipaglia

Scritto a te in un messaggio

UN MESETTO IN GIRO

Io sto davvero sognando di farmi un intero mese in giro.

Non mi piace dire «vacanza».

Andare in posti piccoli, piccoli paesini o trovare casette sperdute sui monti o tra gli scogli.

Ho bisogno di solitudine assoluta.

La troppa gente e il troppo lavoro mi stanno spezzando

dentro.

30/04/2019 – Battipaglia

Dei messaggi scritti a te

INVECCHIEREMO INSIEME SENZA CHE TU LO SAPPIA

Viaggio in treno. Mi hai appena detto delle cose orribili.

Guardo al fnestrino la natura che si snoda, uno specchio d’acqua verde, uno specchio d’acqua blu, dei tronchi accatastati sui quali vorrei essere una lucertolina per passeggiarci in un odore di resina bagnandomi il petto di rugiada, tirar fuori la linguetta veloce e guardare il mare dell’erba.

La baracca di un contadino; chissà che vita semplice, immagino un odore di stallatico, un vecchio muro di pietra.

Mi dispiace. Io non posso essere triste. Ho troppo amore per le cose, tra le quali volo come un uccello tra le cime degli alberi.

Sono troppo libero, e il sole che mi inonda quando il treno curva mi riempie con troppa prepotenza.

Immagino le epoche, le genti, una coccinella rossa rossa in mezzo all’erba verde e una metropoli di scie di aerei e lavoratori.

Vedo il tappo della mia penna che tremola sul ripiano qui davanti a me e penso all’universo, alla matematica degli astri immensi, e come trema quel tappo così trema la mia anima di fronte a tutto questo. Che non è bello, che non è brutto, che semplicemente è come sono io.

E non chiediamo scusa.

Come diceva quello, esiste un campo al di là del bene e del male, al di là delle nozioni di giusto o sbagliato, e se lo vorrai un giorno potremo incontrarci lì.

Ma se non vieni fa lo stesso.

Mi dispiace, ma io ho troppo amore dentro di me e non saprei come fare a star male ora.

Tutto mi ferisce.

Dal piccione con una zampa sola al capotreno con un un tic all’occhio che mi chiede il biglietto, da un popolo sterminato a Notre Dame che va in famme.

Il tuo dolore si perderà nel mare di questi mille altri dolori e sul suo fondale diventerà così calmo da fare quasi piacere.

Posso amarti anche senza che io ti veda, o ti scriva, posso

amarti anche senza che tu lo sappia. Ho già vissuto

tutte le vite e sognato tutti i sogni.

Invecchieremo insieme senza che tu lo sappia. Berremo insieme

mille thè, userò la tazza che mi hai regalato tu. Sarai seduta lì accanto.

E io risognerò tutti i sogni e rivivrò

tutte le vite.

La notte nel letto avrò il tuo muso

contro la mia spalla e il giorno ci alzeremo insieme per prendere un treno.

Qualche volta, forse, mi ricorderò anche di me.

12/05/2019

In viaggio da Salerno a Torino

UNA LUCERTOLINA

La mia anima è strana: desidera tutto, ma mi accontento di molto poco, un thè accanto al fuoco e la tua testolina rossa.

La mia anima è goffa: un gigante altruista che si gira nel sonno e schiaccia il nostro amore per sempre.

La mia anima è buffa.

Non ha mai capito niente.

Vive come una lucertolina spaventata tra i piedi

della gente.

15/05/2019

In treno da Milano a Battipaglia

ALZERAI LA TESTA

Questi versi sono brevi come le onde a riva quando hanno il fondale troppo basso per fare i loro vortici e si spezzano.

Questi versi sono brevi perché hanno perso le rime, perché io sono spezzato.

Ma alzerai la testa in mezzo alla festa, e vedrai la mia svettare sopra le altre. Il tempo rallenterà e la musica sparirà, coperta dal battito del cuore.

Sarà un momento magico come una bimba cui la madre non ha fatto vedere il padre per troppo tempo, e le ha detto solo cose brutte sul suo conto, e che lo odia, che lui la tradiva e tanto altro.

Ma quando la bimba lo vede, dopo tanto tempo, non c’è storico che tenga, il tempo si ferma e il cuore batte e dice «Ecco quello che ho sempre voluto» e gli corre fra le braccia.

Così anche la tua anima correrà fra le mie cogliendoti di sorpresa. Il tuo corpo sarà ancora fermo lì, ma il tuo pensiero sarà già col viso contro la mia giacca

sul mio petto.

Il mio profumo sarà ancora quello, e la mia stretta sarà forte.

Ecco quello che ho sempre voluto.

26/05/2019

UN PENSIERO CHE VALE LA PENA

Non mi stimo più.

Posso pensare una cosa e poi pensare l’esatto opposto un minuto dopo. Essere convinto di una cosa in modo assoluto, e dirmi «Mai più!», e dopo pochi minuti dirmi con leggerezza «Perché no?».

Mi basta essere stanco, affamato, per pensare delle cose brutte, e poi pochi minuti dopo, sciacquato il viso e bevuto un caffè, ecco che tutto mi sorride di nuovo e torno ad aprirmi là dove mi ero chiuso.

È una brutta cosa

non avere più fducia in sé stessi.

Quando una cosa mi convince al 100%, quando sarei pronto a morire per essa, ecco che ormai mi dico: ma non lo stare a sentire a quello scemo di Nicola: tra un paio di minuti avrà cambiato idea.

Ma quando si tratta di te, io sento un dolore dal quale non riesco a fuggire.

Il pensiero che tu esisti da qualche parte nel mondo coi tuoi capelli rossi e non sei più mia e che se voglio ti posso riprendere mi distrugge.

È come una famma

ossidrica su di me che sono una candela.

È una cosa che viene da fuori di me, alla quale credo, come credo che il fuoco mi scotto e l’acqua mi annega. Rinvengo così un pensiero che vale la pena di essere pensato, un’idea alla quale ci si può dare senza ripensamenti, un senso a questo assurdo concatenarsi di fatti inutili che è la vita.

Così mi alzo e ti vengo a prendere. Nulla resiste a un uomo buono che vuole una cosa giusta.

26/05/2019

In riva al laghetto di casa mia

Le opere di questo autore vengono adesso pubblicate dai seguenti editori:

Burno Edizioni:

Le cose come stanno, nov. ’19

Il fato di Edith, ago. ’20

La cura del dolore, gen. ’21

La volpe che amava i libri, apr. ’21

I Fiori del Bene, lug. ’22

In uscita a maggio 2025 per Burno Edizioni:

Il piccolo principe delle tenebre

Mondadori:

La volpe che amava le piccole cose, nov. ’22

Il sapore dell’albicocco, nov. ’23

La biblioteca dei libri dimenticati, nov. ’24

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