PP_3_LuglioSettembre25

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Professional PASTA

Global whole grain policies

Politiche globali sui cereali integrali From Seed to Pasta V set to

Chairman Claudio Vercellone

Professional PASTA

Editor in Chief - Direttore responsabile

Claudio Vercellone

Scientific Coordinator - Coordinatore scientifico Silvia Folloni

PhD in Food Science/PhD in Scienze degli alimenti

Scientific and technical committee

Comitato tecnico scientifico Luigi Pelliccia

Head of Federalimentare market and research department

Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare Roberto Ranieri

Food industry innovation and technology

Innovazione e tecnologia settore agroalimentare Roberto Tuberosa

Agricultural Genetics/Genetica agraria

Editing - Redazione Lorenzo Bellei Mussini ufficiostampa@avenue-media.eu

Advertising - Pubblicità Paola Zerbini pizeta@avenue-media.eu

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EDITORIAL - EDITORIALE

FEATURES - ARTICOLI

NUTRITION POLICY - POLITICA NUTRIZIONALE

Global whole grain policies: labeling, certifications, and dietary guidance Politiche globali sui cereali integrali: etichettatura, certificazioni e line guida dietetiche

by/di Caroline Sluyter

EVENTS - EVENTI

The future of durum wheat between genetics, sustainability and industry Il futuro del grano duro tra genetica, sostenibilità e industria

by/di the Editorial staff / La Redazione

DEPARTMENTS - RUBRICHE

Protein pasta: the 2025 trend

Innovation, wellness, and sustainability in the new generation of protein pasta

In the fast-evolving world of food, protein pasta is emerging as one of the major trends of 2025. Driving this transformation is not only the growing demand for wellness and physical performance, but also the urgent need to combine health, sustainability, and innovation. Consumers are increasingly seeking functional products that are nutritionally balanced and, above all, capable of telling a new story about everyday food.

Pasta - an iconic symbol of the Mediterranean diet - is no stranger to this evolution. The challenge is no longer merely about reducing carbohydrates or increasing fiber, but about enhancing the nutritional profile without compromising taste, texture, or tradition. In this context, protein pasta embodies the perfect synthesis of scientific research, new technologies, and responsiveness to market needs.

Pasta proteica, il trend del 2025

Innovazione, benessere e sostenibilità

nella nuova generazione di pasta proteica

Nel mondo in rapida evoluzione del food, la pasta proteica si sta affermando come uno dei principali trend del 2025. A trainare questa trasformazione non è solo la domanda crescente di benessere e prestazioni fisiche, ma anche l’urgenza di coniugare salute, sostenibilità e innovazione. I consumatori cercano prodotti funzionali, nutrizionalmente bilanciati, e soprattutto, capaci di raccontare una nuova storia del cibo quotidiano.

La pasta, alimento simbolo della dieta mediterranea, non è estranea a questa evoluzione. La sfida non è più solo ridurre carboidrati o incrementare fibre, ma migliorare il profilo nutrizionale senza compromettere gusto, consistenza e tradizione. In questo contesto, la pasta proteica rappresenta la sintesi perfetta tra ricerca scientifica, nuove tecnologie e ascolto delle esigenze di mercato. Non si tratta solo di “aggiungere proteine”: spesso il consumatore moderno è attento anche alla qualità

by/di Silvia Folloni Open Fields Srl / Open Fields Srl

It’s not just about “adding protein.” Today’s consumers are often attentive to protein quality and amino acid profiles. More than a transitory trend, this is a structural transformation involving the entire agri-food supply chainfrom agriculture to processing technologies. New protein pasta recipes highlight isolated plant proteins from peas, legume flours (peas, lentils, fava beans, lupins), and premium byproducts like wheat germ. Barilla’s new Protein +, formulated with durum wheat semolina enriched with 10.8% pea protein, delivers 20 g of protein per 100 g of product.

De Cecco’s High Protein Pasta incorporates up to 24% legume flours alongside wheat gluten, ensuring protein levels of 30 g per 100 g of product and dietary fiber content of 7.2%.

Similarly, High Protein Pasta by La Molisana, with 23% lupin flour, combines high protein content (21 g per 100 g) with substantial fiber levels (9.7 g per 100 g).

Of particular interest is the approach taken in the development of Garofalo’s StraPasta, which uses a novel semolina blend branded Altograno ® by Casillo Next Gen. Food, enriched with defatted durum wheat germ. Thanks to the inclusion of defatted durum wheat germ, StraPasta reaches 19 g of protein per 100 g of

proteica e al profilo amminoacidico. Più che una tendenza passeggera, si tratta di una trasformazione strutturale, che coinvolge l’intera filiera agroalimentare, dall’agricoltura alle tecnologie di trasformazione.

Le nuove ricette di pasta proteica valorizzano proteine vegetali isolate da piselli, farine di legumi (piselli, lenticchie, fave, lupini) e coprodotti nobili

product, using wheat as its sole raw material. This strategy combines nutritional innovation and sustainability through the principle of upcycling - the intelligent reuse of by-products from food processing to create functional ingredients.

The case of Gruppo Casillo is emblematic: thanks to a new facility built adjacent to its durum

come il germe di grano. La nuova Protein + di Barilla, formulata con semola di grano duro arricchita con proteine di pisello al 10,8%, raggiunge i 20 g di proteine per 100 g di prodotto.

High Protein Pasta De Cecco integra fino al 24% di farine di legumi oltre a glutine di frumento, garantendo livelli di proteine pari a 30 g per 100 g di prodotto e valori di fibra alimentare pari al 7,2%.

Anche la pasta High Protein La Molisana, con il 23% di farina di lupini, coniuga un elevato contenuto proteico (21 g per 100 g di prodotto) ad alti valori di fibre (9,7 g per 100 g di prodotto).

È infine interessante l’approccio impiegato per lo sviluppo di StraPasta di Garofalo, che si basa sull’uso di un nuovo sfarinato chiamato Altograno® di Casillo

Next Gen. Food, arricchito in germe di grano duro disoleato. Grazie alla presenza del germe di grano duro disoleato, StraPasta raggiunge 19 g di proteine su 100 g di prodotto, partendo dal grano come unica materia prima.

Questa strategia unisce innovazione nutrizionale e sostenibilità grazie al principio dell’upcycling, cioè il riutilizzo intelligente dei coprodotti dei processi di trasformazione alimentare, al fine di dare origine a ingredienti funzionali.

Il caso del Gruppo Casillo è emblematico: grazie a un nuovo impianto costruito in prossimità dei mulini a grano duro, riesce a estrarre l’olio dal germe di

wheat mills, the company extracts oil from wheat germ within 30 minutes of milling, preventing oxidation and preserving the nutrients in the defatted flour.

2025 is shaping up as the year of “precision wellness,” where every ingredient must be backed by scientific evidence and designed to meet specific targets: weight management, women’s health, mood support, digestive wellness (Innova’s Top 10 F&B Trends 2025 - Global Report).

The success of protein pasta will also depend on the ability to communicate its benefits clearly and convincingly. In this context, the synergy between innovative ingredients and potential health claims opens new market opportunitiesbut also requires scientific rigor, transparency, and full regulatory compliance. This is a challenge that engages the entire supply chainfrom R&D and marketing to production.

Protein pasta is not simply an alternative to traditional pasta; it is an evolving category that responds to new nutritional, environmental, and cultural demands. Betting on functional ingredients and upcycling is not just a business opportunity but a concrete response to the global challenges of food: health, sustainability, and accessibility. Is the pasta of the future taking shape?

grano entro 30 minuti dalla macinazione, evitando l’ossidazione e preservando i nutrienti dello sfarinato disoleato.

Il 2025 si sta rivelando l’anno della “precision wellness”, in cui ogni ingrediente dovrà essere giustificato da evidenze scientifiche e rispondere a target specifici: gestione del peso, salute femminile, supporto al tono dell’umore, benessere digestivo (Innova’s Top 10 F&B Trends 2025 - Global report). Il successo della pasta proteica dipenderà anche dalla capacità di comunicare in modo chiaro e convincente i suoi benefici. In questo contesto, la sinergia tra ingredienti innovativi e potenziali health claim apre nuove opportunità di mercato, ma impone rigore scientifico, trasparenza e piena compliance regolatoria. Si tratta di una sfida che coinvolge l'intera filiera: dalla R&D al marketing, fino alla produzione.

La pasta proteica non è una semplice alternativa alla pasta tradizionale, ma una categoria in evoluzione che risponde a nuove esigenze nutrizionali, ambientali e culturali. Scommettere su ingredienti funzionali e upcycling non è solo un’opportunità di business, ma una risposta concreta alle sfide globali del cibo: salute, sostenibilità, accessibilità. La pasta del futuro sta prendendo forma?

Pasta

Armando

launches a new line dedicated to foodservice

In order to strengthen the relationship with its public of catering professionals, Pasta Armando has promoted - between February and May 2025 - the project ‘At the cooking school with Pasta Armando’ edited by Frigo Magazine, for a total of more than 2,800 lessons aimed at both amateur and professional chefs. Of particular importance, in this sense, was the partnership with the Accademia Italiana Chef, which involved no less than 11 of its schools in the panel, for ad hoc training with future professionals in the sector. By virtue of this, the company wanted to develop a new line designed specifically for the foodservice channel, available in a one-kilo format. The new professional range, available from June 2025, includes eight formats between long and short: Lo Spaghetto, La Linguina, La Chitarra, Il Fusillo Classico, Il Tortiglione, La Penna Rigata, La Mezza Penna Rigata and La Farfalla.

Pasta Armando lancia una nuova linea dedicata al foodservice

Per rafforzare il rapporto con il suo pubblico di professionisti della ristorazione, Pasta Armando ha promosso - tra febbraio e maggio 2025 - il progetto “A scuola di cucina con Pasta Armando” curato da Frigo Magazine, per un totale di più di 2.800 lezioni rivolte sia a cuochi amatoriali sia professionisti. Di particolare rilievo, in questo senso, la partnership con l’Accademia Italiana Chef, che ha coinvolto nel panel ben 11 delle sue scuole, per una formazione ad hoc con i futuri professionisti del settore. In virtù di ciò l’Azienda ha voluto sviluppare una nuova linea pensata appositamente per il canale foodservice, disponibile in formato da un chilo”. La nuova gamma professionale, disponibile da giugno 2025, comprende otto formati tra lunghi e corti: Lo Spaghetto, La Linguina, La Chitarra, Il Fusillo Classico, Il Tortiglione, La Penna Rigata, La Mezza Penna Rigata e La Farfalla.

World Pasta Day 2025 to be celebrated in Istanbul

Turkey is set to host one of the most significant gatherings in the global pasta industry. World Pasta Day, celebrated annually on October 25, will take place this year in Istanbul under the theme “From Tradition to the Future.” Scheduled for October 24 - 26, 2025, the event aims to unite the pasta sector’s stakeholders on a single platform - highlighting pasta’s cultural richness, historical evolution, and modern industrial transformation. This prestigious event is being organized through a joint initiative by the Turkish Pasta Manufacturers Association (TMSD) and the Pasta Producers and Industrialists Association (MÜSAD). It will welcome pasta manufacturers, industry representatives, food professionals, and thought leaders from around the world to Istanbul.

Il World Pasta Day 2025 si terrà a Istanbul

La Turchia si appresta a ospitare uno dei più importanti momenti per l’industria mondiale della pasta. Il World Pasta Day, che si celebra ogni anno il 25 ottobre, si svolgerà quest’anno a Istanbul con il tema “Dalla tradizione al futuro”. In programma dal 24 al 26 ottobre 2025, l’evento si propone di riunire gli attori del settore della pasta su un’unica piattaforma, mettendo in evidenza la ricchezza culturale, l’evoluzione storica e la moderna trasformazione industriale della pasta. Questo prestigioso evento è organizzato da un’iniziativa congiunta dell’Associazione Turca dei Produttori di Pasta (TMSD) e dell’Associazione dei Produttori e Industriali di Pasta (MÜSAD). L’evento accoglierà a Istanbul produttori di pasta, rappresentanti dell’industria, professionisti del settore alimentare e leader di pensiero provenienti da tutto il mondo.

Barilla expands Protein+ line with new rigatoni shape for the US market

In a move to enhance its Protein+ product line, Barilla has added a new rigatoni pasta shape to its line-up. The Protein+ Rigatoni contains 17g of protein and 10g of fibre per 3.5-ounce serving, making it a potential choice for health-conscious consumers looking to enhance their diets. With this addition, Barilla’s Protein+ range now features nine different pasta shapes for the US market, including classics like spaghetti and penne. The new rigatoni is expected to retail at approximately $ 3.49, a price point that aligns with other premium pasta products in the market. Currently, Protein+ Rigatoni is available through select retailers, including Amazon and regional grocery chains, with plans for further distribution in the near future.

