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RIVOLUZIONE POLARIS

LA LUNA E OLTRE

DI DAVIDE LIZZANI*

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IL PROGRAMMA DI SPACEX PROMETTE DI CAMBIARE L’ASTRONAUTICA IN TRE ATTI

Il Programma Polaris nasce dalla collaborazione fra l’agenzia spaziale privata SpaceX di Elon Musk e il pilota di jet miliardario Jared Isaacman, fondatore di Shift4 payments.Viene replicata la partnership della missione Inspiration4, che ha visto un grande successo anche mediatico. Dal lancio del 16 settembre 2021 (vedi Cosmo n. 21) al rientro nell’Oceano Atlantico tre giorni dopo, la capsula Crew Dragon Resilience ha orbitato intorno alla Terra, raggiungendo la quota di 575 km. A bordo c’erano l’imprenditore americano e tre cittadini: lo specialista di carico Chris Sembroski, la pilota Sian Proctor e il medico di bordo Hayley Arceneaux. Quest’ultima è stata scelta in quanto dipendente ed ex-paziente dell’ospedale pediatrico St Jude. Mentre lei diventava a 29 anni la più giovane statunitense e la prima persona con protesi a raggiungere lo spazio, l’ospedale St Jude riceveva circa 200 milioni di dollari di donazioni da Isaacman, da Elon Musk e dal pubblico. Fra le donazioni, c’era anche quella di Sembroski, che ha vinto così il suo biglietto per lo spazio.

OLTRE LE FASCE DI VAN ALLEN CON POLARIS DAWN

Ora parte il Polaris, un programma estremamente ambizioso che si comporrà di tre missioni: la prima, battezzata Polaris Dawn, è prevista per fine 2022 e già promette di stabilire nuovi record dell’astronautica. Anche per Polaris Dawn, Isaacman si avvarrà di una capsula Crew Dragon, di un razzo Falcon 9 e di altri tre membri dell’equipaggio. Questa volta avrà come pilota Scott Poteet, suo compagno di avventure estreme ed ex tenente colonnello dell’aeronautica statunitense. A loro si uniranno come specialisti di carico due dipendenti di SpaceX, entrambe donne e capo ingegnere delle operazioni spaziali. La prima è Sarah Gillis, responsabile del programma di addestramento astronauti, che con i suoi 28 anni si appresta a battere il record della Arceneaux. La seconda è Anna Menon, che alla Nasa gestiva le operazioni di volo e le attività extraveicolari, in qualità di controllore di volo biomedico. Per SpaceX si occupa di controllo missione e in questo volo sarà il medico di bordo. Durante i cinque giorni in orbita, l’equipaggio eseguirà esperimenti scientifici incentrati sull’analisi delle radiazioni spaziali e dei loro effetti sul corpo umano. Non mancheranno prove più tecniche, come quelle della comunicazione diretta con la costellazione satellitare Starlink, per garantire la connessione internet a bordo. Ma il test più arduo della missione sarà quello a cui verrà sottoposta la capsula stessa; le sue potenzialità verranno infatti spinte al limite. Isaacman vuole sfidare le radiazioni della fascia di Van Allen e portare la navicella a 1400 km dal

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pianeta, battendo il primato delle missioni Gemini (1368 km) stabilito negli anni 60. Solo gli astronauti delle missioni Apollo si spinsero più lontano, abbandonando il “pozzo gravitazionale” della Terra. Questa sarà l’orbita terrestre più ellittica mai sperimentata, ma non durerà per tutta la missione. Dopo aver osservato la Terra da una prospettiva che solo una manciata di uomini hanno avuto finora il privilegio di raggiungere, la capsula userà i suoi motori per tornare a un’orbita leggermente meno ambiziosa, con perigeo invariato a 190 km, ma con un apogeo di circa 700 km, che evita quindi le radiazioni più intense della fascia di Van Allen. Questo è il compromesso di sicurezza che lo staff di SpaceX ha imposto a Isaacman per eseguire la prima attività extraveicolare civile. I quattro si stanno infatti sottoponendo a esercizi subacquei al fine di essere preparati per quando la capsula Dragon, che non dispone di una camera di

» Dall’alto l’equipaggio di Polaris Dawn al quartier generale di SpaceX ad Hawthorne, in California.

