Testi di Michele Foschini
Sovraccoperta di Zerocalcare con colori di Alberto Madrigal
Copertina di Francesca Falasca
Risguardo iniziale di Andrea “Jimmy” Fontana
Risguardo finale di Alice Gaffo
Cover design e impaginazione
Officine Bolzoni
Supervisione
Leonardo Favia
Proofreading
Francesco Savino e Vanessa Nascimbene
Volume stampato in quadricromia per gli interni e per i risguardi su carta Burgo Selena Green da 140 g/m2
Copertina e sovraccoperta stampate in scala di grigio e in quadricromia su carta Lecta Gardamatt Art da 150 g/m2
Font dei testi a scorrere e delle didascalie: Lora (Google Fonts).
Font del colophon: Divenire (C-A-S-T).
Stampato nel giugno 2023 presso A4 Servizi Grafici, Chivasso (TO).
www.zerocalcare.it
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it
Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang.
Zerocalcare Animation Art Book è © 2023 Michele Rech
Strappare lungo i bordi © 2021 Movimenti Production s.r.l./Zerocalcare
Questo mondo non mi renderà cattivo © 2023 Movimenti Production s.r.l./Zerocalcare
Per l’edizione italiana: © 2023 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati.
ISBN: 978-88-3273-906-0
PRIMA EDIZIONE
CEO Caterina Marietti CCO Michele Foschini
Redazione Leonardo Favia, Lorenzo Bolzoni, Francesco Savino, Sara Bottaini, Vanessa Nascimbene e Teresa de Pasquale Ufficio commerciale Simone Pappalettera Ufficio stampa Daniela Odri Mazza e Chiara Calderone Ufficio amministrativo Alessandro Virgara e Debora Magagnotti
Se è vero che una città è il sogno condiviso da chi la abita, allora una storia è il sogno condiviso da chi la racconta. Se hai lavorato in qualche modo a queste due storie, questo libro è (anche) per te.
– Michele Foschini
5 INDICE 1 – Come è iniziata .................................... p. 7 2 – Dream team ....................................... p. 9 3 – Interludio pandemico p. 43 4 – La scrittura, alla cieca p. 47 5 – World building p. 51 6 – True to form p. 63 7
Master of puppets ................................. p. 79 8
Videoboard killed the graphic novel star ............ p. 89 9
Pensare il mondo a colori .......................... p. 99 10 - Solo come un Giancane p. 111 11 - Zerocalcare songbook p. 115 12 - Le vocine p. 121 13 - Postilla p. 129 14 - Avocadi .......................................... p. 133 Bibliografia p. 138 Biografia p.
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Nell’estate del 2019, Zerocalcare aveva iniziato a parlare con insistenza del suo desiderio di provare a fare animazione. Come suoi editori, avevamo due possibilità: tentare di dissuaderlo, perché non si distraesse dalla sua produzione editoriale, o assecondarlo, cercando di aiutarlo, per consentirgli di esprimere la sua creatività anche in quella nuova direzione. Una volta, in un’intervista, disse scherzando di aver tempestato di mail Netflix, fino a farsi rispondere per sfinimento. Ma la dichiarazione fu presa sul serio, tanto che lui finì per rendere questa versione parte del canone narrativo, nella storia Il castello di cartone, contenuta nel volume Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia (BAO Publishing, 2021). La verità è che tutto quello che volevamo era chiedere a Netflix: “Ma a voi interesserebbe, una serie animata scritta da Zerocalcare?”, che non è esattamente la domanda che puoi rivolgere al servizio informazioni di una grande azienda americana. Avevamo un indirizzo cui scrivere e un piano: fare un post sui nostri canali social, una volta al mese, per raccontare che Zerocalcare stava cominciando a pensare a un progetto di animazione, finché qualcuno non si fosse deciso a rispondere alla nostra (unica) mail. Così, il 25 agosto 2019, dopo la partecipazione a un festival letterario a Moss, in Norvegia, scattammo questa fotografia alla stazione centrale di Oslo: si vedono Zerocalcare e Caterina Marietti, il suo editore, discutere davanti a una sceneggiatura e a un frame di un segmento animato.
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Come è iniziata
Stavamo bluffando, ovviamente. Come regola generale, se vedete una foto in cui qualcuno indica un foglio di carta o uno schermo, si tratta di una foto artefatta, per dare l’illusione che ci si stia industriando attorno a un’idea. È un trucchetto di bassa lega per sembrare molto intenti a fare qualcosa. Funzionò.