Barilla amplia la linea Protein+ con un nuovo formato per il mercato Usa

A plate of pasta makes us happy

A plate of pasta makes us happy and stimulates social interaction. Science confirms this. A study conducted by Behavior & Brain Lab of IULM University in Milan, in fact, used advanced neuroscience tools to observe the behavior of 40 participants in social contexts. The result? Sharing a plate of pasta triggered emotional and cognitive synchrony greater than any other activity, including watching a movie or playing a game together. According to the study, a simple plate of pasta isn’t just good to eat: it’s also a powerful ally for social interaction and emotional well-being. The daily act of share a dish It stimulates empathy and relational well-being. Pasta, in short, nourishes the body and makes us happier with others.

Per migliorare la propria linea di prodotti Protein+, Barilla ha aggiunto alla propria gamma un nuovo formato. I rigatoni Protein+ contengono 17 g di proteine e 10 g di fibre per ogni porzione da 3,5 once, il che li rende una scelta potenziale per i consumatori attenti alla salute che desiderano migliorare la propria dieta. Con questa aggiunta, la gamma Protein+ di Barilla comprende ora nove diversi formati di pasta per il mercato Usa, tra cui i classici come spaghetti e penne. I nuovi rigatoni saranno venduti al dettaglio a circa 3,49 $, un prezzo in linea con gli altri prodotti di pasta di qualità superiore presenti sul mercato. Attualmente, Protein+ Rigatoni è disponibile presso alcuni rivenditori selezionati, tra cui Amazon e catene alimentari regionali, con la previsione di un’ulteriore distribuzione nel prossimo futuro.

Un piatto di pasta ci rende felici

Un piatto di pasta ci rende felici e stimola l’interazione sociale. La scienza lo conferma. Uno studio condotto dal Behavior & Brain Lab dell’Università IULM di Milano, infatti, ha utilizzato strumenti avanzati di neuroscienza per osservare il comportamento di 40 partecipanti in contesti sociali. Il risultato? Condividere un piatto di pasta ha innescato una sincronia emotiva e cognitiva superiore a qualsiasi altra attività, compresa la visione di un film o un gioco insieme. Secondo lo studio, un semplice piatto di pasta non è solo buono da mangiare: è anche un potente alleato per l’interazione sociale e il benessere emotivo. L’atto quotidiano di condividere un piatto stimola l’empatia e il benessere relazionale. La pasta, insomma, nutre il corpo e ci rende più felici con gli altri.

Global whole grain policies: labeling,

certifications, and dietary

guidance

Challenges and opportunities for enhancing consumer understanding and improving nutrition communication

Politiche globali sui cereali integrali: etichettatura, certificazioni e line guida dietetiche

Sfide e opportunità per promuovere la comprensione dei consumatori e migliorare la comunicazione nutrizionale

by/di Caroline Sluyter
Senior Director of Operations for the Oldways, Program Director of the Oldways Whole Grains Council, & Chair of the International Whole Grain Initiative
Direttrice Senior delle operazioni di Oldways, direttrice del programma dell’Oldways Whole Grains Council e presidentessa dell’International Whole Grain Initiative

Around the globe, public health advocates are working to shift diets toward healthier patternsand whole grains are a vital part of that effort. Decades of nutrition research have clearly demonstrated the link between increased whole grain consumption and reduced risk of many diseases, including cardiovascular disease, stroke, type 2 diabetes, and colorectal cancer. But, despite overwhelming evidence that we should be eating more whole grains, populations around the world struggle to meet recommended levels of intake. The 2019 Global Burden of Diseases Study 1 found that “low intake of whole grains was the leading dietary risk factor [for disability adjusted life years] among men and women and the leading dietary risk factor for mortality among women” ahead of high sodium intake, high trans-fat intake, and high sugarsweetened-beverage intake. In other words, increasing consumption of beneficial food groups like whole grains is just as important, if not more so, than decreasing consumption of detrimental ingredients such as sodium or added sugar. Labeling and regulations have an important role to play when it comes to helping consumers identify whole grain foods and understand the importance of increasing their whole grain intake. This article

Mandatory warning labels are becoming increasingly common
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Le etichette di avvertimento obbligatorie sono sempre più diffuse

In tutto il mondo, i sostenitori della salute pubblica stanno lavorando per spostare le diete verso modelli più sani e i cereali integrali sono una parte vitale di tale sforzo. Decenni di ricerche sulla nutrizione hanno chiaramente dimostrato il legame tra un maggiore consumo di cereali integrali e la riduzione del rischio di molte malattie, tra cui quelle cardiovascolari, l’ictus, il diabete di tipo 2 e il cancro del colon-retto. Tuttavia, nonostante le prove schiaccianti in base alle quali dovremmo mangiare più cereali integrali, le popolazioni di tutto il mondo faticano a raggiungere i livelli di assunzione raccomandati. Il Global Burden of Diseases Study1 del 2019 ha rilevato che “la scarsa assunzione di cereali integrali è il principale fattore di rischio alimentare [per anni di vita adattati per la disabilità] tra uomini e donne e il principale fattore di rischio alimentare per la mortalità tra le donne”, prima dell’elevata assunzione di sodio, dell’elevata assunzione di grassi trans e dell’elevata assunzione di bevande zuccherate. In altre parole, aumentare il consumo di gruppi di alimenti benefici, come i cereali integrali, è altrettanto importante, se non di più, che diminuire il consumo di ingredienti dannosi quali il sodio o gli zuccheri aggiunti. L’etichettatura e le normative svolgono un ruolo importante quando si tratta di aiutare i consumatori a identificare gli alimenti integrali e a comprendere l’importanza di aumentare

seeks to explore three regulatory and policy areas that influence consumer understanding and consumption of whole grains: front-of-pack labeling, third-party certifications, and dietary guidance.

Front-of-pack labeling: a visual tool for nutrition communication

Front-of-pack labeling (FOPL) is one of the most visible nutrition policy tools and has become increasingly popular globally over the last two decades. Policy makers have developed a variety of systems and symbols 2 to highlight at a glance some of the key nutritional attributes of a product to help consumers make healthier decisions when shopping.

These systems tend to fall into two main categories: warning labels that highlight nutrients to limit (like added sugar or saturated fat), and algorithm-based schemes that provide a composite score or rating using both positive and negative nutritional criteria.

Category one: warning labels, a missed opportunity for positive health messaging

Mandatory warning labels are increasingly common, particularly in Latin America (see Image 1). These systems flag nutrients that should be limited, helping consumers quickly identify products high in sugar, salt, saturated fat, and overall calories. While useful in making it easy for consumers to compare products and make quick decisions, these labels oversimplify food choices, providing consumers with only one side of the story. By focusing solely on what to avoid, they fail to recognize the positive attributes of foods - such as whole grain content - that are essential for a balanced diet. As the Global Burden of Diseases study and related research makes clear, increasing healthful ingredients is just as important, if not more so, than decreasing detrimental ingredients. In fact, research

l’assunzione di cereali integrali. Questo articolo cerca di esplorare tre aree normative e politiche che influenzano la comprensione e il consumo di cereali integrali da parte dei consumatori: l’etichettatura frontale, le certificazioni di terzi e le linee guida dietetiche.

Etichettatura frontale: uno strumento visivo per la comunicazione nutrizionale

L’etichettatura sulla parte anteriore della confezione (FOPL) è uno degli strumenti di politica nutrizionale più visibili ed è diventata sempre più popolare a livello globale negli ultimi due decenni. I decisori politici hanno sviluppato una serie di sistemi e simboli2 per evidenziare a colpo d’occhio alcune delle caratteristiche nutrizionali chiave di un prodotto, al fine di aiutare i consumatori a prendere decisioni più salutari durante gli acquisti. Questi sistemi tendono a rientrare in due categorie principali: etichette di avvertimento che evidenziano i nutrienti da limitare (come gli zuccheri aggiunti o i grassi saturi), e gli schemi basati su algoritmi che forniscono un punteggio o una valutazione composita utilizzando criteri nutrizionali sia positivi sia negativi.

Categoria 1: etichette di avvertimento, un’occasione persa per un messaggio positivo sulla salute

Le etichette di avvertimento obbligatorie sono sempre più diffuse, soprattutto in America Latina (Immagine 1). Questi sistemi segnalano i nutrienti che dovrebbero essere limitati, aiutando i consumatori a identificare rapidamente i prodotti ad alto contenuto di zuccheri, sale, grassi saturi e calorie complessive. Sebbene siano utili per facilitare il confronto tra i prodotti e prendere decisioni rapide, queste etichette semplificano eccessivamente le scelte alimentari, fornendo ai consumatori solo un aspetto della storia. Concentrandosi esclusivamente su cosa evitare, non riconoscono le caratteristiche positive degli alimenti, come il contenuto di cereali integrali, che sono essenziali per una dieta equilibrata. Come emerge chiaramente dallo studio

Image / Immagine 1

shows3 that consumers respond more favorably to nutrition messages that are framed in a positive way, rather than messaging that focuses on what consumers shouldn’t do and shouldn’t eat. It is just as important for consumers to understand the beneficial contributions that a product will make to their overall diet as it is to warn of them of the more negative nutritional attributes of that product. Most foods are not just “good” or “bad” and they often have a mix of both beneficial and detrimental ingredients. Changes in dietary patterns and habits are almost always incremental, and foods that have both positive and negative nutritional characteristics can be great “bridge foods” as people move along their journey to better health.

Category two: algorithm-based labels, a more holistic approach with room for improvement

Many of the voluntary labeling schemes used around the world fall into this second category of policies which utilize algorithms to provide a more holistic view of a food’s healthfulness. Some examples of these systems include the Nutri-Score used in Europe (Image 2) and the Health Star Rating used in Australia and New Zealand (Image 3). While many of these systems account for fiber content, most of them exclude any direct measure of whole grain content from their algorithms. This omission can disadvantage whole grain products. Research shows4 that using a measure of whole grain content in nutrient profiling systems, rather than fiber alone, better aligns front-of-pack labels with dietary guidance.

In fact, the inclusion of whole grains in labeling schemes has greater potential to improve overall diet quality5 for those using the FOPL guidance. Research on the Health Star Rating system6 has shown that it “fails to effectively distinguish between refined and whole-grain items and hence [fails to] communicate the benefits of consuming mainly whole grains.

Global Burden of Diseases e dalle ricerche correlate, aumentare gli ingredienti salutari è altrettanto importante, se non di più, che diminuire quelli dannosi. In effetti, le ricerche dimostrano3 che i consumatori rispondono più favorevolmente ai messaggi nutrizionali inquadrati in modo positivo, piuttosto che a quelli che si concentrano su ciò che i consumatori non dovrebbero fare e non dovrebbero mangiare. È altrettanto importante che i consumatori comprendano i contributi benefici che un prodotto apporta alla loro dieta complessiva, quanto che li si metta in guardia dalle caratteristiche nutrizionali più negative di quel prodotto. La maggior parte degli alimenti non sono solo “buoni” o “cattivi” e spesso contengono un mix di ingredienti benefici e dannosi. I cambiamenti nei modelli e nelle abitudini alimentari sono quasi sempre incrementali e gli alimenti che presentano caratteristiche nutrizionali sia positive sia negative possono essere ottimi “alimenti ponte” nel percorso verso una salute migliore.

Categoria 2: etichette basate su algoritmi, un approccio più olistico con margini di miglioramento

Molti dei sistemi di etichettatura volontari utilizzati in tutto il mondo rientrano in questa seconda categoria di politiche che utilizzano algoritmi per fornire una visione più olistica della salubrità di un alimento. Alcuni esempi di questi sistemi sono il Nutri-Score utilizzato in Europa (Immagine 2) e l’Health Star Rating utilizzato in Australia e Nuova Zelanda (Immagine 3). Sebbene molti di questi sistemi tengano conto del contenuto di fibre, la maggior parte di essi esclude dai propri algoritmi qualsiasi misura diretta del contenuto di cereali integrali. Questa omissione può svantaggiare i prodotti a base di cereali integrali.

Le ricerche dimostrano4 che l’uso di una misura del contenuto di cereali integrali nei sistemi di profilazione dei nutrienti, piuttosto che della sola fibra, allinea meglio le etichette frontali con le linee guida dietetiche. In effetti, l’inclusione dei cereali integrali nei sistemi di Image / Immagine 2

Image / Immagine 3

Example of the Health Star Rating label used in Australia and New Zealand

Esempio di etichetta Health Star Rating utilizzata in Australia e Nuova Zelanda

”However, modeling the addition of whole grains to the nutrient profiling system made the distinction between whole and refined foods much clearer, promoting whole grain products over their refined grain counterparts.

