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COSMO KID
COSMO KID
DI LAURA CITERNESI*
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IL SOLE “IMPURO” DI GALILEO
OSSERVIAMO E DISEGNIAMO LE MACCHIE SOLARI
» Il Sole ripreso con una Canon 2000D applicata a un Astromaster 130 EQ Newton.
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Facciamo un breve viaggio nell’Italia del 1600 ed esattamente nella città di Pisa, dove il 15 febbraio 1564 nacque Galileo Galilei. Fisico, astronomo, filosofo, matematico e scrittore, Galileo è ricordato per aver fondato l’astronomia moderna, grazie alle sue osservazioni del cielo, le prime eseguite con un cannocchiale.
LE MACCHIE SOLARI DI GALILEO
Nel 1609 Galileo venne a sapere che in Olanda era stato realizzato un tubo con all’interno due vetri che permettevano di vedere “più vicini” gli oggetti distanti. Così nello stesso anno l’astronomo riuscì a costruire uno strumento simile, chiamato “cannocchiale”, che all’inizio ingrandiva di otto volte gli oggetti osservati; verso la fine dello stesso anno Galileo riuscì a perfezionare il suo strumento portandolo a quasi 20 ingrandimenti. Fu così che nell’anno seguente osservò Giove insieme a tre dei suoi satelliti (che scambiò per stelle e che forse erano già stati scoperti dall’astronomo tedesco Simon Mayr). Già a dicembre del 1609 era venuto il turno della Luna, che si mostrò al nostro scienziato con
» Il Sole con le macchie solari realizzato con gessi policromatici e tratto-pen nero.

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DI LAURA CITERNESI*
i suoi rilievi e le sue depressioni in superficie. La possibilità di osservare gli astri del cielo con uno strumento, allo scopo di ingrandirne i dettagli, non portò soltanto a un grande fervore nel mondo scientifico, ma iniziò a dare colpi, a suon di osservazioni, alla convinzione che il firmamento fosse costituito da oggetti lisci e perfetti (secondo la filosofia aristotelica). Arriviamo così alle osservazioni delle macchie solari. La prima osservazione di queste regioni “scure” della nostra stella risale probabilmente al 364 a.C. in Cina, dove il testo classico I Ching fa riferimento a “piccoli oscuramenti” del Sole. A partire dal 28 a.C. le osservazioni delle macchie solari comparvero nei documenti ufficiali imperiali. I primi disegni delle macchie vennero fatti solo nel 1128 dal monaco inglese Giovanni di Worcester; in Europa le macchie vennero poi osservate dall’astronomo inglese Harriot (1610), dal tedesco Scheiner (nell’anno seguente) e dall’olandese Fabricius contemporaneamente a Galileo, intorno al 1612. A causa dell’ideale di perfezione degli astri, nel 1612 Sheiner inviò un trattato a Galileo dove sosteneva che le regioni scure solari erano in realtà dei satelliti; mentre l’anno prima il figlio di Fabricius, Johannes, aveva sostenuto che le macchie appartenevano al Sole e che ne dimostravano la rotazione con i loro spostamenti. Galileo osservò le macchie del Sole e le descrisse all’astronomo Welser (Marco Velseri), come di forma irregolare, vicine o sulla superficie solare e in trasformazione. Si trattava di tre lettere, che Galileo pubblicò nel 1613 come Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti, annunciando così la “scoperta” delle macchie solari. Oggi sappiamo che le macchie solari sono regioni della superficie del Sole, la fotosfera (“sfera di luce”), caratterizzate da una temperatura più fredda, causate dal campo magnetico solare che inibisce il trasporto di energia per convezione verso l’esterno. Il numero di macchie ci informa sull’intensità dell’attività in superficie dell’astro. Un grande numero di macchie solari indica una maggiore emissione di energia della nostra stella. Come aveva osservato anche Galileo, il numero di macchie varia tra periodi di massima (maggior numero di macchie) e di minima (minor numero di macchie) attività solare, che rientrano in un periodo di tempo medio di undici anni, definito ciclo solare.