La base di lancio di Starship.

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depressurizzazione, verrà svuotata di tutta l’aria e, una volta aperto il portellone, due dei quattro passeggeri usciranno nello spazio. A questo scopo SpaceX sta realizzando nuove tute spaziali che possano essere agganciate a un cavo di sicurezza e che proteggano dalle radiazioni. Il loro design non è ancora stato svelato, ma Isaacman ha dichiarato che sarà simile alla tuta attuale ma con una nuova visiera, nuove guarnizioni e quindi maggiore mobilità.

LE PROSSIME MISSIONI

Anche la Nasa sta realizzando delle proprie tute per lo spazio profondo, soprattutto in vista del programma Artemis. Tuttavia, i costi elevati (più di un miliardo fra spese già sostenute e previste) e i tempi ristretti potrebbero spingere l’agenzia spaziale ad affidarsi ancora una volta a un bando commerciale, che, visti i recenti sviluppi, verrebbe probabilmente vinto da SpaceX. Anche il lander lunare utilizzato dagli astronauti di Artemis III, che si prevede raggiungeranno nel 2025 la superficie lunare, sarà fornito dalla compagnia di Elon Musk. Si tratta di una versione modificata della nave spaziale Starship, attualmente ancora in fase di realizzazione. La navicella da oltre 50 metri di altezza ha per ora eseguito solo test suborbitali e, dopo un test orbitale, i primi a utilizzarla nello spazio saranno proprio gli astronauti della missione Polaris 3. Dopo che la seconda missione avrà ripetuto le gesta di Polaris Dawn, spingendo ancora i limiti della capsula Crew Dragon, il programma si concluderà a bordo della navicella Starship, rendendo Isaacman e il suo equipaggio i primi a viaggiare sul veicolo spaziale più grande mai costruito. Polaris 3 anticiperà quindi non solo Artemis III, ma anche la missione del miliardario giapponese Yusaku Maezawa.

VERSO LA LUNA CON DEARMOON

Nel 2017 Meazawa e Musk annunciarono la missione DearMoon, con l’ambizioso obiettivo di fare nel 2018 un giro attorno alla Luna a bordo di una capsula Crew Dragon lanciata da un razzo Falcon Heavy. Tuttavia, un anno dopo, in seguito alla decisione di non certificare il Falcon Heavy per i lanci con equipaggio, SpaceX annunciò che il viaggio cislunare sarebbe stato eseguito nel 2023 e a bordo di una navicella Starship. La data di lancio non è più stata modificata, ma, anche se il programma Polaris riuscisse a macinare una missione all’anno, DearMoon sarà rimandata di almeno due anni. Malgrado, nel frattempo, Maezawa abbia maturato esperienza orbitale visitando la Stazione spaziale internazionale con un lancio Soyuz, è da escludere che il primo volo con equipaggio della gigantesca navicella sia una missione a 400mila km di distanza dalla Terra. Inoltre, sembra appropriato che Starship venga collaudata nell’ambito del programma Polaris che, come traspare dal suo nome, punta a tracciare la rotta che altri seguiranno. Isaacman e le sue missioni aiuteranno SpaceX a fare esperienza sul campo, testare attrezzature e validare la sicurezza dei propri servizi. Ovviamente tutto ciò ha un risvolto commerciale ed economico notevole, ma, sulla lunga distanza, porta l’azienda più vicina al suo obiettivo finale, che è anche il sogno del suo fondatore: colonizzare Marte e rendere l’umanità una specie interplanetaria. Una passeggiata spaziale alla volta. “Pochi sono venuti prima di noi, e molti altri seguiranno” aveva dichiarato il comandante Isaacman dopo aver raggiunto l’orbita con la missione Inspiration4. “Ora le porte sono aperte”.

*DAVIDE LIZZANI È UN GIORNALISTA SCIENTIFICO, ASTROFILO E PLANETARISTA, ATTUALMENTE DI STANZA A TOKYO.

» Un progetto di navicella destinata alla missione umana

DearMoon intorno alla Luna.

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