The Gold Standard: harnessing the potential of whole grains in nutrient profiling systems

In contrast to systems that use fiber as a stand-in for whole grain content, the Nordic Keyhole labeling systemused in Sweden, Norway, Denmark, Iceland, Lithuania, and North Macedonia-offers a more progressive model (Image 4). Since 2009, it has incorporated whole grain content into its algorithm. A 2015 Swedish Food Agency study7 found that consumers who selected foods bearing the Keyhole symbol increased their whole grain consumption by 754%, compared to a 30% increase in fiber intake. While fiber is one of the many beneficial components of whole grain foods, these foods offer more than fiber alone, and different whole grain ingredients vary in their specific fiber content. It is more meaningful to use a measure of whole grain content itself than it is to approximate whole grain content via fiber as proxy. As more countries develop FOPL systems, there’s an opportunity to better align labeling with dietary recommendations by including whole grain measures explicitly.

People tend to respond more positively to messages that highlight nutritional benefits

etichettatura ha un maggiore potenziale di miglioramento della qualità5 complessiva della dieta per coloro che utilizzano l’etichettatura FOPL. La ricerca sul sistema6 Health Star Rating ha dimostrato che “non riesce a distinguere efficacemente tra prodotti raffinati e prodotti integrali e quindi [non] comunica i benefici del consumo di cereali prevalentemente integrali”. Tuttavia, la modellazione dell’aggiunta dei cereali integrali al sistema di profilazione dei nutrienti ha reso molto più chiara la distinzione tra alimenti integrali e raffinati, promuovendo i prodotti a base di cereali integrali rispetto ai loro omologhi a base di cereali raffinati.

Il Gold Standard: coltivare il potenziale dei cereali integrali nei sistemi di profilazione dei nutrienti

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Si risponde più favorevolmente ai messaggi nutrizionali positivi

Third-Party Certifications: trusted symbols that empower consumers

When it comes to helping consumers identify whole grain products, third-party certifications are powerful tools. Ingredient labels can be difficult to interpretparticularly when distinguishing between whole and refined grains - so trusted symbols serve as a shortcut to

In contrasto con i sistemi che utilizzano la fibra come sostituto del contenuto di cereali integrali, il sistema di etichettatura Nordic Keyhole - utilizzato in Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Lituania e Macedonia del Nordoffre un modello più progressivo (Immagine 4). Dal 2009, tale sistema ha incorporato il contenuto di cereali integrali nel suo algoritmo. Uno studio dell’Agenzia alimentare svedese7 del 2015 ha rilevato che i consumatori che hanno selezionato gli alimenti con il simbolo Keyhole hanno aumentato il consumo di cereali integrali del 75,4%, a fronte di un aumento del 30% dell’assunzione di fibre. Sebbene la fibra sia uno dei tanti componenti benefici degli alimenti integrali, questi alimenti offrono più della sola fibra e i diversi ingredienti integrali variano nel loro contenuto specifico di fibra. È più significativo utilizzare una misura del contenuto di cereali integrali in sé piuttosto che approssimare il contenuto di cereali integrali attraverso la fibra come proxy. Man mano che un maggior numero

Image / Immagine 4

The Nordic Keyhole symbol used in six European countries

Il simbolo del sistema Nordic Keyhole utilizzato in sei Paesi europei

better choices. One of the best ways to encourage increased whole grain consumption is to make sure consumers know how to find and identify whole grain foods. Third-party certifications, like the examples shown here (Images 5-9), give consumers valuable information about the products they’re purchasing - information that is often otherwise unavailable to the consumer.

The Whole Grain Stamp program as a case study for success

The Oldways Whole Grains Council (WGC), which is a program of Oldways, a nonprofit nutrition education organization based in Boston, Usa, began in 2003 with the threefold mission of (1) helping consumers find whole grain foods and understand their health benefits, (2) helping manufacturers and restaurants create

Image / Immagine 5

Examples of the Whole Grain Stamp label, used in 65 countries around the world

Esempi dell’etichetta Whole Grain Stamp, utilizzata in 65 paesi del mondo

di paesi sviluppa sistemi FOPL, esiste l’opportunità di allineare meglio l’etichettatura alle raccomandazioni dietetiche, includendo esplicitamente le misure relative ai cereali integrali.

Certificazioni di terzi: simboli di fiducia che danno potere ai consumatori

Quando si tratta di aiutare i consumatori a identificare i prodotti a base di cereali integrali, le certificazioni di terzi sono strumenti potenti. Le etichette degli ingredienti possono essere difficili da interpretare, in particolare quando si tratta di distinguere tra cereali integrali e raffinati, quindi i simboli di fiducia fungono da scorciatoia per operare scelte migliori. Uno dei modi migliori per incoraggiare un maggiore consumo di cereali integrali è assicurarsi che i consumatori sappiano come trovare e identificare gli alimenti integrali. Le certificazioni di terzi, come negli esempi qui riportati (Immagini 5-9), forniscono ai consumatori informazioni preziose sui prodotti che stanno acquistando, informazioni che spesso non sono altrimenti disponibili per il consumatore.

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The Danish Whole Grain Partnership’s logo, used in Denmark

Logo della Danish Whole Grain Partnership, utilizzato in Danimarca

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An example of the Grains & Legumes

Nutrition Council’s logo, used in Australia

Un esempio del logo del Grains & Legumes

Nutrition Council utilizzato in Australia

delicious whole grain products and meals, and (3) helping the media write accurate, compelling stories about whole grains. In 2005, WGC launched the Whole Grain Stamp program8 to help shoppers easily identify products which contain significant amounts of whole grain ingredients. Through consumer education, collaboration with various stakeholders, and the administration of its third-party certification program, it aims to make whole grains an everyday staple. The Whole Grain Stamp (Image 10) currently appears on over 12,000 products in 65 countries around the world. The Whole Grain Stamp is descriptive, not prescriptive. In other words, it accurately states the gram amount of whole grain in the product but is not a reductive

Image / Immagine 9

The Health Promotion Board’s logo, used in Singapore

Logo del Health Promotion Board utilizzato a Singapore

Image / Immagine 8

The Fortified Whole Grain Alliance’s logo, used in several African countries

Il logo del Fortified Whole Grain Alliance utilizzato in diversi paesi africani

Il programma dei francobolli di cereali integrali come caso di successo

L’Oldways Whole Grains Council (WGC), un programma di Oldways, un’organizzazione no-profit per l’educazione alimentare con sede a Boston, Stati Uniti, è nato nel 2003 con la triplice missione di (1) aiutare i consumatori a trovare gli alimenti integrali e a comprenderne i benefici per la salute, (2) aiutare i produttori e i ristoranti a creare prodotti e pasti deliziosi a base di cereali integrali e (3) aiutare i media a scrivere storie accurate e convincenti sui cereali integrali. Nel 2005, il WGC ha lanciato il programma8 Whole Grain Stamp per aiutare gli acquirenti a identificare facilmente i prodotti che contengono quantità significative di ingredienti integrali. Attraverso l’educazione dei consumatori, la collaborazione con varie parti interessate e la gestione del suo programma di certificazione di terzi, il WGC mira a rendere i cereali integrali un

measure of the overall healthfulness of a particular product. In this way, it acts to certify whole grain content without making or implying a health claim about the product.

It allows consumers valuable insight into a product’s whole grain content, which is rarely available to the consumer otherwise.

Why the Whole Grain Stamp works

Census-representative survey data9 of American adults shows that:

• 80% of consumers want whole grain content displayed on food packaging;

• 85% trust the Whole Grain Stamp;

• 4 out of 5 say they would use the Stamp in guiding their purchasing decisions;

• more than half are skeptical of on-pack whole grain claims made without the Whole Grain Stamp present. These certifications provide meaningful marketing benefits to manufacturers, and they help maintain the

prodotto di base quotidiano. Il francobollo dei cereali integrali (Immagine 10) è attualmente presente su oltre 12.000 prodotti in 65 paesi del mondo. Il francobollo per i cereali integrali è descrittivo, non prescrittivo. In altre parole, indica con precisione la quantità in grammi di cereali integrali presenti nel prodotto, ma non è una misura riduttiva della salubrità complessiva di un particolare prodotto. In questo modo, certifica il contenuto di cereali integrali senza fornire o implicare un claim salutistico del prodotto. Il francobollo consente ai consumatori di avere una visione preziosa del contenuto di cereali integrali che altrimenti è raramente disponibile al consumatore.

Perché il francobollo per i cereali integrali funziona

I dati9 di un sondaggio rappresentativo degli adulti americani mostrano che:

• L’80% dei consumatori vuole che il contenuto di cereali integrali sia indicato sulle confezioni degli alimenti;

Image / Immagine 10

Examples of the Whole Grain Stamp label with information about qualifying criteria for each of the three types of Stamp

Esempi di etichetta del francobollo per i cereali integrali con informazioni sui criteri di qualificazione per ciascuno dei tre tipi di francobollo

100% OF THE GRAIN IS WHOLE GRAIN

100% DEI CEREALI SONO INTEGRALI

• ALL grain is whole grain / TUTTI i cereali sono integrali

• Minimum of 16 g whole grain per serving / Un minimo di 16 g di cereali integrali per porzione

50% OR MORE OF THE GAIN IS WHOLE GRAIN

50% O PIÙ DEI CEREALI SONO INTEGRALI

• At least 50% of grain is whole grain / Almeno il 50% dei cereali sono integrali

• Minimum of 8 g whole grain per serving / Un minimo di 8 g di cereali integrali per porzione

EAT 48 g OR MORE OF WHOLE GRAIN DAILY

MANGIALRE 48 G O PIÙ DI CEREALI INTEGRALI AL GIORNO

• More refined grain than whole grain / Più cereali raffinati di cereali integrali

• Minimun of 8 g whole grain per serving / Un minimo di 8 g di cereali integrali per porzione

accuracy of claims, which supports policymakers’ goals of truth and transparency in labeling. Unlike nutrient claims such as “low fat”, whole grain claims cannot be verified through a lab test. Labs can test for fat content and fiber content, but there’s no specific biomarker for whole grain itself. There can also be confusion about what counts as a whole grain ingredient, even among manufacturers, and so there is an important role to be played by third-party certifiers. Certification programs, such as the Whole Grain Stamp program, fill this gap using standardized definitions and providing a robust review process that can catch and correct classification and calculation errors, building consumer trust in the process.

Whole grains in dietary guidelines: progress and gaps

Government dietary guidelines provide direction for consumers, educators, foodservice providers and industry members. They typically include:

1) visual tools like plates or pyramids;

2) qualitative advice (e.g., “choose mostly whole grains”); 3) quantitative targets (e.g., “consume at least 50g of whole grains daily”).

The International Whole Grain Initiative, a consortium of researchers, health advocates, and industry leaders, has put forth the goal that within ten years, intake of whole grains should be the standard in dietary guidelines globally. To achieve this aim, it should become common practice for all three elements of dietary guidance to include strong whole grain

• l’85% si fida del Francobollo per i cereali integrali;

• 4 su 5 dichiarano che utilizzerebbero il francobollo per orientare le proprie decisioni di acquisto;

• più della metà è scettica nei confronti delle indicazioni sui cereali integrali riportate sulle confezioni senza la presenza del francobollo per i cereali integrali. Queste certificazioni offrono ai produttori significativi vantaggi di marketing e contribuiscono a mantenere l’accuratezza dei claims, sostenendo gli obiettivi di verità e trasparenza dell’etichettatura perseguiti dai decisori politici. Contrariamente alle indicazioni sui nutrienti, come ad esempio il claim “a basso contenuto di grassi”, le indicazioni sui cereali integrali non possono essere verificate attraverso un test di laboratorio. I laboratori possono testare il contenuto di grassi e di fibre, ma non esiste un biomarcatore specifico per i cereali integrali. Anche tra i produttori può esserci confusione su ciò che conta come ingrediente di un cereale integrale, per cui è importante il ruolo svolto da certificatori terzi. I programmi di certificazione, come il Whole Grain Stamp, colmano questa lacuna utilizzando definizioni standardizzate e fornendo un solido processo di revisione in grado di individuare e correggere gli errori di classificazione e di calcolo, rafforzando la fiducia dei consumatori nel processo.

I cereali integrali nelle linee guida dietetiche: progressi e lacune

Le linee guida dietetiche governative forniscono indicazioni ai consumatori, agli educatori, ai fornitori di servizi alimentari e ai membri del settore. In genere

messaging. While many countries already include whole grains in qualitative guidance, fewer clearly depict whole grains in their visual tools. And fewer still provide concrete quantitative guidance - a key opportunity for improvement. Canada’s Food Guide (Image 11) may be one of the best examples of an effective visual tool that prioritizes whole grains. It presents a visually appealing plate showing a wide assortment of foods with a great array of whole grain options including whole grain pasta, rice, quinoa, wild rice, and whole grain bread. The graphic unequivocally states, “Choose whole grain foods.” The qualitative statement paired with the visual reinforcement makes it hard to overlook the key message. As dietary guidance is revised and improved in coming years, there is an opportunity to include more easily measurable, quantitative recommendations that help consumers understand not just what to eat, but how much to eat. With these three elements aligned, it should be much easier for consumers to understand how much whole grain they should be seeking to eat every day.

