

TESTI ........................................................................ J ason a aron
DISEGNI n ick D ragotta
COLORI r ico r enzi
SEQUENZE FLASHBACK
DISEGNI ................................................................. a lexan D re t efenkgi e l eila D el D uca
COLORI l ee l oug H ri D ge e t amra B onvillain
LETTERING ORIGINALE a n D W orl D D esign
COPERTINA a riel o livetti
un ringraziamento speciale a s ierra H a H n
Logo design
Jared K. Fletcher
Design originale
Madison Goyette
Traduzione
Leonardo Favia
Impaginazione e lettering
Federica Zampone con Officine Bolzoni
Supervisione
Francesco Savino
Proofreading
Vanessa Nascimbene
Volume stampato in quadricromia su carta Lecta Gardamatt da 115 g/m2 per gli interni e cartoncino Alaska White da 300 g/m2 per la copertina.
Font del fumetto: Hundred Watt BB (Blambot) e CC Treasure Trove Aged (Comicraft).
Font del colophon: Divenire (C-A-S-T).
Stampato nel giugno 2025 presso Centro Poligrafico Milano S.p.A. Casarile (MI).
Via Leopardi 8 – 20123 Milano chiedi@baopublishing.it – www.baopublishing.it
Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang.
Titolo originale dell’opera: Once Upon A Time At The End Of The World Il presente volume raccoglie i numeri dall’11 al 15 della serie originale Once Upon A Time At The End Of The World ONCE UPON A TIME AT THE END OF THE WORLD is™ & © 2024, Golgonooza, Inc. BOOM! STUDIOS™ and the BOOM! logo are trademarks of Boom Entertainment, Inc., registered in various countries and categories. All rights reserved. All characters, events, and institutions depicted herein are fictional. Any similarity between any of the names, characters, living or dead,events, and/or institutions in this publication to actual names, characters, and persons, whether living or dead, events, and/or institutions are unintended and purely coincidental.
ISBN: 979-12-5621-143-2
PRIMA EDIZIONE
CEO Caterina Marietti CCO
CAPITOLO
era stato un momento. Quando avevano attraversato le terre desolate insieme.
Maceo, appena uscito dalla sua torre. Mezzy, ancora un mistero per lui. Lei sopportava a malapena la sua presenza.
C’era stato un momento nel mezzo di quella devastante camminata in cui Maceo aveva realizzato con assoluta certezza…
… che il suo posto sarebbe stato con lei.
Qualunque cosa fosse successa.
Fino alla fine dei tempi.
Così doveva essere. Era ciò che lo spingeva a proseguire.
Attraverso le terre desolate e le Apocalimpiadi. Attraverso il disfacimento della loro carne. Attraverso la costruzione di un nuovo, amorevole mondo nato dalla rovina devastante del vecchio.
Attraverso tutto, la sicurezza di Maceo in questa eternità non era mai vacillata.
Fu solo quando si trovò ben lontano dal cratere che un tempo era stato Golgonooza…
… stordito e sanguinante… stravolto…
… con Mezzy diretta nella direzione opposta, senza di lui…
Fu solo allora che la consapevolezza lo colse, come la travolgente marea di un oceano apocalittico.
Non può essere… così…
No… no, no, no…
Ecco quanto grande sembrò.
Un buco delle dimensioni dell’eternità.
E così Maceo, sconvolto, si fermò.
Ci mise del tempo per rimettersi a camminare con uno scopo.
In quella che a stento poteva dirsi sopravvivenza.
Da allora, l’uomo un tempo noto come Maceo si ricostruì da zero.
Letteralmente.
Rimosse e rinforzò qualsiasi aspetto appartenuto al dolce ragazzo. O così pensava.
Perché era bastato vederla per un attimo per far esplodere all’improvviso le sue parti più sensibili.
Annullamento vocale: fottetevi tutti.
Merda, guardati. Cos’è successo?
Mace?
Per le palle dei ratti, dov’eri finito?
La caccia?
Mi hanno colto di sorpresa, legato e torturato per un giorno.
Porca merda.
Già.
E non è nemmeno la parte peggiore.
Rubapelle. Mi hanno beccato fuori dal perimetro.
Sapevano dove cercare. Mi davano la caccia.
“quella mezzy?
“era davvero lei?”
Be’… non lo so.
Non credo.
Forse.
appena mace è in condizioni di farlo, Dirigiamoci alle montagne occidentali.
ancora con questa storia delle montagne. Non hai idea di cosa ci attenda lì.
Be’, so cosa ci attende qui. Questa zona diventa sempre meno stabile ogni giorno che passa. E ora quegli spacca-ossa ci danno la caccia?
Le loro voci di solito lo calmavano, anche quando litigavano.
Merda. È un problema. Dobbiamo andarcene.
Lei… mi ha aiutato. Ne ha ucciso qualcuno.
Ma di certo la conoscevano. Di certo li ha addestrati.
Cercò di ascoltarli, di concentrarsi, nella speranza che il suono lo riportasse lì.
Dalla nebbia.
Mezzy!
La nebbia è così fitta che pensavo di averti perso!
Mezzy!
Maceo?
Da questa parte!
Ugh.
O, almeno, pensavo di essermi perso io.
Perché questo sarei, senza di te.
Maceo… ora puoi lasciarmi.
Scusa, io… facciamo una promessa… rimaniamo insieme, d’ora in poi.
Va bene, mezzy?
“va bene, maceo.”
Mace?
Dirigiamoci alle montagne il prima possibile.
Non ci sono terre desolate, qui, mace. Né mezzy.
Cosa?! E da quand’è che approvi questo piano?
Questo può aspettare, tesoro. Devi riposare.
Né distruttori che cercano di torturarti senza motivo.
Tutto bene, tesoro?
Hai ragione. Dobbiamo andarcene.
Da quando uno stronzo con la faccia da interiora mi ha strappato le unghie con una forchetta.
Partiamo stanotte.
Prendiamo tutto il possibile.
Ne hai passate tante. Forse hai bisogno di ricordare che sei amato.
Lascia che ci pensiamo noi.
Negli attimi dopo la caduta di Golgonooza, Mezzy si concentrò sul camminare.
Di essere stata gentile con se stessa.
Ogni passo era un’insostenibile fatica. Come se i suoi muscoli non volessero farla muovere.
Perché niente sembrava più tenero. Non la pungente aria amara. Né l’acuminato terreno.
Né la luce solare che le bruciava la pelle.
Aveva cercato di smussare gli angoli di quel mondo. Di costruire un rifugio dove era possibile essere gentili.
In quel momento, fece fatica a ricordare quella tenerezza. A convincersi che era stato reale o... sincero.
Niente nelle terre desolate era tenero.
Forza, forza! Dobbiamo caricare tutto e partire! Muovetevi!
Facce di merda, assicuratevi di avere tutto il necessario!
Dobbiamo raggiungere gli altri prima che la festa cominci!
Come?
Cosa hai sentito?
Funghi luminescenti! Rhum di blatta! Dildo d’ossa!
No, non ora, sorella frusta. Le orecchie prudono.
C’è qualcuno lì fuori, come…
Ratti infuocati!
Cazzo, ma chi è?
Qualcuno li vede? Sapete quanti sono?
i fottuti lecca-rifiuti hanno ucciso i nostri muli!
Tutte queste frecce… devono essere in parecchi!
Ratti infuocati?
Non possiamo rimanere qui fermi, preparatevi alla carica!
Merda, non sono razziatori! È molto peggio.
“è madre mezzy.”