OSSERVARE LE MACCHIE
SOLARI IN SICUREZZA
Possiamo osservare le macchie della fotosfera solare con una semplice attrezzatura amatoriale. E questo è un ottimo periodo per farlo, dato che ci stiamo avvicinando a un periodo di massimo di attività solare. Tanto più in questo mese, in cui possiamo assistere a una eclisse parziale di Sole (vedi l’articolo a pag. 54). Benché le macchie siano talvolta visibili anche a occhio nudo, è categoricamente vietato osservare il Sole senza un filtro professionale, poiché si possono avere conseguenze gravi per la salute degli occhi! Lo strumento più semplice è un binocolo solare con filtro in luce bianca in pellicola interna (che sia certificato) con una trasmissività dello 0,00001%. Con “luce bianca” si intende l’integrazione di tutti i colori dello spettro della luce visibile; cioè di quei colori che possiamo vedere con gli occhi, dal rosso fino al violetto. Esistono vari tipi di binocoli solari e la loro differenza sta nell’ingrandimento che possono offrire e nel diametro delle lenti (ingrandimento x diametro in millimetri; per esempio, 6x30). Maggiore è il diametro e migliore sarà la qualità dell’immagine del
BENVENUTI SU COSMO KID
Cosmo Kid è una rubrica astronomica a misura di bambino. Con l’intento di avvicinare non solo i bimbi appassionati al cosmo, ma anche quelli che non conoscono il piacere di stupirsi e di porsi domande davanti a un cielo stellato. Se i bambini non “vanno” al cielo, è il cielo ad “andare” da loro, tramite il gioco e le immagini, mostrando ciò che della volta celeste non si può vedere nell’immediato e offrendo spunti per un viaggio personale e fantastico dentro l’Universo. Ma Cosmo appartiene anche ai lettori, quindi invitiamo appassionati, insegnanti, genitori a farsi avanti con suggerimenti o richieste, scrivendo a info@bfcmedia.com
*LAURA CITERNESI
APPASSIONATA DI ASTRONOMIA, GESTISCE LA PAGINA FACEBOOK ASTRODOMINE E REALIZZA LABORATORI DI ASTRONOMIA PER BIMBI E RAGAZZI.
Sole e delle sue macchie, perché lo strumento raccoglie più luce! I modelli più pesanti richiedono un treppiede per poter essere utilizzati. Esistono anche telescopi specifici per l’osservazione esclusiva del Sole, ma per tutti gli altri strumenti basta posizionare frontalmente al tubo ottico un filtro solare. In commercio, nei negozi specializzati, si trovano filtri in pellicola compatibili con l’apertura del proprio strumento. È comunque possibile costruire un filtro con foglio protettivo come il foglio Astrosolar, che presenta una trasmissione pari a un centomillesimo della luce solare e il blocco totale della radiazione infrarossa e ultravioletta. Attenzione: anche il cercatore del telescopio va protetto con il filtro. Anche con le dovute coperture, è consigliabile non utilizzare mai questi strumenti quando le temperature sono alte, perché si rischia di surriscaldarli. Tuttavia, esistono teli di protezione solare da utilizzare come protezione temporanea. Per osservare il Sole in più persone con lo stesso strumento, si può proiettare l’immagine che esce dall’oculare su un foglio posto perpendicolarmente all’asse ottico del telescopio. Proprio come faceva Galileo.
DISEGNIAMO
LE MACCHIE SOLARI
Per coinvolgere i bambini nell’osservazione del Sole e delle sue macchie, possiamo realizzare un’attività per ottenere un disegno di questi fenomeni, con pochissimo materiale. Ci serve un foglio da disegno ruvido (nei negozi si trovano anche in blocchi); gessi colorati policromatici, un compasso, una gomma e un tratto-pen nero. Realizzata la circonferenza, ne cancelliamo leggermente il bordo con la gomma. Prendiamo un gesso color oro e coloriamo il bordo, andando poi a sfumare verso l’interno. Facciamo la stessa cosa utilizzando il gesso arancione. A questo punto con il policromatico giallo coloriamo tutto il disco, utilizzando il lato invece che la punta. Siamo pronti per disegnare con il gesso nero le macchie solari, osservandole al telescopio o proiettandole direttamente sul foglio da disegno. Poi con il tratto-pen nero realizziamo tante righe sottili intorno alle macchie. Inquadra il QR per il video tutorial che spiega come disegnare il Sole con le macchie solari.
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» Sopra: filtro solare auto costruito con foglio
Astrosolar per un rifrattore
Konus da 60 mm di apertura.
A sinistra: osservazione del Sole per proiezione