The role of independent certifiers is increasingly important •••
È importante il ruolo svolto da certificatori terzi

comprendono:

1) strumenti visivi come piatti o piramidi;

2) consigli qualitativi (ad esempio, “scegliere principalmente cereali integrali”);

3) obiettivi quantitativi (ad esempio, “consumare almeno 50 g di cereali integrali al giorno”);

L’International Whole Grain Initiative, un consorzio di ricercatori, sostenitori della salute e leader del settore, ha proposto l’obiettivo secondo il quale entro dieci anni l’assunzione di cereali integrali dovrebbe diventare lo standard nelle linee guida dietetiche a livello globale. Per raggiungere questo obiettivo, dovrebbe diventare prassi comune che tutti e tre gli elementi delle linee guida dietetiche includano una forte comunicazione sui cereali integrali. Sebbene molti Paesi includano già i cereali integrali nelle linee guida qualitative, un numero minore di essi li rappresenta chiaramente nei propri strumenti visivi. E ancora meno sono i paesi che forniscono indicazioni quantitative concrete: un’opportunità di miglioramento fondamentale.

La Guida alimentare del Canada (Immagine 11) è forse

Image / Immagine 11

The Stamp gives consumers the information they want... Il francobollo fornisce ai consumatori le informazioni che desiderano...

8 out of 10 consumers want to see whole grain content displayed on the packaging.

8 consumatori su 10 vogliono vedere scritto il contenuto di cereali integrali sull’imballaggio.

64 percent of consumers say symbols like the Stamp give them more confidence in the product they are buying

Il 64% dei consumatori afferma che simboli come il francobollo diano loro più fiducia nel prodotto che stanno acquistando.

... with a packaging symbol they trust.

4 out of 5 consumers would use the Stamp as part of their purchasin decision.

4 consumatori su 5 utilizzerebbero il francobollo come parte della loro decisione d’acquisto.

85 percent of consumers trust the Whole Grain Stamp.

L’85% dei consumatori si fida del Francobollo per i cereali integrali.

Have plenty of vegetables and fruits

Fate il pieno di frutta e verdura

Image / Immagine 12

Canada’s Food Guide graphic

Grafico della Guida alimentare canadese

The path forward

In summary, there are promising developments - but also notable gaps - in how whole grains are promoted through labeling and policy:

• front-of-pack labeling systems should include whole grain content, not just fiber;

Eat protein foods

Mangiate cibi proteici

Make water your drink of choice

Bevete preferibilmente acqua

Choose whole grain foods

Scegliete cibi a base di cereali integrali

uno dei migliori esempi di strumento visivo efficace che dà priorità ai cereali integrali. Presenta un piatto visivamente accattivante che mostra un ampio assortimento di alimenti con una grande varietà di opzioni di cereali integrali, tra cui pasta, riso, quinoa, riso selvatico e pane integrale. Il grafico afferma in modo inequivocabile: “Scegliete i cibi integrali”. L’affermazione qualitativa, abbinata al supporto visivo, rende più difficile trascurare il messaggio chiave. Con la revisione e il miglioramento delle linee guida dietetiche nei prossimi anni, è possibile includere raccomandazioni quantitative più facilmente misurabili che aiutino i consumatori a capire non solo cosa mangiare, ma anche quanto mangiare. Con questi tre elementi allineati, dovrebbe essere molto più facile per i consumatori capire quanti cereali integrali dovrebbero cercare di mangiare ogni giorno.

Il percorso da seguire

In sintesi, ci sono sviluppi promettenti, ma anche notevoli lacune nel modo in cui i cereali integrali vengono promossi attraverso l’etichettatura e la politica:

• I sistemi di etichettatura frontale dovrebbero includere il contenuto di cereali integrali, non solo di fibre;

• le certificazioni di terzi sono strumenti efficaci e affidabili che vanno a vantaggio dei consumatori, dei produttori e dei decisori politici;

• third-party certifications are effective, trusted tools that benefit consumers, manufacturers, and policymakers alike;

• Dietary guidelines need to clearly depict and quantify whole grain recommendations across all forms of guidance;

As food policy initiatives move forward, harmonizing definitions, refining labeling policies, and strengthening global dietary recommendations will be key to helping consumers make informed, healthier choices - starting with something as simple, and delicious, as whole grains.

REFERENCES - BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

• Afshin, A. et al. (2019). Health effects of dietary risks in 195 countries, 1990-2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017. The Lancet, 393(10184), 1958-1972.

• Global Food Research Program (2025, March). Front-of-package labeling policies around the world. Global Food Research Program UNC-Chapel Hill. https://www.globalfoodresearchprogram.org/wpcontent/uploads/2025/03/GFRP-UNC_FOPL_maps_2025_3.pdf

• Zahid, A., Reicks, M. (2018). Gain-framed messages were related to higher motivation scores for sugar-sweetened beverage parenting practices than loss-framed messages. Nutrients, 10(5), 625.

• Byron, C., Kissock, K.R., Barrett, E.M., Beck, E.J. (2024). Aligning front-of-pack labelling with dietary guidelines: including whole grains in the health star rating. European Journal of Nutrition, 63(6), 2025-2033.

• le linee guida dietetiche devono rappresentare e quantificare chiaramente le raccomandazioni sui cereali integrali in tutte le forme di guida.

Con l’avanzare delle iniziative di politica alimentare, l’armonizzazione delle definizioni, il perfezionamento delle politiche di etichettatura e il rafforzamento delle raccomandazioni dietetiche a livello mondiale saranno fondamentali per aiutare i consumatori a operare scelte informate e più sane, a partire da qualcosa di semplice e delizioso come i cereali integrali.

• Kissock, K.R. et al. (2022). Aligning nutrient profiling with dietary guidelines: modifying the Nutri-Score algorithm to include whole grains. European Journal of Nutrition, 61(1), 541-553.

• Curtain, F., Grafenauer, S. (2019). Health Star Rating in grain foods – does it adequately differentiate refined and whole grain foods? Nutrients, 11(2), 415.

• Livsmedelsverket (2018, April 23). The Nordic Keyhole scheme. Livsmedelsverket National Food Agency. https://food.ec.europa.eu/system/files/201804/comm_ahac_20180423_pres2.pdf

• Oldways Whole Grains Council. (2025, July). Whole Grain Stamp. Oldways Whole Grains Council. https://wholegrainscouncil.org/whole-grain-stamp

• Oldways Whole Grains Council. (2023, September). 2023 Whole Grain Consumer Insights Survey. Oldways Whole Grains Council. https://wholegrainscouncil.org/sites/default/files/atoms/files/WGCSurvey2023_0723.pdf

The future of durum wheat between genetics, sustainability and industry

From 24 to 27 September 2025, Bari will host the fifth edition of the international conference From Seed to Pasta

A key event in the field of durum wheat research and the pasta supply chain. Researchers, seed companies, international institutions, and industry representatives will come together to discuss genetic innovation, agricultural sustainability, climate adaptation, and emerging industrial scenarios. A clear example of how science and business can join forces to shape the future of Mediterranean agri-food systems.

Il futuro del grano duro tra genetica, sostenibilità e industria

Dal 24 al 27 settembre 2025, Bari ospita la quinta edizione della conferenza internazionale From Seed to Pasta

Un appuntamento ormai centrale nel panorama della ricerca sul grano duro e sulla filiera della pasta. Ricercatori, aziende sementiere, istituzioni internazionali e rappresentanti dell’industria si confronteranno su innovazione genetica, sostenibilità agricola, adattamento climatico e nuovi scenari industriali, a testimonianza di come scienza e impresa possano camminare insieme per costruire il futuro dell’agroalimentare mediterraneo.

by/di the Editorial staff / La Redazione

Durum wheat in the era of genetic improvement 5.0

Following welcome remarks from the Chairs, Agata Gadaleta and Roberto Tuberosa, alongside other key figures from the research and policy worlds, the conference will open with a session dedicated to durum wheat genetic improvement in the 5.0 era.

Maurizio Martina (FAO) will highlight the crucial role of agricultural research in ensuring food security, followed by Augusto Becerra (ICARDA), who will present the role of durum wheat within the global strategy for drylands. Ali Rhouma (PRIMA Foundation) will showcase Mediterranean projects aimed at sustainable agriculture. Molecular genetics will be at the heart of presentations by Marco Maccaferri and Luigi Cattivelli, who will discuss how tetraploid resources and the Svevo 2.0 genome can enhance varietal selection efficiency. Curtis Pozniak (Canada) will introduce multi-omics techniques, while José Crossa (CIMMYT) will demonstrate the application of artificial intelligence in predicting agronomic traits. Finally, Susanne Dreisigacker will present how CIMMYT breeders successfully integrate molecular tools into breeding to enhance durum wheat performance. The afternoon will focus on agronomic sustainability. Michele Pisante (University of Teramo) will present conservation tillage strategies for the Mediterranean region; Nicola Pecchioni (CREA) will address spike traits to improve yield; José Luis Araus

Il grano duro nell’era del miglioramento genetico 5.0

Focus on durum wheat genetic improvement in the 5.0 era
Focus sul miglioramento genetico del grano duro nell’era 5.0

Dopo i saluti di benvenuto da parte dei Chairs Agata Gadaleta e Roberto Tuberosa, nonché di altre figure di spicco del mondo della ricerca e della politica, la giornata si aprirà con una sessione dedicata al miglioramento genetico del grano duro nell’era 5.0. Maurizio Martina (FAO) interverrà sulla centralità della ricerca agricola per la sicurezza alimentare, seguito da Augusto Becerra (ICARDA), che illustrerà il ruolo del frumento duro nella strategia globale per i drylands, e da Ali Rhouma (Prima Foundation), che presenterà progetti mediterranei per l’agricoltura sostenibile. La genetica molecolare sarà invece al centro degli interventi di Marco Maccaferri e Luigi Cattivelli, che descriveranno come le risorse tetraploidi e il genoma Svevo 2.0 potranno potenziare l’efficienza della selezione varietale. Curtis Pozniak (Canada) introdurrà le tecniche multi-omiche, mentre José Crossa (CIMMYT) mostrerà l’applicazione dell’intelligenza artificiale nella previsione dei tratti agronomici. Susanne Dreisigacker illustrerà come I progetti di breeding del CIMMYT abbiano integrato con successo tecniche moleculari per migliorare la resa del frumento duro. Nel pomeriggio, spazio alla sostenibilità agronomica con Michele Pisante (Università di Teramo) sul conservation tillage in Mediterraneo; Nicola Pecchioni (CREA) sui tratti della spiga per migliorare la resa; José Luis Araus

(University of Barcelona) will explore the link between adaptation and productivity; and Brian Beres (University of Saskatchewan) will summarise years of GxExM research aimed at optimising the global durum wheat value chain.

From biodiversity to genes: the foundation of genetic improvement

The second day will delve into the role of tetraploid genetic resources in the diversification and improvement of durum wheat. Julie King (BBSRC Wheat Research Centre, Nottingham) will discuss introgressions from wild relatives, while Assaf Distelfeld (Institute of Evolution, Haifa) will take the audience on a journey through the history of wheat using ancient grains from the Negev. Further topics include the genomics of the Aegilops gene bank with István Molnár (Hungarian Academy of Sciences, Budapest) and how to harness the potential of tetraploid relatives (Elisabetta Mazzucotelli, CREA). The session will also explore resistance genes (Pablo Olivera, USDA) and winter adaptation (Ahmad Sallam, USDA). Ambra Viviani (University of Bologna) will reflect on priority actions for Fusarium head blight resistance in durum wheat, followed by Filippo Bassi (ICARDA), who will present a genomic approach to breeding varieties suitable for arid climates. Jeffrey Boehm (USDA) will introduce an innovative “soft spring” variety for milling and baking, and Andrés Schwember (Chile) will propose a holistic strategy for drought tolerance. The afternoon session will centre on genome editing and QTLs. Anna Maria

(Università di Barcellona) sulla relazione tra adattamento e produttività; e Brian Beres (University of Saskatchewan), che sintetizzerà anni di ricerche GxExM per ottimizzare la filiera del frumento duro a livello globale.

Dalla biodiversità ai geni: le fondamenta del miglioramento genetico

La seconda giornata approfondirà il ruolo delle risorse genetiche tetraploidi nella diversificazione e miglioramento del frumento duro. Julie King (BBSRC Wheat Research Centre, Nottingham) parlerà delle introgressioni da parentali selvatici, mentre Assaf Distelfeld (Institute of Evolution, Haifa) proporrà un viaggio nella storia del frumento attraverso grani antichi del Negev. E ancora, verrà affrontata la genomica della banca genetica di Aegilops con István Molnár (Hungarian Academy of Sciences, Budapest) e come sfruttare il potenziale dei parenti tetraploidi (Elisabetta Mazzucotelli, CREA). Infine, si analizzeranno anche geni di resistenza (Pablo Olivera, USDA) e adattamento invernale (Ahmad Sallam, USDA). Ambra Viviani (Università di Bologna) rifletterà sulle azioni prioritarie per la resistenza alla fusariosi della spiga nel grano duro; Filippo Bassi (ICARDA) presenterà l’approccio genomico per varietà adatte ai climi aridi, Jeffrey Boehm (USDA) una nuova varietà “soft spring” innovativa per macinazione e panificazione; infine, Andrés Schwember (Cile) proporrà una strategia olistica per la tolleranza alla siccità.

