Azione 41 del 9 ottobre 2017

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Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 9 ottobre 2017 • N. 41

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Cultura e Spettacoli

Ascolta chi siamo

Istituzioni Visita a Besso, alla Fonoteca nazionale svizzera, che raccoglie e conserva

il patrimonio sonoro del nostro Paese

Sara Rossi Guidicelli Gli archivi sono nati carta. Poi nel Novecento sono arrivati nuovi materiali su cui iscrivere memoria, pezzi di cultura, espressioni dell’identità che un territorio desidera salvaguardare. La Fonoteca è stata fondata esattamente 30 anni fa, ben più tardi, quindi, di altri istituti culturali quali la Biblioteca nazionale svizzera o la Cineteca. All’inizio del 2016 è stata posta sotto l’Ufficio federale della cultura come sezione della Biblioteca nazionale.

Alla Fonoteca i conservano circa 500mila supporti sonori per un totale di quasi cinque milioni di titoli Infatti si tratta proprio di cultura, come discutiamo insieme al responsabile della Fonoteca, Pio Pellizzari. Vi si conservano circa 500mila supporti sonori, per un totale di quasi cinque milioni di titoli, che non devono andare persi e che crescono di numero ogni anno: si tratta soprattutto di registrazioni di musica svizzera di ogni genere (composta o suonata da artisti svizzeri), libri narrati, racconti, pièces teatrali, interviste, registrazioni riguardanti la ricerca scientifica, registrazioni radiofoniche e collezioni private. Immaginate di entrare in questo immenso archivio, pieno di cd, di vecchi dischi, di nastri, di cassette... la temperatura è bassa, l’umidità ridotta; i dischi vengono lavati con macchine costruite apposta dai tecnici della Fonoteca, poi custoditi in buste o scatole speciali senza acidità. Là potete trovare un’intervista ad Alberto Giacometti del 1961, un programma radiofonico degli anni Trenta, le registrazioni del primo quartetto jazz elvetico, la collezione e il materiale di lavoro che un critico musicale ha donato al suo paese, oppure tutte le incisioni raccolte dall’esperto ticinese di dialettologia Mario Vicari... Durante una mostra organizzata proprio dalla Fonoteca svizzera a Villa Ciani nel 2012-2013, c’era una postazione in cui ascoltare rumori e suoni che un cittadino elvetico identifica con la propria patria, quelli che gli mancherebbero se andasse a vivere all’estero e che ritroverebbe con piacere al suo rientro. C’era il rumore dell’acqua, quello delle campane delle mucche, di un battello nel lago, gli annunci in varie lingue che sentiamo sul treno. Siamo anche quello che sentiamo, non solo quello che vediamo o mangiamo, voleva ricordare questa mostra, voluta da Pellizzari, che per altro ha messo a disposizione in quell’esposizione un

Pio Pellizzari è il responsabile della Fonoteca. (Stefano Spinelli)

numero altissimo di gustosi ascolti, dalle fiabe per bambini in quattro lingue alla musica, fino ai discorsi dei personaggi famosi che hanno fatto la nostra storia. Una volta compresa l’importanza di questa istituzione, chiediamo al responsabile di spiegarci come funzionano la raccolta, la conservazione e la messa a disposizione del patrimonio sonoro. Ci racconta che dei suoi 21 collaboratori cinque sono specializzati rispettivamente in musica classica, jazz, rock-pop, folk e parlato. Ognuno di loro sa come andare a pescare tutto ciò che viene pubblicato o diffuso e che riguardi la Svizzera. Naturalmente ci sono anche molti documenti storici che la Fonoteca ha ricevuto da altri archivi e che, piano piano, vengono trasferiti su supporti digitali. E poi ci sono le donazioni. Andiamo nello studio dei tecnici e dal responsabile del parco degli apparecchi di riproduzione: uno studio con oltre una dozzina di macchinari per ascoltare, copiare e digitalizzare i differenti supporti, come dischi di ogni grandezza, musicassette, nastri di vario formato, cd e vari altri formati che a volte sono durati solo qualche anno. Visto che gran parte degli apparecchi non vengono più costruiti da nessuna fabbrica, il tecnico deve occuparsi anche della loro manutenzione e riparazione. Ci porta dunque nel deposito dove le smonta, le analizza e intraprende la revisione necessaria per renderli funzionanti di nuovo.

Il tecnico audio della Fonoteca Gabriele Franzoso. (S. Spinelli)

Ma l’invenzione più impressionante e di portata internazionale della Fonoteca è «la macchina per ascoltare le foto», in gergo chiamata sistema VisualAudio. Dagli archivi radiofonici della Ssr la Fonoteca aveva ricevuto moltissimi dischi su acetato degli anni Trenta e Quaranta con incisione diretta (solo negli anni Cinquanta è stato introdotto il nastro) alcuni di questi danneggiati e impossibili da ascoltare sul giradischi con la puntina che salta in continuazione. Allora Stefano Cavaglieri, il responsabile del dipartimento tecnico (e insieme a lui poi vari altri ricercatori) ha pensato di fotografare il disco e di leggere le informazioni dalla foto, estraendone poi il suono originale. Il progetto è durato dieci anni e ora gira il mondo per la sua originalità di soluzione, la prima a livello planetario. «All’inizio ci mettevamo 12 ore per convertire 30 secondi di un disco in una foto e poi in suono, ora ci vogliono da uno a due minuti», sorride orgoglioso.

La Fonoteca nazionale è all’avanguardia nella tecnica di recupero e conservazione, ma anche per le possibilità di ascolto che offre all’utenza La Fonoteca nazionale svizzera è all’avanguardia nella tecnica di recupero e conservazione dei documenti sonori, per questo è conosciuta a livello mondiale. Pio Pellizzari si occupa anche della formazione continua di numerosi suoi colleghi che iniziano questo mestiere. Anche nella fruizione la Fonoteca è all’avanguardia: è stata la prima al mondo a istituire posti d’ascolto in vari punti del Paese, disseminati sul territorio svizzero (e all’Istituto svizzero di Roma). Le altre fonoteche nazionali in generale offrono l’ascolto dei loro documenti soltanto in loco. Il 26% dei documenti catalogati della nostra Fonoteca sono digitalizzati e a disposizione di chiunque, reperibili sul catalogo online. Per i do-

cumenti che ancora non lo sono si può richiedere la digitalizzazione, che avviene in tempi relativamente brevi. Questi documenti, parte del patrimonio sonoro svizzero, sono accessibili nei vari punti d’ascolto, cioè da postazioni ubicate in conservatori, università, centri di ricerca, biblioteche, centri culturali e così via, da cui si può ascoltare ma non scaricare i file disponibili, per ragioni legate ai diritti d’autore e affini. Ogni anno la Fonoteca organizza

una giornata di formazione per i docenti che potranno portare i loro allievi a visitarla durante l’anno scolastico, affrontando temi come per esempio la qualità dell’ascolto. Anche i futuri docenti di storia o di musica del Dfa a Locarno sono iniziati da Pio Pellizzari e dalla sua équipe alla possibilità di usare documenti sonori come fonte di ricerca o per arricchire le proprie lezioni con qualche elemento del patrimonio sonoro svizzero. Annuncio pubblicitario

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