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PERSONAGGI
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DI ANTONIO LO CAMPO
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PIERO ANGELA CI CONFIDÒ DI ESSERE UN ASTROFILO E DI AVER RISPOSTO A UN BANDO DELLA NASA
La morte di Piero Angela ci ha colti tutti di sorpresa; eravamo convinti che fosse immortale, dopo che ci ha accompagnato fin da bambini, giorno per giorno, verso gli affascinanti misteri della scienza. Lo abbiamo ricordato sul nostro sito (bit.ly/3bVR7GI), ma vogliamo qui aggiungere una testimonianza personale ai fiumi di parole che sono stati scritti su questo illustre personaggio.
TUTTO INIZIÒ DALLO SPAZIO
“La Nasa, in vista dei futuri traghetti spaziali che progettava già a fine anni 60, avviò un primo bando per l’invio in orbita di civili. Tra attori, registi, pittori e anche giornalisti. Inviai subito la mia candidatura. Il sogno non si realizzò, ma è stato comunque emozionante anche solo crederci”. In occasione di una pausa delle riprese della trasmissione Viaggio nel cosmo - che Piero realizzò con effetti speciali fino ad allora inediti per la TV, insieme al regista Gabriele Cipollitti e con il coordinamento di Etra Palazzi - ebbi occasione di parlare di spazio, di astronautica e di astronomia con il grande divulgatore scientifico deceduto lo scorso 13 agosto a Roma, ancor prima inviato del TG Rai e conduttore dello stesso telegiornale. Scoprendo che era anche un astrofilo: “D’altra parte, la mia passione per la scienza inizia proprio con l’astronomia e l’esobiologia” – ci confidò. Lo spazio, dunque, fu l’inizio di tutto: “Ero inviato del telegiornale a Cape Kennedy e a Houston” – ci ricordò Piero Angela – “e oltre ai collegamenti, alle dirette dei lanci, degli attracchi in orbita e degli allunaggi, mi occupavo di approfondimenti sia per il TG, sia per le trasmissioni di informazione più approfondita. E quindi ebbi occasione, oltre che di occuparmi delle tecnologie del programma che stava portando l’uomo sulla Luna, di entrare nei laboratori dove si svolgeva la ricerca scientifica vera e propria. Perché attorno a un programma spaziale ruotano tante discipline: astronomia, biomedicina, fisica, chimica… E soprattutto restai colpito dal Centro Ames della Nasa dove si effettuavano studi di esobiologia, cioè la scoperta di forme di vita nell’Universo, su altri corpi celesti. Lo scopo era di evitare che batteri e virus potessero essere portati sulla Terra dagli astronauti, e portare ad una pandemia. Infatti, dopo le prime missioni, gli equipaggi venivano rinchiusi in quarantena. Ecco perché poi la mia prima trasmissione scientifica aveva il titolo Nel cosmo alla ricerca della vita. Una grande passione, al punto tale da candidarti per una missione: “Io seguii tutte le missioni negli Stati Uniti come inviato a partire dall’Apollo 7, la prima con astronauti attorno alla Terra, e fino all’Apollo 12, che portò a termine il secondo allunaggio, nel novembre del 1969. Invece, nella notte del primo allunaggio, il 20 luglio 1969, andai per le strade e le piazze di New York a intervistare gli americani che seguivano l’evento sui maxischermi.
PERSONAGGI
» Una recente immagine di Piero Angela (1928-2022).
Sotto da sinistra: la trionfale parata dei tre astronauti di Apollo 11 per le vie di New York, di ritorno dalla storica missione.
Piero Angela con la tuta spaziale indossata durante la sua trasmissione
Viaggio nel cosmo nel 1998.


In quel periodo la Nasa aveva deciso di avviare il programma di un traghetto spaziale. Quello che poi sarà in seguito lo Space shuttle. E pensò di poter inviare, un giorno anche dei civili in orbita o dei turisti spaziali. Pertanto, aprì la possibilità anche alla categoria dei giornalisti. E io subito inviai la mia richiesta e il mio curriculum”. La risposta? “Non arrivò, perché passò troppo tempo e anche l’età di noi candidati era avanzata di 15 anni: la seconda possibilità arriverà solo nel 1984. E il primo Shuttle volò nel 1981, anziché nel 1976 come previsto a fine anni 60. Oltretutto, il programma dei civili nello spazio venne bloccato sul nascere, perché il primo di loro, la “maestra spaziale” Christa McAuliffe morì nell’incidente del Challenger, e così sullo Shuttle sono poi tornati a volare solo astronauti di professione”. “In qualche modo ho provato l’assenza di peso con gli effetti speciali di Viaggio del Cosmo – ricordava – “che andò in onda su Rai 1 nel 1998, dopo Viaggio nel pianeta dei dinosauri e Viaggio nel corpo umano. Fu tutto virtuale ma molto divertente in quel format del tutto innovativo per la TV italiana”.
I TIPI DELLA NASA
Chiedemmo a Piero che tipi erano gli astronauti e gli scienziati della Nasa. “Mio figlio Alberto – rispose Angela - ha incontrato Gene Kranz, il direttore delle missioni, mitico personaggio Nasa, noto soprattutto per aver guidato da Terra il salvataggio dell’Apollo 13. Ha raccontato retroscena davvero inediti e uno mi ha colpito in modo particolare: gli astronauti americani erano persone semplici, e molti avevano famiglie contadine ed erano comunque persone abituate a lavorare duramente, a fare sacrifici e attenti alla disciplina. Avevano e hanno ancora oggi la cultura della fatica”. “Seguendo l’Apollo 12 come inviato, invece appresi con stupore che quasi la metà dei collaboratori della Nasa era stata licenziata subito dopo il primo allunaggio, dell’Apollo 11. Avevano raggiunto l’obiettivo di arrivare sulla Luna prima dei sovietici e molti di loro si ritrovarono a lavorare in aziende che costruivano televisori, lavatrici o automobili. I programmi spaziali sono molto importanti, anche perché producono componenti e prodotti di uso comune sulla Terra nella vita di tutti i giorni. Ne abbiamo tanti che usiamo ogni giorno e senza di questi, a cominciare dai servizi molteplici offerti dai satelliti, torneremmo indietro di molti decenni”.