La sessione pomeridiana sarà incentrata sul genome editing e i QTL, con Anna Maria Mastrangelo,

Mastrangelo, Francesca Desiderio, Matteo Bozzoli and Francesco Camerlengo will showcase innovative approaches for mapping and modifying genes linked to resistance, quality, and food safety. The day will close with Roberto Tuberosa presenting the commemorative stamp in honor of Nazareno Strampelli, the precursor of the Green Revolution. A particularly meaningful moment will follow with the presentation of the Carlotta Award, a highlight of From Seed to Pasta 5. More than just a prize, it is a tribute to the talent, dedication, and vision of young researchers committed to advancing genetic improvement in durum wheat. Named in memory of the young researcher Carlotta Del Signore, wife of N. Strampelli, the award is given to the best scientific contributions presented at the conference. It aims to promote innovative studies, cutting-edge methodologies, and multidisciplinary approaches with real impact on the cereal supply chain.

Thursday will see the presentation of the Carlotta Award •••
Il giovedì vedrà il conferimento del Carlotta Award

Climate, industry and quality: durum wheat as an integrated system

Friday will begin with a commemorative session dedicated to Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, a key figure in Italian genetics. Antonio Blanco, Stefania Masci, Roberto Tuberosa and others will honour his legacy, paving the way for presentations on climate-resilient breeding. Pasquale De Vita will examine the phenological adaptation of Mediterranean wheat, while Karim Ammar (CIMMYT) and Hafssa Kabbaj (ICARDA) will present efforts to improve heat tolerance through genomic

Francesca Desiderio, Matteo Bozzoli e Francesco Camerlengo che illustreranno approcci innovativi per mappare e modificare geni legati a resistenze, qualità e sicurezza alimentare. In chiusura, Roberto Tuberosa presenterà il francobollo commemorativo per onorare Nazareno Strampelli, precursore della Rivoluzione Verde.

La giornata si concluderà con un momento assai significativo per From Seed to Pasta 5: il Carlotta Award. Questo rappresenta molto più di una semplice premiazione, è un riconoscimento al talento, all’impegno e alla visione delle nuove generazioni di ricercatori che si dedicano al miglioramento genetico del grano duro. Intitolato alla memoria della giovane ricercatrice Carlotta Del Signore, moglie di N. Strampelli, il premio viene assegnato ai migliori contributi scientifici presentati nell’ambito della conferenza, con l’obiettivo di valorizzare studi innovativi, metodologie all’avanguardia e approcci multidisciplinari che possano avere un impatto concreto sulla filiera cerealicola.

Clima, industria e qualità: il grano duro come sistema integrato

Il venerdì inizierà con una sessione commemorativa dedicata a Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, figura chiave della genetica italiana. Antonio Blanco, Stefania Masci, Roberto Tuberosa e altri ne ricorderanno il contributo, introducendo gli interventi sul breeding climatico. Dopodiché, Pasquale De Vita analizzerà l’adattamento fenologico del frumento mediterraneo, mentre Karim Ammar (CIMMYT) e Hafssa Kabbaj (ICARDA) mostreranno gli sforzi per

selection. The session will close with insights from Enrico Porceddu (University of Tuscia). The following session will focus on disease resistance, with presentations on prebreeding for resistance (Valentyna Klymiuk, University of Saskatchewan), Fusarium (Barbara Steiner, BOKU University of Vienna), rust diseases (Gurcharn Singh Bra, University of Alberta), Septoria (Marcel Thierry, INRAE), and insect pests (Steven Xu, USDA). Late in the morning, a roundtable moderated by Roberto Ranieri (Open Fields) will facilitate direct dialogue between research and industry, addressing core topics such as traceability, sustainability, varietal improvement, and market demands.

The industry will then take centre stage in the session “Innovative Approaches from the Industry”, featuring contributions from Molino Casillo (AltoGrano), Pastificio Garofalo (Stra Pasta), Fava-Storci (on innovation in pasta formats), and The Land Institute (on perennial grains and Kernza). The following session will focus on quality and functional foods, with studies on beta-glucans (Ilaria Marcotuli), semolina colour (Carlos Guzman), and new wheat lines tailored to the Mediterranean diet (Francesco Sestili). Friday afternoon will feature two key moments of engagement between science and the production chain. The first will be another roundtable, this time involving stakeholders from the durum wheat and pasta sectors.

migliorare la tolleranza al caldo attraverso la selezione genomica, affidando le conclusioni a Enrico Porceddu (Università della Tuscia). Seguirà poi una sessione sulle resistenze alle malattie con focus sul pre-allevamento per la resistenza (Valentyna Klymiuk, University of Saskatchewan), sul Fusarium (Barbara Steiner, BOKU University di Vienna), ruggini (Gurcharn Singh Bra, University of Alberta), Septoria (Marcel Thierry, INRAE) e insetti (Steven Xu, USDA). In tarda mattinata la tavola rotonda moderata da Roberto Ranieri di Open Fields offrirà un confronto diretto tra ricerca e impresa, affrontando tematiche chiave come tracciabilità, sostenibilità, miglioramento varietale e richieste del mercato. L’industria prenderà così la parola con la sessione “Innovative Approaches from the Industry” dove si alterneranno Molino Casillo (AltoGrano), Pastificio Garofalo (Stra Pasta), FavaStorci (innovazione nei formati, e The Land Institute (grani perenni e Kernza). La sessione successiva toccherà infine la qualità e i functional foods, con studi su beta-glucani (Ilaria Marcotuli), colore della semola (Carlos Guzman) e nuove linee di frumento per l’alimentazione mediterranea (Francesco Sestili). Il venerdì pomeriggio si caratterizzerà per due importanti momenti di confronto tra mondo scientifico e filiera produttiva. La prima sarà un’ulteriore tavola rotonda, questa volta tra stakeholder della pasta e del grano duro, con la partecipazione di sementieri italiani (SIS, APSOV, CGS

Participants will include Italian seed companies (SIS, APSOV, CGS Sementi), international players (Florimond Desprez, France), processors such as Casillo and Divella, and pasta producers from Canada and the United States. Moderated by Silvia Giuliani and Roberto Ranieri, the discussion will offer valuable perspectives on traceability, integrated supply chains, evolving consumer demands, and applied research.

Key opportunities for dialogue in roundtable discussions

••• Importante momento di confronto con tavole rotonde

The day will continue with a technical session on quality and functional foods. Francesco Sestili (University of Tuscia), Ilaria Marcotuli (University of Bari), and Carlos Guzman (University of Córdoba) will present research on high-nutritionalvalue Mediterranean foods, beta-glucans, and semolina colour. To conclude the day, a highly technological session will explore the durum wheat pangenome, featuring Eduard Akhunov, Simon Krattinger, Thorsten Schnurbusch, Cristian Forestan and Jorge Dubcovsky. The session will highlight how a deep understanding of genetic diversity can transform productivity and adaptability in wheat breeding.

Future perspectives and international cooperation

The final morning will be dedicated to the Durum Wheat Expert Working Group, a technical meeting aimed at consolidating collaborations and shaping future projects -bringing to a close an event that confirms itself as a

Sementi), rappresentanti internazionali (Florimond Desprez, Francia), trasformatori come Casillo e Divella, e produttori di pasta da Canada e USA. Il dibattito, moderato da Silvia Giuliani e Roberto Ranieri, offrirà un’occasione preziosa per affrontare in modo trasversale i temi di tracciabilità, filiera integrata, nuove richieste del consumatore e ricerca applicata. Seguirà una sessione tecnica sulla qualità e i functional foods, dove Francesco Sestili (Università della Tuscia), Ilaria Marcotuli (Università di Bari), e Carlos Guzman (Università di Cordoba)

presenteranno studi su alimenti mediterranei ad alto valore nutrizionale, beta-glucani e colore della semola. Chiuderà la giornata una sessione altamente tecnologica sul pangenoma del frumento duro, con gli interventi di Eduard Akhunov, Simon Krattinger, Thorsten Schnurbush, Cristian Forestan e Jorge Dubcovsky, che metteranno in luce come la conoscenza dell’intera variabilità genetica possa rivoluzionare produttività e adattabilità.

Prospettive future e cooperazione internazionale

L’ultima mattinata sarà dedicata alla durum wheat expert working group, un incontro tecnico per consolidare collaborazioni e progettualità future, chiudendo un evento che si conferma come hub di

central hub for science and innovation in the durum wheat sector. From Seed to Pasta 5 clearly demonstrates that pasta, an emblem of the Mediterranean diet and ambassador of Made in Italy, is rooted deeply in scientific research. Genetic innovation, a commitment to sustainability, and dialogue with the industry are essential to tackling major challenges: climate change, reduced use of chemical inputs, and the growing demand for healthier foods.

Only through collaboration between universities, public and private institutions, breeders and processors can the supply chain become more efficient, transparent and future-focused. From seed to plate, the quality of pasta begins long before production - it begins in research.

The roundtable on the dialogue between research and industry

As with all editions of FSTP, this fifth edition features a roundtable discussion featuring key figures in the pasta supply chain innovation over the past three years. The roundtable, “Innovative Approaches from the Industry,” moderated by Roberto Ranieri of Open Fields, will open with Professor Paolo De Castro, who will connect pasta to the Mediterranean diet. Dr. Margherita Mastromauro, President of the Italian Pasta Makers Association, will discuss the international performance of pasta. This will be followed by brief but insightful presentations by representatives of innovations along this strategic supply chain: Molino Casillo, Pasta Garofalo, Fava-Storci, and The Land Institute. The closing remarks will be given by Lorenzo Cavalli, President of the Italian Milling Technicians Association, who will highlight the role of innovation in the future of milling technology.

De Castro: “With From Seed to Pasta, we’re reviving the future of the grain-pasta supply chain, but beware of U.S. tariffs”

“The From Seed to Pasta event, currently taking place in Bari, is a strategic opportunity to take stock of the durum wheat supply chain’s future, from field to table. It’s here that farmers, processing companies, research centers, and institutions come together to discuss the challenges and

riferimento per la scienza e l’innovazione sulla filiera del grano duro. From Seed to Pasta 5 dimostra con chiarezza che la pasta, alimento simbolo della dieta mediterranea e ambasciatrice del Made in Italy, ha radici profonde nella ricerca scientifica.

L’innovazione genetica, l’attenzione alla sostenibilità e il dialogo con l’industria sono essenziali per affrontare sfide cruciali: cambiamento climatico, riduzione dell’uso di input chimici, richiesta di alimenti più salutari. Solo grazie alla collaborazione tra università, enti pubblici e privati, breeder e trasformatori, sarà possibile costruire una filiera sempre più efficiente, trasparente e orientata al futuro. Dal seme alla tavola, la qualità della pasta inizia molto prima della sua produzione: inizia nella ricerca.

La tavola rotonda sul confronto tra ricerca e impresa

Come in tutte le edizioni di FSTP, anche in questa quinta edizione è stata prevista una tavola rotonda con i protagonisti dell’innovazione della filiera della pasta degli ultimi tre anni. Ad aprire la tavola rotonda “Innovative Approaches from the Industry”, moderata da Roberto Ranieri di Open Fields, ci sarà il Prof. Paolo De Castro che collegherà la pasta alla dieta mediterranea, seguito dalla presidente dei pastai italiani Dott.ssa Margherita Mastromauro che si soffermerà sulla performance internazionale del prodotto pasta. A seguire brevi ma significative relazioni dei rappresentati delle innovazioni lungo questa filiera strategica di Molino Casillo, di Pasta Garofalo, di Fava-Storci e del The land Insitute. In chiusura l’intervento del presidente di tecnici molitori italiani Lorenzo Cavalli che evidenzierà il ruolo dell’innovazione nel futuro della tecnologia molitoria.