Circa due giorni dopo quel post, il secondo del nostro piano diabolico, Netflix ci rispose. Eravamo raggianti, e ci preparammo al primo appuntamento, in un hotel romano, ragionando su come sembrare convincenti. Eravamo così impegnati a sembrare convincenti che non ci rendevamo conto di non sapere assolutamente cosa volessimo da loro. Fu per questo che fummo molto contenti di sentirci dire due cose cui ancora non avevamo pensato. Erano due ostacoli insormontabili, in quel momento, ma almeno qualcuno ci stava ascoltando. Forse non eravamo matti. O, per lo meno, non eravamo i soli matti.
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2 Dream team
La prima cosa che ci dissero, in effetti, fu che ci servivano più matti. O meglio, che non erano loro i matti che stavamo cercando. L’idea di lavorare con Zerocalcare li interessava, ma dovevamo prima trovare un produttore, e uno studio che animasse il progetto. In pochissimo tempo abbiamo capito che il progetto non era alla portata di un piccolo studio, ci voleva una struttura che avesse già affrontato prodotti seriali di alto profilo. Fu così che cominciammo a parlare con Movimenti Production, e in particolare con uno dei due fondatori, un uomo dotato di entusiasmo ed energia sovrannaturali: Giorgio Scorza.
In questa pagina Giorgio Scorza ritratto da Zerocalcare in versione Superman dei Fleischer Studios
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Giorgio, quando ti è stata proposta la prima volta la produzione della serie animata di Zerocalcare, come hai reagito? Quando è arrivata per la prima volta la proposta per la produzione di una serie animata di Zerocalcare, sarò sincero, è stato quasi come la fine di un percorso... ero davvero carico! È stato una sorta di approdo al termine di un viaggio di avvicinamento, conoscenza e studio reciproco con Michele, caratterizzato anche da momenti ormai iconici, come quello in cui stava “imparando” animazione nei nostri studi per poter fare un cartone tutto da solo - prima di scoprire quale lavoro titanico c’è dietro una produzione animata - e alcuni artisti, vedendolo, mi chiedevano se avessimo assunto Zerocalcare. Questo aneddoto ci fa ancora un po’ sorridere, perché di lì a poco sarebbe successo tutto. In quel periodo noi stavamo parlando con Netflix di un paio di progetti di animazione young adult (che poi hanno preso altre strade) e improvvisamente tutto è andato a convergere: da Londra e Amsterdam ci menzionavano un progetto top secret di cui però avremmo presto parlato operativamente, e
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In questa pagina Studi di effetti per
inquadrature ricorrenti
quasi contemporaneamente Michele Rech e Michele Foschini si sono presentati in studio non più soltanto in veste di amici, ma per parlarci del progetto. Personalmente, da due o tre anni studiavo a distanza l’evoluzione di Zerocalcare e, senza mai superare quella linea di rispetto che ritengo sacra, lanciavo a Michele segnali inequivocabili, facendo attenzione a non forzare i suoi tempi.
Rispetto alle vostre precedenti esperienze, in che modo è stato necessario “pensare diversamente” per aiutare Michele a concretizzare la sua visione narrativa?
Anche in questo caso, come ci siamo spesso ripetuti, è stato tutto molto spontaneo. Non abbiamo avuto discussioni o meeting monumentali su cosa fare e come. Come team ci siamo esaltati all’idea di lavorare con una voce così unica, potente e assolutamente rappresentativa a livello generazionale. La sfida era fare quel salto enorme da libri a schermo, da fumetto a film, da bianco e nero a colore: dovevamo creare un modo che ci
In questa pagina Studi di disegno “stile fumetto” per la sigla di Strappare lungo i bordi
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permettesse di farlo in maniera coerente. E poi c’era il tempo del racconto: una pagina la leggi con i tuoi tempi. Strappare lungo i bordi è un percorso obbligato, i tempi narrativi non sono dettati dallo spettatore, e questo rendeva tutto il lavoro super responsabilizzante, per Michele e per noi. Ho scoperto di avere un’infinità di riferimenti letterari, musicali, cinematografici, artistici e di cultura pop in comune con lui. Tanto che il normale iter era: “Noi pensiamo di fare questa cosa in questo modo”. E lui: “Non so se ho capito, ma me fido. Se non mi piace te lo dico, ok?” “Ok”. Stacco. “Me piace un botto!”