Mr. Roberto Ranieri, the roundtable moderator / il moderatore della tavola rotonda

opportunities of a sector that is central to Italian agrifood production,” says Paolo De Castro, former Minister of Agriculture and experienced EU agricultural policy negotiator. “Innovations in the field of genetics applied to durum wheat are yielding significant results, particularly in the selection of varieties that are more resistant to the effects of climate change, such as drought or excessive rainfall, and that maintain productivity even under environmental stress. This is a crucial direction to ensure long-term competitiveness, sustainability, and quality.” De Castro also highlights the economic role of pasta as an iconic symbol of Made in Italy: “We’re talking about a product that represents one of the leading segments of our agri-food exports, worth nearly €2 billion a year. Pasta is a symbol of the Mediterranean diet, balanced in its nutritional content of carbohydrates and proteins, and appreciated worldwide for its health benefits.” However, concerns remain due to new international tensions. “Just as we’re discussing how to revitalize the sector, we’re facing a troubling scenario: ongoing negotiations between the European Union and the United States over tariffs could seriously jeopardize our producers. Italian pasta exports to the U.S. already face a 16% tariff. Proposals under discussion for a new trade agreement suggest an additional 15%, which would bring the total tax burden to over 30% - a crushing figure for our businesses,” warns De Castro. Worsening the situation is the unfavorable exchange rate: “With the dollar in free fall, our exporters are dealing with increasingly high costs. It’s a difficult moment that calls for a clear and timely political response. We hope European negotiators will consider the impact of these measures on such a representative supply chain and work to avoid punitive agreements. In light of the agreement reached in Scotland, there seem to be good opportunities for pasta, as the tariff would return to the pre-Trump level of 15%. Defending Italian pasta means defending a sustainable development model, a cultural heritage, and a symbol of our food identity. From Seed to Pasta is not just a technical event, but a true moment of strategic direction for the entire sector,” De Castro concludes.

De Castro: “Con From Seed to Pasta rilanciamo il futuro della filiera cerealicolapastaria, ma attenzione ai dazi USA” “L’evento From Seed to Pasta, che si tiene in questi giorni a Bari, è un’occasione strategica per fare il punto sul futuro della filiera del grano duro, dal campo alla tavola. È qui che agricoltori, imprese di trasformazione, centri di ricerca e istituzioni si incontrano per confrontarsi sulle sfide e sulle opportunità di un comparto centrale per l’agroalimentare italiano”, dichiara Paolo De Castro, già ministro delle Politiche agricole ed esperto negoziatore delle politiche agricole in ambito europeo. “Le innovazioni nel campo della genetica applicata al grano duro stanno dando risultati importanti, soprattutto nella selezione di varietà più resistenti agli effetti dei cambiamenti climatici, come la siccità o l’eccesso di pioggia, e più produttive anche in condizioni di stress ambientale. Una direzione fondamentale per garantire competitività, sostenibilità e qualità nel lungo periodo”. De Castro sottolinea anche il ruolo economico della pasta come simbolo identitario del Made in Italy: “Parliamo di un prodotto che rappresenta una delle voci principali del nostro export agroalimentare, con quasi 2 miliardi di euro l’anno di valore. La pasta è uno dei simboli della dieta mediterranea, equilibrata nei suoi apporti nutrizionali tra carboidrati e proteine, ed è apprezzata in tutto il mondo anche per i suoi benefici sulla salute”. Ma non mancano i timori per le nuove tensioni internazionali. “Proprio mentre si discute del rilancio del settore, ci troviamo di fronte a uno scenario preoccupante: le trattative tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi rischiano di mettere seriamente in difficoltà i nostri produttori. Oggi chi esporta pasta italiana verso il mercato americano già paga un dazio del 16%. Le ipotesi circolate per un nuovo accordo commerciale prevedono un ulteriore 15%, che porterebbe il carico fiscale sopra il 30%: una cifra pesantissima per le nostre imprese”, avverte De Castro. A rendere il quadro ancora più critico, il tasso di cambio penalizzante: “Con un dollaro in caduta libera, i nostri esportatori si trovano a fronteggiare costi sempre più alti. È un momento difficile, che richiede una risposta politica chiara e tempestiva. Ci auguriamo che i negoziatori europei tengano conto dell’impatto di queste misure su una filiera così rappresentativa del nostro Paese e lavorino per evitare accordi penalizzanti. Alla luce dell’accordo raggiunto in Scozia sembrerebbero ci siano buone opportunità per la pasta perché si tornerebbe al 15% che era preesistente a Trump. Difendere la pasta italiana significa difendere un modello di sviluppo sostenibile, un patrimonio culturale, e un simbolo della nostra identità alimentare. From Seed to Pasta non è solo un appuntamento tecnico, ma un vero momento di indirizzo strategico per l’intero comparto”, conclude De Castro.

La Redazione
Mr. Paolo De Castro, former Minister of Agriculture / già ministro delle Politiche agricole

AXOR brings pasta technology around the world

AXOR continues its global expansion with determination, establishing itself as a leading player in the Pasta Production Lines Industry. With over 200 installations across more than 40 countries, the company confirms its position among leaders in the food industry. Its success is not based on shortcuts, but on a perfect-balanced mixture of innovation, high-performing technology and Italian excellence in manufacturing. At AXOR, efficiency is more than a concept, it is a core value which inspires them to constantly aim to perfection.

From the beginning of the year, AXOR has already carried on several key projects: a highly compact 600 kg/h ShortCut Line in Algeria, a complete turn-key project in Mali featuring a 2000 kg/h Short-Cut Line and a 2000 kg/h Long-Cut Line, and a new Monotier Long-Cut Line in Pakistan.

AXOR is also proud to announce a major milestone: Togo’s first-ever pasta production factory has decided to completely trust AXOR and the pasta production of the country will lead on their brand machines!

AXOR’s growth shows no signs of slowing down. Their constant effort and high-quality work are a source of satisfaction and motivation to keep going with their mission: provide solutions aiming for excellence and adapting pasta production technologies to the changing needs of all customers all over the world.

AXOR porta la tecnologia della pasta in tutto il mondo

AXOR continua con determinazione la sua espansione globale, affermandosi come azienda leader nel settore delle Linee di Produzione della Pasta. Con oltre 200 installazioni in più di 40 paesi, l’azienda conferma la sua posizione di leader nell’industria alimentare. Il suo successo non si basa su scorciatoie, ma su una miscela perfettamente equilibrata di innovazione, tecnologia ad alte prestazioni ed eccellenza produttiva italiana. Per AXOR, l’efficienza è più di un concetto, è un valore fondamentale che li spinge a puntare costantemente alla perfezione.

Dall’inizio dell’anno, AXOR ha già portato avanti diversi progetti chiave: una Linea di Pasta Corta altamente compatta da 600 kg/h in Algeria, un progetto completo in Mali con una Linea di Pasta Corta da 2000 kg/h e una Linea di Pasta Lunga da 2000 kg/h, e una nuova Linea di Pasta Lunga Monotier in Pakistan.

AXOR è inoltre orgogliosa di annunciare un importante traguardo: il primo pastificio del Togo ha deciso di affidarsi completamente a loro e la produzione di pasta del paese sarà basata sulle loro macchine!

La crescita di AXOR non mostra segni di rallentamento. Il loro impegno costante e il loro lavoro di alta qualità sono fonte di soddisfazione e di motivazione per continuare a portare avanti la loro missione: fornire soluzioni che puntano all’eccellenza e adattare le tecnologie di produzione della pasta alle esigenze in continua evoluzione di tutti i clienti in tutto il mondo.

The Strategic Role of Pro-Fume® in Integrated Pest Management for the Milling Sector.

Alexander Stock/Douglas Products

Creating a proper Integrated Pest Management (IPM) program includes coordination of different components to keep the business functioning in a clean and safe environment. Appropriate implementation of these tools in the IPM toolbox will remove the potential for pest infestation. Sanitation is generally considered a foundational component of any IPM program. Sweeping, cleaning, wiping down equipment and other practices remove debris which can serve as food and harborage for pests. Because sanitation cannot absolutely prevent or eliminate pest infestations from facilities, monitoring and

Il ruolo strategico di Pro-Fume® nella gestione integrata degli infestanti nel settore molitorio.

Alexander Stock/Douglas Products

Creare un adeguato programma di Gestione Integrata degli Infestanti (IPM, Integrated Pest Management) richiede il coordinamento di diversi componenti per mantenere l’attività operativa. Un’applicazione appropriata degli strumenti presenti nella “cassetta degli attrezzi” dell’IPM elimina il rischio di infestazioni. La sanificazione è generalmente considerata una componente fondamentale di qualsiasi programma IPM. Spazzare, pulire, igienizzare le attrezzature e altre pratiche simili servono a rimuovere residui che possono rappresentare cibo o rifugio per gli infestanti. Tuttavia, poiché la sanificazione da sola non può prevenire o eliminare completamente le

treatments are part of IPM program. Monitoring pest populations and intervene before pest populations reach threshold levels will reduce the likelihood of a recall, unacceptable product loss, unexpected downtime, damaged brand reputation…

Fumigating with Pro-Fume has an important place in this IPM toolbox, with a track record of >15years in Italy and abroad.

A fumigation with Pro-Fume can get you back to a zero state and requires minimal downtime, reducing impact on your warehouse productivity. Fumigation exposure time is typically 12 to 36 hours, but duration can be shorter or longer depending upon the site and business goals. The exclusive Precision Fumigation™ tools and techniques used with Pro-Fume provides unprecedented fumigation planning capabilities. It is an ideal solution for hard-to-reach places or inaccessible areas where other treatment methods cannot get to (eg fogging, heat treatment…) and effectively control the infestation. Food debris in cracks and crevices may not be removed by sanitation. Research has documented that ProFume can readily penetrate through food debris like flour to effectively control insects.

Pro-Fume is the best way to eliminate all the target pests that are in the facility allowing you to restart your IPM program from a pest free state.

About Douglas Products: US based manufacturer of Sulfuryl fluoride (Pro-Fume ® ) and active in more than 31 countries globally. As a global protector of food safety, public health, biodiversity and economic resources, Douglas Products is committed to creating quality solutions backed by our expertise in training, stewardship and regulatory compliance.

infestazioni, il monitoraggio e i trattamenti sono parte integrante del programma IPM. Monitorare le popolazioni di infestanti e intervenire prima che superino i livelli soglia riduce il rischio di richiami di prodotto, perdite economiche, fermi di produzione non previsti e danni alla reputazione del marchio.

La fumigazione con Pro-Fume riveste un ruolo importante all’interno della “cassetta degli attrezzi” IPM, con oltre 15 anni di comprovata esperienza in Italia e all’estero. Una fumigazione con Pro-Fume consente di riportare l’impianto a uno “stato zero” con un tempo minimo di fermo, riducendo l’impatto sulla produttività. Il tempo di esposizione alla fumigazione varia generalmente tra le 12 e le 36 ore, ma può essere più breve o più lungo in base alle caratteristiche del sito e agli obiettivi aziendali. Gli strumenti e le tecniche esclusive della Precision Fumigation™ utilizzati con ProFume offrono capacità di pianificazione della fumigazione senza precedenti. È una soluzione ideale per aree difficili da raggiungere o inaccessibili con altri metodi di trattamento (es. nebulizzazione, trattamenti termici, ecc.) e consente un controllo efficace delle infestazioni. I residui alimentari presenti in fessure e crepe potrebbero non essere rimossi dalla sola sanificazione. La ricerca ha dimostrato che Pro-Fume è in grado di penetrare attraverso residui alimentari come la farina per controllare efficacemente gli insetti. Pro-Fume è il metodo più efficace per eliminare tutti gli infestanti presenti nello stabilimento, permettendo di riprendere il programma IPM partendo da uno stato privo di infestanti. In qualità di attore globale a tutela della sicurezza alimentare, della salute pubblica, della biodiversità e delle risorse economiche, Douglas Products si impegna a sviluppare soluzioni di alta qualità, supportate dalla propria esperienza nella formazione, nella gestione responsabile dei gas e nel rispetto della normativa vigente.

Lallemand

acquires AIT Ingredients

Lallemand is proud to announce the successful acquisition of AIT Ingredients, effective 26th June 2025, following exclusive negotiations with Moulins Soufflet, a subsidiary of Groupe InVivo. This strategic move marks a significant milestone in Lallemand’s continued growth and commitment to delivering world-class baking solutions. Mario Pires, LBS President & General Manager of Lallemand Baking Solutions, commented: “This acquisition is a perfect fit for both companies. Together we represent a wealth of application knowledge across a wide spectrum of bakery applications that will allow us to better serve our customers with a broader and innovative portfolio of baking solutions.”

AIT Ingredients, a leading global producer of baking ingredients offering both technical and creative solutions for the bakery, flour milling, and pasta industries, will be integrated into the Lallemand Baking Solutions (LBS) business unit. LBS is a leading global supplier of clean-label solutions for the baking industry.

Olivier Genie, AIT General Manager, added: “We are excited to join the Lallemand family. Together, we will continue to innovate and deliver high-quality solutions that meet the evolving needs of our customers around the world.”

This acquisition supports Lallemand’s long-term strategy to expand its global presence while strengthening its capabilities in baking technologies.

Lallemand acquisisce

AIT Ingredients

Lallemand è orgogliosa di annunciare l’acquisizione con successo di AIT Ingredients, efficace dal 26 giugno 2025, a seguito di negoziazioni esclusive con Moulins Soufflet, una controllata del Groupe InVivo. Questa mossa strategica segna un traguardo importante nella crescita continua di Lallemand e nel suo impegno per offrire soluzioni per la panificazione di livello mondiale. Mario Pires, presidente e direttore generale di Lallemand Baking Solutions, ha commentato: “Questa acquisizione è perfettamente in linea con entrambe le aziende. Insieme rappresentiamo un patrimonio di conoscenze applicative in un ampio spettro di applicazioni che ci permetterà di servire meglio i nostri clienti con un portafoglio più ampio e innovativo di soluzioni per la panificazione”.

AIT Ingredients, leader globale nella produzione di ingredienti per la panificazione che offre soluzioni tecniche e creative per la stessa industria del settore, della macinazione del grano e della pasta, sarà integrata nell’unità di business Lallemand Baking Solutions (LBS). LBS è un fornitore globale di soluzioni a etichetta pulita per l’industria della panificazione.

Olivier Genie, Direttore Generale di AIT, ha aggiunto: “Siamo entusiasti di entrare a far parte della famiglia Lallemand. Insieme continueremo a innovare e a offrire soluzioni di alta qualità che rispondono alle esigenze in evoluzione dei nostri clienti in tutto il mondo”.

Questa acquisizione supporta la strategia a lungo termine di Lallemand nell’espandere la propria presenza globale e rafforzando le proprie capacità nelle tecnologie di panificazione.

The fumigant Bluefume, or Hydrogen Cyanide: how it workspros and cons

The use of hydrogen cyanide (HCN) as an insecticide for pest control has its roots in nature. Millions of years ago, plants learned to “store” HCN as a natural defense mechanism within their tissues. However, in plants, HCN is not present in gaseous form, but is bound to sugar-based chemical compounds known as cyanogenic glycosides. According to scientific literature, the first fumigation with HCN was carried out in California in 1866, where some trees were treated under a tent (plastic sheet). This method later spread to orchards, where it was used to eliminate pests on fruit trees. The positive results obtained from using HCN led to its expanded application in fumigating buildings and food storage facilities. The first industrial mill to undergo fumigation was in the United States in 1889. This building fumigation technology was only later introduced in Europe, with the first mill fumigation taking place in Germany in 1917. The fast action, strong penetration, and excellent ovicidal properties of HCN attracted the attention of professionals in public health and structural wood protection. HCN began to be widely used to control pests and disease vectors, particularly fleas, lice, bedbugs, and rodents.

HCN’s exceptional penetration capabilities made it ideal for fumigating wooden structures and indoor furniture (e.g., worm-eaten church pews) to eliminate wood-boring insects, regardless of their life cycle stage.

HCN was also used to protect stored raw materials such as grain or tobacco. In these cases, the gas was primarily released through pressurized fumigation in specially prepared rooms. HCN has also been employed in the “rapid” fumigation of ships infested with rats or for the eradication of underground nests of rodents and ants.

Over time, fumigation has involved different “forms” of HCN and various dispensing tools. Bluefume® is one of the most effective biocides used in the Czech Republic for treating mills against pests typical of the sector. It is manufactured by the Czech company Lučební závody Draslovka a.s. Kolín. Until recently, application involved jars filled with porous rings that had previously absorbed the product. During treatment, the rings were scattered on the floor of the building so the absorbed hydrogen cyanide could be released.

The disadvantages of this application method mainly included the physical effort needed to open the jars, the need to move around the area being fumigated, and the disposal of the used jars and rings. Another drawback was the limited versatility of the jars in other areas of the agricultural and food production sectors.

Il fumigante Bluefume, ovvero l’acido cianidrico: come funziona pro e contro

L’impiego dell’acido cianidrico (HCN) come insetticida per il controllo degli infestanti trova le proprie radici in natura. Milioni di anni fa, le piante hanno imparato a “conservare” l’HCN come difesa naturale all’interno dei propri tessuti. Tuttavia, l’HCN nelle piante non è presente in forma gassosa ma è legato a composti chimici a base di zucchero, noti come glicosidi cianogenici.

La letteratura ci dice che la prima fumigazione è stata effettuata nel 1866 in California dove, sotto una tenda (telo di plastica), sono stati trattati con l’HCN alcuni alberi. Questo metodo di trattamento si è poi diffuso nei frutteti dove è stato utilizzato per eliminare gli infestanti presenti sugli alberi da frutto. I risultati positivi ottenuti con l’uso dell’HCN hanno consentito di estenderne l’impiego per la fumigazione anche a edifici e locali contenenti alimenti. Il primo mulino industriale sottoposto a fumigazione nel 1889 era negli Stati Uniti. Questa tecnologia di trattamento degli edifici industriali è stata applicata in Europa solo in un secondo momento: la prima fumigazione di un mulino ha, infatti, avuto luogo in Germania nel 1917. L’effetto rapido, la buona penetrazione e le eccellenti proprietà ovicide dell’HNC hanno attirato l’attenzione di coloro che lavoravano nel campo della salute pubblica nonché quello della protezione del legname destinato a impieghi strutturali. L’HCN iniziò a essere largamente impiegato per il controllo degli infestanti e dei vettori patogeni, in particolare delle pulci, dei pidocchi, delle cimici dei letti e dei roditori.

L’eccellente capacità di penetrazione dell’HCN fu utilizzata per la fumigazione di strutture edilizie in legno e mobilio da interni (per

To overcome these issues, the manufacturer developed a safer, more modern, and more adaptable method of applicationbetter suited to the demands of an advanced fumigant. This new system involves packaging Bluefume® in gas cylinders and locating the application site outside the structure to be fumigated. The core principle involves using nitrogen to “push” the Bluefume® from the cylinder into the delivery system, and then through atomizing nozzles into the structure to be fumigated. The nozzles generate microscopic droplets that help transform the liquid into gas. The delivery systems, made of polyethylene tubing, are located inside the structures and allow for a wide variety of applications. The delivery system can be installed as a mobile setup to be removed after fumigation (e.g., in silos, warehouses, storage tanks, ships, churches, etc.) or, in cases where repeated fumigation is necessary (e.g., mills and pasta factories), as a permanent installation. In the latter case, the system becomes an integral part of the building’s internal distribution system. In both cases, the tubing layout can follow existing electrical wiring paths, minimizing the risk of damage during regular operations. For mobile systems, a suitable entry point into the structure must be selected to ensure proper sealing. For permanent systems, the entry point for the distribution lines usually involves a distribution panel installed on the structure’s outer wall. One clear advantage of a permanent system is the significant reduction in preparation time. Before fumigation, it is enough to connect the branches to the atomizing nozzles, and the system is ready to operate. After fumigation and air purging of the system, the nozzles are removed and replaced with plugs to prevent contamination from dirt generated during normal operations.

esempio, banchi di chiese tarlati) al fine di eliminare il tarlo dei mobili e gli altri insetti che mangiano il legno, a prescindere dalla fase del ciclo di vita in cui essi si trovino. L’HCN è stato utilizzato anche per proteggere le materie prime immagazzinate come il grano o il tabacco. In questi casi l’erogazione è stata effettuata principalmente mediante fumigazione a pressione all’interno di appositi locali.

L’HCN ha trovato impiego nella fumigazione “rapida” di navi infestate da ratti o nell’eliminazione di “nidi” sotterranei di roditori e formiche. In momenti diversi, la fumigazione ha utilizzato diverse “forme” di HCN, e diversi strumenti di erogazione.

Il prodotto Bluefume ® è uno dei biocidi più efficaci utilizzati nella Repubblica Ceca per il trattamento dei mulini contro gli infestanti tipici di questa filiera; è prodotto da una società ceca, la Lu č ební závody Draslovka a.s. Kolín. Fino a ora l’applicazione avveniva servendosi di barattoli riempiti con anelli porosi che avevano precedentemente assorbito il prodotto. Durante tale processo, gli anelli venivano rovesciati sul pavimento dell’edificio affinché l’acido cianidrico da essi assorbito si sprigionasse.

Gli svantaggi derivanti da questa modalità di applicazione consistevano essenzialmente nello sforzo fisico richiesto per l’apertura dei suddetti barattoli, negli spostamenti all’interno dell’area da fumigare, nonché nello smaltimento dei barattoli e degli anelli materialmente utilizzati. Un altro svantaggio era rappresentato dalla scarsa variabilità nelle possibilità d’utilizzo dei barattoli in altri ambiti del settore produttivo agricolo e alimentare.

Per ovviare a questi inconvenienti, il produttore ha sviluppato un nuovo metodo di applicazione più sicuro, moderno e, soprattutto, maggiormente in grado di soddisfare i requisiti che deve avere un evoluto prodotto di fumigazione. Esso si basa su un nuovo confezionamento del prodotto Bluefume ® in bombole e sull’individuazione del sito di applicazione all’esterno della struttura da fumigare. Il principio di applicazione prevede l’utilizzo dell’azoto per “spingere” il Bluefume ® fuori dalla bombola verso

In summary, the qualities of the Bluefume® fumigant make it a powerful ally for fumigation professionals. First and foremost, Bluefume® offers high efficacy and fast action, ensuring a total effect as both insecticide and rodenticide, rapid effectiveness against pests, no resistance development in stored product pests, and excellent ovicidal effect (effective against eggs). Another key feature is the short exposure time: Bluefume® treatment typically lasts just 48 hours, consisting of 24 hours of gas exposure and 24 hours of complete ventilation. This dramatically reduces downtime for facilities.

Using Bluefume® becomes routine and safe when applied via gas cylinders and with at least two trained operators. There is no direct exposure of the operators during application. Its excellent dispersion and penetration properties ensure uniform fumigant distribution, even into production residues. The constant fumigant dose remains effective even at low temperatures (above 12 °C). Bluefume® is intended for the treatment of empty structures such as mills, pasta factories, poultry houses, silos, feed plants, and warehouses. Bluefume® is registered as PT 08 - Wood Preservative, PT 14Rodenticide, and PT 18 - Insecticide and Acaricide, provided the structures are empty.

A very important note regarding Bluefume® is that it leaves no harmful residues in the air or environment. Probably the only “con” of this product - but one that must be taken seriously - is that Bluefume® is a toxic gas; therefore, its use requires certified personnel holding a toxic gas license (as per Royal Decree 147/27), in addition to specific training provided by the distributor or manufacturer.

il sistema di erogazione e quindi, successivamente, attraverso gli ugelli di nebulizzazione, fino alla struttura da fumigare. Gli ugelli creano gocce microscopiche contribuendo a trasformare il liquido in gas. I sistemi di erogazione, costituiti da tubi in polietilene, si trovano all’interno delle strutture, e consentono una grande varietà di impieghi. Il sistema di erogazione può essere installato come apparato mobile da rimuovere dopo la fumigazione (per esempio per la fumigazione di silos, di magazzini, di serbatoi di stoccaggio, di navi, di chiese ecc.) oppure, in caso di necessità di fumigazioni ripetute (ad esempio mulini e pastifici), in modo permanente. In quest’ultimo caso, il sistema diventa parte integrante dell’impianto di distribuzione della struttura interessata. In entrambi i casi il sistema di erogazione si serve dei percorsi esistenti dei cavi elettrici, considerando che il rischio di danneggiare i tubi in polietilene durante il funzionamento dell’impianto generale è minimo. Quando si opta per l’installazione del sistema di erogazione mobile, occorre scegliere una posizione adatta come punto di ingresso nella struttura, affinché quest’ultima possa essere ben sigillata. Nel caso di installazione di un sistema di erogazione permanente, il punto di ingresso delle linee di distribuzione si serve invece di un pannello di distribuzione normalmente situato sulla parete perimetrale della struttura interessata. Un vantaggio del sistema di erogazione permanente è rappresentato dalla riduzione dei tempi di preparazione. Prima della fumigazione è, infatti, sufficiente installare le diramazioni sugli ugelli di nebulizzazione e il sistema è già pronto per l’uso. Dopo la fumigazione e la pulizia dell’impianto di erogazione con l’aria, le diramazioni con gli ugelli vengono nuovamente rimosse e, al loro posto, vengono inseriti dei tappi con lo scopo di impedire che l’impianto si contamini con la sporcizia che si genera nella struttura per il normale svolgimento delle attività operative. Riassumendo, le qualità di Bluefume ® fumigante lo rendono un alleato imbattibile per coloro che si occupano di fumigazioni.

Innanzi tutto, Bluefume ® ha una elevata efficacia e una rapida azione che assicura un effetto totale come insetticida e rodenticida, una rapida efficacia contro gli infestanti, una resistenza nulla da parte degli infestanti delle derrate, un eccellente effetto ovicida (efficace contro le uova).

Un’altra caratteristica peculiare è la necessità di una breve esposizione: il trattamento con Bluefume ® dura solitamente appena 48 ore costituite da 24 ore di tempo di esposizione al gas e 24 ore per una ventilazione completa. In questo modo i tempi di fermo impianto sono ridotti drasticamente.