Il mantra era rispettare il tono, l’essenza e la poetica di Zerocalcare esaltandola e facendola evolvere. Spesso nei progetti che seguo, in qualità di produttore e regista, l’ultima parola è la mia o del mio socio, Davide Rosio. In questo caso era quella di Michele, ma la verità è che a un certo punto tutto procedeva in modo assolutamente naturale, come se già sapessimo cosa avrebbe fatto lui... e mi sono sentito molto sicuro nel camminare verso la direzione scelta. Con la sua umiltà e al tempo
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In questa pagina e nella seguente Studi anatomici preliminari
stesso la sua chiarezza di idee Michele ci ha indotti a sentirci liberi di fare e di proporre. E questo suo aspetto è magico oltre che puro e genuino.
Come decidi la composizione di un team di lavoro quando un progetto è così autoriale e personale? Ci sono figure più adatte di altre?
Nella composizione del team per una produzione di questo tipo prevalgono la capacità empatica e il senso di rispetto per la responsabilità che un progetto simile comporta, ma in questo caso abbiamo considerato anche quel latente senso di “inadeguatezza” che permettesse agli artisti di cogliere e tradurre la poetica di Michele. Chi fa cartoni animati inventa mondi alternativi per poter vivere per un po’ in dimensioni ideali e virtuali: al netto delle competenze tecniche imprescindibili, per questo progetto, la sottile linea rossa doveva essere quella cifra comico/malinconica che deve poter vibrare in un’opera così intensa e densa. Bisognava saper ridere e non prendersi sul serio,
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ma anche avere confidenza con certe emozioni più profonde, cupe e dolorose. Alla fine… ci voleva un po’ di spirito nerd!
Qual è stata, nel corso di due “stagioni”, la difficoltà più grande?
A parte una pandemia mondiale, le difficoltà maggiori sono state il fatto di essere alle prese con la prima serie d’animazione young adult di Netflix in Europa, di dover trasporre in animazione un autore unico e amatissimo… e infine di riuscire a non essere bullizzato per il mio non essere romano! Scherzi a parte, non riesco a pensare al concetto di difficoltà. Penso alle sfide che ci si ponevano davanti: per SLIB sicuramente tutta la trasposizione estetica, artistica e di linguaggio da costruire per la prima volta da zero, mentre in Questo mondo non mi renderà cattivo principalmente il riuscire a far respirare la storia e la narrazione, darsi il tempo per le emozioni e la percezione dei livelli del racconto. SLIB era una corsa in cui rischiavamo che il pubblico non ci seguisse. Questo mondo è un cammino anche
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In questa pagina Studi preliminari su colori e ombre
impegnativo, che prevede una compartecipazione più profonda degli spettatori.
E la tua più grande soddisfazione?
Appena finito l’ultimo episodio di SLIB, vedere gli sguardi di chi ci aveva lavorato e quello di Michele. È stato indimenticabile. E poi l’aver oggettivamente creato un ottimo prodotto, nonostante il rischio che fosse un boomerang clamoroso. Per anni ho sostenuto che si potesse fare un progetto di young adult animation italiano, forte, riconoscibile e figo, e finalmente eravamo arrivati a farlo, e per di più con un grandissimo autore. Potevamo fallire. Ma il pubblico ha sentito l’opera come propria e il successo della serie ha sottolineato che si tratta di un progetto onesto, diretto e sincero. Questo per me è davvero il cuore del mio e nostro lavoro. Infine, partecipando a diversi festival e mercati nazionali e internazionali del settore sono stato fermato da produttori o addetti ai lavori di tutto il mondo che ci tenevano a farci i complimenti, e questa è stata una sensazione davvero potente.
In questa pagina Modifiche alla struttura degli occhi
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Questo mondo è un prodotto tecnicamente più maturo di Strappare lungo i bordi. In che modo hai capitalizzato sulle cose apprese con il primo progetto, per assicurarti che il secondo fosse ancora più bello?
L’animazione è artigianato di eccellenza. Più ci lavori, più alzi l’asticella tecnica ed espressiva. Aver settato il mondo, l’arena, l’artwork e le linee guida dello “Zeroverse” nella produzione di SLIB ci ha permesso di concentrarci sulla storia, sui personaggi sempre più caratterizzati e sul respiro del racconto. Abbiamo sostituito all’apnea un respiro a tratti leggero, a tratti affannoso e affaticato, ma spero sempre molto sincero e vero.
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In questa pagina e nella precedente Studi per la sigla di Strappare lungo i bordi
In questa pagina e nella seguente Studi di atmosfere
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In questa pagina e nella seguente Reference fotografiche, studi di mimica, di pose e atmosfere da Strappare lungo i bordi
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In questa pagina e nella seguente Planimetrie di luoghi ricorrenti in Strappare lungo i bordi
Nelle due pagine seguenti Studi anatomici e di delineo
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