L’applicazione di Bluefume ® diventa di routine e sicura con l’utilizzo di bombole e di almeno due operatori formati. L’applicazione è senza esposizione diretta dell’operatore. Le sue eccellenti proprietà di distribuzione e penetrazione garantiscono un’applicazione uniforme del fumigante all’interno della struttura anche nei residui di lavorazione. La dose costante di fumigante è la medesima anche a basse temperature (>12 °C). Bluefume ® è destinato al trattamento di strutture vuote quali mulini, pastifici, pollai, silos, mangimifici e magazzini.

Bluefume ® è registrato come PT 08 - Preservante del legno, PT 14Rodenticida, PT 18 - Insetticida e acaricida purché le strutture siano vuote. Una nota molto importante relativamente al Bluefume ® è che non lascia residui nocivi nell’atmosfera e nell’ambiente. Probabilmente l’unico “contro” di questo prodotto, ma che è molto importante ricordare, è che Bluefume ® è un gas tossico; pertanto, per il suo utilizzo occorre avere personale in possesso del patentino dei gas tossici (R.D. 147/27), oltre a essere necessaria una specifica preparazione fornita dal Distributore o dal Produttore.

West Virginia Macaroni

In the early 1900s, coal miners in West Virginia filled their lunch pails with pepperoni rolls, an Italian-American invention designed to fuel workers down in the mine shafts. Mining was hard work known for long hours under challenging conditions, but coal miners were (are) a tough lot. To meet the challenge, the right food was essential. Thus, the pepperoni roll was born, a practical food that lasted long in a lunch pail and provided sustained energy when consumed. As an affirmation of its significance in feeding the workforce of an important industry, the pepperoni roll became the official state food of West Virginia. 1

While the pepperoni roll was the food of choice below ground, once above ground, many of the “coal getters” recharged for the next day with pasta. Indeed, a good number of Italians who came to America went to West Virginia, ready to work hard to make a living. These immigrants took with

I Maccheroni

del

West Virginia

All’inizio del Novecento, i minatori del carbone del West Virginia riempivano le loro gavette con pepperoni rolls, un’invenzione italo-americana pensata per sostenere i lavoratori nei tunnel delle miniere. L’estrazione del carbone era un lavoro duro, caratterizzato da lunghe ore in condizioni difficili, ma i minatori erano (e sono) persone tenaci.

Coal miners covered in soot carry their lunch pails at the Kopperston Mines, West Virginia in 1946 (Author: Russell Lee (1903-1986) from the United States National Archives and Records Administration, NAID: 540921) Minatori coperti di fuliggine trasportano le loro gavette alle miniere di Kopperston, West Virginia, nel 1946 (Autore: Russell Lee (1903-1986), dagli Archivi Nazionali degli Stati Uniti, NAID: 540921)
Pepperoni Roll21

them the knowledge of the power of pasta. In certain mining towns, it was estimated that about 25% of the population claim Italian heritage. 2 To meet the growing demand from the influx of Italian immigrants, there were two pasta companies founded in West Virginia, the West Virginia Macaroni Factory in Grafton and the West Virginia Macaroni Company in Clarksburg. The West Virginia Macaroni Factory was incorporated in 1912 by Domenico Bonafede, Pio Centofanti, Angelo Forcello, Fred S. Forcello and Mickele Organtini at what was the first known commercial pasta factory in the state. 3 Bonafede was a fruit merchant who emigrated from Italy in 1888. 4 Centofanti was a coal miner who emigrated from Italy in 1902. 5 Angelo Forcello worked in a saloon, and his son Fred worked in an ice cream factory; both emigrated from Italy in 1899. 6 The company was dissolved in 1914 making this venture into the pasta industry short lived. 7

A few years after the West Virginia Macaroni Factory closed, the West Virginia Macaroni Company was opened. The company was incorporated in 1919 by Edward C. Bassell, Arthur

Per affrontare tale sfida, era essenziale un’alimentazione adeguata. Così nacque il pepperoni roll, un alimento pratico che si conservava a lungo nella gavetta e forniva energia duratura una volta consumato. A conferma della sua importanza nell’alimentare la forza lavoro di un’industria fondamentale, il pepperoni roll è diventato il cibo ufficiale dello Stato del West Virginia1 Mentre il pepperoni roll era il cibo preferito sotto terra, una volta in superficie, molti dei “raccoglitori di carbone” si ricaricavano per il giorno successivo con la pasta. Infatti, un buon numero di italiani emigrati in America si stabilì in West Virginia, pronti a lavorare duramente per guadagnarsi da vivere. Questi immigrati portarono con loro la consapevolezza del valore nutrizionale della pasta. In alcune città minerarie, si stimava che circa il 25% della popolazione fosse di origine italiana2. Per rispondere alla crescente domanda derivante dall’arrivo degli immigrati italiani, furono fondate due aziende produttrici di pasta in West Virginia: la West Virginia Macaroni Factory a Grafton e la West Virginia Macaroni Company a Clarksburg. La West Virginia Macaroni Factory fu costituita nel 1912 da Domenico Bonafede, Pio Centofanti, Angelo Forcello, Fred S. Forcello e Mickele Organtini, ed è considerata la prima fabbrica commerciale di pasta conosciuta nello Stato3. Bonafede era un fruttivendolo, emigrato dall’Italia nel 18884 Centofanti era un minatore, emigrato nel 19025 Angelo Forcello lavorava in un saloon e suo figlio Fred in una gelateria; entrambi erano emigrati nel 18996. L’azienda fu sciolta nel 1914, rendendo questa esperienza industriale piuttosto breve7

Qualche anno dopo la chiusura della West Virginia Macaroni Factory, fu aperta la West Virginia Macaroni Company. L’azienda fu costituita nel 1919 da Edward C. Bassell, Arthur W. Robertson, Albert Spelsberg, William T. Street e Arl C. Sturtevant, tutti originari di Clarksburg8. Robertson era un panettiere di origine scozzese, nato in Inghilterra ed emigrato negli Stati Uniti nel 18809. Spelsberg era un panettiere emigrato dalla Germania nel 190310 . Sturtevant era un panettiere nato in Ohio11 L’azienda si trovava in North Ohio Avenue, vicino a North Florence Street (l’edificio esiste ancora). Nel 1923, la West Virginia Macaroni Company aggiunse nuovi macchinari, aumentando la capacità produttiva a circa 137.000 libbre (62.000 chilogrammi) al mese12. Avevano 12 dipendenti, tra cui 4 donne13. I loro marchi includevano La Contadina, venduto in cassette di legno da 20 libbre (9 kg) per la clientela italiana, e Pan-Handle e Splendid in confezioni più piccole destinate al pubblico americano14. I prodotti erano distribuiti tramite grandi grossisti e rivenditori locali15. In una

Digitized by /digitalizzata da Leonard J. DeFrancisci

W. Robertson, Albert Spelsberg, William T. Street and Arl C. Sturtevant, all from Clarksburg. 8 Robertson was a baker of Scottish descent, born in England, who immigrated to the United States in 1880. 9 Spelsberg was a baker who emigrated from Germany in 1903. 10 Sturtevant was a baker, born in Ohio. 11 The company was located on North Ohio Avenue near North Florence Street (the building is still there).

In 1923, the West Virginia Macaroni Company added additional equipment increasing its capacity to about 137,000 pounds (62,000 kilograms) per month. 12 They had 12 employees, including 4 women. 13 Their brands included La Contadina in 20-pound (9 kilogram) wooden boxes, which they marketed to “Italian” customers, and Pan-Handle and Splendid in small cartons, which was marketed to “Americans”. 14 They distributed products through large wholesale distributors and jobbers. 15 In a 1929 newspaper ad, the company claimed their pasta was made from “pure semolina”, which “require(s) no cold water to prevent sticking together after cooking.” 16 They also claimed their pasta was, “Manufactured in a modern, sanitary factory by Italian workers skilled in the making of paste products… they must be good.” 17

In 1931, Frank Wilson was president, Arl C. Sturtevant was vice president and R. V. Golden was general manager and treasurer. 18 On any given day, skilled pastaios would mix 300 pounds of semolina to start the manufacturing process. 19 Once a batch was mixed, it was placed in a gramola, a machine that used giant rollers to

From article “West Virginia’s Macaroni Factory”, The West Virginia Feview, West Virginia Publishing Company, October 1931 / Dall'articolo “West Virginia’s Macaroni Factory”, The West Virginia Feview, West Virginia Publishing Company, ottobre 1931

“La Contadina Spaghetti Macaroni Noodles” advertisement, Steubenville Herald-Star, November 22, 1929, page 36

Pubblicità La Contadina Spaghetti Macaroni Noodles, “Steubenville Herald-Star”, 22 novembre 1929 pagina 36

pubblicità del 1929, l’azienda dichiarava che la loro pasta era fatta con “pura semola”, la quale “non richiede acqua fredda per evitare che si attacchi dopo la cottura”16. Aggiungevano anche che la loro pasta era “prodotta in uno stabilimento moderno e igienico da operai italiani esperti nella produzione di paste alimentari… dev’essere buona”17

Nel 1931, Frank Wilson era presidente, Arl C. Sturtevant vicepresidente e R. V. Golden direttore generale e tesoriere18. In un giorno qualsiasi, esperti pastai mescolavano 300 libbre di semola per iniziare il processo produttivo19. Una volta mescolato, l’impasto veniva inserito in una gramola, una macchina con rulli giganti per impastare. Dopo l’impasto, la pasta veniva tagliata a strisce e inserita in una camera cilindrica di una pressa. La pressa utilizzava un pistone gigante per spingere l’impasto attraverso una trafila, dando forma alla pasta. Una volta formata, la

knead the dough. Once kneaded, the dough was cut into strips and loaded into a large cylindershaped chamber of a press. The press used a giant ram to push the dough down the cylinder through a die to form the shape. Once formed by the die, short goods pasta was cut automatically with a rotary knife while long goods pasta, like spaghetti, was cut manually by a pastaio using a knife. The pastaio would then spread the pasta evenly on a tray for drying short cuts or on a stick for long cuts. Then the trays and sticks of pasta were put on carts and wheeled into a drying room. Drying could take up to 6 days depending on the type. Sometime in the late 1930s during the Great Depression, the company ceased operations. 20

Notes - Note

1. “Did You Know About West Virginia's Deep Italian Heritage?”, West Virginia Department of Tourism website (updated December 18, 2024), https://wvtourism.com/did-you-know-about-west-virginias-deep-italianheritage.

2. Beth Gain, Clarksburg History Museum, Clarksburg, West Virginia (email from May 31, 2025).

3. “West Virginia Charters”, The Cincinnati Enquirer, Cincinnati, Ohio, volume LXIX, number 204 (July 22, 1912), page 3.

4. 1910 United States Census from Taylor County, West Virginia.

5. 1910 United States Census from Monongalia County, West Virginia.

6. 1910 United States Census from Taylor County, West Virginia.

7. “Notice”, The Daily Sentinel, Grafton, West Virginia, volume 12, number 100 (June 22, 1914), page 7.

8. “Capital News”, The Wheeling Intelligencer, Wheeling, West Virginia, volume LXVII, number 121 (January 16, 1919), page 10.

9. 1920 United States Census from Harrison County, West Virginia.

10. Ibid.

11. Ibid.

pasta corta veniva tagliata automaticamente con una lama rotante, mentre quella lunga, come gli spaghetti, veniva tagliata manualmente da un pastaio con un coltello. Il pastaio poi distribuiva uniformemente la pasta su vassoi per l’essiccazione della pasta corta, o su bastoni per quella lunga. I vassoi e i bastoni venivano poi caricati su carrelli e portati in una sala di essiccazione. L’essiccazione poteva durare fino a sei giorni, a seconda del tipo di pasta. Alla fine degli anni Trenta, durante la Grande Depressione, l’azienda cessò le operazioni20

12. J. H. Woolridge, “Progressive Association”, The Northwestern Miller, Minneapolis, Minnesota, volume 134, number 8 (May 23, 1923), page 848. They had a capacity to process 700 barrels of flour per month at 196 pounds (89 kilograms) per barrel.

13. Sixteenth Biennial Report of the Bureau of Labor of West Virginia, 19211922, Charleston, West Virginia (1922), page 80.

14. “West Virginia’s Macaroni Factory”, The West Virginia Review, West Virginia Publishing Company, Charleston, West Virginia, volume IX, number 1 (October 1931), page 94.

15. Ibid., page 96.

16. “La Contadina Spaghetti Macaroni Noodles”, Steubenville Herald-Star, Steubenville, Ohio, volume 81, number 200 (November 22, 1929), page 36.

17. Ibid.

18. “West Virginia’s Macaroni Factory”, page 96.

19. Ibid. Note, a pastaio was the term for a skilled pasta maker.

20. Bob Stealy, “A couple of readers recall the old macaroni company in Clarksburg”, The Exponent-Telegram, Clarksburg, West Virginia (February 5, 1999).

21. Author: User: (WT-shared) Haem85 at wts Wikivoyage, licensed under CC BY 1.0. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:PepperoniRolls.jpg.

National Pasta Association History Committee
Comitato storico della National Pasta Association Pasta Institute of Technology

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